Martedì 15 aprile 20 14 1,30 MORETTI E MARCEGAGLIA · di Marco Travaglio Fra i titoloni dei...

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Martedì 15 aprile 2014 – Anno 6 – n° 104 1,30 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Una lingua per tutte le stagioni di Marco Travaglio F ra i titoloni dei paginoni dedicati dai giornaloni alla notizia sconvolgente del passaggio di Paolo Bonaiuti da Forza Italia al Ncd, il migliore è sen- z’altro quello della Stampa : “Berlusconi non ricuce. E Bonaiuti diventa lo stratega di Alfano”. La qual cosa conferma alle masse di fans alfaniani “che il vento comincia a girare dalla parte giusta”. Le sedi Ncd in tutt’Italia sono state prontamente transen- nate 24 ore su 24 per arginare l’incessante afflusso di nuovi adepti, al seguito dell’ex ventriloquo berlu- sconiano, noto trascinatore di folle. Nato a Firenze nel 1940, giornalista del Giorno poi del Messaggero fino ai gradi di vicedirettore, Paolino Bonaiuti era molto di sinistra. Ancora nel gennaio '94, quando Emilio Fede chiese le dimissioni di Montanelli dal Giornale perché non obbediva al suo (di Fede) pa- drone, Bonaiuti tuonò sul Messaggero in un edi- toriale dal titolo sarcastico “Va in onda la liberal- democrazia”: “Dal pulpito di Rete4 è stata impartita ieri sera una lezione di intolleranza. Proprio mentre infuria la polemica su quanto sia favorito rispetto ai concorrenti un candidato alle elezioni che possiede tre reti televisive, l’invito di Emilio Fede a cacciare Indro Montanelli perché troppo autonomo è il pri- mo esempio pratico del livello di ‘indipendenza’ che potrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusco- ni. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, per- ché lascia capire quanto potrebbe essere forzata- mente massiccio e compatto il sostegno al Cavaliere degli organi di informazione del gruppo. Guai a chi si azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro. La durezza dell’intervento, preannunciato proprio perché avesse maggiore risonanza, mostra lontane tentazioni da Minculpop e lascia sbigottiti... Resta da vedere se Berlusconi presterà orecchio a questi consigli. Speriamo che non lo faccia e si mostri del tutto estraneo all’iniziativa. Anche perché condivi- derla sarebbe mossa improvvida per chi si presenta come un campione della liberaldemocrazia”. Pochi giorni dopo B. mise alla porta Montanelli e due anni dopo Bonaiuti divenne il suo portavoce (e il suo sot- tosegretario a Palazzo Chigi). Per 18 anni, con la sua calotta color polenta da Mastro Ciliegia e la sua boc- cuccia a cul di gallina, è stato la sua ombra, sempre alle sue spalle a fare la faccina estasiata a ogni sua cazzata, a muovere la testa su e giù, a sottolineare anche con gesti manuali le meraviglie che uscivano da quella boccuccia, sempre pronto a giustificare le gaffe del capo, o a smentire e minimizzare quelle proprio indifendibili. Quando il padrone finiva al San Raffaele, lui era la caposala e gli cambiava il pap- pagallo. La domenica, mentre il capo era fuori per i puttantour, riceveva i tg per rassicurare gl’italiani che tutto andava a meraviglia (il suo intervento chiudeva regolarmente l’album delle figurine nei “panini” di regime). Poi fu addirittura promosso a comparsa da talk-show, scudo umano pronto a di- fendere e a rivendicare tutto l’indifendibile. “Le leggi ad personam nascono dai processi ad personam contro B”, era uno dei refrain . E se la Consulta le bocciava era perché “è dominata dalla sinistra: 11 a 4!”. Dati inventati, numeri a caso, statistiche e son- daggi di pura fantasia, come quando sparò che “il presidente Berlusconi ha un gradimento attorno al 70%” (14 maggio 2002). Infatti B. l’aveva appena messo a capo della “task force del governo contro gli aumenti dei prezzi” dopo l’arrivo dell’euro. “Il Pre- sidente Berlusconi non è intervenuto, non sta in- tervenendo e non interverrà nella vicenda Rai”, giu- rava Polentina mentre B. occupava militarmente Viale Mazzini e ne cacciava Biagi, Santoro e Lut- tazzi. “È una bolla di sapone, finirà nel nulla”, sal- modiava a ogni sexy-scandalo del Cavaliere di Har- dcore. E le tre strappone fotografate da Oggi sulle ginocchia dell’anziano latrin lover a Villa Certosa? “Delegate della federazione giovanile Pdl a una riu- nione politica alla presenza dei fidanzati”. A volte, credendosi il capo del Minculpop, chiamava i gior- nali per bloccare notizie vere (tipo quando Scajola disse che Marco Biagi appena ucciso dalle Br era “un rompicoglioni”) o protestare per commenti sgraditi (ne sa qualcosa De Bortoli per gli editoriali di Sartori sul conflitto d’interessi, e persino per le vignette di Giannelli). Segue a pagina 5 dc ROTTAMARE A METÀ di Stefano Feltri R ottamare è la cosa che gli riesce meglio: Matteo Renzi lo aveva promesso e lo ha fatto, via tutti i vertici delle gran- di aziende controllate dallo Sta- to. Tutti tranne Gianni De Gen- naro a Finmeccanica (anche nel renzismo esistono gli intoccabi- li, soprattutto se cari al Quirina- le). Due mesi fa non era affatto scontato che fosse possibile ri- muovere campioni della conti- nuità come Paolo Scaroni dal- l’Eni, Fulvio Conti dall’Enel e Massimo Sarmi dalle Poste. C’è voluta l’energia del premier per cambiare tutto. Ma il cambia- mento, come spesso accade con Renzi, è fenomenale nell’esteti- ca e più discutibile nella sostan- za. Ci sono le donne, finalmente. Ma per avere un po’ di quote ro- sa ai vertici il governo ha dovuto recuperare due personaggi co- me Emma Marcegaglia e Luisa Todini, più note per il loro im- pegno politico (Confindustria una, Forza Italia l’altra) che per competenze specifiche su ener- gia e poste. Il gruppo Marcega- glia ha pagato tangenti proprio all’Eni, così come Scaroni aveva pagato tangenti all’Enel prima di diventarne amministratore delegato nel lontano 2002. An- che questa è continuità. E Mauro Moretti, sostenuto dalla parte non renziana del Pd, è una scelta singolare per Fin- meccanica: dopo una carriera nelle Ferrovie, guidate con il pi- glio deciso del monopolista, il manager arriva in un’azienda che sta vendendo il settore tra- sporti per concentrarsi su quel- lo degli armamenti. E che senso ha promuovere Moretti che ha contestato il tetto agli stipendi dei manager pubblici e far pro- porre al Tesoro in assemblea di introdurli anche per le società quotate? I nomi per i cda sono scelti con grande cura, di quasi tutti è facile ricostruire la casac- ca politica e il grado di fedeltà renziana, tra amici e finanziato- ri, più oscuri i meriti di curri- culum. Il primo giudizio sulla rottamazione manageriale e sul nuovo volto del capitalismo pubblico renziano lo darà la Borsa oggi. Per vedere manager scelti soltanto sulla base delle competenze, magari sul merca- to internazionale, dovremo aspettare altri tre anni. Forse. Le scelte di Renzi: per la prima volta 4 donne nominate alla presidenza delle aziende di Stato. Dopo 9 anni Scaroni lascia Eni, arriva Descalzi con l’ex capo degli industriali Ma a Finmeccanica atterra l’ex n. 1 di Ferrovie criticato dal premier per il maxistipendio Nei Cda ecco gli amici del segretario Pd Re d d i t i dei parlamentari: 25 grillini con zero euro, la Lada sovietica di Brunet- ta e le vacche magre di B. Che dichiara solo 4,5 milioni. Pove re t to , come farà? MORETTI E MARCEGAGLIA IL VECCHIO ROVINA IL NUOVO Palermo, si ammalano im- provvisamente tutti gli avvoca- ti di Dell'Utri. Dovrebbero smetterla di baciarsi tra di loro » www.spinoza.it LA CATTIVERIA Alla vigilia della decisione sull’affidamento ai servizi sociali e nel mezzo del caso Dell’Utri, il Caimano mostra i muscoli. Legge elettorale sempre più a rischio, la campagna delle Europee accentua i contrasti. E torna l’ipotesi del voto anticipato d’Esposito e Marra » pag. 5 MANAGER ROSA Todini alle Poste, Bastioli a Terna, Grieco all’Enel: Matteo la spunta » VUOTI DI MEMORIA » Usa lo scrittore scampato alla Shoah contro Colle e governo Primo Levi, se questo è Grillo U di Tomaso Montanari FRAU MERKEL E L’ITALIA CHE VA A SCROCCO Cannavò, Meletti e Tecce » pag. 2 - 3 - 4 »IL VERTICE» Nel faccia a faccia con il presidente del Consiglio riappare Gianni Letta Il pregiudicato a Palazzo Chigi Senza B. non si può fare nulla » pag. 18 dc QUEL POST È UN AUTOGOL di Antonio Padellaro M entre stando ai sondaggi il M5S cresce nei con- sensi, unica opposizione in Parlamento e nel paese, Beppe Grillo mette in Rete un post di pessimo gusto nei confronti della memoria della Shoah che la comunità ebraica ha giudi- cato una “infame provocazio- ne”. Non è il primo autogol dell’ex comico, era già succes- so con il demenziale video contro la Boldrini che scatenò i peggiori istinti del web. Fu ritirato, ci furono delle scuse che questa volta non ci saran- no perché evidentemente l’au- tore intende difendere sia la riscrittura di Primo Levi sia l’indifendibile taroccamento della foto del cancello di Au- schwitz. Per i tanti nemici del Movimento, un vero invito a nozze: “Fascisti” e “nazisti” sono gli epiteti più teneri sca- gliati contro i grillini. Forse però il commento più sincero è di quegli esponenti pd con- vinti che le malefatte di Grillo “saranno punite nelle urne”. Del resto, siamo in piena cam- pagna elettorale per le Euro- pee e la propaganda si nutre avidamente degli errori degli avversari. Resta il mistero di tanto autolesionismo. Nel giorno in cui Renzi mostra il fianco con alcune nomine molto discutibili al vertice de- gli enti e piegandosi a un nuo- vo incontro con il pregiudi- cato Berlusconi, il leader del- l’opposizione sbaglia tutto. Assurdo. La parola “P2” sull’insegna di Auschwitz e la rilettura del romanzo sulla prigionia per l’ultimo affondo anti-sistema. La comunità ebraica: “Un’oscenità”. L’ex comico: “Un modo per onorare il grande autore” De Carolis » pag. 7 » pag. 3 Mauro Moretti Emma Marcegaglia Claudio Descalzi y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!z!&!#!\

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Martedì 15 aprile 2 01 4 – Anno 6 – n° 104 € 1,30 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Una lingua per tutte le stagioni

di Marco Travaglio

Fra i titoloni dei paginoni dedicati dai giornalonialla notizia sconvolgente del passaggio di Paolo

Bonaiuti da Forza Italia al Ncd, il migliore è sen-z’altro quello della S ta m p a : “Berlusconi non ricuce.E Bonaiuti diventa lo stratega di Alfano”. La qualcosa conferma alle masse di fans alfaniani “che ilvento comincia a girare dalla parte giusta”. Le sediNcd in tutt’Italia sono state prontamente transen-nate 24 ore su 24 per arginare l’incessante afflusso dinuovi adepti, al seguito dell’ex ventriloquo berlu-sconiano, noto trascinatore di folle. Nato a Firenzenel 1940, giornalista del Giorno poi del M e ss a g g e ro

fino ai gradi di vicedirettore, Paolino Bonaiuti eramolto di sinistra. Ancora nel gennaio '94, quandoEmilio Fede chiese le dimissioni di Montanelli dalGiornale perché non obbediva al suo (di Fede) pa-drone, Bonaiuti tuonò sul M e ss a g g e ro in un edi-toriale dal titolo sarcastico “Va in onda la liberal-democrazia”: “Dal pulpito di Rete4 è stata impartitaieri sera una lezione di intolleranza. Proprio mentreinfuria la polemica su quanto sia favorito rispetto aiconcorrenti un candidato alle elezioni che possiedetre reti televisive, l’invito di Emilio Fede a cacciareIndro Montanelli perché troppo autonomo è il pri-mo esempio pratico del livello di ‘indipendenza’chepotrebbe crearsi all’interno dell’impero di Berlusco-ni. Questo episodio moltiplica l’inquietudine, per-ché lascia capire quanto potrebbe essere forzata-mente massiccio e compatto il sostegno al Cavalieredegli organi di informazione del gruppo. Guai a chisi azzardasse a uscire, anche per un attimo, dal coro.La durezza dell’intervento, preannunciato proprioperché avesse maggiore risonanza, mostra lontanetentazioni da Minculpop e lascia sbigottiti... Restada vedere se Berlusconi presterà orecchio a questiconsigli. Speriamo che non lo faccia e si mostri deltutto estraneo all’iniziativa. Anche perché condivi-derla sarebbe mossa improvvida per chi si presentacome un campione della liberaldemocrazia”. Pochigiorni dopo B. mise alla porta Montanelli e due annidopo Bonaiuti divenne il suo portavoce (e il suo sot-tosegretario a Palazzo Chigi). Per 18 anni, con la suacalotta color polenta da Mastro Ciliegia e la sua boc-cuccia a cul di gallina, è stato la sua ombra, semprealle sue spalle a fare la faccina estasiata a ogni suacazzata, a muovere la testa su e giù, a sottolineareanche con gesti manuali le meraviglie che uscivanoda quella boccuccia, sempre pronto a giustificare legaffe del capo, o a smentire e minimizzare quelleproprio indifendibili. Quando il padrone finiva alSan Raffaele, lui era la caposala e gli cambiava il pap-pagallo. La domenica, mentre il capo era fuori per iputtantour, riceveva i tg per rassicurare gl’italianiche tutto andava a meraviglia (il suo interventochiudeva regolarmente l’album delle figurine nei“panini” di regime). Poi fu addirittura promosso acomparsa da talk-show, scudo umano pronto a di-fendere e a rivendicare tutto l’indifendibile. “Le leggiad personam nascono dai processi ad personamcontro B”, era uno dei re f ra i n . E se la Consulta lebocciava era perché “è dominata dalla sinistra: 11 a4!”. Dati inventati, numeri a caso, statistiche e son-daggi di pura fantasia, come quando sparò che “ilpresidente Berlusconi ha un gradimento attorno al70%” (14 maggio 2002). Infatti B. l’aveva appenamesso a capo della “task force del governo contro gliaumenti dei prezzi” dopo l’arrivo dell’euro. “Il Pre-sidente Berlusconi non è intervenuto, non sta in-tervenendo e non interverrà nella vicenda Rai”, giu-rava Polentina mentre B. occupava militarmenteViale Mazzini e ne cacciava Biagi, Santoro e Lut-tazzi. “È una bolla di sapone, finirà nel nulla”, sal-modiava a ogni sexy-scandalo del Cavaliere di Har-dcore. E le tre strappone fotografate da Oggi sulleginocchia dell’anziano latrin lover a Villa Certosa?“Delegate della federazione giovanile Pdl a una riu-nione politica alla presenza dei fidanzati”. A volte,credendosi il capo del Minculpop, chiamava i gior-nali per bloccare notizie vere (tipo quando Scajoladisse che Marco Biagi appena ucciso dalle Br era “unrompicoglioni”) o protestare per commenti sgraditi(ne sa qualcosa De Bortoli per gli editoriali di Sartorisul conflitto d’interessi, e persino per le vignette diGiannelli).

Segue a pagina 5

dc

ROT TA M A R EA METÀdi Stefano Feltri

Rottamare è la cosa che gliriesce meglio: Matteo

Renzi lo aveva promesso e lo hafatto, via tutti i vertici delle gran-di aziende controllate dallo Sta-to. Tutti tranne Gianni De Gen-naro a Finmeccanica (anche nelrenzismo esistono gli intoccabi-li, soprattutto se cari al Quirina-le). Due mesi fa non era affattoscontato che fosse possibile ri-muovere campioni della conti-nuità come Paolo Scaroni dal-l’Eni, Fulvio Conti dall’Enel eMassimo Sarmi dalle Poste. C’èvoluta l’energia del premier percambiare tutto. Ma il cambia-mento, come spesso accade conRenzi, è fenomenale nell’esteti -ca e più discutibile nella sostan-za. Ci sono le donne, finalmente.Ma per avere un po’ di quote ro-sa ai vertici il governo ha dovutorecuperare due personaggi co-me Emma Marcegaglia e LuisaTodini, più note per il loro im-pegno politico (Confindustriauna, Forza Italia l’altra) che percompetenze specifiche su ener-gia e poste. Il gruppo Marcega-glia ha pagato tangenti proprioall’Eni, così come Scaroni avevapagato tangenti all’Enel primadi diventarne amministratoredelegato nel lontano 2002. An-che questa è continuità.E Mauro Moretti, sostenutodalla parte non renziana del Pd,è una scelta singolare per Fin-meccanica: dopo una carrieranelle Ferrovie, guidate con il pi-glio deciso del monopolista, ilmanager arriva in un’aziendache sta vendendo il settore tra-sporti per concentrarsi su quel-lo degli armamenti. E che sensoha promuovere Moretti che hacontestato il tetto agli stipendidei manager pubblici e far pro-porre al Tesoro in assemblea diintrodurli anche per le societàquotate? I nomi per i cda sonoscelti con grande cura, di quasitutti è facile ricostruire la casac-ca politica e il grado di fedeltàrenziana, tra amici e finanziato-ri, più oscuri i meriti di curri-culum. Il primo giudizio sullarottamazione manageriale e sulnuovo volto del capitalismopubblico renziano lo darà laBorsa oggi. Per vedere managerscelti soltanto sulla base dellecompetenze, magari sul merca-to internazionale, dovremoaspettare altri tre anni. Forse.

Le scelte di Renzi: per la prima volta 4 donne nominate alla presidenza delle aziende

di Stato. Dopo 9 anni Scaroni lascia Eni, arriva Descalzi con l’ex capo degli industriali

Ma a Finmeccanica atterra l’ex n. 1 di Ferrovie criticato dal premier per il maxistipendio

Nei Cda ecco gli amici del segretario Pd

Re d d i t i dei parlamentari: 25 grillini con zero euro, la Lada sovietica di Brunet-ta e le vacche magre di B. Che dichiara solo 4,5 milioni. Pove re t to, come farà?

MORETTI E MARCEGAGLIA

IL VECCHIO ROVINA IL NUOVO

Palermo, si ammalano im-provvisamente tutti gli avvoca-ti di Dell'Utri. Dovrebberosmetterla di baciarsi tra di loro

» w w w. s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

Alla vigilia della decisione sull’affidamento ai servizisociali e nel mezzo del caso Dell’Utri, il Caimanomostra i muscoli. Legge elettorale sempre più a rischio,la campagna delle Europee accentua i contrasti. E tornal’ipotesi del voto anticipato d’Esposito e Marra » pag. 5

MANAGER ROSA

Todini alle Poste,

Bastioli a Terna,

Grieco all’Enel:

Matteo la spunta

» VUOTI DI MEMORIA » Usa lo scrittore scampato alla Shoah contro Colle e governo

Primo Levi, se questo è Grillo

U di Tomaso Montanari

FRAU MERKEL

E L’ITALIA CHE

VA A SCROCCO

Cannavò, Meletti e Tecce » pag. 2 - 3 - 4

»IL VERTICE» Nel faccia a faccia con il presidente del Consiglio riappare Gianni Letta

Il pregiudicato a Palazzo Chigi

Senza B. non si può fare nulla

» pag. 18

dc

QUEL POSTÈ UN AUTOGOL

di Antonio Padellaro

Mentre stando ai sondaggiil M5S cresce nei con-

sensi, unica opposizione inParlamento e nel paese, BeppeGrillo mette in Rete un post dipessimo gusto nei confrontidella memoria della Shoah chela comunità ebraica ha giudi-cato una “infame provocazio-ne”. Non è il primo autogoldell’ex comico, era già succes-so con il demenziale videocontro la Boldrini che scatenòi peggiori istinti del web. Furitirato, ci furono delle scuseche questa volta non ci saran-no perché evidentemente l’au-tore intende difendere sia la

riscrittura di Primo Levi sial’indifendibile taroccamentodella foto del cancello di Au-schwitz. Per i tanti nemici delMovimento, un vero invito anozze: “Fascisti” e “nazisti”sono gli epiteti più teneri sca-gliati contro i grillini. Forseperò il commento più sinceroè di quegli esponenti pd con-vinti che le malefatte di Grillo“saranno punite nelle urne”.Del resto, siamo in piena cam-pagna elettorale per le Euro-pee e la propaganda si nutreavidamente degli errori degliavversari. Resta il mistero ditanto autolesionismo. Nelgiorno in cui Renzi mostra ilfianco con alcune nominemolto discutibili al vertice de-gli enti e piegandosi a un nuo-vo incontro con il pregiudi-cato Berlusconi, il leader del-l’opposizione sbaglia tutto.Assurdo.

La parola “P2” sull’insegna di Auschwitze la rilettura del romanzo sulla prigioniaper l’ultimo affondo anti-sistema. Lacomunità ebraica: “Un’o s ce n i t à ”. L’excomico: “Un modo per onorare il grandea u to re ” De Carolis » pag. 7

» pag. 3Mauro

M o re t t i

Emma

M a rc egag l i a

Claudio

Descalzi

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2 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

dicazione di Patrizia Grieco(ex Olivetti). Massimo Sarminon s'aspettava di chiuderecosì, dopo dodici anni il re-gno in Poste, non dopo aversostenuto Alitalia: sperava di

fare almeno il presidente. In-vece l'accompagnano all'usci-ta per accogliere il lettianoFrancesco Caio (ad) e la ber-lusconiana Luisa Todini (pre -sidente). Proprio la Todini,ex parlamentare europeo diForza Italia, consigliere inRai, dice che dovrà meditaresulle dimissioni da viale Maz-zini.Nessuno ha mai discusso laseggiola di Gianni De Genna-ro in Finmeccanica, protetto

di Carlo Tecce

Il gran circo per le no-mine – avventori, me-diatori, facilitatori –s'è intrufolato nell'a-

genda di Palazzo Chigi ancorprima che Matteo Renziscippasse l'appartamentopresidenziale a Enrico Letta.Chi voleva il cambiamento,cioè mandare in pensione iboiardi con oltre tre mandatie introdurre una nuova (echissà se migliore) squadradi comando, sperava che ar-rivasse subito Matteo Renzi.Questo raccontavano le in-discrezioni, rafforzate dallafamosa lettera del Tesorospedita come avviso ai navi-ganti appena un mese fa: in-candidabile chi è condanna-to o imputato per corruzio-ne.

LE DECISIONI di PalazzoChigi – che ha stilato le listeper i Cda di tre multinazio-nali quotate più l'arrembantePoste che andrà in Borsa oltreche in aeroporto con Alitalia– confermano il rinnova-mento quantomeno anagra-fico e fisiognomico. Il giova-ne di Firenze ha scrostato ilvecchio. Ha rimosso l'inossi-dabile Paolo Scaroni (Eni),mentre il presidente G i u s e p-pe Recchi già ha riparato inTelecom. E pure Fulvio Conti(Enel) e Massimo Sarmi (Po -ste) sono andati via: duranteil passaggio fra le porte scor-revoli e le riunioni fra i sot-tosegretari Graziano Del-rio-Luca Lotti e il ministroPier Carlo Padoan, né anzia-no e né usurato, s'è perso pu-re Alessandro Pansa (Fin -meccanica), in carica da poco

Nomine: addio Contie Scaroni, cambianotutti i top managerIL PREMIER SOSTITUISCE I VERTICI DELLE CONTROLLATEDALLO STATO MA RECUPERA MARCEGAGLIA E MORETTI

ROT TA M A Z I ON E

Za g re b e l s ky :“Gli 80 euro sonosolo una pezza”

PRESIDENTEEMMA MARCEGAGLIAIl futuro nuovo presidente dell’Eni è daquasi vent’anni che si occupa di rap-presentanza: nel 1996 è stata presi-dente dei giovani della Confindustria,associazione che poi ha guidato dal2008 al 2012, oscillando da un ap-poggio entusiastico al governo Berlu-sconi a una opposizione dura nell’u l-tima fase del mandato. Finita quell’e-sperienza è passata a guidare la Con-findustria europea, BusinessEurope.Suo fratello, Ad dell’azienda di fami-glia, ha patteggiato una condanna peraver pagato una mazzetta a un’a z i e n-da del gruppo Eni. Cioè proprio dellasocietà che ora la Marcegaglia andrà ag u i d a re .

AMMINISTRATORE DELEGATOCLAUDIO DESCALZIÈ il nome della continuità: il nuovo ammi-nistratore delegato dell’Eni finora era di-rettore generale a capo della divisione piùimportante del gruppo, Exploration&Pro-duction, quella che si occupa di trovarenuovi giacimenti e di sfruttarli. Proprionel campo della produzione l’azienda haperò fallito quello che era l’obiettivo diinizio mandato di Paolo Scaroni nel 2005:raggiungere i 2 milioni di barili al giornoprodotti, quota che avrebbe permesso algruppo di restare tra i grandi (oggi siamoattorno a 1,6). Descalzi è in Eni da sem-pre, esperto delle delicate operazioni inAfrica (ha anche spostato una congole-se), ha 59 anni e fin dall’inizio è stato ilfavorito per la successione a Scaroni.

PRESIDENTEPATRIZIA GRIECOIl suo nome girava da alcuni giornicome una delle donne sicure dellanomina. La Grieco arriva all’Enel conuna competenza maturata in campimolto diversi, soprattutto nell’i n fo r-matica e nelle telecomunicazioni,non è certo un’esperta di energia.Dallo scorso anno è presidente ese-cutivo della Olivetti, di cui è stataanche Ad, in passato ha ricopertoincarichi di vertice anche in Italtel eSiemens. È nel consiglio di ammini-strazione di Fiat Industrial, la partedel Lingotto che produce macchineagricole e veicoli commerciali.Milanese, 61 anni, è laureata in Leg-ge .

AMMINISTRATORE DELEGATOFRANCESCO STARACECome all’Eni, anche all’Enel prevale lasoluzione interna: via Fulvio Conti, pro-mosso l’amministratore delegato di unadelle controllate che in questi anni so-no andate meglio, Enel Green Power(che si è anche quotata in Borsa nel2010), che si occupa del ramo rinno-vabili del gruppo. Classe 1955, è un in-gegnere nucleare con molte esperienzeall’estero, anche in General Electric. Èin Enel dal 2000 e Enel Green Power èpraticamente una sua creatura. La suanomina è di continuità, è sempre statoil favorito. Anche se le sfide che dovràaffrontare saranno soprattutto dal latodella finanza: ridurre il debito che è laprincipale zavorra dell’azienda.

più di un anno. Quando Ren-zi ha ordinato di ripulire lescrivanie impolverate daepoche di potere – Scaroni eSarmi su tutti – s'è dovutopreoccupare di riempire lepoltrone, operazione non fa-cile, e soprattutto zeppa dicontaminazioni esterne.Al ministero di via XX Set-tembre hanno sfruttato leconsultazioni – fra raccolta dicurricula e pesca a strascico –di una coppia di società dicacciatori di teste. La conser-vatrice Spencer e Stuart spin-geva ancora per l'intramon-tabile epopea di Scaroni eConti e la rinnovatrice Korne Ferry proponeva l’avventodi ambiziosi dirigenti impe-gnati in categorie minori. Perfare una sintesi sui pareri dia-metralmente opposti, al Te-soro hanno compulsato pureuna terza società. Ma le sceltesono di Renzi seppur nonsembrino la totale applica-zione del verbo renziano. Ilpremier c'ha messo la facciasu Eni e, nonostante le resi-stenze, Scaroni non ce l'hafatta (ieri commiato ufficialeal Quirinale, subito dopo lavisita di Renzi). Ma la pro-mozione di Claudio Descalzi,

fidato collaborato dell'ammi-nistratore delegato uscente, èin perfetta continuità. Renziha sottoposto Descalzi a uncolloquio determinante du-rante l'incontro a Londra congli imprenditori italiani: dauna settimana abbondante,anche se non rassegnato, Sca-roni era fuori. Anche Leonar -do Maugeri, molto apprezza-to in ambienti americanimentre va ricordato l'eccel-lente rapporto di Scaroni coni russi, s'è confrontato duevolte con Renzi, ma l'effettorosa ha vanificato qualsiasiipotesi di presidenza. Con lachiamata di Emma Marcega-glia (Eni), ex presidente diConfindustria, il premier s'ècoperto il lato imprenditoria-le, un lato molto sensibile,che spesso lo punzecchia e fufatale per Enrico Letta. Quel-la di Francesco Starace (Enel)è la carta che non s'è consun-ta col totonomine, perchéRenzi non poteva correre ilrischio di stravolgere l'assettoormai consolidato di aziendedal fatturato miliardario e dalprofilo internazionale comeEnel e Eni.I cacciatori di teste hannocontribuito per Enel con l'in-

ENI

LE NOVITÀ

Via chi ha superato

i tre mandati, soluzioni

interne per Eni ed Enel,

presidenze al femminile

e stipendio con tetto

a 238 mila euro

Paolo Scaroni, 67 anni, guidava

l’Eni dal 2005 Ansa

Flavio Cattaneo, 51 anni, dopo la

Rai nel 2005 è passato a Terna Ansa

ENEL

Fulvio Conti, 67 anni, era l’Ad

dell’Enel dal 2005 Ansa

Massimo Sarmi, era alla testa

delle Poste da 12 anni Ansa

dal Colle, un uomo che non èmai stato in discussione, maiappiedato. Dopo la minacciadi dimissioni (e fuga all’este -ro) per il taglio di stipendio,Mauro Moretti (ex Ferrovie)– area democratica, però da-lemiana – ha ottenuto per-sino un premio in denaro: inFinmeccanica non dovràquestionare sugli introiti. Aproposito di tetti removibili oretrattili, Palazzo Chigi haproposto lo stipendio massi-

mo di 238.000 euro – lo stessodi Giorgio Napolitano – an -che per i presidenti (non pergli amministratori delegati)delle società quotate in Borsa.Moretti può star sereno, nondeve sopportare il peso di untetto. Oltre a Ferrovie e Terna– il presidente sarà Catia Ba-st i o l i di Novamont, chimica– Renzi deve completare laproduzione di potere e co-mando. Poi il gran circo saràlibero di arrotolare le tende.

GLI ESCLUSI

OTTANTA EURO di sgravio Irpef nonsono una cosa da disprezzare, ma so-no delle pezze, fatte per mantenerel’ordine nello status quo. Chiamarepolitica il rattoppo è un altro segnodel degrado attuale”. Lo ha affermatoGustavo Zagrebelsky, intervenutoquesta sera a un appuntamento elet-

torale della lista Tsipras a Torino,commentando una delle misure an-nunciate dal premier Matteo Renzi.“Questa legge elettorale è nata perfar fuori le forze piccole, o obbligarlead apparentarsi con quelle maggiori,portando loro acqua in cambio di nul-la”, ha spiegato il presidente emerito

della Consulta. “La democrazia - haaggiunto - non è alimentata dai nu-meri ma dalle idee, pensare solo intermini di numeri è una concezionebrutale”. E sui modi del presidentedel Consiglio: “Renzi è un signoremolto energetico, ma non è tanto unaquestione di uomini piuttosto di isti-

tuzioni. Oggi Renzi non fa pensare altiranno, ma domani e dopodomani?Le istituzioni sono cose che devonovalere per generazioni e quindi biso-gna essere molto cauti. Non credoche i pericoli per la democrazia ven-gano da Renzi, ma non sappiamo co-sa ci può riservare il futuro”.

Matteo Renzi La Pre ss e

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3il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

di Salvatore Cannavò

Il commento più entu-siasta proviene dallelabbra di Graziano Del-rio, sottosegretario a

Palazzo Chigi che ha gestito lapartita delle nomine: “È moltoimportante che si sia scelto dichiamare al servizio delle piùgrandi aziende del Paese - hadetto in serata nel corso di Por ta

a Porta - uomini e donne chehanno dimostrato di esseremanager capaci”. Ma è sulledonne che il governo punta perfar scattare la campagna sim-patia già realizzata con le listePd per le elezioni europee: “Lanomina di tre donne come pre-sidenti è un fatto che segna unarivoluzione culturale”, ha sot-tolineato l’ex sindaco di ReggioEmilia

L’I N S I ST E N Z A sulle donne co-stituisce la carta mediatica cheRenzi giocherà senza esitazio-ne. Quattro donne ai verticidelle aziende di Stato non sierano mai viste e, nel linguag-gio politico del presidente delConsiglio, l’immagine ha laprevalenza su tutto il resto. Perconseguire questo risultato, ilpremier non ha esitato a distri-buire gettoni di presenza a tuttele fazioni dell’establishmentitaliano, politico e imprendito-riale.Le quattro donne non sfuggonoa questo criterio. Emma Marce-ga g l i a , con la presidenza dell’E-ni ritorna in auge dopo la pa-rentesi confindustriale in cuialternò una prima fase in sin-tonia con il governo Berlusconiper poi mettersi alla testa del-l’operazione Monti. La sua per-manenza sulla scena pubblicadura da così tanto tempo che

I CRITERI DI RENZI DONNE

AL COMANDO E TANTO CENCELLILE AZIENDE DI STATO SI TINGONO DI ROSA. DELRIO: È UNA RIVOLUZIONECULTURALE. MA L’OPERAZIONE NASCONDE LA CLASSICA LOTTIZZAZIONE

ROT TA M A Z I ON E

PRESIDENTEGIANNI DE GENNAROL’ex capo della Polizia ed ex respon-sabile dei servizi segreti (di cui si è oc-cupato anche come sottosegretarionel governo Monti), resta alla guida diFinmeccanica. Sessantasei anni, è ar-rivato alla testa del gruppo nel luglio2013, dopo che l’azienda della difesaera stata decapitata dalle inchiestegiudiziarie su fondi neri e tangenti(con l’arresto di Giuseppe Orsi). DeGennaro non è mai stato uno dei ma-nager preferiti di Renzi, che lo avrebbevolentieri sostituito. A decidere la ri-conferma sono stati i buoni rapporticon gli americani – che De Gennarocoltiva dai tempi della polizia – e l’ap-poggio del Quirinale.

AMMINISTRATORE DELEGATOMAURO MORETTIAppena un anno fa era stato confer-mato per un nuovo triennio alla guidadelle Ferrovie dello Stato, l’azienda incui ha lavorato tutta la carriera (fa-cendo per un breve periodo anche ilsindacalista). Oggi Mauro Moretti siprepara a traslocare alla Finmeccani-ca, azienda che si sta concentrandosempre più sul ramo armamenti men-tre ha avviato la dismissioni di alcunipezzi importanti del civile, tra cui itrasporti. Nelle scorse settimane Mo-retti ha contestato i tetti agli stipendidei manager pubblici, sarà interessan-te capire se ora è più bendisposto a ri-spettarli. È sotto processo per la stra-ge alla stazione di Viareggio nel 2009.

PRESIDENTELUISA TODINIDopo una prematura esperienza al Parla-mento europeo con Forza Italia, era il1994 e aveva 28 anni, Luisa Todini, prove-niente da una famiglia di costruttori hacontinuato l’attività imprenditoriale. Oltrealle quote nelle aziende di famiglia, nel2010 (e per 2 anni) è stata presidentedella Federazione industria europea dellecostruzioni e poi vicepresidente dell’Isti -tuto per la Promozione Industriale e con-sigliere d’amministrazione dell’U n i ve rs i t àLuiss. Il 5 luglio 2012 è stata nominataconsigliere d’amministrazione Rai in quo-ta Pdl, ma in viale Mazzini s’è comportatada indipendente coltivando buoni rappor-ti coi vertici aziendali. Il Pdl voleva candi-darla alla presidenza della Regione Lazio.

AMMINISTRATORE DELEGATOFRANCESCO CAIOCaio è un esperto di telecomunicazio-ni, è stato tra i pionieri della telefoniamobile in Italia con Omnitel, poi haguidato la Olivetti, la Merloni e la Ca-ble & Wireless, una azienda inglese.Al momento è amministratore dele-gato di Avio, controllata di GeneralElectric. Negli ultimi anni si è occupa-to molto di come promuovere la ban-da larga in Italia ed è stato commis-sario per l’Agenda digitale, nominatodal governo Letta. La sua nuova caricaha quindi una coerenza con il curricu-lum: le Poste sono uno snodo impor-tante per accelerare il passaggio dellaburocrazia pubblica e privata al digi-tale.

Abi: nuove tasse?Faremo meno creditoDelrio: no ai ricatti

LE BANCHE NON L’HANNO p re s abene. La scelta del governo di cercarecoperture per il taglio delle tasse in bu-sta paga tassando i gruppi del credito(un miliardo ottenuto alzando il pre-lievo fiscale sulla rivalutazione dellequote di Bankitalia da loro detenute)viene contestata dall’Abi, l’associazio -

ne di categoria. Il direttore generaleGiovanni Sabatini, ieri in audizione inParlamento, ha contestato la misuraperché aumenta la percezione di unfisco “incerto e ondivago” che quindi“scoraggia gli investimenti esteri pro-prio in un momento in cui le banchevedono un ritorno di interesse nei loro

co n f ro n t i ”. Con una considerazioneardita che assomiglia a una promessadi ritorsione, Sabatini ha spiegato chel’incremento delle tasse sulla rivaluta-zione delle quote di Bankitalia “sot -trarrebbe un miliardo di liquidità allebanche destinato a fare prestiti a fa-miglie e imprese”. Esattamente come

un ricatto l’ha inteso il sottosegretarioalla presidenza del Consiglio GrazianoDelrio: “Noi non ci stiamo, è un ricattoche non accettiamo”, ha scandito aPorta a Porta. “Le banche - è l’attacco -hanno ricevuto mille miliardi dalla Bcee non hanno trasferito alle famigliequasi nulla di quei soldi”.

non sfigura al confronto deigrandi burocrati della politica.Un discorso analogo può valereper Luisa Todini, espressioneberlusconiana nel Consiglio diamministrazione della Rai, giàpapabile per la presidenza dellaRegione Lazio (il Cavaliere poioptò per Renata Polverini) e

approdata ora alla guida dellePoste (ma dichiara che ancoradeve decidere se lasciare la Rai).Assidua frequentatrice dei sa-lotti tv, bella presenza, viene dauna famiglia di costruttori, hatutte le qualità per una buonacandidatura di immagine.Più di sostanza le altre due.

Una, Patrizia Grieco presiederàl’Enel dopo aver amministratol’Olivetti. Presente in moltiboard di società e istituzioni be-nefiche, come Save the Chil-dren, ha anche diretto Fiat In-dustrial fino alla fusione conCnh Industrial. Carla Bastioli,invece, è in procinto di assume-

re la presidenza di Terna (la no-mina spetta formalmente allaCassa Depositi e Prestiti). È sta-ta l’amministratore delegato diNovamont, azienda novareseleader nella produzione di chi-mica e plastica “verde” che haportato a traguardi rilevanti.Dopo l’immagine femminile,però, il gioco delle compensa-zioni tra nomine di qualità,spesso tecniche, e classico ma-nuale Cencelli prosegue nellacomposizione dei Consigli di

amministrazione. All’Enel, adesempio, nel cda troviamo Al -berto Bianchi, il presidente del-la fondazione Big Bang, cioè lacassaforte del movimento ren-ziano. Se questo è il criterio, al-lora, non stupisce la presenza,nel Cda Eni, di Fabrizio Pagani,economista ex Ocs capo della

segreteria tecnica del ministroPadoan, amico di Enrico Lettacon cui è stato a scuola. La no-mina viene compensata dallapresenza del professor LuigiZ i n ga l e s , economista di Chic-go ospite della prima Leopoldarenziana e negli ultimi annibattagliero consigliere indipe-dente di Telecom Italia. Se ladovrà vedere con un altro no-me di lungo corso, S a l va to reMancuso, già presidente delBanco di Sicilia poi assorbito in

Unicredit e oggi capo del fondoEquinox, protagonista dellegrandi vicende finanziarie re-centi.

ANCORA PIÙ netta la spartizio-ne in Finmeccanica dove l’im -marcescibile Gianni De Genna-ro conserva la presidenza, paresu esplicita richiesta del Quiri-nale, arriva l’ex Cgil Mauro Mo-re t t i . Doveva ridursi lo stipen-dio, probabilmente lo raddop-pierà. Nel Cda entra ancheMarta Dassù, già vicemnistrodegli Esteri nei governi Monti eLetta, molto competente in po-litica estera, donna dell’Aspen edella Trilateral ma anche benvista da Massimo D’Alema dicui è stata consigliere a palazzoChigi. In Finmeccanica ci sa-ranno poi due tecnici comeGuido Alpa e Alessandro De Ni-co l a (economista liberista, edi-torialista di Re p u b b l i ca ma an-che avvocato d’affari con lo stu-dio Orrick). Ma c’è anche Fa -brizio Landi, amico di Renzi eamministratore delegato diEsaote, azienda fiorentina cheproduce apparecchi elettrome-dicali, primo finanziatore delleprimarie (10 mila euro) dell’exsindaco di Firenze.Nel solco delle antiche tradizio-ni, le Poste si confermano luogoprivilegiato della lottizzazione.Una berlusconiana alla presi-denza, un renziano già lettianocome amministratore delegato,l’ex portavoce di Pier Ferdinan-do Casini, Roberto Rao, nel cda,insieme all’ex Mediaset, poiLa7, Antonio Campo dall’Or to,a suo tempo un enfant prodige

della televisione. Talmenteprodigio che la sua carriera loha portato a dirigere le Poste.

POSTI A TAVOLA

Dal presidente della

Fondazione Big Bang al

finanziatore del premier,

dal professor Zingales

agli uomini di D’Alema,

Letta e Berlusconi (molti)

La gente sfila in strada perché non ha una

casa, e magari nemmeno un lavoro. Poi tra

blu-block e poliziotti “cretini” finisce parecchio

male: ma Renzi non fiata, sta a Torino per lan-

ciare le Regionali del Pd, Roma coi suoi scontri

di piazza non lo riguarda. Neanche un tweet,

manco il giorno dopo: perché, quando la notizia

è bigia, Renzi la evita con cura. Dell’Utri latita e

l’Italia fa la solita figuraccia internazionale? Si-

lenzio totale del premier - con appoggio molto

esterno. Cade la legge 40, e gli spiriti cattolici si

agitano? Renzi l’innovatore tace. Si celebrano i

cinque anni del disastro a L’Aquila? Lui non c’è,

non dice e non promette. Insomma, il trucco è

semplice: o l’agenda in discussione è la sua, o

tutto diventa strategico silenzio.

AGENDA TATTICA

Se la notizia è bigiail rottamatore tace

Tw i t te r @ c h i a ra p a o l i n

F I N M ECC A N I C A P O ST E

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4 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

Bpm crolla dopola bocciaturadella riforma

TRACOLLO ANNUNCIATO per la Bancapopolare di Milano: ieri è stato il peggiortitolo di Piazza Affari perdendo l’8,52 percento. E la Consob, l’autorità che vigila sul-la Borsa, ha deciso di vietare le vendite alloscoperto ieri e anche oggi, per scoraggiarela speculazione al ribasso. Lo scetticismodegli investitori era atteso, visto che sa-

bato l’assemblea dei soci ha bocciato consoli 124 voti di scarto la riforma della go-vernance proposta dal presidente PieroGiarda che voleva recepire le indicazionidella Banca d’Italia e ridurre un po’ le pre-rogative di banca popolare della Bpm (incui tutti i soci contano uguale a prescin-dere da quanto capitale hanno investito).

-8,52%A PIAZZA

A F FA R I

INVESTITORIIN FUGASabato i soci hannorespinto le regoledi gestione propostedal presidente

ROT TA M A Z I ON E

di Giorgio Meletti

Come rinnovamentonon c’è male. La no-mina di Emma Mar-cegaglia alla presiden-

za dell’Eni conferma e rafforzauno dei dogmi della SecondaRepubblica: la regola dei sei an-ni. Ecco come funziona. Il 22febbraio 1996 Paolo Scaroni, al-lora vicepresidente del gruppoprivato Techint, patteggiò alTribunale di Milano la pena diun anno e quattro mesi di reclu-

sione con la condizionale perchiudere un processo per cor-ruzione nell’ambito del qualeera stato arrestato due volte daipm del pool Mani Pulite. Sei an-ni dopo, primavera del 2002, ilgoverno Berlusconi lo nominòamministratore delegato del-l’Enel, proprio la società pub-blica per i cui appalti Scaroniaveva pagato le mazzette. Lavolpe a guardia del pollaio èun’ottima strategia anti-corru-zione: il prescelto conosce afondo i meccanismi da contra-stare.

EMMA MARCEGAGLIA è com-petente quasi quanto Scaroni.Quasi perché non lei ma suo fra-tello Antonio, amministratoredelegato dell’azienda di fami-glia, ha patteggiato il 28 marzo2008 11 mesi con la condiziona-le per corruzione. L’accusa eradi aver pagato a Lorenzo Mar-zocchi, manager dell’Enipower,gruppo Eni, una mazzetta da unmilione e 158 mila euro per age-volare l’assegnazione di un im-portante appalto, al quale, paro-le del reo, l’azienda “teneva mol-to”. L’imbarazzante vicendanon ostacolò la marcia trionfaledi Emma, comproprietaria delgruppo siderurgico, verso lapresidenza della Confindustria.Al contrario, sono scattati ancheper casa Marcegaglia i fatidicisei anni, trascorsi i quali ecco labrillante manager al vertice del-l’Eni, l’azienda per i cui appalti lasocietà di famiglia pagava tan-genti. Anche qui, come con Sca-roni all’Enel, azionisti dell’Eni e

contribuenti possono dormiresonni tranquilli: chi pensasse dicorrompere qualche dirigentedel gruppo petrolifero troveràsulla sua strada l’intransigente epreparatissima ex presidente diConfindustria.

NEL CURRICULUM di EmmaMarcegaglia, 48 anni, quelloscattato ieri sera è il primo in-carico manageriale significati-vo. Nell’azienda di famiglia - cheproduce tubi d’acciaio - si è sem-pre occupata in prevalenza delleattività collaterali (turismo conla società Albarella, energie rin-novabili etc.). La sua attivitàprincipale è sempre stata quellaconfindustriale, dove è stata perquattro anni presidente dei Gio-vani Industriali e poi, nel 2008,la prima presidente donna. An-che negli anni al vertice di vialedell’Astronomia il suo curricu-lum è segnato da vicende imba-razzanti, come le inchieste suiconti esteri della sua famiglia.Nel 2011, in una puntata di Re -

por t, la giornalista GiovannaBoursier ha riferito a propositodella Marcegaglia Spa: “Tra il ’94e il 2004, negli acquisti di ma-terie prime, avrebbe interpostosocietà off-shore, creando fondineri su 17 conti esteri, intestati aSteno Marcegaglia e ai figli An-tonio ed Emma. A maggio laparte che riguarda l’evasione fi-scale viene archiviata perchéquei capitali sono stati condo-nati e scudati”. Infine la vicendadella Maddalena. All’indomanidel terremoto de L’Aquila il go-

verno Berlusconi sposta nel ca-poluogo abruzzese i lavori delG8 e le strutture appositamenterealizzate nell’isola sarda resta-no inutilizzate. Il capo della Pro-tezione civile Guido Bertolaso leaffitta a Emma per 31 milioni dieuro in 40 anni, una cifra tal-mente esigua da provocare unintervento della Corte dei contiche contesta a Bertolaso e al suostaff un danno erariale di 26 mi-lioni di euro. Insomma, la piùgrande e strategica azienda pub-blica italiana è in mani sicure.

Tre settimane fa Mau-ro Moretti si era in-furiato per l’annun-cio renziano di seve-

ri tagli agli stipendi dei mana-ger pubblici. E aveva minaccia-to di andarsene all’estero se isuoi 873 mila euro annui fos-sero stati ricondotti sotto quo-ta 300 mila, in quella fascia so-bria dove staziona l’emolu-mento del presidente della Re-pubblica. Matteo Renzi avevacommentato sibillino: “Moret-ti capirà”. Ieri sera abbiamo ca-

pito tutti. Con la nomina adamministratore delegato diFinmeccanica andrà a guada-gnare più che alle Fs. Se verràapplicata la riduzione del 25per cento di cui si parla al mi-nistero del Tesoro, si partiràdal milione e 200 mila europortato a casa per il 2013 dal-l’uscente Alessandro Pansa perplanare a quota 900 mila.

LA BRUTTA FIGURA fatta daMoretti sulla questione dellostipendio non è però da attri-buirsi tanto ad avidità quanto alcarattere impulsivo, lo stessoche ha fatto di lui, suo malgra-do, l’idolo negativo della città diViareggio ancora ferita dal tra-gico incidente che costò cinqueanni fa la vita a 33 persone.Dipendente delle Fs dal 1978,Moretti è diventato nel 2006 ilnumero uno meno pagato nellastoria recente dell’azienda dipiazza della Croce Rossa. Il suopredecessore Elio Catania gua-dagnava più del doppio, e pri-ma di lui Giancarlo Cimoli haincassato stipendi e buonuscitemilionarie non giustificate dairisultati. I due presidenti chehanno affiancato Moretti negliotto anni al vertice (prima In-nocenzo Cipolletta e poi Lam-berto Cardia) guadagnavanopochi euro meno di lui lavoran-do forse un decimo dell’ammi -nistratore delegato.In Finmeccanica Moretti sarà ilmanager più low cost degli ul-timi anni. Saranno dunque benaltri i banchi di prova per que-sto ingegnere elettrotecnico di60 anni che dopo una vita tra ibinari va a guidare un gruppoche ha appena deciso di disfarsidella tecnologia ferroviaria (itreni di Ansaldo Breda e il se-gnalamento di Ansaldo Sts) perconcentrarsi sul settore milita-re. Dai treni in semi-monopo-lio al duro mercato internazio-nale degli armamenti il passag-gio non è dei più semplici. Dalleliti con i comitati dei pendolarie gli assessori regionali alle trat-tative con i ministri della guer-ra dei paesi emergenti il saltopotrebbe rivelarsi complicato.Il principale ostacolo sulla stra-da di Moretti è la rabbia del po-polo Finmeccanica. Alessan-dro Pansa, salito al vertice unanno fa dopo l’arresto dell’am -ministratore delegato Giusep-pe Orsi (inchiesta per corruzio-ne internazionale sugli elicotte-ri venduti all’India), nel tenta-tivo di proteggere la sua poltro-na dall’onda della rottamazio-ne ha trascurato di lavorare suuna soluzione interna. Così,mentre Eni ed Enel vengonodecapitate ma vedono la pro-

mozione di due manager cre-sciuti in casa, Finmeccanica su-bisce l’onta di una sorta di com-missariamento, attraverso unmanager esterno che non hamai guidato un’azienda quota-ta in Borsa e così complessa.Finmeccanica è un’azienda ingrave crisi. Uno sciame sismicodi scandali grandi e piccoli l’hascossa profondamente negli ul-timi quattro anni, provocandoinstabilità al vertice (da PierFrancesco Guarguaglini a Orsi,da Orsi a Pansa, e sempre dopo

lunghe guerre intestine tra ilmanager declinante e quelloemergente) e un peggioramen-to netto delle performance in-dustriali. Sono crollati i margi-ni di profitto e il portafoglio or-dini, mentre lo scandalo india-no ha profondamente vulnera-to le capacità di penetrazionedel gruppo italiano nel difficilemercato degli armamenti.

IN UN CONTESTO così difficileMoretti, con lo smilzo curricu-lum di 36 anni di lavoro tuttinella stessa azienda, ha due car-te pesanti da giocare. La prima èl’ombrello protettivo della po-litica. Voluto in quel posto di-rettamente da Renzi, ma stima-tissimo da sempre anche daGiorgio Napolitano, con il qua-le ha condiviso in tempi nonsospetti la militanza miglioristanel Pci, il manager riminesenon paga pegno, come tantimanager pubblici del passato,all’essere nominato “in quota”di qualcuno e perciò a dispettodi qualcun altro. Questo gli ga-rantisce ampia libertà di mano-vra. La seconda carta vincente èla fama di persona integerrima,sufficiente a tenerlo al riparo daproposte “indecenti”.La sua storia di uomo di umiliorigini, che si è mantenuto aglistudi facendo l’istruttore dipattinaggio, potrebbe aiutarlo aconquistare il rispetto dei 75mila uomini che fanno la Fin-meccanica. Il suo carattere po-co accomodante potrebbe peròrendere tutto più difficile.

Twitter@giorgiomeletti

Regola Scaroni,mazz ettae poltrona Eni

EMMA MARCEGAGLIA

Il suo stipendiofinalmentepotrà crescere

MAURO MORETTI

EMMA E MAURO I PECCATI DEL RENZISMO

CORSI E RICORSI

Suo fratello Antonio, Ad

dell’azienda di famiglia,

ha patteggiato 11 mesi:

l’accusa era aver pagato

un manager del gruppo

Eni per avere un appalto

STRANI INCROCI

In Ferrovie dal 1978,

arriva in Finmeccanica

proprio mentre il gruppo

vende il comparto

trasporti. Guadagnerà

900 mila euro l’anno

L’Eni è un pezzo fon-damentale della no-

stra politica energetica,della nostra politica este-ra, della nostra politica dii n te l l i g e n ce . Cosa vuol direi n te l l i g e n ce ? I servizi se-greti”. Quando MatteoRenzi lo scorso 3 aprile hapronunciato questa frasea Otto e mezzo, molti sonorimasti sorpresi. E al di làdelle critiche che ci sono state in queigiorni, adesso a fare chiarezza su cosa vo-lesse dire il presidente del Consiglio sarà ilCopasir, il Comitato parlamentare che vi-gila sui nostri servizi segreti presiedutodal leghista Giacomo Stucchi. Renzi saràconvocato davanti ai membri del comi-tato – che hanno avviato anche un’inda -gine interna – per spiegare cosa intendevadire con quella frase che ha sollevato non

poche polemiche. Pro-prio oggi sono stati no-minati i nuovi vertici, an-che all’Eni: per la presi-denza è stata scelta l'expresidente di Confidu-stria Emma Marcegaglia,per la poltrona di ammi-nistratore delegato Clau-dio Descalzi.Nei prossimi mesi, però,proprio dal Copasir pro-prio arrivare novità ri-guardo al colosso di Sta-to: i commissari chiede-ranno infatti una relazio-ne ai vertici dei servizi e

ascolteranno qualche dirigente. Questa in-dagine, peraltro, riprenderà il filo di quellainiziata alcuni mesi fa, dopo il caso di AlmaShalabayeva, la cittadina kazaka deportatanel suo paese (dove Eni ha cospicui interessi)dalla polizia italiana. Forse, dopo anni, potràessere chiarito se esiste o meno una relazionetra i nostri servizi segreti e l’Eni, tema tra i piùcari ai dietrologi.

Valeria Pacelli

PREMIER AL COPASIR S e nt i t oper le frasi su Eni e i Servizi

Il ministro Padoan. Sopra, Emma Marcegaglia e Mauro Moretti LaPresse / Ansa

Il leghista Giacomo Stucchi La Pre ss e

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5il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

Mentana vs Letta”Se trova un falsonel tg mi dimetto”

di Fabrizio d’E s p o s i toe Wanda Marra

Il Premier e il Condan-nato, atto secondo. Ie-ri sera intorno alle no-ve. A Palazzo Chigi

per cena, nell’appartamentoprivato del premier. ConRenzi c’è il fido Lorenzo Gue-rini, l’uomo delle trattativepiù difficili, lo stesso che an-dò a prendere l’ex Cavaliereall’arrivo nella sede del Na-zareno a gennaio. Con Ber-lusconi ci sono sia Denis Ver-dini, lo sherpa che ha il com-pito di tenere contatti e pattitra i due, sia Gianni Letta,l’ambasciatore tradizionaledi B. presente anche al Na-zareno tre mesi fa, al primovertice tra i due.

LA NOTIZIA si sparge pocoprima, ma i due sanno di ve-dersi già da domenica. Ed èper questo che Silvio Berlu-

sconi anticipa di un giorno ilsuo rientro a Roma, all’ora dipranzo. La versione ufficialediramata dai suoi fedelissimiriferisce solo del “lavoro sulleliste per le Europee”, all’iniziodi una settimana scandita dal-l’epurazione di Paolo Bonaiu-ti da Forza Italia. In realtà,una volta a Palazzo Grazioli,per l’ex Cavaliere cominciauna lunga giornata di contat-ti. Il solito Gianni Letta è in-caricato di seguire la partitadelle nomine che si sta gio-cando nel governo. La con-ferma del nuovo vertice arrivanel pomeriggio: “Allora vi ve-dete alle ventuno, quando lenomine sono annunciate”.Nel cerchio magico di B. spie-gano così l’accelerazione:“Nessuna sorpresa, l’incontroera deciso da tempo. Solo cheuno (Renzi, ndr) aveva sempreda fare, l’altro rischiava (Ber-lusconi, ndr) l’arresto”.In teoria la decisione del tri-

bunale di sorveglianza ancoranon c’è e così il Condannatoha ottenuto quello che volevada tempo: incontrare il pre-mier e ottenere una nuova le-gittimazione da padre dellapatria. Motivo ufficiale del se-condo colloquio tra i due, alriparo dei flash e delle tele-camere, sono infatti le rifor-me. Perché con la dissoluzio-ne di Forza Italia in atto, ilpatto del Nazareno è a ri-schio, e con esso la riformadel Senato e soprattutto l’I-talicum, contro cui la mino-ranza Pd sta combattendouna battaglia senza quartiere.Le riforme sono state argo-mento toccato anche nell’in -contro tra il presidente delConsiglio e Napolitano, ieri aora di pranzo. A rischio so-prattutto l’Italicum: una leggefatta in un patto di Pd e Fi,con tanto di ballottaggio tra idue partiti principali, potreb-be non avere più senso se le

europee confermano cheGrillo supera di molto Fi. In-somma, spiegano al Quirina-le, a rischio è l’intero quadropolitico.

DAL CERCHIO MAGICO di B.la prospettiva è però unilate-rale: “Il presidente vuol capirefino a che punto le divisioninel Pd impediranno il cam-mino delle riforme. Ovvia-mente si parlerà anche del Se-nato, questo qui come è uscito

LE RIFORME CON LO ZOPPO

SONO A RISCHIO: RENZI VEDE B.DOPO QUELLO DEL NAZARENO NUOVO INCONTRO A PALAZZO CHIGICON LE EUROPEE FORZA ITALIA POTREBBE NON VOLERE PIÙ L’I TA L I C UM

di Marco Palombi

Dice Maria Elena Boschi occhieggiando allatelecamera: “Ma t’immagini qualche mese

fa se ci avessero detto che io avrei fatto il ministroe tu il sindaco?”. Al netto del garbato riferimentoad antichi gesti apotropaici di Antonio Decaro – ilpiddino che al momento non è affatto sindaco masolo candidato – lo spot elettorale per le comunalidi Bari che vede protagonista la ministro delle Ri-forme, sancisce due cose: la prima èche, a parte Renzi, lei è l’unico voltopubblico del governo; la seconda,che le sue qualità attoriali non le ga-rantiranno un futuro nel cinema.

LA QUALITÀ della sceneggiatura –va detto –non aiuta: “Dai che lo san-no tutti che vinci tu: sei il più bravo”,cinguetta la ministro. Poi fa la facciaseria: “Ma stai rottamando un po’?”.È qui che, contro ogni previsione, larealtà irrompe nella finzione: “Rot -tamazione gentile...”, risponde De-

caro imbarazzato, per poi svicolare. “Penso sia ar-rivato il momento di andarci a mangiare una fo-caccia”. Segue quella che un ottimista chiamereb-be una battuta sui rispettivi dialetti chiusa dallo“sciamuninn” (andiamo) della Boschi. La risatanon c’è, ma non è quel che rileva: Decaro e la rot-tamazione, per chiunque ne conosca la storia, nonstanno bene insieme.Per capire bisogna riassumere chi è Antonio De-caro, da dove viene, chi lo manda. Si può dire in

poche parole: barese, 43 anni, ingegnere Anas inaspettativa, il nostro è il figlioccio politico dell’exassessore regionale e senatore del Pd Alberto Te-desco, quello dello scandalo Sanità che quasi tra-volse la Giunta Vendola nel 2010 (Tedesco, l’e-state scorsa, è poi stato prosciolto). Fu il socialistaTedesco, infatti, amico da una vita del padre diAntonio, Giovanni Decaro, a imporlo come as-sessore ai Trasporti del Comune di Bari a MicheleEmiliano nel 2004. È ancora a Tedesco che il no-

stro deve la pioggia di preferenze che l’ha portato adiventare capogruppo del Pd in Consiglio regio-nale nel 2010.

SOLO NEL 2013, raccontano, l’oggi renziano De-caro ha rotto col potente padrino politico, ere-ditandone però gran parte della rete di potere sulterritorio: imprenditori, dirigenti di aziende sa-nitarie, membri di cda nelle municipalizzate e neiconsigli comunali o circoscrizionali. Una rete chegli ha permesso di strapazzare i concorrenti alleultime primarie per la scelta dei parlamentari delPd: oggi è deputato. C’è un’altra cosa che Decaroha in comune con l’ex amico Tedesco (che ora s’èavvicinato a Forza Italia): anche il candidato sin-daco è stato assolto durante il 2013, a dicembre perla precisione. Era accusato di aver tentato di rac-comandare un suo cugino all’Arpa regionale. Solotentato, però, perché nonostante gli aiuti, il pa-rente alla voce titoli faceva segnare “zero”: fu pro-prio l'allora assessore Alberto Tedesco, che do-veva sollecitare il presidente di commissione, afarglielo notare in una gustosa intercettazione.Bizzarro rottamatore, per quanto gentile.

Boschi e l’improbabile rottamatore DecaroSPOT DELLA MINISTRO PER LE COMUNALI DI BARI: PECCATO CHE IL CANDIDATO PD SIA IL DELFINO DELL’EX ASSESSORE ALBERTO TEDESCO

IL PATTO

ENRICO LETTA non ci era andato giùleggero ieri con il Tg de La7 di EnricoMentana. Su Twitter aveva chiarito conuna certa ruvidità come non corrispon-desse a verità il suo possibile passaggioin Ncd: “... è notizia inventata dal #tgla7,priva di fondamento come spesso ca-pita quando il tg di Mentana parla di

me”. La risposta del direttore del Tg deLa7 non si è fatta attendere. Già l’a l t rasera, via twitter, aveva risposto: “Pe rsmentire una notizia pubblicata sta-mattina dal quotidiano L i b e ro, l'onore-vole Letta se la prende con il telegior-nale che dirigo. Il tg La7 ha solo citato,brevissimamente, L i b e ro : in ogni caso

non abbiamo ‘i nve n t a to’ nulla. Né que-sta volta né mai: e sono certo che l’o-norevole Letta, una volta tornato all’an -tica pacatezza, non avrà difficoltà aco nve n i r n e ”. Ieri la scommessa direttaal tg della sera: “Se trova una notizia in-ventata nel mio Tg, da qui a un mese,pronto a dimettermi”.

SEGUE DALLA PRIMA

di Marco Travaglio

B. dava dei “pazzi, antropologicamente diversi dal re-sto della razza umana” a tutti i magistrati? “Solo

battute in libertà, al limite del paradosso”, spiegava Pao-lino. Il Cavaliere rivelava di avere strappato a Helsinkil’autorità europea del cibo “rispolverando le mie arti diplayboy con la presidente finlandese Halonen”? “Una ca-rineria detta in clima festoso”, chiosava il portacazzate.Prodi vinceva d’un soffio le elezioni del 2006? “Abbiamo ilSenato con oltre il 50% e 350 mila voti di differenza”,vaneggiava il viceballista. Quando Previti finì a Rebibbiaper ben tre giorni (su 7 anni e mezzo di condanna), anchelui partecipò al pellegrinaggio di italoforzuti nella cella delnuovo Pellico. E quando B. presentò una memoria pienadi balle in tribunale per farsi assolvere al processo Mills,emise una nota che non ammetteva repliche: “Le anno-tazioni del presidente B. imporrebbero, di per sé sole, lapiena totale assoluzione”. Basta chiedere all’imputato:scusi, lei è colpevole o innocente? Innocente. Ah, beh,allora è assolto con tante scuse. Mai un p l i ss è , un dubbio,un cedimento, un crampo alla lingua. Fino all’altro gior-no, quando il suo ufficio a Palazzo Grazioli è stato sba-raccato senza avvertirlo e le sue cose, ammassate negliscatoloni, sono finite nel cortile. A quel punto non ci havisto più, o meglio ha visto passare davanti ai suoi occhi gliultimi vent’anni della sua vita, ed è emersa un’insanabile“divergenza politica”. Con chi? Con se stesso. Ma lui l’hasuperata con agile balzo traslocando lingua e bagagli allacorte di Alfano e degli altri “diversamente berlusconiani”.Nel ruolo di “stratega”. Cioè di diversamente leccante.

VOLTO NUOVO

Fu nella giunta cittadina

e capogruppo in Regione

per volere dell’ex padrino

Ora i due hanno rotto,

ma il nostro ha ereditato

la sua rete di potere

“SCIAMU-NINN”Un’i m m agi -

ne dello spot

elettorale. Nel

finale Boschi

parla dialetto

barese Ansa

Silvio Berlusconi, prossimo a scontare la pena accessoria della propria condanna e Matteo Renzi, presidente del Consiglio La Pre ss e

dal testo di Renzi non ci pia-ce”. Dallo stretto entouragedel premier, invece, la spie-gazione è molto più piana:“Berlusconi ci ha chiesto unincontro e lo facciamo”. Inrealtà, spiegano, Renzi si eradimostrato disponibile dagiorni. E poi, ancora: “Primadelle nomine non poteva far-si, adesso sì”. Perché, comedice il premier ai suoi, altri-menti si sarebbe detto che letrattava direttamente con l’exCavaliere. Quello che Renziva a vedere, in realtà, è se l’al -leato Silvio è ancora in gradodi garantirgli i risultati trattatia gennaio. Il sottosegretariodi Palazzo Chigi, GrazianoDelrio, non a caso, parla di“manutenzione perché c’eraun certo nervosismo di Ber-lusconi”. Chiaro riferimentoalle vicende giudiziarie delCondannato. I berlusconianiusano un termine simile, “ta -gliando”. Sennò l’unico oriz-

zonte diventa il voto. Magarianche a giugno.Riforme, riforme, riforme.Anche se da giorni Berlusconiha la testa solo per la deci-sione dei magistrati di Milanosui servizi sociali da scontareper condanna Mediaset. Laquestione ovviamente ha fat-to capolino a tavola.

E ALLA FINE , dopo due ore epassa di colloquio, tra unaportata e l’altra i due arrivanoall’unica conclusione possibi-le, con il quadro dato: ognunodeve cercare di tenere a bada isuoi in attese del risultato del-le europee. Più che un accor-do sembra una tregua. Da va-rare alla prova dei fatti: in-tanto c’è il voto sulla riformadel Senato, che Renzi deveportare a casa senza se e senzama in prima lettura a PalazzoMadama entro il 25 maggio. El’Italicum è sempre più lon-tano.

IL FACCIA A FACCIA

Nell’appar tamento

privato del primo

ministro: da una parte

ci sono Verdini

e Gianni Letta

dall’altra Guerini

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6 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

Brunetta ha l’a u todi Togliattigrad:Lada Niva sovietica

COME IL SUO LEADER, Renato Brunettaha il pallino della lotta al comunismo. Main fatto d’auto, non disdegna nulla, nean-che quelle d’epoca prodotte nell’Unionesovietica, magari in posti che portano ilnome della tanto odiata vecchia nomen-clatura del Partito comunista. Il capo-gruppo di Forza Italia (180 mila euro di

reddito e sei proprietà) – che può contareanche su una Fiat 110 F (berlina 500) del1968 – possiede infatti una Lada Vaz 2121Niva del 1989, un fuoristrada prodotto ne-gli stabilimenti sovietici di To g l i a t t i g ra d -città russa che si trova nei pressi del fiumeVolga - chiamata così in onore dello sto-rico segretario del Pci, Palmiro Togliatti.

C’È CRISI

B. IL PIÙ RICCO, SECONDO ANGELUCCIE 51 “POVERI” SONO A REDDITO ZEROIL CAIMANO ORMAI DECADUTO È ANCORA IN TESTA ALLA CLASSIFICA, MA È IN PICCHIATA:DA 35 A 4,5 MILIONI. SENZA UN EURO 25 M5S, 12 PD, 8 SEL, 1 NCD, 1 “PER L’I TA L I A” E 4 DEL MISTO

Il grillino da -296 euro: “2012anno nero, io mai stato pagato”

MENO DI NIENTE

DICHIARARE 4,5 milioni di euro l’anno e nonsentirli. Antonio Angelucci (Fi) è il secondoparlamentare che guadagna di più (tallona Sil-vio Berlusconi) ma non ha intestato nulla, néun appartamento, né uno scooter. Ma la veranovità è il senatore Renato Turano (Pd): scono-sciuto alle cronache, il parlamentare eletto al-

l’estero nel 2012, vive a Chicago e ha denunciato un reddito di2,9 milioni di euro. Cosentino di nascita, ha ereditato l’imperodei panini Turano Baking Company. Non se la passa male nem-meno uno dei consiglieri economici di Matteo Renzi, Yo ra mG u tge l d (Pd). L’ex numero uno della società di consulenzaMcKinsey ha denunciato un reddito di 1,7 milioni e tre appar-tamenti. Tra i paperoni c’è anche l’avvocato e genero del ban-chiere Giovanni Bazoli Gregorio Gitti (Per l’Italia), che ha de-nunciato 3,7 milioni. Di poco fuori dal club dei milionari c’èBernabò Bocca (Fi), presidente di Federalberghi: 758 mila euro.

SCOPERTE le carte, Roberto Formigoni (in foto) ètornato all’attacco. “È evidente che non ho unpatrimonio di 49 milioni di euro”, ha spiegatoieri riferendosi al maxi-sequestro subito nel-l’ambito dell’inchiesta Maugeri. Da dove arrivi-no quei soldi non è dato saperlo visto che nel2012 il senatore Ncd ha denunciato un reddito

di “soli” 168 mila euro (e “18 euro sul conto”, stando alle sue di-chiarazioni) e 10 proprietà (ma lui sostiene siano tre), tutte a Lec-co tranne una, a Sanremo. Tra queste non risulta la famosa villaad Arzachena sequestrata qualche giorno fa. Formigoni vanta pe-rò il record di spese elettorali: 71 mila euro. All’estremo oppostoc’è Maria Elena Boschi (Pd), la più “povera” della compagine digoverno. Il ministro per le Riforme (90 mila euro di reddito), di-versamente dai suoi colleghi, non ha indicato le spese elettorali.“Non sono in grado di quantificarle – si legge nella nota – ma nonho ricevuto dal partito carta, né predisposto manifesti elettorali”.

GLI ONOREVOLI si dividono sulle automobili:c’è chi guida catorci e chi colleziona bolidi comeAlberto Bombassei. Il garage migliore è quellodel senatore Nico D’A s co l a (in foto), Ncd. L’ex le-gale di Gianpi Tarantini (365 mila euro) possie-de 14 fuoriserie: una Ford Mutt del ’67, due Por-sche, una Jaguar, più varie jeep Cherokee e Land

Rover. Raffaele Fitto si ferma a due, ma di pregio: una Jaguar eun’Audi A4. Tutt’altro stile quello di Angelo Antino D’A go st i n o(Sc): dichiara 187 mila euro, ma gira a bordo di una Fiat Uno del’92. Prima delle elezioni, però, preferisce l’auto a noleggio: le fat-ture, insieme a quelle dei pneumatici forati, si ritrovano nella notaspese elettorali. Mentre il miliardario Turano guida una Lancia,Denis Verdini (Fi) alterna Mercedes e un quadriciclo. Un altro chenon spende soldi nei motori è l’ecologista Ermete Realacci (Pd):dichiara 99 mila euro, ma guida una vecchia Fiat Marea del 1997. Icinque stelle, stando alle dichiarzioni, usano i mezzi pubblici.

G I U ST I F I C A Z I O N I

Formigoni: “Non ho 49 milioni”Boschi: “Spese elettorali? Boh...”

PAPERONI NEI PALAZZI

L’editore di Libero è un senza-tettoIl re del panino vive a Chicago

ONOREVOLI PILOTI

D’Ascola, l’ex avvocato di Gianpicolleziona super-bolidi

NON AVRANNO redditi alti, ma la fantasia nonmanca ai cinque stelle. L’ex capogruppo allaCamera Riccardo Nuti (in foto), nello stato pa-trimoniale non è celibe ma “nubile”, mentremolti suoi colleghi nell’apposita casella si limi-tano a un più semplice “libero”. Filippo Gallinel-la è volato alto e ha scritto “italiano”, parola poi

cancellata con un tratto di penna. Luigi Manconi (Pd) sceglie “li-bero di stato”, mentre i democratici Marroni e Mongiello ci pro-vano prima delle leggi: “Convivente”. Il deputato centrista Pa o l oVi te l l i (332 mila euro di reddito) probabilmente sa guidare be-nissimo la sua Porsche, ma non ha idea di come si scriva. Nellanota si legge infatti “Porche”. Con la caduta del governo Letta èstato silurato uno dei ministri più poveri di sempre: Cécile Kyen-ge ha infatti dichiarato solo 38 mila euro. Poi ci sono i parla-mentari “incapienti”, cioè coloro che guadagnano meno di 8.000euro. A differenza dei “reddito zero” hanno quasi tutti presen-tato la dichiarazione, pur non essendo obbligati. La ragione èsemplice: avranno il vantaggio del credito d’imposta in detrazio-ne da quello che nel 2013 sarà il cospicuo stipendio parlamen-tare. Fra questi c’è il cinquestelle Emanuele Cozzolino (33 anni),che nel 2012 ha prodotto un reddito dichiarato di 24 (ventiquat-tro) euro a fronte di un credito d’imposta da 1.802 euro.

STRAFALCIONI E FURBIZIE D’INCAPIENTI

Nella casella “stato civile”Nuti scrive “nubile”, ma è uomo

A5 Stelle, ma anche a zero reddito. So-no i 25 parlamentari del Movimento

che nel 2013 non hanno presentato la di-chiarazione fiscale relativa all’anno prece-dente: quando non erano ancora nei Pa-lazzi. Di fatto, la metà dei 51 redditi zerodelle due Camere è grillina, a fronte di 12del Pd e 8 di Sel. Tra i 5 Stelle, deputaticome il vicepresidente della Camera LuigiDi Maio, 27 anni e il presidente della Com-missione di Vigilanza sulla Rai, RobertoFico, 39 anni. Fino a Giuseppe Brescia, 30anni, il capogruppo più povero a Monte-citorio. Per ora i parlamentari M5S pos-sono contare in media su 3 mila euro men-sili: la parte restante di stipendio e rimborsinon percepiti la dirottano al Fondo per lemedie e piccole imprese. Di Maio, giorna-lista pubblicista, formalmente è ancorauno studente di Giurisprudenza. Nel 2012ha speso di tasca propria 400 euro per la

campagna elettorale e ricevuto 714 euro didonazioni da terzi. Quindi, il seggio aMontecitorio. Il deputato racconta: “Nelgennaio del 2013 stavo per avviare una so-cietà di commercio in via elettronica conamici. Loro hanno portato avanti il pro-getto: non mi raccontano di grandi gua-dagni, nonostante l’idea funzioni. È ilmondo dei 25enni italiani...”. Dopo la po-litica, che lavoro vorrebbe fare? “Ci sonopiù avvocati in Lombardia che in tutta l’In -ghilterra, e allora rispondo: consulente in-formatico, per aiutare le imprese tramite latecnologia”. Tra i 5 Stelle a reddito zero an-che il senatore Vito Petrocelli, 50 anni,eletto in Basilicata. La sua dichiarazione2012 è in negativo: -296 euro. “Una com-pensazione per Iva anticipata” spiega Pe-trocelli, geologo dal 1992. Racconta: “Sonouna delle tantissime partite Iva che hannopagato il prezzo della crisi. Per anni con il

mio lavoro ho guadagnato discretamente:facevo perizie sulla trivellazione di pozzi osulla bonifica di siti. Poi nel 2012 ho fat-turato senza vedere un solo pagamento, siadai privati che dal pubblico”. Ora ci sono loscranno da senatore e un mensile da 3.100euro. Dopo? “Ho aperto una società di pro-dotti alimentari a chilometro zero con unamico. Non è facile, ma riprendere comegeologo non mi pare possibile. Diversi se-natori del M5S sono nella mia stessa con-dizione: quella di professionisti che sannoquanto è dura lì fuori”.

Ld c

Nell’i l lu s t ra z i o n e,

Silvio

B e rlu s c o n i ,

Pietro Grasso,

L a u ra

Boldrini e

Luigi Di Maio

ON. ANTONIOANGELUCCI (FI)EURO 4,5 MLDopo la decadenzadi B. è lui il più riccotra i parlamentari

ON. GREGORIOGITTI (PI)3,7 MILIONIL’av vo c a todei popolari nelclub dei milionari

SEN. NICCOLÒGHEDINI (FI)2,1 MILIONIL’av vo c a todi Berlusconiè nella top ten

ON. YORAMGUTGELD ( P D)1,7 MILIONITra i ricchissimianche il brokerfinanziario

ON. GIAMPAOLOGALLI ( P D)1,3 MILIONINon manca l’ex di-rettore generale diCo n f i n d u s t r i a

ON. MARIOBORGHESE ( M I STO)1,1 MILIONIChiude il clubdei milionari, elettoin Sudamerica

IL CLUB DEI MILIONARI DEL PARLAMENTO ITALIANO

Il senatore grillino Vito Petrocelli La Pre ss e

SEN. RENATOTURANO ( P D)2,9 MILIONIÈ stato elettoin Americae vive a Chicago

di Carlo Di Foggia e Alessio Schiesari

C’è ancora Silvio Berlusconi intesta alla classifica dei pape-roni del Parlamento. Nel2012, l’ex senatore ha dichia-

rato 4,5 milioni di euro, un tracollo rispettoai 35 milioni dell’anno precedente. Lo segueil deputato Antonio Angelucci (4,5 milioni).

Nel club dei milionari altri sei fra deputati esenatori (qui sopra la classifica). Segue Alber -to Bombassei (Sc) con 845 mila euro, ma 7,4milioni di azioni Ntv (i treni di Monteze-molo e Della Valle) e otto auto, di cui setted’epoca. La pluriolimpionica di schermaValentina Vezzali vanta 689 mila euro. Inattesa di leggere la dichiarazione dei redditidel premier Matteo Renzi, per ora i ministri

i più ricchi sono Maurizio Lupi (282 milaeuro) e Dario Franceschini (239 mila). Il pre-sidente del Senato Pietro Grasso dichiara176 mila euro, lo stipendio da superprocu-ratore nazionale antimafia. Laura Boldrini,presidente della Camera, dichiara poco piùdi 6 mila euro, ma da sommare ai 94 mila,non soggetti a imposizione fiscale, percepitiper il suo incarico all’Onu.

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7il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4C’È CRISI

Se questa è opposizioneGrillo “usa” Primo LeviIL LEADER PENTASTELLATO MODIFICA PURE UNA FOTO DI AUSCHWITZ PER ATTACCARE IL GOVERNOLA COMUNITÀ EBRAICA: “P RO FA N A Z I O N E ”. LUI REPLICA: “MA IO VOLEVO ONORARE LO SCRITTORE”

COSE RUSSE

VLADIMIR PUTIN SI TRIPLICA LO STIPENDIO

Vladimir Putin si alza lo stipendio. Anzi, arrivaquasi a triplicarselo, dopo che nei giorni scorsiera emerso dalle dichiarazioni dei redditi cheguadagnava solo 3,7 milioni di rubli annui, pari a74 mila euro. Meno di quasi tutti gli altri leaderche contano nel mondo, ma anche del premier

Dmitri Medvedev (4,3 milioni di rubli, ossia 85mila euro) o di molti dei suoi ministri e consiglie-ri. E persino del suo stesso portavoce Dmitri Pe-skov (185 mila euro). Troppo imbarazzante, e so-prattutto poco credibile dato che la dozzina diorologi da polso, secondo i suoi detrattori, var-rebbe da sola 700 mila dollari. Così oggi ha di-sposto un adeguamento dell’appannaggio presi-

denziale e degli emolumenti del capo del gover-no, che saranno moltiplicati per 2,65. Putin oraarriverà a guadagnare 196 mila euro l’anno, co-munque meno della metà di Obama. Dalla suaultima dichiarazione dei redditi, Putin risulta pro-prietario, a titolo personale, solo di un apparta-mento di 77 metri quadrati, di un terreno di 1.500mq, di un box auto di 18 mq e di tre automobili.

di Luca De Carolis

Voleva essere una ci-tazione colta e d’im -patto, ma l’artista dacomizi ha suonato la

nota sbagliata. Esponendosi acondanne a valanga, e a un’ac -cusa che è un macigno: “Profa -nazione della Memoria ebrai-ca”. Beppe Grillo inciampa suun post pubblicato sul suo blog,nella prima delle sue due gior-nate a Roma, dove ieri sera hachiuso il tour Te la do io l’E u ro p a(ma potrebbe aggiungere date).La “colpa” è “Se questo è un Pae-se”, parafrasi di Se questo è un uo-mo, capolavoro in cui Primo Le-vi racconta l’orrore vissuto nelcampo di sterminio di Au-schwitz. Secondo Grillo, “unmodo di onorare Levi”. Nei fattiun autogol. Il fondatore di M5Sscrive sulla falsariga della poesiaintroduttiva al romanzo. A cor-redo del post, un fotomontaggiosull’entrata di Auschwitz. Lascritta sul cancello di ingresso,Arbeit macht frei (“Il lavoro rendeliberi”) è corretta in P2 machtf re i . Nel testo, bordate auliche:“Voi che vi disinteressate dellacosa pubblica come se vi fosseestranea... voi che trovate a serail telegiornale di regime caldo evisi di mafiosi e piduisti sulloschermo... considerate se que-sto è un Paese che vive nel fangoche non conosce pace ma ma-fia”. E via parafrasando, tra at-tacchi al “vecchio impauritodelle sue stesse azioni che ignorala Costituzione” (Napolitano), ela delusione per “un Paese cheha eletto come speranza un vol-gare mentitore assurto a leaderda povero buffone di provin-cia”, (Renzi). Ce n’è anche per“una donna, usata per racco-gliere voti, per raccontare men-zogne su un trespolo televisivo,

per rinnegare la sua dignità, or-pello di partito, vuoti gli occhi efreddo il cuore come una ranad’inverno”. La Boschi?

IL POST APPARE alle 11.22. Ed ètempesta. Il presidente dell’U-nione delle Comunità ebraicheitaliane, Renzo Gattegna, è du-rissimo: “Il post è un’oscenità,una profanazione criminale delvalore della Memoria e del ri-cordo di milioni di vittime in-nocenti che offende l’Italia inte-ra. Una provocazione per solle-ticare i più bassi sentimenti an-tisemiti e cavalcare il malcon-tento popolare”. Dagli altri par-titi batteria di condanne. LuigiZanda (Pd) parla di “fascismo distampo nazista”. Picchia ancheil 5 Stelle Tommaso Currò, dis-sidente: “È una parafrasi che

non sta in cielo né in terra, of-fensiva”. Grillo se ne sta nel suoalbergo vicino piazza Venezia,assieme alla moglie. Era arrivatodomenica sera, tanto da cenareda Assunta Madre, teatro delleintercettazioni sul caso Dell’U-tri. È sorpreso dalle reazioni:“Figuriamoci se posso essere ac-

cusato di antisemitismo. E poinei post citiamo spesso artisti”.Prova a concentrarsi sullo spet-tacolo, per quel tour che vuoleportare avanti con altre date, inItalia e non (si vocifera di unadata a Bruxelles). Lavora alle ini-ziative di oggi. Nel pomeriggioterrà una conferenza stampa al-la Camera contro Equitalia, dicui tornerà a chiedere l’abolizio -ne assieme ad alcuni cittadini.Poi dovrebbe andare a PalazzoMadama, a “sostenere” i sena-tori contro la riforma del voto discambio. Ma nel giorno del postè bufera. In mattinata è mortoEmanuele Pacifici, padre di Ric-cardo, presidente della Comu-nità ebraica romana. Laura Bol-drini scrive: “La tristezza per lasua scomparsa è resa più pesan-te da chi ha voluto strumenta-lizzare il ricordo dello sterminioa fini di polemica politica”. Con-doglianze anche da Berlusconi,con accorata nota. Delrio repli-ca a Grillo: “Non c’è nessuna P2che abita a Palazzo Chigi, la P2 èstata una disgrazia”. Il capo-gruppo in Senato Maurizio Buc-carella prova a difenderlo: “Gril -lo parla per paradossi e analogie,se fosse fatta un’analisi seria deltesto si vedrebbe che non mira aoffendere: ma se qualcuno si èoffeso mi scuso”. Il fondatore diM5S riceve la deputata LauraCastelli, che gli consegna la ma-glietta # a b o l i re e q u i ta l i a . Alle19.40 esce e urla ai cronisti:“Grillo cosa ci dice di Renzi?”.Scompare in un minivan nero.Quindi arriva al Palalottomati-ca. E dal palco risponde: “PrimoLevi scrive un libro straordina-rio, prendo una sua poesia peronorare uno scrittore come lui,che dice di non abbassare mai latesta, e che succede? Prendonoquesta roba per depistare l’at -tenzione dal contenuto”.

Beppegrillo.it ieri: “P r o fan a z i o n e ”,

per la comunità ebraica

CHI RICORDA Mazzarò, il protagonista de La Ro-ba di Verga? Non gli piacevano i soldi, solo laterra. Come al tesoriere di Forza Italia Rocco Cri-mi (in foto), che denuncia “solo” 401 mila euro,ma ci aggiunge 21 fabbricati, 44 terreni e unafarmacia. Non se la passa male nemmeno la cen-trista Ilaria Borletti Buitoni, che ha appartamenti

disseminati tra Milano, Londra, l’Argentario e Varese. E pure unaLexus, due Fiat, un trattore e un rimorchio. Il neo ministro Ma -rianna Madia manca di poco l’entrata nel club dei 100 mila euro,ma dichiara quattro fabbricati (due in comproprietà) e un box,tutti nella Capitale. Raffaele Fitto (Fi) tra uliveti, opifici e appar-tamenti somma 17 proprietà; la sua collega di partito S te fa n i aPre st i g i a co m o , unita al marito, si ferma a 11. Ne ha poche ma benselezionate l’ex sindacalista Guglielmo Epifani: due proprietà aParigi (ma una è stata venduta quest’anno), una a Roma e un ter-reno. Dulcis in fundo, Niccolò Ghedini: 22 fabbricati e 5 terreni.

FA R M AC I STA- L AT I FO N D I STA

Il tesoriere di Forza Italiaha 44 terreni e 21 fabbricati

fattoa mano

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8 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

di Wanda Marra

Allarme rosso tra imagistrati: il go-verno vuole taglia-re gli stipendi pub-

blici e le toghe dovrebbero es-sere tra le categorie più col-pite. Si avvicina la data di ve-nerdì, giorno in cui il Cdm in-sieme agli 80 euro in più nellebuste paghe degli italiani do-vrebbe cominciare a varare lemisure per le coperture. Al-cune delle quali dovrebberoarrivare dal taglio degli stipen-di. Innanzitutto stabilendo untetto per i manager pubblici:nessuno potrà guadagnare piùdei 239 mila lordi annui cheprende Giorgio Napolitano.Ma tra le ipotesi allo studio diCarlo Cottarelli, commissarioper la spending rewiew e diPalazzo Chigi c’è quella di ta-gliare anche gli stipendi di di-rigenti e funzionari pubblici.In quale misura non è (anco-ra) dato saperlo. Cottarelli,nelle famose slide che poi lostesso Renzi ha derubricato aventaglio di proposte, avevaipotizzato una riduzione com-presa tra l'8% e il 12%. Ora letoghe sono in assoluto tra lecategorie più pagate: sono in347 gli avvocati dello Stato cheguadagnano intorno ai 269mila euro. I 448 Consiglieri diStato guadagnano intorno a180 mila euro. Lo stipendiomedio è di 131 mila euro an-nui. A fronte di questo, gli sti-pendi nella magistratura sonostabiliti per legge proprio persalvaguardare l’autonomia delpotere giudiziario da quellopolitico.

I N TA N TO , nelle varie magi-strature girano ogni tipo di vo-ci. Come quella che il governostarebbe addirittura pensandodi tagliare tra il 15 e il 30 percento le retribuzioni di chiguadagna oltre 75 mila eurolordi l’anno. Fatto sta che ve-nerdì c’è stata una riunione delComitato di Coordinamentofra le Magistrature e l’Avvo -catura di Stato. Il Comitato haavuto da ridire sul metodo esul merito. Fermo dissenso a“modifiche unilaterali della re-tribuzione, con riferimento adalcune soltanto delle categoriedel pubblico impiego”. Sulmerito, ha ricordato la senten-za della Corte costituzionale n.223 dell’ottobre del 2012, nellaquale, dopo che il governoMonti aveva provato ad abbas-sare gli stipendi, si ribadivache “l’attuale disciplina con-cernente il trattamento econo-mico della Magistratura e dellecategorie ad essa equiparate ri-sponde anche ad una fonda-mentale funzione di garanziadell’autonomia e dell’indipen -denza della medesima”. Come

ribadisce anche Maurizio Car-bone, segretario generale del-l’Anm, a fronte di queste ri-serve, esiste la disponibilità afarsi carico di una fase difficileper il paese. “Ma nessuno dinoi è stato consultato, vorrem-mo una sorta di concertazio-ne”. I sospetti poi sono tan-tissimi: sopra a tutti quello cheRenzi in realtà voglia toglierepotere alla magistratura.Un’altra cosa che allarma le to-ghe è che il taglio dovrebbe av-venire sulla parte fissa deglistipendi e non sulle indennità.

ROT TA M A Z I ON I

VIA SOLFERINO

Corriere, il sito weblancia la puntatadi Report su RcsLA TRASMISSIONE DELLA GABANELLI INDAGASUI CONTI DEL GRUPPO CON CUI COLLABORA

di Camilla Conti

Milano

II “che fai mi cacci?” di finiana memoria resta lì, sulla scri-vania di Ferruccio de Bortoli. Il direttore del Corriere della

S e ra non vuole dimettersi ma è stato di fatto sfiduciato dal-l’amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane e dagliazionisti di controllo, ovvero dalla Fiat. In via Solferino diconoche si continua a trattare sul prezzo della buonuscita con gliavvocati delle parti al lavoro da giorni. Mentre l’interessato hafatto sapere alla redazione che il suo stipendio annuo nonsupera il milione di euro, omettendo però l’entità dei bonus.De Bortoli non parla con Jovane da settimane.Nel frattempo la telenovela Rcs ieri è stata mandata in onda suRai3 dalla squadra di Milena Gabanelli nell’ultima puntata diReport dedicata appunto alla “battaglia di Solferino” e anti-cipata ieri proprio sull’home page del sito del Co r r i e re . Senza

paura, visto che oltre al con-tratto del direttore De BortoliJovane potrebbe essere tentatodi dedicarsi a quello della col-laborazione fra la Gabanelli el’azienda per le inchieste Re-portTime pubblicate sulla webtv del Co r r i e re . L’inchiesta diGiovanna Boursier parte dalpeccato originale del gruppoche nel 2007 compra la spagno-la Recoletos, tutto a debito e ca -

sh: un’operazione controversa,con un prezzo troppo alto, 1miliardo e 100. Poi arriva la cri-si e a fine 2012 Rcs si ritrova

con 800 milioni di debiti in scadenza con le banche, capofilaIntesa, che della Rizzoli è anche azionista nonché consulenteattraverso Banca Imi. Per rifinanziare le banche concordanoun aumento di capitale e la vendita di asset. Per questo i soci aluglio hanno versato 400 milioni e a dicembre Rcs ha vendutoal fondo Blackstone la sede storica del Corriere per 30 milioni.Tra molte polemiche sul prezzo e su come è stata gestita l'o-perazione. E con l’opposizione di De Bortoli. A condire lapuntata di Report interviste allo stesso De Bortoli, a Jovane, aDiego Della Valle e all’ad Fiat, Sergio Marchionne. Lo stessomanager che in pubblico difende l'investimento di Fiat in Rcs(“Nessuna intenzione di abdicare, se ci sono sfidanti si fac-ciano avanti”) ma in privato continua a considerare un im-piccio il pallino editoriale di John Elkann. “Perché avete sca-lato Rcs arrivando il 20,5%?”, gli chiede la Boursier. Rispostagelida di Marchionne: “Perché nessun altro comprava”.

di Tommaso Rodano

Comprereste un'auto bluusata, su eBay, da Matteo

Renzi e dal governo italiano?La risposta degli utenti sul sitodi commercio on line è affer-mativa. Le offerte fioccano e levendite procedono a ritmi so-stenuti. Eppure non mancaqualche anomalia. Nelle astevirtuali delle vetture di PalazzoChigi, le valutazioni delle mac-chine si gonfiano e si sgonfianoall'improvviso, con offerte(spesso fuori mercato) checompaiono e vengono ritiratein modo repentino e un po' so-spetto.

FACC I A M O un passo indietro.Le vetture di Stato in venditasono in tutto 151. Per ora sonostate piazzate le prime 33. Il to-

tale del denaro raccolto è di 254mila euro. Una media di 7.600per macchina. Fin qui tutto be-ne. Per accorgersi delle stranez-ze, si deve sfogliare la cronolo-gia completa delle offerte pre-sentate per ogni auto blu ven-duta. Una a caso: la Lancia The-sis Jtd del 2008 con 206 milachilometri e rotti nel motore. Èstata piazzata per 10.450 euro il7 aprile. Se si sfoglia l'elencodelle offerte, ce n'è una decisa-mente più alta del prezzo finale.Il 28 marzo, per la stessa mac-china, l'utente n***a aveva ri-lanciato fino a 14.000 euro. Duegiorni dopo, si è rimangiatol'offerta. È insolito, ma può ca-pitare, anche se la policy di eBaysu questo tipo di operazioni do-vrebbe essere piuttosto severa.Il ritiro dell'offerta, si legge sulsito, dovrebbe essere permesso

M I ST E R I

Le proposte

per le macchine si

gonfiano e si sgonfiano

in modo repentino:

e le valutazioni

c re s co n o

E BAY

solo in “circostanze ecceziona-li” (spiegate con dovizia di par-ticolari e con la promessa diprendere provvedimenti:“eBay effettuerà indagini ap-profondite sui ritiri delle offer-te, l'abuso di questa opzionepuò risultare in una sospensio-ne dell'account”). Il fatto è chequeste “circostanze ecceziona-li” compaiono in quasi tutte leaste per le auto blu del governo.Altro esempio: un’Alfa Romeodel 2001 con 94 mila chilometriè stata veduta per 3020 euro il12 aprile. L'8 aprile l'utenter***l aveva presentato un'offer-ta di 5.400 euro, cancellata ilgiorno stesso, dopo una man-ciata di ore. Addirittura f***e(che eBay specifica essere, sta-volta, un “utente non registra-to”) aveva lanciato una propo-sta folle di 30 mila euro, durata

il tempo di una giornata. E an-cora: l'Alfa 166 del 2007, acqui-stata il 6 aprile per 7.100 euro,era stata oggetto di una serie dirilanci ben oltre la cifra dell'af-fare finale: 8 mila, 9 mila e an-che 10 mila euro. Tutti scom-parsi. Come nella stragrandemaggioranza degli altri casi.

Q UA LCO SA , nella gestione diqueste aste, deve essere andatostorto, permettendo di parteci-pare anche a chi non era dav-vero interessato e facendo lie-vitare per qualche ora la valu-tazione delle vetture. Per fortu-na, il gruzzoletto delle auto blunon sarà una delle voci decisivedella prossima spending re-view: non ci sarà bisogno, in-somma, di manovre correttiveogni volta che qualcuno si met-te a giocare su eBay.

Le strane offerte per l’asta delle auto blu

Misura, per inciso, che potreb-be indurre molti ad andare inpensione.In realtà da Palazzo Chigi fan-no sapere che non sarannocerto solo i magistrati a subiretagli del genere, ma un po’ tut -te le categorie. Tra le ipotesiallo studio, c’è una riduzioneprogressiva degli stipendi deidirigenti pubblici superiori a70-90 mila euro. Ci dovrebbeentrare sicuramente il corpodiplomatico. Forse anche leAuthority. Sempre che il taglioai magistrati si possa applica-

re. Perché per diminuire i lorostipendi ci vorrebbe una legge.Un decreto? Difficile: dove so-no le caratteristiche di urgen-za?

PALAZZO CHIGI ha cercatointanto un’interlocuzione colpresidente della Consulta, or-gano costituzionale che nonricade sotto la sua giurisdizio-ne: Gaetano Silvestri guada-gna 545.900 euro annui. Daparte sua ci sarebbe stata unacerta disponibilità a ragionaresu un’auto riduzione. Va da sèche una decisione del genereprodurrebbe un effetto a ca-scata. E infatti molti dei Con-siglieri di Stato a Palazzo Chigihanno fatto notare che un ta-glio che si porta dietro ovvia-mente riduzioni per tutti po-trebbe dar vita alla sollevazio-ne della categoria.

Le riduzioni

si studiano su

vari livelli di

re t r i bu z i o n e

La Pre ss e

Auto blu La Pre ss e

Fiona Maycandidataper Nardella

DAL PDL ”mi chiesero se ero di-sponibile a candidarmi con loro edissi di no; risposi che ero ‘l u s i n-gata, ma no, grazie’, come si fa disolito. È vero che in Inghilterra erolegata alla destra, perché sono cre-sciuta con la Thatcher negli anni 80,in Italia non sono politicamente le-

gata a nessuno”. Così, la campio-nessa di salto in lungo, Fiona May –a capo della lista civica in sostegnoal candidato del Pd a sindaco di Fi-renze, Dario Nardella, alle Comu-nali del mese prossimo – ha rispo-sto ai cronisti che le chiedevano, nelcorso della presentazione della li-

sta, se in passato si fosse sentitavicina al centrodestra. L’atleta, nel2008, fu a un passo dall’accettare lacandidatura del Pdl alle elezioni po-litiche, ma poi rifiutò perché, disse,“le attività che svolgo non sareb-bero compatibili con un serio im-pegno politico”. Sul punto, sempre

nel corso della presentazione, è in-tervenuto lo stesso Nardella: “Nonho mai sentito dichiarazioni per ilPdl da parte di Fiona May – ha af-fermato – L’unica cosa che mi hacolpito di lei è che ha detto di no aBerlusconi in un periodo in cui aBerlusconi dicevano tutti di sì”.

M agi s t rat i in allarme:stipendi a rischio tagliIPOTESI AL VAGLIO DI PALAZZO CHIGI. RENZI POTREBBE RIUSCIRE DOVE B.(E MONTI) HANNO FALLITO. L’ANM PROTESTA: “NON SIAMO STATICONSULTATI. IN BALLO L’AUTONOMIA DEL POTERE GIUDIZIARIO”

LE MAGISTRATURE

1 8 0.9 8 8

1 70. 8 4 4

1 3 3 .1 76

26 8 .9 1 3

Avvocatura dello Stato

M a g i s t ra t i

Consiglio di Stato

M a g i s t ra t i

Corte dei conti

M a g i s t ra t i

Magistratura ordinaria

M a g i s t ra t i

Magistratura militare

M a g i s t ra t i 1 53 .761

Ferruccio de Bortoli Dlm

Page 9: Martedì 15 aprile 20 14 1,30 MORETTI E MARCEGAGLIA · di Marco Travaglio Fra i titoloni dei paginoni dedicati dai giornaloni alla notizia sconvolgente del passaggio di ... modiava

9il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

Gemayel sconfessala missione per Putindi Marcello

LA “N OT I Z I A” l’aveva tirata fuori Re p u b b l i ca .Marcello Dell’Utri sarebbe stato inviato in Libanoda Silvio Berlusconi ”per sostenere la campagnadi Amin Gemayel su richiesta di Vladimir Putin”.La stranezza della mediazione affidata a un quasicondannato in via definitiva per mafia (sul qualepende ad oggi un mandato d’arresto), ieri è statasmentita da Forza Italia. Ma non solo. L’ufficio

stampa del presidente del partito libanese delleFalangi, Gemayel (nella foto) “s m e n t i s ce ” in unadichiarazione “il presunto ruolo del presidenterusso Vladimir Putin e dell’ex presidente italianodel Consiglio Silvio Berlusconi nel sostenere Ge-mayel alle prossime elezioni presidenziali”. Nonc’è dunque nessuna copertura politica alla fuo-riuscita di Dell’Utri dal Paese.

di Sandra Rizza

La sentenza di Cas-sazione che, comelui stesso ha detto,“dopo vent’anni di

calvario” deciderà della suavita, Marcello Dell’Utri l’a-spetterà questa mattina a Bei-rut in una cella non troppoangusta, descritta più comeun appartamentino che comeuna camera di sicurezza. Ilfondatore di Publitalia resta,infatti, in stato di arresto, epotrebbe rimanervi fino alladecisione sull’estradizione. Loha spiegato ieri all’Ansa il pro-curatore generale della Cassa-zione libanese Samir Ham-moud, precisando che il co-dice locale non prevede l’u-dienza di convalida. “Fino allaricezione del dossier con la ri-chiesta di estradizione – ha di-chiarato Hammoud – non hol’obbligo di vedere il detenutoper un’udienza”.

IL MAGISTRATO ha poi illu-strato i passi successivi, secon-do la procedura libanese: “Do -vrò presentare al ministro del-la Giustizia una relazione conparere favorevole o contrarioalla richiesta di estradizione.Sarà infine il potere esecutivoa prendere la decisione finalecon un provvedimento firma-to anche dal primo ministro edal presidente della Repubbli-ca”.Dopo il fermo di sabato scor-so, scattato in una camera del-l’albergo Phoenicia, al centro diBeirut, Dell’Utri è rinchiuso

nella sezione dei servizi di in-telligence del comando di Po-lizia. L’ex senatore del Pdl è inisolamento: non può riceveregiornali, nè guardare la tele-visione, ma gli è stato consen-tito di ricevere la visita dei fa-miliari. La moglie MirandaRatti e il figlio Marco, che do-menica si erano precipitatinella capitale libanese, ieri po-meriggio lo hanno incontratoper circa un quarto d’ora, por-tandogli farmaci e soprattutto

alcuni libri. Ed è in compagniadei suoi volumi che, questamattina, il detenuto eccellenteaspetterà di conoscere il ver-detto della Cassazione.Anche se non è affatto dettoche la Suprema Corte si pro-nunci oggi: i difensori di Del-l’Utri risultano, infatti, en-trambi ammalati. Dopo la ri-chiesta di rinvio presentata lasettimana scorsa dall’avvocatonapoletano Massimo Krogh,ricoverato in clinica, anche ilpenalista di Palermo GiuseppeDi Peri ha fatto pervenire apiazza Cavour un certificatomedico che attesta la sua tem-poranea indisposizione, invo-cando lo slittamento del ver-detto.

STAMANE la prima sezionepenale, presieduta da MariaCristina Siotto (il magistratoche di recente ha proscioltoNiccolò Pollari e Marco Man-cini per il caso Abu Omar),dovrà decidere se celebrarel’udienza senza i legali o se fis-sare una nuova data in attesadella loro guarigione. E il rin-vio (che dovrebbe comunque“congelare” la prescrizione,pronta a scattare il primo lu-glio) a questo punto, appare lasoluzione più probabile.Lui, il fondatore di Publitalia,nel frattempo non ha perso ilsuo aplomb. Secondo indiscre-zioni, avrebbe affidato la suadifesa in Libano ad un avvo-cato locale, Nasser Al Khalil,che però non ha ancora con-fermato l’incarico. Alla mo-glie, Dell’Utri ha detto di es-

sere “trattato bene” ed è ap-parso di “buon umore”. Fontidella polizia di Beirut lo hannodefinito “imperturbabile”, co-me del resto Dell’Utri è sem-pre stato anche nelle aule digiustizia a Palermo, dove hapartecipato a quasi tutte leudienze dei tre processi (unodavanti al Tribunale e due allaCorte d’appello) che ora at-tendono la pronuncia defini-tiva della Cassazione. Tre so-no le possibilità della corte Su-prema: la prima è la confermadel verdetto d’appello e dun-que la condanna a 7 anni per ilconcorso in associazione ma-fiosa. In questo caso, la pro-cura generale di Palermo do-vrebbe disporre un nuovo or-dine di carcerazione per Del-l’Utri, in esecuzione della con-danna, ed entro 30 giorni scat-terebbe la richiesta di estradi-zione che già da sabato scorsoil ministro della Giustizia An-drea Orlando assicura di averavviato “con procedure ur-genti”. La seconda possibilità èche la Cassazione annulli lacondanna: in tal caso Dell’Utritornerebbe libero. La terzapossibilità è l’annullamentocon rinvio: se questa eventua-lità si avverasse, l’ex senatoredel Pdl dovrebbe essere pro-cessato per la quarta volta etoccherebbe nuovamente al-l’autorità giudiziaria di Paler-mo la decisione di confermareo revocare la richiesta di ar-resto.L’Italia e il Libano sono legatida un trattato di assistenzagiudiziaria che risale al 1970ed è in vigore dal ‘75. E se èvero che il reato di concorso inassociazione mafiosa non esi-ste nel codice libanese, è anchevero che l’articolo 16 del trat-tato dice che l’estradizione èpossibile per gli imputati cherischiano una pena di “almenoun anno per crimini o delittipuniti dalle leggi delle particontraenti”. La posizione diDell’Utri rientra in questa ca-sistica.

IN LIBANO

Il fondatore

di Publitalia è in cella

Per l’e s t ra d i z i o n e

occorre il rapporto del

ministro della Giustizia

e il parere del Presidente

IL FUGGITIVO L’ex sena-

tore del Pdl, Marcello Dell’Utri.

Non candidato nel 2013 Ansa

di Giuseppe Lo Bianco

Per superare le contraddizioni interne all’an -timafia dei litigi e delle “star” che rischiano di

farlo implodere, il Pd siciliano pesca dal cilindrodelle candidature europee il nome di GiovanniFiandaca, ex componente del consiglio superioredella magistratura, il giurista palermitano co-au-tore di un saggio che giustifica e legittima la trat-tativa Stato-mafia e che fu docente di diritto pe-nale dell’allora studente Antonio Ingroia che l’al -tro ieri non ha esitato ad accostare la sua candi-datura alla fuga di Dell’Utri in Libano: “Le duecose sembrerebbero estranee ma a legarle vi è unfilo conduttore – ha detto Ingroia – la delegitti-mazione del processo sulla trattativa e di chi è inprima linea nella lotta contro la mafia”.

E SE PER INGROIA Fiandaca è “uno degli ispira-tori dell’attuale formulazione del 416 ter pratica-mente inutile”, i suoi giudizi taglienti boccianol’antico professore e l’antimafia scelta dal Pd perricompattarsi, gettando acqua sul fuoco degli en-tusiasmi del segretario regionale dei dem che nella

candidatura del docente palermitano vede addi-rittura l’apertura di una nuova fase politico cul-turale del partito: “Adesso inizia la stagione dellanuova antimafia”, esulta infatti Fausto Raciti, cheinsieme a Davide Faraone ha proposto al profes-sore di entrare in lista proprio al suo posto, con labenedizione della parte del Pd siciliano che vedeCrocetta come il fumo negli occhi, dal patriarca diEnna Mirello Crisafulli al candidato trombatoAntonello Cracolici, che in un twitter ha definitola candidatura del giurista “la migliore risposta al-la mia esclusione”. Un’investitura che, nonostantei buoni auspici del renziano Davide Faraone, è ap-parsa insufficiente allo stesso Fiandaca, che ierimattina si mostrava ancora scettico facendo fil-trare la sua probabile rinuncia dettata all’Ansa da

un gruppo di docenti a lui vicini, motivata dal fattoche il suo nome “aveva trovato il consenso dei gio-vani del Pd mentre nessun segnale è venuto dallasegreteria nazionale del partito”. Segnale arrivatonel pomeriggio, quando Fiandaca ha sciolto po-sitivamente la riserva, “dopo avere ricevuto le sol-lecitazioni del vice ministro dell’Interno FilippoBubbico e dell’onorevole Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd”, come recita una nota diffusa dalsuo staff. “Non è facile per me lasciare i libri e in-terrompere il contatto con gli studenti – è la di-chiarazione a caldo del professore – la Sicilia viveun momento drammatico dal punto di vista eco-nomico e sociale, ma ancor di più sul versante cul-turale e politico; confido che la mia candidatura,che interpreto ispirata a una prevalente esigenza di

coesione all’interno del pd sici-liano e nazionale, possa dare uncontributo per aprire una nuovastagione per lo sviluppo della Si-cilia nel quadro dell’Europa”. Ilprofessore guarda a quel che re-sta dell’imprenditoria sana del-l’isola ed tra le sue prime inizia-

tive elettorali ha inmente di lanciareun appello alle for-ze sane e produtti-ve dell’isola, comeha annunciato ilsuo staff in un smsinviato ieri pome-

riggio ad Antonello Montante, presidente regio-nale di Confindustria. Per scrollarsi di dosso l’im -magine di uomo del “giustificazionismo trattati-vista”, e smentire, come sostiene Ingroia, che lasua candidatura (e la fuga di Dell’Utri) dimostra-no “che c’è la precisa volontà di mantenere, nel-l’immaginario collettivo, la visione della mafia incoppola e lupara e di delegittimare tutti coloro che,invece, considerano la mafia dei colletti bianchiancora più pericolosa”, Fiandaca ha tra qualchegiorno un’occasione irripetibile: gli basterà votarea favore, in consiglio di facoltà, a Giurisprudenza,dell’intitolazione dell’atrio ai giudici Falcone eBorsellino, morti per non avere accettato alcun ti-po di trattativa; finora, denunciano gli studenti, ilprofessore avrebbe mostrato perplessità.

L’ULTIMA BATTAGLIA

Autore di un recente libro contro il processo giudiziario

al patto tra Stato e Cosa Nostra, per Raciti, segretario

regionale dem “inizia la stagione della nuova antimafia”

Giustifica la Trattativa, il Pd lo candidaIL PROFESSOR FIANDACA LANCIATO ALLE EUROPEE PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA LE CORRENTI SICILIANE

Il giurista Giovanni

Fi an d a c a ,

candidato del Pd

Dell’Utri è a BeirutMa a Roma si decidese aiutò la mafiaLA SENTENZA DELLA CASSAZIONE È FISSATA PER OGGII LEGALI DELL’EX SENATORE SONO MALATI. RISCHIO RINVIO

ALLA SBARRA

Ècorrettamente motivata la durata di due annidi interdizione dai pubblici uffici, emessa a

carico di Silvio Berlusconi nell’ambito del processoMediaset per frode fiscale, in considerazione dellagravità della vicenda, compreso il “peso” dei reatiprescritti. Lo sottolinea la Cassazione nelle mo-tivazioni di conferma del verdetto di merito. Chespiega pure come la somma dell’interdizione comepena accessoria e della legge Severino può essereapplicata “contestualmente, avendo come riferi-mento fonti normative diverse”. Le motivazionialla decisione con cui il 18 marzo scorso ha con-fermato i 2 anni di interdizione dai pubblici ufficiper Berlusconi come pena accessoria alla condan-na a 4 anni per frode fiscale nel processo Mediasetfornisce anche un’altra cattiva notizia per Berlu-sconi: “Per tale arco temporale, la limitazione deidiritti di elettorato dell’imputato è unica, pur es-sendo diverse le fonti normative di riferimento: ilche esclude il prospettato cumulo delle sanzioniche rende, dunque, del tutto superfluo il rinviopregiudiziale alla Corte di giustizia”.

M O T I VA Z I O N I M e d i a s et

“Inutile ricorso Ue”

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10 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNABando di gara

Questo Ente indice una procedura aperta con il criterio diaggiudicazione dell’offerta economicamente più vantag-giosa per la progettazione del Polo Scientiico in San Giu-liano Terme. Valore complessivo: € 500.000,00. Terminericezione offerte: 23/05/2014 ore 12:30. RUP: Geom. Mas-simo Mammini. Info: https://start.e.toscana.it/santanna-normale/ e www.sssup.it. Invio GUCE: 01/04/2014.

Il Direttore Generale Dott. Luca Bardi

RU 486: a Torinoaperta indagineper omicido colposo

di Elisabetta Ambrosi

Dopo la notizia delloscambio di provet-te, il centralino delPertini di Roma è

stato preso d’assalto da telefo-nate di genitori terrorizzati pas-sati per l’Unità di fisiopatologiaper la riproduzione e sterilitàdell’ospedale romano. Mentresi attendono i risultati dellaCommissione d’inchiesta volu-ta da Zingaretti, che ha chiusoprecipitosamente il centro do-po la scoperta del caso – “che,forse, si poteva evitare, visto cheil Lazio resta l’unica regione inItalia che ancora non ha ema-nato le autorizzazioni dei centriper l’applicazione di tecniche diPma, spiega il segretario dell’as -sociazione Luca Coscioni Filo-mena Gallo – il ministero dellaSalute ha cercato di rassicurarele migliaia di coppie che ognianno rivolgono ai centri specia-lizzati (“Le normative nazionaliche attuano le direttive europeesono molto rigorose”).

Ma quanto davvero elevato è ilrischio di uno scambio di em-brioni al momento dell’impian -to? Secondo gli esperti, questapossibilità resta minima. “Ilproblema dell’identificazionenell’ambito della procreazioneassistita non viene considerataun’area critica perché in generebastano buone pratiche di base– come braccialetti o codici abarre – per evitare errori”, spie-ga Riccardo Tartaglia, Direttoredel Centro Gestione RischioClinico e Sicurezza del Pazien-te, che proprio in questi mesi stamettendo a punto, insieme adAgenas, l’Agenzia nazionaleper i servizi sanitari, una check

list dei punti critici che verràfornita a tutti i centri di procrea-zione assistita. “Ovviamente,come dimostra il caso di Roma,le conseguenze sono molto gra-vi, per questo consiglio a chi sirivolge ai centri di chiederesempre conto delle proceduredi sicurezza adottate. Ma l’a-spetto più delicato riguarda inrealtà la carenza di informazio-

ni alla coppia sulla complessità,e le complicazioni, del percorsoche stanno iniziando”.

RESTA IL FATTO CHE, la fiduciadei cittadini nei confronti deimedici è in calo costante, men-tre cresce esponenzialmente ilnumero di cause legali che staprovocando un aumento inso-stenibile dei costi assicurativiper medici e strutture sanitarie.“Il problema non sta nel nume-ro di errori derubricati sottol’errata definizione di “malasa -nità” (che riguarda semmai cor-ruzione e i casi di reato, comeper la clinica degli orrori SantaRita)”, spiega il prof. MaurizioCatino dell’Università di Mila-no Bicocca. “Secondo i dati, in-fatti, in linea con gli altri paesi,circa tre pazienti su cento subi-scono un errore, che però – at -tenzione – spesso può significa-re solamente un allungamentodella degenza. È importanteinoltre ricordare che gli errorinon sono “colpe” intenzionali,ma spesso sono conseguenze di

GLI ESPERTI

Il fenomeno

dello scambio in culla

o del materiale biologico

è statisticamente raro,

ma genera forte stress

p s i co l o g i co

Una sala maternità Ansa

UN GIORNO IN ITALIA

Paura in provettae nuovi test di controlloDOPO LO SCAMBIO DI EMBRIONI ALL’OSPEDALE PERTINI DI ROMA, CENTRALINIPRESI D’ASSALTO DAI GENITORI E VERIFICHE GENETICHE PER LE COPPIE IN CURA

IL REATO che accompagna il fasci-colo di indagine aperto dalla Procuradi Torino sul caso della donna di 37anni morta la scorsa settimana do-po un’interruzione volontaria di gra-vidanza con la pillola Ru486 è omi-cidio colposo. Si tratta di una sem-plice ipotesi di lavoro: in questo mo-

mento non ci sono indagati e nem-meno sospettati. L’autopsia non haprodotto chiarimenti significativi.Bisognerà aspettare l’esito dei testistologici e tossicologici, che saran-no eseguiti nelle prossime settima-ne. Ieri i carabinieri del Nas hannovisitato l’ospedale Martini per alcu-

ni accertamenti: hanno acquisito lacartella clinica e ascoltato FlavioCarnino, primario di ginecologia, eAlessandro Lauricella, il medico cheaveva in cura la donna. “Entrambi –spiega Paolo Simone, direttore sa-nitario dell’Asl 1 – hanno risposto al-le domande con tranquillità”.

sistemi di etichettatura e di ri-conoscimento dell’informazio -ne sbagliati (ad esempio due far-maci dall’aspetto identico)”. Larichiesta di risarcimenti da partedi cittadini danneggiati è sba-gliata? “No. Ma va ricordato cheoggi un medico ha più possibi-lità di un affiliato della ‘ndran -gheta di andare sotto processo.Questa pressione mediati-co-giudiziaria, favorita da alcu-ni avvocati spesso senza scrupo-li che si aggirano per gli ospe-dali, produce un aumento dellamedicina difensiva. Il che signi-

fica che, mentre nessuno vuolefare più il chirurgo, i medicispingono per esami inutili espesso dannosi, oppure si rifiu-tano di operare i casi più a ri-schio, ad esempio un anzianocon molti bypass”. Come si esceda questo circolo vizioso? “Biso -gnerebbe, come in parte ha fattoil decreto Balduzzi, escludere ilreato penale per gli errori invo-lontari. Ma soprattutto ci vor-rebbe una maggiore comunica-zione. Basti pensare che oggi an-cora il medico che, magari spor-co di sangue, esce dalla sala ope-

ratoria non sa né come comu-nicare, né a chi comunicare ciòche è successo”.

NEL FRATTEMPO, i campionibiologici dei due feti conservatial Sant’Anna di Roma, dove lacoppia coinvolta nel presuntoscambio si è recata per una vil-locentesi, saranno comparaticon il dna di tutte le 4 coppie chehanno effettuato la procedure difecondazione assistita al Pertinidi Roma lo scorso 4 dicembre,quando si sarebbe verificato ilpresunto scambio.

di Silvia D’Onghia

Era lì a raccogliere le bom-be carta e i petardi lanciati

dai manifestanti, per poterlianalizzare e anche perché nes-sun altro si facesse male. Diprofessione fa l’artificiere, nonè un uomo abituato all’ordinepubblico. E invece si è trovatoin mezzo agli scontri, con queiragazzi a terra, abbracciati, e letelecamere troppo vicine. È stato luistesso a riconoscersi in quelle imma-gini, girate da Servizio Pubblico e riman-date ossessivamente sul web. E così ierisi è presentato in Questura: sono io,sono quel poliziotto col giubbotto di

pelle e i pantaloni color tabacco che salecon l’anfibio sul corpo della ragazzastesa a terra, ormai immobilizzata. “Uncretino ancora da identificare – avevainvece detto in mattinata intervenendoa Perugia al congresso nazionale del

Silp Cgil il capo della Polizia, Alessan-dro Pansa –. Tutti quanti gli altri vannoapplauditi per come hanno operato eper come hanno agito, con grandissimacorrettezza, mantenendo l’ordine pub-blico e non eccedendo assolutamente,esercitando la forza nei limiti correttidi come è previsto dall’ordinamento”.“Cretino” non è una parola leggera dausare per un capo della Polizia, abituatatroppo spesso a sotterrare, invece che adisseppelire i propri scheletri. Oggi laquestura invierà una relazione sul casoalla Procura di Roma, che aprirà un fa-scicolo, diverso rispetto a quello sulleviolenze compiute dai manifestanti.Prima che l’uomo si facesse avanti, nel-l’ambiente già circolava l’ipotesi che

potesse trattarsi di un uomo dei repartispeciali. La Questura aveva annunciatola volontà di fare piena luce sull’epi-sodio: “Ci sarà un’attività ispettiva perricostruire da varie angolature le im-magini – aveva spiegato il Questore,Massimo Mazza –. In quelle che io hovisto si vede una persona calpestata. Ri-costruiremo esattamente l’episodio evedremo quali misure adottare”. Biso-gnerà soprattutto capire se si è trattatodi un gesto volontario o nato dalla con-fusione del momento.Sull’altro fronte, invece, le indagini so-no già andate più avanti: ieri il pm Al-bamonte ha deciso la custodia caute-lare in carcere per due dei manifestantifermati e i domiciliari per gli altri due.

Ragazza calpestata, artificiere si riconosce nel videoSCONTRI IN PIAZZA, L’AGENTE SI È PRESENTATO IN QUESTURA DOPO ESSERSI VISTO NELLE IMMAGINI DI “SERVIZIO PUBBLICO”. PANSA: “UN CRETINO”

L’agente in borghese sotto accusa

Ha scritto tre messaggi su WhatsApp alle sue ami-che più care la ragazzina di 14 anni che nella

notte tra domenica e lunedì ha deciso di farla finitabuttandosi giù dal balcone a Venaria, vicino Torino.Sono messaggi in cui la ragazzina non spiega il perchédel suo gesto. Saluta, scrive “Ti voglio bene” alle sueamichette più care. I messaggini sono al vaglio deicarabinieri di Venaria che stanno ascoltando fami-liari e compagni di classe, e hanno sequestrato il pc. Lamadre della 14enne ha riferito che domenica sera lafiglia era apparsa “normale”, e che, come faceva tuttele sere, aveva portato fuori il cane per poi ritirarsi nellasua stanza.

È PROBABILE CHE la ragazzina si sia buttata intornoalle due e mezza di notte dalla finestra all’altezza delsesto piano. Non si conoscono i motivi del gesto. Dicerto la 14enne usava la chat “Ask.fm”per comunicarecon altri adolescenti. Qui la ragazza non ha scrittomessaggi che avrebbero potuto far ipotizzare un sui-cidio: ce n’erano alcuni che si riferivano alla sua vo-lontà di passare una bella estate, altri in cui esprimevail suo amore per la musica rap o il suo affetto per lamigliore amica. In altri ancora faceva cenno a una de-lusione d’amore, ma si tratta di messaggi senza rife-rimenti a gesti autolesionistici.

IN ALTRI POST PERÒ la ragazzina manifestava un cer-to malessere. Mesi fa aveva ricevuto messaggi violenti:“Cesso, vatti a nascondere, dimostri dieci anni, sei unavergogna?. Lei, riferiscono le amiche, si sentiva bruttae spesso inadeguata, anche perché una malattia car-diaca di cui soffriva dalla nascita le aveva causato unosviluppo fisico diverso dai coetanei. Insomma una ra-gazza mingherlina, più piccola e meno appariscentedelle compagne più popolari a scuola. Nulla di troppodiverso però, ritengono gli inquirenti, da quello checapita ad altri adolescenti, e nulla che possa, secondoloro, ritenersi strettamente collegato con il gesto delsuicidio. Ma impressiona la somiglianza con il casoche due mesi fa sconvolse Cittadella, un centro in pro-vincia di Padova: anche lì una studentessa di 14 anniinsultata su Ask.fm decise di farla finita gettandosi daltetto di un hotel chiuso e abbandonato.

14 ANNI Insulti sul web

si lancia dalla finestra

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11il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

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Schettino: “Ci stavaquesto scoglietto,l’ho preso a poppa”

NUOVE UDIENZE per la Costa Concor-dia, e nuove verità. “Schettino mi pro-pose di dire alle autorità che a causa diun blackout aveva fatto una collisione.Ma io dissentii fortemente, mi arrabbiai.Era una cosa differente e falsa rispetto aquanto mi aveva raccontato prima, ecioè che aveva urtato uno scoglio e che

la nave si era allagata” ha detto il capodell’unità di crisi Roberto Ferrarini.Schettino aveva addossato la scelta del-l’inchino all’ex comandante Palombo: “Iosono passato sotto l’isola del Giglio, qua!C’è stato il comandante Palombo ...m’hadetto: passa sotto, passa sotto. Sonopassato sotto, qua, ho preso con la pop-

pa un basso fondale. Sono... guarda iosto a morì, non mi di’, non mi dire nulla. Ioper accontentà ‘sto marrone, io ho fattoquesta cosa”. “Sono passato che alla fineci stava questo piccolo scoglietto qui -diceva Schettino -. Mò alla fine, mò stia-mo in black out che abbiamo dato unabotta con la poppa”.

Sulla Variante di vali-co si indaga ancora.La Procura della Re-pubblica di Bologna

ha infatti aperto un’inchiesta esta effettuando i primi accer-tamenti su un nuovo frontedella grande opera appennini-ca, che affiancherà l’Autostra-da del Sole nei collegamentitra Bologna e Firenze. Ierimattina, il pm Rossella Pog-gioli ha effettuato un breve gi-ro all’interno della galleriaSparvo. Con lei c’erano fun-zionari della Asl di San Laz-zaro di Savena. La notizia deiproblemi alla struttura era sta-ta data dal Fatto Quotidiano, loscorso 22 marzo.Il tunnel Sparvo, lungo quasidue chilometri per ognunadelle due canne, è uno dei tan-

ti scavati per la nuova auto-strada. Ma da diverso tempo,per decine di metri, ha comin-ciato ad avere dei problemi,causati da una frana che fapressione sulle sue pareti. Iltunnel, il cui scavo è stato pro-gettato dalla ditta Rocksoil(quella dell’ex ministro Pietro

Lunardi) è stato “bucato” or-mai per intero, ma i lavori dirifinitura dell’opera (manca-no ancora i bypass tra unacanna e l’altra) sono stati so-spesi momentaneamente perevitare possibili rischi per glioperai.L’appalto per lo scavo dellagalleria Sparvo è affidato a unraggruppamento di diverseimprese: la Toto Costruzioni,la Vianini del gruppo Calta-girone e la Profacta. I costrut-tori hanno sempre sostenutodi aver fatto presente alla so-cietà concessionaria dell’ope-ra, Autostrade per l’Italia (del-la famiglia Benetton), che iltracciato progettato per la gal-leria presentava delle criticità:il rischio infatti, scavando del-le gallerie così poco profonde,

SALGONO I COSTI

Sarà necessario

costruire un apposito

rivestimento metallico

lungo le pareti messe

a rischio dalla pressione

degli smottamenti

VARIANTE DI VALICO: LA PROCURA

INDAGA SUL TUNNEL CHE FRANAAPERTO UN NUOVO FASCICOLO SULL’AUTOSTRADA CHE COLLEGHERÀ BOLOGNAE FIRENZE. COME DENUNCIATO DAL “FAT TO ”, LA GALLERIA “S PA RVO ” PERDE PEZZI

UN GIORNO IN ITALIA

era quello di risvegliare le fra-ne andando a scavare proprionella loro pancia. Così ora, nelcaso della Sparvo, per sistema-re i danni alla galleria sarà ne-cessario costruire un nuovorivestimento metallico lungola parte della galleria messa arischio. E questo potrebbe co-stare ad Autostrade, e indiret-tamente, ai cittadini che pa-gano i pedaggi, svariati milio-ni di euro.

IL LAVORO DELLA PROCURA(per ora da quanto trapela èsolo un fascicolo conoscitivo),si va ad affiancare al caso, an-che giudiziario, della frana diRipoli. Il borgo montano è in-fatti posto sopra un’altra dellegallerie della Variante, la Valdi Sambro e una frana, risve-

gliata dagli scavi, lo sta facen-do scivolare lentamente versovalle. Per questo caso, dopouna lunga inchiesta giudiziariaper frana e disastro colpososempre rimasta iscritta a ca-rico di ignoti, il sostituto pro-curatore Morena Plazzi avevachiesto l'archiviazione. E ora siattende la decisione del Gip.Nonostante ciò, una consulen-za tecnica aveva certificato che

quella frana era stata risveglia-ta dagli scavi. Il paese avevainiziato a muoversi da pochimillimetri a decine di centime-tri l’anno. La frana di Ripoliinoltre, da tempo ha messo inmovimento anche i piloni delviadotto della vecchia (masempre trafficata) Autosole amonte di Ripoli, scivolata ver-so valle di quasi 15 centimetriin due anni e mezzo.

Ag r i g e n to

GIÙ IL PALAZZO DI CAMILLERILa Soprintendenza di Agrigento gli aveva negato il pianodi recupero, e Salvatore Burgio, proprietario dellostorico Palazzo Montagna a Porto Empedocle, l’haabbattuto per il timore di crolli sulla strada. Il palazzoispirò Andrea Camilleri per “Un filo di fumo” Ag r i g e n to O g g i . i t

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12 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

di Caterina SofficiLondra

Igiornali lo hanno chia-mato S ex m i n s te r , ovverosexgate a Westminster.La settimana scorsa

Channel 4 ha mandato in ondaun documentario nel qualeuna settantina di dipendentidella Camera dei Comuni (as-sistenti, commessi, portabor-se) raccontano di essere statimolestati dai parlamentari,che dopo una certa ora si dan-no alla bella vita dentro i cor-ridoi e nelle altere stanze delParlamento più vecchio delmondo, dedicandosi a sesso ealcool... I riflettori sono pun-tati sul partito del premier Da-vid Cameron, perché i parla-mentari beccati con le mani inzona mutande sono tutti tory ea un mese dalle elezioni euro-pee, i sondaggi danno il partitoin picchiata: 29%, contro il 35% del Labour e un 20 % deglieuroscettici e indipendentistidell’Ukip.

IN VERITÀ, IERI MATTINA ilDaily Mail citava un altro son-daggio dove l’Ukip sarebbe ad-dirittura al secondo posto, maCameron pare non preoccu-parsene troppo, visto che èpartito con la famiglia per unasettimana di vacanza pasqualealle Canarie. Ogni giorno è unagrana nuova per Cameron: do-po le dimissioni di Maria Mil-ler da ministro della Cultura

per il rimborso delle spese delmutuo, l’Independent ha rivela-to la ragione delle dimissioni ingran segreto, avvenute qualchesettimana fa, di tal Iain Corby,alto funzionario dei tory. Du-rante la Convention del partitoa Manchester nel 2011, Corbyavrebbe gozzovigliato a spesedel partito nella penthouse del -l’albergo a 4 stelle organizzan-

do festini e orge, a base di alcole scambi omosex ed etero. Ungran bordello, insomma, condettagli piccanti, rivelati dasms spiattellati sui giornali.“Mi sto godendo la penthouse”scrive il tapino. E nessuno siscandalizzerebbe se non fosseche l’albergo era pagato con ifondi del partito conservatore,quindi – questo il grande so-

spetto – con i soldi dei generosicittadini contribuenti.Come se non bastasse, la set-timana scorsa è stato assoltoNigel Evans, deputato gay, an-che lui tory, dimessosi l’annoscorso da vicepresidente delParlamento dopo un’accusa diabusi e stupro da parte di settegiovani uomini, stagisti e ricer-catori di Westminster.In un’intervista alla Bbc Evanssi è scagliato ieri contro il climada caccia alle streghe sulle pra-tiche sessuali dei parlamentarie ha detto di non credere che ilParlamento di Westminster sisia trasformato in S ex m i n s te r .Ha confessato di aver pensatoal suicidio durante gli 11 mesidel processo e ha chiesto l’a-pertura di una indagine sulmodo in cui la procura inglesepersegue i casi di abusi sessuali.Infine ha chiesto la restituzio-ne delle spese legali sostenute,circa 130 mila sterline.

MA INTANTO IERI un altroconservatore è finito nel ciclo-ne: il deputato Oliver Heald,che era il diretto superiore diCorby, è stato accusato di nonaverlo punito adeguatamenteper i festini nell’hotel di lusso aManchester. E quindi torna dinuovo l’ossessione britannicaper la trasparenza e il sospettoche i parlamentari si coprano avicenda. Cosa ben più grave, aqueste latitudini, dei privati af-fari di letto.

Twitter: @caterinasoffici

Westminster e, in alto, Cameron a Manchester La Pre ss e

L’i n te r v i s ta / 1

Ivana lavora alla Sanità

Naturale far politica quidi Alessio Schiesari

ALondra non esistono italiani einglesi, solo londinesi”. Ivana

Bartoletti ha cominciato a fare po-litica in Italia. Dopo esser stata re-sponsabile diritti civili nei Ds diFassino ha deciso di emigrare. “Colpassaggio al Partito democraticonon c'erano possibilità. E la GranBretagna mi è sempre piaciuta”.Pensavi ti saresti messa a fare politica?

Sono venuta qui perché m’affascinava Londra.Dirigo un ufficio del Servizio sanitario nazio-nale, ma mi son messa a far politica quasi subito,anche se a livello locale. Sono stata scelta per unprogramma della Fabian society, associazioneper le donne che vogliono entrare in politica.E la candidatura?

Ho fatto lo stesso percorso di Andrea (Biondi,ndr). Poi abbiamo fatto le primarie interne perdecidere il posto in lista. Sono 5a, probabilmen-te sarò la prima degli esclusi. Ma non è detto.C'è tanto euroscetticismo nel Regno Unito. La

gente sarebbe felice di uscire dal-

l ' E u ro p a?

È un argomento usato da chi cercadi presentare le elezioni come unreferendum: l'Ukip per gli euro-scettici, i Liberaldemocratici tra ipro-euro. Non è così, anche se Ca-meron ha promesso un referen-dum nel 2017, dentro o fuori. È ve-ro che alla gente quest'Europa non

piace, ma facendo campagna ci si rende contoche le priorità sono altre: gli elettori parlano dilavoro, welfare, sicurezza, non di Europa. I bri-tannici sono un popolo estremamente raziona-le: se saranno chiamati a scegliere, capiranno irischi di un'uscita dalla Ue.Per settembre è previsto un altro referendum:

quello sull'indipendenza della Scozia. Crede sia

ipotizzabile un percorso simile per il Veneto?

Sono sempre contraria ai referendum. Nazio-nalismi e separatismi sono in ascesa ovunque èla colpa è anche delle politiche di austerità volutedall'Europa. Per gli estremismi è il terreno piùfertile.

L’i n te r v i s ta /2

Andrea, professore di Diritto

Primarie e regole chiare

Per candidarsi basta fare uncolloquio, come se uno cer-

casse lavoro”. Andrea Biondi, fio-rentino è in Inghilterra da vent'an-ni, non si sente né italiano né bri-tannico, “solo europeo”.Come sei arrivato in Inghilterra?

Sono stato uno di quelli che oggivengono definiti “cervelli in fuga”.Ho trovato un lavoretto come in-segnante di diritto italiano. Da lì ho fatto car-riera (oggi è docente di diritto europeo al King's

Co l l e g e di Londra, ndr). Se uno vuole un aumentova a parlare col preside, se cerca un avanzamen-to di carriera manda un curriculum.Anche per essere candidati alle Europee?

Sì. Anzi, è il partito laburista a chiedere a tutti isuoi iscritti se vogliono candidarsi alle elezioni.Ho mandato un curriculum e mi hanno chia-mato per un colloquio. Mi hanno chiesto di fareun discorso come se mi trovassi al Parlamento ealcune domande di cultura generale. La serastessa mi hanno chiamato: “Sei in lista”, mi han-no detto. Io pensavo scherzassero. Credo che

l'essere professore di diritto europeomi abbia dato un vantaggio.Esperienze precedenti ne avevi?

Con i labour avevo fatto politica nelmio quartiere: raccolte firme, peti-zioni contro la chiusura della stazio-ne dei pompieri, cose così. Sono statoanche candidato con il Pd per la cir-coscrizione estero l'anno scorso, mala politica in Inghilterra si fa in un

altro modo. Qui si parla con la gente e gli elettorisi vanno a cercare porta a porta.Eppure il dibattito è dominato dall'euroscettici-

smo e la paura degli immigrati.

Sono temi che l'Ukip è riuscito a imporre: lorocon le paure della gente ci vanno a nozze. E tutti,purtroppo anche i laburisti, gli sono andati die-tro.In molti paraganono il leader Ukip, Farage, alla

Lega prima maniera. Altri a Grillo.

Non hanno capito: Farage non è né leghista négrillino. È figlio di banchieri, è espressione del-l'establishment. Però usa toni dirompenti.

A. S.

Sexminster, i deputatiporcelli di LondraMOLESTIE E ALCOL IN PARLAMENTO, FESTINI GAY CON SOLDI PUBBLICI:PARLAMENTARI CONSERVATORI SOTTO ACCUSA. A POCO PIÙ DI UN MESEDALLE EUROPEE, IL PARTITO DI CAMERON È IN PICCHIATA NEI SONDAGGI

ALTRI MONDI

Gli italians che si candidano con il Labour

35 anni per chiuderela bocca alla golaprofonda di Wikileaks

SOLDATO MANNING

di Angela VitalianoNew York

Condanna a 35 anni confermata per Chelsea Manning: lo hadeciso il generale Jeffery Buchanan, comandante della giu-

risdizione in cui si era tenuto il processo. Manning, conosciutoprima del cambio di sesso col nome di Bradley, era stata con-dannata per 6 violazioni dell’Espionage Act e 14 altri capi d’accusaper la diffusione di oltre 700mila documenti riservati dell’eser -cito che il soldato aveva passato al fondatore di WikiLeaks, JulianAssange. La decisione, doccia gelata sulle speranze di quantosperavano in una riduzione della condanna, apre la strada a unricorso automatico alla Corte d’appello penale dell’esercito.Sebbene l’accusa più grave nei confronti del 25enne, quella dicollaborazione con il nemico, fosse caduta, la decisione di Bu-chanan sembra voler sottolineare la severità riservata a chi tra-disce un giuramento e mette a repentaglio la sicurezza nazionale.Non dello stesso parere le associazioni a difesa dei diritti civili:“Quando un soldato che ha condiviso delle informazioni con lastampa e il pubblico, viene punito in maniera più severa di co-loro che hanno torturato prigionieri e ucciso civili, allora qual-cosa è davvero sbagliato con il nostro sistema giudiziario”, hadetto Ben Winzer, direttore dell’American Civil Liberties Union’s

Speech, Privacy and Technology Project.L’accusa aveva offerto al giovane una riduzione di pena in cam-bio della testimonianza contro WikiLeaks che è al centro diun’indagine in Virginia ma, secondo i suoi avvocati, l’offerta eraper un periodo più lungo dei 35 anni poi stabiliti dal giudice equindi era stata rifiutata. Chelsea Manning ha rassicurato i suoiavvocati: “so che avete fatto tutto il possibile e supererò tuttociò”. Grazie a piccole riduzioni di pena e rispettando una buonacondotta, Manning, potrebbe tornare libera all’inizio del 2020,con congedo per “disonore” dall’esercito.

Pianeta terra

USA SPARA IN NOME DI HITLER: TRE MORTI IN KANSASFrazier Glenn Miller, neonazi 73enne, ex leader del Ku Klux Klan, an-tisemita e ammiratore di Adolf Hitler, ha ucciso 3 persone sparandoin due centri ebraici nel Kansas. Dopo le preoccupazioni espresse daObama e Netanyahu l’uomo verrà indagato per crimini d’odio. La Pre ss e

LIBIA I FRATELLI GHEDDAFI ALLA SBARRAÈ ripreso ed è stato subito rinviato al 27 il pro-cesso più atteso dai libici: quello contro unatrentina di figure di spicco dell’ex regime diGheddafi tra cui i due figli del raìs, Saif Al Islame Saadi, di recente estradato in Libia e aggiuntoalla lista degli imputati. Ansa

Ivana Bartoletti La Pre ss e Andrea Biondi

Bradley Manning,

25 anni, ha

p a s s at o

documenti segreti

ad Assange Ansa

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13il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

di Roberta Zunini

Èufficiale: il presi-

dente a interim del-l’Ucraina, Alexan-der Turchinov, ha

firmato un decreto per dare ilvia, con effetto immediato, auna missione speciale antiter-rorismo nell’est del Paese dovegli insorti filo-russi continuanoad assaltare i palazzi pubblici, lesedi locali dei servizi segreti euna caserma di polizia, a Hor-livka. È altrettanto ufficiale cheil direttore della Cia, John Bren-nan, è stato a Kiev durante il fi-ne settimana. Lo ha confermatoil portavoce della Casa Bianca,Jay Carney, che ha spiegato chegli Usa “al momento non for-niranno armi letali” alle forzedel governo ucraino.. A questopunto, se il classico 2 più 2 faancora 4, stiamo assistendo a unface to face sempre più ravvici-nato e dichiarato tra Stati Uniti– sostenitori del nuovo assettopolitico di Kiev – e la Russia diPutin.

COLUI CHE AVEVA ritenuto ilcortile di casa ucraino automa-ticamente inserito nell’unionedoganale con Kazakhstan e Ar-menia. Ma il tassello più prezio-so, l’Ucraina per l’appunto, gli èstato soffiato dall’Occidente acausa della stupidità politica edall’avidità senza freni del cor-rotto deposto presidente Yanu-kovich e del suo entourage.Quella cricca della valle del

Donbass, dove ora il 50% dellapopolazione parla russo, perprossimità territoriale e cultura-le e pretende di separarsi, grazie

anche al precedente della Cri-mea. Fu proprio l’ex presidente,scappato il 23 febbraio scorsonella città russa di Rostov, a sof-fiare sul fuoco del referendum,non appena visto il risultato del-la consultazione indetta unilate-ralmente nella penisola tornataalla Russia, il 16 marzo. Referen-dum che Turchinov si è detto di-sposto ad approvare ma non so-lo nell’est, bensì in tutta l’Ucrai -na, chiedendo ai suoi abitanti sesiano disposti ad accettare unpaese federato.Forse, al netto degli scontri diquesti giorni che hanno fatto al-meno 4 feriti da arma da fuoco

tra gli agenti di polizia e altret-tanti tra i manifestanti, questasarà la soluzione. La federazio-ne. Il problema è che, a differen-za della Crimea, nell’est non vi ècontinuità etnico-territoriale.Gli ucraini pro Kiev e gli ucrainipro Mosca vivono nelle stessecittà, stessi villaggi, mischiati.Solo in alcuni posti vanno oltreil 50% dell’intera popolazione.Il Donbass è inoltre l’unica real-tà industriale, seppur faciscentee improduttiva, a causa dellacolpevole mancanza di investi-menti da parte di tutti i governidall’indipendenza a questa par-te (1991). Difficile dunque ri-

nunciarci, a meno di non esserecostretti da una seria minacciadi invasione russa “per ingeren-za umanitaria”. E del resto ilprecedente del Kosovo, datato1999, ha aperto la strada a que-sto genere di missioni. Che, il ri-dimensionato esercito e l’inesi -stente flotta aerea, non sarannoin grado di contrastare. Perché,inutile dirlo, l’esercito e soprat-tutto il Gru, l’intelligence mili-tare russa, che sta già operandonell’est – come ha sottolineatoanche Berlino – sono tra i piùpreparati al mondo. Mentre gliUsa stanno per varare la terzafase delle sanzioni, mandando

nel frattempo la Cia sul campo,l’Europa, come al solito, restaschiacciata tra voglia di mante-nere in vita gli affari con la Rus-sia e tentativo di provare a con-tare qualcosa sullo scacchiereinternazionale. Per questo lesanzioni economiche sono stateapplicate ad altri personaggi delclan di Putin. Il cui patrimoniopersonale ammonterebbe a 28miliardi di dollari. Allo “zar” ap -partiene anche il 4,5% del colos-so energetico Gazprom che for-nisce il gas, oggi a prezzo rad-doppiato, alla ribelle Ucraina eall’Europa. Un leggero conflittod’interessi.

S U P E R-SA N Z I O N I

Mosca ripete di volere

aiutare gli insorti

e attende l’i n c i d e n te

per intervenire

Washington e Bruxelles

inaspriscono le sanzioni

Infografica Diana Panio

Cuba-Usa e lo “scambio di prigionieri”IL NUOVO VOLTO DE L’AVA N A

di Sandra Amurrie Stefano Citati

Rogelio Sierra, vice mini-stro degli Esteri di Cuba,

è appena stato in viaggio d’af-fari in Italia e parla al Fa t to del-la situazione sull’isola, alla lu-ce dello scandalo Zu n z u n e o cheha ri-raffreddato le relazionicon gli Usa.“Quello denunciato dall'agen-zia di stampa Usa Ap dimostrai reiterati intenti di destabiliz-zazione da parte americana;non hanno rinunciato al pro-posito di provocare il caos, lasovversione politica, oltretut-to con investimenti milionari.Dovrebbero astenersi da que-ste azioni illegali, cubier tas (se-grete) e rispettare la legge e ildiritto internazionale comesancito anche dall'Onu.Quale è stata la reazione del-

l'opinione pubblica?

Ha subito la manovra come unviolazione elementare delleregole; si è sentita ingannata eusata, inconsapevolmente, su

temi quotidiani, usati percreare fiducia e per propalareincitamenti alla sollevazione.A questo punto è ipotizzabile

uno scambio tra il prigioniero

americano Alan Gross e gli or-

mai 3 prigionieri politici cubani

ancora in carcere negli Usa,

che tante campagne di mobili-

tazione hanno suscitato?

Già prima dello scoppio delloscandalo Zu n z u n e o avevamoreiterato al governo Usa la vo-lontà di cercare insieme unasoluzione accettabile sul caso

Gross. Noi abbiamo unapreoccupazione anche uma-nitaria sulle sorti dei 3 cubaniancora ingiustamente incar-cerati.Vi aspettavate questo cambio

di situazione dopo la stretta di

mano Obama-Raul Castro al

funerale di Mandela a novem-

b re?

Quella stretta di mano è stataaccolta come una normalecortesia tra capi di Stato: unfatto di pura educazione, nullapiù.Quali sono i rapporti con il Ve-

nezuela a un anno dalla morte

di Chavéz? Maduro è alle pre-

se con una strenua opposizio-

ne.

I rapporti sono eccellenti: sitrattava di una fratellanza nonsolo tra Chavéz e Fìdel, maproprio tra due popoli. L'ad-dio fisico del leader bolivaria-no non ha danneggiato le re-lazioni e lo solidarietà.

Come sta Fìdel Castro; ci sono

continue voci nel mondo sulle

sue condizioni.

Resta il leader storico della re -

vo l u c i o n , ed è sempre impe-gnato ad arricchire l'opera ri-voluzionaria; sta scrivendo unlibro: non sappiamo se più diricordi personali o un nuovovolume delle sue riflessioni(Sierra e l'ambasciatrice Mila-gros Carina Soto Aguero ac-carezzano con affettuoso ri-spetto alcuni dei ponderosivolumi che raccolgono il pen-siero del Lìder Maximo, ndr)Quale può essere il ruolo del

papa argentino nelle relazioni

internazionali di Cuba?

Per quel che riguarda gli Usa, inostri due paesi hanno i lorocanali diplomatici su temi bi-laterali. Ma certo qualsiasisforzo per l'avvicinamento tral'Avana e Washington è ap-prezzato da noi.A che punto sono e come stan-

no le riforme economiche e la

serie di aperture sociali? Sono

cambiamenti che hanno a che

fare anche con il ricambio ge-

nerazionale del regime (lei ha

49 anni).

È una trasformazione, la ne-cessità di correggere degli er-rori e migliorare il funziona-mento della vita economica.Tra gli errori possiamo elen-care episodi di cattiva organiz-zazione, alcuni meccanismiinceppati che hanno intorpi-dito alcuni ambienti; e non di-mentichiamo i fattori esternidella crisi economica globale.Ma il bloqueo (le sanzioni ame-ricane, attive dal 1962, ndr) so-no talmente forti che la crisinon si sente quasi... La conti-nuità nel solco della genera-zione del ‘59 è un obbligo mo-rale e l'impegno rimane quellodello sviluppo economico e ilprogresso sociale su basi so-cialiste. In questo il ruolo delledonne resta fondamentale,tanto è vero che siamo uno deirari paesi al mondo dove lapresenza delle donne in alcu-ne professioni sensibili è su-periore a quella degli uomini.

1 CONTRO 5 Una ma-

nifestazione per la libera-

zione dei 5 cubani accusati

di spionaggio in America e

incarcerati nel ‘98. Tre di lo-

ro sono ancora in prigione.

Alan Gross, dipendente del-

la ong Usaid A n s a / La Pre ss e

ANCHE LO ZAMPINO DELLA CIANELLA LOTTA DI KIEV PER L’UNITÀIL GOVERNO UCRAINO PRONTO A USARE SOLDATI E MILIZIE CONTRO I RIBELLIFILO-RUSSI DELL’EST. IL CAPO DEGLI 007 USA IN VISITA NELLA CAPITALE

ALTRI MONDI

“Uccisa perché voleva scappare”

IL PM E LE “BUGIE” DI PISTORIUS

Il pm del processo sulla morte di Reeva Steenkamp haaccusato Oscar Pistorius – scoppiato in lacrime – di aver“manipolato le prove” e di aver dato “una versione falsa”degli eventi Ansa

CILE VENTI GIORNI PER DOMARE L’INCENDIO

Ci vorranno forse 20 giorni per domare l’i n ce n d i oscoppiato sabato scorso sulle colline di Valparaiso,terza città del Cile, che ha finora ucciso 12 persone,distrutto circa 2 mila case e contro il quale la pre-sidente Michelle Bachelet ha annunciato un’ “ope -razione aerea su grande scala”. Ansa

PAKISTAN IL CANNIBALE RECIDIVO

Arrestato in un villaggio del Punjab un uomoche ha confessato d’aver mangiato, insieme alfratello (ora latitante), il cadavere di un neonato.Arif Ali, 35 anni, fu protagonista nel 2011 di unavicenda simile. Avrebbe confessato di essersi ci-bato in questi anni di oltre cento cadaveri. Ansa

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14 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

SECONDO TEMPO

di Luca Pisapia

Cronaca di una dimissione an-nunciata. Lo aveva già detto ve-nerdì Luca di Montezemolo,partecipando all’inaugurazio -ne del reparto “California” del

Museo Ferrari di Maranello,per celebrare i sessant’anni del-lo sbarco del cavallino rampan-te negli Stati Uniti: “Prendere -mo le decisioni che dobbiamoprendere”. E infatti, passato ilfine settimana, ecco l'annunciodelle dimissioni del direttoredella gestione organizzativadelle monoposto Stefano Do-menicali. Al suo posto con tuttaprobabilità arriva Marco Mat-tiacci, attuale presidente delladivisione commerciale delNord America, quasi che l’an -nuncio di venerdì nel repartoCalifornia ne fosse un indizio,un auspicio.“Ci sono particolari momentinella vita professionale diognuno di noi in cui ci vuole ilcoraggio di prendere decisionidifficili e sofferte. È ora di at-tuare un cambiamento impor-tante. Da capo, mi assumo laresponsabilità della situazioneche stiamo vivendo. Si tratta diuna scelta presa con la volontàdi fare qualcosa per dare unascossa al nostro ambiente e peril bene di questo gruppo, a cuisono molto legato”. Queste leparole di addio di Stefano Do-menicali. Se ne va un uomo chein Ferrari ha cominciato a la-vorare nel 1991 nel diparti-mento amministrativo, scalan-do poi posizioni su posizioni fi-no ad assumere il ruolo più rap-presentativo nel 2008, dopol’addio del costruttore di suc-cessi Jean Todt, andato a pre-

siedere la Fia. In questi sei anniDomenicali ha vinto poco nul-la: un titolo costruttori al primoanno e quattro secondi postinel campionato piloti – tre diAlonso e uno di Massa – di cuidue restando persi sul filo di la-na. Ha guidato la Ferrari nelsuo periodo più buio, dall’in -domani dell’ultimo mondialepiloti vinto con Raikkonen finoall’odierna inguardabile F14T,con quel nome che avrebbe do-vuto lanciare nell’orbita la con-trollante FIAT e quella macchi-na progettate malissimo che ar-rancavano nei primi Gran Pre-

mi stagionali in Australia, Ma-lesia e Bahrein.A Domenicali si possono im-putare molte cose, una su tuttequella di avere ingaggiato comeresponsabile del reparto inge-gneri il discusso Pat Fry, chel’anno dopo si è portato a Ma-ranello gran parte della sua vec-chia squadra alla Mc Laren,piuttosto che altri nomi dispo-nibili ad approdare in Ferrari,con l’unico inconveniente divolere mano libera e di oscu-rare con la loro fama quella deipresenti. Per il resto è ovvio cheil dimissionario direttore nonpuò assumersi tutte le colpe deiripetuti fallimenti delle mono-posto di questi anni. Basta direche dopo essersi accorti in an-ticipo lo scorso anno di avere“sbagliato lo sviluppo dellaF138” (parole di Fry) e avendoquindi davanti più tempo ri-spetto ai concorrenti per la pro-gettazione della nuova F14T,non sono riusciti a prendere lavia giusta.

LA NUOVA macchina, è sottogli occhi di tutti, è lenta e ar-ranca stancamente in rincorsasin dalle qualifiche senza alcunapossibilità di recupero in gara,non tanto nei confronti dell’im -prendibile Mercedes ma nep-pure della Force India, per dire.E che cambiare un solo uomospesso serva a poco, non essen-do la F1 una squadra di calciocui basta cambiare allenatore

per risollevare la stagione, lospiega Leo Turrini con un pa-rallelo con l’allontanamento diAldo Costa: silurato dalla Fer-rari nel 2011 e l’altra domenicain Bahrein a festeggiare sul po-dio con Hamilton e la Merce-des. E che le dimissioni di Do-menicali possano essere il pre-ludio a ben altri cambiamenti lo

lascia intuire sempre Turrini,che dopo aver annunciato inanteprima mondiale le dimis-sioni di Domenicali scrive cheMarco Mattiacci, che dovrebbeprendere il suo posto, è uomostimato più a Torino che non aMaranello. Una frase sibillinache spalanca le porte sulla veraragione delle dimissioni di Do-menicali: a breve potrebbe toc-care a Montezemolo.La scelta di Mattiacci, umbro di42 anni, ex dirigente del dipar-timento Asia-Pacifico dellaFerrari (dal 2006 al 2010) e da

allora presidente della divisionecommerciale Nord America, èinfatti sorprendente. Il nuovodirettore della gestione orga-nizzativa Ferrari è un uomo dibusiness, di pubbliche relazio-ni, non certo di campo. Nellecorse americane con auto delbrand Ferrari, come Daytona,lasciava che a occuparsi dellagestione della gara fossero altri.Abituato a trattative commer-ciali, inaugurazioni di negozi edi fiere del lusso – non che que-sto non abbia importanza stra-tegica nello sviluppo di un mar-

chio, anzi – non ha nessunaesperienza di corse, paddock,pista. Insomma, quello di Mat-tiacci, laureato in Economia eCommercio, è il profilo perfet-to per essere il nuovo Monte-zemolo piuttosto che il nuovoDomenicali. E il fatto che il suoingaggio sia da ascrivere allaFCA (la holding Fiat ChryslerAutomobiles), ossia a SergioMarchionne, lascia aperte tutteuna serie di considerazioni suquale possa essere la prossimatesta a saltare a Maranello.

twitter: @ellepuntopi

S P E T TAC O L I . S P ORT. I DE E

ROSSO PALLIDOSopra, il box Ferrari al

Gp di Melbourne. A fian-co, Strefano Domenicali,

in Ferrari dal 1991A n s a / La Pre ss e

STUDIO FIGC: LA NOSTRA SERIE AÈ UNA VORAGINE DA 3 MILIARDII debiti della Serie A continuano a cresceree sfiorano quota 3 miliardi di euro. È unodei dati contenuti nel Report Calcio 2014,lo studio presentato ieri mattina da Figc

ATP MONTECARLO: FOGNINIAL SECONDO TURNO (CON FATICA)Fognini ha superato il primo turno del torneoAtp Masters di Montecarlo. Il numero 13 delmondo e 10 del seeding, ha faticato più delprevisto a battere Joao Sousa, n. 39 del ranking

FEDERNUOTO USA: MICHAEL PHELPSTORNA IN VASCA A FINE MESEIl pluricampione olimpico di nuoto MichaelPhelps tornerà in vasca per la prima voltadal ritiro al meeting di Mesa, in Arizona, dal24 al 26 aprile. Lo annuncia la Usa Swimming

Ferrari modello MarchionneVIA DOMENICALI, NUMERO UNO DEL TEAM CORSE. ECCO MATTIACCI, PRESIDENTE DELLA DIVISIONE COMMERCIALE NORD AMERICA

SCELTA STRANA

Il successore di Jean

Todt paga il disastro

della F14T. Al suo posto

un uomo di business

che sembra sapere poco

di gare e motori

PUGNIE CARESSE

di Andrea Scanzi

L’impor tanteper Paloschi è chesia importante

CARLO ANCELOTTI lo definì “p re d e-s t i n a to”, e in effetti all’inizio Alberto Pa-loschi lo sembrava. Reti a valanga con ilMilan Allievi di Evani, gol all’esordio colMilan in Coppa Italia, gol all’esordio inCampionato. Era l’inizio del 2008. Più disei anni fa e un po’ sembran secoli. Do-po Genoa e Parma, Paloschi è dal 2011 alChievo. Ha 24 anni. Domenica è statodecisivo, tripletta al Livorno e vittoriapreziosa per la sua squadra. L’i m p re s agli è valsa la puntuale via crucis di in-terviste. Paloschi aveva molte cose dadire e le ha dette, soprattutto a S ta d i o

Sprint (Rai). Il suo exploit, pregno dicontenuti, è stato notato anche da Vin-cenzo Cito sulla Gazzetta dello Sport.Ascoltiamo Paloschi: “Vittoria impor-tante, ci ha dato tre punti importanti,sabato c’è un’altra partita importanteche può dare una scossa importante alnostro campionato”. Stranamente non

pago di quanto sin lì ascoltato, il gior-nalista ha rivolto a Paloschi una secon-da domanda. E il bomber non si è certotirato indietro: “Una vittoria importante,ci ha dato tre punti importanti, ora ciaspetta un’altra partita importante, puòdarci una scossa importante”. Poi Pa-loschi è tornato a casa e ha visto gliamici, con cui è andato a cena. È ar-rivato il cameriere, gli ha chiesto cosaintendeva ordinare. Paloschi si è guar-dato in giro. Ha respirato profondamen-te. Poi, con aria sicura, ha risposto:“Credo che sia una scelta importante,quindi voglio una pizza importante, chemi dia calorie importanti e la speranzadi una digestione importante”. Poi gliamici lo hanno preso e portato via conamore, garantendogli che non era unacosa grave. E forse neanche troppo im-por tante.

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15il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

di Roberto Beccantini

Due a zero: Giovinco di classe, Llorente di rapina. La Juventuspasseggia anche a Udine e riporta le lancette dello scudetto

a più otto. I campioni hanno dominato, lasciando agli avversarile briciole (e un palo di Muriel, agli sgoccioli). Migliore in cam-po, Giovinco (gol, palo, dribbling): l’eterna promessa che Conteha difeso da tutti i roghi. La capolista ha recuperato brillantezza,al di là dei ritmi, blandi, che cullano il nostro campionato.DA J E . Non si vive di solo Destro. Sette vittorie consecutive:polverizzata l’Atalanta, la Roma non molla il sogno. Infortuni,squalifiche, “soli contro tutti”: ma chi se ne frega. Cinque gior-nate al termine, 87 punti: un anno fa, la Juventus ne aveva 77, enel 2012 ancora meno, 74. Siamo di fronte a una marcia-record.Rudi Garcia ha trovato il suo don Rodrigo (Taddei). “Operaio”brasiliano di 34 anni, sembrava finito o comunque sfinito. Ungol al Parma, un altro sabato. Avanti popolo.MIRACOLI. La “sparatoria” tra Maxi Lopez e Icardi, piatto fortedi Sampdoria-Inter 0-4, si è piegata ai balzi di Handanovic. Erada tempo che non vedevo un portiere parare in quel modo.Nell’ordine: rigore e rasoterradi Lopez, punizione di Sanso-ne, volée di Soriano. Tutto nelprimo tempo, sul risultato diuno a zero. Il rosso a Eder hapoi spaccato la partita, conse-gnandola alle fregole di Maz-zari. L’Inter non vinceva daquattro gare.Q U OTA . La stagione scorsa,scesero in serie B Palermo (32punti), Siena (30, ma senzahandicap sarebbero stati 36) ePescara (22). Il panorama

odierno contempla: Chievo 30, Bologna 28, Livorno e Sassuolo25, Catania 20. Paloschi, con una tripletta, ha domato Livor-no-Chievo. Classe 1990, scuola Milan, ha rimediato al crepu-scolo di Pellissier e al calo di Thereau.ALTRO CHE PATTI. Torino-Genoa è ordalia che la tradizione piùrecente ha infarcito di armistizi e patteggiamenti. Pure stavoltasembrava la stessa solfa: zero a zero fino all’85’. Poi: Gilardinosotto misura, Immobile di destro (bello), Cerci di sinistro (bel-lissimo). Toro in rimonta, come a Catania. E Immobile capo-cannoniere solitario: 19 gol, uno in più di Tevez.MESSI MALE. Fuori dai quarti di Champions per mano del-l’Atletico e, sabato, k.o. a Granada. Tempi grami per il Barcellonadel Tata Martino e di Leo Messi. Come il Watford in Inghilterra,il Granada appartiene alla famiglia Pozzo, proprietaria dell’U-dinese. Troppi problemi, il Barça: in difesa, soprattutto. Puyolnon c’è più, Piqué non c’era. E così lo “scudetto” diventa underby tra Simeone e Ancelotti. Classifica (a meno cinque): Atle-tico 82, Real 79, Barcellona 78. Domani sera a Valencia, finale diCoppa del Re. Barcellona-Real. Dolcetto o scherzetto?MEMORIA. Venticinque anni fa, la strage di Hillsborough. Mo-

rirono novantasei tifosi del Li-verpool. Era il 1989, dalla tra-gedia nacque il modello ingle-se: stadi sicuri, all’avanguar-dia. Sabato e domenica, il ri-cordo. Ogni partita è comin-ciata con sette minuti di ritar-do. Anche ad Anfield.La prima contro la terza. Mo-rale: Liverpool-ManchesterCity 3-2. In un mare di sciarperosse ha risolto Coutinho, exInter. Come Destro. Come Ba-lotelli.

di Oliviero Beha

Gol a raffica per la Do-menica delle Palme.Di tutti i tipi, per tuttii gusti, con grande

spolvero delle statistiche. A farun poco di memoria, le goleadedi primavera hanno dietro diloro tutta una letteratura. C’èuna lettura tecnica: troppospesso sono errori anche ma-croscopici delle difese e/o delsingolo difensore, anche senzaarrivare brerianamente al sin-tagma per cui il risultato ideale,esente da sbagli, sarebbe quelloa reti bianche. C’è una letturada neofiti spesso femminili, percui più gol si vedono meglio è, ametà tra il gusto del basket equello del circo (“entrino entri-no, più gente c’è più bestie si ve-dono…”). C’è una lettura me-teorologica: terreni asciutti,maggiore corsa “ma anche”maggiore stanchezza dopo leusure di una stagione e quindicoperture più burrose. C’è unalettura tifosa, per cui se la miasquadra ne segna tanti godo co-me un Maurito e non sto aguardare troppo per il sottile, sene prende tanti comunque unasconfitta è una sconfitta anchese di misura, quindi…

E INFINE c’è una lettura sospet-tosa, quella secondo cui i “bi -scotti”, i trucchi, le scommessenon finiscono mai e nelle ulti-me settimane del campionatoaddirittura impazzano, specie

se riferite a squadre che menohanno da chiedere alla classifi-ca. Questo bignametto spessodimenticato dagli addetti ai li-vori, più presi dal gossip e dallaloro verve di imbonitori, miconduce dritto dritto non a Ge-nova, Napoli, Livorno o Verona(anche se gongolo per la rifio-ritura del giglio), bensì a Tori-no. Il giorno in cui qualcuno midimostrerà che dietro un matchcosì, trascinato per quasi un’orae mezza lungo un pareggio sen-za reti che pareva testimoniare

il meglio e il peggio di Tori-no-Genoa, due buone squadre,due tecnici valorosi (solo cheGasperini assomiglia molto aBarbacetto…), aggressività “in -glese” a intermittenza, dietroun match così – dicevo – ci sonoaltri affari, ebbene smetterò dioccuparmene per professione oper diletto. Perché? Perchémentre c’era già chi aveva sen-tore olfattivo di accordo nel non

darsele, modello Buffon (“me -glio due feriti che un morto”,che detto da uno scommettitoreincallito…), prima Gilardino fail suo e poi agli sgoccioli e sgoc-ciolissimi Immobile e Cercifanno splendidamente il lorocon gol impraticabili “a tavoli-no”, con iniezioni multiple diadrenalina per tutto lo stadio e itelespettatori. È questo che tie-ne insieme un business di de-

naro, fegato e cuore spesso assaipiù che di cervello, e lo fa so-pravvivere a mille nefandezze.Grazie a quei tre gol possiamocrederci ancora, anche solo finoa prova del contrario…Per carità, non sottovaluto l’im -patto del siparietto di Marassi,dove regnava un clima da vau-deville, da “corna di nomeWanda” parafrasando il filmdella Curtis al 39° posto tra i 100

OGNI MALEDETTA DOMENICA

Cerci e Immobilecontro i biscotti

TORINO-GENOA SEMBRAVA IL CLASSICO 0-0 DA FINE STAGIONE. EPPURE, PRIMAGILARDINO FA IL SUO ALL’85’ E POI – AGLI SGOCCIOLI E SGOCCIOLISSIMI – I “GEMELLI”GRANATA FANNO SPLENDIDAMENTE IL LORO CON GOL IMPRATICABILI “A TAVOLINO”

BISOGNASAPER PERDERE

CON LA STESSA grandezza di Diego Abatantuono neipanni di Cecco, l’orrendo butterato ventiseienne che dimestiere fa il fornaio, molesta le clienti: “Ciappa questo,bionda. Sa chi mi ricorda lei? Donatella Erezione” e nelleore libere riassesta il cavallo insidiando Milena Vukoticsenza dimenticare di insolentire il ragionier Fantozzi: “S o’diabolico nell’amplesso/spupurziunato pè quanto riguardale dimensioni di sesso” Mauro Icardi cerca con ogni evi-denza la rissa. Amare Wanda Nara, ex di Maxi Lopez, trabattute elementari su Twitter, intimità in vetrina e foto dimufloni come lieve metafora animale dell’ex amico diven-tato cornuto, non gli basta più. Dopo aver esaurito il com-pito “spor tivo”, segnando due gol, distruggendo il rivaleche non gli aveva stretto la mano e a cui sul dischetto delrigore si era ristretta la porta e salvando le gambe a Ge-nova nonostante il dialettico corpo a corpo con il pubblico(per sua fortuna gli anni passano e i cattivi estinguono,con Mihaijlovic e Maradona in campo il finale di partitasarebbe stato diverso) Maurito lavora ora sulla provoca-zione monotematica. Mette in Rete foto dei figli di Wandae Maxi tenendoli per mano, contabilizza le assenze di Maxicontandogli le ore, fa la morale al padre originario, immor-tala le dita tatuate sul volante, accenna (di nuovo) alle cor-na e si pone domande retoriche: “Chissà perché Wanditami fa guidare così?”. Tutto molto lontano dai litigi tra Lo-renzo Buffon e la valletta di Lascia o raddoppia Edy Cam-pagnoli e riproposto senza l’ombra di uno scandalo o di un

bel dibattito bigotto, nel box telematico acaratteri bloccati alla cui selvaggia brevitàIcardi sembra aderire perfettamente. Nonè l’unico, ma in questo caso, la casellapostale gioca in difesa e veste l’avatar diRadja Nainggolan, sontuoso centrocampi-sta della Roma e marito con qualcheguaio nel campo in cui si gioca per il restodella settimana. A Cagliari, nel giorno dipausa, sta litigando con la moglie sul ci-

glio di una strada. Un passante osserva e chiama i cara-binieri. Il resto sono mattinali di questura, referti di ospe-dale, accuse di maltrattamenti, forse schiaffi, sicuramenteo quasi nessuna denuncia da parte della moglie (che inserata twitta “Solo un diverbio”) del calciatore. In tardamattinata Nainggolan si ritrova la notizia in pagina e a dif-ferenza di Icardi, delude i guardoni e con italiano incerto sifa capire benissimo. “Voglio dire una cosa a tutti”. Tre pun-ti esclamativi. “Dovete fare i cazzi proprio”. “Problemi infamiglia esistono, Ma mani addosso no”. Per ora sipario.Domani diventerà un format.

Nainggolan come Razzi:“Fatevi i cazzi vostri”

di Malcom Pagani

VOX POPULI

Le goleade di primavera

incorraggiano l’idea

che trucchi e scommesse

non finiscano mai

e che nelle ultime partite

addirittura impazzino

SECONDO TEMPO

Juve, le mani sullo scudettoI BIANCONERI PASSEGGIANO ANCHE A UDINE. LA ROMA RESTA A MENO OTTO, A DISTANZA DI SICUREZZA

I NA R R E S TA B I L I

Cinque giornate

al termine, 87 punti:

un anno fa Conte

ne aveva 77, e nel 2012

ancora meno, 74

Numeri da far paura

FESTA GRANATAL’abbraccio a Ventura

dopo lo strepitoso uno-

due nel recupero targato

I m m o b i l e - C e rc i Ansa

film inglesi del XX secolo. Sce-mo il ragazzo Maurito quanto èforte potenzialmente il giocato-re Icardi a provocare un po’ tut -ti, penosetto al punto di trasfor-marsi in Mini-Lopez il traditoche appunto tutto doveva farenelle sue condizioni meno chetirare un rigore pensato comeun cazzotto all’irridente rivale.Un’offa gettata a puntino aun’Inter che dimostra come nelcalcio i portieri contino ancoraall’incirca come i goleador.

NEL FRATTEMPO resta in pistala Roma delle sette vittorie, chepare poter supplire alle assenzecome accade alla Juve e megliodi Napoli e Fiorentina (e cosìabbiamo anche una lettura on-nicomprensiva delle ragionidell’attuale classifica). C’è effet-tivamente in ballo un “caso De-stro”: 4 giornate di squalificaper la prova televisiva. La Romalamenta l’uso improprio di unanorma perché l’arbitro avevagià fischiato e deciso e quindi“ha visto”. Gli archivi ci diconoche tale decisione “postuma” omeglio “post-televisiva” non èneppure un inedito. Il presiden-te federale, con sprezzo del ri-dicolo, dice che “l’indipenden -za degli organi di giustizia spor-tiva è sempre garantita” anchese tutti gli scandali che hannoavvelenato (avvelenano?) lastoria del pallone testimonie-rebbero il contrario. Io ricordocome di solito si arrangiano le

norme secondo convenienza.Penso, giacché si parla di Roma,al caso Nakata e al cambiamen-to di regolamento in corsa nelloscudetto di Capello. Credo an-che però che la Roma abbia ra-gione a protestare nel caso inquestione: qui non si è cambiataurbi et orbi la norma come nelcaso (discutibilissimo) Nakata ealtri, assumendosene quindicomunque una responsabilità“legislativa”. Se ne è invece ap-plicata la parte esistente che“l’organo indipendente” ha sta-bilito di far trionfare in spregiodella regola complessiva. E conquesto “organo indipendente”senza troppo faticare siamo tor-nati a Icardi, il marito, e una du-chessa di nome Wanda.

www.olivierobeha.it

LA LAVAGNA

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16 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

di Chiara Daina

Per avere un’idea di come una lob-by influenza il potere politico in

base ai suoi interessi, è utile prendere ilcaso di Google. Oggi le pressioni mes-se in campo dal colosso di MountainView negli Stati Uniti sono alla streguadi quelle delle grandi aziende di gas edi petrolio, valgono di più di quelle diBig Pharma e delle industrie delle ar-mi. Fino a dieci anni fa poteva sem-brare una chimera: nel 2004 Googleera al 213esimo posto nella classificadelle spese lobbistiche e aveva una cer-ta puzza sotto il naso, quella di chi nonvuole confondersi con la massa. Poi ilcambio di strategia che spiazza: nel2012 diventa il secondo lobbista dopola General Electric, con un investi-mento di oltre 18 milioni dollari, scen-dendo in quinta posizione (con unaspesa di quasi 16 milioni dollari) l’an -no successivo ma pur sempre vantan-do un’incredibile forza magnetica cheattira, senza fare differenze, sia il par-tito dei repubblicani sia quello dei de-mocratici. Il suo piano d’attacco però èsu vasta scala e coinvolge anche grandi

aziende commerciali, università ethink tank. In tutto, secondo il Washin -

gton Post, gli enti finanziati da Googlesono 140. Ecco qualche esempio.

NEL MAGGIO 2012 al centro di studigiuridici ed economici dell’UniversitàGeorge Mason in Virginia viene orga-nizzato un forum sulla competizionedei motori di ricerca in Rete con lozampino, nascosto ma molto efficace,di Google, che fornisce al direttore delcentro la lista degli ospiti e relatori dainvitare. Tra questi ci sono alcunimembri del Congresso, altri della Fe-deral Trade commissione (FTC) e deldipartimento di Giustizia. Nulla suc-cede per caso. In quel momento la FTC(l’Antitrust americana) sta indagandosul presunto predominio del suo mo-tore di ricerca. Il giorno dopo la con-ferenza il miracolo, si fa per dire: gliesperti legali e informatici dissuadonoil governo dal prendere misure control’azienda. Google si trasforma in unapiovra e i suoi tentacoli per allungarsihanno bisogno di più spazio. Così apartire da quest’anno le sue presenzestanziate a Capital Hill raddoppieran-

no e l’ufficio sarà grandequasi come la Casa Bianca.Niente paura: Google con-tinua a ricordarci che sta di-fendendo i nostri dati per-sonali dal governo di Wa-shington dopo il Datagate.Intanto però offre cloudstorage e altri servizi al Pen-tagono, agenzie di intelli-gence e dipartimenti vari.Una vera lobby non trascu-ra mai le organizzazioni dibeneficenza: Google arruo-la una serie di ambasciatori all’internodel Cato Institute, New AmericaFoundation e Competitive EnterpriseInstitute. L’alleanza più fortunata ècon l’Heritage Foundation, un labora-torio di pensiero di linea conservatrice,dove Google tiene una sessione di unasettimana riservata ai blogger repub-blicani. Gli sforzi sono valsi anche que-sta volta: il ricercatore della Fondazio-ne James Guttuso critica l’Antitrustper aver aperto un’indagine a carico diGoogle. Di più, il gruppo Heritage siunirà alle contestazioni contro la leggeanti pirateria. L’azienda lancia anche

una petizione online e visto il successoil Congresso accantona la proposta. Adistanza di un anno, nel 2012, Googleinizierà a fare donazioni alla Fonda-zione Heritage. Altrettanto farà conl’Università George Mason (350 miladollari all’anno). E così via.

IL GIGANTE informatico ha rivolu-zionato il destino degli Stati Uniti,che possa farlo anche in Italia? Gli in-dizi non mancano, ma nessuno ha lasfera di cristallo. Lo scorso gennaioGoogle ha lanciato il portale Made in

I ta l y d’accordo con il ministero del-

l’Agricoltura per promuovere i nostriprodotti agroalimentari. Il mese suc-cessivo viene presentato un progettoonline per lo sviluppo turistico volutodall’ex ministro della Cultura Bray.La disponibilità di Google non è sen-za secondi fini. Allora c’era in ballo laweb tax, che Renzi si è affrettato acancellare, ma poi è rispuntata nellalegge di delega fiscale e obbliga leaziende online, da Amazon a Google,a pagare una quota al fisco italianoper la vendita di pubblicità. Questo inteoria, nella pratica potrebbe decide-re Google.

TWITTER DIXIT

Maxi, Icardi e le cornaNon c’è fine al peggio

SECONDO TEMPO

E IN ITALIA? A gennaio Google ha lanciato il portale

Made in Italy d’accordo con il ministero dell’Agricoltura per

promuovere i prodotti agroalimentari. Il mese successivo viene

presentato un progetto on line per lo sviluppo turistico Ansa

Un passato (sfortuna-to) in comune al

Barça e la stagione dacompagni alla Samp fa-cevano presumere cheMauro Icardi e Maxi Lo-pez potessero diventaregrandi amici. Ed è statocosì fino a un certo pun-to, poi gli amici sono di-ventati nemici per il so-lito motivo: una donna.Icardi, entrato di soppiat-to nella vita di Lopez, ne èuscito sottraendogli lamoglie Wanda Nara e i

gesto delle corna mentreguida. Maxi, un vero si-gnore, non reagisce, e larete si schiera con lui: trale varie condanne al 9 in-terista, quella ironica diIvan Zazzaroni, che sichiede perché nessunoabbia sedotto la moglie diMontero, ex juventinofamoso per le espulsioni ei fallacci. Sembra la storiadi Gastone e Paperino:non si può che stare congli sconfitti.

M . Ze .

figli, ora con lui a Milanoa condividere l’esperien-za nerazzurra. Sampdo-ria-Inter di domenica èstata così una sfida nellasfida, e a (stra)vincere èstato Icardi: 0-4 Inter,due gol di Maurito e unrigore sbagliato da Lopez.Ma Icardi, infastidito dal-la stretta di mano di ritoche Maxi non gli ha con-cesso nel prepartita, haesagerato postando unafoto su Twitter in cui, suconsiglio di Wanda, fa il

Primati visivi: 1500 dollariper gli occhiali del futuro

Facebook vuoleuna banca

ABBIAMO una banca. O alme-no la vogliamo, con tanto dimoneta virtuale e rimesse didenaro che strizzano l’occhio aipaesi emergenti. Sarebberoquesti i piani, a distanza di due

anni dello sbarco a Wall Street,della società di Mark Zucker-berg. Secondo il Financial Times,fra poche settimane la societàdovrebbe ottenere dall’a u to r i t àirlandese – paese in cui ha il

proprio quartier generale euro-peo – l’approvazione per unservizio che consentirà agliutenti del Vecchio Continentedi salvare denaro sulla piatta-forma e usarlo per fare paga-

menti ma anche per scambi didenaro fra gli stessi iscritti, tipoMoney Transfer. L’obiettivo èquello di intercettare i trasferi-menti di denaro verso i paesidell’Est e dell’Af r i c a .

STORIE DI LOBBY

Dopo aver speso gli ultimi 4 anni della suavita a collegare dispositivi tecnologici da

indossare a quelli della propria abitazione, fa-cendo in modo che tutti i dati confluissero inuna singola piattaforma on line, il 45enne sta-tunitense Chris Dancy ha guadagnato di dirittoil titolo di “uomo più connesso del mondo”: “Lamia casa mi conosce – afferma Dancy –. Se sonostressato e non dormo bene, quando mi svegliola luce è di un certo colore, la temperatura di uncerto tipo, e suona un certo tipo di musica”. Traapp e dispositivi, Dancy sfrutta oltre 700 sensoriche registrano in tempo reale qualunque datodella sua vita e dell’ambiente che lo circonda. Egrazie alla tecnologia che lo consiglia anche sucosa mangiare, ha perso ben 45 kg!

p. r.

OSSESSIONI L’uomo piùconnesso del mondo

LA TECNICA

Forum finanziati

di nascosto (con membri

del Congresso) hanno

dissuaso l’Antitrust

dall’indagare

sul motore di ricerca

Così Google guida gli UsaIL COLOSSO AMERICANO FINANZIA RICERCHE E FONDAZIONI,

INFLUENZA DEPUTATI E INDIRIZZA LE SCELTE DEI PARTITI

di Andrea Valdambrini

C’è sempre una prima volta, anche per i Goo-gle Glass. Quella che è attesa come la più

grande novità tecnologica dell’anno si affaccia sulmercato a partire dalle 6 del mattino di oggi, oradella California (le 15 in Italia). Con qualche re-strizione però: gli occhiali smart sono destinati aisoli residenti americani, solo ai maggiorenni e so-prattutto si possono comprare solo per un giorno.Il prezzo poi non sembra troppo invitante: 1500dollari tasse escluse. Un evento straordinario,quindi, che oltre a mantenere alta l’attenzione sulfenomeno Glass, anticipa la disponibilità per glisviluppatori e addetti ai lavori non americani –che potrebbe avvenire entro l’estate – ma soprat-tutto preannuncia l’uscita sul mercato, che do-vrebbe arrivare entro la fine dell’anno ad un prez-zo decisamente più basso di quello odierno (siparla di 500 o 600 dollari). Il gigante di Mountain

View non ha invece ancora reso noto se e quandoesisteranno versioni di Glass in altre lingue.

ANCHE SE non possiamo ancora acquistarlo, è veroche dei nuovi occhialetti che “aumentano la realtà”sappiamo già molto. Presentati dal co-fondatore diGoogle Segey Brin, che più di un anno fa si facevafotografare a testarli nella metro di New York, gliocchiali sono dotati di un apparecchio montato sul-la lente destra che una volta attivato proietta infor-mazioni di fronte ai nostri occhi. Attivandosi tra-mite comando vocale, e sfruttando una connessioneinternet wireless, gli occhiali permetteranno, adesempio, di sempre sapere dove mi trovo o quantigradi fanno, di scattare una foto, girare un video oascoltare musica. E ancora controllare la posta elet-tronica o condividere un status sui social network.Molte le applicazioni possibili nel campo della ri-cerca medica. In Inghilterra l’ospedale di Newca-stle ha avviato un progetto per utilizzare il dispo-

sitivo come supporto ai malati di Parkinson. InItalia l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, nelmilanese, ne sperimenterà l’uso per la formazionedei medici in sala operatoria. Non mancano peròle controversie. Già negli Usa alcuni Stati chiedo-no di bandire per ragioni di sicurezza l’uso di Glassquando si è alla guida, mentre alcuni membri del

Congresso sem-brano preoccu-pati soprattuttodalle applicazio-ni che permetto-no il riconosci-mento facciale,o anche sempli-cemente dall’u-tilizzo di foto evideo che posso-no riprenderechiunque senza

il suo consenso. Da noi, il Codacons ha chiestopreventivamente di bloccare la commercializza-zione, temendo danni per la salute dopo che alcunicollaudatori americani hanno denunciato emicra-nie e malessere da uso prolungato. Google rispon-de affidandosi al buon senso di chi degli smart-oc-chiali farà uso. Basterà?

GLASS Gli

occhiali di Usa, in

vendita oggi negli

Usa per 1.500

dollari La Pre ss e

Tweet di Icardi: “Perché mi fai guidare così?” Ansa / Twitter

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17il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4SECONDO TEMPO

RAI DOC

Elio c i ce ro n e in calesse,un crescendo rossiniano

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

La bimba, il triciclo e l’a e re o :brividi modello Shining

LO SPOT La pubblicità di Atlantia, la nuova

società che gestisce gli aeroporti di Roma

di Patrizia Simonetti

Attorno al 1099 ai piedi del Pin-cio c’era un pioppo sotto il

quale fu sepolto Nerone e un giornoqualcuno affermò di aver visto rie-mergerne lo spettro”. A raccontareuna delle tante leggende di Roma èun turista d’altri tempi che se ne vain giro in carrozza a ritrovare i luo-ghi più importanti della sua vita digrande compositore: GioachinoRossini, ma con la voce e la faccia diElio. In sottofondo le sue arie più ce-lebri, eccolo a piazza Navona a par-larci della rivalità tra il Bernini e ilBorromini e poi al Teatro Argentinache nel 1816 ospitò la disastrosa pri-ma del suo Barbiere di Siviglia.Inizia così Roma, Napoli, Vene-zia… in un crescendo rossiniano,documentario d’autore diretto daLina Wertmuller che di tanto in tan-to offre anche la sua voce per narraread esempio che nel 1590 a Napoli ilprincipe Carlo Gesualdo da Venosaammazzò la bella moglie le cui gridariecheggiano ancora oggi nelle nottisenza luna. Qui dove Gioachino laconobbe, incontriamo anche la si-gnora Rossini, la cantante lirica aliasGiuliana De Sio, che come in un’in -tervista a un rotocalco rosa svelapregi e difetti del marito. Infine ingondola a Venezia che “in fondo allalaguna – svela la nostra guida – na -sconde un drago che quando si in-

nervosisce soffia sulla città una fittanebbia”. Un modo nuovo di raccon-tare l’arte e anche di guardarla: ni-tidi come non mai i mattoni di Ca-stel Sant’Angelo che li puoi contareuno a uno come anche i ciglioni diElio, le venature del cavallo di Fon-tana di Trevi, le maioliche del chio-stro di Santa Chiara, le ali del Leonedi San Marco e pure quelle cheGioachino-Elio chiama “le nonsmacchiabili cagate di piccione”.

M E R I TO di piccolissimi pixel, 4.000per la precisione. Si tratta infatti diun progetto sperimentale prodottodalla Direzione Strategie Tecnologi-che Rai con Eutelsat girato in UltraHD 4K che offre una definizione diimmagini quattro volte superiore al-la semplice HD e che ieri è stato pos-sibile ammirare nella presentazionein Viale Mazzini grazie ad una ripro-duzione locale. In Italia infatti la tec-nologia non è ancora disponibile,quindi la Rai lo manderà in onda insemplice HD dopo opportuna con-versione, ma Eutelsat che lo trasmet-terà dal suo canale satellitare speri-mentale, assicura che entro tre annidovremmo farcela. Wertmullerdunque pioniera del 4K, ma nonsembra neanche essersene accorta:“Fellini mi disse di raccontare sem-pre la mia storia come se fossi al barcon gli amici – dice – e io questo hofatto”.

di Fulvio Abbate

Non mi dite d’essere sfuggiti, eh,allo spot di Atlantia. Allo stesso

modo del capolavoro cinematograficodi Alfred Hitchcock dedicato agli uc-celli, metafora rapace e planante diuna minaccia epocale temibile come ilcomunismo, esistono spot pubblicitariche, per quanto benefici o comunquesegnati dal concetto del bene comune,riescono a metterti sul chi vive, per poisuggeriti direttamente il terrore, èesattamente ciò che provo ogniqual-volta mi passa davanti agli occhi lospot-annuncio di progresso di Atlan-tia, dove una bambina a bordo di untriciclo è spinta verso un chissà dovedalle amorevoli mani di una moltitu-dine che diremmo felice nella sua ope-ra di forza lavoro del piacere vivente.Lo spot, già che c’è, avvisa l’ignarospettatore che nel frattempo gli aero-porti di Roma sono stati presi in caricodal marchio imprenditoriale in que-stione. Quanto al resto, la narrazionevisiva dello spot da paura mostra unnon so che di retorica “filatelica”, nelsenso che issare una torre “comunale”

vivente, ossia composta da uomini edonne l’uno sull’altro abbracciati co-me acrobati del Togni o dell’Orfei, ine-vitabilmente riporta alla memoria cer-te emissioni votate all’apoteosi del-l’Europa non ancora pienamente uni-ta, dunque ai giorni di ponteggi “In-nocenti” e vetrocemento del MEC,acronimo di Mercato comune euro-peo, per chi non lo avesse mai sentitonominare.

UN ISTANTE DOPO, riecco il primopiano della bambina-triciclo; sarà forsecolpa di quest’ultimo veicolo destinatoapparentemente al gioco, dipenderàmagari dalla sensazione di spaesamen-to che l’assembramento aereo dellamoltitudine anonima suggerisce, maalla fine ti sorge il dubbio che la piccoladel nostro spot possa essere la cugi-netta di Danny, il ragazzino dal ca-schetto biondo di “Shining” di StanleyKubrick che va per i corridoi dell’O-verlook Hotel con il suo non menospettrale triciclo, forse la pellicola piùperturbante che sia mai stata realizzata,sembra insomma che dietro il senso diquiete apparente ci sia lo spettro della

paura. Adesso qualcosa sicuramentedirà: dai, ma dove le vedi tutte questecose? Ciò che non si riesce a intuire conesattezza, lo ripeto, da sempre mette ibrividi, come l’attesa dell’ospite in uncorridoio vuoto e apparentemente ina-bitato, sto forse dicendo una scioc-chezza? E ancora, se l’immagine dellabambina ciuffi triciclo e sguardo chepunta il sereno non dovesse bastare, lostesso spot ha la pretesa di imporrecome rassicurante la visione dall’alto,dunque aerea (oh, non per nulla c’è dimezzo un aeroporto), di una massaformicolante che sembra addensarsitra gli arrivi e le partenze, in un idealepista di atterraggio dove l’idea del ser-vizio perfetto si accompagna allo sgo-mento per, appunto, l’indistinto; nonper nulla ho parlato di formicolante,nel senso di formica, di massa, di alie-nazione.Se non si fosse ancora intuito, lo spotAtlantia realizzato per l’agenzia LeoBurnett dal regista Dario Piana mette ibrividi modello base, ogni altra rifles-sione sarebbe soltanto schiuma esteticadi marca hipster.

@fulvioabbate

Gli ascoltidi domenica

UN MEDICO IN FAMIGLIA 9

Spettatori 4,7 mln Share 17%

LU C I G N O LO

Spettatori 991mila Share 4,8%

CHE TEMPO CHE FA

S p e t t a to r i 3,1 mln Share 1 1 ,9 %

LA GABBIA

S p e t t a to r i 613mila Share 3, 2%

18.30 Transatlantico Attual.19.00 News Notiziario19.25 Sera Sport Notiziario

sportivo19.30 Il Caffé: il punto

Attualità20.00 Il Punto alle 20.00

AttualitàMeteo Previsioni deltempo (all’ interno)

20.58 Meteo Previsioni deltempo

21.00 News lungheNotiziario

21.26 Meteo Previsioni deltempo

21.30 Visioni di futuroAttualità

21.56 Meteo Previsioni deltempo

22.00 Visioni di futuroAttualità

22.26 Meteo Previsioni deltempo

22.30 News lungheNotiziario

22.56 Meteo Previsioni deltempo

23.00 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.27 Meteo Previsioni deltempo

23.30 Il Punto + RassegnaStampa Attualità

23.57 Meteo Previsionitempo

0.00 News + RassegnaStampa Attualità

0.27 Meteo Previsioni deltempo

6.00 Prima PaginaInformazione

7.55 Traffico - Borsa eMonete - Meteo.itInformazione

8.00 TG5 MattinaInformazione

8.45 Mattino CinqueAttualitàTG5 - Ore 10 - Meteo.itInformazione(all’ interno)

11.00 Forum Real Tv13.00 TG5 - Meteo.it

Informazione13.40 Beautiful Soap14.05 Grande Fratello Reality 14.10 CentoVetrine Soap14.45 Uomini e Donne

Talk show16.05 Grande Fratello Reality 16.15 Il segreto Soap17.10 Pomeriggio Cinque

AttualitàTG5 MinutiInformazione(all’ interno)

18.50 Avanti un altro Gioco20.00 TG5 - Meteo.it

Informazione20.40 Striscia la Notizia -

La voce del’ irruenzaAttualità

21.10 Giass “Quinta e ultimapuntata” VarietàCon Luca e Paolo

23.30 Matrix Attualità1.30 TG5 Notte - Rassegna

Stampa - Meteo 5Informazione

7.30 Vecchi Bastardi RealTv (R)

8.30 Urban WildDocumentario (Repl.)

9.30 Come mi vorreiReal Tv (R)

10.05 Dr. House Telefilm12.10 Cotto e mangiato

Rubrica12.25 Studio Aperto -

Meteo.it Informazione13.00 Sport Mediaset

Notiziario sportivo13.40 Grande Fratello Reality 14.10 I Simpson Cartoni 14.35 Dragon Ball Saga

Cartoni animati15.20 Vecchi Bastardi

Real Tv16.15 Urban Wild

Documentario17.15 Come mi vorrei Real Tv

18.05 Prima tv I SimpsonCartoni animati

18.30 Studio Aperto -Meteo.it Informazione

19.20 C.S.I. “Conflitto afuoco - prima parte”“Conflitto a fuoco -seconda parte” Tf

21.10 Prima tv Arrow “Iltempo della morte” Tf

22.00 Prima tvThe Tomorrow People“Il custode di miofratello” Telefilm

22.55 Primo episodio IIIStagione - Prima tvMediasetNikita “3.0” Telefilm

6.25 Chips “Un incontrosalutare” Telefilm

7.20 Miami Vice “Giocattolimortali” Telefilm

8.15 Hunter “La ragazzadella spiaggia” Telefilm

9.40 Carabinieri “Fuochi”Telefilm

10.45 Ricette all’ italianaRubrica

11.30 TG4 - Meteo.itInformazione

12.00 Un detective in corsia“Una strana coppia”Telefilm

12.55 La signora in giallo “Ilfilantropo” Telefilm

14.00 Lo sportello di ForumReal Tv

15.30 Hamburg Distretto 21“L’ ultimatum” Telefilm

16.35 Shenandoah la valledell’ onore - Western(Usa 1965). Di AndrewV. McLaglen, conJames Stewart

18.55 TG4 - Meteo.itInformazione

19.35 Il segreto Soap20.30 Tempesta d’ amore

Soap21.15 The Next Three Days -

Drammatico (Usa2010). Di Paul Haggis,con Russell Crowe,Elizabeth Banks

0.00 Three Kings - Azione(Usa 1999). Di DavidOwen Russell, conGeorge Clooney

6.00 TGLa7 - Meteo -Oroscopo - Traffico -InformazioneInformazione

7.00 Omnibus - RassegnaStampa Attualità

7.30 TG La7 Informazione7.50 Omnibus meteo

Informazione7.55 Omnibus Attualità9.45 Coffee Break Attualità

11.00 L’ aria che tiraAttualità

13.30 TG La7 Informazione14.00 TG La7 Cronache

Attualità14.40 Le strade

di San Francisco“Droga avvelenata”“Il solitario” Telefilm

16.40 Il CommissarioCordier “Un ragazzomisterioso” Telefilm

18.10 L’ ispettore Barnaby“Rito di iniziazione”Telefilm

20.00 TG La7 Informazione20.30 Otto e mezzo Attualità21.10 Suspect - Presunto

colpevole - Thriller(Usa 1987). Di PeterYates, con JoeMantegna, DennisQuaid

23.30 Sex & The City“Gli uomini sono tuttistrani?” “Single èbello?” Telefilm

0.30 TG La7 Night DeskAttualità

6.45 Unomattina Attualità10.00 Unomattina Storie Vere

Rubrica10.30 Unomattina Verde

Rubrica10.55 Che tempo fa

Informazione11.00 TG1 Informazione11.25 Unomattina Magazine

Rubrica12.00 La prova del cuoco

“Erbe aromatiche”Varietà Condotto daAntonella Clerici

13.30 TG1 Informazione14.00 TG1 Economia

Informazione14.10 Verdetto Finale

“Il dramma dell’ AIDS”Attualità

15.20 La vita in direttaAttualitàRai ParlamentoTelegiornale - TG1 - Chetempo fa Informazione(all’ interno)

18.50 L’ eredità Gioco20.00 TG1 Informazione20.30 Affari tuoi Gioco21.10 Carosello Reloaded

Documenti21.15 Prima tv Una buona

stagione “Terzapuntata” FictionTG1 60 SecondiInformazione

23.25 Porta a Porta Attualità1.00 TG1 Notte - Che tempo

fa Informazione1.35 Sottovoce Rubrica

8.15 Due uomini e mezzo“Una bara è persempre” Telefilm

8.35 DesperateHousewives “Il lavoronobilita l’ uomo... e ladonna” “Le buonemaniere” Telefilm

10.00 TG2 Insieme Attualità11.00 I Fatti Vostri Attualità13.00 TG2 Giorno

Informazione13.30 TG2 Costume e

Società Rubrica13.50 Medicina 33 Rubrica14.00 Detto fatto “Pasqua:

decorare la casa”Attualità

16.15 Cold Case “Latraversata” “Voglia divolare” Telefilm

17.45 TG2 Flash L.I.S. -Meteo 2 Informazione

17.50 Rai TG SportNotiziario sportivo

18.15 TG2 Informazione18.45 Squadra

Speciale Cobra 11“La legge del profitto”“Tania” Telefilm

20.30 TG2 - 20.30Informazione

21.00 Lol:-) Sit com21.10 Made in Sud

“Ospite: EnricoBertolino” Varietà

23.45 TG2 Informazione0.00 2Next “Ospite:

Graziano Delrio”Attualità

7.30 TGR BuongiornoRegione Attualità

8.00 Agorà Attualità10.00 Mi manda Raitre

Attualità11.15 Elisir Attualità

12.00 TG3 Informazione12.25 TG3 Fuori TG Attualità12.45 Pane quotidiano

Rubrica13.10 Il tempo e la storia

Documentario14.00 TG Regione - Meteo

Informazione14.20 TG3 - Meteo 3

Informazione14.50 TGR Leonardo Rubrica15.05 TGR Piazza Affari

Rubrica15.10 Terra nostra Soap

16.00 Tavola Rotonda -Elezioni Europee 2014Attualità

16.40 Aspettando GeoDocumentario

16.50 Geo Documentario19.00 TG3 Informazione19.30 TG Regione - Meteo

Informazione20.00 Blob Varietà20.10 Sconosciuti Rubrica20.35 Un posto al sole Soap21.05 BallaròAttualità23.20 Gazebo Rubrica0.00 TG3 Linea notte

AttualitàTG RegioneInformazione(all’ interno)

1.00 Meteo 3 Informazione

LA TV DI OGGI

LA RADIO

SC1 Cinema 1

SCH Cinema Hits

SCP Cinema

Passion

SCF Cinema

Family

SCC Cinema

Comedy

SCM Cinema Max

SCU Cinema Cult

SC1 Sport 1

SC2 Sport 2

SC3 Sport 3

17.15 Flight SCH17.25 Iron Sky SCM17.30 Bianca come

il latte, rossa come il sangue SC1

17.35 Fantozzi in paradiso SCC

18.05 Cercasi disperatamen-te tribù SCF

18.30 Caserta Palace Dream SCU

18.55 Il muro di gomma SCU19.00 Nikita SCM19.10 Cadillac Records SCP19.15 Un weekend da bam-

boccioni SCC19.15 Amiche da morire SC119.40 Street Dance 2 SCH19.45 Biancaneve

e gli 007 nani SCF

21.00 Henry Poole - Lassùqualcuno ti ama SCU

21.00 Manuale d’ amore 2 -Capitoli successivi SCP

21.00 Il principe delle donne SCC

21.00 L’ apprendista mago SCF

21.00 Senza esclusionedi colpi SCM

21.10 La mia vita è uno zoo SCH

21.10 The Call SC122.40 Sex Crimes SCM22.40 Martin e Julia SCF22.50 Il sospetto SCU22.50 Educazione

siberiana SC123.00 A spasso

nel tempo SCC

16.15 Calcio, Serie A2013/2014 33a giornataVerona - Fiorentina(Sintesi) SP1

16.30 Calcio, Serie A2013/2014 33a giornataSampdoria - Inter(Sintesi) SP1

17.00 Calcio, Serie A2013/2014 Anticipo33a giornata Roma -Atalanta (Sintesi) SP1

17.30 Calcio, Serie A2013/2014 Posticipo33a giornata Milan -Catania (Sintesi) SP1

18.00 Calcio, Serie A2013/2014 33a giornataNapoli - Lazio(Sintesi) SP1

18.30 Tennis, ATP World TourMasters 1000 2014Montecarlo: primo turno(Replica) SP3

18.30 Calcio, Serie A2013/2014 Udinese -Juventus (Sintesi) SP1

21.00 Calcio, UEFA Champions League2009/2010 BayernMonaco - Inter(Replica) SP1

21.30 Golf, Augusta Masters2014 Giornata finale(Replica) SP2

23.00 Tennis, ATP World TourMasters 1000 2014Montecarlo: primoturno (Replica) SP3

I film Lo sportFare breccia nella fortezza EuropaSono 852 i migranti soccorsi dai mezzi dell'operazione Mare Nostrum durante lo scorso fine setti-

mana nelle acque dello Stretto di Sicilia. Tra di loro 50 minori. Si stima che dall’ inizio dell’ anno

sulle coste italiane sono sbarcati circa 15 mila migranti. L’ emergenza dell’ immigrazione si fa sem-

pre più grave prendendo in considerazione le ultime previsioni confermate anche dal commissario

europeo Cecilia Malmstrom: sono tra 300 e 600 mila migranti che dalla Libia sono pronti a parti-

re. L’ agenzia europea Frontex, dopo il disastro di Lampedusa dell’ autunno scorso aveva promes-

so di schierare nel Mediterraneo uno schieramento navale europeo di tutto rispetto. Il tema del-

l'immigrazione sarà per questo in cima alle priorità nell'agenda Ue del semestre di presidenza ita-

liana. Ma cosa succede con i migranti una volta che sbarcano sulle nostre coste? Come si vive nei

malfamati CIE (Centro di identificazione ed espulsione)? Anna Maria Giordano ne parla con Flore

Murard-Yovanovitch, giornalista ed autrice di “Derive, piccolo mosaico del disumano” una crona-

ca, giorno per giorno, della discriminazione razziale e della negazione dei migranti e dei rom.

RADIO3 11.00

Page 18: Martedì 15 aprile 20 14 1,30 MORETTI E MARCEGAGLIA · di Marco Travaglio Fra i titoloni dei paginoni dedicati dai giornaloni alla notizia sconvolgente del passaggio di ... modiava

18 MARTEDÌ 15 APRILE 2014 il Fatto Quotidiano

di Tomaso Montanari

La cancelliera tedesca An-gela Merkel ha visitato la

Pompei antica, pagando il bi-glietto. Non ci sarebbe la no-tizia: almeno non in un paesecivile. Diventa, invece, una no-tizia proprio il fatto che, in Ita-lia, questo piccolo accadimen-to abbia avuto una straordina-ria risonanza mediatica. Pernoi un capo del governo che sicomporta come un cittadino èun evento letteralmente ecce-zionale.E qui sta il primo punto: loscollamento tra classe politicae cittadinanza. Un abisso an-tropologico che certo non vie-

ne colmato da un Matteo Ren-zi, figlio d’arte e professionistadella politica fin dall’età dellaragione.Eppure, nonostante l’effimerocompiacimento verso il gestograziosamente accondiscen-dente del potente di turno, ildato su cui interrogarsi è chemillenni di potere, imperiale epoi papale, hanno abituato gliitaliani a piegare le ginocchia difronte alla scenografia del so-vrano di turno. Il dato tragico èche, in fondo, non prenderem-mo sul serio un potente che sicomportasse da cittadino.Nello specifico, tuttavia, l’a-spetto su cui riflettere è il rap-porto tra il potere e il patrimo-nio culturale. Come dimostra ilrecentissimo scivolone dellasottosegretaria Vicari, che hachiesto i quadri dei musei diRoma per arredarsi l’ufficio alministero dello Sviluppo eco-nomico, il nostro patrimoniostorico e artistico viene perce-pito come una specie di grandeattrezzeria di scena al serviziodel potere. Quadri delicatissi-mi vengono spediti come com-messi viaggiatori in mezzomondo, gruppi scultorei anti-

chi sono dislocati nei palazzidella politica, un luogo unicocome Villa Madama (progetta-ta da Raffaello) viene usato co-me sfondo di lusso per i verticiinternazionali dei nostri capidel governo.

QUEL CHE MANCA è un qual-siasi indizio di un rapporto per-sonale tra i “potenti” e quellostesso patrimonio. La vera no-tizia, per l’Italia, non è che An-gela Merkel abbia pagato il bi-glietto, ma che abbia impiegatotre ore e mezzo del suo tempoprivato e personale per vederePompei, con una cartina in ma-no e in compagnia di un ar-cheologo tedesco. E che abbiatrovato poi il tempo di vedereanche il Rione Terra di Pozzuo-li, con le sue vestigia romane e ilsuo Duomo appena restaurato.Ora, quale politico italiano lofarebbe, se non per dovere diStato, e a favore di telecamera?E questo è il punto: in Italia nonc’è mai stata una vera politicaper la cultura, perché almenodagli anni Sessanta, la nostraclasse politica – salvo rare ec-cezioni – non è stata compostada persone che avessero un vi-

vo rapporto personale con lacultura. È dura parlare di po-litica internazionale con unoche non sa nemmeno cos’è lageografia, o di economia conuno che non ricorda manco letabelline: eppure, la stragrandemaggioranza dei nostri mini-stri per i Beni culturali e dei no-stri presidenti del Consiglionon ha la più pallida idea di co-sa sia un museo, per non direuno scavo archeologico. Com-mentando un libro di Renzi,Paolo Nori ha scritto “Ecco: ame è sembrato stranissimo chein tutte le 193 pagine di questolibro sulla bellezza non sonoriuscito a trovare una frase chemi sembrasse non dico bella,ben fatta”. Ed è per questo checi colpisce così tanto vedere laMerkel felice di passare tre ore emezza tra scavi da cui i suoiomologhi italiani scapperebbe-

ro a gambe le-vate.Infine, il bi-glietto. Salvorarissime ec-cezioni, nes-suna istituzio-ne culturaledel mondo

campa con i biglietti: ed è perquesto che si potrebbe addirit-tura pensare di sopprimerli,sottolineando così – come av-viene, per esempio, in moltimusei pubblici inglesi – la gra-tuità del patrimonio e la sua di-mensione inclusiva. Piuttosto,sarebbe stato bello far notare aFrau Merkel che se Pompei ver-sa nello stato penoso in cui l’hatrovata, è in massima parte acausa dei dissennati tagli al bi-lancio pubblico imposti pro-prio dall’Europa a trazione te-desca. Non esiste una politicaeuropea della cultura, né unachiara idea della sua funzionecivile: e forse il punto da cuipartire potrebbe esser proprioil senso della Merkel per Pom-pei. Senza battere i pugni sul ta-volo, ma riallacciando i fili diun’antica conversazione traItalia e Germania.

civili. Nell’82 l’invasione diSharon si ferma sulle collinedella Beirut perbene, cannonia zero su quartieri arabi e pa-lestinesi. Dopo lo sbarco dipace di marines, legionarifrancesi e bersaglieri, Arafat ei suoi se ne vanno e il “t r i o n fo”di Tel El Zatar ispira la trage-dia di Sabra e Chatila. Cambiasolo la protezione passataagli israeliani. Con la benevo-lenza di Bachir, imperversa ilgenerale Aoun. Intanto il gio-vane Gemayel diventa presi-dente ma non ce la fa ad ar-rivare alla poltrona: assassi-nato alla vigilia del giuramen-to. Amin ne prende il postopagandolo con un altro atten-tato: morte del figlio. Storielontane dalle elezioni d’au-tunno. Adesso Amin riappare

di Daniela Ranieri

L’idea è geniale: fareuna cosa talmentegiusta, altrovescontata, che nes-

suno pensi sia fatta a propriovantaggio e per scopi pub-blicitari. Tralasciando perun istante che si tratta diuomini che danno il poterealle donne, il governo Ren-zi-Delrio quadra il cerchio:nessuno può essere contro l’i-dea di nominare donne ai ver-tici delle società pubbliche. Maallora perché c’è un martella-mento propagandistico sul te-ma, come fosse un giorno chetutte le donne devono festeggia-re?Peraltro, alle donne in questio-ne non si fa un gran favore, adare loro il comando di Eni,Enel, Finmeccanica e Poste, chenel senso comune sono rispet-tivamente: quelli che ti aumen-tano la bolletta, quelli hannopagato tangenti, quelli che nonti recapitano buste a meno chenon siano di Equitalia. Per dipiù proprio ora che si stanno ta-gliando gli stipendi. Le ferrovie,risanate da Moretti sulle spalledei contribuenti, per fortunanon profumeranno di iris e li-mone, e i treni non avranno ten-de di merletto ai finestrini: madire donna al potere rende im-mediatamente tutto più sano,europeo, biologico, come met-tere l’olio EVO dentro un pani-no McDonald’s.Peccato che la parità di genere,che nei Paesi evoluti non è unaquestione da tempo (i generi,pare, sono 7, qualcuno dice 31),non garantisca trasparenza deibilanci, operosità rivolta al benecomune, attenzione a consu-matori e consumatrici.Lo fa già di più l’intenzione, soloora annunciata, di non nomina-re indagati e condannati (regolache per le cariche di governonon vale). Che tra questi incen-surati ci siano donne e uominidovrebbe essere pacifico, in unasocietà naturalmente impostatasulle pari opportunità fin dallascuola. Applicata, la parità digenere implica che in un grup-po di maschi e femmine sianopresenti in egual misura bravepersone e persone dappoco,persone che hanno fatto stradacon mezzi onesti e non, facendoleva sulla propria capacità o sul-le proprie aderenze col potere.

CHE LE DONNE debbano esseremanager migliori e conferire al-le aziende che guidano più eti-cità è un pregiudizio senza fon-damento. È come dire che i neriballano bene e gli svizzeri sonopuntuali. Le manager messe aivertici sono manager prima chedonne. Se competenti, baderan-no al profitto esattamente comei loro colleghi maschi. La pre-senza al governo di una donnacome Barracciu confuta peral-tro la tesi migliorativa: si può es-sere donne, avere pendenze conla giustizia, e nonostante ciòavere incarichi istituzionali sen-za per questo contribuire a unnuovo corso della politica.Fissarsi sul 50% a ogni costo ri-corda più l’urgenza scaramanti-

ca di fare il 14esimo a tavola chequella di avvalersi di competen-ze irrinunciabili. Una societàmigliore valorizza le differenzequalitative, non si appiattiscesulla mera parità numerica.Renzi ha già mostrato di saperfare della presenza delle donneun a to u t del suo stile di governo,tanto da lasciare la lotta per lequote rosa alle pasionarie inbianco riservandosi di intestar-si, lui solo e senza vincoli di leg-ge, la svolta progressista altrovegià consolidata. Certo è una spe-

cie di parità che al ministero del-la Sanità non ci sia la nuova LeviMontalcini come al ministerodella Cultura non c’è un Nobelper la letteratura. Così porredonne come capolista alle Euro-pee anche a scapito del cosiddet-to legame col territorio, se dauna parte è un’idea rinfrescantealla faccia dei veleni correntizi,dall’altra indirizza l’elettore avotare un candidato che magarinon avrebbe preferito.

PER LE POLITICHE è lo stesso,grazie a una legge elettorale fal-lata e potenzialmente antide-mocratica. Certo Merkel mai sisognerebbe di vantarsi di favo-rire una donna. Renzi lo fa per-ché è un uomo; perché è abile;perché conosce le regole delmarketing e cavalca quel sottilecrinale del pregiudizio secondocui una donna o non è all’altezzadi un compito irragionevol-mente ritenuto maschile, oppu-re è migliore in quanto del tuttodisinteressata al potere e all’ar -ricchimento personale in virtùdi superiori doti spirituali. Di-scriminazione da una parte,pretesa di superiorità etica dal-l’altra.Negli incarichi di aziende pub-bliche la parità vale poco quan-do si perpetrano meccanismiautoritari e si agevola la solita lu-brificazione del potere; è un mi-to consolatorio in un contesto incui alla lottizzazione si sostitui-sce la volontà di un solo capo digoverno e di partito, e si difendela parità di genere nel salottobuono mentre nelle retrovie sirischia l’erosione del pluralismoe della democrazia.

POTERE AL FEMMINILE

SECONDO TEMPO

USI E COSTUMI

Amin G e m aye l , eccol’ultimo amico di B.

NOI E LORO

LA DINASTIA

È figlio di Pierre,

fondatore della Falange

nel ’36, partito fondato

sulle amicizie disinvolte

e sulla purezza

della “razza libanese”

di Maurizio Chierici

n ST I A M O s o t tova l u t a n d ola rivelazione di Berlusconi sulviaggio libanese di Dell’Utri aBeirut per dare una mano adAmin Gemayel nella corsa al-la presidenza. Missione ri-chiesta da Putin all’ex Cava-liere il quale si affida all’a m i codai misteri ben custoditi: im-possibile sospettare il trian-golo Cremlino-Arcore-Del-l’Utri se l’inciampo dell’a r re -sto non lo avesse smaschera-to. Per B. scelta drammatica,diviso tra la riservatezza di unintrigo che Obama non dove-va sapere e l’aiuto al compa-gno di tante battaglie. Il cuoreha prevalso: travolto dalla sin-cerità racconta perché il co-fondatore di Forza Italia nonstava scappando. Indiscre-zione che sorprende le diplo-mazie impegnate a spegnere ifuochi della guerra siriananon lontana dalla cornice diBeirut.Amin Gemayel è figlio di Pier-re Gemayel, padre che si in-namora di Hitler. Nel ‘36 tor-na da Berlino e fonda la Fa-lange, partito con carri armatie amicizie disinvolte che di-vidono la comunità cristia-no-maronita. Annuncia la pu-rezza della razza libanese nel-le cui vene “non scorre san-gue arabo” e quando nel ’70 iprofughi palestinesi in fugadal Settembre Nero di Am-man si accampano nelle pe-riferie, Bachir, figlio grande ecapofamiglia, organizza il so-gno del genitore. Chiede ai si-riani di assediare Tel El Zatar,campo degli “invasori stra-nieri”: isolati resistono per 35giorni alle squadre della mor-te cristiane guidate da SaminGeagea, altro leader maroni-ta. Tremila morti, soprattutto

(da Svizzera, Francia, StatiUniti) per candidarsi al pote-re. Non somiglia al fratello:moderato, paziente nelle me-diazioni. Dettata dai francesinel ’43, la Costituzione liba-nese consegna la presidenzaai maroniti e il governo ai mu-sulmani sunniti, ed ecco cheda Parigi torna Saad Hariri,ancora un figlio, ancora un pa-dre assassinato: Rafiq, primoministro e imprenditore con-templato da Fo r b e s fra gli uo-mini più ricchi del mondo. At-tentato a due passi dal 5 stelledi Dell’Utri. Saad, l’erede, gui-derà il governo all’ombra diG e m aye l .

n MA LA STRADA è compli-cata. Gli avversari non cam-biano: generale Aoun e SamirGeagea che non sopportanola Siria della famiglia Assadnel Libano stremato dal milio-ne e mezzo di profughi siriani,baracche e fame. E gli Hezbol-lah non mollano. Putin vor-rebbe un Libano amico con laSiria della quale è protettorenel braccio di ferro con Wa-shington. Ecco che telefona(se telefona) all’ex Cavaliere.E Dell’Utri obbedisce forsecon riserva. Quali possibilitàdi “raccomandare “ G e m aye lnella matassa bollente liba-nese? Mistero nel mistero diuno 007 con portafoglio. De-ve aver cercato conforto nellepagine di chi frequenta certecompagnie, John Le Carré, aBeirut negli anni delle guerreper scrivere “La Tamburrina”o al Le Carré di “Casa Russia”e “L’onorevole scolaro”. Ep-pure il dubbio resta: non è cheper l’amico italiano dell’a m i codi Mosca, Putin ha preso il po-sto di Mubarak zio di una cer-ta nipote?

[email protected]

L’insegnamento di Frau Merkelnon è pagare il biglietto

Marcello Dell’Utri Dlm

La Cancelliera

tedesca,

Angela Merkel,

in visita a

Pompei (dove

ha pagato il

biglietto) Ansa

Il paravento rosadel turbopremier

LA DIFFERENZA

Il patrimonio culturale

viene percepito

dai nostri politici solo

come un’attrezzeria

di scena. Nessuno di loro

passa tre ore a Pompei

NOMINE DI GENERE

Che le donne debbano

essere manager per forza

migliori è un pregiudizio

È come dire che i neri

ballano bene e gli svizzeri

sono puntuali

M at t e o

Renzi Ansa

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19il Fatto Quotidiano MARTEDÌ 15 APRILE 2 01 4

A DOMANDA RISPONDOFurio Colombo

SECONDO TEMPO

Forza Italia, inevitabilel’addio di Bonaiuti

È comprensibile l'ama-rezza di Paolo Bonaiutiche ha provocato il suoaddio a Berlusconi. Il par-lamentare di Firenze si èsentito escluso dal "cer-chio magico" di Berlusco-ni, formato dalla influen-te senatrice Maria RosariaRossi, dall'ambiziosacompagna partenopea,Francesca Pascale, dalbarboncino Dudù e dal-l'ex direttore del "Tg4",Giovanni Toti. Attenzio-ne a non paragonare il"salto della quaglia" di Bo-naiuti al sofferto "tradi-mento" di Martelli, eternodelfino di Craxi, che giocòin proprio le sue carte, eperse, nell'ultima fase del-la centenaria storia del so-cialismo italiano. ClaudioMartelli è stato un diri-gente politico acuto, hapresentato, nel dibattitopolitico, idee originali,come la proposta sull'al-leanza tra i meriti e i biso-gni, per rinnovare il Pae-se. Paolo Bonaiuti, perso-na perbene, è stato, nelventennio berlusconia-no, un ossequioso esecu-tore degli ordini, mai au-tonomo. Come GianniLetta, non ha voluto, népotuto, convincere l'allo-ra Cavaliere a mettere allaporta alcune persone, e,soprattutto, le numeroseballerine che bussavano aiportoni di palazzo Gra-zioli, alla caccia dell'atten-zione e, soprattutto, dell'"argent de poche" del Ca-po e del rag. Spinelli. AdAngelino Alfano Bonaiu-ti porta la sua esperienzanei palazzi della politicaromana, non certo cater-ve di voti. È deprimenteche, nel momento dell'ad-dio a FI del parlamentarefiorentino, su Twitter,Augusto Minzolini, cata-pultato da informato re-dattore politico de "LaStampa" alla direzione delTg1, e poi nominato daSilvio senatore silenziosodi Fi, non dimostri nep-pure un pizzico di gratitu-dine nei confronti dell'excollega. Purtroppo, anchequesta è la politica, in Ita-lia, nel 2014.

Pietro Mancini

Il dilemma “esodati”ancora senza soluzione

Si rivela una beffa per gliesodati privi di salvaguar-dia il prepensionamentodi 85.000 dipendenti pub-blici preannunziato dalministro Madia. A dueanni dalla riforma Forne-ro, in luogo di risolvereprioritariamente il gra-vissimo problema appli-cando la legge in vigore almomento della firma de-gli accordi, il governoRenzi sembra intenziona-to ad applicare la vecchianormativa ad un numeroanalogo di dipendentipubblici. Un’assurdità,considerato anche il para-dosso che agli esodaticontinua a essere richie-sto il pagamento dei con-tributi su stipendi chenon percepiscono. Gio-

chi di prestigio di governinemmeno capaci dalla fi-ne del 2011 di otteneredall'Inps il numero degliesodati ancora privi disalvaguardia, un dato ne-cessario per la soluzionedel problema. Una tema-tica che non ha turbato ilgoverno attuale in occa-sione delle coperture (an-cora dubbie) per il varo diprovvedimenti, non al-trettanto indispensabiliper i beneficiari, ma dal-l'impatto mediatico edelettoralistico più rile-vante. Questo rimpalloorchestrato in luogo di

determinare le dimissionidi pagatissimi dirigentiporta senza speranze alladata in cui la Camera di-scuterà la proposta di leg-ge sugli esodati appenaapprovata dalla sua Com-missione Lavoro. Difficil-mente, su queste basi, po-trà prendere decisioni ap-propriate. Una vicendaclamorosa, quella dei pre-pensionamenti senza lasoluzione della tematicadegli esodati, che potreb-be rivelarsi per Renzi unboomerang, non solo perle rimostranze della spe-cifica categoria, ma ancorpiù per le discriminazioniche si introdurrebbero tralavoratori su un tema – ilpensionamento – dive-nuto sensibilissimo dopola riforma Fornero.

Giulio Pomar

Dalla Lega al Pd: tutticolpevoli dei nostri mali

Salvini, attuale segretariodella Lega Nord, durante isuoi interventi televisivi,non manca mai di sotto-lineare che Monti e For-nero sono delinquenti eandrebbero rinchiusi ingalera perché hanno por-tato ai cittadini soltantodisperazione e povertà.Concordo perfettamentecon la tesi di Salvini maurge una riflessione. Co-me in un Collegio dei Do-centi (me ne intendo!), ilConsiglio dei Ministri sisiede intorno ad un tavolo

e discute/approfondi-sce/modifica le "slide"presentate dal premier:dopo la breve o lunga di-scussione si arriva alla vo-tazione che può essere al-l'unanimità o a maggio-ranza. Per questo motivotutti sono colpevoli dellenefande e nefaste situa-zioni sopra esposte. Pure iparlamentari di Pd, Pdl,Udc e altri (non manche-rò mai di rimarcarlo) chehanno votato di tutto,senza porsi alcun proble-ma. Ma i cittadini hannocapito come funziona?Non mi pare, visti i son-

CARO COLOMBO, a brevi intervalli (espesso nello stesso tempo) vediamomaree di persone riunirsi in un punto oin un altro del mondo per reclamarequalcosa di sacrosanto. A volte durano alungo e ottengono l'attenzione del mon-do. Sbaglio o quasi sempre falliscono, ela morale resta che è inutile mobilitar-si?

Rinaldo

HO SEMPRE CREDUTO che sia nobile,ma anche inevitabile partecipare, quandosai e credi in coscienza, conoscenza e buo-na fede, che quella folla stia arginando unpericolo o tentando di impedire qualcosadi grave e irreversibile, oppure stia batten-dosi per un diritto fondamentale negato.Quando accade, vuol dire che si sta ten-tando di rompere una catena di decisioniautoritarie, oppure che la democrazia ap-parentemente in vigore, in realtà si è bloc-cata e si è trasformata in arbitrio. Ma nonva sempre così e non è sempre vero. Nel gi-ro di poco tempo abbiamo visto le folleriempire immense piazze in Egitto, Tuni-sia, Turchia, Thailandia, Ucraina, Libia,Siria, Venezuela. In Siria la piazza è di-ventata spaventosa guerra civile, in Ucrai-na stava per diventare guerra del mondo,in Libia è diventata guerra di bande, neglialtri Paesi nessuna folla ha vinto, neppurenelle “primavere arabe” dove pure, più chealtrove, il protagonismo intelligente dellafolla (e il ruolo delle donne) è sembrato sulpunto di cambiare civiltà e storia. A quan-to pare il fenomeno del momento sembraessere che anche la folla più nuova e disin-teressata e nobilmente antagonistica (mo-tivata non dal salvarsi ma dal cambiare in

modo profondo) non ha un leader, non lochiede e non lo propone. A questo punto siprofilano due cambiamenti. Uno è l'ab-bandono. I reduci tornano sconfortatidalla piazza che a mano a mano si vuota,con la persuasione (che qualcuno di loro avolte ha pagato a caro prezzo) che “nonserve a niente”. L'altro è il presentarsi delleader senza folla. Si offre, di solito con unespediente di spettacolo, inventa qualcosae chiede di seguirlo. Entra in gioco la Rete,non solo per Grillo. Molto avviene, anchesenza la forte celebrazione che ne fa il Mo-vimento 5 Stelle, in Rete e attraverso la Re-te. Crea un militantismo solitario, ognunocon il leader e immaginando una folla dicompagni di avventura politica che, anchequando si materializza in una piazza, èmolte volte più piccola di quella che inrealtà esiste o si presume in Rete. Grillo hacertamente affrontato con inaspettatosuccesso (inaspettato anche per lui) la pri-ma prova nella storia. Per sapere bisogne-rà aspettare questa seconda, delle elezionieuropee. Sapere cosa? Sapere se una piaz-za vale l'altra. O meglio se è ormai vero chela piazza in Rete è la vera piazza e che l'al-tra, per quanto colorita e appassionata edisperata (penso al Venezuela in questigiorni) prima o poi finisce, e tornano con-formismo e silenzio. Della prima piazzasappiamo tutto, dai suoi trionfi ai suoi fal-limenti. Della seconda non sappiamoniente. Accade qualcosa di profondamen-te diverso. Ma che cosa c'è dall'altra par-te?

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t

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Roberto Mangoni

Un’economia fattadi scelte sbagliate

Il primo e più mostruosodifetto della nostra diri-genza politico-economi-ca sta nel fatto che la mag-gior parte di quelli che nefanno parte non si inten-de di "economia". Il se-condo, ancora peggio, èche anche quelli che co-noscono la materia cre-dono che fare economiaconsista solo nel teneresotto controllo l'anda-

mento del Pil senza giudi-carne la qualità. E sicco-me dentro ci sta solo ciòche con mille sotterfugi ,inganni e corruttele - dettidi "mercato" - ci hanno in-filato le lobby, quel Pil piùche un Prodotto idoneo asoddisfare le reali esigen-ze del Paese è un intrugliobuono solo a sfamare gliappetiti delle più parassi-tarie scatole cinesi. Perconvincersene bastereb-be considerare che di que-sti tempi stiamo investen-do circa 35 miliardi dipubbliche risorse in nuo-ve autostrade, pur aven-

done già quasi il doppio diquelle del Regno Unito. E'una scelta che nell'imme-diato e nel medio e lungotermine reca vantaggi so-prattutto ai costruttori digrandi opere, agli interes-si delle case automobili-stiche, nonchè ai bilancidei Concessionari dei ca-selli. Con assai meno, in-vece, si potrebbero realiz-zare progetti a breve, me-dio e lungo termine volti ariqualificare e formareprofessionalmente centi-naia di migliaia (se nonmilioni) di pubblici di-pendenti e di disoccupatial fine di potenziare i set-tori che ne hanno più bi-sogno, dalla giustizia allasanità.

Fernando Santantonio

Renzi, prima fare i taglie poi le riforme

Un riconoscimento aRenzi va fatto. Ha solleva-to problemi reali di cuisoffre il paese dandogli ri-levanza in tv e sulla cartastampata. Finalmente c’èun politico che riconoscel’esistenza di una classeprivilegiata e parassita,ma non quantifica il dan-no fatto al Paese. Pensa dirisolvere il problema conqualche intervento dal sa-pore di campagna eletto-rale per le europee. L’en-tità del danno la misuròPassera che nel 2011 dis-se: “in dieci anni ci siamomangiati mille miliardi”.Gli sprechi e i prelievi in-debiti, in ordine decre-scente: consulenze, autoblu, palazzi della politi-ca,enti inutili, doppi e tri-pli incarichi, doppie e tri-ple pensioni. Questo è ilproblema del Paese, l’uni-co che se risolto può per-metterci di rispettare il fi-scal compact del 2015. Ilpremier non perda tempoad inseguire cervellotichemodifiche della costitu-zione o leggi elettorali giàbocciate dalla consulta eche rafforzerebbero il po-tere dei parassiti: si con-centri sull’eliminazionedi privilegi e sprechi.

Francesco Degni

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