MARKO TADIC IMAGINE A MOVING IMAGE · Laura Bulian Gallery è lieta di annun - ciare Imagine a...

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MARKO TADIC IMAGINE A MOVING IMAGE a cura di Marco Scotini testo critico di Ana Dević Membro di What, how and for whom / WHW inaugurazione venerdì 7 Aprile 2016, ore 19.30 7.04.2016 – 15.06.2016 Dal lunedì al venerdì, 15.00 19.00 Mattine e sabato su appuntamento Ingresso libero via Piranesi 10, 20137 Milano www.laurabuliangallery.com

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MARKO TADICIMAGINE A MOVING IMAGE

a cura di Marco Scotinitesto critico di Ana DevićMembro di What, howand for whom / WHW

inaugurazione venerdì 7 Aprile 2016, ore 19.307.04.2016 – 15.06.2016

Dal lunedì al venerdì, 15.00 — 19.00

Mattine e sabato su appuntamento

Ingresso libero

via Piranesi 10, 20137 Milano

www.laurabuliangallery.com

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Marko Tadić, We used to call it moon 2, 2011

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Laura Bulian Gallery è lieta di annun-ciare Imagine a Moving Image, la prima perso-nale in Italia del giovane artista croato MarkoTadić (Sisak, 1979), che si presenta come la piùampia rassegna del suo intero percorso.

Nella visione di Tadić il mondo, ormaireduce dell’utopia modernista e socialista, si ma-nifesta allo stadio miniaturizzato. Non si trattatanto di un mondo fatto di cose, quanto dellemacchine che le hanno mostrate o attraverso lequali ci sono apparse: il cinema, il museo, il di-splay, la cartolina, ecc. Maquette espositive, pic-coli schermi di proiezione, attrezzature scenichee video-animazioni sono soltanto alcuni deimicro-dispositivi messi in campo nel lavoro diTadić. È come se tutti gli elementi di questa visi-bilità organizzata e istituzionalizzata, una voltausciti dalla Storia, fossero restituiti a uno stadiod’innocenza originaria. Ormai ci stanno accantocome docili arnesi e utensili quotidiani, senza sa-pere se registrino una perdita (quali testimonidel disincanto) oppure se siano pronti a rimet-tersi in gioco quali soggetti di un nuovo mistero(di un nuovo incanto).

Il rapporto tra immagini statiche eanimate è il tema di una serie di collage e di di-segni che esamina vari aspetti delle procedurecinematografiche. Accumulation of the imagesfrom below (2013/2014) rivisita i resti del patri-monio del modernismo, in particolare quellosocialista in Jugoslavia; il punto di vista adot-tato non è accademico né storico o teorico, edè privo di qualsiasi nostalgia feticista. Valu-tando il passato come una “terra straniera”, que-sta serie (e la relativa opera Table of Contents(2015/2016) che impiega display espositivi emodelli più piccoli) ripercorre la storia dellacondizione modernista locale. Tadić ne deco-struisce e ricostruisce il vocabolario da unpunto di vista formalista, utilizzandolo comebase di ricerca per una nuova genesi.

Tali opere sono create in primo luogoattraverso elementi visivi che giocano con i restidi idee costruttiviste e universaliste in materiadi abitazione, progettazione, scienza e vita quo-tidiana, e sono legate in particolare ai modi diesporre. Questo è visibile nelle gallerie “tascabili”,ovvero proiezioni di strutture o modelli di visua-lizzazione in cui i frammenti del modernismosocialista sono presentati come opere d’arte.

La video-animazione We used to call it:Moon, (2011/2012) è un lavoro affine che com-prende una serie di collage e oggetti utilizzaticome sfondo per una stop-animation. Facendoriferimento a diversi classici della letteraturafantascientifica come L’invenzione di Morel diAdolfo Bioy Casares e Dalla Terra alla Luna diJules Verne (che menzionano la scoperta del sa-tellite allora sconosciuto, la seconda luna), al-cune mappe illustrano come questa scopertapotrebbe essere stata trasmessa o omessa all’im-maginario collettivo, e come la presunta lunapotrebbe ancora determinare il nostro futuro.

Benché questi interventi abitino unmondo fantasma pieno di ambiguità, essi pun-tano anche a possibili echi di idee progressistee di emancipazione dal passato. Ciò è partico-larmente evidente nelle numerose animazionidell’artista, tra cui Until a Breath of Air (2015)o Moving elements (2016), che rielaborano at-tivamente la tradizione della Scuola di Zagabriadel Film d’Animazione, dagli Anni ‘50 già aivertici della produzione internazionale.

Il ritmo estremamente pittorico è ilprotagonista dei film di Tadić; la tecnica di ani-mazione stop-motion invece può essere lettacome un processo che implica sia la formazioneche la dissipazione di un mondo.

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Marko Tadić was born in 1979 in Sisak (Croatia) and lives in Zagreb (Croatia).

Selected shows since 2008 2015. A falsification of perspective, The Museum of Lošinj, Croatia (solo show); T-HT@MSU, Museum of Contemporaryart, Zagreb, Croatia

2014. Marko Tadić didn’t write about,Super Deals, Brussels, Belgium-(solo show); They used to call it moon, BalticMill, Newcastle, England

2013. Imagine a moving image, Lauba, Zagreb, Croatia - (solo show); Only to melt, trustingly, without reproach, curated by Magdalena Ziółkowska, Tevž Logar, Škuc Gallery, Ljubljana, Slovenia; 18th

international drawing exhibition / 18DC,Museum of modern and Contemporary art, Rijeka, Croatia

2012. Second World, Steirischer Herbst Festival, Graz, Austria

2011. I am to wait, Waldinger Gallery, Osijek, Croatia

2010. Nicolaj Dudek and Marko Tadić, Lazareti, Dubrovnik, Croatia - (solo show);Frankfurt in...Antwerpen Budapest DublinDubrovnik Helsinki Salzburg Seoul StrassburgWien...in Frankfurt, Atelier Frankfurt, Frankfurt,Germany; Clueless / geometry of misunder-standing, Manifattura Tabacchi, Torino, Italy; T-HT@MSU, MSU Zagreb, Croatia

2009. And then nothing turned itself inside out, curated by Antonija Majaca and Ivana Bago, WUK Kunsthalle, Vienna, Austria; 28th

Biennial of Graphic Arts, Ljubljana, Slovenia; Illustrative 09, Festival, Berlin, Germany; Grenzenlos, MMSU, Rijeka, Croatia; Financial District, organized by Miguel Amado,International Studio & Curatorial ProgramOPEN STUDIOS, New York, USA

2008. We are here, Istria Museum of Contemporary art, Pula, Croatia; Glow festival, Los Angeles, USA