MANI

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CATALOGO MOSTRA MANI

Transcript of MANI

Il percorso concettuale tratteggiato con questa stupenda raccolta d’immagini attorno al tema delle mani - oggetto a sua volta di una recente bellissima mostra - definisce essenzialmente un vero e proprio manifesto insieme di poetica e di produzione di Alt!Studios, un gruppo operante nella città di Dolo, formato da giovani artisti, architetti, designer, fotografi, il cui impegno creativo si è focalizzato in questa circostanza su uno dei principali organi di senso, il tatto per l’appunto quale relativo terri-torio energetico della loro capacità di ideazione e progettazione. A guidarne validamente l’attività è d’altra parte una figura ben nota come Enzo Berti, uno dei nostri maggiori e più esigenti protagonisti nel campo dei nuovi orientamenti dell’architettura e del design.Osserviamo intanto che ognuna di queste immagini anche nella loro versione riproduttiva è in-nanzitutto evento di forma che si costruisce nel contatto non solo visivo ma in una percezione più complessa che richiede, infatti, una pluralità di approcci, poichè il sapere delle mani è una pratica fondamentale della scienza del corpo e dei suoi interni funzionamenti. Lo sanno certamente gli autori di queste proposte che hanno voluto così mettere in opera le mani, lavorando sulla stessa raffigu-razione di un arto tanto emblematicamente significativo, articolando nel contempo un discorso di rilevanti valenze espressive, iconografiche, oggettuali.Il fare delle e con le mani rimane una questione comunque ineludibile, essendo esso il portato di una cultura che da sempre ha caratterizzato il lavoro e l’esperienza artistica dell’uomo. Da sempre le mani sono state dunque una protesi naturale del pensiero. Ritornare a questo principio conoscitivo è stato altresì l’intento che gli operatori hanno voluto affermare con le loro distinte risoluzioni uti-lizzando i più diversi generi dell’attuale produzione estetica, dalla scultura alla fotografia, dal video all’installazione. Dare forma concreta alle idee, alle intuizioni, all’immaginazione. E perciò continuare ad inventare forme, a sperimentare modi e materiali, nuovi processi di visione, a trasformare l’ogget-to della loro ricerca in una realtà diversa e fino ad allora imprevista o sconosciuta.La scelta del tema rimanda peraltro ad una esegesi antropologica sul simbolismo delle mani, sui diversi significati e funzioni di questo linguaggio preverbale, ma espressione ancora di un misterioso logos che ha accompagnato pertanto l’evoluzione dell’individuo e della società, costituendo anche oggi la tradizione forse istintivamente più immediata e diretta, anzi del tutto particolare, di comuni-cazione.Le mani parlano, far parlare le mani che parlano è altresì uno strumento indispensabile del fare, di un saper fare che non può essere altrimenti sostituito ne simulato da qualche pur aggiornata tec-nica performativa. Perchè esse unicamente agiscono, come a dire, a nervi scoperti, ignorando gli inevitabili cortocircuiti che in altro modo si stabilirebbero tra mente e corpo, tra sensibilità e perce-zione, tra teoria e pratica. Sono mani, quelle che le immagini configurano nella sempre diversamente innovativa specificità del’arte - perciò essa non ha mai precluso confine, nè ideale nè materiale - le quali interrogano, descrivono, dialogano, ossia comunicano veicolando sensi o, meglio, producendo soprattutto altri valori e funzioni di senso.Nell’ambito di queste avventurose esperienze poetiche si potrebbero individuare, benchè sarebbe un esercizio meramente filologico, particolare suggestioni formali recepite o mutate dai principali linguaggi dell’arte del secolo scorso, dal cubismo al dadaismo, dall’espressionismo al surrealismo, sussunte e trasformate però da ciascuno di questi autori in una commistione linguistica poi del tutto originale e per di più distante, a sua volta, dai nostalgici pronunciamenti di tante clamorose e forse più fortunate dizioni del cosidetto post-modernismo.Il motif - attorno al quale questi artefici si sono rapportati, e tra loro confrontati in una dialet-tica reciprocamente serrata e feconda - non è soltanto la “figura” di un archetipo di sva-riate simbologie e ritualità culturali, ma è divenuto, per loro, inderogabile concetto di una nuova forma, luogo dunque di sorprendenti invenzioni, di meravgliosi riscontri, di piacevoli sov-vertimenti logici e di allettanti paradossi figurativi e spaziali. Il risualtato è davvero intrigante per la fascinazione che trasmettono, in effetti, gli eleganti ril ievi plastici, i fantasiosi oggetti d’uso, le immagini di una insidiosa attrazione dovuta alla stessa felicità creativa che ha animato i pen-sieri e le mani di questi erratici apostoli dell’arte. Vale per loro parafrasare, in maniera perfetta-mente conveniente, l’assunto di Ludwig Wittgestein per il quale la vita è seria e l’arte è allegra.L’allegria dell’anima è il risveglio allora di una coscienza più profonda del mistero della vita.

IL PENSIERO DELLE MANIToni Toniato

“ In s intes i mi son detto che possiamo par lare d i 5 cose, come le d i ta del la mano.

La mano è un tema su cui tut t i abbiamo del le in formazioni e tut t i sappiamo qualche cosa, però mi ricordo che quando un giornalista europeo intervistò i l presidente indiano Rajiv Gandhi verso la f ine degli anni ‘80, gl i disse: “Come farete ad affrontare i l futuro?” ed i l f igl io di Indira d is-se: “Avremo i l problema di dar da mangiare a un mi l iardo di persone. Ci servono t re mi l iard i d i pugni d i r iso e un mi l iardo di b icchier i d i lat te a l g iorno”. “Poi avrete i l problema di mandar l i a scuola”, d isse i l g iornal is ta europeo, “Sì abbiamo un a l t ro grande problema, dobbiamo ist ru-i r l i ” . “Certo che sarà dura”, d isse i l g iornal is ta europeo, e a quel punto Raj iv Gandhi d isse “Sì , però quando avremo r iempito i l ventre d i queste persone e avremo col t ivato le loro ment i , avremo due mi l iard i d i mani e a l lora saranno problemi vostr i ” .

Di qui s i capisce che forza c’è nel le mani . Le mani sono FORZA, forza lavoro, ma le mani sono anche i l s imbolo e lo vediamo in tant i modi. I l s imbolo, lo spiego con le parole del poeta: “Quando nasce una creatura tu g l i mett i un d i to, lu i t i serra con la sua manina e con que-sto gesto i l bambino t i accalappia per tut ta la v i ta” . Le mani vogl iono di re molte cose, su l mani festo che loro hanno fat to le t rovate scr i t te. Io v i d ico solo che sono un s imbolo molto forte, sono la parte p iù a l ta che abbiamo - s i tocca i l c ie lo con un di to - sono la p iù grande estensione che abbiamo, sono due, vogl iono di re molte cose, sono la carezza, sono i l pugno, sono la lot ta, sono la resa, sono la pace, sono mi l iard i d i cose.

Sono anche i l numero 5, che i mie i amic i matemat ic i mi d icono essere i l numero più impor-tante del l ’un iverso…. forse perché c’è dentro l ’1,618 racchiuso in qualche radice, io non lo capisco mai , però pare che s ia i l modo più sempl ice per racchiudere la v i ta; apr i te una mela c’è dentro i l 5, prendete una fogl ia d i f ico o un ste l la mar ina e r i t roverete i l 5. I l 5 r i torna in tut t i i moment i , è un numero magico è un numero molto importante, è una radice matemat ica ed è forse per questo che poi c i p iace quel lo che v iene fuor i da l le mani .

La quarta cosa che volevo di re è che le mani sono la memor ia, sono qualche cosa che ha che fare con la stor ia perché sono fat te at t raverso le mani le cose più bel le e le cose che più amiamo. Andate nei musei o in quals ias i vecchia chiesa, i l ’95% del le cose che vedete e che v i stupiscono per i l loro ta lento e per la loro bel lezza, der ivano da un lavoro manuale e dal g iusto tempo dedicato. Tutt i abbiamo un te lefonino in tasca, chi è che ha un te lefonino vecchio d i d iec i anni? I l te le fonino è un oggetto merav ig l ioso, però ce ne s iano diec i mi l ion i tut t i ugual i , s i fa fat ica a t rovarc i qualcosa di umano e dopo tre anni lo s i butta v ia. Umanità che r i t rovo invece nel cucchia io d i legno fat to da mio nonno, o in una cosa che avete, che qualcuno v i ha fat to, anche una let tera….. se avete qualcuno a cui vo lete bene oggi , scr ive-tegl i una let tera a mano, con la vostra graf ia, le vostre paro le, magar i scr i t te anche male… ha un va lore incredib i le . È un p iccolo gesto da amanuense.

Chiudo con la quinta cosa. Conosco Enzo Bert i da tant i anni , è un designer ha studiato l ’ar te, suo f ig l io è uno scul tore, sono due mondi entrambi important i : l ’ industr ia e l ’ar te. E’ innega-bi le la forza che c’è nel la sedia, ne l l ’ industr ia, ne l te lefonino, in tut te le cose che abbiamo e che la democraz ia ha permesso a tut t i d i avere. Così come è fantast ica l ’ar te concettua le e c i p iace molto, quando Maur iz io Catte lan fa “Hol lywood” sul la spazzatura a Palermo. Va tut to bene, non abbiamo nul la contro l ’ industr ia e nul la contro l ’ar te concettua le, però ab-biamo due mani , e due mani servono per equi l ibrarc i , e l ’ idea che mi p iace e per cui sono qui , ins ieme a voi in questo momento p iacevole, è che loro vogl iono dare spaz io con questa mostra a l le mani , a l le cose fat te cercando un equi l ibr io t ra la forza dei numer i de l l ’ industr ia e l ’un ic i tà del l ’ar te. E’ in questa v ia d i mezzo che l ’ I ta l ia ha una una stor ia straordinar ia e quindi noi c i augur iamo di vedere qui g io ie l l i , mobi l i , borse, oggett i d i var ia natura, t ra l ’ar te e design, fat t i con le mani .”

MANIVirginio Briatore

INSTALLAZIONI

INSTALLAZIONI

DESIGN

DESIGN

FOTOGRAFIA

FOTOGRAFIA

SCULTURA

SCULTURA

PITTURA

VIDEO

VIDEO

ALT!Alt!Studios - anno 2007installazione - dim. 160x160 cm

MOVIOLA Tobia Berti - anno 2007polistirene - dim. 100x160 cm

ALT!Enzo Berti, Chiara Ianniello - anno 2007tecnica mista - n° 8 dim. 60x50 cm

MANOMORTAEnzo Berti, Tobia Berti - anno 2007seggiolino - dim. 30x16x30 cm

WELCOME / GOODBYE Tobia Berti - anno 2007 maniglie in ottone - dim. 21x11x6 cm

MANOLEGATAEnzo Berti - anno 2007readymade, juta su poltrona in polietilene - dim. 78x72x70 cm

CHIMERATobia Berti - anno 2007readymade, acrilico su poltrona in polietilene - dim. 78x72x70 cm

PAXTobia Berti - anno 2007readymade, tecnica mista su poltrona in polietilene - dim. 78x72x70 cm

MANI IEnzo Berti - anno 2007foto - dim. 120x80 cm

MANI IIEnzo Berti - anno 2007foto - dim. 80x80 cm

MANI IIINicola Bolzonella - anno 2007foto - dim. 80x80 cm

MANI VIChiara Ianniello - anno 2007foto - dim. 80x80 cm

MANI IEnzo Berti - anno 2007foto - dim. 120x80 cm

MANI IIEnzo Berti - anno 2007foto - dim. 80x80 cm

MANI VNicola Bolzonella - anno 2007foto - dim. 80x80 cm

FRA LE MANIElena Mutinelli - anno 1996terracotta - dim. 35x22x25 cm

IMPRONTAElena Mutinelli - anno 1996gesso patinato - dim. 35x22x25 cm

FINESTRATobia Berti - anno 1996legno e foglia d’oro - dim. 35x22x25 cm

SCENE TOUCHANTEMarc Dahan - anno 2007olio su tela - dim. 75x100 cm

MANI SUL VISOTobia Berti - anno 2004olio su tela - dim. 100x144 cm

PICCOLE MANI SUL VISOTobia Berti - anno 2004olio su tela - dim. 122x85 cm

STUDIOElena Mutinelli - anno 1993grafite su carta - dim. 70x100 cm

RISVEGLIOTobia Berti - anno 2007video - durata 3’ 16’’

SCENE POIGNANTEMarc Dahan - anno 2007olio su tela - dim. 80x100 cm

MANIMostra Manifesto di ALT!STUDIOS

Settembre - Ottobre 2007

ALT!STUDIOS - GALLERIA D’ARTEVia Garibaldi 24, 30031 Dolo (Venezia)Tel +39 041415200 Fax +39 0415100878 [email protected] www.altstudios.it

foto ALT!STUDIOS

graficaALT!STUDIOS

stampaGRAFICHE ANTIGA

ringraziamentiToni Toniato

Virginio BriatoreToni Piarotto

BROSSFERLEA

via G. Garibaldi 43, 30031 Dolo (Ve) Italia Tel +39 041 415200 Fax +39 041 5100878 [email protected] www.altstudios.it