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M ALAWI Spiagge, monti e safari M ARCHE -U MBRIA Pian Grande S PAGNA Isole Canarie P ORTFOLIO Paesaggi d’Austria M ALAWI Spiagge, monti e safari M ARCHE -U MBRIA Pian Grande S PAGNA Isole Canarie P ORTFOLIO Paesaggi d’Austria Quadrimestrale di fotografia naturalistica - Aprile 2006 € 5,80 Anno 8 N° 21 - Aprile 2006 - Spedizione in A.P. - 45% Art. 2 Comma 20/B legge 662/96 D.C.I. PN - Euro 5,80 Gruccioni Lago di Posta Fibreno Concorso dei lettori Poiana

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M A L A W I

Spiagge, monti e safari

M A R C H E - U M B R I A

Pian Grande

S P A G N A

Isole Canarie

P O R T F O L I O

Paesaggi d’Austria

M A L A W I

Spiagge, monti e safari

M A R C H E - U M B R I A

Pian Grande

S P A G N A

Isole Canarie

P O R T F O L I O

Paesaggi d’Austria

Quadrimestrale di fotografia naturalistica - Aprile 2006 € 5,80

Anno

8N

°21

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2006

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45%

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Euro

5,80

G r u c c i o n i

L a g o d i P o s t a F i b r e n o

C o n c o r s o d e i l e t t o r i

P o i a n a

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2 asferico

sommario

rubriche

sopraGarzette (Egretta garzetta)

Canon EOS 300D, Canon EF 300 IS f 4.

Foto Savoretti/Scamponi.

a altoGiovane poiana ( Buteo Buteo)

alle prese con le prime prove di volo.

Canon Eos20d, ob.300, f2.8 IS + 2x digital ISO 200.

Foto di Walter Meloni.

Colori sul Pian Grande di Castelluccio di Norcia.Parco Nazionale dei Sibillini.

Nikon F5 Ob. 300 f2.8 AFS + TC14E, TreppiedeGitzo 1340, Testa a sfera Linhof B1

Fujichrome Velvia 100FFoto di Luciano Gaudenzio.

5 Editoriale

6 Spiagge, monti e safariMALAWI - di Edmondo Facchetti

18 Pian Grandedi Castelluccio di NorciaMARCHE - UMBRIA di Michele Zanettifoto di Luciano Gaudenzio e Diana Crestan

22 Isole CanarieSPAGNA - di Paolo Ugo e Armando Maniciati

34 Portfoliodi Georg Popp e Verena Hackner

42 Gruccioni

46 Lago di Posta Fibreno

Festival Internazionale Fotografia Naturalistica 2006

52 Concorso dei Lettori

54 Poiana

60 Libri - La fotografia da cliccare

Esposizione delle opere 27- 29 0ttobre 2006a Hilpert-Theater: Kurt-Schumacher-Str. 39 - 41 44532 Lunen, Germania.

Termine ultimo per la presentazionedelle opere: 1 Luglio 2006

Info: Karen Korte, e-mail: [email protected].+49 (0) 431 - 9066319

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CONCORSO FOTOGRAFICO

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Asferico desidera coinvolgerVi; aspettiamo quindi i Vostri suggerimenti e, soprattutto, iVostri lavori. A tale proposito vogliamo indicarVi che i servizi inviati devono essere co-struiti con una precisa chiave di lettura. Questo significa che l’idea portante deve esse-re svolta non solo attraverso il testo, ma anche e soprattutto attraverso le immagini. Per fare un esempio, un servizio che riguardi un Parco o una Riserva, dove vi è la pre-senza di specie endemiche (animali o vegetali), deve essere corredato da una serie di fotoriguardanti almeno alcune di queste specie. Altre foto di contorno riguardanti l’ambien-te, la fauna, ecc., saranno di completamento.Le immagini inviate devono essere complete di didascalie precise, aggiungendo sempreal nome italiano quello scientifico, ma soprattutto devono avere una nutrita descrizionedelle stesse, in modo che i lettori più pigri, possano senza leggere il testo, ma guardan-do le foto e leggendo solo la loro descrizione, farsi già un’idea dell’argomento tratta-

to e venga così solleticata la voglia di leggeretutto l’articolo. Buona lettura e … buon lavoro.

La Redazione

editoriale

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DISPONIBILI COPIE DI ASFERICO

Copertina: Foglie di ninfee(Nynphaea alba) Lago di Egel.Foto di: Popp/Hackner

Edito da: A.F.N.I.Associazione Fotografi

Naturalisti ItalianiVia della Liberazione 6

33070 Budoia PNtel. e fax. 0434654322

www.afni .orge-mail: [email protected]

Redazione e AbbonamentiSegreteria Afni,Via Della Liberazione 6

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Coordinamento editorialeVia Boccaccio 34/p - 35128 Padova PD

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Direttore responsabile: Francesca GiannelliDirettore editoriale: Armando Maniciati

Coordinamento editoriale: Daniele Marson, Alessandro Magrini.

Relazioni con l’estero: Riccardo PoliniCollaborazione scientifica: Tiziano Fiorenza

Abbonamento annuale 3 numeri 15,00 euroda versare su: CCP n. 10822591 intestato a Afni.

Arretrati: n.1-2 euro12, dal n.3 euro 8,5.Asferico e’ una pubblicazione registrata presso il

Tribunale di Pordenone n. 484 del 22/04/2002spedizione in A.P. - 45% Art. 2 comma 20/b

legge 675/96 D.C.P. - PN

Stampa: Grafiche RISMA srl 52347 Roveredo - PNcon retino Co-Res screening da 300 lpi.

Impaginazione e grafica: Daniele Marson.

I dati personali forniti dagli abbonati, inottemperanza alla legge 675/96, vengono usati esclusivamente per l’invio della pubblicazione.

È vietata la riproduzione di testi, fotografie e disegni senzal’autorizzazione scritta dell’autore e dell’editore.

Hanno collaborato a questo numero:

Edmondo Facchetti, Diana Crestan, Luciano Gaudenzio, Michele Zanetti, Paolo Ugo, Armando Maniciati,

Georg Popp, Verena Hackner, Andrea Neri, Antonio Macioce, Adriano Savoretti,

Alfredo Scamponi, Walter Meloni,Gabriele Grilli, Gabriele Bano.

Testi e foto non richiesti non vengono restituitiGli autori degli articoli sono responsabili

del contenuto degli stessi.

Quadrimestrale di fotografia naturalistica

ANNO 8 N° 21 - APRILE 2006

Nyika National Park - Malawi, foto di Edmondo Facchetti. Scogliere e Euphorbia canariensis - Los Gigantes, Tenerife, foto di Paolo Ugo.

5asferico4 asferico

Errata corrige:Ci scusiamo con i lettori per l’imprecisioneriguardante il nome scentifico dell’insetto incopertina di asferico n 20. Si tratta infatti diun comune dittero (Sphaerophoria scripta).

Cari lettori e collaboratori,

iniziamo questo numero con una visita in un luogo non molto conosciuto dal turismo in-ternazionale: il Malawi. E, come molti paesi dell’Africa, è una meta che possiede un suofascino particolare fatto di spiagge, monti e safari. Con il secondo articolo sbarcheremo nel cuore dell’Appennino: il Pian Grande, una dellesette meraviglie d’Italia, un luogo in cui la mano dell’uomo ha interagito con le forze ele componenti naturali dell’ambiente. Segue poi un viaggio nell’Oceano Atlantico, allascoperta della variegata realtà naturalistica delle isole Canarie.Il portfolio di questo numero ha la firma di una coppia di affermati fotografi austriaci:Georg Popp e Verena Hackner.Inizieremo le rubriche con uno degli uccelli più belli e colorati che si possano fotografa-re in Italia: il gruccione. Seguirà un’ interessante visita, a pochi chilometri da Roma, allago di Posta Fibreno e, dopo le immagini del concorso dei lettori, andremo a osservarela poiana.

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Spiagge,monti e safari

Testo e fotografie di Edmondo FacchettiiMALAWI

Alba sul Lago Malawi a Senga Bay.

Canon EOS 5,

ob. Canon 28-105 f/3,5-4,5 USM - Fuji-

chrome Velvia.

I l Malawi non è di certo una meta moltoconosciuta al turismo internazionale,eppure, un po’ come tutti i paesi del-

l’Africa, nasconde un suo fascino. Un gran-de lago, il Lago Malawi appunto, di fatto unmare, lungo quasi 600 km e largo 80, piccoliparchi sparsi qua e là, un paesaggio variocon monti, colline e savane, e soprattutto lamagica atmosfera africana.

All’aeroporto di Lilongue, capitale del Ma-lawi, si assapora subito il profumo dell’Afri-ca: un misto di aromi che si sprigiona daglialberi, dai fiori e dalla terra. È il benvenutodell’Africa. Piacevolissimo appare anche ilclima, fresco (22 o 23°C), asciutto e ventilato.La prima tappa è il Viphya Park a oltre1000m di quota: vi giungiamo quando ormaiè già buio, inoltrandoci in una stradina ster-rata spaventosamente polverosa e immersain una fitta vegetazione, che i fari del mini-bus illuminano a fatica. La mattina, con laprima luce del sole, possiamo finalmentescorgere le fattezze del Viphya Park: distesedi pini con aghi molto lunghi ricoprono lependici circostanti, diradandosi solo in pros-simità di un piccolo lago. Ne esploriamo idintorni percorrendo i sentieri che solcanoquesti dolci pendii, inoltrandoci tra boschi dipini, spesso alti anche 30 metri; camminia-mo poi per colline erbose punteggiate di ce-spugli e grandi alberi spogli, con ramifica-zioni articolate e ricoperte da muschi e li-cheni simili a lunghe barbe verdi e grigie. L’indomani, percorrendo la strada che ciporta al Vwasa Forest Park, scopriamo quel-la che sarà una costante di tutto il viaggio inMalawi: piccoli gruppi di capanne costruitecon fango, paglia o mattoni d’argilla cotti alsole, sbucano continuamente a ogni chilo-metro. Attorno a questi micro agglomeratil’ambiente appare molto sfruttato: capre,galline, un paio di maialini, piccoli orticelli edistese di sterpaglie o cespugli. Ci sono tan-tissimi bambini sparsi ovunque: al nostropassaggio rincorrono il pulmino salutandocifelici; altrettanto numerosi sono i tipici mer-catini africani con bancarelle che offrono lemerci più disparate.Raggiungiamo il Vwasa Forest Park nel tardo

pomeriggio: si tratta di una savana alberata,che si estende nei pressi di un fiume, in re-gime di magra a causa della stagione secca.Il fiume pullula di ippopotami, che possiamoavvicinare anche a piedi, ma complessiva-mente resteremo un po’ delusi: riusciremo aintravedere un gruppetto di elefanti, ci avvi-cineremo ad alcuni kudu e puku, mentre gliimpala resteranno sempre lontanissimi, cosìcome i facoceri.Lasciamo il parco senza troppi rimpianti eraggiungiamo il Nykia National Park: unapiacevole strada sterrata si inoltra in unafolta foresta di alberi alti e contorti. La via sifa gradualmente più ripida e la foresta piùfitta e intatta. Sbucando dagli alberi, l’alto-piano del Nykia si estende davanti a noi aperdita d’occhio a una quota di oltre 1800m, con colline aride e ondulate, piccole bo-scaglie simili a oasi e grandissime macchieargentee di felci secche. Il modo migliore peresplorare queste distese d’alta quota consi-ste nel percorrere il Livingstonia Trek, un’e-scursione di tre giorni nelle zone più integredel parco. La mattina seguente raccogliamosacchi a pelo, tende e viveri, assoldiamo treportatori e una guida e partiamo di buon’o-ra sotto un cielo coperto e brevi ma fastidio-se spruzzate di pioggia. Attraversiamo un

7malawi/asferico

Le tipiche imbarcazioni del Lago Malawi nella Monkey Bay.

Canon EOS 5, ob. Canon 24 f/2,8 -

Fujichrome Velvia 100.

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14 asferico/pian grande 15pian grande/asferico

PPiiaann GGrraannddee ddii CCaasstteelllluucccciioo ddii NNoorrcciiaaMARCHE-UMBRIA

SopraFosso dei Mergani, Pian Grande di Castelluccio.

Chiunque veda per la prima volta il Piano Grande di Castel-luccio, rimane senza fiato di fronte alla vastità e alla bellezzaselvaggia di questo ambiente, inusuale per il paesaggio italia-no e che fa venire alla mente i grandi spazi aperti del NordAmerica.Il Piano Grande che si estende per circa 11 chilometri è un al-topiano carsico, dove l’acqua nella sua incessante azione,

scava nella roccia delle vere e proprie grotte sotterranee,mentre in superficie il fenomeno si manifesta nella formazio-ne di doline e inghiottitoi, che trovano la loro maggiore testi-monianza nel Fosso dei Mergani, una profonda “cicatrice” nelterreno, visibile a grande distanza, dove confluiscono granparte delle acque piovane e del disgelo.

Hasselblad X-Pan, 45 f2.8, Treppiede Gitzo 1340, Testa a sferaLinhof B1- Fujichrome Velvia 50.Foto di Luciano Gaudenzioi.

R itengo che il Pian Grande costituiscauna delle sette meraviglie d’Italia,che pure è ricchissima di tesori di

natura e di paesaggio.Lo affermo senza enfasi, ma con la convinzio-ne di chi ha verificato e percepito il fascinoineguagliabile di questo frammento di paesag-gio appenninico, che richiama le atmosferegrandiose delle steppe asiatiche. Incastonatoal piede del versante nord-occidentale delMonte Vettore, nel Parco Nazionale dei MontiSibillini, il Pian Grande di Castelluccio di Norciaè un luogo in cui la mano dell’uomo ha inte-ragito, da tempi antichi, con le forze e le com-ponenti naturali dell’ambiente, per definire uncontesto estetico di rara suggestione.Si tratta di un bacino lacustre d’origine plei-stocenica, che successivi fenomeni di accumu-lo detritico hanno in parte colmato, assegnan-

do successivamente alle voragini, determinatedal carsismo ipogeo, il compito di svuotarlo edi lasciarlo del tutto privo di acque di superfi-cie. La linea spartiacque che delimita il bacinoscolante chiamato di Castelluccio, dal nomedel piccolo abitato che sorge nel suo contesto,presenta uno sviluppo complessivo pari a 36km; essa corre sulle dorsali contermini e deli-mita una superficie pari a 7931 ettari. La lun-ghezza massima del bacino (da Monte Porchea Monte Cappelletta) risulta pari a 13 km,mentre la larghezza massima (da Monte delleRose a Punta di Prato Pulito, sul Monte Vetto-re) è di 9 km. L’altitudine della piana si aggi-ra intorno ai 1300 m s.l.m., con il punto piùbasso in corrispondenza dell’inghiottitoio delFosso dei Mergani, sul Pian Grande, a quota1257 m.; come tale essa risulta inserita nel-l’ampia fascia altitudinale del faggio, che ca-

Testo di Michele Zanetti - foto di Luciano Gaudenzio e Diana Crestan

PPiiaann GGrraannddee ddii CCaasstteelllluucccciioo ddii NNoorrcciiaa

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E ’ quasi l’alba. Lungo la strada cheda Yaiza sale alle Montañas del Fuegosto ammirando un paesaggio “in

bianco e nero”, un paesaggio insolito, fatto divulcani, di crateri e di campi di lava solidifica-ta. La zona possiede una bellezza magica, se-rena. Come un miraggio vedo una carovana didromedari che attraversa un deserto nero, undeserto che dopo pochi istanti i primi raggi disole tingono di mille colori. Mare di cristallo, sabbia di cenere, terra senzariflessi, colori che fanno quasi male agliocchi, un vento caldo e incessante che portacon sé la leggera e rossa polvere del desertoafricano.Schegge di Mediterraneo cadute nell’Atlanti-co, pezzetti d’Europa aggrappati all’Africa,vulcani oceanici lanciati come trampoliniverso il Nuovo Mondo…; è difficile descriverecon poche parole la variegata realtà naturali-stica delle isole Canarie. Questo arcipelagoche si trova a 100 Km a ovest delle coste delMarocco, famoso per le belle spiagge ed ilclima mite, offre al naturalista una serie diambienti unici e interessanti, arricchiti da unaflora bellissima e particolare, composta ingran parte da specie endemiche, evolutesi edesistenti come flora spontanea solo alle Ca-narie.Tutte le isole sono di origine vulcanica; quel-le più vicine alla costa africana (Lanzarote eFuerteventura) sono state le prime a formarsinel Cretaceo, circa cento milioni di anni fa,mentre le isole più occidentali sono più re-centi. Procedendo da est a ovest, aumentaanche la profondità dei tratti di mare che cir-condano le isole e, quindi, il loro “isolamen-to”: il braccio di mare che separa Lanzarotedal Marocco raggiunge “solo” i mille metri diprofondità mentre un abisso di oltre quattro-mila metri circonda La Palma! Anche il clima el’ambiente cambiano: continentale per leisole più orientali, decisamente oceanico perquelle più occidentali. Per scoprire la vera es-senza di queste isole, lasciamo gli ozi dellespiagge alle migliaia di persone che affollanogli insediamenti turistici che deturpano partedelle splendide coste, e partiamo per scoprir-ne le peculiarità naturali dei parchi nazionalidel Teide (a Tenerife), Timanfaya (a Lanzaro-

te), Garajonay (a La Gomera) e dell’isola diFuerteventura che, pur non protetta da alcunparco nazionale e nonostante la crescente ur-banizzazione, conserva ancora un ambiente atratti selvaggio e affascinante.UNA FLORA UNICAIl botanico italiano Cifferi descrisse la floradelle Canarie come un “fossile vivente”, rife-rendosi al fatto che gran parte delle specie,hanno i loro parenti più stretti tra piante cheora si trovano solo allo stato fossile nella re-gione mediterranea. I “fossili viventi” delleCanarie sono sopravvissuti grazie alla naturabenigna del clima che li ha protetti dalle gla-ciazioni che colpirono l’Europa, dalla deser-tificazione del Nord Africa, e da altri notevolimutamenti climatici.L’enorme interesse per la flora non è tutta-via confinato al solo valore di relitto storico.L’effetto moderatore e stabilizzante delclima locale e l’isolamento dell’arcipelagodalle zone di origine della sua flora hannofatto sì che queste isole diventassero uno deipiù affascinanti laboratori naturali di evolu-zione delle piante in tutto il mondo. L’arci-pelago delle Canarie è infatti la quarta regio-ne del mondo per numero di endemismi ve-getali: delle circa milleottocento specie dipiante che vivono sulle isole, ben venti gene-ri e più di cinquecento specie sono endemi-

IIssoollee CCaannaarriiee:: iill ggiiaarrddiinnooaattllaannttiiccoo ddÕÕEEuurrooppaa..

Testo e fotografie di Paolo Ugo e Armando Maniciati

Fuerteventura, pozza di marea, Jandia.

Nikon F90x, ob. Nikkor AF 24 f2,8

Fujichrome Velvia 50.

Foto di Paolo Ugo.

Fioritura di composita e sullo sfondo le spiagge segretecon l’acqua turchese della Punta Papagayo (Lanzarote).

Nikon FE2, ob. Nikkor 28 f.2,8 - Fujichrome Velvia 50.

Foto di Armando Maniciati.

23canarie/asferico

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asfericoasferico

Alba nel Parco Nazionale Neusiedler See.

Toyo Field 45 A II, ob. 65 mm, treppiede - Fujichrome Velvia 50.

Coppia nel lavoro e nella vita,Georg Popp e Verena Hacknersono due affermati professioni-sti austriaci, che hanno, nelpaesaggio ripreso con fotoca-mere di grande formato, il lorosoggetto preferito e con ilquale in pochi anni, sono riusci-ti ad ottenere importanti rico-noscimenti a livello internazio-nale.Due sono i libri che hanno pub-blicato: Wildnis in Osterreich (Lavita selvaggia in Austria) e Na-turjuwelen in Osterreich (Igioielli della Natura in Austria),entrambi hanno avuto un note-vole successo commerciale epossono essere richiesti diretta-mente agli autori attraverso illoro sito.www.popphackner.com

PPaa ee ss aa gg gg iidd ’’AAuuss tt rr ii aa

Portfolio di Georg Popp e Verena Hacknerr

35portfolio/asferico34 asferico/portfolio

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asfericoasferico

Parco Nazionale Hohe Tauren.

Toyo Field 45 A II, ob. 120 mm, treppiede - Fujichrome Velvia 50.

36 asferico/portfolio 37portfolio/asferico

Riflessi in un lago alpino.

Toyo Field 45 A II, ob. 75 mm, treppiede - Fujichrome Velvia 50.

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I l gruccione (Merops apiaster) è fra gliuccelli più belli e colorati che si possa-no fotografare in Italia, ma è altrettanto

sconosciuto dalla maggior parte delle perso-ne: normalmente quando lo vedono per laprima volta in fotografia, ci chiedono in qualelontano luogo tropicale lo abbiamo fotografa-to. In effetti questa non è una domanda deltutto sbagliata perché è una specie che, dopoaver svernato nell’Africa del nord, migra nel-l’Europa meridionale per trascorrervi la sta-gione riproduttiva.È stato così che, dopo aver fotografato igruccioni solo occasionalmente nelle zoneumide della nostra provincia, abbiamo decisodi cercare un luogo adeguato per poterli os-servare e fotografare durante la stagione ri-produttiva. Abbiamo scelto di seguire una co-lonia che da alcuni anni viene a nidificare sugliargini di una cava abbandonata, nelle casse diespansione del fiume Panaro di Modena; ilposto ci piaceva perché dava la possibilità diappostarsi a una distanza sufficiente (25/30metri) per fotografare senza disturbare gli ani-mali e inoltre ci sembrava interessante dimo-strare come anche una zona così fortementedeturpata dalle opere dell’uomo possa pianpiano riqualificarsi a livello ambientale, tra-sformandosi in un habitat che, seppur forte-mente antropizzato, offre rifugio a numerosespecie di animali e piante. L’area della cava è una zona umida, caratte-rizzata dalla presenza del fiume e di boschet-ti, prevalentemente a salice e pioppo. Le va-sche di decantazione col tempo si sono tra-sformate in stagni e laghetti e l’area ricca diacqua e vegetazione attira diverse specie dimammiferi e uccelli come volpi, donnole, ca-prioli, sparvieri, coturnici, picchi, aironi ecc..;sono presenti inoltre un certo numero di retti-li, tra i quali il biacco e il saettone, che rappre-sentano uno dei maggiori pericoli per i nidiaceidi gruccione, in quanto, molto ghiotti di uova epulcini A volte riescono a entrare nei nidi,anche se posizionati in pareti quasi verticali.Il capanno è stato costruito in modo molto

spartano con alcuni paletti, un po’ di reteombreggiante plastificata e tanto tanto filo diferro (la temperatura interna nei giorni piùcaldi è arrivata a 49°C ed era un vero “infer-no” trascorrervi dentro 4/5 ore). Abbiamodeciso di non utilizzare dei posatoi artificiali,ma solo quelli naturali, i quali però sono statipresto spazzati via dai violenti temporali estivi.A metà aprile, prima dell’arrivo dei gruccio-ni, tutto era già predisposto per gli apposta-menti.Il periodo di osservazione è durato circa tremesi tra la fine di aprile e l’inizio di agosto;all’inizio di maggio sono arrivati i primigruppetti, ma in questo periodo è ancoramolto difficile fotografarli, perché stannocontinuamente in volo per alimentarsi, poichédurante la migrazione hanno perso molteenergie e hanno quindi bisogno di rifocillarsiper bene. I gruccioni sono ottimi volatori, ingrado di compiere in volo brusche manovre eveloci picchiate: questo permette loro di inse-guire insetti volatori di ogni tipo, le prededopo la cattura vengono finite colpendole con

ggrruucccciioonnii uunn ppooÕÕÒÒppaarrttiiccoollaarriiÓÓ

43gruccioni/asferico

Adulto in canto.

Cannon T90, ob. Cannon 500 f/4,5 – Fujichrome Velvia 50.Foto di Alessandro Magrini.

Adulto con una libellula come preda.

Canon EOS 3, ob. Canon 600 f4 USM – Ektachrome 100.

Testo di Andrea Neri e Antonio MacioceFotografie di Andrea Neri, Antonio Macioce e Alessandro Magrini

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A vederlo non sembra un lago con quellasua forma a esse allungata e la corren-te veloce che increspa la sua superficie.

Il lago di Posta Fibreno, in effetti, potrebbe es-sere considerato una grande sorgente alimen-tata dal sistema imbrifero carsico dell’altaValle del Sangro. Il ricambio è veloce e le acque, che più a vallesi gettano nell’omonimo fiume, sono di unatrasparenza e di una purezza tali da fare diquesto specchio d’acqua uno degli ambientipiù integri del Lazio, anche se è uno dei menoconosciuti, forse perché confinante con il piùfamoso Parco Nazionale d’Abruzzo.Ma a dispetto delle sue piccole dimensioni illago di Posta Fibreno, tutelato dalla Riserva Re-gionale che lo racchiude completamente nei

suoi confini, si rivela un’ inesauribile fonte disorprese.I boschi e i folti canneti, che ornano il suo peri-metro, sono rifugio di più di cento specie di uc-celli. Vediamo garzette, aironi cenerini e aironibianchi volare con il loro elegante portamento.Più in alto il falco di palude, con lunghe plana-te alternate a potenti colpi d’ala, è impegnatonella sua perlustrazione alla ricerca di prede.Piccoli e chiassosi, la cannaiola e il cannareccio-ne rivaleggiano nello spezzare il silenzio dellago, mentre, più timidi, i tarabusini e le sgar-ze ciuffetto si rifugiano nel canneto. Sull’acquale pigre anatre dividono lo spazio con le più vi-vaci e confidenti folaghe (la specie più rappre-sentativa come consistenza numerica). Anchel’airone rosso può essere occasionalmente av-

47lago di posta fibreno/asferico46 asferico/lago di posta fibreno

vistato sugli alberi della sponda o, mentre vola,sullo specchio d’acqua.“Tuttavia per cercare il vero tesoro di questoluogo - come ci spiega Antonio Lecce respon-sabile dei guardiaparco in servizio presso la Ri-serva - non bisogna guardare sopra l’acqua…ma sotto!”Infatti, solo in queste acque vive il carpione delFibreno (Salmo fibreni), specie affine alla trota edall’etologia ancora poco conosciuta. Mentre latrota macrostigma (Salmo trutta macrostigma),è presente solo in Sardegna e nel Lazio, nellago di Posta Fibreno e nel fiume Ninfa.Un endemismo e una rarità in uno spazio cosìristretto non sono sicuramente una cosa comu-ne!Con costanza, da diversi anni, i guardaparco

della Riserva stanno portando avanti un pro-getto di “riproduzione assistita”, per favorirela presenza di questi tesori ittici. Nella stagio-ne riproduttiva gli esemplari maturi vengonocatturati e portati nell’incubatoio della Riser-va, dove le uova, spremute dalle femmine,vengono fecondate con i maschi. Mentre gliadulti vengono rimessi nelle acque del lago, leuova fecondate sono custodite nell’incuba-toio, in attesa che si formino gli avannotti che,una volta raggiunto un adeguato livello di svi-luppo, saranno reinseriti nell’ambiente natu-rale. In questo modo, producendo un numerodi avannotti molto più alto di quello che siavrebbe allo stato naturale, si riesce a mante-re vivace e in buona salute la popolazione giàesistente di queste specie così uniche.

Acque purissime,pesci rari e un’isola che simuove: il Lazio che non tiaspetti è a pochichilometri daRoma.

Testo e foto di Adriano Savoretti e Alfredo Scamponi.

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L’isola galleggiante attorniata dalla tipicavegetazione a canneto.

Canon EOS 300D,

Canon EF 100 macro f 2,8.

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concorso dei lettori

composizione e forme

Vincitore assoluto: Lessio MarcoFoglia di rovo su ghiaccio.

Nikon F100, ob. Nikkor AF D 105 micro f.2,8 - Fujichrome Velvia 50.

sopraFoto di Giulio Compostella.

Particolare dell’ala di Pavonia

maggiore (Saturnia pyri).

Canon EOS 3V,

ob. Canon EF 100 macro USM

f.2,8 + tubi di prolunga.

Fujichrome Sensia 100.

al centroFoto di Thomas Mezzavilla.Tramonto autunnale dopo untemporale dal Col di Roanza,sopra Belluno.

Nikon F90x, ob. Nikkor AIS 80-

200 f.4 - Fujichrome Velvia 50.

sottoFoto di Felici Aldo.

Dolci ondulazioni – Prima ne-

vicata nel Parco Nazionale dei

Monti Sibillini.

Nikon F5, ob. Nikkor AF 70-180

micro f.3,5-5,6.

Fujichrome Velvia 50.

Al vincitore sarà inviato un libro fotografico gentilmente offerto da:

52 asferico/concorso dei lettori 53concorso dei lettori/asferico

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55poiana/asferico54 asferico/poiana

Questo rapace di medie dimensioni,diffuso e presente dalle pianure co-stiere ai versanti boscosi montani,

abituato ormai a una convivenza con l’uo-mo anche nelle vicinanze di centri abitati, ri-sulta più facilmente avvistabile nei suoi vol-teggi nelle ore calde della giornata, soprat-tutto al di sopra di colline boscose.Forse proprio la sua flessibilità alimentare(roditori, rettili, piccoli uccelli ma anche car-casse di animali) con prede disponibili pres-soché ovunque, ne ha decretato, negli ultimidieci anni, un sensibile incremento numericoe di estensione territoriale.La poiana (Buteo buteo) è stato uno deiprimi uccelli che ho avuto la fortuna di vede-re e fotografare, in particolar modo durante

la crescita dei pulli, di osservare durantel’accoppiamento (ahimè impossibile la foto)nonché nel corso delle parate nuziali e neidisplay (così vengono chiamati i voli dimo-strativi, specie territoriali). La sua attualediffusione offre il modo di ammirarne nume-rosi comportamenti, a patto di non avere lapretesa di volerli cogliere tutti in pochi gior-ni: guardando gli esemplari posati sui pali aimargini delle strade o sui rami spogli deglialberi se ne ricava un’impressione di pigri-zia e apatia, mentre improvvisamente pos-sono scattare in picchiata per predare qual-che malcapitato roditore che transiti nell’a-rea di osservazione, o involarsi al semplicerallentamento dell’auto nel tentativo di av-vicinarsi per una foto.

LLLLaaaa ppppooooiiiiaaaannnnaaaa::::iiiimmmmmmmmaaaaggggiiiinnnniiii eeee oooosssssssseeeerrrrvvvvaaaazzzziiiioooonnnniiii

Testo di Walter Meloni - fotografie di Walter Meloni e Gabriele Grilli

La sua progressiva diffusione determina si-curamente un freno a quella di ratti e topianche in prossimità dei centri abitati, maprovoca anche un conflitto con altri adatta-bili “competitori”, altrettanto in rapidaascesa: le cornacchie.Interessante, a mio avviso, è il cosiddetto“mobbing”, un’azione reiterata di distur-bo, condotto dai corvidi nei suoi confronti.Se, circa sempre una decina di anni or sono,era possibile assistere all’azione di attaccoche una o due cornacchie mettevano in attoattraverso voli ravvicinati, picchiate e talvol-ta veri contatti nei confronti dell’esemplaremalcapitato, oggi l’intera azione viene con-dotta in maniera estremamente più com-plessa e organizzata: la presenza della poia-na è spesso rivelata dal tipico richiamo diuno o due di questi corvidi che si levano involo verso di essa, continuando in sonoreemissioni; prima ancora di giungerle a ri-dosso, altri esemplari rispondono levandosiin volo, anche da notevole distanza, perunirsi a un’azione di disturbo ben architet-tata ed efficace: ho contato anche più ditrenta cornacchie per una sola poiana.L’attacco s’interrompe di solito quando ilrapace riesce ad allontanarsi sufficiente-mente; se, come talvolta capita, esso decidedi posarsi a terra o su qualche ramo, l’inte-ro “stormo d’offesa”, posandosi a suavolta, si dispone ad accerchiamento comple-to: in alcune circostanze le cornacchie apoco a poco si disperdono e la poiana puòcosì riprendere tranquillamente il volo,mentre nei casi più ostinati uno o due esem-plari più aggressivi continuano l’azione didisturbo fino a provocarne nuovamentel’involo e quindi il rapido allontanamento.Si sono osservati anche attacchi di falco dipalude nei suoi confronti ma, almeno perquanto mi riguarda, si trattava della rispostaa un intrusione in territorio di caccia e di ni-dificazione.Non sempre però riveste i panni di vittima: ladifesa dell’areale di un nido attivo ne rivelatutta la potenza e le capacità di volo.Il maschio e la femmina compiono in sequen-za avvitamenti, picchiate e cabrate sull’intru-so fino alla sua fuga: il compito di sorvegliar-

ne il definitivo allontanamento spetta al ma-schio, mentre solitamente la femmina si ab-bassa in volteggio sulla zona del nido (le “vit-time” osservate sono state il biancone e l’a-quila). L’alternarsi delle stagioni scandisce compor-tamenti diversi della specie.In inverno non è difficile scorgere la poianaposata sui pali, ai lati di strade e autostrade,in attesa di gettarsi in picchiata su qualchepiccola preda; in questa stagione è poi piùfacile l’avvistamento in zone pianeggianti ecollinari rispetto alle altitudini elevate, carat-terizzate, queste ultime, da temperature ec-cessivamente rigide e da scarse possibilitàalimentari.

Adulto con pulli sul nido

Canon Eos 20D, ob.300 f2.8 IS + 2x, 200 Iso.Foto di Walter Meloni.

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In questo numero, due emozionanti viaggi virtuali nella selvaggia natura del Nord America conle strepitose immagini di Florian Schulz e negli angoli più reconditi di Gaia con le luci e le at-mosfere proposte da un gruppo di fotografi, divisi dai confini nazionali, ma uniti in un interes-sante progetto fotografico.Per domande, segnalazioni del vostro sito o di quello preferito potete spedire un’ E-mail [email protected]

>> Florian Schulz e la sua visione della natura –www.visionsofthewild.com“…le mie immagini giungono dal cuore. Spero che possano rag-giungere la vostra immaginazione, darvi emozioni e amore neiconfronti di questa magnifica terra.”La Terra a cui si riferisce l’autore è il magnifico Nord America coni suoi paesaggi di natura estrema e con tutti i pericoli che la mi-nacciano: dalle piogge acide al disboscamento, dall’inquinamento all’effetto serra; una de-nuncia sfociata in un libro fotografico “Yellowstone to Yukon: Freedom to Roam" che ha le suefondamenta in un articolo su una specie animale a cui l’autore stava già lavorando, il miticoorso americano (Grizzly), simbolo di queste montagne, ma allo stesso fortemente minacciato;non molto lontano nel tempo, più di 50.000 grizzli girovagavano in questo immenso territorio,oggi non ne restano più di 1.200.Una situazione delicata, raccontata con stupende immagini da questo autore tedesco, arrivatodall’Europa tra queste montagne per seguire un sogno: dare emozioni, affinché le stesse gui-dino le persone alla salvaguardia della natura.

>> Experience the beauty – www.timecatcher.comPatrick Di Fruscia, Adam Burton, Kenneth Kwan, Francis Cailles, IanCameron, Jay Patel, Marc Adamus sono i fotografi che “dannovita” a un progetto fotografico interessante, in quanto nonostan-te appartengano a diverse nazioni e utilizzino attrezzature foto-grafiche agli antipodi (dal classico medio-formato 6x7 alle piùmoderne reflex digitali) sono tutti uniti dalla ricerca del bello nellaNatura.Chi visiterà il sito, non potrà rimanere impassibile ai risultati della loro ricerca, sfociata in im-magini di paesaggio emozionanti, con luci e atmosfere sempre interessanti e davvero bisogneràstare attenti al monito firmato dagli stessi autori nella pagina principale del sito “WORNING(ATTENZIONE!): numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che questo sito è realmenteun tripudio per gli occhi. Non ci riteniamo responsabili se una volta viste le nostre immagini ab-bandonate la vostra routine e iniziate a viaggiare…” Il sito è organizzato in modo tale che si possa scegliere la destinazione del proprio viaggio (trale mete disponibili consiglio vivamente la Scozia e gli Stati Uniti) e iniziare a sognare ad occhi“ben” aperti…

Europa NaturaPortfolio di 7 Associazioni Europee tra le quali AFNI e SICF.Edito nel 2005 da Pubblinova Edizioni Negri;[email protected] 28 x 24. Pagine 112; foto a colori 102.Prezzo € 28,00 per soci Afni prezzo scontato

“La natura è il fondamento della vita, dobbiamo riservarle cure e attenzioni amorevoli;dobbiamo rapportarci a essa in modo nuovo, imparando a rispettarne le leggi, ad ascoltar-la e a dialogare con essa …”E’ con tale proposito che l’editore Sergio Negri ha realizzato questo pregevole volume,nel quale sono presenti le immagini di sette associazioni foto naturalistiche europee, conl’intento di avviare anche in Italia, una serie di pubblicazioni periodiche che facciano ilpunto sullo stato della fotografia naturalistica.Il libro è in italiano e in inglese; all’inizio dei singoli portfolio di ogni associazione c’èun breve testo che fa il punto sullo stato della fotografia naturalistica nel proprio paese,mentre alla fine del libro sono indicate, per ogni associazione, la storia, i nomi dei mem-bri dei Consigli Direttivi, gli indirizzi web e i crediti fotografici.E’ un ottimo libro per confrontarci e per trarre nuovi spunti, un libro che non può man-care nella biblioteca del fotografo appassionato di natura.

Attimi di lucedi Riccardo Polini

Edito nel 2005 da Pubblinova Edizioni Negri;[email protected] 24,5 x 22,5. Pagine 80; foto a colori 46.Prezzo € 20,50

L’immagine fotografica è un solo fotogramma. Blocca un istante nel momento dello scat-to, l’attimo di luce per l’appunto, per renderlo fruibile, al pari di un quadro, ora, doma-ni, sempre. Ma non bastano teleobiettivi superpotenti, cavaletti superstabili, flash super-luminosi, lenti addizionali e obiettivi macro. Occorre, in più, un occhio che comunichi,oltre che col cervello, con il cuore.Così gli insetti e gli uccelli, i rettili e i mammiferi, i fiori e le dune, i funghi e le rocce diPolini hanno questa marcia in più che li fa diventare, e non credo che il termine sia sovra-dimensionato, delle vere opere d’arte.

Fulco Pratesi

libri la fotografia da cliccare a cura di Luciano Gaudenzio

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