Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento...
Transcript of Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento...
22/11/2013
1
Attività motoria preventiva e adattata
nel trattamento della scoliosi
A. Schiavone Panni, K. Corona Cattedra di Malattie dell’apparato locomotore
Direttore: Prof. Alfredo Schiavone Panni
Dipartimento di Medicina e Science della salute
Università degli Studi del Molise
Anatomia del rachide
• Rappresenta il sostegno centrale del tronco
• Contiene e protegge il midollo spinale • Presenta una tipica organizzazione
metamerica: 33-34 vertebre sovrapposte e articolate in una lunga colonna.
22/11/2013
2
Le vertebre
7 vertebre cervicali
12 vertebre dorsali
5 vertebre lombari
5 vertebre sacrali
4-5 vertebre coccigee
La vertebra “tipo”
… un corpo vertebrale anteriore di forma cilindrica e
un arco posteriore unito al corpo per mezzo di due peduncoli in
modo da delimitare il foro vertebrale.
I fori vertebrali allineati costituiscono il canale vertebrale che ospita il midollo spinale fino a
L2
22/11/2013
3
La vertebra “tipo”
Dall’arco originano: • due processi o apofisi
trasverse dirette lateralmente, • un processo o apofisi spinosa
diretta posteriormente, • due processi o apofisi
articolari superiori, • due processi o apofisi
articolari inferiori.
La vertebra “tipo” I segmenti ossei che uniscono l’apofisi spinosa con le apofisi trasverse sono dette lamine.
Fra i peduncoli, sui due lati, si delimitano i fori
intervertebrali o di coniugazione attraverso i quali
fuoriescono i nervi spinali.
22/11/2013
4
Morfologia delle vertebre
• Dimensioni differenti
• Forme diverse
• Inclinazione delle faccette articolari
Che variano a seconda dei vari segmenti della colonna…
Atlante (C1) La prima vertebra così
chiamata perché regge la testa, così come nella
mitologia Atlante sosteneva sulle sue spalle il Mondo.
C1 si articola con i condili
dell’ occipitale. Non esiste un corpo ma solo un arco anteriore unito ad un arco posteriore da due
masse laterali.
22/11/2013
5
Atlante (C1)
I processi articolari superiori sono concavi e complementari con i condili dell’occipitale con cui si
articolano. Nel foro vertebrale, l’anello
anteriore è occupato dal dente dell’epistrofeo ed è separato da
quello posteriore dal legamento trasverso dell’atlante
che contribuisce alla stabilizzazione dell’articolazione
atlanto-odontoidea.
Epistrofeo (C2)
Il corpo si allunga superiormente in un processo
cilindrico-conico verticale detto dente o apofisi
odontoide.
È impegnato nell’articolazione atlanto-odontoidea.
Il processo spinoso è corto e bifido.
22/11/2013
6
Vertebre cervicali
Sono le più piccole e le più leggere.
Dal suo margine superiore originano due processi, apofisi
unciformi, che si articolano con la faccetta del margine inferiore della
vertebra soprastante.
L’apofisi unciforme, o “uncus”, delimita medialmente il forame
intervertebrale.
Vertebre dorsali o toraciche
Il diametro sagittale del corpo è maggiore di quello trasversale.
Le apofisi trasverse si articolano con le coste.
22/11/2013
7
Vertebre lombari
Sono le più voluminose e massicce: tutti i diametri aumentano da L1 a L5.
Il diametro trasversale del corpo supera quello sagittale.
Le apofisi trasverse sono particolarmente sviluppate e
sporgenti.
Vertebre sacrali
Sono cinque fuse tra loro per la scomparsa delle fibrocartilagini
intervertebrali.
Formano l’osso sacro che ha forma piramidale.
22/11/2013
8
Vertebre coccigee
Il coccige è formato da 3, 4 o 5 vertebre
coccigee del tutto rudimentali fuse
insieme.
Sono il residuo dello scheletro della coda.
Sul piano frontale è rettilineo
Sul piano sagittale presenta delle curve fisiologiche:
1. LORDOSI CERVICALE
2. CIFOSI DORSALE
3. LORDOSI LOMBARE
4. CIFOSI SACRALE
Morfologia del rachide
22/11/2013
9
Unità funzionale del rachide
1. Due vertebre adiacenti
2. Disco interposto
3. Strutture capsulo-legamentose
Unità funzionale del rachide
A. Pilastro anteriore: funzione di sostegno,
Presiede alla statica e all’assorbimento degli urti
B. Pilastro posteriore:
funzione dinamica Determina il movimento
22/11/2013
10
Unità funzionale del rachide
Disco intervertebrale Costituito da:
• Nucleo polposo:
centrale, struttura gelatinosa
(80% acqua, 20% mucopolissacaridi)
• Anulus fibroso:
periferico, parte del disco, strutture a
maglie fibro-elastiche.
Unità funzionale del rachide
Disco intervertebrale
• Estensione (a) chiusura indietro dell’anulus fibrosus
e spostamento anteriore del nucleo polposo
• Flessione (b) chiusura in avanti dell’anulus fibrosus
e spostamento posteriore del nucleo polposo.
22/11/2013
11
Unità funzionale del rachide
Disco intervertebrale
Nel movimento di inclinazione laterale il nucleo
polposo migra nel senso opposto alla direzione
del movimento.
Unità funzionale del rachide Strutture capsulo-legamentose
Elementi di connessione intervertebrale:
Pilastro anteriore: • Leg. Vertebrale comune anteriore • Leg. Vertebrale comune posteriore Arco posteriore: • Leg. Giallo • Leg. Interspinoso • Leg. Sovraspinoso • Leg. intertrasverso
22/11/2013
12
Comparsa delle curvature rachidee
Filogenesi
Comparsa della lordosi lombare dalla posizione
quadrupedica alla stazione eretta.
Comparsa delle curvature rachidee
Ontogenesi
Intrauterina: curva concavità anteriore
3 mesi: curva cervicale
1 anno: stazione eretta – curva lombare
22/11/2013
13
Biomeccanica
Il rachide nella sua complessità
anatomica e biomeccanica, in sinergia con i gruppi
muscolari, diventa l’attore principale per
il mantenimento della postura statica e dinamica.
22/11/2013
14
Biomeccanica
Funzioni fondamentali del rachide: 1. SOSTENERE IL NOSTRO CORPO 2. CONSENTIRE LIBERTA’ DI
MOVIMENTO - Protezione midollo spinale da danni
da forze esterne; - Sostegno del capo, degli arti e del
tronco; - Trasferire i movimenti di testa e
tronco alla pelvi; - Fisiologico movimento tra le tre
parti del corpo - Ammortizzamento delle
sollecitazioni.
Biomeccanica
Forze che agiscono sul corpo umano e che permettono il movimento fra i segmenti corporei: FORZE ESTERNE: rappresentano le interazioni fra il corpo del soggetto e l’ambiente: 1. FORZA DI GRAVITA’ 2. REAZIONI VINCOLARI (forze scambiate fra piede e
terreno) FORZE INTERNE: 1. Forze di contrazione muscolare 2. Forze di tensione nei legamenti 3. Forze scambiate tra segmenti ossei adiacenti attraverso le
superfici articolari.
22/11/2013
15
Biomeccanica
Nelle attività quotidiane la colonna vertebrale viene sottoposta: FORZE DI COMPRESSIONE: assorbite soprattutto dalla porzione anteriore della colonna FORZE DI TORSIONE: agiscono sulle articolazioni posteriori FORZE DI TENSIONE E DI TAGLIO: generati soprattutto da movimenti di flesso-estensione.
Biomeccanica
Movimenti del rachide: 1. Flesso-estensione: piano
sagittale
2. Inclinazione laterale: piano frontale
1. Rotazione assiale: piano
trasverso
22/11/2013
16
Biomeccanica Flesso-estensione: ampiezza globale (140°-90°) Piano sagittale, asse di rotazione trasverso
Il rachide cervicale flette ± 40° Il rachide cervicale estende ± 45° Flessione del tronco: ± 100° di cui: • Tratto lombare circa 60° • Tratto dorsale circa 40° Estensione del tronco: ± 45° di cui • Tratto lombare circa 30° • Tratto dorsale circa 15°
Biomeccanica
Inclinazione laterale: ampiezza globale Inclinazione totale fra cranio e sacro: 75° - 85°
Sul piano frontale: • Cervicale: 35° - 45° • Dorsale: 20° • Lombare: 20°
22/11/2013
17
Biomeccanica
Rotazione: ampiezza globale La rotazione assiale tra bacino e cranio raggiunge i 90°
• Cervicale: 45°- 50° • Dorsale: 35° • Lombare: 5°
E’ fondamentale distinguere:
1. Scoliosi funzionali o atteggiamenti
scoliotici
2. Scoliosi organiche
… entrambe deviazioni del rachide rispetto alla verticalità nel piano frontale.
22/11/2013
18
Una diagnosi imprecisa può comportare:
- sottostima del potenziale evolutivo di una scoliosi
strutturale, permettendo l’instaurarsi insidioso di deviazioni evolutive,
- prescrizione di terapie non necessarie, lunghe,
costose e talvolta dannose, per deviazioni di origine posturale che evolvono raramente verso scoliosi
strutturali.
22/11/2013
19
Sono dovute a: 1. Condizioni Statiche (accorciamento di un arto) 2. Contrattura muscolare antalgica
Scoliosi funzionali o atteggiamento scoliotico
La colonna vertebrale è anatomicamente del tutto normale: non è presente
rotazione né deformazione dei corpi vertebrali
Scoliosi funzionale o atteggiamento scoliotico
22/11/2013
20
Si parla di atteggiamento scoliotico se la deviazione compare solo
quando il soggetto assume alcune posizioni: es.: in ortostatismo.
La deviazione si riduce
completamente flettendo il rachide.
Scoliosi funzionale o atteggiamento scoliotico
Questa deviazione di tipo funzionale si può sviluppare conseguentemente ad altre anormalità: - dismetria di un arto inferiore - una deviazione laterale, di solito associata a dolore - alterazioni posturali spesso presenti nel periodo evolutivo della crescita
Scoliosi funzionali o atteggiamenti scoliotici
22/11/2013
21
Definizione
E’ una deviazione strutturale,
laterale e rotatoria del rachide.
Strutturale: la curva non è correggibile spontaneamente dal paziente.
Rotatoria: le singole vertebre presentano una torsione intorno all’asse verticale del corpo vertebrale, con conseguente rotazione, verso la convessità della curva, delle strutture anatomiche che si articolano con la vertebra
Scoliosi
22/11/2013
22
Definizione
Una scoliosi è una curva vertebrale strutturata che non scompare quando si corregge l’inclinazione del bacino né quando il soggetto si flette in avanti.
È sempre presente una componente di rotazione.
Sono questi i fattori che differenziano una scoliosi da un atteggiamento scoliotico (paramorfismo).
Scoliosi
Epidemiologia
Familiarità
Sesso femminile
Prepubertà
Scoliosi
In media la scoliosi colpisce il 2-2,5% della popolazione, ma solo lo
0,23% ha bisogno di un trattamento più complesso di
esercizi specifici.
22/11/2013
23
Eziopatogenesi
Si ritiene che la scoliosi strutturale sia una patologia familiare, ma con
eziologia multifattoriale.
Scoliosi
Classificazione
1. Eziologia
2. Sede della curva
3. Entità della deviazione angolare
Scoliosi
22/11/2013
24
1. Classificazione eziopatogenetica
Idiopatica
Congenita
Acquisita
Scoliosi
1. Classificazione eziopatogenetica: Idiopatica
• Comprende la forma infantile, giovanile e dell’adolescenza;
• E’ la forma più comune: 80% • Predilige il sesso femminile. • Si manifesta tra gli 8 e 12 anni • Ha il massimo sviluppo nell’anno che precede e in
quello che segue lo sviluppo puberale. • Curve ad ampio raggio. • Sono sempre presenti curve di compenso • È sempre presente la rotazione torsione vertebrale
22/11/2013
25
1. Classificazione eziopatogenetica: Congenita
• 12-14 % delle scoliosi; • Causate da:
emispondili, vertebre a farfalla, sinostosi vertebrali o costali, ecc;
• Scarsa rotazione vertebrale;
• Curve di compenso poco pronunciate.
1. Classificazione eziopatogenetica: Acquisita
• Molto rara • Ustioni retraenti • Traumi vertebrali • Sindromi paralitiche (post polio)
22/11/2013
26
CURVA
DORSALE CURVA DORSO-
LOMBARE
CURVA
LOMBARE
CURVA A “S”
ITALICA
2. Classificazione per sede
3. Classificazione secondo l’entità della deviazione angolare:
• Molto lieve ( < 15°)
• Lieve (15° - 20°)
• Moderata (20° - 30°)
• Marcata (30° - 45°)
• Molto marcata (> 45°)
22/11/2013
27
Anatomia Patologica
1. Curva principale 2. Curve secondarie di
compenso 3. Rotazione dei corpi vertebrali 4. Gibbo costale (posteriore e
anteriore) scoliosi dorsali di alto grado
Scoliosi
Anatomia Patologica
1. Curva principale 2. Curve secondarie di
compenso 3. Rotazione dei corpi vertebrali 4. Gibbo costale (posteriore e
anteriore) scoliosi dorsali di alto grado
Scoliosi
22/11/2013
28
Anatomia Patologica
1. Curva principale 2. Curve secondarie di
compenso 3. Rotazione dei corpi
vertebrali 4. Gibbo costale (posteriore e
anteriore) scoliosi dorsali di alto grado
Scoliosi
Anatomia Patologica
1. Curva principale 2. Curve secondarie di
compenso 3. Rotazione dei corpi
vertebrali 4. Gibbo costale (posteriore e
anteriore) scoliosi dorsali di alto grado
Scoliosi
22/11/2013
29
Biomeccanica patologica
E’ importante comprendere l’importanza biomeccanica della
gravità della curva nel peggioramento della stessa.
Fino a 30° la curva possiede
ancora una sua stabilità meccanica con una modesta deformazione
delle vertebre.
Oltre 30°, la deformità tende a peggiorare spontaneamente in età
di accrescimento
Biomeccanica Patologica Scoliosi
In presenza di scoliosi, i muscoli agenti possono essere
responsabili tanto della concavità che della convessità, oppure di entrambe, considerando che i muscoli dei due emilati sono
sempre in contrazione sinergica. Nell'impostazione dell'iter terapeutico è necessario
individuare le dominanze vettoriali primarie ed agire su quest'ultime.
22/11/2013
30
Biomeccanica
Biomeccanica patologica
Se si supera la soglia dei 30° i muscoli della convessità producono una
componente trasversale che agisce nel senso del peggioramento della rotazione.
Quindi a partire da un certo grado di deformità tutta l’azione spontanea o sollecitata dei muscoli paravertebrali
aggrava la componente rotatoria della deviazione.
L’azione dei muscoli del lato convesso aumenta la rotazione.
Dimnet
22/11/2013
31
Biomeccanica
Finchè la curva è lieve, il braccio di leva dei muscoli della convessità agisce sul centro di
rotazione della vertebra permettendo una certa stabilità del rachide.
Se si superano i 30° la rotazione a livello della vertebra apicale modifica il braccio di leva dei
muscoli dal lato convesso.
La rotazione del corpo vertebrale della vertebra apicale e la contrazione muscolare vanno ad
aggravare la scoliosi.
La sola attività di rinforzo può quindi peggiorare la scoliosi.
Clinica
E’ una malattia che insorge subdolamente e progressivamente senza dare sintomi dolorosi o compromettere le condizioni generali
Scoliosi
22/11/2013
32
Clinica
In genere si aggrava in corrispondenza del periodo dello sviluppo staturale (pubertà) e si arresta dopo l’ossificazione delle cartilagini di accrescimento dei
corpi vertebrali (16 – 17 aa) Maturità ossea
Scoliosi
Valutazione Clinica
1. Anamnesi
2. Esame obiettivo
Scoliosi
22/11/2013
33
1. Anamnesi
• Età cronologica del paziente • Sviluppo puberale • Familiarità • Eventuale precedente trattamento
Scoliosi
2. Esame obiettivo
Segni prodromici in bambini in età prepubere per fare diagnosi precoce: 1. Deviazione laterale della linea
congiungente le apofisi spinose 2. Asimmetria dei triangoli della taglia 3. Eventuale strapiombo 4. Gibbo Costale 5. Misurazione della lunghezza
“apparente” degli arti inferiori (scoliosi statica)
Scoliosi
22/11/2013
34
Esame obiettivo
Segni prodromici in bambini in età prepubere per fare diagnosi precoce: 1. Deviazione laterale della linea
congiungente le apofisi spinose 2. Asimmetria dei triangoli della taglia 3. Eventuale strapiombo 4. Gibbo costale 5. Misurazione della lunghezza
“apparente” degli arti inferiori (scoliosi statica)
Scoliosi
Esame obiettivo
Segni prodromici in bambini in età prepubere per fare diagnosi precoce: 1. Deviazione laterale della linea
congiungente le apofisi spinose 2. Asimmetria dei triangoli della taglia 3. Eventuale strapiombo 4. Gibbo costale 5. Misurazione della lunghezza
“apparente” degli arti inferiori (scoliosi statica)
Scoliosi
22/11/2013
35
Esame obiettivo
Segni prodromici in bambini in età prepubere per fare diagnosi precoce: 1. Deviazione laterale della linea
congiungente le apofisi spinose 2. Asimmetria dei triangoli della taglia 3. Eventuale strapiombo 4. Gibbo costale 5. Misurazione della lunghezza
“apparente” degli arti inferiori (scoliosi statica)
Esame obiettivo Segni prodromici in bambini in età prepubere per fare diagnosi precoce: 1. Deviazione laterale della
linea congiungente le apofisi spinose
2. Asimmetria dei triangoli della taglia
3. Eventuale strapiombo 4. Gibbo costale 5. Misurazione della lunghezza
“apparente” degli arti inferiori (scoliosi statica)
Scoliosi
22/11/2013
36
1-2
5
Valutazione radiografica dell’età scheletrica
Test di Risser
Scoliosi
consente di stabilire il grado di sviluppo osseo valutando l'ossificazione delle creste iliache. Il risultato può variare da Risser 0 (non esiste nucleo di ossificazione) a Risser 5 (ossificazione completa che si manifesta, in genere, 2-3 anni dopo la pubertà) Fino a Risser 2 il rischio di peggioramento è del 50%, dopo Risser 2 Il rischio si riduce al 20%.
Misurazione radiografica della deviazione angolare
Metodo di Cobbs
Scoliosi
• Disegnare le tangenti ai piatti vertebrali inferiori e superiori delle vertebre limite in cui l’angolo è maggiore;
• Calcolare il
complementare.
22/11/2013
37
Bending Test: Prova di inclinazione laterale
Distinzione tra atteggiamento scoliotico e scoliosi
Scoliosi
Prognosi La progressione della scoliosi dipende da tre fattori 1. Età : tanto minore è l’età biologica del
soggetto al momento della comparsa della curva, tanto maggiore è la potenzialità di aggravamento; una curva scoliotica ha maggiore potenzialità di aggravamento nel periodo di sviluppo puberale;
2. Sede della curva: le curve lombari hanno meno tendenza a progredire mentre le dorsali presentano una prognosi peggiore.
3. Grado di curvatura: > 40° intervento
Scoliosi
22/11/2013
38
Trattamento Quando bisogna trattare una scoliosi idiopatica ?
Scoliosi
Criteri generali: 1. Evolutività 2. Entità della curva alla diagnosi 3. Evolutività dopo la fine
dell’accrescimento scheletrico
2-5-02
5-9-02
Trattamento: Evolutività
Peggioramento > 5° in un controllo praticato a 3 – 4 mesi di distanza
22/11/2013
39
Trattamento: Evolutività
• L’evoluzione della scoliosi idiopatica è spesso imprevedibile;
• Non bisogna sottovalutare curve anche lievi che possono diventare rapidamente progressive;
• L’osservazione periodica è l’unico strumento di controllo sull’evoluzione (3-6 mesi);
• Trattamento conservativo non sempre efficace.
Trattamento Scoliosi
1.Ginnastica posturale 2.Ortesi 3.Chirurgia
22/11/2013
40
Trattamento: Ginnastica posturale
Scoliosi
• ha lo scopo di attivare la muscolatura
paravertebrale, ma raramente corregge la curva ed è efficace solo nelle forme lievi;
• è utile nel paziente che indossa un corsetto per mantenere attiva la muscolatura “disattivata” dal corsetto.
Trattamento: Ortesi
Dal greco Orthos, titemi : disporre correttamente
“Dispositivo atto a mantenere un atteggiamento
corretto”
Scoliosi
CORSETTO MILWAUKEE
22/11/2013
41
CORSETTO LIONESE
CORSETTO BOSTON
22/11/2013
42
LETTO DI COTREL
SCOLIOSI IDIOPATICA LOMBARE
PRE-trattamento POST-trattamento
22/11/2013
43
SCOLIOSI CONGENITA DA
EMIVERTEBRA
PRE-trattamento POST-trattamento
INTERVENTO DI
HARRINGTON
Trattamento
22/11/2013
44
55°
77°
23°
50°
QUADRO RX PRE-OPERATORIO
CONTROLLO POST-OPERATORIO
35°
34°
16°
43°
22/11/2013
45
Lo sport può peggiorare la scoliosi?
La pratica di un'attività sportiva non condotta ad alto livello,
ovvero senza un carico di allenamenti quotidiano e svolto per diverse ore,
non ha influenza negativa sulla scoliosi.
Anzi, la pratica regolare di un'attività sportiva migliora in maniera eclatante le condizioni fisiche di
base.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Scopo
Prevenire e correggere quelli che sono gli
atteggiamenti e le patologie dell'apparato osteo-articolare e locomotore: un'errata postura crea nei
soggetti squilibrio di tono e di adattamento tra i gruppi muscolari con conseguente scorretto allineamento dei
segmenti articolari
22/11/2013
46
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Scopo • Costruire un efficace apporto neuro-
muscolare per offrire un maggiore controllo ed una migliore stabilità della colonna;
• Creare automatismi riflessi di correzione da integrare nei movimenti globali (ginnastica, giochi, sport).
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Indicazioni
• L'attività fisica è particolarmente indicata nei casi di scoliosi lieve o moderata.
• Gli sport di carico hanno effetti benefici di gran lunga superiori al nuoto. • Movimenti asimmetrici che richiedono una estrema flessione dorso-
lombare, possono risultare addirittura controproducenti.
• Evitare le attività agonistiche che richiedono eccessiva mobilizzazione del rachide poichè rendono la colonna più flessibile e di conseguenza più facilmente deformabile: Ginnastica artistica Ginnastica ritmica Danza classica
22/11/2013
47
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Indicazioni
Per combattere la scoliosi occorre pertanto scegliere sport di carico che non prevedano mobilizzazioni eccessive della colonna
vertebrale.
Ancor più indicata risulta la pratica della cosiddetta "ginnastica posturale” sotto la supervisione di un esperto
Scoliosi e nuoto
L’indicazione al nuoto, come correttore della scoliosi, si
basava sul concetto dell’annullamento della forza di
gravità nell’acqua con conseguente posizione di
scarico della colonna vertebrale
Swimming is not a scoliosis treatment: a controlled cross-
sectional survey, 2013
22/11/2013
48
Scoliosi e nuoto
Durante la fase di galleggiamento,
per mantenere gli arti inferiori in asse con il bacino, si tende ad accentuare la lordosi lombare creando scompensi a tale livello.
Swimming is not a scoliosis treatment: a controlled cross-
sectional survey, 2013
Scoliosi e nuoto
Durante la bracciate si effettua un movimento in rotazione che accentua la torsione dei corpi vertebrali coinvolti nella scoliosi e tende a mobilizzare eccessivamente la colonna.
Tale meccanismo rotatorio auto-deformante (causa dell’evoluzione di eventuali gibbi scoliotici) viene ulteriormente stimolato dalla pressione dell’acqua e dalle respirazioni forzate
Swimming is not a scoliosis treatment: a controlled cross-
sectional survey, 2013
22/11/2013
49
Scoliosi ed equitazione
In generale l'equitazione e' un'attività che sollecita molto i muscoli dorso-lombari e il senso di equilibrio dell’individuo.
Come tutti gli sport può creare problemi solo se praticato molto intensamente in fase di accrescimento.
Scoliosi e pallavolo
La pallavolo non va considerata come uno sport asimmetrico.
A parte le schiacciate e le battute, la maggior parte delle azioni sono compiute con una partecipazioni simmetrica dei due lati del corpo.
22/11/2013
50
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali 1.
Ricerca delle cause scatenanti ed aggravanti dell'alterazione
morfologica. È necessario sensibilizzare i genitori e i bambini sulle cause
determinanti la scoliosi per poter attuare, tramite una adeguata educazione, una consapevole azione di prevenzione.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
2.
Presa di coscienza, da parte del soggetto, del proprio dismorfismo e/o paramorfismo vertebrale.
Solo in questo modo può riuscire a correggersi e collaborare attivamente durante la vita di tutti i giorni
22/11/2013
51
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
3.
Favorire la decontrazione ed il rilassamento per avere movimenti precisi, efficaci e ben localizzati.
È importante che il soggetto abbia un'esatta presa di coscienza di quali muscoli intervengono nel movimento e quali devono essere
lasciati a riposo.
4.
Sbloccare il segmento e poi tonificare: eseguire esercizi di mobilizzazione prima e di tonificazione poi, in modo da
riequilibrare i gruppi muscolari riattivati con la mobilizzazione. In caso di soggetti astenici o iperlassi si lavora solo sulla
tonificazione.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
22/11/2013
52
5.
Scelte del movimento per: • accorciare i muscoli allungati (contrazione completa e
distensione incompleta) • allungare i muscoli contratti(contrazione incompleta e
distensione completa); in questo modo è possibile correggere lo squilibrio muscolare che determina l’alterazione.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
6.
Pochi esercizi, ben scelti e ben dosati. Specificità di esercizi a seconda dell'alterazione che presenta il soggetto, dosati secondo le capacità effettive. La ripetizione di
questi esercizi è utile anche per esercitare la memoria muscolare.
Lato negativo: la ripetitività crea situazioni di noia.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
22/11/2013
53
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
7. Graduare la progressione dell'esercizio, dal semplice al
complesso, dal blando all'intenso.
8. Passare dalla posizione supina a quella seduta fino ad arrivare
alla stazione eretta. è meglio partire da una posizione di scarico gravitazionale, fino ad arrivare alla normale posizione statica.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
9.
Ritmo del movimento: né troppo lento, né troppo rapido, l'ideale è il ritmo
respiratorio. Movimenti troppo rapidi perdono in precisione, troppo blandi generano una scarsa irrorazione sanguigna.Resta comunque inteso che gli esercizi di mobilizzazione vengono svolti a ritmo
più rapido, quelli di tonificazione, più lento.
22/11/2013
54
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
10.
La ginnastica respiratoria
deve sempre intervenire nella lezione di ginnastica
correttiva perché tutte le alterazioni del tronco comportano un’insufficienza respiratoria.
Attività motoria preventiva e adattata nel trattamento della scoliosi
Principi generali
11.
Controllo periodico del ragazzo in modo da poter valutare i risultati ottenuti e poter adattare gli esercizi in base ai progressi
conseguiti.
22/11/2013
55
LA CIFOSI
22/11/2013
56
La cifosi è una curvatura del
rachide
a convessità posteriore
Nel tratto toracico della colonna
vertebrale risulta fisiologica se
misura
da 20 a 40-45°
Quando la curva supera i limiti
fisiologici
dovrebbe essere definita “ipercifosi”
posturale
malattia di
Scheuermann
(cifosi giovanile)
idiopatica o
discogenica
congenita
22/11/2013
57
malattie neuromuscolari
malattie infettive
malattie ereditarie dello scheletro
lesioni traumatiche
malattie metaboliche (osteoporosi)
interventi chirurgici
tumori
Secondaria a:
E’ una curvatura ad ampio raggio
che si corregge completamente con
i movimenti di iperestensione del
rachide
L’esame radiografico non
evidenzia anomalie vertebrali ed in
genere i valori angolari della curva
non superano i 45°
- atteggiamento cifotico -
22/11/2013
58
ipercifosi dorsale o cifosi
dorsolombare
non correggibile con i movimenti di
iperestensione del rachide
alterazioni radiografiche:
irregolarità delle limitanti
vertebrali
con cuneizzazione di una o più
vertebre ed ernie intraspongiose
MALATTIA DI
SCHEUERMANN
relativamente
frequente
età adolescenziale
M : F = 2 : 1
MALATTIA DI
SCHEUERMANN
22/11/2013
59
Teoria meccanica
Teoria genetica
Teoria ormonale
MALATTIA DI
SCHEUERMANN
EZIOPATOGENESI
MALATTIA DI
SCHEUERMANN ANATOMIA PATOLOGICA
NECROSI ASETTICA DEI
NUCLEI APOFISARI
VERTEBRALI
22/11/2013
60
ASPETTI CLINICO-RX
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
CIFOSI IDIOPATICA O DISCOGENICA
22/11/2013
61
DIMINUIRE LA PRESSIONE A LIVELLO
DELLA PORZIONE ANTERIORE DELLE
VERTEBRE DURANTE LA FASE FLORIDA
DELLA MALATTIA
TRATTAMENTO
Busto ortopedico Milwaukee
Corsetto gessato e busto
ortopedico
antigravitario
TRATTAMENTO
22/11/2013
62
CORSETTO MILWAUKEE
CORSETTO MILWAUKEE
22/11/2013
63
CORSETTO GESSATO
E BUSTO ANTIGRAVITARIO
CIFOSI EVOLUTIVE DI
ENTITA’ ANGOLARE
SUPERIORE A 60°
TRATTAMENTO CHIRURGICO
ARTRODESI COMBINATA
ANTERIORE E POSTERIORE
22/11/2013
64
TRATTAMENTO CHIRURGICO
CIFOSI CONGENITA
difetto di formazione
difetto di segmentazione
TRATTAMENTO CHIRURGICO