materiali - Chiappelli - Centro Interculturale · 2015-06-10 · 4 Terminologia 1. ˜˜Unità...

14
L’apprendimento dell’italiano L2 I materiali di lavoro I materiali di lavoro Tiziana Chiappelli

Transcript of materiali - Chiappelli - Centro Interculturale · 2015-06-10 · 4 Terminologia 1. ˜˜Unità...

L’apprendimento dell’italiano L2

I materiali di lavoroI materiali di lavoro

Tiziana Chiappelli

2

Un cenno sulla glottodidattica

Glottodidattica : la scienza e la tecnica dell’insegnamento delle lingue

• Segnalazione bibliografica di base di glottodidattica:Ciliberti - “Manuale di glottodidattica”Balboni - “Tecniche didattiche per l’educazione linguistica”Diadori - “Insegnare italiano a stranieri”De Marco - “Manuale di glottodidattica”

3

Strumenti… intrecciati

• Ogni libro, per quanto ben fatto, non può essere usato dall’inizio alla fine come lavoro da fare in classe. Gli strumenti, i libri devono essere integrati, intrecciati

4

Terminologia

1. ��Unità didattica: unità di lavoro pensata per chi si ha davanti in modo da lavorare su una certa competenza e abilità. Nei gruppi (come i laboratori serali di italiano L2) è opportuno programmare per piccole unità didattiche (spesso il gruppo non è stabile) mentr nei gruppi di bambini (laboratori all’interno della scuola) si possono preparare unità didattiche più lunghe.

2. Apprendimento: acquisizione superficiale, mnemonica, non a livello profondo

3. Acquisizione profonda: si ha quando ci si dimentica che stiamo imparando4. Funzione monitor: quando l’apprendente si autoosserva in modo razionale5. Dominio: ambito lessicale e semantico che si va a trattare; per l’unità didattica

si individua un dominio di base anche se poi si vanno a toccare altri argomenti6. Routine: interazioni classiche, copioni, scenografie che hanno una serie di

passaggi “fissi” (saluti, passaggi intermedi, chiusura)7. Fase dell’unità didattica: momento dell’unità didattica che, in successione

con altri, porta all’acquisizione profonda

5

La centralità dello studente

• Per imparare ci sono fasi che devono essere rispettate (anche fasi psicologiche dell’approccio dello studente)

• Non è sufficiente limitarsi ad offrire un input pensando che sia stato acquisito in modo profondo

• Le richieste che arrivano dagli studenti sono elaborate a livello razionale; è opportuno, ad esempio, dare una rassicurazione su ciò che è richiesto ma arrivare a lavorare sull’argomento (richiesto) nel momento e nel modo opportuno

• La “centralità dello studente” non significa che lui decide cosa e come fare, sarebbe come andare dallo psicoterapeuta suggerendogli la terapia più adatta alla nostra situazione…

6

La regola

• Spesso gli studenti (e gli insegnanti…) si concentrano sulla focalizzazione della regola

• Strategie: “disinnescare” l’attenzione alla ricerca della regola, evitare o curare l’ansia che si produce

• E’ opportuno creare un clima di classe: si sta collaborando insieme (docente e studente) per un giusto apprendimento

• La motivazione è parte fondamentale dell’acquisizione linguistica profonda

7

Fossilizzazioni

• Per gli adulti: spesso, raggiunto il livello della comunicazione efficace si notano fenomeni di fossilizzazione in quanto viene meno la motivazione profonda all’apprendimento

8

Le abilità linguistiche

• Abilitàprimarie: orale-scritto, ricezione-produzione

• Abilità integrate: sono abilitàche richiedono l’integrazione delle abilità di base. Saper dialogare, saper riassumere, saper prendere appunti, saper scrivere sotto dettatura sono esempi di abilità che si sviluppano sull’asse ricezione-produzione. Saper parlare su traccia scritta è ua delle abilità che si sviluppano sull’asse orale-scritto

• Abilità interlinguistiche: sono abilità che derivano dalla interrelazione fra le due lingue (nativa e straniera ) ad esempio saper tradurre per scritto, saper tradurre oralmente un testo scritto, saper tradurre oralmente in simultanea o in consecutiva.

9

L’unità didattica

• Unità didattica: il momento iniziale (elicitazione) è una sorta di aggancio alle conoscenze pregresse dello studente, è un richiamo/collegamento alle cose precedenti (ad esempio: brainstorming su una parola data all’insegnante). Si passa poi all’argomento da affrontare, il testo: ragionamento globale, poi attività analitica che “obblighi”a riprendere il testo in modo più profondo, dettagliato, “analitico” per motivare a riprendere, rileggere, approfondire il testo stesso. Importante appare il riutilizzo di ciò che è stato appreso come contenuto. Si raccomanda di “staccare” dalla lezione frontale e statica, proponendo un “agire” del corpo, momenti attivi

10

Cosa si fa nell’unità didattica

• Dobbiamo fare riferimento a chi c’è davanti a noi, alle abilità di base (che devono essere toccate tutte e 4 all’interno dell’unità didattica) e alle abilità integrate

• Serve un avvicinamento graduale alla produzione più complessa: chiamando “n” il livello raggiunto dallo studente l’input da offrire è indicato con “n+1”

• La persona straniera, spesso, è esposta al solo modello linguistico della scuola di italiano L2, oppure tale fonte risulta, per lei, la più autorevole

11

Schematizzando

• FASE DI AVVICINAMENTO ALL’ARGOMENTO O DI ELICITAZIONE In questa fase si crea un aggancio all’argomento tramite scambio di informazioni ( brain-storming). L’insegnante si pone come facilitatore e mediatore. Si può partire da un disegno, da una frase, da un titolo, da una foto….

• FASE GLOBALE In questa fase si fa una presentazione dell’argomento, partendo operativamente da un testo di appoggio (breve) o da un disegno o da un fumetto…

• FASE ANALITICA Si analizzano i contenuti, ad es mediante domande , mediante esercizi di sottolineatura, esercizi di riconoscimento di elementi del testo o del disegno usato, cruciverba…

• FASE DI RIUTILIZZO Serve a fissare ciò che si è appreso. Si può lavorare mediante una produzione scritta, un dialogo, una ‘recita’…

12

Qualche suggerimento…

• L’uso di materiale multimediale (dvd, film, canzoni, etc…) è utile sia per riscaldamento iniziale, sia come testo dell’attività.

• Giochi, role-play, canzoni da cantare, parole e frasi al contrario (questo metodo si usa per insegnare l’intonazione interrogativa)

• Se l’intervento dell’insegnante tende a ridursi, diminuendo la necessità dell’intervento stesso, significa che che l’interazione e la comunicazione in classe stanno funzionando

13

Il silenzio

• C’è una cosa che solitamente mette in crisi l’insegnante: il silenzio. Le fasi di silenzio, però, sono molto importanti. Il silenzio può dipendere da un’effettiva difficoltà rispetto all’argomento trattato (e al come lo si sta trattando) ma anche dall’impostazione didattica dello studente (ad esempio: lo studente è abituato ad aspettare la domanda dell’insegnante)

14

Piccola bibliografia

• 1. Balboni P., “Tecniche didattiche per l’educazione linguistica” (UTET libreria, Torino)

• 2. De Marco A. (a cura di), “Manuale di glottodidattica. Insegnare una lingua straniera” (Carocci, Roma)

• 3. Diadori P. (a cura di), “Insegnare italiano a stranieri” (Le Monnier, Firenze)

• 4. Favaro G., “Insegnare l’italiano agli alunni stranieri” (La Nuova Italia, Firenze)

• http://www.provincia.padova.it/PROVVEDITORATO/CENTRORODARI/Intercultura/website.asp