MANAGEMENT Quello che occorre fare è apparente- In · PDF fileAltri testi significativi...

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66 DIRIGENTE 5|2009 Quello che occorre fare è apparente- mente paradossale: uscire dalla pres- sione ossessiva sui risultati e dalla conseguente tirannia dell’urgenza e puntare alle reali priorità, cioè su quelle azioni che producono i risul- tati fondamentali, tralasciando la spesso pletorica e vasta gamma del- le attività marginali che, senza un’at- tenzione e un controllo selettivo, rendono la vita lavorativa soffocan- te. In questo senso è indispensabile superare la contrapposizione tra vi- ta lavorativa e vita privata riconci- liando e amalgamando i ruoli del la- voro con i ruoli chiave del resto del- la propria esistenza. Si tratta di re- cuperare un approccio globale con se stessi, come globale e integrata è la vita di ciascuna persona quando è se- rena, equilibrata e nei limiti del pos- sibile appagata. Ciò che conta davvero Già nel 1935 Bertrand Russell anti- cipò nel suo breve saggio Elogio dell’ozio le recenti teorie sui van- taggi del rallentamento intelligente nei confronti del ritmo frenetico e dispersivo dell’esistenza moderna. Solo ricorrendo a una filosofia di vi- ta che riesca a influenzare la speci- fica filosofia manageriale si può sperare di raggiungere gli obiettivi prioritari del lavoro e quelli della vi- ta privata. Si tratta di impiegare in termini strumentali la razionalità metodica e concentrata che si ri- A TU PER TU CON L’AUTORE Dopo il lancio, nel giugno del 2007, del workshop Dal Time al Life manage- ment, che continua a coinvolgere e interessare decine e decine di manager, nasce l’idea di raccogliere in un libro gli spunti, le riflessioni, gli stimoli, per trovare un reale equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata. Questo volume vuole essere una piccola guida per raggiungere un maggior benessere nel corso della propria esistenza, proponendo un quadro organi- co sul tema, attraverso spunti di riflessione, criteri di analisi e metodi di la- voro per apprendere e mettere in pratica strategie comportamentali utili nel- la vita professionale e privata. Gli incontri saranno un’occasione interattiva e coinvolgente per riflettere in- sieme all’autore sulla necessità di ridefinire le reali priorità della propria esi- stenza superando la contrapposizione tra lavoro e tempo libero, per uscire Gian Carlo Cocco è presidente della Gian Carlo Cocco srl. Coor- dina progetti di consu- lenza e formazione per la valorizzazione del capitale umano d’impresa e per lo svi- luppo dei processi di innovazione. È docen- te del Cfmt e coordi- natore del nuovo ser- vizio di Manageritalia “Un ponte sul Futuro”. L e imprese che coltivano il be- nessere dei propri collaborato- ri hanno risultati, in termini di redditività e creazione del valore, molto superiori alla media. Anche i manager che curano l’equilibrio tra vi- ta professionale e privata ottengono migliori prestazioni. Per affrontare l’attività lavorativa in modo efficace si dà per sconta- to che occorre sacrificare la vita privata. Questo perché spesso si mette al primo posto la quantità del lavoro ottenuto anziché la qua- lità del lavoro svolto. Un numero significativo di imprese nazionali e multinazionali sta at- tuando programmi di gestione delle risorse umane che rimettono in di- scussione la nozione tradizionale di “tempo lavorativo”, inserendo al pri- mo posto non la quantità del tempo speso ma l’efficacia dei risultati pro- dotti. In altri termini, queste aziende hanno compreso che curare il benes- sere dei propri collaboratori è un ot- timo investimento: consente di otte- nere migliori risultati per l’impresa e di avere collaboratori soddisfatti. MANAGEMENT C’è chi, in questi periodi bui, decide di immolarsi per l’azienda, a scapito della vita personale. Eppure non conviene a nessuno. Solo dei collaboratori sereni e appagati nel privato sanno dare il massi- mo professionalmente, garantendo così migliori risultati all’impresa Gian Carlo Cocco In tempi di crisi è possibile puntare al benessere?

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Quello che occorre fare è apparente-mente paradossale: uscire dalla pres-sione ossessiva sui risultati e dallaconseguente tirannia dell’urgenza epuntare alle reali priorità, cioè suquelle azioni che producono i risul-tati fondamentali, tralasciando laspesso pletorica e vasta gamma del-le attività marginali che, senza un’at-tenzione e un controllo selettivo,rendono la vita lavorativa soffocan-te. In questo senso è indispensabilesuperare la contrapposizione tra vi-ta lavorativa e vita privata riconci-liando e amalgamando i ruoli del la-voro con i ruoli chiave del resto del-la propria esistenza. Si tratta di re-cuperare un approccio globale con sestessi, come globale e integrata è lavita di ciascuna persona quando è se-rena, equilibrata e nei limiti del pos-sibile appagata.

Ciò che conta davveroGià nel 1935 Bertrand Russell anti-cipò nel suo breve saggio Elogiodell’ozio le recenti teorie sui van-taggi del rallentamento intelligentenei confronti del ritmo frenetico edispersivo dell’esistenza moderna. Solo ricorrendo a una filosofia di vi-ta che riesca a influenzare la speci-fica filosofia manageriale si puòsperare di raggiungere gli obiettiviprioritari del lavoro e quelli della vi-ta privata. Si tratta di impiegare intermini strumentali la razionalitàmetodica e concentrata che si ri-

A TU PER TU CON L’AUTORE

Dopo il lancio, nel giugno del 2007, del workshop Dal Time al Life manage-ment, che continua a coinvolgere e interessare decine e decine di manager,nasce l’idea di raccogliere in un libro gli spunti, le riflessioni, gli stimoli, pertrovare un reale equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata. Questo volume vuole essere una piccola guida per raggiungere un maggiorbenessere nel corso della propria esistenza, proponendo un quadro organi-co sul tema, attraverso spunti di riflessione, criteri di analisi e metodi di la-voro per apprendere e mettere in pratica strategie comportamentali utili nel-la vita professionale e privata. Gli incontri saranno un’occasione interattiva e coinvolgente per riflettere in-sieme all’autore sulla necessità di ridefinire le reali priorità della propria esi-stenza superando la contrapposizione tra lavoro e tempo libero, per uscire

Gian Carlo Cocco èpresidente della GianCarlo Cocco srl. Coor-dina progetti di consu-lenza e formazioneper la valorizzazionedel capitale umanod’impresa e per lo svi-luppo dei processi diinnovazione. È docen-te del Cfmt e coordi-natore del nuovo ser-vizio di Manageritalia“Un ponte sul Futuro”.

Le imprese che coltivano il be-nessere dei propri collaborato-ri hanno risultati, in termini di

redditività e creazione del valore,molto superiori alla media. Anche imanager che curano l’equilibrio tra vi-ta professionale e privata ottengonomigliori prestazioni.Per affrontare l’attività lavorativain modo efficace si dà per sconta-to che occorre sacrificare la vitaprivata. Questo perché spesso simette al primo posto la quantitàdel lavoro ottenuto anziché la qua-lità del lavoro svolto.Un numero significativo di impresenazionali e multinazionali sta at-tuando programmi di gestione dellerisorse umane che rimettono in di-scussione la nozione tradizionale di“tempo lavorativo”, inserendo al pri-mo posto non la quantità del tempospeso ma l’efficacia dei risultati pro-dotti. In altri termini, queste aziendehanno compreso che curare il benes-sere dei propri collaboratori è un ot-timo investimento: consente di otte-nere migliori risultati per l’impresa edi avere collaboratori soddisfatti.

MANAGEMENT

C’è chi, in questi periodi bui, decide di immolarsi per l’azienda, ascapito della vita personale. Eppure non conviene a nessuno. Solodei collaboratori sereni e appagati nel privato sanno dare il massi-mo professionalmente, garantendo così migliori risultati all’impresa

Gian Carlo Cocco

In tempi di crisi è possibile puntare al benessere?

chiede ai manager e ai professioni-sti vincenti anche nel campo dellavita affettiva, familiare, relazionalee istituzionale. Per fare questo oc-corre ripercorrere il disegno dellapropria esistenza (se necessario an-che riformularlo) e inserirlo in un

piano organico che parta dai ruolichiave (lavorativi e privati) che cia-scuna persona interpreta. Senzaperò disperdersi, come spesso acca-de, negli innumerevoli rivoli deiruoli marginali o provvisori che as-sorbono tempo ed energie senza

da una spirale negativa accentuata dalla minaccia della recessione attra-verso una nuova filosofia di vita oltre che manageriale.

Gian Carlo Cocco, Life Management. Lezioni di benessere per conciliare sod-disfazione professionale e serenità personale, 2009, Franco Angeli, collanaCfmt T-Lab.

ROMA, LUNEDI 8 GIUGNO ORE 18 Bibli - Via dei Fienaroli, 28

MILANO, GIOVEDI 11 GIUGNO ORE 17,30Circolo del Commercio, Palazzo Bovara - C.so Venezia, 51

Altri testi significativi sull’argomento sono Le sette regole per avere successo, Stephen R. Covey, Franco Angeli; Quel che conta davvero. Come focalizzare le priorità e centrare gli obiet-tivi, Hyrum W. Smith, Franco Angeli; Elogio della lentezza. Sette passi indietro per trovare iltempo che non pensiamo di avere, Lothar J. Seiwert, Sperling & Kupfer; Esci prima dall’uffi-cio. Come fare di più in meno tempo. La vita è altrove, Laura Stack, Sperling & Kupfer; La costruzione della felicità. Che cos’è l’ottimismo, perché può migliorarti la vita, Martin E. P.Seligman, Sperling & Kupfer; L’arte della felicità sul lavoro, Dalai Lama, Oscar Mondadori.

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fornire contropartite concrete o af-fettive. Per evidenziare i ruoli chia-ve della nostra esistenza dobbiamofare riferimento ai principi che con-dividiamo e ai valori nei quali cre-diamo fermamente. Proprio princi-pi e valori, troppo spesso tenuti inombra, rappresentano la stella po-lare che deve guidare le nostre azio-ni e consentirci di non disperdere lenostre forze e di non smarrire ciòche conta veramente per noi. Que-sta operazione può essere stimola-ta da condizioni di forte crisi cheimpongono il recupero dell’essen-zialità e l’abbandono delle margina-lità. Infatti, nei momenti dramma-tici dell’esistenza, si pensi al recen-te terremoto in Abruzzo, riemergo-no prorompenti i valori fondamen-tali dell’esistenza.Potrà essere ribadito in questo mo-do il nostro progetto di vita, il so-lo in grado di evidenziare le realipriorità globali, evitando la sepa-razione tra vita lavorativa e �

USCIRE DALLA TIRANNIADELL’URGENZALa necessità di svincolarsi dalla deleteria “ti-rannia dell’urgenza” e dalla pressione indiffe-renziata sui risultati da raggiungere, può tro-vare supporto seguendo questi passi:1. osservare e comprendere se stessi tramite

i ruoli interpretati esaltando quelli chiave,alle luce dei valori nei quali si crede ferma-mente;

2. ribadire o aggiornare il proprio progetto di vi-ta in funzione dei ruoli chiave interpretati;

3. definire le priorità d’azione coerenti con ilproprio progetto di vita;

4. superare le trappole dell’urgenza e far pre-valere la logica dell’importanza, ossia pun-tare su ciò che conta davvero combatten-do le dispersioni;

5. accettare un processo di miglioramentocontinuo superando la logica estrema del“tutto o niente” e valorizzando l’apprendi-mento dagli errori.

In sostanza, due sono i passaggi fondamenta-li. Primo: la diagnosi personale per prendere

consapevolezza del proprio progetto di vita e dicome questo influenza e determina i ruoli chedobbiamo ricoprire nella professione e nel pri-vato. Secondo: scegliere, in una prospettivatemporale strategica, quale percentuale delproprio tempo dedicare a lavoro e privato. Se,ad esempio, si è deciso per un 80% di lavoroe un 20% di privato, occorre difendere siste-maticamente questa soglia. È una metodologiadifensiva che aiuta a distinguere nella propriaagenda degli impegni quello che è prioritario eimportante da quello che si presenta con lamassima urgenza, ma non lo è realmente. Perricomporre in modo organico e soddisfacentela propria esistenza non esistono ricette, mamodalità congeniali a ciascuno collegate allapropria indole, al proprio carattere, alla propriaesperienza e alle situazioni concrete nelle qua-li ci si viene a trovare. Va ricordato che quasisempre il manager è anche un capo e può ap-profittare di questo ruolo per diffondere ancheai suoi collaboratori questi criteri e modalità.Ecco alcuni spunti per compiere un camminointeriore in grado di sviluppare il potenziale po-sitivo di ciascuno per incrementare il gusto del-la vita sia professionale, sia privata e il conse-guente possibile livello di benessere. Sono sug-gerimenti e indicazioni per impiegare efficace-

mente le proprie risorse razionali ed emoziona-li per sdrammatizzare le difficoltà quotidiane ele tensioni esistenziali. Ovviamente le rispostepossono essere elaborate facendo riferimentoalla mentalità e alle esperienze di ciascuno:1. recuperare l’umorismo e l’ironia in quanto

potenti mezzi di sdrammatizzazione e sti-molo salutare;

2. uscire dalla frustrante trappola emotiva disentirsi sfortunati in un mondo di fortunati;

3. valorizzare le proprie emozioni costruttiveper combattere quelle distruttive;

4. comprendere che le manovre mentalidell’autoinganno sono comuni a tutte lepersone e inevitabili, ma che possono es-sere contenute per evitare di vivere nelle il-lusioni;

5. comprendere che le superstizioni sono at-teggiamenti impliciti e inevitabili che pos-sono essere limitati a semplici palliativi be-nefici, se opportunamente contenuti;

6. mettere in atto il “no” come rifugio strate-gico e costruttivo e come forma efficace diinterazione con gli altri e con se stessi perconcentrarsi sulle azioni di valore e contro-battere la dispersione delle energie;

7. impostare la propria vita come un’avven-tura che vale la pena di affrontare.

vita privata, e di consentire la rea-lizzazione di un organico pianod’azione che parta da un orizzontestrategico e si concentri su unaquotidianità gestibile e nei limitidel possibile serena.

Vita privata vs vita lavorativaLa soluzione al crescente stress la-vorativo non sta nella fuga dalmondo professionale per recupe-rare se stessi tramite una dimen-sione contemplativa, ma nella ri-presa dei criteri e degli strumentidella managerialità anche nella vi-ta privata. Criteri e strumenti chevanno posti ovviamente al servi-zio dei valori ai quali si è legati edei ruoli chiave interpretati senzasoluzione di continuità tra lavoroe sfera personale.Le persone che presentano questaconciliazione quasi sempre manife-stano un equilibrio tra umanità,buon senso ed eticità tali da farle

luzioni più brillanti spesso fuoridall’ambiente di lavoro. Per certi ver-si il manager di oggi non smette maidi lavorare: per questo deve curare dipiù il suo privato a tutto vantaggiodella vita personale e anche profes-sionale. L’apparente paradosso daapplicare è: dedica meno tempo al la-voro e le energie risparmiate torne-ranno a beneficio del lavoro stessotramite un atteggiamento più serenoe appagato grazie al maggiore inve-stimento nella sfera personale (affet-tiva, familiare, ludica e istituzionale).Questa strategia può emergere siaper scelta preliminare sia a seguito dipiccoli ma significativi traumi. Tipi-co è l’episodio di un manager impe-gnato in lunghe trasferte di lavoroche rientrava di rado a casa e, quan-do ciò avveniva, il figlio di pochi an-ni era già a letto. Una sera rientran-do e non avendo le chiavi d’ingres-so, suonò il campanello. Gli aprì ilbambino che nel vederlo si rivolse al-la mamma dicendo «Mamma, c’è unsignore che ti cerca…». �

apparire contemporaneamente ot-timi professionisti, genitori, coniu-gi e amici.Si tratta di superare il modello di esi-stenza alimentato da una concezio-ne di cultura d’impresa caratterizza-to dal presenzialismo spinto di tipovetero-industriale. Attualmente lamaggior parte delle attività lavorati-ve ha superato il modello tayloristi-co descritto emblematicamente dalfilm Tempi moderni. A parte le atti-vità dove il prodotto o il servizio èstrettamente collegato al fare e allapresenza, per molte altre c’è bisognodi distaccarsi dalla routine, di pen-sare, di trovare soluzioni innovative.Peter Drucker ha battezzato i mana-ger e i professionisti di oggi know-ledge worker (lavoratori della cono-scenza): questi non smettono mai dioperare perché non impegnano solole facoltà esecutive e applicative (lemani e la parola), ma anche le facoltàmentali più complesse (l’intero orga-no cerebrale). Il cervello è costante-mente in attività e suggerisce le so-

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La realtà nella quale operano i manager è caratterizzata sem-pre più da una febbrile ricerca di risultati soggetti alla tiran-nia dell’urgenza. Il timore del futuro si contrappone in modopreoccupante alla speranza e alla fiducia. La risposta a que-ste minacce non può più provenire solo da nuove e sofisti-cate tecniche manageriali ma può essere trovata ricorren-do a una nuova filosofia manageriale in grado di sostituire il“time management” con il “life management”: ottenere glistessi risultati passando dalla quantità alla qualità.

I prossimi incontri del workshop si svolgeranno a:

Bologna 22 maggio Nh Bologna Villanova Milano 16 giugno Enterprise HotelBrescia 8 luglio Novotel Brescia 2Torino 15 luglio Le Meridien Turin Art +Tech

Per informazioni e iscrizioni www.cfmt.it:Milano Anna Scirea - Tel 02 5406311 - [email protected] Lucia Canullo - Tel. 06 5043053 - [email protected]