Marche In Gol - n°9

48
N.9 - Marzo 2010 IL PRIMO MENSILE DI CALCIO E ... NON SOLO [email protected] Poste Italiane-spedizione in abbonamento postale-70%-Commerciale Business Ancona n.78/2009. COPIA GRATUITA COPIA GRATUITA

description

IL PRIMO MENSILE DI CALCIO E... NON SOLO

Transcript of Marche In Gol - n°9

Page 1: Marche In Gol - n°9

N.9 - Marzo 2010 IL PRIMO MENSILE DI CALCIO E ... NON SOLO [email protected]

Poste Italiane-spedizione in abbonamento postale-70%-Commerciale Business Ancona n.78/2009.

COPIA GRATUITACOPIA GRATUITA

Page 2: Marche In Gol - n°9

N. 9 - Marzo 20102

In casa Malascorta il fischietto è di casa: Gustavo, ex arbitro e ora presidente della sezione di Jesi, la sua metà Barbara Di

Biccari, assistente a disposizione del CRA regionale, la figlia Giulia, arbitro di fresco conio a disposizione della sezione. Simone, invece, gioca a calcio con la Biagio Nazzaro ricoprendo il ruolo di portiere. Il più piccolo della famiglia, Alessio, vista la sua tenera età, non ha fatto ancora scelte in proposito ma quasi sicuramente continuerà a seguire le orme di mamma e papà. Lo sapremo quando avrà l’età giusta per arbitrare. Parlare di una famiglia di arbitri non è cosa facile soprattutto perché rappresenta una vera e propria rarità. Un po’ di storia. Gustavo Malasacorta ha cominciato ad arbitrare nella stagione 1980/’81 a disposizione dell’organo tecnico provinciale, un paio di stagioni prima di mettersi a disposizione del CRA (comitato regionale), quindi scalando il vertice una stagione nel CAI, gli scambi, poi alla Can D dove in pratica conclude la sua carriera. Rientra nei ranghi della sezione che lo ha lanciato come osservatore e mette a disposizione d e l l e

giovani leve la sua esperienza maturata in tanti anni di arbitraggio. La scalata verso l’alto non tarda ad arrivare: dalla sezione jesina a quella regionale per operare come osservatore nella CAN D e poi nella Can Pro. Dal 2008/2009 è presidente della sezione di Jesi. Oltre trent’anni a disposizione della classe arbitrale con la passione e l’entusiasmo di chi crede nel lavoro e nell’impegno per crescere nella professione. Per questa famiglia la vita di tutti i giorni ruota intorno agli appuntamenti dettati dalle partite che con cadenza bisettimanale impegnano Gustavo, Barbara e Giulia. La signora Barbara la prende con filosofia: “In famiglia, tre su cinque, siamo impegnati con l’arbitraggio ma questo non ci fa perdere di vista la vita familiare che resta al primo posto. Ci sono tanti impegni perchè oltre alle gare c’è da mettere in conto anche tre

allenamenti alla settimana. Tutto viene fatto con l’impegno e il sacrificio di chi ama questo sport perché di sport si tratta. Noi, come dice un vecchio detto,

non finiamo mai panchina. Se la domenica mattina siamo impegnate io e Giulia, Gustavo segue i baby Simone e Alessio che restano a casa. Se Simone gioca lo accompagna portando anche Alessio. Questo succede anche quando le parti si invertono oppure quando in

avvio di stagione partecipiamo ai raduni. Noi non manchiamo mai, la nostra è una

famiglia che fa dell’arbitraggio una fede”.

Barbara Di Biccari nasce a Torino il 7 novembre 1966, arriva nelle Marche per caso frequentando a Senigallia

un corso per entrare a far parte della Polizia di Stato. Al momento svolge il suo incarico di assistente capo alla Questura di Ancona ed è facile trovarla in tribuna a svolgere le sue mansioni in occasione della partite casalinghe dell’Ancona.

Come mai la scelta di fare l’arbitro?“Una scelta quasi casuale. Frequentavo un gruppo di arbitri che si preparavano al campo sportivo, giorno dopo giorno mi sono lasciata contagiare tanto da decidere di partecipare ad un corso per aspiranti arbitri e nel 1999 sono stata abilitata”.

Solo perché frequentavi il gruppo oppure ci sono altri elementi che ti hanno spinto a fare il grande passo?“Sicuramente fare l’arbitro mi stuzzicava non poco, mi è sempre piaciuto mettermi in discussione ed ho voluto provare, eccomi qua”.

Ricorda la prima partita?“Certo che la ricordo, ma vorrei dire anche una cosa. Una volta superato l’esame ho dovuto attendere un po’ di tempo prima di dirigere la prima partita visto e considerato che stava arrivando la cicogna, mi sono accorta che ero in stato interessante, avevo Simone...”.

Lei ha sempre diretto gare del settore giovanile ed ora svolge il suo compito come asssistente, perché questa scelta?“Ho fatto la scelta che sinceramente mi piaceva fare e che vorrei continuare a fare se me lo permeterranno di farlo. Ho avuto il piacere di svolgere i compiti di assistente anche nel campionato di Eccellenza e questo mi ha sicuramente gratificato”.

Quando il pubblico, i dirigenti, i

tecnici inveiscono contro di lei o più in generale contro la terna arbitrale cosa vorrebbe fare?“Far capire loro che stiamo cercando di fare del nostro meglio. Non vogliamo danneggiare nessuno. Capisco la tensione della gara ma tutti, nel proprio ruolo, dovrebbero rimanere calmi e tranquilli. La rabbia, alle volte, annebbia vista e cervello. Io faccio di tutto affinchè queste situazioni non si verifichino anche se alle volte insultare la terna sembra un gioco”.

Quali sacrifici bisogna fare per farsi trovare pronti la domenica?“Tre allenamenti alla settimana sono un obbligo al quale non mi sottraggo mai. Non penso mai di andare la domenica in campo senza essermi preparata al meglio. Siamo dilettanti ma ragioniamo da professionisti”. Partite, allenamenti, impegni di lavoro...e la famiglia?“Si cerca di coordinare i vari impegni con il marito per poter essere sempre presenti ed assolvere nel migliore dei modi il compito primario di genitori, poi, quello di arbitro, che nel mio caso è di assistente”.

Nella sezione di Jesi ci sono diverse ragazze che operano come arbitri o assistenti?“Non ne mancano. Eleonora Giampieri, assistente in serie D, Sabrina Dottori, Paola Quattrini, Lorena, Ambra, Francesca, Barbara, Sabrina, Isadora, Laura, Eleonora, Giulia, Paola, Silvia, Valeria e dall’ultimo corso Larisa”.

Crede negli arbitri in rosa?“Certo che ci credo, altrimenti non farei tanti sacrifici. La nostra è una categoria dove il maschio ancora la fa da padrone. I dirigenti di sezione debbono credere nell’impegno delle donne, comunque va bene così”.

Gustavo, Barbara e“Tanti impegni in famiglia ma agli

allenamenti non rinuncio mai”

il papà, ex arbitro e ora presidente della

Gustavo Malascorta

Page 3: Marche In Gol - n°9

N. 9 - Marzo 2010 3

Giulia nasce il 12 settembre 1992 con la voglia di fare l’arbitro tanto che non ha problemi nel dire che il periodo

meno bello di questa esperienza è stato quello dell’attesa di poter partecipare al corso. Studentessa presso la scuola servizi sociali dell’Istituto Professionale Commerciale di Chiaravalle, è arbitro da poco tempo ma ha idee e obiettivi molto chiari in testa.

Perche ha scelto di fare l’arbitro?“Perché ne sono stata attratta fin da piccola, quando ho potuto partecipare al corso non mi sono fatta certamente pregare”.

Impegni e difficoltà?“Noi dobbiamo imparare e crescere più velocemente possibile ma come tutte le cose occorre andare avanti per gradi”.

Le pressioni che arrivano dall’esterno esistono in ogni categoria?“E’ vero che tutti vogliono vincere ma non certamente a discapito del regolamento che noi dobbiamo far applicare a tutti senza fare distinzione di sorta”. Spesso l’arbitro è il capro espiatorio se la squadra non va...“Capisco tutto e il contrario di tutto, anche se il sangue ribolle quando toccano i miei genitori, ma dobbiamo rimanere calmi e sereni perché il nostro compito è quello di dirigere la gara nel miglior modo possibile, il resto passa”.

Lei ha avuto anche un breve esperienza come calciatrice?“Ho provato anche a fare calcio soprattutto per imparare le regole ma ambizioni di fare la calciatrice non ne ho mai avute”.

Cosa le dicono le amiche il lunedì quando torna a scuola?“Parliamo di tutto, della partita che ho diretto e se ho visto dei ragazzi...interessanti”.

Qual è stata l’emozione della prima

volta da arbitro?“Sono stata un disastro o quasi. L’emozione era tantissima tanto da dimenticare di azzerare il cronometro ad inizio gara”.

E come ha risolto il problema?“Con mia madre che mi faceva ampi cenni dalla tribuna ed alla fine anche questo inconveniente si è risolto nel migliore dei

modi”.

Quando estrae il rosso cosa prova?“Sanzionando con il rosso significa che è stato commesso un fallo grave pertanto chi lo ha commesso se ne rende conto. Una decisione che metterei in atto anche se fosse il mio ragazzo Michael a doverlo subire. Le regole se ci sono vanno rispettate”.

Cosa si aspetta da questa esperienza che sta vivendo?“Prima di tutto voglio divertirmi, applicandomi al massimo, poi chissà che non ci sia qualche gratificazione. Certo la serie A è lontana ma l’Eccellenza potrebbe essere anche relativamente vicina, chissà...”.

Giulia: vai col fischio“La mia prima partita? Un disastro!

Dimenticai di azzerare il cronometro”

sezione aia di jesi, moglie e figlia... in campo

Foto: da sinistra Barbara e Giulia

pagina a cura dienrico scoppa

Page 4: Marche In Gol - n°9

4 N. 9 - Marzo 2010

Ascoli, sta tornando “LA LEMANA”

L’Ancona adesso parla...inglese

Primavera decisiva, in campo e fuori. L’Ancona

società l’ha inaugurata nella solita maniera: tra mille difficoltà finanziarie. Perchè la Brainspark (finanziaria inglese), che fa affari soprattutto nel settore della costruzione dei parchi divertimento, avrà pure rilevato il 36.6% di quote biancorosse, ma per adesso non ha portato alcun vantaggio economico al club di piazza della Repubblica. In sostanza, soldi reali neppure a parlarne. Continua il gioco delle scatole cinesi: azioni in cambio di quote. Ma chi paga? Resta in maggioranza la Terzo Tempo del patron Enrico Petocchi, in possesso del 39 e passa per cento di quote. Hanno detto: operazione da 1,66 milioni di euro, ma solo per l’emissione di azioni (211 milioni di pezzi). In pratica: soldi nemmeno a vederne. Almeno fino al giorno del Cda. In quella sede (a Milano) l’ad della Brainspark, Alfredo Villa, potrebbe annunciare l’erogazione di denaro fresco. Necessario, di più: indispensabile. E’ la solita corsa contro il tempo. Già penalizzata (-2) per le inadempienze relative al trimeste aprile-giugno 2009, l’Ancona ora tenta di scamparla. A breve devono essere corrisposte le ultime tre mensilità del 2009: fatti i conti, ci vogliono 1 milione e 300 mila euro lordi. L’avvocato Mattia Grassani, massimo esperto italiano di diritto sportivo è stato chiaro in proposito: «Se l’Ancona rischia anche stavolta la penalità? Dipende. Se gli organi preposti si rifaranno al Codice, per inciso: all’articolo 10, comma 3, allora sì. Se invece ragioneranno in base alle Noif, le norme interne della Figc, allora la società se la caverebbe con una multa e il blocco dei contributi in Lega». Insomma, alla dirigenza, sempre alla ricerca di nuove forze

societarie, conviene fare in fretta. Ma il momento è decisivo anche e soprattutto per la squadra. Che dopo la sconfitta di Piacenza (1-0, gol di Guerra al 24’ pt) è scivolata fuori dalla zona promozione. Dopo 5 mesi. L’Ancona infatti è sesta, ma a pari merito col Cittadella, a quota 45. Siccome però i veneti hanno vinto lo scontro diretto del gennaio scorso (rete decisiva di Ardemagni, allo scadere), la squadra dorica al momento è fuori dai playoff. E quello maturato in terra emiliana è il settimo ko consecutivo in trasferta. Salvioni ha eguagliato Monaco, che l’anno passato ne perse 7 una dietro l’altra (filotto interrotto il 21 marzo a Livorno: 2-3). Ruolino molto simile: 13 gol subiti e 2 realizzati per l’ex allenatore biancorosso; 14 e 1 per l’attuale mister. Contro la Reggina dell’ex Simone Rizzato, la possibilità di riscatto. Tornano disponibili, dopo squalifica, Cosenza e Gerardi. Miramontes e Catinali, tenuti a riposo a Piacenza, dovrebbero rientrare. Il terzo impegno in 8 giorni, sabato 27 a Frosinone (il via alle 15.30). Poi un’altra trasferta, venerdì 2 aprile a Cesena (ore 19). Ricapitolando: 2 partite fuori casa consecutive. L’Ancona se vorrà tornare in zona A dovrà invertire la rotta: solo 10 punti lontano dal Conero. Gli ultimi sono datati: risalgono al derby di Ascoli, il 3-1 del 21 novembre. Roba di 4 mesi fa…

“Sfidare il proprio destino significa mettere i propri sogni

davanti alle proprie paure...”. La sua non è una carriera: quello di Alessandro “Lemana” Romeo (foto) è un percorso. Di sport. Di vita. Fatto di sfide e sogni. Proprio come testimonia l’incipit della sua pagina Facebook. Alessandro Romeo è un ragazzo come tanti altri con una dote, anzi due, in più. Il coraggio e la bravura nel giocare a pallone. Dici poco. Per tutti, ad Ascoli, è “la lemana”, l’animale. Nel senso più affettuoso possibile del termine. “Se avessi paura – ci ha detto prima di iniziare uno dei tanti faticosi allenamenti – non sarei qui. Avrei già mollato. Quando gioco a calcio non posso avere paura”. Paura di cosa, diranno i meno informati? Alessandro Romeo è un ragazzo di ventitre anni che ha già subito quattro, avete letto bene quattro, interventi chirurgici allo stesso ginocchio. Attenzione: non tutti dello stesso tipo, o meglio, ognuno con una storia diversa. “Il primo dopo la rottura del crociato – ci ha raccontato con grande precisione e minuzia di particolari –, nel secondo caso hanno commesso un grave errore: mi hanno attaccato lo stesso legamento nella cavità sbagliata e al primo impatto è saltato via tutto. La terza volta, invece, con la Sampdoria avevamo l’esigenza di recuperare a tempo di record per le finali Primavera e abbiamo optato per il trapianto da cadavere. E’ durato poco”. Manca il quarto, l’ultimo, che ha interrotto all’inizio dello scorso autunno la marcia inarrestabile della “lemana” (sei gol nelle prime sei uscite ufficiali tra campionato e Coppa Italia). “Il

più brutto, il più terribile. Anzitutto perché stavo benissimo, finalmente, dopo anni di difficoltà e recuperi. Ma soprattutto perché ha interessato collaterale, menisco, crociato anteriore e piatto tibiale. E’ stata dura, veramente dura”. Una storia, per lui, una notizia, per noi. Sbaglia chi dice che Alessandro “è ormai rotto”. Ce l’ha spiegato lui perché è dovuto finire quattro volte sotto i ferri. “E ricominciare tutto da capo – ha puntualizzato – come sto facendo ora (rientrando per 60 minuti con la Primavera nel 3-0 al Gallipoli di sabato 20 marzo). Sono contento che l’attacco stia facendo bene: perché ho bisogno di tempo per recuperare e perché in questo modo potrò passo dopo passo dare il mio contributo per la salvezza e, chissà, anche per la volata playoff, se dovesse servire”. Facciamo un mestieraccio, noi giornalisti. E allora è impossibile chiudere la storia, la sua storia, senza una mezza notizia e un sorriso grande così. “Questo problema, magari, mi porterà a rimanere qui ad Ascoli anche l’anno prossimo. Vista la mia prima parte di stagione sapevo di squadre blasonate sulle mie tracce. Ma così, se non dovesse capitare l’occasione della vita, posso dire che al 90% rimango in bianconero. Oh, è la prima volta che dico una cosa del genere, mi raccomando…”. Facciamo tesoro e vi dobbiamo il racconto di un sorriso. Domanda. “Alessà, ma ci pensi mai a far coppia con Cassano in blucerchiato?”. Risposta. “Mammamia, mammamia, che sarebbe…”. Sarà una “lemana”, ma gli occhi sono quelli accesi di un ragazzo. Che, per l’ennesima volta, ha messo i sogni davanti alle proprie paure. Riuscendoci.

SERIE B

Affettuosamente ribattezzato “l’animale” dai suoi tifosi, Alessandro Romeo ci racconta la sua storia e dà le percentuali della sua permanenza nel Piceno

La finanziaria Brainspark rileva il 36,6% delle quote biancorosse, ora si attendono i soldi veri. La squadra alterna gare perfette in

casa a match esterni da dimenticare: 7 i ko in trasferta

di daniele perticari

di fabio paci

Page 5: Marche In Gol - n°9

5N. 9 - Marzo 2010

Il Softair o soft air (in inglese: Air-soft o Air Soft), conosciuto anche come guerra simulata o tiro tattico sportivo, è uno sport di squadra ba-sato sulla simulazione militare. L'attività pur rimanendo uno sport può essere assimilata anche ad un gioco di ruolo che simula, tramite attrezzature apposite, azioni tattiche e strategiche di combattimento con repliche fedeli di armi da fuoco in ambienti urbani o boschivi, tra fa-zioni opposte che devono conqui-stare obiettivi prefissati. Il gioco, nonostante l'apparenza, è innocuo e non violento (è vietato qualunque contatto fisico con l'avversario), e si basa principalmente sul fair play e sulla correttezza sportiva. Ogni gio-catore è obbligato ad “auto dichia-rarsi”, ovvero a manifestare a voce e a gesti la sua eliminazione in con-seguenza dell'impatto di pallini av-versari sul suo corpo, buffetteria e fucile, pena la squalifica, quindi abbandonare l'area di gioco, evitan-do di collaborare e comunicare in alcun modo con i propri compagni ancora impegnati nell'azione. Chi agisce disonestamente viene ironi-camente definito Highlander (dal famoso film basato sulle vicende degli scozzesi immortali) e una vol-ta individuato può anche essere e-spulso dal gioco o, nei casi più gra-vi, anche dall'Associazione di ap-partenenza. L'autodichiarazione è anche importante al fine di evitare inutili e continue raffiche di pallini ai danni del giocatore stesso. L'atti-vità del gioco del Softair si svolge prevalentemente in ambienti bo-schivi, non troppo aperti poiché l'a-zione prevede, come attività princi-pale, l'occultamento ed il movimen-to tattico. Molto affascinanti sono anche le ambientazioni urbane, do-ve sono presenti caseggiati più o meno integri e dove i movimenti e il gioco deve essere adattato all'am-b i e n t a z i o n e s t e s s a . Le partite o combat possono avere obiettivi diversi: si va dal conqui-stare la bandiera altrui, ad effettuare vere e proprie pattuglie di ricogni-zione per conquistare obiettivi di diversa natura (bandiere, testimoni, materiali, eccetera) naturalmente "neutralizzando" gli avversari ber-sagliandoli con le apposite armi

giocattolo ed eliminandoli così dal gioco. Le repliche, armi-giocattolo (dette ASG, air soft gun o AEG, automatic electric gun), sono delle riproduzioni più o meno fedeli di armi vere da combattimento, in gra-do di sparare proiettili sferici (detti BB bullets) di peso variabile tra 0,12-0,30 grammi in materiale pla-stico ecocompatibile. In Italia la potenza massima con la quale il BB può essere sparato dall'ASG è di 1 J massimo (Joule, unità di misura per calcolare la potenza del proiettile sparato dal fuci le /pis tola) . Per motivi di sicurezza è d'obbligo per chi gioca indossare almeno de-gli occhiali protettivi, o meglio an-cora delle maschere integrali per proteggere tutto il viso. Se non si rispettano le norme di sicurezza ba-silari (uso di protezioni e della sicu-ra delle armi quando non in gioco, tiro solo da distanza superiore ai 3-4 metri), è possibile anche che vi siano infortuni agli occhi o ai denti, ma si tratta di casi poco frequenti e facilmente evitabili se lo sport è praticato con attenzione e soprattut-to con le dovute protezioni. Esistono infinite tipologie di gioco, limitate solo dalla fantasia degli organizzatori, queste sono le più c o m u n i e a p p r e z z a t e : Cattura la bandiera. Può essere: Attaccanti contro Difensori: viene posta una bandiera obiettivo, la di-fesa vince se l'attacco non conquista la bandiera entro un tempo limite p r e f i s s a t o ; Doppio Attacco/Difesa: con due Bandiere vince chi cattura la ban-diera nemica e la riporta al proprio campo senza essere colpito. Deathmatch a squadre, in cui vin-ce chi elimina tutta la squadra (senza "rinascita" dei giocatori) o chi elimina più avversari (con

"rinascita" dei giocatori colpiti). Tutti contro tutti. Possono essere anche organizzati scenari che ripro-ducono azioni reali della storia mi-litare, o immaginarie azioni di forze speciali. Per via della disponibilità di equipaggiamento, che copre so-prattutto il periodo 1960-2000, gli scenari rappresentano soprattutto forze occidentali contro generici "terroristi" o forze NATO contro forze del blocco sovietico. Alcuni giocatori si specializzano in uno di questi ruoli, arrivando a comporre il proprio equipaggiamento in conse-guenza del ruolo giocato: gli "occidentali" usano principalmente repliche di armi statunitensi o euro-pee, mentre i cosiddetti terroristi prediligono armi russe, come l'AK-47 (Kalashnikov). Anche le unifor-mi possono essere scelte in virtù della squadra di gioco, con differen-ti pattern caratteristici della fazione i n t e r p r e t a t a . (testo tratto da: Wikipedia) L’A.S.N.W.G. è l’unica associazio-ne sportiva di Soft Air di dimensio-ne e copertura nazionale. Nasce nel 1994 con lo scopo di creare un or-ganismo nazionale che curasse la promozione e divulgazione del SA, che ne coordinasse l'attività, che si occupasse di stabilire i contatti con le istituzioni, che ne curasse l'im-magine, che tutelasse gli interessi sportivi delle associazioni affiliate il tutto nella massima trasparenza e d e m o c r a t i c i t à . I s o c i dell'A.S.N.W.G. sono tutte le Asso-ciazioni affiliate e i singoli tesserati. Le loro quote di affiliazione e tesse-ramento sono le uniche fonti di so-stentamento dell’Associazione che è nelle sue strutture interamente a carattere volontario. Attualmente l’Ass.ne è presente con i propri Co-mitati in tutte le regioni. Vengono

svolti i singoli campionati regionali dai quali poi si accede alle fasi fina-li per l’attribuzione del Titolo di campione d’Italia ASNWG. Dal prossimo numero conosceremo i club presenti nelle marche e forni-remo preziose informazioni per chi vuole iniziare con questo sport. For-niremo anche tutte le informazioni e gli aggiornamenti del campionato A.S.N.W.G.

I n c o l l a b o r a z i o n e c o n : Softair.it - Il portale italiano. (contat taci: info@softair . i t ) A.S.N.W.G. Associazione Sportiva N a z i o n a l e W a r g a m e s

Il Softair.. questo sconosciuto! Conosciamo meglio questo sport e le sue regole. Ogni mese conosceremo i club presenti nella regione, gli eventi in programma e gli aggiornamenti dall’A.S.N.W.G.

M o n d o S o f t a i r s . r . l . Da qualche mese è in attività nella città di Fermo, un nuovo negozio dedi-cato al Softair, al tiro sportivo e al tiro con l’arco. Il negozio si occupa di tutto quanto concerne fucili, pistole e accessori relativi al Softair, oltre ad abbigliamento tecnico e militare. Disponibile anche un vario assorti-mento di uniformi ed oggetti relativi agli equipaggiamenti della seconda guerra mondiale. A breve verrà aperta una nuova area del negozio dedicata alle armi di libera vendita con potenza fino a 7,5J. Per chi si vuole avvicinare a questo sport, set completo di fucile, pallini, mimetica e maschera a prezzi bassissimi!!! Venite a trovarci prima traversa a sinistra vicino al campo di calcio in località Molini Girola, Fermo

SPECIALE SOFTAIR

Page 6: Marche In Gol - n°9

6 N. 9 - Marzo 2010

A cura di marco spadola

SAMBENEDETTESE 10: Un rullo compressore. Il distacco dalla seconda è abissale. Missione compiuta!

FANO 10: Partito al rallentatore ha accelerato e poi messo la freccia. Prontissimo per la volata finale. Turbo diesel!

PORTORECANATI 10: All’orizzonte non c’è più nessuno, imperiosa la cavalcata dei ragazzi di Busilacchi. Promossa!

SANTONI (Piano San Lazzaro) 10: Due doppiette ravvicinate per Mattia che ora insidia Principi nella classifica cannonieri. Prodezze play-off!

CORRIDONIA 10: Nel momento cruciale della stagione il team di Ciarlantini si è messa a fare sul serio allungando imperiosamente in vetta. Impennata!

CUPRAMONTANA 10 (foto in basso): Miglior attacco, difesa meno battuta e capolista indisturbata. La perfezione!

MERCATELLESE – PEGLIO 10: Guardi la classifica del girone A di Seconda categoria e vedi un gruppone e poi lassù da sole lontanissime loro. Faccia a faccia!

ROLON A. – ROLON D. (Cagliese) 10: Andres e Diego, Diego e Andres: insieme hanno fatto più della metà delle reti della Cagliese. Stesso sangue, stesso vizietto: il gol!

FALCONARESE 10: Trascinata dal bombardiere Micucci, ha messo in fila una serie di risultati positivi. Ora il primato è a portata di… piede!

TOLENTINO 10: La rincorsa alla zona play-off prosegue grazie a una continuità di risultati mostruosa. Avanti march!

PONTE SASSO 10: In trasferta sommerge il Pergola Fratte. Una pioggia di gol: 7. Settebello!

FERMANA 4 (nella foto il tecnico Beni): Sconfitte in serie, cambio di allenatore, la ricorsa ai play-off sembra essersi… fermata!

VIS PESARO 5: I biancorossi non sanno più vincere. Settimane senza sorrisi e addio play-off. Astinenza!

PERGOLA FRATTE 4: Non c’è squadra dall’Eccellenza alla Seconda categoria che ha raccolto tante palle in fondo al sacco quante i pergolesi. Rete

buca!

VIS MACERATA 4: Barcolla, aver mollato. Con un piede, quasi entrambi… nel fosso!

CALDAROLA 4: Tanti, troppi gol subiti; pochi troppo pochi i punti in tasca. Addio!

TIRASSEGNO – GROTTAZOLINA 4: Nemmeno sommando i rispettivi punti difficilmente si salverebbero direttamente. Disastro!

REAL MONTECCHIO – ELPIDIENSE CASCINARE 4: La terzultima è lontana anni luce, la retrocessione vicinissima. Si salvi chi può!

Samb rullo compressore, record CupramontanaLa crisi corre sull’asse Fermo - Pesaro

Campo in erbaEcco i consigli...

manutenzione microterme(Loietto, Poa, Festrica…)

MARZO- Concimazione con prodotto a base di azoto (N), Fosforo (P), potassio (K)meglio se a pronto effetto, in grado di rilasciare velocemente i principi nutritivi.- Utilizzare dosi variabili da 25-35 gr per mq- Es. Titoli (17-6-12, 15-9-15, 20-5-8, 12-6-9…)

manutenzione macrotermeCynodon (Gramigna)

MARZOConcimazione a base di Azoto (N) Fosforo (P), Potassio (K) meglio se a lenta cessione, in grado di rilasciare lentamente i principi nutritivi.Dosi 25-35 gr per mq

Page 7: Marche In Gol - n°9

7N. 9 - Marzo 2010

Antonio Aloisi: pasta di capitano“Che brividi l’esordio al Del Duca con la maglia dell’Ascoli. Che sfortuna quell’anno al Torino...”

Capitano di mille battaglie con la maglia bianconera, una seconda pelle lui, ascolano doc e soprattutto innamorato

della propria città e di quei colori. Antonio Aloisi per anni ha portato con orgoglio la fascia di capitano della sua squadra del cuore, quella maglia che fin da ragazzo ha sognato di indossare. Oggi Antonio è un allenatore di 42 anni, che vive con entusiasmo la sua esperienza nel settore giovanile della Reggina. Antonio, come va a Reggio Calabria?“Molto bene. E’ il secondo anno alla Reggina e devo dire di essere entusiasta dell’ambiente e della possibilità che mi è stata data. L’organizzazione del settore giovanile qui a Reggio è molto curata e dunque ci sono tutti i presupposti per fare bene. Si tratta di un’esperienza stimolante perché oltre della crescita tecnica, bisogna stare molto attenti alla crescita di questi giovanissimi.”

Ti piacerebbe continuare con i giovani o tornare ad allenare una prima squadra, come nella stagione alla Santegidiese?“Nella seconda stagione a Sant’Egidio, avevo appena appeso gli scarpini al chiodo proprio in quella squadra. I dirigenti mi chiesero di prendere la squadra e ho accettato l’incarico. Non è finita bene per i risultati

ma è stata comunque utile. Anche dalle situazioni negative si porta a casa qualcosa che sicuramente ti permette di migliorare e di non commettere più determinati errori. Per il futuro certo non mi dispiacerebbe ritrovare la panchina di una prima squadra ma per il

momento sto bene alla Reggina dove ci sono strutture importanti, un progetto serio e soprattutto la volontà di lavorare seriamente con i giovani.” In carriera hai avuto molti allenatori. Quale ti ha lasciato di più?“Non è retorica ma tutti hanno contribuito in modo determinante alla mia formazione. Certo, non posso dimenticare Ilario Castagner che mi ha lanciato ma tutti coloro che ho incontrato sono stati importanti. Ricordo con affetto anche

Graziani che ad Ascoli è stato pochissimo.”

Hai avuto anche un giovane Walter Mazzarri, nella tua esperienza ad Acireale, tecnico che sta facendo b e n i s s i m o attualmente in serie A.“La squadra era in difficoltà e Mazzarri subentrò a Fortunato Torrisi: chiudemmo al nono posto con una bella rimonta. Ricordo la grande dedizione al lavoro: da grande grinta alla squadra ma è soprattutto meticoloso nel proprio lavoro. Cura ogni dettaglio e questo lo ha portato ai massimi livelli.”

Cresciuto come

difensore, nasci però nel ruolo di attaccante. A quale allenatore è legata la svolta tattica?“Si, nelle giovanili ho giocato sempre come attaccante centrale. A decidere il cambiamento fu Eugenio Bersellini che mi spostò al centro della difesa e devo dire che ha avuto ragione.”

Qual è stato il momento più bello della tua carriera?“Senza ombra di dubbio: esordire in serie A con la maglia dell’Ascoli, la squadra della mia città. Per me era un sogno: amo troppo quei colori, l’atmosfera del Del Duca. Quando ho esordito con la maglia bianconera ho veramente realizzato un sogno e provato emozioni che non potrò assolutamente dimenticare. Poi sono arrivati tante soddisfazioni: salvezze stupende, una serie B vinta con Sonetti e tanti anni in nella massima serie.”

Come ricordi invece l’altra esperienza in A, con il Torino?“Dal punto di vista personale è stata la stagione più brutta della mia carriera. Quasi subito uno strappo all’inguine mi ha tenuto a lungo fuori. Quando sono rientrato le cose stavano andando bene e Mondonico continuava a darmi fiducia ma, in un quarto di finale di Coppa Italia (che poi abbiamo vinto ma io ero solo spettatore) contro la Lazio, ho subito la rottura del crociato anteriore. In quella stagione ho avuto la possibilità di allenarmi regolarmente con Martin Vázquez, Aguilera e Walter Casagrande, già con me ad Ascoli.” Qual è l’attaccante che non ti faceva dormire la notte?“In quegli anni, in serie A giocavano veramente i più tosti e, domenica dopo domenica, avevi di fronte i più forti a livello mondiale. Erano duelli importanti, uomo contro uomo, duri ma molto corretti: a fine gara finiva tutto, ci stringevamo la mano e ci si scambiava la maglietta. L’attaccante che più temevo era Van Basten: tecnico, forte di testa, micidiale sotto porta; contro di lui non potevi sbagliare nulla, è bellissimo potersi misurare con campioni come lui.”

Il ricordo più brutto della tua carriera?“Non ho dubbi: la finale persa a Perugia contro l’Ancona. Ricordo quella curva bianconera, metteva i brividi: erano in 10.000 che ci hanno sostenuto sempre e quel gol arrivato negli ultimi secondi ci ha tolto una gioia che squadra e tifosi meritavano per come era stata giocata tutta l’annata. Avremmo meritato ma il calcio spesso è spietato. Ironia della sorte, l’anno dopo sono andato ad Acireale dove ho ritrovato proprio Mirko Ventura: scherzi del destino.” Hai ancora amici nel mondo del calcio?“Ci sentiamo e ci incontriamo spesso con gli ascolani, quando mi trovo ad Ascoli. Ho

saputo che è tornato ad allenare Lorenzo Scarafoni, mio grande amico: a lui faccio un grande in bocca al lupo e sono felicissimo che sia tornato in panchina.”

Qual è il sogno nel cassetto di Antonio Aloisi?“Sono abituato a lavorare giorno dopo giorno ma se devo chiudere gli occhi e sognare: sono passati diversi anni, alleno in serie A e l’ultima di campionato la mia squadra gioca al Del Duca contro l’Ascoli. Ai bianconeri basta un punto per la salvezza, a noi un punto per lo scudetto: finisce in parità e tutti festeggiamo… sogno troppo grande?”. (sorride)

di roberto cruciani

Antonio Aloisi insieme a Francesco Zanoncelli

Page 8: Marche In Gol - n°9

8 N. 9 - Marzo 2010

Quarantuno anni compiuti da poco, oltre 25 passati sul rettangolo verde per una passione che sembra non avere fine. Non ha alcuna intenzione di smettere Emanuele Rosetti, classe 1969, acqualagnese doc, oggi in forza alla Viridissima Apecchio (Seconda categoria girone A), una carriera importante con le maglie di Acqualagna e Fossombrone e una parentesi vittoriosa con il Cantiano. Personaggio autentico che vive questa passione intensamente, con le gioie e le delusioni che sa regalare. La sua vita calcistica è legata a doppio filo alla Falco Acqualagna, squadra con la quale ha iniziato a dare calci al pallone, disputando in totale ben quindici stagioni: “Vestire la maglia della squadra del proprio paese è stato un grandissimo onore, una gioia incredibile di domenica in domenica”. A 16 anni arriva la chiamata degli Allievi nazionali del Perugia: occasione importante ma destinata a durare poco: “Sono stato molto sfortunato: dopo appena sei mesi un grave infortunio ha compromesso la mia permanenza nel capoluogo umbro. Non ho particolari rimpianti di quella avventura. Era destino che la mia carriera si svolgesse tutta in questa zona e questo non mi dispiace, anzi mi rende orgoglioso”. Un infortunio che gli ha permesso di maturare in fretta perché certe situazioni “ti fanno capire che bisogna subito ripartire, guardare avanti senza starsi a piangere addosso”. Otto anni a FossombroneDopo l’esperienza di Perugia, formativa ma decisamente negativa, Emanuele torna nella società dove era cresciuto, legando indissolubilmente la sua storia calcistica a quella della Falco e della Forsempronese: un doppio binario, caratterizzato da successi ed emozioni. “Sono legatissimo ad entrambe: Acqualagna è casa mia ma a Fossombrone sono stato veramente bene. Otto anni bellissimi di cui ricordo una giornata incredibile: lo spareggio contro il Castelplanio, giornata emozionante. Mille tifosi venuti da Fossombrone:quella

vittoria ha dato il via alla scalata del Fosso nell’elite del calcio regionale. Non erano ancora i tempi griffati Bikkebembergs: la società era un’autentica famiglia, perfettamente a

misura d’uomo”. Se l’approdo in Eccellenza con il Fossombrone è stato emozionante, al cardiopalmo quello con la sua Falco Acqualagna, maglia che ha vestito per bene 414 volte. Stagione 2002-2003: la squadra chiude al secondo posto in Promozione A, alle spalle del travolgente Mondolfo. Nello spareggio finale c’è il Camerino, seconda nel girone B, che arriva alla finale da favorita: “Fu durissima, ci misero sotto per quasi tutto l’incontro sfiorando il gol in diverse circostanze. La battaglia terminò al settimo calcio di rigore:

io realizzai il sesto, fu una gioia particolare perché fu la vittoria di un paese di 4000 abitanti che per la prima volta approdava in un palcoscenico regionale”. Non sarà però l’unico incrocio con la squadra camerte per Rosetti.

Acqualagna e l’EccellenzaQuattro stagioni in Eccellenza con buoni piazzamenti e una salvezza in particolare che va ricordata. Stagione 2005-2006: i rossoblu evitano la retrocessione diretta all’ultima giornata nello sprint sull’Urbisalviense. Ai playout l’avversario è, ancora una volta, il Camerino, cui non furono sufficienti 44 punti per ottenere la salvezza diretta:

“Loro hanno chiuso il campionato con 18 punti in più, a testimonianza del valore delle forze in campo. Nel match di andata vincemmo 1-0 e a loro, nel match di ritorno, sarebbe bastato

vincere con qualsiasi punteggio. Disputammo la gara perfetta, vincendo a Camerino 2-1. Ricordo a fine gara le lacrime di Francesco Palombi, capitano del Camerino, giocatore e uomo eccezionale, che mi disse ‘ho giocato tra i professionisti, di gare ne ho vinte e perse tantissime, ma questa è la più grande delusione della mia carriera’, per poco non scoppiavo a piangere anche io”. Ricordi eccezionali quelli legati al massimo torneo dilettantistico regionale ma anche qualche nota da puntualizzare: “A tenere alto il nome di Acqualagna eravamo in

tre, io e due giovanissimi, tutti gli altri venivano da fuori, anche stranieri. Si era persa la forza del gruppo, l’identità vera di una società. Ricordo un aneddoto in particolare. Doveva arrivare un ragazzo fuoriquota a rinforzare l’organico dall’Abruzzo. Il giorno prima arrivò il suo procuratore, parlò con la società, si accordo sul rimborso e, solo il giorno dopo a cose fatte, arrivò il ragazzo. Quello era il segnale inequivocabile che si era perso il contato con la realtà. Personalmente – continua Rosetti – sono legato ad un altro tipo di calcio, in cui bastava una stretta di mano per trovare l’accordo mentre oggi tutto in mano è ai procuratori, anche tra i dilettanti. Io non ho nulla contro chi fa il loro lavoro onestamente ma sono una minoranza. Hanno rovinato questo movimento, sono persone che con lo sport hanno poco a che vedere”. Nella stagione 2006-2007 l’Acqualagna disputa la sua ultima stagione in Eccellenza ma Rosetti non c’è, in quanto a Novembre passa a Cantiano in Prima categoria: “Conquistammo la Promozione grazie ai playoff ma diciamo che in quella stagione ho “pareggiato”: non posso considerarmi anche parte in causa nella retrocessione dell’Acqualagna”.

Il presente e il futuroNonostante gli anni, la voglia di giocare rimane inalterata: gioca in Seconda categoria con l’Apecchio, nello stesso girone della “sua” Acqualagna: “Con l’Apecchio il nostro obiettivo

stagionale è la salvezza: abbiamo tanti ragazzi giovani, pochi gli elementi di esperienza. Purtroppo dobbiamo lottare proprio contro l’Acqualagna: per me non sarà mai una gara come le altre, all’andata è finita 1-1 e il ritorno è in programma da noi l’ultima giornata. Incontrerò sul campo tanti ragazzi che ho già allenato nella Juniores dell’Acqualagna. Sarà emozionante”. Sì, perché Rosetti ha già affrontato l’avventura di allenatore del settore giovanile: “L’ho già fatto

e non mi dispiacerebbe in futuro allenare di nuovo ma mai nel doppio ruolo di allenatore e giocatore: negli anni ho già declinato alcune offerte di questo genere perché ritengo che la

gara va preparata e diretta dall’esterno. In futuro però non mi dispiacerebbe provare ad allenare, magari ripartendo proprio dal settore giovanile come ho già fatto. Partire subito con un impegno importante come una prima squadra sarebbe rischioso; basta guardare, con le giuste proporzioni ovviamente, cosa è successo a Ferrara. Degli allenatori che ho avuto invece ricordo con grande affetto e stima Mengucci e Severini: mi hanno lasciato veramente tanto”. Ma Rosetti , che nella vita è impiegato in un’azienda metalmeccanica (sposato con due figli, un maschio e una femmina), ha un altro sogno nel cassetto: “Giocare almeno una volta contro mio figlio: ha 12 anni e gioca nelle giovanili del Fossombrone. Io sto ancora bene fisicamente e posso aspettarlo: sarebbe veramente la ciliegina sulla torta”.

Rosetti-Acqualagna: 414 volte insiemeOggi all’Apecchio, l’esperto difensore racconta oltre 25 anni di carriera

di roberto cruciani

Rosetti premiato nel giorno della 400^ presenza con l’Acqualagna

Il calcio di oggi? Girano troppi procuratori e troppi soldi

Che sfortuna quella stagione a Perugia ma non ho rimpianti

Page 9: Marche In Gol - n°9

9N. 9 - Marzo 2010

LEGA PRO e SERIE D

Quando Centobuchi era un campo tabùPer il finale di campionato il vice presidente Cocci invita a stringere i denti

C’era una volta un campo pressoché tabù per le squadre avversarie, c’era una volta un ambiente coeso, compatto

verso l’obiettivo sportivo da raggiungere, c’era una volta una passione invidiabile di tutto l’ambiente per la squadra del proprio paese. “Caratteristiche che a Centobuchi stiamo pian piano perdendo” sospira il vice presidente Giuseppe Cocci (foto) intervenuto alla trasmissione di TVRS “Le Marche nel pallone”. Al microfono di Andrea Verdolini, il dirigente biancoceleste da sempre tra i responsabili del club piceno sin dai tempi della Prima categoria, invita la squadra a stringere i denti in questo finale di campionato:”Per cercare davvero di conquistare la salvezza, dobbiamo ritrovare anche in campo quello spirito combattivo e quella mentalità che in passato sono stati i

nostri punti di forza permettendoci, per la quarta stagione, di disputare un campionato prestigioso come la Serie D”. Opinione condivisa da uno dei giocatori più esperti del gruppo, il difensore ex Aquila ed Avezzano Marco Ianni:

“In effetti una volta per le varie compagini venire a giocare a Centobuchi era

un problema. Sapevamo che il fattore campo giocava un ruolo importante. Ora l’ambiente è soft”. E Cocci prosegue: “Non solo, spesso qualcuno fischia i nostri ragazzi al

primo errore. Non è certo il modo corretto per incoraggiarli”. Proprio al

Centobuchi intanto è arrivato il cambio tecnico. Attilio Piccioni è stato esonerato e

al suo posto è arrivato Lorenzo Scarafoni, ex bandiera dell’Ascoli, già vice di Mazzone a Livorno e Bologna.

Fano, contro ogni pronostico

Se in molti pronosticavano ad inizio campionato un destino segnato per la formazione granata, in moltissimi

senza dubbio dovranno mordersi la lingua alla luce di quanto il Fano sta facendo in questa stagione. Dopo l’avvio in salita, figlio di una fase estiva tormentata caratterizzata in particolar modo dal ripescaggio che ha condizionato anche la preparazione, la squadra di Giovanni Cornacchini ha saputo lavorare nell’ombra. Ha iniziato a costruire una propria identità di squadra che si è poi rifinita nel corso della stagione. La seconda parte di campionato in particolare ha portato definitivamente in orbita Cacioli e compagni: squadra costruita in fretta e furia dopo il ripescaggio agostano con moltissimi elementi provenienti da campionati di Eccellenza e Serie D. Questo il più grande merito del tecnico fanese per il quale, mai come in questo caso, è corretta la definizione di profeta in patria. Non aver fatto sentire il salto di categoria ad elementi che non avevano mai affrontato campionati professionistici, tra

l’altro in un girone B di Seconda Divisione dove sono presenti squadre attrezzatissime: oltre alla corazzata Lucchese, squadre come San Marino e Prato sono senza dubbio fuoriserie in un campionato dal livello medio sostanzialmente molto competitivo. Parlare di miracolo da parte del presidente Alberto Caverni (foto) e dei suoi più

stretti collaboratori va a sminuire il lavoro di tutto uno staff che ha saputo far quadrato nei momenti di iniziale difficoltà, raccogliendo al momento opportuno i giusti elogi e meriti di una stagione esaltante che però non è ancora finita. Salvezza raggiunta con incredibile anticipo e una posizione playoff da difendere nella ultime giornate: la qualificazione agli spareggi promozione, pura utopia qualche mese addietro, sarebbe

la ciliegina sulla torta per una squadra sempre sostenuta dal calore di un pubblico molto presente e che ha saputo valorizzare al meglio quel dodicesimo uomo in campo che, materialmente non si vede, ma alla lunga fa sempre la differenza: il gruppo.

Partito in ritardo (causa ripescaggio) si è imposto strada facendo

Page 10: Marche In Gol - n°9

10 N. 9 - Marzo 2010

Alessio Rosa, 25 anni, attaccante del Chieti ed ex Truentina, Centobuchi e Recanatese. Hai cambiato tantissime squadre fino ad adesso, qual è l’allenatore che ti ha dato di più?“Solitamente si risponde a questa domanda con i mister con cui si segna di più, del resto sono un attaccante, oppure quelli dove la stagione è andata meglio. Per me oltre all’aspetto tattico è fondamentale anche l’aspetto umano e sotto questo punto di vista non posso non menzionare De Amicis che ho avuto nel Centobuchi, Monaco nella Primavera dell’Ascoli e il mio tecnico attuale al Chieti Vivarini. Ma non posso fare una classifica, tutti mi hanno dato qualcosa di importante.”

A proposito di Chieti, quest’anno stai facendo benissimo, gol a raffica, hai indossato anche la fascetta da capitano…“E’ vero, non mi aspettavo nemmeno io di fare così bene e di segnare così tanto. E poi essere il capitano di una squadra blasonata come il Chieti è stato un onore. Speriamo di continuare così e di riuscire a vincere il campionato perché il Chieti non merita di stare in Serie D.”

Per la vittoria del campionato ve la dovrete vedere con la Santegidiese di Gaetano Fontana. Quando lui trascinava i Diabolici in serie B

da capitano tu eri sugli spalti ad incitarlo?“Certamente, ho sempre frequentato la Curva Sud. Nella mia famiglia tutti siamo tifosi bianconeri. Diciamo che quella stagione trionfale l’ho vissuta da protagonista anch’io perché la domenica andavo sempre allo stadio o come tifoso o come raccattapalle.

E durante la settimana spesso ci allenavamo insieme visto che io ero nella Primavera bianconera. Comunque mi fa piacere per Gaetano, tra l’altro alcuni amici me ne hanno parlato benissimo come allenatore. Al Chieti siamo preoccupati perché sappiamo che lui sa tirare fuori il massimo dai suoi giocatori anche nei momenti di difficoltà.”

Nonostante la tua passione per l’Ascoli quando nel 2007 si era parlato di un interessamento della Samb nei tuoi confronti dichiarasti che saresti andato di corsa a San Benedetto …“Premesso che per me il calcio è un lavoro, devo dire che quando una squadra blasonata come la Samb (all’epoca era in Serie C1)

ti chiama, è difficile dire di no. E’ una bella piazza a prescindere che io sia di Ascoli. E poi devo dire che la società bianconera non si comportò bene con me e con altri ragazzi della Primavera. Siamo stati svincolati senza saperne il motivo nè sentire le ragioni della società. A parte questo, io in campo do sempre il massimo sia che gioco per il Chieti sia che gioco con qualsiasi altra squadra.”

In questa stagione hai affrontato Centobuchi e Recanatese tra l’altro segnando ad entrambe. Come vedi le tue ex squadre per il prosieguo del campionato?“La Recanatese è una squadra molto quadrata, difficile da battere. Hanno raggiunto l’obiettivo della salvezza con largo anticipo. Per quanto riguarda il Centobuchi la mia speranza e che risalga e si salvi. Quando siamo andati in Serie D io c’ero e so benissimo quanto abbiamo lottato per ottenerla. Io faccio il tifo per loro.” La Civitanovese invece?“La Civitanovese è una grossa squadra, altro che neopromossa. Ha una grande allenatore (Osvaldo Jaconi), una tifoseria caldissima e dei dirigenti seri. Non è una sorpresa che stia lassù in alto.”

Alessio Rosa, un fior di bomberSERIE D

La tragedia di Borgo a BuggianoQuando il calcio non ha cuore

La tragedia che ha colpito il Borgo a Buggiano nel match disputato in

Toscana contro il Bikkembergs Fossombrone (un dirigente è morto in tribuna) è nota a tutti, ripresa da autorevoli quotidiani sportivi nazionali. Ciò che ha fatto rimanere senza parole è la decisione del Giudice Sportivo: passi la sconfitta a tavolino (il Fossombrone vinceva 1-0 e aveva l’uomo in più) ma 1 punto di penalizzazione e la multa di 1.000 euro fanno gridare allo scandalo. Assurda la motivazione “la circostanza non

integra gli estremi di una causa di forza maggiore”. Quali sono allora gli estremi? Sicuramente il primo deve essere il buon senso e la coscienza. I regolamenti vanno applicati, interpretando il loro significato più autentico. Un pò di cuore, ogni tanto, aiuterebbe a vivere questo ambiente, in assoluto deficit di credibilità, a guarire dai propri mali. Non si tratta di parole retoriche ma è semplicemente il modo migliore per vivere un momento di aggregazione lontano dai problemi quotidiani.

di simone mozzoni

L’attaccante ascolano sta trascinando il Chieti al vertice del girone F. E delle marchigiane dice...

Page 11: Marche In Gol - n°9

Una storia in bianco e nero per i tempi e la maglia più prestigiosa che ha

indossato ma di colori vivaci la sua carriera è piena. Siamo agli inizi degli anni ’60 e Marcello Spadola, nato a Montale in provincia di Pistoia, ma trasferitosi da piccolo a Pesaro, dove fa tutta la trafila delle giovanili, passa alla Juventus. Una carriera entusiasmante che parte sui campi delle parrocchie di Pesaro per arrivare a Torino, alla corte della Signora. “Come tutti i calciatori della mia generazione ho tirato i primi calci al pallone nei campetti delle parrocchie. Don Alberto con la sua semplicità e il suo carisma di sacerdote con vocazione a stare coi giovani riuscì a radunare in quel campetto decine e decine di ragazzi entusiasti di correre dietro una palla per ore. Il torneo tra tutte le parrocchie di Pesaro fu il mio trampolino di lancio”.

Spadola, quali erano le sue caratteristiche?

“Ero ambidestro, veloce e tecnico. Giocavo all’ala sinistra segnando con una regolarità disarmante dai 3 ai 4 gol a partita. Il passaggio all’Ava Victoria di Pesaro militante nel campionato dilettanti avvenne nello stesso anno. Frequentavo la terza Liceo Scientifico e il pomeriggio, due volte alla settimana, andavo allo stadio Benelli dove Silvio Di Giorgio con la sua serenità per ore ci impartiva lezioni di tecnica e di vita. Devo a lui il sogno di raggiungere prima le rappresentative provinciali poi regionali ed infine la convocazione per le selezioni della Nazionale Dilettanti all’età di 18 anni. Fui scelto ed andammo in Germania a Dusseldorf a giocare un triangolare con Germania ed Olanda dove trovai a marcarmi un certo Hulshof dell’Ajax praticamente un gigante. Sopravvissi!”.

Gol a ripetizione, assist, prestazioni costantemente sopra la media. Arrivò così la chiamata dalla Juventus per un provino.

“Mi ritrovai al campo Marchi a Torino col cuore in gola. Tra le tante persone ad osservarci c’era un certo Giampiero Boniperti e mi riuscì di giocare la più bella partita della mia vita con 4 gol che ancora adesso non so dire quale fosse la musa che mi aveva ispirato. Quell’anno, 1960-1961, divenni

campione italiano Primavera giocando con il modulo 4-2-4 brasiliano, imposto anche alle giovanili dall’allenatore della prima squadra Amaral”.

Come fu l’ambientamento?

“L’ambientamento a Torino mi fu facilitato dal fatto che frequentavo il quinto Liceo Scientifico così avevo la possibilità di uscire con persone anche al di fuori del calcio. Il giovedì facevamo l’allenamento contro la prima squadra e spesso venivo schierato insieme

a loro, dei veri e propri fenomeni. Come mezzala sinistra c’era un certo Omar Sivori. Ragazzi, che lanci e che tunnel”.

I momenti più belli?

“E’ stato, rivedendolo alla moviola a posteriori, tutto un magnifico sogno. Andai in prestito al Pinerolo F.C in quarta serie mettendomi in luce fino a raggiungere la rappresentativa piemontese di categoria. In un quadrangolare svoltosi in

Liguria fui richiesto dal Pisa e dal Padova allora militanti in serie B ma famose per essere trampolino di lancio per giovani promesse. Per motivi che non ho mai saputo non se ne fece nulla. Passai in prestito alla Pistoiese militante in C dove una serie di ripetuti strappi muscolari mi convinsero a pensare di smettere cosa che feci con enorme dolore e rammarico ritrovandomi di nuovo a

vivere la normale vita di tutti i giorni che è la vera, unica, difficile ma bella partita. Smisi a 22 anni ed ero ancora di proprietà della Juventus”.

Ai giovani che consigli si sente di dare?

“Essere se stessi cercando di conoscersi sempre meglio, essere umili nei comportamenti e con la forza di volontà ricercare uno stile di vita sobrio da atleta che consentirà al talento se c’è di emergere”.

Come vivi oggi il calcio?

“Con la gioia di chi ha avuto dallo sport tanto in termini di soddisfazioni ed emozioni, quindi con serenità”.

11

marcello spadola

Un sogno in bianco e nero

1 - Un giovane Marcello Spadola2 - Marcello Spadola in compagnia di Omar Sivori3 - La squadra dell’Ava Victoria Pesaro4 - Una formazione della Pistoiese

N. 9 - Marzo 2010

nome: Marcello

cognome: Spadola

nato a: Montale (Pistoia) il 26/03/1944

ruolo: Attaccante

Ha giocato con: Ava Victoria Pesaro,

Juventus Primavera, Pinerolo, Pistoiese

21

3

4

Page 12: Marche In Gol - n°9

12

Prima tifoso in curva, poi giornalista sportivo e ora responsabile del sito ufficiale dell’Ancona Calcio, si chiama

Paolino Giampaoli (foto) ma per tutti è la memoria storica della società dorica. La passione per il calcio possiede mille sfaccettature, giocatori che a quarant’anni scendono regolarmente in campo, dirigenti che organizzano una squadra di calcio per far giocare i ragazzi della zona e super tifosi che trasformano la loro passione in una vera e propria p r o f e s s i o n e . E’ la storia di Paolino, 35 anni, da sempre un super tifoso dell’Ancona che nella stagione ‘95’-‘96 inizia a collaborare con il Corriere Adriatico per la rassegna “Voce dalla Curva”, attività che lo coinvolgerà sempre di più arrivando a collaborare con altre testate giornalistiche ed emittenti radiofoniche. Poi, nel 2000, con l’arrivo nell’Ancona del presidente Ermanno

Pieroni, Paolino Giampaoli (insieme a Mariolina Scoponi, attualmente addetto stampa del Livorno) comincia a mettere mano alla lavorazione del sito ufficiale dell’Ancona Calcio. Una passione per il calcio e per l’Ancona che dura da oltre

vent’anni, vivendo direttamente vittorie e sconfitte, i momenti più difficili ed

esaltati della società sportiva.

Da grande appassionato di calcio, ha mai pensato o si è

mai rammaricato di non poter giocare?

“Assolutamente no! Vivere il calcio da

tifoso è altrettanto stimolante e ti regala le stesse i d e n t i c h e emozioni di chi vede la

partita dalla curva, sensazioni che conosco molto bene. Inoltre da qualche anno ho preso il patentino da allenatore per

il calcio a 5 e ora alleno una squadra

femminile”.

Quindi adesso è un allenatore a tutti gli effetti?

“Ho conseguito il patentino a Coverciano sotto la direzione di Roberto Menichelli, responsabile tecnico della Nazionale di calcio a 5, e sono divenuto allenatore della Real Ancona Calcio a 5 femminile. Un’esperienza estremamente stimolante, abbiamo iniziato da zero, quasi da quello che era un settore giovanile sull’abc del calcetto, tanto per fare un esempio la prima stagione siamo arrivati ultimi e abbiamo fatto solo tre punti in classifica. Dopo tanto impegno, allenamenti e studi sulle tecniche quest’anno stiamo lottando per andare in serie A”.

Restando in tema di allenatori, quali sono i mister dell’Ancona con cui ha legato di più?“Con Cacciatori e Menichini i rapporti erano strettamente lavorativi, non ci ho legato più di tanto. Diverso il rapporto con Frosio, Salvioni e Monaco: con loro quando si lavora massima serietà, ma c’è anche il momento del rapporto umano e dello scherzo”.

Fra i giocatori, invece, qual è il ricordo o il legame più forte che si ricorda?“Sicuramente Massimo Gadda e la storica promozione in A”.

In questi 20 anni l’Ancona ha già vissuto due volte l’esperienza della promozione in A, quale delle due preferisce e perché? “La prima promozione ha un sapore particolare, perché l’ho vissuta da tifoso vivendo i momenti di passione in curva al fianco degli amanti dell’Ancona. La seconda promozione è stata ugualmente bella, ma diversa. Vivendo direttamente l’ambiente societario, ho condiviso gli aspetti tecnici della squadra come i ritiri, le vittorie con lo storico gol di Daino a Livorno, ma anche storie più tristi come il fallimento e la causa in tribunale”.

Senza dubbio rappresenta la memoria storica dell’Ancona Calcio, una preziosa eredità in termini di rapporti umani e dati sportivi, cosa ricorda con maggiore piacere?“Devo ringraziare Mauro Anconetani, Guido Montanari, Marco Minardi, Roberto

Felicori (attualmente al Palermo) che mi hanno dato la possibilità di apprendere la professione e l’opportunità di entrare in questo mondo che amo tantissimo. In questi anni ho vissuto in prima persona momenti indimenticabili, la storia di una società di calcio dalla serie C alla A, alla finale della Coppia Italia con il Genova”.

Il ricordo o i ricordi più belli?“Menzionando la frase di una pubblicità, da vero tifoso anconetano sconfiggere l’Ascoli non ha prezzo! Faccio riferimento allo spareggio promozione con l’Ascoli a Perugia e la vittoria di quest’anno per 3 a 1 sul campo dell’Ascoli con la tifoseria avversaria ammutolita”.

Intervista al mitico Giampaoli, curatore del sito ufficiale del club dorico

Paolino manda in... rete l’Ancona

N. 9 - Marzo 2010

di alessio carassai

foto: Paolino con Eros Ramazzotti (in alto), con Guido Montanari (sopra), con il Real Ancona

Calcio a 5 femminile (a sinistra)

Page 13: Marche In Gol - n°9

13

E’ senza dubbio una delle squadre che ha saputo impressionare in quanto a regolarità di risultati nel girone di

ritorno. Dopo il cambio in panchina all’ottava giornata, il Tolentino ha scalato rapidamente la classifica, passando dalla zona caldissima della classifica fino ad arrivare nelle zone che contano, in piena lotta per un posto al sole dei playoff. E’ sicuramente Roberto Mobili (foto), protagonista della cavalcata vincente della Recanatese dalla Promozione alla Serie D, uno degli artefici principali della rinascita cremisi. “Il merito di questa risalita va senza dubbio ai ragazzi che si sono messi a disposizione con il massimo dell’impegno fin dal primo giorno di lavoro”. Ha dovuto lavorare maggiormente dal punto di vista tattico o psicologico?“Da un punto di vista tattico abbiamo apportato alcune modifiche ma il lavoro principale è stato fatto a livello mentale. La mancanza di risultati ha portato ovviamente la squadra a scoraggiarsi. Oltretutto spesso i risultati tardavano ad arrivare nonostante alcune buone prestazioni e questo porta a conseguenze ancora più gravi. Il morale era basso ma, mi ripeto, i ragazzi hanno lavorato tantissimo e questo si è visto in termini di risultati”.

Quanto ha inciso il mercato di riparazione nella risalita in classifica?“Avevamo già parlato con la società di possibili cambiamenti a livello di organico fin dal mio arrivo alla guida della squadra. Gli innesti apportati nel mercato di riparazione sono stati molto importanti e ci hanno permesso sicuramente di portare qualcosa in più. Per fare però questi movimenti in entrata abbiamo dovuto rinunciare a ben otto elementi: a loro deve comunque andare il ringraziamento mio e della società perché sono stati protagonisti della prima parte di campionato”.

C’è stata una gara che, a suo avviso, ha rappresentato la svolta della stagione?“Sicuramente la trasferta di Osimo, seconda gara della nostra gestione, dopo l’esordio casalingo con la Vis Pesaro. Quel successo e soprattutto la prestazione della squadra

ha dato grande fiducia alla squadra che ha iniziato a credere nelle proprie potenzialità. Il resto è stato un conseguirsi di risultati in cui è venuta sempre fuori la grande voglia di questi

ragazzi di non mollare mai, in ogni situazione”.

Altro risultato importante: aver riportato i tifosi al “Della Vittoria”…“Questo è merito dei risultati ma anche della prestazioni che la squadra ha saputo mettere in campo. Un premio alla società che ha saputo fare scelte importanti nei momenti decisivi, alla squadra che ha saputo ritrovarsi e al lavoro di tutto lo staff. Certamente Tolentino è abituata anche a

scenari importanti come la C2 e l’Eccellenza dunque è un po’ stretta ma questa oggi è la nostra categoria e va affrontata nel migliore dei modi. Mi ha fatto molto piacere vedere che i tifosi sono tornati a seguirci anche in trasferte lunghe come ad Urbania: questo è un bel segnale”.

Salvezza raggiunta con largo anticipo: qual è ora l’obiettivo finale della sua squadra?“Noi dobbiamo continuare a fare quello che stiamo facendo, mantenendo alta attenzione e concentrazione. Non bisogna abbassare la guardia: incontreremo diverse squadre che ci precedono in classifica e dunque dobbiamo continuare a mantenere i ritmi alti. Alla fine faremo i conti e se i punti conquistati porteranno ad un posto nei playoff, questo sarà una ulteriore gratificazione per squadra, società e tifosi”.

Il suo futuro mister potrebbe ancora essere al Tolentino?“Inutile negare che qualche colloquio c’è stato. Io e il mio staff siamo stati accolti benissimo qui a Tolentino: l’entusiasmo dell’ambiente ha permesso a tutti di lavorare bene. Le condizioni per fare bene anche in futuro ma, per una decisione definitiva, bisognerà attendere fine stagione quando ci potremmo mettere seduti a tavolino per discutere con serenità della situazione. Posso comunque confermare che a Tolentino ci sono le condizioni ideali per lavorare al meglio”.

ECCELLENZA

Beni, Gianangeli e Ulivi nuovi tecnicifermana, osimana e castelfrettese, si cambia

Real Metauro, la favola continua

Tolentino, avanti con Mobili?N. 9 - Marzo 2010

La squadra sta volando in campionato, tecnico e società pianificano già un futuro insieme

Parla il DG Rondina: “L’unico cruccio: potenziare il settore giovanile”

Parlare di sorpresa è decisamente riduttivo per una squadra che viaggia con l’entusiasmo e la serenità di chi

ha preso coscienza delle proprie potenzialità. Il Real Metauro da neopromossa ha saputo trasformarsi in una solida realtà, dopo lo splendido successo in Promozione lo scorso anno. Ivan Rondina (foto), direttore generale e anima della fusione tra Lucrezia e Calcinelli che ha dato vita a questa nuova realtà, non potrebbe essere più felice: “Ad inizio stagione sapevamo di avere fatto le cose per bene, costruendo una squadra con grande attenzione. Ci aspettavamo dunque di riuscire a disputare un buon campionato ma la posizione attuale, senza dubbio sorprende anche noi ma soprattutto ci gratifica. Il merito va a questi ragazzi che si impegnano tantissimo in allenamento e in campo hanno trovato gara dopo gara una continuità di risultati veramente incredibili. Nelle ultime 22 gare abbiamo perso una sola volta (in casa contro l’Urbino) in maniera inopinata, per il resto abbiamo fatto grandi risultati: il pari in casa della Samb, la vittoria a Fermo e le ultime sei vittorie parlano da sole”. Rondina, una vita al Lucrezia, individua due elementi fondamentali per questo Real Metauro da

sogno: “Senza dubbio la forte componente degli under e il grande lavoro svolto dal mister. Iniziamo sempre la gara con almeno

tre giovani in campo e spesso la finiamo anche con quattro o cinque; in stagione abbiamo avuti infortuni importanti e avere un reparto under cosi fornito è stato fondamentale. Donnini, Tomassoli, Cennerilli (arrivato in corso d’opera dal Rimini), Bucefalo e Tallevi, per citarne alcuni, hanno saputo farsi trovare pronti in ogni momento. Per il mister ho solo parole di elogio: viene da quindici anni di

lavoro nel settore giovanile (con Fano e Vis Pesaro), lo scorso anno abbiamo vinto insieme la Promozione con la squadra più giovane in assoluto. Fa giocare bene la squadra e sa fare anche gruppo. Un difetto? Forse manca in esperienza. Una volta maturata quella è certamente pronto per categorie superiori”. Qual è lo stato di salute della società Real Metauro? “Inizialmente non è stato molto facile ma il tempo, il lavoro e anche i risultati hanno aiutato la realizzazione di questo progetto. Cosa non va? Dobbiamo migliorare come settore giovanile. Dai giovanissimi in giù questa fusione non è stata ancora realizzata al meglio: questo è il nostro prossimo obiettivo”.

Nel momento più delicato della stagione Fermana, Osimana e Castelfrettese

cambiano guida tecnica. Alla vigilia del match di andata di Coppa Italia con lo Spoleto, Giuseppe De Amicis ha rassegnato le dimissioni dei canarini: il nuovo tecnico è Roberto Beni, già giocatore gialloblu nella stagione 1991/1992.Novità anche all’Osimana dopo la sconfitta di Jesi. Stefano Senigagliesi e il presidente

Falcetelli hanno deciso di comune accordo di cambiare. Il nuovo tecnico è l’ex Fermignanese e Cagliese Franco Gianangeli: il suo compito è quello di portare in salvo la formazione giallorossa.Paolo Ulivi (ex Biagio Nazzaro e Piano San Lazzaro) è tornato sulla panchina della Castelfrettese. Simone Bellegamba, l’allenatore-giocatore, resta nella rosa.

Page 14: Marche In Gol - n°9

14

E’ proprio un Belvedere(se)

A Corridonia conoscono il segreto del successo

Maurizio Morsucci (foto) parla della bella escalation della sua squadra, la Belvederese. Una stagione quella della compagine del presidente Antonelli che sta toccando il suo punto più alto dall’inizio del campionato. Dopo la bella vittoria sulla Pergolese nello scontro diretto infatti, la Belvederese è finita in testa alla classifica del girone A di Promozione, ma il mister non si fa illusioni, nelle ultime giornate può succedere di tutto. Ormai a giocarsi il titolo fino alla fine sono in quattro: Belvederese, Pergolese, Castelfidardo e New Relax Rio. “Noi abbiamo programmato la stagione affinchè si lottasse per i playoff. Ci sentiamo – ammette il tecnico – una delle migliori squadre, non certo la migliore, sappiamo di avere un organico competitivo, e agganciare gli spareggi era un risultato che ci eravamo prefissi già dall’inizio di questa stagione. L’ambizione della società infatti – commenta Morsucci – era cambiare rotta, riempire lo stadio di gente, dare soddisfazione ai tifosi rispetto a quanto era accaduto negli anni passati, durante i quali la Belvederse ha sempre lottato per raggiungere una salvezza

tranquilla”. Così il cambio di marcia sembra dare i propri frutti. Gli uomini di Morsucci oltre ad essere un’ottima squadra stanno dando prova delle loro qualità: “Dovevamo provare ad essere più competitivi, lottare con le squadre migliori del girone, e questo è quel che stiamo facendo. Noi siamo un gruppo più tecnico che fisico, giochiamo sempre la palla e andiamo in affanno quando ciò non è possibile”. L’organico della Belvederese parla chiaro, tanti i giocatori che fanno la differenza, ma l’arma in più è senza dubbio il bell’amalgama che si è costituito. “La vittoria con la Pergolese è stata del gruppo – afferma Morsucci – la compatezza ci da quell’ingrediente fondamentale per affrontare al meglio le gare che restano. L’equilibrio c’è, affronteremo tutte le partite che restano a testa alta. Siamo in quattro squadre a giocarci tutto, è chiaro che ci proveremo penso che a questo punto, squadra e società vogliano impegnarsi fino in fondo per il primo posto”. Una curiosità che non può che far onore alla Belvederese è il fatto di essere una delle compagini più corrette del campionato: “Questo – conclude– è indicativo della tranquillità che abbiamo in campo”.

E’ balzata in testa da alcune giornate e sembra non avere alcuna intenzione di mollare

la presa: il Corridonia corre verso l’Eccellenza (nella cittadina maceratese sono leciti gli scongiuri). Un primato che non sorprende per la caratura della squadra e soprattutto per la confidenza con i successi di molti protagonisti rossoverdi. Partiamo ovviamente dal tecnicoGiovanni Ciarlantini che nelle ultime tre stagioni ha disputato altrettanti playoff: due con il Corridonia e uno con la Monturanese. In campo invece molti giocatori che hanno una straordinaria affinità con il successo in campionato. Il

difensore Morgan Pazzelli nella stagione 2002-2003 ha conquistato l’accesso in Eccellenza con la maglia del Caldarola. Sono quattro invece i successi in altrettanti campionati per Daniele Agus: era nella rosa della Sambendettese

che conquistò la promozione in C1 nel 2001-2002, titolare nel doppio salto di categoria con la maglia della Recanatese (dalla Promozione alla serie D) nel biennio 2005-2207 come anche nella storica serie D conquistata d a l l ’ E l p i d i e n s e

Cascinare due stagioni fa. Sono quattro i successi personali anche per Massimo Nerpiti: due con la maglia del Tolentino, dall’Eccellenza alla C2,

rispettivamente nelle stagioni 1992-1993 e 1994-1995; una con il Caldarola in compagnia dello stesso Pazzelli e con la maglia dell’Elpidiense Cascinare insieme a Daniele Agus. Come per Nerpiti sono due anche le promozioni conquistate da Adolfo Rossi: nella stagione 2001-2002 l’approdo in Eccellenza con il Porto Sant’Elpidio e due anni fa il trionfo nei playoff di Promozione con la maglia della Cuprense. Infine i tre successi ottenuti dall’attaccante Andrea Catini: il doppio salto dalla Promozione alla serie D con l’Elpidiense Cascinare (la vittoria dell’Eccellenza ottenuta insieme a Nerpiti e Agus) e, con la maglia del Porto Sant’Elpidio, in compagnia di Rossi. Per sintetizzare il tutto in una sola frase: a Corridonia sanno come si vince un campionato.

PROMOZIONE A / B

N. 9 - Marzo 2010

Morsucci e un finale di stagione che si annuncia ricco di sorprese

Da Agus a Nerpiti, da Pazzelli a Rossi: ecco chi ha già assaporato la gioia per il salto nel massimo campionato regionale

Fermignanese, Comunanza, Chiesanuova, Monticelli e Pagliare tentano la svolta in vista del traguardo finale

di laura cutini

Quanti cambi in panchina

Altri cinque cambi di panchina nel campionato di Promozione: società che cercano dunque di dare uno scossone in queste ultime giornate di campionato.

La fermignanese (Girone A) cambia in vista del rush finale. Daniele Conti non

è più il tecnico della squadra pesarese: il compito di portare la quadra alla salvezza è stato affidato al tecnico della formazione juniores giancarlo passeri.

Ha scelto l’esperienza il comunanza (Girone B); salutato Andrea De

Angelis, tecnico comunque molto stimato a Comunanza, il presidente Mancini ha chiamato in panchina un tecnico che conosce alla perfezione questo ruolo: sergio pulcini, lo scorso anno alla guida

dell’Atletico Piceno in finale playoff.

La sconfitta nello scontro diretto di Petritoli è costata cara a Luca Fermanelli

che non è più il tecnico del chiesanuova (Girone B). La società biancorossa si è affidata alle cure dell’ex Biagio Nazzaro, Cingolana e Casette Verdini damiano morra per raggiungere la salvezza diretta.

Il monticelli (Girone B) ha esonerato Piccioni e affidato la squadra a stefano

filippini nel doppio ruolo di allenatore - giocatore.

Cambio anche al pagliare (Girone B): Emidio Oddi non è più il tecnico dei

biancorossi. Promosso dalla Juniores giovanni aloisi.

Page 15: Marche In Gol - n°9
Page 16: Marche In Gol - n°9

16

Iniziativa anti-bestemmie

Gude & Vale glorie di TavulliaNella stagione 1997 - 98 realizzò 48 reti. Tifosissimo del numero 46: “Che ricordi quando si allenava con noi”

Una carriera vissuta sempre all’attacco: anche quando giocava esterno difensivo ha sempre fatto

regolarmente gol. Ben oltre quota 300 in una carriera contrassegnata da record e soprattutto dal rapporto speciale con Tavullia. Gianluca Godenzoni, 43 anni, nativo di San Giovanni in Marignano in provincia di Rimini, da pochi mesi è tornato nel centro pesarese dove allena l’Athletico, squadra che lotta per il vertice nel girone A di Terza categoria: “Sono arrivato a Natale e dopo un paio di gare non positive, abbiamo iniziato a fare veramente molto bene. L’obiettivo della società è quello di vincere il campionato: la distanza con il Babbucce, altra squadra di Tavullia, non è proibitiva e dunque ci proveremo fino alla fine. La squadra mi sta dando ottime soddisfazioni soprattutto dal punto di vista dell’impegno e della voglia. Sto chiedendo loro grande sacrificio ed impegno, stanno rispondendo alla grande, allenandosi con grande continuità nonostante le condizioni meteo decisamente proibitive. Meriterebbero il successo finale per quanto stanno facendo e io ho grande fiducia in loro”. Determinato in panchina ma micidiale quando era protagonista s u l rettangolo v e r d e . Andava a segno con straordinaria c o n t i n u i t à , sempre in doppia cifra spesso sopra i 20 gol e … non

solo: “E’ vero, ho iniziato da esterno difensivo ma in quel modo a divertirsi erano coloro che giocavano contro di me: andavano sempre in gol. A difendere non ero portato e dunque con il passare del tempo ho cambiato la mia posizione in campo: prima da centrocampista e poi da centravanti, dove sicuramente ho fatto del mio meglio”. Andare in gol non è mai stato un problema ma senza dubbio salta agli occhi la stagione 1997-1998 con il Tavullia in Seconda categoria: 43 gol realizzati, per un record difficilmente battibile ma sul quale gli scappa un sorriso: “E’ stata una stagione particolare, ho mantenuto una media di molto superiore ad un gol a partita ma le nostre non erano partite normali. La nostra squadra era molto spettacolare:

non ricordo neanche uno 0-0 ma molti 3-3, 4-4….eravamo più spettacolari che cinici e concreti. Un record? Questo non lo so, ma i record sono fatti per essere battuti. Resta comunque un ricordo piacevole”. Romagnolo di nascita, marchigiano

di adozione, almeno calcistica visto il rapporto particolare che lo lega

a Tavullia e al suo cittadino più illustre: Valentino Rossi:

“Tavullia la mia seconda casa? Probabilmente

posso dire che si tratta della mia prima casa. Qui c’è un ambiente s p e t t a c o l a r e , amichevole e familiare nel quale mi trovo benissimo. A San Giovanni in Marignano sono

nato, risiedo e ho giocato ma qui posso

dire di aver trovato la mia dimensione

familiare”. Un paese però dove al primo posto c’è la passione per le moto:

“Senza dubbio, si respira questa passione che mi coinvolge. Valentino Rossi è un mito a livello internazionale e posso dire, orgogliosamente, di essere un suo amico. Spesso, anni fa, veniva ad allenarsi con noi ma non ha fatto mai pesare la notorietà o il successo. Si divertiva come un pazzo e noi con lui. Ora gli impegni sono decisamente aumentati ma a volte capita di incontrarsi e il rapporto è sempre lo stesso: di simpatia e amicizia, esternamente al personaggio sportivo. Lo seguo anche in pista, quando posso vado a vedere delle gare. A Tavullia è una religione”. Gianluca Godenzoni ha la tessera n.702 del Fans Club Valentino Rossi anche se, lui stesso, nel piccolo centro pesarese è un mito. Vale su una moto e Gude (questo il suo sopranome) nel calcio: ecco le glorie sportive di Tavullia.

N. 9 - Marzo 2010

gianluca godenzoni

parroccHia s.maria e della roVere calcio

La parrocchia S.Maria di Orciano e il Della Rovere Calcio hanno inviato una lettera aperta a dirigenti,

allenatori, ragazzi e famiglie con un messaggio forte e chiaro che rilancia quello che Giancarlo Abete, presidente della FIGC, ha detto in merito alla bestemmia in campo. “Non se ne può più. Non si può rovinare così uno spettacolo tanto straordinario come quello messo in scena da una partita di calcio. La religione non c’entra, è un fatto di civiltà e di etica”. Gli ha fatto eco Gianni Petrucci, presidente del CONI, sul malcostume dilagante nel calcio. “Intervento urgente per bloccare le bestemmie in campo”. La lettera, condivisa e sottoscritta dai dirigenti dell’ASD Della Rovere e Parrocchia, è un invito a far giocare il buon senso, l’educazione, il senso civile e il rispetto. Mettere un freno e alzare il cartellino rosso, invece, verso l’uso d e l l ’ a r r o g a n z a dei giocatori grandi e piccoli, a volte anche dei genitori, della rabbia per alzare la voce e farsi valere con le parole. “Se i valori non scendono in campo – spiega il parroco don G i a c o m o

Ruggeri – a perdere siamo tutti, nessuno escluso. Serve prendere la buona abitudine di entrare in campo ed uscirne ricordandosi che c’è una vita che non va lasciata al bordo campo dei 90 minuti, ma va fatta giocare. Bestemmiare o usare la volgarità in campo o nella vita rende la persona abbruttita, anche se vince e fa gol ”.

Molto chiari anche i dirigenti del Della Rovere, società con un importante settore giovanile e una prima squadra che milita in Seconda categoria. “Ai genitori chiediamo di essere i primi allenatori al rispetto, all’educazione, al buon senso in campo e fuori, sempre. Un solo esempio: in una partita di calcio, qualche settimana fa, dopo numerose e ripetute bestemmie, diversi giocatori della squadra avversaria che subiva le bestemmie si sono autoespulsi

e sono usciti dalla gara, ricevendo anche la squalifica. Ma non ci sono stati a “quel tipo di gioco” e noi siamo solidali con loro. Buona partita a tutti, con i valori a tutto tondo che scendono in campo”.

Page 17: Marche In Gol - n°9

Che debutto in Seconda categoriaUn progetto da valorizzare

La stagione 2009-2010 segnava una nuova avventura per gli intraprendenti ragazzi di Borgo

Massano; e quando si dice nuova, il significato è quello letterario del termine: si trattava infatti dell’esordio assoluto in Seconda categoria. Così Silvestri e i suoi si sono rimboccati le maniche, dandosi da fare. Tante conferme nella rosa e non solo ma che gusto c’è se non si rischia anche qualche scommessa?

IL NUOVO ORGANICOCosì, accanto ai confermati Macchini, Pieri, Marini, Marcolini, Ugolini, Fradelloni, Munari, Forlani, Sanchini, Porcu, Cecchini e Dini, la società ha voluto puntare sui giovani, reclutando Matteo Cangini, Luca Stefanelli, Diego Guidi, Paolo Ricci, Nicola Mancini e Tormmy Afinota. Il tutto senza farsi mancare quel pizzico di esperienza che non guasta con Samule Vitri, Michele M a r i o t t i , V i n c e n z o Ugolin, Mirco T a b o n i , Enrico Lugli e Piermarco Pratelli. Un rosa senza dubbio ampia in un torneo lungo e difficile, con mille difficoltà e alla fine c’è spazio per tutti.

LA SVOLTA CON IL CAMBIO DI TECNICOLa partenza è stata difficile, i risultati non arrivavano e così dopo 6 giornate il Borgo era in fondo alla classifica con due soli punti; negli spogliatoi non si respirava lo stesso entusiasmo dei preparativi estivi. I dirigenti

continuavano a chiedersi dove avessero sbagliato e i giocatori stavano perdendo la convinzione nei propri mezzi. Non si poteva stare con le mani in mano, così la decisione, sicuramente difficile, del cambio di allenatore. E’ risaputo come sia sempre l’allenatore a pagare per primo anche se non sempre gli si possano attribuire tutte le colpe, così alla 7^ di campionato in panchina, al posto di mister Calendari, c’era Mauro Annibali, una vecchia conoscenza di Borgo Massano, sulla cui esperienza calcistica sia da giocatore che da allenatore ci sarebbe molto da raccontare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: 33 punti

nelle successive 18 partite, una media impressionante per una squadra

che ha per obiettivo la salvezza.

UN LAVORO DI SQUADRAE’ necessario sottolineare come sia l’impegno e la grinta dei giocatori che abbia prodotto tali risultati ma è altrettanto n e c e s s a r i o ricordare anche chi si impegna tutte le settimane per seguire i ragazzi

al campo come C l a u d i o Ciacci, Omar

Magnani, Cristian Ugoccioni e Davide

Gorbi; chi li accompagna durante le trasferte come Isidoro Stefanelli,

Bruno Ucchielli e Rosanna Serafini e chi si dedica alle varie ed eventuali come Enrico Balestrieri, Francesca Fedrighelli, Federico Mei e il presidente Giordano Silvestri. Dentro e fuori dal campo sicuramente un bel gruppo. Un campionato che ancora deve dare i propri verdetti e vedremo quale sarà il destino del Borgo Massano.

PESARO

Avis Valfoglia, un patrimonio del territorio Un avvio in salita. La svolta con Mauro Annibali in panchina

17

Fare calcio oggi è sempre più difficile. Molte società che partecipano attivamente ai vari campionati agonistici, risentono

inevitabilmente della crisi economica mondiale. Mancanza di sponsor, poca disponibilità da parte di imprenditori e mancanza di sensibilità in generale, di fronte a problemi più seri. Tutto vero! Anche se la convinzione che solo spostando parte dell’interesse dalle prime squadre ai settori giovanili, molto potrebbe cambiare in passione e volontariato.Avis Valfoglia anche per questo, oggi rappresenta un patrimonio da salvaguardare. E’ una realtà di puro settore giovanile nata circa 10 anni fa, che rappresenta il punto di riferimento più significativo per la media ed alta Val del Foglia. Una realtà che abbraccia ed accoglie i bambini e ragazzi di 5 comuni distinti (Auditore, Tavoleto, Montecalvo, Tavullia e in parte quello di Urbino) e per il quale lavorano attivamente le società dell’Avis Montecalvo, Rio Salso, Tavoleto con l’appoggio di Schieti e Casinina. Realtà cresciuta gradualmente negli ultimi anni, che ha investito molte risorse in organizzazione e strutture, parallelamente all’attività quotidiana svolta sui campi da calcio.Circa 200 i bambini e ragazzi che partecipano a tutte le categorie organizzate a livello giovanile con particolare concentrazione nel gruppo dei più piccoli, pertinente all’attività di base. E’ proprio su questa fascia d’età, tra 6 e 12 anni, che si è deciso

nel tempo di concentrare la massima attenzione, cercando il meglio in termini di istruttori. Per tutta l’attività di base quindi, è stata inserita anche la figura di un responsabile nella persona di Carlo Chiarabini. Un ragazzo che porta con se le importanti esperienze maturate per anni con il settore giovanile del Bologna Calcio e già responsabile del progetto “prima del risultato”, con il quale programmare il lavoro, i metodi e le iniziative. Per quello che riguarda la questione impianti proprio l’anno scorso è stato realizzato, in tempi record, il meraviglioso campetto in

erba sintetica a Rio Salso. Un impianto che, unito alle strutture sportive di Borgo Massano e Ca’Gallo, offrono nel raggio di 10 chilometri un potenziale per la pratica dello sport di grande flessibilità logistica e di straordinarie opportunità di crescita.La struttura tecnica per concludere conta oggi 11 allenatori, 2 collaboratori e un responsabile per l’attività di base. La parte organizzativa presenta due addetti alla segreteria e 4 autisti con altrettanti pulmini per il trasporto in arrivo e uscita dagli impianti. Da

sottolineare anche tutto quello che in termini di volontariato e passione, esprimono i vari dirigenti accompagnatori delle varie squadre.Un settore giovanile che oggi più che mai ha bisogno del sostegno delle varie Amministrazioni comunali, per tutto quello che significa e rappresenterà in futuro per il territorio, sia da un punto di vista sportivo che sociale.

N. 9 - Marzo 2010

new relax rio borgo massano

Page 18: Marche In Gol - n°9

18 N. 9 - Marzo 2010

Per un finale da sogno Si può dare di piùI playoff l’obiettivo, la valorizzazione dei giovani la missione Parla il giovane presidente Michele Marcuccini

La prima stagione di vita dell’Atletico Gallo Colbordolo, realtà nata dalla fusione di Azzurra Gallo Colbordolo

e Atletico Gallo (realtà che non hanno avuto alcuna difficoltà a dare vita ad un progetto innovativo), vede la squadra di mister Mariotti in piena corsa playoff. Il giovane presidente Alessandro Sperandio fa il punto della situazione a poche gare dal termine: “Il livello tecnico del campionato non è altissimo: mi aspettavo un girone molto più difficile e maggiormente impegnativo. Un girone in cui si dà spazio ai giovani e che, con l’utilizzo dei due under, ci ha sicuramente avvantaggiato. Il nostro progetto è focalizzato alla valorizzazione di un vivaio nel quale lavoriamo da molti anni mentre altre realtà hanno dovuto ridimensionare la prima per fare fronte a budget molto importanti. In questa visione di abbattimento dei costi e in un periodo di crisi cosi difficile, chi vuole fare calcio a questi livelli, non può prescindere da un lavoro intenso e mirato con i giovani. La nostra filosofia, condivisa dal presidente del settore giovanile Mauro Vichi, è quella di seguire i ragazzi fin dal loro ingresso nel mondo del calcio. Di questa nuova realtà nata dalla fusione siamo decisamente molto soddisfatti, si è rivelata proficua e redditizia”. Per due anni alla guida dell’Azzurra, prima di diventare il primo

tecnico dell’Atletico Gallo Colbordolo: Gastone Mariotti conosce alla perfezione tutto l’ambiente: “L’organico della squadra è per otto undicesimi quella della mia prima stagione facendo anche affidamento sugli innesti del settore

giovanile. Visto il livello del campionato, i ragazzi in alcune circostanze potevano dare qualcosa in più. Sono convinto che in queste ultime gare si potrebbe concludere al meglio. Ad inizio stagione avrei firmato per il campionato che abbiamo fatto, avendo una squadra molto giovane (ad esempio il nostro centrale difensivo Nobili è classe 1992) a volte pecchiamo un po’ di esperienza in certe

occasioni. In classifica è evidente una netta frattura di punti fra le squadre che lottano per i playoff e playout. Le nostre maggiori difficoltà, essendo una squadra agile e tecnica, è stata quella di

affrontare squadre in campi molto pesanti e ai limiti della praticabilità. In queste ultime giornate questo problema dovrebbe essere superato e questo mi fa essere ottimista”.Stagione comunque positiva per questa nuova realtà del calcio pesarese, in attesa che il finale di campionato possa regalare ulteriori gratificazioni a questa dirigenza fortemente impegnata nella

valorizzazione del proprio settore giovanile.

Il giovane presidente Michele Marcuccini (foto) ci accoglie rubando un po’ di tempo al suo

lavoro: la passione per il calcio fa anche questo.

Presidente, cosa ci dici della stagione che sta volgendo al termine?“Sinceramente, confesso che ad inizio campionato l’obiettivo della società era vincere il campionato, o comunque lottare al vertice. Dico questo considerando che l’anno scorso dopo aver disputato 7 gare di play off, siamo uscito proprio all’ultima. In questa stagione abbiamo riconfermato il 95% dell’organico e acquistato due giocatori da categorie superiori come Londei, sammarinese doc che lo scorso campionato militava in prima categoria. Anche il mister è stato riconfermato e quindi le premesse per un campionato d’alta classifica c’erano tutte. Purtroppo nel calcio niente è scontato.

Che motivazioni da allora all’attuale posizione di classifica?“Devo dire, e non è una scusante, che gli infortuni purtroppo ci hanno un pò

danneggiato, tenendo conto l’età non bassissima della rosa. Giocatori come Gaudenzi e Deda sono rientrati in gruppo solo da poco. Un altro problema è la fase realizzativa, un pò sottotono anche per sfortuna in alcune situazioni. L’ultimo aspetto da tener presente è che l’ultima partita della scorsa stagione l’abbiamo disputata oltre la metà del mese di giugno e abbiamo ripreso l’attività della nuova stagione già dai primi di agosto, questo porta i giocatori a non ‘staccare’ mai la spina, cosa che poi influisce anche sul rendimento in campo.

Quali sono quindi i propositi per fine campionato e per la prossima stagione? Nelle ultime partite faremo di tutto per concludere il campionato con tranquillità e guardare avanti per programmare bene la prossima stagione. Sicuramente per il prossimo anno partirà un progetto di collaborazione con le società della zona per incrementare e rafforzare il settore giovanile, vera risorsa del calcio locale.

atletico gallo colbordolo sammartinese

PESARO

Il tecnico Daniel Paoloni

Page 19: Marche In Gol - n°9

19N. 9 - Marzo 2010

Camm Sant’Orso a tutto giovaniSi può ancora coniugare calcio e divertimento per i più piccoli?

Alla società fanese pensano ancora di si

Una società che da sempre lavora nel settore giovanile: oltre vent’anni di impegno con i più piccoli. Il

Camm Sant’Orso è senza dubbio una realtà di prestigio, conosciamola meglio nelle parole del presidente del sodalizio fanese.

Enzo Pasqualone, presidente della società, ci puoi fare una panoramica sulla vostra realtà di settore giovanile?”La società nasce nel 1986 con l’intento di aggregare la voglia di calcio di tutti i ragazzi dei quartieri Sant’orso, Bellocchi e Cuccurano, appartenenti alla città di Fano. Con gli anni il numero degli iscritti è via via aumentato fino a raggiungere quest’anno il numero di 287 iscritti. La società partecipa a tutti i campionati regionali e provinciali, dai “piccoli amici” fino agli allievi regionali. La scuola calcio conta 22 tecnici tutti qualificati che seguono i “piccoli” calciatori in tutto il loro percorso formativo, sia calcistico che caratteriale. L’obiettivo della società è quello di insegnare calcio e aiutare a crescere i loro iscritti. La società ha a disposizione due campi in erba con annesse tutte le strutture sportive e dal 2005 ha in località Rosciano un nuovissimo impianto in sintetico. È proprio il campo di Rosciano il nostro orgoglio; il terreno ci è stato concesso dal comune dove abbiamo poi costruito con l’aiuto degli sponsor e con l’impegno della società questo impianto in cui si possono allenare tutto l’anno i ragazzi fino ai 12 anni.

Lavorando con i giovani, quali sono i vostri obiettivi e le soddisfazioni più grandi?“Come obiettivo abbiamo quello di formare dei ragazzi che possano essere pronti a fare il passo nel calcio “che conta”. La nostra soddisfazione è vedere un nostro calciatore che ben figura in squadre importanti. È proprio per questo che abbiamo dei forti collegamenti con delle società di categoria: il Sant’Orso

1980 che milita in prima categoria, il Cicogna calcio anch’esso in prima e l’Olympia Cuccurano che partecipa alla seconda. Oltre a queste collaborazioni, abbiamo contatti con Rimini e Cesena, che visionano e organizzano stage periodici nelle loro società. Da quest’anno abbiamo aperto un rapporto di collaborazione con Empoli e Chievo, società di primo piano che selezionano i migliori elementi per valutarli, anche nell’arco di più stagioni. Il nostro intento comunque è quello di far crescere con noi i ragazzi fino ai 14-15 anni, quando poi potranno affrontare più agevolmente tutti i problemi che uno spostamento in un’altra città potrebbe comportare.

PESARO

Page 20: Marche In Gol - n°9

20 N. 9 - Marzo 2010

Professione “bomber”, William Micucci (foto), con oltre 160 gol all’attivo e attuale capo cannoniere della Prima categoria girone B, si racconta. Una vita spesa fra i campi di calcio, viaggiando fra la Prima categoria e la Serie D, con un solo pensiero in testa: puntare la porta per segnare un altro gol. Questo è William Micucci, 31 anni, attaccante della Falconarese che quest’anno corona una stagione esaltante. Attualmente Micucci guida la classifica marcatori (è vicino a quota 25) e con la sua squadra si

trova al secondo posto in classifica.

Come sta vivendo la stagione alla Falconarese?“E’ una sensazione bellissima. La squadra sta girando bene c’è grande spirito di collaborazione all’interno dello spogliatoio, insomma siamo tutti molto concentrati. Adesso siamo secondi in classifica e ci proveremo fino alla fine. Per quanto riguarda la classifica cannonieri, ma fa sicuramente piacere, ma sono più felice del fatto che questi gol servano alla squadra.”

Secondo la tua esperienza qual’è la dote più grande per un attaccante?“La concentrazione nell’arco di tutta la partita. E’ chiaro che un attaccante deve avere una buona preparazione tecnica e fisica per poter svolgere certi compiti e finalizzare il lavoro di una squadra, ma si tratta di elementi che fanno parte del bagaglio naturale di un attaccante. L’aspetto più importante secondo me è proprio la concentrazione, devi essere pronto a percepire anche il più piccolo segnale di un possibile errore che compia la difesa, sono in questi momenti che si

possono concretizzare meglio le azioni d’attacco e non sai mai in che momento possono arrivare, all’inizio della partita, un passaggio sbagliato, al termine della gara quando anche lo sforzo fisico si fa sentire.”

Nel tuo modo di giocare qual è la caratteristica che vorresti migliorare?“Il colpo di testa sinceramente! Nonostante la mia altezza, il colpo di testa non è stato mai un mio punto di forza. Cosciente di questo, ho anche cercato di capire come migliorare sotto questo profilo, ma non ho ottenuto grandi risultati. Adesso sono arrivato a 31 anni e non credo più che avrebbe poi molto senso continuare a cercare di cambiare questa mia caratteristica.”

Nella sua carriera qual è stata la stagione o il periodo che ricorda con maggiore piacere?“Sicuramente i due anni a Camerano sono stati eccezionali. Era una squadra straordinaria, c’era un forte spirito di gruppo, una coesione e un rapporto fra giocatori e allenatore che era unico. In quelle due stagioni ho realizzato anche molti gol. Poi per varie necessità quel gruppo è stato smantellato e i giocatori hanno preso strade diverse.”

Cosa nel calcio dilettantistico di oggi è cambiato in bene o in male?“Personalmente credo siano cambiate molte cose, e molte situazioni si sono evolute in peggio. Trovo incomprensibile che fra i dilettanti si cambino due o tre allenatori in una stagione. Quando ho iniziato a giocare il mister era la massima autorità, nessuno provava a metterla in discussione e da parte nostra c’era massimo rispetto. Altre situazioni in campo e fuori che non dovrebbero mai succedere, razzismo, insulti... quando si gioca può esserci il gioco fisico, ma deve esserci rispetto fra i giocatori e quando l’arbitro fischia ogni questione deve terminare in quel preciso istante.”

La Falconarese vola in campionato grazie ai gol di bomber William

Sulle ali di Micuccidi alessio carassai

interVista al capocannonieredella prima categoria girone b

Page 21: Marche In Gol - n°9

21N. 9 - Marzo 2010

Sarà una sfida fino all’ultima giornata. Il campionato di Seconda categoria girone D nasconde ancora molte

inside nonostante manchino ormai poche partite alla fine della stagione. Una classifica molto corta, con in più squadre ben equipaggiate che attraverso scontri diretti possono rimescolare le carte dopo ogni singola giornata, fatta eccezione per il Cupramontana che ormai sembra viaggiare con una certa tranquillità verso la vittoria del campionato. “Dobbiamo migliorare sotto il piano della continuità – commenta il Ds Gianni Ottaviani – abbiamo perso diverse occasioni per poter ambire ad una classifica di vertice. Stiamo affrontando un campionato molto combattuto, e ci troviamo in una posizione intermedia a tre punti la zona play off a cinque dai play out. Insomma un campionato equilibrato, dove il primo obiettivo è quello di conquistare la salvezza poi saranno possibili anche altri discorsi”. Quest’anno la stagione dei ragazzi di Marco Troncon (foto) è stata caratterizzata anche da numerosi rinvii causati dalla neve o più in generale dal maltempo, che hanno costretto diverse società a turni infrasettimanali di recupero che alla fine hanno pesato sulle risorse fisiche dei giocatori, non dimentichiamoci che siamo in Seconda categoria. “C’è da

dire che la squadra – conclude Ottaviani – è stata rinnovata considerevolmente, abbiamo una buona intelaiatura a cui sono stati aggiunti giovani promettenti che si stanno integrando. L’unico problema è che è mancata quella cattiveria agonistica, quella continuità che ci hanno fatto perdere punti preziosi. Tanto per fare un esempio abbiamo disputato un’ottima partita con il Cupramontana che si trova in testa alla classifica e abbiamo perso con Villa Strada che senza voler offendere la sensibilità di nessuno esprimono valori diversi”.

Paolo Rossi, allenatore dell’Atletico Camerata (Terza categoria E) illustra lo svolgimento

della preparazione settimanale della squadra. Lo spirito che contraddistingue i ragazzi è sempre prima di tutto quello di salvaguardare i valori che da sempre accompagnano lo sport, in particolare il calcio. “L’importanza di vivere il calcio come punto di incontro, di amicizia e divertimento contraddistingue la nostra società sportiva – afferma il tecnico - l’allenamento è per noi come un momento di aggregazione, per stare

in allegra amicizia, alla ricerca di uno stato di benessere sia a livello fisico che mentale”. Infatti, l’obiettivo primario è quello di trasmettere determinati principi sportivi che appartengono a questo mondo: “Vogliamo inculcare al gruppo dei valori che vanno al di la della prestazione sportiva, non intesa come il raggiungimento del risultato a tutti i costi, ma come espressione dei valori fondanti dello sport. Il cosiddetto “Fair Play” da tutti decantato – prosegue il mister – viene sacrificato spesso alla causa del risultato e non rientra nella

nostra concezione di fare sport. Le linee guida della dirigenza sono quelle di trasmettere ai ragazzi la voglia di mettersi in gioco in un sano agonismo, che preveda il rispetto di tutte le parti, lo svolgimento di una competizione leale nei confronti delle altre compagini senza tralasciare come giusto che sia, per una società giovane come la nostra ( fondata nel 2008 ) l’ obiettivo della ricerca di risultati, per il miglioramento e la crescita del gruppo”. Queste le regole-guida della società e dello staff, che si devono rispecchiare,

così come spiega Rossi, non solo il modo di rapportarsi all’interno del gruppo, ma anche nei confronti degli altri: arbitri e avversari. “Infine – conclude Paolo Rossi - ma non per ultimo come importanza, e’cercare dar loro esempio di come rapportarsi con la classe arbitrale, in modo leale e collaborativo, evitando anche in caso di errori, proteste o aggressioni verbali nei confronti dei ragazzi con la casacca nera che incontrano spesso svariate difficoltà nel dirigere le gare calcistiche”.

ANCONA

Staffolo, idea play offOttaviani: “Dobbiamo trovare continuità in questo torneo così equilibrato”

L’allenatore Rossi illustra le regole-guida della squadra e dello staff societario

Atletico Camerata, il ‘Fair Play’ prima di tutto

Page 22: Marche In Gol - n°9

22

ANCONA

N. 9 - Marzo 2010

Da due anni Franco Stortini è il mister della Juniores della Fortitudo Fabriano e braccio destro

di Tresoldi. Segue i propri ragazzi come bravo padre di famiglia che è, consapevole delle caratteristiche della adolescenza , delle relative difficoltà educative e dell’importanza di seguire un gruppo serbatoio del calcio. E’ un rispettoso allenatore che crede molto nei giovani proteso a proteggerli dalle pericolose tentazioni della moderna quotidianità.

Franco Stortini, com’ è nata questa avventura con la Juniores?“Il cambiamento è avvenuto nell’estate 2008 quando l’allenatore del gruppo passò in prima squadra per l’imminente campionato di Eccellenza, anche se in passato avevo gia allenato la Juniores ma nell’AC Fabriano vincendo anche il campionato. La scelta nasce dalla condivisione del progetto della società di cominciare a pensare diversamente ad un settore giovanile che possa essere la base per il futuro”.

La tua prima impressione?“Chiaramente sono stato molto contento per questa nuova esperienza. Ho iniziato con l’entusiasmo di chi ama e vive questo sport”.

Quali obiettivi vi siete prefissati con la società?“Gli obiettivi principalmente stanno nel progetto generale della società, che in sostanza prevedono la crescita del settore giovanile sperando che la semina porti dei buoni frutti per il futuro. Quest’anno, a differenza dello scorso, giochiamo con i ragazzi del ‘92/’93/’94, in pratica due anni più piccoli della categoria. I ‘91 sono a disposizione della prima squadra per gli ovvi motivi dei fuori quota”.

Quindi è stata dura iniziare?“I ragazzi inizialmente trovavano delle difficoltà, poi amalgamando il gruppo, siamo riusciti a scendere in campo con autorità. Siamo l’unica società che schiera ragazzi di questa età. Di conseguenza abbiamo spesso e volentieri degli alti e bassi, tipico proprio dell’adolescenza”.

Sei stato un ottimo giocatore ed hai guidato alcune prime squadre, ora con gli adolescenti?“E’ un bel gruppo, a volte preferiscono la passeggiata per il corso piuttosto che

sporcarsi di fango…ma non si tirano indietro quando chiedo impegno e reazione. Lo stimolo principale è giocare bene, divertirsi, rispettare l’avversario e lasciando alle spalle sterili tatticismi e scontati giochi di squadra solo per fare risultato. Indubbiamente la preparazione in ottica della prima squadra è fondamentale. Non dimentichiamolo. Cerco di dare continuamente stimoli sia per affrontare con maggior consapevolezza gli impegni futuri che per far crescere in ragazzi ma non solo nel gioco del calcio. Do fiducia a tutti. Ho fatto giocare, contro la seconda in classifica, perfino un ragazzo del ‘94”.

Si lavora molto anche in ottica di prima squadra?“Certamente, e la più grande soddisfazione è stata quella di aver aggregato due giocatori in prima squadra – i difensori Ippolito e Ruggeri – che raccolgono ampiamente la stima del mister Tresoldi e dei compagni di squadra. Per un realtà come quella della Fortitudo è importante crescere i propri giovani per portarli in prima squadra considerando anche le regole che ci sono in Eccellenza riguardo i giovani. Ragazzi indispensabili per completare la rosa o ancora di più, per avere un ruolo di primo piano. E’ bene che non perdiamo questi ragazzi quando entreranno

a pieno merito nel mondo colorato e difficile del calcio perché sarebbe un peccato”.

Qual è il giusto rapporto da tenere nello spogliatoio? “L’allenatore è un formatore, un insegnante, e usando il “tu” entra nell’anima del ragazzo.La mia carriera inizia come calciatore e quindi capisco perfettamente il clima che si genera in campo. Credo che sia importante un rapporto d’intesa, capire il momento giusto, leggere lo sguardo. Nella mia esperienza contano più i gesti che le parole. E’ la “mimica della faccia” che mi comunica le sensazioni interne. L’allenatore deve grande rispetto ai giocatori ma sa anche pretendere ed ottenere da questi”.

Quest’anno la società ha un Direttore Sportivo, cosa è cambiato?“Di certo si crea in feeling tra la prima squadra ed il serbatoio naturale che noi rappresentiamo. Il DS ci segue, s’interessa delle nostre avventure e di certo non si rammarica per le sconfitte consistenti che a volte subiamo e sviene per la contentezza quando vinciamo. Ci stimola, sicuramente è un trade union con Tresoldi”.

Il tuo modo preferito di schierare in

campo la tua squadra?“Nell’ottica societaria, seguo di norma le indicazioni di Tresoldi, in modo che i ragazzi non possano trovarsi in difficoltà quando verranno impiegati. Ma sinceramente prediligo il modulo 4-4-2 anche se ritengo sempre opportuno la necessità del divertimento e del sano sport. Ogni partita è un ennesima sfida con se stessi”.

Che rapporto c’è con il tecnico della prima squadra Emanuele Tresoldi?“Ottimo, si lavora in grande sintonia anche perché lui s’interessa con cuore al settore giovanile e soprattutto alle nostre vicende. A differenza di altri anni in cui si riscontrava un po’ di diffidenza nei confronti della formazione Juniores quest’anno il presidente ha fatto una grande scelta puntando su un allenatore capace, con il quale abbiamo noi tutti della Juniores un rapporto stupendo. Quest’anno la nostra formazione è vista come un importante serbatoio e questa credo sia veramente la cosa più rilevante”.

Qual è il punto di forza della squadra?“Senza dubbio la difesa, ma anche il centrocampo e l’attacco. Ma insomma il gruppo è la forza della squadra”.

Il braccio destro di Tresoldi svela i segreti per valorizzare il proprio vivaio

Stortini e i giovani della Fortitudo Fabriano

Page 23: Marche In Gol - n°9

23N. 9 - Marzo 2010

Speciale Football Americano

Dolphins: missione playoff

Dopo lunghi mesi di preparazione atletica e di fondamentali in casa Dolphins inizia a salire la febbre agonistica. E che

si inizia a fare sul serio lo si capisce dal fatto che da pochi giorni al nutrito gruppo di atleti si è aggiunto il manipolo di atleti americani. Anche in questa stagione tre saranno gli atleti yankees a disposizione di coach Luchena due dei quali confermati dopo l’ultima ottima stagione. Si tratta del quarter back Rocky Pentello (classe ’83), di chiare origini italiane, e del tight end, classe 1985, Adam Persing. Ai due si accompagna il ricevitore e defensive back Derrick Alexander Jr., atleta di colore classe 1984 dal fisico scultoreo. Il terzetto proviene dalla Capital University di Columbus nell’Ohio ed è chiara la scelta dei Dolphins nel ricercare atleti già affiatati tra loro. “La scelta dei giocatori americani – commenta il gm dorico “Bambà” Lombardi – è una operazione delicatissima che ogni anno la dirigenza è chiamata a sostenere basandosi sulle statistiche, su dei filmati e sulle referenze dei procuratori. I Dolphins oltre che sulle doti tecniche da sempre cercano negli americani anche doti morali, dedizione e serietà fuori dal campo. Devono essere da esempio, dei leader in grado di trascinare la squadra. Purtroppo a volte si incappa in scelte errate, quando ad esempio al talento non si accomuna la serietà e la capacità di vivere il football americano ‘italiano’ che è ben altra cosa da football giocato negli Stati Uniti, soprattutto per il seguito di pubblico e media”. Il curriculum sportivo del terzetto ha le carte in regola per far bene, tutti e tre, infatti, sono stati All American con Alexander che ha segnato tutti i record del Capital College come reciver. Discorso a parte per Rocky Pentello noto in tutti gli Usa come il classico...miracolo americano. Rocky, infatti, pur avendo giocato in una piccola università si è messo in evidenza sin dal primo anno di college per le sue capacità: rapidità di lettura e precisione nel lancio. Basti pensare che il suo nome è nella top ten della classifica dei qb americani di tutti i tempi. Per lui la chance con i professionisti NFL dei Cleveland Browns si è fermata a causa di un infortunio alla spalla, infortunio che non gli ha comunque impedito di giocare con la maglia degli Stati Uniti agli ultimi mondiali di football giocati in Giappone. “Mi sono imposto per riconfermare Rocky e Adam – commenta coach Luchena -

perché hanno un ottimo feeling con il team, anche se per carattere chiusi, tipico della gente dell’Ohio. Hanno una grande umiltà, mai atteggiamenti sprezzanti o da superstar e sempre una parola di conforto per tutti, anche con l’ultima delle riserve. La squadra li seguirebbe ovunque”. Il roster di giocatori di cui dispone coach Luchena è di certo il più giovane d’Italia dato l’alto numero di atleti che negli ultimi tre anni sono saltati dalla Under 21 direttamente in prima squadra e se da una parte il tecnico anconetano può contare sulla vigoria fisica dei suoi giocatori certamente paga pegno all’esperienza. Lo scorso anno i Dolphins hanno sfiorato l’accesso ai play-off conducendo una stagione comunque positiva che li ha incoronati sorpresa dell’anno. “Dalla passata stagione abbiamo subito alcune defezioni importanti, come il reciver Mehdi Soltana, e speriamo di recuperare velocemente il linecacker di origine ucraina Roman Vikhnin – commenta Luchena – inoltre il tackle di attacco Balducci ha problemi legati all’università e si sta allenando con il contagocce. Di contro i nostri migliori acquisti sono stati il centro Stefano

Chiappini, rientrato dal prestito dei Warriors Bologna, ed il defensive lineman Paolo Belvederesi, rientrato dopo un anno sabbatico”. L’esclusione dal torneo dei Doves Bologna, a causa di problemi amministrativi, ha creato caos. “Sì, molte delle altre squadre si sono buttate a pesce per spartirsi i giocatori dei Doves. I

Dolphins hanno deciso di andare avanti solo ed esclusivamente coi giocatori anconetani provenienti dalla giovanile. Probabilmente pagheremo lo scotto di avere una panchina poco esperta”.

Quali le aspettative di questa stagione? “Vorremmo riconfermare quantomeno il risultato dello scorso anno – chiude Jena Luchena - anche se ognuno di noi sta sudando per arrivare ai playoff. Solo quattro squadre sulle nove del girone ci andranno ed essere tra queste sarebbe un buon risultato. Poi nei play-off sono tutte gare ‘secche’ (stile ‘do or die’) e non si sa mai cosa può succedere. Posso solo garantire che i Dolphins andranno avanti partita dopo partita, perché in un campionato corto come il nostro, otto gare di regular season, ogni gara fa la differenza: vietato sbagliare”.

(Paolo Belvederesi)

Page 24: Marche In Gol - n°9

La Promozione è arrivata con cinque turni di anticipo rispetto alla conclusione del campionato

e si concretizza un sogno partito l’estate scorsa quando il presidente Arturo Maresca dichiarò senza mezzi termini “diamo il via ad una stagione che ci deve portare nel campionato di Promozione che per noi rappresenta solo un passaggio perché io voglio l’Eccellenza”. Sabato 13 marzo, ore 17.43, appena l’arbitro dell’incontro giocato al comunale di Montecassiano contro la Samb ha fischiato la fine della partita è scoppiata la festa arancione e Maresca ha ribadito che “sono felice per la vittoria, per noi questo è solo un passaggio, ora ci metteremo subito al lavoro per costruire una squadra che possa puntare a vincere la Promozione perchè io, lo ribadisco ancora una volta, voglio subito arrivare a disputare l’Eccellenza, unico campionato che può dare al Portorecanati l’opportunità di valorizzare al meglio un vivaio importante come il nostro”. Un presidente deciso e determinato che non ha assolutamente voglia di fermarsi. Il Portorecanati torna a disputare il campionato di Promozione a distanza di 30 anni, gli obiettivi sono chiarissimi e non sono nati in un momento di grande gioia ma sono

stati fissati da tempo da un presidente che sa quello che vuole. La città ha conosciuto la Promozione nei periodi ‘69/’73, ‘74/’76 e ‘79/’81 senza dimenticare la parentesi nel campionato di serie D. La squadra che disputò il primo campionato era composta da Antonio Monaldi, Giuseppe Maroni, Giuseppe Prisco, Lorenzo Gaetini, Pietro Durastanti, Antonio Giuggiolini, Domenico Rabuini, Lino Palanca, Michele Morra, Ciofrini Pandolifi, Giovanni Gaetini, Giammario Brutto, Giovanni Gasparini, tra di loro anche campioni osannati come Michele Morra. Trent’anni trascorsi in altalena tra vari campionati, quello di Seconda categoria vinto nella stagione 2005/2006 con alla guida Claudio Giri e ora il successo appena maturato con al timone Massimo Busilacchi. Il tecnico voluto alla guida della squadra dal presidente Arturo Maresca non ha deluso le attese. Un successo salutato con grande entusiasmo e mai messo in dubbio da nessuno, troppa la differenza dei valori espressa in campo nel corso di una stagione che ha visto la squadra dominare grazie ad una superiorità tecnico tattica lampante. I novant’anni di vita della gloriosa società sono dunque festeggiati nel miglior modo possibile con una storica promozione.

Festa arancione!

24 N. 9 - Marzo 2010

Maresca: “E ora voglio l’Eccellenza”. Busilacchi: “La svolta del campionato? Nove vittorie nelle prime 11 partite”

presidente arturo maresca, il Portorecanati ha finalmente

ottenuto la consacrazione...“Sono contentissimo per l’obiettivo raggiunto ma non dobbiamo fermarci nel modo più assoluto. Come ho detto più volte il

campionato di Promozione che andremo ad affrontare

sarà solo un passaggio, il nostro obiettivo è quello di

conquistare il prima possibile un posto in Eccellenza”.

scalata non facile ma, a quanto pare, resta l’obiettivo principale?“Niente è facile ma d’accordo con il tecnico Busilacchi voglio costruire una squadra che sappia essere competitiva fin da subito”.

perché quest’obiettivo così pressante presidente?“Non è un obiettivo pressante. Il Portorecanati se vuole valorizzare il suo vivaio deve crescere di categoria. Noi abbiamo tanti ragazzi in giro in squadre di categoria superiore alla nostra che potrebbero fare bene da noi per valorizzare al tempo stesso il nostro vivaio sul quale la società scommette molto”.

e’ stato di parola: l’estate scorsa ha detto vinceremo il campionato ed è successo.“Sapevo del valore della squadra che aveva mancato l’obiettivo la stagione scorsa, con dei ritocchi azzeccati abbiamo reso la squadra ancor più competitiva come hanno dimostrato i fatti nel corso di una stagione straordinaria che non è ancora finita”.

e’ vero che lei vuole entrare nella storia viste le cifre che accompagnano la promozione del suo portorecanati?“I ragazzi non debbono assolutamente mollare anche se il campionato è per noi finito. Debbono dare sempre e comunque il massimo per onestà verso gli altri e per cercare al tempo stesso di entrare nella storia del calcio marchigiano”.

massimo busilacchi è il tecnico della

s t r a o r d i n a r i a promozione. Arrivato l’estate scorsa, fortemente voluto dal presidente Maresca, non ha deluso le attese plasmando una squadra che nel corso della stagione non ha avuto mai tentennamenti.

mister busilacchi, l’estate scorsa il presidente maresca disse che lei era la persona giusta per traghettare il portorecanati verso il salto di categoria, tutto si è rivelato vero?“Sono davvero contento per questo. So bene che il presidente mi ha voluto a Portorecanati, sono sceso di categoria perché ero certo di ritrovarla subito al termine della stagione”.

Qual è il segreto di questo straordinario successo?“La forza di un gruppo che dispone di qualità tecniche importanti, che si è saputo mettere a disposizione del tecnico lavorando sodo e mettendocela tutta in ogni occasione”.

previsioni della vigilia rispettate senza tentennamenti...“Penso proprio di sì. La squadra ha risposto bene fin dalle prime sollecitazioni estive. Abbiamo svolto una’adeguata preparazione che ci ha permesso di affrontare il campionato con il passo giusto fin dalle prime battute”.

nelle prime undici partite avete, in pratica, seminato gli avversari?“Nelle prime undici gare di

campionato abbiamo vinto nove partite e pareggiate

due a Caldarola e Passo Treia con l’Aurora. Un avvio di stagione che ha sorpreso tutti e del quale ne abbiamo

fatto un’arma. Dei trentatre punti

a disposizione ne abbiamo messi in cascina

ben ventinove creando subito la selezione”.

il presidente arturo maresca, suo grande estimatore, già pensa al prossimo campionato di promozione che vorrebbe vincere subito, che dice lei?“I proclami del presidente sono sicuramente piacevoli. Se vogliano pensare subito in grande bisogna attrezzarsi perche il campionato di Promozione è sicuramente molto difficile. Dobbiamo allestire una squadra capace di poter dire la sua fin da subito”.

e’ stato detto che l’obiettivo primario sarà quello della valorizzazione dell’immenso vivaio arancione.“Il Portorecanati vanta tutta una serie di giocatori che sono impegnati con società della nostra regione e che militano in campionati superiori, anche questo è un patrimonio dal quale non potremmo mai scindere dagli obiettivi futuri”.

Quali?“Vincere la Coppa Marche e continuare a vincere in campionato perche entrare nella storia a noi farebbe enormemente piacere pertanto ho già chiesto a tutti il massimo impegno e la massima determinazione anche se i giochi promozione sono già fatti”.

di enrico scoppa

portorecanati in promozionea suon di record

Page 25: Marche In Gol - n°9

Arriva la...Primavera

25

MACERATA

N. 9 - Marzo 2010

Canesin: “E’ una bella occasione per mettere in mostra il nostro territorio”

La 48^ edizione del campionato Primavera dall’edizione 2006/2007 è denominato “Trofeo Giacinto

Facchetti” alla memoria dell’ex capitano dell’Inter e della Nazionale. Quest’anno il campionato concluderà la sua corsa a Macerata con la finale che assegnerà lo scudetto 2009/2010 alla luce dei riflettori dello stadio Helvia Recina. La squadra vincitrice del campionato Primavera contenderà nella stagione successiva la Supercoppa Primavera affrontando la vincitrice della Coppa Italia Primavera che si disputerà nel doppio confronto in programma il 1 e il 14 aprile prossimo.In lizza il Milan che ha superato nel doppio turno l’Empoli (3-1 nella gara d’andata e 1-1 in quella di ritorno) mentre nell’altra sfida che definirà la seconda finalista il Palermo ha battuto la Juventus (2-0) in gara uno in attesa del ritorno. La squadra campione d’Italia in carica è il Palermo guidato da Rosario Pergolizzi che l’8 giugno scorso nella finale giocata a Trento ha conquistato il suo primo scudetto Primavera superando in finale il Siena (1-0) grazie al gol firmato da Abel Hernandez. L’albo d’oro della competizione vede in testa il Torino con 8 vittorie, Roma e Inter con 6. Fino al 1968/1969 vi erano due squadre vincitrici per stagione rappresentante: una per la serie A e una per la B mentre dalla stagione 1969-1970 vi è una vincitrice unica. Tra i calciatori il record di partecipazione spetta ad Erminio Rullo, nella rosa del Napoli di Mazarri, che ha vinto tre campionati di fila: Inter 2001/2002 e Lecce nelle stagioni 2002/2003 e 2003/2004. Il campionato è iniziato a settembre scorso per concludersi il 1° maggio prossimo con le partite dell’ultima giornata del girone di ritorno. Alla

fase finale in programma nella provincia di Macerata arriveranno 8 squadre attraverso una selezione che già il campionato ha fatto e che una ulteriore verrà fatta con la disputa degli ottavi. Si qualificheranno per la finale scudetto le prime 5 squadre di ciascun girone più la migliore sesta dei tre gironi per un totale di 16 squadre. Attraverso la fase degli ottavi soltanto 8 squadre arriveranno a Macerata. Le 16 squadre qualificate si incontreranno nel turno degli ottavi che prevede l’eliminazione diretta dopo il doppio incontro. Per definire gli accoppiamenti degli ottavi si terra conto di otto teste di serie identificate: le prime tre squadre classificate di ciascun girone, le seconde tre, e le migliore due terze. Alle otto teste di serie verranno accoppiate, per sorteggio, alle altre squadre che si sono qualificate per la fase finale con l’avvertenza che non potranno essere accoppiate tra loro squadre che hanno già disputato la fase eliminatoria. Al via del campionato 42 squadre suddivise in tre giorni così composti:

GIRONE A: Juventus, Sampdoria, Genoa, Siena, Fiorentina, Parma, Piacenza, Empoli, Torino, Cagliari, Sassuolo, Livorno, Modena, Grosseto. GIRONE B: Milan, Atalanta, Inter, Udinese, Mantova, Albinoleffe, Chievo, Brescia, Cesena, Bologna, Triestina, Padova, Cittadella,Vicenza.GIRONE C: Roma, Palermo, Catania, Bari, Reggina, Salernitana, Lazio, Napoli, Ascoli, Lecce, Crotone, Frosinone, Ancona, Gallipoli.

(Enrico Scoppa)

L’arrivo a Macerata delle finali del campionato nazionale nel prossimo mese di giugno ha sollecitato l’interesse degli

sportivi pronti ad applaudire i futuri campioni del nostro calcio. Con Alferio Canesin (foto), consigliere comunale con delega allo sport al Comune di Macerata, abbiamo parlato dell’evento sportivo annunciato da qualche giorno in modo ufficiale. Canesin, Macerata al centro delle attenzioni con un evento sportivo di grande interesse.“Eventi di valenza nazionale ed internazionale hanno interessato Macerata e provincia negli ultimi anni. Vorrei ricordare i campionati nazionali di corsa campestre, il ciclismo con la Tirreno Adriatico, Italia-Cuba di judo femminile, i campionati italiani di tiro alla fune, l’under 20 di calcio, gare del mondiale di baseball, le finali Coppa campioni softball. Nel prossimo mese di agosto i campionati mondiali universitari di softball. Macerata non si è fatta mancare nulla in questi ultimi tempi”.

Il rapporto Comune - Provincia di Macerata... “L’idea di ospitare le finali del campionato Primavera è della Provincia la quale ha chiesto ed ottenuto la collaborazione dell’amministrazione comunale di Macerata”.

Quali sono i campi designati per lo svolgimento delle gare?“Le partite si giocheranno a Civitanova Marche, Tolentino, Camerino e Macerata, sede delle semifinali e finali”.

Allo stadio Helvia Recina si giocherà alla luce dei riflettori?“Semifinali e finali si giocheranno all’Helvia Recina perfettamente idoneo per garantire anche le riprese televisive visto che l’intera fase finale sarà seguita dalle telecamere di Sky”. Un’occasione per promuovere il territorio? “Un’occasione per mettere in bella mostra la nostra provincia e naturalmente Macerata”. Le finali Primavera già in passato hanno fatto tappa nella nostra regione...“Basta andare indietro di qualche stagione per ricordare le finali a Fano. Nelle Marche mi viene da dire che le finali Primavera sono quasi di casa”. Il periodo di svolgimento è stato già definito?“Si giocherà dal 1° all’8 giugno, giorno in cui verrà assegnato lo scudetto tricolore”.

la finale del ‘trofeo giacinto faccHetti’ all’HelVia recina

Page 26: Marche In Gol - n°9

26

MACERATA

N. 9 - Marzo 2010

Chi lo vedesse per la prima volta ed ignorasse le sue origini civitanovesi lo scambierebbe per un guerriero

Vichingo. Fabio Roscioli, 33 anni il 26 luglio prossimo, cresciuto nel vivaio della Civitanovese dove ha anche vissuto il calcio professionistico, è approdato alla corte dei presidenti Teloni e Sileoni lo scorso dicembre. Fortemente voluto dal trainer Daniele Bozzi per il suo fornito bagaglio di esperienza, ha lasciato la Torrese e la Promozione credendo nel progetto Settempeda, che prevede l’approdo proprio in Promozione: categoria che la città di San Severino merita per le sue caratteristiche

amministrative, sociali e sportive, in capo a cinque anni, compreso l’attuale.Finale di stagione che potrebbe riservare sorprese per i biancorossi, partiti con il freno

a mano tirato ma ostinati nel credere al recupero di punti e posizioni dovuti

alla partenza ritardata dell’estate scorsa, quando cambiarono i vertici del sodalizio calcistico più blasonato del Comune. Il punto della situazione lo fa

l’esperto centrocampista, protagonista in passato con le maglie di Civitanovese,

Montegiorgio (dove a lungo ha vestito la fascia di capitano),

Jesina e Porto Sant’Elpidio: “La Settempeda è stata costruita

per giocare un buon calcio, fatto di

trame provate e riprovate

e di

manovre ariose. In alcuni campi di Seconda categoria però ti devi adeguare al clima e alla tattica degli avversari. Più che impostare devi rilanciare. Non puoi ragionare e devi metterla sul piano fisico. Con una squadra come la nostra che, se fosse partita con gli effettivi attuali avrebbe sicuramente lottato per la vittoria finale, sarebbe paradossalmente più facile disputare il torneo di Prima. La realtà è questa e dobbiamo adeguarci. In questa fase siamo al completo e sulla strada giusta, forti anche della gioventù e della voglia di emergere di giovani locali quali Traversi, Teloni, Montanari, Magnapane, Ciciliani, Juri e Denny Elisei, Paolo e Luca Gobbi Governatori”. Alla luce della sua lunga esperienza sul rettangolo verde, Roscioli non ha alcuna intenzione di fare tabelle, ragionando giorno per giorno: “È indispensabile pensare

soltanto alla prossima partita. Il campionato riserva sorprese ad ogni turno, dobbiamo concentrarci per ora soltanto sul prossimo impegno. Comunque sono molto fiducioso e credo nei playoff e nel fatto che la Settempeda può risultare l’autentica sorpresa di questo finale di stagione. L’ambiente è carico e le pedine a disposizione di Bozzi ora sono numerose. Però non dobbiamo mai abbassare la concentrazione: ogni passo falso può essere fatale”.In questi momenti della stagione l’esperienza, il carattere e la voglia di non mollare che da sempre caratterizzano lo spirito “vichingo”di Fabio Roscioli possono risultare molto utili per gli ambiziosi obiettivi della formazione biancorossa. Ancora poche partite da vivere con il cuore in gola per la società dei due presidenti Sileoni e Teloni.

L’esperto centrocampista civitanovese vede i biancorossi protagonisti nelle ultime e decisive giornate

Roscioli: Settempeda ci sei

Page 27: Marche In Gol - n°9

27

MACERATA

Moschettoni racconta la sua stagione in rossoblu

La situazione del Nuovo Punto M o g l i a n o

non è cambiata. In venti giornate di campionato, la squadra allenata da Andrea Bianchini (foto in alto) ha raccolto solamente sette punti, frutto di una vittoria (che ormai risale alla seconda giornata di campionato, contro la Palombese, ora ai primi posti in classifica e potagonista assoluta in questa stagione) e quattro pareggi, la metà dei quali ottenuti nel corso del girone di ritorno. Da annoverare però i gol messi a segno: circa venti sono le reti realizzate dalla squadra guidata da Bianchini, molto più di altre compagini ben posizionate in classifica. La squadra dunque sembra essere in decisa seppur lenta crescita, anche se

nelle ultime gare di campionato dovrà affrontare match senz’altro non semplici. Ormai il campionato è quasi compromesso, troppo lontane le altre avversarie e quasi impossibile evitare l’ultimo posto in classifica. Un campionato che si chiuderà comunque con ottime prospettive

per la prossima stagione, consapevoli di aver ricreato un gruppo che nel campionato venturo non potrà far altro che migliorarsi, cercando

di ottenere spazi e strutture per giocare nella sua Mogliano, obiettivo che il giovane presidente - giocatore Simone Perroni (foto in basso) avrebbe voluto portare a compimento già da tempo. Entusiasmo e voglia di migliorarsi di certo non mancano in casa giallonera.

Si guarda già alla prossima stagione

nuoVo punto moglianorm ciVitanoVa

N. 9 - Marzo 2010

Nata dalla necessità di recuperare un pò di mobilità, per Giorgio Moschettoni (foto), capitano

del Real Muscolina, ora la società di Civitanova è una scelta di cuore. Un salto non indifferente, gestire anche psicologicamente il passaggio dal campionato di Eccellenza a quello di Terza categoria, ma per lui si è trattato quasi n a t u r a l m e n t e di assecondare la passione per il calcio. Ora il Real Muscolina che milita nel campionato di Terza categoria girone I si prepara al rush finale. “Prima giocavo con Porto S a n t ’ E l p i d i o in Eccellenza – racconta Moschettoni – ma a causa di un infortunio al ginocchio che ha richiesto sei operazioni, ho dovuto fermarmi forzatamente per un pò. Lavorando a Civitanova ho allacciato nuove amicizie qui al bar dove si ritrovano molti dei giocatori della Muscolina che mi hanno spinto a riprovare. Ho iniziato a giocare per cercare di recuperare mobilità e sicurezza poi, da una parte il clima sereno e piacevole che ho trovato e dall’altra la passione per

il calcio che non mi ha mai abbandonato, mi hanno convinto a restare e ritornare a giocare a livello agonistico. All’inizio del campionato il nostro obiettivo era il salto di categoria, ma alcuni infortuni importanti ci hanno rallentato e abbiamo perso qualche scontro che, analizzando bene la classifica, avrebbe fatto senza dubbio la differenza”. Reduce da un momento

non esaltante in termini di risultati, la RM Civitanova si trova a metà classifica ma, la società del presidente Diomedi, non ha alcuna intenzione di mollare la presa e guarda con fiducia ancora a l l ’ o b i e t t i v o quinto posto. “Veniamo da un periodo non proprio proficuo – conclude Moschettoni – ma credo che, superato il confronto con la lanciatissima P a l o m b e s e , avremo la strada

in discesa fino alla fine del campionato. Noi c’è la giocheremo fino alla fine per agguantare i playoff e sono convinto che ce la passiamo fare”. Non ha alcuna intenzione di mollare il Real Muscolina che vuole tentare fino in fondo di raggiungere un obiettivo comunque importante.

“Per amicizia e passione”

Page 28: Marche In Gol - n°9

28 N. 9 - Marzo 2010

MACERATA

Immersi nel sogno di poter raggiungere

un doppio obiettivo, queste sensazioni

in Terza categoria sono uniche. La

Palombese è in lotta per il primato con

l’Asd Giovani Tolentino nel campionato

di Terza categoria girone I; una stagione

ricca di soddisfazioni soprattutto perché

la squadra si trova in corsa sia nel

campionato, a poche gare dalla chiusura

della stagione, sia in Coppa Marche.

In questa competizione la squadra

del presidente Ermanno Micucci ha

conquistato il titolo provinciale battendo

nella finale, disputata allo Stadio dei Pini

di Macerata, la Belfortese: in questo modo

i biancorossi si sono qualificati alla fase

regionale, riservata alle vincenti delle

rispettive finali provinciali, che garantisce

un posto in Seconda categoria.

Una doppia chance per l’accesso alla

categoria superiore. “Stiamo vivendo un

sogno – racconta il dirigente Aureliano

Petetta (foto) – il presidente non sta

più nella pelle, i nostro sostenitori sono

felicissimi. E’ una vita che vivo il calcio ma

da 25 anni a questa parte non avevo mai

visto un clima e una squadra così unita.

La vera forza è stato proprio il gruppo,

è vero che possiamo contare sul supporto

tecnico di giocatori di qualità, ma le partite

si giocano e si vincono in undici e se non

c’è lo spirito giusto non si va da nessuna

parte”. In questi giorni, soprattutto dopo

l’ultima invernata che ha costretto molte

società a rinvii forzati, squadre falcidiate

dagli infortuni, in molti hanno sollevato

dubbi sull’utilità di disputare, anche nelle

categoria minori, la Coppa Marche: un

pensiero che a Cessapalombo non sembra

essere di casa. “A nostro avviso la Coppa

– continua Petetta – è insostituibile: oltre

a rappresentare una bella competizione,

è una preziosa risorsa, in questa maniera

si riesce a dare spazio anche a giocatori

o giovani che si allenano con costanza,

ma che per questioni anche pratiche in

campionato hanno meno possibilità di

giocare”. Nel momento più importante

della stagione, a Cessapalombo non

vogliono smettere di sognare. Un’annata

che potrebbe diventare storica per la

piccola società alto maceratese.

Il dirigente Aureliano Petetta: “Siamo in corsa su due fronti. Merito del gruppo e dell’entusiasmo intorno alla squadra”

“La Palombese ha lo spirito giusto”

Page 29: Marche In Gol - n°9

MACERATA

29N. 9 - Marzo 2010

L’avvocato Claudio Carbonari (foto) è il presidente della Cluentina da quattro stagioni, quando un gruppo di amici decisero di rilevare una società che dalla fine degli anni Novanta aveva accusato momenti di difficoltà, quasi insostenibili negli anni Duemila. L’arrivo di Carbonari ha coinciso con il grande rilancio della società. I risultati sono arrivati subito e dall’inferno della Terza categoria la Cluentina è approdata in Prima al termine della stagione scorsa.

Carbonari, perchè ha legato il suo nome alla Cluentina?“E’ stato un gruppo di amici che mi ha chiesto di prendere in mano il timone della società visto che la stessa era in chiara difficoltà. Una breve riflessione, poi l’accettazione con l’entusiasmo di chi ama questo sport, il calcio, e soprattutto un atto

d’amore verso una società che non poteva e non doveva scomparire nell’anonimato”.

Dal suo arrivo a Piediripa si è coniugato solo il verbo vincere...“Fin dal mio primo anno alla guida della Cluentina abbiamo vinto prima la Coppa Marche quindi il campionato di Terza categoria, a seguire quello di Seconda con l’indimenticabile spareggio di Servigliano contro il San Marco, fu un pomeriggio di giugno indimenticabile”.

Ora è Prima categoria.“Sì. Speriamo di poter ottenere il traguardo minimo rappresentato dalla salvezza. Non sarà facile ma i ragazzi ci credono”.

Sappiamo che lei insegue anche un altro obiettivo oltre a quello della salvezza della squadra maggiore.

“Si è vero. Alla pari della salvezza della prima squadra vorrei tanto rilanciare il settore giovanile che è stato, lo dice la storia, il fiore all’occhiello della società negli anni Ottanta sia a livello organizzativo che societario”.

Per rimpolpare il settore cosa pensa di fare?“Convincere i genitori a scegliere il nostro settore giovanile. Stiamo già lavorando in questa direzione, ci sono delle concrete difficoltà che speriamo di superare per mettere in atto il nostro piano”.

Il problema degli impianti, forse, è un ostacolo non indifferente?“E’ vero. Il nostro ‘Valleverde’ deve essere adeguato e non solo il fondo ma anche le infrastrutture che sono sicuramente carenti e vanno decisamente migliorate”.

Cambierà qualche cosa nell’immediato futuro?“Io me lo auguro anche se bisogna far presto.

Subito dopo il rinnovo del consiglio comunale c’è da mettere mano all’impiantistica sportiva in generale che fa acqua da tutte le parti nel nostro territorio. Gli impianti sportivi sono deficitari ovunque sia in città che nei quartieri”.

Torna il Trofeo Marche, anche questo un fiore all’occhiello della società che lei guida.“Abbiamo deciso di riproporlo perché meritava di essere riproposto per il fascino e la storia che esso racchiude. E’ stato un punto di riferimento del calcio giovanile marchigiano degli anni Ottanta/ Novanta. Vorremmo che tornasse ad essere tale anche se ci rendiamo conto che non sarà facile. Noi ci proviamo”.

Una formula, quella che avete scelto, sicuramente importante?“Non abbiamo fatto altro che riproporre quello che era ed è stato il Trofeo Marche prima del lungo stop. Sono certo che sarà una grande edizione quella che prenderà il via nel prossimo primo maggio”.

La 14^ edizione del Trofeo Marche (anno 2010) è pronta a partire. Il primo obiettivo sono le iscrizioni che si chiuderanno il 31 marzo, con ogni probabilità verranno prorogate di qualche giorno per dare modo a tutte le società di poter perfezionare l’iscrizione. Il Trofeo è riservato alla categoria Giovanissimi con la partecipazione di giocatori nati dal 01/01/1995 al compimento anagrafico del 12° anno di età, regolarmente tesserati con la società richiedente l’iscrizione affiliate alla FIGC per la stagione 2009/2010. Le squadre iscritte saranno suddivise in gironi composti da quattro squadre definiti con criteri insindacabili da parte della società organizzatrice. Saranno ammesse alla seconda fase le prime due squadre classificate di ciascun girone dopo partite di qualificazione di sola andata. Per definire la classifica di ciascun girone, in caso di parità di punti al termine delle gare di qualificazione, la stessa sarà definita tenendo conto: della miglior differenza reti, del maggior numero di reti segnate, del minor numero di reti subite,

del risultato dello scontro diretto ed infine sorteggio.Gli accoppiamenti, a partire dalla seconda fase, verranno decisi prima dell’inizio

del Trofeo a giudizio insindacabile della società organizzatrice e saranno tutti confronti ad eliminazione diretta. Sono previsti solo in

occasione della finale per l’assegnazione del primo e secondo posto. In caso di parità (al termine dei tempi regolamentari) la disputa di due tempi supplemetari di dieci minuti ciascuno; persistendo parità al termine dei due tempi supplementari, per stabilire la vincente si provederà all’esecuzione dei calci di rigore. Tutte le gare a partire dagli ottavi di finale, verranno giocate al ‘Valleverde’ di Piediripa impianto dove il Trofeo Marche è nato. Nel corso del torneo la società organizzatrice, la Cluentina calcio, organizzerà in collaborazione con il settore giovanile e scolastico un incontro tecnico-educativo rivolto ai tecnici, dirigenti, genitori, calciatori e calciatrici. Per qualsiasi informazione le società potranno contattare l’organizzazione attraverso telefono o fax: 0733/292568 oppure attraverso e-mail: [email protected] o il sito internet www.cluentinacalcio.it oppure contattando il coordinatore del torneo Dario Berdini 348/5151924.

(Enrico Scoppa)

Il presidente Claudio Carbonari parla della Cluentina tra presente e obiettivi futuri

Negli anni ‘80 - ‘90 era il punto di riferimento del calcio giovanile regionale

“Prima categoria e rilancio del vivaio”

Quanti ricordi con la mitica S.S. Moglianese...

Bentornato ‘Trofeo Marche’

L’Ancona vincitrice della nona edizione del Trofeo Marche

La foto è in bianconero. ‘Temporale’ in porta, poi Carletti, Andreozzi, Valori, Farroni, Cancellieri...Era la mitica S.S. Moglianese, stagione 1983-’84. Glauco Caponi l’allenatore, Ennio Perroni il nostro ‘papà’. Del mio paese, Francavilla d’Ete, in quella squadra eravamo in quattro: oltre al sottoscritto, Andrea Luciani, Peppe Bocci e Fausto Splendiani (ha la palla tra le mani). Io sono quello alla...sinistra di Fausto (beh, viste le sue simpatie politiche non poteva essere altrimenti), ma se volete io sono anche il primo accosciato da...destra (!). Con Andrea Luciani, oltre al campo, ho condiviso anche un quinquennio di vita amministrativa: lui sindaco, io vice. Rivedi la foto e pensi: che squadra, ragazzi. Andrea, qualità pura e piedi fatati; Peppe,

un folletto dal dribbling ubriacante; Fausto, classe e corsa. Io? Ala sinistra, veloce: bravo ma svogliato (a fregarmi è stata la seconda caratteristica). Negli anni Ottanta/Novanta la S.S. Moglianese, nella nostra regione, ha scritto tra le più belle pagine di calcio giovanile. L’accordo con la Fiorentina, i ritiri (che estati a Montefortino...), i provini, i tornei. E il Trofeo Marche era un appuntamento irrinunciabile. L’ho giocato, se non ricordo male in un’edizione realizzai 8 gol. Sono felice che a distanza di anni questa manifestazione torni a scaldare i cuori degli appassionati. Per molti di noi il calcio giocato, oggi, è solo un dolce ricordo. Ma io, Andrea, Peppe, Fausto, ma anche Massimiliano, Samuele, Rossano e tutti gli altri di quella S.S.Moglianese a gente come Ennio e Glauco dobbiamo dire solo una parola: grazie.

di gianluca giandomenico

Page 30: Marche In Gol - n°9
Page 31: Marche In Gol - n°9

Una carriera lunga oltre vent’anni, ora ne ha appena compiuti 40. Michele Moscetta,

centrocampista della Folgore Falerone, ha calcato gli stadi di mezza regione e non solo. Esordì a 17 anni in Serie C2, a 22 aveva la fascia da capitano nella squadra della sua città d’origine, Civitanova Marche. Poi una lunga carriera tra i professionisti, con Benevento, Maceratese, Fermana. Ha vestito anche la maglia della Sambenedettese in Interregionale. Il ricordo più bello però è a Cascinare, quando vinse il campionato di Prima categoria: sembra incredibile, ma è così. A Benevento invece ha vissuto l’esperienza più significativa sia in positivo che in negativo: lì è passato quel treno che avrebbe potuto portarlo in ben altri palcoscenici, ma su cui poi ha scelto di non salire.

La maglia più emozionante che hai indossato in oltre venti anni di carriera?“Senza dubbio quella del Benevento in C2. Ero abituato ad altri palcoscenici, certo importanti, ma avere dieci-quindicimila spettatori a partita non capita spesso. Lo stadio era sempre pieno, scendere in campo lì ogni volta era un’emozione unica”.

Qual è stata la stagione più soddisfacente?“Sembrerà strano, ma la stagione che mi ha regalato più emozioni è stata a Cascinare nel 2000/2001. Vincemmo

il campionato di Prima categoria e andammo in Promozione. Non so perchè penso che sia stata un’annata piena di soddisfazioni, ho fatto tanti gol, ero importante e sentirmi non uno dei tanti, ma uno dei protagonisti principali per me è stata un’esperienza bellissima. Senza dimenticare che giocavo con la maglia del paese dove vivevo e che vincemmo lo spareggio finale con una mia doppietta nel derby con l’Elpidiense”.

Sei ancora in contatto con qualche compagno di squadra che poi è diventato famoso a livello

nazionale?“Uno in particolare: Bombardini, ora nell’Albinoleffe, con lui mi sento ancora. Gli altri, diventati più conosciuti erano Aruta, Maiellaro, tutti quelli che erano in squadra con me a Benevento”.

Una carriera lunghissima, passata attraverso undici squadre, dove hai

iniziato?“Ho iniziato alla Pgs Vigor di Civitanova, poi sono passato alla Civitanovese per tutto il settore giovanile e ho esordito in prima squadra in Serie C2 quando avevo appena 17anni”.

L’episodio più brutto che hai vissuto e che porti ancora con te?“La finale playoff con il Benevento. Era uno spareggio per andare in C1 con il Turris, nello stadio di Avellino, pieno. A venti minuti dalla fine mi sono fatto espellere, perdemmo 2-0 e la possibilità di passare di categoria. Porto ancora dentro il senso di colpa per

quell’errore”.

Qualche rammarico in questa lunga carriera?“Ho sempre pensato che se fossi rimasto a Benevento chissà dove potevo arrivare. Loro mi confermarono ma io non riuscii a rimanere, non me la sono sentita. Vinsero il campionato l’anno successivo e la maggior parte dei miei compagni approdarono in C1 e in serie B. Penso di aver buttato via un’occasione preziosa, quei treni che passano una volta e poi non più”.

Qual è l’allenatore che ricordi con più affetto? “Metterei al primo posto per capacità umane e per sincerità Massimo Silva, che mi ha allenato a Benevento. Poi ricordo con molto affetto Aristei, che mi

f e c e esordire in prima squadra alla Civitanovese”.

Quali sono, secondo te, le cose positive e quelle negative del calcio, in generale avendo giocato in quasi tutte le categorie dentro e fuori dalle Marche?“Sicuramente quello che ti insegna il calcio. La disciplina, lo stile di vita sano, rispettoso dei valori e dei rapporti con gli altri superiori o pari, allenatore e compagni di squadra. Fin da piccolo ti insegna cose, che poi ti porti dietro e che ti serviranno anche per la vita. Di negativo c’è il doping: non è servendosi di sostanze illecite che si raggiungono traguardi importanti”.

Hai appena compiuto 40 anni, fino a quando giocherai ancora?“Finchè sentirò che posso ancora dare al calcio, resterò in campo. Voglio decidere io, al momento sto bene, penso che mi renderò conto da solo quando non ce la farò più con questi ritmi”.

Mai pensato ad un futuro nel calcio come allenatore o dirigente?“Sinceramente no, vedrò quando deciderò di smettere. Non ci ho mai pensato finora”.

Quali sono gli obiettivi, venendo alla stagione corrente con la Folgore Falerone?“Volevo riscattarmi quest’anno, dopo l’annata scorsa in cui ho avuto qualche problema fisico. Volevo dimostrare a chi non credeva in me e nelle mie capacità che si sbagliava e penso di esserci riuscito molto bene”.

31

“A Cascinare la stagione più emozionante: indimenticabile lo spareggio con l’Elpidiense”

N. 9 - Marzo 2010

di laura cutini

Moscetta, 40 anni da protagonista

La due emme (Seconda categoria G) ha sollevato dell’incarico Fabio Doria. Squadra affidata fino al termine della stagione al giocatore Emanuele Poggi.

FLASH NEWSFLASH NEWS

beneVento, maceratese, fermana, samb... ora la folgore falerone

Page 32: Marche In Gol - n°9

32

FERMO

L’avvocato fa 500!Guido Calvari (foto) direttore

sportivo dell’Olimpia Porto San Giorgio, ha festeggiato le cinquecento

gare ufficiali da dirigente di società sportive. In quattordici anni infatti, l’avvocato Calvari, passato per Massa Fermana (città d’origine), Due Emme, Sangiorgese, Moglianese, Olimpia Porto San Giorgio, Grottese, ha accumulato talune numerose presenze nei campionati dilettantistici regionali. “Ho iniziato con la squadra del mio paese, insieme all’amico Mario Menicucci - racconta - eravamo un gruppo di amici quando fondammo la prima società sportiva di calcio in paese. Poi in seguito alla fusione con Montappone andai alla Due Emme per altre due stagioni, dopo sei anni a Massa Fermana”. Grandi traguardi ottenuti in questo frangente: due campionati vinti e due Coppe regionali.

“Ci togliemmo numerose soddisfazioni a Massa. Poi passai alla Sangiorgese, e poi a Mogliano prima di approdare all’Olimpia Porto San Giorgio dove sto da tre stagioni, a parte una parentesi alla Grottese. All’Olimpia, ho vinto il terzo campionato che ha portato al passaggio in Seconda categoria, dove ci troviamo tutt’ora”. Una strada percorsa quasi sempre in panchina poi, a dar manforte ai ragazzi a seguire la squadra da molto vicino. In quattordici anni però l’avvocato ha subito solamente una volta una squalifica in cui fu costretto a restare fuori per un mese. C’è un episodio comico però con un direttori di gara che ci racconta sorridendo: “Ho sempre avuto buoni rapporti con gli arbitri. Solo una volta durante una partita, capitò un episodio che molti ancora ricordano. Erano passati oltre

6 minuti di recupero a fine gara, mentre l’arbitro ne aveva dati solamente 3, allora gli chiesi se eravamo con il fuso orario di Singapore! L’arbitro e le panchine risero della battuta”. Due le gare rimaste ricordo vivido nella sua memoria, come quelle da non dimenticare mai, ricche di emozioni: “Ero a Massa Fermana, vincemmo 4-3 in trasferta con il Sirolo Numana. Ci fu dato un rigore al 96’ contro, protestammo e dopo otto lunghi minuti di discussioni, l’arbitro lo assegnò comunque, ma i nostri avversari lo sbagliarono. Con l’Olimpia invece – conclude l’avvocato – in una gara di spareggio giocata a Pedaso con il Monte Urano, perdevamo 1-0 all’85’, alla fine vincemmo 2-1. Quell’anno poi andammo in Seconda categoria, impossibile dimenticare quella partita”.

Il DS dell’Olimpia Porto San Giorgio ha festeggiato la cinquecentesima partita ufficiale da dirigente

Enzo Calafiore coordinatore e Gianni Strovegli accompagnatore

N. 9 - Marzo 2010

La nuova delegazione provinciale di Fermo parteciperà al Torneo delle Province. Ancora un passo avanti per la delazione fermana che continua a crescere ogni giorno che passa. La rappresentativa è riservata agli elementi sotto i 21 anni che disputano i campionati di Terza categoria e Juniores provinciale. Ci sarà la possibilità, all’interno della manifestazione, di confrontarsi con le squadre che rappresentano gli altri comitati provinciali della regione Marche.

La delegazione della neonata squadra è formata da Enzo Calafiore (coordinatore

della rappresentativa), da Gianni Strovegli (dirigente accompagnatore)

e dal tecnico Vincenzo Mora (foto). L’esperto allenatore (fermano doc) ha collaborato a lungo con il settore giovanile canarino prima di sedere

sulla panchina della prima squadra, ha vissuto la sua ultima esperienza in

panchina nella stagione 2008-2009 alla guida del Comunanza (Promozione).

Vincenzo Mora è il tecniconasce la rappresentatiVa della delegazione di fermo

Page 33: Marche In Gol - n°9

Conti pone l’accento sull’aspetto identitario: “Il nostro è un gruppo affiatato”

Un riconoscimento atteso quarant’anni, fortemente voluto e che sicuramente rende felice e

orgoglioso un intero ambiente. Il Football Club Pedaso ha ricevuto ufficialmente il riconoscimento di ‘Scuola calcio’, per l’attività svolta con i giovani. L’ufficialità è arrivata con il comunicato ufficiale 127 del Comitato Regionale. Risultato che inorgoglisce il presidente Giovanni Picciotti (foto): “Confesso che era un nostro obiettivo fin dalla scorsa estate, lo abbiamo perseguito con grande voglia e lo abbiamo ottenuto sicuramente in anticipo rispetto ai nostri programmi; questo dimostra che la strada intrapresa è quella giusta ma non dobbiamo cullarci sugli allori. Si tratta di un punto di partenza, dobbiamo proseguire su questa strada, che sembra essere quella giusta. La nostra intenzione non è scoprire talenti in erba o allevare futuri campioni: se nel corso del tempo alcuni ragazzi mostreranno doti tecniche importa tanto meglio. La nostra funzione primaria però è quella educativa e sociale: non facciamo questo con una finalità unicamente sportiva. La Scuola calcio è una gratificazione ma vogliamo principalmente educare le giovani leve per permettere loro di

stare in modo proficuo nella società di oggi. Devono confrontarsi con gli altri e aiutarsi reciprocamente: rispettare i più deboli, confrontandosi con i più forti”. Un lavoro importante dunque per la società rivierasca in un ambito giovanile che richiede sempre grande impegno e partecipazione: in quest’ottica fondamentale il lavoro svolto dal responsabile del settore giovanile Giuseppe Brutti, anch’egli in forza al Pedaso da questa stagione.

Una società allargata quella di cui fa parte la Corva calcio 2008. La società che appartiene al grande

quartiere “Corva” di Porto Sant’Elpidio è infatti gestita da un unico direttivo a cui fa riferimento anche la Pinturetta Falcor e la squadra Juniores. Una bella realtà quella rivierasca nata nel 1981 come Corva e trasformatasi negli anni, con fusioni e passaggi di categoria, diventando Falcor, Pinturetta e infine Pinturetta Falcor. Ora, le due squadre sono ben scisse fra loro, ma due stagioni fa venne l’idea di ricreare la storica “Corva Calcio” per ripartire dalla Terza categoria con Giuseppe Conti (foto) come presidente, mentre l’attuale Pinturetta milita in Seconda girone G. “Siamo nati l’anno scorso. Questa è la seconda stagione in Terza, e stiamo facendo bene – afferma il massimo dirigente – lo scorso anno comunque puntavamo a fare un buon campionato e ci siamo riusciti. Siamo in linea con le aspettative per cercare di agguantare un posto nei playoff come l’anno scorso quando, al nostro esordio, non solo d i s p u t a m m o gli spareggi

promozione ma andammo anche in finale per la Seconda, persa poi al 90’ con un rigore dubbio”, conclude con un po’ di amarezza il presidente. L’obiettivo quindi resta alto, anzi quest’anno ci si crede di più ma il campionato è molto più equilibrato: “Sicuramente la Nuova Dimensione vincerà il campionato, per il resto la griglia playoff è quasi tutta da definire - afferma Conti - noi ci proponiamo per il salto e sicuramente abbiamo anche più fame dell’anno scorso”. Con la Pinturetta si condivide un ottimo impianto in sintetico e la gestione societaria, come in una sorta di famiglia allargata: “Siamo un bel gruppo di persone. Un’unica società diversificata con un gruppo di gente che segue la Pinturetta,

un altro che segue la Corva ed un altro ancora che si occupa della Juniores. Volevamo ricreare la squadra della Corva due anni fa per riuscire ad avere più risorse e maggiore visibilità. Quello che ci vuole però qui come altrove, è tanta passione per il calcio, se una squadra la segui, prima o poi ti ricambia se la abbandoni a sé stessa i risultati d i f f i c i l m e n t e arriveranno”.

33

FERMO

Noi siamo la Corva 2008

Il Pedaso diventa ‘Scuola calcio’

N. 9 - Marzo 2010

“Un riconoscimento voluto che premia il nostro lavoro”

Page 34: Marche In Gol - n°9

34

FERMO

N. 9 - Marzo 2010

Si chiama Asd “Polisportiva Due Torri” e rappresenta un nuovo progetto che unirà le società sportive di Falerone

con l’amministrazione nella gestione degli impianti sportivi. La nuova Polisportiva è stat presentata ufficialmente alla popolazione lunedì 1 marzo e nello stesso giorno ha iniziato la sua attività. E’ stato il sindaco Giandomenico Ferrini e l’assessore allo sport Riccardo Innamorati a presentare il direttivo e le mansioni cui la Polisportiva “Due Torri” sarà chiamata ad assolvere. La nuova società avrà la funzione di gestire i principali impianti sportivi di Falerone, più nello specifico il campo di calcio del capoluogo oggetto di lavori di ampliamento che a partire da settembre 2010 tornerà a ospitare la Folgore Falerone, la nuova palestra con annesso campo di tennis a Piane e il nuovo campo di calcio realizzato in prossimità della parrocchia, insomma un’utenza che fra scuole, società sportive, privati che utilizzano gli impianti per pratica amatoriale oltre 500 sportivi. Il direttivo è composto da: Gilberto Iommi, Fabrizio De Minicis, Fabio Monini, Andrea Isidori, Luca Simonelli e Andrea Sulpizio. “Siamo perfettamente a conoscenza dell’enorme lavoro cui saremo chiamati a fare fronte - spiega il presidente della Polisportiva Gilberto Iommi – in questi primi giorni stiamo acquisendo maggiori informazioni possibili. Le bollette per le spese di acqua corrente come le manutenzione le gestiamo noi, come siamo noi a gestire gli incassi derivanti dalle convenzioni con le varie società e i contributi. Il nostro obiettivo è quello di avere un bilancio in pareggio

e fornire un servizio alla popolazione e agli sportivi del territorio. Devo precisare che questo primo periodo è piuttosto incoraggiante. C’è grande spirito di collaborazione fra le società nell’utilizzare gli impianti e questo agevola il nostro compito”. Una della idee che ha spinto alla creazione di questa Polisportiva, il fatto di poter abbassare i costi di gestione, come stipulare contratti di manutenzione per tutti gli impianti e magari dovendo svolgere lavori su più strutture ottenere delle tariffe agevolate.

(Alessio Carassai)

A Falerone un nuovo modo di gestire le strutture pubbliche in sinergia con le associazioni sportive

Ecco la ‘Polisportiva Due Torri’

L’Olimpia Fermo, dopo essere arrivata in finale con il Molini per la Coppa Marche di Terza categoria

e averla vista sfumare solo ai rigori, sta lottando per una posizione nei playoff, obiettivo solamente sfiorato nella stagione scorsa, anno del suo debutto. “Siamo una squadra fatta da giovani, abbiamo la rosa più giovane di tutte le squadre fermane di Terza categoria. Il nostro obiettivo, da due stagioni quando siamo nati, è di dare spazio a chi non ne ha altrove – afferma il presidente Paolo Calcinaro - e si vuole misurare con questi campionati. Non nego che l’Olimpia è una squadra competitiva, lo scorso anno

arrivò sesta appena fuori il discorso playoff e quest’anno speriamo vivamente di farli”. Insomma un gruppo compatto che cerca conferme in questa stagione, ma che gioca a calcio per puro divertimento come racconta il presidente Calcinaro: “Ci sono quattro squadre che lottano per quei tre posti, noi siamo assolutamente in corsa. Sono squadre molto diverse da noi, esperte, meno giovani e più attrezzate – ammette - speriamo di centrare questo traguardo perchè secondo me ce lo meritiamo”.Da due stagioni, l’Olimpia Fermo è guidata in panchina da Daniele Del Frate, un gruppo ampio, ma che in poco tempo ha comunque

saputo trovare il suo amalgama, trainata da bomber Enrico Teodori, lo scorso anno autore di oltre venti reti, quota già superata oggi a poche giornate dalla fine del campionato, diventando ad oggi il terzo attacco del girone M di Terza categoria: “Siamo contenti, ma è vero che subiamo anche tantissimo. Numeri a parte, vogliamo solo continuare a divertirci – conclude il presidente - e se per i ragazzi vorrà dire togliersi certe soddisfazioni, come raggiungere i playoff, continueremo a farlo. La prima cosa è sempre che si trovino bene loro e interpretino questa categoria come un campionato di calcio vero e proprio”.

L’Olimpia Fermo vede i playoff la sQuadra è trainata da bomber teodori

Fabrizio De Minicis, Luca Simonelli, Andrea Isidori, Fabio Monini e Gilberto Iommi

Page 35: Marche In Gol - n°9
Page 36: Marche In Gol - n°9
Page 37: Marche In Gol - n°9

37N. 9 - Marzo 2010

FERMO

Sergio Ricci, l’intramontabile

La passione per il calcio dilettantistico raccontata in 2182 partite ufficiali, è la storia di Sergio Ricci, generoso

difensore attualmente in forza alla Belmontese, Terza categoria (girone M). Ricci, vera icona del calcio dilettantistico fermano, è un autentico ‘professionista’ nel senso che nonostante gli anni passino il suo modo di vivere il calcio e di preparasi ad una partita è lo stesso di quando ha iniziato a giocare a pallone. Sergio Ricci ha compiuto 47 anni da pochi giorni e per lui si tratta di 35 anni spesi fra campi di calcio di tre provincie con ben 2182 partite ufficiali disputate e una forma fisica invidiabile.

Ricci, la sua ricetta di lunga vita nel calcio?“Devo essere sincero, non ho mai avuto grandi problemi fisici, mai uno stiramento, mai uno strappo in tutta la carriera, ho vissuto due stop forzati: uno di sei mesi per un legamento e un crociato e uno di 28 giorni ma per il resto mi ritengo fortunato. E’ anche vero che quando posso vado a correre, a fare qualche giro in mountain bike che mi aiutano a tenermi in forma. E’ vero che adesso accuso di più i tempi di recupero. Esempio, se gioco

una partita molto tirata, il giorno dopo sono veramente a pezzi, ma se gioco una partita normale il giorno dopo vado a fare un giro in bici come defaticante”.

Una lunga carriera fra i dilettanti, qual è il massimo campionato raggiunto?“Sono arrivato a giocare la Promozione con Grottazzolina, ma facevo molta panchina e non mi divertivo quindi ho preferito scendere nelle categorie a me più congeniali perché quello che mi interessa del calcio è la possibilità di giocare, di divertirmi con i

compagni di regalarmi qualche bella soddisfazione”.

Quali le soddisfazioni o il ricordo più bello a cui è rimasto legato?“Sicuramente la vittoria dei campionati con successiva promozione, un anno a Montottone, una stagione con

la Settembrina e un anno con il Francavilla. Ma il ricordo

più bello forse è il gol segnato contro Sarnano proprio quando giocavo a Francavilla d’Ete: ho colpito la palla di controbalzo e da quasi trenta metri mi partì un colpo secco che s’infilò sotto la traversa.

Un gol che ricordo molto bene perché significò la nostra vittoria per 3 a 2”.

Secondo lei com’è cambiato il calcio negli ultimi anni?“Più trascorrono gli anni e più non vedo quella passione che io vivo ancora oggi. Per me la partita inizia il giorno prima, vivo la vigilia nell’attesa di giocare, lo spirito di aggredire ogni pallone e non concedere nulla all’avversario e massimo alle 22 sono a letto,

poi se perdo mi arrabbio con me stesso e il malumore mi dura tutta la giornata. In molti ragazzi non vedo quell’attaccamento, giocano perché si deve giocare, alcuni li vedo stanchi ancora prima di scendere in campo perché magari la sera sono stati a ballare e hanno fatto l’alba. Il calcio per me è anche una scuola di vita, la volontà d’impegnarsi per ottenere qualcosa e sinceramente questi atteggiamenti poco lineari non li apprezzo molto”.

47 anni, quasi 2.200 gare disputate, quest’anno alla Belmontese:“Ho la voglia di sempre, per me la partita inizia il giorno prima...”

Il Francavilla F.C. stagione 2000/‘01 promosso in Seconda categoria. Ricci è il secondo accosciato da destra

Page 38: Marche In Gol - n°9

38 N. 9 - Marzo 2010

FERMO

Nel Fermano la 9^ edizione del ‘Trofeo Fabio Monti’

La finale in programma allo stadio ‘Recchioni’

Arriva Mou?Lo Special One invitato dall’Aia di

Ancona per il Memorial ‘Monti’

Lo Special One Josè Mourinho invitato dalla sezione Aia di Ancona a dirigere la finale del Memorial ‘Fabio Monti’, il torneo di calcio per gli arbitri di tutta Italia. Una novità molto gustosa e attesa dagli appassionati di calcio, specialmente dai tifosi interisti. Josè Mourinho, allenatore dell’Inter, è stato invitato ufficialmente dalla sezione Aia di Ancona a dirigere la finale del torneo. Un motivo in più per arricchire la spettacolarità dell’evento. Accetterà Mou?

La Sezione A.I.A. di Ancona per il 9° anno consecutivo, organizza l’annuale Torneo Memorial Fabio

Monti, manifestazione calcistica di livello nazionale tra sezioni. Il Torneo di calcio si terrà nei giorni di venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 giugno 2010; ogni Sezione potrà partecipare con una squadra composta da un massimo di venti calciatori appartenenti a qualsiasi organo Tecnico. L’evento Monti inizia giovedì 10 giugno: la sezione di Ancona ha organizzato un convegno con tutte le scuole della Provincia di Fermo dall’argomento “L’ educazione sportiva”. Il venerdì, sempre organizzato dalla sezione di Ancona, le squadre avranno la serata impegnata con un concerto in piazza a Porto San Giorgio, per poi concudere il sabato pomeriggio con la finale allo Stadio “Recchioni” di Fermo e la serata di gala presso la Discoteca “Babaloo” di Potenza Picena. Sono già 40 le sezioni iscritte con un totale di oltre 1000 partecipanti attesi nel fermano. Considerato per anni tra i migliori fischietti italiani, l’anconetano Fabio Monti, diresse 118 incontri in serie A tra il 1963 ed il 1973. Nel ‘69 fu eletto miglior arbitro, divenendo anche internazionale. Per ricordarlo, da 9 anni, viene organizzato un torneo

cui partecipano squadre delle sezioni arbitrali di tutta Italia. Quest’anno, dall’11 al 13 giugno, il Memorial si svolgerà nei campi del Fermano. Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Monte Urano, Rapagnano, Magliano di Tenna, Grottazzolina, i comuni interessati, col Bruno Recchioni di Fermo a fare da scenario per le finali. 1200 le presenze previste, 4 le squadre per ogni girone, che si sfideranno in partite di 25 minuti, con 3 punti in palio per la vittoria e 1 per il pareggio. Fischio d’inizio alle ore 16 dell’11 giugno. Le migliori accederanno alla finale. L’ultima è stata vinta dalla sezione di Ancona. Ad organizzarlo, la sezione marchigiana dell’Associazione Italiana Arbitri, con il contributo di Confindustria e Camera di Commercio di Fermo, e i patrocini dei Comuni di Fermo, Porto Sant’Elpidio e Porto San Giorgio, della Provincia di Fermo, Regione Marche, e dei comitati regionale e provinciale del Coni. Lo scorso anno, in compagnia di molti ospiti, tra cui il Presidente Marcello Nicchi, si è registrata la cifra record di 20 sezioni con 580 presenze alla cena di gala, ed il Torneo è stato vinto proprio dalla sezione di Ancona.

Torneo di calcio Tra sezioni arbiTriwww.aia-ancona.it

ASSOCIAZIONE ITALIANA ARBITRI

SEZIONE DI ANCONA

11-12-13 Giugno 2010

Si ringraziano:

IX EDIZIONE

Fermo e Porto San Giorgio (FM)

il comitatonazionale

www.grafichemarchesini.itcomune di Fermo

Provincia di Fermo

confindustria Fermo sezione Turismocomune di Porto

san GiorgioPorto

sant’elpidio

associazione naMinG “events & consulting”comitato regionale Marche

comitato Provinciale di anconacomitato Provinciale di Fermo

Page 39: Marche In Gol - n°9
Page 40: Marche In Gol - n°9

Stefano Costantini, 42 anni, pilastro della Jrvs Ascoli e uno dei giocatori più rappresentativi

del calcio dilettanti marchigiano. Negli anni ‘80-’90 le Marche potevano disporre di 3-4 squadre in C1, altrettante in C2. Dato per scontato che tutto parte dal basso, che cosa è mancato alla nostra regione in questi ultimi anni?“Purtroppo è tutto collegato al mondo dell’imprenditoria. Ora la crisi economica sta colpendo in maniera particolare le aziende del Piceno e della zona calzaturiera, gli imprenditori non hanno più fiducia nel calcio o meglio non si fidano più ad investire”.

Della Sambenedettese che ricordi ha? E’ difficile per un ascolano giocare a San Benedetto?“I primi tempi i tifosi rossoblu mi massacrarono con scritte, striscioni... Poi videro che mettevo il cuore in campo e cambiarono idea. Quella stagione mi avevano assicurato che sarei andato in ritiro con l’Ascoli, poi ci furono dei contatti con la società rossoblu. Ammazzalorso mi richiese con insistenza e accettai senza nessun tipo di problema”. Mister Ammazzalorso era un personaggio fuori dagli schemi anche allora?“Lui è una persona molto particolare, ma anche un tecnico molto bravo e preparato. Cura nel dettaglio ogni singolo allenamento, secondo me è un allenatore straordinario”. E’ il miglior allenatore che ha avuto?“Ce ne sono stati altri, diciamo che è uno dei

migliori”.

Che ricordi ha della stagione 2002-03 con il Grottammare guidato da Roberto Beni, attuale allenatore della Fermana?

“E’ vero il mister era Beni. Fu una stagione splendida per quanto riguarda la squadra perché vincemmo il campionato. Un po’ meno a livello personale dato che una fastidiosa pubalgia mi bloccò nella prima parte della stagione”. Lei ha giocato anche con la Truentina. Ha visto come si è ridotta oggi, ultima in Terza categoria senza aver mai vinto una partita...“E’ lo stesso discorso di

prima. Qualche anno fa dietro alla Truentina c’erano Lelli e Faraotti, imprenditori di un certo livello. Ora non ci sono più e la società è crollata. Dispiace molto anche me, a Castel di Lama ho vissuto due anni bellissimi”. Qualche anno si è buttato anche a calcio a 5, è vero?“Assolutamente sì. Era il 2003, avevo curato e risolto il problema della pubalgia. Dopo il Grottammare mi ero accordato con il Manfredonia. Poi con la società pugliese non se ne fece nulla e iniziai a giocare a calcio a 5. E tra l’altro sono diventato anche campione regionale partecipando alla Poule Scudetto nazionale”.

Quando smetterà di giocare farà l’allenatore o il dirigente?“Io non smetto di giocare quindi il problema non si pone. Fino a quando non mi servirà il bastone cercherò di divertirmi”. Che cosa ne pensa di Marco Mongardini? Dalle promesse di Serie B agli arresti domiciliari…

“Non è il primo personaggio di questo tipo che vediamo nel calcio. Ricordiamo a San Benedetto che cosa hanno combinato Soldini oppure Venturato. Questi persone per giustificare altre cose investono o cercano di investire nel mondo del calcio. Alla fine è stato un bluff? Non dico che era prevedibile ma quasi”.

Passiamo alle ultime sue due squadre. Il Pagliare è in Promozione anche grazie a lei, che consigli vuoi dare a mister Aloisi per salvarsi?“Faccio un grande in bocca al lupo a Gianni. A lui non servono consigli, è molto preparato anche se allena per la prima volta. Per salvarsi il segreto è uno solo, lavorare, lavorare, lavorare…”.

A proposito di Aloisi che è un allenatore giovane, a leu spesso capita di essere allenato da mister più giovani, come Cacciatori attualmente nella Jvrs.

Come fa un tecnico a farsi rispettare da giocatori più anziani di lui? C’è collaborazione? Le chiedono dei consigli?“E’ semplice, basta essere intelligenti ed avere rispetto reciproco dei ruoli. Comunque nessun mister mi ha mai chiesto consigli, anzi mi metto io in condizione di

non darli perché non sarebbe giusto nei confronti dei compagni. Con loro invece, sono un martello. Li rimprovero spesso sia in partita che in allenamento”. La Jvrs Ascoli andrà in Promozione? “E’ difficile, gli obiettivi iniziali non erano quelli di vincere il campionato. Venderemo cara la pelle come è nel carattere dei dirigenti. Cosa farò io il prossimo anno? Vedremo, sto aspettando qualche offerta dalle categorie superiori…Scherzo, comunque qui sto veramente bene, l’ambiente è ottimo”.

Costantini: non smetterò mai

40 N. 9 - Marzo 2010

Per il pilastro della JRVS Ascoli, che vanta perfino un titolo nel calcio a 5, il tempo pare essersi fermato

di simone mozzoni

15/12/1997: la stampa osanna Costantini con la maglia della Samb

Page 41: Marche In Gol - n°9

Elisa e Paola. Un destino legato al pallone, uno sport amato tantissimo dal papà Giuseppe, scomparso appena due anni fa e grande tifoso dell’Inter. In suo onore le sorelle Di Paolo, appena trentenni, hanno fondato la squadra Villa San Giuseppe e l’hanno iscritta in questa stagione al campionato di Terza categoria (girone O). La squadra porta il suo nome e i colori sociali sono i nerazzurri dell’Internazionale. Le due sorelle, massimi dirigenti della società si sono perfettamente calate nei loro ruoli dirigenziali, e il calcio è diventato il modo migliore di trascorrere il tempo libero e ritrovarsi con gli amici.

Come vi è venuta l’idea di fondare questa società?“Praticamente è successo nel maggio di due anni fa, papà è morto durante una partita dell’Inter. Abbiamo creato la squadra in suo onore io mia sorella e i nostri amici. Abbiamo deciso tutti insieme di fondarla: non solo porta il suo nome, Giuseppe, ma i colori sociali sono quelli nerazzurri dell’Inter”.

Ve l’aspettavate un exploit del genere al primo anno di attività?“Si, infatti stiamo andando benissimo.

Siamo ai primi posti e non pensavo potesse andare subito così al nostro primo anno di attività. Però siamo consapevoli di avere un bel gruppo, che può puntare in alto e che senz’altro merita la posizione di classifica che ha”.

Voi sorelle, Elisa presidente e Paola vice, gestite direttamente la società?“Facciamo tutto tra di noi amici, ci da una mano l’allenatore, ma seguiamo sempre la squadra. E’ il nostro luogo di ritrovo il campo sportivo, non vediamo l’ora che arrivi il sabato sinceramente!”

Elisa, va anche in panchina?“Certamente! Mi piace molto, mi appassiona. Io e mia sorella siamo sempre cresciute con la passione per il calcio in casa, nostro padre era una grande tifoso e amante di questo sport, quindi lo conosciamo da tempo”.

Quali obiettivi avete posto alla squadra?“Il nostro obiettivo era di divertirci, pur sapendo di avere un bel gruppo competitivo, a partire da Alesi che è l’allenatore. Ora vogliamo anche non sfigurare, quindi l’obiettivo è di disputare i playoff perchè la squadra lo merita e può migliorarsi ancora”.

Villa San Giuseppe, nel nome del padreLe sorelle Di Paolo alla guida del club neroazzurro fondato in memoria del papà tifosissimo dell’Inter

di laura cutini

41

ASCOLI

N. 9 - Marzo 2010

Montalto-Monterubbianese: scintilleBotta e risposta tra presidenti, poi ‘scoppia’ la pace

Per fortuna che la partita sul campo è terminata 2-2 altrimenti...Tra Montalto e Monterubbianese, andata in scena a

fine febbraio, sono state scintille. Soprattutto i giorni che hanno seguito la sfida. Il botta e risposta si è avuto sul nostro sito www.quelliche.net. Per primo è intervenuto il presidente della Monterubbianese Lorenzo Romanelli che ha raccontato alla nostra redazione di “tifosi del Montalto che giorni antecedenti la partita si sono recati presso un bar di Monterubbiano minacciando botte a chi si sarebbe permesso di andare al campo”, di “insultati e minacce” durante la gara, di “calci, pugni e danni materiali all’auto”. Romanelli, presidente da 23 anni, dopo questa vicenda, ha minacciato di abbandonare il calcio. Qualche giorno dopo arriva la riposta di Luciano Volunni, presidente del Montalto. La sua è una lettera aperta rivolta allo stesso Romanelli. Si dice

stupito del fatto che “tifosi del Montalto” si siano recati presso un bar di Monterubbiano per minacciare botte, parla della “presenza delle forze dell’ordine al campo sportivo” e verso le quali Romanelli si sarebbe potuto rivolgere. Volunni si lascia andare ad una punzecchiatura (“Chi semina vento, raccoglie tempesta”), e poi lancia un segnale distensivo: “Alla prossima partita mettiamoci insieme fianco a fianco al bordo del campo o in tribuna in modo da far trasparire il nostro senso civile”.Romanelli accetta l’invito non prima di tornare per un’ultima volta sulla questione: “Caro Volunni, sono deluso perchè mi sarei aspettato una sua telefonata o una lettera privata di scuse...”. E conferma la storia delle minacce, ammette anche di aver telefonato al 112. Poi chiude: “Questa vicenda è da sdrammatizzare e sarò felice di accettare l’invito a vedere la partita fianco a fianco la prossima volta”.

Page 42: Marche In Gol - n°9

42

SPECIALE SAN PIO X CALCIO

Il DS vuole l’acuto finale:“Vogliamo chiudere alla grande”

Casp calcio ad un momento di svolta fondamentale: il resto del campionato sarà importantissimo per accumulare più punti possibili. Ora che il girone è equilibrato più che mai, bisogna cercare il risultato positivo in ogni giornata, su tutti i campi. Il direttore sportivo giuseppe traini detta le priorità e suona la carica alla squadra: “Bisogna vincere per ritrovare morale e punti, e sono convinto che possiamo riuscirci”.

traini, i verdetti tutti in discussione?“Si, certamente anche noi abbiamo visto modificate e ridimensionate per forza di cose le nostre ambizioni. In questo momento dobbiamo concentrarci sulla salvezza, dobbiamo essere realisti. Putroppo non riusciamo mai ad avere schierata la stessa formazione di partita in partita e diventa difficile cambiando

sempre modulo mettere in fila diversi risultati consecutivi”.

dove vi collocate a questo punto?“Siamo più vicini alla zona bassa, però penso che a rischio non ci siamo, devo ammetterlo. La squadra c’è, è solo un po’ giù di morale per via della mancanza di vittorie, che non riusciamo ad ottenere con continuità”.

Quale sarà il periodo decisivo da qui alla fine?“Il campionato richiede impegno in ogni gara. Con le partite che restano da giocare noi siamo fiduciosi, possiamo migliorare, ma ci vogliono le vittorie. La squadra gioca bene e io penso che usciremo presto da questo periodo negativo. Putroppo quando non ti gira bene è così, ma prima o poi passerà”.

giuseppe traini

N. 9 - Marzo 2010

Page 43: Marche In Gol - n°9

43

ASCOLI

Casteltrosino = Marozzi

Roccafluvione, ai playoff per vincereParla il DS Casciaroli: “Puntiamo a fare il massimo con i giovani del paese”

La società è stata fondata dai fratelli Gianni e Giancarlo.

Poi la famiglia si è allargata...

Il Roccafluvione punta a ripetere il bel campionato scorso e certo non si sta smentendo. “Ci mancano un po’

di punti – commenta il direttore sportivo Luigi Casciaroli (foto) – devo essere sincero, però è il campionato che ci aspettavamo, siamo li e ce la giocheremo fino alla fine per il miglior piazzamento possibile”. Chiaro dunque l’obiettivo playoff per i ragazzi allenati da mister Massacci, un gruppo consolidato ormai da qualche stagione fatto di ragazzi del posto e che staziona nella zona alta di classifica. “Puntiamo a valorizzare i ragazzi del paese, non abbiamo mete particolari

per il futuro, certo toglierci qualche soddisfazione ci piacerebbe, ma non facciamo programmi, cerchiamo sempre di migliorarci di stagione in stagione”.Un girone quello di Seconda categoria (girone I), molto equilibrato che vede sette squadre il lizza non solo per i playoff, ma date le giornate che mancano alla fine, anche per un eventuale primo posto. Casciaroli però ha le idee chiare e non ha dubbi. “Penso che l’Acquasanta non avrà problemi, l’unica che possa dar loro filo da torcere è il Villa Pigna, per quanto ci riguarda è difficile che si possa recuperare sulla prima in classifica. Però non si sa mai, non escludo nulla, nel calcio tutto può succedere e noi non siamo inferiori a nessuno in questo girone”. Lo scorso anno i playoff con il Castignano, poi la beffa e l’uscita. “Siamo usciti con due pareggi la stagione scorsa quest’anno speriamo vada meglio”.

C’è una squadra che l’ha maggiormente impressionata?“L’unica è il Villa Pigna: penso abbia fatto meglio di tutte ma già ora si trova in fase di calo. Noi stessi abbiamo battuto l’Acquasanta all’andata, ce la siamo giocata con tutte e continueremo a farlo fino alla fine del campionato”.

Per il “team Marozzi” il calcio è prima di tutto un gioco da dividere con gli amici. Si chiama Castel Trosino

la squadra fondata tre anni fa che milita nel campionato di Terza categoria (girone P) e che fa riferimento ad un piccolo e bellissimo borgo medioevale che conta circa 100 abitanti nelle vicinanze di Ascoli Piceno. In questa società c’è una passione infinita per questo sport, storie e amici dietro ad un pallone. Una nota di colore deriva dal fatto che la squadra è stata fondata da due fratelli, Gianni e Giancarlo Marozzi, a cui si sono aggiunti anche gli altri fratelli e cugini: Lorenzo e Nicolò dirigenti poi Davide e Simone rispettivamente centrocampista e attaccante. Mai come in quest’occasione si può parlare di una

società a gestione familiare. “La società è nata dalla volontà nostra di giocare e far giocare alcuni ragazzi della zona – racconta Simone Marozzi (foto) –

insieme a me c’erano molti giocatori che militavano nel Piazzarola

che qualche tempo fa non si è più riscritta al campionato,

così abbiamo fondato una società tutta nostra per continuare a giocare. Come società non abbiamo obiettivi particolari, la nostra è la semplice volontà di

stare insieme, di giocare e di toglierci qualche

soddisfazione sportiva”. Passione autentica per un

calcio vero che rivive in questo piccolo centro del capoluogo piceno.

Realtà come quella del Castel Trosino meritano attenzione per non perdere il contatto con l’autentico spirito sportivo e aggregativo che alimenta questi ragazzi.

N. 9 - Marzo 2010

Page 44: Marche In Gol - n°9

44

SPECIALE RIPATRANSONE UNITED

Nessuna rivalità né concorrenza con l’altra squadra di Ripatransone per lo United, società nata principalmente

dalla grande passione per il calcio di Mario Pulcini, che come sogno nel cassetto ha sempre avuto quello di fondare una squadra di calcio tutta sua. “Volevo vedere realizzato un sogno tutto mio – ammette il presidente – portare questa squadra il più in alto possibile”.

Presidente Pulcini, siete alla seconda sconfitta stagionale, come l’avete presa?“E’ successo, può capitare a tutti. Tutte le squadre del girone giocano con noi la partita della vita, quindi è normale che prima o poi sarebbe successo. Mettiamo in conto anche un piccolo calo di concentrazione da parte nostra ed il gioco è fatto”.

Avete vinto quasi tutte le partite, avete una media impressionante...“Si, era quello che volevamo, abbiamo costruito una squadra per ottenere questo e ci stiamo riuscendo. Sicuramente come ruolino di marcia era quello che mi aspettavo dai ragazzi, ma penso che non dobbiamo perdere il ritmo e continuare a far bene fino alla fine del campionato”.

Qual è la compagine che vi ha dato più

filo da torcere o vi ha impressionato maggiormente?“La squadra che mi ha impressionato di più è senz’altro la Forcese, molto ben organizzata. Anche se quella che attualmente ci sta dando filo da torcere perchè non molla un colpo è il Gmd Grottammare”.

Siete vicini alla soglia dei 100 gol realizzati, a fine campionato probabilmente li supererete, è una traguardo anche questo?“E’ stata allestita una squadra di livello e categoria superiore per un altro obiettivo e quello è il nostro riferimento. I gol non serviranno a nulla se non lo raggiungiamo. Quello che mi interessa quindi è solo la vittoria”.

Da cosa nacque l’idea di fondare questa squadra di calcio a 11?“Dalla passione che ho per il calcio, ho giocato sempre ed è sempre stato il mio sogno avere un giorno una squadra tutta mia e portarla in alto conquistando risultati sul campo, togliendoci tutte le soddisfazioni possibili anno per anno, perchè non è affatto facile o scontato vincere anche in Terza categoria. Mi piacerebbe certo, portarla fra i professionisti in futuro, ma sono consapevole che la strada è lunga”.

Prove tecniche di promozioneLa squadra di patron Pulcini sta per festeggiare l’approdo in Seconda categoria

N. 9 - Marzo 2010

Page 45: Marche In Gol - n°9
Page 46: Marche In Gol - n°9

46

La Programmazione Neuro Linguistica, che è la scienza che ha scoperto la struttura dell’eccellenza umana, ha dimostrato come le abilità mentali di un soggetto possano essere decodificate e insegnate ad un altro soggetto. Nello sport, significa che le straordinarie qualità mentali di un campione possono essere estrapolate e rese disponibili anche agli altri giocatori.Le persone mentalmente straordinarie non lo sono perché sono dotate di più strumenti per fare ciò che fanno, ma perché combinano le informazioni, di cui anche gli altri dispongono, in modo diverso. Il segreto, dunque, sta nella creatività con cui il campione combina le informazioni acquisite dai suoi 5 sensi ( vista, udito, olfatto,gusto e tatto ).Questa scoperta ha sfatato il mito che voleva che i campioni possedessero “indefinite doti innate”, non disponibili alle persone comuni. Ora non ci sono più scuse.Per comprendere semplicemente di quale possibilità sto parlando, immaginate che il talento di un campione sia una particolare combinazione dei numeri da 1 a 5, (ad es: 23154) e che sia possibile saperla.Ora, immaginate che basti confrontare la vostra combinazione – anch’essa composta da 5 numeri - con quella del campione; notare le differenze e cambiare la sequenza della vostra…rendendola uguale alla sua. Forse vi sembra troppo semplice…e lo è !Naturalmente il metodo per estrapolare la combinazione usata da un campione e quello per renderla disponibile agli altri giocatori è competenza del mental trainer… ma ciò che più conta è sapere che, oggi, la strategia mentale di un campione si può davvero “clonare”.

Tempo fa su di una rivista sportiva ha avuto modo di leggere un breve articolo che parlava dell’importanza delle proteine per un atleta, ma non spiegava perché. Può chiarirmelo lei?

Come grassi e carboidrati le proteine sono principi calorici con funzione prevalentemente plastica (costruzione dei tessuti) che ogni individuo deve assumere attraverso la propria dieta. L’importanza di assumere proteine per l’atleta (ma anche per il sedentario) può essere riassunta nei seguenti punti:costruiscono tessuto muscolare e sono chiamate in causa nella formazione di tendini, legamenti e altri tessuti;formano enzimi (catalizzatori biologici), che accelerano i processi biochimici dell’organismo;- costituisco gli ormoni a base proteica tra cui gli ormoni anabolizzanti, cioè quelli che favoriscono la crescita muscolare;- potenziano il sistema immunitario attraverso la formazione di anticorpi;- contribuiscono alla formazione di emoglobina e mioglobina;- rappresentano mezzi di trasporto per trigliceridi e colesterolo. Detto questo va precisato che le proteine non devono essere assunte in un solo unico pasto, ma bisogna diluirle nel corso della giornata poiché le capacità di assorbimento da parte dell’intestino in ogni processo digestivo è limitata. Tuttavia è consigliabile assumerle sempre nella cena per creare un effetto sinergico con l’incremento di secrezione notturna dell’ormone della crescita e nel pasto che segue l’allenamento perché è dopo lo sforzo che avviene un incremento della sintesi proteica per mezzo del sistema ormonale anabolico. Concludendo si può dire che attraverso un’attenta distribuzione giornaliera degli alimenti si possono ottenere eccellenti risultati come risposta all’allenamento.

Mentaltrainer Medico Preparatore

atleticodi roland

del Vecchiodi flavio

zuradi robertotarullo

Lettere & RubricheLettere & Rubriche

Roland Del Vecchio ha maturato una considerevole esperienza in strategie di comunicazione, oltre che attraverso anni di appassionato studio, applicando le tecniche di Pnl più innovative direttamente nei suoi corsi d’insegnamento. Considera la crescita personale e l’equilibrio interiore la sua passione più grande; argomenti ai quali dedica tempo e studi approfonditi.

Flavio Zura Medico chirurgo ortopedico Ospedale di Fermo, con esperienze come medico sociale di alcune società professionistiche militanti in campionati nazionali.

Roberto Tarullo è laureato in Scienze Motorie, ha insegnato Tecnica generale dell’educazione fisica, Tirocinio didattico e Ginnastica educativa all’ISEF di Perugia ed Educazione motoria al corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria all’Università di Macerata. Preparatore atletico professionista e collaboratore tecnico e scientifico di importanti riviste specializzate e case editrici.

Agenzia Giornalistica MultimedialeQUELLICHE.NET s.r.l.

via Brodolini, 58 - 63020 Falerone (FM)

[email protected]

tel. 0734.710892 – fax. 0734.330261

Direttore responsabile: Gianluca Giandomenico

REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI FERMO N.5/2003

MARCHE IN GOL

supplemento mensile della testata on line www.quelliche.net

Direttore responsabile: Gianluca Giandomenico

Coordinamento redazionale: Alberto Cruciani

Redazione: Roberto Cruciani, Laura Cutini, Alessio Carassai

Hanno collaborato: Fabio Paci, Daniele Perticari, Enrico Scoppa, Marco Spadola, Simone Mozzoni

Amministrazione: Lucia Marziali

Foto: FotoAgenzia Quelliche.net

Progetto grafico: Simone Ermini

Copertina: Massi Ricci

Marketing e pubblicità: Antonio Di Luca Sidozzi (responsabile)

Sandro Cecchi, Stefano Tiburzi

STAMPA: Rotopress – Loreto (An)

Stampato e distribuito in 20.000 copie

(chiuso in redazione il 22 marzo 2010)

per articoli, foto, curiosità su

marche in gol

Scriveteci a [email protected]

o all’indirizzo: Quelliche.net

via Brodolini, 5863020 Falerone (FM)

Fax 0734.330261

N. 9 - Marzo 2010

In occasione della visita medico sportiva mi è stato consigliato di potenziare gli addominali: potrebbe suggerirmi uno specifico programma d’allenamento per i suddetti muscoli?

Difficile rispondere in modo completo in poche parole, spero che la redazione mi accordi qualche riga in più del solito. A differenza di tutti gli altri muscoli del corpo gli addominali non si fissano alle ossa che formano l’articolazione nel cui ambito essi agiscono. Nella fase di contrazione, infatti, sono le vertebre soprattutto quelle del tratto lombare, che si inclinano in avanti. In generale i muscoli addominali esercitano un’azione essenziale sull’equilibrio del bacino e dalla colonna vertebrale ed hanno un ruolo molto importante sulle principali funzioni organiche. Nello specifico, questi muscoli intervengono in quasi tutti i gesti tecnici calcio: sono i primi ad entrare in azione negli sprint e nei cambi di direzione (con e senza palla), nel colpo di testa e nella rimessa laterale imprimo potenza alla palla, nel tiro (o passaggio) agiscono come fissatori e così via. Volendo dare ulteriore significato all’importanza di avere una parete addominale in buone condizioni, ricordo che in qualunque programma d’allenamento ci si deve preoccupare per prima cosa di potenziare le grandi massa muscolari vicine al baricentro corporeo e, solo in seguito, dopo che questa avranno raggiunto un apprezzabile sviluppo, si potrà passare al potenziamento delle masse muscolari periferiche. Sostanzialmente il potenziamento dei muscoli addominali prevede tre tipi di movimento: mobilizzazione del bacino sul busto (flessione del bacino sul busto), mobilizzazione del busto sul bacino (flessione del busto sul bacino), mobilizzazione simultanea di busto e bacino (flessione simultanea di busto e bacino). Attenzione però, questa distinzione non deve portare a pensare che la prima tecnica sia per gli addominali inferiori e la seconda per quelli superiori. Tale distinzione è impropria poiché, qualunque sia il movimento, le fibre sono attivate in tutta la loro lunghezza, anche se una sezione può essere sollecitata più di un’altra. Praticamente ogni calciatore, in modo autonomo, è bene che dedichi almeno 10/15 minuti per 3/4 volte la settimana all’allenamento degli addominali. Tecnicamente ogni movimento deve essere eseguito in modo corretto (per evitare fastidi vari), deve garantire un buon isolamento e un discreto coinvolgimento degli addominali ed ogni serie deve essere protratta fino ad esaurimento. Relativamente alla respirazione, gli esercizi non devono essere eseguiti in apnea: l’espirazione sarà lenta e continua durante tutto il movimento, mentre l’inspirazione si avrà in fase di preparazione al movimento stesso. Tutti gli esercizi,

per un facile controllo, devono essere eseguiti lentamente evitando il cheating (chiamare in causa altri muscoli per facilitare la contrazione concentrica) . Infine non dimentica re di inserire nella routine esercizi di torsione del busto e del bacino.

Page 47: Marche In Gol - n°9

47

a cura di [email protected] ricci

per la tua pubblicita’ suQUESTA PUBBLICAZIONE

scriVi [email protected]

o contatta i nostri responsabili commerciali

tel. 348.4360740

In distribuzione gratuita dal 20-25 di ogni mese, lo puoi trovare negli appositi box griffati Quelliche.net nei punti sotto elencati:

DOVE TROVI150 punti distributivi

10.000 copie via posta target

distribuzione a cura dell’agenziaubi maior [email protected]

Lo trovi negli appositi box

macerata- BAR PIZZERIA SARNIC.C. VALDICHIENTI - PIEDIRIPA- FOTO CMRVIA TRENTO 7/a- STAZIONE DI SERVIZO APIVIA MATTEI- DISTRIBUTORE METANOLOC. PIEVE,10- TABACCHERIA RANCIAROCORSO CAVOUR, 149- RICEVITORIA LA FONTE DEI MILIONICORSO DELLA REPUBBLICA, 17- EDICOLA UTILE E FUTILEVIA PREZZOLINI, 11- PASTICCERIA FILONI 1960VIA ANNIBALI - PIEDIRIPA- PIZZERIA DEL BORGOPIEDIRIPA

tolentino- PALESTRA MEETING ACTIONVIA PROIETTI, 27- CIRCOLO CREMISI CENTRO SPORTIVO CIOMMEI- EDICOLA RISTORANCIACENTRO COMMERIALE LA RANCIA- BAR CLUENTUMAREA DI SERVIZIO CLUENTUM- S.S. 77

san seVerino marcHe- PALANCA VIAGGIVIALE EUSTACHIO, 78- BAR DELLA RUZZOLAVIA DELLA RESISTENZA, 31

ciVitanoVa marcHe- BAR 191CORSO UMBERTO I°, 191- STAZIONE DI SERVIZIO DIOMEDICORSO GARIBALDI, 263- SUPERMERCATO SMAVIA ZAVATTI, 6- BAR BARAONDAVIALE MATTEOTTI, 52- SUPERMERCATO SISAVIA MARCHE, 2/a- PIZZERIA DELLA STAZIONEPIAZZALE ROSSELLI, 1/3- BAR DEL CORSOCORSO UMBERTO I°, 118

porto recanati- PIZZERIA IL CAVALLINO BIANCOVIALE EUROPA, 38

recanati- SUPERMERCATO GSC.DA LE GRAZIE- DISTRIBUTORE METANOSTRADA REGINA KM. 14

camerino- PALESTRA ALBERTO SPORTING CENTERP.LE GREGORIO XI, 7/8

cingoli- SUPERMERCATO MAXISIDISV. SAN ESUPERANZIO, 13

morroValle- PASTICCERIA F.LLI SALVUCCIV.LE MICHELANGELO, 68-TRODICA- BAR SPRECAVIA DANTE ALIGHIERI

corridonia- SUPERMERCATO EUROSPINPALAZZO ZENITH – ZONA INDUSTRIALE

fermo- EDICOLA CAMILLI D.M.G.VIA NENNI, 36 C/D – LIDO SAN TOMMASO- STAZIONE DI SERVIZIO MAY DAYVIA PROSPERI, 36/38 – CAMPIGLIONE- SUPERMERCATO SMAVIALE TRIESTE- PIZZERIA GUSTOVIA TIROASEGNO, 5- BAR CASTIGLIONESEVIA G. LETI, 113- SPORTING BARVIALE TRENTO, 190- EDICOLA MORETTIPIAZZA DEL POPOLO,35

porto sant’elpidio- FOTO G.M.C.C. CITYPER- STAZIONE SERVIZIO API S.S. 16 – KM. 347+190- CAFFE’ LA TORREPIAZZALE VIRGILIO, 9- CAFFE’ LA DOLCE VITAVIA DON MINZONI, 1- TRADE SHOESVIA FALERIA, 138- STAZIONE DI SERVIZIO AGIPVIA MAZZINI, 368a

porto san giorgio- PUNTO SMA SPENDI BENE 48VIA PETRARCA- CAFFE’ MORETTOVIA UGO FOSCOLO, 11- CAFFE’ MAZZINIVIA MAZZINI, 62- PIZZA & COC.C. OASI- SUPERMERCATO TIGREVIA VANVITELLI (S.S.16)- BAR VITTORIAVIA ANDREA COSTA, 329

piane di montegiorgio- BAR SOBEVIA FALERIENSE EST

piane di rapagnano- BAR FUNARIC.DA TENNA, 1

montegranaro- SUPERMERCATO GS SUPERSTOREVIA FERMANA NORD

monte Vidon combatte- STAZIONE DI SERVIZIO D’AMICOS.P. 238 – Km. 18+562

amandola- GRAN CAFFE’ BELLIPIAZZA RISORGIMENTO, 13

ancona- CAFFE’ MIRUMC.C. MIRUM- BAR SAN MARTINOVIA SAN MARTINO, 21- MULTIPLEX ANCONAVIA G.FILONZI, 4- BAR PIAZZETTAC.C. AUCHAN- BAR CO.BARC.C. CARREFOUR- METRO PIZZAVIA PESARO, 3- SMALL PIZZASTRADA VECCHIA DEL PINOCCHIO, 26- CENTRO EXTASYVIA SCATAGLINI, 12 – ZONA AUCHAN

senigallia- BAR GALLERYC.C. SALINE- BISTRO’VIA PODESTI, 232- ALI BABARC.C. IL MOLINO- CRISTAL BARSTRADA DELLA BRUCIATA

falconara- GASTRONOMIA ANTICHI SAPORIVIALE DEI PINI, 223- STAZ. DI SERVIZIO API – EMMEPIB.GO A. COSTA, 56

cHiaraValle- DISTRIBUTORE AGIPVIA CHE GUEVARA

castelferretti- RISTORAZIONE DISTR. METANOSTR. PROV.LE CASTELFERRETTI, 2

osimo- PASTICCERIA DOLCE PANETTERIAC.C. LE FORNACI

jesi- PIZZERIA DA FRANCYCORSO MATTEOTTI, 97- DISTRIBUTORE METANOVIA MARCONI, 166- PIZZERIA SPIZZACENTRO COMMERICALE LA FORNACE- PIZZA & COGALLERIA DELLA SIMA, 15- CAFFE’ IMPERIALEARCO DEL MAGISTRATO, 1- PIZZERIA EASYC.C. IPERSIMPLY

fabriano- GELATERIA AMADEUSC.C. IL GENTILE- TABACCHERIA TABAK-REGALP.LE MATTEOTTI, 18

pesaro- CHOCO BARPIAZZALE 1° MAGGIO- DALLA CIRA(BAR BASKET GIOVANE)VIALE TRIESTE- CIRCOLO AMICI DELLA VIS VIA CAMPO SPORTIVO- BAR AFRICAVIA CIRO MENOTTI, 67- ZEN CAFE’VIA BERNA, 4- BAR STOPVIA GAGARIN, 26

fano- RISTORANTE ALLA FERMATA 615VIA CAVALLOTTI, 45- BAR PASTICCERIA NOLFIVIA NOLFI, 58- RISTORANTE PORTONOVOVIALE ADRIATICO, 1- EDICOLA-TABACCHIC.C. AUCHAN- RE CAFFE’VIA GRAMSCI, 46- RISTORANTE LA VECCHIA FANO VIA VECCHIA, 8- MULTIPLEX - DRIVER – DISTR. METANOVIALE PICENO, 50- PIZZERIA PIAZZA ITALIAV. C. BATTISTI

fossombrone- AREA SERVIZIO SASSO NORDS.S FANO GROSSETO

urbino- PALESTRA TORTORINAVIA CAVAZZONI,106- SUPERMERCATO A&OVIA NAZIONALE BOCCA TRABARIA, 164- MAXI CONAD MONTEFELTROVIA SALVEMINI, 6- PIZZERIA MISTYC PIZZAVIA GUIDO DA MONTEFELTRO

ascoli piceno- ROSA DEI VENTIVIALE BENEDETTO CROCE, 4- CAFFETTERIA DEI SOGNIVIALE INDIPENDENZA, 14- BAR DELLA STAZIONEPIAZZALE DELLA STAZIONE- LA BOTTEGAPIAZZA DELLA VIOLA, 17- MICHAEL BARCORSO MAZZINI, 225- TABACCHERIA GIORGIVIA LUNGO TRONTO, 21/23- TIGER BARS.S. SALARIA- MONTICELLI- BAR BRECCIAROLFRAZIONE BRECCIAROLO,21

spinetoli- BIM BUM BARVIA OTTO MARZO – Z.I.

s. benedetto del tronto- AGIP CAFE’CORSO MAZZINI, 273- BLU BARCORSO MAZZINI, 173- CAFFE’ MAZZINICORSO MAZZINI, 3- CAFFE’ AIGLECORSO MAZZINI, 13- DISTRIBUTORE METANOVIA STR. DELLE MACCHIE- STAZIONE DI SERVIZIO TOTAL - VIA PIAVE, 66

grottammare- BAR STAZIONEPIAZZA STAZIONE, 2- DRINK BARVIA MONTEGRAPPA, 35- TABACCHERIAPIAZZA PERICLE FAZZINI- PIZZERIA CONCETTIVIA G. MARCONI, 8- BAR MILLENNIUMVIA BALESTRA, 1

cupramarittima- DISTRIBUTORE METANOVIA SANTI, 55 (S.S. 16)

comunanza- COLORADO CAFFE’PIAZZA GARIBALDI,5/6

PESARO ANCONA MACERATA FERMO ASCOLI PICENO

Tempo di premi di awards, dopo Sanremo e la notte degli Oscar, sono tentato a indire lo “Zuzzurellone dell’anno” da affibbiare a chi ha “cazzeggiato meglio” nell’ambito sportivo. Chi mi ha ispirato a questa nomina è stato il rampollo di casa Agnelli, il buon Lapo, durante una scorribanda oltreoceano, ha pensato bene, passando per Los Angeles, di fare una capatina allo Staples Center, teatro delle gesta dei mitici Lakers di Kobe Bryant, per assistere alla sfida contro i Toronto Raptors. Dichiarerà poi il nostro “Rosso Malpelo” che era lì per i nostri compaesani militanti nella squadra canadese, ovvero Bargnani e Belinelli, orgoglio per il basket nostrano e grande richiamo per la folta comunità italica, appunto, in Canada. Siamo a quasi 2 minuti dalla fine del match, punteggio 104 a 100 per i LA Lakers, quando un tiro da fuori da parte di Toronto impatta sul ferro e schizza verso l’out laterale. Come sapranno bene basketofili, in questo sport la palla non è considerata “fuori” fino a che essa non tocca il terreno fuori dal rettangolo di gioco, diversamente dal calcio dove è già fuori quando la proiezione della sfera supera la linea bianca. Quindi, tiro, cerchio, palla verso l’out, balzo felino di Calderon, play dei Raptors in quel momento in attacco, per recuperare quel prezioso pallone, quando dalle poltroncine vip del parterre spunta una manina che scippa letteralmente la palla al giocatore iberico. Boato del pubblico, sghignazzate da parte dei commentatori della FoxSports e sguardo incredulo di Calderon che era nel frattempo franato sulle poltroncine. Ebbene si amici, la manina galeotta è proprio del nostro Lapo Elkann, che inizialmente cerca di calmierare l’iracondo cestista rapinato della possibile palla della rimonta e poi si discolpa agli occhi del palazzetto con un “io non sapevo..io non credevo”, guadagnando comunque una pacca sulla spalla da parte dell’ala dei Lakers Ron Artest accompagnata da un “Good defense man!” e gli applausi da parte del singer dei Maroon 5 , Adam Levine, vicino di poltroncina. L’incontro finirà poi 109 a 107 per i Lakers grazie ad un tiro mostruoso ad opera del solito Bryant a poco più di 1 secondo dalla fine, chi può dire se quella palla sarebbe potuta essere determinante? Devo dire che parlandone con amici e leggendone sul web, si tende a liquidare l’episodio condannando la cialtronaggine “Made in Italy” di Lapo,

io personalmente ho anche supposto che sia stata una trovata, un “lampo di genio”, finalizzato a far parlare di se in Italia e anche all’estero. Di fatto c’è da constatare che nonostante il gesto insolito e inedito per l’NBA (lo ha dichiarato Dan Peterson nel suo intervento a “Palla a Spicchi” su Radio24h) esso non ha sollevato reazioni “strane” da parte del pubblico e a livello mediatico ha fatto molto più rumore da noi che negli States, mi sono chiesto che cosa succederebbe se un fan interrompesse un’azione da gol in una Juve – Inter. L’episodio mi ha anche riportato alla mente un fatto accaduto al “Del Duca” durante una Ascoli – Bologna stagione 1974-1975 (la prima in A dell’Ascoli), è la storia di Domenico Citeroni, giovane scavezzacollo impegnato come raccattapalle, che al 90’, dell’incontro sopracitato, ricacciò dalla rete con un “calcetto” da dietro la porta, un diagonale di Beppe Savoldi per il definitivo 4 – 1 per il Bologna. L’arbitro vide quindi la palla entrare e subito schizzare fuori e pensò ad un palo interno. A fine incontro Citeroni avvertendo maretta fra le panchine fuggì alla volta di casa negandosi a tutti fino all’indomani quando all’uscita dall’Istituto trovò i giornalisti ad attenderlo. Da lì venne ospitato alla “Domenica Sportiva”, ebbe il “perdono” di Savoldi che la prese sportivamente (nonostante perse la palma di capocannoniere per una rete) e comunque sia diventò un beniamino per gli ascolani e non solo. Altri tempi, altro calcio.

Un “Lapo di genio”da una mano ai Lakers

N. 9 - Marzo 2010

Page 48: Marche In Gol - n°9