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Associazione di volont Felice Anno Nuovo cari lettori. Anche quest’anno il nostro impegno è quello di rendere interessante il nostro magazine. Questo mese parleremo della Bielorussia, una nazione che ha un iter adottivo molto particolare. Cercheremo di saperne di più grazie all’esperienza diretta di chi ha adottato in questo Paese. Continueremo con le nostre rubriche e ci auguriamo che il tutto sia condito dall’amore che mettiamo nello scrivere dei nostri figli e dei loro paesi di origine. Buona lettura e ci rileggiamo il mese prossimo. L’editoriale Associazione “Insieme Famigli https://asso email: ass facebook: Assoc L’Associazion L’Associazion L’Associazion L’Associazione Insiem e Insiem e Insiem e Insiem vi augura un buon vi augura un buon vi augura un buon vi augura un buon Magaz tariato “Insieme Famiglia” G Insieme Fa ia” sede legale a Francavilla Fontana (BR). C ociazioneinsiemefamigliaweb.wordpress.com [email protected] - ciazione “Insieme Famiglia” - tel.: 392 4410 me Famiglia me Famiglia me Famiglia me Famiglia n 2018 n 2018 n 2018 n 2018 zine GENNAIO 2018 amiglia C.F. 91084350742 m 0382

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Associazione di volontariato “Insiem

Felice Anno Nuovo cari lettori. Anche quest’anno il nostro impegno è quello di rendere interessante il nostro magazine. Questo mese parleremo della Bielorussia, una nazione che ha un iter adottivo molto particolare. Cercheremo di saperne di più grazie all’esperienza diretta di chi ha adottato in questo Paese. Continueremo con le nostre rubriche e ci auguriamo che il tutto sia condito dall’amore che mettiamo nello scrivere dei nostri figli e dei loro paesi di origine. Buona lettura e ci rileggiamo il mese prossimo.

L’editoriale

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MagazineAssociazione di volontariato “Insieme Famiglia” – GENNAIO 2018

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La Bielorussia (in bielorusso: traslitterato: Belorussija), detta anche dell'Europa orientale.

Confina a ovest con Polonia e LituaniaLettonia; è uno stato senza sbocco al mare

La Bielorussia è una repubblica. Le lingue ufficiali sono iBielorussia si trova nell'Europa Orientalemare, ma ha 11.000 laghi. Viene attraversata da quattro fiumi principali: il Dnepr che si dirige verso l'Ucraina per sfociare nel Mar Nero e la le regioni settentrionali del paese. La Bielorussia è relativamente pianeggiante e ricca di paludi. Il più grande territorio paludoso è la

Il suo punto più alto è la Dzjaržynskaja Harabasso è sul fiume Neman a 90 m.

Le risorse naturali della Bielorussia sono foreste, depositi di gas naturale, granito, pietra calcarea

Il territorio settentrionale fa parte della

È formata da estese pianure e basse colline; a sud presenta zone paludose in parte bonificate; a nord est un'ampia zona dei laghi.

La Bielorussia è caratterizzata da clima continentale con notevoli temperature medie invernali si aggirano sui notti invernali non è difficile raggiungere i mantiene sui -20 °C. La neve copre il suolo per 3particolarmente abbondanti, rimanendo ovunque sotto i 750estate sotto forma di violenti temporali o di rovesci. La maggioranza della fa parte del gruppo etnico dei Bielorussi9.470.400 persone. I Russi sono il secondo gruppo etnico più grande. Seguono i Ucraini. La minoranza polacca è concentrata sono invece maggiormente presenti nel sudetniche, quali ebrei, armeni, tatariURSS, la maggioranza della popolazione si dichiara avvenuta nei primi anni novanta, le bielorussi si dichiara ortodosso, il 17% altre confessioni cristiane. Sono sostanzialmente assenti o quasi assenti altre fedi religiose. Le lingue ufficiali dello Stato sono il bielorussoe gran parte delle indicazioni siano scritte in bielorusso, la popolazione tende a parlare il russo. È

FOCUS: l’adozione internazionale in

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LA BIELORUSSIA

: Белару́сь?, traslitterato: Belarus', in ), detta anche Russia Bianca, Belarus o Belorussia

Lituania, a est con la Russia, a sud con l'stato senza sbocco al mare con corsi d'acqua navigabili.

La Bielorussia è una repubblica. Le lingue ufficiali sono il bielorusso e il Europa Orientale. Ha una superficie di 207.600

mare, ma ha 11.000 laghi. Viene attraversata da quattro fiumi principali: il che si dirige verso l'Ucraina per sfociare nel Mar Nero e la Dvina occidentale

le regioni settentrionali del paese. La Bielorussia è relativamente pianeggiante e ricca di paludi. Il più grande territorio paludoso è la Polesia.

Dzjaržynskaja Hara (Monte Dzeržinskij), con 345m.

Le risorse naturali della Bielorussia sono foreste, depositi di torba, piccole quantità di pietra calcarea dolomitica, marna, gesso, sabbia, ghiaia e argilla.

Il territorio settentrionale fa parte della Regione biogeografica boreale.

formata da estese pianure e basse colline; a sud presenta zone paludose in parte bonificate; a

La Bielorussia è caratterizzata da clima continentale con notevoli escursioni termichetemperature medie invernali si aggirano sui -6 e -10 °C e possono scendere sotto i notti invernali non è difficile raggiungere i -30 °C, anche se mediamente la temperatura si

°C. La neve copre il suolo per 3 -4 mesi. Le precipitazioni non sono particolarmente abbondanti, rimanendo ovunque sotto i 750 mm/anno, con apporti maggiori in estate sotto forma di violenti temporali o di rovesci. La maggioranza della

Bielorussi che costituisce l'83,7% del totale su una popolazione di sono il secondo gruppo etnico più grande. Seguono i

è concentrata principalmente nella regione di Hrodnasono invece maggiormente presenti nel sud-ovest del paese. Ci sono poi altre piccole

tatari, rom, azeri, lituani e altri ancora. Come in tanti stati dell'ex, la maggioranza della popolazione si dichiara cristiana. Dalla fine del governo comunista,

avvenuta nei primi anni novanta, le chiese cristiane hanno avuto una forte ripresa e oggi il 60% dei , il 17% cattolico, circa il 2% protestante, con percentuali minori di

altre confessioni cristiane. Sono sostanzialmente assenti o quasi assenti altre fedi religiose. Le bielorusso e il russo[1] dal 1995. Sebbene entrambe siano ufficiali

e gran parte delle indicazioni siano scritte in bielorusso, la popolazione tende a parlare il russo. È

FOCUS: l’adozione internazionale in Bielorussia

, in russo: Белору́ссия?, Belorussia, è uno stato

, a sud con l'Ucraina e a nord con la

e il russo dal 1995. La km²; non ha sbocco al

mare, ma ha 11.000 laghi. Viene attraversata da quattro fiumi principali: il Nëman, il Pripjat, il occidentale che attraversa

le regioni settentrionali del paese. La Bielorussia è relativamente pianeggiante e ricca di paludi. Il

), con 345 m, mentre il punto più

, piccole quantità di petrolio e dolomitica, marna, gesso, sabbia, ghiaia e argilla.

formata da estese pianure e basse colline; a sud presenta zone paludose in parte bonificate; a

escursioni termiche. Le °C e possono scendere sotto i -18 °C. Nelle

°C, anche se mediamente la temperatura si 4 mesi. Le precipitazioni non sono

mm/anno, con apporti maggiori in estate sotto forma di violenti temporali o di rovesci. La maggioranza della popolazione bielorussa

che costituisce l'83,7% del totale su una popolazione di sono il secondo gruppo etnico più grande. Seguono i Polacchi e gli

regione di Hrodna, gli ucraini ese. Ci sono poi altre piccole minoranze

e altri ancora. Come in tanti stati dell'ex-. Dalla fine del governo comunista,

hanno avuto una forte ripresa e oggi il 60% dei , con percentuali minori di

altre confessioni cristiane. Sono sostanzialmente assenti o quasi assenti altre fedi religiose. Le dal 1995. Sebbene entrambe siano ufficiali

e gran parte delle indicazioni siano scritte in bielorusso, la popolazione tende a parlare il russo. È

Bielorussia

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molto difficile trovare una persona che parli solo bielorusso, mentre è facile il contrario. Il russo è la lingua usata dal 70% della popolazione, contro il 23% del bielorusso; il resto è rappresentato da

minoranze linguistiche, tra cui polacco e ucraino. Al più alto livello amministrativo, la Bielorussia è divisa in 6 regioni e un territorio della capitale:

1. Minsk, horad 2. Regione di Brėst (Brėst) 3. Regione di Homel' (Homel') 4. Regione di Hrodna (Hrodna) 5. Regione di Mahilëŭ (Mahilëŭ) 6. Regione di Minsk (Minsk) 7. Regione di Vicebsk (Vicebsk)

Alcuni scorci dalle principali città bielorusse:

ADOTTARE IN BIELORUSSIA (a cura di Daniele e Lucia) La condizione in cui verte la Bielorussia è piuttosto complicata, ed un osservatore esterno non ha una sufficiente visione d’insieme per poter analizzare in modo esaustivo questi aspetti politico- sociali. Sostanzialmente distinta in città e campagne, la Russia Bianca evidenzia grandi differenza tra i centri urbani ed il resto del proprio territorio; gran parte della popolazione è, infatti, concentrata nella provincia di Minsk. Questo divario provoca facilmente una condizione di arretratezza nelle campagne, prospettando uno scenario poco differente dall’ambiente italiano del secondo dopoguerra mentre, per ciò che riguarda le città, non si notano grandi differenze dalle più blasonate “colleghe” europee.

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Per capire alcune cause delle condizioni dell’odierna Bielorussia bisogna tornare ad un giorno di primavera di 21 anni fa. Il 26 aprile 1986 accadde qualcosa che cambiò decisamente il mondo. Durante quella notteil reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl , città ucraina a circa 100 da Kiev, esplose, riversando nell’aria una quantità impressionante di isotopi radioattivi. Le condizioni climatiche particolari di quel giorno, varie correnti d’aria e numerosi venti, spinsero gran parte di quegli inquinanti a riversarsi sul suolo bielorusso, avvelenando ogni cosa, in particolare nella regione di Gomel, situata a sud, (confinante proprio con l’Ucraina), peraltro oggi tristemente famosa per il gran numero di patologie sviluppate nei suoi più giovani abitanti. Quel disastro inflisse un duro colpo alla già precaria situazione bielorussa, provocando un ulteriore isolamento e determinando una situazione di arretratezza e difficoltà che solo il tempo potrà risolvere, anche se numerosi ma non ancora sufficienti sforzi sono stati già compiuti dal governo locale e da interventi internazionali. Dal punto di vista chimico-biologico le sostanze inquinanti che avvelenarono quelle terre hanno tempi di decadimento piuttosto lunghi, anche migliaia di anni. Questo significa che gran parte della produzione agricola di quelle zone, oltre ad essere illegale, è anche fortemente nociva e dannosa per l’organismo umano. Questa situazione, tuttavia, perdurerà per molti anni ancora. Negli anni appena successivi nacquero in Italia numerose Associazioni, Fondazioni e Onlus che decisero di prendersi cura dei bimbi bielorussi, i più colpiti da quella tragedia. In seguito a tali iniziative, molti giovani iniziarono a venire in Italia (ma anche in altre nazioni, come ad esempio in Irlanda), per periodi di circa un mese, con lo scopo di migliorare le proprie difese immunitarie e per seguire una dieta più sana, senza trascurare l’importanza di questa “vacanza” anche a livello psicologico. L’adozione internazionale in Bielorussia passa quasi esclusivamente attraverso le vacanze pre-adottive, che, in questo caso, si realizzano sotto forma di viaggi terapeutici o “programmi solidaristici di accoglienza” come sono definiti dalla Direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione. Il Governo di Minsk, infatti, considera come requisito necessario e fondamentale, affinché un bambino bielorusso venga adottato da una coppia italiana, il fatto che il minore abbia trascorso un periodo di affidamento temporaneo con la stessa famiglia , proprio nell’ambito di un progetto di risanamento.

Le vacanze terapeutiche si svolgono solitamente nel periodo estivo o in quello natalizio e comportano la permanenza di minori provenienti prevalentemente da Ucraina, Bielorussia e Federazione Russa presso famiglie italiane. Si tratta di una pratica avviata nella seconda metà degli anni 80, in seguito alla tragedia nucleare di Chernobyl. Da allora, numerose associazioni italiane organizzano questi soggiorni terapeutici nel nostro Paese per bambini provenienti dalle aree più colpite dalle radiazioni nucleari, nell’ambito di progetti di accoglienza autorizzati dalla Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Accade spesso che un minore venga ospitato per più anni consecutivi dalla stessa famiglia. Facile immaginare, quindi, che si possa instaurare un rapporto di affetto reciproco tra bambino e fami glia . Da qui l’intuizione delle autorità bielorusse che hanno autorizzato la possibilità di trasformare questa forma di accoglienza temporanea in definitiva .Gli aspiranti all'adozione che intendono adottare il minore ospitato durante i soggiorni di risanamento, presentano, attraverso gli Enti autorizzati, all’organo di tutela e curatela del luogo di residenza (domicilio) del minore la domanda per l’inserimento del minore stesso nell’elenco dei minori nei confronti dei quali è possibile effettuare l’adozione internazionale. Tale fenomeno è stato oggetto di ulteriore regolamentazione tramite l’accordo bilaterale in materia tra il governo di Minsk e quello italiano risalente al 10 maggio 2007, con l’approvazione del “Regolamento sulle adozioni internazionali e sull’affido e tutela internazionale dei bambini” che prevede la possibilità di adozione di minori orfani sociali accolti da famiglie italiane attraverso progetti di risanamento. La collaborazione tra il Ministero dell’Istruzione di Minsk , competente in materia di adozione per la Bielorussia, e l’italiana Commissione per le adozioni internazionali è stata poi rinnovata negli anni

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successivi.Il soggiorno terapeutico può trasformarsi quindi in accoglienza definitiva: una “strategia vincente” soprattutto per i minori più grandi per i quali si fa fatica a trovare una famiglia. Molte coppie adottive, spesso, hanno timore di ritrovarsi, di punto in bianco, genitori di un bambino già grande che, a sua volta, si trova a doversi confrontare per la prima volta con una nuova cultura , una nuova lingua e con il sentirsi figlio. La possibilità di conoscersi prima di dire un sì definitivo all’iter adottivo è quindi di fondamentale importanza. E il provvedimento adottato dal governo bielorusso va proprio in questa direzione. In data 30 novembre 2017 a Minsk è stato sottoscritto il nuovo protocollo di collaborazione tra la Commissione per le Adozioni Internazionali e il Ministero dell’Istruzione della Repubblica di Belarus in materia di adozione dei cittadini minorenni della Repubblica di Belarus da parte dei cittadini della Repubblica Italiana. La firma è avvenuta nel corso di un proficuo incontro tra il Ministro dell’Istruzione Igor VasilievichKarpenko e il vice presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali dott.ssa Laura Laera, alla presenza di una delegazione bielorussa e di una delegazione italiana, composta dall’Ambasciatore Stefano Bianchi, dal Primo Segretario Paolo Tonini e dal Consigliere d’Ambasciata Enrico Nunziata.In questa occasione è stata anche formalmente consegnata la lista degli aspiranti all’adozione di minori bielorussi con le integrazioni richieste.L’auspicio unanime è che si possa giungere nei prossimi mesi all’espletamento delle relative procedure.

STORIA DALLA BIELORUSSIA

Sono Antonella e con mio marito abbiamo iniziato il percorso adottivo nel 2011. Non è stato molto lungo,a parte piccoli ritardi postali. Abbiamo finito nel dicembre 2011. Il decreto lo abbiamo avuto il 25 Settembre 2012. Abbiamo deciso si attendere un po’ una possibile chiamata in nazionale mentre in un cassetto il decreto era fermo. Intanto tramite un’ amica, ho avuto la possibilità di poter ospitare un bimbo bielorusso, che da subito ci dissero sarebbe stato adottabile. A giugno 2013 arrivò. Fu amore a prima vista. Lui, ne ero sicura, è arrivato perché scritto nel destino da una stella lassù particolare: mia nonna. Quella nonna che insieme a me lo ha tanto desiderato,cercato,voluto,sperato di vederlo. A lei dedico il mio percorso nel mondo adottivo. Lei che era mamma bio e mamma di cuore,una nonna- sorella che mi ha trasmesso forza, speranza, determinazione. Gli anni passano tra un ospitalità e l'altra e sin da subito il cucciolo ci aveva chiesto di restare. Abbiamo dato mandato ad un ente autorizzato che operava in Bielorussia. In quei tre anni, quando era nel suo paese di origine, ci sentivamo e vedevamo tramite Skype. Lui era ed è il nostro sole, la nostra gioia più grande. Tutti eravamo qui ad aspettarlo. Anche il nonno, che purtroppo nonostante lo avrebbe voluto vedere nel nostro per sempre,pochi mesi prima della nostra partenza, all’ improvviso, ci lasciò. Un altro dolore immenso. Nel frattempo l’ ente ci comunicò la data di partenza,di udienza e noi pronti per riferirlo al piccolo. Invece è proprio lui che durante una nostra chiamata, ci disse che stiamo per raggiungerlo per sempre. Un’ emozione indescrivibile ci pervase e ci fece volare sulle nuvole. L'aereo che quasi senza rendermene conto presi per volare da mio figlio mi fece ingenuamente sperare che forse da lassù qualcuno mi avrebbe vista. E atterrammo finalmente nella terra di nostro figlio. Ci attendeva una pioggerellina fitta e un po' di freddino. Era sera e non vedemmo subito nostro figlio. Il giorno dopo ci venne a prendere il nostro referente e ci portò nel suo villaggio. Ci vide, ci abbracciò, io iniziai a piangere e.....venne subito via con noi. La mattina dopo c’era l'udienza. 3 ore di udienza meravigliosa. Il nostro parto. Il cognome nero su bianco...Lacrime, emozione, congratulazioni da giudice, ispettore, assistente sociale, psicologa, direttrice. Insomma, era nata la nostra famiglia. Lui un cucciolo di 10 anni finalmente aveva una mamma, un papà e una nonna che lo aspettava a casa....È passato un anno, un meraviglioso anno. E con lui abbiamo deciso di accogliere un altro

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cucciolo, un fratello seppur non di sangue. Un giorno mi ha detto: “Mamma noi abbiamo troppo amore che dobbiamo condividere con qualcun altro”. Ed ogni giorno un’emozione. Vederli insieme una gioia immensa. Noi capiamo il valore dell’ amore che tanti purtroppo non possono capire. Questo sarà il loro primo Natale da fratellini insieme e sono sicura che sarà il primo di unnatali fino alla loro vecchiaia.

FAVOLA BIELORUSSA: Nonno Gelo

FAVOLA BIELORUSSA: Nonno Gelo Una matrigna aveva una figliastra e una figlia. Qualsiasi

cosa facesse la figlia, la accarezzavano sulla testa e

dicevano: "Che intelligente!". La figliastra, qualsiasi cosa

buona facesse, non andava mai bene, non doveva fare

così, era tutto brutto. E invece bisogna dirlo: la ra

era oro, aveva le mani come il formaggio nel burro. Ma la

madre ogni giorno si bagnava di lacrime. Il vento prima

soffia, poi tace. Ma la vecchia baba prima s'infuria, però

non si calma subito, pensa sempre a qualche dispetto così

la donna pensò di cacciare la figliastra da casa: "Portala,

portala, vecchio, dove vuoi, purché i miei occhi non la vedano, e le mie orecchie non sentano più

parlare di lei; ma non portarla dai parenti, in una casa calda, ma portala nel campo, nel gelo

scricchiolante!". Il vecchio si rattristò, per un poco, e pianse, poi mise la ragazza sulla slitta, voleva

coprirla con una coperta, ma ebbe paura. Portò la sventurata senza casa in un campo aperto, la

scaricò su un cumulo di neve, le fece il segno della croce, e in fretta torn

assistere alla morte della figlia. La poverina rimase sola, trema e e dice una muta preghiera. Arriva

il Gelo; saltella, fa dei salti, e osserva la bella ragazza: "Ragazza, ragazza! Io sono Gelo Naso

rosso!". "Salute a te, Gelo. Si capis

voleva colpirla e assiderarla; ma ammirò le sue parole, provò compassione! Le buttò una pelliccia.

Famiglia diventa ciò che sei (Giovanni Paolo II)

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cucciolo, un fratello seppur non di sangue. Un giorno mi ha detto: “Mamma noi abbiamo troppo videre con qualcun altro”. Ed ogni giorno un’emozione. Vederli insieme

una gioia immensa. Noi capiamo il valore dell’ amore che tanti purtroppo non possono capire. Questo sarà il loro primo Natale da fratellini insieme e sono sicura che sarà il primo di un

FAVOLA BIELORUSSA: Nonno Gelo (a cura di Alessandra e Giuseppe)

FAVOLA BIELORUSSA: Nonno Gelo (a cura di Alessandra e Giuseppe)

figliastra e una figlia. Qualsiasi

cosa facesse la figlia, la accarezzavano sulla testa e

dicevano: "Che intelligente!". La figliastra, qualsiasi cosa

buona facesse, non andava mai bene, non doveva fare

così, era tutto brutto. E invece bisogna dirlo: la ragazza

era oro, aveva le mani come il formaggio nel burro. Ma la

madre ogni giorno si bagnava di lacrime. Il vento prima

soffia, poi tace. Ma la vecchia baba prima s'infuria, però

non si calma subito, pensa sempre a qualche dispetto così

acciare la figliastra da casa: "Portala,

portala, vecchio, dove vuoi, purché i miei occhi non la vedano, e le mie orecchie non sentano più

parlare di lei; ma non portarla dai parenti, in una casa calda, ma portala nel campo, nel gelo

ecchio si rattristò, per un poco, e pianse, poi mise la ragazza sulla slitta, voleva

coprirla con una coperta, ma ebbe paura. Portò la sventurata senza casa in un campo aperto, la

scaricò su un cumulo di neve, le fece il segno della croce, e in fretta tornò a casa, per non

assistere alla morte della figlia. La poverina rimase sola, trema e e dice una muta preghiera. Arriva

il Gelo; saltella, fa dei salti, e osserva la bella ragazza: "Ragazza, ragazza! Io sono Gelo Naso

rosso!". "Salute a te, Gelo. Si capisce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice." Gelo

voleva colpirla e assiderarla; ma ammirò le sue parole, provò compassione! Le buttò una pelliccia.

Famiglia diventa ciò che sei (Giovanni Paolo II)

cucciolo, un fratello seppur non di sangue. Un giorno mi ha detto: “Mamma noi abbiamo troppo videre con qualcun altro”. Ed ogni giorno un’emozione. Vederli insieme

una gioia immensa. Noi capiamo il valore dell’ amore che tanti purtroppo non possono capire. Questo sarà il loro primo Natale da fratellini insieme e sono sicura che sarà il primo di un infinità di

(a cura di Alessandra e Giuseppe)

(a cura di Alessandra e Giuseppe)

portala, vecchio, dove vuoi, purché i miei occhi non la vedano, e le mie orecchie non sentano più

parlare di lei; ma non portarla dai parenti, in una casa calda, ma portala nel campo, nel gelo

ecchio si rattristò, per un poco, e pianse, poi mise la ragazza sulla slitta, voleva

coprirla con una coperta, ma ebbe paura. Portò la sventurata senza casa in un campo aperto, la

ò a casa, per non

assistere alla morte della figlia. La poverina rimase sola, trema e e dice una muta preghiera. Arriva

il Gelo; saltella, fa dei salti, e osserva la bella ragazza: "Ragazza, ragazza! Io sono Gelo Naso-

ce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice." Gelo

voleva colpirla e assiderarla; ma ammirò le sue parole, provò compassione! Le buttò una pelliccia.

Famiglia diventa ciò che sei (Giovanni Paolo II)

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Lei l'indossò, si strofinò i piedi, si mette a sedere. Viene di nuovo Gelo Naso- rosso, saltella, balla,

guarda la bella ragazza: "Ragazza, ragazza, io sono Gelo Naso- rosso!" "Salute a te, Gelo. Si

capisce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice." Gelo sembrò non essere proprio in

sé: portò alla bella ragazza un grande baule, pieno di ogni sorta di regali. Lei si sedette, nella sua

pelliccia, sul baule, così allegra, così bellina! Arriva di nuovo Nonno Gelo Naso-rosso, saltella,

balla, e guarda la bella ragazza. Lei lo accolse con un saluto, e lui le regalò un vestito cucito d'oro

e d'argento. Lei lo indossò e fu una vera bellezza, una vera eleganza! Siede e canta.

La matrigna prepara intanto la veglia funebre per lei, cuoce le frittelle. "Và, vecchio, porta a

seppellire la tua figlia." Il vecchio se ne andò. E il cane sotto il tavolo: "Bau, Bau! Adesso portano

la figlia del vecchio tutta vestita d'oro e d'argento, ma la figlia della vecchia i fidanzati non la

prenderanno!". "Taci, stupido cane. Eccoti una frittella, e dì: «I fidanzati prenderanno la figlia della

vecchia, e della figlia del vecchio porteranno solo gli ossicini!» Il cane si mangiò la frittella, ma

disse di nuovo: "Bau, bau, bau. Portano la figlia del vecchio tutta vestita d'oro e d'argento, ma la

figlia della vecchia i fidanzati non la prenderanno!" La vecchia diede al cane le frittelle e lo

picchiava, ma lui, sempre: "Portano la figlia del vecchio tutta vestita d'oro e d'argento, ma i

fidanzati non prenderanno la figlia della vecchia!".

Il portone scricchiolò, si aprì la porta della capanna, portano un alto e pesante baule, entra la

figliastra, tutta risplendente come una vera signora! La matrigna la guardò e allarga le braccia!

"Vecchio, vecchio, attacca altri cavalli, e porta presto mia figlia! Mettila nello stesso campo, nello

stesso posto!" Il vecchio portò la figliastra nello stesso campo, nello stesso posto, e depose la

ragazza. Arrivò Nonno Gelo Naso- rosso, guardò la sua ospite, saltellò e ballò, ma buone parole

non le ebbe. Allora si arrabbiò, l'afferrò e la uccise. "Vecchio, và, portami la mia ragazza, attacca

cavalli selvatici, non far affondare la slitta, non perdere il baule!" E il cane, sotto il tavolo:"Bau,

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bau! I fidanzati prenderanno la figlia del vecchio, ma porteranno in un sacco gli ossicini della figlia

della vecchia!" "Non mentire! Eccoti una torta. Dì: «porteranno la figlia della vecchia vestita d'oro e

d'argento!»

Si aprì il portone, la vecchia corse incontro alla figlia, ma invece di lei abbracciò un corpo freddo.

Pianse, gridò, ma ormai era troppo tardi.

Bitočki bielorusso

Il bito čki è una tipica ricetta della cucina bielorussa. È un lontano parente delle italianissime polpette di carne "delle nonne": è un piatto realizzato con pochi ingredienti e poveri, ma dal sapore gustosissimo ed aromatizzato. A differenza delle nostre polpette, infatti, l'impasto del bitočki è arricchito con cipolla e spezie . È un piatto molto semplice e veloce da preparare e gli ingredienti sono facilmente reperibili al supermercato, con costi minimi. Vediamo quindi insieme come prepararlo. Ingredienti:

• 500 g di carne di manzo tritata • 1 cipolla • 1 uovo • Misto di spezie e sale q.b • Per il Łasun Bitočki: 300g di carne di pollo, 2 cucchiai di burro, lardo. Per l’impasto: 5 cucchiai di

farina, 4 cucchiai di latte, 1 uovo

Come prima cosa acquistate 500 g di manzo. Potete comprarlo già tritato in macelleria, oppure provvedere voi stessi all'operazione con un tritacarne. Affettate finemente le cipolle e sminuzzatele. In una ciotola ponete il manzo e le cipolle crude tritate, insieme ad un uovo, un pizzico di sale ed un misto di spezie. Per il vostro misto di spezie potete scegliere fra chiodi di garofano, cumino, curcuma, paprika, peperoncino, dragoncello, noce moscata, senape e zenzero. Potete anche profumare con aromi freschi, come timo, finocchietto ed erba cipollina. Mescolate energicamente gli ingredienti nella ciotola, fino ad ottenere un impasto corposo. Prendete una certa quantità di impasto nella mano e sfregatela con movimenti rotatori sull'altra, per creare una polpetta. Schiacciatela leggermente con la mano. Ripetete questi ultimi due passaggi e realizzate all'incirca dodici o quindici bitočki. In una padella antiaderente sciogliete circa 45 g di burro. Quando questo sarà bollente, mettete a friggere i vostri bitočki. Lasciateli sfrigolare ben bene nel burro. Per una migliore cottura cuocetene pochi alla volta. Alzate i bitočki dalla padella quando saranno belli rosolati e scolateli un po'. Serviteli accompagnati da una salsa alla senape oppure da un'insalata fresca.

Una variante della ricetta tradizionale del bitočki è il Łasun Bitočki, sempre appartenente alla cucina bielorussa. Esso consiste in crocchette di carne trita di pollo, fritte in una pastella di uova, farina e latte. Una ricetta per quattro

Chef in famiglia (a cura di Paolo)

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persone prevede per prima cosa la realizzazione dell'impasto. Setacciate la farina e mescolatela con il latte caldo. Separate l'albume dal tuorlo ed aggiungete quest'ultimo all'impasto. Montate a neve l'albume ed aggiungetelo al composto. Mischiate delicatamente ma corposamente. Tritate il filetto di pollo con la pelle nel tritacarne e salatelo. Formate delle polpette di carne schiacciate al centro e inseritevi un pezzetto di burro freddo. Passatele nella pastella e friggetele in 45-50 g di lardo. Buon appetito!

L’Associazione Insieme Famiglia è felice di annunciarvi l’arrivo della piccola Wiktoria, giunta dalla Polonia per la gioia di mamma Gianna e papà Domenico. Buona vita piccolina!

L’ADOZIONE: UN’ESPERIENZA DIFFICILE…….... MA BELLIS SIMA. ( a cura di Domenico e Gianna) E quanto più è difficile, tanto più bello ti sembrerà tutto dopo, quando un gesto, una parola, uno sguardo ti colpiranno al cuore e dirai a te stesso che ne è valsa la pena. Abbiamo aspettato tanto tempo, più di quattro anni e mezzo, per poter portare a termine questo percorso, che si è concluso il 5 dicembre del 2017. Sappiamo che, da adesso in poi, ci saranno altre difficoltà, ma siamo fiduciosi, perché ora Wiktoria è nostra figlia; e non solo sulla carta. Noi sentiamo, io e Gianna, che è nostra figlia dentro di noi, con tutte le forze, e sentiamo che noi siamo i suoi genitori perché lei ci vuole, non solo a parole, ma con i comportamenti che una figlia ha verso chi è sua madre e suo padre.

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E di cose in quattro anni e mezzo ne sono successe: i Servizi Sociali che si sono dimenticati la nostra pratica per ben due volte, il Tribunale che ci ha “rimandato” al fine di prepararci ulteriormente per affrontare l’adozione, il Governo Polacco che cambiava le regole sull’adozione in Polonia allungando i tempi di decisione sugli abbinamenti (e facendone saltare qualcuno, così, tanto per rendere più entusiasmante questa corsa ad ostacoli). Ed ancora, i Servizi Sociali che dimenticavano la firma sulla relazione, e le incomprensioni con l’Ente mandatario, le attese, i dubbi, i confronti accesi. Tutto ciò mentre svolgevamo la nostra vita quotidiana, già piena di impegni, e confidando questa nostra decisione di adottare solo a poche persone, così, forse come forma di autodifesa o perché non sapevamo come sarebbe andata a finire. Ma ci abbiamo creduto. Soprattutto quando abbiamo ricevuto la scheda informativa di Wiktoria. Era il 30 novembre del 2016. Abbiamo detto subito “si” a noi stessi. Si, vogliamo Wiktoria come nostra figlia. Ma abbiamo voluto aspettare qualche giorno per dare l’assenso all’abbinamento. Ma non vedevamo l’ora di partire. Cominciai subito a studiare il Polacco, questa lingua così difficile ed ostica, con le declinazioni come in Latino ma, la contrario del Latino, con vocaboli e suoni completamente diversi dall’Italiano, ed i verbi che hanno le coniugazioni con diverse radici e che cambiano ancora radice a seconda che l’azione sia passata o in corso d’opera. Studiavo circa un’ora al giorno. Fino al 21 gennaio 2017, giorno in cui venivamo a conoscenza del Decreto del Ministero della Famiglia Polacco che stabiliva nuove regole per l’adozione in Polonia. Sembrò un incubo. Era palese che il Governo era contrario alle Adozioni Internazionali. E anche alla nostra, quindi. Ho smesso di studiare e abbiamo atteso, cercando notizie precise dall’unica fonte a nostra disposizione: l’Ente a cui avevamo dato mandato. Ma l’Ente, pur rassicurandoci, si contraddiceva spesso, scardinando quelle poche sicurezze che avevamo. E abbiamo atteso. Anche questa volta. Dicendo a noi stessi che poteva anche andar male, che Wiktoria poteva non diventare nostra figlia. Pregando. Sì, io pregavo quando andavo a correre e pregavo di incontrare la piccola Wiktoria. Così è arrivata l’Estate 2017. Avevamo deciso di aspettare fino al 15 settembre e poi avremmo deciso cosa fare. Perché la nostra pratica al contrario di altre, non era stata ancora visionata dal Ministero? Perché tanto tempo per aver il parere all’incontro con Wiktoria? Ma il 17 agosto alle ore 13.28 abbiamo ricevuto una chiamata dal nostro Ente. La chiamata. Per dirci che finalmente il Ministero aveva espresso parere sull’abbinamento e che questo parere era positivo. Potevamo incontrare Wiktoria!! Emozione incontenibile. Sembrava la fine di un incubo. Abbiamo incontrato Wiktoria il 31 agosto 2017 presso la casa dove viveva con la famiglia della tutrice. Ci uscì incontro con un abito bianco a fiori rossi e pallini neri ed una fascia rossa in vita; i capelli raccolti in treccioline sapientemente preparate per l’occasione. Traspariva tutta la sua timidezza, in un incontro emozionante per tutti. Per lei, piccolina che non disse una parola, per noi che cercavamo di essere disinvolti, per la tutrice e la sua famiglia che non nascondevano le lacrime. Fu un incontro che non dimenticheremo mai. Calati in un sogno, tenevamo delicatamente le mani di quell’esserino che aveva deciso di donare a noi la sua vita. Ci accorgemmo che la nostra voglia di adottare era niente rispetto al suo desiderio di avere una famiglia. Di avere una mamma e un papà. Perché lei non aveva più una mamma e un papà. Il giorno dopo ci salutammo con la promessa che saremmo ritornati e questa volta per stare insieme per sempre. Così si attendeva il secondo viaggio. Io continuavo a pregare. Durante le mie corse pregavo affinchè la bambina stesse bene, che non le succedesse niente.

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Ci siamo rincontrati il 12 ottobre 2017, sempre presso la casa della tutrice. Dopo brevi, ma emozionanti saluti (abbiamo una foto in cui lei saluta anche il suo cane), Wiktoria salì in macchina con noi e partimmo per una nuova vita. Tutti e tre insieme. Durante il tragitto verso il luogo dove avremmo trascorso il periodo di convivenza, la bambina non disse una parola. Il suo sguardo era per lo più rivolto verso la strada. Fisso. Vuoto come chi sta lasciando gli affetti e i luoghi in cui è nata e cresciuta. Perché la vita ha voluto così per Wiktoria; che non ci fosse una famiglia per lei in Polonia. Così, ora si trova a dover andare con una famiglia italiana che vive a molti chilometri di distanza e che ha tante cose diverse. Usi, costumi, modi di mangiare, di pensare. Ma soprattutto la lingua. “Jak się masz, Wiktoria?”. Come stai? Wiktoria era triste. E se anche tu non sai, in quel momento, se stai facendo per lei la cosa giusta, lei, invece, lo sa che è la cosa giusta; lei sa che è la possibilità, forse l’unica, di avere una famiglia, di essere circondata da persone che ti vogliono bene. Perché è questo che i bambini cercano. L’amore di una famiglia. I giorni trascorrevano veloci e intensi in quella casa di quel quartiere di quella cittadina polacca che assomigliava a tratti alla contea degli hobbit di Tolkien. Tanto verde in Polonia. Siamo stati messi spesso alla prova. E duramente. Prima ha preso di mira il papà. Non mi rivolgeva la parola, rifiutava le mie accortezze ricercandole, invece, nella mamma; non voleva che stessi nella stanza quando la mamma le leggeva le favole della buonanotte. Dopo si è “divertita” con la mamma e si è avvicinata di più a me. Ci ha “rodato”. Ha voluto capire se la volevamo veramente. Ha “saggiato” la pazienza dei genitori. E così ci ha messo alla prova con i continui capricci e i continui giochi a nascondino. Sembrava dire: “Mi vuoi? Cercami, trovami”. Si nascondeva di continuo e dovunque: nell’armadio, sotto il letto, nel vano bagagli dell’auto, nella valigia e una volta persino nella bustona della spesa. E poi dovevi prenderla in continuazione. “Mi vuoi? Prendimi e non lasciarmi cadere. Io cado e tu devi sorreggermi, mi devi aiutare a non cadere. Ma non è facile, perché io ti renderò la cosa difficile”. La sera arrivavamo sfiniti, esausti. E ci addormentavamo per poi svegliarci di notte e non riuscire più a dormire fino al mattino. Perché i pensieri erano tanti. Belli e brutti. A seconda di come si era chiusa la giornata. Poi è arrivato il 6 novembre 2017: il giorno dell’udienza. Un’ora e mezza di udienza. Quel giorno eravamo su un altro pianeta, un turbine di emozioni. Le paure si alternavano ai dubbi, alle speranze. La concentrazione era massima e le risposte al giudice e al procuratore erano brevi ma concise e si cercava di rimanere calmi. Ma non sempre ci siamo riusciti. Qualche lacrima, più di qualcuna, ha interrotto le nostre risposte. E poi la sentenza: tak, Wiktoria è nostra figlia. Tre settimane di passato in giudicato. Si, la sentenza è positiva, ma non esecutiva. Si dà la possibilità a qualcuno che abbia interesse di opporsi alla sentenza facendo ricorso. E lo può fare in queste tre settimane. Per fortuna nessuno ha presentato ricorso. Così si è potuto ritirare la sentenza ormai esecutiva. La macchina da guerra che è il nostro Ente, in quattro giorni, è riuscita a preparare i documenti per il rientro in Italia. La CAI ha emesso il decreto di autorizzazione all’ingresso e alla residenza per adozione in Italia il pomeriggio del primo di dicembre. Il martedì 5 dicembre 2017 siamo rientrati in Italia. Non più da soli. Ma con nostra figlia Wiktoria. “Cosa vuoi per Natale Wiktoria? Compriamo anche un pelouche a forma di cuore?”. “No, il cuore me lo avete già donato tu e papà, perché il vostro cuore è mio e noi siamo una famiglia”. Dopo un bacio ad entrambi. Bè,……. ne è valsa la pena. Io corro ancora. E prego. E prego per ringraziare Dio per tutto quello che la vita continua a darmi, giorno dopo giorno. E Lo ringraziamo per ciò che Wiktoria ci dà ogni giorno. E ringraziamo tutti quelli che ci hanno sorretto in questo periodo, gli amici dell’Associazione, i parenti, gli amici, l’Ente “La Cicogna” ed in particolare ad Anna, Halina, Monika e i colleghi di lavoro.

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E un pensiero speciale va a tutti coloro che hanno intrapreso questo percorso e a quelli che hanno intenzione di intraprenderlo, perché non demordano, perché è la cosa giusta da fare, perché può nascere dal desiderio di avere uno o più figli, ma finisce sempre per essere un gesto altruista volto a dare amore a bambini che hanno bisogno di una famiglia e di una vita serena.

POETANDO Voi innesterete le vostre vite sulla mia crescita selvatica e grazie a voi io rinascerò una seconda volta. Così sarò ricco di quattro genitori, due lo saranno della mia carne e due del mio cuore e della mia carne cresciuta. Voi non giudicherete i miei genitori sconosciuti li ringrazierete e mi aiuterete a rispettarli. Perché dovrò riuscire lo so, ad amarli nell’ombra, se un giorno vorrò poterli amare nella luce. (Michel Quoist)

Ciò che vi dico piano non potrò urlarlo, se non il giorno in cui, avendomi voi adottato,

mi avrete messo in cuore tanto amore e autentica libertà, sulle mie labbra parole sufficienti,

perché possa dire: papà, mamma, io vi scelgo e vi adotto, allora saprete che il vostro amore è dono, e che è riuscito.

(Michel Quoist)

La biologia è l’ultima cosa che rende qualcuno una madre.

(Oprah Winfrey)

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L’adozione internazionale induce i minori adottati ad apprendere in tempi molto brevi la nuova lingua familiare. In realtà questa acquisizione così immediata non costituisce una certezza di padronanza del linguaggio scolastico. Quella appresa infatti è la lingua quotidiana, non quella piena di nessi, sfumature e riferimenti culturali tipica della scuola. L’attenzione a questo aspetto è fondamentale sin da subito. Nei bambini è forte il desiderio di stare con i loro coetanei e poter con loro

comunicare attraverso le attività e i giochi. Per questo motivo, grande impulso bisogna dare al miglioramento del lessico, che non può avvenire in maniera immediata ma è un costituirsi lento e laborioso. Auspicabile è la presenza di un compagno tutor o di un facilitatore linguistico che possa aiutare il bambino nella fase iniziale di inserimento- acquisizione del linguaggio. L’insegnante in questione, dovrebbe avere esperienza nell’insegnamento dell’italiano come Lingua 2. Infatti spesso, con il passare dei mesi e il miglioramento delle capacità comunicative dei bambini arrivati in adozione internazionale, si dimentica che non sono madrelingua italiana e che quindi alcune sfumature non vengono colte. Esempi concreti sono, tra i tanti, il non riuscire a sentire le doppie (che in alcune lingue non ci sono) e gli accenti, il non riconoscere i termini nelle loro varie sfaccettature di significato, nell’acquisire i grafemi della nuova lingua e scriverli correttamente tralasciando ciò che si era imparato precedentemente nella Lingua 1. Ricordiamo inoltre che, nella maggior parte dei casi , l’acquisizione della nuova lingua induce il bambino a rimuovere la lingua madre per tutta una serie di motivi psicologici reconditi. Ad ogni nuovo termine acquisito ce n’è uno che finisce nel cassetto della memoria e di cui si perde traccia apparentemente. Questo impegno a favore dell’acquisizione della lingua italiana avviene in maniera più fluida se scuola e famiglia collaborano, utilizzando strumenti e strategie comuni per rendere più agevole il percorso scolastico dei bambini.

LE LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI: opportunità per una “buona scuola”- part e 4 ( a cura di Tiziana)

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Sono aperte le adesioni per il tesseramento 2018 all’Associazione Insieme Famiglia. Chi vuole associarsi può contattarci via mail o al nostro numero di telefono.

I nostri appuntamenti

Associazione “Insieme Famiglia” sede legale a Francavilla Fontana (BR). C.F. 91084350742

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