Madre Teresa Live

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MARIA E IL SANTUARIO DELLA SANTA CASA DI LORETO Negli ultimi pellegrinaggi al santuario della Santa Casa di Loreto abbiamo assistito ad opere del Signore Gesù meravigliose: il 19 dicembre 2010, come ci ha testimonia- to domenica 27 marzo, la si- gnora Gemma di Monte San Pietrangeli (FM) era venuta a pregare per delle persone particolarmente bisognose. Al momento della preghiera di guarigione per i malati si era fatta innanzi per ricevere l‟Unzione dello Spirito Santo tramite l‟imposizione delle mani. Gemma soffriva di una infezione alla vescica dovu- ta al batterio Escherichia Coli. Era da tempo in cura per guarire da questa infezione, ma nonostante tanti tratta- menti dopo qualche tempo tornava sempre positiva alle analisi. Il medico curante disse a Gemma di rassegnarsi ormai all‟infezione perché evidentemente questa si era cronicizzata. Il 19 dicembre durante la preghiera allo Spi- rito Santo chiese la sua guarigione. Gemma sentì presto scomparire i sintomi e tornando dal dottore fece di nuovo le analisi che risultarono negative. Gemma ha atteso un po‟ di tempo per la sua testimonianza, per essere cer- ta che la guarigione fosse stabile ed infine domenica 27 marzo ha testimoniato pubblicamente piena di gioia l‟ope- ra del Signore, portando anche le certificazioni mediche che attestavano l‟assenza dell‟infezione. Lode al Signore! E grazie anche all‟intercessione della sua Madre Maria! Il 23 gennaio era guarita una signora di Civitanova Marche da for ti dolori reu- matici alla schiena e alle gambe, guari- gione testimo- niata dalla stes sa donna nell‟ incontro suc- cessivo a Lore- il 27 febbraio. Così è avvenu to anche per la signora Maria di Martinsicuro (TE). Venuta anche lei al pellegrinaggio del 27 di febbraio (Maria partecipa a tutti i pellegrinaggi a Loreto) Maria chiese al Signore la sua guarigione: soffriva di crampi alle gambe, crampi molto dolorosi che la attaccavano ogni notte e dai quali non si salvava neanche alzandosi dal letto o provando a camminare. Alla fine dell‟adorazione eucaristica sono passato con l‟ostensorio nel corridoio centrale della chie- sa. Tutti si misero in ginocchio e così pure fece Maria. Le cominciarono allora dei fortissimi dolori alle gambe che le impedivano di muoversi e così fu fino a quando il SS. Sacramento si allontanò. Era stupita e confusa riguar do all‟accaduto e non disse nulla. Nemmeno disse nulla quando quella notte per la prima volta dormì senza crampi. Così per la seconda, poi per la terza e così via per l‟intero mese di marzo. Alla fine, convintasi della gra- zia ricevuta, Maria ha testimoniato pubblicamente quello che il Signore ha fatto per lei. Ancora lode al Signore Gesù e alla sua madre Maria! Infine, durante la preghiera di lode una giovane ha reso gloria a Gesù ringraziandolo perché nell‟incontro di febbraio sempre a Loreto aveva capito l‟importanza e la necessità di perdonare e poi ha avuto la forza di perdonare le persone che l‟avevano fat- ta soffrire. E questa è una forte guarigione spirituale! Che Potenza è all‟opera in questo santuario! Forse nes- suno di noi si rende conto di cosa Dio ci ha donato attra- verso la Casa di Nazareth. Quando organizziamo incon- tri in luoghi „laici‟, come palazzetti degli sport o i palacon- gressi, si fa sempre tanta fatica ad entrare in preghiera. Meno ce ne vuole quando organizziamo incontri nelle parrocchie. Quando l‟incontro si tiene in un santuario la Presenza di Dio è forte, ma quando andiamo a pregare a Loreto facciamo difficoltà noi stessi a recepire tutta l‟ Unzione dello Spirito Santo presente in quel luogo! Il san tuario di Loreto è il santuario che ha l’unica reliquia di Maria e della famiglia di Nazareth esistente al mondo! E Maria, regina degli angeli e dei santi, è la quarta Po- tenza Spirituale dopo Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. __________________________________________________________________________________________________________________________________________ POSTE ITALIANE SPA Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46)_ art.1, comma 2 e 3, _ Teramo - aut. n° 168/2007 Periodico pubblicato dalla parrocchia ”Madre Teresa di Calcutta” via Napoli, 9 Martinsicuro (Te) registrato presso il Tribunale di Teramo al n.571 il 07/08/2007. Direttore resp.: don Marco Farina. Stampato in proprio. ANNO 5° APRILE/11

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Foglio di evangelizzazione della parrocchia MadreTeresa di Calcutta in Martinsicuro TE Italy

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MARIA E IL SANTUARIO

DELLA SANTA CASA DI LORETO

Negli ultimi pellegrinaggi al santuario della Santa Casa di Loreto abbiamo assistito ad opere del Signore Gesù meravigliose: il 19 dicembre 2010, come ci ha testimonia- to domenica 27 marzo, la si- gnora Gemma di Monte San Pietrangeli (FM) era venuta a pregare per delle persone particolarmente bisognose. Al momento della preghiera di guarigione per i malati si era fatta innanzi per ricevere

l‟Unzione dello Spirito Santo tramite l‟imposizione delle mani. Gemma soffriva di una infezione alla vescica dovu- ta al batterio Escherichia Coli. Era da tempo in cura per guarire da questa infezione, ma nonostante tanti tratta- menti dopo qualche tempo tornava sempre positiva alle analisi. Il medico curante disse a Gemma di rassegnarsi ormai all‟infezione perché evidentemente questa si era cronicizzata. Il 19 dicembre durante la preghiera allo Spi- rito Santo chiese la sua guarigione. Gemma sentì presto scomparire i sintomi e tornando dal dottore fece di nuovo le analisi che risultarono negative. Gemma ha atteso un po‟ di tempo per la sua testimonianza, per essere cer- ta che la guarigione fosse stabile ed infine domenica 27 marzo ha testimoniato pubblicamente piena di gioia l‟ope- ra del Signore, portando anche le certificazioni mediche che attestavano l‟assenza dell‟infezione. Lode al Signore! E grazie anche all‟intercessione della sua Madre Maria! Il 23 gennaio era guarita una signora di Civitanova Marche da for ti dolori reu- matici alla schiena e alle gambe, guari- gione testimo- niata dalla stes sa donna nell‟ incontro suc- cessivo a Lore- il 27 febbraio. Così è avvenu to anche per la

signora Maria di Martinsicuro (TE). Venuta anche lei al pellegrinaggio del 27 di febbraio (Maria partecipa a tutti i pellegrinaggi a Loreto) Maria chiese al Signore la sua guarigione: soffriva di crampi alle gambe, crampi molto dolorosi che la attaccavano ogni notte e dai quali non si salvava neanche alzandosi dal letto o provando a camminare. Alla fine dell‟adorazione eucaristica sono passato con l‟ostensorio nel corridoio centrale della chie- sa. Tutti si misero in ginocchio e così pure fece Maria. Le cominciarono allora dei fortissimi dolori alle gambe che le impedivano di muoversi e così fu fino a quando il SS. Sacramento si allontanò. Era stupita e confusa riguar do all‟accaduto e non disse nulla. Nemmeno disse nulla quando quella notte per la prima volta dormì senza crampi. Così per la seconda, poi per la terza e così via per l‟intero mese di marzo. Alla fine, convintasi della gra- zia ricevuta, Maria ha testimoniato pubblicamente quello che il Signore ha fatto per lei. Ancora lode al Signore Gesù e alla sua madre Maria! Infine, durante la preghiera di lode una giovane ha reso gloria a Gesù ringraziandolo perché nell‟incontro di febbraio sempre a Loreto aveva capito l‟importanza e la necessità di perdonare e poi ha avuto la forza di perdonare le persone che l‟avevano fat- ta soffrire. E questa è una forte guarigione spirituale! Che Potenza è all‟opera in questo santuario! Forse nes- suno di noi si rende conto di cosa Dio ci ha donato attra- verso la Casa di Nazareth. Quando organizziamo incon- tri in luoghi „laici‟, come palazzetti degli sport o i palacon- gressi, si fa sempre tanta fatica ad entrare in preghiera. Meno ce ne vuole quando organizziamo incontri nelle parrocchie. Quando l‟incontro si tiene in un santuario la Presenza di Dio è forte, ma quando andiamo a pregare a Loreto facciamo difficoltà noi stessi a recepire tutta l‟ Unzione dello Spirito Santo presente in quel luogo! Il san tuario di Loreto è il santuario che ha l’unica reliquia di Maria e della famiglia di Nazareth esistente al mondo! E Maria, regina degli angeli e dei santi, è la quarta Po- tenza Spirituale dopo Dio Padre e Figlio e Spirito Santo.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________ POSTE ITALIANE SPA – Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46)_ art.1, comma 2 e 3, _ Teramo - aut. n° 168/2007

Periodico pubblicato dalla parrocchia ”Madre Teresa di Calcutta” via Napoli, 9 Martinsicuro (Te) registrato presso il Tribunale di Teramo al n.571 il 07/08/2007. Direttore resp.: don Marco Farina. Stampato in proprio.

ANNO 5° APRILE/11

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1. GIORNATA DI GUARIGIONE

Santuario

della

Madonna

dell’Ambro

Montefortino

(AP)

SABATO 9 APRILE 2011

ore 15,00 ROSARIO - CONFESSIONI ore 16,00 SANTA MESSA ore 17,00 ADORAZIONE EUCARISTICA E PREGHIERA SUI MALATI

2. GIORNATA DI GUARIGIONE

Parrocchia

san

Gabriele VILLAROSA di

MARTINSICURO

DOMENICA 17 APRILE 2011

ore 15,30 accoglienza e canti ore 16,00 annuncio della Parola ore 16,45 adorazione eucaristica ore 17,30 unzione dei malati ore 18,30 santa messa

3.TESTIMONIANZA DI GUARIGIONE

OBBEDIRE ALLA VOCE

DELLO SPIRITO SANTO

Tutto cominciò la mattina del 20 settembre 2006. Jeff Markin ricorda che quella mattina era uscito per andare come al solito al lavoro. Ma non

ricorda la sua corsa per l'ospedale. Aveva chiamato il suo datore di lavoro dicendogli che non si sentiva bene. Il suo capo si preoccupò e convinse Jeff ad andare al pronto soccor- so. In qualche modo Jeff ce la fece, ma

una volta arrivato

collassò. Quella mattina il dott. Chauncey Crandall stava facendo il turno nel reparto di terapia intensiva. Egli ricor- da: "All‟improvviso ci fu una chiamata di allarme: qualcu- no era arrivato in ospedale con un attacco di cuore mortale. Poi una seconda chiamata chiese il mio inter-vento perché ero il cardiologo di turno in quel giorno. Quando sono arrivato nell‟unità di terapia intensiva c‟era come una zona di guerra. Tutti lì stavano combattendo

per mantenere quell'uomo in vita".

Il personale della terapia intensiva intervenne su Jeff per 40 minuti. Lo colpirono con una dozzina di scariche del defibrillatore. Nonostante i loro sforzi, non vi fu alcuna risposta. Una volta appurato che la squadra aveva fatto tutto ciò che era clinicamente possibile, il dott. Crandall dichiarò la morte clinica del paziente. Dal punto di vista clinico, nel corpo, Jeff era morto. Ma dentro di sé, nell‟ anima, era cosciente. "All‟improvviso mi trovai in piedi, dietro ad un servizio funebre posto a casa mia e in quel momento mi sono reso conto che ero morto” dice Jeff. “Ma il funerale era senza persone ed io andavo doman- dandomi dove fossero la mia famiglia ed i miei amici”. Mentre un‟ infermiera preparava il corpo di Jeff per l'obi-torio, il dott. Crandall aggiornava le carte. "Non appena completai il mio reperto uscii dalla rianimazione. Allora sentii una voce che diceva: „Torna indietro e prega per quest’uomo!‟. Volevo ignorare quella voce dicendo a me stesso: Come posso pregare per lui? È morto! Se n'è andato! Non c'è più vita in lui! Così continuai a cam- minare. Ma la voce ritornò e disse: 'Torna indietro e prega per quell’uomo!‟. Mi fermai e pensai che dovevo onorare il Signore. Così tornai all‟ingresso del reparto e mi accostai verso il fianco della salma. L'infermiera era dall'altra parte del corpo e mi guardava come per dire: cosa stai facendo? Perché sei qui?' Io, arrivato vicino al cadavere, aprii la mia bocca. Mi vennero fuori queste parole: 'Padre Dio, ti supplico per l'anima di questo uomo: se non ti ha conosciuto come suo Signore e Salvatore, Padre, risuscitalo dai morti … ora! … nel

nome di Gesù!". Jeff dice: “Mi ricordo che fissai le luci della sala e che queste facevano un turbinare tutt‟intorno. Fuori di quelle luci vidi una immagine di persona che mi disse che lui era lì a sorvegliarmi e ad assicurarsi che tutto finisse bene”. Il dott. Crandall continua: "C‟era un altro dottore nel reparto che camminava nervoso. Lo fissai con lo

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sguardo e gli dissi: Dagli un‟altra scarica col defibrillato- re! Mi guardò meravigliato e mi disse: 'Dott. Crandall, non possiamo usare ancora il defibrillatore. Lui è morto! Non c'è vita in lui. Se n'è andato!' Io gli dissi: 'Fallo per me, fai un altro tentativo'. Quel medico per mio rispetto e onore si avvicinò al corpo con le piastre del defibrillatore. Le applicò e diede la scossa elettrica. Immediatamente avvenne un battito cardiaco. Il battito era da subito per-fetto, regolare, tanto che non ne avevamo mai visto uno così prima. Poi improvvisamente il suo addome cominciò a muoversi e ricominciò anche la respirazione. Poi, alcu- ni secondi più tardi, le dita cominciarono a contrarsi”.

Immediatamente Jeff fu spostato nel reparto di terapia intensiva. Tre giorni dopo, Jeff ebbe il risveglio con nes- suna conseguenza di danni al cervello o ad altri organi. Il dott. Crandall dice: "Quando arrivai in ospedale lunedì mattina, Jeff era seduto sul letto ed io gli dissi: 'Dove eri quel giorno che ho pregato per te?‟ Ed egli disse: 'Ero nel buio più totale e ero molto deluso e triste'. Ed io gli ho detto: 'Jeff, che cosa ti rendeva così deluso e triste?' E lui: 'Ero da solo per l'eternità'!". Jeff aggiunge: "Il dottore in quel momento mi ha chiesto se ero dispo- sto ad accogliere Dio nella mia vita e nel mio cuore ed io lo feci. Aprii le braccia e accettai Dio. E' stato proprio un momento emozionante e mi ricordo che piansi tra le sue braccia". Oggi Jeff è tornato al lavoro e fa rego- lari check-up con il dott. Crandall. Dice il dottore: "Jeff non ha più problemi al cuore o complicazioni residue nonostante il suo impatto con la morte". Jeff dice: "Ren- dermi conto di ciò che mi era successo e di ciò che mi aveva fatto diventare così felice ... Questa è stata la par- te più importante della mia battaglia quotidiana. Perché proprio a me?", medita Jeff. "Perché sono stato così for- tunato ad avere Dio che ha sfolgorato su di me? E‟ stato tremendo. Sono resuscitato fisicamente. Sono resusci- tato spiritualmente! Sono molto grato a Dio per questo". Dice il dott. Crandall: "Quel giorno che ho pregato per Jeff era per me un giorno di fede „piccola-piccola‟. Non è stato uno dei miei giorni di pienezza di Dio. Ero così tan- to indaffarato nel mio lavoro, non ho avuto molto soste- gno dalla mia fede per fare la preghie ra quel giorno. Ma il Signore mi ha chiesto di farla lo stesso, così ho ono rato il Signore e ho pregato. Questo è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Basta una scintil-

tilla di fede grande come il seme di senape e quando si grida alla Potenza dello Spirito Santo Egli se ne prenderà il carico. I miracoli sono reali, e sono veri per i nostri giorni!". www.cbn.com The 700 Club

4.TESTIMONIANZE DI GUARIGIONE

I MIRACOLI RICEVUTI DA ITALIANI A LOURDES

UFFICIALMENTE RICONOSCIUTI DALLA CHIESA Cominciamo con questo numero del Madre Teresa Live uno spazio dedicato alle guarigioni ottenute attraverso la potente intercessione di Maria in uno dei santuari più legati al fenomeno delle guarigioni: Lourdes. Degli oltre settemila casi esaminati tra le tantissime guarigioni pre- sunte verificatesi a Lourdes solo 67 hanno avuto il rico- noscimento ufficiale della Chiesa e tra queste sei riguar- dano italiani. Cominciamo con MADDALENA CARINI, leggendo la sua propria testimonianza.

Nacqui a Bereguardo in provincia di Pavia, nel 1917. Mi ammalai presto, all'età di 10 anni: una pleu rite seguita da una tubercolosi ossea. Non riuscii mai a guarire; ogni anno si aggiungevano malat- tie nuove a quelle che già avevo: morbo di Pott, peritonite tuberco- lare, anemia perniciosa, pericar- dite ecc. ecc. Passavo da un pro- fessore all'altro, da un ospedale all'altro, peggiorando continua- mente. Mia madre mi era sempre vicina e voleva che guarissi, ma io sapevo che ciò non era possi- bile. Dall'età di quindici anni non potei più reggermi in piedi e cam- minare. Ero diventata magrissima, pesavo soltanto 30 chilogrammi. Avevo le gambe così sottili, così magre che mia madre si vergo- gnava che la gente le vedesse e per renderle un poco meno sgra-

devoli mi fece, con le sue mani, un paio di calze di lana molto grossa che indossavo, quando mi tirava fuori dal letto per mettermi su una sedia o in carrozzella. Mia ma- dre diceva che voleva portarmi a Lourdes, ma c'era la guerra e non si poteva andare. Io non ci pensavo molto. Le malattie non mi avevano demoralizzata. Le avevo accettate come una missione di sofferenza, per la sal-vezza degli uomini e le sopportavo con entusiasmo e con fede. Offrivo tutto al Signore ed ero felice anche in mezzo a quelle atroci sofferenze. Mia madre morì prima della fine della guerra. Nel 1947 la mia salute era ancora peggiorata, allora accettai di andare a Lourdes per adem- piere il desiderio che mia madre aveva sempre avuto. I medici mi concessero con difficoltà l'autorizzazione ne- cessaria per quel viaggio. Tornai peggiorata tanto che i medici pronosticarono imminente la mia morte. Dopo alcuni mesi fui dimessa dall'ospedale perché potessi attendere la fine nella tranquillità della mia casa. Allora chiesi di ritornare ancora a Lourdes. Tutti i medici si rifiu-

tarono di compilare il certificato di accompagnamento.

Un professore di Milano, che allora era un celebre nome nel campo della medicina e professava apertamente idee ateistiche, mi prendeva in giro: mi diceva che a

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Lourdes guarivano solo gli isterici. "Ecco, se guarissi tu ci crederei anch'io", diceva. "Perché in te ci sono delle lesioni organiche, i tessuti epidermici sono distrutti, alla gamba destra ti mancano cinque centimetri di osso, ci sono ferite che non si chiuderanno mai più: questo sì

che sarebbe un miracolo!". Solo il dottor Antonio Bonizzi

si lasciò convincere dalle mie richieste e compilò il certi- ficato medico necessario per il viaggio, dicendo però che lo avrei fatto sotto la diretta responsabilità dei parenti. Partii il 9 agosto del 1948. I miei fratelli e le mie sorelle non si sentirono di venirmi ad accompagnare, dato il mio stato di gravità, così venne monsignor Fasani di Pavia. Arrivai a Lourdes gravissima: febbre alta, vaneggiamenti, continue crisi cardiache. Non vollero portarmi alla grotta. Ma, all'ultimo giorno, proprio prima di partire, mi feci con- durre davanti alla Madonna. "Madonnina cara, ti ringrazio di avermi aiutata a venire qui, a trovarti", pregai. "Ti rac- comando i miei amici, i miei medici, tutti i miei parenti". All'improvviso sentii dei forti strappi al cuore, ma molto più intensi di quelli che sentivo quando mi venivano le

crisi cardiache. Mi sono detta: "Muoio, muoio!", ma subi-

to ho sentito una gioia immensa dentro di me, una cosa che mi rendeva leggera, una felicità da far morire, non è proprio possibile descrivere quello che ho provato in quel momento. Mi sono messa a pregare con più fervore raccomandando alla Madonna tutte le persone che mi erano care; ricordo che ho detto alla Madonna: "Cambia la testa a quei tali amici di mio fratello che non credono

in Dio: bisogna convertirli!". Poi l'ho salutata e sono sta-

ta portata sul piazzale dove il vescovo passava per bene- dire gli ammalati. Quando il vescovo con l'Ostensorio arrivò di fronte a me, sentii di nuovo gli strappi al cuore seguiti da quella immensa felicità che sembrava doves- se farmi morire. Mi accorsi con stupore che non sentivo più i dolori. Ero arrivata a Lourdes con una gran pancia tutta dura e gonfia, causata dalla peritonite tubercolare, ora la pancia era diventata normale. Da 15 anni non po- tevo muovere la gamba destra o la schiena, senza pro- vare dolori terribili, Invece ora mi sentivo libera in tutti i movimenti con una gran voglia di balzare in piedi. Ero guarita, completamente guarita. Cominciai a piangere di gioia e stavo per mettermi a gridare, ma poi ho deciso di restare zitta. Mi son detta: "Se grido 'miracolo, miracolo' e poi magari non è vero, la Madonna fa brutta figura e la gente che ha poca fede la perde per colpa mia. E' meglio tacere e se la Madonna ha fatto veramente un miracolo, lo si vedrà".Ritornai in treno, al mio posto, ancora imba- rellata. Dovevamo pernottare sul treno perché, subito dopo la guerra, non c'era ancora la perfetta organizza- zione di oggi. Trascorsi tutta la notte tranquilla, ma mi era venuta una gran fame che non riuscivo più a dormire. Non mangiavo da molti mesi a causa della mia malattia. Quando vidi che l'infermiera stava distribuendo da man- giare, le dissi: "Infermiera, ho fame". "Sì, sì, le portiamo subito la sua acqua zuccherata", mi rispose.. "No, voglio mangiare come gli altri", dissi io alzando la voce. L'infer- miera mi venne vicino, mi guardò con aria preoccupata come per dire: "Poverina, ormai vaneggia, siamo prossi- mi alla fine". Mi passò una mano sulla fronte accarezzan- domi e stava per allontanarsi. Non riuscii più a frenare la gioia che avevo dentro, scoppiai in una allegra risata e gridai: "Voglio mangiare come gli altri, ho una fame terri-

bile!". Mi portarono da mangiare: divorai il primo, il se-

condo, la frutta. Attorno a me giunsero, esterrefatti, medi-

ci e infermieri. Mi stavano a guar- dare ammutoliti, come se si aspet tassero di vedermi scoppiare da un momento all'altro. Allora dovet- ti raccontare tutto. Tre medici che mi avevano visitata il giorno prima e che conoscevano bene il mio stato di salute, mi vollero subito rivisitare e non trovarono più nes- suna traccia di malattie. All'anca destra avevo una fistola sempre aperta, dentro alla quale ci stava un paio di metri di garza. Ora, la fistola era sparita, chiusa e la gar- za era tutta fuori. Un medico si inginocchiò per terra e piangeva. Le infermiere correvano per il tre- no a raccontare ciò che era acca- duto. Da tutto il treno si levò un devoto canto di ringraziamento alla Madonna che non finiva più.

Arrivata a Milano, scesi dal treno camminando da sola. Il giorno dopo mia sorella con la mia piccola nipotina andò da quel professore ateo, che era il mio medico preferito, ad annunciargli ciò che era accaduto. Fu la mia nipotina che cominciò a dire: "Signor professore, la zia Maddalena...". "Fatti coraggio, cara", la interruppe il professore e le accarezzava la testina. "Ora la zia sta meglio di noi”, continuò il professore. “La sua malattia non sarebbe mai più guarita, meglio così: ha finito di soffrire. Anche se fosse tornata, non sarebbe rimasta in

vita che pochi giorni". "Ma la zia è tornata e sta bene!", gridò la piccola. "Come?", esclamò sbalordito il professore. "Portatemela subito qui". Andai a trovare il mio professore. Ero molto affezionata a lui e avevo tanto pregato per la sua conversione. Quando mi vide si com- mosse. Mi visitò a lungo. Poi mi chiamò vicino a sé, mi fece sedere sulle sue ginocchia, e cominciò a scrivere. Io chiesi: "Signor professore, mi ordina ancora delle me- dicine?", "No", rispose "non dobbiamo rovinare quello che ha fatto la Madonna". Allora gli chiesi: "Professore, mi farà il certificato da portare a Lourdes perché venga esaminato se la mia guarigione può essere' dichiarata miracolosa?". "Sì", rispose "ti farò Il certificato e potete pure citare il mio nome anche sui vostri giornali cattolici". Quel professore cambiò completamente vita, divenne

credente e fu di esempio a tutti fino alla morte. Io decisi

di dedicare tutta la mia vita a diffondere il bene tra gli uo- mini, ad aiutare tutti a trovare la verità, la fede, la speran- za in Dio. Anche quando ero ammalata avevo cercato di realizzare questo compito, ma ora che mi potevo muo-

vere volevo che nessuno restasse senza il mio aiuto.

5. ASS. MADRE TERESA DI CALCUTTA-ONLUS

Anche quest’anno si può dare alle famiglie povere italiane assistite dalla nostra Ass. MADRE TERESA di CAL CUTTA–ONLUS il 5X1000. Se vuoi farlo metti il Codice Fiscale 91031310674 nel ri- quadro apposito del

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Modello Unico o del 730 o del CUD e firma nella casella.