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15 ° 41 ° 40 ° Longitudine 14 ° Est da Greenwich Isola d’Ischia (Napoli) Isola di Procida Isola di Capri (Napoli) Santuario di Montevergine Vesuvio 1281 Monte Maggiore 1037 1823 Monte Mutria A p p e n n i n o C a m p a n o I r p i n i a Monte Cervialto 1809 Pi a n a d el Sele M o n t i L a t t ar i Paestum V a ll o d i D ia no Monte Cervati 1898 Monte Alburno 1742 C i l e n t o Monte della Stella 1131 Velia M o n t i d e l l a D a un ia M o l i s e A p p . S an n i t a M a te s e L a z i o Abbazia di San Lorenzo Sella di Conza 700 G a r i g l i a n o P u g l i a B a s i l i c a t a 2050 Monte Miletto M. Sacro 1705 L iri S a n n i o Monti Picentini Golfo di Policastro M a r T i r r e n o T a n a g r o C a l or e S e l e S e l e C a l or e O f a n t o C a l o r e V o l turno Golfo di Napoli Golfo di Gaeta Golfo di Salerno Benevento Avellino Salerno NAPOLI Caserta Campobasso Pi a n u r a C am pana C. Palinuro 1006 Roccamonfina P. Nazionale del Cilento e Vallo di Diano P. N . d e l Vesuvio A r c i p e l a g o V oltu rn o P. Licosa Nola Campi Flegrei C a m p a n o F o r t o r e Baselice Lacedonia Bisaccia Pompei Amalfi Positano Vietri sul Mare Ascea Torre Orsaia Palinuro Policastro Sapri Laurino Vallo della Lucania Cerreto Sannita Padula Sarno Sant’Angelo dei Lombardi Piedimonte Matese Teano Castellammare di Stabia Sorrento Agropoli Sala Consilina Sant’Agata de’ Goti Montesarchio Cervinara Solofra Ischia Mercato San Severino Campagna Maddaloni Pomigliano d’Arco Santa Maria Capua Vetere Acerra Mondragone Eboli San Giuseppe Vesuviano Castel Volturno Capaccio Nocera Inferiore Caivano Marcianise Sessa Aurunca Ariano Irpino Pozzuoli Torre Annunziata Portici Torre del Greco Ercolano Cava de’ Tirreni Afragola Aversa Giugliano in Campania Battipaglia Gragnano Capua Lago del Matese Ravello 1 0 10 20 30 km 1 cm = 12,5 km

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15°

41°

40°

Longitudine 14° Est da Greenwich

Isola d’Ischia(Napoli) Isola

di Procida

Isola di Capri(Napoli)

Santuario diMontevergine

Vesuvio1281

MonteMaggiore

1037

1823

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Maddaloni

Pomiglianod’Arco

Santa MariaCapua Vetere

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Eboli

San Giuseppe Vesuviano

Castel Volturno

Capaccio

Nocera Inferiore

CaivanoMarcianise

SessaAurunca

ArianoIrpino

Pozzuoli

Torre Annunziata

Portici

Torre del Greco

Ercolano

Cava de’ Tirreni

Afragola

Aversa

Giugliano in Campania

Battipaglia

Gragnano

Capua

Lago delMatese

Ravello

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0 10 20 30 km

1 cm = 12,5 km

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PopolazionePopolazione

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StoriaStoria

TerritorioTerritorioalle pagine 6 - 9

alle pagine 4 - 5

Scopri il

alle pagine 10 - 15

Scopri laCultura localeCultura localeCultura localealle pagine 16 - 27

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CAMPANIA deriva dal latino

campania felix, cioè «CAMPAGNA FELICE». È l’espressione con cui i Romani chiamavano

questa regione, riferendosi alle sue pianure fertili e al suo clima mite.

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La regione in numeriSUPERFICIE

13 590 km2

POPOLAZIONE

5 790 187 abitanti

PROVINCE

Napoli (NA): 3 082 756 abitanti

Avellino (AV): 437 649 abitanti

Benevento (BN): 288 572 abitanti

Caserta (CE): 891 473 abitanti

Salerno (SA): 1 089 737 abitanti

FIUMI PRINCIPALIVolturno: 175 kmGarigliano: 158 kmOfanto: 134 kmCalore Irpino: 108 kmCalore Lucano: 63 kmSele: 64 kmMONTI PRINCIPALIMonte Miletto: 2 050 mVesuvio: 1 281 m (vulcano)

Benevento

Napoli

Caserta

Avellino

SalernoOsserva la posizione

della Campania rispetto alle altre regioni d’Italia.

LE ATTRAZIONI DELLA TUA REGIONE.Cercale nelle prossime pagine vicino a questo simbolo!

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PreistoriaNel Paleolitico le grotte costiere dell’Isola di Capri fu ro -no abitate dall’uomo di Neanderthal. Nel V millen-nio a.C. si svilupparono i primi villaggi. Dal I millennioa.C. si diffuse l’agricoltura. Nei pressi di Capua èstata ritrovata una necropoli che risale all’Età del ferro.

Età anticaA partire dalla seconda metà dell’VIII secoloa.C. i Greci occuparono alcuni insediamenti giàesistenti e fondarono nuove colonie lungo lacosta. Nel VI secolo a.C. la zona costiera passòagli Etruschi. Nella seconda metà del V secolole aree interne vennero progressivamenteoccupate dai Sanniti, coi quali in seguito siscontrarono i Romani per il controllo dellaregione. Ne uscirono vittoriosi i Romani, chenel 304 a.C. completarono la conquista di que-sti territori. Sotto il dominio romano, la Campania ebbe un periodo di splendore, furonorealizzate numerose strade fra cui la via Domiziana, la via Latina e la via Appia.

Medioevo (dal 476 d.C. al 1492)Dopo la caduta dell’Impero romano, la regione s’impove-rì a causa delle ripetute invasioni e dei numerosi saccheg-gi a opera delle popolazioni barbariche provenienti dalnord Europa: Visigoti, Ostrogoti e, infine, Lon go bar di.Questi ultimi occuparono la regione per duecento an ni ecostruirono castelli, strade e nuove città. Isti tui ro no unaserie di Ducati fra i quali il più famoso fu quello diBenevento. La città di Amalfi conquistò invece l’indipen-denza e diventò un’importante Repubblica marinara.

La storiaLa storiaLa storia

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Medioevo (476-1492 d.C.)

Nell’XI secolo i Normanni estesero il loro dominio sulla Campania e sulle regioni vicine,annettendole al Regno di Sicilia. I Normanni divisero la regione in piccoli stati, chiamatifeudi, e le ridiedero un periodo di benessere. Salerno divenne il centro più importante.Dopo i Normanni, il potere passò agli Svevi; sotto il dominio di Federico II la Campaniaattraversò un periodo di pace e progresso. Napoli divenne un importante centro cultu-rale. La regione fu poi controllata dagli Angioini prima e dagli Aragonesi poi, che lariportarono a uno stato di arretratezza e povertà.

Età moderna e contemporaneaNel Cinquecento tutta l’Italia meridionale passò sottoil controllo degli Spagnoli, che la governarono finoal Set tecento. La regione, dopo un periodo sotto gliAustriaci (1713-1734), passò ai Borboni, che rima-sero sul trono fino a metà dell’Ottocento.Dopo la spedizione dei Mille, guidata da Garibaldinel 1860, la Campania entrò a far parte del Regnod’Italia. Con l’annessione al Regno d’Italia si mani-festarono numerosi problemi sociali ed economici. Dopo la Seconda guerra mondiale, alla crescita dellapopolazione si accompagnò uno sviluppo edilizio di -

sor dinato. Si aggravò la situazione economica, le campagne si spopolarono, crebbe l’im -migrazione e si diffuse il fenomeno della malavita. Nel 1980 un violento terremoto colpì una vasta zona della Campania, interessando inparticolare la città di Avellino e l’Irpinia. Molte furono le vittime e assai gravi i danni pro-dotti alle abitazioni.

Con compagni e insegnante aggiorna la linea del tempo

scrivendo quali sono gli episodi più significativi accaduti

in Campania negli ultimi anni.

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Oggi

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L’Appennino Campano scende verso la costa tirre-nica con catene montuose distribuite in modo irregola-re e separate da conche. A nord sono situati i monti del Matese ai quali appartiene la cima più alta della

regione: il Monte Miletto. Più a sud s’incontrano i rilie-vi del Sannio, dell’Irpinia, iMonti Picentini, il MonteAlburno e l’altopianodel Cilento, tutti di originecalcarea.Paralleli alla costa si trova-no gli apparati vulcanici di Roc ca monfina, dei CampiFlegrei e del Vesuvio, formati da rocce calcaree facil-mente erodibili dall’acqua piovana che penetra nel ter-reno scavando grotte sotterranee.Campi Flegrei

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Il paesaggioIl paesaggioIl paesaggio

Monti

Monte Alburno

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La Campania presenta paesaggi vari: quello appenninico nella zona internae quello della zona costiera.

Il territorio campano è situato tra l’AppenninoCampano e il Mar Tirreno. A nord la regioneconfina con il Lazio e il Molise, a est con laPuglia e la Basilicata, a sud e a ovest con il MarTirreno. 15%

pianura15%pianura

34%montagna34%montagna

51%collina51%collina

• La regione ospita molti spazi naturali protetti, fra i quali spiccano il Parco Nazionale delVesuvio e il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.

Visita i parchi sui siti:

www.parconazionaledelvesuvio.itwww.pncvd.it

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I fiumi sono brevi e a carattere torrentizio. I principali sfocia-no nel Mar Tirreno e sono: il Vol tur no, il Garigliano, ilCalore Irpino (affluente del Volturno), il Calore Lucano(affluente del Sele) e il Sele. L’Ofanto si getta invece ne l -l’Adriatico. Il Garigliano segna il confine naturale con il Lazio.Le zone pianeggianti si sviluppano lungo i fiumi. Da nord siaprono la Pianura Campana, solcata anche dal Volturno,e la Piana del Sele.

Vicino alla costa sono presenti piccoli laghi di origine vulcanica, suiMonti del Matese c’è il Lago del Matese di origine carsica.

Le coste sono frastagliate e for-mano quattro golfi: il Golfo diGaeta (per metà in territoriolaziale), il Golfo di Napoli, ilGolfo di Salerno e il Golfo diPolicastro.Le coste sono per lo più alte erocciose, eccetto nel Golfo diGaeta. Appartiene alla Campanial’Arcipelago Campano, con le isole di Ischia,Procida e Capri. Ischia è la più vasta isola della regione.

Il clima è mediterraneo, secco d’estate e piovoso in autunno e in primavera. Ininverno sull’Appennino sono frequenti le nevicate.

Il climaIl climaIl clima

Fiumi e pianure

Laghi, coste e isole

Fiume Sele

• Isola di Capri

Isola di Procida

Isolotto di Ischia Porto

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La floraLa floraLa florae la faunae la faunae la faunaIn Campania sono stati contati circa tremila tipi diversi di piante e fiori.

Sul territorio della regione sono presenti sia specie tipicamente meri-dionali, che prediligono gli ambienti aridi, sia specie settentrionali.Le zone costiere e le isole ospitano, oltre a piante originarie dei paesi caldi(come agavi e opunzie), le tipiche specie della macchia mediterranea: corbezzoli,

olivastri, mirti, allori, carrubi, rosmarini, lecci(foto a sinistra) e ginestre.Lungo i tratti di costa rocciosa vivono alcuni fiori rari,come la primula di Palinuro (foto in alto).Nel Cilento si possono inoltre osservare pinete di pinid’Aleppo e pini marittimi. Tra i 400 e i 1000 metriprevalgono i boschi di querce e, nelle zone menoassolate, i castagneti. Salendo in quota, i boschi difaggio, misti a ontani e aceri, si sostituiscono a quel-li di quercia; bellissime sono le faggete del Matese,dei Monti Picentini e del Monte Cervati.

Anche nelle zone interne appenniniche non mancano le piante rare, fra la quali il linodelle fate dei Monti Picentini e alcune specie sopravissute al periodo glaciale: l’abetebianco e il pino nero.

Il pino d’AleppoIl pino d’AleppoIl pino d’AleppoÈ la conifera più resistente al caldo e alla siccità, tipicadelle aree mediterranee, dove vive su rocce calcaree osulle coste sabbiose. In genere, ha il tronco contorto, defor-me e spesso inclinato. La chioma è variamente ramificatae leggera. Gli aghi crescono disposti a coppie e sono di un belcolore verde chiaro, tendente al grigio-blu. Le pigne sono ovali eallungate. Gli esemplari adulti possono raggiungere i 15-20 metri d’altezza.

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Nonostante il diboscamento e l’eccessiva urbanizzazione, in alcune aree si possono ancora incontrare numerose specie animali.

Nelle zone umide sono state contate alcunedecine di specie di anfibi, tra cui il rosposmeraldino e l’ululone dal ventre giallo. Tra i rettili, è significativa la presenzadella tartaruga marina, palustre e dellarara testuggine comune. Tra i serpen-ti vi sono esemplari di cervone e dicoronella austriaca.Gli uccelli sono numerosi. Gliambienti costieri, di palude e di fiume ospitano garzette,

aironi, cavalieri d’Italia, cormo-rani e gabbiani; nelle aree internevivono picchi neri, fringuelli,ghiandaie, cince e luì. Tra i rapaci diurni vi sono poiane,bianconi, sparvieri e alcuneaquile reali. Tra i rapaci not turni visono esemplari di gufo comune,

gufo reale e civetta.I mammiferi presenti sono cinghiali,

volpi, lupi, martore e alcuni esemplari dilontre e gatti selvatici. Vivono numerosi tipi di pipistrelli, fra iquali il molosso di Cestoni.Da non dimenticare, i pesci d’acqua dolce come il vairone, l’alborella meridionale ele tipiche specie marine.Sui faraglioni dell’isola di Capri vive un singolare tipo di lucertola: il suo aspetto, infatti,si differenzia da quello della lucertola comune per le tinte azzurre e nere.

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Il molosso di Cestoni è un pipistrello con una lunga coda,sporgente dal corpo, e grandi orecchie. Vive nella Pianurapadana e sulla costa tirrenica, in grotte e crepacci. Lo si puòvedere mentre vola già al crepuscolo, spesso assieme ai ron-doni, a caccia di insetti. È diffuso nell’Europa meridionale, inAfrica settentrionale e nell’Asia centrale, fino al Giappone. InItalia è presente su quasi tutto il territorio nazionale.

Il molosso di CestoniIl molosso di CestoniIl molosso di Cestoni

• Testuggine comune

• Civetta

• Gabbiano

• Volpe

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Le cittàLe cittàLe città

Napoli si estende sul golfoomo nimo, dominato dal Vesuvio.Fu fondata dai Greci nel IX seco-lo a.C. e abitata poi dai Romani.Conobbe il massimo sviluppoartistico tra il XVII e il XVIII seco-lo. La lunga storia della città è«raccontata» da numerosi mo -nu menti, che risalgono a epo-che diverse (greco-romana,angioina, aragonese…). Tra i suoi monumenti principali ci sonoil Palazzo reale, il Castel dell’Ovo, il Castel Nuovo, laGalleria Umberto I, la Reggia di Capodimonte e numero-

se chiese, fra le quali spicca il Duomo di san Gennaro.Napoli è la più grande città dell’Italia meridionale e il suo porto è uno dei più attivi di tuttoil Mediterraneo.

Il capoluogo

La Campania è seconda solo alla Lombardia per numero di abitanti. La popolazione siconcentra in pianura e sulla costa. Nella provincia di Napoli la densità di popolazio-ne è altissima: 2 633 abitanti per km2. Nelle zone collinari e montuose, invece, la densi-tà è inferiore a 100 abitanti per km2. Con quasi 11 nati per ogni 1 000 abitanti, la Campaniaè la regione d’Italia in cui nascono più bambini.

È la regione italiana con la più alta densità demografica: 426 abitanti per km2, controi 196 della media nazionale.

Porto di Napoli

Veduta della città

Napoli

Benevento

Avellino

Caserta

Salerno

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Un uovo nel castello?Un uovo nel castello?Un uovo nel castello?

Sull’antico isolotto di Megaride sorge il Castel dell’Ovo. Il nome curioso deriva dauna leggenda. Essa afferma che il poeta Virgilio, volendo fare cosa grata ai napoleta-ni, avesse nascosto in un luogo segreto del castello un uovo magico. Poiché l’uovoera dotato del potere di difendere Napoli da qualsiasi catastrofe, da quel momento ildestino del castello e quello della città furono legati.

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Il Palazzo reale risale ai primi del 1600 e fu costruito per i soggiorni a Napoli del re diSpagna. È un edificio maestoso, molto diverso dai castelli fortificati fatti costruire dai reangioini e aragonesi. Sulla sua facciata si aprono archi e nicchie con all’interno otto statue cheritraggono i sovrani più illustri che hanno governato la città; nella foto vedi la facciata sud.

In Piazza Municipio, vicino al porto di Napoli, sorge il CastelNuovo, comunemente detto Maschio Angioino, perchéfu fatto costruire dal re Carlo d’Angiò nel XIII secolo. È cir-condato da un fossato e ha cinque torri cilindriche. Per cele-brare il successo e la potenza della dinastia aragonese, il por-tale d’accesso al castello fu adornato da un monumentalearco di marmo bianco. Al di là del fossato e dell’arco, vi è unampio cortile interno, sul quale si aprono diversi portali, di

servizio alle varie ali etorri della fortezza. Sul lato opposto a quello d’ingres-so, una lunga scalinata porta alla Sala dei Baroni, cheoggi ospita le sedute del Consiglio comunale.

La Galleria Umberto I fu inaugurata nel 1892 percollegare quattro ampi edifici. La struttura in ferro evetro è larga ben 15 metri. Le vetrate formano quat-tro bracci, che s’intersecano in corrispondenza di unaampia cupola. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecentodivenne il centro artistico della città. Oggi è la sededi negozi e uffici.

A spasso per Napoli

11Galleria Umberto I

Castel Nuovo

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In provincia di Salerno si trova la Costiera Amalfitana,che comprende note e affascinanti località turistiche apicco sul mare, fra cui Amalfi, Po sita no, Ravello eVietri. Chi arriva ad Amal fi per la prima volta rimaneaffascinato dalla bellezza della Cattedrale che domina lapiazza dall’alto di una scalinata. Si tratta di una costruzio-ne medievale, con la facciata ornata di marmi pregiati evivaci mosaici. Molto bello anche il campanile, che termi-na in una cupola decorata con maioliche variopinte.

È una città portuale, che si affaccia sul golfo che ha lostesso nome. È sede di industrie alimentari, tessili emeccaniche, ma la bellezza del suo territorio, la storiadi queste terre e le lunghe tradizioni ne fanno unimportante centro turistico. La città è dominata dalCastello di Arechi, fatto realizzare da un principelongobardo su antiche mura. Un lungo viale alberato, ilLungomare Trieste, costeggia il porto.

CasertaSorge al confine della Pianura Campana in una zonapianeggiante attraversata dal Volturno. Nel suo fertileterritorio è molto sviluppata l’agricoltura. In città, oltrealla famosa reggia borbonica, è possibile visitare ilPalazzo Vecchio, costruito in epoca angioina e oggiusato come palazzo della prefettura. Altre mete inte-ressanti sono la Cattedrale; la chiesa di sanGiovanni Battista; il convento di sant’Agostinoe la Cappella dell’Immacolata concezione.

Salerno

Castello di Arechi

Le cittàLe cittàLe città

Una costiera da sognoUna costiera da sognoUna costiera da sogno

Cattedrale di Caserta12

Cattedrale di Amalfi

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BeneventoSorge su un colle nella zona montuosa del Sannio.Fondata nel IV secolo a.C., si chiamava Maleventum, cioè«cattivo evento». I Romani le cambiarono nome inBenevento, dopo aver sconfitto nel 275 a.C. il re del -l’Epiro. Passò poi ai Longobardi. Il territorio conservanumerose testimonianze archeologiche del suo passato,come l’arco di Traiano, il teatro romano o il ponteromano Leproso. La città ha sviluppato attività industriali nei settori alimen-tare, metalmeccanico e della lavorazione del legno. Le aree agricole sono specializzate nelle produzioni diqualità (olio, vino e prodotti lattiero-caseari).

AvellinoCapoluogo della regione montuosa dell’Irpinia, è cir-condata dalla catena del Partenio, dai Monti Picentinie dalle cime di Avella. Fu fondata nel VI secolo a.C.dall’antica popolazione degli Irpini e fu poi abitata daiRomani. Dopo le invasioni barbariche la popolazionesi rifugiò sui colli su cui sorge l’attuale città. Nel 1980l’Irpinia ha subìto gravi danni a causa del terremoto,ma oggi Avellino è una città moderna che cerca di fre-nare la disoccupazione e la povertà della sua provin-cia con lo sviluppo del terziario.

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Antiche cittàAntiche cittàAntiche città

U

Sono numerose le testimonianzedello splendore e dell’importanzadalla Campania fin dall’antichità.Del periodo greco restano i magni-fici templi di Paestum (foto a sini-stra) situata nella Piana del Sele.Ancora più noti sono i resti diErcolano e Pompei. Queste duecittà romane, distrutte da una terri-

bile eruzione del Vesuvio, avvenuta nell’agosto del 79 d.C., sono state riportate allaluce dagli scavi archeologici. Le ceneri e il fango sotto cui rimasero sepolte le duecittà hanno conservato perfettamente le case e persino l’immagine di molti abitanti:infatti le impronte lasciate dai corpi nella cenere indurita ci mostrano le persone nel-l’esatta posizione in cui furono sorprese dalla morte.

• Avellino, Piazza della libertà con Palazzo Principi Caracciolo

• Arco di Traiano

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4,8%primario4,8%primario

70,8%terziario

70,8%terziario

24,4%secondario24,4%secondario

Nelle fertili pianure lungo la costa (Pianura Campana e Piana del Sele) e nell’area attor-no al Vesuvio si producono albicocche, ciliegie, pesche e pomodori, tra cui ilnoto San Marzano. È diffusa la coltivazione di fichi, susine, melanzane (foto a

destra), patate, cavolfiori, peperoni, carciofi e insalata. Le produzioni di canapa, tabacco e barbabietole da zucchero rappresentano una voce importante. L’internomontuoso (Sannio e Irpinia) ha un’agricoltura povera,di tipo estensivo, basata soprattutto sulla coltivazio-ne dei cereali. Sulle colline si producono uva,olive, noci e nocciole (foto a sinistra).

AgricolturaAgricolturaAgricoltura

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economicheeconomicheeconomicheLe attivitàLe attivitàLe attività

Nella regione è diffuso l’allevamento di pecore, capre e maiali. Nelle province diCaserta e Salerno è caratteristico l’allevamento delle bufale, un bovino dal cui lattesi ricava la rinomata mozzarella di bufala. È praticata inoltre la pesca, anche seoggi ha meno importanza rispetto al passato.

Allevamento e pescaAllevamento e pescaAllevamento e pesca

La Campania è una regione dai grandi contrasti. Il reddito medio disponibileper abitante (E 11 265) è tra i più bassi d’Italia.

Negli ultimi anni l’economia della regione è in ripresa, grazie allo sviluppo del terziarioche ha favorito le piccole e medie imprese; anche il settore turistico è in crescita, tuttaviail tasso di disoccupazione resta ancora alto (12,8%) rispetto alla media italiana (6,8%),soprattutto nelle aree interne. Per questo motivo la Campania registra ancora una forteemigrazione.

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Sul Golfo di Napoli e sul Golfo di Salerno si concen-trano le grandi industrie petrolchimiche, farmaceutiche, metallurgiche, meccaniche,elettroniche, elettromeccaniche e i cantierinavali. Le aziende tradizionali sono quelle alimen-tari: pastifici, caseifici, industrie legate alla conservazione dei prodotti agricoli (salsa dipomodoro, cibi in scatola, marmellate). Nel Ca ser -ta no spiccano le fiorenti attività del distretto tessi-le di Aversa e di quello orafo di Marcianise.

IndustriaIndustria

La tradizione artigianale si basa sullalavorazione del cuoio, del corallo, dellamadreperla e della ceramica, come le

preziose porcellane di Capodimonte.In provincia di Avellino è diffusa la conciadelle pelli. Fra le attività più caratteristiche c’è la pro-duzione di presepi, che ha avuto originenel Settecento a opera non solo di abili arti-giani, ma anche dei migliori scultori del-l’epoca. Inizialmente di legno, poi di cera e terracotta, ancora oggisono richiesti in tutta Italia. A Napoli esiste addirittura una via in cui si

vendono esclusivamente questi capolavori in miniatura.

ArtigianatoArtigianatoArtigianato

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Per la regione è fondamentale il turismo, legato alocalità famose come Capri, Ischia, Amalfi, Ercolano,Pompei o Paestum. Di rilievo sono inoltre le attivitàcommerciali e portuali collegate al turismo.Consistente è l’occupazione nel pubblico impiego,che non ha ancora portato a un miglioramento dei ser-vizi, meno efficienti che in altre regioni d’Italia.

TerziarioTerziarioTerziario

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Nel mese di novembre a Maddaloni (Caserta) si posso-no gustare le dolci mele coltivate già al tempo degli antichiRomani, le «melannurche». Le mele vengono raccolteancora verdi e fatte maturare a terra, nei cosiddetti melai,su strati di aghi di pino e trucioli. In questo modo si posso-no ndurcare (dal latino indulcare: «addolcire»).

La Sagra della «melannurca»La Sagra della «melannurca»La Sagra della «melannurca»

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Ogni popolo nel corso dei secoli ha sviluppato abitudini e costumi caratteristici che hannoinfluenzato il suo modo di parlare, la sua cucina, i suoi canti e le sue feste. Il folklore èl’insieme delle tradizioni popolari (proverbi, canzoni, musiche, ninnenanne, abitudini ali-mentari…) e delle loro manifestazioni. Lo studio del folklore passa attraverso libri, dischi,spettacoli, sagre paesane e musei etnografici, ma anche attraverso ricerche «sul campo».Così gli studiosi del folklore raggiungono i paesi più isolati per raccogliere testimonianze,per farsi raccontare dagli anziani storie e leggende locali o per partecipare alle feste pae-sane che si svolgono ancora con gli stessi rituali di molti secoli fa.

Il folkloreIl folkloreIl folkloreIl folkloreNel bagaglio folkloristico della Campania spiccanomolte sagre e alcune curiose celebrazioni.

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La Sagra dell’uvaLa Sagra dell’uvaLa Sagra dell’uva

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In settembre a Solopaca (Bene ven to) durante la Sa gra dell’uva si possono ammirare gli straordinaricarri al legorici, le cui scene sono realizzate incol-lando pazientemente a uno a uno i chicchi di uva,selezionati per grandezza e sfumatura di colore. La manifestazione, che risale al ‘700, oggi è arricchitada sfilate con personaggi in costume, sbandieratori e tanta musica per le strade.

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A Montemiletto (Avellino) il carnevale si festeggiacon la coppia Zeza-Pulcinella. Zeza è il vezzeggiativodi Lucrezia, moglie di Pulcinella. In occasione delcarnevale gli attori recitano divertenti scenette sultema del matrimonio. La festasi conclude con balli a cop-pia. In altre zone dellaCampania è proprio ilballo l’elemento di -stin tivo del carnevalee si eseguono ve lo citarantelle, seguen-do le indicazioni delcaporaballo.

Carnevale con la ZezaCarnevale con la ZezaCarnevale con la Zeza

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Il miracolo di san GennaroIl miracolo di san GennaroIl miracolo di san Gennaro

La Festa dei gigliLa Festa dei gigliLa Festa dei gigli

Ogni anno a giugno si celebra a Nola (Napoli), la Festa dei gigli,che ricorda un avvenimento accaduto nel V secolo d.C., quando iVandali saccheggiarono la città e deportarono molti abitanti inAfrica, come prigionieri. Liberati grazie all’intervento del vescovo,essi rientrarono accolti dai concittadini che sventolavano un giglio. Perricordare la vicenda si iniziò a portare in processione dei ceri ornati di fiori;con il tempo i ceri divennero sempre più grandi e oggi si sono trasformati in struttu-re che possono raggiungere anche i 30 metri di altezza.

La fama di san Gennaro, patrono di Napoli, è legatasoprattutto ai miracoli della liquefazione del suosangue, accaduti dopo la morte. Ancora oggi il miraco-lo si ripete tre volte l’anno: il 19 settembre (giorno delmartirio), il 16 dicembre (festa della città) e la primadomenica di maggio. In quest’ultima data ha luogo lacosiddetta «processione delle statue» in cui enormistatue d’argento sfilano per le vie, fra l’entusiasmo deinapoletani che per l’occasione adornano terrazzi e bal-coni con fiori e tessuti ricamati.

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Il folkloreIl folkloreIl folkloreIl folklorela

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C’ erano una volta un lupo e unavolpe che fecero il patto di divide-re tutto quello che riuscivano a

prendere. Il lupo, fiutando in giro, sentì odoredi pecora e disse alla volpe: – Comare, vadoa dare un’occhiata per queste campagne, seper caso non s’incontra qualche gregge.Si trovò nel bel mezzo di un gregge. Dopoaver azzannato un agnello, fuggì reggendolocoi denti, ma non fu svelto abbastanza: siprese tante bastonate da stare a letto unasettimana.– Visto che quest’agnello m’è costatotante bastonate – disse il lupo – me lovoglio tenere per me.– E queste pecore, le hai prese? – gli chie-deva la volpe.– Comare, non mi fido d’andarci: lasciamoperdere, da’ retta!

La volpe che non gli credeva, si disse: «Oral’aggiusto io!». Aveva scoperto un nascon-diglio pieno di miele, sotterrato dai con-trabbandieri.– Compare – disse al lupo – ho scoperto unnascondiglio pieno di miele: una cosa trop-po bella! Uno di questi giorni ci dobbiamoandare.E invece, senza dire niente al lupo, partì,l’assaggiò, si leccò i baffi e disse: – Ah, chebella cosa!

UNA FIABA NAPOLETANA

A metà del Novecento il grande scrittore italiano

Italo Calvino raccolse in un volume le fiabe popolari delle varie regioni d’Italia.

Quella che riportiamo veniva raccontata

a Napoli.

Comare volpe e compare lupoComare volpe e compare lupo

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Il lupo, sempre mezzo malandato per quel-le bastonate, ogni volta che vedeva lavolpe chiedeva: – Comare, quando ciandiamo a vedere quel miele?– Ih, compare mio! Sono molto stanca per-ché sono andata tanto lontano!– E dove sei andata, comare?– Sono stata in un paese che si chiamaAssaggiàtolo.Il giorno dopo il lupo aveva finito di man-giarsi l’agnello e domandò alla volpe: – Allora, comare, vogliamo andare?– Uh, compare, sono stanca perché sonoappena tornata!– E da dove?– Da un paese lontano che si chiama Sbafàtolo.Il povero lupo tornò ancora il giorno appres-so e la volpe finalmente disse: – Domani ciandiamo.Ma, appena lasciato il lupo, partì da sola,andò al nascondiglio e si mangiò tutto ilmiele che restava. Stava leccando il fondodel vaso quando arrivarono i contrabban-dieri, ma la volpe fu svelta e via, se la diedea gambe. L’indomani si misero in stradainsieme, lei e il lupo.– Compare, dobbiamo arrivare a un paeselontano assai: si chiama Finìtolo.E il lupo, che zoppicava sempre per quellebastonate, le tenne dietro come poteva.Quando furono arrivati in cima a un monte,la volpe disse: – Ecco, siamo arrivati aFinìtolo. Va’ avanti tu: io controllo che nonvengano i contrabbandieri a bastonarci.Il povero lupo andò, ma i contrabbandieriche s’erano accorti che il loro miele erasparito, stavano facendo la posta. Quandoil lupo arrivò trovò solo i cocci unti di miele.Affamato com’era, si mise a dar lin guate ai cocci e a un tratto gli arrivarono addosso icontrabbandieri e giù legnate! La volpe, dadistante, se ne stava a guardare. E quandoalla fine il lupo riuscì a scappare e le arrivòvicino, gettando un lamento a ogni passo, ledisse: – Comare non vedi che m’hanno ucci-so dalle bastonate? Scap pia mo presto, senon vogliamo buscarne ancora!

– Scappare? Come faccio, che mi sonostorta una zampa?E così, col lupo tutto malconcio e lei chefingeva di zoppicare, presero la via di casa.– Ah, ahi, compare mio – gemeva la volpe– come faccio con questa zampa? Portamiun po’ in groppa!E il lupo dovette prenderla in groppa. E cosìandarono via: la volpe sana a cavallo dellupo mezzo morto. E lungo la via cantava,la comare: – Guarda un po’ il caso strano: ilmorto porta il sano. – Perché canti così, comare? – chiedevaallora il lupo.– Eh, compare, è la canzone che dice così.Canto per tenerti allegro lungo la strada.Arrivarono a casa. Il lupo, dalle tante legna-te che aveva avuto e dalla tanta fatica cheaveva fatto a portare la volpe, cadde a terra.E così la volpe si vendicò di quell’agnelloche lui s’era mangiato tutto da solo.

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’O purpo se cose cu ll’acqua soja.Il polpo si cuoce nella sua acqua.L’espressione si usa per indicare una situazionein cui ci si procura un danno da soli.

’A famma fa ascì ’o lupo da ’u bosco.La fame fa uscire il lupo dal bosco.

In tutta Italia i proverbi e le canzoni dialettalisono molto numerosi.

Si dice che i proverbi siano la sapienza dei popoli; infatti dietro queste brevi frasi sinascondono sempre un insegnamento o un invito alla riflessione.

ProverbiProverbiProverbie canzonie canzonie canzoni

Leggi alcuni proverbi campani

e scopri il loro significato.

Ogne scarafone è bello ’a mamma soja.Ogni scarafaggio è bello per la sua mamma.

Addò c’è gusto nun c’è perdenza.Dove c’è gusto non c’è perdita.Il proverbio vuole dire che, quando si fa una cosa che piace, non ci si accorge nemmeno dei sacrifici che si è costretti a fare.

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Che bella cosa è ’na iurnata ’e sole,n’aria serena doppo ’na tempesta!Pè ll’aria fresca para già ’na festa:che bella cosa ’na iurnata ’e sole!

Ma n’atu solecchiù bello ohine’,’o sole miosta nfronte a te!’O sole, ’o sole miosta nfronte a te, sta nfronte a te!

Lùceno ’e llastre d’ ’a fenesta toia;’na lavannare canta e se ne vanta:e pe’ tramente torce, spanne e canta.Lùcene ’e llastre d’ ’a fenesta toia.

Ma n’atu sole…

Quanno fa notte e ’o sole se ne scenne,me vene quase ’na malinconia.Sotto ’a fenesta toia restarria,quanno fa notte e ’o sole se ne scenne.

Ma n’atu sole…

Che bella cosa è una giornata di sole,un’aria serena dopo una tempesta!Per l’aria fresca sembra già una festa:che bella cosa una giornata di sole!

Ma un altro solepiù bello non c’è,il sole mioè in fronte a te!O sole, o sole mioè in fronte a te, è in fronte a te!

Luccicano i vetri della tua finestra;una lavandaia canta e si vanta:mentre strizza, stende e canta.Luccicano i vetri della tua finestra.

Ma un altro sole…

Quando viene sera e il sole tramonta,mi assale la malinconia.Resterei sotto la tua finestra,quando fa sera e il sole tramonta.

Ma un altro sole…

La canzone che ti proponiamo è una delle più famose. È stata scritta cent’anni fa, in essa l’innamorato fa un paragone tra la bellezza di una giornata di sole e quella della donna amata.

La canzone dialettale

In tutta Italia le canzoni dialettali, cioè le canzoni il cui testo è in dialetto, sono moltonumerose. Anche la Campania non fa eccezione. Molte canzoni trattano del doloreprovato dall’emigrante, che è costretto a lasciare la propria terra per guada-gnarsi da vivere all’estero, oppure parlano d’amore. Molte di queste sono famo-se anche all’estero. Il loro successo è stato determinato dal fatto che parole emusica spesso sono state scritte da grandi autori.

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In Campania, oltre aglispaghetti, è possibiletrovare tante produ-zioni artigianali dipasta: i rigatoni, lemafalde, gli ziti, ipaccheri… Sono abba-stanza diffusi anche gli gnoc-chi alla ricotta e il sartù, un timballo diriso con carne e uova. Nella zona diSorrento si preparano i caratteristici perciatelli, bucatini saltati in padella conla salsa di pomodoro e la ricotta, e i famo-si cannelloni alla sorrentina ripieni diformaggio, prosciutto, carne tritata e uova.

Nei piatti campani sono spes-so presenti i pesci: fritturemiste di calamari e triglie, zuppe di pesce ele famose alici «ammul-leccate», condite con

aromi, ricoperte di pan grattatoe cotte al forno.

Fra le numerose verdure spiccano itipici cavolfiori giganti, il carciofodi Paestum, il pomodoroSan Marzano, dalla formaovale e dal sapore dolce, ei ricercati pomodori agrappolo.

Vini e liquoriVini e liquoriVini e liquori

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I vini campani più pregiati sono il Greco di Tufo, adattoper le portate a base di pesce, e il Fiano di Avellino,consigliato per gli antipasti.Il tipico liquore campano è lo Strega, a base di erbe, spe-zie e scorze d’agrumi. Con i limoni di Amalfi si produce ilfamoso Limoncello e con le noci di Sorrento si preparaun liquore chiamato Nocino.22

In cucinaIn cucinaIn cucinaI piatti tipici sono moltissimi, ma il più conosciutoè sicuramente la pizza.La cucina campana è una delle più ricche e varie di tutt’Italia: infatti grazie al clima e allaconformazione del suolo, che alterna località marine a località montuose, sono disponibilivari tipi di carne e pesce. Grazie alla fertilità del suolo di origine vulcanica sono diffusianche molti prodotti ortofrutticoli.

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Fra i prodotti gastronomici più conosciuti della Campania c’è lamozzarella di bufala, vero ingrediente della pizza napoleta-na. Si cucina anche «in carrozza», cioè fritta. La cucina campa-na è resa gustosa anche da molti altri formaggi, come per esem-pio il caciocavallo silano DOP (Denominazione di OrigineProtetta), il burrino in corteccia e la provola affumicata.

Formaggi in carrozzaFormaggi in carrozzaFormaggi in carrozza

D La pizza nacque a Napoli verso l’inizio del Settecento,al tempo in cui il pomodoro, proveniente dall’America,cominciava a essere coltivato regolarmente sotto ilsole della Campania. Fu così che alla semplicefocaccia tradizionale, a base di acqua, farina e sale,si aggiunsero il pomodoro e un filo d’olio d’oliva.Oggi la pizza è diventato un piatto esportato in tuttoil mondo dai milioni di italiani emigrati all’estero.

Perché si chiama Margherita?Perché si chiama Margherita?Perché si chiama Margherita?

V

L’11 giugno 1889 la regina d’Italia Margherita di Savoia convocò al palazzo di Capo -di monte il pizzaiolo Raffaele Esposito per farsi preparare una pizza. In quell’occa-sione fu inventata una nuova varietà di pizza che fu chiamata Margherita in onoredella regina. I suoi ingredienti erano pomodoro, mozzarella e basilico, che con i lorocolori rosso, bianco e verde ricordavano il Tricolore italiano.

Delizie da favola!Delizie da favola!Delizie da favola!Uno dei dolci più conosciuti è il babà(foto a destra), formato da una sofficepasta imbevuta di sciroppo al rum.Secondo la leggenda il nome deriva da Alì Babà,uno dei protagonisti dei racconti de Le mille e unanotte. Fra le altre specialità regionali ci sono la pastiera, una

torta di pastafrolla ripiena di ricotta fresca, uova e aromi vari, e le sfo-gliatelle alla crema (foto a sinistra).

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Come nacque la pizzaCome nacque la pizzaCome nacque la pizza

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La Reggia di Caserta fu fatta costruire daCarlo III di Borbone nella seconda metà delSettecento. L’architetto che la progettò fuLuigi Vanvitelli. Il grande edificio aveva tuttociò che poteva servire alla vita di corte: gliappartamenti reali, le scuderie, i magazzini epersino un teatro, una biblioteca e una pina-coteca. Lo spettacolare parco è famoso perle sue cascate e per le monumentali fontane.

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La Campania è ricca di testimonianze del passato: resti romani, splendidi palazzi,chiese maestose…

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Nel 79 d.C. in seguito a una violenta eruzio-ne del Vesuvio, la lava sommerse le città diErcolano e Pompei. A quel tempo, graziealla sua posizione sul mare, Pompei era unimportante centro commerciale moltopopolato. Tra la fine del Settecento e il1860, gli archeologi si misero al lavoro perriportare alla luce le due antiche città. Oltrealle numerose abitazioni, sono state trova-te bellissime ville, ornate con splendide pit-ture e mosaici, teatri, anfiteatri e terme.

Arte e museiArte e museiArte e musei

• Scopri la Reggia di Caserta sul sito:

www.reggiadicaserta.org

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REGGIACasert

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DUOMONapoli

RESTI DELLA CITTÀ ROMANAPompei CATTEDRALEAmalfi

TEATRO ROMANOBenevento

Descrivi qui sotto il monumento

che hai ricostruito.

Osserva sulla carta dove sono collocatii principali monumenti della Campania.

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Ritaglia i pezzi del puzzle e scopri qual è il monumento raffigurato.

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• Museo archeologico nazionaleNapoli - Piazza Museo, 19

• Museo e gallerie nazionali di CapodimonteNapoli - Via Milano, 2

• Reggia di CasertaCaserta - Parco della Reggia Via Douhet, 2/a

• Museo del SannioBenevento - Piazza Santa Sofia

• Museo irpinoAvellino - Palazzo della CulturaCorso Europa

• Museo della ceramica «Alfonso Tafuri»Salerno - Largo Cassavecchia

• Museo archeologico provincialeSalerno - Complesso San BenedettoVia San Benedetto

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Molto spesso i musei espongono talmentetanti reperti che è quasi impossibile osser-vare tutto. Quindi, quando si va a visitareun museo, è meglio prepararsi prima, con-sultando un catalogo per scegliere checosa ci interessa di più.Molti musei propongono esperienze dilaboratorio, che permettono di sperimenta-re, giocare o realizzare piccole opere d’arte.

A spassoA spassoper i museiper i musei

A spassoper i musei

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Secondo gli antichi Greci,

le Muse erano le divinità che proteggevano le arti,la poesia e le scienze.Museo vuol dire «luogo sacro alle Muse».

Ci sono musei di vario tipo: quelli che rac-colgono scoperte scientifiche, quelli chericostruiscono l’ambiente in cui vivono glianimali, quelli dedicati alle tradizioni popo-lari, al teatro, al cinema… A seconda deltipo hanno nomi diversi: per esempio, lepinacoteche conservano i dipinti e i museiarcheologici raccolgono testimonianze eoggetti antichi.

Arte e museiArte e museiArte e musei

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Nel Museo archeologico nazionale di Napoli sonoconservate pitture e mosaici delle ville di Pompei edErcolano, come quello che vedi qui a lato. Il mosaico raf-figura una ragazza concentrata e pensosa mentre portaalla bocca lo stilo, che serviva per incidere la cera sulletavolette (gli antichi quaderni). La cera veniva poi lisciatacosì le tavolette potevano essere riutilizzate.

Questa Crocifissione conservata al Museo di Capodimonte, aNapoli, è stata dipinta da Masaccio nel 1426. Il pittore è riuscito a rendere la disperazione e il dolore che provano i personaggi. La Madonna e san Giovanni stanno piangendo. La Maddalena è inginocchiata davanti alla croce e si intuisce la suadisperazione dalle mani levate in alto. Sulla croce spunta un albe-ro: l’Albero della vita, che simboleggia la risurrezione di Gesù.

Questo mosaico ornava una delleville di Pompei ed è ora conserva-to al Museo archeo lo giconazionale di Napoli. Rap pre -sen ta un fondo marino, infatti siintitola Animali marini. Un mosaico è composto da tantipezzetti di vetro colorato che sichiamano tessere. Le tesserevengono accostate e fissate allaparete o al pavimento con lamalta, un impasto di acqua, sab-bia e cemento. Quando la maltaasciuga, il mosaico diventa moltoresistente e i suoi colori rimango-no intatti nel tempo.

Prova a colorare questomosaico e poi vai a vedere

l’originale, per scoprire se tue l’artista amate gli stessi colori. 27

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GiochiGiochi

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Quali parole, che si riferiscono alla Cam pa -nia, si nascondono nei seguenti anagram-mi? Dovrai scoprirlo, provando a cambiarel’ordine delle lettere, come nell’esempio.

Dividetevi a squadre. Vincerà la squadra chescoprirà in meno tempo le parole nascoste.

TRA CASE | CHI SIA | AGATE | ELSE |MA FILA | RIGANO AGLI | SE TEMA |SON TORRE |

Completa il cruciverba e nella colonna evi-denziata scoprirai il nome di una famosaisola dell’Arcipelago campano.

1. La più vasta isola campana.

2. Città nella cui provincia si trovano le lo ca lità turistiche di Amalfi e Positano.

3. Capoluogo della Campania.

4. Provincia conosciuta per la sua reggia,pro gettata da Luigi Vanvitelli.

5. Capoluogo dell’Irpinia.

L’acrostico

Il rebus

Gli anagrammi

Il cruciverba

NapoliNapoliPalinoPalino

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3

4

5

Questo gioco consiste nel disporreuna parola in verticale e utilizzare ognilettera di questa come iniziale diun’altra parola. Osserva l’esempioqui a lato.Scegli una provincia della Campaniae inventa un acrostico, poi leggilo inclasse ai tuoi compagni.

Sai risolvere un rebus? Sostituisci ai dise-gni le parole che rappresentano e scopriraiuno dei famosi prodotti dell’artigianatocampano. I numeri tra parentesi indicano da quantelettere è formata ogni parola.

CE CHE

DI

DI

(9,2,11)

NAP

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essunltroaeseffreuoghiindimenticabili

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Traforo delM. Bianco

Colle delMonginevro

Passo delSempione

Traforo delFréjus

Colle delMoncenisio

Colle di Tenda

Passodello Stelvio

Passo del Brennero

Passo delTonale

Passodei Giovi

Colle diCadibona Passo

dell’AbetonePasso

della Futa

Passodella Cisa

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Ischia

Isole Egadi

I s o l e E o l i e

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Pantelleria

VerrèsCourmayeur

Alba

Marostica

Murano

Chioggia

Asiago

Burano

Brunico

Riva delGarda Aquileia

S. Danieledel Friuli

Comacchio

PortofinoFaenza

Volterra

S. Benedettodel Tronto

Fabriano

Orvieto

Gubbio

Todi

Assisi

Narni

Foligno

Tarquinia

Cassino

CerveteriCivitavecchia

Marino

Fiuggi

Gaeta

Cocullo Termoli

Jesi

Pietrabbondante

Amalfi

ErcolanoPompei

PaestumSorrento

GiffoniAlberobello

Otranto

ViesteManfredonia

S. Mariadi Leuca

Gioia delColle

Melfi

Maratea

Metaponto

Eraclea

Gioia Tauro

Sibari

Tropea

LocriVillaS. Giovanni

Soverato

Cefalù

Taormina

Mazaradel Vallo

Marsala

Noto

Augusta

Bomarzo

Alghero

Barùmini

PortoTorres

Orosei

Cortinad’Ampezzo Tolmezzo

Palmanova

Riace

Arbatax

Latina

Frosinone

TeramoPescara

Chieti

Isernia

CasertaAvellino

Salerno

Benevento

Foggia

Asti

Cuneo

Vercelli

Biella

Alessandria

Novara

Verbania

LeccoBergamo

Brescia

Pavia Cremona

Varese

Lodi

Como

Mantova

Sondrio

Belluno

Padova

Rovigo

Treviso

VeronaVicenza

Bolzano

Gorizia

Pordenone

Udine

Imperia

SavonaLa Spezia

Rimini

Ferrara

Ravenna

Forlì

Modena

ReggioEmiliaParma

Piacenza

Cesena

Prato

Massa

Lucca

Pistoia

PisaLivorno Arezzo

Siena

CarraraPesaro

Macerata

Urbino

Fermo

Monza

Grosseto

AscoliPiceno

Terni

Viterbo Rieti

Nuoro

Oristano

Sassari

Carbonia

Iglesias

TempioPausania Olbia

Sanluri

TortolíLanusei

Taranto

Brindisi

Lecce

Andria

BarlettaTrani

Matera

Cosenza

Reggiodi Calabria

Vibo Valentia

Trapani

Messina

Caltanissetta

Agrigento

EnnaCatania

Siracusa

Ragusa

Crotone

AOSTA

TORINO

MILANOVENEZIA

TRENTO

TRIESTE

GENOVA

BOLOGNA

FIRENZEANCONA

PERUGIA

ROMA

L’AQUILA

CAGLIARI

CAMPOBASSO

NAPOLI

BARI

POTENZA

CATANZARO

PALERMO

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Autostradeitaliane

Scala 1 : 7 000 000

0 50 100 150 Km

viaggio!InInviaggio!

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Principali vie di comunicazione stradali

Nelle prossime pagine ti proponiamo un itinerario nei luoghi caratteristici della tua regio-ne e di alcune di quelle confinanti: sulla carta dell’Italia che trovi in questa pagina colo-ra in rosso le strade percorse.

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Si visita poi l’area archeologica di Metaponto, importante città della Magna Grecia, che ospitò il celebre matematico e pensatore Pitagora.

Uno dei luoghi più affascinanti della Campania è la Costiera Amalfitana, dove fra aranci, mandorli e ulivi si trovano pittoreschi paesi a strapiombo sul mare.

In Basilicata si prosegue per i «Sassi» di Matera, abitazioni scavate nella roccia. I materiali di scavo, tagliati in blocchi, sono statiutilizzati per costruire facciate,strade e scalinate di collegamento.

La prima meta dellaCampania è la Reggia di Caserta, costruita nel1700. Ha più di 1200 stanze e giardini spettacolari.

A Giffoni da oltre30 anni si svolge il festival internazionale del cinema dedicatoai bambini!

Benevento

Volturno

Ofanto

Sele

Caserta

Ischia

Capri

Ercolano

Pompei

Sorrento

Amalfi

Avellino

SalernoGiffoni

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Paestum

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viaggio!InInviaggio!

A spasso per Campania e...Questo viaggio ti propone un breve itinerario fra alcune delle localitàpiù note, caratteristiche o curiose della tua regione e di alcune diquelle confinanti. Altre mete interessanti potrai scoprirle tu, con lacuriosità di un vero viaggiatore, e proporle ai tuoi compagni.

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Fra Basilicatae Calabria si estende il Parco Nazionaledel Pollino.Simbolo del parco è il pino loricato,una pianta rarache vive fino a 900 anni! Deve il nome alla corteccia,spessa e irta come la corazza degli antichi Romani, detta appunto «lorica».

Tropea è il centro turistico più conosciuto della Calabria: è un’incantevole cittadinacostruita su una roccia di tufo a picco sul mare.

Nel Museo archeologico di Reggio di Calabriasi ammirano i Bronzi di Riace,statue bronzee di due guerrierigreci, ritrovate nel 1972 nel mare davanti a Riace.

Infine ci si imbarca per la Sicilia a Villa San Giovanni.

Bradano

Basento

Crati

Trionto

Neto

Savuto

Matera

Metaponto

Eraclea

Sibari

aratea

Cosenza

Crotone

SoveratoViboValentia

Tropea

GioiaTauro

Riace

Locri

Villa SanGiovanni

Reggio diCalabria

Catanzaro

6

7

8

P. N. dellaCalabria

P. N.dell’Aspromonte

P. N. delPollino

P. N. dellaVal d’Agri

31

Si parte! Leggi le didascalie e segui con ordine la numerazione delle diverse «tappe», in Campania, Basilicata e Calabria; poi colora

in rosso, sul disegno qui sotto e sulla carta a p. 29, le strade da percorrere.

Page 32: Mar Tirreno - WordPress.comNel Cinquecento tutta l’Italia meridionale passò sotto il controllo degli Spagnoli, che la governarono fino al Set tecento. La regione, dopo un periodo

32

• Scrivi sulla riga il nome del capoluogo di regione e sui puntini quelli dei capoluoghi di provincia.

• Individua i quattro golfi e scrivi i loro nomi.• Cerchia l’Arcipelago Campano.• Localizza l’area urbana con la maggiore densità abitativa e prova a elencare i problemi legati al sovrappopolamento.