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Il Diabete Mellito Mariarosaria Cristofaro UOC Diabetologia-Endocrinologia ASReM Campobasso Campobasso 19 marzo 2014

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Il Diabete Mellito

Mariarosaria Cristofaro

UOC Diabetologia-Endocrinologia

ASReM Campobasso

Campobasso 19 marzo 2014

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Definizione

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia causata da una ridotta secrezione di insulina da parte del pancreas o dalla combinazione di ridotta secrezione di insulina e di resistenza dei tessuti periferici all'insulina.Tale patologia si associa frequentemente a complicanze, essenzialmente dovute allo sviluppo di alterazioni dei piccoli vasi soprattutto a livello renale e retinico (microangiopatie) e dei grandi vasi del circolo periferico e coronarico (macroangiopatie).

DIABETE MELLITO

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L’etimologia del termine “diabete” deriva dal greco “δίαβαίνω ” = attraversare, passare oltre

Il suffisso latino “mellitus ” (dolce,miele) fu aggiunto nel XVII sec dall’inglese T. Willis a causa del sapore dolciastro delle urine dei pazienti affetti da tale patologia

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Il glucosio è normalmente presente nel sangue e rappresenta la nostra principale forma di energia per i muscoli ed altri organi.Per il cervello è addirittura l'unica fonte di energia. Le altre fonti energetiche sono le proteine e i grassi.Il glucosio è fornito dall'alimentazione al momento dei pasti. L'utilizzazione di questo "carburante" è possibile solo in presenza di Insulina

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Profilo glicemico giornaliero normale

100

140

180

6 8 13 20 24 6

Glic

emia

(mg/

dl)

Tempo

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Glucosioplasmatico

Glucosio endogeno Glucosio esogeno

gluconeogenesi glicogenolisi assorbimento dei carboidrati del pasto

utilizzazione periferica eliminazione renale

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Insulina

• Aumento trasporto ed utilizzazione del glucosio

• Immagazzinamento dei grassi• Riduzione della liberazione dei

grassi

•Aumento della utilizzazione del glucosio•Riduzione del rilascio di glucosio

• Aumento trasporto ed utilizzazione del glucosio

Principali effetti della insulina

muscolo tessuto adiposo

fegato

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Tipo di Diabete Eziologia

I. Tipo 1A ImmunomediatoTipo 1B Insulino-deficiente, non autoimmuneLADA/NIRAD Diabete di Tipo 1 dell’adulto

II. Tipo 2 Insulino resistenza ± Deficit dellasecrezione insulinica

III. Altre forme specifiche difetti genetici della funzione della ß-cellula,MODY,difetti genetici dell’azione della insulina,malattie del pancreas esocrino,indotto da farmaci etc.

IV. Diabete Gestazionale Intolleranza al glucosio con primoriscontro o inizio durante la gravidanza

CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE MELLITO

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Diabete mellito di tipo 2Rappresenta quasi il 90% di tutti i casi di diabete

È associato a obesità (presente in oltre l’80% deipazienti) con predisposizione familiare

E’ caratterizzato dalla presenza di insulino-resistenzaassociata o meno a ridotta secrezione insulinica

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• 700 MILIONI i DIABETICI nel MONDO (stime International Diabetes Federation)

• 4,6 MILIONI di MORTI/ANNO per DIABETE nel 2011 (fonte ANSA)

• Nel 2035 si stimano circa 1 MILIARDO di malati (stima ONU 9 miliardi abitanti 2040)

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Il diabete mellito in ItaliaProiezione del 1996

Circa 1.5 milioni nel 1995Circa 2 milioni nel 2000Circa 3 milioni nel 2025

Il Diabete in Italia, 1996, Ed. Kurtis

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Dati ISTAT 2011

Molise

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In ITALIA si prevede una crescita in 35 anni di

quasi il 40% della popolazione diabetica

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L’impatto del diabete mellito

Le complicanze vascolari croniche del diabete possono interessare le grosse arterie e le piccole arterie e sono causa di aumento di mortalità

Possono essere colpiti:Il distretto coronarico (INFARTO)Il distretto cerebrale (ICTUS)La retina (PERDITA DELLA VISTA)Il rene (INSUFFICIENZA RENALE ���� DIALISI),Il piede (ULCERA���� GANGRENA���� AMPUTAZIONE

La mortalità nei pazienti con diabete mellito è 3-5 volte più alta rispetto alla popolazionegenerale

Therapy for diabetes mellitus and related disorders 2004, 241-246, ADA eds

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1. Wingard DL et al. Diabetes Care 1993; 16: 1022–5.2. UKPDS Group. Diabetes Res 1990; 13: 1–11.

Diabete mellito di tipo 2 al momento della diagnosi –L’impatto sul sistema cardiovascolare

Ipertensionearteriosa2

Precedente anamnesi positiva di ictus1

Anomalie all’ECG2

Assenza dei polsi periferici2

18%

13%

7%

35%

Claudicatio intermittens1 4.5%

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1. UKPDS Group. Diabetes Res 1990; 13: 1–11.2. The Hypertension in Diabetes Study Group. J Hypertens 1993; 11: 309–317.

Diabete mellito di tipo 2L’impatto della microangiopatia al momento della diagnosi

DisfunzioneErettile 120%

Retinopatia1 21%

Neuropatia1 12%

Nefropatia2 18%

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La diagnosi clinica di diabete è preceduta in media da una fase asintomatica di circa 7 anni durante i quali l’iperglicemia esercita effetti dannosi su tutti gli organi

Quindi la DIAGNOSI TEMPESTIVA consente di ridurre il rischio delle complicanze

Da qui la NECESSITA’ DI INDIVIDUARE PRECOCEMENTE IL DIABETE

MISCONOSCIUTO che interessa nel nostro Paese almeno 1,5 milioni di persone

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1. FPG ≥ 126 mg/dl (7,0 mmol/l) in almeno due differentimisurazioni, con digiuno di almeno 8 ore.

2. Valori di glicemia dopo 2 ore da carico orale di glucosio75gr (OGTT) ≥ a 200 mg/dl. (11,1 mmol/l) . Il test deveessere condotto come descritto dalla WHO usando uncarico orale di glucosio contenente l’equivalente di 75gr diglucosio anidro discolto in acqua.

3. Una glicemia random ≥ 200 mg/dl (11,1 mmol/l) .

4. Valori di HbA1C ≥ a 6,5% (con dosaggio allineato NGSP-National Glycohemoglobin Standardization Program-certificato e standardizzato con il DCCT assay).

CRITERI PER LA DIAGNOSI DI DIABETE MELLITO

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“ Disglicemia “

Glicemia a digiuno< 110 mg/dl: valore normale≥ 110 e < 126 mg/dl alterata glicemia a digiuno≥ 126 mg/dl diabete

Glicemia alla 2a ora dell’OGTT< 140 mg/dl valore normale≥ 140 e < 200 mg/dl alterata tolleranza glucidica≥ 200 mg/dl diabete

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Quali soggetti sono a rischio di DM ?

Alto rischio

• Dai 45 anni di età soprattutto se obesi• Inattività fisica• Familiarità di 1° grado (genitori, fratelli)• Pregresso diabete gestazionale

Altri fattori di rischio

• Ipertensione arteriosa• Bassi livelli di colesterolo HDL• Nella donna,parto neonato di peso >4 Kg• Gruppo etnico particolare