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POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBON. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB MILANO ARMI THE EUROPEAN MAGAZINE - ANNO XVI - NUMERO 5 - MAGGIO 2010 - EURO 4,90 MAGAZINE MAGGIO 2010 IWA 2010 I N UN REPORTAGE INCREDIBILE DI 60 PAGINE T UTTE , MA PROPRIO TUTTE , LE NOVITà IN MOSTRA A N ORIMBERGA ! Venduta la Luger da 1 milione di dollari! L’elicottero Tigre al battesimo del fuoco 9 771125 551005 00005C.A.F.F editrice MENSILE Maggio 2010 - ¤ 4,90 (I) - Chf 7,50 (CH) MILITARY & ENFORCEMENT ENFORCEMENT MILITARY & ARMI-MATERIALI TECNOLOGIE TEST CARTUCCE MATTEONI TAU SUPER EVENTI FIERA ISNR AD ABU DHABI INTERVISTE VALTER TRANQUILLI: C.T. DELLA NAZIONALE FITDS ESCLUSIVA 308 PAGINE Provate per voi Beretta AL 391 Stonecoat Gold Sporting cal. 12 MAS 38, la più strana pistola mitragliatrice! Ed Brown Executive Target cal. .45 ACP Doppiette e sovrapposti Effebi Sabatti Jaguar Gold cal. 12 Tanfoglio P25 cal. 9x21 Tecnica Qualità e resistenza della chiusura tipo Boss Ricarica Polvere Vihtavuori N350 per il cal. .45 ACP: sfida possibile? Fai da te Come inserire l’ogiva nel colletto del bossolo BENELLI MR1 CAL . 223 R EMINGTON Copertina Maggio 1.indd 1 31/03/10 17:49

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IWA 2010In un reportage IncredIbIle dI 60 pagInetutte, ma proprIo tutte, le novItà In mostra a norImberga!

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Attualità Porto d’armi e informazione medica

L’elicottero Tigre al battesimo del fuoco

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C.A.F.Fe d i t r i c e

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INTERVISTEVALTER TRANqUILLI: C.T. DELLA NAZIONALE fITDS

ESCLUSIVA

308 PAGINE

Provate per voiBeretta AL 391 Stonecoat gold Sporting cal. 12

MAS 38, la più strana pistola mitragliatrice!Ed Brown Executive Target cal. .45 ACP

Doppiette e sovrapposti EffebiSabatti Jaguar gold cal. 12

Tanfoglio P25 cal. 9x21

Tecnicaqualità e resistenza

della chiusura tipo Boss

RicaricaPolvere Vihtavuori N350 per il

cal. .45 ACP: sfida possibile?

fai da teCome inserire l’ogiva

nel colletto del bossolo

BENELLI mr1 cal. 223 remIngton

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Nata nei primi anni Sessanta come evoluzione della 222 Remington Magnum, la cartuccia 223 Re-

mington e il fucile a essa destinato, ovvero l’M16 di Eugene Stoner, hanno segnato un’epoca nel campo militare e in quello civile. Prodotta oggi ai quattro angoli del globo, l’accoppiata M16/223 Remington (oggi 5,56x45 Nato in ambito militare) è diffusissima e, a dispetto di tante critiche, non solo non sembra risentire del peso de-gli anni ma pare destinata a ulteriori suc-cessi e a rimanere su piazza a tempo inde-terminato, con un potenziale di sviluppo, tanto per l’arma quanto per la munizione, che sembra semplicemente inesauribile.

Il fenomeno black gunsSono state la coppia M16/223 Reming-ton a dare inizio al fenomeno di quelle che negli Stati Uniti sono chiamate black gun perché nella loro realizzazione han-no poco posto i legni e le finiture bril-lanti mentre abbondano i polimeri e le finiture “opache”. Come sempre accade, alle fortune militari di un’arma o di una tipologia di armi si associa il successo sui mercati civili, in particolare quello statu-nitense, e così, oltre a una seria infinita di cloni e di derivati dell’M16, il mercato civile delle black guns comprende altre armi di derivazione e d’ispirazione mili-tare, ma comprende anche modelli che a un’estetica “grintosa” associano un cuo-re da tranquillo borghese. E pure alcuni fucili apparentemente derivati da veri modelli militari sono più apparenza che sostanza, difettando infatti proprio

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Passione black gunsNon è un fucile d’assalto ma dei modelli militari ha la robustezza, l’affidabilità, la rusticità e la durata, coniugate però con peculiarità atipiche per le armi marziali: è il Benelli MR1, semiautomatico heavy duty a canna rigata concepito per il mercato civile e l’uso di polizia. Ne proviamo in anteprima una versione che sarà venduta in Italia

di Vittorio Balzi

il mirino del Benelli MR1

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nella parte centrale dell’MR1 si possono notare la sicura a traversino (inver-tibile), lo sgancio otturatore (aziona-bile sia da destra che da sinistra) e il pulsante sgancio caricatore di destra. Sull’MR1 tutti i “co-mandi” sono dupli-cati o invertibili

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Stati Uniti potrebbero avere un certo successo anche su vari mercati civili sparsi nei cinque continenti. Ma mentre gli statunitensi sembrano ben contenti di fornire fucili d’assalto a forze armate e di polizia di tutto il mondo, per quanto riguarda i mercati civili hanno imposto una particolare regolamentazione all’ex-port di tutti i fucili semiautomatici nei calibri 223 Remington (5,56x45) e 308 Winchester (7,62x51) non strettamente nati per la caccia. Si tratta in sostanza di una sorta di end user certificate che di

fatto contingenta l’esportazione visto che impone di comunicare, prima della licenza di esportazione, il nome ed i dati del singolo utente finale. In questo modo l’export statunitense di armi che hanno anche soltanto un look marziale e sono camerate nei calibri “militari” viene ridotto a ben poca cosa. Di questo stato di cose sono stati ben lieti di ap-profittare produttori europei e asiatici che, oltre a esportare negli Usa i loro fucili derivati o anche soltanto ispirati a modelli militari, si sono trovati sugli altri mercati a non aver più tra i piedi il concorrente numero uno.

sotto quei parametri che sono es-senziali per armi di ispirazione marziale, ovvero affidabilità, durata, robustezza.Negli Usa le black guns sono un vero fenomeno di costume e le armi lunghe d’ispirazione marziale prodotte negli

Nuove nascite a urbino Benelli è tra i leader mondiali nel settore dei semiautomatici a canna liscia, ma è anche un produttore che non ha avuto paura a innovare in settori diversi da quelli che sono i suoi campi d’azione “tradizionali”. A Ur-bino sono così nati combat shotgun, fucili a pompa e carabine semiautomatiche da caccia, tutti modelli di grande successo, che si sono affermati sulla concorrenza più qua-lificata anche quando si è giocato proprio nella tana del lupo. Al riguardo basti pensa-re all’M4, che è il combat shotgun del corpo

dei Marines, o al pump action Nova, che tanto successo ha riscosso proprio negli Usa, patria degli slide action e primo produttore mondiale di fucili a pompa. Quale che sia il prodotto, la “ricetta” di Benelli è sempre la stessa: eccellenza quali-tativa, tecnologia, innovazione, prestazioni e attenta considerazione dei bisogni dei potenziali clienti. Ed è stato proprio da considerazioni sui bisogni dell’utenza che è nato l’MR1, fucile semiautomatico rigato concepito espressamente come arma ad uso di polizia, per difesa personale, tiro, piccola caccia, arma-attrezzo per chi fa certi lavori o comunque vive nell’outdoor. In definitiva,

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“Benelli è tra i leader mondiali nel settore dei semiautomatici a canna liscia, ma è anche un produttore che non ha avuto paura d’innovare in settori diversi da quelli che sono i suoi campi d’azione “tradizionali”

l’arma è dotata di mirino a palo con orecchie di protezione abbinato a una ghost sight regolabile e protetta dagli urti. il dorso della scatola di culatta è forato e filettato per il montaggio di una picatinny rail; un’altra rail può essere montata sulla porzione anteriore dell’asta, asta che può essere dotate di altre tre rail aggiuntive: una su ciascuna faccia e una sotto alla porzione distale

la manetta di armamento può sembra-re un dettaglio secondario e, invece, su un’arma come la MR1, è di primaria im-portanza: ben dimensionata, offre una presa confortevole ma non impiccia

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gare nel miglior modo possibile tutte queste caratteristiche, realizzando in tal modo un fucile ottimale per l’uso di polizia e per le esigenze dei mercati civili.Lo ha fatto partendo dal gruppo di ottura-zione della sua carabina Argo, con la quale anche la carcassa e la scatola di otturazione dell’MR1 mantengono delle similitudini: un po’ perché quando si deve costruire un palazzo è bene partire da solide fonda-menta, un po’ perché per questo black gun urbinate sono state privilegiate le lavora-zioni all’utensile sugli stampaggi e la solida sostanza sull’apparenza.

Forma e sostanza marzialeCome ho accennato all’inizio, ci sono armi dal look marziale, in qualche caso apparenti cloni di modelli militari, che all’aspetto da atleta e lottatore associano un “fisico” da ultracinquantenne gran fumatore e con abbondante pancetta da commendatore: non provate a farli correre perché alla prima corsetta “schiantano” miseramente. Non è questo il caso dell’MR1, arma che è in grado di superare tranquillamente un endurance test a norma Nato da 20.000 colpi senza avere neppure il “fiatone”, cosa questa che sotto i parametri affidabilità, durata e robustezza la pone allo stesso livello della più qualificata produzione militare, il che non si può certo dire di tutte le concorrenti presenti sul mercato civile. L’MR1 è un

l’MR1 è indirizzato a tutti quegli impieghi nei quali affidabilità in qualsiasi condizione, robustezza, tolleranza ai maltrattamenti e sicurezza assoluta di uso sono particolar-mente premianti. Gli acquirenti potenziali non sono certo solo quelli nazionali ma spa-ziano nei cinque continenti e se l’MR1 viene ora commercializzato in Europa, parecchi esemplari sono già stati spediti proprio negli

Usa: il mercato più ricco, ma anche quello dove la concorrenza è più forte. Il successo delle armi militari deriva anche dalle loro caratteristiche di affidabilità, robustezza e rusticità, ma quelle armi spesso difettano in versatilità, adattabilità a differenti richieste dell’utenza, capacità di funzionare al meglio con qualsiasi caricamento del commercio. Con l’MR1 Benelli si è proposta di coniu-

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la canna da 12,5” è completata da un efficiente spegnifiamma che porta la lunghezza totale a 14,5”. nel 223 i passi di rigatura sono di 12” e 7”, il primo per i proiettili più leggeri, il secondo per le canne ottimizza-te per proiettili pesanti; sull’MR1 è stato scelto un passo di rigatura pari a 9”, che è compromesso, proprio per fare in modo che l’arma possa utilizzare senza scadimento delle prestazioni tutti i pesi di proiettile

Per facilitare lo smontaggio da campo e consentire la facile intercambiabilità delle canne la carcassa è divisa in due parti: scatola di scatto e scatola di culatta (carcassa vera e propria). la scatola di scatto è in lega leggera, la scatola di culatta è in acciaio da cementazione ed è fissata permanentemente alla can-na. Si ottiene così, grazie anche alla configurazione delle parti, il massimo della robustezza strutturale abbinato a un peso non eccessivo e a una rigidità che favorisce affidabilità e precisione. Tanto la scatola di culatta quanto quella di scatto sono macchinate con cura e tolleranze strette: è una metodica tradizionale che rispetto a stampaggi, fusioni e microfusioni è non solo più “nobile” ma offre una maggiore flessibilità produttiva

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fucile semiautomatico con chiusura stabile a sottrazione di gas e otturatore ro-tante dotato di tre alette di chiusura. Robu-sto e decisamente massiccio (come tutto il fucile) quest’otturatore, dotato di estrazione primaria, ha la faccia scavata per alloggiare il fondello del bossolo e porta nella sua testa l’espulsore caricato elasticamente e un’unghia estrattrice ad ampio sviluppo che “artiglia” una buona fetta della gola del bossolo e non se la lascia scappare in nessun caso. Il codolo dell’otturatore rotante è al-loggiato nella cavità del portaotturatore, nel cui cielo è ricavata una pista a camme che provoca la rotazione dell’otturatore intera-gendo con un robusto piolo che impegna il codolo del portaotturatore. Il gruppo di

otturazione è caratterizzato da: semplicità, eccellenza esecutiva e da dimensioni volu-tamente generose, che si traducono in una massa superiore a quella di molti otturatori di armi dello stesso calibro. Anche la corsa non è ridotta al minimo, in omaggio al vec-chio adagio che un’arma semiautomatica (o anche automatica) ha nella corsa e nella massa del gruppo di otturazione due carte

vincenti da giocare quando si vogliono pri-vilegiare affidabilità e durata. L’otturatore scorre entro una scatola di culatta in acciaio macchinato con spessori non certo tenuti al minimo (così è più rigida e duratura) e con accoppiamento tra gruppo di ottura-zione e sue guide esente da giochi e da attriti parassiti. Anche questo serve per garantire affidabilità e durata. La scatola di culatta è

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“È stato proprio con l’m4 che Benelli ha a suo tempo innovato radicalmente anche nel settore delle armi con chiusura stabile a sottrazione di gas, e questo primo sviluppo ha gettato le basi per un know-how peculiare che sarebbe stato stupido non utilizzare”

la presa gas, in acciaio inossidabile, è collocata in prossimità della camera di scoppio e la parte della canna che si trova dalla presa gas fino alla volata è stata lasciata flottante così da non turbarne il regime vibratorio al tiro

il robusto otturatore rotante ha tre alette frontali che assicurano una tenuta a prova di bomba e, contrariamente agli otturatori dotati di nume-rose alette, “lavorano” completamente. oltre a essere di un’elevata robustezza, questa chiusura non risente né dell’uso intenso né dell’usura. la corsa dell’otturatore è stata tenuta volutamente lunga, così da massimizzare l’affidabilità, ridurre lo stress a carico della carcassa e l’im-pennamento, e facilitare gli eventuali sviluppi della MR1 qualora si decidesse di proporla per munizioni più prestanti della 223 Remington

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collegata stabilmente alla canna e la sua parte posteriore entra nell’alloggia-mento della carcassa, mentre la canna è vincolata a un’asta in acciaio (che passa attraverso la presa di gas) innestata sulla

Il gruppo presa gasSi trova abbastanza vicino alla culatta, così da lasciar vibrare liberamente la parte ante-riore della canna. È realizzato interamente in acciaio inossidabile, così come sono in acciaio inossidabile il pistone (con fasce di pulizia e per l’accumulo dei depositi parassiti) e l’asta collegata alla carcassa su cui scorre il pistone stesso. Il pistone è a corsa breve e trasmette il suo impulso a un impulsore in lega leggera (anche questo investito sull’asta e quindi coassiale col pistone) dotato di due rebbi che a loro volta vanno a colpire due aste cilindriche collocate una su ciascun lato della carcassa. Le due aste colpiscono il portaotturatore che, per l’impulso ricevuto, inizia il suo moto retrogrado provocando la rotazione dell’otturatore. Una volta che questo è svincolato dalla canna, tutto il gruppo di otturazione arretra fino al punto morto posteriore comprimendo, attraverso la sua biella, la molla di recupero alloggiata nel portamolla che si trova dietro alla carcassa. L’urto delle due aste contro il portaottu-ratore è contemporaneo e, quindi, non si generano carichi asimmetrici, e se vi sem-bra che, presa gas a parte (del tutto nuova), la congegnazione complessiva richiami in parte alla mente quella dell’M4 avete ragio-ne. È stato proprio con l’M4 che Benelli ha a suo tempo innovato radicalmente anche nel settore delle armi con chiusura stabile a sottrazione di gas, e questo primo sviluppo ha gettato le basi per un know-how pecu-liare che sarebbe stato stupido non utiliz-zare. Qualche “purista” potrebbe obiettare che i fucili militari sono fatti in modo diverso, ma posto che qui nessuno voleva realizzare un fucile dove sono gli stampag-gi e certe soluzioni quasi standard a farla da padroni, viene da chiedersi se

carcassa. Una volta fissato il cappellotto di serraggio, il complesso è solido come una cassaforte e si può sparare a volontà senza paure di allentamenti delle parti o della creazione di giochi.

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Sull’MR1 tutte le parti a contatto con i gas sono in acciaio inossidabile. il pi-stone a corsa breve va ad agire su un impulsore (in lega leggera) i cui rebbi colpiscono le due aste (ciascuna su un lato della carcassa) che trasmette-ranno l’impulso al porta otturatore. l’MR1 nasce anche sulla scorte di va-rie esperienze maturate in Benelli, tra queste anche quella relativa al combat shotgun M4, semiauto a presa gas in dotazione ai Marines col quale Benelli fece del nuovo anche nel settore delle armi gas operated

Facilmente separabile dalla carcassa per ispezione e pulizia, il gruppo di scatto della MR1 è stato pensato per coniugare il contenimento del peso di scatto e la pulizia dello stesso con l’assoluta sicurezza. l’arma è dotata di sicura a traversino che in posizione inserita blocca il cane e il grilletto. la sicura può essere inserita, ad otturatore aperto o chiuso, solo col cane armato. la si inseri-sce premendo il relativo bottone da sinistra verso destra e per i mancini o per chi comunque lo preferisce, il bottone della sicura può essere invertito rovesciando inserimento e disinserimento

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sono più importanti le espressioni formali o i risultati finali. Domanda retorica, visto che tutti ne conosciamo la risposta, tanto più che aver adottato in parte soluzioni che si ispirano a tec-nologie già note ha permesso di rendere ancora più user-friendly l’MR1 senza però farne completamente un fucile militare. Non dimentichiamo infatti che il principio ispiratore è stato quello di realizzare un’arma non militare ma che coniugasse i vantaggi propri dei modelli marziali con quelli della produzione civile. Montaggio e smontaggio (pur differenti da quelli dei fucili militari) sono facili e intuitivi, e direi perfino a prova di stupido; il gruppo di scatto può essere separato dall’arma come su un qualsiasi fucile da caccia; gli interventi di ordinaria manutenzione sono alla portata di tutti. Proprio come su un fucile mili-tare, anche se con soluzioni diverse che permettono piccole comodità sconosciute sulle armi militari: per esempio, la dispo-nibilità di differenti calciature o il fun-zionamento certo e sicuro con qualsiasi cartuccia del commercio. E questo anche se l’MR1 utilizza un caricatore che è compatibile con tutti quelli destinati agli M16. Sul mercato civile nazionale l’MR1 ha la capacità del caricatore limitata a 5 colpi, ma dove non ci siano i vincoli imposti dalla catalogazione la compatibilità con tutti i caricatori M16 è senza dubbio un bel vantaggio: se ne trovano infatti di tutti i tipi, per tutte le capacità e per tutte le tasche. Dell’MR1 sono catalogate tre versioni: canna da 14,5” (12,5” più spegnifiamma) con calcio telescopico o anche con calcio, canna da 16”

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la MR1 viene of-ferta con carica-tori da 5 colpi e, dove consentito dalle normative, può impiegare tutti i caricatori a standard nato. la sostituzione del caricatore è rapida e facile e l’otturatore resta in apertura dopo lo sparo dell’ulti-mo colpo

Barnaul 55 grani FmJ Colpo più lento 2565 - Colpo più veloce 2589 - Velocità media 2580 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 24 - Deviazione standard 11 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 112 (1.096 J)Barnaul 62 grani hPBT Colpo più lento 2555 - Colpo più veloce 2579 - Velocità media 2567 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 24 - Deviazione standard 16 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 125 (1.223 J)Sellier & Bellot 62 grani hPBT Colpo più lento 2517 - Colpo più veloce 2686 - Velocità media 2638 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 51 - Deviazione

standard 19 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 132 (1.292 J)Sellier & Bellot 52 grani hPBT Colpo più lento 2792 - Colpo più veloce 2846 - Velocità media 2619 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 51 - Deviazione standard 18 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 109 (1.068 J)Winchester 50 grani Ballistic Silvertip Colpo più lento 2818 - Colpo più veloce 2878 - Velocità media 2844 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 60 - Deviazione standard 22 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 124 (1.215 J)Fedral V Shok 55 grani Colpo più lento 2619 - Colpo più veloce

2647 - Velocità media 2631 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 28 - Deviazione standard 12 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 116 (1.140 J)Norma 55 grani JSP Colpo più lento 2693 - Colpo più veloce 2816 - Velocità media 2735 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 123 - Deviazione standard 47 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 126 (1.231 J)hornady 55 grani V max moly Colpo più lento 2588 - Colpo più veloce 2648 - Velocità media 2621 - Tra colpo più lento e colpo più veloce 60 - Deviazione standard 24 - Ec calcolata sulla velocità media Kgm 115 (1.132 J)

Benelli mr1 223 remington canna 12,5” - Velocità (in piedi al secondo) ed energie – serie di 5 colpi

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senza spegnifiamma con calcio fisso e canna da 20” con calcio fisso o tele-scopico. I calci fissi possono essere sia tipo caccia che con pistol grip separato, ma la variante che dovrebbe “colpire” di più è quella con calcio telescopico e canna corta. Dovrebbe essere la prima a essere commercializzata ed è stata quella che ho avuto in prova per Armi Magazine. Al momento in cui il pezzo viene scritto i prezzi al pubblico non sono stati ancora definiti ma dovrebbero essere assai interessanti se raffrontati alla tipologia dell’arma e quindi è possibile anticipare che il rapporto qualità prezzo sarà favorevole. Il calcio telescopico dell’MR1 deriva concettualmente da quello dell’M4 ed è particolarmente confortevole, può essere regolato su diverse lunghezze e si presta bene anche all’uso dell’ottica. L’MR1 è dotato di serie di una diottra con regolazioni micrometriche (protetta contro gli urti) e di una slitta tipo Picatinny sulla quale, con at-tacchi alti, ho montato un Leupold European 30 1,25-4x20 con reticolo tedesco n. 4. Si trat-ta di un’ottica da battuta, che mi è sembrata la più adatta per lo “spirito” dell’arma senza bisogno di ricorrere a ottiche più o meno tattiche. Oltre alla slitta Picatinny di serie,

l’MR1 può essere dotato di una tripla rail da montare sull’asta, utile per il montaggio di torce, laser ed eventualmente l’impugnatura verticale che ora va tanto di moda sulle armi “tattiche”. Confesso di non amare l’impu-gnatura verticale che può avere un suo ruolo in alcune realtà operative e del pari riconosco l’utilità di certi accessori in particolari situa-zioni, ma qui si trattava di valutare l’arma e non gli eventuali accessori, e quindi mi sono astenuto dal chiedere a Benelli la tripla rail, che comunque può essere fornita dal produt-tore dell’arma.

la prova a fuocoL’ottica scelta ben si concilia con le caratte-ristiche “dinamiche” di una carabina con canna da 14,5” ma anche la parte sottile del reticolo è piuttosto larga e quindi poco adatta per spremere da un’arma il massimo che la stessa può dare in termini di concentrazione

della rosata. Rosata che peraltro sospettavo avrebbe risentito della “brevità” della canna, con le conseguenti sovrappressioni in pros-simità della volata che possono disturbare il volo del proiettile proprio all’inizio della traiettoria. A dispetto di tutte le mie preoc-cupazioni e di un tiratore non dei migliori (il modesto sottoscritto), sparando 5 colpi in appoggio sui 50 metri la carabina ha messo i fori dei proiettili entro un rettangolo di cm 3,5x2,5, misurato alle periferie e non tra i centri, se prendiamo come riferimento la distanza tra i centri i valori scendono a 3x2, ovvero più o meno due minuti d’angolo. Considerando la lunghezza ridotta della can-na, il tipo di ottica e il fatto che si trattava di una carabina non ancora rodata, direi che la prestazione non è certo delle peggiori, tanto più se consideriamo il tiratore e il fatto che è stata ottenuta con munizioni economiche come le Barnaul BTHP da 62 grani. Per la verità mi ero preparato un certo assortimento di cartucce di vario tipo, comprese alcune da match, per saggiare la precisione dell’arma ma già durante le prove al cronografo ho subito dimenticato le mie intenzioni (com-plice il fatto di aver scelto un’ottica che non è nata per i tiri di precisione a lunga distanza e di avere una carabina con la canna corta): dopo aver ottenuta la rosata che vedete

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Pur nato per proiettili con peso standard di 55 grani, il calibro 223 Remington viene oggi proposto con una gamma di caricamenti molto vasta il cui peso spazia da 40 a 72 grani. Sullo MR 1 può essere utilizzato qualsiasi caricamento commerciale 223 Remington senza problemi di alimentazione quale che sia il tipo di proiettile. nella foto le munizioni utilizzate sull’arma provata. Guardando la tabella della velocità e delle energie (nella pagina a sinistra) vi accorgerete che con una canna corta non ci si possono realisticamente attendere le prestazioni velocitarie tipiche della 223 Remington perché le velocità sono mediamente di un 100-150 metri al secondo in meno rispetto a quelle di targa in una canna da 20” (50 centimetri)

Pur nato per proiettili con peso standard di 55 grani, il calibro 223 Remington viene oggi proposto con una gamma di caricamenti molto vasta il cui peso spazia da 40 a 72 grani. Sullo MR 1 può essere utilizzato qualsiasi caricamento commerciale 223 Remington senza problemi di alimentazione quale che sia il tipo di proiettile. nella foto le munizioni utilizzate sull’arma provata. Guardando la tabella della velocità e delle energie (nella pagina a sinistra) vi accorgerete che con una canna corta non ci si possono realisti-camente attendere le prestazioni velocitarie tipiche della 223 Remington perché le velocità sono media-mente di un 100-150 metri al secondo in meno rispetto a quelle di targa in una canna da 20” (50 centimetri)

“Al momento in cui il pezzo viene scrittoi prezzi al pubblico non sono stati ancora definitima dovrebbero essere assai interessantise raffrontati alla tipologia dell’arma e quindi crediamo sia possibile anticipare che il rapporto qualità/prezzo sarà probabilmente favorevole”

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in queste pagine, mi sono concentrato sulla parte divertente della prova. Avevo a disposizione circa 400 colpi di vario tipo e quindi potevo sbizzarrirmi. Per prima cosa ho voluto vedere come si comportava la carabina con mix di cartucce casual-mente inserite nel caricatore, sparando in assetti non ortodossi e anche tenendo l’arma libera di rinculare. Funzionamento

stabilità al tiro in serie rapide, anche spa-rando dall’anca (ovvero col calcio sotto l’ascella, sparare dall’anca come nei film non serve a nulla) e alla rapidità con cui riuscivo a doppiare il colpo. Purtroppo, nella fretta, non ho portato al seguito il timer ma quanto a gestibilità dello scatto vi posso raccontare che ad un certo pun-to si è presentato un amico che si trovava

perfetto! E sì che ci ho messo impegno per provare a farla inceppare. A proposito di assetti non ortodossi, se volete provare a sparare con l’arma ruotata verso sinistra, state attenti ai bossoli: l’espulsione è de-cisa (io me ne sono preso uno in testa). Una volta constatato come quell’infer-nale oggetto non ne volesse sapere di incepparsi sono passato alla verifica della

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cinque colpi a 50 metri, con arma in appoggio, stanno approssimativamente in due minuti d’angolo. Questa rosata è stata realizzata con Barnaul BTHP da 66 grani ma l’arma sembra piuttosto indifferente al tipo di munizioni utilizzate. Ricordo ai lettori che due minuti d’angolo sono una misura angolare e restano invariati quale che sia la distanza, cambia ovviamente il diametro della circon-ferenza corrispondente. Un minuto d’angolo a 100 metri equivale a una circon-ferenza con diametro di mm 29,1 e quindi due minuti d’angolo equivalgono a un diametro di mm 58,2 (29,1x2); a cinquanta metri due minuti d’angolo sono pari a mm 29,1. i centri dei fori sul bersaglio stanno entro un rettangolo di cm 3x2 a 50 metri e quindi approssimativamente entro due minuti di angolo

Due bossoli in volo e la canna della carabina quasi non si è mossa. nella foto si intravede anche una piastra metallica che però non era uno dei bersa-gli. Mai sparare contro una piastra con un’arma lunga rigata, il rischio dei rimbalzi è sempre pre-sente. e poi si rischia di bucare le piastre, il che nei campi di tiro non è molto gradito

Per essere corredata di ottica convenzionale la MR1 ha bisogno di anel-li alti o anche extra-alti, dipende dalla campana dell’oculare. con anelli più bassi la campana interferisce con le alet-te di protezione della diottra e l’ottica non può essere montata

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in una piazzola vicina e, un po’ sospetto-so un po’ allarmato, mi ha chiesto se per caso non stavo sparando con un’arma a raffica. Se si dispone di un posto sicuro, niente diverte come la nobile arte del plinking, soprattutto con una carabina ben controllabile e dolce nel funziona-mento ma che fa un bel botto. Con l’MR1 ho “ucciso” barattoli e scatole a varie di-

In conclusione E va bene, confesso di essere partito per il campo di tiro con le migliori in-tenzioni ma alla fine la facilità e la pia-cevolezza di uso della piccola carabina urbinate dalla faccia cattiva hanno preso il sopravvento e, abbandonati tutti i programmi iniziali, ho giocato e mi sono divertito parecchio.

stanze, anche ripetendo più volte il colpo sulla stessa “vittima”, cercando di sparare nel più breve tempo possibile. Non sarà un test scientifico ma è estremamente di-vertente e conferma le doti di maneggevo-lezza e di puntabilità istintiva di un’arma svelta alla spalla, con poca inerzia nei mo-vimenti laterali, pronta nell’acquisizione delle mire e stabile al fuoco.

CM

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Benelli mr1 con canna 14,5”

Costruttore: Benelli Spa, via della Stazione 50, Urbino, tel. 0722 3071, www.benelli.itmodello: MR1 con canna 14,5”Tipo: carabina semiautomatica con chiusura stabile a sottrazione di gas

Calibro: 223 RemingtonCaricatore: prismatico da 5 colpi, intercambiabile con i

caricatori della famiglia M16

Canna: lunghezza senza spegnifiamma 12,5”, con spegnifiamma 14,5”; rigatura destrorsa a sei principi con passo di 9” (mm 229); canna martellata a freddo, camera di cartuccia cromataOtturatore: rotante con tre alette di chiusura, ospita estrattore ed espulsoremire: mirino fisso a lama e diottra posteriore regolabile

in altezza e lateralmente, slitta Picatinny per il montaggio delle otticheSicure: manuale sul guardamano, inseribile con cane armato ad otturatore aperto o chiuso; percussore inerzialeScatola di otturazione: macchinata in acciaioCarcassa: macchinata in lega leggera

Calcio ed asta: in tecnopolimero, calcio retrattile con stampella metallica, regolabile su 6 posizioni gruppo presa gas: in acciaio inossidabile

Peso arma scarica: 3.150 grammiNumero di catalogo:

15180 (l’arma è utilizzabile a caccia)

¤ PreZZO da definire

la MR1 può montare una stampella telescopica regolabile su cinque diverse posizioni e dotata di poggia guancia. la stampella è abbinata a un calcio a pistola ed è unica per comfort del tiratore e possibilità di regolazione. l’asta è in tecnopolimero, così come sono in tecnopo-limero i calci fissi “alternativi” alla stampella telescopica che sulla versione da 14,5” costituisce la dotazione standard

la MR1 non è una carabina civile “militarizzata”, sui tratta invece di un’arma che può essere utilizzata in qualsiasi situazione e, nel cui sviluppo, sono state tenute in particolare riguardo tutte le caratteristiche tipiche di un’arma militare, anche quelle di sicurezza d’uso intesa non solo come affidabilità ma pure come prevenzione di spari accidentali: dal cock-off alla caduta, dall’impossibilità di sparare se l’otturatore non è perfettamente in chiusura al funzionamento delle sicure ed a tutte quelle situazioni di pericolo che possono derivare da un uso improprio

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