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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA BENINCASA Piano di gestione Management plan MANAGEMENT PLAN

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA

BENINCASAPiano di gestione

Management plan

MA

NA

GEM

ENT PLA

N

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PIANO DI GESTIONE

Management Plan

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA

BENINCASAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI

SUOR ORSOLA BENINCASA

© Università degli Studi Suor Orsola Benincasa 2016Tutti i diritti sono riservati

isbn 978-88-96055-67-0

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Editorial team

Ideazione e coordinamento Concept and coordinationLucio d’Alessandro Rettore dell'Università Suor Orsola Benincasa Rector of Suor Orsola Benincasa University

Progettazione e modello di gestione Design and management modelLuisa Bocciero

Credits

Realizzazione modelli vettoriali e 3D Vector models and 3DLeopoldo Repola Alfredo Cerrato

Ricerca iconografica Image researchLoredana De Simone Daniela Signoretti Germana Pecoraro

Raccolta dati statistici e relazione sociologica Statistics collection and sociological reportStefania Ferraro Giampaolo di Costanzo Anna D’Ascenzio

Editing italiano Editor (Italian text)Giuseppina Della Sala

Traduzione testo in inglese English translationAdrian Bedford

Immagini originali Original imagesPeppe Avallone (pp. 110, 111, 112-113, 120, 121) Luca Manunza (pp. 82, 83, 84, 85, 88, 89, 97-97, 99, 100-101,

102, 103, 104-105, 106, 107, 109, 122, 123, 127, 128, 129, 130, 131, 133, 147, 149, 151, 174, 175, 211, 213, 215, 217,

228, 233) Beppe Raso (pp. 10-11, 18-19) Flavia Soprani (pp. 6, 12, 13, 24-25, 26, 27, 34, 35, 52-53, 58, 59, 60-61,

78-79, 81, 86, 87, 90, 91, 135, 136, 137, 138, 139, 141, 144, 145, 170, 171, 176, 177, 181, 183, 185, 187, 188-189, 190,

191, 192-193, 194, 203, 204, 205, 209, 218-219, 220, 221, 242, 243, 254-255, 258, 259, 260, 261)

Realizzazione ProductionImago s.a.s.

Progetto grafico e impaginazione Graphics and layoutSergio Prozzillo Flavia Soprani

Si ringraziano per la collaborazione alla redazione dei testi del cap. 2Thanks go to the following for their part in the drafting of chapter 2Paola Zappa Claudio Annadele Aprile Barbara Jatta Francesco Bissoli Concetta Restaino Tiziana Calvano Maria Teresa Bonanni Alessia Avallone Vincenzo Capuano

Si ringraziano per la collaborazione alla redazione dei testi del cap. 4 Thanks go to the following for their part in the drafting of chapter 4Giovanni Coppola Massimo Del Giudice Carmela Pacelli Pasquale Rossi

Si ringraziano inoltre per la collaborazione e il sostegno alla raccolta dati Thanks also go to the following for their help and support in data collection il Presidente dell'Ente Morale President of the Charitable Trust Prof. Piero Craveri il Presidente della Fondazione Pagliara President of the Fondazione Pagliara Prof. Ortensio Zecchino

Premessa 9 Premise 1. 13 Introduzione e obiettivi del Piano Introduction and objectives of the Plan 1.1 Introduzione Introduction 15 1.2 Obiettivi del Piano di gestione Goals of the Management Plan 17 1.3 I Princìpi informatori del PDG The inspiring principles of the MP 21 1.3.1 Le parole-chiave Keywords 21 1.4 Gli assi di intervento e la struttura del PDG Axes of Intervention: MP structure 23 1.4.1 I principi Unesco Unesco principles 23 2. 27 Il Progetto di conoscenza. Studi e ricerche Fact-finding study and research project 2.1 Analisi e conoscenza del territorio Study and knowledge of the area 29 2.1.1 Ubicazione Location 29 2.1.2 Accessibilità Accessibility 31 2.1.3 Gli attrattori Attractors 33 2.2 Analisi di contesto. La città in dati Context analysis: the city in figures 37 2.2.1 Contesto sociale The social context 37 2.2.2 Contesto economico The economic context 43 2.2.3 Attività economiche e produttive Economic and production activities 49 2.3 Tessuto urbano The urban fabric 55 2.3.1 Edifici Buildings 55 2.3.2 Abitazioni Dwellings 57 2.4 Per una contestualizzazione Towards contextualisation 61 2.4.1 Qualità della vita Quality of life 61 2.4.2 Quantità e qualità dei flussi turistici Quantity and quality of tourism 71 2.5 La storia History 81 2.5.1 Suor Orsola e il ‘Libero Eremo Benincasa’ 81 Suor Orsola and the ‘Libero Eremo Benincasa’ 2.5.2 Il ‘Suor Orsola Benincasa’ dall’Unità alla nascita del magistero 87 ‘Suor Orsola Benincasa’ from Unification to the birth of the Teaching College

INDICE CONTENTS

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2.6 Il patrimonio architettonico The architectural heritage 99 2.7 Il Patrimonio museale e il suo stato di conservazione 115 The Museum Heritage and its state of conservation 2.8 L’uso del Patrimonio e la gestione attuale 123 The use of the Heritage and current governance 2.8.1 Fondi artistici e librari The art and library collections 125 2.8.2 Musei Museums 135 3. 171 Analisi del valore del sito Analysis of the value of the site 3.1 Gli elementi oggetto di valutazione The elements to be assessed 173 3.1.1 La classificazione del bene The classification of the property 173 3.1.2 La storia History 173 3.1.3 La proprietà Ownership 175 3.1.4 Lo stato di conservazione The state of conservation 175 3.1.5 L’integrità Integrity 177 3.1.6 L’autenticità Authenticity 177 3.1.7 L’accessibilità Accessibility 179 3.1.8 La minaccia Threats 179 3.1.9 Le opportunità Opportunities 187 4. 191 Criticità e problem solving Criticality and problem solving 4.1 Sostenibilità ambientale Environmental sustainability 193 4.2 Sostenibilità economica Economic sustainability 195 4.3 Accessibilità Accessibility 197 4.3.1 Analisi dello stato dei luoghi per persone con diverse abilità 197 Analysis of the current state for people with disabilities 4.3.2 Rilevazioni ingresso via Suor Orsola 10 199 Survey at the 10, Via Suor Orsola entrance 4.4 La conservazione del Patrimonio architettonico 205 The conservation of the architectural Heritage 4.5 La conservazione e il restauro dei manufatti 211 The conservation and restoration of artefacts 4.6 Le risposte alle criticità Responses to the critical issues 213 4.6.1 L'accessibilità Accessibility 213 4.6.2 Il patrimonio architettonico The Architectural Heritage 215 4.6.3 Ipotesi di intervento di restauro The restoration plan 217 4.6.4 Interventi necessari al restauro artistico 217 Interventions required for artistic restoration 4.6.5 Ipotesi di intervento di rifunzionalizzazione del Cortile del Cuoco 217 Possible restoration to working order of the Cook's Courtyard 4.6.6 Il patrimonio museale The museum’s heritage 219 4.6.7 La catalogazione Cataloguing 219 5. 221 Il progetto di valorizzazione integrata The project of integrated enhancement 5.1 Le azioni programmate Planned actions 223 5.1.1 L'offerta museale The museum 227 5.2 La struttura di gestione The governance structure 235 5.3 Il fabbisogno di personale Personnel requirements 239 5.4 Le strategie economiche Economic strategies 241 5.5 Le progettualità in corso Current projects 255 6. 261 Team di progetto e riferimenti tecnici Project team and technical officers

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8 9

I Piani di gestione dei beni e dei siti di rilevanza culturale

devono essere redatti mirando a un duplice obiettivo: garantire un

elevato livello di protezione dei beni eccellenti e promuovere l’inte-

grazione con i programmi strategici regionali, nazionali ed europei

finalizzati alla promozione del territorio.

Immaginare le linee di uno sviluppo possibile e organizzarle

in un sistema che riunisca le ragioni della tutela, della condivisio-

ne, della trasformazione sostenibile e della trasmissione ai posteri di

un’eredità complessa e affascinante: è questa la fase cruciale di un

processo di presa di coscienza – essenziale nella logica Unesco – sul

legato morale della custodia e dell’uso consapevole del patrimonio.

Processo che, già operante da molti anni entro le mura della cittadella

seicentesca che ospita l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa,

appare ora maturo per essere inserito nella cornice della Convenzione

per il Patrimonio mondiale Unesco, con l’obiettivo di valorizzare

appieno le potenzialità di un Complesso monumentale unico nel suo

genere. Unisob è infatti un bene culturale eccellente, già riconosciuto

dalla vigente legislazione nazionale come di Interesse Particolarmen-

te Importante, ma è anche luogo nel quale si formano le più alte

competenze specifiche relative al ciclo integrato della tutela e della

valorizzazione, attraverso i Corsi di laurea in Scienze dei beni culturali

(uno dei più antichi del Paese), la Scuola di Restauro, attivissima nella

conservazione del patrimonio interno e di quello cittadino, nonché

i Corsi di Scienze dell’Educazione e Scienze della Comunicazione,

che hanno declinazione specifica legata al patrimonio culturale, e di

Giurisprudenza, dove trova spazio la riflessione sulla legislazione di tu-

tela in ambito nazionale e internazionale. Si vuol pertanto evidenziare,

Management Plans for Cultural Heritage and sites of cultural

importance must be drawn up with two aims in sight i.e., to ensure

a high level of protection for excellent sites, and to promote the

integration, through strategic programmes at regional, national and

European level, with a view to promoting the territory.

To imagine the direction of possible development and

organise it into a system that can bring together such aspects as

protection, sharing, sustainable transformation and handing down to

posterity a complex and fascinating legacy: this is the crucial stage

of a process of awareness – essential to Unesco logic – regarding

the moral legacy of care and the informed use of heritage. This is a

process that has been under way for many years within the walls of

the seventeenth-century citadel which hosts Suor Orsola Benincasa

University, and now looks ready for inclusion in the framework of

the Unesco World Heritage Convention, with the aim of exploiting

the full potential of a unique monumental Complex. Unisob is an

excellent heritage site, already recognised under current national

legislation as being of Particularly Important Interest, but it is

also a place for training in the highest specific skills relating to an

integrated cycle of conservation and valorisation, with its degree

courses in Cultural Heritage (one of the oldest in the country), the

School of Restoration, very active in the conservation of internal and

urban heritage, as well as courses in Education and Communication

Studies, focusing in particular on cultural heritage. There is also Law

Department, with a particular emphasis on legislation concerning

conservation at national and international levels. As this Management

Plan will show in greater detail, I wish then to highlight the non-

PREMESSA PREMISE

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10 11

static but highly practical nature of the project, which will adopt

actions and solutions that can also be implemented in other contexts.

In a scenario with a wealth of history, art and culture, but

also in need of resources for its care and preservation, Suor Orsola

Benincasa University, which is already part of the Unesco World

Heritage in the context of the ‘Historic Centre of Naples Site’, aspires

to take on a new role in the belief that his Monumental Complex

can become a Great Attraction, and thus a valuable resource for the

development of a greater, and more aware, cultural tourism.

come illustrerà nel dettaglio questo Piano di gestione, il carattere non

statico, ma laboratoriale del progetto, che potrà sperimentare azioni e

soluzioni esportabili anche ad altri contesti.

In uno scenario straordinariamente ricco di storia, di arte e di

cultura, ma assai bisognoso di risorse per la sua cura e la sua preserva-

zione, l’Università Suor Orsola Benincasa, che già partecipa alla World

Heritage Unesco nel contesto del ‘Sito Centro Storico di Napoli’, in-

tende assumere un ruolo nuovo, nella convinzione che il suo Com-

plesso Monumentale possa affermarsi come un Grande Attrattore, e

dunque come risorsa preziosa per lo sviluppo di un turismo culturale

sempre più avvertito e consapevole.

Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista dalla Terrazza della Torre della Comunicazione.Suor Orsola Citadel, 17th century, view from the Communication Tower terrace.

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I Introduzione

e obiettivi del PianoIntroduction

and objectives of the Plan

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14 15

Il Centro Storico di Napoli è uno dei più antichi, complessi e

affascinanti d’Europa, forse del mondo: la città, nei secoli, ha vissuto in-

numerevoli vite, ma sapendo conservare la memoria di ciascuna di esse.

Nel dedalo dei vicoli del Centro Storico, ancora oggi è possibile cogliere

l’intreccio tra fasi costruttive e urbanistiche diverse, il passaggio di diverse

dominazioni e il peso delle religioni, il tutto in un brulicare di vita, di

tradizioni e di valori che fanno di questo luogo la traccia vivente di un

patrimonio dell’umanità. Proprio in virtù di queste sue straordinarie ca-

ratteristiche, il Centro Storico di Napoli è inserito nella World Heritage

List fin dal 1995 (The Historic Centre of Naples n. 726 Italy C (ii) (iv)) 1,

ha subito, negli anni, alcune modifiche dell’estensione della Red Zone

e della relativa Buffer Zone 2 e visto sottolineare la necessità di prestare

la massima attenzione alla conservazione e alla valorizzazione del tessuto

urbano nella sua complessità e stratificazione storica.

The historic centre of Naples is certainly one of the most ancient,

complex and fascinating in Europe and, perhaps, in the world. The city has

lived thousands of lives over the centuries, but it has preserved the memory

of each one of them. It is still possible to see in the labyrinth of narrow

streets that run through the Old Town the interconnections between the

different phases of construction and urban planning, the influence of the

various dominations and the weight of religion, all in a teeming bustle

of life, traditions and values that mark this site as a living human heritage.

And it is precisely because of these extraordinary characteristics that the

historic centre of Naples has featured on the Unesco World Heritage List

since 1995 (The Historic Centre of Naples n. 726 Italy C (ii) (iv)) 1. Over

the years, it has seen modifications to the areas covered by the Red Zone

and its Buffer Zone 2, and it has shown just how important it is to pay the

utmost attention to the conservation and valorisation of the urban fabric,

with all its complex historical stratification.

i.1Introduzione i.1Introduction

1 «The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond» (testo originale della Declaratoria della XIX Commissione del Comitato per il Patrimonio Mondiale, “Convention

1“The Committee decided to inscribe the property on the basis of criteria (ii) and (iv), considering that the site is of exceptional value. It is one of the most ancient cities in Europe, whose contemporary urban fabric preserves the elements of its long and eventful history. Its setting on the Bay of Naples gives it an outstanding universal value which has had a profound influence in many parts of Europe and beyond” (Original text of the 19th Commission of the World Heritage Committee,

“Convention Concerning The Protection Of The

Concerning The Protection Of The World Cultural And Natural Heritage”, Berlino, 4-9 dicembre 1995, p. 46). Il sito è iscritto in base all’art. 1 della Convenzione Unesco per il World Heritage del 1972 come “Gruppo di Edifici”, ed è iscritto nella WHL in base ai Criteri II e IV della medesima, come aggiornati nella stesura del 2005: «II. To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or

World Cultural And Natural Heritage”, Berlin, 4th-9th December 1995, p. 46). The site was inscribed under art. 1 of the 1972 Unesco World Heritage Convention as a “Group of Buildings”, and is inscribed on the WHL on the basis of Criteria II and IV of the same article, as updated in the 2005 version: II. To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or landscape design; IV.

landscape design»; «IV. To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history». 2Committee Decisions 35 com 8b.56, 2011. Cultural Properties – Examination of minor boundary modifications – Historic Centre of Naples (Italy) The World Heritage Committee, 1. Having examined Documents whc-11/35.com/8b. Add and whc-11/35.com/inf.8b1. Add,2. Approves the proposed

To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history”. 2Committee Decisions 35 com 8b.56, 2011. Cultural Properties – Examination of minor boundary modifications – Historic Centre of Naples (Italy) The World Heritage Committee, 1. Having examined Documents whc-11/35.com/8b. Add and whc-11/35.com/inf.8b1. Add,2. Approves the proposed minor modification to the

minor modification to the boundary of the ‘Historic Centre of Naples, Italy’;3. Approves the proposed buffer zone for the

‘Historic Centre of Naples, Italy’;4. Expresses concern for the recurrent danger, despite the considerable efforts by the State Party, of giving priority to prestigious built structures and areas to the detriment of modest and fragile urban fabric, the intangible heritage, and traditional economic activities and recommends that the State Party should allocate part of the funding collected to restoring the balance.

boundary of the ‘Historic Centre of Naples, Italy’;3. Approves the proposed buffer zone for the

‘Historic Centre of Naples, Italy’;4. Expresses concern for the recurrent danger, despite the considerable efforts by the State Party, of giving priority to prestigious built structures and areas to the detriment of modest and fragile urban fabric, the intangible heritage, and traditional economic activities and recommends that the State Party should allocate part of the funding collected to restoring the balance.

I. Introduzione e obiettivi del Piano

I. Introduction and objectives of the Plan

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16 17

In questo contesto, il Complesso Monumentale Unisob si con-

figura come un tassello importante del tessuto urbano del Centro sto-

rico di Napoli, un attore di tutela e valorizzazione dell’eredità collettiva,

con un ruolo sempre più importante nel processo di vitalizzazione del

territorio e della città. La sua storia secolare è infatti segnata dall’ope-

rare a vantaggio del territorio con il quale si rapporta da sempre e che

considera questa istituzione culturale una vera e propria risorsa. Il pre-

sente Piano di Gestione intende far conoscere l’esperienza per molti

versi unica costituita dall’Unisob nell’ambito del sito Unesco ‘Centro

Storico di Napoli’, ponendo a regime i processi di tutela, valorizza-

zione e comunicazione, migliorandoli e adeguandoli integralmente

alla logica del World Heritage, nella consapevolezza che il legato delle

generazioni passate debba essere rispettato e il patrimonio trasmesso –

integro e vivo – a quelle future.In particolare, il presente PdG intende

perseguire i seguenti obiettivi:

1.Realizzare il censimento e l’analisi completa dello stato dei

luoghi e del patrimonio.

2. Analizzare i punti di forza, di debolezza e le opportunità

(swot Analysis) della gestione attuale, definendo strategie e azioni di

miglioramento.

3.Presentare il proprio programma di conservazione, valoriz-

zazione e comunicazione del patrimonio, attraverso le progettualità at-

tuate, quelle in corso di attuazione e quelle in fase di progettazione, allo

scopo di porre in sicurezza un patrimonio minacciato dalle problema-

tiche del degrado urbano e dalla carenza di mezzi economici.

4.Proporre un sistema gestionale integrato e sostenibile, nella lo-

gica del World Heritage Unesco, che preveda, in aggiunta alle numerose

In this context, the Unisob Monumental Complex emerges

as an important part of the urban fabric of the historical centre of

Naples, a living protagonist in the protection and valorisation of the

common heritage, playing an increasingly important role in the process

of bringing the area and the city back to life. Its long history shows how

it has always striven to benefit the people with whom it has constantly

interacted and who have always seen this cultural institution as a real

asset. This Management Plan aims to raise awareness of the living

experience that Unisob represents within the ‘Historical Centre of

Naples’ Unesco world Heritage Site, bringing up to date and improving

its protection, valorisation and communication plans, drawing them

fully into line with the spirit of World Heritage in the knowledge that

the legacy of past generations must be respected and the same heritage

handed down – intact and alive – to future generations. In particular,

this Management Plan aims to achieve the following goals:

1. To carry out a full inventory and a comprehensive analysis

of the state of the premises and the heritage.

2. To analyse the strengths, weaknesses and opportunities

(swot Analysis) of the current governance, drawing up strategies and

devising measures to bring about improvements.

3. To present its programme of conservation, promotion

and communication regarding the heritage through past, present

and future projects in order to safeguard a heritage threatened by

problems associated with urban decay and lack of financial resources.

4. To propose a sustainable and integrated governance system

in line with Unesco World Heritage logic, involving, along with

the many cultural activities of the University, the opening of the

i.2 Obiettivi del Piano di Gestione i.2 Goals of the Management Plan

I. Introduzione e obiettivi del Piano

I. Introduction and objectives of the Plan

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18 19

attività culturali dell’Università, l’apertura al pubblico dell’intero percor-

so storico-monumentale del Complesso e delle sue collezioni museali, in

un unico Museo Universitario. In tal modo, si intende mettere a sistema

una risorsa culturale ed economica per la tutela e la valorizzazione del

Complesso Monumentale e dell’area cittadina di riferimento.

5. Integrare la conservazione e la valorizzazione del Comples-

so Monumentale nel Piano di Gestione complessivo del sito Unesco

Centro Storico di Napoli, migliorandone la visibilità e la fruibilità di-

retta e indiretta, in particolar modo attraverso la cooperazione e la

concertazione con il Comune di Napoli e con gli altri membri della

cabina di regia del PdG Unesco.

entire historical-monumental complex and its museum collections

to the public in a single University Museum. In so doing, we intend

to create a cultural and economic resource for the protection and

valorisation of the Unisob Monumental Complex, as well as the

surrounding area of the city.

5. To integrate the conservation and valorisation of the

Monumental Complex within the overall Development Plan for the

‘Historic Centre of Naples’ Unesco World Heritage Site, improving

its visibility and its direct and indirect usability, especially through

cooperation and consultation with the Town Hall and the other

members of the Unesco Management Plan ‘Control Room’.

I. Introduzione e obiettivi del Piano

Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII-XVIII, vista del Chiostro Maggiore.Suor Orsola Citadel, 17th to 18th centuries, view of the great cloister.

I. Introduction and objectives of the Plan

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20 21

1.3.1Le parole-chiave

Il Piano di Gestione del Complesso Monumentale Unisob

scaturisce dalla riflessione sulla logica della Valorizzazione Integrata

Unesco e dallo studio delle Linee-Guida per la redazione dei Piani

di Gestione dei siti Unesco (Paestum 2004). In quest’ottica, si sono

individuate le seguenti parole-chiave, atte a introdurre il quadro com-

plessivo delle azioni programmate:

1.3.1Keywords

The Unisob Monumental Complex Management Plan springs

from reflection on the Unesco Integrated Valorisation logic and a

study of the Guidelines for the drafting of Unesco Sites Management

Plans (Paestum 2005-6). With this in mind, the following key words

have been identified to introduce the overall framework of the

planned actions:

i.3 I principi informatori del PdG i.3 The inspiring principles of the Management Plan

involve, distribute and offer opportunities to those who live the Heritage

CONDIVIDERE

SHARE

(RAC)CONTARE

TELL

descrivere, segnalare, localizzare il Patrimonio

COMUNICARE

COMMUNICATE describe, report, localise the Heritage

restaurare, abitare, studiare il Patrimonio

CONSERVARE

PRESERVE restore, live, investigate

coinvolgere, distribuire, offrire opportunità a chi abita e vive il Patrimonio

leggere e narrare il Patrimonio, i suoi spazi e i suoi uomini

read and narrate the Heritage, its spaces and its people

VALORIZZAZIONEINTEGRATA

INTEGRATEDVALORISATION

UNESCO

I. Introduzione e obiettivi del Piano

I. Introduction and objectives of the Plan

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22 23

Il percorso muove dai fondamenti sotto elencati, scaturiti dallo

studio delle normative, dalle Dichiarazioni Unesco e dalle Linee-Gui-

da per i PdG del WHL, per proporre poi un’analisi approfondita di stra-

tegie e azioni: esso è immaginato come un flusso costante di riflessione,

azione e controllo, che non si esaurisce nel momento in cui si pone

in piena efficienza il Bene, ma che si ripropone in ogni fase della vita

e della programmazione periodica, generando soluzioni esportabili ad

altri casi d’uso.

1.4.1I principi Unesco

Al fine di delineare un processo virtuoso e duraturo nel tempo,

si sono individuati i seguenti principi informatori, in osservanza dei

quali l’intero Piano è strutturato.

The direction starts from the foundations listed below,

that result from the study of the Unesco Norms, Statements and

Guidelines for the WHL Management Plan, before moving on to

a detailed analysis during the subsequent development of strategies

and actions: it is envisaged as a steady stream of reflection, action and

control, which will not come to an end when the Heritage is fully

operational, but will carry on through every stage of life and periodic

planning, generating solutions exportable to other cases.

1.4.1Unesco principles

In order to start a virtuous and forward-looking process, the

following guiding principles have been identified, which run through

the entire plan structure.

i.4 Gli assi di intervento e la struttura del PdG

i.4 Axes of Intervention: the structure of the MP

FONDAMENTI

FOUNDATIONS

AZIONI

ACTIONS

RICONOSCIMENTO E ANALISI

RECOGNITION AND ANALYSIS

IMPLEMENTAZIONEE MONITORAGGIO

IMPLEMENTATION AND MONITORING

STRATEGIE

STRATEGIES

TUTELA FUNZIONALE (ATTIVA, VITALE, LUNGIMIRANTE)FUNCTIONAL PROTECTION (ACTIVE, LIVING, LOOKING FORWARD)

1

SVILUPPO (TURISTICO, CULTURALE, CITTADINO)DEVELOPMENT (TOURISM, CULTURAL, URBAN)

6

INNOVAZIONE (STRUMENTALE, COMUNICATIVA, PROGETTUALE)INNOVATION (INSTRUMENTAL, COMMUNICATIVE, PROJECT)

3 TRADIZIONE (STORIA, IMMAGINE, EREDITÀ)TRADITION (HISTORY, IMAGE, HERITAGE)

4

INTEGRAZIONE (FUNZIONALE, TECNOLOGICA, TERRITORIALE)INTEGRATION (FUNCTIONAL, TECHNOLOGICAL, TERRITORIAL)

5

SOSTENIBILITÀ(ECONOMICA, AMBIENTALE, SOCIALE)SUSTAINABILITY (ECONOMIC, ENVIRONMENTAL, SOCIAL)

2

I. Introduzione e obiettivi del Piano

I. Introduction and objectives of the Plan

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24 25

La novità dell’approccio risiede dunque nel proposito di mi-

surarsi sull’attuazione simultanea di tutti i principi proposti, realizzan-

do l’intero percorso di valorizzazione integrata e sperimentandone

le interconnessioni, le premialità gestionali e le criticità in itinere: in

estrema sintesi, si intende creare una dinamica laboratoriale applicata

allo “use-case” Unisob, orientata non solo alla performanza, ma anche

alla misurazione costante di risultati e alla programmazione globale

(cioè in termini di conservazione, utilizzo, valorizzazione e ricadute

socio-economiche e culturali) del bene. Unisob è un caso d’uso unico

nel suo genere, in quanto è in grado di produrre strategie e metodolo-

gie d’intervento e promozione e nel contempo attrarre partners locali,

nazionali e internazionali per la realizzazione dello scopo ultimo di

rendere vivo il patrimonio e conservarlo intatto per le future genera-

zioni.

The novelty of this approach lies, therefore, in the aim

to meet the challenge of the simultaneous implementation of all

the proposed principles, bringing to fruition the entire integrated

valorisation path and experimenting with interconnections,

excellence in governance, and on-going critical issues. In a word, the

aim is to create an experimental and productive dynamic applied to

the Unisob “use-case”, not only looking to Performance, but also

to the constant monitoring of results and the overall plan (namely

in terms of preservation, use, development and cultural and socio-

economic effects) for the heritage. Unisob is a rare use-case of its kind,

as it has the means to produce strategies and methods of intervention

and promotion, and at the same time to attract local, national and

international partners to realise its ultimate goal of ensuring that the

heritage remains alive, intact and meaningful for future generations.

I. Introduzione e obiettivi del Piano

Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista dalla terrazza della Torre della Comunicazione.Suor Orsola Citadel, 17th century, view from the Communication Tower terrace.

I. Introduction and objectives of the Plan

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II Il Progetto di conoscenza

Studi e Ricerche Fact-finding

study and research project

Page 15: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

28 29

1i.1.1Ubicazione: coordinate geografiche del sito

Lat. 40.84043.

Long. 14.24227.

Il Complesso Monumentale Unisob si trova nel settore Occi-

dentale del Centro Storico, a ridosso del Colle di Sant’Elmo, in mas-

sima parte nel quartiere di Montecalvario: in realtà la presenza del

Complesso è avvertibile in tutto il Centro Storico, in quanto alcune

proprietà, come la Cappella Pignatelli e il Palazzetto di Via Chiaia, si

trovano rispettivamente nell’area dei Decumani (quartiere S. Lorenzo)

e di San Ferdinando. Pertanto, messa a sistema, la rappresentatività del

Complesso Monumentale può essere un volano per la promozione cul-

turale del territorio.

Il Complesso ricade, in tutta la sua estensione, nell’attuale pe-

rimetrazione del Vincolo Unesco [ tavv. 1,2 ]: esso è costituito da una

serie di edifici storici, tutti risalenti alla parabola architettonica che

va dal Rinascimento al Barocco (fine XVI-XVIII secolo), tra i quali

spicca la spettacolare Cittadella di Suor Orsola, sito monastico risalente

al 1581, posto alle pendici del Colle di Sant’Elmo, in posizione panora-

mica sul Golfo di Napoli. La Cittadella, perfettamente conservata nella

sua superficie storica, ospita al suo interno due Chiese (la cosiddetta

Sala degli Angeli e la Chiesa dell’Immacolata, detta Chiesa Superiore),

un Chiostro Maiolicato e cinque diverse collezioni museali di gran-

de pregio. Al nucleo centrale, si aggiungono i complessi monastici di

Santa Caterina da Siena, anch’essa di grande fascino, con il Chiostro

e la Galeria affrescata, di Santa Lucia al Monte, dei Vincenziani di San

Nicola da Tolentino e di parte del complesso di Trinità delle Monache,

nonché l’ex convento di Vico Paradiso, oggi residenza universitaria, e

1i.1.1Location: the geographical coordinates of the site

Lat. 40.84043.

Long. 14.24227.

The Unisob Monumental Complex lies in the western part of

the historic city centre, on St. Elmo’s Hill, and most of the area comes

within the Montecalvario area of the city. In reality, the presence of

the Complex can be felt throughout the historic centre as some of

the buildings, such as the Pignatelli Chapel and the Palazzetto of Via

Chiaia are to be found in the Decumano (San Lorenzo) and Riviera

(Chiaia) areas respectively. Thus, integrated into this context, the

representative power of the Complex would constitute an effective

contribution to the cultural promotion of the area.

The whole of the Monumental Complex lies within the Unesco

designated area consisting of a number of historical buildings, all dating

back to the Renaissance and Baroque periods (late XVI-XVIII centuries),

including the spectacular Suor Orsola Citadel, a monastic site constructed

in 1581, situated on the slopes of St. Elmo’s Hill, with a breathtaking view

across the Bay of Naples. The Citadel, whose architectural structure is

perfectly preserved, also contains two churches (the so-called ‘Sala degli

Angeli’ and the church of the ‘Immacolata’, known as the Upper Church),

as well as a Cloister tiled with majolica, and five precious museum

collections. In addition to this core, the Complex houses the monastery

of St. Catherine of Siena – also of great interest, with its cloister and

frescoed Galleria, and that of Santa Lucia al Monte, once home to the

Vincentian Fathers of San Nicola da Tolentino and part of the Trinità

delle Monache complex, as well as the former convent in Vico Paradiso,

now a university residence, and the fifteenth-century Pignatelli Chapel

ii.1Analisi e conoscenza del territorio

ii.1Study and knowledge of the area

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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30 31

la quattrocentesca Cappella Pignatelli al seggio di Nido, capolavoro di

arte rinascimentale, acquisita con lascito testamentario della famiglia

omonima. La particolarità del Complesso Monumentale Unisob ri-

siede soprattutto nel suo aver conservato la traccia di un’importante

fase urbanistica della città di Napoli, quella che vide, a partire dalla

seconda metà del secolo XVI, durante il Viceregno spagnolo, la città

afflitta da una grave crisi edilizia, accentuata dal disordine urbanistico

figlio dell’inarrestabile incremento demografico. A tale crisi si aggiunse,

favorito dalla protezione spagnola, un forte incremento della presenza

di comunità religiose, che occuparono con insediamenti conventuali le

poche aree verdi rimaste. La costruzione di questa vera e propria selva

di edifici, circondati da alte mura, modificò profondamente il panora-

ma cittadino, caratterizzando in questo modo soprattutto la collina di

Sant’Elmo, coronata dal Forte omonimo e dalla Certosa di San Martino.

1i.1.2Il territorio e la viabilità. Accessibilità

Il complesso è ben collegato all’area del Centro Storico ed è

raggiungibile con i mezzi pubblici dalla Stazione Centrale (Metropo-

in the Seggio di Nido, a masterpiece of Renaissance art, which was

acquired by bequest of the Pignatelli family. The special feature of the

Unisob Complex is primarily that it reflects an important stage in the

urban planning of the city of Naples under the late sixteenth-century

rule of the Spanish viceroys, when it underwent a serious building crisis,

exacerbated by the urban disorder arising from continuous population

growth. Under Spanish patronage, the city also saw a dramatic increase

in the number of religious communities, whose convent buildings would

occupy the few remaining green areas. The construction of this veritable

forest of high-walled buildings profoundly changed the landscape of the

city, especially St. Elmo’s Hill, with its fortress of the same name and the

San Martino charterhouse.

1i.1.2Road connections to and from the area.

Accessibility

The complex is well connected to the historic city centre and

can be reached by public transport from the central station (metro,

funicular railway and bus [ tav. 3 ]), the airport (bus and funicular)

II. Fact-finding, study and research project

Tav. 1 La perimetrazione del sito Unesco – Centro Storico di Napoli e l’ubicazione del Complesso Monumentale Unisob.The perimeter of the Unesco site – Historic Centre of Naples and the location of the Unisob MonumentalComplex.

Tav. 2 I siti Unisob nella Red Zone Unesco: 1. Cappella Pignatelli2. Monastero della Trinità delle Monache3. Monastero di Santa Lucia al Monte4. La Cittadella di Suor Orsola5. Monastero di Santa Caterina6. Palazzetto di Via ChiaiaUnisob sites in The Red Zone Unesco:

1. Cappella Pignatelli2. Monastery of Trinità delle Monache3. Monastery of Santa Lucia al Monte

4. Suor Orsola Citadel5. Monastery of Santa Caterina6. Via Chiaia building

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Area of World Heritage Site (January 2011)

Unisob Site

Buffer zone (January 2011)

Historic center of Naples project Area (2012)

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32 33

litana e Funicolare oppure Autobus [ tav. 3 ]), dall’Aeroporto (Autobus

e Funicolare) e dalla Stazione Marittima (Autobus e Funicolare), ma è

raggiungibile anche a piedi attraverso diversi e suggestivi itinerari di ri-

salita dall’asse Via Toledo, Piazza del Plebiscito [ tavv. 3,4 ], collocandosi

in una rete di sentieri che conducono al Colle e al Forte di Sant’Elmo

e alla Certosa di San Martino. Pertanto la sua valorizzazione si presta

alla captazione di svariate tipologie di flusso turistico, dall’incoming più

tradizionale a quello regionale e interregionale, da quello crocieristico

a quello ambientale e sportivo.

1i.1.3Gli attrattori

L’area di sedime di Unisob contiene alcuni tra i più strategi-

ci attrattori turistico-culturali dell’area Unesco ed è essa stessa una

possibile base di partenza per la visita al Centro Storico. Gli itinerari

principali si sviluppano nel seguente modo:

1. Direzione Sud Est: Piazza del Plebiscito, Maschio Angioino;

2. Direzione Nord Est: Museo Archeologico Nazionale, Mon-

tesanto, Spaccanapoli, area dei Decumani;

II. Fact-finding, study and research project

and the harbour (bus and funicular), but can also be reached on foot

from a number of interesting routes leading up from the main street,

Via Toledo, and Piazza del Plebiscito [ tav. 4 ], being located along a

network of pathways leading to St. Elmo’s Hill and fortress and the

neighbouring San Martino charterhouse. Development of the site

would thus constitute an attraction for various types of tourist influx,

from the more traditional to the regional and interregional, from

cruise ships to environmental and sports tourists.

1i.1.3Attractors

The area of the city where Unisob lies contains some of the

most strategic tourist and cultural attractions within the Unesco Red

Zone and is in itself a possible starting point for a visit to the Old

Town. The main routes proceed as follows.

1. To the south-east: Piazza del Plebiscito, the Maschio

Angioino Castle

2. To the north-east: the National Archaeological Museum,

Montesanto, Spaccanapoli and the Decumani

Tav. 3 Accessibilità del sito.Accessibility.

Tav. 4 Accessibilità. Itinerari pedonali.Accessibility. Pedestrian Routes.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 18: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

34 35

3. Direzione Sud, Sud Ovest: Lungomare (Castel dell’Ovo,

Mergellina), Posillipo;

4. Direzione Nord: Castel Sant’Elmo, Certosa di S. Martino.

Di queste aree, dalle terrazze della Cittadella si gode una vista

molto ampia e dettagliata, che costituisce di per sé un potenziale punto

di partenza per una visita di gran parte dei luoghi e per l’elaborazione

di una filosofia di approccio al patrimonio basata sulla riscoperta del

tessuto urbano. Inoltre, all’interno della Cittadella medesima, si pos-

sono trovare esempi e contesti di ambiente, arte e cultura utili per la

definizione di percorsi tematici di fruizione in chiave Unesco.

3. To the south/south-west: the waterfront (Castel dell’Ovo,

Mergellina), Posillipo

4. To the north: Castel Sant’Elmo, the San Martino

Charterhouse. The terraces of the Citadel offer a very detailed and

broad view of these areas and are a potential starting point for a later

visit to most of the places and to develop a philosophy of approach

to heritage based on rediscovery of the urban fabric. In addition,

the citadel itself offers valuable environmental, artistic and cultural

examples for designing thematic routes to be enjoyed within a

Unesco perspective.

II. Fact-finding, study and research project

POSILLIPOLUNGOMARE / MERGELLINA

VIA TASSO /VIA A. FALCONE

> VOMERO

COLLE SANT’ELMO COLLINA DI CAPODIMONTE

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 19: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

36 37

ii.2Analisi di contesto. La città in dati

ii.2Context Analysis. The city in figures

II. Fact-finding, study and research project

1i.2.1Contesto sociale

Popolazione *

Napoli, composta da 30 quartieri storici raggruppati ammini-

strativamente in 10 municipalità, con 962.003 abitanti e con una den-

sità abitativa pari a 8.203ab/km2 (istat), risulta la prima realtà urbana

del Mezzogiorno, la terza città italiana. La città fin dall’inizio degli anni

Settanta riduce la sua popolazione: -21,6%. Solo nel decennio 2001-

2011, il capoluogo campano ha perso 42.497 abitanti (-4,2%). Dal 1995

parte del suo centro storico – tra i più grandi e densamente abitati

d’Europa – è patrimonio Unesco.

È proprio in questa area che insiste l’Università Suor Orsola

Benincasa (Unisob). In particolare, la cittadella storica – che, oltre la

Facoltà di Scienze della Formazione, ospita i luoghi storici e quelli

più recenti della didattica e della ricerca, i musei e le collezioni

d’arte –, il complesso di Santa Lucia al Monte – sede della Facoltà

di Giurisprudenza – e la residenza per gli studenti sono a monte

del quartiere di Montecalvario (Municipalità 2); il complesso di

Santa Caterina, con la Facoltà di Lettere, è al limite di tre quartieri:

San Ferdinando, Chiaia (Municipalità 1) e Montecalvario; infine, il

Palazzetto di Via Chiaia e la Cappella Pignatelli – nuove apertu-

re dell’Università alla città – sono nel pieno del centro storico. Il

primo nel quartiere di Chiaia, la seconda – vera e propria porta di

accesso al sito Unesco di Napoli – è all’incrocio di quattro quar-

tieri: Pendino, Porto, San Giuseppe (Municipalità 2) e San Lorenzo

(Municipalità 4).

L’area in cui è presente l’Unisob – con i suoi 154.823abitanti

(circa un sesto dell’intera popolazione della città) e una densità pari

1i.2.1The social context

The population *

Naples, consisting of 30 historical districts grouped

administratively into 10 municipalities, with 962,003 inhabitants and a

population density of 8,203/km2 (istat), is the largest city in the South

of Italy, and the third largest city in the country. The population has

fallen since the early seventies: -21.6%. From 2001 to 2011 alone, the

capital of the Campania Region lost 42,497 inhabitants (-4.2%). Since

1995, part of its historical centre – one of the largest and most densely

populated in Europe – has been a Unesco heritage site.

And it is precisely in this area that Suor Orsola Benincasa

University (Unisob) is situated. In particular, the historic citadel –

which, in addition to the faculty of education, is home to the historic

sites and the more recent teaching and research areas, along with

the museums and art collections, the Santa Lucia al Monte complex

(housing the law faculty), and its student accommodation – is located

in the area above the Montecalvario district (municipal area 2).

Then, there is the Santa Caterina complex, home to the arts faculty,

bridging three neighbourhoods: San Ferdinando, Chiaia (municipal

area 1), and Montecalvario. Lastly, the Palazzetto of Via Chiaia and

the Pignatelli Chapel – which the University will soon be opening to

the public – are in the heart of the historic city centre. The first is in

the Chiaia district, while the second – the real gateway to the Naples

Unesco site – is at the intersection of four districts: Pendino, Porto,

San Giuseppe (municipal area 2) and San Lorenzo (municipal area 4).

The area where Unisob is located – with its 154,823

inhabitants (about one sixth of the entire population of the city) and

* I dati utilizzati fanno riferimento al Censimento della popolazione e delle abitazioni del 2011 e sono stati estratti dal datawarehouse del sito istat. La parziale disponibilità dei dati censuari ha reso necessario l’utilizzo di dati riferiti al Censimento 2001. In particolare, l’uso di tali dati è stato indispensabile per l’analisi dei singoli quartieri. In questo caso sono stati elaborati i dati istat disaggregati per quartiere disponibili nell’area Statistica del sito del Comune di Napoli.

* The data used refer to the 2011 population and housing census and have been extracted from the data warehouse of the istat website. The only partial availability of census data means that it has been necessary to use data for the 2001 Census. Specifically, these data were needed to analyse the individual neighbourhoods. In this case, the disaggregated istat data were processed for each neighbourhood and these figures are available in the Statistics section of the City of Naples website.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 20: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

38 39

a 21.208 ab/km2 – tra il 2001 e il 2011 ha perso abitanti: -1.470. Non

mancano, però, differenze tra i quartieri.

Mentre Chiaia e San Ferdinando insieme con i quartieri San

Giuseppe e San Lorenzo fanno registrare un segno negativo (rispetti-

vamente -7,9%, -1,1%, -7,9% e -2,4%), i restanti quartieri – tutti nella

Municipalità 2 – crescono. Montecalvario aumenta quasi di un punto

percentuale la sua popolazione, mentre Pendino e Porto crescono con

tassi più elevati (rispettivamente +7,8% e +5,5%).

A incidere sulla composizione della popolazione vi è una forte

presenza di stranieri. Più di 7 abitanti su 100 in questa parte della città

lo sono: il dato percentuale (7,3%) stacca nettamente il valore comunale

(3,3%) e supera anche il dato nazionale (6,8%). L’area Unisob nel suo

complesso ospita oltre un terzo degli stranieri residenti nel comune di

Napoli. I quartieri con maggior percentuale di popolazione straniera

sono San Lorenzo (9,1%), Pendino (8,4%) e Montecalvario (8,3%).

Dai dati del censimento della popolazione e delle abitazioni

2011, Napoli risulta demograficamente più giovane rispetto al Paese

nel suo complesso. Se si presta attenzione alla struttura anagrafica

della città, infatti, l’indice di vecchiaia è decisamente al di sotto della

media nazionale (114,4% contro 148,7%). Il 15,7% della popolazione

è composta da under 15 (14% dato nazionale); più bassa invece la per-

centuale di popolazione con 65 e più anni: 17,9%. Il dato nazionale si

attesta al 20,8%.

II. Fact-finding, study and research project

a density of 21,208/km2 – underwent a drop in population of 1,470

inhabitants between 2001 and 2011. There are, however, significant

differences between the neighbourhoods.

While Chiaia and San Ferdinando, like the district of San

Giuseppe and San Lorenzo, have shown a negative trend (-7.9%,

-1.1%, -7.9% and -2.4% respectively), the remaining districts – all in

municipal area 2 – have shown an increase. Montecalvario has seen its

population grow by almost one percentage point, while Pendino and

Porto and have shown a sharper rise (+7.8% and +5.5% respectively).

The significant presence of non-Italians in the area has had a

noticeable effect on the composition of the population in these areas. More

than 7 inhabitants out of 100 in this part of town come from abroad: the

percentage (7.3%) is much higher than the municipal statistics (3.3%), and

is also higher than the national average (6.8%). The Unisob area as a whole

is home to over a third of the non-Italian residents in the municipality

of Naples. The districts with the highest percentage of foreigners are San

Lorenzo (9.1%), Pendino (8.4%) and Montecalvario (8.3%).

The data from the Population and Housing Census 2011 show

that Naples is demographically younger than the country as a whole. The

elderly population index is well below the national average (114.4% as

against 148.7%). 15.7% of the population is under 15 years of age (national

average = 14%); the percentage of the population aged 65 years and over,

however, is lower: 17.9%. The national figure stands at 20.8%.

Tab. 1 Popolazione residente (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident Population (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

Tab. 2 Popolazione residente non italiana (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident non-Italian population (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

2011 2001

ITALY 59.433.744 56.995.744

NAPLES 962.003 1.004.500

UNISOB AREA 154.823 156.293

Chiaia 38.474 41.779

Montecalvario 22.943 22.719

Pendino 16.846 15.625

Porto 4.900 4.646

San Ferdinando 18.405 18.615

San Giuseppe 5.188 5.643

San Lorenzo 48.067 49.275

2011

ITALY 4.027.627

NAPLES 31.496

UNISOB AREA 11.286

Chiaia 2.036

Montecalvario 1.910

Pendino 1.415

Porto 266

San Ferdinando 1.077

San Giuseppe 201

San Lorenzo 4.381

Page 21: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

40 41

The area where Suor Orsola Benincasa University is located

has slightly more elderly people than the city average, but there

are clear internal differences. If the San Ferdinando and Chiaia

neighbourhoods are less demographically youthful (170.5% and

163.8%), Pendino and Montecalvario have the lowest percentages of

elderly people (98% and 102.5%).

Education

According to the 2011 census, the population with university

degrees in relation to the total population (resident population

aged 6 years and over) is 12.5%. The figure exceeds the national

percentage, which stands at 10.8%. In the period from 2001 to 2011,

the city showed a net increase in the population with a high level of

education (senior school qualifications and university degrees): +15%.

In 2001, the census for Naples showed 9.8 graduates per

100 inhabitants (resident population aged 6 and over). Taking into

consideration all university degrees, the percentage rises to 10.4% of

the population.

The 7 districts constituting the area where Unisob has its

premises have a much higher percentage of graduates: 15.1%. Except for

San Lorenzo and Pendino (7.1% and 6.6% respectively), all the districts

show higher percentages than the municipal average, with significant

peaks for the Chiaia and San Giuseppe districts (28% and 22.3%).

In 2011, the students making up the Neapolitan population

aged 15 years or above numbered 67,116, i.e., 8.3%. The figure remained

constant compared with 2001. As for the single districts, the student

figures per 100 inhabitants (15 years and above) show that Chiaia, San

Giuseppe, Porto and Montecalvario are higher than the city as a whole,

while San Fernando, San Lorenzo and Pendino are lower.

L’area in cui è presente l’Università Suor Orsola Benincasa ap-

pare leggermente sopra la media cittadina per l’indice di vecchiaia, ma

al suo interno non mancano nette differenze. Se San Ferdinando e

Chiaia risultano i quartieri demograficamente meno giovani (170,5% e

163,8%), Pendino e Montecalvario sono quelli con indice di vecchiaia

più basso (98% e 102,5%).

Istruzione

Al censimento 2011 la popolazione con titoli universitari sul

totale degli abitanti (popolazione residente di 6 anni e più) è del 12,5%.

Il dato cittadino supera la percentuale nazionale, che si attesta invece al

10,8%. Nel decennio intercensuario 2001 / 2011, la città mostra un netto

aumento della popolazione con un elevato grado di istruzione (laurea

e diplomi universitari): +15%.

Nel 2001 a Napoli il dato censuario si fermava a 9,8 laureati ogni

100 abitanti (popolazione residente di 6 anni e più). Se si considerano

tutti i titoli universitari, la percentuale sale al 10,4% della popolazione.

I 7 quartieri presi in esame come territorio in cui sono presenti

le sedi dell’Unisob registrano una percentuale di laureati ben più alta:

15,1%. Eccezion fatta per San Lorenzo e Pendino (rispettivamente 7,1%

e 6,6%), tutti i quartieri si presentano al di sopra del dato comunale;

significativi picchi si registrano a Chiaia e San Giuseppe (28% e 22,3%).

Al 2011, tra la popolazione napoletana di 15 e più anni, gli stu-

denti sono 67.116, pari al 8,3%. Il dato rimane costante rispetto al 2001.

Per i singoli quartieri, l’indicatore studenti per 100 abitanti (di 15 anni

e più) mostra come Chiaia, San Giuseppe, Porto e Montecalvario han-

no un valore superiore a quello cittadino, mentre San Ferdinando, San

Lorenzo e Pendino si pongono al di sotto [ tab. 4 ].

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 3 Popolazione residente di 6 anni e più secondo il conseguimento scolastico (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident population aged 6 and over according to educational achievement (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

NAPLES ITALY

Illiterate 13.375 595.684

Literate but without qualifications 72.101 4.320.820

Elementary school qualification 183.266 11.282.895

Middle school or vocational qualifications 279.965 16.706.880

Secondary school diploma 240.396 16.950.936

Old system tertiary diplomas and AFAM diplomas 3.413 206.409

University degrees 112.915 6.064.549

TOTAL 905.431 56.128.173

Page 22: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

1i.2.2The economic context

Professional status

According to the 2011 Census data, the unemployment rate

stood at 27.8%, which is well above the national average (11.4%).

The unemployment rate falls sharply among those with medium to

high qualifications. The city of Naples seems closer to the national

figure. In this case, in fact, the unemployment rate is little more than

3 percentage points higher than the national average (10.6% and 7.2%

respectively).

Among the active young people between the ages of 15 and 24,

the unemployment rate is 67.5% (national percentage: 34.7%) [ tab. 6 ].

From the 2011 census, data on the number of employees per

economic activity clearly indicated the city’s orientation towards the

tertiary sector. The economic activity employing the greatest number

of people is services: 210,423 workers (81.6%). The number of people

employed in agriculture, forestry and fishing (2.7%) is extremely

marginal, while the number of people employed in industry has been

in constant decline over recent decades, with people working in

industry in 2011 amounting to 15.7%.

In 2001, only 2.5% were engaged in agriculture. A higher

proportion of employees were recorded as working in industry

(22.6%). Around 3 out of 4 were engaged in public and private

tertiary activities (74.9%) [ tab. 8 ].

1i.2.2Contesto economico

Condizione professionale

Dai dati del Censimento 2011 il tasso di disoccupazione risulta

pari al 27,8%, ben oltre il dato nazionale (11,4%) [ tab. 5 ]. Il tasso di

disoccupazione cala in modo netto tra coloro che posseggono titoli di

studio medio-alti, di livello universitario. La città di Napoli pare riav-

vicinarsi al dato nazionale. In questo caso, infatti, il tasso di disoccupa-

zione è poco più di 3 punti percentuale superiore a quello nazionale

(rispettivamente 10,6% e 7,2%).

Tra i giovani attivi compresi tra i 15 e i 24 anni, la percentuale di disoc-

cupati è del 67,5%: trenta punti oltre la percentuale nazionale (34,7%) [ tab. 6 ].

Al censimento 2011 i dati relativi al numero di occupati per at-

tività economica attestano il carattere volto al terziario della città [ tab.

7 ]. L’attività economica con maggiore percentuale di occupati risulta

essere quella dei servizi: 210.423 occupati (81,6%). Marginale il numero

di occupati nell’agricoltura, nella silvicultura e nella pesca (2,7%), men-

tre il numero di occupati nell’industria è in costante decrescita negli

ultimi decenni: al 2011 gli impiegati nell’industria per 100 occupati

sono 15,7.

Nel 2001 solo il 2,5% era impegnato nell’agricoltura. Una quo-

ta più consistente di occupati si registra nell’industria (22,6%). Circa 3

occupati su 4 erano invece impegnati in attività terziarie, pubbliche e

private (74,9%) [ tab. 8 ].

42 43

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 4 Popolazione residente di 6 anni e più secondo il conseguimento scolastico (2011). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011.Resident population aged 6 and over by educational achievement (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

Tab. 5 Studenti di 15 anni e più (2011, 2001). Basato su dati ISTAT – Censimento demografico e abitativo 2011, 2001.Students aged 15 and over (2011, 2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011, 2001.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

2001

University degree

University diploma

University post-grad.

diploma

Uppersecondary

school

Middleschool

qualification

Elementaryschool

qualification

No qualification

TOTAL

Naples 91.858 6.338 3.206 229.444 274.688 228.386 106.391 940.311

UNISOB area 22.395 993 703 34.971 39.930 33.651 16.052 148.695

Chiaia 11.064 434 237 12.164 7.675 5.126 2.873 39.573

Montecalvario 2.617 108 101 4.670 6.195 5.264 2.293 21.248

Pendino 952 70 32 2.485 8.672 1.922 388 14.521

Porto 637 23 33 1.090 1.188 1.024 411 4.406

S. Ferdinando 2.669 105 94 3.921 4.723 3.915 2.039 17.466

S. Giuseppe 1.194 55 43 1.602 1.240 805 382 5.366

S. Lorenzo 3.262 198 163 9.039 14.593 13.116 5.744 46.115

Students Residents population≥ 15 years

Students per 100 residents≥ 15 years

2011

Italy 3.736.398 51.107.701 7,3

Naples 67.116 811.061 8,3

2001

Naples 70.277 832.669 8,4

UNISOB area 11.299 133.042 8,5

Chiaia 3.957 36.027 11

Montecalvario 1.591 18.748 8,5

Pendino 856 12.830 6,7

Porto 363 4.020 9

S. Ferdinando 1.260 15.731 8

S. Giuseppe 468 4.891 9,6

S. Lorenzo 2.804 40.795 6,9

Page 23: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

44 45

II. Fact-finding, study and research project

Tutti i quartieri mostrano la medesima tendenza allo sviluppo

dell’economia dei servizi che caratterizza la città, ma non mancano al-

cune differenze. Sulla base dei dati 2001, è possibile analizzare nel detta-

glio i quartieri dell’area in cui è inserita l’Unisob. Mentre Pendino, San

Lorenzo e Montecalvario hanno percentuali di occupati in agricoltura

e nell’industria uguali o più alte della media cittadina, San Ferdinando,

Porto, Chiaia e San Giuseppe registrano una percentuale di impiegati

nei servizi superiore al dato comunale [ tab. 9 ].

Per quanto riguarda le professioni, nel 2011 la città di Napoli,

in linea con il dato italiano, vede circa otto occupati su dieci in posi-

zione dipendente o parasubordinata (77,9%), mentre solo poco più di

un occupato su dieci (in percentuale: 10,7%, valore superiore al dato

nazionale: 8,9%) è imprenditore o libero professionista [ tab. 10 ].

Nel loro insieme, i quartieri presi in esame mostrano una percen-

tuale di imprenditori e liberi professionisti superiore alla media cittadina

All districts show a tendency to develop the service economy,

which is typical of the city, but there are some differences. From the

2001 data, it is possible to analyse in detail the areas where Unisob

is located. While Pendino, San Lorenzo and Montecalvario have

percentages of the population employed in agriculture and industry

equal to or higher than the city average, San Fernando, Porto, Chiaia

and San Giuseppe show a higher percentage of employees in services

than in the city as a whole [ tab. 9 ].

As for the professions, in 2011, in line with the Italian statistics,

the city of Naples has approximately eight out of ten employees

working as dependents or semi-dependents (77.9%), while only

slightly more than one in ten (10.7%, which is above the national

average of 8.9%) owns a business or works freelance [ tab. 10 ].

Taken together, the districts of interest show a higher

percentage of entrepreneurs and freelancers than the city average and

a smaller number of dependent workers per 100 employees than the

Tab. 6 Popolazione residente di 15 anni e più per condizione professionale (2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Population aged 15 and over according to occupational status (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

Tab. 7 Popolazione residente tra i 15 e i 24 anni per condizione professionale (2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Resident population aged between 15 and 24 years according to occupational status (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

Tab. 9 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per settore di attività (2001). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working Population aged 15 and over per business segment (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

Tab. 8 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per settore di attività (2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Working Population aged 15 and over per business segment (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

ITALY NAPLES

2011

Labour force 25.985.295 357.121

Employed 23.017.840 257.982

Job seekers 2.967.455 99.139

Non-labour force 25.122.406 453.940

Students 3.736.398 67.116

Home 5.822.982 157.516

Recipients of one or more pensions from previous employment or income from capital 12.677.333 143.077

Other 2.885.693 86.231Residents population ≥ 15 years 51.107.701 811.061

Agriculture, forestry and fishing

Industry Services TOTAL

2011

ITALY 1.276.894 6.230.412 15.510.534 23.017.840

NAPLES 7.050 40.509 210.423 257.982

Agriculture, forestry and fishing

Industry Services TOTAL

2001

NAPLES 5.987 55.209 182.583 243.779

UNISOB area 1.031 8.124 31.965 41.120

Chiaia 246 2.416 11.490 14.152

Montecalvario 148 1.130 3.716 4.994

Pendino 110 736 2.319 3.165

Porto 23 189 1.036 1.248

S. Ferdinando 116 942 4.114 5.172

S. Giuseppe 33 256 1.532 1.821

S. Lorenzo 355 2.455 7.758 10.568

ITALY NAPLES

2011

Labour force 1.995.516 36.853

Employed 1.302.232 11.990

Job seekers 693.284 24.863

Non-labour force 3.926.298 81.852

Students 3.287.075 57.457

Home 205.696 9.668

Recipients of one or more pensions from previous employment or income from capital 13.748 620

Other 419.779 14.107

Population 15-24 years 5.921.814 118.705

Page 24: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

national figure (15.2% and 68% compared with 9.9% and 74.6% for

entire municipality).

The 2001 data for the working population per district show

Chiaia as the one with the highest percentage of people working as

entrepreneurs and freelancers (24.7%) 1, while Pendino, Montecalvario

and San Lorenzo have the lowest percentages (8.9%, 8.8% and 7%),

below the city average (9.9%). The latter, along with San Ferdinando,

have higher percentages of self-employed workers than the city

average: Pendino returns 18.6%, San Lorenzo 16%, Montecalvario

15.6% and San Ferdinando 13.8%.

All the districts have lower overall percentages of dependent

or otherwise subordinate workers compared with the city average.

e un numero di dipendenti per 100 occupati inferiore al dato cittadino

(15,2% e 68% rispetto al 9,9% e 74,6% dell’intero comune) [ tab. 12 ].

In particolare, i dati 2001 relativi alla popolazione occupata dei

singoli quartieri registrano Chiaia come il quartiere con la percentuale

di imprenditori o liberi professionisti più alta (24,7%) 1, mentre Pen-

dino, Montecalvario e San Lorenzo hanno le percentuali più basse (ri-

spettivamente 8,9%, 8,8% e 7%): al di sotto della media cittadina (9,9%).

Questi ultimi, insieme con San Ferdinando, hanno percentuali relative

a lavoratori in proprio più alte del dato cittadino: Pendino registra il

18,6%, San Lorenzo il 16%, Montecalvario il 15,6% e San Ferdinando il

13,8%.

Tutti i quartieri, infine, si pongono al di sotto del valore del

comune nel suo complesso per quel che riguarda gli occupati come

dipendenti o in altra posizione subordinata [ tab. 11, 12 ].

46 47

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 10 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per settore di attività (valori percentuali) (2001). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working Population aged 15 and over per business segment (Percentages) (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

Tab. 11 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per posizione nella professione (2011). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Working population aged 15 and over according to professional role (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

Tab. 13 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per posizione nella professione (valori percentuali) (2001). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working population aged 15 and over according to professional role (percentages) (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

Tab. 12 Popolazione residente di 15 anni e più occupata per posizione nella professione (2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Working population aged 15 and over according to professional role (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

1Chiaia è anche il quartiere in cui in valori assoluti (3.489) risiedono più imprenditori e liberi professionisti, pari al 14,4% degli imprenditori e liberi professionisti della città.

1Chiaia is also the district where, in absolute terms, the greatest number of entrepreneurs and professionals reside (3,489), amounting to 14.4% of those in the city.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Agriculture Industry Services

2001

NAPLES 2,5 22,6 74,9

UNISOB area 2,5 19,8 77,7

Chiaia 1,7 17,1 81,2

Montecalvario 3 22,6 74,4

Pendino 3,5 23,3 73,3

Porto 1,8 15,1 83

S. Ferdinando 1,8 14,1 84,1

S. Giuseppe 2,2 18,2 79,5

S. Lorenzo 3,4 23,2 73,4

Entrepreneurs and

freelancers

Self-employed workers

Family workers

Members of a cooperative

Dependents Semi-dependents

TOTAL

2011

ITALY 2.050.616 2.629.799 393.645 166.127 16.983.340 794.314 23.017.840

NAPLES 27.554 24.248 3.715 1.546 190.186 10.733 257.982

Entrepreneurs and

freelancers

Self-employed workers

Family workers

Cooperativepartners

Dependent or otherwise subor-dinate workers

TOTAL

2001

NAPLES 24.231 32.587 3.015 1.989 181.957 243.779

UNISOB area 6.239 5.801 557 568 27.955 41.120

Chiaia 3.489 1.649 102 192 8.720 14.152

Montecalvario 437 780 118 52 3.607 4.994

Pendino 281 589 58 32 2.205 3.165

Porto 157 158 17 5 911 1.248

S. Ferdinando 804 712 85 110 3.461 5.172

S. Giuseppe 333 225 17 18 1.228 1.821

S. Lorenzo 738 1.688 160 159 7.823 10.568

Entrepreneur or freelance per 100 workers

Self-employed per 100 workers

Member of a cooperative per

100 workers

Family worker per 100 workers

Dependent or otherwise subordinate

worker per 100 workers

2001

NAPLES 9,9 13,4 1,2 0,8 74,6

UNISOB area 15,2 14,1 1,3 1,4 68

Chiaia 24,7 11,7 0,7 1,4 61,6

Montecalvario 8,8 15,6 2,4 1 72,2

Pendino 8,9 18,6 1,8 1 69,7

Porto 12,6 12,7 1,4 0,4 73

S. Ferdinando 15,5 13,8 1,6 2,1 66,9

S. Giuseppe 18,3 12,4 0,9 1 67,4

S. Lorenzo 7 16 1,5 1,5 74

Page 25: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

48 49

1i.2.3Attività economiche e produttive

Al censimento del 2011 la città di Napoli registra un numero di

unità locali per 1.000 abitanti pari a 77,4: 10 punti sotto il dato nazio-

nale. È utile indagare i singoli quartieri, anche se con dati che possono

evincersi dal Censimento dell’Industria e dei Servizi 2001. L’area più

prossima all’Unisob presenta un valore ben più alto di quello comunale

(rispettivamente 151,7 e 69). Tra i sette quartieri, Chiaia in valori assoluti

è quello con numero più alto di unità locali totali (7.161), mentre sono

San Giuseppe e Porto ad avere una maggiore “densità” di unità locali

per 1.000 abitanti [ tab. 13, 14 ]. È visibile in modo netto una minor

concentrazione di unità nei quartieri di Montecalvario e San Lorenzo

(82,4 e 52,9).

Il numero di addetti per unità locali mostra una dimensione

delle attività economiche e produttive relativamente modesto. Nel 2011

il numero medio degli addetti per singola unità locale è di 4,3 e mostra

una riduzione rispetto al 2001 (4,7).

Se si indagano nel dettaglio i singoli quartieri, è possibile notare

come, al 2001, unità locali con maggior numero medio di addetti sono

presenti nei quartieri di Porto (7,3), San Giuseppe (6,4) e San Ferdinan-

do (6) [ tab. 16 ].

A confermare un tessuto economico basato su piccole e medie

unità locali è il dato relativo alla ripartizione delle unità locali per classi

di addetti [ tab. 17 ]: il 90% delle unità locali del 2011 in città ha5 o

II. Fact-finding, study and research project

1i.2.3Economic and production activities

The 2011 census shows the city of Naples as having 77.4

commercial units per 1,000 inhabitants. It is useful to investigate the

individual districts, albeit consulting only the 2001 Census of Industry and

Services. The area closest to Unisob has figures far higher than the city

average (151.7 and 69 respectively). Of the seven districts, in absolute values,

Chiaia has the highest total number of units (7,161), but in terms of the

number of local units per 1,000 inhabitants, San Giuseppe and Porto have

a higher “density” of units. There is clearly a lower concentration of units

in the districts of Montecalvario and San Lorenzo (82.4 and 52.9).

The number of employees per local unit shows a relatively

modest degree of commercial and production activities. In 2011, the

average number of employees per local unit was 4.3 and showed a

reduction compared with 2001 (4.7).

Considering the individual districts, it emerges that in 2001,

the local units with the highest number of employees were in Porto

(7.3), San Giuseppe (6.4) and San Fernando (6).

Confirmation of the existence of an economy based on small

and medium-sized local units comes from the distribution of local units

per class of employees: 90% of the local units in the city in 2011 had 5

or fewer employees, and the majority had fewer than 3. Only 1% of the

local units had more than 50 employees (749 in absolute terms), and

these were chiefly public institutions (more than 8 out of 10).

Tab. 14 Unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Local units (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.

Tab. 15 Indicatori unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Local unit indicators (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Local units: businesses Local units: public institutions

Local units: non-profit institutions

Local units:TOTAL

2011

ITALY 4.775.856 95.611 347.602 5.219.069

NAPLES 70.630 1.145 2.714 74.489

2001

NAPLES 65.558 1.194 2.522 69.274

UNISOB area 22.352 347 1.008 23.707

Chiaia 6.847 59 255 7.161

Montecalvario 1.132 21 49 1.202

Pendino 2.724 29 87 2.840

Porto 1.928 52 100 2.080

S. Ferdinando 3.277 56 152 3.485

S. Giuseppe 2.655 60 166 2.881

S. Lorenzo 3.789 70 199 4.058

Local units: enterprises per 100 inhabitants

Local units: public institutions per 100

inhabitants

Local units: non-profit institutions per 100

inhabitants

Local units per 100 inhabitants

2011

ITALY 80,4 1,6 5,8 87,8

NAPLES 73,4 1,2 2,8 77,4

2001

NAPLES 65,3 1,2 2,5 69

UNISOB area 143 2,2 6,4 151,7

Chiaia 163,9 1,4 6,10 171,4

Montecalvario 49,8 0,9 2,16 52,9

Pendino 174,3 1,9 5,57 181,8

Porto 415 11,2 21,52 447,7

S. Ferdinando 176 3 8,17 187,2

S. Giuseppe 471,2 10,6 29,46 511,4

S. Lorenzo 76,8 1,4 4,04 82,4

Page 26: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

50 51

meno addetti, tra queste gran parte ne ha meno di 3. A superare i 50

addetti è solo l’1% delle unità locali complessive (749 in valore assoluto),

costituite soprattutto da istituzioni pubbliche (oltre 8 su 10).

Come per il numero di occupati, anche per le unità locali il set-

tore economico principale risulta il terziario (88,8% sul totale delle unità

locali). La progressiva deindustrializzazione a partire dagli anni Settanta,

la dismissione dei principali poli industriali cittadini (a Est e a Ovest del

centro storico) e il continuo slittamento delle attività manifatturiere (an-

che tradizionali) al di fuori dei confini della città, si confermano anche

nel 2011. Le unità locali dell’industria si riducono ulteriormente rappre-

sentando poco più dell’11% delle unità locali totali [ tab. 18 ].

Dai dati del 2001, anche tra i sette quartieri dell’area in cui sono

presenti le strutture dell’Unisob le attività dei servizi rappresentano il

settore principale (87,9%) [ tab. 19 ].

Se si analizzano le unità locali dei servizi, è possibile notare che

il commercio al dettaglio e all’ingrosso costituisce oltre un terzo delle

unità locali. Soprattutto per i quartieri del centro storico è da sottoli-

neare il carattere diffuso e di vicinato della rete commerciale, costituita

In terms of the number of employees and local units, the main

economic sector is the service sector (88.8% of the total local units).

Gradual de-industrialisation from the early seventies onwards, the

closure of the main industrial centres in the city (to the east and west

of the historic city centre) and the constant shift of manufacturing

activities (including the traditional ones) outside the city limits, were

confirmed in 2011. Local industrial units have diminished even more,

and represent just over 11% of the total local units. Based on 2001

data, services constitute the main sector (87.9%) including the seven

districts in the area where Unisob has its premises.

Analysing the local units given over to services, it is

evident that retail and wholesale make up over a third of the local

units. Especially for the districts in the historic town centre, it is

important to note the widespread neighbourhood-level nature

of the commercial network, consisting mostly of small shops and

operators in neighbourhood markets (istat 2013). However, a

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 16 Addetti in unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Workers in local units (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.

Tab. 18 Unità locali per classe di addetti e attività economica nel Comune di Napoli – Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011. Fonte: elaborazione su dati ISTAT.Local units by number of employees and business activity in the City of Naples – Census of Industry and Services 2011. Source: produced from ISTAT data.

Tab. 19 Unità locali per attività economica (2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011.Local units per business activity (2011). Based on data from ISTAT

– Census of Industry and Services 2011.

Tab. 17 Numero medio addetti in unità locali (2011, 2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011, 2001.Average number of employees per local unit (2011, 2001). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011, 2001.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Employees per local unit businesses

Employees per public institution

Employees per local unit non-profit

institutions

Employees local unit: TOTAL

2011

ITALY 16.424.086 2.842.053 680.811 19.946.950

NAPLES 235.269 78.048 5.292 318.609

2001

NAPLES 221.111 100.314 6.691 328.116

UNISOB area 77.158 33.301 2.220 112.679

Chiaia 20.870 3.552 519 24.941

Montecalvario 2.242 1.342 311 3.895

Pendino 6.438 2.826 127 9.391

Porto 8.921 6.184 167 15.272

S. Ferdinando 15.630 4.932 326 20.888

S. Giuseppe 12.847 5.284 348 18.479

S. Lorenzo 10.210 9.181 422 19.813

Average number of employees per local

unit: businesses

Average number of employees per public

institution

Average number of employees per local unit

non-profit institution

Average number of employees: TOTAL

local units

2011

ITALY 3,4 29,7 2 3,8

NAPLES 3,3 68,1 1,9 4,3

2001

NAPLES 3,4 84,0 2,7 4,7

UNISOB area 3,5 96 2,2 4,8

Chiaia 3,0 60,2 2,0 3,5

Montecalvario 2,0 63,9 6,3 3,2

Pendino 2,4 97,4 1,5 3,3

Porto 4,6 118,9 1,7 7,3

S. Ferdinando 4,8 88,1 2,1 6,0

S. Giuseppe 4,8 88,1 2,1 6,4

S. Lorenzo 2,7 131,2 2,1 4,9

≤ 5employees

6-15workers

16 to 49employees

50 to 99employees

100 to 199employees

≥ 200employees

TOTAL

2011

Agriculture 24 4 - - - - 28

Industry 6.914 1.053 297 55 16 17 8.352

Services 60.468 3.687 1.293 337 172 152 66.109

TOTAL 67.406 4.744 1.590 392 188 169 74.489

Local units: agriculture, forestry

and fishing

Local units: industry

Local units: services

Local units: TOTAL

2011

ITALY 26.607 1.101.224 4.091.238 5.219.069

NAPLES 28 8.352 66.109 74.489

Page 27: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

53

principalmente da piccoli negozi e operatori di mercati di quartiere

(istat 2013). Tuttavia, non mancano le chiusure di attività decennali

(botteghe artigiane, cinema e librerie) e la loro sostituzione con nuovi

negozi (bar, ristoranti e punti street food, negozi monomarca e super-

mercati, piccole rivendite di oggettistica e bigiotteria).

Poco più di un’unità su quattro rientra tra le attività profes-

sionali, scientifiche e tecniche, mentre le attività legate al turismo

quali alloggio e ristorazione rappresentano il 5,7% delle unità locali

dei servizi [ tab. 20]. Infine, anche nel settore dei servizi è ben visibile

il carattere che contraddistingue l’economia cittadina: la dimensione

piccola – in alcuni casi piccolissima – delle attività economiche e

produttive [ tab. 21].

number of longstanding businesses (workshops, cinemas and

bookshops) have closed down to be replaced by new shops (bars,

restaurants and street food points, flagship stores and supermarkets,

and small gift and jewellery shops).

Just over one in four is involved in professional, scientific

and technical activities, while tourism-related businesses such as

accommodation and catering account for 5.7% of the services.

Lastly, the service sector also shares the characteristic that marks the

city’s economy, i.e., the small – sometimes extremely small – size of

economic and production activities.

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 20 Unità locali per attività economica (2001). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2001.Local units per business activity (2001). Based on data from ISTAT

– Census of Industry and Services 2001.

Tab. 22 Unità locali dei servizi per classe di addetti nel Comune di Napoli (2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011.Local service units by class of employees in the Municipality of Naples (2011). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011

Tab. 21 Unità locali dei servizi per classi ATECO 2007 nel Comune di Napoli (valori assoluti e percentuali) (2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento dell'Industria e dei Servizi 2011.Local service units by ATECO 2007 category in the Municipality of Naples (absolute values and percentages) (2011). Based on data from ISTAT – Census of Industry and Services 2011.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Local units:agriculture and

fishing

Local units:industry

Local units:services

Local units:TOTAL

2001

NAPLES 43 9.296 59.935 69.274

UNISOB area 18 2.859 20.830 23.707

Chiaia 7 892 6.262 7.161

Montecalvario - 175 1.027 1.202

Pendino 3 318 2.519 2.840

Porto 1 246 1.833 2.080

S. Ferdinando 2 460 3.023 3.485

S. Giuseppe 4 328 2.549 2.881

S. Lorenzo 1 440 3.617 4.058

≤ 5employees

6-15workers

16 to 49employees

50 to 99employees

100 to 199employees

≥ 200employees

TOTAL

2011

Services 60.468 3.687 1.293 337 172 152 66.109

Local units:absolute values

Local units:%

Serv

ices

201

1

Trade 23.943 36,2

Transport and warehouse 2.273 3,4

Accommodation and food 3.737 5,7

Information and communication 1.774 2,7

Financial and insurance activities 2.325 3,5

Real estate activities 2.722 4,1

Professional, scientific and technical activities 14.191 21,5

Rental, travel agencies, business support services 2.735 4,1

Public administration and defence, compulsory social security 323 0,5

Education 1.272 1,9

Health and social care 5.001 1,9

Arts, sport, entertainment and recreation 2.214 3,3

Other service activities 3.599 5,4

TOTAL 66.109 100

Page 28: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

54 55

ii.3Tessuto urbano ii.3The urban fabric

II. Fact-finding, study and research project

1i.3.1Edifici

Nel complesso e denso tessuto urbano napoletano, nel 2011

vengono censiti 50.392 edifici e complessi di edifici, di questi l’80,9%

sono per uso abitativo mentre gli edifici e i complessi di edifici per uso

produttivo, commerciale, turistico/ricettivo e altri servizi sono l’11,7%.

Dai dati del Censimento 2001 la percentuale degli edifici re-

sidenziali sul totale degli edifici nel comune di Napoli risultava ben

più alta: 88,2%. Il valore percentuale degli edifici utilizzati per alberghi,

uffici, commercio e industria, comunicazione e trasporti è del 4,2% .

Valori che si discostano – seppur di poco – dal valore comunale

si registrano nell’area Unisob dove crescono gli edifici per uso abitativo

e si riducono quelli per altri usi: rispettivamente 90,1% e 2,9%. Più nel

dettaglio Montecalvario e San Lorenzo hanno la percentuale di edifici

per uso abitativo più alta (rispettivamente 94,8% e 91,7%) e quella di

edifici per altri usi più bassa (0,5% e 1,2%). Pendino, San Giuseppe e

Porto mostrano percentuali di edifici per altri usi più alte del resto dei

quartieri presi in esame: 6,5%, 5,4% e 4,2% [ tab. 23 ].

La città di Napoli, inoltre, detiene un’elevata parte di edifici per

uso abitativo antecedente il 1919. Oltre un edificio su quattro del suo

patrimonio edilizio residenziale complessivo è stato costruito prima

del 1919 (8.765 edifici, 25,6% sul totale). Va detto che «solo il 28,4% di

essi risulta in ottimo o buono stato» 1. Tra il 1946 e il 1971 si registra

una forte crescita degli immobili. Questa è legata, in una prima fase, alla

ricostruzione del dopoguerra e, successivamente, al particolare sviluppo

economico della città che trova nell’industria delle costruzioni uno dei

suoi settori più vitali. In questi anni la crescita demografica si salda con

una massiccia edificazione, che in molti casi assume i tratti della specu-

1i.3.1Buildings

Within the complex and dense urban fabric of the city of

Naples, the 2011 survey recorded 50,392 buildings and building

complexes, of which 80.9% were for residential use while the

buildings and building complexes used in the production, trade,

tourism/hospitality and other services amounted to 11.7%.

The data from the 2001 census gave a much higher total

number of residential buildings in the Municipality of Naples,

standing at 88.2%. The buildings used for hotels, offices, trade and

industry, communications and transport totalled 4.2%.

Results deviating – albeit slightly – from the municipal figures

were recorded in the Unisob area, where buildings for residential use

are on the increase and those for other uses are decreasing: 90.1% and

2.9% respectively. In greater detail: Montecalvario and San Lorenzo

have the highest percentage of buildings for residential use (94.8%

and 91.7% respectively) and the least number of buildings put to other

uses (0.5% and 1.2%). Pendino, San Giuseppe and Porto show higher

percentages of buildings put to other uses than the rest of the districts

surveyed: 6.5%, 5.4% and 4.2%.

The city of Naples also has a high portion of buildings for

residential use dating from before 1919. More than one in four of all

its residential buildings was built before 1919 (8,765 buildings, 25.6%

of the total). It must be said that “only 28.4% of them are in excellent

or good condition” 1. From 1946 to 1971 there was a sharp increase

in real estate. This was initially related to post-war reconstruction and,

subsequently, the city’s peculiar economic development which saw

the construction industry as one of its most vital sectors. In recent

1 istat, Urbes – Il benessere equo e sostenibile nelle città, 2013, p. 105.

1 istat, Urbes – Il benessere equo e sostenibile nelle città, 2013, p. 105.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 29: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

lazione edilizia. Gli edifici realizzati dal 1946 al 1971, censiti nel 2001,

rappresentano il 34,9% del totale degli immobili. La percentuale degli

edifici realizzati nel ventennio seguente (1972-1991) è del 23,1%. Infine,

il patrimonio edilizio complessivo mostra solo una esigua parte di edi-

fici realizzati dopo il 1991: 459 nuove edificazioni, pari all’1,3%.

Ancora più evidente nell’area urbana in cui è presente l’Unisob

l’esiguo numero di edifici realizzati dal 1972 in poi: 22 edifici [ tab. 23 ].

1i.3.2Abitazioni

Le abitazioni censite nel 2001 sull’intero territorio comunale

sono 362.213. Di queste 340.411 (93,2%) risultavano occupate, mentre

21.802 (6%) vuote. Nell’area dell’Unisob – area che al pari del resto del

centro storico e della città risente di una profonda e duratura questione

abitativa – la percentuale di abitazioni vuote sale di tre punti percen-

tuali (9%) rispetto al dato comunale. Va detto che i quartieri in cui ha

sede l’Unisob mostrano ancora una volta una estrema eterogeneità. San

Giuseppe, Porto, Pendino e San Ferdinando (16,5%, 11,9%, 11,2% e

10,1%) fanno registrare percentuali di abitazioni vuote ben più alte dei

dati dell’area di riferimento e del resto della città. I primi tre sono an-

che i quartieri in cui vi sono più edifici e complessi di edifici destinati

a usi non residenziali ma di tipo produttivo, commerciale, direzionale/

terziario, turistico/ricettivo e per altri servizi. I quartieri con percen-

tuali di abitazioni non occupate più basse sono San Lorenzo (7,9%) e

years, population growth has been coupled with extensive building,

which in many cases has taken on the characteristics of unregulated

construction. Buildings constructed between 1946 and 1971, recorded

in the 2001 census, make up 34.9% of the total real estate. The

percentage of buildings constructed in the following twenty years

(1972-1991) amounts to 23.1%. Lastly, buildings constructed after 1991

make up a very small proportion of the overall building work: 459

new buildings, equalling 1.3%.

The lack of building work in the Unisob urban area from

1972 onwards is particularly striking: 22 buildings.

1i.3.2Dwellings

According to the 2001 survey, there were 362,213 homes in the

city. Of these, 340,411 (93.2%) were occupied, while 21,802 (6%) were

empty. In the Unisob area – that like the rest of the historic centre and

the city in general suffers from a profound and lasting housing issue

– the percentage of vacant dwellings is three percentage points (9%)

higher than for the city as a whole. It must be said that the districts

in which Unisob is located again show a high degree of diversity. San

Giuseppe, Porto, Pendino and San Ferdinando (16.5%, 11.9%, 11.2%

and 10.1%) have much higher percentages of vacant dwellings than the

districts of interest here and the rest of the city. The first three are also

districts with more buildings and complexes of buildings for non-resi-

56 57

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 23 Edifici e tipologia di utilizzo (2001, 2011). Elaborazione su dati ISTAT

– Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001, 2011.Buildings and type of use (2001, 2011). Based on data from ISTAT – Census of Population and Housing 2001, 2011.

[ For the 2011 census: building use for production, commercial, office/service sector, tourism/hospitality services. For the 2011 census: production, commercial, office/service sector, tourism/hospitality services ]

[ Per il censimento 2011: uso produttivo, commerciale, direzionale/terziario, turistico/ricettivo, servizi. Per il censimento 2001: Edifici e complessi di edifici (utilizzati) per alberghi, uffici, commercio e industria, comunicazione e trasporti ]

Tab. 24 Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione (2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Buildings for residential use by period of construction (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Buildings and building complexes (TOTAL)

Buildings for residential use

Buildings and building complexes for other

uses

2011

ITALY 14.515.795 12.187.698 874.817

NAPLES 50.392 40.755 5.89020

01

NAPLES 38.768 34.206 1.644

UNISOB area 6.532 5.886 188

Chiaia 1.651 1.480 61

Montecalvario 1.057 1.002 5

Pendino 878 743 57

Porto 309 262 13

S. Ferdinando 735 678 19

S. Giuseppe 270 224 12

S. Lorenzo 1.632 1.497 21

Prior to 1919

From 1919 to 1945

From 1946 to 1961

From 1962 to 1971

From 1972 to 1981

From 1982 to 1991

After 1991

TOTAL

2001

NAPLES 8.765 5.141 6.827 5.103 4.282 3.629 459 34.206

UNISOB area 3.944 1.176 529 215 14 4 4 5.886

Chiaia 663 345 315 145 9 - 3 1.480

Montecalvario 744 176 64 17 1 - - 1.002

Pendino 558 144 27 11 2 - 1 743

Porto 149 96 9 6 - 2 - 262

S. Ferdinando 592 50 31 5 - - - 678

S. Giuseppe 173 20 29 2 - - - 224

S. Lorenzo 1.065 345 54 29 2 2 - 1.497

Page 30: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

58 59

dential use. These are put to use for production, commercial, office/

services, tourism/hospitality and other services. The districts with the

lowest percentage of unoccupied dwellings are San Lorenzo (7.9%) and

Montecalvario (6%), the only district – one of the seven in the Unisob

area – to reach the municipal level.

Montecalvario (6%), unico quartiere – tra i sette dell’area Unisob – ad

attestarsi sul dato comunale [ tab. 25 ].

II. Fact-finding, study and research project

Tab. 26 Numero di abitazioni (2001). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2001.Number of dwellings (2001). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2001.

Tab. 25 Numero di abitazioni occupate da persone residenti (2011). Elaborazione su dati ISTAT – Censimento della popolazione e delle abitazioni 2011.Number of dwellings occupied by residents (2011). Based on ISTAT data – Population and Housing Census 2011.

Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista del Vesuvio dalla Terrazza della Chiesa Superiore.Suor Orsola Citadel, 17th C. View of Vesuvius from the terrace of the Upper Church.

Cittadella di Suor Orsola, sec. XVII, vista del Golfo di Napoli da una delle terrazze.Suor Orsola Citadel, 17th C. View of the Bay of Naples from one of the terraces.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Dwellings occupied by residents

2011

ITALY 24.135.177

NAPLES 347.470

Dwellings occupied by residents

Dwellings occupied by non-residents

Vacant dwellings TOTAL

2001

NAPLES 336.286 4.125 21.802 362.213

UNISOB area 58.046 1.424 5.916 65.386

Chiaia 16.366 339 1.668 18.373

Montecalvario 7.959 118 515 8.592

Pendino 5.449 127 701 6.277

Porto 1.776 103 253 2.132

S. Ferdinando 6.832 205 789 7.826

S. Giuseppe 2.155 132 451 2.738

S. Lorenzo 17.509 400 1.539 19.448

Page 31: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

61

ii.4Per una contestualizzazione ii.4Towards contextualisation

1i.4.1Qualità della vita nel contesto socio-economico

di riferimento

Come si evince dai dati, le aree della città più prossime a Unisob

sono caratterizzate da una estrema eterogeneità di territorio e popolazione.

In particolare, Chiaia e San Ferdinando (Municipalità 1) si

estendono verso il golfo e costituiscono aree di alto benessere. Di con-

tro, San Lorenzo (Municipalità 4) e Montecalvario (Municipalità 2)

sono situate nel centro della città e sono definite aree di disagio so-

cio-economico e abitativo, insieme ai quartieri di San Giuseppe, Pen-

dino e Mercato 1.

1i.4.1Quality of life in the socio-economic

context of interest

As may be seen from the data, the areas of the city closest to

Unisob are highly diversified in terms of territory and population.

In particular, Chiaia and San Ferdinando (municipal area 1)

extend towards the Bay of Naples, and represent areas with a high

standard of living. In contrast, San Lorenzo (municipal area 4) and

Montecalvario (municipal area 2) are located in the city centre and

are considered to be disadvantaged areas in socio-economic terms, as

are the San Giuseppe, Pendino, and Mercato areas 1.

II. Fact-finding, study and research project

1Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio-sanitari, 2013.

1Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio-sanitari, 2013.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

La città storica dalla terrazza delle Scuole.A City wiew from the School Terrace.

Page 32: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

62 63

La Municipalità 2 (Montecalvario, Mercato, San Giuseppe, Porto,

Pendino e Avvocata) e la Municipalità 4 (San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale

e Zona Industriale) sono caratterizzate da una sostanziale equivalenza tra la

popolazione con età superiore ai 65 e quella inferiore ai 15 anni. Tale dato,

combinato con un’analoga equivalenza tra i quozienti generici di natalità

e di mortalità, determina una crescita zero della popolazione di queste aree

ed è indicativo di un tessuto sociale che si rinnova molto lentamente. La

Municipalità 1 (San Ferdinando, Chiaia e Posillipo), seppur caratterizza-

ta da migliori condizioni socio-economiche, presenta un elevato tasso di

invecchiamento della popolazione, che incrociato con il dato relativo alla

più bassa percentuale di donne in età fertile, determina una percentuale di

incremento naturale della popolazione estremamente negativa; specular-

mente il tasso di mortalità risulta tra i più alti. In questa area della città in-

siste soprattutto l’esigenza di servizi sociali, assistenziali e sanitari per utenti

della terza età, la cui offerta pubblica risulta abbastanza soddisfacente 2 e

comunque integrata dal ricorso ai professionisti della care economy, in gran

parte migranti 3. L’elevata domanda di assistenza socio-sanitaria privata è

supportata e agevolata dall’entità del reddito familiare che, soprattutto a

Chiaia, risulta mediamente più alto rispetto al resto della città.

In relazione al rapporto tra il numero di abitanti e l’estensione

delle aree di residenza, si tenga conto che in alcuni quartieri della città,

tra cui San Lorenzo, Montecalvario, e Avvocata, «si toccano indici di

densità abitativa tra i più elevati al mondo, evidenziando livelli di pres-

sione demografica a elevato rischio (anche sanitario) e forti sperequa-

zioni nella distribuzione di ricchezza» 4.

Nello specifico, i quartieri di San Lorenzo e Montecalvario,

che ricadono nell’area del centro storico, sono caratterizzati da una

composizione sociale il cui disagio è determinato soprattutto dagli alti

livelli di disoccupazione di lungo periodo, di sottoccupazione, di lavoro

nero o precario. Si tratta, pertanto, di aree della città con redditi molto

bassi e irregolari. Un dato positivo è relativo all’incremento di lavoro

autonomo da parte degli immigrati, che – a seguito della loro elevata

presenza in queste aree della città – hanno sviluppato numerose attività

commerciali (soprattutto negozi di generi alimentari).

La cronica assenza di servizi sociali e assistenziali che caratteriz-

za queste aree della città investe le famiglie di eccessivi “compiti di cura”

(data la numerosità del nucleo e la presenza di figli minori, persone

anziane o disabili) 5. Complessivamente le Municipalità 2 e 4 presen-

tano il 68% dei nuclei cittadini costretti all’autogestione delle esigenze

II. Fact-finding, study and research project

Municipal area 2 (Montecalvario, Mercato, San Giuseppe,

Porto, Pendino and Avvocata) and municipal area 4 (San Lorenzo,

Vicaria, Poggioreale and the Industrial Zone) have substantially

the same number of people aged over 65 and under 15 years of

age. This, combined with a similar equivalence between the crude

birth and death rates, means there is zero population growth in

those areas, and is indicative of a social fabric that is very slow to

renew. Municipal area 1 (San Ferdinando, Chiaia and Posillipo),

while having better socio-economic conditions, has a markedly

aging population, which, coupled with the relatively low percentage

of women of childbearing age, means that there is an extremely

low natural population growth, while the mortality rate is among

the highest. This area of the city especially requires the presence

of social services and health and social care for the elderly. Public

provision, which is reasonably satisfactory 2, is supplemented by

recourse to care economy professionals, mostly migrants 3. The

strong demand for private social and health care is supported and

facilitated by family income, which, especially in Chiaia, tends to be

generally higher than in the rest of the city.

Concerning the relationship between the number of

inhabitants and the territory covered by the residential areas, it

should be noted that some districts of the city, including San Lorenzo,

Montecalvario, and Avvocata, have “among the highest levels of

population density in the world, with high risk demographic (and

health) pressure levels and great inequalities in the distribution of

wealth” 4.

Specifically, the districts of San Lorenzo and Montecalvario, in

the historical centre, are characterised by a social make up that largely

reflects high levels of long-term unemployment, underemployment,

unregistered employment, or temporary work. This is, therefore, a

part of the city with very low and highly irregular incomes. There is

a positive trend in self-employment among immigrants, who – being

numerous in these areas of the city – have set up various commercial

activities (especially grocery stores).

The chronic lack of social services and welfare that characterises

these areas of the city burden families with excessive “duties of care”

(considering the numerous family members and the presence of young

children, the elderly and/or disabled) 5. Overall, municipal areas 2 and

4 see 68% of the family units forced to take care of their own social

2 Ibidem. 3Si veda Näre L. (2012), Moral Economies of Reproductive Labour. An Ethnography of Migrant Domestic and Care Labour in Naples, Italy, Research Institute Swedish School of Social Science University, Helsinki; Spanò A., Zaccaria A.M. (2003), Il mercato delle collaborazioni domestiche a Napoli: il caso delle Ucraine e delle Polacche, in La Rosa M., Zanfrini I., Percorsi migratori tra reti etniche, istituzioni e mercato del lavoro, Franco Angeli, Milano, pp. 193-224. 4Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, luglio 2011, p. 3. 5Si veda Amaturo E. (a cura di) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Napoli.

2 Ibidem. 3See Näre L. (2012), Moral Economies of Reproductive Labour. An Ethnography of Migrant Domestic and Care Labour in Naples, Italy, Research Institute Swedish School of Social Science University, Helsinki; Spanò A., Zaccaria A.M. (2003), Il mercato delle collaborazioni domestiche a Napoli: il caso delle Ucraine e delle Polacche in La Rosa M., Zanfrini I., Percorsi migratori tra reti etniche, istituzioni e mercato del lavoro, Franco Angeli, Milan, pp. 193-224. 4Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, luglio 2011, p. 3. 5See Amaturo E. (eds) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Naples.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 33: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

64 65

sociali e assistenziali 6. Pertanto, in questi spazi napoletani si sopperisce

alla carenza di servizi pubblici con il modello culturale delle solidarietà

familiari e parentali 7. In relazione a ciò si tenga conto, per esempio,

della situazione degli asili nido: nella Municipalità 2 esistono solo 7 asili

nido, nella Municipalità 4 ne esistono solo 3; tutti hanno capacità di

accoglienza estremamente limitate se rapportate al numero dei nuclei

famigliari con figli a carico e sono distribuiti in maniera disomogenea

rispetto all’articolazione dei singoli quartieri 8.

Inoltre, negli spazi delle Municipalità 2 e 4, e con particolare ri-

lievo a Montecalvario, persiste il fenomeno del familismo forzato 9, cioè

una situazione di sovraccarico familiare determinata dal basso livello di

reddito pro-capite che costringe a forme di coabitazione forzata. Detto

in altri termini, il nucleo familiare tende a estendersi – accogliendo,

per esempio, anche i figli sposati – per esigenze economiche. A ciò si

aggiunga il fatto che queste aree presentano una fortissima emergenza

abitativa dovuta a migliaia di sfratti pendenti 10.

Caratteristica non solo architettonica ma sociale degli spazi

della Municipalità 2 e 4 è la persistenza dei cosiddetti “bassi” 11. Sono

abitazioni, oggi occupate anche da migranti, da sempre annoverate tra

i simboli della città di Napoli e sottoposte a letture contrastanti, spes-

so stereotipate. Da una parte c’è chi considera i bassi quali spazi della

struttura sociale della città da cui «scaturisce soprattutto un reciproco

comprendersi tra benestanti e poverelli, sicché il giudizio degli uni ver-

so gli altri è sempre favorevole e comprensivo» 12. Dall’altra, per la stessa

ragione di coesistenza di plebe e borghesia, sono stati definiti luoghi

di «promiscuità psicosociale di Napoli» 13. Al di là delle definizioni, i

bassi oggi sono – da un punto di vista sociologico – spazi di resistenza

popolare in aree della città sottoposte a progetti di riqualificazione

del tessuto urbano, nei quali persistono modalità relazionali osmotiche

certamente non proprie delle metropoli globalizzate, ma tipiche della

porosità di Napoli, così come Walter Benjamin la intendeva 14.

A incidere fortemente sullo stile di vita degli abitanti delle Mu-

nicipalità 2 e 4 è anche l’assenza quasi totale di luoghi pubblici di

aggregazione (come piazze e parchi) e la scarsissima presenza di verde

pubblico. Montecalvario, per esempio, ha circa 1800 m2 di verde pub-

blico ed è secondo solo a Vicaria, che ne ha 1400.

Anche l’area di Chiaia non si caratterizza per l’alta presenza di

spazi pubblici di aggregazione, tuttavia sopperisce a tale mancanza con

un’alta presenza di “aree verdi” private 15.

II. Fact-finding, study and research project

and care needs 6. Therefore, in these circumstances, Neapolitans make

up for the lack of public services by relying on a cultural model based

on family solidarity and kinship 7. A telling example is the question

of nursery schools. There are only seven in the second municipal area,

while in the fourth municipality there are only three.

None of them has anything like the space required to serve

the number of households with dependent children, and they are

distributed very unevenly in relation to the layout of the individual

districts 8.

In addition, in municipal areas 2 and 4, and especially

Montecalvario, there still exists the phenomenon of forced familism 9,

i.e. an excessive reliance on the family caused by the low per capita

income that obliges them to adopt forms of forced cohabitation. In

other words, the family unit tends to extend – also including the

married children, for example – for economic reasons. Added to this

is the fact that these areas are marked by a severe housing crisis due to

thousands of pending evictions 10.

A feature which is not only an architectural but also a social

phenomenon in municipal areas 2 and 4 is the persistence of the so-

called “bassi” 11. These homes, now also often occupied by migrants,

have long been regarded as a symbol of good and ill in the city of

Naples, and they have been the subject of conflicting, but in any

case stereotyped, interpretations. On the one hand, there are those

who consider the bassi to be part of the social structure of the city

from which “a form of mutual understanding between the rich and

poor flows, so that the opinion they have of one another is always

supportive and understanding” 12.

On the other, for the same reason, i.e., the coexistence of

the lower classes and the bourgeoisie, they are defined as points

of “Neapolitan psychosocial promiscuity in Naples” 13. Whatever

the definition, the bassi today – from a sociological point of view

– are spaces of popular resistance in areas of the city subject to

redevelopment projects relating to the urban fabric, where osmotic

relationships persist in a way which certainly does not pertain to a

globalised metropolis, but are typical of the porosity of Naples, as

Walter Benjamin understood it 14.

Another element that has a strong impact on the lifestyle of

the inhabitants of municipal areas 2 and 4 is the almost total absence

of public places of aggregation (such as squares and parks) and the

6Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 7Amaturo E. (a cura di) (2004), op. cit. 8Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 9Gambardella D., Morlicchio E. (a cura di) (2005), Familismo forzato. Scambi di risorse e coabitazione nelle famiglie povere a Napoli, Carocci, Roma. 10 Ibidem. 11Celotto C. (2012),’O vascio, breve storia dei “bassi” napoletani, Intra Moenia, Napoli. 12Luongo G., Oliva A. (1958), Napoli come è, Feltrinelli, Milano, p. 151. 13Galasso G. (1978), Intervista sulla storia di Napoli, a cura di P. Allum, Laterza, Bari-Roma, p. 42. 14Benjamin W. (2000), Napoli, L’ancora del Mediterraneo, Napoli. 15Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, Anno 2012.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

6Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 7Amaturo E. (ed) (2004), op. cit. 8Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 9Gambardella D., Morlicchio E. (a cura di) (2005), Familismo forzato. Scambi di risorse e coabitazione nelle famiglie povere a Napoli, Carocci, Rome. 10 Ibidem. 11Celotto C. (2012),‘O vascio, breve storia dei “bassi” napoletani, Intra Moenia, Naples. 12Luongo G., Oliva A. (1958), Napoli come è, Feltrinelli, Milan, p. 151. 13Galasso G. (1978), Intervista sulla storia di Napoli, ed P. Allum, Laterza, Bari-Rome, p. 42. 14Benjamin W. (2000), Napoli, L’ancora del Mediterraneo, Naples.

Page 34: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

66 67

Il basso reddito pro-capite degli abitanti di San Lorenzo e

Montecalvario incide profondamente sulla definizione degli stili di vita,

determinandone la quantità e la qualità dei consumi. In queste aree

risultano quasi del tutto compresse le spese voluttuarie o comunque

non essenziali per la sopravvivenza; mentre il consumo di beni di prima

necessità – pur non essendo diminuito in termini quantitativi – risulta

significativamente caratterizzato dall’acquisto di prodotti presso i di-

scount o comunque limitato rispetto al consumo di alimenti più pregiati

e costosi 16. Naturalmente ciò incide fortemente sulla qualità di vita e

conseguentemente sulla salute.

La tipologia di consumi dei giovani residenti nelle aree oggetto

di studio non differisce dal dato nazionale 17, pur risultando, nel 2012, no-

tevolmente ridotta in termini quantitativi 18. I giovani del centro storico

di Napoli (e quindi anche quelli di San Lorenzo e di Montecalvario)

sono condizionati dal forte tasso di disoccupazione e dal notevole ritardo

nell’accesso al mondo del lavoro, che li costringe a una condizione di

dipendenza prolungata dal nucleo familiare; tuttavia eccellono nella pro-

duzione di nuovi e significativi contenuti nei linguaggi della creatività,

delle culture urbane e delle sottoculture giovanili locali 19.

Nelle Municipalità 2 e 4 si rilevano molte attività d’associa-

zionismo socio-culturale, i cui interventi, però, sono prevalentemente

finalizzati alla lotta al crimine e alla devianza e non a garantire alla po-

polazione un adeguato numero di servizi integrativi di tipo socio-assi-

stenziale 20. Si tenga conto, tra l’altro, che a Montecalvario si concentra

la più alta percentuale di senza fissa dimora presente nella città 21. Le

associazioni del Terzo Settore, di concerto con gli orientamenti delle

politiche sociali comunali, attivano prevalentemente politiche di for-

mazione, inserimento lavorativo e mobilità geografica; in particolare

sono stati attivati percorsi di formazione in materia turistica (attività

condotte attraverso la misura por regionale 3.8) e percorsi di autoim-

prenditorialità rivolti a donne disagiate. Inoltre, sono stati implementati

progetti per la creazione di “cantieri territoriali”, di agenzie locali di

sviluppo territoriale e cittadino (“Napoli opportunità”).

Sempre in relazione alla Municipalità 2 e 4 – e in particolare

all’area di Forcella (zona tra Pendino e San Lorenzo) e dei Quartieri

Spagnoli (che si estendono tra Montecalvario e Avvocata) – si è soliti

sostenere che trattasi di aree della città in cui «risulta particolarmente

difficile muoversi liberamente e autonomamente, a causa delle diverse

barriere e ostacoli all’autonomia, ma anche a causa del senso di insi-

II. Fact-finding, study and research project

severe shortage of public green areas. Montecalvario, for example, has

barely 1800 m2 of public green space and is second only to Vicaria,

which has 1400.

The Chiaia area also lacks public spaces for aggregation, but

compensates for this lack with its high levels of private “green areas” 15.

The low per capita income of the residents of San Lorenzo

and Montecalvario has a strong influence on their lifestyle,

determining the quantity and quality of consumption. In these areas,

expenditure on luxuries or other goods not essential for survival

is almost non-existent, while the consumption of essential goods

– while not diminished in quantity – is significantly characterised

by the purchase of products at discount stores and in any case the

consumption of good quality or expensive food is limited 16. This

naturally has a major impact on quality of life and therefore on health.

This type of consumption by young people living in the areas

relating to this study is no different from the national 17 average, despite

being much reduced in quantitative terms in 2012 18. The youth of

the historic centre of Naples (and hence those of San Lorenzo and

Montecalvario) are particularly affected by high unemployment rates

and the significant delay in access to the labour market, which forces

them into a state of prolonged dependence on the family unit; however,

they excel in the production of significant new content in terms of

creativity, culture and local urban subcultures 19.

Municipal areas 2 and 4 host many social and cultural

associations, whose activities, however, mainly aim to fight crime and

deviance and not to guarantee the population a sufficient number of

supplementary services such as social welfare 20. It should be taken

into account, among other things, that Montecalvario has the highest

percentage of homelessness in the city 21. Third Sector associations

working along the municipal social policy guidelines mainly aim

to set up training policies, employment and geographic mobility.

Specifically, they run training courses in tourism related areas (as

part of the regional por 3.8 project) and self-employment courses for

disadvantaged women. In addition, projects have been set up for the

creation of “local sites”, local area and urban development agencies

(“Napoli opportunità” i.e., “Naples opportunity”).

Also in relation to municipal areas 2 and 4 – and in particular

to Forcella (the area between Pendino and San Lorenzo) and the

Spanish Quarter (which extends from Montecalvario to Avvocata) –

16Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, Ci vuole una terra per vedere il mare, gennaio 2014. 17Savonardo L. (a cura di) (2007), Figli dell’incertezza. I giovani a Napoli e provincia, Carocci, Roma. 18Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 19Savonardo L. (a cura di) (2007), op. cit. 20Parziale F. (2011), La Città stratificata. Riflessioni a margine di un’indagine ecologica sulle 10 municipalità di Napoli, in «Accenti, Quadrimestrale telematico di Scienze Politiche e Sociali». 21Sistema di gestione – Parte B. Approfondimenti Centro storico di Napoli. Patrimonio Mondiale Unesco, gennaio 2011.

15Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, Anno 2012. 16Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, Ci vuole una terra per vedere il mare, January 2014. 17Savonardo L. (ed) (2007), Figli dell’incertezza. I giovani a Napoli e provincia, Carocci, Rome. 18Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 19Savonardo L. (ed) (2007), op. cit. 20Parziale F. (2011), La Città stratificata. Riflessioni a margine di un’indagine ecologica sulle 10 municipalità di Napoli, in «Accenti, Quadrimestrale telematico di Scienze Politiche e Sociali». 21Sistema di gestione – Parte B. Approfondimenti Centro storico di Napoli. Patrimonio Mondiale Unesco, January 2011.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 35: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

68 69

curezza diffuso tra i cittadini» 22. A partire da tali premesse, rispetto alla

sicurezza urbana, al miglioramento della qualità della vita e alla ridu-

zione del rischio socioeconomico, sono state intraprese quasi esclusiva-

mente iniziative direttamente mirate a perseguire il principio di legalità

(soprattutto lotta al racket e all’usura) ed è stato approvato «il progetto

esecutivo per l’integrazione di tutte le telecamere esistenti sul territo-

rio del Comune di Napoli nell’ambito del piano di videosorveglianza

delle principali arterie viarie ai fini della sicurezza urbana» 23.

In sintesi, le aree della Municipalità 2 e 4 sono spesso soggette

ad azioni politiche di “ripulitura della città” e costituiscono uno dei

punti nevralgici delle politiche sicuritarie.

In queste zone, «miscuglio di incuria e bellezza» 24, le trasfor-

mazioni degli ultimi decenni hanno creato un vero e proprio guado

di identità, che non consente di riconoscersi né nel sistema urbano né

nell’ibrido progetto culturale di rilancio del centro storico 25. Nel con-

tempo, il territorio esprime un potenziale vitalismo, non smarrendo del

tutto la sua identità ed esprimendo una crescente domanda di servizi di

qualità alla pubblica amministrazione 26.

Il fatto che in queste aree della città il disagio socio-economico

non possa essere letto solo in termini di devianza e crimine è com-

provato dagli indicatori sanitari, che attribuiscono alla Municipalità 4

una delle percentuali cittadine più elevate per morti da tumore e alla

Municipalità 2 una percentuale di morti per malattie cardiovascolari

significativamente alta 27.

Particolarmente allarmanti sono anche i dati relativi alle malat-

tie infettive (in particolare la tubercolosi) nelle aree del centro storico,

la cui diffusione è impropriamente imputata all’alto indice di depriva-

zione e alla presenza di determinati gruppi a rischio, tra cui gli immi-

grati extracomunitari, gli ex detenuti e i senza fissa dimora 28.

Pertanto, il progressivo peggioramento della qualità della vita

che negli ultimi anni ha caratterizzato la città di Napoli non riguarda

solo le aree periferiche, ma investe in modo significativo i quartieri

del centro storico, in particolare San Lorenzo, Montecalvario, Mercato,

Pendino e Avvocata; zone in cui anche l’aspettativa di vita alla nascita e

la speranza di vita a 65 anni sono tra le più basse d’Italia 29.

Tali dati non possono prescindere dal fatto che l’area metro-

politana di Napoli presenta un elevato inquinamento da polveri fini

(quattro volte superiore al valore limite giornaliero previsto dalla nor-

mativa vigente 30), uno scarso monitoraggio della qualità dell’aria e una

II. Fact-finding, study and research project

it is customary to argue that these are areas of the city where “it is

particularly difficult to act freely and independently because of the

different barriers and obstacles to independence, but also because of

the widespread sense of insecurity among the citizens” 22. Starting

from this view, with regard to urban safety, improvement of quality

of life and the reduction of socio-economic risk, the vast majority of

initiatives have aimed directly at developing the rule of law (especially

the fight against racketeering and usury) and a plan has been

approved for “an executive project for the integration of all existing

cctv cameras in the Municipality of Naples in a surveillance plan for

the main thoroughfares in order to improve urban security” 23.

In essence, municipal areas 2 and 4 are often subject to

political action aiming to “clean up the city” and are one of the focal

points of security policy.

In these areas, the “mixture of neglect and beauty” 24 and

changes over recent decades have created a real identity crisis, which

means that citizens do not see themselves within the urban system or

in the general hybrid cultural project to revitalise the historic centre 25.

At the same time, the territory has potential vitality, and has not

completely lost its identity. It expresses a growing demand for quality

services from the public administration 26.

The fact that socio-economic hardship in these areas

of the city is not only visible in terms of deviance and crime is

unfortunately corroborated by the health indicators, with municipal

area 4 having one of the city’s highest rates of cancer deaths

while municipal area 2 has a particularly high rate of deaths from

cardiovascular disease 27.

The figures for infectious diseases (including tuberculosis) in

the historic centre area are particularly worrying, and their spread is

improperly attributed to the high deprivation index and the presence

of certain risk groups, including non-EU immigrants, ex-prisoners

and the homeless 28.

Therefore, the gradual deterioration of the quality of life

that has characterised the city of Naples in recent years is not only

something that touches the peripheral areas, but seriously affects

neighbourhoods within the historic centre, especially San Lorenzo,

Montecalvario, Mercato, Pendino and Avvocata; areas where the life

expectancy at birth and survival to 65 years of age are among the

lowest in Italy 29.

22 Ivi, p. 98. 23 Ibidem. Si precisa che a Napoli gli interventi di sicurezza vengono implementati soprattutto rispetto ai seguenti reati: furti (che ammontano a 32.542 su 102.045 in Campania e 1.460.205 in Italia); estorsioni (che ammontano a 208 su 1.070 in Campania e 6.099 in Italia); associazioni per delinquere (che ammontano a 42 su 116 in Campania e 906 in Italia). I dati si riferiscono al 2011. Si veda anche Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 24Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 20. 25Parziale F. (2011), op. cit. 26 Ibidem. 27Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio sanitari, 2013. 28 Ibid. 29See Näre L. (2012), op. cit. 30Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, July 2011, p. 3.

22 Ivi, p. 98. 23 Ibidem. Security measures in Naples specifically focus on the following offenses: theft (amounting to 32,542 out of 102,045 in Campania and 1,460,205 in Italy), extortion (amounting to 208 out of 1,070 in Campania and 6,099 in Italy); criminal organisations (which amount to 42 out of 116 in Campania and 906 in Italy).The data refer to 2011. See also Comune di Napoli, Serzivio Studi Demografici e Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 24Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 20. 25Parziale F. (2011), op. cit. 26 Ibidem. 27Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, Profilo di Comunità della Città di Napoli 2010-2012. Il sistema di Indicatori integrati sociali e socio sanitari, 2013. 28 Ibid. 29See Näre L. (2012), op. cit.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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70 71

bassa diffusione della raccolta differenziata (10 kg/abitante contro una

media nazionale di 52 kg/abitante) 31. Risultano poco efficienti anche

le attività di prevenzione secondaria e gli screening sanitari 32.

Tuttavia, in relazione ai moderni progetti di città intelligente,

l’osservatorio Between 33 ha elaborato lo Smart City Index, che misura

il livello di smartness delle città italiane e nel 2013 Napoli è decima su

quindici province metropolitane e cinquantesima nel ranking nazionale

(con un punteggio di 62,4). In particolare, Napoli è seconda solo a Mi-

lano per quanto concerne la diffusione della banda larga e ha raggiunto

ottimi risultati per i servizi di smart mobility, per l’efficienza energetica,

le risorse naturali e lo smart government. Le difficoltà che registra la città

riguardano proprio la smart education e la smart health. Il dato interes-

sante dello studio Between è il fatto che se normalmente le aree urbane

in cui la qualità della vita è più alta sono anche quelle più innovative,

Napoli fa eccezione poiché, pur essendo una città a bassissima vivibilità,

possiede un livello di smartness tale da poter essere utilizzato per riscat-

tarsi da una condizione socio-economica, infrastrutturale e culturale

sfavorevole 34.

1i.4.2Quantità e qualità dei flussi turistici a Napoli

In termini di percezione, nel 2009 Venezia e Roma si classifi-

cano ai primi posti tra le città italiane più note all’estero e più visitate

dai turisti stranieri; in relazione a tali variabili Napoli si colloca a metà

classifica. In particolare, il 51,1% dei turisti stranieri conosce la città e il

37,2% l’ha visitata, il 59,1% vorrebbe ritornavi 35.

Più in generale, nel 2010 l’Europa ha registrato il più basso tasso di

crescita di arrivi turistici internazionali 36. Relativamente all’Italia, sempre

nel 2010, si registra un dato generale per gli arrivi invariato rispetto al 2009

(+0,5%), con una flessione di turisti italiani (-2,6%) e un aumento di stra-

nieri (+4,6%). Il 2011 è invece ricordato come l’anno del turismo straniero

in Italia, con aumenti di presenze del 5,3% rispetto al 2010.

Dati del 2011 attribuiscono alla Campania il 5% dei flussi tu-

ristici nazionali: Napoli ne assorbe la metà e con Salerno copre il 90%

dei flussi turistici in ingresso 37.

Anche a Napoli si registra un rilancio del turismo nel 2010

e nel 2011, e un aumento del 9% delle presenze alberghiere, dopo il

netto calo che si era registrato nel periodo 2008-2009 anche a causa

della risonanza mediatica dell’emergenza rifiuti 38. In particolare a Na-

poli, nel periodo 2006-2008, le imprese turistiche si sono praticamente

II. Fact-finding, study and research project

These data cannot ignore the fact that the metropolitan area

of Naples has levels of pollution four times higher than the legal

daily limit value 30, and poor monitoring of air quality and very

little recycling (10 kg per capita against a national average of 52 kg

per inhabitant) 31. There is also inefficient secondary prevention and

health screening 32.

However, for modern smart city projects, the Between 33

observatory has developed the Smart City Index, which measures the

level of smartness of Italian cities, and in 2013, Naples was tenth out

of fifteen provinces and fiftieth in the national ranking (with a score

of 62.4). In particular, Naples is second only to Milan for broadband

provision and has gained excellent results in smart mobility services,

energy efficiency, natural resources and smart government. The

difficulties found in the city relate to smart education and smart

health. The interesting information from the Between study is that

while the urban areas where the quality of life is normally the highest

are also the most innovative, Naples is an exception because despite

being a city with a very low living standard, it possesses a level

of smartness that can be used to redeem it from socio-economic,

infrastructural and cultural disadvantage 34.

1i.4.2Quantity and quality of tourism in Naples

In terms of city awareness, in 2009 Venice and Rome were the

best-known Italian cities abroad, and the most popular with foreign

tourists. Naples was classified mid way. In detail, 51.1% of tourists knew

the city and 37.2% had visited it, with 59.1% wishing to return 35.

In more general terms, figures for 2010 show Europe having

the smallest increase in international tourism 36. In Italy, again in 2010,

the influx remained the same as in 2009 (+0,5%), with a fall in Italian

tourists (-2,6%) and an increase in foreign visitors (+4,6%). The year

2011 is considered the year of foreign tourism in Italy, showing a rise

of 5.3% on 2010.

Data from 2011 show that the Campania region received

5% of Italian tourists, half of which came to Naples while Salerno

received 90% of incoming tourists 37.

Naples too witnessed a rise in tourist influx during 2010,

reaching a 9% growth in hotel occupancy in 2011, after the plunge of

2008-2009 due to media coverage of the refuse crisis 38. In the period

from 2006 to 2008, tourism-related business practically halved, falling

31See Amaturo E. (eds) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Naples. 32Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 33Amaturo E. (eds) (2004), op. cit. 34Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 35Marra E., Guala C., Ercole E. (2010), L’immagine dell’Italia da parte dei turisti stranieri: francesi, tedeschi e britannici, Carocci, Roma. 36Confindustria aica, Unisob, (2011), I bilanci delle compagnie alberghiere: indici e confronti, Napoli. 37Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 38Si veda Public Utilities, Servizi pubblici locali in Italia e riflessioni sul ciclo dei rifiuti, op. cit.; Petrillo Ant. (2008), Topografie sociali. Territorio, popolazione e rifiuti: il caso della Campania, Elio Sellino Editore, Avellino; Id. (a cura di) (2009), Biopolitica di un rifiuto. Le rivolte antidiscarica a Napoli e in Campania, Ombre Corte, Verona 2009.

30Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi. Il punto di vista dell’Unione delle Camere di Commercio campane, Primo Rapporto strutturale, July 2011, p. 3. 31See Amaturo E. (eds) (2004), Profili di povertà e politiche sociali a Napoli, Liguori, Naples. 32Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 33Amaturo E. (eds) (2004), op. cit. 34Coordinamento Centro Studi Interistituzionale per l’Integrazione Sociosanitaria, Comune di Napoli/ASL Napoli 1, op. cit. 35Marra E., Guala C., Ercole E. (2010), L’immagine dell’Italia da parte dei turisti stranieri: francesi, tedeschi e britannici, Carocci, Rome. 36Confindustria aica, Unisob, (2011), I bilanci delle compagnie alberghiere: indici e confronti, Naples. 37Osservatorio Economico della Campania 2011, L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 38See Public Utilities, Servizi pubblici locali in Italia e riflessioni sul ciclo dei rifiuti, op. cit.; Petrillo Ant. (2008), Topografie sociali. Territorio, popolazione e rifiuti: il caso della Campania, Elio Sellino Editore, Avellino; Id. (ed) (2009), Biopolitica di un rifiuto. Le rivolte antidiscarica a Napoli e in Campania, Ombre Corte, Verona 2009.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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72 73

dimezzate, passando da 866 nel 2006 a 434 nel 2008. Si noti anche che

nel 2008 il numero di imprese cessate è quasi pari al doppio di quelle

nate 39. Inoltre, nel 2009 Napoli ha registrato il più basso tasso di turisti-

cità (rapporto tra il numero di abitanti e il numero di turisti), pari a 1,86

turisti per abitante, rispetto ai 30,39 turisti per abitante registrato da Ve-

nezia nello stesso anno 40. Ancora nel 2011 il 78,8% degli imprenditori

napoletani concordava sul fatto che la “questione rifiuti” danneggiasse

l’immagine turistica della città e il 32,2% degli stessi imprenditori so-

steneva che tale questione avesse avuto conseguenze sulla vendita di

prodotti con marchio d’origine 41.

Complessivamente, tra il 1998 e il 2012 la provincia di Napoli

registra un aumento di presenze pari al 6,1%. Pur essendo un risultato

positivo, è inferiore alla media nazionale e presenta un notevole scarto

rispetto alle altre province italiane che precedono Napoli nella gradua-

toria (in ordine crescente: Firenze, Milano, Roma, Venezia) e che hanno

registrato un aumento di presenze superiore al 40% 42. Inoltre, nel 2012

la provincia di Napoli risulta sesta a livello nazionale per incidenza di

turisti stranieri (46,6%) 43.

Nonostante il buon andamento dei flussi turistici, si deve rile-

vare che a Napoli non si è registrato un aumento dei ricavi nei settori

economici di riferimento, a causa della riduzione dei prezzi al consumo

dovuta alla crisi economica. In particolare, nel settore alberghiero la fles-

sione del “reddito medio per camera occupata” ha caratterizzato tutto il

2011, con «punte particolarmente preoccupanti soprattutto nei mesi di

luglio (-23,6% rispetto a luglio 2010) e agosto (-40,6% rispetto ad agosto

2010)» 44.

L’offerta ricettiva della città di Napoli è molto alta e in crescita.

In particolare, nel 2012 la città partenopea ha un numero di posti letto

per chilometro quadrato più alto di Milano, Roma e Firenze. Seguendo

il trend nazionale, Napoli ha registrato – dal 1998 al 2012 – un aumento

di posti letto pari a +32% 45.

Negli ultimi dieci anni l’offerta ricettiva si è molto diversificata;

«un tempo i campeggi e i villaggi coprivano l’88% della disponibilità di

posti letto extra-alberghieri» 46, poi, nel 2012, è notevolmente aumen-

tata la disponibilità di posti nelle case per ferie, negli agriturismi e so-

prattutto nei bed&breakfast, presenti prevalentemente nel centro storico.

Per quanto concerne la tipologia di flussi turistici, a Napoli la

maggior parte dei turisti arriva in quanto transita verso altre città, in

particolare verso Roma, o è diretta verso limitrofi: soprattutto Pompei,

II. Fact-finding, study and research project

39 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, Il turismo e le attività collegate, gennaio 2011. 40 Ibidem. 41Osservatorio Economico della Campania (2011), L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 42Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 43 Ibidem. 44Confindustria aica, Unisob, op. cit., p. 58. 45Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 46 Ivi, p. 170.

39 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, Il turismo e le attività collegate, January 2011. 40 Ibidem. 41Osservatorio Economico della Campania (2011), L’economia regionale dopo un biennio di crisi, op. cit. 42Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 43 Ibidem. 44Confindustria aica, Unisob, op. cit., p. 58. 45Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit. 46 Ivi, p. 170. 47Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 48 Ibidem.

from 866 in 2006 to 434 in 2008. In 2008, the number of businesses

closing down was almost double those starting up 39. In 2009, Napoli

had the lowest tourist rate (resident-tourist ratio), amounting to 1.86

tourists per inhabitant, compared with 30.39 tourists in Venice in the

same year 40. In 2011, 78.8% of Neapolitan entrepreneurs agreed that

the “refuse crisis” had damaged the image of the city, and 32.2% of the

same entrepreneurs stated that it also affected sales of local produce 41.

Overall, between 1998 and 2012, the Province of Naples saw

an increase of 6.1%. Although this is a positive result, it is below the

national average, and there is a huge gap compared with other Italian

provinces above Naples on the list (in increasing order: Florence,

Milan, Rome, Venice), which have recorded increases of over 40% 42.

Furthermore, in 2012, the Province of Naples was the sixth biggest

attractor of foreign tourists (46.6%) 43 .

Despite the increasing influx of tourists, Naples did not

demonstrate an increase in income from tourism-related activities

and this was because of a drop in prices due to the economic crisis.

In 2011 the drop in “average income per occupied room” in the hotel

sector was particularly worrying, “especially in the months of July

(-23,6% on July 2010) and August (-40,6% on 2010)” 44.

The hospitality supply in the city of Naples is very high

and is growing. In 2012, Naples had more beds available per square

kilometre than Milan, Rome or Florence. In line with the national

trend, from 1998 to 2012, Naples saw a 32% increase in beds

available 45.

Over the last ten years, the hospitality market has diversified

remarkably, “at one time, campsites and holiday villages made up

88% of the accommodation not provided by hotels” 46 then, in 2012,

the number of beds available in holiday homes, farm holidays and

especially in bed and breakfasts, mainly in the historic city centre,

increased sharply.

As for the types of tourists coming to Naples, the majority

are in transit towards other cities, such as Rome, or are heading

for outlying areas such as Pompeii, Sorrento, Capri, Ischia, and

the Amalfi Coast 47. Thus, people tend to stay only a short time in

Naples (averaging two days), and bring little advantage to the local

economy 48.

A result of this is that the port of Naples has a constant

increase in passenger traffic flow. The number of tourists arriving on

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 38: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

74 75

Sorrento, Capri, Ischia, costiera amalfitana 47. Di conseguenza, la per-

manenza a Napoli è molto limitata nel tempo (2 giorni di permanenza

media) e apporta scarsi vantaggi all’economia cittadina 48.

Di converso, il porto di Napoli registra un costante incremento

del traffico di passeggeri. Rilevante è la quota di crocieristi pari, nel

2008, a 2,3 milioni, cioè circa il 26% di tutti i passeggeri imbarcati e

sbarcati dal porto di Napoli 49. Anche il flusso turistico legato alla di-

portistica è particolarmente significativo: nel 2011 la domanda di posti

barca a Napoli supera le 5.000 unità e attualmente sono disponibili

2.500 posti, in gran parte occupati da non residenti 50.

Nella città di Napoli prevale un turismo di tipo culturale ed

enogastronomico 51. Questo spiega il fatto che il 7% delle imprese

under 35 nate nel 2011 riguardi il settore della ristorazione 52 e che

dal 1951 al 2011 la quota di valore aggiunto del terziario sia passata da

53% a 84% 53.

In termini di attrattività, Napoli risente molto dello scarso in-

vestimento comunale in “cultura e turismo”. In particolare, nel 2011 «si

colloca all’ultimo posto fra le città metropolitane con appena 16,3 euro

di investimento per abitante, circa un nono di quanto alloca il comu-

ne di Firenze, primo in classifica con 142 euro per abitante» 54. Anche

nel 2012, seguita solo da Palermo e Reggio Calabria, Napoli (con 44

spettacoli ogni 1.000 abitanti) si colloca nella parte bassa della classifica

degli investimenti culturali nelle città italiane. Dato altrettanto significa-

tivo è il fatto che nel 2012 gli spettacoli più diffusi in città siano quelli

cinematografici, seguiti dalle manifestazioni sportive (che continuano a

costituire la voce più redditizia). Tra queste vi sono anche le due edizioni

della Coppa America (2012 e 2013), rispetto alle quali sono state pro-

dotte letture contrastanti in relazione ai flussi turistici e ai conseguenti

guadagni economici che tali eventi hanno prodotto 55. Vero è che, data la

scarsa articolazione dell’offerta culturale cittadina, «si corre il rischio che

il disegno di riqualificazione alla base del grande evento, non essendo

autentico, non possedendo cioè una sua propria valenza culturale, non

riscuota il consenso né dei residenti, né dei turisti» 56.

Ritornando agli spettacoli offerti dalla città, al terzo posto vi

sono le attività teatrali, che comunque registrano un notevole calo ne-

gli ingressi 57.

Per quanto riguarda i musei, il 2012 si è chiuso con un calo del

-2,8%, mentre il 2013 ha registrato un +3,5% 58. Il Museo Archeologico

Nazionale, nel 2012, si colloca al quindicesimo posto tra i trenta musei

II. Fact-finding, study and research project

47Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 48 Ibidem. 49 Ibidem. 50 Ibidem. 51 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, op. cit. 52Camera di commercio di Napoli, Bollettino Statistico della Camera di commercio di Napoli, op. cit. 53Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, La stratificazione sociale nel contesto territoriale della città di Napoli, i quaderni del censimento 3, 2011. 54Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 173. 55Si veda Clemente M., Giovene di Girasole E. e Oppido S. (2012), Grandi e piccoli eventi nelle città di mare per mutamenti urbani sostenibili. I casi di Lorient e Valencia, in «Territorio della ricerca su insediamenti e ambiente», Università degli Studi di Napoli Federico II, n. 9. 56Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 46. 57 Ibidem. 58 Ibidem.

49 Ibidem. 50 Ibidem. 51 Il piano di gestione del sito Unesco “Centro storico di Napoli” – Allegato 4, op. cit. 52Camera di commercio di Napoli, Bollettino Statistico della Camera di commercio di Napoli, op. cit. 53Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, La stratificazione sociale nel contesto territoriale della città di Napoli, i quaderni del censimento 3, 2011. 54Primo Rapporto «Giorgio Rota» su Napoli, op. cit., p. 173. 55See Clemente M., Giovene di Girasole E. e Oppido S. (2012), Grandi e piccoli eventi nelle città di mare per mutamenti urbani sostenibili. I casi di Lorient e Valencia, in «Territorio della ricerca su insediamenti e ambiente», Università degli Studi di Napoli Federico II, n. 9. 56Primo Rapporto «Giorgio Rota» in Napoli, op. cit., p. 46. 57 Ibidem. 58 Ibidem. 59 Ibidem.

cruise ships is significant. In 2008, they numbered 2.3 million, with

around 28% of the passengers coming and going from the port of

Naples 49. The number of tourists connected to sporting activities

is also particularly significant: in 2011, the demand for berths in

port was over 5 thousand, and currently 2,500 are available, mainly

occupied by non-residents 50.

Tourism associated with food and wine is very important in

Naples 51. This explains the fact that 7% of under-35 firms set up in

2011 are involved in the restaurant sector 52 and that from 1951 to 2011,

the added value share from the third sector rose from 53% to 84% 53.

In terms of attractions, Naples suffers due to the lack of

investment in culture and tourism by the city authorities. In

particular, in 2011, Naples was “at the bottom of the metropolitan

cities, investing 16.3 million euros per inhabitant, around a ninth

of that allocated by Florence, which is at the top, investing 142

euros per inhabitant” 54. Also in 2012, next only to Palermo and

Reggio Calabria, Naples (with 44 performances for every thousand

inhabitants) was at the bottom of the list for cultural investment in

Italian cities. Another equally significant statistic shows that in 2012,

the most common cultural activity was the cinema, followed by sports

events (which continue to provide the highest revenue). In terms of

how they are perceived abroad, in 2009 Venice and Rome were the

most famous Italian cities and also the most visited by foreign tourists;

in relation to these variables Naples is situated mid-way 55. In the

light of the lack of cultural activities throughout the city, “there is

the risk that any redevelopment project behind a big event, not being

authentic (insofar as it does not have a cultural value of its own) is

not appreciated by residents or tourists” 56.

Returning to the issue of entertainment available in the city,

third place goes to the theatre, which nevertheless shows a significant

decrease in attendance 57.

As for museums, 2012 ended with a drop of 2.8%, against an

increase of 3.5% in 2013 58. In 2012, the National Archaeological Museum

ranked fifteenth among the thirty museums and archaeological sites.

Paradoxically, for the province of Naples, the value added by the cultural

sector at the close of 2011 was half that produced in Milan and makes up

just 4.2% of the entire economy of the province 59.

Closely connected to the tourist influx is the trade fair sector,

which ranks Naples in fifth place among the more efficient cities in

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 39: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

76 77

II. Fact-finding, study and research project

e siti archeologici statali. Paradossalmente, nella provincia di Napoli il

valore aggiunto prodotto dal settore cultura a fine 2011 è la metà di

quello prodotto nel milanese e pesa solo il 4,2% sull’intera economia

provinciale 59.

Fortemente connessa al calcolo dei flussi turistici è l’attività fie-

ristica, che vede Napoli al quinto posto tra le città italiane più efficienti,

mentre molto scarso è il settore congressuale. Si tenga conto, però, che

tra le città italiane solo Roma è presente nella classifica europea delle

città efficienti in questo settore e si colloca al quindicesimo posto.

In relazione alle aree di interesse più prossime a Unisob, i flussi

turistici transitano nel quartiere San Lorenzo in visita soprattutto al

Museo Archeologico Nazionale (che nel 2012 ha registrato 303.549

presenze) 60. Nello stesso quartiere ha grande rilevanza turistica via San

Gregorio Armeno, la via dei pastori, caratteristica per le molteplici bot-

teghe in cui vengono realizzati i pastori napoletani. In questo spazio

della città il transito dei turisti coesiste con la presenza (e il conseguen-

te flusso di gente) di due tra le più importanti strutture sanitarie site nel

cuore della città: il Policlinico e l’Ospedale degli Incurabili.

Nel cuore della città particolarmente elevate risultano le visite

alla Cappella Sansevero (che nel 2012 ne registra 152.596 61) e di gran-

de attrazione turistica sono anche la basilica di San Lorenzo Maggiore,

Castel Capuano, la chiesa di San Giovanni a Carbonara, la chiesa di

Santa Caterina a Formiello e il duomo di Santa Maria Assunta. Discre-

to anche il numero di visitatori al Museo di San Martino (con 95.576

presenze nel 2012) 62 e in misura minore al Museo Nazionale della

Ceramica Duca di Martina (12.440 presenze nel 2012) 63.

Nella municipalità 2 si trova, invece, il Borgo degli Orefici, uno

storico rione di Napoli che ricade nel quartiere Pendino e che è meta di

numerosi turisti dello shopping. Tuttavia, va precisato che il processo di

globalizzazione non ha risparmiato neanche il centro storico di Napoli, nel

quale negli ultimi anni si registra la progressiva chiusura di numerose realtà

commerciali (botteghe, librerie, antichi negozi, attività tradizionali ecc.).

Di grande attrazione turistica sono Castel Sant’Elmo (con

104.324 presenze nel 2012 64) e Castel dell’Ovo (a ingresso gratuito), che

risultano tra le mete preferite dai crocieristi, insieme a Palazzo Reale nel

quartiere San Ferdinando (che nel 2012 ha registrato 120.136 presenze) 65.

A Chiaia, per quanto in misura minore rispetto alle altre risorse

artistiche e culturali presenti in città, i turisti visitano la Tomba di Vir-

gilio (con ingresso gratuito e 13.520 presenze nel 2012 66) e il Museo

59 Ibidem. 60Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 61 Ibidem. 62 Ibidem. 63 Ibidem. 64 Ibidem. 65 Ibidem. 66 Ibidem.

60Comune di Napoli, Servizio Studi Demografici ed Economici della città, Bollettino di Statistica, op. cit. 61 Ibidem. 62 Ibidem. 63 Ibidem. 64 Ibidem. 65 Ibidem. 66 Ibidem. 67 Ibidem.

Italy in this area, while very little is done in the field of conferences

and congresses. It should however be borne in mind that Rome is the

only Italian city classified as efficient on the European scale in this

area, and it ranks fifteenth.

In relation to the areas of interest in the vicinity of Unisob,

the flow of tourists is through the San Lorenzo district in order to

visit, in particular, the National Archaeological Museum (which

registered 303,549 admissions in 2012) 60. Also of great importance

for tourists in this part of the city is Via San Gregorio Armeno, with

its many workshops where the figures for Neapolitan nativity scenes

are made. This is where the city’s transit of tourists coexists with the

presence (and the consequent flow of people) to and from two of the

most important health care sites in the heart of the city, the Teaching

Hospital (Policlinico) and the Ospedale degli Incurabili.

Other popular sites in the heart of the city are the Cappella

Sansevero (with 152,596 visitors in 2012) 61 and the major tourist

attractions of the Basilica of San Lorenzo Maggiore, Castel Capuano,

the church of San Giovanni a Carbonara, the church of Santa Caterina

in Formiello, and the Cathedral of Santa Maria Assunta. A fair number

of visitors also went to the Museum of San Martino (with 95,576

admissions in 2012) 62 and to a lesser extent the “Duca di Martina”

National Museum of Ceramics (12,440 admissions in 2012) 63.

In municipal area 2, however, the Goldsmiths’ Quarter in the

historic Pendino district is a popular shopping area for tourists. It

should be noted, however, that the process of globalisation has not

spared even the historic centre of Naples, where a lot of businesses

have been closing down over the last few years (smaller shops,

bookstores, antique shops, traditional activities, etc.).

Major tourist attractions include Castel Sant’Elmo (with

104,324 admissions in 2012) 64 and the Castel dell’Ovo (free admission),

which are among the favourite destinations of cruise passengers,

together with the Royal Palace in the San Fernando district (with

120,136 admissions in 2012) 65.

In the Chiaia area, although to a lesser extent than the other

artistic and cultural resources in the city, tourists visit Virgil’s Tomb

(free admission and 13,520 visitors in 2012) 66 and the Diego Aragona

Pignatelli Cortes Museum (11,131 admissions in 2012) 67. Also in

Chiaia, shopping-oriented tourists tend to stop off at the various

historic bespoke tailors’ in the area.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 40: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

79

Of the city’s museums, the Capodimonte Museum has

registered a steady decline in the number of visitors, dropping from

132,393 in 2008 to 97,713 in 2012 68. There are still, however, a very high

number of visitors to the Capodimonte Park, (with free admission and

much frequented by local people) numbering 916,328 visitors in 2012 69.

The two museums of Contemporary Art: madre (Museo

d’Arte Contemporanea Donna Regina) and pan (Palazzo delle Arti

Napoli) suffer from a paucity of admissions.

Diego Aragona Pignatelli Cortes (11.131 presenze nel 2012 67). Inoltre,

sempre a Chiaia i turisti dello shopping fanno tappa presso gli storici

negozi di sartoria di alta qualità.

Tra i musei della città, il Museo di Capodimonte registra un

costante calo di visitatori, che dai 132.393 del 2008 sono scesi a 97.713

nel 2012 68. Resta, invece, molto elevato il numero di visitatori del Par-

co di Capodimonte (a ingresso gratuito e molto frequentato anche dai

napoletani) che nel 2012 ha registrato 916.328 presenze 69.

In termini di presenze a Napoli soffrono i due musei d’arte

contemporanea: madre (Museo d’Arte Contemporanea Donna Regi-

na) e il pan (Palazzo delle Arti di Napoli).

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

68 Ibidem. 69 Ibidem.

67 Ibidem. 68 Ibidem. 69 Ibidem.

Il Giardino del Claustro.The Cloister Garden.

Page 41: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

80 81

ii.5La storia ii.5History

1i.5.1Suor Orsola and the ‘Libero Eremo Benincasa’

Orsola Benincasa, born in Naples between 1547 and 1550 1,

was the youngest daughter of Girolamo, a middle-class provincial

(from Cetara, a small village on the Amalfi Coast), who moved to the

city with his wife and six children to work on the extension of the

city walls as part of a project by the Viceroy, Pedro de Toledo. Like

many women of her time and social status, she did not receive any

real cultural or spiritual education, but her religious vocation soon

became all too evident, leading her to become a so-called bizzoca,

or ‘house-nun’, living according to monastic rules and vows while

remaining within the family.

Soon, her devotion transformed into prophetic and visionary

ecstasy, a fairly common phenomenon in female devotional spheres in

the first half of the sixteenth century, and the fame of her prophecies

quickly spread throughout the area, so much so that the Archbishop of

Naples authorised the entire family to retire to a small country house

on the slopes of Sant’Elmo’s hill where they became the centre of a

small, secular and informal religious community. The popularity of

the mystic continued to grow more and more, so that even the rich

Spanish Abbot Gregorio Navarro moved to live near the community,

authorising, on the suggestion of Orsola, the construction of the

Church of the Immacolate Conception, today the heart of the Citadel.

In 1582, Orsola claimed to have prophetic messages to make known to

the Pope (by way of her family connection with the most important

Italian mystic, Caterina Benincasa, later to become St. Catherine of

Siena). She was thus taken to Rome, where, during her audience

with Pope Gregory XIII, she fell into a trance three times. But the

II. Fact-finding, study and research project

1i.5.1Suor Orsola e il ‘Libero Eremo Benincasa’

Orsola Benincasa nacque a Napoli tra il 1547 e il 1550 1, ultima

figlia di Girolamo, appartenente al ceto medio provinciale (proveniva da

Cetara, piccolo borgo marinaro della Costiera Amalfitana), trasferitosi

in città con la moglie e sei figli per prender parte all’ampliamento delle

mura cittadine voluto dal Vicerè Pedro de Toledo. Come molte donne

della sua condizione, non ricevette una vera e propria formazione cul-

turale né spirituale, ma fu subito evidente la sua vocazione religiosa, che

la portò a divenire ‘bizzoca’, o ‘monaca di casa’, cioè a decidere di vivere

secondo voti e regole monastiche pur restando in famiglia.

Ben presto, la devozione si trasformò in estasi profetica e visio-

naria, evento non raro nel mondo devozionale femminile della prima

metà del Cinquecento, e la fama delle sue profezie si diffuse rapida-

mente sul territorio, al punto che l’Arcivescovo di Napoli autorizzò

l’intera famiglia a ritirarsi in una piccola casa di campagna sulle pendici

del monte Sant’Elmo e a divenire il centro di una piccola comunità

religiosa laica e informale. La popolarità della mistica crebbe sempre

di più, tanto che il ricco abate spagnolo Gregorio Navarro si trasferì a

vivere nei pressi della comunità, iniziando, su indicazione di Orsola, la

costruzione della Chiesa dell’Immacolata, oggi cuore della Cittadella.

Era il 1582 quando la santa donna affermò di avere messaggi profetici

da comunicare al Pontefice (tra l’altro la sua famiglia vantava legami

di parentela con la più grande mistica italiana, Caterina Benincasa, di-

venuta Santa Caterina da Siena). Fu condotta quindi a Roma, dove

durante l’udienza accordatale da papa Gregorio XIII cadde in estasi

per tre volte. Ma il clima religioso della Chiesa della Controriforma

post-tridentina non consentiva più la crescita di figure carismatiche

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

1See f.m. maggio, Compendioso ragguaglio della vita di Orsola, Naples, 1669.

1Vedi f.m. maggio, Compendioso ragguaglio della vita di Orsola, Napoli, 1669.

Page 42: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

religious environment of the Church in post-Tridentine Counter-

Reformation times no longer allowed charismatic secular figures to

set themselves up, especially if independent of its direct control. So

Orsola was held in Rome for seven months, during which time she

was subject to observation and assessment of her religious inspiration by

an inquisitor, Filippo Neri (later Saint Philip Neri). Although he never

made an unequivocal pronouncement on the authenticity of Orsola’s

experiences, he eventually released her with expressions of admiration

and effective approval. Nevertheless, her physical and spiritual trials

irreparably undermined Orsola’s health.

Back in Naples, she was allowed to return to her daily life

only on condition that she be subject to constant monitoring by the

Oratorians and, later, the Theatines. The Libero Eremo Benincasa

became a semi-religious institutional Congregation, which was

later transformed into a cloistered monastery, far removed from the

original idea of the Neapolitan mystic, but it suited, and was aligned

with, the policy of the sixteenth-century Church Triumphant.

The main feature arising from the documentary sources on

the life of the Community after the return of Orsola to Naples is

the extraordinary link between the presence of the mystic and the

population growth in this area of the city, which, squeezed in between

the ancient Angevin walls and the Charterhouse on Sant’Elmo’s

Hill, became fully urbanised with significant contributions to the

construction of the Monastic Citadel by nobles and commoners alike.

When the Oratorians, who owned the Citadel area thanks to a legacy

from Abbot Navarro, decided to sell the property, Suor Orsola obtained

the money to buy it from Lucrezia Pignatelli, Duchessa di Sant’Agata,

favouring an increase in the local population and building work that

would continue also after her death on October 20, 1618. The signs

of ongoing dialogue and an almost addictive relationship between the

nun and her city emerge from some significant facts documented in

archive sources and hagiographic literature. It was handed down, for

example, that in the latter years of her life she was subjected to periodic

exposure to popular veneration, despite serious illness, and her desire

to retreat into pure contemplation was becoming stronger by the

day. On 24 September 1618, shortly before her death, Orsola received

a visit from the Elect Nobles of the City Districts (the powerful

“Concilio dei Nobili Napoletani”), during which they conferred upon

her the title of Patroness of Naples, entering into a sort of contract

82 83

II. Fact-finding, study and research project

laiche e indipendenti dalla sua gestione. Per questo motivo Orsola fu

trattenuta a Roma per ben sette mesi, durante i quali fu sottoposta a

osservazione e valutazione della sua ispirazione religiosa dal grande

Inquisitore Filippo Neri (poi San Filippo Neri), che, pur non pronun-

ciandosi definitivamente sull’autenticità della sua vocazione, alla fine

la licenziò con espressioni di sostanziale ammirazione e approvazione:

tuttavia le prove fisiche e spirituali cui fu sottoposta minarono irrime-

diabilmente la sua salute. Tornata a Napoli, le fu concesso di tornare alla

vita di sempre solo a patto di sottoporsi al costante controllo degli Ora-

toriani prima e dei Teatini poi; inoltre il Libero Eremo dei Benincasa

venne trasformato in una Congregazione semireligiosa istituzionaliz-

zata, alla quale fu in seguito affiancato un monastero di rigida clausura,

alieno dall’ispirazione originaria dell’estatica napoletana, ma integrato

e allineato alla politica della Chiesa trionfante del ’600.

L’elemento caratterizzante, che emerge dalle fonti documen-

tarie sulla vita della comunità negli anni che seguirono il ritorno di

Orsola a Napoli, è quello di uno straordinario legame tra la presenza

della mistica e il popolamento di quest’area della città, la quale, stretta

tra il circuito delle antiche mura angioine e la Certosa di Sant’Elmo,

divenne a tutti gli effetti urbana; notevoli furono i contributi che nobili

e popolani diedero alla costruzione della Cittadella Monastica. Quando

i Padri Oratoriani, proprietari dell’area per lascito dell’Abate Navar-

ro, decisero di vendere la proprietà, Suor Orsola ottenne da Lucrezia

Pignatelli Duchessa di Sant’Agata il denaro per acquistarla, avviando

un processo di incremento demografico e urbanistico-architettonico

AnonimoOrsola detta le regole della Congregazioneprima metà del XVII sec. Olio su tela, cm 256 x 156Anon.Orsola dictates the rules of the Congregationearly 17th C. Oil on canvas, 256 x 156 cm

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 43: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

84 85

II. Fact-finding, study and research project

che durò ben oltre la sua morte, avvenuta il 20 ottobre del 1618. Se-

gni del rapporto di continuo dialogo e quasi dipendenza che venne

a instaurarsi tra la Madre e la sua città possono essere sinteticamente

rappresentati da alcuni fatti, documentati dalle fonti d’archivio e dalla

letteratura agiografica. Si tramanda, ad esempio, che nell’ultima fase

della sua vita ella fu sottoposta a una pratica di esposizione periodica

alla venerazione popolare, sebbene la malattia la consumasse e il desi-

derio di ritirarsi nella pura contemplazione fosse in lei sempre più forte.

Il 24 settembre del 1618, poco prima della sua morte, Orsola ricevet-

te la visita degli Eletti dei Seggi cittadini (l’autorevole “Consiglio dei

Nobili napoletani”), durante la quale essi le consegnarono la nomina di

Patrona della Città, stipulando una sorta di contratto, nel quale si pre-

vedeva il completamento della costruzione della Cittadella in cambio

della protezione post-mortem; infine si narra che, durante i suoi funerali,

la salma, esposta nella Chiesa dell’Immacolata, fu letteralmente presa

d’assalto dalla popolazione per giorni e giorni, perché nessuno voleva

privarsi dell’onore di toccare fisicamente il corpo santo.

La statua dell’Immacolata, conservata nella Chiesa del convento,

negli anni successivi alla morte di Suor Orsola fu richiesta alle mona-

che a furor di popolo, per essere portata in processione fino al centro

della città in occasione di eventi catastrofici, come terremoti, eruzioni

del Vesuvio o epidemie.

Tuttavia il processo di canonizzazione, avviato poco dopo la

dipartita di Suor Orsola e incardinato sui nuovi binari predisposti da

papa Urbano VIII, si arenò ben presto: formalmente è ancora in corso

ed è fermo al 1786, quando furono proclamate le Virtù eroiche e Suor

Orsola fu dichiarata Venerabile. Probabilmente l’eccessiva popolarità

della mistica e il suo carattere sostanzialmente laico sconsigliarono di

proseguire nell’enfasi della sua esperienza terrena.

Anche la fabbrica del Complesso monastico ne risentì: dopo il

subentro dei Teatini nel controllo dei lavori nel 1633 le donazioni de-

crebbero sensibilmente, fino a quando, all’infuriare della Peste del 1656,

la collettività si convinse (anche per le rivelazioni della nipote di Suor

Orsola, Caterina Palmieri, anch’essa dotata di propensioni mistiche)

che il flagello derivasse proprio dall’inadempimento delle promesse

fatte alla Madre dagli Eletti nel 1618, tanto che per anni si assistette ad

una folla dolorante e pentita recarsi a portare denaro, pietre e ogni tipo

di offerte per accelerare il compimento dell’opera e ottenere la fine

dell’epidemia!

to complete the construction of the Citadel in exchange for future

patronage and defence of the city after her death. Finally, it is said that

during her funeral, the body, on view in the Church of the Immaculate

Conception, was literally beset by the people for days on end, because

no-one wanted to be deprived of the honour of physically touching

the remains of the holy nun.

In the years following Suor Orsola’s death, the statue of

the Immaculate Conception housed in the Convent Church was

frequently carried in procession to the centre of the city on the

occasion of catastrophic events such as earthquakes, eruptions of

Mount Vesuvius, or epidemics.

However, the process of canonisation, which began shortly

after her death and followed a new procedure crafted by Pope Urban

VIII, soon ran aground: formally it is still in progress and has been

on hold since 1786, when her Heroic Virtues were proclaimed and

Suor Orsola was declared Venerable. Probably the excessive popularity

of the Mystic and her basically secular character went against the

continued emphasis on her earthly experience.

Building works on the monastic complex also suffered. After

the maintenance of the convent buildings was taken over by the

Theatines in 1633, donations declined significantly until, during an

outbreak of plague in 1656, the community was convinced (also

by the revelations of the niece of Suor Orsola, Caterina Palmieri,

Chiesa Superiore, ambienti della casa di Suor Orsola Benincasa.Upper Church, room in Suor Orsola Benincasa's house.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 44: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

86 87

II. Fact-finding, study and research project

Finalmente il Monastero fu terminato e nel 1669 le prime do-

dici monache e la loro priora Maddalena Orsini (proveniente dal famo-

so convento di Trinità delle Monache) fecero il loro ingresso in Clau-

sura: la Comunità informale di Oblate diveniva Comunità Religiosa di

Monache Teatine.

1i.5.2Il ‘Suor Orsola Benincasa’ dall’Unità alla nascita

del magistero

Nei successivi due secoli di attività, il Convento continuò ad ave-

re un ruolo importante nello sviluppo della comunità locale: osservanti

delle Regole lasciate da Suor Orsola, le monache divennero un punto

di riferimento per l’educazione delle fanciulle e la protezione morale e

religiosa della comunità locale, tanto che il convento fu risparmiato dalla

soppressione dei Monasteri, voluta nel 1807 da una legge durante l’oc-

cupazione francese.

La storia post-unitaria del Suor Orsola è da mettere in relazione

con i cambiamenti intercorsi tra ’800 e ’900 nell’organizzazione e ge-

stione politico-amministrativa dello Stato italiano e può essere ripartita

essenzialmente in due momenti: il primo va dall’Unità alla fine degli

anni ’80 ed è connesso con la legislazione sulle Opere pie, allora appena

sottratte alla giurisdizione della Chiesa.

Il destino della cittadella monastica di Suor Orsola mutò infatti

drasticamente circa tre secoli dopo la sua fondazione, quando con l’Unità

d’Italia il Pio Luogo Suor Orsola Benincasa fu riconosciuto dal nuovo

Stato come Opera pia “a carattere laicale”, acquisendo la denominazione

di “Ritiro di Suor Orsola Benincasa”. In tal modo riuscì a salvare le sue

proprietà sfuggendo alla legge Rattazzi, che aveva soppresso le Opere pie

e gli ordini religiosi e disposto l’incameramento statale dei loro beni.

Il 13 settembre 1862 l’amministrazione delle oblate fu sostituita

da un Governo laico, costituito da tre membri nominati dal Consiglio

generale degli Ospizi. Di lì a poco i governatori saranno nominati dal

Consiglio comunale: la legge Rattazzi, in nome dell’esigenza di decen-

tramento amministrativo, affidava la gestione dei luoghi pii alle ammini-

strazioni comunali, di concerto col Ministero degli Interni (la Prefettura),

che aveva le competenze sulla beneficenza, pubblica ed ecclesiastica, e sui

problemi relativi al culto.

Anche per rafforzare questo riconoscimento di laicità – messo in

forse da una causa giudiziaria con la Cassa Ecclesiastica (l’ente statale isti-

tuito per gestire i beni ecclesiastici passati al demanio) – venne fondata una

who was also inclined to mystical leanings), that the plague derived

precisely from the unkept promises of 1618 by the Elect Nobles, so

much so that for many years a contrite crowd was seen to bring

money, stone and all kinds of offerings to expedite the completion of

the work and bring an end to the epidemic!

At last, the monastery was finished, and in 1669 the first

twelve nuns and their prioress, Maddalena Orsini (from the famous

Neapolitan Monastery of Trinità delle Monache) made their entrance

into the Cloister. The informal Oblate Community became the

Religious Community of Theatine Nuns.

1i.5.2 ‘Suor Orsola Benincasa’ from Unification to the

birth of the Teaching College

In the following two centuries of activity, the convent

continued to play an important role in the development of the local

community: the nuns, under the Rule left by Suor Orsola, became a

point of reference for female education and the moral and religious

protection of the local community, so much so that it was spared the

effects of the Law of Suppression of the monasteries, issued in 1807

under French occupation.

The history of Suor Orsola’s in Post-unification Italy needs

to be seen in the light of the changes taking place between the

nineteenth and twentieth centuries in the organisation and political

administration of the Italian State and can essentially be divided into

two phases. The first is from Unity to the late 80’s and is connected

with the legislation on Charitable Organisations which had just been

removed from the jurisdiction of the Church.

Around three centuries after its founding, the destiny of

the monastic citadel of Suor Orsola changed drastically: with the

Unification of Italy, the Suor Orsola Benincasa Convent was recognised

by the new State as a secular Centre for Good Works going under

the name of the “Retreat of Suor Orsola Benincasa”. In this way it

Chiesa Superiore: lapide che ricorda il luogo della morte di Suor Orsola Benincasa.Upper Church. Plaque commemorating the place where Suor Orsola Benincasa died.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Dalla Rampa Storica verso la Chiesa Superiore.From the Historic Ramp to the Upper Church.

Page 45: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

88 89

II. Fact-finding, study and research project

scuola gratuita per fanciulle bisognose di “civili natali”. Fu inaugurata il 10

luglio 1864, grazie soprattutto all’impegno di Emilio Beneventani, che res-

se il Governo laico di Suor Orsola per oltre vent’anni, sino alla sua morte

nel 1887. Aperta con 32 fanciulle, la scuola alla fine degli anni ’70 ospitava

circa 500 allieve: era formata da una classe materna, dalle cinque classi

elementari e da un corso magistrale di tre classi (dette allora “normali”).

Dal 1871 si insegnarono lingua francese e computisteria, declamazione e

canto corale, nel 1878 fu istituito un corso di telegrafia. Tra gli insegnanti

vi furono insigni e noti rappresentanti della cultura napoletana del tempo:

i letterati Emmanuele Rocco, Giacinto de’ Pamphilis e Federico Polidoro,

il pittore Domenico Russo, allievo di Domenico Morelli. Negli anni ’80

le domande di iscrizione erano “migliaia”. Dalla “Statistica dell’istruzione

elementare per l’anno scolastico 1885-86” della Camera dei Deputati risul-

ta che la scuola di Suor Orsola era l’unica in città, oltre a quella pubblica,

che avesse un corso preparatorio completo di due anni (il biennio delle

“preparatorie” fu introdotto obbligatoriamente nel 1883 come propedeuti-

co al triennio delle magistrali). Inoltre, tra le scuole normali (le magistrali)

non governative, contava il maggior numero di iscritti.

Con la morte improvvisa di Emilio Beneventani (1887) ha inizio

al Suor Orsola un periodo di sconvolgimento: si mira a sottrarre l’isti-

tuzione alla giurisdizione municipale e alle pastoie della politica locale.

A tale scopo verrà in soccorso la legge Crispi del 17 luglio 1890 sulla

riforma delle Opere pie. La nuova normativa rinnovò radicalmente le di-

sposizioni precedenti caratterizzandosi per un accentuato interventismo

statale ed espresse inoltre un rinnovato ed esplicito tentativo di sottrarre

gli Enti di beneficenza all’influenza della Chiesa cattolica (fu perciò tac-

ciata di anticlericalismo e definita “legge massonica”).

managed to save its property and escaped the effects of the Rattazzi

Law, which had suppressed charities and religious orders, and ordered

the confiscation of their property. On 13 September 1862, the

administration of the Oblates was placed under secular management,

made up of three members appointed by the General Council of the

Hospices. Shortly thereafter, the governors would be appointed by

the city council. The Rattazzi law, given the need for administrative

decentralisation, entrusted the management of charitable institutions

to the municipalities, in consultation with the Ministry of the Interior

(the Prefecture), which controlled the management of the public and

ecclesiastical Charities, and matters related to worship. Another move to

strengthen this recognition of secularism was the foundation of a free

school for poor girls of “civil birth”. It opened on July 10, 1864, largely

thanks to the efforts of Emilio Beneventani, who ran the secular Suor

Orsola’s for over twenty years until his death in 1887. When it opened

it had 32 girls, and by the late 1870’s, the school housed about 500

students ranging from the nursery class, and five elementary classes to

a course of three senior classes (then referred to as “normal”). From

1871 courses included French and bookkeeping, declamation and choral

singing, with the introduction in 1878 of a course in telegraphy (very

modern for the time). Among the teaching staff there were prominent

and well-known representatives of the Neapolitan culture of the day:

the literati Emmanuele Rocco, Giacinto de’ Pamphilis, and Federico

Polidoro, as well as the painter Domenico Russo, a pupil of Domenico

Morelli. In the 80’s, applications for registration reached “thousands”.

From the “Statistica dell’istruzione elementare per l’anno scolastico

1885-86”, published by the Chamber of Deputies, it emerges that Suor

Orsola’s was the only Private School in Naples to offer a full two-

year preparatory course (the two “preparatory” years were introduced

in 1883 as a mandatory prerequisite for the three-year teaching

qualification). Moreover, of the non-governmental ‘Scuole Normali’

(the teaching colleges), it had the largest number of pupils.

With the sudden death of Emilio Beneventani (1887) Suor

Orsola’s entered troubled times: there was an attempt to subtract

the institution from municipal jurisdiction and the shackles of local

politics. To this end, the Crispi Law of 17 July 1890 on the reform of

charities proved most useful. The new legislation radically changed

the previous rules and was characterised by weighty government

intervention and an attempt to wrench the charitable organisations

Ventaglio dipinto su seta, dalla Collezione Pagliara, sec. XVIII, dettaglio.Painted fan on silk. Pagliara collection, 18th C, detail.

Ventaglio dipinto su seta, dalla Collezione Pagliara, sec. XVIII. Painted fan on silk. Pagliara collection, 18th C.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 46: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

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II. Fact-finding, study and research project

L’Opera pia Suor Orsola Benincasa utilizzerà un suo dispositivo (la

“trasformazione”) per passare dal controllo locale al controllo del Governo

centrale (l’Ente morale sarà alle dipendenze del Ministero dell’Istruzione).

Il 1890 vide risorgere la leggenda tra le mura dell’Eremo, con il

quotidiano “Roma” che racconta della visita delle autorità prefettizie e

giudiziarie nei locali dell’Eremo. Si narra di “sepolte vive” e dello strap-

po di un velo: storie che porteranno Matilde Serao undici anni dopo a

scrivere il romanzo L’anima semplice di Suor Giovanna della Croce.

Adelaide del Balzo Pignatelli

Nel 1891 giunse al Suor Orsola, in qualità di ispettrice onoraria,

Adelaide del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli, che in seguito

divenne Governatrice unica. Era stata la dama di corte della regina

Margherita di Savoia e si era dedicata con passione alle opere di bene-

ficenza e allo studio della pedagogia. Era figlia di Francesco del Balzo

e di Paolina, una delle tre sorelle Capece Minutolo, donne di raffinata

cultura, letterate e musiciste di talento, componenti di quella élite fem-

minile napoletana che animava i salotti aristocratici del tempo.

Dotata di un’accurata preparazione classica (padroneggiava il gre-

co e il latino) ed educata all’amore per le arti, Adelaide non abbandonò

mai i suoi interessi, nemmeno dopo il matrimonio con il dotto umanista

Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, ultimo di una delle più illustri

famiglie partenopee, che poteva vantare patrioti e martiri nella rivolu-

zione napoletana del 1799. La sua attività sociale era iniziata in occasione

del colera del 1884, quando istituì un asilo d’infanzia per seicento orfani.

L’ideale della Principessa era quello di un’educazione “virile” delle don-

ne, che le conducesse alla piena emancipazione intellettuale.

Alle allieve venivano insegnate, seguendo un percorso innova-

tivo, discipline non solo umanistiche, ma anche scientifiche, artistiche

e tecniche, che le preparassero a un consapevole inserimento nella so-

cietà contemporanea. Nel 1896 per suo merito vide la luce la prima

scuola per infermiere professionali in Italia, la Croce azzurra; nel 1898

avviò la Scuola di educazione domestica e nel 1900 promosse la Pro-In-

fantia, istituzione filantropica e pedagogica per minori abbandonati. Il

away from the influence of the Catholic Church (as such it was

accused of anti-clericalism and nicknamed “the Masonic law”).

The Suor Orsola Benincasa Charitable Organisation would use

one of its clauses (“the transformation”) to move from local control to

the control of the central government (as a non-profit organisation, it

would come under the control of the Ministry of Education).

1890 saw the rise of legends, with the Roma newspaper talking

about the visit of the authorities to the Hermitage. It tells stories

of nuns “buried alive” and of the ‘veil rent asunder’: stories that led

the writer Matilde Serao, eleven years later, to write the novel ‘The

simple soul of Sister Joan of the Cross’ (‘L’anima semplice di Suor

Giovanna della Croce’).

Adelaide del Balzo Pignatelli

In 1891, Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli

came to Suor Orsola’s as Honorary Inspector, later becoming sole

Governor. She had been Lady in Waiting to Queen Margherita of

Savoia, and she passionately dedicated her life to works of charity

and to the study of pedagogy. She was the daughter of Francesco del

Balzo and Paolina, one of the three Capece Minutolo sisters, cultured

women, literate and talented musicians, members of that Neapolitan

female elite that brightened the aristocratic salons of the time. With

a thorough classical education behind her (she was highly proficient

in Greek and Latin) and having been brought up with a love of the

arts, Adelaide never abandoned her interests, not even after marriage

to the learned humanist Francesco Pignatelli, Prince of Strangoli, the

youngest son of one of the most distinguished Neapolitan families,

who could boast patriots and martyrs in the Neapolitan revolution

of 1799. Her first social work was during the cholera epidemic of

1884, when she founded a kindergarten for six-hundred orphans. Her

idea of education was to educate young women in a ‘manly’ way, that

would lead to full intellectual emancipation. The pupils studied not

only humanistic disciplines, but, applying an experimental approach,

also scientific, artistic and technical subjects, that would prepare the

young women for conscious inclusion in contemporary society. In

1896, thanks to the Princess, the first school for Professional Nurses

opened in Italy, the Blue Cross. In 1898 she started the School of

Domestic Education and in 1900 she promoted Pro-Infantia, an

educational and philanthropic institution for abandoned children. Her

Rampa Storica, lapidi commemorative.Historic Ramp, commemorative plaques.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

La Principessa di Strongoli con la direttrice amministrativa Antonietta Pagliara e le allieve negli anni Venti.The Princess of Strongoli with the administrative director Antonietta Pagliara and the students in the Twenties.

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92 93

suo progetto educativo aveva lo scopo di fare evolvere l’educazione

femminile in modo moderno, seguendo le allieve dall’infanzia alla for-

mazione superiore. Nel 1894 le scuole elementari dell’Istituto ottene-

vano il pareggiamento con quelle statali e l’anno successivo iniziarono

i corsi del Magistero che, con il R.D. del 15 maggio 1901, fu il primo

in Italia a essere pareggiato come università. La Pignatelli lavorò in-

cessantemente all’elaborazione di un avanzato metodo educativo, con

il sostegno della pedagogista Maria Antonietta Pagliara, prima donna

in Italia ad assumere nel 1932 la carica di Rettore. Una scuola, dunque,

voluta da donne per le donne e che oggi copre l’intero iter scolastico,

dalla scuola materna all’Università.

Dal 1990 l’Istituto, oggi Libera Università, è aperto anche agli

uomini, consolidando la propria identità nella presenza simultanea di

una pluralità di esperienze didattiche e in una fervente attività di pro-

mozione culturale.

Maria Antonietta Pagliara

Accanto alla principessa Pignatelli lavorò Maria Antonietta Pa-

gliara, una pedagogista che si dedicò con passione al suo ruolo di diret-

trice arrivando a donare all’Istituto, nel 1947, la raffinata collezione del

fratello Rocco: un inestimabile patrimonio di quadri, stampe, oggetti

d’arte e documenti che testimoniano uno spaccato importante della

vita culturale italiana di fine Ottocento e che è stato riunito nell’Ar-

chivio e nella Fondazione a lui intitolata. La Pagliara, pedagogista, go-

vernatrice e amministratrice dell’Istituto, fu la prima donna in Italia a

dirigere un istituto superiore femminile e collaborò alla creazione della

prima Università femminile italiana. Nel 1892 fu nominata direttrice

delle scuole e fu direttrice dell’intero Istituto dal 1901 al 1948. Donò

all’Istituto la collezione di quadri, oggetti d’arte e mobili che oggi va

sotto il nome di Raccolta d’arte Pagliara, perché servisse da supporto

all’insegnamento di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna.

Altre illustri figure d’intellettuali legate all’istituzione culturale

Il Progetto educativo del ‘Suor Orsola Benincasa’ si configurò fin

dall’inizio come un progetto di eccellenza e di promozione della mobili-

tà sociale: l’autonomia ottenuta dal riconoscimento pubblico dell’Istituto

consentì di avviare un sistema di incarichi annuali che portò nel corpo

docente del Magistero i migliori studiosi delle università napoletane e

dei licei cittadini, oltre agli esponenti di prestigiose istituzioni culturali.

II. Fact-finding, study and research project

educational project, aiming to transform the education of women in

a modern way, followed students from childhood through to higher

education. In 1894, the elementary schools of the Institute obtained

recognition equal to that of the State Schools, and the following year,

the teaching college courses began, and, thanks to a Royal Decree of

May 15, 1901, it was the first in Italy to be recognised as equivalent to

a University. Pignatelli worked unceasingly to develop an advanced

method of education, with the support of the educationalist Maria

Antonietta Pagliara, the first woman in Italy to be granted the position

of Rector, in 1932. Thus, it was a school thought up by women for

women, and today it offers the whole educational range from nursery

school to university.

Since 1990, the Institute, today the Libera Università, is also open

to males, consolidating its identity in the simultaneous presence of a

number of learning experiences and the promotion of a thriving culture.

Maria Antonietta Pagliara

Princess Adelaide was flanked by Maria Antonietta Pagliara,

an educationalist who devoted herself passionately to her role as

Director, and ultimately donated the fine art collection belonging

to her brother Rocco to the Institute in 1947. It consisted of a

very rich heritage of paintings, prints, objets d’art and important

documents that testify to a cross-section of Italian cultural life in the

late nineteenth century and which has been brought together in the

Archives and in the Foundation that bears his name. Maria Antonietta

Pagliara, educator, governor and administrator of the Institute, was the

first woman in Italy to direct an institution of higher education for

women, and contributed to the creation of the first Italian women’s

University. In 1892, she was appointed Director of schools and was

Director of the whole Institute from 1901 to 1948. Moreover, she

donated to the Institute a collection of paintings, objets d'art and

furniture which now goes under the name of the “Raccolta d’arte

Pagliara” in order to support the teaching of the History of Mediaeval

and Modern Art.

Other renowned intellectuals associated with the cultural institution

From its inception, the Suor Orsola Benincasa educational

project was one of excellence and promotion of social mobility:

the autonomy gained with the public recognition of the Institute

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Lezione di disegno decorativo.Lesson of decorative design.

Anni Trenta, laboratorio di plastica.Thirties, the Plastic laboratory .

Page 48: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

94 95

Nell’organico dei docenti nel primo ventennio di attività figurano infat-

ti i nomi dell’italianista Nicola Zingarelli, dello storico dell’arte Adolfo

Venturi, dello storico Giuseppe De Blasiis, del vulcanologo e geologo

Giuseppe Mercalli, di Marussia Bakunin Ogliarolo (insegnò Chimica) e

del filosofo Giovanni Gentile (insegnò Pedagogia generale al Magistero

a partire dal 1902). Si ricordano inoltre, tra i tanti, gli interventi didattici

del filosofo Nicola Abbagnano e dello storico Ernesto Pontieri.

Alla fine della guerra entrò nel Consiglio di Amministrazione Be-

nedetto Croce, allora già membro del Consiglio direttivo dei Reali Edu-

candati di Napoli, di cui era stato Regio Commissario e Presidente.

Il filosofo fu attivo nelle scelte di indirizzo dell’Istituto fino alla

morte, nel 1952, e la sua famiglia continuò a interessarsi del progetto

educativo prima attraverso la presenza della moglie (fino al 1964) e poi

fino ai giorni nostri: infatti, l’Ente Morale, dal quale dipende l’intera

complessa struttura che è oggi il Suor Orsola, è stato presieduto dalla

figlia minore, Silvia, fino alla sua scomparsa nel 2011. Proprio al Suor

Orsola è stato istituito, l’8 marzo 1998, il Centro Adelaide Pignatelli

per gli studi storico-religiosi sulle donne, ideato dalla storica e teologa

Adriana Valerio e promosso dal professore Francesco De Sanctis, allora

Rettore, allo scopo di approfondire quegli studi storico-religiosi poco

valorizzati nel pur vasto panorama degli attuali Women’s studies. Il Cen-

tro, il primo nel suo genere in Italia, attraverso il reperimento di fonti

giuridiche, letterarie, iconografiche, e tramite l’analisi della scrittura e

dei linguaggi femminili, ha l’obiettivo di promuovere ricerche e ini-

ziative culturali finalizzate alla creazione di una più vasta conoscenza

del patrimonio femminile, privilegiando l’area meridionale e medi-

terranea, nella quale Napoli occupa un posto preminente. Pertanto si

può affermare che l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa ri-

veste un ruolo di estremo interesse e significato nel panorama europeo

dell’evoluzione e della disseminazione delle pari opportunità culturali,

promuovendo da circa 150 anni la formazione femminile e rivestendo

l’indiscusso ruolo di Istituzione-pilota nel settore.

II. Fact-finding, study and research project

enabled it to run a system of annual appointments which brought

the best scholars of the Neapolitan Universities and high schools, in

addition to representatives of prestigious cultural institutions, to the

Institute. Teaching staff in the first two decades of activity included

such names as the Italianist Nicola Zingarelli, art historian Adolfo

Venturi, historian Giuseppe De Blasiis, the geologist and volcanologist

Giuseppe Mercalli, Marussia Bakunin Ogliarolo (teaching Chemistry)

and philosopher Giovanni Gentile (teaching General pedagogy at

the Magisterium from 1902). Also of note, among others, were the

educational interventions of philosopher Nicola Abbagnano and

historian Ernesto Pontieri.

At the end of World War I, Benedetto Croce entered the

Board of Directors, being already a member of the Royal Governing

Council for Boarding Schools in Naples, of which he would become

Royal Commissioner and President.

The philosopher was active in all the main programmes of the

Institute until his death in 1952, and his family continued to take an

interest in the educational project through the involvement of his wife

until 1964 and up to recent times: in fact, the non-profit organisation,

upon which the whole complex structure that is Suor Orsola’s today

depends, was presided over by their youngest daughter, Silvia, until

her death in 2011. Moreover, in 1998, the ‘Adelaide Pignatelli’ Centre

was set up for religious-historical Women’s Studies, founded by the

historian and theologian Adriana Valerio and promoted by the then

Rector, Prof. Francesco De Sanctis, in order to pursue the historical

and religious studies so undervalued even in the vast panorama of

women's studies today. The Centre, the first of its kind in Italy, studies

legal, literary and iconographic sources, analysing the writing and

language of women, and aims to promote research and cultural

initiatives for creating more extensive knowledge of women’s heritage,

focusing on the southern and Mediterranean Area, where Naples

occupies a prominent place. We can therefore say that Suor Orsola

Benincasa University plays a role of great interest and significance in

the European landscape of the development and spread of cultural

equality, by promoting the education of women for the last 150 years,

in the undisputed role of pilot institution in this field.

Nelle pagine seguentiFollowing pagesChiesa superiore, sec. XVII-XVIII, vista del Coro dall'altare Maggiore. Upper Church, 17th-18th C. View of the choir from the high altar.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 49: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

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Titoletto correnteTitoletto corrente

Page 50: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

98 99

ii.6Il patrimonio architettonico ii.6The architectural heritage

The structure of the monastic citadel, surrounded by ancient

walls dating back to the sixteenth century, covers an area of 33,000

square metres, and includes seven buildings. The old doorway to the

complex was through the Historical Main Entrance, that gave access

to the Ancient Ramp, dating back to the seventeenth century, leading

the faithful to the church of the Immaculate Conception, as well as

the convent of the oblates.

The Sala degli Angeli (Hall of the Angels)

Now used as a conference hall, the Sala degli Angeli was the

ancient church of the enclosed convent. Construction began in 1667

by order of Charles II of Habsburg and his viceroy Pietro Antonio

Aragona, who financed the construction works. Finished in 1668, the

chapel is in a severe style and is rectangular in shape, following the

preaching hall model.

The altar is decorated with Bardiglio marble engraved with

naturalistic motifs and recalls the traditional form of the banners of

the Processions that regularly used to set off from the church of the

Immaculate Conception.

Like the altar of the Upper church, there is a cona niche, which

houses a wooden statue of the Virgin, dating from the mid-eighteenth

century. The five large paintings decorating the walls constitute a near

homogeneous group, of the same date as the building itself. They are

the work of Andrea Malinconico, depicting St. Joseph and the Infant Jesus

and the Trinity with St. Philip Neri, St. Anne, St. Joachim, and the Virgin as

a child by Santillo Sannino together with a later Guardian Angel signed

by Salvatore Mollo, and the Immaculate Conception, by Andrea Vaccaro.

II. Fact-finding, study and research project

La struttura della cittadella monastica, circondata da antiche

mura risalenti al Cinquecento, si estende su un’area di 33.000 mq, e

comprende sette corpi di fabbrica. L’antico accesso al complesso avve-

niva tramite il portone storico che dava sull’antica rampa seicentesca

che accompagnava i fedeli alla chiesa dell’Immacolata, e conduceva

altresì all’ala del romitorio del convento delle oblate.

Sala degli Angeli

Oggi adibita a sala conferenze, la Sala degli Angeli era l’antica

chiesa del monastero di clausura. La sua costruzione inizia nel 1667 per

volere di Carlo II d’Asburgo e del suo viceré Pietro Antonio d’Aragona

che ne finanziano i lavori. La struttura, finita di costruire nel 1668, pre-

senta un’architettura severa e un impianto rettangolare sul modello delle

aule di predicazione.

L’altare maggiore è di marmo bardiglio decorato ad incisione

con motivi naturalistici e ricorda le forme degli stendardi legati alla

tradizione delle processioni che muovevano regolarmente dalla chiesa

dell’Immacolata.

Come sull’altare della chiesa superiore, anche qui si trova una

cona a nicchia nella quale è conservata una statua lignea della Vergine

databile alla metà del Settecento. Le cinque grandi tele che decorano le

pareti costituiscono un insieme pressoché omogeneo contemporaneo

all’edificazione. Si tratta dei dipinti di Andrea Malinconico raffiguranti

San Giuseppe e il bambino Gesù e La Trinità con san Filippo Neri, Sant’An-

na, san Gioacchino e la Vergine bambina di Santillo Sannino, il più tardo

Angelo Custode firmato da Salvatore Mollo, e l’Immacolata di Andrea

Vaccaro.

stato di conservazioneLa struttura è ben conservata, ma necessitano di interventi di restauro l’Altare, la Cappella affrescata, il pavimento maiolicato, il coro ligneo e gli stucchi.L’intervento è parzialmente finanziato da un progetto regionale. La statua della Vergine è in restauro presso il Laboratorio manufatti lignei interno all’Unisob. Sono da restaurare anche le lapidi esterne.

state of conservationThe property is well preserved, but the altar, chapel frescoes, tiled floor, wooden choir stalls and stuccoes are in need of restoration. The project is partially funded through a regional project. The statue of the Virgin is being restored at the Unisob laboratory for the restoration of wooden artefacts. The outside plaques are also to be restored.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Sala degli Angeli, capitello.Hall of Angels, capital.

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101

Il coro, affacciato sulla chiesa dalla quale era un tempo separato

da una pesante grata lignea di cui restano oggi solo la balaustra e i due

grandi crocifissi centrali, conserva un semplice arredo ligneo che poggia

su di un bellissimo pavimento maiolicato realizzato da Ignazio Chianese

nel 1764. Sul lato destro si accede a una piccola cappella, detta Peniten-

ziale, interamente affrescata alla fine del Seicento da Nicola Russo, allievo

di Luca Giordano, anch’essa arricchita da un pavimento firmato da Leo-

nardo Chianese.

Esternamente, numerose lapidi ricordano la fondazione e la co-

struzione del Romitorio.

II. Fact-finding, study and research project

The choir, which overlooks the church from which it was

once separated by a heavy wooden grate of which today only the

rail and the two large central crucifixes remain, has simple wooden

furniture, resting on a beautiful tiled floor made by Ignazio Chianese

in 1764. On the right side, there is a small chapel, known as the

Penitential, totally frescoed in the late seventeenth century by Nicola

Russo, a pupil of Luca Giordano, and enriched with a floor by

Leonardo Chianese.

Externally, numerous plaques commemorate the founding and

building of the Hermitage.

Sala degli Angeli, sec. XVII, vista dell'Altare in marmo bardiglio. Sala degli Angeli, 17th C., view of the altar in Bardiglio marble.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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102 103

Chiesa dell’Immacolata

La chiesa maggiore è situata alla fine della ripida rampa che si

inerpica verso la collina di Sant’Elmo dall’antico portone di accesso alla

cittadella monastica. La facciata, originariamente priva di decorazione

esterna, è stata completata nel secolo XVIII dal portico a tre arcate che

sorregge il coro e si affaccia su di un sagrato dal quale si gode una in-

cantevole vista del golfo e della città. La pianta è rettangolare a navata

unica priva di transetto, completata da diverse cappelle laterali. La deco-

razione attuale è quella riferibile alla ristrutturazione settecentesca affi-

data all’architetto Rocco Doyno di Venosa e presenta pareti rivestite da

marmi e stucchi e la volta a botte arricchita da un ovale affrescato nel

1734 da Michele Foschini, allievo di Francesco Solimena, che rappresenta

l’Assunzione della Vergine. L’affresco del coro che raffigura l’Immacolata

Concezione al cospetto della Trinità è invece firmato da Pietro Bardelli-

no nel 1767. L’altare maggiore di marmi policromi fu realizzato nel 1743:

nella cona centrale si trova la statua lignea dell’Immacolata donata ad

Orsola dall’abate Gregorio Navarro nel 1582 insieme a quelle di S. Pietro

e S. Gregorio delle nicchie laterali. L’immagine della Madonna venerata

in questa chiesa portata in processione in città in occasione delle princi-

pali festività religiose, oltre che in funzione taumaturgica per contrastare

II. Fact-finding, study and research project

state of conservationThe frescoes, the Chapel of the Crucifix, choir, external plaques, and all the rooms of the former house of the Venerable Mother need to be rearranged and restored. Structural measures have been partially implemented, and the works financed with regional project funding will involve the churchyard and the outer walls, and two precious pink marble columns for reuse. Three paintings on canvas, the marble passage, two marble slabs, the altar rail, the high altar and the holy water stoups have been restored by the Unisob School of Restoration, while the statue of the Immaculate Conception and a large wooden panel are currently being restored. The lighting system also requires reworking.

stato di conservazioneGli affreschi della volta, la Cappella del Crocifisso, il Coro, le lapidi esterne e tutti gli ambienti della Casa della Madre Venerabile. Interventi strutturali sono stati parzialmente realizzati e lavori finanziati con progetto regionale interesseranno il Sagrato e le mura esterne, nonché due pregevoli colonne di marmo rosa di reimpiego. Tre dipinti su tela, il comunichino marmoreo, due lapidi marmoree, la balaustra, l’altare e le acquasantiere sono stati restaurati da parte della Scuola di Restauro Unisob mentre la Statua dell’Immacolata e una grande tavola lignea sono in corso di restauro. Necessario sarebbe anche un ripensamento dell’impianto di illuminazione.

The Church of the Immaculate Conception

The Main Church (or Upper Church) is located at the end

of the steep ramp that climbs up to St. Elmo’s hill from the Historical

Main Entrance to the monastic citadel. The façade, originally devoid

of external decoration, was completed in the eighteenth century by

the Portico with three archways that support the choir, and overlooks

a courtyard which offers an enchanting view of the Gulf of Naples and

the City. The plan is rectangular, with a single nave and no transept,

completed by several side chapels. The current decoration is related

to the eighteenth-century restoration entrusted to architect Rocco

Doyno by Venosa, and displays the walls covered with marbles and

stuccoes, and the barrel vault enriched by an oval painted in 1734 by

Michele Foschini, a pupil of Francesco Solimena, which represents the

Assumption of the Virgin. The fresco in the choir, which depicts the

Immaculate Conception in the presence of the Trinity was signed by

Pietro Bardellino in 1767. The Main Altar, in polychrome marble, was

built in 1743: in the central cona is the wooden statue of the Immaculate

Conception, donated to Orsola by Abbot Gregorio Navarro in 1582

along with those of St. Peter and St. Gregory in the side niches. The

image of Our Lady, venerated in this church, and which was carried in

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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104 105

Titoletto correnteTitoletto corrente

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106 107

i flagelli divini, e presenta un’anomalia iconografica in quanto l’Imma-

colata reca il bambino in braccio, particolare che riprende una tradizione

iconografica e devozionale di origine iberica.

Meritano particolare attenzione il seicentesco altare di S. Nicola

e una bella decorazione floreale, posti nella terza cappella a destra, la cui

volta è decorata da un ciclo di affreschi attribuito alla bottega di Belisario

Corenzio, e il comunichino marmoreo che risale alla prima metà del

Cinquecento e mette in comunicazione la Cappella del Crocifisso con la

stanza di Orsola.

Nella stessa cappella è stata recentemente ricollocata a pare-

te la lastra marmorea della sepoltura della nipote di Orsola, Martia

Palmieri, raffigurata in abiti monacali accanto al marito morganatico,

Venturello Fasano. Particolare interessante è la cupola ellittica che si

erge sull’altare.

Cripta della Chiesa dell’Immacolata con il sepolcro di Orsola

Si tratta di un vano interrato completamente spoglio nel quale

è collocata a vista la cassa di legno originale dove è conservato il corpo

della mistica insieme ad un’altra, più tarda, destinata ad accogliere le reli-

quie che attendevano l’autorizzazione del culto legata al successo dell’iter

di canonizzazione che avrebbe consentito di allestire un sepolcro degno

di una santa. L’ambiente si trova sotto la Cappella del Crocifisso, a cavallo

tra la chiesa e la stanza della casa di Orsola, affacciata sull’altare maggiore,

dalla quale la mistica era solita seguire le celebrazioni.

L’accesso, originariamente previsto ai piedi dei pochi gradini che

portano alla cappella superiore, era stato murato ed è stato recentemente

ripristinato nell’ambito di un intervento di restauro filologico che ha

riportato la cripta al suo impianto originale.

Unico segno della presenza della tomba di Orsola è la lapide

dell’altare maggiore che ricorda la ricognizione effettuata nel 1753 nel

corso della quale il corpo fu trovato in perfetto stato di conservazione. La

tomba è oggi visitata almeno due volte all’anno dalle Monache Teatine

provenienti dal sud America e dalla Sicilia, per lasciare un segno della

forte devozione nei confronti della loro Madre fondatrice.

Altro importante ambiente è costituito dal Cimitero delle mo-

nache, un misterioso vano che ospita un sito di deposizione primaria

(inumazione) e secondaria (ossario).

II. Fact-finding, study and research project

stato di conservazioneIl cimitero delle monache e la Cripta di Orsola, così come tutti gli ambienti della Casa della Madre Venerabile, sono strutturalmente ben conservati, ma necessitano di adeguamento funzionale e riallestimento.

state of conservationThe nuns’ cemetery and Orsola’s Crypt, like all the rooms in the House of the Venerable Mother are structurally well preserved, but are in need of functional adaptation and rearrangement.

procession through the city during the major religious feasts, as well

as to ward off calamities, in fact presents an iconographic anomaly as

the Immaculate carries the Infant in her arms, which incorporates a

particular Iberian iconographic and devotional tradition.

Very remarkable is the seventeenth-century altar in scagliola

and mother-of-pearl with an image of St. Nicholas and beautiful floral

decoration, situated in the third chapel on the right, which has a vault

decorated with a cycle of frescoes attributed to the workshop of Belisario

Corenzio and a marble passageway dating back to the first half of the

sixteenth century connecting the Crucifix Chapel to Orsola’s former cell.

Recently relocated on a wall of the same chapel, is the marble

tombstone of Orsola’s niece, Martia Palmieri, dressed as a nun with

her morganatic husband, Venturello Fasano. Of particular interest is the

elliptical Dome above the High Altar.

The Crypt of the Church of the Immaculate Conception

and Orsola’s tomb

The crypt is an underground room containing the original

wooden coffer in which the body of the mystic lies. There is a second

one to host her relics, pending the supposed authorisation of her cult

once the canonisation process had reached its successful completion, thus

enabling the erection of a tomb worthy of a saint. The area is beneath

the Chapel of the Crucifix, midway between the church and Orsola’s

former bedroom, from which she used to follow the religious services.

The entrance, originally meant to be at the foot of the steps

leading to the upper chapel, having been walled up, was recently

restored as part of a historical restoration programme which has

brought the crypt back to its original layout.

The only sign of the presence of the tomb of Orsola is the

plaque on the main altar, recalling the investigation carried out in 1753,

in which the body was found in perfect condition. It is visited at least

twice a year by Theatine Nuns from South America and Sicily as a sign

of their devotion to the Mother Foundress.

Another important area is the Nuns’ Cemetery, a mysterious

compartment that houses a site of primary (burial) and secondary

(ossuary) deposition.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

In questa pagina This pageChiesa Superiore, sec. XVII-XVIII, particolari del Coro e degli affreschi trompe-l'oeil. Upper Church, XVII-XVIII C., details of choir and trompe-l'oeil frescoes.

Nelle pagine seguenti Following pagesChiesa Superiore, sec. XVII-XVIII, l'Altare Maggiore visto dalla Grata del Coro; le mura tufacee viste dal Giardino del Chiostro Maggiore; particolare del Canneto del Giardino del Chiostro Maggiore.Upper Church, XVII-XVIII C., the High Altar seen from the grille of the choir. Stone walls seen from the gardens of the great cloister. Details of the cane thicket.

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Chiostro, Claustro, Fornace e Sala Villani

Il cuore della sezione della cittadella monastica dedicata alla clau-

sura racchiude tutti i tratti distintivi di questi mondi separati che il Con-

cilio di Trento aveva fissato per la vita delle monache “morte al mondo”.

Dal possente muro di cinta, che si innalza per 20 metri e si interra per 15

(secondo i dettami della Controriforma) e impedisce la vista dall’esterno,

agli ambienti ampi e severi che si affacciano su un magnifico giardino

che doveva servire ad allietare la contemplazione del divino e che scan-

diva la vita delle spose di Cristo.

Chiostro

Nel corso del Settecento i vialetti del giardino vennero imprezio-

siti da due edicole maiolicate collocate alla fine di uno dei bracci centrali

dei camminamenti. Quella più antica ospitava un crocifisso ed è comple-

tata nella parte superiore da un Lazzaro con piaghe visibili che ricordano

la peste. Di fronte si trova la più tarda immagine de La Samaritana di gran-

de suggestione artistica. Nel punto di incrocio dei due vialetti principali

del giardino si trovano quattro pannelli con immagini devozionali, tra i

quali spicca quello raffigurante Suor Orsola e l’Immacolata 1.

Claustro

Nel luminoso corridoio di quello che oramai viene indicato

come il Claustro si affacciano i balconi delle celle delle religiose sotto

i quali si aprono le porte delle cappelle private che erano loro riservate.

Quest’ala del convento venne progettata da Cosimo Fanzago. Il corri-

doio è adornato da tredici busti, posti su mensole, realizzati dalla scuola

delle plastiche attiva presso l’Istituto, tra Ottocento e Novecento.

Fornace

In fondo al corridoio del Claustro si trovano le antiche cucine

(delle quali resta qualche traccia nei lavandini maiolicati) che furono tra-

sformate alla fine dell’Ottocento per ospitare i forni dei laboratori per

la produzione delle terrecotte della scuola delle plastiche realizzate dalle

allieve. Ambiente oggi denominato Fornace.

Sala Rossa (Sala Villani)

Accanto agli ambienti di servizio, preceduto da un bel lavatoio in

marmo del secolo XVII, si apre l’ambiente dell’antico refettorio. In que-

sto locale venne collocata la sala conferenze e di rappresentanza dell’Isti-

II. Fact-finding, study and research project

1Tutte le decorazioni maiolicate sono state restaurate dal Laboratorio diretto dalla professoressa Annadele Aprile e gli approfondimenti sui suddetti lavori sono contenuti nei Quaderni della ricerca Scientifica Unisob, Napoli 2008.

1All the majolica decorations were restored at the laboratory under the direction of Prof. AnnadeleAprile. Details are available in the Quaderni della ricerca Scientifica Unisob, Naples, 2008.

Cloister, Claustrum, Furnace Room and Villani Lecture Hall

The heart of the Monastic Citadel dedicated to the cloistered

life contains all the hallmarks of the separate worlds that the Council

of Trent prescribed for the life of nuns, who were to be “dead to

the world”. From the sturdy outer wall, which rises 20 metres and

has foundations going down 15 metres (according to the dictates of

the Counter Reformation) preventing visibility from outside, to the

spacious, but austere areas overlooking a magnificent garden designed

to foster contemplation of the Divine, and regulate the life of the

brides of Christ living there.

Cloister

During the eighteenth century the walkways of the garden

were adorned with two majolica ediculae located at the ends of the

central walkways. The older of the two housed a crucifix and is

surmounted by a Lazarus with visibile wounds recalling the plague.

Opposite is the later image of the Samaritan Woman, which is of great

artistic interest. Where the two major paths of the garden cross, there

are four panels with devotional images including one depicting Suor

Orsola and the Immaculate Conception 1.

Claustrum

The brightly lit corridor of what is now referred to as the

Claustrum is overlooked by the balconies of the nuns’ cells beneath

which open the doors of the private chapels reserved for their use. This

wing of the convent was designed by Cosimo Fanzago. The hall is

adorned with thirteen busts, placed on shelves, made at the school of

plastic arts at the Institute over the nineteenth and twentieth centuries.

Furnace Room

At the end of the Claustrum are the old kitchens of which a few

traces remain in the majolica sinks. The kitchens were transformed at

the end of the XIX century to house the pottery kilns of the School of

Plastic Arts.

Red Room (Sala Villani)

Alongside the service areas, preceded by a beautiful XVII

century marble washbasin, is the former refectory. It was transformed

into a conference and reception room for the Institute, known as the

stato di conservazioneGli ambienti e il giardino son ben conservati e mantenuti. La Fornace ospita il Laboratorio di Restauro dei dipinti della Scuola di Restauro Unisob, attrezzato anche per visite programmate.

stato di conservazioneLe maioliche del Chiostro sono state restaurate a cura della Scuola di restauro.

state of conservationThe interiors and the gardens are well kept and maintained. The Furnace room hosts the Painting Restoration Laboratory of the Unisob School of Restoration, with facilities for organised visits.

state of conservationThe majolicas of the Cloister have been restored by the School of restoration.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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tuto, denominata Sala Rossa dal colore della tappezzeria di broccato delle

pareti, arredata con stalli lignei neorinascimentali e oggi ristrutturata se-

condo un disegno moderno, attualmente chiamata Sala Villani, ambiente

restaurato dopo il terremoto dell’80 da Gae Aulenti 2.

Il Museo storico dell’Istituto Suor Orsola Benincasa

È un piccolo spazio espositivo nato dalla volontà di rendere fru-

ibili le collezioni d’arte conservate dall’Ente Morale e di dare anche un

contributo al lavoro di studio e di ricerca connesso alla conservazio-

ne dei beni culturali, una delle principali vocazioni dell’Università degli

Studi che ad esso si affianca. Gli oggetti messi in mostra provengono in

massima parte dagli arredi della cittadella monastica fondata alla fine del

Cinquecento da Suor Orsola Benincasa e in parte dal lascito della gover-

natrice Adelaide del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli, animatrice

della trasformazione del monastero in un moderno istituto laico di cul-

tura alla fine dell’Ottocento. Gli oggetti sono stati scelti all’interno delle

ampie collezioni dell’Ente con l’intento di ricostruire un percorso sto-

rico in grado di restituire l’immagine della vita e della produzione arti-

stica della capitale del Regno di Napoli nel corso dell’età moderna. Una

scelta che costituisce solo una delle strade percorribili in una dinamica

di rotazioni nell’ambito di aree tematiche e storiche diverse, capaci di

alternarsi all’interno di un Museo inteso come strumento di conoscenza

e di formazione in continuo aggiornamento.

Gli ambienti espositivi inglobano parte dell’antico parlatorio del

monastero di clausura, con la suggestiva Ruota degli Esposti, ed ospitano

importanti opere, restaurate dai laboratori attivi presso l’Università degli

Studi Suor Orsola Benincasa 3.

II. Fact-finding, study and research project

2aa.vv., L’Istituto Suor Orsola Benincasa. Un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Fausto Fiorentino editore, Napoli, 1995. v. fiorelli, Una santa della città, Editoriale Scientifica, Napoli, 2001. 3Vedi catalogo Museo Storico Universitario, Palombi&Partner, Roma, 2004 e file pdf.

2aa.vv., L’Istituto Suor Orsola Benincasa. Un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Fausto Fiorentino editore, Naples, 1995. v. fiorelli, Una santa della città, Editoriale Scientifica, Naples, 2001. 3See catalogue Museo Storico Universitario, Palombi&Partner, Rome, 2004, and pdf files.

Red Room on account of the colour of the brocaded tapestry on

the walls, decorated with neo-Renaissance stalls in wood and now

renovated to a modern design by the architect Gae Aulenti after the

earthquake of 1980. Today it is named Sala Villani.

The Historical Museum of the Suor Orsola Benincasa Institute

The museum is a small exhibition space to make the

Institute’s art collections accessible at last, and also to make a

contribution to study and research into the conservation of cultural

heritage, one of Unisob’s main vocations. Almost all the exhibits

come from the monastic citadel founded in the late sixteenth century

by Suor Orsola Benincasa, and in part from the legacy of Governor

Adelaide Del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, the mastermind

behind the transformation of the monastery into a modern secular

cultural institute at the end of the nineteenth century. The articles

were selected from the Institute’s extensive collections, with the

intention of reconstructing a tour through history able to provide

an image of the life and artistic production of the capital of the

Kingdom of Naples throughout the Modern Age. This is just one

possible choice within the variety of topical and historical areas,

which can be represented in a museum conceived as a continually

updated source of knowledge and a place of education.

The exhibition areas incorporate part of the old parlour of

the enclosure, with its striking Ruota degli Esposti (where new-born

babies were anonymously abandoned to the care of the nuns), and

host some important works of art, restored at the laboratories at Suor

Orsola Benincasa University 3.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Museo Storico artistico, sec. XVII-XVIII, arredi e paramenti sacri.Museo Storico artistico, vista delle sale espositive.Art history Museum, XVII-XVIII C., sacred vestments and decorations. Art history Museum, view of exhibition rooms.

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Titoletto correnteTitoletto corrente

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II. Fact-finding, study and research project

ii.7Il Patrimonio museale e il suo stato di conservazione

ii.7The Museum Heritage and its state of conservation

Below is a small inventory of the most significant items

included in the Unisob Museum Heritage: where necessary, critical

notes have been included on their state of preservation. The

information is taken from the inventory of June 2014, and some items

have subsequently been sent for restoration.

Historic Art Museum

1.Anonymous, Orsola with her nieces, foundresses of the Congregation, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 209x156cm 2. Anonymous, Orsola dictates the rules of the Congregation, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 256x156cm 3. Anonymous, Orsola recalls her journey to Rome, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 256x156cm 4. Atelier of Andrea Malinconico, Portrait of Orsola Benincasa with lily and the Crucifix, late seventeenth century, oil on canvas, 120,5x98cm 5. Anonymous, Portrait of Orsola Benincasa, first quarter of the seventeenth century, oil on canvas, 65x49,5cm 6. Andrea Malinconico (attr.), St. Clare, 1667, oil on canvas, 153x127cm 7. Andrea Malinconico (attr.), St. Jerome, 1667, oil on canvas, 164x132cm 8. Anonymous, Orsola Benincasa intercedes for the city of Naples, first half of the seventeenth century, oil on canvas, 183x155cm 9. V. Azzerboniinc, F. Mannelli, Suor Orsola, Immaculate Conception and view of Naples, c. 1795, etching and engraving on hardened copper, 203x145mm 10. Anonymous, Immaculate Conception, Orsola and San Gaetano over the city of Naples, early nineteenth century, burin on hardened copper, 174x116mm 11. Teodoro D’Errico, Portrait of Orsola Benincasa, first quarter of seventeenth century, oil on copper, 21,4x28,1cm 12. Giovanni Battista Sintes, Altar of the Church of the Immaculate Conception, 1733, etching and engraving on hardened copper, 413x325mm 13. Anonymous, True Effigy of Orsola Benincasa, first half of the seventeenth century, burin on hardened copper, 134x105mm 14. William Morghen, Ecce homo, mid-eighteenth century, burin on hardened copper, 395x275mm

Si fornisce a seguire un piccolo inventario dei materiali più si-

gnificativi inclusi nel Patrimonio Museale Unisob: laddove necessario,

sono state inserite note critiche sullo stato di conservazione. I riferimenti

sono allo stato di fatto dell’inventariazione (giugno 2014); alcuni mate-

riali sono stati successivamente inseriti in programmi di restauro.

Museo Storico Artistico

1.Anonimo, Orsola con le nipoti fondatrici della Congregazione, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 209x156

2. Anonimo, Orsola detta le regole della Congregazione, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 256x156

3. Anonimo, Orsola rievoca il viaggio a Roma, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 256x156

4. Bottega di Andrea Malinconico, Ritratto di Orsola Benincasa con giglio e crocifisso, fine del XVII sec., olio su tela, cm 120,5x98

5. Anonimo, Ritratto di Orsola Benincasa, primo quarto del XVII sec., olio su tela, cm 65x49,5

6. Andrea Malinconico (attr.), S. Chiara, 1667, olio su tela, cm 153x127

7. Andrea Malinconico (attr.), S. Girolamo, 1667, olio su tela, cm 164x132

8. Anonimo, Orsola Benincasa intercede per la città di Napoli, prima metà del XVII sec., olio su tela, cm 183x155

9. V. Azzerboniinc, F. Mannelli, dis. Suor Orsola, Immacolata Concezione e veduta di Napoli, 1795 ca., acquaforte e bulino su rame incrudito, mm 203x145

10. Anonimo, Immacolata, Orsola e San Gaetano sulla città di Napoli, inizi XIX sec., bulino su rame incrudito, mm 174x116

11. Teodoro D’Errico, Ritratto di Orsola Benincasa, primo quarto XVII sec., olio su rame, cm 21,4x28,1

12. Giovanni Battista Sintes, Altare della chiesa dell’Immacolata, 1733, acqua-forte e bulino su rame incrudito, mm 413x325

13. Anonimo, Vera effige di Orsola Benincasa, prima metà XVII sec., bulino su rame incrudito, mm 134x105

14. Guglielmo Morghen, Ecce homo, metà XVIII sec., bulino su rame incrudito, mm 395x275

stato di conservazioneGli ambienti museali sono relativamente recenti e dotati di una buona illuminazione ma non sono climatizzati, condizione fondamentale per una ottimale conservazione.

state of conservationThe museum has recently been equipped with good lighting, but the air quality cannot as yet be regulated, a feature which is fundamental for optimal conservation.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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15. Anonimo, L’educazione della Vergine, metà del XVII sec., olio su tela, cm 140x180

16. Anonimo, crocifisso ligneo policromo, XVII sec., legno intagliato, dipinto a olio e dorato, cm 173x145

17. Paolo Emilio Passaro, Adelaide del Balzo Pignatelli, principessa di Strongoli, 1931, olio su tela, cm 155x182

18. Vincenzo Gemito, Ritratto di Adelaide del Balzo Pignatelli, Principessa di Strongoli, luglio 1918, matita su carta, cm 33x33

19. Pietro Scoppetta, La principessa Adelaide del Balzo Pignatelli nel suo studio, 1909, pastello su cartoncino, cm 78x104

20. Francesco Jerace (attr.), Ritratto di Adelaide del Balzo Pignatelli, Principessa di Strongoli, 1902, bronzo, ø cm 50

21. Pietro Scoppetta, Ritratto di Adelaide del Balzo Pignatelli, Principessa di Strongoli, inizio XX sec., pastello su cartoncino, cm 58x74

22. Pianeta e stola, XIX sec., seta con ricami policromi 23. L. Orfeo, ostensorio, argento dorato, h cm 71, ø raggiera cm 27; base cm 21x16; punzoni: L. Orfeo 24. Anonimo argentiere, croce d’altare, XVIII sec., metallo argentato, cm 160x52

25. Artigiani reali (attr.), console, 1755 ca., legno intagliato e dorato a mecca, cm 91x110x45

26. Artigianato napoletano, scarabattolo, seconda metà del XVII sec., legno dipinto impiallicciato in tartaruga e radica, cm 112x83x38; contiene due ampolle in cristallo nelle quali sono conservate le autentiche reliquie di Suor Orsola e San Filippo Neri 27. Anonimo, piano di tavolo, inizi XVIII sec., marmi policromi e pietre dure, cm 58x105x4,5

28. Anonimo argentiere napoletano, Pisside, argento dorato, h cm 30; ø base cm 10,5; ø coppa cm 13,5; punzoni: croce N/8, RC 29. Anonimo argentiere napoletano, Parato di cartegloria, argento, elem. centrale h cm 55,5, l cm 48; laterali h cm 39, l cm 29; punzoni: testina di Partenope con il 5, GB 30. Vincenzo Caruso, calice, argento dorato, h cm 33; ø base cm 15; ø coppa cm 9; punzoni: croce N/8, V. Caruso 31. Anonimo argentiere napoletano, coppia di candelabri a giardinetto, argento, cm 42,1x63; punzoni: testina di Partenope N/8, SG 32. Pianeta e stola, XVIII sec., seta damascata con ricamo in seta e fili d’argento 33. Anonimo, Croce con i simboli della passione, XVIII sec., olio su tavola, cm 280x266

34. Anonimo argentiere, Coppia di giare con palme, palme: ottone argentato, cm 96x40; giare: ottone, cm 40x28

35. Anonimo, La ruota conventuale, XVII sec., tamburo in legno di quercia e castagno, ruotante su cardini, h cm 102; ø cm 101

36. Giacomo Colombo, Cristo morto, firmato e datato 1698 o 1699, legno scolpito e dipinto cm 62x208x82

37. Giacomo Farelli, Cristo Portacroce, 1675-1685, olio su tela, cm 101 x 76 38. Michele Foschini (attr.), porta dipinta, 1740 ca. 39. Onofrio Palumbo (attr.), S. Apollonia, 1640-1660, olio su tela, cm 100 x 75. 40. Giuseppe Marullo, Liberazione di S. Pietro, firmato e datato: ioseph marullus neapolitanus f. 1664, olio su tela, cm 190x521

II. Fact-finding, study and research project

15. Anonymous, Education of the Virgin, mid-seventeenth century, oil on canvas, 140x180cm 16. Anonymous, polychrome wooden Crucifix, seventeenth century, gilded wood, carved and oil-painted, 173x145cm 17. Paolo Emilio Passaro, Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, 1931, oil on canvas, 155x182cm 18. Vincenzo Gemito, Portrait of Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, July 1918, pencil on paper, 33x33cm 19. Pietro Scoppetta, Princess Adelaide del Balzo Pignatelli in her study, 1909, pastel on card, 78x104cm 20. Francesco Jerace (attr.), Portrait of Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, 1902, bronze, ø 50cm 21. Pietro Scoppetta, Portrait of Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess of Strongoli, early XX century., pastel on card, 58x74cm 22. Chasuble and stole, XIX century, silk with polychrome embroidery 23. L. Orpheus, monstrance, silver gilt, h 71cm, ø rays 27cm; base cm 21x

16; marked: L. Orpheus 24. Anonymous silversmith, altar cross, XVIII century, silvered metal, 160

x52cm 25. Royal crafstmen (attr.), console, c. 1755, wood, carved and gilded, 91x

110x45cm 26. Neapolitan craftsman, display cabinet, mid-seventeenth century, painted wood veneered in tortoise and walnut 112 x 83 x 38 cm; contains two glass vials in which are preserved authentic relics of Suor Orsola and St. Philip Neri 27. Anonymous, table-top, early eighteenth century, polychrome marbles and semiprecious stones, 58x105x4,5cm 28. Anonymous Neapolitan silversmith, pyx, silver gilt, h 30cm; ø base 10,5cm; ø cup 13,5cm; marked: cross N/8, RC 29. Anonymous, set of altar cards, Neapolitan silverwork, Central card in silver frame h 55.5 cm, w 48 cm; sides h 39 cm, w 29 cm; marked: head of Parthenope 30. Vincenzo Caruso, chalice, silver gilt, h 33; ø base cm 15cm; ø cup 9

cm; marked: cross N/8, V. Caruso 31. Anonymous Neapolitan silverwork, Pair of candlesticks ‘a giardinetto’, silver, 42,1x63cm; marked: N/8, SG 32. Chasuble and stole, XVIII c., embroidered damask silk, with silver thread 33. Anonymous, Cross with symbols of Passion, XVIII century, oil on canvas, 280x266cm 34. Anonymous silverwork, Pair of jars with palms, palms: silver plated, 96x

40cm; jars: brass, 40x28cm 35. Anonymous, convent wheel, XVII c., wooden oak and chestnut drum, rotating on hinges, h cm 102; ø 101cm 36. Giacomo Colombo, Dead Christ, signed and dated 1698 or 1699, wood carved and painted, 62x208x82cm 37. Giacomo Farelli, Christ carrying the cross, 1675-1685, oil on canvas, 101 x 76 cm 38. Michele Foschini (attr.), painted door, c. 1740

39. Onofrio Palumbo (attr.), Saint Apollonia, 1640-1660, oil on canvas, 100 x 75 cm 40. Giuseppe Marullo, Liberation of St. Peter, signed and dated: ioseph marullus neapolitanus f. 1664, oil on canvas, 190x521 cm

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 60: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

118 119

41. Scultore Napoletano, Santa Teresa, seconda metà del XVII sec., legno scolpito e dipinto, cm 90,5x63x45

42. Girolamo Imparato, Immacolata Concezione, 1595-1605 ca., tempera su tavola, cm 163x114

43. Scultore napoletano, Crocifisso, inizio XVII sec., legno scolpito e dipinto, cm 173x102

44. Paolo De Matteis (attr.), Madonna Addolorata, primo quarto XVIII sec., olio su tela, cm 110x100

45. Lorenzo De Caro, Madonna Addolorata, 1760 ca., olio su tela, cm 76,5x

63

46. Caterina De Julianis (attr.), S. Sebastiano, primo quarto XVIII sec., cera policroma modellata, legno, sughero, cm 27 x 21 x 7 47. Jusepe de Ribera e bottega (attr.), Cristo sulla via del Calvario, firmato e datato: jusepede ribera f. 1632, olio su tela, cm 155 x 194 48. Domenico Antonio Vaccaro (attr.), S. Francesco di Paola attraversa lo stretto di Messina, 1730-35 ca., olio su tela, cm 85x70

49. Michele Foschini (attr.), Porta dipinta, 1740 ca. 50. Artigianato napoletano, reliquario a mobile, primo quarto del XIX sec., legno dipinto, legno intagliato e dorato a mecca, cm 185x160x50

51. Anonimo, Dio Padre tra gli angeli, ultimo quarto del XVI sec., tempera su tavola, cm 110x253

52. Anonimo, crocifisso ligneo policromo, XVII sec., legno intagliato, dipinto a olio e dorato, cm 173 x 145 53. Croce d’altare, XVII secolo, metallo argentato, cm 160x52

54. Casule. Due casule sono esposte nelle teche: una è in tessuto di seta damascata color porpora con ricami in seta e fili d’argento (XVIII sec.), l’altra è in seta bianca con ricami policromi (XIX sec.)

Ente Morale

1.Le collezioni scientifico-didattiche: inventari pubblicati nel volume Prima della Plastica, Elio Sellino Editore, Avellino, 2001. Gli strumenti scientifici utilizzati per la didattica sono risalenti al XIX sec. 2.Collezione di monete e medaglie: si tratta di ca. 200 pezzi tra cui alcune greco-sicane, altre risalenti all’Impero Romano, Repubblica Romana, Repubblica Campana etc. Inoltre vi sono anche dei calchi per monete antichi e moderni. Da inventariare e restaurare. 3.Collezione di madreperle, pietre dure e cammei: la collezione è composta da ca. 80 pezzi da restaurare ed inventariare. 4.Collezione di strumenti musicali: trattasi di circa 50 pezzi di cui diversi importanti e rari, da inventariare e restaurare. 5.Raccolta di calchi in gesso: risalenti tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Il numero è imprecisato vista la copiosa consistenza. I pezzi sono da inventariare e restaurare. 6. Collezione di arredi e suppellettili: l’immenso patrimonio costituito da arredi e suppellettili di ogni genere è distribuito nei vari locali dell’Istituto perché costituisce l’arredo di tutti gli ambienti utilizzati. 7. Nei depositi, distribuiti in almeno dieci grandi locali, è conservata una consistente parte di essi che necessita di un urgente inventario e restauro. Inoltre in questi ambienti si conservano anche ca. 200 cornici dorate tra il XVII e XIX sec., alcuni preziosi elementi decorativi della chiesa quali fiori realizzati in filo

II. Fact-finding, study and research project

41. Neapolitan sculptor, Saint Teresa, second half of XVII cent., wood carved and painted, 90,5x63x45cm 42. Girolamo Imparato, Immaculate Conception, 1595-1605, tempera on canvas, 163x114cm 43. Neapolitan sculptor, Crucifix, early seventeenth century, wood carved and painted, 173x102cm 44. Paolo De Matteis (attr.), Our Lady of Sorrows, first quarter of the eighteenth century, oil on canvas, 110x100cm 45. Lorenzo De Caro, Our Lady of Sorrows, c. 1760, oil on canvas, 76,5x63cm 46. Caterina De Julianis (attr.), Saint Sebastian, first quarter eighteenth century, modelled polychrome wax, wood, cork, 27 x 21 x 7 cm 47. Jusepe de Ribera and school (attr.), Christ on the road to the Calvary, signed and dated: jusepe de ribera f. 1632, oil on canvas, 155 x 194 cm 48. Domenico Antonio Vaccaro (attr.), St. Francis of Paola crosses the Straits of Messina, c. 1730-35, oil on canvas, 85x70cm 49. Michele Foschini (attr.), painted door, 1740

50. Neapolitan craft, Reliquary cabinet, first quarter of nineteenth century, painted wood, carved wood and gilded, 185x160x50cm 51. Anonymous, God the Father among angels, last quarter of the sixteenth century, tempera on wood, 110x253cm 52. Anonymous, wooden polychrome crucifix, seventeenth century, wood, oil-painted, carved and gilded, 173 x 145 cm 53. Altar Cross, seventeenth century, silver finish, 160x52cm 54. Chasubles. Two chasubles are exhibited in glass cases: one is in purple damask silk embroidered with silk and silver thread (XVIII c.) and the other is in white silk with polychrome embroidery (XIX c.).

The Institution’s collections

1.The scientific-educational collections were published in a volume, ‘Prima della Plastica’, published by Elio Sellino Editore, Avellino, 2001. All the scientific instruments used for teaching date back to the nineteenth century. 2.Collection of coins and medals: this numbers around 200 pieces including several Græco-Sicilian coins, some dating back to the Roman Empire, the Roman Republic, the Campania Republic etc. In addition, there are also casts for ancient and modern coins. To be inventoried and restored. 3.Collection of mother of pearl, precious stones and cameos. The collection consists of approximately 80 pieces to be inventoried and restored. 4.Collection of musical instruments: these are approximately 50 pieces, some of which are rare and of great importance. 5.Collection of plaster casts dating from the second half of the nineteenth century and the first half of the twentieth. The exact number of pieces in this large collection is unknown. They are all to be inventoried and restored. 6. Collection of furniture and ornaments. This wealth of heritage consists of furniture and ornaments of all kinds, of varying degrees of importance, distributed throughout the various parts of the Institute. 7. There are at least ten large rooms where a substantial part of them is kept in storage. There is urgent need of inventory and restoration. These storage areas also house around 200 gilded picture frames dating from the seventeenth to the nineteenth centuries. There are some precious eighteenth-century decorative elements from the church, such as flowers made of wire and beads (about 15

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

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121

metallico e perline (ca. 15 pezzi) del XVIII sec. e ca. 20 tra candelieri e candelabri, che per il pessimo stato di conservazione necessitano anch’essi di un’urgente inventariazione e restauro. 8. Nei depositi sono conservati, altresì, circa 3500 oggetti di varia tipologia: ricami, metalli, vetri, porcellane, argenti, ventagli, ecc. La documentazione dovrebbe essere digitalizzata. 9. Sono altresì da inventariare gli arredi e le suppellettili provenienti dalle due chiese: paramenti, calici, ed altri arredi sacri di cui fanno parte numerosi scarabattoli contenenti statue di santi, manichini vestiti del XVIII sec. (ca. 20) e numerosi pregevoli crocifissi di grandi e piccole dimensioni del XVII e XVIII sec.che versano in cattive condizioni. 10. Sono, inoltre, da inventariare e restaurare i confessionali e gli arredi lignei provenienti dalle due chiese, oltre a numerosi oggetti che facevano parte degli antichi arredi scolastici, carte geografiche, foto etc. 11. Un piccolo ma importante nucleo di grande pregio è costituto da ca. 20 tavolette incerate e decorate con fili colorati in seta, oro ed argento, risalenti al XVII e XIX sec. raffiguranti immagini sacre. La collezione è stata pubblicata negli Annali dell’Istituto, anni 1997-1998 a cura di A. Aprile e V. Fiorelli e nel catalogo della Mostra tenutasi presso il nostro Ateneo, Il filo della devozione, a cura dell’Istituto Sob, Napoli 1997. 12. Collezione di circa 100 pezzi di pentolame in rame del XIX sec. Da inventariare e restaurare. 13. Raccolta di dipinti dal XVI sec. ai giorni nostri (in parte restaurati, in numero di circa 250), comprese le sculture lignee e metalli preziosi. Molti di questi manufatti, oltre a essere correttamente restaurati secondo le più moderne tecniche di conservazione, sono studiati in tesi di laurea e dottorato anche sotto l’aspetto storico, artistico e diagnostico fornendo un panorama oltremodo interessante della temperie artistica che li ha generati e raccolti. Molti di essi sono conservati nel Museo Storico Artistico dell’Istituto, mentre per altri dipinti e sculture e metalli sono già stati programmati interventi mirati alla conservazione presso i laboratori dell’Università.

II. Fact-finding, study and research project

pieces) plus around 20 candlesticks and candelabra. Due to their poor state of conservation, they also need urgent inventory and restoration. 8. The depositories also house numerous boxes containing 3,500 objects of various types: embroidery, metal, glass, porcelain, silver, fans, etc. The documentation needs to be transferred onto file. 9. Also in need of inventory are the furniture and furnishings from the two churches i.e., vestments, chalices and other sacred vessels, including numerous display cases containing statues of saints and approximately 20 eighteenth-century dressed mannequins. There are numerous valuable crucifixes of different sizes from the seventeenth and eighteenth centuries in poor condition. 10. Also to be inventoried and restored are the confessionals and wooden furniture from the two churches, as well as numerous objects that were part of the old school furniture, maps, photographs etc. 11. A small but important group of great value is made up of around 20 waxed tablets, decorated with coloured thread in silk, gold and silver, dating from the seventeenth to the nineteenth centuries depicting sacred images. The collection was published in the Annals of the Institute, 1997-1998 by A. Aprile and V. Fiorelli and in the catalogue of the exhibition, Il filo della devozione, by the Istituto Sob, Naples 1997. 12. Collection of about 100 pieces of nineteenth-century copper cookware. To be inventoried and restored. 13. The collection of sixteenth-century paintings deserves a special mention. Today, with the continuing new donations and acquisitions, about 250 have been restored, including wooden sculptures and precious metals, by the laboratories of the University, which are the pride of the university’s Degree Course in Conservation and Restoration. Many of these artefacts, as well as being properly restored according to the most modern techniques of conservation (often being the subject of MA dissertations) are also studied from the historical, artistic and diagnostic points of view, providing an extremely interesting panorama of the artistic climate that generated and collected them. Many of them are kept in the Museo Storico Artistico of the Institute, while other paintings, sculptures and metal work are due to be restored at the University laboratories.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Jusepe de Ribera e bottega (attr.) Cristo sulla via del Calvario 1632Olio su tela, cm 155 x 194Jusepe de Ribera and school (attr.)Christ on the road to the Calvary 1632Oil on canvas, 155 x 194 cm

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122 123

II. Fact-finding, study and research project

ii.8L’uso del Patrimonio e la gestione attuale

ii.8The use of the Heritage and current governance

The Unisob Monumental Complex is currently managed

by three ownership bodies: Suor Orsola Benincasa University, the

Istituto Suor Orsola Benincasa Trust, and the Adelaide and Maria

Antonietta Pagliara Foundation. The Trust and the Foundation are

non-profit cultural institutions with legal personality, and they own

and manage the museum sites and collections, which are run by the

University (related to them by Statute) personnel and funds, so we

can speak of Unified and Integrated Management.

The complex is used for university lectures and the educational,

scientific and cultural activities of the university, but there are also areas

reserved to the museum collections, open to the public.

The management plan that follows, inspired by the guidelines

for Unesco Management Plan Preparation (Paestum 2004), aims

to open and make available the whole Heritage, opening it up to

activities of economic significance for purposes of conservation and

valorisation. It also seeks to create an integrated development and

revival plan for the Naples Unesco World Heritage Site, in synergy

Attualmente, il Complesso Monumentale Unisob è gestito at-

traverso la sinergia dei tre Enti proprietari: l’Università degli Studi Suor

Orsola Benincasa, l’Ente Morale Istituto Suor Orsola Benincasa e la

Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara. Ente Morale e Fon-

dazione sono Istituzioni Culturali senza fini di lucro e con personalità

giuridica, e detengono la proprietà di luoghi e collezioni museali, che

tuttavia vengono gestiti e tutelati con personale e fondi dell’Università,

a loro legata per Statuto. Si può dunque parlare di Gestione Unitaria e

Integrata.

Il Complesso è adibito a sede dei corsi e delle attività didatti-

che e scientifico-culturali dell’Università, ma vi sono spazi dedicati alla

fruizione delle collezioni museali, che sono aperti al pubblico.

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Rettorato, Sala degli AffreschiXVI sec., particolare con la collezione di Autografi.Rector's offices, Sala degli Affreschi, XVI C., detail with the autograph collection.

Bernardo Cavallino (Napoli 1616-1656)Ester e AssueroOlio su tela, cm 97,5 x 70,5Museo PagliaraBernardo Cavallino(Naples 1616-1656)Esther and AhasuerusOil on canvas, 97.5 x 70.5 cmPagliara Museum

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124 125

II. Fact-finding, study and research project

L’ipotesi gestionale che si riporta a seguire, ispirata alle Linee-Gui-

da per la Redazione dei Piani di Gestione Unesco (Paestum 2004), inten-

de affrontare il problema della totale messa in disponibilità del Patrimonio

e della sua apertura ad attività di rilevanza economica a scopo di conser-

vazione e valorizzazione. Inoltre, esso si propone di realizzare, in sinergia

con gli altri Attori della Cabina di Regia del Sito Unesco di Napoli, un

percorso integrato di valorizzazione e rilancio del Sito Unesco, puntando

non solo sul richiamo turistico-culturale e sullo sviluppo del ‘tessuto urbano’,

ma anche sulle capacità di ricerca e innovazione che istituzioni culturali

come Unesco possono mettere al servizio dell’intera comunità.

2.8.1 Fondi artistici e librari

Biblioteca Storica dell’Istituto Suor Orsola Benincasa Ente Morale

Il patrimonio della Biblioteca dell’Istituto Suor Orsola Benin-

casa si è costituito tra il XVII e il XX secolo, nel lungo arco di tempo

compreso tra le origini della Cittadella monastica e gli sviluppi nove-

centeschi del Magistero. La nascita della Biblioteca risale all’anno 1895;

al primo nucleo di opere di carattere pedagogico-didattico, si sono

aggiunte nel corso del tempo diverse collezioni librarie frutto di lasciti

e donazioni da parte di personalità che in varia misura hanno segnato

la vita dell’Istituto: la Governatrice dell’Istituto Adelaide del Balzo Pi-

gnatelli principessa di Strongoli, la Direttrice Maria Antonietta Pagliara,

il musicologo e collezionista Rocco Pagliara, lo storico dell’arte Sergio

Ortolani. La Biblioteca ha ereditato inoltre il patrimonio librario su-

perstite della Cittadella monastica di Suor Orsola, testimonianza della

storia più antica dell’Ente, e si è ulteriormente arricchita attraverso più

recenti donazioni che hanno contribuito a costituirne la fisionomia

attuale: i fondi intestati ai nomi di Cecilia Motzo Dentice d’Accadìa,

Alfonso Tesauro e Giuseppe Santonastaso.

La Biblioteca si caratterizza dunque per la presenza di raccolte

storiche e di antica tradizione. Il suo patrimonio è valutabile intorno

ai 22.000 volumi, edizioni prevalentemente ottocentesche, accanto alle

quali figurano diverse cinquecentine e numerose seicentine e settecen-

tine; comprende inoltre un’importante collezione di periodici italiani e

stranieri dell’Ottocento e di inizio Novecento e una sezione di opuscoli.

Nel corso degli anni si è venuta configurando inoltre la struttura di un

Archivio formato da corrispondenza e carte diverse, fotografie, autografi

di artisti, ex libris, biglietti da visita, ritagli da libri e riviste, una serie di

immaginette devozionali, una raccolta di stampe litografiche.

with the other stakeholders in its management, focusing not only on

cultural tourism and the development of the urban fabric, but also on

the research and innovation capability that cultural institutions such

as Unisob can put to the service of the community as a whole.

2.8.1 The art and library collections

The Historical Library of the Istituto Suor Orsola Benincasa

Charitable Trust

The library of the Istituto Suor Orsola Benincasa was formed

between the seventeenth and twentieth centuries, in the long years

between the foundation of the monastic complex and the opening

of the teaching college. The library dates back to 1895, beginning

with the first collection of pedagogical works, to which library

collections were added over time, enriched by bequests and donations

from personalities coming into contact with the Institute, such as

the Governor, Princess Adelaide Del Balzo Pignatelli of Strongoli,

Director Maria Antonietta Pagliara, musicologist and collector

Rocco Pagliara, and art historian Sergio Ortolani. The Library has

also inherited the surviving collection of the Suor Orsola monastic

complex, bearing witness to the early history of the institution, and

has been further enriched by the latest donations that have given

the library its current form, namely those of Cecilia Motzo Dentice

d'Accadia, Alfonso Tesauro, and Giuseppe Santonastaso.

The library thus contains a number of historical and ancient

collections. Its heritage is estimated at around 22,000 volumes, mostly

nineteenth-century editions, plus various sixteenth and seventeenth-

century editions and many eighteenth-century volumes. It also

includes an important collection of Italian and foreign periodicals

from the nineteenth and early twentieth centuries and a section

of brochures. An archive of correspondence and various papers,

photographs, artists’ autographs, bookplates, visiting cards, clippings

from books and magazines, a series of devotional holy pictures, and a

collection of lithographic prints have been built up over the years.

The monastic library

The monastic library is made up of the surviving books

from the libraries of the old Congregation and the Hermitage of the

Immaculate Conception (the two religious bodies housed within

the monastery) and includes liturgical texts, theological works, lives

stato di conservazioneI cataloghi della Biblioteca Monastica e della Biblioteca Rocco Pagliara sono stati realizzati su database informatizzati (Access), redatti secondo le Regole Italiane di Catalogazione per autori. Il catalogo della Biblioteca della Principessa di Strongoli è stato realizzato con Winisis. Il fondo Ortolani è stato catalogato con Easycat ed è online. Sicché, a eccezione del catalogo del fondo Ortolani, l’intero patrimonio librario non è ancora consultabile in rete e va catalogato online (circa 20.000 volumi). Per quanto concerne lo stato di conservazione dei libri, diverse migliaia di essi (l’intero fondo Ortolani e varie sezioni dei diversi fondi, per un totale di oltre 4.000 volumi) presentano danni alla legatura o sono mutili della copertina, più raramente mostrano danni alla carta. Si renderebbero dunque necessari interventi di rilegatura e in alcuni casi interventi conservativi più consistenti. La raccolta delle piccole stampe, gli opuscoli e parte delle riviste andrebbero sistemati in appositi contenitori e armadi per garantirne una migliore conservazione. Gli antichi armadi di legno in cui parte dei fondi sono conservati, richiedono

state of conservationThe catalogues of the monastic and Rocco Pagliara libraries are in the form of a computerised database (Access), prepared in accordance with the Italian Rules of Cataloging by author. The catalogue of the Princess of Strongoli Library was produced using Winsis, while the Ortolani collection was catalogued using EasyCat software and is available online. So, apart from the Ortolani catalogue, the book collection is not yet available on the Internet and needs to be catalogued online (about 20,000 volumes). Regarding the state of conservation of the books, several thousand of them (the entire Ortolani collection and various sections of the various funds, totalling over 4,000 volumes) have damaged binding or are missing their covers, but the paper is less frequently in poor condition. Some binding is called for, and in some cases more substantial conservation work would be required. The collection of small printed matter, brochures and some of the magazines need to be placed in appropriate containers and cabinets to ensure better conservation. The ancient wooden cabinets where part of the collections are kept

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

Page 64: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

126 127

Biblioteca monastica

È costituita dai libri superstiti delle librerie dell’antica Congre-

gazione e dell’Eremo dell’Immacolata Concezione (i due enti religiosi

che furono attivi nella Cittadella) e comprende testi liturgici, opere

teologiche, agiografie e testi di letteratura monastica. Consta di 893 vo-

lumi a stampa (edizioni dal XVI al XX secolo) di cui 11 cinquecentine,

216 edizioni del Seicento, 444 edizioni del Settecento; comprende inol-

tre circa 600 opuscoli, 40 quaderni manoscritti e una serie di manifesti

e stampati [ catalogo informatizzato offline ].

Biblioteca della Principessa di Strongoli

Comprende pubblicazioni dell’Ottocento e dei primi del No-

vecento e una raccolta di edizioni antiche. Di carattere prevalente-

mente umanistico, consta di opere di letteratura classica, letteratura

italiana, letterature straniere, storia, filosofia, archeologia, arte, teologia,

geografia e una sezione di testi di divulgazione scientifica. Il fondo

consiste di 2667 titoli di cui fanno parte: 88 cinquecentine (in parte

provenienti dalla biblioteca di Rocco Pagliara), 164 seicentine, 490

settecentine [ catalogo informatizzato offline ].

Biblioteca Rocco Pagliara

Nel 1922 la biblioteca privata di Rocco Pagliara venne donata

dalle sorelle Maria Antonietta e Adele Pagliara al nascente Istituto Na-

zionale di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma. Pervenuta a Palazzo

Venezia la collezione venne smembrata e fusa nelle varie sezioni in cui

si articolava la biblioteca. L’operazione fu condotta secondo un princi-

pio di specializzazione che suggerì al contempo la restituzione di quei

testi giudicati estranei al campo scientifico dell’Istituto. Il più consistente

episodio di restituzione, la cui vicenda ebbe termine nel 1937, riguarda

il fondo di Letteratura straniera che costituisce la parte rilevante della

raccolta libraria di Rocco Pagliara conservata in Istituto. Essa comprende

oltre 6000 titoli (in gran parte edizioni del XIX secolo), una raccolta di

libri di antiquariato tra i quali figurano 65 cinquecentine (conservate

nella Biblioteca della Principessa) e una serie di riviste dell’Ottocento

italiane e straniere [ catalogo informatizzato offline ].

Biblioteca Sergio Ortolani

È costituita dalla biblioteca privata dell’eminente storico dell’ar-

te che gli eredi, eseguendo le sue volontà, hanno donato all’Istituto nel

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

II. Fact-finding, study and research project

interventi di restauro e la sostituzione delle vecchie serrature mal funzionanti. Gli oltre 6.000 libri della biblioteca Santonastaso, conservati entro colli in un ambiente di deposito, necessitano di armadi dove essere adeguatamente ordinati.

of saints and monastic literature. It consists of 893 printed volumes

(published between the sixteenth and the twentieth centuries) of

which there are 11 sixteenth-century texts, 216 seventeenth-century

editions, and 444 from the eighteenth century. It also includes about

600 pamphlets, 40 hand-written notebooks and a series of posters and

reproductions [ offline digital catalogue ].

The Princess of Strongoli Library

The Princess of Strongoli Library includes publications from

the nineteenth and early twentieth centuries and a collection of ancient

editions. It is a mainly humanistic collection, consisting of Greek and

Latin classical literature, Italian and foreign literature, history, philosophy,

archaeology, art, theology, and geography. It also has a section for

scientific texts. The collection consists of 2,667 titles which include 88

sixteenth-century texts (partly from the Rocco Pagliara collection), 164

seventeenth-century texts, and 490 eighteenth-century texts [ offline

digital catalogue ].

The Rocco Pagliara Library

The private library belonging to Rocco Pagliara was donated

to the National Institute of Archaeology and History of Art in Rome

by his sisters Maria Antonietta and Adele in 1922. The collection

was housed at Palazzo Venezia, but was broken up and distributed

throughout the various sections of the library. This operation was

carried out according to a principle of specialisation which led to

the return of the texts judged of no interest to the scientific field of

the Institute. The most significant act of restitution, completed in

1937, concerned foreign literature, making up the bulk of the Rocco

Pagliara collection. It includes over 6,000 titles (mostly nineteenth-

century editions), a collection of antique volumes including 65

sixteenth-century texts (now housed in the Princess’s Library) and a

series of nineteenth-century Italian and foreign magazines [ offline

digital catalogue ].

The Sergio Ortolani Library

The Ortolani Library consists of the eminent art historian’s

private collection, and was donated in 1949 by Ortolani’s heirs in the

execution of his will. It includes over 2,000 volumes, mostly editions

dating back to the first half of the twentieth century. They comprise

require restoration and the old and damaged locks need to be replaced. The over 6,000 books from the Santonastaso library preserved in a deposit need cabinets where they can be arranged properly.

Page 65: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

128 129

1949. Comprende oltre 2000 volumi, in prevalenza edizioni della prima

metà del Novecento, opere di storia e di critica d’arte, cataloghi d’ar-

te, una preziosa raccolta di cataloghi di vendite all’asta ed esposizioni

temporanee d’arte in Italia e all’estero. Nel fondo sono presenti inoltre

testi di letteratura classica, storia, filosofia, storia e critica della filosofia

e della letteratura, letteratura straniera in lingua originale e una piccola

serie di libri d’antiquariato [ catalogo informatizzato offline ].

Periodici

Pubblicazioni italiane e straniere dell’Ottocento e dei primi

del Novecento tra cui figurano le seguenti testate: «Revue des deux

mondes», «Revue Britannique», «Nuova Antologia», «die Illustrir-

te Zeitung», «Journal pour tous», «L’illustration», «L’art de la mode»,

«The ladie’s field» [ da catalogare ].

Librerie verdi

Fondo di antiquariato costituito prevalentemente da libri prove-

nienti dalla biblioteca di Rocco Pagliara, accanto a volumi appartenuti

presumibilmente alle librerie della Principessa di Strongoli. La raccolta

comprende oltre 700 volumi in piccolo formato, edizioni rare e rarissime

di Sette e Ottocento, vestite con legature ornate e di pregio, ed ha un ca-

rattere prevalente di biblioteca di letterature straniere, in lingua originale

o tradotte in lingua francese [ da catalogare ].

Biblioteca Giuseppe Santonastaso

Oltre 6000 volumi editi nel XX secolo, di argomento prevalen-

temente storico e filosofico [ da catalogare ].

Biblioteca Cecilia Motzo Dentice d’Accadìa

Raccolta di opere di carattere pedagogico [ catalogo a schede ].

Gli opuscoli

In cartelle miscellanee e sciolti [ da catalogare ].

Rocco Pagliara

800 volumi della Biblioteca Rocco Pagliara non catalogati: dop-

pioni, esemplari incompleti, incerti o senza segnatura [ da catalogare ].

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

works of history and art criticism, art catalogues, and a precious

collection of art, auction and exhibition catalogues from Italy and

abroad. The collection also includes texts of classical literature, history,

philosophy, history and criticism of philosophy and literature, foreign

literature in the original language, and a small number of antiquarian

books [ offline digital catalogue ].

Periodicals

Nineteenth and early twentieth-century Italian and foreign

publications include the following publications: Revue Des Deux

Mondes, Revue Britannique, Nuova Antologia, Die Illustrierte Zeitung,

Journal Pour Tous, L'illustration, L’art De La Mode, The Ladies’ Field

[ to be catalogued ].

The “Green Libraries”

An antiques collection primarily consisting of books from

the library of Rocco Pagliara, alongside volumes presumed to have

belonged to the libraries of the Princess of Strongoli. The collection

includes over seven hundred volumes in small format, including rare

and extremely rare editions from the eighteenth and nineteenth

centuries, with ornate and valuable binding, made up mostly of foreign

literature in the original language or translated into French [ to be

catalogued ].

The Giuseppe Santonastaso Library

The library has over six thousand books on mainly historical and

philosophical themes published in the twentieth century [ to be catalogued ].

The Cecilia Motzo Dentice d’Accadia Library

Collection of pedagogical works [ card file ].

Opuscules

In miscellaneous folders and loose papers [ to be catalogued ].

Rocco Pagliara

Eight hundred uncatalogued volumes from the Rocco Pagliara

Library: duplication, incomplete specimens, uncertain or missing

signatures [ to be catalogued ].

Page 66: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

130 131

II. Fact-finding, study and research project

Magistero Antico

Fondo composito in cui sono presenti libri pedagogici del Ma-

gistero Antico e di Maria Antonietta Pagliara, volumi provenienti dalle

librerie private della Principessa, di Rocco Pagliara e di Gino Pierleoni.

Ne fanno parte una serie di opuscoli, una sezione geografica, fascicoli

e documenti [ da catalogare ].

Cataloghi d’arte

Fondo di cataloghi di gallerie e vendite all’asta [ inventariato, da

catalogare ].

La raccolta delle Piccole stampe

È formata da fotografie, autografi di artisti, una serie di imma-

ginette devozionali, collezioni di ex libris, biglietti da visita, ritagli da

libri e riviste, una raccolta di stampe (litografie) [ inventariata ].

Archivio fotografico

L’Istituto Suor Orsola Benincasa custodisce ancora oggi tutti i

manufatti storico-artistici e documentali che si sono sedimentati nella

cittadella monastica sin dalla sua fondazione. Tra questi si conservano

alcune raccolte fotografiche di diversa origine e tempi di composizio-

ne. Nel complesso si tratta di circa 10.500 immagini (fotografie, ritratti,

cartoline fotografiche, lastre negative su vetro, diapositive). Suddivise

in raccolte diverse, esse testimoniano le differenti attività svolte all’in-

terno dell’Istituto dalla seconda metà dell’Ottocento fino ai giorni

nostri, ma anche i molteplici interessi e i legami dei protagonisti della

sua storia con l’ambiente culturale napoletano, italiano ed europeo.

Tale corpus fotografico si pone nella sua complessità come un insieme

di grande valore storico-artistico e documentario che testimonia le

innovazioni in campo didattico e tecnologico, i cambiamenti del gusto

e del costume e la funzione innovativa svolta dall’Istituto durante i 150

anni della sua storia.

Fondo antico

Il fondo si compone di circa 4000 immagini e dispone di un

inventario cartaceo di consistenza risalente agli anni 2000. Si tratta di

fotografie, ritratti, cartoline fotografiche, lastre negative su vetro e dia-

positive che coprono un arco temporale che va dal 1850 al 1950 circa e

che sono suddivise in:

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

The old teaching college

This is a composite collection housing pedagogical books from

the old teaching college and the Maria Antonietta Pagliara library. The

volumes come from the private libraries of the Princess, Rocco Pagliara

and Gino Pierleoni. They include a series of opuscules and a geography

section, as well as various files and documents [ to be catalogued ].

Art catalogues

Collection of catalogues from galleries and auction sales

[ inventoried, to be catalogued ].

The smaller prints collection

This collection consists of photographs, autographs of artists, a

series of holy pictures, collections of bookplates, visiting cards, clippings

from books and magazines, and a collection of prints (lithographs)

[ inventoried ].

The Suor Orsola Benincasa Institute Photographic Archive

The Suor Orsola Benincasa Institute still houses all the

historical and artistic works and documents accumulated in the

monastic complex since its foundation. Among these are some

photographic collections of various provenances and periods. Overall,

these amount to approximately 10,500 images (photographs, portraits,

photo post-cards, glass negative plates slides). They are divided into

different collections, and testify to the different activities carried out

at the Institute from the second half of the nineteenth century to the

present day, as well as the various interests and relationships of the

protagonists in its history with the Neapolitan, Italian and European

cultural environments. This complex photographic collection

is of great historical, artistic and documentary value, illustrating

pedagogical and technological innovations, and changes in taste and

behaviour as well as the innovative role played by the Institute during

its 150-year history.

The old collection

The collection consists of around 4,000 images inventoried

in the early twenty-first century. It consists of photographs, portraits,

photographic post-cards and glasss negative plates covering a time span

ranging from 1850 to 1950 divided into:

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132 133

– Ritratti: si tratta per lo più di immagini che ritraggono per-

sonalità pubbliche o appartenenti agli ambienti culturali dei decenni

a cavallo tra XIX e XX secolo che furono in relazione con Adelai-

de del Balzo Pignatelli principessa di Strongoli e Maria Antonietta e

Rocco Pagliara, come testimoniano le dediche autografate a margine.

Numerosi sono i ritratti di musicisti, compositori, cantanti, attori che

documentano i rapporti del collezionista napoletano con l’ambiente

musicale e letterario italiano ed europeo e che offrono un interessante

spaccato della cultura musicale tra Otto e Novecento.

– Paesaggi: tra i numerosi panorami, molti dei quali tedeschi, si

conservano immagini di edifici monumentali e delle residenze reali di

Casa Savoia (Monza, Gressonay, Roma) oltre alle vedute dei possedi-

menti della famiglia Pignatelli in Calabria (Cetara).

– Oggetti d’arte: si tratta di immagini di manufatti artistici di

diversa natura, dagli arredi a quadri, stampe, porcellane, vetri, cerami-

che, strumenti musicali conservati nell’Istituto o che componevano le

collezioni di Rocco Pagliara. Vi sono poi riproduzioni di opere d’arte

e monumenti utilizzati a fini didattici durante le attività formative.

– Suor Orsola: molte sono le immagini della sede storica dell’I-

stituto relative ai diversi ambienti del complesso e che documentano le

attività didattiche svolte nelle scuole (lezioni, attività laboratoriali, eser-

citazioni ginniche, saggi, prime comunioni, ecc.) e attività istituzionali

(visite ufficiali, conferenze, mostre, ecc.).

Fondo archivio antico

Comprende 35 lastre in gelatina al bromuro d’argento e circa

200 ritratti di personalità italiane e straniere vissute tra fine ’800 e pri-

mo ventennio del ’900.

Fondo scuole

Circa 450 fotografie a colori che testimoniano l’attività scolastica

(foto di gruppo, saggi, recite e manifestazioni varie) negli anni ’70-’90.

Fondo archivio generale

I sezione: dispone di un inventario analitico e raccoglie circa

800 immagini, fotografie originali e riproduzioni, nonché diapositive.

Si tratta di materiale edito o inedito pervenuto in Archivio in tempi e

circostanze diversi a seguito della pubblicazione di volumi sulla storia

dell’Istituto o di cataloghi delle collezioni museali (Mostra di incisioni di

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

– Portraits: these are mostly images portraying public or

cultural figures from the decades spanning the nineteenth and

twentieth centuries, related to Adelaide del Balzo Pignatelli, Princess

of Strongoli and Maria Antonietta and Rocco Pagliara, as may be seen

from the autographed dedications in the margins. There are numerous

portraits of musicians, composers, singers, and actors documenting the

relationship of the Neapolitan collector with Italian and European

musical and literary environments, and they offer an interesting insight

into the musical culture of the nineteenth and twentieth centuries.

– Landscapes: among the various views, many of which are

German, are images of monumental buildings and the royal residences

of the House of Savoy (Monza, Gressonay, Rome) as well as views of

the property of the Pignatelli family in Calabria (Cetara).

– Objets d’art: these are images of artefacts of various kinds

housed at the Institute, from furniture to paintings, prints, porcelain,

glass, ceramics, musical instruments and those making up the Rocco

Pagliara collections. There are also reproductions of art works and

monuments, used for educational purposes during teaching.

– Suor Orsola’s: there are many images of the historical

site of the Institute showing the different areas within the complex,

documenting the educational activities carried out in the schools (classes,

laboratory activities, gymnastic exercises, plays, first communions, etc.)

and institutional activities (official visits, conferences, exhibitions, etc.).

The ancient archive collection

This includes 35 sheets of gelatin silver bromide and about 200

portraits of Italian and foreign figures who lived between the end of

the nineteenth century and the first two decades of the twentieth.

The schools collection

About 450 colour photographs capturing school activities

(groups, shows, plays and miscellaneous events) from the 70s to the 90s.

General archives collection

Section I: this contains an analytical inventory and includes

about 800 images, original photographs and reproductions, as well as

slides. It consists of published and unpublished material coming to the

Archive at different times and in different circumstances, following the

publication of books on the history of the Institute or catalogues of

Teodoro D'Errico (Dirck Hendricksz)Ritratto di Orsola Benincasaprimo quarto XVII sec.Olio su rame, cm 21,4 x 28,1Teodoro D'Errico (Dirck Hendricksz)Portrait of Orsola Benincasafirst quarter XVII sec.Oil on copper, 21.4 x 28.1 cm

Page 68: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

134 135

G.B. Piranesi della Raccolta d’arte della Fondazione Pagliara, catalogo della

mostra, Napoli, 1978; Mostra di vedute di Napoli nella collezione di stampe

della raccolta d’arte Pagliara, Catalogo della mostra a cura di Anna Capu-

ti, Napoli, F. Giannini & Figli, 1981; M. Iodice, Suor Orsola. Cittadella

monastica nella Napoli del Seicento, Napoli, Mazzotta, 1987; La provincia

di Napoli, un luogo, una storia. L’Istituto Suor Orsola Benincasa a Napoli,

Napoli, 1990; L’Istituto Suor Orsola un secolo di cultura a Napoli, Napo-

li, Fausto Fiorentino Editore, 1995). Le immagini ritraggono ambienti,

attività delle Scuole e del Magistero, beni artistici delle collezioni mu-

seali, attività culturali, cerimonie e visite ufficiali, nonché riproduzioni

fotografiche di libri e di documenti dell’Archivio Antico.

II sezione: denominata “Attività culturali”, è di recente acquisi-

zione (2013) e comprende le fotografie (circa 5000) relative alle attivi-

tà culturali (conferenze, incontri seminariali, corsi di perfezionamento,

mostre, concerti, conferimento lauree honoris causa, inaugurazione anni

accademici...) organizzate negli anni 1990-2011 presso la sede dell’Isti-

tuto, anche in convenzione con l’Università degli Studi Suor Orsola

Benincasa o in collaborazione con altre prestigiose istituzioni culturali

non solo napoletane. La raccolta dunque documenta l’impegno edu-

cativo, culturale, scientifico dell’Istituto che, fedele alla sua vocazione

originaria di promozione pedagogica e culturale, si è affermato negli

anni come un’autentica “officina del sapere” (secondo la definizione di

Eugenio Garin) in un continuo dibattito e confronto con l’ambiente

culturale nazionale e internazionale.

2.8.2 Musei

Museo del giocattolo

Il Museo del Giocattolo di Napoli è un Museo dedicato alla me-

moria del bambino zingaro Ernst Lossa, vittima della campagna di euge-

netica nazista. Costituito in gran parte dalla Collezione Capuano (che ha

di recente incorporato parte della Collezione Cattaneo della Volta di San

Nicandro), si compone di oltre 1350 pezzi, al momento non tutti esposti

al pubblico per motivi di spazio, ed è in fase di riallestimento.

A tale nucleo centrale andrà aggiunta, una volta completata la cata-

logazione, la Collezione Salvatore, di proprietà dell’Università, costituita da

giochi elettronici e da tavolo. Attualmente, i giocattoli sono sinteticamente

esposti seguendo una schematica prima ripartizione non omogenea:

1.Bambole

2. Pupazzi e personaggi

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

museum collections (Exhibition of engravings by G.B. Piranesi from the

Pagliara Foundation Art Collection, exhibition catalogue, Naples, 1978;

Exhibition of views of Naples in the Prints Collection of the Pagliara Art

Collection, catalogue by Anna Caputi, Naples, F. Giannini & Sons, 1981;

M. Iodice, Suor Orsola. Cittadella monastica nella Napoli del Seicento, Napoli,

Mazzotta, 1987; La provincia di Napoli, Un luogo, una storia. L’Istituto

Suor Orsola Benincasa a Napoli, Napoli, 1990; L’Istituto Suor Orsola un

secolo di cultura a Napoli, Naples, Fausto Fiorentino Editore, 1995). The

photographs show the places, the activities in the schools and the

teaching college, the artistic heritage of museum collections, cultural

activities, ceremonies and official visits, in addition to photographic

reproductions of the books and documents in the Old Archive.

Section II: This section, “Cultural activities” is a recent

acquisition (2013) and includes around 5,000 photographs relating to

cultural activities (conferences, seminars, courses, exhibitions, concerts,

the conferral of honorary degrees, the opening of academic years...)

organised between 1990-2011 at the Institute, also in agreement with

Suor Orsola Benincasa University, or in collaboration with other

prestigious cultural institutions also outside Naples. The collection thus

documents the educational, cultural and scientific commitment of the

Institute which, in compliance with its original vocation of promoting

educational and cultural activities has established itself over the years

as a true “factory of knowledge” (in the words of Eugenio Garin) in

continuous exchange with the national cultural and international context.

2.8.2 Museums

The Toy Museum

The Naples Toy Museum is a museum dedicated to the

memory of the gipsy child Ernst Lossa, victim of the Nazi eugenics

campaign. Constituted largely by the Capuano Collection (which

has recently incorporated part of the Cattaneo della Volta di San

Nicandro Collection), it consists of more than 1,350 pieces, not all of

which are on show due to lack of space.

This core will be supplemented by the Salvatore Collection

consisting of board and electronic games belonging to Unisob once

it has been catalogued. Currently, the toys are exhibited following a

preliminary heterogeneous distribution:

1. Dolls

2. Puppets and figures

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136 137

3. Giochi di legno e teatrini

4. Giochi da tavolo

5.Giocattoli militari e soldatini

6.Giocattoli di latta

Ai giocattoli dovrà aggiungersi un piccolo fondo di libri dedi-

cati alla Storia del Giocattolo, al collezionismo dei giocattoli, alle teorie

del gioco e del giocattolo: circa 100 volumi.

Il pubblico del museo Il nuovo Museo del giocattolo dovrà con-

ciliare diverse esigenze collegate ai differenti target di utenza, divisi in

tre grandi categorie:

1. Studiosi, collezionisti, insegnanti di scuole superiori: si tratta

di una utenza esperta, attenta ai dettagli e vicina alla materia per sen-

sibilità e formazione, rispetto alla quale diventa importante il rigore

scientifico dell’informazione e l’accessibilità ai dati di studio.

2. Turisti, studenti universitari, genitori, accompagnatori adulti,

insegnanti di scuole elementari: si tratta di un’utenza coinvolta più emo-

tivamente che culturalmente, sebbene vadano fatte le debite distinzioni (è

immediatamente evidente, ad esempio, che i turisti provenienti dal centro

Europa rappresentino una fascia mediamente più colta e interessata, con

una buona cultura del gioco): questo pubblico pone attenzione al medium,

in quanto, essendo alla ricerca di emozioni, sarà maggiormente colpito

dalla musealizzazione che dall’oggetto stesso.

3. Bambini: tra i principali destinatari del Museo, rappresentano

l’utenza forse più esigente e problematica per le diverse modalità di frui-

zione: orizzontale, incentrata sulle attività (visita guidata, visita interattiva,

laboratori creativi, attività ludica, ecc.), oppure verticale, differenziata per

fasce d’età, livelli culturali e ed eventuali problematiche personali, legate

alla salute o a qualunque tipo di disagio o motivazione. Trasversalmente a

tali categorie si vanno ad aggiungere le varie disabilità, rispetto alle qua-

li diventa fondamentale la rimozione delle barriere architettoniche e la

costruzione di visite dedicate, anche in collaborazione con il Servizio di

Ateneo per le Attività di studenti con Disabilità.

Le attività Sulla base dei modelli proposti nei maggiori mu-

sei europei di questo tipo, il Museo del giocattolo dovrebbe proporsi

come uno spazio fruibile a vari livelli.

1. Arte: il Museo del giocattolo è prima di tutto un luogo di

interpretazione e fruizione di prodotti artigianali e artistici di qualità, di

grande valore sotto il profilo storico-artistico, capaci di suscitare profon-

de emozioni. La dimensione dell’infanzia, sebbene talora idealizzata, fa

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

3. Wooden toys and theatres

4. Board games

5. Military toys and soldiers

6.Tin toys

To the toys will be added a small collection of books dedicated

to the history of toys, toy collecting, and the theory of play and toys:

there are about 100 volumes.

Museum visitors The new Toy Museum will reconcile various

requirements related to different targets, divided into three broad

categories:

1. Scholars, collectors, high school teachers: these are expert

users, attentive to detail having a close relationship with this subject

matter in terms of sensitivity and training. They expect scientific rigour

and access to study data.

2. Tourists, college students, parents, adult guides, elementary

school teachers: these are more superficial and distracted, involved more

emotionally than culturally, although distinctions need to be made (for

example, tourists from central Europe are on average a more educated and

interested target, with a high level of play culture): this audience, in search of

emotional stimulation, requires attention to the medium, and will be more

impressed by the way the museum is set up than by the items themselves.

3. Children: these are among the main targets of the Museum,

but represent perhaps the most demanding and problematic group in

terms of the different modalities of use: horizontal, focused on activities

(guided tours, interactive visits, creative workshops, recreational

activities, etc.), or vertical, differentiated by age, cultural level and

possible personal problems perhaps health-related or connected with

well-being or motivation. To all these categories various disabilities

must be added, so it is essential to remove architectural barriers and to

organise dedicated visits, collaborating with the university’s Students

with Disabilities Office.

The activities In line with the models offered by the major

European museums of this kind, the Toy Museum aims to be a

polyfunctional space.

1. Art: before all else, the Toy Museum is a place where one

can interpret and use items of great historical and artistic value

and thus focus on the outstanding artistry and craftsmanship of the

products and appreciate their strong emotional impact. The dimension

of childhood, although sometimes idealised, finds its reference point

Page 70: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

138 139

capo ad un’esperienza che accomuna tutti e alla quale è difficile sottrarsi

sul piano emotivo. Sarà necessario assecondare questo aspetto fondante

nel ripensarne l’allestimento e nel dotarlo degli strumenti di fruizione.

In particolare poi, uno dei motivi ispiratori e denominatore comune

del giocattolo, della storia e dell’infanzia, è la Memoria. A partire dalla

dedica ad Ernest Lossa, infatti, il tema della memoria, non intesa solo

come semplice celebrazione, colloca il Museo del giocattolo di Napoli

tra i luoghi di narrazione di storie collettive e individuali a sostegno di

diritti storicamente negati. Lossa, Croce, Handler, Scavini, Collodi, Mar-

tin, Luisa Spagnoli, Callois, Cardini, solo per citare alcuni nomi: la Storia

del Giocattolo è – anche al di là dell’aneddotica – storia di storie, di idee,

di passioni, di umanità. Al fine di divulgare questo patrimonio morale, è

auspicabile la stampa, in tempi rapidi, di una nuova edizione del catalogo

da distribuire, unitamente a gadgets di ogni genere (pins, borse, magneti,

matite, ecc.), presso un bookshop e nei principali circuiti di vendita di libri

d’arte (Gestione e Marketing saranno sviluppati nel contesto del Piano

di Gestione Integrata del Museo Universitario Unisob).

2. Didattica: i modelli presenti all’interno del Museo rappre-

sentano uno spaccato completo dei più significativi giocattoli antichi e

vintage (dall’epoca romana ai primi anni ’70) sotto i seguenti profili:

a. tipologie

b. materiali

c. marche

d. meccanismi

L’esposizione rappresenta uno strumento didattico unico e sto-

ricamente, logicamente e funzionalmente connesso all’insegnamento di

Storia del Giocattolo. L’allestimento dovrà quindi tenere conto di questa

vocazione didattica di livello universitario, anche attraverso la realizzazione

di una vera e propria aula, attrezzata per l’insegnamento e le conferenze.

3. Ricerca: parimenti connessa all’area sub. 2 è l’area della ri-

cerca. La dimensione ludica, vista sotto il profilo storico, sociologico,

economico, antropologico è un’area ancora poco battuta dalla ricerca

scientifica, soprattutto in Italia. In particolare, per gli aspetti che riguar-

dano il giocattolo, la sua storia, il significato, la funzione, le fabbriche;

ancora di più se si considera la produzione italiana. Sarà utile mettere

a disposizione di studenti e ricercatori la piccola biblioteca di testi sul

tema del gioco e del giocattolo, allestendo un’area di lettura e consul-

tazione, attrezzata anche per l’accesso via internet al sito del Museo e

ad eventuali supporti informatici.

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

in a common and emotionally lasting experience, so any rethinking

of the exhibition will need to respond to this fundamental aspect,

implementing appropriate tools to enhance its enjoyment. Mostly, the

major link between toys, history and childhood is memory. In fact, the

theme of memory, starting from the museum’s dedication to Ernest

Lossa, is conceived not only as a mere celebration, but places the Toy

Museum of Naples among those places that tell a story able to draw

attention to historically denied human rights: Lossa, Croce, Handler,

Scavini, Collodi, Martin, Luisa Spagnoli, Callois, Cardini, just to name

a few. The History of the Toy is – going beyond the anecdotal level – a

history of stories, ideas, passions and humanity. To give substance to

this moral heritage, and display it to its best advantage, a new edition of

the Museum catalogue will be produced along with a range of gadgets

(badges, bags, magnets, pencils, etc.), which will go on sale at the

Museum Bookshop (the management and marketing will be organised

in the context of the Integrated Management Plan of the Unisob

University Museum).

2. Education: the items on display in the museum present a

complete cross-section of the most significant historical and vintage

toys (from Roman times to the early ’70s) grouped as follows:

a. types

b. materials

c. brands

d. mechanisms

The exhibition is thus a unique educational tool, associated

historically, logically and functionally with the university ‘History of

Toys’ course. The organisation of the new Toy Museum must therefore

take into account this university role, with a fully equipped classroom,

suitable for teaching and conferences.

3. Research: The dimension of ludic activities, seen from a

historical, sociological, economic, and anthropological prospective,

has barely been addressed by scientific research, especially in Italy,

and in particular, there is a lack of interest in matters relating to toys,

their history and significance or their role and production; even

more so in terms of Italian manufacture. It will be useful to make

the small library of books on the theme of play and toys available

to students and researchers, setting up an area for reading and

consultation, with Internet access to the museum website and any

other techonological support.

Page 71: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

140 141

4. Ludoteca: specie per i più piccoli il Museo del giocattolo è

per definizione il luogo del gioco. L’efficacia della visita guidata è forte-

mente collegata alla possibilità di esprimersi giocando, in modo creativo,

formativo, ma anche attraverso il gioco libero. Si dovrà andare incontro

pertanto all’esigenza dei più piccoli di imparare manipolando oggetti e

materiali, per cui sarà necessario disporre di forme di interazione ludica

alla portata sia fisica che psicologica dei più piccoli. Sarà da incrementare

la produzione di App dedicate, da realizzare con il Centro di Ricerca

Scienza Nuova. L’attività ricreativa e ludica potrà col tempo andare oltre

la visita del Museo, con la realizzazione di uno spazio attrezzato per i

giochi nell’adiacente giardino, che potrà offrire momenti di relax e gioco

ai bambini e alle loro famiglie.

5. Mostre: in linea con una idea avanzata di museo, accanto alla

valorizzazione della collezione il Museo dovrà proporsi come spazio a

disposizione di mostre provenienti dall’esterno. Sarà necessario dotarsi,

presumibilmente nel lungo corridoio, di una struttura espositiva che

permetta di accogliere alcune mostre temporanee (altre importanti col-

lezioni di giocattoli, mostre su temi affini. Es: l’editoria per l’infanzia).

6. Eventi: dibattiti, presentazioni di libri e cataloghi, convegni,

eventi commemorativi (la giornata del Bambino, la giornata della Me-

moria, la giornata dei Nonni, le feste Natalizie). Il Museo del giocat-

tolo potrà offrire infiniti spunti per la realizzazione di eventi, collegati

a molte tematiche direttamente o indirettamente connesse al gioco,

al giocattolo, all’infanzia. In particolare, sarebbe interessante offrire al

Museo del giocattolo occasioni di presentazione e utilizzo di nuovi

giochi e giocattoli in collaborazione con le grandi case di produzione

e distribuzione, creando eventualmente appuntamenti fissi di gioco da

tavola, elettronico o di collaudo (sul modello di quanto già sperimen-

tato con successo in Ludicampania). Importantissimo sarebbe promuo-

vere all’interno del Museo una mostra scambio di giocattoli antichi

sul modello di quanto già in essere da tempo nelle grandi città italiane

(Novegro a Milano, Bambole a Cremona, Barbie a Calenzano, ecc.).

7. Turismo: in un’ottica di riqualificazione di tutto il territorio e in

vista del riconoscimento dell’Unesco, diventa imprescindibile valorizzare

l’intera area museale al fine di renderla un polo di attrazione turistica. Il

Museo del Giocattolo potrà essere volano di interesse ed elemento trainan-

te di grande forza, a patto di renderlo effettivamente disponibile e fruibile:

la riorganizzazione degli spazi non potrà ottenere da sola questo effetto.

Sarà necessario perciò il prolungamento degli orari di apertura attuali sia

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

4. Games room: the Toy Museum is a playground by definition,

especially for the very young. We have often had occasion to note that

the effectiveness of the visit is closely linked to the chance the children

have to express themselves by playing in a creative, educational, but also

free way. It is therefore very important for the Museum to meet the

needs of children by allowing them to learn by handling objects and

materials, so games that come within the physical and psychological

capabilities of even the youngest children will have to be provided. It

will naturally be important to increase the whole range of dedicated

Apps available.

The recreational and play activities may eventually go beyond a

visit to the Museum, with the creation of a playground in the museum

garden, which will provide a relaxation and play area for children and

their families.

5. Exhibitions: in line with our advanced idea of what a

museum should be, as well as using the collection to its best advantage,

the museum should also act as a space available for temporary

exhibitions. An exhibition facility will be needed to host some

temporary exhibitions (and other important collections of toys or

exhibitions on related topics, such as publishing for children).

6. Events: debates, book presentations, conferences,

commemorative events (the day of the Child, Memorial Day,

Grandparents’ Day, the Christmas holidays). The Toy Museum will

offer endless ideas for putting on events linked to any number of

themes directly or indirectly related to play, toys or childhood. In

particular, it might be interesting to hold presentations of new games

or toys at the museum, in close contact with large toy companies

and distributors, setting up regular meetings for board and electronic

games or for testing them out (along similar lines as the successful

Ludicampania experience). It would be very important to promote

here at the Museum an exhibition/exchange of antique toys like the

ones that have already been taking place for some time in many large

Italian cities (Novegro in Milan, Cremona Dolls, Barbie Calenzano

(Florence), etc.).

7. Tourism: in order to redevelop the whole territory and

with a view to Unesco recognition, it is essential to make the best

possible use of the entire museum area in order for it to become a

tourist attraction. We have often seen how the Toy Museum can be

a big attractor and a powerful spearhead if it is made available and

Page 72: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

142 143

giornalieri che fine settimanali con inclusione (almeno) del sabato e una

gestione decisamente più professionale delle visite organizzate e non. Sarà

indispensabile, tra l’altro, incrementare tutti gli strumenti elettronici e car-

tacei necessari alla guida delle visite, nonché garantire una comoda gestio-

ne degli aspetti logistici per il raggiungimento del sito (attraverso eventuale

navetta dalla stazione e/o dal porto, aree di parcheggio, segnaletica esterna

ed interna) e di promozione attraverso una strutturata campagna pubbli-

citaria, convenzioni con compagnie di trasporti navali e ferroviari, agenzie

turistiche, siti web dedicati.

Antico Laboratorio storico-scientifico Adelaide Del Balzo Pignatelli

L’antico laboratorio storico scientifico ‘Adelaide Del Balzo Pigna-

telli Principessa di Strongoli’, collocato al piano delle scienze dell’Istituto

Suor Orsola Benincasa, è nato alla fine del 1800 per istruire le allieve dei

Corsi Magistrali, Professionali e Tecnici delle Scuole, del Magistero Su-

periore e del Magistero Industriale. Esso contiene una ricca collezione

di reperti zoologici, anatomici, malacologici, modelli di botanica, biologia,

anatomia, quadri didattici, foto per stereoscopi, un’ampia raccolta di roc-

ce e di minerali, nonché un centinaio di fossili e vetreria scientifica con

cui poter ricomporre apparecchi antichi, utili per esperimenti di chimica.

La collezione di apparecchi di fisica, in massima parte funzionanti perché

recentemente restaurati, è perfettamente fruibile. Conservata nei vecchi

armadi ottocenteschi, è collocata negli affascinanti locali originari con l’al-

lestimento tipico dei grandi laboratori ottocenteschi. Il primo apparecchio

introdotto, un tellurio, risale al 1860 circa.

Alcuni reperti zoologici, paleontologici, apparecchi di fisica (so-

prattutto apparecchi di misura e di acustica), la vetreria e qualche mobile

contenitore necessitano di restauro, così come occorre una ricataloga-

zione dei campioni paleontologici e malacologici anche alla luce della

moderna sistematica. Sono indispensabili, inoltre, lavori manutentivi di

routine ed alcuni contenitori nuovi per i reperti geomineralogici, onde

migliorarne lo stato espositivo. Complessivamente il laboratorio com-

prende circa 3800 reperti, la maggior parte dei quali è in discreto stato di

conservazione.

Fondazione Pagliara

Le collezioni d’arte della Fondazione Pagliara costituiscono oggi

il nucleo più importante e rappresentativo del patrimonio storico-artisti-

co, culturale e istituzionale, dell’Università Suor Orsola Benincasa.

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

accessible, but it is not enough just to reorganise the exhibition space.

It will therefore be necessary to extend opening hours to include (at

least) Saturdays, and to have a much more professional management

of guided visits and visiting in general. It will also be necessary to

produce and increase all the hard and digital facilities visitors may

need, and to ensure transport to and from the museum (possible

shuttle to/from the station and/or the port, parking areas, road

signs) and to set up forms of promotion by means of an organised

advertising campaign, agreements with ship and rail companies, travel/

tourism agencies, and dedicated websites.

The Old Adelaide Del Balzo Pignatelli History and Science Room

The old “Adelaide Del Balzo Princess Pignatelli Strongoli”

history and science room, situated on the Sciences floor of the Suor

Orsola Benincasa Institute, was founded in 1800 for the students of

the Education, Professional, and Technical Courses and the Higher

level and Industrial Education courses. It contains a rich collection of

zoological, anatomical, and malacological exhibits, as well as models

used in botany, biology, and anatomy. There are also educational

panels and stereoscope photographs, plus a large collection of rocks

and minerals, as well as hundreds of fossils and scientific glassware

which can be used to reconstruct ancient equipment for chemistry

experiments. The collection of physics devices – almost all of which

are functioning, following recent restoration, is extremely interesting

and perfectly usable. It is kept in nineteenth-century cabinets in

the original location, preserving the typical layout of the great

nineteenth-century laboratories. The oldest device, a tellurium, dates

back to about 1860.

Some zoological, paleontological, and physics devices (especially

for measuring and acoustic tests), glassware and some cabinets are in

need of restoration, and the paleontological and malacological collection

require recataloguing. In addition, routine maintenance works and some

new containers (boxes) are needed for the geomineralogical items, in

order to display them better. Overall, the workshop includes about 3,800

artefacts, most of which are in fairly good condition.

The Pagliara Foundation

The art collections of the Pagliara Foundation now form the

most important and representative core of the historical, artistic, cultural

Page 73: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

144 145

Donate nel 1947 dalla pedagogista e direttrice dell’allora Istituto

Universitario di Magistero, Maria Antonietta Pagliara, le collezioni fanno

corpo con la Fondazione istituita in quell’anno, che porta il nome della

stessa Pagliara e della sorella Adelaide, le quali vollero legare al Suor Or-

sola parte del fondo ereditato dal fratello Rocco ai principi del secolo.

Scopo della donazione fu inizialmente la volontà di integrare l’opera cul-

turale ed educativa dell’Istituto, fornendo agli allievi la possibilità di per-

fezionare gli studi storico-artistici a contatto diretto con le opere d’arte.

Nel tempo, tuttavia, la valorizzazione, la catalogazione e la conoscenza più

approfondita delle collezioni, hanno enormemente allargato le possibilità

di fruizione di questo prezioso materiale, in una dinamica sia interna alle

esigenze dei corsi universitari – dunque di conservazione, tutela, restauro

– sia rivolta all’esterno, mediante la realizzazione di mostre, convegni, pub-

blicazioni, concerti. Al compimento di tale svolta, tuttora in atto, hanno

certo contribuito il Corso di Laurea, istituito nel 1991 dall’ Istituto uni-

versitario, di Storia e Conservazione dei Beni Culturali (uno dei primi in

Italia) e quelli, più recenti, di Restauro, di Turismo per i Beni Culturali,

di Scienze della comunicazione. Sicché si può affermare che dall’ottica

bifronte del «conservare per conoscere» e del «conoscere per conservare»,

richiamata giustamente, nel 1994, da Ferdinando Bologna ricordando il

favorevole contesto nel quale presero avvio sia l’insegnamento delle di-

scipline storico artistiche nel Magistero, sia la prima sistemazione museale

delle raccolte d’arte, si è passati ad una prospettiva policentrica, scaturi-

ta dalla disponibilità di opere finalmente restaurate e catalogate, come

dall’ampliarsi delle conoscenze su un terreno sempre più interdisciplinare.

L’origine delle collezioni è nella multiforme personalità di

Rocco Pagliara (nato a Baronissi nel 1855, morto a Napoli nel 1914),

musicologo e bibliofilo, poeta, critico d’arte, giornalista, che dal 1889 fu

bibliotecario e poi anche direttore amministrativo del Conservatorio

di San Pietro a Maiella. Solo di recente gli studi hanno messo in luce

la dimensione europea degli interessi culturali del Pagliara, che fu in

contatto con eminenti intellettuali a Napoli e all’estero, contribuendo,

fra l’altro, a far conoscere in Italia la produzione musicale contempora-

nea tedesca e francese. Per tali aspetti, si rinvia agli studi di Maria Teresa

Penta, Rocco Pagliara e la cultura a Napoli fra Ottocento e Novecento, in

L’Europa a Napoli. Rocco Pagliara 1856-1914, mostra e catalogo a cura di

Maria Teresa Penta, Napoli 2003, Francesco Bissoli, La biblioteca musicale

della Fondazione Pagliara, Lucca 2007, Paola Villani, La seduzione dell’arte.

Pagliara, Di Giacomo, Pica: i carteggi, Napoli 2010. Nell’espletamento del-

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

and institutional heritage of Suor Orsola Benincasa University.

Donated in 1947 by Maria Antonietta Pagliara, educationalist

and director of the former University Institute of Education, the

collections come from the Foundation established in that year, named

after Maria Antonietta Pagliara herself and her sister Adelaide, who

wanted to bind to Suor Orsola’s a part of the collection inherited

from their brother Rocco in the early twentieth century. The purpose

of the donation was initially the desire to bring together the cultural

and educational work of the institute, giving students the opportunity

to further their studies of art and history by coming directly into

contact with artistic masterpieces. With time, however, use, cataloging

and greater knowledge of the collections have greatly increased the

possibility of exploiting them for university lectures, and thus for

conservation, protection, and restoration – and outside the university,

there have been exhibitions, conferences, concerts and publications.

A contribution to this ongoing outreach has most definitely come

from the History and Cultural Heritage Degree established in 1991

(one of the first in Italy) at the University, and the more recent

ones in Restoration and Tourism for Cultural Heritage, Media and

Communication. Thus, it may be said that from the dual perspective of

“preserving to understand” and “understanding to preserve” rightly set

out in 1994 by Ferdinando Bologna, recalling the favourable context

in which both historical and artistic subjects began to be taught at

the Teaching College, and the earliest exhibitions of the museum’s art

collections, we have moved towards a polycentric perspective, triggered

by the availability of works that had finally been restored and catalogued,

and the implementation of a broader, interdisciplinary approach.

The collections began with that of the musicologist and

eclectic bibliophile, poet, art critic and journalist Rocco Pagliara

(Baronissi, Salerno 1855 – Naples 1914). He was librarian and later

managing director of the San Pietro a Maiella Conservatoire from

1889. Only recently have studies highlighted the European dimension

of Pagliara’s cultural interests which brought him into contact with

eminent intellectuals in Naples and abroad, also contributing to the

dissemination and teaching of contemporary French and German

music in Italy. In carrying out his various activities, Pagliara showed

a keen and voracious interest in all forms of art, bringing together

paintings, sculptures, drawings, miniatures, prints, books, texts and music

manuscripts, ceramics, porcelain, stained glass, clocks and collectibles,

Page 74: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

146 147

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

le sue diverse attività, il Pagliara manifestò un interesse appassionato e

onnivoro per ogni forma di arte, radunando dipinti, sculture, disegni,

miniature, stampe, libri, testi e manoscritti musicali, ceramiche, porcel-

lane, vetrate, orologi e oggetti rari, arredi lignei, tessuti, paramenti sacri,

argenti, strumenti musicali, costumi teatrali. Quasi inseguendo un ide-

ale di Gesamtkunstwerk, in una pluralità di linguaggi e di accrescimenti

continui della raccolta, destinata a coincidere con la vita stessa del col-

lezionista. Il tutto andò accumulandosi, tra gli ultimi decenni del XIX

secolo e gli inizi del successsivo, nella Villa Belvedere al Vomero, già di

proprietà dei marchesi Acquaviva Medici.

Alla morte del Pagliara, le sorelle Adelaide e Maria Antonietta

fecero trasferire una parte cospicua delle collezioni presso l’Istituto

Universitario Suor Orsola Benincasa. Risale al 18 luglio 1920 il più

antico inventario degli oggetti depositati; esso comprendeva 229 quadri,

185 mobili, 133 cristalli, 206 porcellane, 177 argenti, 171 oggetti diversi;

pervennero inoltre, per intero, al Suor Orsola, la raccolta di stampe, am-

montante a 15.000 pezzi, quella dei bozzetti teatrali, la biblioteca musi-

cale, gli strumenti musicali; i libri furono donati nel 1922 alla biblioteca

dell’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma (cfr. Biblioteca

Rocco Pagliara. Un caleidoscopio napoletano di fine Ottocento, Roma 2002).

Il Museo, inaugurato nel 1952, è attualmente ubicato nella sede

storica dell’Università Suor Orsola Benincasa, in una serie di celle

dell’antico convento di monache prospicienti il chiostro grande dell’e-

dificio seicentesco. La sistemazione e la valorizzazione della raccolta

museale hanno avuto, sin dalle origini, un percorso parallelo a quello

dell’insegnamento delle discipline storico-artistiche nell’Istituto uni-

versitario. A Sergio Ortolani, che tenne la cattedra di storia medievale

e moderna dal 1939 al 1949, si devono l’ideazione, l’allestimento e gran

parte dei criteri attributivi con i quali le opere sono, a tutt’oggi, esposte.

Valerio Mariani, che ebbe l’incarico di insegnamento dal 1949 al 1969,

proseguì la sistemazione dei dipinti e di una parte scelta dei mobili e

degli oggetti della raccolta, che venne aperta nel marzo 1952. Mario

Rotili, che subentrò a Mariani nel 1969, proseguendo l’attività di revi-

sione e riorganizzazione museale intrapresa dal suo maestro, completò

la schedatura e l’apprezzamento economico degli oggetti esposti nel

Museo Pagliara. L’inventario redatto dal Rotili nel 1972, conservato

fra le carte dell’archivio Pagliara, fu pubblicato quasi integralmente nel

1985, nel volume sulla raccolta d’arte a cura di Anna Caputi e Maria

Teresa Penta.

wooden furniture, fabrics, tapestries, silver, musical instruments, and

theatrical costumes. He almost seemed to be chasing an ideal of

Gesamtkunstwerk, in a plurality of languages, continuously enlarging his

life-long collection. It was all accumulated, from the last decades of the

19th century to the early 20th, at Villa Belvedere in Posillipo, formerly the

property of the Marquis Acquaviva Medici.

Upon Pagliara’s death, his sisters Adelaide and Maria Antoinetta

had much of the collections transferred to Suor Orsola Benincasa

University. The oldest inventory dates back to July 18, 1920; it included

229 paintings, 185 pieces of furniture, 133 items of crystal, 206 of

porcelain, 177 of silver, and 171 miscellaneous objects. Suor Orsola’s

also received the entire print collection, amounting to around 15,000

pieces, plus theatre sketches, the music library, and a number of musical

instruments. The books were donated to the library of the Rome

Institute of Archaeology and History in 1922.

The museum, which opened in 1952, is currently located in

the historical site of Suor Orsola Benincasa University, in a series of

cells belonging to the old convent overlooking the large seventeenth-

century cloister. The organisation and use of the museum collection

have always run parallel to history of art teaching at the university.

Sergio Ortolani, who held the chair of Mediaeval and Modern history

from 1939 to 1949, was responsible for the idea, the construction, and

much of the information accompanying the exhibits on show today.

Valerio Mariani, who taught from 1949 to 1969, continued the work

of sorting the paintings and a selected part of the furniture and objects

of the collection, which opened to the public in March 1952. Mario

Rotili, who took over from Mariani in 1969, continued the review and

reorganisation of the museum undertaken by his mentor, completing

the filing and economic evaluation of the items. The inventory drawn

up by Rotili in 1972, preserved among the papers of the Pagliara

archive, was published almost without change in 1985, in a volume on

the art collection by Anna Caputi and Maria Teresa Penta.

The original exhibition, unchanged from 1952 to 1992,

included 155 paintings, furniture, ceramics, porcelain and decorative

items, divided over sixteen rooms, organised in such a way that it

stood, so to speak, midway between the history of art and social

history, leading visitors along a path that not only examined the

knowledge of artistic production from the sixteenth to the nineteenth

century, but also changing tastes over that period. Starting from the

Domenico Theotocopuli‘Il Greco’ (Candia 1541 – Toledo 1614)Stimmate di San Francesco c. 1570Olio su tavola, cm 28,5 x 20Doménikos Theotokópoulos

‘El Greco’(Candia 1541 – Toledo 1614)Stigmata of St. Francisc. 1570Oil on panel, 28.5 x 20 cm

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first two rooms, dedicated to the sixteenth century, visitors could

follow a historical route leading up to the close of the nineteenth

century. The last three rooms housed the Cabinet of Drawings and

Prints and a room dedicated to music, with sheet music and musical

instruments. After the restoration of the Institute buildings in the

early nineties, the museum was reduced to eleven rooms, and sixty

paintings were put into storage, where they are still located, together

with other works from the collection. This rearrangement meant

that several pieces of fine furniture, lamps, textiles, and miscellaneous

items were also excluded.

The interest of the part of the collection currently displayed

lies mainly in its variety, reflecting a decadent taste which found

its fullest expression in Rocco Pagliara’s Villa Belvedere. Despite

the early removal of bulky furniture and works of art, the gallery

still retains some true gems; among these are certainly worthy of

mention the sixteenth-century Stigmata of St. Francis by Dominikos

Theotokopoulos (“El Greco”), signed and dated around 1570, and

a Madonna and Child by Scipione Pulzone, as well as a fragment

of an altarpiece with Paul III, Charles V and dignitaries, and several

northern paintings on wood. Representing the seventeenth century

are ‘Esther and Ahasuerus’ by Bernardo Cavallino, and ‘Vanity

and Wisdom’ formerly attributed to Angelo Caroselli and then

reattributed by Ferdinando Bologna to Antiveduto Grammatica,

‘David Victorious’ by the author of the ‘Annunciation to the

Shepherds’, a ‘Battle’ by Aniello Falcone, a ‘Resting Farmer’ of the

‘bambocciante’ Michiel Sweerts, a ‘Virgin, Holy Child and Dominican

Saints by Luca Giordano, a preparatory sketch for the altarpiece in

the church of the Rosariello alle Pigne, and a ‘Bacchanal’ by Giacomo

del Po. Of particularly high quality are the paintings on display in

the room devoted to Still Life, a genre little studied in Southern art

historiography, but greatly appreciated by collectors; among them

stands out an unusual ‘Still Life with Music and Musical instruments’

attributed to the circle of Evaristo Baschenis, two paintings by

Francesco Fieravino (“Il Maltese”), a ‘Still life with Carpets and

Navigational Instruments’ and a ‘Still Life with Carpets and Musical

Instruments’; two paintings of Roses by Mario Nuzzi (Mario de’

Fiori), ‘Carnations’, attributed to Giovan Battista Ruoppolo, and

two paintings of flowers and fruit by Gaspare Lopez. The collection

includes two important paintings from the eighteenth century, a

148 149

Nell’allestimento originario, rimasto invariato dal 1952 al 1992,

figuravano 155 dipinti, mobili, ceramiche, porcellane e oggetti d’arredo,

divisi in sedici sale, secondo un criterio che intendeva porsi a metà stra-

da fra la storia dell’arte e la storia del costume, proponendo al visitatore

un percorso che guardasse non solo alla conoscenza della produzione

artistica dal XVI al XIX secolo, ma evidenziasse le modificazioni del

gusto. Dalle prime due sale, dedicate al Cinquecento, si delineava un

itinerario storico che giungeva fino alla fine dell’Ottocento; negli ulti-

mi tre ambienti erano ubicati il Gabinetto dei disegni e delle stampe e

una sala dedicata alla musica, con spartiti e strumenti musicali. Dopo il

restauro, nei primi anni Novanta, delle strutture dell’Istituto, il percor-

so museale fu ridotto a 11 sale, 60 dipinti furono spostati nei depositi,

dove si trovano tuttora insieme ad altre opere della collezione. Nel ri-

allestimento rimasero esclusi anche diversi mobili di pregio, lampadari,

tessuti, oggetti vari.

L’interesse della collezione, nella parte già musealizzata, risiede

soprattutto nella sua varietà, specchio di un gusto decadente, che aveva

trovato la sua espressione più compiuta nella Villa Belvedere di Rocco

Pagliara. Nonostante le precoci alienazioni di opere e arredi ingombran-

ti, la pinacoteca conserva tuttora veri e propri gioielli; tra questi vanno

senz’altro segnalati, per il Cinquecento, la tavoletta con le Stimmate di

San Francesco di Domenico Theotocopoulos, detto il Greco, firmata e

databile verso il 1570, una Madonna con Bambino di Scipione Pulzone, il

frammento di pala con Paolo III, Carlo V e dignitari, diverse tavole di

ambito nordico; per il Seicento, Ester e Assuero di Bernardo Cavallino, Va-

nità e saggezza già attribuita ad Angelo Caroselli e restituita ad Antiveduto

Grammatica da Ferdinando Bologna, David vincitore del Maestro degli

Annunci ai pastori, una Battaglia di Aniello Falcone, Contadino in riposo del

bambocciante Michiel Sweerts, una Madonna con Bambino e santi dome-

nicani di Luca Giordano, bozzetto preparatorio per la pala nella chiesa

del Rosariello alle pigne, un Baccanale di Giacomo del Po. Di notevole

qualità sono i dipinti che illustrano la sala dedicata alla natura morta, un

genere poco indagato nella storiografia artistica meridionale, ma molto

apprezzato dal collezionismo; tra questi, emergono una singolare Natu-

ra morta con spartiti e strumenti musicali attribuita alla cerchia di Evaristo

Baschenis, due dipinti di Francesco Fieravino detto il Maltese, rispet-

tivamente una Natura morta con tappeti e strumenti di navigazione e una

Natura morta con tappeti e strumenti musicali, due tele raffiguranti rose di

Mario Nuzzi detto Mario de’ fiori; Garofani attribuito a Giovan Battista

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

J.B. Camille CorotPaesaggio Olio su tela, cm 24 x 19,5J.B. Camille CorotLandscape Oil on canvas, 24 x 19.5 cm

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150 151

Ruoppolo, due quadri di fiori e frutta di Gaspare Lopez. Per il Settecen-

to vanno ricordati due importanti dipinti di Giuseppe Bonito, il Ritratto

del musicista Niccolò Jommelli e San Giuseppe e Gesù bambino, un bozzetto

di Francesco De Mura con Cristo che dà la comunione a un Santo, due

splendidi ritratti di Principini della famiglia di Carlo III di Borbone, di-

verse Rovine di Leonardo Coccorante, un Autoritratto del pittore Paolo de

Majo, e ritratti di letterati, giureconsulti e musicisti ancora anonimi.

L’Ottocento è il secolo maggiormente rappresentato, soprat-

tutto nel primitivo allestimento della collezione, e con ulteriori appro-

fondimenti degli studi storico-artistici e incrementi espositivi potrebbe

riservare non poche sorprese. Nella prima metà del secolo si collocano

due formidabili ritratti virili, attribuiti rispettivamente a Jacques Louis

David e Gaetano Forte e una serie di ritratti femminili di mano ignota,

tra i quali un Ritratto di dama in bianco; nelle sale XIII e XIV, ora chiuse,

la produzione napoletana era rappresentata da dipinti, acquerelli, pastel-

li di Giacinto Gigante, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Eduardo

Dalbono, Vincenzo Caprile, Pietro Scoppetta, Achille Vianelli.

Il fondo dei disegni e gouaches, già sistemato nella XV saletta

nell’originario percorso museale, è attualmente conservato nel Gabi-

netto dei disegni e delle stampe, al piano superiore del chiostro grande.

Ordinato in cartelle all’interno di un grande armadio del XIX secolo, il

fondo consta di oltre 500 fogli, comprendendo 120 disegni antichi (inv.

205-322), disegni dell’Ottocento (inv. 1-204; 323-403), disegni e cari-

cature di Pietro Scoppetta mescolati ad altri fogli coevi (inv. 418-541),

gouaches (inv. 332-364). Il nucleo antico contiene esemplari prege-

voli del cavalier d’Arpino, Aniello Falcone, Luca Giordano, Francesco

Solimena, Pierre Jacques Volaire, Leonardo Olivieri, Fedele Fischetti,

Salvator Rosa e molti ancora di mano ignota. Nei disegni la scuola

napoletana dell’ Ottocento è ampiamente rappresentata da Giocchino

Toma, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Vincenzo Migliaro, Vin-

cenzo Volpe, Gonsalvo Carelli, Salvatore Cammarano, Achille Vianelli,

Filippo Palizzi, Francesco Netti, Saverio Altamura, Vincenzo Jerace, Pa-

olo Vetri, Edoardo Dalbono, Pietro Scoppetta.

La raccolta d’arte del Museo, ereditata dalla generosa donazione

Pagliara e allestita con la competenza e l’impegno di illustri studiosi – da

Sergio Ortolani a Ferdinando Bologna – va certamente riportata alle di-

mensioni originarie, aggiornata secondo quanto emerso negli anni dagli

studi, incrementata soprattutto nelle sezioni dedicate al Cinquecento e

all’Ottocento mediante il prelevamento di opere dai depositi. Andrebbe-

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

portrait of the musician Niccolò Jommelli and ‘St. Joseph and the

Infant Jesus’ by Giuseppe Bonito, a sketch by Francesco De Mura

with ‘Christ giving Holy Communion to a Saint’, two beautiful

portraits of ‘Little Princes of the family of Charles III of Borbone’,

various ‘Ruins’ by Leonardo Coccorante, a self-portrait of the painter

Paolo de Majo, and portraits of still anonymous writers, lawyers and

musicians.

The nineteenth is the best represented century, especially in the

collection as it was originally laid out, and with further art-historical

studies and extended exhibition spaces, it may well hold further

surprises. There are two remarkable nineteenth-century male portraits

attributed to Jacques Louis David and Gaetano Forte respectively, and

a series of female portraits by unknown hand, including a portrait of a

lady in white. Rooms XIII and XIV, now closed, contained examples

of Neapolitan work including paintings, watercolours, and pastels

by Giacinto Gigante, Domenico Morelli, Antonio Mancini, Eduardo

Dalbono, Vincenzo Caprile, Pietro Scoppetta, and Achille Vianelli.

The Collection of Drawings and Gouaches, originally in room

XV, is currently preserved in the Drawings and Prints room on the

upper floor of the cloister. Filed in folders in a large nineteenth-century

cabinet, the collection consists of over 500 sheets, including 120 ancient

drawings (inv. 205-322), nineteenth-century drawings (inv. 1-204;

323-403), drawings and caricatures by Pietro Scoppetta mixed in with

other works of the period (inv. 418-541), and gouaches (inv. 332-364).

The original core collection contains valuable examples by Cavalier

d’Arpino, Aniello Falcone, Luca Giordano, Francesco Solimena, Pierre

Jacques Volaire, Leonardo Olivieri, Fedele Fischetti, Salvator Rosa

and many still unknown artists. The nineteenth-century Neapolitan

school of drawing is widely represented by Gioacchino Toma,

Domenico Morelli, Antonio Mancini, Vincenzo Migliaro, Vincenzo

Volpe, Gonsalvo Carelli, Salvatore Cammarano, Achille Vianelli, Filippo

Palizzi, Francesco Netti, Saverio Altamura, Vincenzo Jerace, Paolo Vetri,

Edoardo Dalbono, and Pietro Scoppetta.

The Museum art collection, inherited from the generous

Pagliara donation and set out with the skill and commitment of

distinguished scholars – from Sergio Ortolani to Ferdinando Bologna

– certainly needs to be restored to its original size by bringing works

back out of storage. It also needs to be updated in the light of the

findings of many years of research, especially the sixteenth to the

Francesco Solimena (Canale di Serino, 1657 – Napoli 1747)La Madonna con Bambino e santi domenicaniFrancesco Solimena (Canale di Serino, 1657 – Napoli 1747)Virgin, Holy Child and Dominican Saints

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152 153

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

ro aggiunte almeno altre due sezioni dedicate alle arti grafiche (disegni e

incisioni) e ripristinata e ampliata l’esposizione dedicata alla musica, nella

quale potrebbero trovare collocazione anche gli strumenti musicali.

L’esposizione potrebbe includere parti dedicate ai tessuti, ai boz-

zetti e ai costumi teatrali e infine ai documenti, ai libri, alle fotografie

della famiglia Pagliara. Si riporta di seguito l’inventario più ampio della

raccolta d’arte pubblicato nel 1985, riportando nelle note aggiornamenti

relativi agli spostamenti delle opere ed eventuali variazioni attributive.

Inventario Caputi – Penta, 1985

saletta i La sala era arredata da due tavoli in noce dipinto in nero della metà del sec. XVII, un cassettone in noce del sec. XVI, un cassone in forma di madia, due seggioloni Luigi XIII, una cassapanca in noce della fine del secolo XVI, ceramiche del XVII secolo, un lume in ferro e vetro. 1. Miniatore napoletano (prima metà del sec. XVIII), Adorazione dei pastori, miniatura su pergamena, cm 18 x 21

2. Madonnero meridionale (arte bizantina della fine del sec. XV), Madonna col Bambino, olio su tavola, cm 50 x 40

3. Manierista napoletano (sec. XVI), Entrata di Cristo a Gerusalemme, olio su tela, cm 24 x 62,5

4. Miniatore napoletano (metà del sec. XVIII), Circoncisione, miniatura su pergamena, cm 15,5 x 21

5. Ignoto napoletano (metà del sec. XVI), Paolo III, Carlo V e dignitari, olio su tavola, cm 64,5 x 60. Frammento di pala d’altare 6. Domenico Theotocopuli, detto Il Greco (Candia 1541– Toledo 1614), Stimmate di San Francesco, (c. 1570), olio su tavola, cm 28,5 x 20, firmato in greco a sin., in basso 7. Scipione Pulzone (Gaeta 1550 – Roma 1598), Madonna col Bambino, olio su tela, cm 63,5 x 51

8. Ignoto emiliano (inizi del sec. XVIII), Testa di Cristo, olio su rame, cm 24 x 19

9. Manierista napoletano (prima metà del sec. XVI), Madonna col Bambino e San Giovannino, olio su tavola, cm 45 x 36

10. Alessandro Turchi detto l’Orbetto (Verona 1581 – Roma 1648), Cristo sorretto da un angelo. olio su rame, cm 22 x 17,5

11. Gerolamo Imparato, Fuga in Egitto 1, olio su tela, cm 84 x 77. 12. Ignoto napoletano (fine del sec. XVI), Copia dalla Madonna d’Alba di Raffaello 2, olio su tela, cm 93

13. Miniatore napoletano (prima metà del sec. XVII), Adorazione dei magi 3, miniatura su pergamena, cm 33,5x26

14. Manierista napoletano, San Francesco abbraccia la croce 4, olio su tela, cm 102 x 76

15. Ignoto tedesco (sec. XVI), Hans Sachs, cm 17

saletta ii Parte di coro ligneo in noce dipinto, tavolo fratino in legno di noce, tre sedie in legno impagliate e sagomate, un leggio del sec. XVII, una porta in legno del sec. XVI, due stipiti decorativi in legno intagliato e dorato, un piatto in ceramica con al centro un satiro, una stoffa di broccato azzurro, un lume in vetro a prisma con bacchettature in ferro.

nineteenth-century sections. At least two more sections dedicated to

the graphic arts (drawings and engravings) need to be added, while

the displays devoted to music need to be restored and expanded with

the possible addition of some musical instruments. There could also be

parts dedicated to fabrics, sketches and theatre costumes, and, last but

not least, the documents, books, and photographs of the Pagliara family.

The following is a more extensive inventory of the art

collection published in 1985, with notes on the movement of the

exhibits and possible variations in attribution.

Caputi – Penta Inventory, 1985

room i The room housed two black-painted walnut tables dating from the mid seventeenth century, a sixteenth-century walnut credence, a chest in the form of a cupboard, two high Louis XIII chairs, a walnut chest from the late sixteenth century, seventeenth century ceramics, and a chandelier in iron and glass. 1. Neapolitan Miniaturist (first half of 18th C.), Adoration of the Shepherds, miniature on parchment, 18 x 21 cm 2. Southern Italian ‘Madonnero’ (Byzantine art of the late 15th C.), Madonna and Child, oil on wood, 50 x 40 cm 3. Neapolitan mannerist (16th C.), Entry of Christ into Jerusalem, oil on canvas, 24 x 62.5 cm 4. Neapolitan miniaturist (mid 18th C.), Circumcision, miniature on parchment, 15.5 x 21 cm 5. Unknown Neapolitan (mid 16th C.), Paul III, Charles V and dignitaries, oil on panel, 64.5 x 60 cm. Fragment of altarpiece 6. Doménikos Theotokópoulos (“El Greco”; Candia 1541 – Toledo 1614), Stigmata of St. Francis, c. 1570, oil on panel, 28.5 x 20 cm. Signed in Greek, bottom left 7. Scipione Pulzone (Gaeta 1550 – Rome 1598), Madonna and Child, oil on canvas, 63.5 x 51 cm 8. Unknown Emilian (early 18th C.), Head of Christ, oil on copper, 24 x 19 cm 9. Neapolitan mannerist (first half of 16th C.), Madonna and Child with St. John, oil on wood, 45 x 36 cm 10. Alessandro Turchi (“l’Orbetto”; 1581 Verona – Rome 1648), Christ supported by an angel, oil on copper, 22 x 17.5 cm 11. Gerolamo Imparato, Flight to Egypt 1, oil on canvas, 84 x 77 cm 12. Unknown Neapolitan (late 16th C.), Copy of ‘Madonna d’Alba by Raffaello’ 2, oil on canvas, 93 cm 13. Neapolitan miniaturist (early 17th C.), Adoration of the Magi 3, miniature on parchment, 33.5 x 26 cm 14. Neapolitan mannerist, St. Francis embraces the cross 4, oil on canvas, 102 x 76 cm 15. Unknown German (16th C.), Hans Sachs, 17 cm

room ii Part of painted walnut wooden choirstalls, refectory table in walnut, three straw-bottomed wooden chairs, a seventeenth-century lectern, a sixteenth-century wooden

1 Il dipinto si trova attualmente nei depositi, ed è attribuito a Luca Giordano. 2Depositi. 3Depositi. 4 Il dipinto è ora nella seconda sala. Le opere mancanti nella I sala sono sostituite da una Sacra famiglia con San Giovannino attribuita a Francesco Fracanzano e da un tondo in rame raffigurante Tobiolo e l’angelo attribuito a Claude Lorrain giovane da Maria Teresa Penta (1993).

1The painting, bearing an attribution to Luca Giordano is currently in storage. 2 In storage. 3 In storage. 4The painting is currently in the second room. The works missing from room i have been replaced by a ‘Holy Family with St John’ attributed to Francesco Fracanzano, and a copper tondo showing ‘Tobias and the Angel’ attributed to Claude Lorrain the Younger by Maria Teresa Penta (1993).

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154 155

16. Seguace di Andrea da Salerno (metà del sec. XVI), Eterno Padre, olio su tavola, cm 88 x 119,5

17. Maestro provinciale (fine del sec. XVI), San Giorgio e il drago, bassorilievo in legno, cm 40 x 63

18. Andreas Gampecurt (fine sec. XVI – inizi sec. XVII), Madonna col Bambino e San Giovannino, (1601), olio su tela, cm 62 x 75,5

19. Manierista napoletano (sec. XVI), Gesù riposi nel tuo cuore, olio su tela, cm 66,5 x 82

saletta iii Due credenzoni in noce Luigi XIV, cassettone Luigi XIV, seggiolone con braccioli sagomati, tavolo rustico Luigi XIV, ceramiche, busto di San Gennaro in legno policromo, lume di tipo olandese in ottone brunito. 20. Angelo Caroselli (Roma 1585 – 1652), Vanità e saggezza, olio su tela, cm 98 x 125 5

21. Affine a Giulio Cesare Amidano (prima metà del sec. XVII), Madonna col Bambino, olio su tela, cm 45 x 61,5

22. Cerchia di Bernardo Cavallino (metà del sec. XVII), Lotta di Giacobbe con l’angelo, olio su tela, cm 152 x 205

23. Pieter van Laer, detto il Bamboccio (Haarlem 1592 – 1645), Contadino in riposo, olio su tela, cm 40,5x 51 6

24. Ignoto olandese (sec. XVII), Testa di uomo, olio su tela, 18,5x 24,5

25. Cerchia di Evaristo Baschenis (sec. XVII), Carte musicali e strumenti, olio su tela, 62,5 x 75 7

26. Salvator Rosa (Napoli 1615 – Roma 1673), Testa di uomo con turbante, olio su tela, 45,5 x 32,5 8

27. Ignoto napoletano (inizi del sec. XVIII), Paesaggio, olio su tela, cm 56,5 x 42,5 9

28. Maniera del Fracanzano (seconda metà del secx. XVII), Le fanciulle festeggiano Davide vincitore, olio su tela, cm 113,5 x 139,5 10

29. Aniello Falcone (Napoli 1607 – 1656), Scena di battaglia, olio su tela, cm 73 x 69 11

30. Ignoto provinciale napoletano (sec. XVII), San Gennaro, scultura in legno, cm 30 x 42

saletta iv Due consolles in stile barocco in legno intagliato e dorato, cassettone in noce sec. XVII, due sedie in legno stile S. Anna, cassapanca in stile rinascimentale, due leggii in legno scolpito e dorato, ceramiche, lume in ferro e vetro, due volumi con testi musicali, stoffa di broccato in seta verde, lume in ferro e vetro. 31. Maniera di Lorenzo Vaccaro 12 (sec. XVII), S. Cecilia e angeli, olio su tela, cm 98,5x 72

32. Scuola napoletana sec. XVII, Giudizio di Paride, olio su tela, cm 60 x 47

33. Ignoto napoletano (inizi del sec. XVII), Cristo flagellato, olio su tela, cm 48,5 x 62,5 13

34. Bernardo Cavallino (Napoli 1616 – 1656), Ester e Assuero, olio su tela, cm 97,5 x 70,5

35. Cerchia di Bernardo Cavallino (metà del sec. XVII), Annunciazione, olio su tela, cm 31,5 x 41,5 14

36. Ignoto giordanesco (sec. XVII), Venere e Adone, olio su tela, cm 60 x 50 15

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

door, two decorative carved gilt wooden doorposts, a ceramic plate with a central satyr, a blue brocade cloth, a prism lamp with iron rods. 16. Follower of Andrea da Salerno, (mid 16th C.), God the Father, oil on panel, 88 x 119.5cm 17. Provincial Master (late 16th C.), St. George and the Dragon, bas-relief in wood, 40 x 63 cm 18. Andreas Gampecurt (late 16th – early 17th centuries), Madonna with Child and St. John, 1601, oil on canvas, 62 x 75.5 cm 19. Neapolitan mannerist (16th C.), ‘May Jesus rest in your Heart’, oil on canvas, 66.5 x 82 cm

room iii Two Louis XIV-style walnut credenzoni, Louis XIV dresser, high chair with molded armrests, rustic Louis XIV table, ceramics, bust of Saint Januarius in polychrome wood, Dutch-style lamp in burnished brass. 20. Angelo Caroselli (Rome 1585 – 1652), Vanity and wisdom, oil on canvas, 98 x 125 cm 5

21. Style of Giulio Cesare Amidano (first half of sixteenth century), Madonna and Child, oil on canvas, 45 x 61.5 cm 22. Circle of Bernardo Cavallino (mid 17th C.), Jacob fighting with the Angel, oil on canvas, 152 x 205 cm 23. Pieter van Laer, (‘Bamboccio’; Haarlem 1592 – 1645), Resting Farmer, oil on canvas, 40.5 x 51 cm 6

24. Unknown Dutch (17th C.), Head of a Man, oil on canvas, 18.5 x 24.5 25. Circle of Evaristo Baschenis (17th century), Musical instruments and music, oil on canvas, 62.5 x 75cm 7

26. Salvator Rosa (Naples 1615 – Rome 1673), Head of a man with turban, oil on canvas, 45.5 x 32.5cm 8

27. Unknown Neapolitan (early 18th century), Landscape, oil on canvas, 56.5 x 42.5 cm 9

28. After the manner of Fracanzano (second half of seventeenth century), Girls Celebrate the Victorious David, oil on canvas, 113.5 x 139.5 cm 10

29. Aniello Falcone (Naples 1607 – 1656), Battle scene, oil on canvas, 73 x 69 cm 11

30. Unknown provincial Neapolitan artist (17th century), Saint Januarius, wooden sculpture, 30 x 42 cm

room iv Two baroque wooden carved and gilded consoles, 17th C., walnut dresser, two St. Anne-style wooden chairs, renaissance-style chest, two lecterns in carved, gilded wood, ceramics, light in iron and glass, two volumes of music, green silk brocade, light in iron and glass. 31. After the manner of Lorenzo Vaccaro 12 (17th C.), St. Cecilia and Angels, oil on canvas, 98.5 x 72 cm 32. 17th century Neapolitan School, Judgment of Paris, oil on canvas, 60 x 47 cm 33. Unknown Neapolitan (early 17th century), Christ scourged, oil on canvas, 48.5 x 62.5 cm 13

34. Bernardo Cavallino (Naples 1616 – 1656), Esther and Ahasuerus, oil on canvas, 97.5x 70.5cm

5Attribuito ad Antiveduto Grammatica da Ferdinando Bologna. 6Attribuito a Michiels Sweerts. 7Depositi. 8Depositi. 9Depositi. Le opere mancanti nella Sala iii sono sostituite da un Sant’Antonio da Padova (erroneamente citato come San Francesco nella didascalia del Museo) di Flamino Torri e da un’Annunciazione di ignoto. 10Attribuito al Maestro degli Annunci ai pastori da Ferdinando Bologna (1952). 11Depositi. 12Ora giustamente Andrea Vaccaro. 13Catalogato come cerchia di Francesco Solimena.

5Atrributed to Antiveduto Grammatica by Ferdinando Bologna. 6Attibuted to Michiel Sweerts. 7 In storage. 8 In storage. 9 In storage. The works missing from Room III have been replaced by a Saint Anthony of Padua (erroneously labelled as Saint Francis in the museum) by Flamino Torri, and an anonymous Annunciation. 10Attributed to the Maestro of the Annunciation to the Shepherds by Ferdinando Bologna (1952). 11 In storage. 12Now correctly attributed to Andrea Vaccaro. 13Catalogued as belonging to the circle of Francesco Solimena.

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156 157

37. Maniera di Bernardo Cavallino (sec. XVII), Rosmunda, olio su tela, cm 117 x 115

38. Ignoto napoletano (sec. XVII), Ritratto di Maria Mancini, olio su tela, cm60,5 x 73,5 16

39. Ignoto napoletano (sec. XVII), Ritratto di musicista (1677), olio su tela, cm 94 x 117

40. Luca Giordano (Napoli 1634 – 1705), S. Caterina d’Alessandria, olio su tela, cm 60 x 88 17

saletta v Cassettone in radica di noce, Luigi XIV, cassettone in noce, Luigi XIV, 4 sedioloni ricoperti in velluto, ceramiche del sec. XVII, lume dorato a sei luci. 41. Ignoto napoletano (fine del sec. XVII), Scimmia e fiori, olio su tela, cm 49 x 73 18

42. Scuola di Giordano (fine del sec. XVII), Bambino con frutta, olio su tela, cm 70,5 x 53

43. Francesco Fieravino, detto il Maltese (Malta, attivo a Roma 1650-

80), Natura morta di tappeti e strumenti di navigazione, olio su tela, cm 133 x 95

44. Gasperino Lopez (Napoli c. 1750), Vaso di fiori e paesaggio, olio su tela, cm 73 x 70

45. Mario Nuzzi, detto Mario de’ Fiori (Roma 1603 – 1673), Piccolo vaso di rose, olio su tela, cm 34 x 46

46. Mario Nuzzi, detto Mario de’ Fiori, Rose, olio su tela, cm 47 x 61

47. Cerchia di Giovanni Battista Ruoppolo (sec. XVII), Garofani, olio su tela, cm 32,5 x 44,5 19

48. Gasperino Lopez (?), Fiori e frutta, olio su tela, cm 74 x 38

49. Francesco Fieravino, detto il Maltese, Natura morta di tappeti e strumenti musicali, olio su tela, cm 42 x 97

50. Gasperino Lopez (?), Fiori e frutta, olio su tela, cm 74 x 38

saletta vi Consolle in legno dorato e intagliato con piano in marmo verde, specchiera rococò con scena di baccanale, due comodini in radica di noce, cassettone in radica di noce, calatoia in radica di noce intarsiata, calatoia con specchio in legno d’ebano, tavolino da sacrestia con simboli della Passione, due poltroncine in noce intagliata, Luigi XV, foderate in damasco rosso, due calici in vetro di Murano, lume ad otto candele in legno dorato. 51. Cerchia di Leonardo Coccorante (sec. XVIII), Rovine, olio su tavola, cm 24,5

52. Cerchia di Leonardo Coccorante (sec. XVIII), Rovine, olio su tavola, cm 24,5

53. Agnese La Corcia (sec. XVIII), Ritratto del cavalier Tagliafanti, olio su tela, cm 72 x 98,5

54. Giacomo del Po (Roma 1652 – Napoli 1726), Baccanale, olio su tela, cm 101 x 63,5

55. Imitatore di Nicolas Poussin (fine del sec. XVII), Ninfe e amorini, olio su tela, cm 34 x 26

56. Paolo De Majo (Marcianise – Napoli 1784), Autoritratto, olio su tela, cm 73 x 93

57. Ignoto meridionale, Presepe, monocromo su lavagna, cm 48 x 44,5

58. Francesco Solimena (Canale di Serino 1657 – Napoli 1747), La Carità e la Fede, olio su tela, cm 31 x 41 20

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

35. Circle of Bernardo Cavallino (mid 17th century), Annunciation, oil on canvas, 31.5x 41.5 cm 14

36. Anonymous after Giordano (17th C.), Venus and Adonis, oil on canvas, 60 x 50 cm 15

37. After the manner of Bernardo Cavallino (17th century), Rosamund, oil on canvas, 117 x 115 cm 38. Unknown Neapolitan (17th C.), Portrait of Maria Mancini, oil on canvas, 60.5 x 73.5 cm 16

39. Unknown Neapolitan (17th C.), Portrait of musician (1677), oil on canvas, 94 x 117 cm 40. Luca Giordano (Naples 1634 – 1705), St. Catherine of Alexandria, oil on canvas, 60 x 88 cm 17

room v Louis XIV chest of drawers in walnut root, Louis XIV chest of drawers in walnut, 4 high chairs with velvet upholstery, 18th C. gilded six-branch chandelier. 41. Unknown Neapolitan (late 17th century), Monkey and flowers, oil on canvas, 49 x 73 cm 18

42. School of Luca Giordano (late 18th C.), Child with fruit, oil on canvas, 70.5 x 53 cm 43. Francesco Fieravino (“il Maltese”; Malta, active in Rome 1650-80), Still life of carpets and navigational instruments, oil on canvas, 133 x 95 cm 44. Gasperino Lopez (Naples c. 1750), Vase of flowers and landscape, oil on canvas, 73 x 70 cm 45. Mario Nuzzi (“Mario de’ Fiori”; Rome 1603 – 1673), Small vase of roses, oil on canvas, 34 x 46 cm 46. Mario Nuzzi (“Mario de’ Fiori”), Roses, oil on canvas, 47 x 61 cm 47. Circle of Giovanni Battista Ruoppolo (17th C.), Carnations, oil on canvas, 32.5 x 44.5 cm 19

48. Gasperino Lopez (?), Flowers and fruit, oil on canvas, 74 x 38 cm 49. Francesco Fieravino (“il Maltese”), Still life of carpets and musical instruments, oil on canvas, 42 x 97 cm 50. Gasperino Lopez (?), Flowers and fruit, oil on canvas, 74 x 38 cm

room vi Console in carved, gilded wood with green marble top, rococo mirror with bacchanalian scene, two bedside tables in walnut, walnut dresser, walnut inlaid drop front, drop front with ebony mirror, sacristy table with symbols of the Passion, two carved walnut Louis XV seats lined with red damask, two Murano glasses, eight-branch chandelier in gilded wood. 51. Circle of Leonardo Coccorante (18th C.), Ruins, oil on panel, 24.5 cm 52. Circle of Leonardo Coccorante (18th C.), Ruins, oil on panel, 24.5cm 53. Agnese La Corcia (18th C.), Portrait of Cavalier Tagliafanti, oil on canvas, 72 x 98.5 cm 54. Giacomo del Po (1652 Rome – Naples 1726), Bacchanal, oil on canvas, 101 x 63.5 cm 55. Impersonator of Nicolas Poussin (late 17th C.), Nymphs and Amorini, oil on canvas, 34 x 26 cm 56. Paolo De Majo (Marcianise – Napoli 1784), Self-portrait, oil on canvas, 73 x 93 cm 57. Unknown southern artist, Nativity, monochrome on slate, 48 x

14Già nella Sala iii. 15Depositi. 16Depositi. 17Depositi. Restaurata. 18Affine ad Aniello Ascione. 19Manca anche nella schedatura dei depositi.

14Formerly in Room iii. 15 In storage. 16 In storage. 17 In storage. Restored. 18 In the style of Aniello Ascione. 19Also missing from the storage records.

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158 159

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

59. Luca Giordano, Madonna con Bambino e santi domenicani, olio su tela, cm 47 x 53

60. Luca Giordano, Adorazione dei pastori, olio su tela, cm 71,5 x 73 21

61. Francesco Solimena, Allegoria della Giustizia, olio su tavola (tela?), cm 31 x 75 22

saletta vii Vetrina e specchiera di gusto rococò, due consolles in legno intagliato e dorato, due appliques in bronzo dorato, altarino in legno decorato a finto marmo, due leggii rococò, due messali del XVIII sec. 62. Ignoto napoletano (sec. XVIII), Festa popolare di Carnevale (anta di spinetta), olio su tavola, cm 161 x 42

63. Ignoto napoletano (sec. XVIII), Ritratto di giureconsulto, olio su tela, cm 73,5 x 97

64. Francesco De Mura (copia da?), Ritratto di Antonio Genovesi, olio su tela, cm 76,5 x 95 23

65. Leonardo Coccorante (Napoli 1680 – 1750), Rovine, olio su tela, cm 46,5 x 35,5

66. Leonardo Coccorante, Rovine, olio su tela, cm 44,5 x 37,5

67. Leonardo Coccorante, Rovine, olio su tela, cm46,5 x 35,5

68. Domenico Viola, Sacrificio di Abramo, olio su tela, cm 60 x 47 24

69. Ignoto napoletano, Sacra famiglia, olio su tela, cm 76,5 x 94,5

70. Seguace di Francesco Solimena (metà del sec. XVIII), Scena biblica di sacrificio, olio su tela, cm 94,5 x 73 25

saletta viii Vetrinetta rococò dorata, seggiolone tipo Savonarola in legno laccato bianco, due sgabelli, due tavolinetti laccati in oro e bleu, tavolino con piano in vetro, vasi in ceramica di Capodimonte, lampadario in vetro di Murano a sei luci. 71. Ignoto napoletano (sec. XVIII), Fiori e frutta, olio su tela, cm 21,5 x 31 26

72. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII), Principino della famiglia di Carlo III di Borbone, olio su tela, cm 73,5x 100,5 27

73. Maniera di Rosalba Carriera (seconda metà del sec. XVIII), Ritratto di donna, olio su tela, cm 25,5 x 34

74. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII), Ritratto di donna, olio su tela, cm 61,5 x 74,5

75. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII),Carlo di Borbone, olio su tela, cm 69 x 72

76. Maniera di Jean Honoré Fragonard (sec. XVIII), Fiori, olio su tela, cm 19 x 14

77. Orazio Solimena (Napoli, sec. XVIII), Ritratto femminile, olio su tela, cm 71,5 x 98

78. Maniera di Jean Honoré Fragonard, Fiori, olio su tela, cm 19x14 28

79. Ignoto napoletano (fine del sec. XVIII), Ritratto di uomo, olio su tela, cm 77 x 99

80. Francesco De Mura, Cristo dà la Comunione a un Santo, olio su tela, cm 73 x 122,5 29

81. Ignoto napoletano (fine del sec. XVIII), Ritratto d’uomo, olio su tela, cm 66,5 x 91,5

44.5 cm

58. Francesco Solimena (Serino canal 1657 – Naples 1747), Charity and Faith, oil on canvas, 31 x 41 cm 20

59. Luca Giordano, Madonna and Child with Dominican Saints, oil on canvas, 47 x 53 cm 60. Luca Giordano, Adoration of the Shepherds, oil on canvas, 71.5 x 73 cm 21

61. Francesco Solimena, Allegory of Justice, oil on panel (canvas?), 31 x 75 cm 22

room vii Showcase and rococo mirror, two console tables in carved, gilded wood, two gilded bronze sconces, small wooden altar decorated with faux marble decorations, two rococo lecterns, two eighteenth-century missals. 62. Unknown Neapolitan (18th C.), People’s Carnival party (spinet panel), oil on canvas, 161 x 42 cm. 63. Unknown Neapolitan (18th C.), Portrait of jurist, oil on canvas, 73.5 x 97 cm 64. Francesco De Mura (copy?), Portrait of Antonio Genovesi, oil on canvas, 76.5 x 95 cm 23

65. Leonardo Coccorante (Naples 1680 – 1750), Ruins, oil on canvas, 46.5 x 35.5 cm 66. Leonardo Coccorante, Ruins, oil on canvas, 44.5 x 37.5 cm 67. Leonardo Coccorante, Ruins, oil on canvas, 46.5 x 35.5 cm 68. Domenico Viola, Sacrifice of Abraham, oil on canvas, 60 x 47 cm 24

69. Unknown Neapolitan, Holy Family, oil on canvas, 76.5 x 94.5 cm 70. After Francesco Solimena (mid 18th C.), Biblical sacrifice scene, oil on canvas, 94.5 x 73 cm 25

room viii Gilded rococo-style showcase, Savonarola chair in white lacquered wood, two stools, two small tables lacquered in gold and blue, glass-topped occasional table, ceramic Capodimonte vases, murano six-candle glass chandelier. 71. Unknown Neapolitan (18th C.), Flowers and fruit, oil on canvas, 21.5 x 31 cm 26

72. Unknown Neapolitan (mid 18th C.), Little Prince from the family of Charles III of Bourbon, oil on canvas, 73.5 x 100.5 cm 27

73. After the manner of Rosalba Carriera (second half of 18th C.), Portrait of a woman, oil on canvas, 25.5 x 34 cm 74. Unknown Neapolitan (mid 18th C.), Portrait of a woman, oil on canvas, 61.5 x 74.5 cm 75. Unknown Neapolitan (mid 18th cent.), Charles of Bourbon, oil on canvas, 69 x 72 cm 76. After the manner of Jean Honoré Fragonard (18th C.), Flowers, oil on canvas, 19 x 14 cm 77. Orazio Solimena (Naples, 18th C.), Female portrait, oil on canvas, 71.5 x 98 cm 78. After the manner of Jean Honoré Fragonard, Flowers, oil on canvas, 19 x 14 cm 28

79. Unknown Neapolitan (late 18th C.), Portrait of a man, oil on canvas, 77 x 99 cm 80. Francesco De Mura, Christ gives Holy Communion to a Saint, oil on canvas, 73 x 122.5 cm 29

20Attualmente attribuito alla scuola, si trova nei depositi. 21Ora attribuito alla bottega di Luca Giordano. 22Depositi. Le due tele già attribuite a Solimena sono attualmente sostituite da una Madonna con Bambino di Sisto Badalocchio. 23Attribuito attualmente a bottega del De Mura. 24Manca. Nell’esposizione odierna è sostituito dalla tela attribuita a Orazio Solimena già nella Sala viii 25Attribuito a Giovan Battista Rossi, Noè all’uscita dell’arca. 26Depositi. 27Attualmente in restauro. È stato spostato in questo ambiente il ritratto di N. Jommelli del Bonito già nella Sala ix e aggiunto il ritratto di una monaca domenicana pure attribuito a Bonito e già riferito a De Mura. 28Le due piccole tele con Fiori sono ora genericamente classificate come “maniera francese”.

20Currently attributed to the school. In storage. 21Now attributed to the atelier of Luca Giordano. 22The two canvases formerly attributed to Solimena have currently been replaced by a Madonna and Child by Sisto Badalocchio. 23Currently attributed to the atelier of De Mura. 24Missing. In today’s layout, it has been replaced by a canvas attributed to Orazio Solimena in Room viii. 25Noah leaving the ark. Attributed to Giovan Battista Rossi. 26 In storage. 27Currently undergoing restoration work. Bonito’s portrait of N. Jommelli was transferred here from Room ix and the Portrait of a Domenican Nun, also attributed to Bonito and formerly to De Mura has been added. 28The two small canvases with flowers are now loosely classified as “French style”.

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saletta ix Panchetta Luigi XVI laccata in bianco, due consolles ad angolo Luigi XVI, una specchiera rettangolare con cornice laccata in bianco, due mezzi tondi Luigi XVI laccati in bianco, due poltroncine con bracciolo, tre sedie Luigi XVI con spalliera, due divanetti foderati di seta a strisce verde, due vasi di ceramica, una panchetta Luigi XVI rettangolare foderata in seta rosa, due orologi impero, un tavolo tondo Luigi XVI, specchio figurato ovale, lume in cristallo di Boemia con otto luci. 82. Giuseppe Bonito (Castellammare di Stabia 1707 – Napoli 1789), Ritratto di Niccolò Jommelli, olio su tela, cm68,5 x 86,5 30

83. Francesco De Mura, La Prudenza, olio su tela, cm 35,5 x 47 31

84. Scuola di Francesco De Mura (sec. XVIII), Tobiolo, cm 33 x 44

85. Ignoto napoletano (metà del sec. XVIII), Principino della famiglia di Carlo III di Borbone, olio su tela, cm 76 x 102 32

86. Ignoto provinciale meridionale (fine del sec. XVIII), La lezione di musica, olio su tela, cm 60 x 61 33

87. Giuseppe Bonito, San Giuseppe e Gesù Bambino, olio su tela, cm 82 x 93,5

88. Giacinto Diano, Tobia e l’angelo, olio su tela, cm 61 x 74,5 34

saletta x Secretaire stile impero in legno di rosa, tavolino a consolle francese, secretaire francese Luigi XVI in legno di ciliegio, spinetta in legno di ciliegio, divanetto Luigi XVI in legno con decorazioni in oro, tre poltroncine impero, una consolle impero, un tavolo tondo in legno di ciliegio stile impero, lume in cristallo di Boemia a otto luci, orologio impero in bronzo dorato, orologio a forma di cetra in ebano, colonna impero in mogano con guarnizioni in oro, grifone in legno scolpito, ceramica neoclassica raffigurante Venere. 89. Ignoto napoletano (sec. XIX), Veduta con albero e paesaggio fluviale, tempera, cm 26,5 x 41,7

90.Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritratto di Ferdinando I, olio su tela, cm 48 x 61,5

91. Ignoto napoletano (sec. XIX), Veduta con albero e paesaggio fluviale, tempera, cm 26,5 x 41

92. Ignoto napoletano (sec. XIX, da Angelica Kauffmann), La famiglia di Ferdinando I, olio su tela, cm 69 x 42 35

93. Luigi Bernero (sec. XIX), Ritrattino di fanciulla, pastello su carta, cm 19 x 26,5

94. Jacques Louis David, Ritratto di uomo, olio su tela, cm 48 x 58

95. Scuola di Jaques Louis David (sec. XIX), Studio per ritratto femminile, olio su tela, cm 30,5 x 38

96. Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritratto di giovane, olio su tela, cm 46 x 56,5

97. Angelica Kauffmann, Ritratto di donna, olio su tela, cm 44 x 59 36

98. Gaetano Forte (attr.), Ritratto d’uomo, olio su tela, cm 48 x 61

saletta xi Due comoncini con intarsi decorativi, due tavolinetti a muro, consolle impero tonda, due poltroncine e un divano secondo impero in mogano, tavolo tondo secondo impero, specchio primo Ottocento, Venere in marmo, ceramiche di Capodimonte, specchio tondo da tavolo, Lampadario in cristallo a gocce, otto luci. 96. Seguace di Jaques-Louis David (sec. XIX), Ritratto di donna, olio su tela, cm 59,5 x 72,5 37

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

29 Attribuito a Francesco Celebrano. 30 Cfr. supra, nota 23. 31 Ora attribuito a Pietro Bardellino. 32 Attribuito a Francesco Liani, ritratto dell’infante Filippo Pasquale di Borbone. 33 Depositi. 34 Depositi. Le opere già in questa sala sono sostituite da un San Pietro Penitente di Giacomo Cestaro e un Ritratto di prelato di mano ignota, (attribuito a scuola di Bonito nelle schede) in cattive condizioni di conservazione. 35 Depositi. 36 Ritratto di Maria Carolina.

29 Attributed to Francesco Celebrano. 30 Cf. note 23 above. 31 Now attributed to Pietro Bardellino. 32 Attributed to Francesco Liani, portrait of the Infante Filippo Pasquale di Borbone. 33 In storage. 34 In storage (?). The pieces formerly in this room have been replaced by a Penitent Saint Peter by Giacomo Cestaro and an anonymous Portrait of a Prelate (attributed to the Bonito school in the files) in poor condition. 35 In storage. 36 Portrait of Maria Carolina.

81. Unknown Neapolitan (late 18th C.), Portrait of a Man, oil on canvas, 66.5 x 91.5 cm room ix White lacquered Louis XVI bench, two Louis XVI corner console tables, a rectangular mirror with white lacquered frame, two white lacquered Louis XVI mezzi-tondi, two seats with armrest, three Louis XVI chairs with seatback, two small sofas lined with striped green silk, two ceramic pots, a rectangular Louis XVI bench with a pink silk lining, two empire clocks, a round Louis XVI table, an oval mirror with figures, eight-branch Bohemian crystal chandelier. 82. Giuseppe Bonito (Castellammare di Stabia 1707 – Naples 1789), Portrait of Jommelli, oil on canvas, 68.5 x 86.5 cm 30

83. Francesco De Mura, Prudence, oil on canvas, 35.5 x 47 cm 31

84. School of Francesco De Mura (18th C.), Tobias, 33 x 44 cm 85. Unknown Neapolitan (18th C.), Little Prince of the family of Charles III of Bourbon, oil on canvas, 76 x 102 cm 32

86. Unknown Southern provincial artist (late 18th C.), The Music Lesson, oil on canvas, 60 x 61 cm 33

87. Giuseppe Bonito, St. Joseph and the Infant Jesus, oil on canvas, 82 x 93.5 cm 88. Giacinto Diano, Tobias and the Angel, oil on canvas, 61 x 74.5 cm 34

room x Empire Style rosewood writing desk, French coffee table, console, shaped French Louis XVI writing table in cherry wood, spinet in cherry wood, wooden Louis XVI settee with gold decorations, three Empire seats, an Empire console table, an Empire round table in cherry wood, Bohemian crystal chandelier with eight candles, Empire lyre-shaped ormolu clock in ebony, mahogany Empire column with gold trimmings, carved wooden griffin, neo-classical ceramic depicting Venus. 89. Unknown Neapolitan (19th C.), View with tree and river landscape, tempera, 26.5 x 41.7 cm 90. Unknown Neapolitan (early 19th C.), Portrait of Ferdinand I, oil on canvas, 48 x 61.5 cm 91. Unknown Neapolitan (19th C.), View with tree and river landscape, tempera, 26.5 x 41 cm 92. Unknown Neapolitan (19th C., from Angelica Kauffmann), The family of Ferdinand I, oil on canvas, 69 x 42 cm 35

93. Luigi Bernero (19th C.), Small portrait of young girl, pastel on paper, 19 x 26.5 cm 94. Jacques Louis David, Portrait of a man, oil on canvas, 48 x 58 cm 95. School of Jacques Louis David (19th C.), Study for a female portrait, oil on canvas, 30.5 x 38 cm 96. Unknown Neapolitan (early 19th C.), Portrait of a young man, oil on canvas, 46 x 56.5 cm 97. Angelica Kauffmann, Portrait of a woman, oil on canvas, 44 x 59 cm 36

98. Gaetano Forte (attr.), Portrait of a Man, oil on canvas, 48 x 61 cm

room xi Two comoncini with decorative marquetry, two small wall tables, round Empire console table, two seats and a mahogany Second Empire settee, round table, early nineteenth-century mirror, marble Venus, Capodimonte porcelain, round table mirror, crystal chandelier, with eight candle holders.

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97. Ignoto toscano, Ritratto di donna, olio su tela, cm 95,5x 122

98. Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritratto della famiglia Maldarelli, olio su tela, cm 87,5 x 106,5; monogramma GR 99. Ignoto piemontese (c. 1820), Ritratto di dama, olio su tela, cm 66 x 77

100. Ignoto napoletano (c. 1840), Ritratto di dama, olio su tela, cm 49 x 63

101. Pietro Antonio Lucchini (metà del sec. XIX), Ritratto di donna in bianco 102. Cerchia di Francois-Xavier Fabre (sec. XIX), Ritratto di dama, olio su tela, cm 63 x 75,5 38

saletta xii 39

Grande vetrina secondo Ottocento sorretta da due sfingi, vetrinetta metà Ottocento, due poltroncine Luigi Filippo con braccioli a forma di leone, divano Luigi Filippo con spalliera foderata in damasco, tavolino quadrato in mogano metà Ottocento, vaso con piatto e coperchio di argento impero, due sgabelli dorati, lampadario in bronzo e cristallo con gocce pendenti. 103. Ignoto (sec. XIX), Ritratto di Emilia La Grua (1863), olio su tela, cm 12 x 12,5

104. Joshua Reynolds, Giorgio IV e i suoi ammiragli 105. Ignoto (sec. XIX), Ritratto di Giuditta Pasta (1832), olio su rame, cm 15 x 19

106. Ignoto francese (prima metà del sec. XIX), Ritratto di A. De Musset (?), olio su tela, 71,5 x 86

107. J.B. Camille Corot, Paesaggio, olio su tela, cm 24 x 19,5

108. Ignoto inglese (inizi del sec. XIX), Ritratto femminile, olio su tela, cm 68 x 88

109. Ignoto lombardo (c. 1848), Ritratto di dama, olio su tela, cm 18,5 x 24

110. Ignoto napoletano (inizi del sec. XIX), Ritrattino di sottufficiale napoleonico, olio su tela, cm 17,5x 21

111. Gaetano Cusati, Vaso con fiori, olio su tela, cm 53 x 67

112. Thomas Lawrence, Ritratto di Giorgio IV di Galles, olio su tela, cm 65,5 x 74,5

113. Giuseppe Navarra, Vaso con fiori, olio su tela, cm50,5x 63,5

saletta xiii Mobile inglese del sec. XIX. 114. Antonio Mancini, Ritratto di giovanetto, olio su tela, cm 33 x 39,5

115. Vincenzo Caprile, Acquaiola, acquerello e pastello su carta, cm 26 x 36

116. Giuseppe de Sanctis, Ritratto di donna, olio su carta, cm 25 x 35

117. Vincenzo Caprile, Acquaiola, acquerello e pastello su carta, cm 25 x 45 118. Pietro Scoppetta, Veduta di Napoli, acquerello su carta, cm 25 x 16

119. Domenico Morelli, Ritratto di giovane donna, olio su tela, cm 40,5 x 32,5

120. Attilio Pratella, Strada di paese, olio su tela, cm 46 x 29

121. Domenico Morelli, Ritratto di signora, olio su tela, cm 50,5 x 63,5

122. Federico Rossano, Paesaggio, olio su tela, cm 46 x 55,5

123. Vincenzo Caprile, Ritratto di Rocco Pagliara, olio su tela, cm 48 x 59,5

124. Francesco Duranti, Monaco nello studio, olio su tela, cm 53,5 x 71

125. Edoardo Monteforte, Case di campagna, olio su tela, cm 66 x 44

126. Eduardo Dalbono, Studio di paese, pastello su carta, cm 38 x 27

127. Pietro Scoppetta, Ricordo di Londra, olio su tela, cm 33 x 25,5

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

37 Manca. Sono state inserite invece due nature morte con fiori, attribuite rispettivamente a Giuseppe Navarra e Gaetano Cusati, e un piccolo paesaggio attribuito a Camille Corot (ora privo di cornice). 38 Depositi. 39 Le opere già in questa sala, ad eccezione delle nature morte di Navarra e Cusati e del Paesaggio attribuito al Corot, sono conservate nei depositi, insieme a tutto quanto si trovava nella saletta successiva.

37 Missing. Replaced by two floral still lifes, attributed to Giuseppe Navarra and Gaetano Cusati, formerly in room XII and a small Landscape attributed to Camille Corot (now without frame) also from Room xiii. 38 In storage. 39 The works formerly in this room, except the still lifes by Navarra and Cusate and the landscape attributed to Corot, are in storage, along with everything that was in the next room.

96. After Jacques-Louis David (19th C.), Portrait of a woman, oil on canvas, 59.5 x 72.5 cm 37

97. Unknown Tuscan, Portrait of woman, oil on canvas, 95.5 x 122 cm 98. Unknown Neapolitan (19th C.), Portrait of the Maldarelli Family, oil on canvas, 87.5 x 106.5 cm; monogram GR 99. Unknown Piedmontese (c.1820), Portrait of a Lady, oil on canvas, 66 x 77 cm 100. Unknown Neapolitan (c. 1840), Portrait of a Lady, oil on canvas, 49 x 63 cm 101. Pietro Antonio Lucchini (mid 19th century), Portrait of a Woman in White 102. Circle of Francois-Xavier Fabre (19th C.), Portrait of a Lady, oil on canvas, 63 x 75.5 cm 38

room xii 39

Large late-nineteenth century showcase supported by two sphinxes, mid-nineteenth century cabinet, two Louis Philippe armchairs with lion-shaped arms, Louis Philippe sofa with damask-lined back, square mid-nineteenth century coffee table in mahogany, empire vase with silver cover and plate, two gilt stools, bronze and crystal chandeliers with drops and pendants. 103. Unknown (19th C.), Portrait of Emilia La Grua (1863), oil on canvas, 12 x 12.5 cm 104. Joshua Reynolds, George IV and his Admirals 105. Unknown (19th C.), Portrait of Giuditta Pasta (1832), oil on copper, 15 x 19 cm 106. Unknown French (early 19th C.), Portrait of A. De Musset (?), oil on canvas, 71.5 x 86 107. J.B. Camille Corot, Landscape, oil on canvas, 24 x 19.5 cm 108. Unknown English (early 19th C.), Female portrait, oil on canvas, 68 x 88 cm 109. Unknown Lombard artist (c. 1848), Portrait of a Lady, oil on canvas, 18.5 x 24 cm 110. Unknown Neapolitan (early 19th C.), Small portrait of Napoleonic non-commissioned officer, oil on canvas, 17.5 x 21 cm 111. Gaetano Cusati, Vase with flowers, oil on canvas, 53 x 67 cm 112. Thomas Lawrence, Portrait of George IV of Wales, oil on canvas, 65.5 x 74.5 cm 113. Giuseppe Navarra, Vase with flowers, oil on canvas, 50.5 x 63.5 cm

room xiii Mobile English nineteenth-century furniture. 114. Antonio Mancini, Portrait of a young man, oil on canvas, 33 x 39.5 cm 115. Vincenzo Caprile, Acquaiola, watercolour and pastel on paper, 26 x 36 cm 116. Giuseppe de Sanctis, Portrait of a woman, oil on paper, 25 x 35 cm 117. Vincenzo Caprile, Acquaiola, watercolour and pastel on paper, 25 x 45 cm 118. Pietro Scoppetta, View of Naples, watercolour on paper, 25 x 16 cm 119. Domenico Morelli, Portrait of a young woman, oil on canvas, 40.5 x 32.5 cm 120. Attilio Pratella, Country Road, oil on canvas, 46 x 29 cm 121. Domenico Morelli, Portrait of a Lady, oil on canvas, 50.5 x 63.5 cm 122. Federico Rossano, Landscape, oil on canvas, 46 x 55.5 cm 123. Vincenzo Caprile, Portrait of Rocco Pagliara, oil on canvas, 48 x 59.5 cm 124. Francesco Duranti, Monk in the study, oil on canvas, 53.5 x 71 cm 125. Edoardo Monteforte, Homesteads, oil on canvas, 66 x 44 cm

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164 165

128. Attilio Pratella, Veduta di paese con ruscello, olio su tavola, cm 35,5 x 22

129. Giuseppe Casciaro, Veduta di Napoli verso Posillipo, acquerello su carta, cm 25 x 16

130. Giuseppe Casciaro, Casa con arco, acquerello su carta, cm 18 x 32

131. Giuseppe Casciaro, Pino sul mare, acquerello su carta, cm 25 x 16

132. Giuseppe Casciaro, Bosco, acquerello su carta, cm 21 x 26

133. Giuseppe Casciaro, Paesaggio di mare, acquerello su carta, cm 28 x 27

134. Giuseppe Casciaro, Paesaggio con alberi, acquerello su carta, cm 15 x 20

135. Enrico Rossi, Fanciulla che legge, olio su tela, cm 40 x 32,5

136. Francesco Lojacono, Carro di fieno, olio su tela, cm 38 x 17,5

137. Federico Rossano, Paesaggio con alberi, olio su tela, cm 16 x 28

138. Federico Rossano, Paesaggio di campagna, olio su tela, cm 15 x 20

139. Federico Rossano, Cacciatore, olio su tela, cm 14,5x 28

140. Federico Rossano, Pecore al pascolo, pastello su carta, cm 26 x 17

141. Federico Rossano, Pascolo al tramonto, olio su tavola, cm 23 x 12

142. Federico Rossano,Veduta di paese, olio su tavola, cm 25 x 16

143. Gaetano Esposito, Ritratto di suora, olio su tavola, cm 79 x 94

144. Paolo Vetri, Rose e libro, olio su tela, cm 56 x 39

145. Ignoto napoletano (sec. XIX), Trentaremi, acquerello su carta, cm 22 x 16

146. Achille Vianelli, Cattedrale di Amalfi, acquerello su carta, cm 19 x 14 147. Simone Campanile, Paesaggio con lago, acquerello su carta, cm 28 x 20

148. Giacinto Gigante, Contadinelli in una strada di campagna (1872), acquerello su carta, cm 19 x 27

149. Giacinto Gigante, Paesaggio con contadini (1833), acquerello su carta, cm 28 x 20

150. Gioacchino Toma, Ritratto di bambino morto, olio su tela, cm 8 x 12

151. Consalvo Carelli, Piazza Vittoria, olio su tela, cm 64,5 x 51,5

sculture esposte nel corridoio 152. Raffaele Belliazzi (1835–1917), Ritratto di giovane donna: Adelaide Pagliara (sul retro “A R. Pagliara R. Belliazzi”), 1881, terracotta, Inv. 34

153. Luigi De Luca (1857–1938), Testa di Mercurio, bronzo, 25 x 24, Inv. 313

154. Achille D’Orsi (1845–1929), Portatore di pani, firmato: A. D’Orsi 1880, gesso, 38,5x 18,2

155. Achille D’Orsi (1845–1929), Mendicante seduto, gesso, 51 x 42, (A Rocco Pagliara/Achille D’Orsi) Inv. 379

156. Tommaso Solari (1820–1897), Ritratto di Giuseppe Martucci, terracotta, 46 x 46

157. Vincenzo Gemito (1852–1929), Acquaiolo, bronzo, 57 x 20, firmato, Inv. 310

158. Vincenzo Gemito (1852–1929), Testa di filosofo, 1883, 25 x 30, (sul collo V. Gemito) 159. Vincenzo Gemito (1852–1929), Testa di bambino, 1909, bronzo dorato, 26 x 22, (sul retro V. Gemito) Inv. 331

160. Francesco Jerace (1854–1937), Busto di donna con collana, gesso patinato, 49 x 30, firmato: Jerace, Inv. 337

161. Francesco Jerace (1854–1937), Ritratto di Rocco Pagliara, terracotta, 40 x 40, firmato, Inv. 327

162. Nicola Renda (1815-1892), Ritratto di giovane donna, marmo scolpito

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

126. Eduardo Dalbono, Town Study, pastel on paper, 38 x 27 cm 127. Pietro Scoppetta, Memory of London, oil on canvas, 33 x 25.5 cm 128. Attilio Pratella, Town study with stream, oil on panel, 35.5 x 22 cm 129. Giuseppe Casciaro, View of Naples towards Posillipo, watercolour on paper, 25 x 16 cm 130. Giuseppe Casciaro, House with arch, watercolour on paper, 18 x 32 cm 131. Giuseppe Casciaro, Pine overlooking the sea, watercolour on paper, 25 x 16 cm 132. Giuseppe Casciaro, Bosco, watercolour on paper, 21 x 26 cm 133. Giuseppe Casciaro, Seascape, watercolour on paper, 28 x 27 cm 134. Giuseppe Casciaro, Landscape with trees, watercolour on paper, 15 x 20 cm 135. Enrico Rossi, Girl reading, oil on canvas, 40 x 32.5 cm 136. Francesco Lojacono, Hay wain, oil on canvas, 38 x 17.5 cm 137. Federico Rossano, Landscape with trees, oil on canvas, 16 x 28 cm 138. Federico Rossano, Country landscape, oil on canvas, 15 x 20 cm 139. Federico Rossano, Hunter, oil on canvas, 14.5 x 28 cm 140. Federico Rossano, Sheep grazing, pastel on paper, 26 x 17 cm 141. Federico Rossano, Pastures at sunset, oil on panel, 23 x 12 cm 142. Federico Rossano, View of the country, oil on panel, 25 x 16 cm 143. Gaetano Esposito, Portrait of a nun, oil on panel, 79 x 94 cm 144. Paolo Vetri, Roses and book, oil on canvas, 56 x 39 cm 145. Unknown Neapolitan (19th C.), Trentaremi, watercolour on paper, 22 x 16 cm 146. Achille Vianelli, Amalfi Cathedral, watercolour on paper, 19 x 14 cm 147. Simone Campanile, Landscape with lake, watercolour on paper, 28 x 20 cm 148. Giacinto Gigante, Peasant children in a country road (1872), watercolour on paper, 19 x 27 cm 149. Giacinto Gigante, Landscape with peasants (1833), watercolour on paper, 28 x 20 cm 150. Gioacchino Toma, Portrait of a dead child, oil on canvas, 12 x 8 cm 151. Consalvo Carelli, Piazza Vittoria, oil on canvas, 64.5 x 51.5 cm

sculptures in the hallway of the museum 152. Raffaele Belliazzi (1835 – 1917), Portrait of a young woman: Adelaide Pagliara (on rear “To R. Pagliara R. Belliazzi”), 1881, terracotta, Inv. 34 153. Luigi De Luca (1857 – 1938), Head of Mercury, bronze, 25 x 24, Inv. 313 154. Achille D’Orsi (1845 – 1929), Bread carrier, signed: A. D’Orsi 1880, chalk, 38.5 x 18.2 155. Achille D’Orsi (1845 – 1929), Beggar sitting, plaster, 51 x 42, (A. Rocco Pagliara/Achille D’Orsi) Inv. 379 156. Tommaso Solari (1820 – 1897), Portrait of Giuseppe Martucci, terracotta, 46 x 46 157. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Water seller, bronze, 57 x 20, signed, Inv. 310 158. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Head of Philosopher, 1883, 25 x 30, (on neck ‘V. Gemito’) 159. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Head of Child, 1909, gilded bronze, 26 x 22 (on rear ‘V. Gemito’) Inv. 331 160. Francesco Jerace (1854 – 1937), Bust of woman with necklace, patinate on plaster, 49 x 30, signed: Jerace, Inv. 337 161. Francesco Jerace (1854 – 1937), Portrait of Rocco Pagliara, terracotta, 40 x 40, signed, Inv. 327

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163. Raffaele Belliazzi (1835-1917), Testa di vecchio, 1881, terracotta, 24,5 x 15, (sul retro “A R. Pagliara. R. Belliazzi”) 164. Saverio Sortini (1860-1925), Busto di Rocco Pagliara, 1890-95, sul davanti: “All’amico Rocco Pagliara aff. S. Sortini”, 1890/95, gesso, 50 x 50, depositi 165. Filippo Cifariello (1864/5-1936), Busto di giovane, firmato e datato 1882, terracotta, 52 x 40

166. Achille D’Orsi (1845-1929), Testa di giovane, firmato, terracotta, 26 x 20

167. Vincenzo Gemito (1852-1929), Pompeo, bronzo, 48 x 30

168. Vincenzo Gemito (1852-1929), Il pittore Meissonier, bronzo, 60 x 25, datato 1879

169. Giuseppe Pettinati, Ritratto di giovane donna, terracotta 170. G.T.B. Amendola (1848-1887), Assunzione di Maria, cera 171. Ignoto, Testa di bambino

bibliografia 1921 Galleria Corona (a cura di), Catalogo della grande vendita all’asta della collezione di arte antica e moderna che raccolse Rocco Pagliara: esposizione privata 18-20 maggio 1921, Napoli, Luigi Pierro & Figlio, 1921

1948 Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, Guida dell’istituto: anno accademico 1947/1948: cenni storici, corsi ed insegnamenti, piani di studio e programmi, disposizioni generali, esami, fondazione Adelaide e M. Antonietta Pagliara, dati statistici, Napoli, F. Giannini, 1948

1953

Istituto Universitario pareggiato di Magistero Femminile Suor Orsola Benincasa, Per Maria Antonietta Pagliara: 30 marzo 1952, Napoli, F. Giannini & F., 1953

1956

V. Mariani, La raccolta d’arte della Fondazione Pagliara: (Istituto universitario pareggiato di Magistero femminile Suor Orsola Benincasa), Napoli, F. Giannini & F., 1956

1977

Istituto Universitario pareggiato di magistero femminile Suor Orsola Benincasa, Mostra di incisioni di opere vanvitelliane della raccolta d’arte di proprietà dell’istituto maggio-luglio 1977, catalogo di mostra, Napoli, s.n., 1977

1979

Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, Mostra di incisori del Seicento della raccolta d’arte Pagliara di proprietà dell’Istituto, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1979

1981

A. Caputi (a cura di), Mostra di vedute di Napoli nella collezione di stampe della raccolta d’arte “Pagliara” di proprietà dell’Istituto: Istituto pareggiato di magistero

“Suor Orsola Benincasa”, Napoli, F. Giannini & F., 1981

1983

Itinerari archeologici a Napoli e dintorni: incisioni della Fondazione Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, con fotografie di Mimmo Jodice, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1983

1985

A. Caputi, M.T. Penta (a cura di), La Raccolta d’arte della Fondazione Pagliara, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1985

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

162. Nicola Renda (1815 – 1892), Portrait of a young woman, carved marble 163. Raffaele Belliazzi (1835 – 1917), Head of an old man, 1881, terracotta, 24.5 x 15 (on rear: “To R. Pagliara. R. Belliazzi”) 164. Saverio Sortini (1860 – 1925), Bust of Rocco Pagliara, 1890/95, on the front: “To my friend Rocco Pagliara aff. S. Sortini”, 1890/95, on the front:

“To my friend Rocco Pagliara aff. S. Sortini”, chalk, 50 x 50. Storage 165. Filippo Cifariello (1864-5 – 1936), Bust of a young man, signed and dated 1882, terracotta, 52 x 40 166. Achille D’Orsi (1845 – 1929), Head of a young man, signed, terracotta, 26 x 20 167. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), Pompey, bronze, 48 x 30 168. Vincenzo Gemito (1852 – 1929), The painter Meissonier, bronze, 60 x 25, dated 1879 169. Giuseppe Pettinati, Portrait of a young woman, terracotta 170. G.T.B. Amendola (1848 – 1887), Assumption of Mary, wax 171. Unknown, Head of a child

bibliography 1921 Galleria Corona (eds), Catalogo della grande vendita all’asta della collezione di arte antica e moderna che raccolse Rocco Pagliara: esposizione privata 18-20 maggio 1921, Naples, Luigi Pierro & Figlio, 1921

1948 Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, Guida dell’istituto: anno accademico 1947/1948: cenni storici, corsi ed insegnamenti, piani di studio e programmi, disposizioni generali, esami, fondazione Adelaide e M. Antonietta Pagliara, dati statistici, Naples, F. Giannini, 1948

1953

Istituto Universitario pareggiato di Magistero Femminile Suor Orsola Benincasa, Per Maria Antonietta Pagliara: 30 marzo 1952, Naples, F. Giannini & F., 1953

1956

V. Mariani, La raccolta d’arte della Fondazione Pagliara: (Istituto universitario pareggiato di Magistero femminile Suor Orsola Benincasa), Naples, F. Giannini & F., 1956

1977

Istituto Universitario pareggiato di magistero femminile Suor Orsola Benincasa, Mostra di incisioni di opere vanvitelliane della raccolta d’arte di proprietà dell’istituto maggio-luglio 1977, exhibition catalogue, Naples, s.n., 1977

1979

Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, Mostra di incisori del Seicento della raccolta d’arte Pagliara di proprietà dell’Istituto, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1979

1981

A. Caputi (eds), Mostra di vedute di Napoli nella collezione di stampe della raccolta d’arte “Pagliara” di proprietà dell’Istituto: Istituto pareggiato di magistero “Suor Orsola Benincasa”, Naples, F. Giannini & F., 1981

1983

Itinerari archeologici a Napoli e dintorni: incisioni della Fondazione Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, con fotografie di Mimmo Jodice, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1983

Page 85: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

168 169

Istituto Suor Orsola Benincasa, Parigi luoghi per una storia: incisioni della fondazione Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1985

1990

Istituto Suor Orsola Benincasa, Giovan Battista Piranesi incisore: incisioni della Fondazione Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1990

1992

A. Caputi, M.T. Penta (a cura di), Incisioni italiane del ’600 nella raccolta d’arte Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, catalogo di mostra, Milano, Mazzotta, 1992

1995

Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa, L’Istituto Suor Orsola Benincasa: un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Napoli, F. Fiorentino, 1995

M.T. Giordano, Il Fondo musicale della Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara in L’Istituto Suor Orsola Benincasa: un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Napoli, F. Fiorentino, 1995

1996

M.T. Penta, L. d’Alessandro (a cura di), Napoli in prospettiva : vedute della città dal XV al XIX secolo nelle stampe della Raccolta d’Arte Pagliara, Napoli, Imago, 1996

2002

M.T. Penta, B. Jatta (a cura di), Incisioni del ’700 in Italia nella Raccolta d’Arte Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 2002

2002

Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte, Biblioteca Rocco Pagliara: un caleidoscopio napoletano di fine Ottocento, Roma, Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, 2002

2003

M.T. Penta (a cura di), L’Europa a Napoli: Rocco Pagliara 1856/1914, catalogo di mostra, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, 2003

2004

M.A. Fusco (a cura di), Museo Storico Universitario Istituto Suor Orsola Benincasa, Roma, s.n., 2004 2007

F. Bissoli (a cura di), La biblioteca musicale della Fondazione Pagliara, Lucca, Libreria musicale italiana, 2002

2009

G. Martucci, Gli autografi della Fondazione Pagliara, Lucca, LIM, 2009

2012

P. Maione, F. Seller, Rocco Pagliara: osservatore della vita musicale napoletana in Napoli Nobilissima: rivista di tipografia e arte napoletana (maggio – agosto 2012), Napoli, 2012

19? Istituto Suor Orsola Benincasa, La Raccolta d’Arte della Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa, s.d.

II. Fact-finding, study and research project

II. Il progetto di conoscenza, studi e ricerche

1985

A. Caputi, M.T. Penta (eds), La Raccolta d’arte della Fondazione Pagliara, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1985

Istituto Suor Orsola Benincasa, Parigi luoghi per una storia: incisioni della fondazione Pagliara dell’istituto suor Orsola Benincasa di Napoli, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1985

1990

Istituto Suor Orsola Benincasa, Giovan Battista Piranesi incisore: incisioni della Fondazione Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1990

1992

A. Caputi, M.T. Penta (eds), Incisioni italiane del ’600 nella raccolta d’arte Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli, exhibition catalogue, Milan, Mazzotta, 1992

1995

University Institute Suor Orsola Benincasa, The Istituto Suor Orsola Benincasa: a century of culture in Naples, from 1895 to 1995, Naples, F. Fiorentino, 1995

M.T. Giordano, Il Fondo musicale della Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara in L’Istituto Suor Orsola Benincasa: un secolo di cultura a Napoli, 1895-1995, Naples, F. Fiorentino, 1995

1996

M.T. Penta, L. d’Alessandro (eds), Napoli in prospettiva : vedute della città dal XV al XIX secolo nelle stampe della Raccolta d’Arte Pagliara, Naples, Imago, 1996

2002

M.T. Penta, B. Jatta (eds), Incisioni del ’700 in Italia nella Raccolta d’Arte Pagliara dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 2002

2002

Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte, Biblioteca Rocco Pagliara: un caleidoscopio napoletano di fine Ottocento, Rome, Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte, 2002

2003

M.T. Penta (eds), L’Europa a Napoli: Rocco Pagliara 1856/1914, exhibition catalogue, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, 2003

2004

M.A. Fusco (eds), Museo Storico Universitario Istituto Suor Orsola Benincasa, Rome, s.n., 2004

2007

F. Bissoli (eds), La biblioteca musicale della Fondazione Pagliara, Lucca, Libreria musicale italiana, 2002

2009

G. Martucci, Gli autografi della Fondazione Pagliara, Lucca, LIM, 2009

2012

P. Maione, F. Seller, Rocco Pagliara: osservatore della vita musicale napoletana in Napoli Nobilissima: rivista di tipografia e arte napoletana (May – August 2012), Naples, 2012

19? Istituto Suor Orsola Benincasa, La Raccolta d’Arte della Fondazione Adelaide e Maria Antonietta Pagliara, Naples, Istituto Suor Orsola Benincasa, (date to be established)

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IiI Analisi del valore

del sito analysis of the value

of the site

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172 173

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

1ii.1.1La classificazione del bene

Complesso di edifici di notevole valore architettonico stori-

co-artistico con implicazioni nella conservazione del Patrimonio Im-

materiale (Cultura Europea e Storia Locale) e del Cultural Landscape 1.

Esso risponde pienamente alle caratteristiche descritte nei criteri II e

IV della Convenzione per il Patrimonio Mondiale Unesco 2, in quanto

tipico dell’architettura monastica europea del XVI secolo, ma eccezio-

nale nella posizione rispetto al tessuto urbanistico del Centro Storico e

peculiare per l’uso degli spazi e dei materiali architettonici. Nella valu-

tazione d’interesse, deve essere particolramente considerata la posizione

del Bene, inserito nella Red Zone del Vincolo Unesco, ma soprattutto

posto in una collocazione-chiave per la percezione visiva dell’intera

città e per la comprensione dello sviluppo urbanistico, storico e cul-

turale della stessa. L’utilizzo di gran parte del Bene come Università

aggiunge ulteriore interesse al sito, in quanto lo rende paradigmatico

della complessa stratificazione ed erede della grande tradizione cultu-

rale della città, legando la sua funzione all’opera di importanti studiosi,

attivi non solo localmente, ma nell’intero scenario europeo.

1ii.1.2La storia

Il Complesso Monumentale riassume in sé capitoli fondamen-

tali di almeno sei secoli di storia della città, testimoniando sia dello svi-

luppo urbanistico del centro storico di Napoli a partire dal XVI secolo,

sia di alcune importanti esperienze culturali e formative di valore uni-

versale (diritto allo studio e cultura di genere), sviluppatesi tra il XIX

e il XX secolo, con il contributo di eminenti personalità scientifiche

1ii.1.1The classification of the property

A complex of buildings of significant artistic and historical

architectural value, with implications for Intangible Heritage

Conservation (European Culture and Local History) and the

Cultural Landscape 1. It fully meets the characteristics described in

the Unesco World Heritage Convention 2 (criteria II and IV), as

typical of sixteenth-century European monastic architecture, but

it is exceptional in terms of its relationship with the urban fabric

of the historic city centre, and is unusual in the use of space and

architectural materials characterising it. In the assessment in question,

it is important to consider the location of the property, i.e. within the

Red Zone of the Unesco WHL, but above all, it is in a key position

to give a visual perception of the historical and cultural development

of the city as a whole. The use of the greater part of the Property as

a university adds further interest to the site, as it makes it the perfect

illustration of a complex stratification and it thus becomes heir to

the great cultural tradition of the city, binding it functionally to the

work of famous scholars, active not only locally, but within the whole

European cultural scene.

1ii.1.2History

The Monumental Complex epitomises the main features

of at least six centuries of the city's history, as a witness to both the

urban development of the historic core of Naples from the sixteenth

century onwards, and a number of important cultural and educational

experiences of universal value (the right to education and gender

iii.1Gli elementi oggetto di valutazione

iii.1The elements to be assessed

1 «L’Unesco chiama paesaggio culturale vivente o evolutivo un paesaggio che conserva un ruolo sociale attivo nella società contemporanea strettamente associato ad un modo di vita tradizionale e nel quale il processo evolutivo continua. Paesaggio culturale associativo è definito un paesaggio che giustifica la sua iscrizione alla Lista del Patrimonio Mondiale per la forza di fusione dei fenomeni religiosi, artistici o culturali, con l’elemento naturale piuttosto che per delle tracce culturali tangibili che possono essere insignificanti o anche inesistenti. Il Sito è luogo attivo di produzione di cultura contemporanea», Linee-guida per la redazione dei Piani di Gestione, Commissione Italiana Unesco, Paestum 2004. 2 « (ii) To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or landscape design; (iv) To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history».

1“Unesco defines as ‘living cultural or evolutionary landscape’ those territories that have an active social role in contemporary society, and are closely associated with a traditional way of life where the evolutionary process is ongoing. An ‘associative cultural landscape’ is one that justifies its inclusion in the World Heritage List by virtue of the close interconnection of religious, artistic or cultural links with the natural element rather than tangible cultural elements that may be insignificant or even non-existent. The Site is a place active in the production of contemporary culture”, Guidelines for the preparation of management plans, Italian Unesco Commission, Paestum 2004. 2 “(ii) To exhibit an important interchange of human values, over a span of time or within a cultural area of the world, on developments in architecture or technology, monumental arts, town-planning or landscape design; (iv) To be an outstanding example of a type of building, architectural or technological ensemble or landscape which illustrates (a) significant stage(s) in human history”.

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174 175

ampiamente riconosciute. In particolar modo, la Cittadella Unisob rap-

presenta una sintesi delle caratteristiche architettoniche dell’intera città

(architettura del tufo, ipogea e fuori terra, architettura religiosa, arte

del Barocco napoletano, vedute panoramiche, arte dei giardini ecc.) e

come tale essa può fungere da luogo ideale per un primo approccio

globale alla visita e alla conoscenza della medesima. L’utilizzo cultura-

le continuo del luogo fin dalla sua creazione e la modernità della sua

formula conservativa e d’uso, ne fanno un monumento di alto valore

simbolico e funzionale al rilancio del progetto di patrimonializzazione

del centro storico di Napoli.

1ii.1.3La proprietà

La proprietà degli immobili è dell’Ente Morale Suor Orsola

Benincasa, la gestione degli immobili in fitto o in comodato d’uso è

dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, la proprietà delle

Collezioni Museali è ripartita tra Ente Morale, Fondazione Pagliara

e Fondazione Museo del Giocattolo. Tali enti intendono creare una

sinergia gestionale rivolta alla realizzazione di Buone Pratiche di Va-

lorizzazione Integrata e contribuire alla formazione sul campo di pro-

fessionalità aggiornate e propositive, qualificate per sostenere la fase di

rilancio. La valorizzazione Unesco del sito faciliterebbe moltissimo

tale processo, garantendo quella visibilità atta ad attrarre partners e a

intercettare flussi turistici che ne garantirebbero la sopravvivenza e la

performanza culturale, facilitando inoltre la sperimentazione di model-

li gestionali completi, da utilizzare al servizio del rilancio del comples-

sivo vincolo Unesco del Centro Storico di Napoli.

1ii.1.4Lo stato di conservazione

Buono nel complesso, ma bisognoso di manutenzione,valoriz-

zazione e tutela di lungo periodo; in particolare, la presenza del Corso

di Laurea in Restauro e Conservazione dei Beni Culturali costituisce

un’opportunità rilevante da valorizzare in funzione della conservazio-

ne medesima. Alcuni complessi, come quello di Trinità delle Monache,

sono ancora in corso di restauro così come la Cappella Pignatelli, men-

tre gli altri necessitano di lavori di completamento dei restauri pregressi

e di adeguamento ai requisiti di sicurezza previsti per le aree museali.

Diversa la situazione del patrimonio museale, documentale e biblio-

tecario, che presenta, pur nell’accettabilità delle condizioni, numerose

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

culture), as they evolved over the nineteenth and twentieth centuries,

with contributions from widely recognised and eminent scientists.

In particular, the Cittadella Unisob represents a synthesis of the

architectural features of the entire city (architecture in tuff, both under

and above ground, religious architecture, the art of the Neapolitan

Baroque, panoramic views, landscape gardening etc.) and as such it

can serve as the ideal place for an initial general approach to visiting

and getting to know the city itself. The continued use of the location

for cultural activities since its creation, and the modernity of its use

and preservation formula make it a landmark of great symbolic value

and give it a role in the revival of the capitalisation project for Naples’

historic centre.

1ii.1.3Ownership

The property is owned by the Ente Morale Suor Orsola

Benincasa, a registered charity, while Suor Orsola Benincasa University

is responsible for the management of the rented real estate and loan-

for-use agreements. Ownership of the Museum Collections is divided

between the Fondazione Pagliara, a registered charity, and the Toy

Museum Foundation. These organisations aim to create a synergistic

management, focusing on the creation of Good Practice for Integrated

Valorisation and to contribute to the on-site training of updated and

pro-active professionals, qualified to support the recovery phase. Unesco

valorisation of the site would greatly facilitate this process, ensuring the

visibility needed to attract partners and to capture flows of tourism that

would guarantee survival and cultural performance, and would facilitate

the testing of complete management tools that could be used for the

overall revival of the Historic Centre of Naples Unesco Site.

1ii.1.4The state of conservation

Mostly good, but in need of maintenance, valorisation and

long-term safeguards. In particular, the existence of degree courses in

the Restoration and Preservation of Cultural Heritage is a significant

opportunity to be exploited in terms of preservation itself. Some

complexes, such as Trinità delle Monache and the Cappella Pignatelli,

are still under restoration, while others need work to complete the

previous restoration and to adapt them to the safety requirements

of the museum areas. The situation is different in the case of the

Cappella Pignatelli, particolari delle decorazioni marmoree.The Pignatelli Chapel, details of marble decorations.

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176 177

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

criticità, a fronteggiare le quali è rivolto il progetto di valorizzazione.

Il contesto economico attuale rende sempre più difficile assicurare, in

piena autonomia, la sopravvivenza e l’adeguata socializzazione del pa-

trimonio, mentre la sua emersione sullo scenario cittadino e la sua

apertura al pubblico ne renderebbe più semplice la tutela.

1ii.1.5L’integrità

Sostanzialmente rispettata dalla funzione culturale cui il com-

plesso è adibito. I restauri degli anni passati, grazie alla proficua colla-

borazione tra Proprietà e Mibact, hanno filologicamente conservato

la fruibilità delle diverse fasi architettoniche dei vari edifici e tutte le

strutture di pregio, senza modificare in alcun modo i luoghi, che sono

stati adattati alla nuova funzione nel rispetto della loro storia. Le rare

modifiche apportate si qualificano come interventi di alta architettura

e sono parte della storia dell’uso consapevole e virtuoso di questo com-

plesso architettonico. Il sito possiede il pregio di conservare ancora ampi

spazi utilizzabili per attività di fruizione unicamente turistico-culturale

e presenta la possibilità di creare percorsi di visita paralleli rispetto agli

ambienti universitari. Dunque mediante la sua conservazione e valoriz-

zazione si potrebbe ottenere il doppio risultato di un uso consapevole

e sostenibile di un bene culturale di pregio e della realizzazione di un

attrattore-laboratorio al servizio della città.

1ii.1.6L’autenticità

Gli edifici che compongono il Complesso Monumentale Uni-

sob hanno conservato la forma architettonica che essi avevano all’atto

dell’acquisizione e, nel complesso, non vi sono state modifiche sostan-

ziali dello stato dei luoghi e delle interazioni con il territorio e l’am-

biente, come dimostrano le piante storiche e la tipica collocazione della

Cittadella e degli altri complessi nel paesaggio urbano. Le operazioni

pianificate di ripristino dei luoghi in funzione dell’accessibilità non

prevedono alterazioni ulteriori e contribuscono alla percezione di un

uso consapevole e sostenibile del Patrimonio. Inoltre la consistenza del

patrimonio di beni mobili e la disponibilità di ampia documentazio-

ne relativa allo stato dei luoghi (documenti d’archivio, mappe storiche,

immagini fotografiche, iconografie artistiche ecc.) e al loro sviluppo,

corrisponde alla definizione di Autenticità inclusa nella carta di Nara 3,

a sua volta ispirata alla Carta di Venezia sulla Conservazione del Patri-

3 Cfr. Icomos, Nara Document on Authenticity. Experts meeting, 1-6 November 1994, Conference on Authenticity in Relation to the World Heritage Convention.

museum, library, and archives, which, despite their acceptable state,

still have many critical issues, which the valorisation project would

solve. The current economic difficulties make it increasingly difficult

to ensure independent survival and full accessibility to the property,

while its emergence on the city scene, and its opening to the public

would make it easier to protect.

1ii.1.5Integrity

Integrity is substantially respected thanks to the cultural role

of the property. The restoration work of the past years, thanks to the

fruitful collaboration between the owners and the Ministry for Cultural

Heritage, has maintained, in a spirit of authenticity, the usability of the

different architectural phases in the various buildings and structures of

value without any alteration to the premises, which have been adapted

to their new function while respecting their history to the utmost.

The few modifications carried out are works of high architecture, and

make up part of the history of the virtuous and conscious use of this

architectural complex. The site still preserves many areas that could

be used exclusively for tourism and cultural purposes, and allows the

possibility of creating routes running parallel to the university areas.

Its preservation and valorisation could lead to the two-fold result of

a conscious and sustainable use of a valuable cultural asset and the

creation of an attractor laboratory at the service the city.

1ii.1.6Authenticity

The buildings forming the Unisob Monumental Complex

have preserved the architectural form they had when first acquired

and, overall, they have undergone no substantial changes in terms of

the state of the premises or their interaction with the territory and the

environment as may be seen from historical maps, the typical location

of the Citadel and the complexes within the urban landscape. The

work planned to adapt the premises in view of greater accessibility will

not cause further alterations and will contribute to a better perception

of the property and its conscious and sustainable use. Furthermore,

the importance of the moveable assets and the availability of

extensive documentation relating to the condition and development

of the premises (archive documents, historical maps, photographs,

artistic iconography, etc.) meets the definition included in the Nara

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178 179

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

monio, del 1964. Tale elemento è garantito dalla presenza di strutture

di ricerca permanenti afferenti alla Facoltà di Lettere e Conservazione

dei Beni Culturali e in particolare dall’attività di Docenti, Ricercatori

e Studenti del Corso di Laurea Magistrale in Restauro, unica nell’Ita-

lia Meridionale peninsulare e uniformata alle tecniche e agli indirizzi

di ricerca del Mibact e degli istituti internazionali di tutela (Iccrom,

Icomos etc.).

1ii.1.7L’accessibilità

Il sito è pubblicamente frequentato, ma non vi è ancora possi-

bilità di fruibilità regolare dell’intero patrimonio custodito, per motivi

di gestione e sicurezza. L’accesso ai diversamente abili è solo parzial-

mente consentito, e il progetto di valorizzazione ha tra i suoi obiettivi

principali quello di ampliare al massimo tali possibilità. Al riguardo, va

evidenziato che non sarà possibile consentire l’accesso ai disabili in aree

servite da accessi arditi o eccessivamente stretti, mentre sarà possibile la

fruizione della Rampa Storica, utilizzando appositi mezzi cingolati (in

fase di acquisto) compatibili con la tutela della pavimentazione e capaci

di trasportare disabili non autosufficienti anche su scale non fornite

di elevatore. Per le aree non raggiungibili saranno predisposte speciali

sale immersive, che permetteranno al disabile di fruire di immagini e

contenuti al pari degli altri visitatori. Più complessa è la valutazione

della pressione del turismo culturale sull’area cittadina di insistenza:

l’arteria del Corso Vittorio Emanuele, già estremamente trafficata, non

consente un’agevole gestione dei flussi turistici in termini di parcheggi

e aree di sosta, mentre molto ben collegata risulta essere al centro cit-

tadino dai mezzi pubblici (sistema Metropolitana/Funicolare, autobus,

percorsi pedonali) 4. Al riguardo, il progetto di valorizzazione intende

massimizzare l’informazione e la gestione dei flussi turistici in modo da

renderli compatibili con una fruizione sostenibile delle vie d’accesso.

1ii.1.8La minaccia

Il delicato equilibrio attualmente garantito dalla presenza dell’I-

stituzione Culturale e dalle Fondazioni risulta reso precario dalla progres-

siva carenza di fondi e dall’uso continuo. Il riconoscimento di Interesse

Particolarmente Importante ai sensi della vigente legislazione nazionale

non garantisce la tutela del complicato insieme di valori estetici, culturali

e socio-antropologici del Complesso nel lungo periodo. In particolar 4 Cfr. Cap. ii.1.2, Il territorio e la viabilità, pp. 22-23 e tavole annesse.

3 Cf. Icomos, Nara Document on Authenticity. Experts meeting, 1-6 November 1994, Conference on Authenticity in Relation to the World Heritage Convention. 4 Cf. chap ii.1.2. The territory and mobility, pp 22-23 and associated tables.

Document on Authenticity 3 (1994), which was inspired by the Venice

Charter on the Conservation and Restoration of Monuments and

Sites (1964). This is guaranteed by the presence of permanent research

facilities associated with the Faculty of Arts and the Preservation

of Cultural Heritage. Above all, it is ensured by the activities of the

academics, researchers and students involved in the Masters Degree

in Restoration, the only one in Mainland Southern Italy, coordinated

with the techniques and research directions coming from the Ministry

of Cultural Heritage and with the main international conservation

institutes (Iccrom, Icomos, etc.).

1ii.1.7Accessibility

The site is frequented by the public, but there is still no

possibility of regular access to the whole site for security and

management reasons. Disabled access is only partially possible, and

the maximisation of this possibility is one of the priorities of the

valorisation project. It must to be said that it will certainly not be

possible to provide access for disabled people to areas served by steep

or excessively narrow access routes, but it will be possible to use the

Historical Ramp by means of vehicles with special tracks (currently

being purchased) which will not harm the paving and will be able to

transport persons with limited mobility also via stairways not equipped

with lifts. The inaccessible areas will be covered by special Immersive

Rooms, which will allow disabled visitors to enjoy images and museum

contents in the same way as other visitors. A more complex issue is that

of assessing the effects of cultural tourism on the local area. The main

road, Corso Vittorio Emanuele, is already extremely busy, and does

not allow easy management of tourist flows in terms of parking and

stopping areas, but it is very well connected to the city centre by public

transport (underground railway/funicular railway, bus lines, pedestrian

routes) 4. On this issue, the valorisation project aims to maximize the

information and the management of tourist flows so as to make them

compatible with the sustainable use of the access roads.

1ii.1.8Threats

The delicate balance currently guaranteed by the presence of

the institution and the Cultural Foundations is made precarious by the

progressive shortage of funds and their continual use. Recognition of

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180 181

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

modo, in pericolo sono le collezioni museali, che, nonostante le cure

prodigate dalla Scuola di restauro, rischiano il degrado a causa della man-

canza di adeguate strutture di musealizzazione e di sicurezza, nonché

dell’incompletezza della catalogazione, non ancora aggiornata e fruibile.

Solo l’utilizzo integrato dell’intera area e la messa a reddito dei servizi

culturali che essa può offrire potranno garantirne la conservazione, fa-

vorendo nel contempo l’impiego e la formazione di professionalità ade-

guate alle sfide della modernità in materia di Beni Culturali e in grado

di diffondere la filosofia dello Human Heritage Unesco con tutte le sue

potenzialità, migliorando di riflesso le performances gestionali non solo del

nuovo attrattore, ma in prospettiva dell’intera rete museale e storico-ar-

tistica del Centro Storico di Napoli.

Abusivismo

Il sito e la relativa buffer zone sono situati nel centro storico della

città di Napoli, e sono quindi adeguatamente tutelati da qualsiasi possibi-

le modificazione (demolizioni, ricostruzioni, nuove edificazioni, usi ini-

donei degli edifici, ecc.) che ne possa diminuire l’autenticità e l’integrità.

Rischio antropico per furti e vandalismi

Per quanto di competenza, le aree destinate ad Attrattore Cul-

turale sono dotate in gran parte di Servizio di sicurezza diurno e di

allarme notturno a sensori laser e ambientali, collegato con la Centrale

operativa dell’Arma dei Carabinieri di Napoli e con i Custodi reperi-

bili e il Servizio di supporto tecnico Unisob. In caso di manutenzio-

ne o inefficienza del sistema di allarme viene predisposta sorveglianza

esterna notturna a carico del Servizio di vigilanza. Durante il giorno

le aree esterne e interne sono protette da circuiti di videosorveglianza

(tvcc) con registrazione, vigilato da personale specializzato. Il progetto

di Valorizzazione prevede, già in parte finanziato, l’incremento dei sen-

sori di allarme nelle aree attualmente non visitabili e delle postazioni

di rilievo tramite telecamere di sicurezza poste lungo i percorsi di visita,

interni ed esterni. Il personale di sorveglianza, parametrato alla gran-

dezza delle aree destinate a Museo e alle modalità di visita per gruppi,

sarà implementato dalla società di Gestione In House.

Inquinamento atmosferico

Sebbene collocato in una zona cittadina estremamente traffica-

ta, la posizione della Cittadella Unisob, posta al di sopra dell’arteria ro-

tabile e dotata di ampie aree verdi, non presenta livelli di inquinamento

preoccupanti o destinati a rapido incremento. Il recupero parziale delle

the status of ‘Particularly Important Interest’ under existing national

legislation does not guarantee the long-term protection of the complex

set of aesthetic, cultural and socio-anthropological values represented

by the Site. Especially at risk are the museum collections, which,

despite the care provided by the School of Restoration, still run the

risk of decay, due to a lack of adequate museum and security facilities

together with incomplete cataloguing, which has not yet been updated

and is thus unusable. Only integrated use of the entire area and the

exploitation of cultural services to generate income can guarantee

their full preservation, promoting at the same time the use and training

of professionals to meet the challenges of modernity in the field of

Cultural Heritage. These people would be able to spread the Unesco

Human Heritage philosophy with all its potential, thus improving

management performance, not only with regard to the new attractor,

but also in view of the creation of an entire network of museums and

art history in the historical centre of Naples.

Illegal development

The Site and its buffer zone are located in the historic centre

of the city of Naples, and are therefore adequately protected from

any possible modification (demolition, reconstruction, new buildings,

unsuitable use of buildings, etc.) that could adversely affect their

authenticity and integrity.

Risk of theft and vandalism

All the areas of the site to become a ‘Cultural Attractor’ are

mostly equipped with a Day Security Service and night alarms with

environmental and laser sensors connected to the Central Police

Office (Carabinieri) in Naples. There are also the on-call Unisob

security personnel and a Unisob Technical Support Service. During

maintenance or when the system is out of order there is internal and

external night surveillance organised by the Unisob Security Service.

During the day, the areas are protected by a recorded video surveillance

circuit (cctv), supervised by qualified staff. The valorisation project

includes an already partially funded increase in the number of alarm

sensors and security stations with cctv in areas not currently accessible

to visitors as well as security cameras placed along the internal and

external tour routes. The security staff, in numbers sufficient for areas

set aside for Museum purposes and tour arrangements for groups, will

be implemented by the planned in-house Company.

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182 183

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

acque piovane consente di controllare il drenaggio delle aree verdi e

l’erosione eolica e marina sono contenute dalle spesse murature peri-

metrali in tufo, consentendo la pianificazione di manutenzione ordina-

ria e straordinaria senza sostanziali elementi critici.

Inquinamento elettromagnetico

Non sono presenti, nelle immediate vicinanze, fonti di inqui-

namento elettromagnetico, e le centaline di controllo degli impianti

elettrici sono allocate in aree separate e monitorate.

Inquinamento acustico

L’assenza di traffico nell’area della cittadella e la distanza dalla strada,

da strutture produttive o centri commerciali, nonché le spesse murature

tufacee rendono l’area museale protetta da inquinamento acustico.

Rischio sismico

Il territorio della città di Napoli è caratterizzato da sismicità ele-

vata, che ha, in passato, danneggiato più volte il suo patrimonio culturale.

Tuttavia l’area della Cittadella Unisob, costruita su di un’altura tufacea, ha

mostrato, nei secoli, un’elevata resistenza ai fenomeni sismici. Inoltre il

personale addetto alla sicurezza è istruito con apposito corso di formazio-

ne sulle procedure da seguire in caso di sisma, ed è presente la segnaletica

prevista dal Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 in relazione ai

comportamenti di Protezione Civile (vie di fuga e piano di evacuazione).

Rischio incendio

L’area della Cittadella Unisob, ristrutturata con l’utilizzo di ma-

teriali ignifughi, è fornita dei seguenti dispositivi di sicurezza:

– rilevatori di fumo;

– estintori portatili (pressurizzati, rinnovati ogni sei mesi);

– manichette antincendio;

– segnaletica antincendio a norma di legge;

– predisposizione vie di fuga e piani di evacuazione.

Rischio terrorismo

A partire dagli episodi dell’11 settembre 2001, come tanti altri

siti culturali italiani l’Università è oggetto di particolari attenzioni e

vigilanza secondo quanto previsto per determinati obiettivi sensibili. Il

rischio è comunque attualmente remoto. Nelle aree adibite a Museo,

inoltre, i visitatori, sempre per ragioni di sicurezza, sono obbligati a

depositare borse, zaini e valigie.

Air pollution

Although placed in an extremely busy city area, the location

of the Unisob Citadel, situated above the traffic area and with its large

green areas gives no cause for concern in terms of pollution levels nor

are they likely to increase soon. The partial recovery of rainwater makes

it possible to control the drainage of the green areas, and the effects

of wind and salt erosion are contained by the thick surrounding walls

in tuff, allowing ordinary maintenance and repairs without substantial

problems.

Electromagnetic pollution

Sources of electromagnetic pollution are not present in the

immediate neighbourhoods, and the control units for the electrical

plants are located in separate and monitored areas.

Noise pollution

The absence of traffic in the Citadel area and the distance

from the main road, industrial sites or shopping centres, as well as the

thick tuff walls, protect the museum area from noise pollution.

Seismic risk

The city of Naples area is characterised by high levels of

seismic activity, which has frequently caused damage to its cultural

heritage in the past. However, the area of the Citadella Unisob, built

high up on a tufaceous hill, has shown a good degree of resistance

to earthquakes over the centuries. In addition, the security staff have

attended a special training course on the procedures to follow in the

event of earthquake. In addition, signs required by Legislative Decree

no. 81 of 9 April 2008 relating to the conduct of Civil Protection

(Escape Routes and Evacuation Plan) are visible throughout the

premises.

Fire risk

The Citadella Unisob, renovated using fireproof materials, is

provided with the following safety devices:

– smoke detectors

– portable fire extinguishers (pressurised, renewed every 6 months)

– fire hoses

– regulation fire warnings

– escape routes and evacuation plans

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Pressione turistica

La città di Napoli è città turistica per vocazione di antica data

e, come esposto nell’analisi socio-economica del presente PdG, l’area

di sedime di Unisob è collocata lungo direttici di fruizione turistica

piuttosto ben sviluppate, sebbene non su quelle di maggiore flusso, col-

locate nella parte bassa del Centro Storico (Area dei Decumani e Area

costiera). L’apertura regolare e continuata al pubblico del Complesso

Culturale Unisob, attualmente aperto soltanto saltuariamente (due gg.

alla settimana e nelle sole ore diurne, fatta eccezione per iniziative

o eventi speciali), creerebbe certamente un considerevole incremento

della circolazione turistica nell’area.

La pressione antropica sul bene è attualmente monitorata dal

Servizio di manutenzione dell’Unisob, ma risulta senz’altro com-

patibile con un consistente incremento della quota residuale (LAC

analysis) al netto della frequentazione corrente (circa 10.000 studenti

e circa 1500 non studenti, per una frequentazione giornaliera media

stimabile di circa 8000 persone sull’intera area Unisob e di circa 5000

persone nell’area della cittadella). La pressione del turismo culturale

a regime, stanti le modalità di utilizzo previste (visite per gruppi non

superiori alle 50 unità e presenza di max tre gruppi in contempora-

nea, per un massimo stimabile di 450-500 persone al giorno) sarebbe

uguale o inferiore al 10% dell’usura attuale e si concentrerebbe in aree

normalmente non visitabili della Cittadella stessa. Tuttavia le piste di

monitoraggio in fase di Start-Up terranno particolarmente conto del-

la risposta della struttura alle sollecitazioni e al graduale incremento

delle presenze, in modo da poter, nel caso, intervenire in itinere sulle

modalità di fruizione.

Conservazione e Catalogazione

Sugli edifici monumentali del sito e i relativi apparati decorativi,

oltre ai numerosi studi e alle pubblicazioni esistenti, esistono schede

dettagliate elaborate secondo gli standard catalografici nazionali de-

finiti dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del

Ministero per Beni e le Attività Culturali (www.iccd.beniculturali.it).

Anche per gli oggetti mobili contenuti, oltre ai relativi studi

specifici, esistono analoghe schede inventariali e di catalogo.

Le schede inventariali e di catalogo e tutta l’altra documentazio-

ne esistente sugli edifici del complesso e sui beni in essi contenuti sono

conservate presso gli Archivi dell’Ente Morale Suor Orsola Benincasa.

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

The threat of terrorism

Since the events of September 11 2001, like many other

Italian cultural sites, the University receives special attention and is

under surveillance as provided for under sensitive targets legislation.

Currently, any such risk is remote. Again for security reasons, visitors

may not bring bags, backpacks or suitcases into the museum areas.

Tourist pressure

The city of Naples has long been a tourist attraction

and, as explained in the analysis presented in the socio-economic

Management Plan in this volume, the area of land owned by Unisob

is located along rather well-developed tourist routes, though not

those of maximum flow. The most frequented areas lie in the lower

part of the Old Town (the Decumani and seafront areas). Regular

and continuous opening to the public of the Unisob Cultural

Complex, which is currently only sporadic, (2 days per week only in

the morning hours, except for special events or initiatives), would

certainly create a considerable increase in tourist traffic in the area.

Anthropic pressure on the structure is currently monitored

by Unisob maintenance staff, but it is certainly compatible with a

substantial increase in the marginal sector (LAC analysis), net of

current attendance (around 10,000 students and about 1,500 non-

students, resulting in an average daily attendance estimated at about

8,000 people over the entire Unisob area and about 5,000 people

in the citadel area). The pressure of cultural tourism at full capacity,

considering the modalities of fruition envisaged (visits for groups of

up to 50 units and the presence of no more than 3 groups at the same

time, with an estimated maximum of 450-500 people per day) would

be equal to, or less than, 10% of the current degree of wear, and

would focus on areas not normally visited within the Citadel itself.

However, monitoring activities during the Start-Up phase

will pay particular attention to the stress-response of the structure

and to any gradual increase of attendance, so as to be able to make

changes to the way the buildings are visited as and when necessary.

Conservation and Cataloguing

There are a number of studies and publications on the Unisob

monumental buildings and their decorative features, and there are

also detailed records processed according to the national cataloguing

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1ii.1.9Le opportunità

La valorizzazione integrata Unesco del Complesso Monumen-

tale Unisob può restituire alla città un Grande Attrattore culturale, forte-

mente integrato urbanisticamente, architettonicamente e culturalmente

al paesaggio urbano e al Centro Storico. La Cittadella può rappresentare

il punto di arrivo di un percorso che attraversi il Centro Storico, met-

tendone in luce settori oggi non molto valorizzati (l’area compresa tra

i Decumani e il Colle di Sant’Elmo, con i suoi percorsi pedonali, le sue

rampe e le sue aree di mercato) e permettendo la piena fruizione dei

più suggestivi panorami urbani. Nel contempo, la valorizzazione turi-

stico-culturale del Complesso può fungere da volano di sviluppo per

l’area urbana circostante, già in parte rivitalizzata dalla presenza della sede

universitaria: essa potrà giovarsi dell’indotto creato dall’attività del nuovo

attrattore per migliorare la qualità del territorio e dell’economia locale 5,

specie se saranno attivate, in sinergia con gli Enti Locali e territoriali,

strategie di sostegno all’occupazione e all’impresa turistico-culturale.

Il Museo della Cittadella e il percorso assistito previsto dalla Cap-

pella Pignatelli potranno incentivare un turismo più motivato sotto il

profilo culturale e ambientale, favorendo l’impiego dei mezzi pubblici

e dei percorsi pedonali, fino a un vero e proprio itinerario di trekking

urbano. Infine, il carattere laboratoriale molto spinto del progetto favo-

rirà la sperimentazione di soluzioni esportabili ad altri contesti cittadini

e il monitoraggio costante dei progressi, evitando l’isolamento e l’im-

provvisazione. La profonda sinergia con l’intera cabina di regia dell’area

Unesco consentirà a Unisob di essere partner attivo e qualificato del

progetto complessivo di rilancio del vincolo napoletano. Infine, le com-

petenze specifiche relative al ciclo integrato della tutela e della valoriz-

zazione, rappresentato dalle facoltà di Conservazione dei beni culturali

(con la Scuola di Restauro che provvede virtuosamente alla conserva-

zione del patrimonio interno e si è resa spesso disponibile per interventi

sul patrimonio cittadino in generale), di Scienze della Formazione (che

comprende sia Scienze dell’Educazione che Scienze della Comunica-

zione) e di Giurisprudenza (attiva nella riflessione sulla tutela e sugli

scenari internazionali), applicato alle raccolte museali e archivistiche, è la

dote che l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa porta alla causa

dell’Human Heritage Centro Storico di Napoli, unitamente a un Piano di

sviluppo che si propone di fare di questa Istituzione Culturale un baluar-

do dello sviluppo e del turismo sostenibile Unesco, sviluppando i temi

della Tangible e Intangible Human Heritage nel proprio curricolo didattico

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

5 « I tentativi di politiche di sviluppo economico degli ultimi 50 anni hanno dimostrato che lo sviluppo è possibile solo se esso è radicato nel territorio in modo endogeno, ossia fondato su un circolo virtuoso capace di autosostenersi. Lo sviluppo endogeno è quindi possibile solo se esiste una fonte potenziale locale di economie di scala (o di accumulazione) e una struttura degli scambi sociali ed economici in grado di liberare tali potenzialità, in modo che lo sviluppo riesca ad autoalimentarsi » (Paestum 2004, cap. 1.6 del documento finale).

5 “Attempts to create economic development policies in the last 50 years have shown that development is only possible if it is rooted in the territory in an endogenous manner, i.e., being founded on a virtuous and self-sustaining circle. Endogenous development is thus only possible if there is a potential local source of economy of scale (or accumulation) and a structure of social and economic trade capable of releasing this potential, so that the development can be self-sustaining” (Paestum 2004, ch. 1.6 of the final document).

standards established by the Central Institute for Cataloguing and

Documentation at the Ministry of Heritage and Culture (www.iccd.

beniculturali.it).

There are also relevant specific studies on the movable assets

as well as similar inventory and catalogue records.

The inventory and catalogue records and all other existing

documentation on the buildings of the complex and on the heritage

are preserved in the archives of the Ente Morale Suor Orsola Benincasa.

1ii.1.9Opportunities

Integrated valorisation of the Unesco Unisob Monumental

Complex can give a cultural Great Attractor back to the city, one that

will be urbanistically, architecturally, and culturally extremely well

integrated into the urban landscape and Historic Centre. The Citadel is

able to represent the point of arrival of a pathway through the Old Town,

highlighting areas that are not sufficiently appreciated (the area between

the Decumani and St. Elmo’s Hill, with its pedestrian walkways, its ramps

and its market areas) today and will allow full enjoyment of this most

impressive of urban landscapes. At the same time, the valorisation of the

cultural complex from the point of view of tourism could work as a

driving force for the development of the surrounding urban area, already

partly revitalised by the presence of the university itself. It would benefit

from the activities created by the new attractor to improve the quality of

the area and the local economy 5, especially if, in synergy with local and

territorial authorities, strategies to support employment and cultural/

tourism-linked businesses are set in place.

The Citadel Museum and the planned assisted route from

the Pignatelli Chapel will foster a more motivated tourism from the

cultural and environmental points of view, encouraging the use of

public transport and pedestrian routes, leading to a true urban trekking

experience. Lastly, the highly experimental nature of the project will

facilitate testing solutions that can be exported and useful for other

cities together with the constant monitoring of progress, so as to

avoid isolation and improvisation. Profound synergy with the entire

control room of the Unesco WHL area will allow Unisob to be an

active and qualified partner in the overall project to revitalise the

Neapolitan WHL site. Lastly, the specific skills relating to the Integrated

Cycle of Protection and Valorisation represented by the Faculties of

Conservation of the Cultural Heritage (with the School of Restoration

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189

e promuovendo la fruizione turistica del proprio patrimonio architetto-

nico di pregio e delle proprie collezioni museali a beneficio del Centro

Storico di Napoli, del suo Cultural Landscape e delle future generazioni.

III. Analysis of the valueof the site

III. Analisi del valore del sito

Il Cortile delle Camelie e la Rampa verso il Giardino dei Cinque Continenti.The Court of the Camelias and the stairs leading to the Garden of the Five Continents.

which successfully conserves the internal heritage and has often done

helpful work concerning the heritage of the city in general), Education

(which includes both Education and Communication Studies), and

Law (active in the study on conservation and international scenarios),

applied to the Museum and Archive collections, is the dowry that the

Università Suor Orsola Benincasa brings to the cause of the Historic

Centre of Naples World Heritage site, together with a Development

Plan that aims to make this institution a stronghold of Unesco

Cultural Development and Sustainable Tourism, developing the themes

of Tangible and Intangible Human Heritage in their educational

curriculum and promoting tourism centred on the use of its

architectural heritage and its museum collections to the benefit of the

historic centre of Naples, its Cultural Landscape, and future generations.

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191

Iv Criticità

e problem solving critical areas

and problem solving

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193

IV. Critical areas and problem solving

IV. Criticità e 'problem solving'

La composita eterogeneità del Complesso Monumentale Uni-

sob e la sua ubicazione hanno sempre reso problematiche le operazio-

ni relative agli impianti energetici e di smaltimento: inoltre, la natura

storica degli edifici rende necessaria l’accurata pianificazione di ogni

intervento potenzialmente impattante.

La gestione corrente ha finora adottato strategie per la minimiz-

zazione dell’impatto ambientale solo in alcuni settori (raccolta diffe-

renziata dei rifiuti, compostaggio degli sfalci dei giardini, utilizzo di

lampade a risparmio energetico, utilizzo parziale delle cisterne antiche

per il recupero dell’acqua piovana), ma sono allo studio progetti per la

produzione sostenibile di energia da fonti eoliche e fotovoltaiche, per

il pieno ripristino funzionale delle cisterne e la produzione di condi-

zionamento da correnti ipogee.

The heterogeneous nature of the Unisob Monumental

Complex and its location have always made operations relating to its

electrical installations and disposal procedures very difficult. In addition,

the historical character of the buildings requires that potentially

impactful interventions be planned with the utmost care.

The current management has so far adopted strategies to

minimise environmental impact in only a few sectors (waste separation,

the composting of garden cuttings, the use of energy-saving lighting,

the partial use of the ancient cisterns for rainwater harvesting), but

projects are being designed for the sustainable production of wind and

solar energy in addition to returning the cisterns to full working order,

and the creation of a system of natural air conditioning by means of

underground currents.

iv.1Sostenibilità ambientale iv.1Environmental sustainability

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195

IV. Criticità e 'problem solving'

La conservazione e la valorizzazione di un così ampio com-

plesso monumentale hanno costi che non possono essere interamente

sostenuti dai soli proventi dell’apertura al pubblico. L’ipotesi di sosteni-

bilità economica del Complesso monumentale Unisob risiede nell’in-

terazione virtuosa tra Università e Organismo di Gestione del Museo

della Cittadella, che consente di abbattere i costi della gestione ordina-

ria dei luoghi (forniture energetiche, accessibilità, sicurezza, manuten-

zione ordinaria, monitoraggio), di implementare continue e qualificate

attività di progettazione e comunicazione, nonché di fruire di perso-

nale di sostegno alle attività museali, attraverso programmi di stage e

tirocinio formativo.

L’analisi di contesto socio-economico e dei flussi turistici nel Cen-

tro storico permette di ipotizzare, nell’arco di un quinquennio, un’im-

portante crescita progressiva del numero dei visitatori (vedi prospetto

nel cap. V, Il progetto di valorizzazione integrata) e l’attivazione di servizi

aggiuntivi, azioni di partenariato e sponsorship tali da raggiungere la

piena sostenibilità per la tutela del patrimonio, la produzione di even-

ti museali e culturali (mostre, convegni, allestimenti tecnologicamente

avanzati) e la stabilizzazione del personale museale.

The preservation and enhancement of such a large

monumental complex naturally has costs that cannot be borne in

full simply by opening up to the public. The hypothesis of economic

sustainability on the part of the Unisob monumental complex lies in a

virtuous interaction between the University and the Citadel Museum

Management Body, allowing a reduction in the site’s daily running costs

(energy supply, accessibility, security, maintenance, monitoring), and

making it possible to implement continuous and qualified planning and

communication activities, as well as to count on support staff for the

work of the museum through placement and internship programmes.

An analysis of the socio-economic context and tourist flows in

the historic town centre would lead to the expectation that within the

next five years there will be steady growth in the number of visitors

(see table in chap. 5 – The Integrated Valorisation Project) as well as

the activation of additional services with sufficient sponsorship and

partnership relationships to allow fully sustainable conservation of the

heritage, with cultural events (exhibitions, conferences, technologically

advanced installations) and the creation of a permanent museum staff.

iv.2Sostenibilità economica iv.2Economic sustainability

IV. Critical areas and problem solving

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1v.3.1 Analisi dello stato dei luoghi e delle criticità

in materia di accessibilità da parte di persone con

diverse abilità

Nel 2009 è stato realizzato, ad opera del Saad, Servizio d’A-

teneo per le diverse abilità, un lavoro di rilevazione completa delle cri-

ticità e dello stato dei luoghi. Da allora molti ambienti hanno subito

trasformazioni e destinazioni d’uso diverse, ma solo piccoli migliora-

menti relativi all’accessibilità sono stati effettuati in occasione del ri-

facimento dell’androne di Corso Vittorio Emanuele. L’obiettivo della

rilevazione, realizzata con il metodo descrittivo, è quello di consen-

tire ad ognuno di valutare le possibilità di accesso in base alle pro-

prie difficoltà, ma anche di studiare possibili soluzioni tecnologiche

e architettoniche, che, nel rispetto dei principi dell’Universal Design,

consentano di superare:

– i dislivelli, le variazioni di pendenza, le rampe e le lunghe

distanze in piena autonomia e con il minimo affaticamento per tutti

coloro che presentano difficoltà motorie;

– le difficoltà di orientamento e mobilità per le persone con

deficit visivo o con patologie che compromettono l’autonomia negli

spostamenti;

– le barriere della comunicazione per consentire un’autonoma

fruizione degli spazi alle persone non udenti.

A seguire si riportano soltanto le risultanze della rilevazione nel-

lo spazio di accesso all’area storica, in via Suor Orsola 10 e nel percorso

che conduce al Claustro e alla zona della Rampa Storica e dei Musei.

1v.3.1 Analysis of the current state and critical aspects

of accessibility for people with disabilities

In 2009, the Saad, (the ‘University Service for Disabled

Students’), made a complete study of the critical issues and the state

of the premises. Since then, many areas have been transformed and

have been put to different use, but only minor improvements have

been carried out in relation to accessibility, in conjunction with the

renovation of the entrance in Corso Vittorio Emanuele. The purpose

of the survey, carried out using the descriptive method, was to allow

each person to assess ease of access according to his or her particular

difficulty, but also to evaluate possible technological and architectural

solutions that, in accordance with Universal Design principles, would

make it possible to overcome the following problems:

– unevenness, changes in gradient, ramps and long distances

independently and with minimal fatigue for those with limited

mobility

– difficulties in orientation and mobility for the visually

impaired or for people with reduced autonomy of movement

– communication barriers to allow independent use of space

by the hearing-impaired.

Below we report only the results of the survey for access to

the historic area at 10, Via Suor Orsola and the path that leads to the

Claustro and the area around the Historic Steps and the Museums.

iv.3Accessibilità iv.3Accessibility

IV. Criticità e 'problem solving'

IV. Critical areas and problem solving

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198 199

1v.3.2 Rilevazioni ingresso via Suor Orsola 10

Per raggiungere via Suor Orsola 10, uscire dalla funicolare al

corso Vittorio Emanuele e dirigersi a sinistra, percorrere circa 70 metri

e svoltare sulla sinistra per imboccare via Suor Orsola e raggiungere

il civico 10. Per chi proviene da Piazza Mazzini con l’autobus di linea

C16, scendere alla fermata nei pressi della funicolare centrale e prose-

guire sul marciapiede verso destra per circa 500 cm e poi svoltare a sini-

stra per via Suor Orsola. Per chi proviene da Mergellina sarà necessario

attraversare la strada, trovandosi la fermata sul marciapiede opposto.

Il marciapiede di corso Vittorio Emanuele, che porta verso via

Suor Orsola 10, termina con un gradino di circa 2 cm; di solito è in-

gombro di motorini e di rifiuti urbani.

Il marciapiede è di materiale lapideo.

Non ci sono parcheggi riservati, ma è possibile giungere con

l’auto all’ingresso di via suor Orsola 10 per consentire la discesa del

passeggero con disabilità.

La pavimentazione stradale è irregolare e in forte pendenza,

per cui alle persone con disabilità si consiglia la presenza di un accom-

pagnatore.

Descrizione del percorso

Ingresso di via Suor Orsola 10 / Claustro: all’ingresso di via

Suor Orsola 10 c’è un cortile che precede l’ingresso, dove la pavimen-

tazione è in cemento e piuttosto regolare; si accede all’edificio supe-

rando un gradino di altezza 9 cm e larghezza 154 cm. Entrando nell’e-

dificio si trova la postazione degli ausiliari costituita da un bancone

alto 84 cm. Di fronte alla porta d’ingresso c’è l’ascensore, a destra della

postazione ci sono scale (poco accessibili) composte da quattro scalini

con alzata di 17 cm, pedata di 34 cm, larghezza 120 cm con corrimano

a destra ed a sinistra.

L’ascensore serve due piani, è ubicato a sinistra di fronte la

porta d’ingresso; la larghezza dell’ascensore è 87 cm, la profondità

interna è 190 cm, la lunghezza interna 128 cm. La pulsantiera esterna

di comando misura 120 cm da terra, mentre quella interna misura 130

cm da terra. La porta è a due ante, con apertura automatica, e si apre

verso l’interno. L’ascensore è dotato di campanello d’allarme, citofo-

no, numerazione a rilievo e in braille, la targa di riconoscimento del

piano è luminosa. Arrivati al secondo piano, la porta si apre entrando

a destra.

IV. Criticità e 'problem solving'

PP

++

+

+

+

+

1v.3.2 Survey at the 10, Via Suor Orsola entrance

To reach 10, Via Suor Orsola, exit the funicular in Corso

Vittorio Emanuele and turn left, walk about 70 metres and turn left

into Via Suor Orsola and go to number 10. Coming from Piazza

Mazzini taking bus line C16, get off at the stop near the funicular

station and continue along the pavement to the right for about 500 m

and then turn left into Via Suor Orsola. Coming from Mergellina, get

off at the bus stop and cross the road.

The pavement in Corso Vittorio Emanuele leading to 10, Via

Suor Orsola ends with a step of about 2 cm which is usually cluttered

with scooters or refuse.

The paving is in stone slabs.

There are no reserved parking areas, but it is possible to reach

the 10, Via Suor Orsola entrance by car, allowing passengers with

disabilities to alight.

The road surface is uneven and steeply sloping, so people

with disabilities are advised to seek assistance.

Description of the route

From the 10, Via Suor Orsola entrance to the Claustro: at the

Via Suor Orsola 10 entrance, there is a courtyard before the entrance,

where the surface is in cement and quite regular. At the entrance

to the building there is a step 9 cm high and 154 cm wide. In the

entrance to the building there is a counter 84 cm high where the

reception staff are in attendance. In front of the entrance door there

is a lift; to the right of the counter there are poorly accessible stairs

consisting of four steps 17 cm high, 34 cm deep, and 120 cm wide,

with handrails to the right and left.

The elevator serves two floors, and is located on the left in

front of the main door. The lift is 87 cm wide, the internal depth

is 190 cm, and the internal length is 128 cm. The external control

panel is 120 cm from the ground, while the interior panel is 130 cm

from the ground. It has double doors with automatic opening, and

opens inwards. The lift is equipped with alarm bell and intercom,

while the numbers are in relief and in Braille and the floor indicator

is set in a panel that lights up. Once at the second floor, the door

opens on the right.

IV. Critical areas and problem solving

Page 101: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

200 201

Primo piano: usciti dall’ascensore, si trova l’Aula Crie, accessi-

bile a tutti poiché molto ampia; i tavoli d’appoggio sono alti 81cm e

sono disposti in due file parallele; la cattedra non è posta sulla predella.

Uscendo dall’aula a sinistra vi è l’Ufficio Master e a destra vi

sono i servizi igienici. Questi ultimi sono inaccessibili a persone con

disabilità.

Il piano è accessibile se le persone con disabilità sono accom-

pagnate.

Secondo piano: usciti dall’ascensore, girare a sinistra, dove un

piccolo corridoio termina con una scala, che è inaccessibile alle perso-

ne in carrozzina, ma accessibile alle persone con disabilità motoria lieve

o con altri tipi di disabilità se accompagnati; il percorso prosegue con

“il corridoio delle lucertole”.

In alternativa all’ascensore, subito a sinistra vi è una lunga scala

composta da diverse rampe: la prima rampa è composta da 6 scalini, il

primo di altezza 14 cm e gli altri scalini di altezza 17 cm con pedata

di 32 cm e larghezza di 104 cm; la ringhiera è posizionata a 101 cm da

terra. La scalinata si articola in un susseguirsi di 11 rampe con un’alter-

nanza di 5 e 7 scalini per un totale di 60 scalini, per arrivare all’ufficio

di Counselling psicologico.

La scalinata prosegue per altre 7 rampe articolate sempre con

un’alternanza di 5 e 7 scalini.

Alla fine della scala subito a destra si trova l’ascensore, prose-

guendo sulla destra si arriva ad un corridoio interrotto da una scala di

12 scalini di altezza 14 cm, pedata 34 cm e larghezza 118 cm con corri-

mano a destra che comincia dal secondo gradino; al quinto scalino c’è

un tubo che da terra è alto 174 cm.

Il corridoio delle lucertole: il percorso che conduce al corri-

doio delle lucertole, se pur percorribile, è inaccessibile alle persone in

carrozzina, ma accessibile alle persone con disabilità motoria lieve o

con altri tipi di disabilità. Il corridoio delle lucertole è lungo circa 80

metri e si snoda con arcate larghe un metro.

Il corridoio piega a sinistra per circa 70 metri dove sono si-

tuati gli uffici del personale. Alla fine del corridoio si trova una scala

composta da 14 scalini di altezza 10 cm, lunghezza 200 cm e pedata 54

cm con corrimano sulla sinistra posizionato a 90 cm da terra. A que-

sto punto del percorso si può giungere anche dall’ingresso del corso

Vittorio Emanuele 292;attraverso una scala composta da 9 gradini di 8

cm di altezza, lunghezza 110cmvariabile, pedata 60 cm con corrimano

IV. Criticità e 'problem solving'

WC

WC

++

++

The first floor: coming out of the lift, we come to the Aula

Crie (Research Centre for European Institutions), which is accessible

to all as it is very wide. It can accommodate 81 students arranged in

two parallel rows, and the lecturer’s desk is not raised on a dais.

Leaving the classroom, on the left there is the Masters Office,

and the toilets are on the right. The toilets are inaccessible to people

with disabilities. The corridor is quite accessible.

The floor is accessible if people with disabilities are

accompanied.

The second floor: coming out of the elevator, turn left,

where we find a small corridor that ends in a staircase which is

inaccessible to people in wheelchairs, but is accessible to people

with mild physical disabilities or with other types of disabilities – if

accompanied. The route continues along “the lizards’ corridor”.

As an alternative to the lift, immediately to the left there is a

long stairway consisting of several ramps, the first of which is made

up of 6 steps, the bottom one being 14 cm high and the others 17

cm in height, 32 cm deep and 104 cm wide. The railing is 101 cm

from the ground. The stairway is divided into a series of 11 flights

alternating between five and seven steps to a total of 60 steps, leading

to the Psychological counselling office.

The staircase continues for another seven flights of five or

seven steps.

There is a lift just to the right at the end of the staircase, and

continuing to the right is a corridor interrupted by a staircase of 12

steps 14 cm high, 34 cm deep and 118 cm wide, with a handrail on

the right starting from the second step. At the fifth step there is a tube

174 cm from the ground.

The lizards’ corridor: the path that leads to the Lizards’

Corridor, though safe to use, is inaccessible to people in wheelchairs.

However, it is accessible to people with mild physical disabilities

or with other types of disabilities. The lizards’ corridor is about 80

metres long with metre-wide arches along its length.

The corridor bends to the left for about 70 metres where the

personnel offices are situated. At the end of the corridor is a stairway

consisting of 14 steps 10 cm high, 200 cm wide and 54 cm deep, with

a handrail on the left, 90 cm from the ground. At this point along

the route, we come to the Corso Vittorio Emanuele 292 entrance,

where the 6th floor photocopiers are located, access to which is via

IV. Critical areas and problem solving

Page 102: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

203

posizionato sulla destra a 90 cm di altezza si aariva a un ascensore che

porta alla Sala riviste e alla Scuola di giornalismo. L’ascensore serve 4

piani (tra cui il museo). La porta è automatica, a doppia anta scorrevole

di cm 86, la profondità interna è di 220 cm, la larghezza interna è di

110 cm. La pulsantiera esterna si trova a 120 cm da terra, mentre quella

interna si trova a 130 cm da terra. L’ascensore è dotato di campanello

d’allarme, citofono, numerazione in rilievo e in braille, e targa di rico-

noscimento del piano.

Usciti dall’ascensore, vi è la porta della sala riviste con un gra-

dino di 2 cm, largo 124 cm. La sala è accessibile a tutti.

Riprendendo l’ascensore, ritornando al piano di partenza e

proseguendo dritto si accede al Claustro, ampio e luminoso corridoio

lungo circa 70 metri.

A destra ci sono l’Aula Master e i laboratori di restauro con un

ingresso largo 100 cm con porte a due ante. In fondo al corridoio sulla

sinistra è collocata la sala Villani a cui si accede superando un gradino

con alzata di 12 cm, e superando una porta larga 156 cm a due ante.

L’interno è ampio e accessibile a tutti.

Sulla sinistra vi sono ampie vetrate da cui si accede a un giar-

dino attraverso un’apertura di 77 cm, superando 8 gradini (con pedata

40 cm e alzata di 14cm), privi di corrimano. Il giardino è inaccessibile

a persone su carrozzine, ma accessibile alle persone con disabilità mo-

toria lieve o con altri tipi di disabilità.

IV. Criticità e 'problem solving'

stairs with nine steps 8 cm high and 110 wide, of varying depth. There

is a handrail positioned on the right at a height of 90 cm. Leaving

the stairs, on the left there is a lift to the Magazines Room and the

School of Journalism. The lift serves 4 floors (including the museum).

It has an 86 cm automatic double sliding door: the internal depth is

220 cm, and the internal width is 110 cm. The external control panel

is located 120 cm from the ground, while the inner one is located 130

cm from the ground. The lift is equipped with alarm bell, intercom,

numbering in relief and Braille, and a floor indicator.

Coming out of the lift, we find the door of the magazine room

with a step 2 cm high and 124 cm wide. The room is accessible to all.

Taking the lift, returning to the original floor and going

straight on, one reaches the Claustro, a spacious and bright corridor

about 70 metres long.

On the right are the Aula Master and the restoration

laboratories with a 100-cm-wide entrance and double doors. At the

end of the corridor on the left is the Sala Villani, at the entrance to

which is a step 12 cm high. There is also a double doorway, 156 cm

wide.

The interior is spacious and accessible to all.

There are large windows on the left, giving access to a garden.

It is possible to enter the garden through an opening 77 cm wide,

walking down 8 steps, 40 cm deep and 14 cm high with no handrail.

The garden is inaccessible to people in wheelchairs, but accessible to

those with mild physical or other kinds of disabilities.

IV. Critical areas and problem solving

La murazione della Cittadella e la collina di Sant'Elmo.

Page 103: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

204 205

L’ampiezza delle superfici e il numero degli edifici rende com-

plessa e onerosa la manutenzione ordinaria e straordinaria del Com-

plesso Monumentale, stante anche la necessità di garantirne non solo

la conservazione, ma anche la sicurezza in ottemperanza alle norme

vigenti. Pertanto si fornisce a seguire una tavola riassuntiva dei princi-

pali interventi di manutenzione realizzati e la descrizione delle criticità

persistenti.

The surface area and the number of buildings make ordinary

and extraordinary maintenance of the monumental complex difficult

and laborious, given the need not only to ensure its preservation, but

also its security in conformity with current legislation. Here follows a

table summarising the principle maintenance work carried out, with

a description of the remaining critical areas.

iv.4The conservation of the architectural Heritage

IV. Criticità e 'problem solving'

iv.4La conservazione del Patrimonio architettonico

Il Corridoio del Museo Pagliara. In primo piano, Francesco Jerace (1854-1937), Ritratto di Rocco Pagliara, terracotta.The Pagliara Museum corridor. In the foreground, Francesco Jerace (1854-1937), Portrait of Rocco Pagliara, terracotta.

IV. Critical areas and problem solving

Chiesa Superiore, Lapide Commemorativa del sepolcro di Suor Orsola Benincasa.Upper Church, Plaque commemorating the death of Suor Orsola Benincasa.

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206 207

IV. Criticità e 'problem solving'

interventi

Con la legge 64 / 86 piano triennale di attua-zione è finanziato il restauro della cittadella monastica del Suor Orsola Benincasa ad eccezione della palazzi-na degli uffici amministrativi, della maggior parte della palazzina ingresso, della rampa storica e dell’edificio moderno di ingresso all’Università.

Con il primo piano annuale di attuazione del 1987 si è provveduto al restauro dell’edificio del clau-stro e di parte del giardino del claustro, alla realizzazio-ne della nuova centrale termica e di quella elettrica.

Con il secondo piano annuale di attuazione 1988 si sono restaurati un’altra parte del giardino del claustro, il V e VI piano dell’edificio dell’università, la chiesa dell’Immacolata e i locali annessi.

Con il terzo piano annuale di attuazione 1989 si sono restaurati gli edifici del cosiddetto polo didattico, cioè gli edifici delle scuole, si sono costruiti la nuova aula magna ed il nuovo magazzino libri, si è restaurata la palazzina dell’archivio ed una piccola zona della palazzina d’ingresso.

Nel 1994 si è provveduto al totale rifacimen-to degli impianti elettrici e speciali del nuovo edificio dell’Università al corso Vittorio Emanuele n. 292.

Nel 1998 è stata completamente restaurata strutturalmente la palazzina degli uffici amministrativi con l’integrale rifacimento degli impianti elettrici e speciali.

Nel 2003 è stato redatto il piano di emergen-za e di evacuazione di tutta la cittadella monastica.

Nel 2005 è stato redatto ed eseguito un pro-getto di ampliamento dell’impianto elettrico dell’edi-ficio dell’Università a seguito del notevole aumento dei carichi elettrici realizzati rispetto a quelli progettati.

interventions

Under law 64/86, funding was made available for a three-year restoration plan for the restoration of the monastic citadel of Suor Orsola Benincasa except for the building where the administrative offices are located, the greater part of the entrance area, the Historic Steps and the modern university building.

With the first annual plan of 1987, restoration was carried out on the Claustro building and a part of its garden, as well as the creation of the new heating and electrical power plants.

With the second annual implementation plan of 1988, another part of the Claustro garden and the fifth and sixth floors of the university were restored, as well as the church of the Immacolata and the neighbouring buildings.

With the third annual implementation plan in 1989, the buildings in the so-called Polo Didattico, (the School buildings) were restored. A new Aula Magna was built along with a new book-storage centre. The archive building and a small part of the entrance building were restored.

In 1994, the electrical and special plants of the new University building at 292, Corso Vittorio Emanuele were completely overhauled.

In 1998, the administrative buildings were fully restored, and the electrical and special plants were completely overhauled.

The emergency and evacuation plans of the entire monastic citadel were drawn up in 2003.

In 2005 a project to expand the electrical system of the University building was drafted as a result of considerable increase in electricity consumption compared with the initial estimate.

necessità

Occorre provvedere alla sistemazione degli impianti elettrici, dell’impianto termico della Sala Vil-lani e dell’ultimo piano (sottotetto). Bisogna completare il restauro delle opere murarie del giardino del claustro. Durante i 24 anni trascorsi dall’ultimazione dei lavori di restauro della chiesa dell’Immacolata si sono ve-rificate nuovamente alcune infiltrazioni di acque meteo-riche che hanno degradato gli affreschi esistenti e hanno determinato il degrado della struttura in cemento arma-to del cornicione della chiesa con la caduta di intonaci.

needs

It is necessary to update the electrical and heating systems in the Villani Room and on the top floor (attic). Restoration work needs to be carried out on the masonry of the cloister garden. Over the 24 years since completion of the restoration of the Church of the Immacolata, rainwater has begun to seep through once again, damaging the existing frescoes and causing deterioration of the concrete cornice of the church and the detachment of plaster.

IV. Critical areas and problem solving

Page 105: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

208 209

lavori svolti

Nel 2006 è stato redatto un progetto di ade-guamento di alcune zone della cittadella e di variante del piano di emergenza e di evacuazione redatto anni addietro per l’ottenimento del certificato di preven-zione incendi. Il progetto, regolarmente approvato dal Comando Provinciale dei Vigili del fuoco, prevedeva la realizzazione di alcune porte REI e di una scala di emergenza, il completamento, dove mancante, dell’im-pianto di rilevazione fumi, la sistemazione delle cen-trali idriche antincendio, l’installazione di un gruppo elettrogeno e alcuni adeguamenti di opere murarie.

criticità

Ai fini del completamento della revisione del documento di valutazione dei rischi della cittadella occorre effettuare numerosi interventi di adeguamen-to di opere murarie così come elencati nella bozza re-datta dal RSPP, ing. Renato Pingue.

IV. Criticità e 'problem solving'

Il Corridoio del Claustro, restaurato da Gae Aulenti dopo il terremoto del 1980.The Claustrum corridor, restored by Gae Aulenti after the earthquake of 1980.

interventions

In 2006, plans were drafted for the adaptation of some areas of the citadel and some changes to the old emergency and evacuation plan in order to obtain fire prevention certification. The project, officially approved by the Provincial Fire Service, involved the installation of a number of fire doors and an emergency staircase, the completion of the smoke detection plant where absent, the reorganisation of the water-based fire safety system, the installation of a group generator set, and some adjustment to the masonry.

needs

Because of the many changes to the intended use and the planimetric distribution of the premises, the project has to be updated and resubmitted for official approval by the Provincial Command of the Fire Service, and the emergency and evacuation plan needs to be completely reorganised.

IV. Critical areas and problem solving

Page 106: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

210 211

Come si evince dalle descrizioni fornite nel paragrafo prece-

dente, l’ingente patrimonio museale Unisob versa in condizioni non

ottimali, proprio a causa della difficoltà di gestirlo senza una struttura

stabile e dedicata. Ciononostante, si è sempre cercato di provvedere al-

meno al monitoraggio continuo dei requisiti minimi di conservazione

e di attuare, quando possibile, programmi di restauro interno, per mano

dei laboratori professionali di restauro dell’omonimo Corso di Laurea

Magistrale. Il patrimonio, dunque, è complessivamente mantenuto in

condizioni accettabili, nonostante esse non siano spesso adeguate a una

corretta musealizzazione. In particolar modo richiedono interventi di

restauro sistematico i materiali della Collezione Pagliara e alcuni grup-

pi di tele esposte nelle due chiese, nonché collezioni di oggetti e stru-

menti musicali.

La catalogazione

Anche nel campo della catalogazione, nonostante vi siano le

competenze per realizzare un intervento organico e le attrezzature per

l’archiviazione digitale, finora vi sono state difficoltà a realizzare cata-

logazioni sistematiche della collezione Pagliara, dell’Archivio Disegni e

Stampe e della Biblioteca Storica. Tuttavia esiste una congrua e buona

base di dati inventariali e di schede parziali o totali non ancora digita-

lizzate. Dunque la disponibilità di personale permetterà la realizzazio-

ne del progetto di catalogazione con standard Iccd e condivisione in

Opac. Sono in corso l’acquisto di software di Catalogazione partecipata

(Sicapweb) e un ampio progetto (m.i.t.o.) per l’archiviazione Digitale

del Patrimonio.

As can be seen from the descriptions provided in the previous

chapter, the huge Unisob museum heritage is in poor condition,

precisely because of the difficulty of managing it without a stable

and dedicated organisation. Nevertheless, there has always been a

concerted affort to provide at least continuous monitoring of essential

conservation and an attempt to implement, where possible, internal

restoration programmes by the professional restoration workshops of

the eponymous Master’s degree. The heritage is, therefore, maintained

in acceptable condition, although it is not always suitable for proper

museum display. The Pagliara Collection and some groups of

paintings on display in the two churches, as well as collections of

objects and musical instruments, require systematic restoration work.

Cataloguing

Although the university has the personnel and the equipment

needed to carry out full cataloguing and digital archiving, so far

there have been difficulties in achieving the systematic cataloguing

of the Pagliara collection and the Drawings and Prints Archive of

the Historical Library. Nevertheless, there is a large data-base of

good quality and partial or complete fiches which have not yet been

digitised. The personnel available will thus be able to go ahead with

the cataloguing project according to Iccd standards and make them

available using Opac. Shared cataloguing software is currently being

purchased (Sicapweb) and a large project (m.i.t.o.) for digitising the

heritage is under way.

iv.5The conservation and restoration of artefacts

IV. Criticità e 'problem solving'

iv.5La conservazione e il restauro dei manufatti

IV. Critical areas and problem solving

Page 107: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

212 213

1v.6.1 L’accessibilità

La natura dei luoghi, le architetture di pregio e il loro valore

storico non permettono significativi interventi per la rimozione fisica

delle barriere architettoniche. Pertanto sono allo studio, e parzialmente

finanziati, alcuni interventi per ottimizzare gli spostamenti dei diver-

samente abili e permettere loro la massima accessibilità ai luoghi e alle

collezioni. Sono previsti i seguenti interventi:

– ottimizzazione dei percorsi laddove possibile, con l’aggiunta

di rampe per superare gradini e di cartelli con indicazioni in Braille.

L’accesso all’area museale sarà garantito dall’utilizzo dell’ingresso di via

Suor Orsola, 10;

– ‘App’ per smartphone, che guiderà i visitatori disabili alla visita

secondo i percorsi più vantaggiosi e descriverà le opere presso le quali

essi si fermeranno;

– ottimizzazione del sistema degli ascensori, realizzando ingressi

dedicati ai disabili per il c.d. Piano delle Mostre, futuro Museo Pagliara;

– acquisto di carrelli cingolati montascale per la Rampa storica

e le sedi museali impossibili da raggiungere con ascensore;

– realizzazione di almeno due sale immersive per i luoghi im-

possibili da raggiungere per disabili non deambulanti, dove i visitatori

diversamente abili potranno visualizzare i luoghi attraverso monitor,

proiezioni mappate e istallazioni in 3D e accedere a speciali contenuti

descrittivi;

– realizzazione di percorsi tattili olfattivi per ipovedenti, non

vedenti e non udenti;

– formazione di operatori museali specializzati per l’assistenza

alla fruizione e alla didattica museale per le diverse abilità.

1v.6.1 Accessibility

The nature of the sites, their architectural merit and historical

value mean that it is not possible to carry out significant operations to

physically remove some of the architectural barriers. Studies are being

carried out and partially funded to optimise the mobility of disabled

persons and to allow them maximum accessibility to the different parts

of the building and the collections. The following actions are planned:

– the optimisation of the routes where possible, with the

addition of Braille signs and access ramps. Access to the museum will

be ensured at the entrance at number 10, Via Suor Orsola

– an app for smartphones, which will guide the disabled

visitor to the most suitable routes and describe the works of art and

the architecture along the routes

– the optimisation of the lifts and the creation of special

entrances to the so-called Museum Floor, the future Pagliara

Museum

– the purchase of tracked stair climber systems for the Historic

Steps and the museum sites which cannot be reached by lift

– the creation of at least two ‘immersive rooms’ where

wheelchair access is not possible. Here, visitors with disabilities will

be able see the places via monitors, mapped projections and 3D

installations, and will be able to access special descriptive material

– the creation of olfactory tactile paths for the partially and

totally visually impaired and the hearing impaired

– training of museum personnel specialised in assisting

persons with a disability in the enjoyment of the museum facilities.

iv.6Responses to the critical issues

IV. Criticità e 'problem solving'

iv.6Le risposte alle criticità

IV. Critical areas and problem solving

Page 108: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

214 215

1v.6.2 Il patrimonio architettonico

Il finanziamento di alcuni progetti con fondi europei e regio-

nali (vedi elenco nel cap. V) ha permesso di porre in essere un progetto

di recupero dell’intera Rampa Storica e di parte degli edifici storici. In

particolare l’intervento interesserà:

– Manufatti in pietra / lastricato: la pavimentazione della rampa

è in basoli, vale a dire in lastra di pietrarsa lavorata a foggia di parallelepi-

pedo che, in alcuni punti, ha perso l’originario assetto. I blocchi a faccia

vista, secondo le tecniche tradizionali locali, presentano una lavorazione a

puntillo che in parte si è persa a causa della consunzione superficiale. Tra

le commessure si nota la nascita di vegetazione spontanea.

– Manufatti in legno / portoni: il portone che consente l’accesso

alla Sala degli Angeli è in condizioni più che accettabili e non presenta

particolari problematiche. Di contro i battenti lignei e gli elementi me-

tallici che consentono il passaggio attraverso il Portale di ingresso versano

in condizioni di maggior degrado, dovuto principalmente a mancanza

di manutenzione ed ossidazione degli elementi metallici.

– Manufatti in tufo / murature: le murature generalmente sono

state realizzate con tufo giallo caotico o napoletano, uno dei materiali

originati dal vulcanismo flegreo, che ha formato le colline della cit-

tà. Le summenzionate murature ad un esame a vista, generalmente, si

presentano in condizioni accettabili e con una buona tessitura. Tuttavia

si ravvisano problematiche localizzate di varia natura, ed in particolare

umidità di risalita, erosione delle superfici, lacune nei paramenti e la

malta è generalmente soggetta a fenomeni di polverizzazione della mal-

ta di allettamento.

– Manufatti in stucco / portali: in generale, il portale, oltre ad

una chiara funzione strutturale, statica, ha funzione rappresentativa, em-

blematica e decorativa; è il primo elemento decorativo e architettonico

che il visitatore incontra nella visita di un complesso architettonico, ad

esso spetta quindi il compito di presentare, illustrare ciò che è situato

al di là del varco. Il portale è spesso riccamente elaborato con mezzi

architettonici, plastici e pittorici: colonne con architrave, timpani, ar-

chivolti, frontone, atlanti, cariatidi, ghimberghe, balconi, ecc., a seconda

della corrente artistica, del complesso a cui appartiene e di ciò che rap-

presenta. I manufatti in stucco della monumentale rampa storica sono:

il Portale d’accesso e il Portale del Giardino del Cuoco, questi sono i

maggiori in quanto a dimensioni e valenza estetica e ben conservati in

discrete condizioni; il Portale “B” conserva soltanto la parte del tim-

IV. Criticità e 'problem solving'

1v.6.2 The Architectural Heritage

European and regional funding for some of the projects (see

list in section 5) has made it possible to set up a project to restore the

whole of the Historic Ramp and part of the historical buildings. The

operation will include:

– The stone artefacts / paving: the ramp consists of paving

stones made up of cuboidal slabs of local pietrarsa stone, which in some

parts have lost their original structure. The top face of the blocks has

“puntillo” work in order to reduce slipperiness, but this has been worn

away in some areas. Weeds grow unchecked between the slabs.

– The wooden artefacts / the great doors: the great door that

allows access to the Sala degli Angeli is in good repair and presents few

problems. By contrast, the wooden doors and the metal elements that

allow transit through the Main Historical Gateway are in a much worse

state, mainly due to rust and lack of maintenance.

– The tufaceous artefacts / masonry: the walls were generally

built in yellow Neapolitan tuff, one of the materials forming the hills

of the city of Naples, originating from the volcanic activity of the

Phlegraean area. Visual inspection reveals the walls to be generally

in reasonable condition with a good texture. However, problems of

various kinds can be noted in specific areas, such as rising damp, the

erosion of the surfaces, missing decoration, and the mortar suffers

from widespread crumbling.

– Stucco artefacts / gateways: in general, gateways, in addition

to their obvious static structural function, have a representative,

emblematic and decorative use. They are the first decorative

architectural elements that visitors encounter upon arriving at

an architectural complex, so they have the task of presenting and

illustrating what is located beyond the gate. Gateways are often richly

decorated with architectural features, be they three-dimensional or

pictorial: columns with architraves, pediments, arches, gables, atlases,

caryatids, gables, balconies, etc. according to architectural fashion,

the complex of origin, and what they represent. The stucco artefacts

of the monumental Historic Ramp are the Main Gateway and

the Gateway to the Cook’s Garden. These are the most important

in terms of size and aesthetic value, and are fairly well preserved.

Gateway “B”, on the other hand, has maintained only a part of its

tympanum, while Gate “A” has only a part of the frame above the

lintel. In addition to the restoration of the gateways, also the small

IV. Critical areas and problem solving

Page 109: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

216 217

pano mentre il Portale “A” ha intatta solo una parte della cornice che

sovrasta l’architrave. Al recupero degli ingressi decorati si associa quello

della piccola edicola in stucco, presente sulla rampa, collocata dopo la

cosiddetta Sala degli Angeli.

– Giardino del Cuoco: lungo la rampa, attraverso il Portale del

Giardino del Cuoco, si accede al giardino che attualmente presenta una

parziale pavimentazione e versa in stato di completo abbandono.

1v.6.3 Ipotesi di intervento di restauro

Allestimento del cantiere: costruzione del ponteggio con relati-

va copertura; protezione delle superfici limitrofe per evitare possibilità

di imbrattamento o danno, messa in opera delle opere provvisionali,

degli impianti di fornitura (energia elettrica e acqua), degli scarichi e

dello smaltimento dei rifiuti di cantiere. Applicazione di bendaggi e/o

puntellatura a sostegno e protezione di parti in pericolo di caduta.

Fermatura dei bordi degli strati in imminente pericolo di di-

stacco.

Interventi alle murature di tufo mediante integrazione delle

lacune, stilaura dei giunti ed interventi di consolidamento localizzato

dei paramenti.

Formazione di intonaco, preparazione e pitturazione delle cor-

tine murarie da non lasciare a faccia vista.

Riassetto del lastricato della rampa, lavorio a puntillo o a boc-

ciarda delle superfici e bitumatura dei giunti.

Intervento di restauro artistico dei portali e dell’edicola.

Intervento di restauro artistico degli stucchi.

Intervento di restauro artistico dei portoni di legno.

1v.6.4 Interventi necessari al restauro artistico

Descrizione sintetica delle principali operazioni previste:

a. Restauro degli stucchi.

b. Restauro di alcuni portali e edicola.

c. Restauro portale d’accesso alla rampa.

1v.6.5 Ipotesi di intervento di rifunzionalizzazione

del Cortile del Cuoco

L’obiettivo primario che ci si è posto è quello di restituire all’in-

vaso la dignità che gli compete. Si interverrà sulle facciate interne pe-

IV. Criticità e 'problem solving'

stucco shrine on the ramp, located beyond the so-called Sala degli

Angeli requires attention.

– The Cook’s garden: along the ramp, through the Cook’s

Garden gateway, we enter the garden, which is currently partially

paved and is totally abandoned. Restoration work in this area will

come from regional funds.

1v.6.3 The restoration plan

Setting up the building site: the construction of scaffolding

and its covering; the protection of surfaces to avoid bespattering or

damage, the start of temporary works, supply systems (electricity

and water), rubble tips and the disposal of waste from the site. The

application of covering and or shoring where there is danger of

falling masonry.

Fixing the edges of any layers in imminent danger of coming

loose.

Work on the tuff stonework, filling gaps, joint sealing and

localised operations to consolidate facings.

Making plaster, preparing and painting the curtain walls to

avoid rough surfaces.

Further work on the paved ramp, priming the surfaces and

asphalting the joints.

Artistic restoration of the gateways and edicola.

The artistic restoration of the stucco.

The artistic restoration of the main wooden doors.

1v.6.4 Interventions required for artistic restoration

Brief description of the main operations to be undertaken:

a. Restoration of the stucco.

b. Restoration of gateways and edicola.

c. Restoration of the entrance gateway and ramp.

1v.6.5 Possible restoration to working order

of the Cook’s courtyard

The primary goal is to restore the historical courtyard to its

former dignity. Restoration will be carried out on the façades of the

inner perimeter and on the flooring in the same way as for the Histo-

ric Ramp.

IV. Critical areas and problem solving

Page 110: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

219

rimetrali e sul piano di calpestio con le stesse modalità previste per la

rampa storica.

Per il ripristino degli interni della Chiesa dell’Immacolata è in

corso l’istruttoria per il finanziamento da parte della Fondazione ban-

caria SUD.

Un ulteriore intervento di restauro interesserà la Cappella Pi-

gnatelli, destinata a divenire Porta del Sito Unesco di Napoli.

1v.6.6 Il patrimonio museale

Nonostante siano in corso verifiche di progettualità tese al re-

cupero di risorse, un primo lotto di restauri di materiali artistici della

Collezione Pagliara è stato finanziato dalla Fondazione Telecom Italia

con il progetto Arte in Luce. Uno degli obiettivi della nuova struttura

di gestione sarà realizzare un programma di fundraising per il restauro

completo del patrimonio, reso meno oneroso dall’esistenza di attrezzati

laboratori.

1v.6.7 La catalogazione

Attraverso due diverse progettazioni (Databenc, Mito e The-

sauris, a valersi su fondi regionali ed europei), si sta realizzando l’acqui-

sto di attrezzature d’avanguardia per l’archiviazione digitale e pacchetti

di programmi gestionali che permettano la Catalogazione Partecipata,

secondo gli standard Iccd e consultabile in Opac.

IV. Criticità e 'problem solving'

The interior of the Church of the Immaculate Conception is

awaiting the completion of fact-finding by the Fondazione Bancaria

SUD with a view to the provision of funding.

The Pignatelli Chapel, which is to become the Gateway to the

Naples Unesco Site, is awaiting further restoration.

1v.6.6 The museum’s heritage

While audits of fundraising projects are still ongoing, a first

batch of restoration of pieces from the Pagliara Collection has been

funded by the Fondazione Telecom Italia through the Arte in Luce

project. One of the aims of the new management structure will be to

create a fundraising programme for the complete restoration of the

heritage, facilitated by the existence of well-equipped laboratories.

1v.6.7 Cataloguing

Thanks to two different projects (Databenc, Mito e Thesau-

ris, financed by regional and European funds), advanced equipment

for digital archiving in addition to management software packages

is being purchased that will allow Shared Cataloguing according to

Iccd standards, which will be made available using Opac.

IV. Critical areas and problem solving

Page 111: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

221

v il progetto

di valorizzazione integrata the integrated

valorisation project

Page 112: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

222 223

In base all’analisi sopra descritta, il Piano di gestione prevede

un intervento di valorizzazione integrata strutturato in quattro azioni

principali:

1.Valutazione del patrimonio: analisi e interventi di conoscen-

za e valutazione del patrimonio architettonico. L’azione prevede la pia-

nificazione dei necessari interventi di completamento del restauro e

della messa in sicurezza del patrimonio e la sua condivisione, allo scopo

di intervenire globalmente sulla tutela attiva e partecipata del bene.

Il fine ultimo del complesso delle azioni programmate (vedi schema

seguente) è la totale apertura alla fruizione pubblica del Complesso

Monumentale Unisob, da realizzarsi nell’arco di due/tre anni.

2. Valutazione del Patrimonio Museale: l’azione prevede il

completamento della schedatura del patrimonio museale Unisob e la

sua condivisione in Opac secondo le norme di catalogazione interna-

zionali e la creazione di un Grande Museo Universitario Unisob, nuo-

vo attrattore turistico e culturale per la città.

3.Costruzione e realizzazione del Modello Gestionale: l’azio-

ne prevede l’attuazione di un nuovo e agile modello di gestione del

Complesso Monumentale. Il carattere innovativo di tale modello starà

nella sua capacità di attivare processi di Management agili e performanti,

tenendo conto non solo delle funzioni museali fondamentali (conser-

vazione, esposizione, didattica e marketing), ma anche dello studio di

target, della captazione di flussi turistici e della formazione e profes-

sionalizzazione delle risorse umane, nonché della condivisione sociale

dell’impresa culturale. In tal modo si intende realizzare un Modello di

Gestione Integrata in chiave Unesco, con il valore universale come

cardine e la Condivisione come scopo primario.

v.1Planned actions

V. The integratedvalorisation project

V. Il progetto di valorizzazione integrata

v.1Le azioni programmate

In accordance with the study described above, the MP

envisages a four-part Integrated Valorisation operation as follows:

1. Assessment of the Assets: analysis and fact-finding activities

aiming to provide knowledge of the property and to allow an

assessment of the state of the architectural heritage: a plan will

be drawn up and distributed concerning the work necessary to

complete the restoration of the property and make it safe with a view

to ensuring active and concerted protection of the Property. The

ultimate goal of all the planned actions (see diagram below) is to

open up the entire Unisob Monumental Complex within the space

of two to three years.

2. Assessment of the Museum Heritage: the action involves

completing the Unisob museum Catalogue and making it available

using Opac according to the international cataloguing rules as well

as the creation of a Unisob Museum, which will be a new cultural

tourist attraction for the city.

3. Creating and setting up a Management Model: this

operation involves implementing a new and agile management model

for the Monumental Complex. The innovative feature of this model

will be its ability to enable agile and effective management processes,

embracing not only the basic functions of the museum (conservation,

exhibition, education and marketing), but also a study of the target,

drawing tourist flows, and the training and professionalisation

of human resources, as well as the social sharing of this cultural

enterprise. In this way, we intend to set up and run an Integrated

Management Model from a Unesco perspective, centred on universal

value, with sharing as our primary goal.

Page 113: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

224 225

4.Valorizzazione del rapporto con il territorio: l’azione si pre-

figge il risultato di integrare completamente il nuovo attrattore cultu-

rale nel tessuto urbano della Red Area Unesco.

In particolare, l’azione prevede la realizzazione del riallestimen-

to della Cappella Pignatelli al Seggio di Nido come Porta del Sito

Unesco Centro storico di Napoli, di un percorso assistito da un’App

multimediale innovativa che stimoli la visita motivata e integrale dell’a-

rea dei Decumani, la razionalizzazione dei percorsi di visita pedonali,

di quelli assistiti da trasporto pubblico e la fruizione e valorizzazione

del tessuto urbano storico, la cui stratificazione sarà resa più evidente

e partecipata al turista Unesco. Inoltre l’azione prevede una serie di

misure per stimolare la condivisione e la partecipazione al processo di

tutela e valorizzazione da parte della popolazione locale, con interventi

di agevolazione e coinvolgimento sociale e animazione culturale. Cen-

trale, in questa fase del progetto, sarà la collaborazione con il Comune

di Napoli e con la Cabina di Regia del Sito Unesco.

V. Il progetto di valorizzazione integrata

PDGUNISOB

MP

Tutela e recupero del patrimonio nella filosofia UNESCO

Censire lo stato della conservazionee definire strategie per il recupero totale

Creazione di una struttura gestionaleunica e funzionale

Protection and recovery of cultural heritagein line with UNESCO philosophy

Assess the state of conservation and develop strategies for total recovery

Valorizzazione luoghie collezioni musealiValorisation of the sites and museum collections

Creating a unique and functional management structure

Valorizzazione del rapportocon il territorioValorisation of relationships with the territory

Censire, restaurare e riallestire le collezionimuseali in un unico museo UnisobAssess, restore and rearrange the museum'scollections into a single Unisob museum

Offrire la fruizione culturale e turisticadel Complesso munumentale al turismo UNESCOOffer a cultural and touristic experienceof the Monumental Complex to UNESCO tourists

Realizzare un progetto di apertura al pubblico del Complesso munumentaleSet up a project to open up theMonumental Complex to the public

Sperimentare l'uso di innovativetecnologie di allestimentoExplore the use of innovative technologiesfor museum layout

Progettare nuove occasioni di incontroe servizi per la cittàPlan new opportunies for aggregationand sevices for the city

Tav. 27Struttura del PdG.MP Structure.

4. Valorisation of relationships with the local area: this

operation seeks to fully integrate the new cultural attraction within

the urban fabric of the Unesco Red Area.

Especially, the action involves the renovation of the Cappella

Pignatelli in Seggio di Nido as a Gateway to the Unesco ‘Historic

Centre of Naples’ World Heritage Site, and the production of an

innovative multimedia App providing a stimulating guide to the

whole Decumani area, in addition to the rationalisation of pedestrian

itineraries and some involving public transport, as well as the

enjoyment and valorisation of the urban centre, whose historical

stratification will become much more readily accessible to the

Unesco tourist. In addition, the operation will involve a series of

measures to stimulate sharing and participation in the protection and

valorisation of the Heritage by the local population, with initiatives

favouring social involvement and cultural activities. Collaboration

with the City of Naples and the Control Room of the Unesco World

Heritage site will be of prime importance in this.

V. The integratedvalorisation project

Page 114: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

226 227

v.1.1 L’offerta museale

Il Complesso Monumentale Unisob è una struttura articolata

e polifunzionale. Si tratta di un Bene Complesso, parzialmente aperto

alla fruizione pubblica non museale (sedi universitarie e spazi di uso

pubblico) e in parte destinato alla creazione d’impresa culturale e al

nuovo attrattore museale (Museo Universitario Unisob). I siti (vedi tav.

31) del Complesso, disposti lungo una traiettoria che unisce l’area dei

Decumani al palazzetto di Via Chiaia attraverso una direttrice che risale

verso il Colle di Sant’Elmo (Corso Vittorio Emanuele) sono raggiun-

gibili percorsi di trasporto pubblico, rotabili e pedonali (vedi tavv. 3 e 4

a p. 33).

La messa in fruizione dell’intero Complesso prevede dunque

azioni differenti in base alla destinazione d’uso, così come analizzata nel

capitolo III (vedi pp. 172 e ss.). In particolare, la riorganizzazione del

patrimonio consta di tre interventi progressivi [ tav. 28 ].

La collezione museale sarà dunque concentrata nell’area della

Cittadella, dove la monumentalità degli spazi e la consistenza delle col-

lezioni permettono di creare un unico Museo Universitario, strutturato

come mostrato nella tavola 30 a p. 229.

Le collezioni saranno integrate in un percorso di visita orga-

nizzato per un one-day-tour, in modo da poter essere inserito in maniera

modulare nei programmi delle agenzie turistiche in base al tempo dispo-

nibile. Il percorso prevede un itinerario architettonico, punti di osserva-

zione panoramica della città, punti di ristoro e aree di attività didattiche

polifunzionali, fruibili anche settorialmente e in più riprese.

V. Il progetto di valorizzazione integrata

PERCORSO ARCHITETTONICOARCHITECTURAL PATH

COLLEZIONI PRINCIPALIMAIN COLLECTIONS

COLLEZIONI AGGIUNTEADDED COLLECTIONS

Dalla Cappella Pignatelli alla Cittadella Da Gradini Suor Orsola al Claustro (segnaletica, App, accesso ad alcuni luoghi selezionati) From the Pignatelli Chapel to the Citadel From the Suor Orsola Steps to the Cloister (traffic signs, App, access to some selected places)

Museo Pagliara e Museo dell’Eremo (piano delle mostre) Pagliara Museum and the Hermitage Museum (Exhibition Floor) Museo del giocattolo / Toy Museum Museo pedagogico / Teaching Museum (ambienti del Claustro e Giardino delle Camelie) (Claustro and Camelia Garden)

Casa / Museo di Suor OrsolaHouse / Museum of Suor OrsolaMuseo Scientifico (accesso da Rampa storica)Science Museum (access from the ‘Rampa storica’) Autografi, mappe e stampe (Sala Archivio) Autographs, maps and prints (Archive Room)

Tav. 28Schema delle azioni sul Patrimonio Museale.Actions to be carried out on the Museum Heritage.

v.1.1 The museum

The Unisob Monumental Complex is a varied and poly-

functional structure. It is a complex site, in part open for public use (the

university buildings and spaces for public use), and in part intended for

setting up cultural enterprises and a new tourist attraction (the Unisob

University Museum) structure. The different parts of the Complex

(as illustrated), are located along a trajectory that joins the Decumani

area to the seafront (the Via Chiaia building) along a route that goes

up St. Elmo’s Hill (Corso V. Emanuele), which is well served by public

transport, roadways and pedestrian routes (see illustration).

Putting the entire complex to use thus requires different

actions depending on the intended use of the buildings, as described

in Chapter 3 (see pp. 172 et seq.). The Site will be reorganised

through a three-stage programme.

The museum collection will therefore be concentrated

around the area of the old Citadel, where the monumental character

of the buildings and the size of the collections lend themselves to the

creation of a unique University Museum, which will be structured as

follows.

V. The integratedvalorisation project

Page 115: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

228 229

V. Il progetto di valorizzazione integrata

Nel complesso, nella Cittadella le collezioni saranno dislocate

come segue:

LA PORTA DEL SITO UNESCO: LA CAPPELLA PIGNATELLI AL SEGGIO DI NIDO

RAMPA STORICA, CHIESE E CHIOSTRI GIARDINI / URBAN LANDSCAPE COLLEZIONE / MUSEO DELLA CITTADELLA COLLEZIONE / CASA DI SUOR ORSOLA BENINCASA MUSEO DI CASA PAGLIARA E COLLEZIONE MUSICALE COLLEZIONE PEDAGOGICA E SCIENTIFICA MUSEO DEL GIOCATTOLO DI NAPOLI

GABINETTO DISEGNI E STAMPE GABINETTO FOTOGRAFICO MOSTRA PERMANENTE DEGLI AUTOGRAFI

THE GATEWAY TO THE UNESCO SITE: THE PIGNATELLI CHAPEL AT SEGGIO DI NIDO

THE HISTORIC STEPS, CHURCHES AND CLOISTERS GARDENS/URBAN LANDSCAPE THE CITADEL MUSEUM/COLLECTION SUOR ORSOLA BENINCASA’S HOUSE/COLLECTION THE PAGLIARA MUSEUM AND MUSIC COLLECTION THE EDUCATIONAL AND SCIENTIFIC COLLECTION THE NAPLES TOY MUSEUM DRAWINGS AND PRINTS COLLECTION PHOTOGRAPH COLLECTION PERMANENT AUTOGRAPH EXHIBITION Tav. 29

Il Patrimonio Museale Unisob nella sua riorganizzazione.

Tav. 29The new organisation of the Unisob Museum Heritage.

Giardino dei Cinque ContinentiThe Garden of the five continents

Museo del giocattolo Museo pedagogicoToy MuseumEducation Museum

Museo dell'Eremo Collezione PagliaraHermitage MuseumPagliara collection

Giardino del ClaustroCloister Garden

ClaustroClaustrum

Casa / Museo Suor OrsolaHouse / Museum of Suor Orsola

Chiesa dell'Immacolata e belvedereChurch of the Immaculate Conception and belvedere

Museo ScientificoScience Museum

Portale StoricoHistoric Gateway

Gradini Suor OrsolaSuor Orsola's Steps

Ingresso via Suor OrsolaVia Suor Orsola entrance

Rampa StoricaHistoric Steps

Giardino del CuocoCook's Garden

Sala degli AngeliSala degli Angeli

The collections will be integrated into a guided tour

arranged as a one-day-tour, which can be included in the modular

programmes of tourist agencies on the basis of the time available.

The path provides an architectural itinerary, views of the city, dining

options and multi-purpose areas for educational activities which can

by visited even on separate occasions.

Tav. 30 Museo della Cittadella Unisob – Ripartizione delle Collezioni Museali.The Unisob Citadel Museum – Distribution of the Collections.

V. The integratedvalorisation project

Volte e cupola nella Chiesa dell'Immacolata.Vaults and dome of the Church of the Immaculate Conception.

Page 116: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

V. Il progetto di valorizzazione integrata

Il percorso di visita, scomponibile in base alle esigenze, avrà co-

munque una sua omogeneità e si articolerà in modo da non ostacolare

in alcun modo le attività didattiche:

Tav. 32 Museo della Cittadella Unisob – Il percorso di visita.The Unisob Citadel Museum – Visitor Routes.

Tav. 33 La distribuzione degli spazi Museali nell'area della Chiesa maggiore e nella casa di Suor Orsola.The museum layout in the Great Church and Suor Orsola's house area.

Tav. 31Museo della Cittadella Unisob – Distribuzione delle Collezioni nell’area del Claustro Maggiore.The Unisob Citadel Museum – Distribution of the Museum Collections in the Main Cloister Area

Overall, the Citadel collections will be located as follows.

The visitor routes, which can be broken down according to

need, will have a certain thematic cohesion and will be organised so

as not to disturb teaching activities in any way.

V. The integratedvalorisation project

Page 117: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

Tav. 34 Museo della Cittadella Unisob – Il Museo Scientifico.The Unisob Citadel Museum – The Science Museum.

V. The integratedvalorisation project

Page 118: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

234 235

V. Il progetto di valorizzazione integrata

Il Piano prevede la costruzione di un modello virtuoso per

il controllo dell’intero processo gestionale (dal processo di analisi del

patrimonio alla manutenzione programmata, dall’analisi di target fino

alla produzione di indotto turistico e culturale), valorizzando le risorse

interne e le competenze scientifiche dell’Ateneo per la sperimenta-

zione di una Buona Pratica al servizio del sito Unesco. I destinatari

dell’intervento sono pertanto:

1. L’Università e le Fondazioni proprietarie del Complesso Unisob;

2. Le strutture di Ricerca Unisob preposte allo studio e alla

creazione d’impresa culturale;

3. I giovani professionisti formati dalle Facoltà Unisob, destina-

tari dell’azione di spin-off da cui scaturiranno le due Società di Gestio-

ne In House per la Gestione Museale e il Restauro e la Manutenzione

del Patrimonio;

4. L’indotto turistico cittadino e la popolazione, in particolare,

dell’area del Centro Storico;

La Gestione del Complesso Monumentale Unisob e del suo

Museo Universitario partirà dall’individuazione del target, organizzato

in base alla ripartizione della tavola 36 a p. 237.

La valutazione dell’indotto potenziale si baserà sull’analisi

della domanda e sulla programmazione di servizi di offerta compati-

bili con la stessa, nonché sulla creazione di canali diretti di comunica-

zione con gli operatori economici di settore. La struttura di gestione

opererà in modo da programmare quantitativamente i flussi necessari

per la sostenibilità ambientale ed economica, presentando un piano di

implementazione annuale, calibrato in base alla valutazione d’impatto

turistico e d’uso.

The plan envisages the construction of a virtuous control

model for the entire governance process (from a procedure for the

study of the Property to the maintenance programme, from a target

analysis to the creation of touristic and cultural satellite activities),

calling upon the internal resources and the technical and academic

skills present within the university to set up a Good Practice at the

service of the Unesco site. The initiatives will thus be addressed to:

1. The University and the Owners of the Unisob Complex.

2. The Unisob research facilities connected with the study and

creation of cultural enterprises.

3. Young professionals trained at Unisob involved in Spin-Off

activities such as the In-House Museum Management body and the

Restoration and Maintenance of the Heritage body.

4. Satellite-activities in the city and, especially, the population

living and working in the Historic Centre.

The management of the Unisob Monumental Complex and

its University Museum will start from the identification of the target,

organised according to the sub-division set out in table ____.

Assessment of the potential satellite activities will be based on

demand and the planning of a compatible offer, as well as the creation

of direct channels of communication with the economic operators in

the sector. The management structure will operate in such a way as

to plan the flows needed on a quantitative level to be able to manage

environmental and economic sustainability, presenting an annual

implementation plan calibrated according to a presumed tourist and

user impact.

.

v.2The governance structure v.2La struttura di gestione

V. The integratedvalorisation project

Page 119: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

236 237

V. Il progetto di valorizzazione integrata

UNISOB

STRUTTURA DI GESTIONECDA (CDG)

ENTE MORALE

RETTORE FOND.MUSEO

PAGLIARA

FOND.MUSEO

DELGIOCATTOLO

È il legale rappresentante, svolge o delega le funzioni di conservatore e cura la scelta

della Società di gestione. Garantisce la manutenzione e la sicurezza dei luoghi;

coordina le attività scientifiche e di ricerca. Gestisce i rapporti con l'UNESCO, con il MiBact

e con la Cabina di regia del Sito UNESCO di Napoli.

CONSERVATORERecepisce gli Obiettivi del CdG. Predispone

e attua il piano annuale e triennale di attività. Gestisce i rapporti con i Laboratori e le

strutture didattiche universitarie. Attua le piste di monitoraggio.

Presenta la relazione annuale di attività.

SOCIETÀ DI GESTIONE IN HOUSEGestisce la biglietteria, il bookshop e i servizi

al pubblico. Cura la guardiania durante le ore di apertura ed effettua il monitoraggio

della sicurezza. Cura la manutenzione ordinaria delle collezioni, la pubblicità,

la comunicazione e il monitoraggio delle presenze. Istruisce gli studenti e gli stagisti.

UFFICIO TECNICO UNISOBRealizza la manutenzione programmata degli immobili. Progetta interventi di restauro e riqualificazione. Effettua i controlli di sicurezza.

SOCIETÀ DI RESTAURO IN HOUSEEffettua lavori di restauro professionali utilizzando le attrezzature UNISOB e lavorando anche per conto terzi. Effettua manutenzione programmata dei beni mobili.

UNISOB

MANAGEMENT STRUCTUREBD (MB)

CHARITABLE ORGANISATION

RECTOR FOND.MUSEO

PAGLIARA

FOND.MUSEO

DELGIOCATTOLO

The legal representative, who carries out or delegates the role of conservator and is responsible for selecting the Management

Trust. Guarantees the maintenance and safety of the sites; coordinates scientific

activities and research.Manages relations with UNESCO, MiBact and

with the Naples UNESCO Site control room.

CONSERVATORImplements the objectives of the

Management Board. Prepares and implements the annual and three-year

activity plans. Manages relations with the university laboratories and teaching facilities.

Implements monitoring plans.Presents the annual report on activities.

IN-HOUSE MANAGEMENT TRUSTManages the ticket office, bookshop and

services for the public. Responsible for security during the opening hours and

monitors security in general. Responsible for ordinary maintenance of the collections,

publicity, communication, and monitors attendance. Trains students and interns.

UNISOB TECHNICAL OFFICEThe office carries out routine maintenance of the properties. Draws up restoration and redevelopment projects.Performs security checks.

IN-HOUSE RESTORATION COMPANYCarries out professional restoration work using UNISOB equipment and also works for third parties. Performs routine maintenance of movable assets.

Tav. 35La struttura di gestione.The Management Body.

Tav. 36I circuiti / target della gestione.

CIRCUITO DIDATTICO

LABORATORI E DIDATTICA SCOLASTICA E UNIVERSITARIA

TURISMO SCOLASTICO

TURISMO CULTURALEE CIRCUITI NAZIONALI

TURISMO SOSTENIBILEUNESCO

OFFERTA MUSEALECITTADINA E TERRITORIALE

EREDITÀ GLOBALE E PROMOZIONE SITO UNESCO NAPOLI

CIRCUITO TURISTICO

CIRCUITO SITO UNESCO

EDUCATIONAL CIRCUIT

SCHOOL AND UNIVERSITY TEACHING LABORATORIES

SCHOOL TOURISM

CULTURAL TOURISMAND NATIONAL CIRCUITS

UNESCO SUSTAINABLE TOURISM

CITY AND TERRITORIAL MUSEUM SERVICE

OVERALL HERITAGE AND PROMOTION OF NAPLES UNESCO SITE

TOURIST CIRCUIT

UNESCO SITE CIRCUIT

V. The integratedvalorisation project

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238 239

V. Il progetto di valorizzazione integrata

L’impresa culturale in fase di progettazione mira a produr-

re, attraverso l’aumento progressivo del budget economico disponibile,

l’occupazione stabile di un numero di addetti, formati grazie ai per-

corsi didattici Unisob, congruo alla gestione del flusso programmato

dei visitatori. La stima di massima del fabbisogno può essere struttu-

rata come segue:

The cultural enterprise currently being planned aims to

produce (thanks to the gradually increasing available budget) stable

employment for a sufficient number of persons trained at Suor

Orsola’s to manage the forecast visitor flow. A general estimate of the

personnel requirements may be structured as follows:

v.3Personnel requirements v.3Il fabbisogno di personale

Tav. 37 Il fabbisogno di personale scientifico e operativo.

Tav. 37 Scientific and operational personnel requirements.

PERSONALE DI MANUTENZIONE

PERSONALE DI GESTIONE

STRUTTURA DI MANUTENZIONE E RESTAURO

6 unità lavorative part-time: 2 restauratori2 falegnami

2 catalogatori

STRUTTURA DI GESTIONE OPERATIVA

13 unità lavorative a regime: 1 conservatore

1 amministrativo 1 operatore turistico

1 addetto alla comunicazione 2 addetti alla biglietteria

3 custodi 4 operatori museali

MANTENANCE PERSONNEL

MANAGEMENT PERSONNEL

MAINTENANCE ANDRESTORATION

6 part-time 2 restorers

2 carpenters2 cataloguers

OPERATIVE MANAGEMENT STRUCTURE

max 13 persons: 1 curator

1 administrator 1 tourism manager

1 communications officer 2 ticket office workers

3 custodians 4 museum operatives

V. The integratedvalorisation project

Page 121: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

240 241

V. Il progetto di valorizzazione integrata

La definizione del budget annuale e la stima dell’incremento

di budget avranno come fondamento una struttura di Fundraising di-

versificato, che tende all’autosufficienza e all’efficienza del modello: il

Complesso Monumentale Unisob non sarà gestito basandosi solo sulla

possibilità di finanziamenti pubblici, ma articolerà la propria struttura

economica in base alle capacità di attingere risorse in ragione dei ser-

vizi e dell’incontro domanda-offerta culturale dell’intera città. Ciò ren-

derà automatico e imprescindibile il monitoraggio costante dei trend

e il tempestivo intervento sulle situazioni di stallo o di interruzione/

decremento dei flussi programmati. Il fabbisogno economico, determi-

nato su base annuale e triennale, sarà coperto da un piano strategico

organizzato nel seguente modo:

The definition of the annual budget and the estimated budget

increase will be based on a diversified fundraising structure, moving

towards a self-sufficient and efficient model: the management of

the Unisob Monumental Complex will not be based only on the

possibility of public funding, but will define its economic structure

according to its ability to access resources in line with the services

and the satisfaction of the supply and demand requirements of the

entire city. This will mean the constant automatic and imperative

monitoring of trends, and timely intervention in the event of

a stalemate or shortfall in the planned cash flow. Economic

requirements, as identified on an annual and three-year basis, will be

covered by a strategic plan organised as follows:

v.4Economic strategies v.4Le strategie economiche

FUNDRAISINGFUNDRAISING

– Ricerca finanziamenti pubblici per riallestimento, sicurezza e start-up d’impresa– Ricerca finanziamenti privati (eventi e aste)– Costituzione Comitato di Sponsorship ‘Amici del MUSOB’– Definizione strategie per i servizi aggiuntivi (in house o in concessione)

– Seeking public funding for reorganisation, safety and business start-up activities– Private fund raising (events and auctions)– Setting up the Friends of MUSOB Sponsorship Committee– Defining strategies for additional services (in-house or licensed)

INVESTIMENTI UNISOB

UNISOB INVESTMENTS

– Definizione limiti di spesa ammissibili per la fase di start-up– Impiego straordinario di personale Unisob per il primo anno di attività– Impiego straordinario di laboratori e strutture manutentive– Convergenza di obiettivi per le progettazioni in corso e per gli interventi formativi

– Defining maximum allowed expenditure for start-up activities– Extraordinary use of UNISOB staff for the first year of operations– Extraordinary use of laboratories and maintenance facilities– Dovetailing objectives for current planning, training and educational work

PROMOZIONEPROMOTION

– Calendarizzazione eventi per riapertura progressiva MUSOB– Realizzazione Workshop e visite dimostrative per agenzie e addetti ai lavori– Definizione campagna virale di pubblicità e iniziative promozionali

– Scheduling events for the gradual reopening of MUSOB– Setting up workshops and explanatory visits for agencies and professionals in the sector– Drawing up a viral advertising campaign and promotional activities

Tav. 38 Le strategie economiche.

Tav. 38 Economic strategies.

V. The integratedvalorisation project

Page 122: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

242 243

V. Il progetto di valorizzazione integrata

L’indotto potenziale e il calcolo delle presenze

Attualmente, l’assetto delle collezioni, solo parzialmente aperte

al pubblico, rende poco significativi i dati di rilevamento delle presenze,

ma l’interesse riscosso dalle aperture e le indagini esplorative sui flussi

turistici in area Centro Storico permettono di effettuare una proiezio-

ne di medio periodo. Tale proiezione è incentrata sul calcolo dell’in-

cidenza finanziaria della bigliettazione sul fabbisogno economico nel

quinquennio 2016-2020.

Potential satellite-activities and visitor figures

Currently, the conditions of the collections, which are only

partially open to the public, make attendance figures fairly irrelevant,

but the interest shown in the opening and the exploratory studies on

tourism in the Old Town area allow a projection for the mid term.

This projection centres on the calculation of the financial impact of

ticket sales on the economic requirements for the period 2016-2020.

Cittadella di Suor Orsola. Corridoio voltato visto dai Laboratori del Centro di Ricerca Scienza Nuova.Suor Orsola Citadel. Vaulted corridor seen from the Scienza Nuova Research Centre laboratories.

Cittadella di Suor Orsola: Il Giardino dei Cinque Continenti. Sullo sfondo, il Colle di Sant'Elmo e la Certosa di San Martino.Suor Orsola Citadel. The Garden of the Five Continents with St. Elmo’s Hill and the San Martino Charterhouse in the background.

V. The integratedvalorisation project

Page 123: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

244 245

V. Il progetto di valorizzazione integrata

V. The integratedvalorisation project

Le valutazioni sulla sostenibilità d’impresa del Museo della

Cittadella Unisob, che sono in fase di elaborazione, muovono da una

riflessione teorica sui modelli di stima della domanda di fruizione cul-

turale e museale, che prelude all’approfondimento dell’analisi di target

sopra accennata (vedi tav. n. 36 a p. 237). In estrema sintesi, i modelli di

analisi della domanda possono essere riassunti come segue:

1. I modelli esplorativi hanno la funzione di esplorare i trend di

mercato; essi cercano di individuare gli andamenti futuri del mercato

osservando le statistiche del passato e quindi compiono un’analisi di

tipo quantitativo (cioè si basano su cifre, dati, statistiche).

Criticità: i cambiamenti sono troppo repentini e spesso radicali,

quindi il passato non è sempre affidabile per prevedere il futuro.

2. I modelli speculativi consistono nell’interrogare un panel di

esperti (tour operators, agenzie di viaggio, studiosi...) sulle possibili ten-

denze del mercato. Una delle più conosciute analisi di panel è il co-

siddetto metodo Delphi: esso consiste nel raccogliere le opinioni degli

The assessment of the corporate sustainability of the

UNISOB Citadel Museum which is currently underway starts from

a theoretical reflection on the models of the estimated demand for

cultural use and museum visits, before moving on to a deeper analysis

of the above-mentioned Target (see table 36 on p. 237). Put very

simply, the models of demand analysis may be summarised as follows:.

1. Exploratory models serve to explore market trends; they try

to predict the future market by observing past statistics and then they

perform a quantitative analysis (based on figures, data, statistics).

Weakness: changes are too rapid and are often radical, so the

past is not always a reliable guide for predicting the future.

2. Speculative models consist in questioning a panel of experts

(tour operators, travel agencies, academics...) about possible market

trends. One of the best known forms of panel analysis is the so-

called Delphi method: it consists in collecting the opinions of experts

(by asking them questions on various issues), gathering the different

Tav. 39 Schema riassuntivo dei modelli di stima della domanda turistica (Van der borg, 2009)

Tav. 39 Summary outline of the modelsof tourist demand (Van der Borg 2009)

MODELLI NON CAUSALI

MODELLI CAUSALI

MODELLI DI REGRESSIONE

MODELLI GRAVITAZIONALI

MODELLI PROBABILISTICI

MODELLI ESPLORATIVI

MODELLI SPECULATIVI

MODELLI NORMATIVI

MODELLI MISTI

MODELLI DI STIMA

NON-CAUSATIVE MODELS

CAUSATIVE MODELS

REGRESSION MODELS

GRAVITATIONAL MODELS

PROBABILISTIC MODELS

EXPLORATORY MODELS

SPECULATIVE MODELS

NORMATIVEMODELS

MIXEDMODELS

ESTIMATION MODELS

Page 124: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

246 247

V. Il progetto di valorizzazione integrata

V. The integratedvalorisation project

esperti (ponendo loro alcune domande su diverse questioni), racco-

gliendo in un rapporto le diverse opinioni ed infine mostrare e discu-

tere i risultati ottenuti, cercando di redigere un unico rapporto.

Criticità: metodo molto costoso, anche se l’utilizzo di piattafor-

me e forum digitali lo rendono oggi più utilizzabile.

3. I modelli normativi consistono in previsioni che vengono

effettuate sulla base delle risorse a propria disposizione; consistono più

che altro nella fissazione di obbiettivi che possono essere raggiunti in

base al proprio budget e ai propri mezzi (es. una certa località può pre-

fissarsi l’obbiettivo di raggiungere 100.000 turisti per un certo anno).

Consiste quindi nel fare una “profezia che si autorealizzi”

(self-fulfilling prophecy).

Criticità: il modello può prefigurare uno sviluppo più lento e

non esaltare al massimo le potenzialità di un sito.

4. I modelli misti consistono nell’utilizzare in modo combinato

le tecniche dei 3 modelli precedenti; per esempio, posso chiedere il

parere di alcuni esperti sui risultati di alcune analisi esplorative.

Nel caso del Museo della Cittadella Unisob, la stima dei flussi

potenziali di utilizzo dei servizi e dei beni gestiti sarà effettuata a par-

tire da metodi normativi, in particolare, definendo i criteri di soste-

nibilità del sito e dei un servizi (sostenibilità economica, ambientale,

logistica, tecnologica e culturale) e combinando i risultati con le risorse

disponibili (umane, tecnologiche e logistiche) e il loro costo unitario

e globale. Il target quantitativo e qualitativo e i conseguenti obiettivi di

esercizio saranno definiti a partire da tali elementi, che potranno essere

sottoposti al vaglio di un limitato panel di esperti e successivamente

trasformati in strategie di approssimazione ai segmenti di mercato in-

dividuati (attraverso contatti diretti, workshops ed eventi dimostrativi).

Tale metodo appare il più adatto alle dimensioni del PdG, ma anche

all’ispirazione etica e scientifica del museo, che punta a massimizzare

la stabilità del gruppo di lavoro e al suo graduale incremento su basi

solide, evitando eccessive velocità d’espansione che favorirebbero la

creazione di precariato.

Inoltre, la forte ispirazione Unesco del Museo induce a porre

in cima agli obiettivi proponibili quello della Sostenibilità: rispetto per

i luoghi, rispetto per le comunità, ma anche per la ricerca e, soprattutto,

per le persone.

Un esempio di costruzione quantitativa dell’Obiettivo Annuo

di Gestione potrebbe essere il seguente:

opinions in a report and, lastly, showing and discussing the results in

the hope of drawing up one single report.

Weakness: it is avery expensive method, even though digital

platforms and forums now make it more feasible.

3. Normative models consist of predictions based on the

resources currently available; they consist mostly in setting objectives

that can be achieved according to a budget and the means available

(e.g., a given site may set itself the goal of reaching 100,000 tourists a

year).

It is a matter of making a “self-fulfilling prophecy”.

Weakness: the model may predict slower development and fail

to bring out the full potential of a site.

4. Mixed models use a combination of the techniques of

the first 3 models; for example, I can ask the opinion of experts

concerning the results of some exploratory analysis.

In the case of the Unisob Citadel Museum, estimation of the

potential use of the services and goods will be based on normative

methods, specifically defining the sustainability criteria for the site

and services (economic, environmental, logistic, technological and

cultural), and combining the results with the resources available

(human, technological and logistic) and their unit and global

costs. Quantity and quality Targets and the resulting goals will be

established on the basis of these elements, which will be assessed by

a small panel of experts and subsequently transformed into strategies

of approximation to the identified market segments (through direct

contact, workshops and demonstrations). This method appears to be

the best suited to the size of the Management Plan, but also to the

ethical and scientific inspiration behind the museum, which aims to

maximize the stability of the working group and its gradual increase

on solid foundations, avoiding hasty expansion that would foster a

lack of job security.

In addition, the strong Unesco inspiration behind the

Museum means prioritising sustainability, respect for places, respect

for communities, but also for research and, above all, people.

An example of the quantitative construction of the Annual

Management Objective could be the following:

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248 249

V. Il progetto di valorizzazione integrata

V. The integratedvalorisation project

A seguire si forniscono i risultati della prima fase di analisi

di sostenibilità, con le relative stime economiche. Tali analisi, grazie

all’utilizzo di un modello flessibile e agevole, saranno ripetute in fase

di start-up e verificate in sede di check periodico. L’obiettivo di gestione

consisterà nella determinazione della quota di visitatori paganti neces-

saria per l’assorbimento graduale dello sbilancio economico nell’arco

di un quinquennio, realizzando un attivo da reinvestire per il raggiun-

gimento della stabilità di esercizio.

fase 1

Definizione dei nodi problematici della progettazione economica

fase 2

Valutazione dell’incremento potenziale delle presenze

e suo impatto economico

Il raggiungimento dell’Obiettivo di Gestione Annua andrà per-

seguito attraverso una politica di costanti investimenti in promozione

(pubblicità, workshops, campagne di promozione mirata della visibilità,

eventi speciali), programmato annualmente dal team di gestione e ap-

provato dal CdG.

OG= {Ax α – [(B x n)+C]}+E——————————————————

α

OG= {Ax α – [(B x n)+C]}+E——————————————————

α

OG = Obiettivo di GestioneA = Limite massimo di Presenze Sostenibile dal sitoα = Valore economico unitario medio stimato per visitatoreB = Costo Medio Unitario annuo Lordo Operatoren = numero OperatoriC = Costo annuo Gestione Partecipata con UNISOBE = 15% Ammortizzazione Gratuità e Utile di gestione (da reinvestire)

OG = Managament GoalA = Maximum Sustainable Presences from the siteα = Estimated average economic value per visitorB = Gross Average Operator Cost per yearn = number of OperatorsC = Annual Cost of Shared Management with UNISOBE = 15% Amortisation of Gratuities and Operating income (to reinvest)

RIALLESTIMENTO

FRUIZIONE DELBENE

COSTRUZIONEBASE D’UTENZA

– Sicurezza dei materiali– Strutture espositive– Allestimento servizi aggiuntivi– Catalogazione– Accessibilità delle collezioni– Allestimenti multimediali

– Accessibilità fisica (parcheggi, viabilità, mezzi pubblici)– Orari d’apertura– Accessibilità disabili– Visibilità in città (segnaletica stradale e riapertura Cappella Pignatelli)

– Captazione turismo scolastico– Captazione turismo nazionale (crocieristico, turismo ambientale, turismo culturale)– Captazione turismo internazionale

The results of the first phase of the sustainability analysis with

related economic estimates are given below. These studies, using a

flexible and smooth model, will be repeated during the start-up phase

and and will be verified through regular Checks. The management

objective will consist in defining the number of paying visitors

required to gradually absorb the economic imbalances over a five-

year period, creating a surplus to reinvest in order to reach a level of

stability.

phase 1

Defining the problematic issues in the economic planning

phase 2

Assessing potential growth in attendance and its economic impact

The Annual Management Objective will be pursued through

a policy of continuous investment in publicity (advertising, workshops,

promotional campaigns focusing on visibility, special events), planned

annually by the Management Team and approved by the Management

Board.

REDEVELOPMENT

USE OF THE HERITAGE

BUILDING UP INFLUX

– Safety of materials– Exhibition Structures– Setting up additional services– Cataloguing– Accessibility of the collections– Multimedia facilities

– Physical access (parking, roads, public transport)– Opening times– Disabled access– Urban visibility (roadsigns and reopening of the Cappella Pignatelli)

– Encouraging school visits– Fostering domestic tourism (cruises, environmental tourism, cultural tourism)– Fostering international tourism

Page 126: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

phase 3

Assessing qualitative and quantitative data for additional services

(preliminary assessment)

fase 3

Valutazione dei dati qualitativi e quantitativi relativi ai servizi aggiuntivi

(valutazione preliminare)

250 251

V. Il progetto di valorizzazione integrata

V. The integratedvalorisation project

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

A = Attuale NowB = A 2 anni In 2 yearsC = A 5 anni In 5 years

0

50

100

150

129.600

RICAVO MEDIO

RICAVO MEDIO

RICAVO MEDIO

CCC BBB AAA

43.200

4.000

1.5003.500

500500

500 15.00014.400

2.000

a 5 annia 2 anniattuale

A = Bigliettazione totaleB = Bigliettazione gratuitaC = Bigliettazione ridotta (scuola)

43.200

0

50

100

150

129.600

AVERAGE INCOME

AVERAGE INCOME

AVERAGE INCOME

CCC BBB AAA

43.200

4.000

1.5003.500

500500

500 15.00014.400

2.000

in 5 yearsin 2 yearsnow

A = Total ticket salesB = Free ticketsC = Reduced tickets (schools)

43.200

43.2

00

4.00

0

A B C

bigliettazioneticket sales

129.

600

25.0

00

A B C

sponsorship sponsorship

0 5.00

0

A B C

servizi aggiuntivi additional services

0

totale introiti total income

costi personale personnel costs

sbilancio difference

A B C

visite guidate e laboratori

guided tours and labs

0

104.

256

312.

768

569.

368

24.0

00 72.0

00

176.

456

189.

928

256.

780 34

9.44

0

-80,

32

B C B C B C

Page 127: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

252 253

V. Il progetto di valorizzazione integrata

V. The integratedvalorisation project

fase 4

Proiezione generale di sostenibilità economica

Le voci di sbilancio attivo vanno intese a copertura del margine

di rischio (variazioni delle presenze e importo dei finanziamenti,

ammortizzazione gratuità).

In caso di convergenza positiva andranno reinvestiti in incrementi

di personale o per attività scientifiche.

phase 4

Overal economic sustainability projection

The entries under “assets imbalance” cover the margin of risk

(changes in attendance and the amount of funding, amortising gratuities).

In the event of positive convergence, they will be reinvested in

increased personnel or academic activities.

ANNO DI ESERCIZIOFINANCIAL YEAR

PROVENTI DA ATTIVITÀ ECONOMICHE

INCOME FROM ECONOMIC ACTIVITIES

SPONSORSHIPSPONSORSHIP

FINANZIAMENTI PUBBLICI O PRIVATI

PUBLIC OR PRIVATE FUNDING

COSTI RIALLESTIMENTO /

RESTAURO / MOSTRE

TEMPORANEEREDEVELOPMENT /

RESTORATION COSTS TEMPORARY EXHIBITIONS

COSTI PERSONALESTAFF COSTS

COSTI PROMOZIONE /PRODUZIONE MATERIALI

PUBLICITY / PRODUCTION OF MATERIALS COSTS

SBILANCIOIMBALANCE

I 40.000 5.000 2.250.000 2.000.000 180.000 250.000 135.000

II 176.456 8.000 250.000 200.000 256.780 100.000 80.324

III 202.532 10.000 250.000 100.000 256.780 100.000 5.752

IV 289.332 15.000 250.000 100.000 256.780 100.000 97.552

V 385.767 20.000 250.000 100.000 320.975 75.000 159.792

A REGIME(CON RISTORAZIONE)

RUNNING TO CAPACITY(WITH CATERING) 514.368 25.000 50.000 50.000 349.440 50.000 139.928

Page 128: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

255

Per la realizzazione delle azioni previste dal PdG, la struttura di

gestione si avvale, nella fase di start-up, del capitale progettuale raccolto

nella fase preparatoria del progetto di valorizzazione Unesco. In par-

ticolare, il progetto è reso immediatamente cantierabile dalla conver-

gente disponibilità di fondi per il restauro architettonico e di materiali

per la catalogazione e per la comunicazione, nonché dall’esistenza di

regolamenti e programmi di spin-off e start-up d’impresa culturale e da

recenti master di perfezionamento nell’utilizzo delle nuove tecnologie

al servizio della cultura.

A seguire si riporta lo schema del portafoglio progettuale in

parola per il quinquennio 2013-2017.

During start-up, and in order to carry out the activities

set out in the Management Plan, the governance structure will

use project capital collected during the preparatory phase of the

Unesco valorisation project. Above all, the project can be put

into practice immediately thanks to the convergent availability

of funds for architectural restoration and materials, cataloguing

and communication, as well as the existence of regulations and

programmes for cultural spin-off enterprises and recent masters on

the use of new technologies at the service of culture.

Below is the composition of the portfolio for the years

2013-2017.

v.5Currentprojects v.5Le progettualità in corso

V. Il progetto di valorizzazione integrata

Cittadella di Suor Orsola: Scienza Nuova, living lab Ludolab. Il Robot Nao.Suor Orsola Citadel: Scienza Nuova, Living Lab Ludolab, Nao the robot.

V. The integratedvalorisation project

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256 257

V. Il progetto di valorizzazione integrata

PROGETTOPROJECT

RESP. SCIENTIFICOPROJECT MANAGER

FONTE FINANZIAM.SOURCE OF FUNDING

IMPORTO PROGETTOPROJECT BUDGET

SCADENZAEXPIRY DATE

Scienza Nuova Lucio d'Alessandro MIUR PON 8.700.000,00 31/12/2014

Sinapsis Massimiliano Marazzi MIUR PON 1.096.800,00 31/10/2014

Rimic Maria Valeria del Tufo MIUR PON 1.887.502,00 31/12/2014

Drive in Maria A. Brandimonte MIUR PON 382.250,00 31/05/2015

Rischio sismico Pasquale Rossi MIUR PON 433.372,00 31/12/2014

Mito Pasquale Rossi MIUR PON 525.000,00 30/03/2015

Messaggeri della conoscenza Maria Valeria del Tufo MIUR PON 33.240,00 30/06/2014

Holides Simona Collina MIUR + UE 625.000,00 31/12/2016

FIRB 2012 TRA.M Giulia Labriola MIUR FIRB 652.323,20 31/03/2016

PRIN 2010-2011 Oltre lo stato sociale

di diritto: le professioni nella prospettiva

tardoliberale Lucio d'Alessandro MIUR PRIN 137.857,77 30/01/2016

PRIN 2010-2011 Tommaso E. Frosini MIUR PRIN 40.643,00 30/01/2016

PRIN 2010-2011 La Scultura lignea in

Europa fra Rinascimento e Barocco

Pierluigi Leone De Castris MIUR PRIN 162.714,00 30/01/2016

PRIN 2010-2011 Paesaggi rurali italiani tra

tarda antichità e medioevo Federico Marazzi MIUR PRIN 61.429,00 30/01/2016

PRIN 2012 Edoardo D'Angelo MIUR PRIN 61.931,00 08/03/2017

Innosystems Paola Villani Reg. Campania POR 299.250,00 30/06/2015

Work Life Balance Paola Villani Reg. Campania POR 13.950,00 30/06/2015

Arte in Luce Riallestimento

Collezione Pagliara Paola VillaniFondazione

Telecom Italia 247.505,00 30/06/2016

Progetto riallestimento e gestione

Chiesa dell'Immacolata Piero Craveri Fondazione SUD 500.000,00 30/06/2016

ALTRI PROGETTIOTHER PROJECTS

RESP. SCIENTIFICOPROJECT MANAGER

FONTE FINANZIAM.SOURCE OF FUNDING

IMPORTO PROGETTOPROJECT BUDGET

SCADENZAEXPIRY DATE

Castelli Medievali in Irpinia Pasquale Rossi Provincia Avellino 85.000,00 30/06/2014

Aipad Edoardo D'Angelo Provincia Avellino 16.335,00 30/06/2014

Aspostud Margherita Musello Provincia Avellino 90.000,00 19/12/2014

Digital Space Makes School Maria D'Ambrosio Docebo srl 30.250,00 n.d.

One – Zone Imast Maria D'Ambrosio Imast scarl 21.780,00 n.d.

Iresmo Federico Marazzi Iresmo Molise 24.100,00 n.d.

Creazione ambienti spin-off universitari Lucio d'Alessandro Regione Campania 1.300.000,0 28/02/2016

Thesauris Lucio d'Alessandro Regione Campania 350.000,00 28/02/2016

University lab network Lucio d'Alessandro Regione Campania 650.000,00 28/02/2016

DATABENC Opere Parlanti Show OPS

Pierluigi Leone De Castris PON – Distretti 400.000,00 30/12/2016

DATABENC Rete Intelligente Parchi

Archeologici RIPAPierluigi Leone

De Castris PON – Distretti 400.000,00 30/12/2016

PhD project Lucio d'Alessandro Regione Campania 1.404.000,00 30/12/2017

Reasearch Fellow-ship project Lucio d'Alessandro Regione Campania 368.000,00 30/12/2017

V. The integratedvalorisation project

Page 130: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

258 259

V. Il progetto di valorizzazione integrata

Tab. 38 Cronoprogramma delle attività.Timetable of forecast action.

Inizio attività di riallestimento (Progetto Arte in Luce / Telecom, Progetto Civitas Artium, Progetto Thesauris, spostamento Museo del Giocattolo). Predisposizione Struttura di Gestione e Bando per la Costituzione delle Società di Gestione in House.

Riapertura parziale delle collezioni. Attività di pubblicità e workshop per la captazione dei flussi turistici programmati. Creazione struttura di Sponsorship e avvio parziale dei servizi aggiuntivi.

Apertura totale delle collezioni e dei servizi aggiuntivi.

Primo monitoraggio d'esercizio e rideterminazione del target di bilancio.

Monitoraggio a regime delle attività e consolidamento bilanci e target per il quinquennio successivo.

Start reorganisation (Arte in Luce/Telecom project, Civitas Artium Project, Thesauris Project,

move the Toy Museum). Preparation of a Management Structure and tender

to set up in-house Management Companies

Partial reopening of the collections. Advertising and workshops to capture the planned

tourist flows. Create a sponsorship structure and partially set up additional services

Full opening of collections and additional services

First monitoring period and restatementof the target budget

Monitoring activities and consolidating budgets and targets for the next five years

2015-16

2017

2018

2019

2020-21

V. The integratedvalorisation project

Ingresso alla sede del centro di ricerca Scienza Nuova in via Chiaia.The Entrance to the Head Office of the Research Centre ‘Scienza Nuova’, Via Chiaia, Naples.

Centro di ricerca Scienza Nuova in via Chiaia, terzo piano, 'Immersive'.The Research Centre ‘Scienza Nuova’, Via Chiaia, Naples, third floor.

Page 131: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

261

vi TEAM DI PROGETTO

e riferimenti tecnici PROJECT TEAM

AND TECHNICAL OFFICERS

Page 132: MANAGEMENT UNIVERSITÀ DEGLI STUDI SUOR ORSOLA … ·

262 263

FUNZIONEROLE

NOMENAME

CONTATTICONTACTS

Responsabile legale progettoRettore UNISOBLegal representative for the project Rector of UNISOB

Prof. Lucio d'Alessandro [email protected] 081.2522293/380

Responsabili scientifici Scientific representatives

Prof Lucio d’Alessandro

Prof. Piero Craveri Presidente Ente Morale Istituto Suor Orsola Benincasa President of the Istituto Suor Orsola Benincasa Charitable Trust

Prof. Ortensio Zecchino Presidente Fondazione Pagliara President of the Fondazione Pagliara

[email protected] 081.2522288

[email protected] 081.2522288

Responsabili tecnico-scientifici Technical and scientific representatives

Progetto gestionale e musealeGovernance and museum projects

Progetto scientifico e collezioniScientific project and collections

Sviluppo architettonicoArchitectural development

Dott. Luisa Bocciero Museologa e progettista Unisob Museologist and Unisob Project Designer

Prof. Pierluigi Leone De Castris Direttore Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte Director of the History of Art Specialisation School

Arch. Sergio Prozzillo

[email protected] 081.2522296 3339504692

[email protected]

[email protected]

Responsabile tecnico-scientifico interventi di restauro e manutenzione Head of technical and scientific restoration, maintenance operations

Prof. Giovanni Coppola Direttore Scuola di Restauro Director of the School of Restoration

[email protected]/326

Responsabile sicurezza Head of security

Prof. Giovanni Coppola

Responsabile monitoraggio e implementazioneHead of monitoring and implementation

Dott. Luisa Bocciero

Responsabile comunicazione Head of communication

Prof. Antonello Petrillo Delegato del Rettore per la Comunicazione Rector’s delegate for Communications

[email protected] 0812522216

Ufficio tecnico Technical officer

Prof. Giovanni Coppola

FUNZIONEROLE

NOMENAME

CONTATTICONTACTS

Responsabili laboratori di restauro Heads of the restoration laboratories

Prof. Annadele Aprile

Dott. Giancarlo Fatigati

[email protected]

[email protected]

Responsabile Biblioteca d'Ateneo Head of the University Library

Dott. Angela Catenacci [email protected]

Responsabile Biblioteca e archivi storici Head of the Library and historical archives

Dott. Maria Teresa Bonanni [email protected]

Responsabile marketing e turismo Head of marketing and tourism

Prof. Paola Villani Responsabile Servizio Orientamento D'Ateneo Head of the University Orientation Service

[email protected]

VI. Project team and technical officers

VI. Team di progetto e riferimenti tecnici

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Finito di stampare a Napoli nel gennaio 2016 per conto della Imago s.a.s. presso la Vulcanica Print Srl, Torre del Greco.