Mappa della storia dellolivo LABORATORIO DIDATTICA APPLICATA ANNA DI LORETO APPLICAZIONE NON LINEARE...

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Mappa della storia dell’olivo LABORATORIO DIDATTICA APPLICATA ANNA DI LORETO APPLICAZIONE NON LINEARE DI POWER POINT OLIO EXTRAVERGINE D’ABRUZZO

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Mappa della storia dell’olivo

LABORATORIO DIDATTICA APPLICATA

ANNA DI LORETO

APPLICAZIONE NON LINEARE DI POWER POINT

OLIO EXTRAVERGINE D’ABRUZZO

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La didattica laboratoriale si propone di superare lo schema d’insegnamento classico fondato sul docente che spiega e l’alunno che apprende, per un metodologia che ponga al centro l’alunno quale protagonista della propria formazione

L’alunno impara:

•a selezionare all’interno dei contenuti della disciplina,quelli che ritiene più significativi

•a preparare percorsi didattici personalizzati

•a progettare un un itinerario interdisciplinare

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•Sperimentare l’uso di webquest nella didattica della storia

•Acquisire, tramite la sperimentazione del modello, le competenze per la progettazione di webquest e/o cacce al tesoro

•Sperimentare in classe pratiche di cooperative learning

OSA di riferimento:     

Conoscenze:      Dimensioni delle attività a distanza

     Ordine di scuola: primaria

Obiettivi:

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L’OLIO IN ABRUZZO

PROVENIENZA DIFFUSIONE USO

ANTICA ROMA

MINERVA ATENA

ANTICA GRECIA ANTICA ROMA ANTICA ROMAMEDITERRANEO ABRUZZO

ANTICA ROMACOSMETICA ENERGIA ALIMENTARE

PAGINA INIZIALE

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Se a partire dalle regioni piu' meridionali in Italia la coltivazione dell'olivo si sviluppa nel IV-III sec. a.C., in Abruzzo, viste le favorevoli condizioni pedoclimatiche, questa coltura non tarda ad affermarsi. Le prime tracce della vocazione olivicola dell'Abruzzo risalgono al periodo della dominazione romana quando le misure protezionistiche adottate da Roma favoriscono una espansione dell'olivicoltura ed anche dell'industria olearia, con il fiorire di numerosi trapetum, di cui una splendida testimonianza si rinviene a Pennapiedimonte (CH);

Virgilio attesta la presenza dell'olivo nella Marsica, mentre Ovidio ne documenta la produzione nella Valle Peligna. Nell'età imperiale, inoltre, numerosi sono gli scambi commerciali tra i Municipi Romani della nostra regione (Anxanum, Histonium, Cluviae l'attuale Piano La Roma di Casoli, Interamnia, ecc.) e l'Urbe, basati, soprattutto su prodotti agricoli quali olio, vino e cereali.

Con la caduta dell'Impero Romano e con l'Inizio delle invasioni barbariche e della dominazione Longobarda si avvia il declino delle produzioni e dei commerci in genere, fino ad arrivare negli anni più bui del Medioevo ad una economia di tipo autarchico in cui le produzioni vengono destinate all'autoconsumo familiare. La venuta in Italia dei Benedettini Cistercensi intorno al XII sec. determina una ripresa dello sviluppo economico e sociale della regione e probabilmente è all'interno delle abbazie (S.Clemente a Casauria, S.Giovanni in Venere, S.Maria Arabona, ecc.), conosciute per la loro operosità, che si pongono le basi per un'attività di selezione e una ripresa della coltivazione dell'olivo.

Durante la dominazione spagnola l'agricoltura abruzzese in generale vive un nuovo periodo di decadenza; a partire però dai primi anni dell'800 avvengono importanti trasformazioni socio-economiche: il latifondo feudale si trasforma in latifondo borghese e le proprietà della Chiesa (Curie) vengono concesse agli agricoltori mediante enfiteusi e livelli.

Tutto questo comporta la nascita di grandi proprietà borghesi e di medie e piccole proprietà contadine attraverso un cambiamento che si completa verso la fine del secolo quando, grazie all'insediamento stabile nelle campagne, si ha un particolare sviluppo delle coltivazioni arboree tra le quali l'olivo in particolare.

Sarebbe lungo e difficoltoso raccontare la millenaria storia dell'olivo in Abruzzo.Introdotto in un remoto passato dalle più progredite civiltà dei coloni greci, l'olivo si è affermato per i suoi simbolismi e per l'enorme importanza come nutrimento.

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L’ulivo era l’albero sacro a Minerva, dea della luce e della sapienza, con i suoi rami sempreverdi si cingeva la fronte dei più valorosi condottieri e dei più insigni cittadini.

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Particolare del Vittoriano

Nell’antica Roma le fronde di ulivo erano le corone di trionfo dei vincitori.

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Nella successiva cultura cristiana l‘olivo divenne

simbolo di pace e di speranza: basti ricordare, nelle Sacre

Scritture, la colomba dell' Arca di  Noè che ritorna con un

ramoscello  di ulivo per annunciare l' inizio di una

nuova era di pace. INDIETRO

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L' olio fu  adottato come simbolo purificatore in tutti i popoli mediterranei e, successivamente,in quelli di religione cristiana. Più laicamente lo si usava come unguento per profumare il corpo, fortificare le membra e lenire le piaghe.

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Più praticamenteera utilizzato come indispensabile alimento e fonte di energia per l'illuminazione domestica.

Lucerna dell’antica Roma in terracotta

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Di fronte a tanta ricchezza simbolica e alimentare è evidente che la diffusione dell'ulivo nel bacino del Mediterraneo sia avvenuta velocemente, potremmo dire, a macchia d'olio.

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In Abruzzo le prime testimonianze della coltura risalgono al V secolo A.C. e, per il ruolo essenziale che esso ha svolto, e svolge, nell'economia agricola della regione, è stato posto a vegetare ovunque le condizioni climatiche lo consentissero.

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Tutto questo comporta la nascita di grandi proprietà borghesi e di medie e piccole proprietà contadine attraverso un cambiamento che si completa verso la fine del secolo quando, grazie all'insediamento stabile nelle campagne, si ha un particolare sviluppo delle coltivazioni arboree tra le quali l'olivo in particolare. INDIETRO

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Dalle falde del Gran Sasso al mare e dai colli Chietini ai piedi della Maiella, grandi oliveti coprono il continuo succedersi di valli e colline spingendosi fino a 500 metri di altitudine.

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Da sempre considerato un settore di primaria importanza, sull’olivicoltura si sono concentrate le attenzioni degli agricoltori per ridurre la fatica , i tempi di lavoro, i costi di produzione. La produzione dell'olio, che aveva mantenuto un carattere familiare nel passato, anche oggi conserva questa immagine che si evidenzia negli oltre 600 frantoi disseminati su tutto l'Abruzzo e nel gran numero di aziende agricole che praticano l'olivicoltura.

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La quasi totalità dell' olio ottenuto dalla spremitura delle olive prodotto in Abruzzo rientra nella categoria degli extravergini.

Questo risultato ottimale è stato reso possibile da una secolare esperienza che cura il prodotto fin dalla scelta del momento migliore della raccolta delle olive, continua nella più corretta e attenta molitura e termina con una opportuna conservazione del prodotto.

Momento primo per l' ottenimento di un buon olio è la scelta del giusto periodo di raccolta. INDIETRO

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Contrariamente ad altre regioni italiane, le olive vengono staccate direttamente dall' albero evitando che, cadendo per eccessiva maturazione, a contatto con il terreno prendano odori e sapori sgradevoli.Le olive, trasportate al frantoio vengono molite entro tre o quattro giorni evitando che avvenga il processo di fermentazione.

Moderno frantoio abruzzese

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Dopo la decantazione e filtrazione l'olio è pronto per essere consumato o conservato. L'olio teme la luce e il calore, va quindi conservato in luogo fresco con temperature che non dovrebbero salire oltre i 15 gradi.

Il migliore materiale di conservazione è senz'altro il vetro, ma gli viene preferito l'acciaio inossidabile perché non è soggetto a rotture, si lava facilmente e non lascia passare i raggi della luce.

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