Madre Teresa Live ottobre 11

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CHIEDERE AL PADRE Mt 7,9-11 “Quale padre tra di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!Nella mia personale esperienza di rapporto con il mondo dei malati ho trovato di solito un mondo dove, nel miglio- re dei casi, regna la rassegnazione. Quando il malato soffre di una malattia non mortale ma nello stesso tempo non guaribile (ad es. il diabete, l‟artrite reumatoide o altro) passa sempre prima un periodo di ribellione a Dio, anche se si dichiara non credente. Poi si rassegna, visto che non può fare nulla per la sua guarigione, ma non perde la speranza di una futura guarigione, magari confidando nella scoperta di un farmaco dell‟ultima ora. A questo punto viene sempre fuori l‟amico/a che conosce un gran- de sensitivo o un guaritore di medicine alternative e che accende nel malato l‟illusione di una facile guarigione …. a suon di migliaia di euro, ovviamente, in quanto la salute e la vita non hanno prezzo. Ed ecco una grande regola spirituale dei nostri tempi: per guarire ci è più fa- cile pagare con 3.000 euro un mago o una cartomante che mettersi in ginocchio davanti al SS. Sacramento o invocare l‟aiuto della Madonna con il rosario. Infine, visto il fallimento di questa soluzione, tornano ancora più forti tristezza e rassegnazione. Per non parlare poi del malato di malattie mortali ed inguaribili (l‟elenco non finirebbe mai …), il decorso delle quali è interpretato unicamente dai medici e professoroni la cui parola in materia è ascoltata dal paziente e seguita come „parola di Dio‟ infallibile. Tocchiamo infine l‟assurdo quando anche noi sacerdoti, ascoltando la sentenza di morte del dottore, cerchiamo di consolare la famiglia aiutandola a rasse- gnarsi alla (presunta) Volontà di Dio! E dico „presunta‟ volontà perché vorrei proprio sapere chi ha fatto sapere al ministro di Dio che Lui vuole che quel malato muoia di quella malattia quando invece i vangeli ci raccontano ben altro atteggiamento di Gesù nei confronti delle malattie. Non torno su argomenti ormai trattati tante volte in questi anni di catechesi e preghiera sui malati. Questi anni mi hanno fatto capire bene perché l‟annuncio di Gesù al malato parte, come nel caso dell‟ormai rassegnatissimo paralitico della piscina di Betzetà (Gv 5,1-9) dalla doman- da: “Vuoi guarire?(Gv 5,6), fino ad arrivare alle splen- dide parole rivolte alla Cananea: “Oh donna, la tua fede è davvero grande! Avvenga per te come desideri!(Mt 15, 21-28). La domanda di Gesù è proprio dedicata ai rassegnati di allora, di oggi, di sempre per dare corag- gio e accendere la speranza del malato per la sua guarigione. E‟ qui che si inserisce la sua esortazione a chiedere. E‟ certo che se non si comincia a chiedere non si può ottenere nulla. Ma più che la nostra necessità di cominciare a chiedere voglio mettere questa volta in evi- denza le speranze ed i sentimenti del nostro Padre cele- ste, così come Gesù ce li annuncia: “Quale padre tra di voi al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” Mt 7,9-11. Anche i più san- guinari capi mafiosi amano i loro figli e fanno tutto quello che sanno fare per loro. Don Pierino Gelmini, fondatore delle comunità “Incontro” per il recupero dei tossicodipen- denti racconta che il primo centro in Bolivia li fu donato da un grande ex-narcotrafficante del posto. Alla cerimo- nia di inaugurazione insieme alle autorità religiose e civili era presente anche lui. Don Pierino gli chiese: “ Perché mi hai donato questa grande fattoria?” E lui rispose sbat- tendo il pugno sul tavolo: “Dios me ha castigado!” E raccontò come lui era diventato ricco vendendo la droga. Un fatto però gli cambiò la vita: il suo figlio primogenito diventò tossicodipendente e morì per „overdose‟. Dal do- lore che provò capì il male che aveva fatto ed il dolore causato a tantissime famiglie, si pentì e smise di vendere la droga, cercando invece di aiutare i giovani a venirne fuori. Era cattivo, ma amava suo figlio e voleva fare cose ____________________________________________________________________________________________ POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 e 3, __ Teramo - aut. n° 168/2007 __________________________________________________________________________________________________________________________________________ Periodico pubblicato dalla parrocchia ”Madre Teresa di Calcutta” via Napoli, 9 Martinsicuro (Te) registrato presso il Tribunale di Teramo al n.571 il 07/08/2007. Direttore resp.: don Marco Farina. Stampato in proprio. ANNO 5° OTTOBRE/11

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foglio di evangelizzazione della parrocchia madre teresa di calcutta

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CHIEDERE AL PADRE

Mt 7,9-11 “Quale padre tra di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!”

Nella mia personale esperienza di rapporto con il mondo dei malati ho trovato di solito un mondo dove, nel miglio- re dei casi, regna la rassegnazione. Quando il malato soffre di una malattia non mortale ma nello stesso tempo non guaribile (ad es. il diabete, l‟artrite reumatoide o altro) passa sempre prima un periodo di ribellione a Dio, anche se si dichiara non credente. Poi si rassegna, visto che non può fare nulla per la sua guarigione, ma non perde la speranza di una futura guarigione, magari confidando nella scoperta di un farmaco dell‟ultima ora. A questo punto viene sempre fuori l‟amico/a che conosce un gran- de sensitivo o un guaritore di medicine alternative e che accende nel malato l‟illusione di una facile guarigione …. a suon di migliaia di euro, ovviamente, in quanto la salute e la vita non hanno prezzo. Ed ecco una grande regola spirituale dei nostri tempi: per guarire ci è più fa- cile pagare con 3.000 euro un mago o una cartomante che mettersi in ginocchio davanti al SS. Sacramento o invocare l‟aiuto della Madonna con il rosario. Infine, visto il fallimento di questa soluzione, tornano ancora più forti tristezza e rassegnazione. Per non parlare poi del malato di malattie mortali ed inguaribili (l‟elenco non finirebbe mai …), il decorso delle quali è interpretato unicamente dai medici e professoroni la cui parola in materia è ascoltata dal paziente e seguita come „parola di Dio‟

infallibile. Tocchiamo infine l‟assurdo quando anche noi sacerdoti, ascoltando la sentenza di morte del dottore, cerchiamo di consolare la famiglia aiutandola a rasse-gnarsi alla (presunta) Volontà di Dio! E dico „presunta‟ volontà perché vorrei proprio sapere chi ha fatto sapere al ministro di Dio che Lui vuole che quel malato muoia di quella malattia quando invece i vangeli ci raccontano ben altro atteggiamento di Gesù nei confronti delle malattie. Non torno su argomenti ormai trattati tante volte in questi anni di catechesi e preghiera sui malati. Questi anni mi hanno fatto capire bene perché l‟annuncio di Gesù al malato parte, come nel caso dell‟ormai rassegnatissimo paralitico della piscina di Betzetà (Gv 5,1-9) dalla doman- da: “Vuoi guarire?” (Gv 5,6), fino ad arrivare alle splen- dide parole rivolte alla Cananea: “Oh donna, la tua fede è davvero grande! Avvenga per te come desideri!” (Mt 15, 21-28). La domanda di Gesù è proprio dedicata ai rassegnati di allora, di oggi, di sempre per dare corag- gio e accendere la speranza del malato per la sua guarigione. E‟ qui che si inserisce la sua esortazione a chiedere. E‟ certo che se non si comincia a chiedere non si può ottenere nulla. Ma più che la nostra necessità di cominciare a chiedere voglio mettere questa volta in evi- denza le speranze ed i sentimenti del nostro Padre cele- ste, così come Gesù ce li annuncia: “Quale padre tra di voi al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” Mt 7,9-11. Anche i più san- guinari capi mafiosi amano i loro figli e fanno tutto quello che sanno fare per loro. Don Pierino Gelmini, fondatore delle comunità “Incontro” per il recupero dei tossicodipen- denti racconta che il primo centro in Bolivia li fu donato da un grande ex-narcotrafficante del posto. Alla cerimo- nia di inaugurazione insieme alle autorità religiose e civili era presente anche lui. Don Pierino gli chiese: “Perché mi hai donato questa grande fattoria?” E lui rispose sbat- tendo il pugno sul tavolo: “Dios me ha castigado!” E raccontò come lui era diventato ricco vendendo la droga. Un fatto però gli cambiò la vita: il suo figlio primogenito diventò tossicodipendente e morì per „overdose‟. Dal do- lore che provò capì il male che aveva fatto ed il dolore causato a tantissime famiglie, si pentì e smise di vendere la droga, cercando invece di aiutare i giovani a venirne fuori. Era cattivo, ma amava suo figlio e voleva fare cose ____________________________________________________________________________________________ POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 e 3, __ Teramo - aut. n° 168/2007 __________________________________________________________________________________________________________________________________________

Periodico pubblicato dalla parrocchia ”Madre Teresa di Calcutta” via Napoli, 9 Martinsicuro (Te) registrato presso il Tribunale di Teramo al n.571 il 07/08/2007. Direttore resp.: don Marco Farina. Stampato in proprio.

ANNO 5°

OTTOBRE/11

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buone per lui. Dio non è cattivo, ma Amore perfetto, puro ed infinito. Come potrebbe non provvedere ai nostri biso- gni ed in particolare a quello della salute? Proviamo per un momento a capire quanta sofferenza Gli arreca la no- stra mancanza di preghiera. Noi cattivi padri (e madri) della terra viviamo per i figli. La nostra gioia è dare ai figli quello di cui hanno bisogno: alimenti, vestiti, medicine, cultura ed esperienza di vita, affetto etc. etc. Vedere un nostro figlio che soffre perché gli mancano delle cose ma che non ci chiede l‟aiuto e cerca inutilmente di risol- versi da solo ci fa toccare con mano la sua durezza di cuore nei nostri confronti e ci fa soffrire. Molto di più soffre Dio quando nelle malattie vogliamo risolverci da soli o con il solo aiuto della Medicina! Vedere poi un nostro figlio chiedere aiuto ad altri genitori piuttosto che a noi per risolvere i suoi problemi ci fa sentire traditi ed abbandonati da lui. Molto di più soffre Dio quando ci vede ricorrere a forze occulte per guarire! “Non avrai altri dei all’infuori di Me! (Es 20,3). Ripariamo dunque questo tremendo peccato di mancanza di richie- sta e mettiamo in pratica queste parole di Gesù: Mt 7,7: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto!” Gv 15,7 : “Chiedete quello che volete e vi sarà fatto!” Gv 16,24: “Chiedete ed otterrete perché la vostra gioia sia piena!”

LA GIOIA DEL PADRE E’:

ABBRACCIARE IL FIGLIO

DIALOGARE CON IL FIGLIO

BERE CON

IL FIGLIO

LAVORARE CON IL FIGLIO

STUDIARE

CON IL FIGLIO

RIPOSARE CON IL FIGLIO

SOSTENERE IL FIGLIO!

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1. GIORNATA DI GUARIGIONE __________________________________________________________________________________

PARROCCHIA SAN GABRIELE VILLAROSA di MARTINSICURO

DOMENICA 23 OTTOBRE ore 15,30 accoglienza e canti

ore 15,45 annuncio della Parola ore 16,30 adorazione eucaristica ore 17,30 Unzione dei Malati ore 18,30 messa e unzione dei malati

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2. GIORNATA DI GUARIGIONE

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Parr.

SANTA

MARIA

DEI

SERVI

ANCONA

DOMENICA 6 NOVEMBRE 2.

ore 15,00 accoglienza e canti ore 15,15 annuncio della Parola ore 16,00 adorazione eucaristica ore 17,00 unzione dei malati ore 18,00 s.messa _____________________________________________________________

3. TESTIMONIANZAENNNNNNNNN __________________________________________________________________________________

UN ALTRO “TOMMASO” PIENO DI DUBBI VIENE GUARITO Quando Roy Davidson aveva solo 31 anni il suo medico gli disse che aveva le peggiori ulcere sanguinanti che avesse mai visto nella sua carriera. Dopo a- ver fatto la visita da uno specialista era chiaro che l‟intervento chirur- gico non era da tenere neanche in considera- zione: le ulcere erano

così gravi che la loro stessa rimozione avrebbe di certo causato danni peggiori. E ci sarebbe stato tessuto cica- triziale anche se la chirurgia avesse curato le ulcere. “Lavoravo nel dolore, vivevo nel dolore, dormivo nel do- lore, mangiavo nel dolore, festeggiavo nel dolore, ovun- que andassi il dolore era sempre con me.“. Dice Roy. Roy lasciò il suo lavoro aziendale stressante e cercò di condurre una vita più semplice. Durante questa pausa decise di andare a fare un viaggio con un gruppo di missionari cristiani ad Haiti. “Fu mentre eravamo lì che ebbi il peggiore attacco di ulcera, quella mattina non riu- scii neanche ad alzarmi per camminare. Era come un coltello che mi perforava e mi dava dolori terribili, lanci-nanti. Ricordo bene che il me- dico mi disse che se non riu- sciva a control- lare l‟emorragia

e i dolori fossero

aumentati la mia condizione clinica sarebbe stata molto gra-

ve e io avrei rischiato di morire“. Gli uomini che erano in missione si offrirono di pregare per Roy ma lui decise che avrebbe fatto tutto da solo, che non aveva bisogno di preghiere lui…”Ad essere onesti -dice Roy- non ho dato loro molto credito, erano persone normali, come po- tevano guarirmi?” Ma dopo due giorni di terribili dolori, Roy chiese a quel gruppo di uomini di pregare per lui. “Ricordo che ero sdraiato e loro vennero verso di me e pregavano. „Dio, voglio proprio ascoltare quello che di- cono per vedere se succede qualcosa!‟Intanto i ragazzi camminavano per la stanza con in mano una bottiglietta di olio di semi. Questa è un eresia pensai!!! Usano l‟olio da cucina per guarirmi??”Il loro capo mise un po‟di olio sulla mia fronte. Quella semplice azione cambiò il corso

della mia vita: l‟intera stanza cominciò a gi- rare, cominciai a sentirmi con- fuso e non riu- scivo più a ve dere. Ma riu- scivo a sentirli, sentivo che pregavano in altre lingue,

poi, tutt‟un tratto ho visto me stesso in un angolo della stanza, io ero in alto e vedevo il mio corpo sdraiato su un lettino dell‟esercito. Era tipo un esperienza di pre-morte”. Roy si svegliò diverse ore dopo e il suo dolore era completamente sparito. “Il mio stomaco..sentivo che era strano ma non avevo dolore. Notai che non ebbi né emorragie né dolori quel giorno”. Il medico speciali- sta di Roy guardò in modo diverso lo stomaco di Roy e confermò che le ulcere emorragiche erano sparite. “Fui sorpreso nello scoprire che non c‟era più nulla” dice il dottor John Eckrich, “voglio dire, in fondo sembrava nor- male, quello che è strano è che non ho trovato nessun tessuto cicatriziale, precedentemente presente..i tessuti cicatriziali non spariscono così...” Roy vive libero dalle ulcere e dai dolori da 13 anni e condivide la sua testimo- nianza della potenza di guarigione di Dio. “Dio ha deciso di fare delle cose per me, di rivelarSi e di farmi un mira- colo” dice Roy “non puoi sapere quando Dio sta per muo- versi o quando sta per fare qualcosa. Non posso sufficien temente parlare di Dio o testimoniare Dio come si dovreb be o spiegare le cose che fa o come le fa. Posso dire pe rò che la mia vita da quel momento è stata un’esplo- sione di gioia“. Tratto da The 700 Club www.cbn.com _____________________________________________________________

5. TESTIMONIANZAENNNNNNNNN __________________________________________________________________________________

IL GIORNO IN CUI QUASI MORI’

JEFFREY THOMPSON “Il praticandato nell‟am- bito della giurispruden- za è un ambiente stres- sante e si ha a che fare con delle situazioni dif-

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ficili” dice Jeffrey Thompson “Mi alzavo di solito con un nodo allo stomaco ogni mattina a causa di quello stress”. “Pensava sem- pre e solo a lavo rare” dice sua mo glie Maddalena. “Era una cosa dif ficile lasciare tutto per il weekend e allontanarsi da esso”. “Ero così concentrato nella mia carriera che stavo perden- do per strada le cose davvero importanti della mia vita”. Il praticandato di Jeffrey gli rubava molto del suo tempo e delle sue energie, il ritmo del suo lavoro causava danni a tutto il suo corpo. “Continuavo a lavorare nonostante non stessi affatto bene fin quando il mio corpo non si fermò, cominciai ad avere severi dolori di stomaco, ini- zialmente non avevo idea di cosa fosse, pensai che fosse un appendicite”. Jeffrey invece sviluppò la diverticolite, una condizione dolorosa causata dall‟infiammazione del- la parete intestinale. Mesi di trattamenti naturali avevano fallito e la sua condizione peggiorava continuamente fin quando necessitò di un intervento chirurgico per rimuove- re parte dell‟intestino. Ciò che sembrava un‟operazione di routine lasciò Jeffrey sospeso tra la vita e la morte. “Mi svegliai dall‟intervento e guardando in basso capii immediatamente che era successo qualcosa di terribile, guardai negli occhi il chirurgo e vidi lo sconcerto nel suo volto”. Maddalena dice: “Jeffrey ha avuto un emorragia durata 24 ore, loro gli davano continuamente sangue ma usciva sangue di continuo dal suo addome, era spaven- toso, non ho mai visto nessuno così pallido, le sue labbra erano completamente bianche”. Jeffrey dice: “Il mio sesto senso mi diceva che stavo per morire, che avrei avuto ancora solo pochi secondi di coscienza, cercai di afferrare

mia moglie solo per dirle quanto l‟amavo e che ero tutta- via pronto a lasciarla”. “Andai da lui certa che lo stavo perdendo” dice Maddalena ”Lui mi prese la mano e morì”. “Vidi la vita uscir fuori dal mio addome, cominciai a uscir fuori dal mio corpo, tutto stava andando in „tilt‟ sotto di me, loro cominciarono a dire: lo stiamo perdendo!” dice Jeffrey. “I medici cominciarono a rianimarlo, a fare tutto ciò che era possibile” dice Maddalena. “Sembrava un disastro in corso ma è stato il giorno più dolce della mia vita” dice Jeffrey ”non avevo più nessun dolore e non avevo paura”. Come lo spirito di Jeffrey aleggiava sopra il suo corpo una luce apparve nella stanza. “Era la cosa più bella che io avessi mai visto, dal centro della stanza ha cominciato ad espandersi e ad invadere tutto, sono stato immediatamente attratto da quella luce, come toc- cavo gli oggetti nella stanza venivano fuori dei colori che

io non avevo mai visto prima, così belli, così chiari, pote- vo vedere tutto perfettamente, c‟è un intera dimensione che noi non possiamo vedere sulla terra. Non mi sono mai sentito così vivo come in quel momento … è stato incredibile. Ho avuto improvvisamente un senso travol- gente della presenza di Dio, del Suo Amore, della Sua Pace, della Sua Gioia. Era tutto intorno a me. E tutto questo mi è letteralmente entrato nell‟anima, la cosa incredibile era come il creatore dell‟universo, colui che ha fatto il sole, la luna, le stelle e questa terra e noi può scendere dal Cielo, entrare in me, confortarmi e amarmi come se io fossi l‟unica persona presente nell‟universo intero. Ricordo che pensai al figliol prodigo, a quel figlio perduto e allontanatosi da casa. Lui tornò e suo padre lo accolse, lo amò e lo fece tornare. Questo stava succe- dendo a me, è l‟amore più dolce che possa esserci. Gli dissi che volevo andare con Lui, poi ebbi un fugace pen- siero: e mia moglie Maddalena? E mio figlio Will?. Allora

Dio mi disse internamente che sarei tornato indietro. Mi ricordo di aver avuto un sobbalzo sul letto dell‟ospedale e mi ricordo ancora di aver aperto gli occhi. Stavo guar- dando il chirurgo quando lui disse: lo stavamo perdendo, ora dobbiamo portarlo di nuovo in sala operatoria. Jeffrey fu portato di corsa in sala operatoria dove i dottori ferma- rono l‟emorragia. Quando finalmente riprese conoscenza Jeffrey aveva una nuova e sorprendente comprensione dell‟amore di Dio e della sua Presenza. “Dio ci ama più di quanto abbiamo mai potuto farne esperienza! Egli co- nosce la nostra situazione. Sa quello che stiamo passan- do. Ero solito svegliarmi con un nodo allo stomaco e ora mi sveglio con la gioia nel cuore. So che Lui è con me. Non puoi attraversare una esperienza simile senza che tu ne sia cambiato”. Dice la moglie: “Jeffrey è ora un uo- mo pieno di pace e non ha veramente più paura di nulla”. La sua ripresa fu lunga e difficile, ma la pace, la gioia, l‟amore di Dio trovati nel giorno in cui fu a faccia a faccia con la morte sono con lui in ogni cosa che fa. “ Là c‟è una pace ed un amore che io non riesco a descrivere. C‟è un modo di vivere completamente diverso. Non ho mai goduto la vita come là. Ora capisco e so discernere ciò che è veramente importante e ciò che non lo è. Voglio vivere per Dio e prego che Egli mi dia la possibilità di continuare a farlo. Tratto da The 700 Club www.cbn.com