MISSIONE BIELORUSSIA 22-29 SETTEMBRE 2003 · Scuola- formazione professionale, in ... attrezzatura...

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MISSIONE BIELORUSSIA 22-29 SETTEMBRE 2003 Gianluigi Lio Orianna Monti Mirella Orlandi

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MISSIONE BIELORUSSIA 22-29 SETTEMBRE 2003

Gianluigi Lio Orianna Monti Mirella Orlandi

PARTECIPANTI: GIANLUIGI LIO (REGIONE EMILIA-ROMAGNA) MIRELLA ORLANDI (REGIONE EMILIA-ROMAGNA) ORIANNA MONTI (REGIONE EMILIA-ROMAGNA) MARINA BALBONI (ANPAS EMILIA-ROMAGNA) LUCIA DALLOLIO (ANPAS EMILIA-ROMAGNA) RAFFAELLA PERFETTI (LEGAMBIENTE SOLIDARIETA’ EMILIA ROMAGNA) LINO DEL MONTE (AIUTIAMOLI A VIVERE EMILIA ROMAGNA)

La missione tecnica in Repubblica di Bielorussia aveva un duplice obiettivo, la verifica delle azioni progettuali realizzate dalle associazioni firmatarie il Protocollo regionale Chernobyl, da un lato, e la presa di contatto con la realtà “ambientale” bielorussa e il consolidamento dei rapporti con la Rappresentanza italiana in loco, dall’altro, al fine di migliorare l’efficacia di tutte le azioni progettuali in corso con particolare riguardo ai progetti di accoglienza dei minori bielorussi in Emilia-Romagna.

La missione ha, quindi, avuto momenti collegiali a Minsk, nel corso dei quali sono stati realizzati incontri di interesse comune a tutti i partecipanti e visite separate ai centri (Orfanotrofi, Ospedali, ecc.) dove si è concentrata la progettazione delle singole associazioni. Minsk Incontro con Ambasciatore Italiano. L'ambasciatore ha dimostrato di prestare particolare attenzione ai programmi di solidarietà e di cooperazione internazionale e ha dichiarato di voler essere meglio documentato sulle attività e sui programmi della Regione. Nel corso dell’incontro è stato affrontato il problema del rilascio dei visti. Da parte dell’Ambasciata è stato fatto presente che l'ufficio può rilasciare un massimo di 120 visti d’ingresso al giorno; nei periodi estivi la richiesta invece può arrivare anche a 800. Naturalmente questo richiede una programmazione molto più articolata e un maggior coordinamento per le partenze dei bambini. La documentazione dovrà essere presentata almeno 60 giorni prima e i passaporti 15 giorni prima. Gli elenchi dei bambini dovranno essere completi perché un solo errore su un nominativo blocca l'intero elenco. L'ambasciatore ha comunque garantito la massima disponibilità e collaborazione ed ha chiesto a tal fine che vengano trasmesse tutte le delibere regionali inerenti i ricoveri presso le strutture sanitarie regionali di cittadini bielorussi e i progetti di cooperazione decentrata. Su questa base sarà possibile avviare un rapporto di più stretta collaborazione utile ad evitare ritardi e inefficienze. Incontro Vice-Direttore del Dipartimento Aiuti Umanitari. Leopold V. Chavko. Nel corso dell’incontro da parte della Fondazione “Aiutiamoli a vivere” è stato evidenziata la necessità che vi si individuino e si instaurino tra il Dipartimento e le Associazioni i rapporti improntati ad una maggiore flessibilità al fine anche di snellire alcuni vincoli burocratici che si ripercuotono sulla efficacia e tempestività dei loro interventi. L’Associazione Anpas ha ribadito quanto i ritardi nell’espletamento delle procedure doganali influiscano negativamente sull'attività complessiva. Legambiente ha confermato la totale disponibilità a collaborare e a prendere in considerazione il progetto di realizzare un centro di accoglienza in Bielorussia. Il vice-direttore ha puntualizzato come la procedura per il rilascio dei visti sia piuttosto complicata in quanto le schede sono di complessa compilazione ed ha assicurato grande disponibilità a

collaborare, intervenendo nelle sedi competenti, per ridurre i tempi di sdoganamento (che variano da due a tre settimane) in ragione anche della esigenza di prestare particolare attenzione ai tempi di scadenza dei prodotti inviati . Incontro Direttore del Dipartimento dell'Educazione. Alexandre Samujlich. Dall'incontro è emerso quanto questo momento sia particolarmente importante per fare una verifica sul lavoro svolto e per pensare a una proficua collaborazione futura. I rapporti di collaborazione con l'Italia durano ormai da tanti anni e hanno fatto nascere rapporti non solo di lavoro ma anche di amicizia. L'accoglienza estiva dei bambini bielorussi ha creato forti legami tra i due paesi e anche la lingua italiana è grandemente diffusa. In questo momento la formazione è una priorità assoluta per il paese. L'ideale sarebbe poter avviare progetti di formazione su attività artigianali. Una possibile modalità potrebbe essere quella di verificare la disponibilità delle le famiglie che hanno ospitato i bambini a continuare ad aiutarli finanziando la loro formazione. Il collocamento bielorusso potrebbe essere un partner del progetto.

Relazione sintetica delle principali attività svolte dalle 3 Associazioni. FONDAZIONE “AIUTIAMOLI A VIVERE” La Fondazione, che è attualmente si articola in circa 240 strutture periferiche (Comitati) sparse in tutto il territorio nazionale coordinate dalle varie sedi Regionali, in Bielorussia è impegnata nei ambiti progettuali: Organizzazione di soggiorni terapeutici per bambini Nel 2003 sono stati ospitati, presso altrettante famiglie, circa 4700 bimbi. Spedizione aiuti umanitari Mediamente vengono inviati e scaricati a destinazione otto TIR ogni anno . Ristrutturazione orfanotrofi Si eseguono opere di rifacimento, comprensivo di dotazione di attrezzature nuove. Progetto scuola-fabbrica Scuola- formazione professionale, in agricoltura, orticoltura e floricoltura, artigianato, taglio e cucito, informatica negli istituti. Adozione studenti universitari Adozioni a distanza per consentire la possibilità di portare avanti gli studi, in accordo con i Rettori di alcune Università (Gomel, Moghilov, Minsk). Progetto “Sergio Gallia” Fornitura e manutenzione di studi dentistici per i bimbi degli orfanotrofi e la popolazione locale. Progetto Birjukov Approvvigionamento di strumentazione diagnostica e chirurgica del Centro di Microchirurgia oftalmica dell’ospedale regionale di Gomel. Emergenza insulina e Progetto Epatite Fornitura di insulina e dosi di vaccino per Epatite “A”. Progetto medico-sanitario Sostegno agli Ospedali locali inviando farmaci e presidi medici, accoglienza in Italia per piccoli progetti mirati ad interventi chirurgici che non possono essere realizzati in Bielorussia. La Fondazione “Aiutiamoli a Vivere” Comitato Regionale Emilia-Romagna . Il Comitato regionale Emilia-Romagna della fondazione è nello specifico particolarmente impegnato: nel - Progetto Accoglienza ospitando ogni anno nella Regione Emilia Romagna 470/500 bambini di cui alcuni con gravi patologie. A Bologna ogni anno vengono ospitati i bambini con gravi deficit della vista, dell’istituto di Molodechno, ad Argenta e Alfonsine vengono ogni anno ospitati i bambini, in genere inferiori ai sei anni d’età, affetti da fibrosi cistica, accompagnati dalle mamme. Questi bimbi necessitano di controlli presso il centro specialistico dell’Ospedale Bufalini di Cesena e di molti farmaci, che rendono questa l’accoglienza particolarmente onerosa

In diversi comitati della Regione vengono ospitati bambini a cui sono state diagnosticate varie patologie , noduli alla tiroide, forme di nanismo, ecc. che vengono tenuti regolarmente controllati, anche con accertamenti specifici presso i centri ospedalieri regionali , in forma gratuita grazie al tesserino sanitario fornito dalle ASL. - Progetto “Adozione studenti orfani universitari” facendosi carico di 29 borse di studio. - Progetto TIR della Speranza Invio di vario materiale igienico-sanitario, didattico, presidi medici, alimentari, piastrelle, materiale idraulico ed elettrico, o quant’altro si riesce a reperire dalle ditte del nostro territorio, materiale specifico per la manutenzione di apparecchiature negli orfanotrofi (cucine, bagni, lavanderie), materiale di consumo per tutti gli studi dentistici ,e materiale per gli ospedali, materiale per gli istituti e i centri di prima accoglienza - Progetto ristrutturazione orfanotrofi Le condizioni strutturali e ambientali degli Orfanotrofi sono estremamente precarie. Le condizioni di degrado degli edifici, la loro dimensione –mediamente 150/180 posti- camerate da 10/12 letti del tutto carenti per materassi e biancheria- l’impossibilità per i ragazzi ,tutti dai 6 ai 16 anni, del benché minimo spazio personalizzato, ma soprattutto la mancanza di servizi igienici adeguati –gabinetti esterni senza scarico- di ambienti e attrezzature per lavanderia, di adeguate attrezzature per la cucina ,hanno indotto la Fondazione a ritenere prioritario l’intervento sul “degrado” ambientale. Ciò con lo scopo non solo di rendere più dignitose le condizioni di vita dei ragazzi ,ma anche di avviare una azione preventiva a contrasto alla la grave epidemia di Epatite “A” dovuta proprio alle condizioni igienico-ambientali. Con squadre di volontari organizzati dalla Fondazione sono stati eseguiti lavori di ristrutturazione di bagni, cucine o lavanderie negli internati che maggiormente necessitano di questo tipo d’intervento Gli interventi della Fondazione hanno consentito non solo di provvedere ai lavori di ristrutturazione ma anche alla dotazione di moderni macchinari e impianti. - Progetto Gallia . Fa capo ai Comitati regionali RER il mantenimento funzionale di due studi dentistici che si prendono cura non solo dei bimbi degli Orfanotrofi ,ma anche della popolazione locale. - Progetto Scuola fabbrica Ciò che colpisce nell’impatto con gli Orfanotrofi , in cui sono ospitati ragazzi per la maggioranza “orfani sociali” è senz’altro , al di là degli aspetti ambientali problematici, la percezione della mancanza di prospettive per il loro futuro. Importante è apparso quindi, in tale prospettiva , sperimentare strategie e percorsi di formazione professionale ,già in affiancamento alla scuola, sfruttando anche opportunità già presenti quali , ad esempio, la disponibilità di terreno circostante l’istituto. E’ stato realizzato, quindi, un progetto di formazione professionale per i ragazzi dai 13 ai 16 anni dell’istituto di Senno per dare una prospettiva lavorativa agli orfani che, diventati maggiorenni, devono lasciare l’istituto. I corsi attivati riguardano i settori:

- dell’agricoltura, impiantando serre per l’orticoltura e la floricoltura, - dell’artigianato, con l’installazione di una falegnameria,

- dell’informatica, con l’attivazione di laboratorio con 11 computer - del taglio e cucito

L’idea progettuale ha trovato piena adesione e coinvolgimento nel corpo docente dell’istituto e nei ragazzi, i risultati ottenuti sono più che soddisfacenti. Grazie anche all’invio da parte della Fondazione di tessuti e filati per la scuola di taglio e cucito, e l’acquisto di attrezzature e sementi per l’agricoltura, la produzione agricola, ad esempio, ha già contribuito non solo a soddisfare buona parte del fabbisogno interno, ma ha consentito anche, con grande soddisfazione dei responsabili dell’istituto, di fornire ortaggi vari agli anziani più bisognosi del territorio, mentre i prodotti dei corsi di taglio e cucito hanno consentito di supplire alla carenza di biancheria e abbigliamento per i ragazzi. Nel 2002 il governo bielorusso ha dato il riconoscimento ufficiale di scuola sperimentale, che potrà servire da esempio per i futuri progetti. Nel 2003 abbiamo iniziato un analogo progetto di Scuola-fabbrica presso l’istituto di Cernitzi. Restano ovviamente aperte da parte dei direttori degli Istituti le preoccupazioni per il mantenimento delle sperimentazioni nel futuro e quindi richieste di mantenere aperti i canali di collaborazione. - Progetto Birjukov: nell’anno 2001 è stata acquistata un’attrezzatura molto importante per la sala operatoria del Centro di Microchirurgia oftalmica - Progetto Epatite “A” con l’acquisto nel 2002 di 1600 dosi di vaccino contro l’Epatite “A” con il contributo anche dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna. - Progetto medico-sanitario - Minsk La fibrosi cistica e una malattia genetica letale che per consentire una sopravvivenza relativa (in Bielorussia muoiono tra i 12 e i 25 anni) necessita quotidianamente di molti farmaci che spesso non si trovano in Bielorussia o comunque sono troppo costosi per le famiglie. Nel 1997 con il contributo della Provincia e del Comune di Ferrara è stato ristrutturato un reparto all’interno dell’ospedale n° 3 di, ricavandone due locali (con servizi e ambulatori specifici) per i bambini in età pediatrica. Tra il 2000 al 2002 si è contribuito all’aggiornamento di una fisioterapista, una infermiera e due medici che ora formano un’équipe medica altamente qualificata che lavora nel reparto pediatrico Nel 2003, con il cofinanziamento dell’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna è stato realizzato nell’ospedale pneumologico di Minsk, un altro piccolo reparto per i fibrocistici maggiorenni che non avevano più la possibilità di essere ricoverati in quello pediatrico Il piccolo reparto è formato da due camere ampie e luminose dove i ragazzi effettuano delle degenze di circa un mese per circa 3, 4 volte all'anno . Grazie alla Fondazione e nata anche a livello locale un’associazione: “Salviamo i bambini dinsk” formata da genitori di 70 bambini che contribuisce attivamente a sostenere il progetto. Grazie ai contributi di tutti i comitati della regione Emilia Romagna la Fondazione “Aiutiamoli a vivere” è impegnata a reperire i medicinali indispensabili alla cura e alla sopravvivenza dei bambini affetti da fibrosi cistica che aderiscono all’Associazione Salviamo i bambini di Minsk (pancreatici, antibiotici, polivitaminici, mucolitici ecc..). Nel 2004 inizierà la formazione di un’altra équipe medica per il reparto adulti e si segnala che, oltre ai medicinali, vi sarebbe la necessità di intervenire a colmare le gravi carenze di apparecchi diagnostici.

Legambiente Emilia Romagna Associazione Help controparte di Legambiente. L'Associazione ha cercato di evidenziare quanto il lavoro di preparazione al periodo di accoglienza dei bambini sia importante e fondamentale alla buona riuscita del soggiorno. Viene fatto un corso specifico per gli accompagnatori dei bambini. L'accompagnatrice deve avere una conoscenza il più vasta possibile dei bambini, delle zone di provenienza e delle famiglie. I bambini vengono scelti in base ai criteri che sono stati stabiliti dal protocollo Chernobyl, vi è nella scelta una fondamentale collaborazione con i responsabili dell'educazione di ciascuna Provincia. In autunno al rientro del soggiorno vi è un convegno durante il quale vengono presentati lavori, disegni, poesie dei bambini e vengono discusse ed elaborate le diverse esperienze vissute. Provincia di Brest Incontro col sindaco e il dottor Romanosky, progetto Ambulatorio Mobile. Il progetto ha visto nascere un ambulatorio mobile attrezzato per lo svolgimento dell'ecografia tiroidea per uno screening ad ampio raggio nelle zone contaminate. Questo intervento ha cercato di rafforzare le strutture di prevenzione e diagnosi tramite la fornitura di apparecchi specializzati e tramite l'elaborazione di soluzioni che permettano l'accesso alle prestazioni sanitarie anche alla popolazione delle campagne. La scelta di quest'area è stata fatta tenendo conto che non vi sono progetti analoghi che potrebbero sovrapporsi. L'Ambulatorio opera già da un anno e mezzo e dovrebbe lavorare per un altro anno e mezzo. Il personale all'interno è formato da un endocrinologo e da un'infermiera che hanno svolto un periodo di specializzazione in Italia presso il Policlinico di Modena. L'ambulatorio sosta davanti alle scuole per due o tre giorni effettuando 50- 60 visite al giorno. Tutti i ragazzi della scuola e gli insegnanti effettuano l'ecografia tiroidea, così facendo si riesce a raggiungere la totalità dei ragazzi dai 6 ai 17 anni. Nel caso vengano riscontrate patologie i ragazzi vengono indirizzati a Brest dove faranno l'esame istologico. Coordinatore delle visite e dell'intero progetto è il Professor Romanosky. Il progetto è stato accolto molto favorevolmente dalle autorità bielorusse e dagli stessi ragazzi. Durante la visita ho potuto notare come il percorso sia stato organizzato e strutturato con grande cura. I bambini sono a conoscenza dell'arrivo dell'ambulatorio e con disciplina escono una classe per volta e si sottopongono alla visita. Oltre all'aspetto sanitario ritengo importante il percorso preparatorio che è stato fatto che ha permesso ai ragazzi di diventare più consapevoli di quanto accaduto e di affrontare direttamente e con serenità le conseguenze ad esso derivate.

Braghin, Incontro con Responsabile dell'Educazione. Le scuole in Bielorussia stanno attraversando un periodo particolarmente critico. Lo scorso anno ben 86 scuole sono state chiuse e altrettante si prevedono quest'anno. Le più colpite sono naturalmente quelle appartenenti ai piccoli villaggi con basso numero di scolari. Se da un lato questo è comprensibile dall'altro questo causa un forte scompenso all'interno del villaggio per il quale la scuola è il punto principale di incontro. Le scuole sostenute da gruppi e comitati italiani si differenziano notevolmente dalle altre e per questo è importante mantenere e consolidare le collaborazioni in atto . Scuola di Azarievichi. La scuola è seguita dal Comitato Formigine- Maranello- Fiorano ed è gemellata con una scuola di questo comprensorio. Il Comitato ha fornito lavagne, banchi, cancelleria, televisore, video e telefono. E' frequentata da 30 ragazzi e da 12 bambini dell'asilo. E' un punto estremamente importante per tutta la Comunità. All'esterno vi è un parco giochi donato dalla ditta Sarba di Fossoli che ogni anno dona un parco giochi per i bambini bielorussi. I bambini lavorano in grande armonia nonostante le diverse età e dimostrano grande interesse per tutto ciò che riguarda i loro "amici italiani". L'ottimo lavoro svolto dalle Associazioni è tangibile e riscontrabile sia negli adulti che nei bambini che dimostrano grande rispetto e riconoscenza nei rapporti interpersonali. Scuola di Malojin. La scuola è seguita dal Comitato di Carpi-Novi-Soliera ed è gemellata con una scuola di Carpi. Questa scuola è molto grande e prevede per i ragazzi più grandi anche corsi di meccanica e di guida del trattore. Questo permette una formazione di base che può aiutarli a trovare lavoro nelle campagne del villaggio. Vi è in tutti una grande responsabilizzazione nei confronti dei doni ricevuti e un atteggiamento positivo e costruttivo. Ospedale Regionale di Gomel. Reparto di chirurgia pediatrica. Nel reparto possono essere ospitati circa 60 bambini e lo staff è composto da 6 chirurghi ed un primario.

In seguito alla tragedia di Chernobyl il numero di bambini che nasce con patologie diverse è enormemente aumentato (infezioni, patologie polmonari, prematuri), da una stima approssimativa risulta che su 1000 bambini solo 5 nascono completamente sani. Lo scorso anno sono stati effettuati circa 100 interventi per neonati ma la percentuale di mortalità dopo l'intervento è altissima. La difficoltà maggiore deriva dalla carenza di medicinali e in particolare di antibiotici. La diminuzione del sistema immunitario crea numerose infezioni del sistema articolatorio, l'infezione passando dal sangue alle ossa provoca durante la crescita problemi di invalidità. Negli ultimi anni è stato riscontrato un aumento percentuale annuale. Il 50% di bambini soffre di cataratta, malattia che prima di Chernobyl era una caratteristica degli anziani. La tubercolosi è un'altra malattia diffusa praticamente nel 50% della popolazione. E' in aumento anche il numero delle mamme che non hanno latte e questo deriva essenzialmente da una scarsa alimentazione e da una mancanza di minerali e ferro. Le piccole dosi di radioattività a cui sono sottoposte quotidianamente indeboliscono tutto il sistema immunitario creando gravi problemi durante il periodo della gravidanza (malesseri diffusi per tutto il periodo, sviluppo di ghiandole tiroidee). Negli ultimi anni grazie alla collaborazione creatasi con Legambiente il reparto si è particolarmente sviluppato in tecnologie di laparoscopia. E' in attuazione un programma di collaborazione con il Policlinico di Modena che prevede un programma di formazione per i medici che verrà concordato con il personale in loco. Centro Rugiada. Il centro si trova a 80 chilometri da Minsk, in una zona non contaminata immersa in boschi di abeti e betulle. E' stato costruito grazie agli aiuti di un'organizzazione di volontariato tedesca e di una fondazione giapponese ed è attualmente gestito dalle autorità locali del paese. Il centro è dotato di centro medico, palestra, laboratori per le attività, giardini, ambulatorio di idroterapia, biblioteca, aula di computer, museo storico. All'interno della struttura sono presenti 43 ettari di terra all'interno dei quali si sviluppano attività agricole con principi di agricoltura biologica. I prodotti vengono consumati all'interno del centro. Per ogni bambino è individuato un programma individuale di cure che segue per circa tre settimane. Lo scopo essenziale del soggiorno è la cura e la riabilitazione dei bambini provenienti dalle zone contaminate, inoltre all'interno del centro sono ospitati anche bambini che sono stati operati di tumore alla tiroide e che devono seguire un percorso specifico e bambini diabetici. Il Centro oltre all'accoglienza vorrebbe anche portare avanti progetti specializzati come per esempio la cura di bambini con asma bronchiale e con malattie di sangue e per questo è disponibile a collaborare con le nostre Associazioni. L'accoglienza in strutture bielorusse può essere una valida alternativa all'accoglienza in Italia perché permette di raggiungere quei bambini che diversamente non avrebbero la possibilità di usufruire del periodo di risanamento. Non tutti i bambini infatti sono in possesso del passaporto (per avere la cittadinanza bielorussa è necessario vivere sul territorio da almeno 7 anni), altri hanno una situazione famigliare difficile e per tutti questi riuscirebbe di fatto impossibile uscire dal paese. I 78 bambini accolti nella struttura erano i più disagiati e solo grazie a questa struttura hanno potuto effettuare questo periodo.

A.N.P.A.S. Emilia Romagna.

Progetti nel Comune di Vietka. Il Comune di Vietka è localizzato nella zona prospiciente la zona fortemente contaminata (cd zona chiusa); l’intera provincia di Vietka presenta livelli di contaminazione elevatissimi compresi tra i 5 e i 15 curiel al Kmq (il limite massimo considerato umanamente sopportabile è di 0,08 curiel per Kmq). Il Comune di Vietka presenta un contesto socio economico disastroso: impossibile utilizzare il terreno per coltivazioni agricole o per la pastorizia, la maggior parte della popolazione è anziana, le patologie conseguenti alla contaminazione sono in continuo ed esponenziale aumento. La maggior parte dei bambini soffrono di malattie dovute agli effetti della contaminazione e solo grazie ai percorsi di detossificazione all’estero si riesce a tamponare, in alcuni casi a risolvere, il problema. Anpas Emilia Romagna da tempo sostiene la comunità di Vietka con aiuti umanitari, assolutamente necessari per affrontare le necessità primarie, e con l’attivazione di attività generatrici di reddito come il laboratorio tessile dove, grazie all’aiuto del comprensorio carpigiano, sono state donate alcune macchine da cucire e sono state formate le prime 3 ragazze per la produzione di tessuti (guanti da lavoro e altro). Inoltre, Anpas aiuta anche l’azienda agricola pubblica locale (Kolcoz) con un progetto avviato nello scorso mese di aprile e ha recentemente aperto un piccolo laboratorio informatico. La rete emiliano romagnola coinvolta in questa progettazione comprende i comuni di Ravenna Baricella, Altedo, nonché comitati cittadini legati ad Anpas. Anpas sta inviando periodicamente farmaci per supplire alle carenze dell’ospedale e del pronto soccorso. Centro Documentazione a Gomel e Formazione operatori sociali (II annualità) In questo Centro che Anpas si appresta a inaugurare (II annualità del progetto regionale) verrà realizzata la formazione agli operatori sociali che dovranno lavorare nella prevenzione dell’abbandono e conseguente inserimento dei minori negli istituti. Inoltre tali operatori dovranno occuparsi di attuare politiche di reinserimento degli orfani sociali, allorché le condizioni dell’abbandono siano sanabili. Il Centro di documentazione oltre a gestire la formazione e l’aggiornamento degli operatori sociali, fornirà assistenza alle famiglie bielorusse. Il Progetto Anpas sfrutterà gli ottimi rapporti già avviati con la Facoltà di Psicologia dell’Università di Gomel per la formazione e gestione degli operatori sociali e per il sostegno alle famiglie. Università di Gomel – Incontro con il Decano della Facoltà di Psicologia L’Università di Gomel raggruppa 12 facoltà; la Facoltà di Psicologia è stata aperta 7 anni fa con una media di iscrizione annua di studenti che si aggira sulle 25 unità. L’idea di aprire questa facoltà nasce dal Prof. Barletta, socio Anpas, per ovviare alla carenza di psicologi nelle scuole (oggi nelle scuole della regione di Gomel lavorano 46 psicologi laureati in questa facoltà). Purtroppo la Facoltà di Psicologia è quella che riceve la quota di finanziamento più bassa dal Governo bielorusso, rispetto alle altre Facoltà. Nella Regione di Gomel circa 20.000 bambini avrebbe bisogno di sostegno psicologico, secondo le statistiche ufficiali; di questi solo una piccola parte riceve il necessario apporto. I bambini con disabilità psichiche continuano a frequentare scuole speciali o, più spesso, ad essere totalmente emarginati; si sta cercando di implementare un modello di integrazione dei bambini all’interno delle

scuole con il sostegno di operatori sociali appositamente formati. Il problema è che allo stato attuale mancano le risorse umane e quelle economiche. Dipartimento di Sanità Pubblica Repubblica di Bielorussia Regione di Gomel – Direttore Generale Nikolaj A. Krysenko Questo Dipartimento si occupa anche della gestione degli aiuti umanitari. Nessun aiuto può arrivare dall’estero senza una previa autorizzazione del Direttore Krysenko. La situazione del Paese è drammatica; la Sanità Pubblica è al collasso. Dopo la disgregazione dell’URSS in Bielorussia è rimasta l’organizzazione tipicamente socialista della Sanità Pubblica (unico paese dell’ex Unione Sovietica). Lo Stato, però, non riesce più a coprire tutte le esigenze della popolazione, per cui il Presidente della Repubblica ha imposto, negli ultimi due anni, un sistema misto di assistenza sanitaria; oggi solo alcuni tipi di farmaci sono gratuiti e garantiti, il resto sono a pagamento e troppo onerosi per le disponibilità della popolazione. Il Dipartimento di Sanità Pubblica dovrebbe provvedere a sostenere finanziariamente le famiglie indigenti, ma non dispone delle risorse. L’unica possibilità è rappresentata dagli aiuti internazionali e la Regione Emilia Romagna è, nel contesto italiano e quindi in quello europeo, una delle Regioni che fa di più: aiuti umanitari, cure sanitarie, progetti di cooperazione sanitaria, accoglienza di minori. Alcuni anni dopo l’incidente della centrale di Chernobyl alcune patologie, prima quasi inesistenti, sono aumentate a ritmi superiori alla media: tumori tiroidei, malformazioni alla nascita, problemi di gestazione, infertilità. Il tasso di mortalità infantile a Gomel è il 50% circa più alto che nel resto della Bielorussia (principale causa di morte è il cancro alla tiroide). Il Governo riconosce che nella Regione di Gomel non ci sono bambini sani. L’incidenza del cancro alla tiroide sui bambini è 100 superiore alla media mondiale. Per quanto riguarda la leucemia, invece, grazie all’Italia e agli altri paesi europei che accolgono i bambini, le morti sono in continua regressione e questo potrebbe essere dovuto proprio alla pulizia del sangue che avviene durante il periodo di detossificazione. Inoltre la contaminazione diffusa in molti alimenti, tra cui ovviamente il latte, e l’estrema povertà della popolazione rendono più drammatica la situazione. Lo Stato destina alla Regione di Gomel più risorse che alle altre regioni bielorusse (10% del Bilancio statale); fornisce latte gratuitamente ai bambini delle scuole e altri interventi assistenziali. La piaga dell’alcolismo e dell’estrema povertà ha riflessi drammatici sui bambini; molte famiglie non riescono a seguire i propri figli nella crescita che, spesso, sono vittima di violenze. Sarebbe molto importante una collaborazione tra la Facoltà di Medicina dell’Università di Gomel e un suo corrispettivo in Emilia Romagna. Uno degli obiettivi della Facoltà di Medicina dell’Università di Gomel è quello di preparare personale specializzato nei problemi derivanti dalla contaminazione nucleare; undici anni fa è stato aperto un Corso di Medicina Radiologica e quest’anno è stato inaugurato il Reparto Ospedaliero di Radiologia (contributo anche dalla Svizzera). In questo Reparto si riesce a fare le diagnosi e, spesso, le cure. A Minsk il Reparto Ospedaliero di Radiologia è stato aperto anche grazie al contributo di Anpas Toscana che ha formato il personale medico. In seguito alle richieste di Anpas Emilia Romagna di firmare un Protocollo per dare continuità alle cartelle cliniche, e conseguenti cure, dei bambini visitati in Italia nel corso dei progetti di accoglienza, il Direttore si mostra interessatissimo ad avviare questo percorso di collaborazione con le associazioni e le strutture sanitarie regionali. Qualcosa di simile si è già fatta con le strutture sanitarie toscane. Fund di Gomel Tutte le associazioni straniere che lavorano in Bielorussia in programmi di solidarietà sono assistite da un’associazione locale, Fund, scelta dalle autorità istituzionali locali per assistere l’associazione straniera in tutti gli aspetti legali e documentali necessari per la realizzazione dei percorsi di detossificazione (e non solo). Le associazioni firmatarie il Protocollo regionale Chernobyl si

appoggiano, comunque, anche a una persona di fiducia in loco, non appartenente al Fund, per l’individuazione delle priorità d’intervento, dei partner, delle azioni progettuali. Il Fund partner di Anpas Emilia Romagna, dall’inizio delle loro attività, hanno seguito le vacanze all’estero di circa 75.000 bambini (la maggior parte in Italia). Concordano assolutamente con il criterio della rotazione del Protocollo regionale Chernobyl, in modo da garantire la possibilità delle vacanze anche ai nuovi nati. La causa principale dei problemi socio economici del Paese è l’incidente della centrale nucleare di Chernobyl. Questa è una nazione che muore. Nel 2002 la crescita della popolazione è stata del – 4,8%. Nel 1986 la popolazione bielorussa era di 10,5 milioni di abitanti; oggi, nonostante una forte immigrazione dall’ex Unione Sovietica, la popolazione si aggira sui 9,6 milioni. La percentuale di bambini è in continuo calo: si chiudono scuole e asili (specialmente nei villaggi di campagna), mentre vengono aperti sempre nuovi istituti e internati a causa del progressivo aumento del disagio sociale. Ogni anno in Italia vengono ospitati 5/6 mila bambini; il 50% circa dei bambini che sono partiti per l’estero sono andati in Italia. Istituto Vasillevich L’Istituto Vasillevich ospita circa 200 bambini orfani sociali; il numero degli orfani sociali è in continuo aumento nel Paese. Il Direttore dell’Istituto è persona particolarmente illuminata e acconsente ad attivare percorsi di rientro in famiglia e altri progetti assolutamente innovativi per la Bielorussia. In questo Istituto lavorano circa 100 operatori; l’Associazione Anpas Emilia Romagna ha contribuito alla ristrutturazione dell’Istituto (dormitorio, mensa, ecc.) e fornisce farmaci, aiuti umanitari e risorse economiche. I bambini dormono in stanze da 3-4 letti pulite e ben tenute, ma assolutamente spoglie. Le condizioni igieniche dei locali sono ottime, grazie anche alle norme dello Stato e alle risorse messe in campo (sufficienti per il personale addetto alle pulizie e per la prevenzione sanitaria). Lo Stato però non copre alcuna spesa inerente abbigliamento ed effetti personali dei bambini; vengono coperte solo le spese di mantenimento della struttura. Nell’Istituto i bambini possono frequentare la scuola. L’assistenza sanitaria è coperta solo attraverso la visita di una delegazione medica una volta l’anno. Istituto Ozarici L’Istituto Ozarici ospita bambini oligofrenici (in tutto 115 bambini); i bambini entrano all’età di 5-6 anni ed escono dall’Istituto a 16-17 anni. L’unico lavoro che riescono a trovare è nelle campagne. L’Istituto conta su 71 operatori, di cui 40 educatrici e 31 addetti alle pulizie; non c’è personale medico perché la remunerazione è troppo bassa. Alcuni fastidi sanitari diventano vere e proprie malattie proprio a causa dell’assenza di personale. La commissione medica visita i bambini appena due volte l’anno. Quest’anno l’Anpas Emilia Romagna ha realizzato per la prima volta un progetto pilota ospitando un gruppo di questi bimbi (22 bambini) in struttura con risultati ottimi. I bambini sono tornati in Bielorussia in ottima forma, contenti, con tante esperienze da raccontare, con evidenti miglioramenti di apprendimento e accrescimento, con tanto entusiasmo. Il progetto ha avuto anche effetti molto positivi sugli operatori italiani (volontari) che hanno seguito i bambini e sono stati particolarmente coinvolti. Si cercherà di replicare il progetto il prossimo anno anche perché è un modo per realizzare screening sanitari completi a bambini che vengono raramente visitati dalle commissioni mediche (una volta l’anno). Il Protocollo regionale Chernobyl e la Delibera regionale sui tesserini sanitari, offre a questi bimbi possibilità di screening sanitari che, in alcuni casi, determinano veri e propri cambiamenti nelle loro condizioni di vita. In questo progetto sono particolarmente coinvolti il Comune di San Giovanni in Persiceto e, in prospettiva, il Comune di Castel Nuovo di Sotto.