L’uso di Internet da parte delle imprese - Giovanni A. Barbieri
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L’uso di Internet da parte delle imprese
Giovanni A. Barbieri Il digital divide in Italia: l’uso di Internet da parte di cittadini e imprese
Istat, 21 dicembre 2015
Indice
Intensità di utilizzo della Rete: utenti deboli e utenti forti
La velocità di connessione alla Rete Le attività svolte sulla Rete Il commercio elettronico Tecnologie emergenti: il cloud computing Le competenze Le microimprese I nuovi dati del 2015 Conclusioni
L’uso di Internet da parte delle impreseGiovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
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Intensità di utilizzo della Rete [1/3]
Il gruppo più ampio: utenti web deboli (imprese connesse e presenti sul web ma che non sono social e non vendono online)
Al secondo posto: utenti Internet deboli (connesse ma non presenti sul web) Utenti web forti (aggiungono al sito web un’attività social) Meno diffusi gli estremi: non utenti e utenti di base da una parte, utenti forti
dall’altra
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Usano Usano
pc social media
1. Imprese non utenti e utenti base 6% 2% si/no no no no no
2. Imprese utenti Internet deboli 32% 29% si si no no no
3. Imprese utenti web deboli 39% si si si no no
4. Imprese utenti web forti 22% si si si si no
5. Imprese utenti forti 5% 8% si si si/no si/no si
57%
2010 2014Connesse a
internet
Hanno sito web
Hanno venduto online
Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete. Anni 2010 e 2014 (composizione percentuale)
Intensità di utilizzo della Rete [2/3]
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Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete, Anno 2014
Intensità di utilizzo della Rete [3/3]
Parziale correlazione tra velocità dichiarata in download dalle imprese e intensità di utilizzo della Rete
La velocità compresa tra 2 e 10 Mbps è quella dichiarata dalla maggior parte delle imprese in tutti i gruppi
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Gruppi di imprese con almeno 10 addetti per intensità di utilizzo della Rete e velocità di connessione in download, Anno 2014
La velocità di connessione
Il 95,0% delle imprese con almeno 10 addetti è connesso a Internet in banda larga, fissa o mobile
Il 93,5% ha una connessione in banda larga fissa (83,1% nel 2010)
Il 66,8% ha una connessione mobile (in forte crescita rispetto al 2010, circa 44 punti percentuali)
La quota di addetti che, per finalità lavorative, si connette alla Rete attraverso dispositivi mobili riguarda il 13,9% delle imprese (dall’8,4% del 2010)
Tra il 2010 e il 2014 l’aumento nell’adozione di connessioni mobili da parte di imprese e addetti è generalizzato Riguarda tutte le aree geografiche e le classi di addetti Aumenti percentuali comunque più elevati per il Mezzogiorno e per le
imprese di minore dimensione Comunque un divario nella velocità di connessione:
Permane tra piccole e grandi imprese Quello territoriale è più contenuto
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Le attività svolte sulla Rete [1/4]
Circa il 70% delle imprese con almeno 10 addetti ha un sito web La quota di imprese che offre sul sito un determinato servizio si riduce al
crescere della complessità del servizio stesso: Il 4,7% d’imprese rende possibile ai visitatori abituali la personalizzazione dei contenuti Il 2,2% consente la personalizzazione dei prodotti
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il sito web dell’impresa e i servizi offerti online sul sito
Le attività svolte sulla Rete [2/4]
La quota d’imprese con almeno 10 addetti che ha un sito web al di sotto della media europea per 5 punti percentuali Distanze superiori ai 20
punti rispetto ai paesi del Nord Europa, di 17 punti rispetto alla Germania, di 11 rispetto al Regno Unito e di 4 rispetto alla Spagna
Soltanto la Francia, fra le economie più importanti, presenta un valore dell’indicatore inferiore all’Italia
Un web divide ancora più ampio con riferimento ai servizi presenti nel sito web
Invece l’Italia si colloca ai primi posti per la quota d’imprese che forniscono sul proprio sito web informazioni riguardanti la privacy e la sicurezza
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il sito web dell’imprese europee
il sito web fornisce informazioni sul privacy e sicurezza
Le attività svolte sulla Rete [3/4]
Le imprese sono social, ma non troppo: Il 32% delle imprese nel 2014 utilizza almeno un social media Ma il 20% ne utilizza soltanto uno (come temesse la difficoltà di gestire l’immagine e la propria reputazione
su più di uno) Rispetto all’anno precedente, risultano comunque in crescita le imprese che hanno
deciso di utilizzare strumenti social Prevale la scelta monocanale Nel 2014 il 20% rispetto al 14% del 2013
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L’uso delle rete per comunicare e condividere
Le attività svolte sulla Rete [4/4]
Chi è più social in Italia? L’editoria, le imprese dell’audiovisivo, le agenzie di viaggio e i servizi di
alloggio registrano le più alte percentuali nell’adozione di almeno tre tipologie di strumenti social (rispettivamente 31%, 25%, 18% e 17%)
Le imprese di piccola e media dimensione (10-249 addetti) e del Mezzogiorno sono maggiormente orientate all’uso di un solo social media rispetto a quelle di dimensioni più grandi (almeno 250 addetti) e di quelle del Centro-Nord
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Chi è più social in Europa?
Il commercio elettronico [1/4]
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Target entro il 2015: 33% di PMI (10-249) che vendono online per un valore almeno pari all’1% del fatturato totale La maggioranza dei
paesi non ha conseguito l’obiettivo
Forti divari tra i paesi europei
In alcuni Paesi il divario tra PMI e grandi Imprese è molto grande Croazia, Cipro,
Irlanda, Francia e Portogallo
Anche in Italia
Il commercio elettronico [2/4]
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In Italia le imprese che vendono prodotti o servizi online sono l’8%, quelle che effettuano acquisti online il 40%
Attive più della media europea per gli acquisti online
Riguardo alle vendite online sono ancora poche le imprese italiane che riconoscono in questo canale di vendita un potenziale strumento per migliorare la competitività
Il posizionamento delle imprese italiane è stabile nel tempo
Imprese con almeno 10 addetti che acquistano online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
Imprese con almeno 10 addetti che vendono online nei Paesi UE28, 2010 e 2014
Il commercio elettronico [3/4]
Possibilità di effettuare ordini online dal sito web dell’impresa: le imprese italiane di piccole e medie dimensioni offrono in poche questa possibilità Le imprese più piccole sono meno organizzate per offrire ai visitatori del sito la possibilità di ordinare i propri
prodotti (Italia 11%, EU28 16%) E le grandi?
Più del doppio (23%) Comunque a metà della classifica europea e sotto la media (28%)
C’è un effetto intermediazione, ma vale per tutti i Paesi
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Imprese con almeno 10 addetti che permettono ordinazioni di beni e servizi sul proprio sito web per classe dimensionale nei paesi UE28. Anno 2014 (valori percentuali)
Il commercio elettronico [4/4]
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Contributo % in termini di imprese e fatturato online (se almeno pari al 5%). Anno 2014
Contributo % in termini di imprese e fatturato online, per classe addetti, area, macrosettore. Anno 2014
Tecnologie emergenti: il cloud computing [1/3]
I servizi di cloud computing permettono alle imprese di accedere (dietro pagamento a fornitori esterni) a software o applicazioni su Internet, senza che siano presenti fisicamente nei dispositivi adottati per il business aziendale
Nel 2014 in Italia il 40% delle imprese con almeno dieci addetti utilizza a pagamento servizi di cloud computing: Secondi in Europa, dopo la Finlandia (51%), e ben oltre la media europea del19% Ma la posizione è determinata principalmente dai servizi base e soprattutto dai
servizi di posta elettronica
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Imprese che acquistano servizi di cloud computing nei paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
Tecnologie emergenti: il cloud computing [2/3]
Le imprese indicano tra i benefici derivanti dall’uso del cloud soprattutto quelli legati alla scalabilità dei servizi e alla facilità e rapidità di implementazione di soluzioni
Anche la riduzione dei costi per l’ICT è importante, ma in misura minore Questo quadro è comune in tutti i paesi dell’Unione La riduzione dei costi viene indicata in Italia come un beneficio importante da una
percentuale di imprese maggiore rispetto agli altri paesi europei
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Imprese che acquistano servizi di cloud computing, per beneficio realizzato a livello medio-altoin alcuni paesi UE28. Anno 2014 (valori %)
Tecnologie emergenti: il cloud computing [3/3]
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Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)
Imprese che acquistano servizi di CC, per fattore limitante l'utilizzo, Italia e UE28. Anno 2014 (val %)
Le imprese italiane che hanno acquistato servizi di cloud computing sono in generale più guardinghe rispetto a quelle europee
Soffrono in misura maggiore di tutti i fattori limitanti l’utilizzo dei servizi di cloud computing
Le imprese, italiane ed europee, che non hanno acquistato servizi di cloud computing ritengono che il fattore che maggiormente ne ostacola l’adozione sia la conoscenza non adeguata
Le competenze specialistiche in ICT [1/3]
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L’utilizzo delle competenze specialistiche in ICT nelle imprese nel 2014: 59,9% utilizza esclusivamente
competenze ICT esterne 23,4% non utilizza alcuna
competenza specialistica in ICT 11,7% si avvale di specialisti ICT
interni e anche di quelli esterni 3,4% utilizza esclusivamente
competenze ICT interne
Per dimensione: Il 62% delle piccole imprese utilizza
solo competenze esterne Il 70% delle grandi imprese si avvale
di competenze interne ed esterne
Le competenze specialistiche in ICT [2/3]
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Imprese con almeno 10 addetti che hanno organizzato corsi di formazione destinati agli addetti senza competenze specialistiche ICT Si conferma la relazione tra
attività formative e dimensione d’impresa
Tra 2012 e 2014 l’indicatore cresce solo a partire dalle imprese di medie dimensioni
Imprese con almeno 10 addetti che hanno assunto o provato ad assumere specialisti ICT l'anno precedente Quota cresciuta dal 3,6% del
2012 al 4,2% del 2014 Notevoli differenze
dimensionali
Le competenze specialistiche in ICT [3/3]
L’Italia è il quartultimo paese europeo per addetti ICT interni alle imprese: Circa il 20% la media europea Finlandia Irlanda e Paesi Bassi tra il 25 e il 30%
Formazione ICT ai propri addetti (specialisti ICT e non): L’Italia con il 10% rivela una scarsa propensione a investire sulla crescita delle competenze interne in ICT/IT Media europea 21% (Finlandia 40%, Austria 34% e Belgio 33%)
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Imprese europee che impiegano specialisti ICT e che hanno fatto formazione ICT ai propri addetti. Anno 2014
Le micro-imprese [1/3]
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Numero di attività svolte sulla rete dalle imprese connesse a Internet (percentuali sul totale imprese connesse e percentuali cumulate) Fonte: Censimento MPS 2011
Il 77% delle imprese con 3-9 addetti aveva, nell’anno 2011, un collegamento a Internet
Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre attività tra quelle considerate (escludendo la posta elettronica)
La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta all’aumentare del numero di attività effettuate fino a tre e decresce gradualmente all’aumentare delle stesse
Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività online
Le micro-imprese [2/3]
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Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato come primo ostacolo che «Internet non è necessario» D’accordo con questa affermazione non solo il 61% delle imprese non connesse alla Rete Ma anche il 36,5% di quelle connesse
Il 42% delle imprese con 3-9 addetti ha dichiarato che «Non esiste alcun ostacolo all’utilizzo di Internet» Sono di questo avviso il 21% delle imprese non connesse La metà di quelle già connesse
Imprese 3-9 addetti per ostacolo dichiarato al mancato o limitato utilizzo di Internet, per tipologia di impresa collegata o meno a Internet. Anno 2011
(% sul totale imprese 3-9 addetti con/senza connessione) Fonte: Censimento MPS 2011
Le micro-imprese [3/3]
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Anno PC email Internet banda larga sito web vendite
on lineacquisti on line
2008 65.6 53.4 58.8 33.1 12.1 1.3 8.3
2009 58.3 48.5 53.2 30.8 12.2 1.2 7.4
2010 74.8 65.6 70.3 41.8 16.2 1.8 12.2
2011 77.5 71.6 74.6 42.8 17.0 2.0 13.2
2012 82.5 78.6 80.9 46.2 18.3 2.5 15.3
Percentuale di imprese con 1-9 addetti per tipologia di ICT adottata, Anni 2008-2012. Fonte: Rilevazione PMI 1-99 addetti Anni 2008-2012
L’81% di imprese con 1-9 addetti dell’industria e dei servizi usa la Rete ma soltanto il 18,3% ha un proprio sito web
Sono circa 90.000 le imprese che vendono online (2,5%) L’adozione progressiva di tecnologia informatica legata alla dimensione dell’impresa Le imprese che fanno un uso maggiore della Rete (soprattutto quelle che hanno un sito web e vendono
online i propri prodotti) presentano indicatori economici migliori rispetto alle altre microimprese, in termini di valore aggiunto e fatturato per addetto, esportazioni per addetto oltre che un più elevato al grado medio di apertura verso mercati esteri
Per quanto riguarda il commercio elettronico, comportamenti disomogenei in funzione dell’attività economica: le vendite online sono effettuate principalmente dalle imprese che svolgono attività nei servizi di comunicazione, alloggio e ristorazione, commercio all’ingrosso e al dettaglio, attività estrattive
Circa la metà delle imprese connesse alla Rete svolgeva online non più di tre attività tra quelle considerate (escludendo la posta elettronica)
La percentuale delle imprese connesse che svolge attività online aumenta all’aumentare del numero di attività effettuate fino a tre e poi decresce gradualmente
Il 12% delle imprese con 3-9 addetti connesse a Internet svolge almeno 5 attività online
I dati 2015 [1/10]: le connessioni in banda larga
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Si conferma la tendenza della connessione mobile in banda larga (dal 60% del 2014 al 63%)
Il ‘salto’ di adozione da parte delle imprese è stato rilevante soprattutto tra il 2010 e il 2011 e tra il 2013 e 2014
Con un aumento, rispettivamente, di 28 e 10 punti percentuali.
Imprese 10+ che si connettono in BL fissa, Italia e EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
Imprese 10+ che si connettono in BL mobile, Italia e EU28 anni 2010-2015 (val % sul tot imp)
I dati 2015 [2/10]: le connessioni in banda larga
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La maggior parte delle imprese non utilizza connessioni veloci La velocità massima di connessione in banda larga fissa aumenta al crescere della dimensione
delle imprese, senza particolari divari territoriali Il 40,1% delle grandi imprese (33,0% nel 2014) utilizza connessioni fisse a velocità pari o
superiore a 30 Mbit/s, contro il 12,3% delle piccole (11,9% nel 2014)
I dati 2015 [3/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione
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Digital divide dimensionale Il 53% delle imprese più piccole utilizza da 3 a 6
tra le seguenti attività;
12 attività (incluse nell'indicatore di digitalizzazione)
Classe di addettiTotal
e10-49
50-99
100-249
250 e più
la percentuale di addetti che utilizzano computer connessi > 50% 27.6 31.4 32.4 38.7 28.2l’impresa utilizza specialisti ICT interni o esterni (per almeno 5 funzioni ICT) 71.2 81.9 88.1 90.9 72.8la velocità download BL fissa >= 30 Mbit/s 11.2 17.6 22.2 39.6 12.5la percentuale di addetti che utilizzano device mobili connessi alla Rete > 20% 21.4 20.1 22.3 25.7 21.4l'impresa ha un proprio sito web 68.9 81.5 85.2 91.6 70.7il sito web dell'impresa offre almeno uno tra i seguenti servizi: accesso a cataloghi; tracciabilità ordinazioni; personalizzazione prodotti; personalizzazione contenuti
34.7 42.4 44.2 53.6 35.8
l’impresa utilizza almeno un social media tra social network, blog aziendale, sito multimediale e wiki
36.4 41.0 45.9 57.3 37.3
l’impresa utilizza ERP 32.2 57.3 70.4 78.6 35.9l’impresa utilizza CRM 28.6 39.9 42.1 52.4 30.2l’impresa utilizza SCM 11.3 16.6 24.0 36.5 12.5la percentuale delle vendite via web o via Edi sul totale dei ricavi è > o = 1% 6.2 8.4 11.5 20.5 6.7la percentuale delle vendite via web del tipo B2C sul totale delle vendite via web è > 1% 3.4 4.1 2.9 5.5 3.4
Grado digitalizzazione Italia e EU28
Grado digitalizzazione classe addetti
I dati 2015 [4/10]: attività in Rete, grado di digitalizzazione
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Imprese 10-49: la percentuale di imprese che svolgono ‘x’ attività cresce fino a tre attività per poi ridursi rapidamente
Grandi imprese: raggiungono il massimo intorno a 5-6 attività per poi registrare quote inferiori più gradualmente
I dati 2015 [5/10]: il commercio elettronico
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L’Italia (ma non è sola) è lontana dall’obiettivo europeo 2015 che fissa al 33% la quota di PMI (10-249 addetti) che vendono online almeno l’1% del fatturato totale Nel 2015 la quota è del 6,5%
Cresce (anche se di poco) la quota di imprese con almeno 10 addetti che vendono online Dall’8,2% del 2014 al 10,0% del 2015
I dati 2015 [6/10]: il commercio elettronico
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La quota di imprese che vendono online sale al 29,6% nel caso di imprese con almeno 250 addetti
Il fatturato online cresce e si attesta al 9,2% del fatturato totale (7,1% l’anno precedente): la quota è al 2,6% per le imprese con 10-49 addetti, al 10,7% per quelle con almeno 250 addetti ed è massima per quelle con 100-249 addetti che registrano un fatturato online del 18,0%
Le imprese che vendono via web sono il 7,9% (6,3% del 2014) Il web è il canale di vendita preferito rispetto ad altri canali online (EDI) Fra le imprese che vendono via web predominano quelle che hanno come compratori i
consumatori privati (78,9%) rispetto ad imprese e amministrazioni pubbliche (58,7%)
I dati 2015 [7/10]: il commercio elettronico
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Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in termini di imprese online sul totale100%=imprese che vendono online
contributo imprese online
contributo valore online
commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9alloggio 19,8 1,5industrie tessili, dell'abbigliamento, articoli in pelle e simili 5,0 0,5industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie plastiche 4,0 5,5
Le prime 5 attività economiche che contribuiscono di più in valore online sul totale100%=valore scambiato online da tutte le imprese
contributo imprese online
contributo valore online
fornitura di energia (elettrica, gas, acqua, reti fognarie, rifiuti) 0,6 31,1commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 29,3 21,9fabbricazione di mezzi di trasporto 2,0 16,5fabbricazione di coke, prodotti chimici, farmaceutici, in gomma e materie plastiche 4,0 5,5
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco 4,7 5,0
I dati 2015 [8/10]: il commercio elettronico
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31
Il contributo per dimensione di impresa
contributo imprese online
contributo valore online
250 e più 4,9 45,0100-249 5,9 32,850-99 9,1 12,710-49 80,1 9,4
Il contributo delle macro aree
contributo imprese online
contributo valore online
Sud e Isole 20,0 5,6Centro 20,5 36,5Nord est 29,3 13,9Nord ovest 30,2 44,0
I dati 2015 [9/10]: le competenze
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Il 60,7% delle imprese con almeno 10 addetti ricorre a personale esterno per le funzioni ICT e solo il 12,5% sceglie di svolgerle per lo più con addetti interni all’impresa o al gruppo
Il 26,6% delle grandi imprese ha assunto o provato ad assumere personale con competenze specialistiche in ICT
Quindi, continua il forte ricorso a specialisti esterni
IMPRESE CHE IMPIEGANO SPECIALISTI ICT O CHE, NELL’ANNO PRECEDENTE, HANNO ASSUNTO O PROVATO AD ASSUMERE PERSONALE CON COMPETENZE SPECIALISTICHE IN ICT PER CLASSE DI ADDETTI.
Anno 2015, valori percentuali sul totale delle imprese con almeno 10 addetti
I dati 2015 [10/10]: la sicurezza informatica
L’uso di Internet da parte delle impreseGiovanni A. Barbieri – Roma, 21 dicembre 2015
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Il 43% delle imprese ha una politica di sicurezza ICT formalmente definita (79% nelle grandi imprese)
Circa la metà delle imprese che hanno una policy ha considerato, nella definizione dei rischi, tutti quelli relativi a: distruzione o corruzione dei dati, divulgazione di informazioni riservate e indisponibilità dei servizi informatici
I settori più sensibili alla sicurezza: telecomunicazioni (79%), informatica (69%), editoria (68%)
Il 62,3% delle imprese dotate di una politica di sicurezza ha dichiarato che essa è stata definita o aggiornata nel corso degli ultimi 12 mesi
C’è da festeggiare, anche se con moderazione, come scriveva ieri Riccardo Luna? Certamente tutti i segni di un lento progresso, almeno in Europa
Sufficiente per una β convergence? Forse sì Ma al tempo stesso aumento le differenze within, tra territori, tra classi dimensionali, tra settori d’attività economica
In Italia, soprattutto nel 2015, i segni di un’accelerazione, che consolida progressi già emersi negli anni precedenti: Esplosione del cloud computing Diffusione della banda larga mobile Lenta crescita dell’e-commerce
Eppure, accetto il rischio di passare per gufo e rosicone… Le imprese italiane sembrano avere colto dell’ICT le tendenze più superficiali, il sito come presenza e come
vetrina, i social media come la necessità di esserci, il solito gattopardesco «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi»
Non hanno colto, secondo me, le correnti più profonde. Ecco i sintomi: Non hanno colto che il web è un altro passaggio dalla transizione dall’economia delle commodities a quella delle
specialties, del taylor-made, dei servizi Non hanno colto che i social media sono un passo avanti rispetto alla fidelizzazione Percepiscono le competenze ICT come estranee al loro core business
Quali sono invece le correnti profonde: L’ICT, la rete, il web non sono una moda, sono un cambiamento dei modi di produzione e dei paradigmi Sono un canale d’innovazione pervasivo, che cambia il paesaggio della competizione globale, e di conseguenza deve
cambiare il modo di fare impresa Un altro punto:
Le differenze in questo caso non sono un fattore di ricchezza ma di freno Una politica industriale per l’ICT?
Necessario un approccio specifico per le PMI, anche se è semplicistico ridurre tutto a una questione dimensionale, troppo spesso invocata per il caso italiano
Opportuna una strategia settoriale, che faccia leva sull’integrazione e sulle interdipendenze strutturali (quadro concettuale assai più ricco di quello delle filiere)
Aprire anche un fronte territoriale, che non faccia leva tanto sul tradizionale divario Centro-nord/Mezzogiorno ma che investa piuttosto sul ruolo creativo e innovativo delle città
Robustezza e persistenza dei sistemi localiGiovanni A. Barbieri – Roma, 6 novembre 2015
34
Conclusioni