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Markers tumorali Prof.ssa Lucia Malaguarnera

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Markers tumorali

Prof.ssa Lucia Malaguarnera

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Si definisce marker tumorale il prodottometabolico o un componente specifico,

prodottodalle cellule maligne che segnala la

presenza di

un tumore. A questi segnali appartengono:

• 1. SOSTANZE ESPRESSIONE DELL'INTERAZIONE

TUMORE/OSPITE • 2. SOSTANZE PRODOTTE PREVALENTEMENTE DAL

TUMORE

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SOSTANZE ESPRESSIONE DELL'INTERAZIONE TUMORE/OSPITE

• Appartengono a questa categoria numerosi parametri ematochimici classici(es. VES, enzimi epatici, proteine della fase acuta, indicatori di catabolismo osseo, ...)

Significato:• Sono indicatori di danno del tessuto

normale invaso dal tumore

• Sono abitualmente indicatori efficaci di malattia neoplastica avanzata

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SOSTANZE PRODOTTE PREVALENTEMENTE DAL TUMORE

• Si tratta di prodotti legati al fenotipo maligno

• Sono indicatori biologicamente più precoci in quanto espressamente legati alla presenza del tumore

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COSA INDICA IL LIVELLO EMATICO DI UN MARKER? IL LIVELLO EMATICO DI UN MARKER E' LA RISULTANTE DI

NUMEROSI FATTORI: FATTORE:

• Produzione e rilascio da parte del tumore

• Produzione e rilascio da altri tessuti

• Sostanze cross-reattive• Diluizione nel torrente

circolatorio• Metabolismo• Escrezione

EFFETTO SUL LIVELLO DEL MARKER:

• Aumento

• Aumento spurio

• Aumento spurio• Diminuzione

• Diminuzione• Diminuzione

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I MARKERS POSSONO ESSERE IDENTIFICATI DALLA SEGUENTE

DEFINIZIONE OPERATIVA:

1. Sono sostanze espresse sia dai tessuti neoplastici che dai tessuti normali

2. Vengono prodotti in maggior quantità dai tessuti tumorali (indicatori quantitativi, non qualitativi, del tumore)

3. Sono presenti nel sangue in quantità proporzionale alla massa del tumore

4. Sono misurabili nel sangue anche nei soggetti senza tumore

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CLASSIFICAZIONE

Sono possibili diversi criteri di classificazione. Fra essi:

1. secondo le caratteristiche biologiche 2. secondo la specificità tissutale 3. secondo l’utilità clinica

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CLASSIFICAZIONE SECONDO LE CARATTERISTICHE BIOLOGICHE

1. Molecole con struttura chimica nota 2. Glicoproteine di cui si sono

identificati gli epitopi che caratterizzano il marker

3. Anticorpi prodotti dall’ospite diretti contro molecole espressione del fenotipo del tumore

4. Cellule tumorali circolanti

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1. MOLECOLE A STRUTTURA CHIMICA NOTA

MOLECOLE A STRUTTURA CHIMICA NOTA • Enzimi/isoenzimi: PAP, NSE, Fosfatasi

Alcalina, PSA • Ormoni/subunità: HCG, calcitonina,

tireoglobulina • Prodotti di differenziazione: poliamine,

acidi sialici, ferritina, beta-microglobulina • Molecole di adesione: CEA Molecole di

trasporto: AFP Citocheratine: TPA, Cyfra21.1,TPS, TPAcyk

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2. GLICOPROTEINE DI CUI SI SONO IDENTIFICATI GLI EPITOPI CHE CARATTERIZZANO IL MARKER

CA19.9 CA15.39 MCRC

CA50 MCA CA242

CA195 CA54 ........

CA72.4 M26 ........

CA125 M29 ........

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AUTOANTICORPI CIRCOLANTI GENERATI CONTRO MOLECOLE CARATTERISTICHE DEL FENOTIPO

TUMORALE CON POSSIBILE RUOLO COME MARKERS

• anti P53• anti p185/neu

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4.CELLULE TUMORALI IN MATERIALI BIOLOGICI:

PRIME ESPERIENZE DI IMPIEGO COME

MARKERS TUMORALI Sonda Parametro

valutatoPatologia studiata

Liquido biologico

PSA espressione RNA

ca. prostatico Sangue

PCA3 espressione RNA

ca. prostatico Sangue

Citocheratina 20

espressione RNA

ca. mammario Sangue

K ras, p53 mutazioni DNA

ca. del colon Feci

K ras, p53 mutazioni DNA

ca. del polmone

Escreato

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CLASSIFICAZIONE SECONDO LA SPECIFICITA' TISSUTALE

I markers tumorali possono esseresuddivisi schematicamente in tre

gruppi: • 1. Markers con elevata specificità d’organo

• 2. Markers con specificità per tipo cellulare

• 3. Markers correlati quantitativamente con un dato tipo istologico

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1. MARKERS CON ELEVATA SPECIFICITA' D'ORGANO

MARKER ORGANO

TG TIROIDE

PSA PROSTATA

HGC SINCIZIOTROFOBLASTO

IgG DISCRASIE PLASMACELLULARI

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2. MARKERS CON SPECIFICITA' PER TIPO

CELLULARE Marker Principali neoplasie che possono esprimere

il marker

Calcitonina - Carcinoma midollare della tiroide- Carcinoidi- Tumori endocrini del tubo digerente- SCLC

NSE - SCLC - Tumori neuroendocrini- Neuroblastoma- Tumore di Wilms- Melanoma- Linfomi- Teratomi- Timoma

Serotonina e metaboliti

- APUDomi

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3.MARKERS PREVALENTEMENTE ASSOCIATI AD UN DATO TIPO

ISTOLOGICO SCCTPACyfra21.1TPSTPAcyk

- Carcinomi di tipo squamoso

CEAMarkers muciniciCA19.9CA15.3MCACA50CA195

- Adenocarcinomi

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UN QUESITO COMUNE: I MARKERS MUCINICI (CA19.9, CA15.3, CA125...) HANNO SPECIFICITA' D'ORGANO? Sostanzialmente no. Diverse neoplasie, specie se avanzate, possono infatti provocare incrementi dello

stesso marker mucinico MARKER Principali neoplasie in cui si possono rilevare

incrementi in fase avanzata

CA 19.9 Cancro del colon, dello stomaco, del pancreas, dell'ovaio

CA 125 Cancro dell'ovaio, della mammella, del polmone, del pancreas, del colon

CA 15.3 Cancro della mammella, dell'ovaio, del pancreas,

del polmone CA 72.4 Cancro dello stomaco, del colon, del pancreas, della

mammella

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POSSIBILI FUNZIONI

Studi recenti suggeriscono che alcuni markers abbiano delle

specifiche funzioni potenzialmente vantaggiose per il tumore.

Questo rappresenta un ulteriore razionale alla determinazione dei markers tumorali nella

pratica clinica AFPFunzione di trasporto degli acidi grassi nella cellula neoplastica CEAMolecola di adesione appartenente alla superfamiglia delle immunoglobine. Possibile ruolo nei meccanismi di adesione cellulare, di diffusione e di attecchimento delle metastasi Markers mucinici (CA19.9, CA125, CA15.3)Funzione protettiva nei confronti dell'attività citotossica dei linfociti attivati favoriscono l'adesione piastrinica (formazione di emboli neoplastici, possibile vantaggio nella disseminazione metastatica

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a) Cliniche

1. Eventi fisiologici abitudini voluttuarie

2. Patologie non tumorali (di organo o di sistema)

3. Manovre diagnostiche

b) ANALITICHE

CAUSA MARKERS INTERESSATI

Autoanticorpi anti-tireoglobulina Tireoglobulina

Somministrazione parenterale di anticorpi monoclonali

CEA, CA125, CA72.4

Effetto gancio (concentrazioni molto elevate di antigene) markers diversi

CAUSE DI INCREMENTO NON DOVUTE A TUMORE

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CAUSE DI VARIAZIONI NON SPECIFICHE DEI MARKERS TUMORALI

Il giudizio di positivita' su una singola determinazione

di un marker tumorale va considerato sempre come

una scelta convenzionale che deve essere guardata

con grande prudenza nelle decisioni cliniche e

comunque sempre confermato se patologico.

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METODI DI MISURA

Alcune informazioni di base relative ai metodi di dosaggio dei markers sono importanti al fine della corretta interpretazione dei dati clinici I markers tumorali vengono misurati con metodi immunometrici I metodi immunometrici riconoscono una determinata sostanza sulla base della specificità di un anticorpo generato contro di essa

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MARKERS TUMORALI: IMPATTO DEL METODO NELLE DECISIONI CLINICHE

METODI IMMUNOMETRICI - QUANTO PESANO RIPETIBILITA' E ACCURATEZZA NELLE DECISIONI

CLINICHE?

I metodi immunometrici presentano due caratteristiche che hanno conseguenze importanti sulla ripetibilità e sull'accuratezza dei dosaggi:

Basso ordine di grandezza delle concentrazioni misurabili (10-9 -10-12 g): influenza sulla precisione

Tipo indiretto di misurazione (confronto di immunoreattività con uno standard): influenza sull'accuratezza

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PRECISIONE: RIPETIBILITA' DI UN RISULTATO

Le variazioni eventualmente riscontrate fra prelievi successivi hanno significato clinico o sono dovute alla imprecisione del metodo?

Una variabilità del 10% può essere considerata accettabileIn genere, la ripetibilità è più scarsa a livelli bassi del marker Per valutare correttamente i dosaggi ripetuti di un marker bisognerebbe conoscere la precisione del metodo alla concentrazione in esame

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ACCURATEZZA: SOMIGLIANZA FRA RISULTATO E VALORE VERO

Le eventuali variazioni riscontrate fra prelievi successivi hanno significato clinico o sono dovute all'uso di metodi diversi per uno stesso marker?

- I metodi immunometrici riconoscono una sostanza per analogia con uno standard. L'identità fra standard e sostanza è convenzionale se mancano standard internazionali di riferimento come avviene per la maggior parte dei markers.

Attenzione: non tutti i metodi commerciali sono attualmente calibrati contro lo standard internazionale disponibile.

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INTERPRETAZIONE DEL DATO DI LABORATORIO

Nella pratica clinica possono verificarsi due possibilità:

- Disponibilità di un solo prelievo - Disponibilità di più prelievi seriati nel tempo

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DISPONIBILITA' DI UN SOLO PRELIEVO

In pratica non esiste un marker assoluto (positivo in tutti i casi di tumore, negativo in tutti i sani). E' pertanto necessario distinguere tra valore normale e valore patologico. Nel far ciò si deve stabilire un valore soglia positivo/negativo che si calcola sulla base dei livelli di marker trovati nei soggetti normali e che permette di definire le performances diagnostiche del marker. Attenzione! Il concetto di positivo o negativo va guardato con ponderatezza in quanto valori positivi possono facilmente verificarsi in condizioni non tumorali e valori negativi possono rilevarsi in pazienti affetti da tumore, specialmente nelle fasi iniziali

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DISPONIBILITA' DI PIU' PRELIEVI SERIATI NEL TEMPO

In questo caso, il primo prelievo disponibile per ogni paziente costituisce la base su cui confrontare i successivi dati. Obiettivo di questo approccio è l'identificazione di variazioni significative nel tempo.

Per fare questo sono allo studio dei metodi matematici mentre sono correntemente applicati dei criteri empirici.

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QUANDO USARE I MARKERS TUMORALI

1. Screening

2. Diagnosi di tumore primitivo

3. Metastasi a partenza ignota

4. Tumore già diagnosticato

5. Monitoraggio dopo la terapia primaria a breve termine

6. Monitoraggio dopo la terapia primaria a lungo termine

7. Monitoraggio terapia nella malattia avanzata

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SCREENING

I markers tumorali hanno sensibilità e specificità limitate. Non devono quindi essere usati in programmi di screening su popolazione generale. In alcuni casi i markers possono essere usati per screening di popolazioni selezionate con maggior rischio di tumore.

- CT nei consanguinei dei pazienti con cancro midollare della tiroide

-AFP nell'epatopatia cronica evolutiva

- PSA nei maschi adulti dopo i 60 anni (rapporto costo/efficacia ancora in valutazione)

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DIAGNOSI DI TUMORE PRIMITIVO(Diagnosi differenziale fra tumore e malattia benigna )

Generalmente, i markers tumorali non possono essere di aiuto diagnostico per la limitata specificità e sensibilità.

Fanno eccezione alcuni markers dotati di alta specificità tissutale che possono essere usati in alcune particolari patologie:

• cancro a piccole cellule del polmone (NSE)• cancro midollare della tiroide (CT)• cancro del testicolo (AFP, HCG)• cancro dell’ovaio (AFP, HCG)• coriocarcinoma (HCG)• neoplasie endocrine secernenti specifici ormoni

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RICERCA SEDE DI ORIGINE DI METASTASI A PARTENZA IGNOTA

L'uso dei markers può essere utile solo nel caso di tumori secernenti markers tessuto specifici.

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TUMORE PRIMITIVO GIA' DIAGNOSTICATO

In questo caso il dosaggio dei markers deve essere fatto per:

1. Avere un valore basale prima della terapia

2. Avere indicazioni indirette sulla estensione della malattia (i livelli ematici dei markers sono proporzionali alla massa del tumore)

3. Avere indicazioni aggiuntive circa l'istotipo per i tumori nei quali diversi isotipi producono markers diversi

4. Avere indicazioni prognostiche aggiuntive

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MONITORAGGIO A BREVE TERMINE DOPO LA TERAPIA PRIMARIA

Livelli elevati persistenti dopo una terapia ritenuta radicale suggeriscono la possibile presenza di malattia occulta, residua o disseminata

Variazione dei livelli (anche all'interno del range di normalità) possono indicare la capacità del tumore di esprimere il marker (caratterizzazione fenotipica)

Il marker può incidere sulle decisioni cliniche in modo critico (restaging, terapia adiuvante, periodicità del follow-up)

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MONITORAGGIO A LUNGO TERMINE DOPO LA TERAPIA PRIMARIA

L'incremento del livello di un marker tumorale può suggerire la ripresa della malattia

L'incremento del livello del marker può precedere di parecchi mesi (3-12) l'evidenza clinico/strumentale della ripresa della malattia

Nel caso di neoplasie curabili in fase avanzata il marker può incidere in modo critico sulle decisioni cliniche (trattamento precoce dalla ripresa della malattia)

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In questa fase della malattia i pazienti sono in genere sottoposti ad interventi diagnostici e terapeutici intensivi.

Una quota rilevante delle richieste di dosaggio dei markers è mirata a questa fase della malattia.

In generale, i markers sono indicatori di risposta o di fallimento della terapia più efficaci e precoci degli indicatori clinico-strumentali correntemente utilizzati

Markers diversi possono essere diversamente efficaci nell'indicare la risposta o il fallimento (es: nel cancro mammario metastatico la risposta alla terapia è indicata più precocemente dal TPS e il fallimento dal CA15.3)

La definizione di protocolli di utilizzo e di criteri decisionali costituisce una promettente area di sviluppo per l'uso clinico dei markers.

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Fra i markers da utilizzare, da un punto di vista pratico si può distinguere fra markers sicuramente utili e markers probabilmente utili

• Markers di prima scelta. Markers sicuramente utili per i quali esiste una solida letteratura biologica e clinica, tale da garantire nell'utilizzo routinario un rapporto costo/risultato favorevole.

• Markers di seconda scelta. Markers probabilmente utili per i quali ad una letteratura biologica consolidata non fa riscontro una verifica clinica definitiva del rapporto costo/risultato. Inseriti in protocolli di valutazione clinica possono dare informazioni addizionali.

• Markers affini. Diversi biomarcatori appartengono a famiglie chimiche nell'ambito delle quali esistono più markers dai quali ci si dovrebbero attendere prestazioni simili in una data patologia (markers mucinici, markers citocheratinici).

Attenzione, l'associazione di più markers affini è una scelta di tipo alternativo.

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MONITORAGGIO DELLA TERAPIA PER LA MALATTIA DISSEMINATA

In alcune neoplasie questa situazione clinica coinvolge un numero non trascurabile di pazienti. Percentuale media di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di malattia metastatica in alcune neoplasie:

carcinoma del testicolo 56%

carcinoma della prostata 30%

carcinoma della mammella 19%

carcinoma dell'ovaio 18%

carcinoma della vescica 10%

carcinoma del colon-retto 6%

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Ca della ProstataPSA (antigene prostatico specifico)Glicoproteina prodotta dalle cellule epiteliali dell’acino e dei dotti della ghiandola prostaticaAttività: enzimatica proteolitica, mantiene solubile il liquido seminale

Diagnosi: Ca della prostataNon discrimina l’adenoma dal carcinomaIpertrofia: i valori superano solo eccezionalmente i 20 ng/ml

Concentrazioni plasmatiche: VN 0-4 ng/mlCut-off ( 20 ng/ml)Marcatori di seconda scelta: TPA, TPS, CA-50 Cromognanina A

Rischio di tumore prostatico in relazione al livello di

PSA

PSA compreso tra 2 e 4 ng/ml 20 %

PSA compreso tra 4 e 10 ng/ml 40 %

PSA superiore a 10 ng/ml 65 %

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TPS: antigene polipeptidico tissutale specifico

categoria: frammenti solubili della citocheratina 18natura chimica: proteinapeso molecolare: 29-45 kDimmunogeno: frammento purificato della citocheratina 18 (M3)epitopi: uno (M3)anticorpi utilizzati per la misura: uno monoclonale e uno policlonaletempo di dimezzamento: non notoprincipali cause non oncologiche di incremento: patologia benigna del tratto gastroenterico, del fegato (acuta, cronica), del pancreas, del rene, processi infiammatori acuti, traumatismi recenti

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TPA: antigene polipeptidico tissutalecategoria: frammenti solubili delle citocheratine 8, 18

e 19natura chimica: proteinaLiberato nel plasma dalle cellule in duplicazionepeso molecolare: 10-50 kDimmunogeno: pool di tumori umaniepitopi: probabilmente numerosiServe a valutare l’aggressività di una neoplasia in associazione ad altri marcatoriDiagnosi: Carcinoma tratto gastro-enterco, urinario, polmonare, tiroideo, mammario,pancreatico anticorpi utilizzati per la misura: policlonali e monoclonaliprincipali cause non oncologiche di incremento: patologia benigna del tratto gastroenterico, del fegato (acuta, cronica), del pancreas, del rene, processi infiammatori acuti, traumatismi recenti. AlcolistiVN 0-80 mU/ml cut-off: > 90 mU/ml

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Ca della Mammella

MCA (Mucinus-like Carcinoma associated antigen)Glicoproteina mucino simile Nella maggior parte degli epiteli mucinosi

I livelli sono ben correlati con l’estensione della malattia, il numero di linfonodi coinvolti, le sedi di metastasi

Concentrazioni plasmatiche: VN 0-14 U/mlImpiego: Diagnosi: Tumori Cistici mucinosiMonitoraggio post-intervento per malattia residua o recidive occulte

Altri marcatori: Osteocalcina plasmatica- Idrossiprolina (urinaria) ( Metastasi)

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Ca della Mammella

CA-15.3Glicoproteina mucino simile Sulle cellule alveolari e dei dotti ghiandolari normali e neoplastici

Positività nel 20-25% e nel 60-80% in corso di metastasiDiagnosi: Ca della mammella, Neoplasie polmonari, epatiche, gastrointestinali, prostatiche endometrialiPatologie benigne: malattie epatiche croniche e malattie infiammatorie dell’apparato respiratorio

Concentrazioni plasmatiche: VN 0-30 U/mlCut-off ( 35U/ml)Valutazione grossolana

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Tumori del polmone

4 Tipi Istologici fondamentaliNon esiste un marcatore totalmente attendibileAlcuni marcatori hanno sensibilità e specificità per tipo istologico

CYFRA21.1Sensibilità nel Ca epidermoide (70%) Con l’NSE è utile per differenziare il microcitoma

NSESensibilità dell’80% Utile nella stadiazione, nell’idividuare recidive e monitoraggio terapie

CEA non utile nel microcitoma

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CYFRA21.1

categoria: frammento solubile della citocheratina 19natura chimica: proteinapeso molecolare: 40 kDimmunogeno: linea cellulare MCF7epitopi: due differenti sulla citocheratina 19 (coil2)anticorpi utilizzati per la misura: due monoclonali (KS 19-1, BM 19-21)cause non oncologiche di incremento: epatopatia, malattie broncopolmonari croniche

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Enolasi Neurono-Specifica (NSE)• E’ un isoenzima che appartiene alla famiglia delle enolasi Inizialmente utilizzato come marcatore del tumore polmonare a piccole

cellule,

• Oggi utile nel neuroblastoma, tumori neuroendocrini del pancreas e dell’apparato digerente.

• In questi ultimi anni, il dosaggio della NSE nel siero è stato consigliato anche in condizioni non neoplastiche, quali l’ictus cerebrale, l’attacco ischemico transitorio cerebrale, le emorragie cerebrali e i traumi cranici.

• In queste condizioni la NSE è una spia della lesione neuronale e l’incremento che viene registrato nel siero è legata proprio al passaggio dell’enzima in circolo a causa del danno della membrana cellulare.

• I livelli di NSE correlano significativamente con il volume dell’area del cervello infartuata

• Costituendo quindi un utilissimo indicatore prognostico predittivo dell’esito neurofisioogico dopo lo stroke.

• L’interpretazione della NSE come indicatore di danno neuronale, si è dimostrata utile anche perché ha costituito la base degli studi fatti in pazienti sottoposti a bypass dell’arteria coronarica nei quali è stato dimostrato che l’incremento dopo 24 ore si correla bene con le disfunzioni cognitive presenti al momento della dimissione dall’ospedale.

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CEA: antigene carcinoembrionario

categoria: antigene tumore associato oncofetalenatura chimica: glicoproteinapeso molecolare: 200 kDimmunogeno: metastasi epatica di carcinoma del colonepitopi: numerosiDiagnosi: Carcinoma colon, bronchi, ovaio, mammella, pancreasanticorpi utilizzati per la misura: numerosi sia policlonali che monoclonalicause non oncologiche di incremento: patologia benigna del tratto gastroenterico, del fegato, del polmone, insufficienza renale cronica

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Tumori della tiroide

Sono diversi in funzione della differente tipologia tumorale della ghiandola

Tireoglobulina (VN 3-30 ng/ml) cut-off 60 ng/mlDiagnosi: nodulo tiroideo, nei Ca papilliferi o follicolari follow-up dei pazienti toroidectomizzati per CaValori elevati nei tumori differenziati della tiroide, metastasi ossee e polmonari ( >550 ng/ml)Falsi negativi dopo terapia soppressiva con ormoni tiroidei

CalcitoninaCarcinoma midollare (10-15%)Utile nell’individuare recidive e monitoraggio terapie

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Ca Ovarico

Poco identificabile in fase precoce

CA-125Liberato nel Ca ovarico di tipo sieroso, nel Ca endometriale metastatico, nei Ca delle tube, del pancreas e della mammella

TAG-72 o CA-72(tumor associated glicoprotein)Monitoraggio delle neoplsaie dello stomaco e dell’ovaio in associazione con AFP, HCG, CA-19-9

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CA125

categoria: mucinanatura chimica: glicoproteina, presente nelle cellule epiteliali dell’ovaiopeso molecolare: ~500 kDimmunogeno: linea cellulare di carcinoma ovarico (OVCA433)epitopi: non ancora definitiDiagnosi: Follow-up dei tumori ovarici, in particolare cistoadenocarcinomianticorpi utilizzati per la misura: uno monoclonale (OC125)cause non oncologiche di incremento: mestruazioni, cirrosi ascitogena, versamenti pleurici, peritoneali, pericardici, insufficienza cardiaca congenita, sindrome di Meigs, polmonite

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Tumori dell’apparato gastroenterieco

Ca colon-rettoCa Gastrico

CEAIn fase post-operatoria indica persistenza della malattia residua o diffusione metastatica (ne precede da 2 a 18 mesi la dimostrabilità clinico strumentale)Monitoraggio in corso di terapia

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Tumori del pancreas

CA 19.9

CA-50 Diagnosi e monitoraggio del trattamento delle neoplasie del pancreas senza ostruzione delle vie biliariDiagnosi delle neoplasie del colon-retto e delle vie biliari

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CA19.9 (GICA, gastrointestinal cancer antigen)

categoria: mucinanatura chimica: glicoproteinapeso molecolare: 360 kDimmunogeno: linee cellulari di carcinoma colon-rettale umano (SW 1116)epitopo: sialosil fucosil lattotetraosoDiagnosi: Ca colon-rettale, Sensibile nel Ca del pancreasanticorpi utilizzati per la misura: uno monoclonale (1116NS19-9)cause non oncologiche di incremento: ittero, patologia benigna del tratto gastroenterico, del pancreas, del fegato, della colecisti, del polmone, nefropatie diabetiche, diabete mal controllato, malattie reumatiche

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Epatocarcinoma

AFP: alfafetoproteinaDiagnosi: Carcinoma epatico primitivo, TeratoblastomiImpiego: Riconoscimento prenatale di malformazioni Ca primitivo del fegatoDiagnosi prognosi e monitoraggio dei tumori germinali del testicolo e dell’ovaio

Interpretazione dinamica del dato AFP applicabile nel decorso post-chirurgico.

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AFP: alfafetoproteina

categoria: antigene tumore associato oncofetalenatura chimica: glicoproteina (alfa-1-globulina)peso molecolare: ~ 67 kDepitopi: numerosianticorpi utilizzati per la misura: numerosi sia policlonali che monoclonalicause non oncologiche di incremento: epatopatia cronica, gravidanza

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TPAcyk: antigene polipeptidico tissutale

categoria: frammenti solubili delle citocheratine 8 e 18natura chimica: proteinapeso molecolare: 10-50 kDimmunogeno: frammenti di citocheratine 8 e 18 digeriti con chimotipsinaepitopi: probabilmente numerosianticorpi utilizzati per la misura: uno policlonale e due monoclonaliprincipali cause non oncologiche di incremento: patologia benigna del tratto gastroenterico, del fegato (acuta, cronica), del pancreas, del rene, processi infiammatori acuti, traumatismi recenti

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Beta-hCG

categoria: antigene tumore associato oncofetalenatura chimica: glicoproteina peso molecolare: ~ 67 kD

cause non oncologiche di incremento: gravidanza

Diagnosi: Corion carcinoma con mola vescicolaredifferenziale