Pagine da joy of moving

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11 Il diritto del fanciullo al gioco. È un’utopia? Apriamo il nostro incontro con voi Lettori ponendoci questa domanda fondamentale: “Il diritto del fanciullo al gioco è un’utopia?”. Percorrendo fino in fondo questo manuale arriveremo insieme a darci la risposta, diventando complici - speriamo - non di un’utopia, ma di un sogno e della sua attuazione nell’arco degli anni di vita che ci vengono dati. Innanzitutto ci teniamo a fare un ‘distinguo’: vogliamo condividere con voi un sogno, non un’utopia. Un’utopia ha in se stessa la propria condanna, la condanna all’irrealizzabilità. Il sogno, invece, se non si ferma alla fase contemplativa, è il motore più potente di ogni azione e soprattutto di ogni atto creativo. Una persona credente un giorno ci disse: “Anche Dio ha sognato l’Uomo prima di crearlo. Ed ora noi esistiamo”. Non c’è bisogno di essere credenti per credere che un sogno non sia il fuoco fatuo di un’utopia, ma possa e debba divenire un sogno incarnato, un sogno in carne e ossa: ecco, proprio un bambino in carne e ossa che gioca, e giocando insieme ad altri bambini cresce, e crescendo diventa un adulto che continua a giocare insieme ad altri adulti, sempre più seriamente, il gioco della vita. Disse Pablo Neruda: “Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé”. E Johan Huizinga, come molti altri illustri amanti del gioco, ebbe occhi per vedere l’Uomo nella sua essenza e lo chiamò “Homo Ludens”. E di rimando Constant Nieuwenhuys alcuni decenni più tardi affermò: “L’Homo Ludens vorrà lui stesso trasformare e ricreare questo ambiente e questo mondo secondo i suoi bisogni. L’esplorazione e la creazione dell’ambiente verranno allora a coincidere perché l’Homo Ludens, creando il suo territorio da esplorare, si occuperà di esplorare la propria creazione”. I bisogni del bambino di oggi - che sono gli stessi dell’uomo di ieri e di domani - e l’esplorazione creativa dell’ambiente - innescata dall’immaginario del bambino e trainata dalle competenze dell’adulto: ecco qui gli ingredienti principali dei nostri giochi, del nostro metodo educativo. Li troverete dentro ciascuno dei nostri giochi e in ciascuna della pagine che li precedono.

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Il diritto del fanciullo al gioco.

È un’utopia?

ApriamoilnostroincontroconvoiLettoriponendociquestadomandafondamentale:“Il diritto del fanciullo al gioco è un’utopia?”. Percorrendo fino in fondo questomanuale arriveremo insieme a darci la risposta, diventando complici - speriamo - non di un’utopia, ma di un sogno e della sua attuazione nell’arco degli anni di vita che ci vengonodati.

Innanzituttociteniamoafareun‘distinguo’:vogliamocondividereconvoiunsogno,nonun’utopia.Un’utopiahainsestessalapropriacondanna,lacondannaall’irrealizzabilità.Ilsogno,invece, se non si ferma alla fase contemplativa, è il motore più potente di ogni azione esoprattuttodiogniattocreativo.Unapersonacredenteungiornocidisse:“AncheDiohasognatol’Uomoprimadicrearlo.Edoranoiesistiamo”.Nonc’èbisognodiessere credenti per credere che un sogno non sia il fuoco fatuo di un’utopia, ma possaedebbadivenireunsognoincarnato,unsognoincarneeossa:ecco,proprioun bambino in carne e ossa che gioca, e giocando insieme ad altri bambini cresce, e crescendo diventa un adulto che continua a giocare insieme ad altri adulti, sempre piùseriamente,ilgiocodellavita.

DissePabloNeruda:“Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé”.EJohanHuizinga,come molti altri illustri amanti del gioco, ebbe occhi per vedere l’Uomo nella sua essenza e lo chiamò “Homo Ludens”.Edi rimandoConstantNieuwenhuysalcunidecenni più tardi affermò: “L’Homo Ludens vorrà lui stesso trasformare e ricreare questo ambiente e questo mondo secondo i suoi bisogni. L’esplorazione e la creazione dell’ambiente verranno allora a coincidere perché l’Homo Ludens, creando il suo territorio da esplorare, si occuperà di esplorare la propria creazione”.I bisogni del bambino di oggi - che sono gli stessi dell’uomo di ieri e di domani - e l’esplorazione creativa dell’ambiente - innescata dall’immaginario del bambino etrainatadallecompetenzedell’adulto:eccoquigli ingredientiprincipalideinostrigiochi,delnostrometodoeducativo.Litroveretedentrociascunodeinostrigiochieinciascunadellapaginecheliprecedono.

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Se il gioco è così prezioso, esso è a pieno titolo un diritto. Ce lo proclamò nel1959 la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo (articolo 7): “Il bambino deve avere piena opportunità di giocare e svagarsi […]; la società e le autorità pubbliche devono impegnarsi a far sì che i bambini possano godere di questo diritto”.Questaproclamazioneèstataulteriormenterafforzatanel1989dallaConvenzionesuiDirittidelFanciullodelleNazioniUnite(articolo31):“Gli Stati membri riconoscono il diritto del fanciullo al riposo e al tempo libero, a giocare e praticare attività ricreative adatte alla sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica”.Ma un diritto scritto sulla carta, anche se su carta ‘importante’, può non avere seguito.Einfattiadistanzadioltrevent’anni,nel2013,eccocheilComitatosuiDirittidel Fanciullo delle Nazioni Unite ha sentito la necessità di emettere un Commento Generale(n.17)incuiesprimelapropriapreoccupazionecheilgodimentodiquestodiritto da parte dei bambini, di tuttiibambini,restiun’utopia.IlComitatosidichiara“preoccupato per lo scarso riconoscimento dato dagli Stati ai diritti presentati nell’articolo 31. Lo scarso riconoscimento della loro rilevanza nelle vite dei bambini si traduce in una carenza di investimento […]. In generale, laddove viene fatto un investimento, si investe per fornire attività strutturate ed organizzate, ma parimenti importante è la necessità di creare tempi e spazi affinché i bambini possano dedicarsi al gioco spontaneo, allo svago e alla creatività […]. Il Comitato è particolarmente preoccupato per le difficoltà che particolari categorie di bambini incontrano e che impediscono loro di godere con pari opportunità dei diritti definiti nell’articolo 31”.L’appello a giocare di più con i nostri bambini ci viene anche dall’Accademia Americana di Pediatria, che nel suo report clinico annuale del 2006, anziché occuparsi di cure medichepediatriche,sièappellataaigenitori-“Giocateconivostribambini!”-enel2012 ha rinnovato questo appello, indicando come aiutare in particolare le famiglie incondizionidipovertàagoderedeldirittodigiocarepersviluppareerafforzare ilpreziosolegamegenitori-figli.

Questepreoccupazioniequestiappelli,ben fondati,devono ispirarciadagire,nelnostropiccolo.Elanostra‘piccolezza’nondevemaigiustificareunarinunciaall’agire,un’esenzionedall’agire.Perché solo l’agirepuòmettere un chiaro spartiacque fral’utopia e il sogno. Ecco perciò che per coniugare le attività strutturate, il giocospontaneo e la creatività - come recita il Commento del Comitato sui Diritti del Fanciullo - vi proponiamo un metodo centrato sul gioco deliberato, una forma di gioco esplorativo e creativo che gettando un ponte fra il gioco spontaneo e l’attività strutturatapuòconsentireaibambinidifluttuaredall’unoall’altraedall’altraall’unosenzasoluzionedicontinuità.

Proponiamo questo metodo a voi Lettori che, con tutta probabilità, giocherete i nostri giochi con bambini nati in quella parte del mondo dove essi potranno attecchire suunterrenoeducativofertile.Macondividendolapreoccupazioneche ildirittoal

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gioco resti un’utopia soprattutto in quelle parti del mondo in cui neanche i Diritti fondamentali del Fanciullo della Dichiarazione di Ginevra, il nutrimento e la sicurezza minimi, sono garantiti, abbiamo deciso di devolvere gli introiti che deriveranno dalla vendita del nostro libro a bambini che crescono in aree deprivate del Terzo Mondo, incondizionidigravesvantaggiosociale.Abbiamosceltodidevolveregli introitiabambini che abbiamo conosciuto e abbracciato di persona, con i quali abbiamo giocato inostrigiochidimovimento.Sevoletevederechisono:MammadùOnlus (mammadu.org)eAPEA-AcciónPorunaEducaciónActiva(accionapea.org)

Ci piace pensare che i nostri bambini, che per fortuna (fortuna, è proprio il caso di dirlo) crescono in ambienti protetti e stimolanti, giocando i nostri giochi contribuiranno indirettamente ad aiutare i bambini che sono costretti a crescere in ambienti svantaggiati.Ecipiacesognarechegiocando inostrigiochi, ilcuifineultimoè losviluppo delle abilità di vita, i nostri bambini diverranno adulti autonomi, competenti, capaci di relazione, empatici verso coloro che vivono in condizioni di svantaggio socialeecreativineltrovaresoluzionicooperativeperaiutarlieperaiutarliadaiutarsi.

Caterina e Rosalba

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Pasquale Bellotti è nato a Napoli e vive a Roma. Medico, ha conseguito numerosi titoliaccademici e professionali e ha insegnato in diversi atenei italiani, oltre che nell’Università degli Studi‘LaSapienza’diRoma.HatenutoCorsidiEticaeBioeticadelloSport(FilosofiaMorale)pressolaSUISMdiTorino;BioeticaeSporteIlmovimentoeilgioco:dueimportanticostitutividella persona nell’Ateneo Pontificio ‘Regina Apostolorum’ di Roma. Autore e curatore dinumerosi testi, articoli, saggi e opere di argomento sportivo (medico e tecnico), per Editori italianiestranieri.Vantaun’intensaattivitàprofessionaleinambitomedicoeinambitosportivo.ÈstatoSegretarioemembrodellaCommissioneScientificaAntidopingdelCONIdal1997al2000.Èstatofinoal31dicembredel2005alladirezionedellaScuoladelloSportdiCONIServiziedellarivista‘SdS-ScuoladelloSport’.Nelquadriennio2007-2010,èstatoanchecomponente della Commissione interministeriale per la vigilanza e il controllo sul doping e perlatuteladellasalutenelleattivitàsportive.Dal2011ècaporedattoreecomponentedelComitatoScientificodiStrength&Conditioning.Perunascienzadelmovimentodell’uomo.ÈSocioFondatoreePresidentediun’AssociazionediVolontariato(L’AmàcaOnlus).

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1. Sono uno che scrive per punti.Adessopiùdiprima.Miparediesserecosìpiùchiaro,piùnettoecheintalmodopossaraccoglieremeglioipensierieleriflessioniegliappuntistessidellaletturafatta.Così, penso, non mi faccio sfuggire nessuno dei concetti che voglio esporre e magari quienonlìmettolostraleche-facciosoloperipotesi-hodecisodilanciare.Qui,infatti,nelancio.

2. Sono anche uno che si fa venire sempre molti dubbi. Echesiponesempremilledomande.Madidomandemenefaccioregolarmentesempredue[chedefiniscoepocali, per giocare (sic!) con me stesso], tutte le volte (ne conto ormai tante nella mia vita) che mi viene rivolto l’invito a scrivere la prefazione aunlibroinpubblicazione.Domandedacui,èchiaro,anchealtrepoiderivano,perforzadicose,pernaturalegemmazione.Giocoarispondere–lofacciosempre–esolocosì,ingenere,sonopoiingradodidecidere.Beninteso,decidoanchedinonscrivere,inqualchecaso.Nonhofattoovviamentelaprefazione,purrichiestami,dilibridi numerosi somari italiani e la ho fatta invece (ma qui è da ridere) per libri che avevo inbuonaparte,peramicizia,rivistoeriscritto.Difficoltàdelloscrivere,questovogliosignificareallettore,edeldirequalcosadiveramenteutile.Maquinoneraingiocounasceltaepertantononhoavutoaffattodubbi:larichiestadifarprecedereiltestodaalcuneriflessionimièvenuta(anzi‘ci’èvenuta,cioèadAlessandroDonatieame)daCaterinaPesceesuCaterinanonsipuòdiscutere.Tropponota,internazionalmentenota, giustamente nota, per proporre ella un oggetto non all’altezza (per esempio, un libromediocre,comecenesonomolti:cenesono,eccomesecenesono…),tantoesperta da garantire all’idea primigenia di un libro la concreta fattibilità, la partenza, ilviaggioel’arrivoinportosanaesalva,conuncamminocompletato.Quierain…gioco proprio la possibilità di una ricognizione complessiva dell’argomento gioco e dei contenuti relativi al gioco, da restituire al Paese e al lettore in una forma e in una formulanuoveeoriginali,davveroingradocioèdiesprimereautenticamentel’uomo.Il gioco come quintessenziale, come cardine della vita, così come decine di grandi pensatori ededucatori, ricercatori di diversediscipline, vollerodefinirlo, nei secoli,dedicandovimolteriflessioniestudipoderosi,talunil’interavitadistudiosi.

Pasquale Bellotti

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3. Non si sfugge ai richiami della coscienza. Proprio nel senso della coscienza che ti richiama all’ordine. Per cui, ledomande epocali mi sono venute anche questa volta, a turbare l’esistenza di chi con il mondo del movimento in questo Paese non vorrebbe averci a che fare più, avendoci avuto a che fare per diversi decenni e avendone colto - allora e poco fa - la pochezza e la povertàdicostrutto.Paeseancorasenzalaculturadelmotoelaculturadelgioco.Almassimo,belle(insulse)parole.Maifatti,maifatti?QuestoPaesedevefareancorai conti con la sua non cultura del gioco motorio, del movimento giocato e dell’uomo cheèvero,autentico,soloquandogioca.

4. A che servono i libri? Prima domanda. Seservanoilibri.Beh,servono,certo:servonoseinessisitrovanoleistruzioniperlavita.Allora,cioèincasoaffermativo,senzadiessinonpuoivivere,tenedevidotareedevi possederli (leggerli è solo il primo passo; rileggerli e coglierne il senso profondo ereinventarlidentrodiséilsecondo,terzo,quartoinevitabilecammino).Questolibrocontieneistruzioniperlavitaenonperunavitascontata,prevedibile:piuttostoperunavitainventata,anzicreata.Creatanelgiocoeconilgioco,comedescrisse(nonpossodire:teorizzò,perchéscrivendoeglidescrisseproprio lavita, lacolsecomegioco, vedendola così) Johan Huizinga in Homo Ludens (a proposito, quanti lo hanno letto, inquestoPaese?). Ilgiocodellavita, ilgioconellavita, ilgiococheè lavita:possiamofargliecoancoraoggi.Ilgiocoèinogniistanteeinognioccupazionedellavita.Colgiocoprepariamo-bambini-ilgiocoperlavita,percondurlo-adulti-pertuttoilsuocorso.LocompreseassaibeneEugenioEnrile,italianodigrandeculturae solidissima formazione, che conosceva gli Autori più famosi, ma ci mise del suo per spiegare il gioco, descrivendone le valenze educative (mi diceva proprio così, ne fuiallievoepoiassistente,finchénonscomparve)eilsignificatoprofondoperlavitastessadelleNazioni.

5. E poi, la seconda domanda (e un vero tormento dell’anima): ma a che servono le Prefazioni? Vengonoprima,certo.Diciamo,primadientrareincasa.Sonounachiaveperentrare.Ma allora vanno chieste a veri (e grandi?) esperti? AMaestri?Ma dove stanno iMaestri, dove coloro che portarono permano generazioni di discepoli? E furonomessiingradodiformarliediaprirnelementieicuori?Acuisiconfidòilcompitodi far evolvere il Paese e la res publica?No,nonpuòesserecosì, inquestocasono;nonpuòessereilmiocaso(mamistavenendoun’idea!).OforselePrefazionisichiedono, per opere così, a chi opere così vagheggiò, desiderò di scrivere, consigliò, avviò (ricordo basilari spunti degli anni ‘70 del secolo ultimo, che ci tennero impegnati - Alessandro Donati e io stesso - per delineare un cammino sull’attività motoria dei giovani, specie nel significato di quella per la vita.Quegli spunti e quegli appuntisono ancora vivi oggi, ancora attuali. Non li colse nessuno, allora: altre priorità,

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dicevano; sciocchi capi non compresero l’utilità di concentrare ogni azione sui giovaniesuigiovanissimieimposero,mellifluamenteimposerounaserieinfinita,unasconcertante serie di secondarietà inutili che non giovarono al movimento, non al giocoenemmenoallosport).Perchéespertinelsensoche laqualificadiespertoprevede devo confessare che io non ne vedo, in Italia, che possano scrivere una Prefazionedi un’opera sulgiocodeibambini che introducaalla vita.Altrimenti neavremmo fatta di strada, negli ultimi quarant’anni! Ma non ne abbiamo fatta, è inutilegirarciintorno,nonostantel’impegnodipochivalorosiricercatori.Eoggichene abbiamo l’opportunità con un testo che scaverà una traccia, un solco, un testo cheara,areràunPaese(sipotràdirecosì?),dobbiamocoglierla:davvero ilPaesedovrebbe.Unprefatoreècertamentechiamatoacoglierla.Entranellastoriaanchelui e ci resta, ha il doppio grande privilegio di dire per primo che è cosa buona quella che segue (cioè le molte pagine piene di vita che seguiranno) e di rabbrividire per primo sulle pagine, cogliendo in esse il nuovo, l’originale, l’utile e l’essenziale per la vita.Cogliendol’autenticitàdelcontenuto.Ecco,propriol’autenticità.El’universalità.Ecco, proprio l’universalità. Qualche lettore simeraviglia? Simeravigli, se non sacosa è il gioco, cosa il gioco motorio, cosa il gioco spontaneo, quale il vantaggio per l’uomo (di tutte le età e di tutte le provenienze e di ogni talento o mancanza di talento) di venirvi immerso e di plasmarsene e di improntarvi l’intera sua esistenza, pubblica eprivata.

6. Un libro che non c’era.Un libro che non c’era e che oggi c’è. Una lacuna colmata. Un cammino, unastrada che può riprendere e potrebbe anzi radicarsi e restare, restare aperta, essere frequentata e battuta, essere riconosciuta, essere scelta e proposta, essere indicata dalPaese alle suedonnee ai suoi uomini, grandi epiccoli, a tutti. I’ve a dream, ancheio,uno:cheunPresidentedellaRepubblicalodica,dicaalPaese,dicaconserietà e convinzione, dica una volta e sia la volta per tutte, dica che il movimento è importante nella vita e che con il movimento e con il gioco di movimento si formano gliuominiesi restauominiesicostruisceunPaesemigliore,doveunaQualitàdiVitamiglioresignificadavveroanimare(dareun’animaa)ognietà.Resiconsapevolie poi felici di avere scoperto e del tutto convintisi dell’importanza di giocare con il movimento, dunque della necessità per tutti di scegliere uno stile di vita attivo, caratterizzato dall’ascendere positivo verso il benessere di corpo e di anima, ecco ilmioaltrosogno:sognodipoliticiediaddettiailavoridelleIstituzioninazionalicheparlando ai concittadini dicano che è gioco la vita, la vita dell’uomo è un gioco, il più serioma il piùbello che si possagiocare.Dove ilmovimento, seèpresente,porta ancora più conoscenze, più scoperte di sé, un divenire più completo, la piena realizzazione.Doveilgiocodimovimentodiventa lapiùseriadelle impresediognigiorno, la più umana delle esperienze, la più amorosa delle relazioni, la cosa più importante da insegnare a un bambino e da farsi insegnare da un bambino, perché

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quando un bambino scopre un gioco, può subito trasformarlo e ne inventa anche un altro e così anticipa, prepara e anzi costruisce la sua vita e così in parte anche la vita dellaNazione.Conilgiocosifalavita.Ilgiocohacomesuocontrariolaguerra.Malasecondanonc’èmaidoveilprimoèradicato,hamessoradiciepoifruttidiciviltà.

7. La ricerca della felicitàConsideravo in questi giorni, leggendo riga per riga e rileggendo - anche più volte - quei passaggi dove la mente desiderava di ritornare, che alla gran parte delle persone sfuggecheciascunodinoièincercadellafelicitàechequestoèilfinedellanostravita.Ocos’altro?Lavitavienecostruitasuquestasperanza,suquestaaspettativaesuquestodesiderio,soventenonconsapevole.Lafelicitàèunavitaconunaqualità(eccola ancora, laQualitàdellaVita!) compatibile con leproprie aspettative, con ipropridesideri,coniproprilimiti:lafelicitàcomeilmegliochesipuò,comespenderei giorni con la maggiore soddisfazione possibile in un mondo di relazioni, di cui tutti possanoavvantaggiarsi.Unafelicitàsenzaesclusioniesenzaesclusi.Questo librosui giochi motori che formano uomini e formano donne rende più felici, migliora la vitaperchérendemiglioridatantipuntidivista:lasaluteeilsaperfare,cavarselanelmondoconprofitto,esseresoddisfattidisé,aiutarsieaiutare,aiutarsiadaiutare.Ilmovimento e il gioco fanno nascere progetti di vita, devono essere promossi, devono costituire quell’abitudine piacevole della quotidianità che è necessaria per vivere (il piacereprima,l’abitudinepoielanecessitàinfinedellapraticamotoria).

8. Gli Autori ci dicono Liconoscoquasitutti,holettodiloroeholettocoseloro.Conqualcunohoavutogrande consuetudine e grande familiarità. DaMarco Basilio ho anche ri-appresol’importanza di guardare dentro la storia del Paese e dei paesi che fanno il Paese, per capirel’oggienondisperaretroppodelfuturo.Insieme,hannocostituitoilteamcheservivaperun’impresaeccellente.Conmilleargomentazioni,conmilleesempi,conmilleriferimenti(propriol’ImpresadeiMille!),conpassioneeconmetodocidicono.Che educare, così dicono, con il gioco si può, perché il gioco rende l’educazione la piùseriadelleattivitàdell’uomo,lapiùbeneficadiuomini(educatori)versoaltriuominiin divenire (educati), divenire se stessi, non altro che se stessi (il senso dell’educare, delfaraffiorareilmegliochec’èdentroognipersona),nonaltrocheliberi,veramenteliberi,difareedicreare.Cidiconoancora,sempregliAutori,cheiGiochifannolavita,lapreparanoelarealizzano,perchélapermeano.Efannolavitadellecollettività,nonsolodeisingoli.

9. Prefatori che si compiaccionoDi lodare chi ideò e chi trasformò le idee in contenuti scritti, sapientemente illustrati esperimentatievalidati.LenuoveLeggisulMoto.Dilodareillavorodichicostruìilvolumeedichiloeditò:ancoraunavoltaEditoridispostiamettersiingioco,anche

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loro!, e a scendere in trincea, affrontando i diversi possibili rischi degli Editori. Diinvitaremoltiallalettura,allariflessioneepoiall’azione.Strano,maèpropriovenutoil momento di giocare, il momento di vivere davvero, costruendosi una parte davvero importante,cruciale,dellavita.

10. Prefazione di Antonio, 8 anniNonèesistita,questaprefazione,ècostruita.Madicerto,iocredo,Antonio Ottoanni avrebbescrittocosì:“Grazie,peraversceltomegrazie.Nesonomoltocontento.Inrealtà, non potevate che chiederla a me (a noi), una prefazione, proprio io vorrei dire quellochedeveesseredettoprimachecominciillibrocheparladime.Iodevodirlo,sonoiochedòilparere.Io,ancheperglialtribambinicomeme,eancheperquellinon come me, ancora meno fortunati di me, che giocano ancora meno e sono perciò piùderubatiancoradellalorovita.Grazie,l’avetechiestaame.Eiol’hoscritta-dopoaver sfogliato e letto (non tutto è adatto a me, ci sono parti scritte per gli adulti esperti che devono occuparsi della mia formazione/educazione) ed essermi sentito contento del libro che parla di noi - non solo per me, non solo per me l’ho scritta, ma anche per tuttiglialtri:perchièbravoagiocareeperchino(aproposito,chebello,inquestolibrosiparladigiochidovenessunoperdemai,tuttivinconosempre:mipiacerebbesaperlo spiegare agli adulti che pensano che il bello della vita sia vincere su qualcuno, io penso che è più bello vincere me stesso, essere oggi migliore di ieri, soprattutto essere capace oggi di impegnarmi più di ieri ed essere per esempio più coraggioso e meno pigro, più attivo e più altruista, più contento del progresso di un compagno che del mio) per i grassi e per i magri, per i ricchi e per i poveri, per i sani e per i malati, per i contenti e gli scontenti, per chi cammina e per chi va in automobile, per chi ha un parco e per chi no oppure non più, per chi respira l’aria inquinata delle città e per chi quella buona della montagna, per chi ha una famiglia che ama il movimento e chi invece una che non ne capisce il valore e lo mette tra le ultime delle occupazioni della vita.Pertutti.Grazie,hocapitoquestolibroehocompresoquellochec’èdentroecheinfattisivedeassaibene:lavitadibambinichegiocano;unlibrochevuolefarcambiare le cose, mi pare (ci pare); un libro dove noi siamo protagonisti (noi padroni di fare e di disfare; evviva le regole che ci siamo dati e se non ci vanno più, abbasso quelle regole ed eccone di nuove!) che ci parla di momenti in cui possiamo sentirci davvero liberi, in cui possiamo creare, dove anticipiamo la vita che faremo e le diamo ilsensogiocosocheessadeveavere.Èpureunlibrobellodaguardare:èpienodinoisorpresiagiocareconinostrimovimenti.Cisiamotuttinoi,tuttinessunoescluso;èunlibrodiinclusioni,diinvenzioni,dicreazioni.Noialcentrodeidiscorsi,noialcentrodell’interesse degli educatori, noi al cuore di problemi serissimi che ci riguardano davicino.SiamoononsiamolepersonepiùimportantieanchelepiùbisognosediattenzionidelPaese?Nonèunnostrodirittogiocareeancheundoverequellodidirloagliadulti?Perciògrazie.Adessodevodareepoiscrivereilvotosulregistro.Dieciepurelalode,iopenso.Antonio.”

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Alessandro Donati. Nato a Monte Porzio Catone (Roma) il 14 giugno 1947, Maestro dello Sport, laurea inScienzadelloSportpresso l’UniversitàClaudeBérnarddiLione.Allenatoredella squadra nazionale di atletica per diverse specialità dal 1977 al 1987, dal 1980 al 2004 è responsabiledellametodologiadell’allenamentodidiverse squadrenazionali.Èautoredidiversi libri sulla metodologia dell’allenamento; nel 1989 autore del libro denuncia sul doping “Campioni senza valore”, nel 1991 co-autore del testo “La valutazione nell’allenamentogiovanile”.Nel2001diventaresponsabilescientificoperilMinisterodellaPubblicaIstruzionedelProgetto“Prevenireildopingtraglistudenti”,nel1993organizzaconBellottilaConferenzanazionalesull’attivitàsportivagiovanile.Dal1991al2006èresponsabiledellaDivisioneRicercae Sperimentazione del CONI; dal 1993 al 2014 fa parte di diverse commissioni antidoping del CONI,delMinisterodellaSaluteedelParlamentoeuropeo.Dal2007al2008èconsulentedel Ministero della Solidarietà Sociale, dal 2006 dell’Agenzia Mondiale Antidoping e autore di diversi report per la stessa, dal 2000 al 2015 di diverse Procure della Repubblica nelle indagini sul doping. Per diversi anni è responsabile del settore Sport dell’Associazione antimafia“Libera”,nel2012scriveillibrodenuncia“Losportdeldoping”.

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Questolibroabbatteduemieipreconcetti:ilprimoche,dopoiltestosullecapacitàmotorie e, in particolare, sulle interrelazioni tra le capacità coordinative e le diverse modalità di espressione della forza scritto da me, da Franco Marcello, da Gianni Lai e da Paolo Masia nel 1994, più nessuno si sarebbe cimentato con questa tematica, peraltro arricchendola e concretizzandola con una ricchissima progressione didattica dei giochi; il secondo mio preconcetto era che nessuno avrebbe più proposto, nell’ambito di un testo dedicato all’attività motoria dei bambini, una didattica così articolata negli obiettivi e nei mezzi, modulata attraverso l’osservazione dei bambini, commisurandolepropostealloroeffettivolivellodicapacitàeabilità.Èevidentechenonavevoconsideratochesarebbescesaincampol’intelligenza,lacapacitàintuitiva,laduttilità,lapreparazionescientificasolidaelastraordinariavisionedi assieme della professoressa Caterina Pesce che di questa ricerca - e dell’opera cheneèderivata-èilsoggettotrainante.InsiemeaRosalbaMarchetti,AnnaMottaeMario Bellucci - i curatori di questo libro - ha saputo comporre e valorizzare un nutrito gruppo di esperti, impegnandoli in modo coordinato verso l’obiettivo di concepire e delineare nuove soluzioni per rilanciare la pratica motoria e sportiva giovanile che, in un Paese invecchiato e caratterizzato dalle rendite di posizione, è divenuta da tempo unritualepoveroeripetitivo,cheriesceperfinoasovrastareilnaturaleentusiasmodeibambinifinoaspingerliversol’abbandonoprecoce.Dialcunidegliautoriconoscoillivello di preparazione e l’amore per la loro professione, di altri che non conoscevo ho apprezzato,oltrechélapreparazione,l’attenzioneeilrispettoperibambini.Vorrei spendere queste poche righe di prefazione per evidenziare un ulteriore eccezionalerisultatoraggiuntodallibro:tuttalametodologiaespostaperlosviluppodell’attivitàmotoriainambientescolasticopuòesseretranquillamenteeproficuamenteimpiegataanchenell’allenamentodegliatletipostadolescentio,perfino,dielevatolivello. Questa affermazione farà saltare sulla sedia qualche sussiegoso allenatoredi campioni (dato e non concesso che questa categoria di soggetti possa decidere di ‘perdere’ tempo a leggere di questi argomenti) che, invece, dal libro potrebbe essere aiutato a uscire dall’impasse dell’allenamento concepito come esecuzione meccanicadiesercizistandardizzatierigidapianificazione.Diciamolameglio:ilnovantapercentodegliallenatoridimedioealtolivelloignoranonella maniera più assoluta che la coordinazione non è una capacità, ma un termine

Alessandro Donati

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riassuntivo che ne racchiude parecchie, e mancando loro questa conoscenza elementare, non possiedono neppure gli strumenti per comprendere appieno il significatodiunesercizioelapossibilitàdi‘smontarlo’e‘rimontarlo’inmillemodiedi collegarlo ad altri esercizi secondo una progressione didattica teoricamente senza fine.Edeccospiegatoilperché,messidifronteall’incapacitàdiconcepireappienoe ‘manovrare’ l’aspetto qualitativo dell’allenamento, molti allenatori ripieghino sul versantedellaquantità,confidandoneldetto ‘il lavoropaga’…senzamaiporsi lasemplicedomanda:madiqualelavorostiamoparlando?Diciamolaancorameglio,inrealtàsiamodifronteaungigantescoequivoco:perchémai lecapacitàmotoriedovrebbero, inprimis,esserestudiatesuibambini?Forsechenonpotrebberoesseresplendidamenteapprofonditeanchesuunatletaadulto?Lo aveva perfettamente capito Bernstein e avrebbero dovuto comprenderlo anche i tanti ricercatori dell’ex Unione Sovietica e dell’ex Germania Democratica che, invece,hannoabbinato la tematicasoloall’attivitàmotoria infantileegiovanile.Edecco che si è creata la frattura, spaventosa: da unaparte l’attenzione rivolta allecapacità motorie e, dall’altra parte - quella dello sport specialistico - l’attenzione riferita solamente ad alcune abilità specifiche interpretate rigidamente. Con laconseguenza che la spettacolarità e la pseudo competenza dello sport di alto livello hanno provocato un’onda di ritorno verso l’attività motoria e sportiva dei bambini impoverendola e rendendola noiosa e prematuramente (stupidamente) orientata verso la specializzazione sportiva. Questo libro per educatori – ma non solo -riapre il ‘dialogo’ con la pratica sportiva agonistica ponendo al centro il bambino e prospettando il modo di educarlo divertendolo, sempre considerandolo come il soggettoprotagonistaenonlostrumentodell’arrivismoodell’alienazionedegliadulti.

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Come leggere questo manuale

Piùdiseicentosono lepaginedicuisicomponequesto libro.Eseicentosonoglianni complessivi di studio, ricerca ed esperienza racchiusi in queste pagine, se si considera che la maggioranza dei venti autori ha accumulato più di trent’anni di sapere, saperfareesaperessereper,ineattraversoilmovimento.Doponumerosiannidicontaminazione reciproca tra gli esperti che hanno contribuito a questo manuale, il tempo eramaturo per fondere e diffondere queste conoscenze, competenze efilosofiadivitainmovimento.Ilrisultatodiquesta(dif)fusioneèilmodelloeducativoche presentiamo in questo manuale; il catalizzatore è stato il triennio di ricerca-azione che,grazieaun’efficacesinergiatraisettoripubblicoeprivato,cihaconsentitodieffettuarneunarigorosavalidazionescientifica.Laparola-chiavedelnostrometodoeducativoèvariabilitàdellapratica.Lasuafinalitàè, partendo dalla formazione del corpo in movimento, arrivare alla formazione delle abilità di vita del cittadino, cavalcando l’onda della naturale gioia di muoversi dei bambini.

Se l’obiettivo formativo di questo manuale di didattica delle attività motorie per bambiniècosìampio,lasceltadeilettoriacuicirivolgiamononèdameno.Abbiamodeciso di realizzare un testo alla portata di tutti coloro che a diverso titolo, personale o professionale, si occupano di educazione dei bambini di età della scuola dell’infanzia e primaria, senza avere necessariamente una formazione specifica nelle attivitàmotorie.LaParte IIdiquesto testocontiene infatti una raccoltadi80giochiche,grazie a informazioni essenziali su come insegnarli e farli funzionare, espresse con un linguaggio non tecnico e supportate da contributi video, sono fruibili da un largo pubblico.Perciascungiocoproponiamoanchenumerosevarianti,chemoltiplicanoilnumerocomplessivodeigiochiavostradisposizione.

Ma non ci accontentiamo di fornirvi una valigia piena di giochi, senza consentirvi di comprenderequalèlalogicadiqueigiochiedelleloroevoluzioni.Desideriamodarvidipiù,andarealdilà.Abbiamoperciòtessutoun‘filodiArianna’perfarviorientarenel labirinto dei giochi, l’ottantesimo e ultimo dei quali non a caso s’intitola ‘Il labirinto incantato’.NellaParte I,diamoachièesperto inscienzemotoriepaneper isuoidenti e a chi invece non è esperto, ma desidera diventarlo, forniamo le informazioni necessarie per andare al cuore del nostro metodo e diventare esperto ideatore di

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giochidimovimentoperbambini.Achidivoiambisce‘andarealdi là’èdedicataanchelasezione“Vedo,vedo,vedo”,checoncludelapresentazionediciascungiocoe che consente di leggerne il valore dalla prospettiva dei quattro pilastri su cui poggia ilnostrometodo:l’efficienzafisica,lacoordinazionemotoria,lefunzionicognitiveelacreatività,leabilitàdivita.

Infine,per offrirvi ulteriore supportonell’organizzazionedei giochi, abbiamovolutoillustrarli e mostrarli anche con piccoli tutorial video, che potete consultare sul sito www.joyofmovinghandbook.com/it,comeindicatoinciascunaschedagioco.Ivideosonostatirealizzatiriprendendo‘veri’bambinidi‘vere’classiimpegnatenelleattività:purnell’intentodioffrireunarappresentazionedidatticamenteefficace,sièsceltodimostrare l’esecuzione in un contesto reale, non controllato o manipolato per esigenze diripresa.Questoperdarelamisuradellarealefattibilitàdeigiochi,conbambinidiognietàepreparazione.

Non ci resta che augurarvi buon divertimento nel labirinto dei giochi, non senza esservimunitidelpreziosofilodiArianna!

Caterina, Rosalba, Anna e Mario

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