Lungarno n. 32

32
Settembre 2015 32 L’AGENDA DI SETTEMBRE / DAVID GUETTA / FIRENZE AUTOPRODOTTA / CIRK FANTASTIK

description

mensile gratuito di arte e cultura a Firenze

Transcript of Lungarno n. 32

Page 1: Lungarno n. 32

Settembre 2015

32

L’AGENDA DI SETTEMBRE / DAVID GUETTA / FIRENZE AUTOPRODOTTA / CIRK FANTASTIK

Page 2: Lungarno n. 32
Page 3: Lungarno n. 32

SOMMARIO4

arte

FIRENZE AUTOPRODOTTAdi michelle davis

24i provinciali

PRATO A SETTEMBREdi pratosfera

fermo immagine

LA SPIAGGIAdi mattia marasco

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Firenze n. 5892 del 21/09/2012

N. 32 - Anno IV - SETTEMBRE 2015 - Rivista Mensile - www.lungarnofirenze.it

Editore: Associazione Culturale Lungarno Via dell’Orto, 20 - 50124 Firenze - P.I. 06286260481

Direttore Responsabile: Marco Mannucci

Direttore Editoriale: Matilde Sereni

Responsabili di redazione: Gabriele Ametrano, Riccardo Morandi

Social Media Manager: Bianca Ingino, Valentina Messina

Editor: Cristina Verrienti • Amministrazione: Arianna Giullori

Stampa: Grafiche Martinelli - Firenze

Distribuzione: Ecopony Express - Firenze

Hanno collaborato: Michelle Davis, Tommaso Chimenti, Riccardo Morandi, Caterina Liverani, Eleonora Ceccarelli, Riccardo Sgamato, Alba Parrini, The NightFly, Martina Milani, Alice Cozzi, Gabriele Ametrano, Isabella Tronconi, Pratosfera, Mattia Marasco, Carol & Giuki, Leandro Ferretti, Tommaso Ciuffoletti, La Sciabolata, Faolo Pox, Aldo Giannotti, Gianluca Danti, Gabriele Sobremesa, Alessandra Rodilosso.

Nessuna parte di questo periodico può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dei proprietari. La direzione non si assume alcuna responsabilità per marchi, foto e slogan usati dagli inserzionisti, né per cambiamenti di date, luoghi e orari degli eventi segnalati.

Scopri dove trovare Lungarno su www.lungarnofirenze.it

Si ringrazia la famiglia Fattori per sostenere e credere in Lungarno.

in copertina:“LAMPREDOTTO”di Alessandra Rodilosso

Per cinque anni ho evitato le frattaglie, poi ho dovuto provare. Prima ho spes-so chiesto che sapore avesse il lampredotto ma i fiorentini hanno sempre fatto fatica a descrivere quella consistenza tra il burroso e lo spugnoso, frattaglie dal tenore elastico. Si mangiano anche a casa mia, sulla costa ionica, ma non hanno un ruolo, diciamo così, di prestigio.È un po la ricetta di Firenze: ripulire il peggio, proportelo e fartelo mangiare di gusto. Ma questa è solo un’opinione. Voce del mondo, onda del mare.

EDITORIALE di matilde sereni

“se ti dico di non pensare all’elefante, tu, a cosa pensi?”

La gente non va bene. Davvero, non va per niente bene.È un concetto difficile da spiegare ma se vi soffermate a pen-sare vedrete che vi troverete d’accordo. Non tutta la gente, sia chiaro, però ci sono tanti che proprio non vanno bene, non so come dirlo. Parlo della gente che crede sia indispensabile il giudizio degli altri. Di quella che decide quello che è giusto per te. Di chi ruba le cose degli altri.Di chi vive schiacciato dal senso di colpa e di chi lo cavalca.Di chi vive appeso ad un filo e di chi quel filo lo regge.Di chi si approfitta della tua gentilezza.In tanti hanno auspicato o per lo meno tentato – anche incon-sapevolmente – di contribuire al declino di Lungarno.Per contro noi siamo ancora qui e con l’ultimo respiro che ci rimane soffiamo sulle nostre tre candeline.Abbiamo superato l’anno (spero) più duro della nostra giova-ne vita, e lo stiamo facendo a testa alta.Badate bene, ci sono stati abbandoni pesanti e allontanamenti preoccupanti, il tutto condito da una situazione economica globale non esattamente brillante. Non è mica facile decidere di andare avanti.È parecchio più facile decidere di tornare indietro, sempre.Eppure ci abbiamo creduto ancora una volta, e tutto (tutto), ha portato solo ad una rinascita più forte e consapevole.Perché come ho già avuto modo di scrivere, un inverno non cessa mai di trasformarsi in primavera. E un veleno può tra-sformarsi in medicina.È così che nuove teste hanno portato quella ventata di fre-schezza necessaria ad andare avanti. È nato un nuovo sito in-ternet, dove scrivono nuove penne. Abbiamo esplorato mon-di finora sconosciuti, stretto collaborazioni importanti, osato fin dove non avevamo mai sperato. Si è creata una squadra che vagamente si avvicina alla parola Redazione.E spero con tutto il cuore che voi, sì proprio voi, ve ne rendia-te conto. Perché questa è tutta gente che va bene. E che dedica anima e cuore a darvi qualcosa in più.Aspetto ancora almeno due teste, che mi mancano molto. Ma li vedo in lontananza. E ce n’è un’altra che aspetto rivedere come quando l’ho conosciuta.Per il resto, direi che ci siamo. Settembre 2015. Anno 4.Buona lettura.

“se davanti a te vedi tutto grigio, sposta l’elefante...”

5sipario

UTOPIA DI SETTEMBREdi tommaso chimenti

6personaggi

DAVID GUETTAdi riccardo morandi

10domande

DIRALUDESIGNdi eleonora ceccarelli

11tendoni

CIRK FANTASTIK E MAGDA CLANdi riccardo sgamato

8pellicole

AMY E LE ALTREdi caterina liverani

16 L’AGENDA DI SETTEMBRE

18boxini

SETTEMBRE DA NON PERDERE

25caro cuore non buttarti giù

NON È INDECISIONE...di carol & giuki

palestra robur

AMICI MIEIdi leandro ferretti

21prêt-à-porter

LE MARCHÈ...di alice cozzi

in città tutto bene

T’ASPETTO FUORIdi nanni the pug

20farfalle

VENTISETTEdi the nightfly

nodi da sciogliere

SPAZI (MENTALI) IN AFFITTOdi martina milani

23take your time

ANDRIENNE...di isabella tronconi

26niente panico

È SETTEMBREdi tommaso ciuffoletti

la sciabolata

AGGIUNGI UN FOTOGRAFO...di la sciabolata

27 STELLEdi faolo pox

30 SUONIdi gianluca danti

29 PAROLEdi gabriele ametrano

13palati fini

ESSERE SINGLE O...di alba parrini

14expo

LA GRANDE BELLEZZA DELLA CENA...di caterina liverani

Page 4: Lungarno n. 32

Ultimamente nella sezione Arte di Lungarno si parla spesso di rivoluzio-ne, nel tentativo di illuminare le retro-vie di una Firenze sconosciuta. Non è

una questione di giornalismo d’assalto ma di do-vere. In una città a volte soffocata dalle dorature increspate delle cornici rinascimentali, l’evasio-ne, l’informazione e la contaminazione sono chiavi per aprire nuove dimensioni artistiche e correnti di pensiero creativo. In questo artico-lo parliamo di una delle espressioni più genui-ne del nostro tempo: il fumetto autoprodotto. Amato da personaggi mainstream quali Nicolas Cage e Samuel L. Jackson (le nostre fonti sono attendibili), riesce comunque ad avere sempre quel je-ne-sais-quoi di underground, criptico e leggermente sfigato. Eppure “l’autoproduzione di un fumetto è un azione rivoltosa”, scrive l’allegro ragazzo morto Davide Toffolo, “l’autoproduzione la fanno donne e uomini con la passione per il cam-biamento”. Abbiamo incontrato due collettivi toscani, Pink Chick e Mammaiuto, per tastare il terreno, desiderosi di contribuire a queste osti-nate ma fertili coltivazioni autoctone.Oltre ad essere a capo della casa di distribuzio-ne indipendente Berta Film, Stefano Mutolo è metà del progetto editoriale Pink Chick insieme a Daniele Berti. «Di solito si inizia a fare fumetti da adolescen-ti per poi perdere speranza intorno ai trent’anni. Noi abbiamo fatto l’esatto contrario! Era giunto il momento di unire le mie capacità di burocrate e

la mente esplosiva da scienziato pazzo di Daniele. Così nell’inverno del 2014 è nato Pink Chick, a cui collaborano anche le creative Holly Heuser e Ga-briella Denisi».Seguendo la lezione di Munari secondo la qua-le “chiunque si può esprimere”, Pink Chick è un laboratorio permanente di fumetti, illustrazioni, monotipi e serigrafie. Un progetto che è stato presentato ufficialmente al “Crack! Fumetti Di-rompenti”, festival di autoproduzione che si tie-ne ogni anno a Roma al Forte Prenestino. «I Festival rappresentano dei potenti momenti di aggregazione. La cosa che mi ha stupito di più del-la nostra esperienza al Crack è stata la quantità di toscani che abbiamo incontrato. A Firenze c’è molta frammentazione, anche se ultimamente sono nati spazi come Black Spring e Todo Modo che orga-nizzano presentazioni e workshop intorno al tema delle autoproduzioni ed ogni anno al Nextemerson si tiene Inchiostri Ribelli. I momenti partecipativi sono essenziali per rafforzare la rete di creativi e dif-fondere il lavoro della comunità. Senza non avrei mai conosciuto artisti fiorentini come Ono Kini, La Fabbrica di Braccia, Brucio Tavole. La Firenze au-toprodotta è un po’ timida e deve avere il coraggio di aprirsi»L’offerta di Pink Chick unisce albi illustrati handmade a ortaggi Km zero, una caratteristica che la rende veramente unica nel suo genere. «La nostra idea è di partire da questo autunno con una distribuzione dei nostri comics non solo nelle librerie specializzate ma anche nei mercati orto-

frutticoli».Mammaiuto è un’associazione formata da un collettivo di autori, la maggior parte dei quali ha studiato alla Comics di Firenze e risiede in Toscana. Il nome è stato preso in prestito dal gruppo di teneri pirati creati da Hayao Miyazaki in Porco Rosso. «Alla fine siamo 12 caciaroni» dice e ride Fran-cesco ‘Guarna’ Guarnaccia. Nato da una costola della casa editrice Double Shot, Mammaiuto è la risposta ad un desiderio di uscire dalle di-namiche commerciali dell’editoria. «Volevano creare fumetti in libertà e internet offriva questa possibilità. Così è nato il blog che negli anni è di-ventato sempre più fruibile. Poi abbiamo iniziato a produrre versioni cartacee dei nostri lavori, scelta dettata dai nostri lettori più affezionati, ma le no-stre produzioni continuano ad essere lette gratuita-mente sul nostro sito». Ma quali sono i vantaggi dell’autoproduzione? «Sei l’editore di te stesso, sei libero dai meccani-smi del mercato. Hai più prospettive e gestisci una rete di contatti in continua espansione. Il sogno di Mammaiuto sarebbe aprire una scuola, insegnare il fumetto come mezzo di espressione e non come at-tività commerciale. Ma è importantissimo educare soprattutto alla lettura, cosa che stanno facendo an-che case editrici come la Rizzoli e Bao Publishing».Due realtà diverse, da gustare come un pomo-doro appena colto, da tenere d’occhio come una banda di pirati all’orizzonte.

FIRENZE AUTOPRODOTTATRA ORTAGGI E PIRATI

4 ARTE di michelle davis

Page 5: Lungarno n. 32

SIPARIO di tommaso chimenti 5

UTOPIA DI SETTEMBRESe ricordiamo gennaio per la canzone

omonima di Federico Fiumani, se feb-braio è il più corto che ci sia, se marzo è l’inizio della Primavera che coincide

con la Giornata mondiale della Poesia (farla tut-ti i santi giorni sarebbe meglio), se aprile è da sempre dolce dormire (ed è nato il sottoscritto e pure Shakespeare), se maggio significa il rom-pete le righe, se giugno è l’estate e l’allergia, se luglio col bene che ti voglio e agosto ricorda molto i Righeira, allora settembre è per forza il 29, ballata evergreen dell’Equipe 84, nonché, cosa non da poco, compleanno degli amici del Partito Unico Pd(l) Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani. Come Red e Toby, nemiciamici, diceva la democristiana Disney. 29 che indica anche la crisi. La stessa di questi nostri tempi allegri e ne-fasti, scontrosi e purulenti.A settembre, si sa, poco teatro in giro. Almeno al chiuso. Si rischia di fare la sauna, di sentire l’ap-piccicaticcio ginocchio del signore sovrappeso accanto. Per quanto riguarda il teatro di strada siamo agli ultimi spiccioli, le rimanenti saraban-de, i penultimi fuochi, qualche scroscio residuo d’applausi, niente più. Stagione strana, questa, dove si rimpiangono i 45 gradi all’ombra, dove già si vorrebbero cappottoni e sciarponi. Insod-disfatti di natura, cronici e malinconici. Il teatro non ci salverà, tranquilli. Resiste, a cuor leggero, tra velluto e fiori d’acciaio, il festival itinerante di quel clown-genio che è Andrea Kaemmerle che riesce sempre ad imbastire una succulenta cena con ingredienti semplici.Molte date settembrine per il suo “Utopia del

Buongusto” (che rischiava di saltare ma grazie alla caparbietà dell’organizzazione di Guascone Teatro, alla disponibilità degli artisti si fa e si farà ancora ed ancora ed ancora; stesso discorso non vale assolutamente per le amministrazioni che hanno abbandonato questo bel progetto ventennale che rianima quasi tutte le province toscane!) dal 3 a Fucecchio con “Fondamen-talmente avevamo voglia di vederci” (il 4 a Lo-renzana), andando al 5 con “Recital” con il sim-patico e per niente permaloso Walter Leonardi, il 10 a Fucecchio ecco “Il popolo cattivo” dove lo stesso direttore artistico prende in esame le dittature a livello mondiale, in tutte le epoche e ad ogni latitudine, che hanno portato morte e scompiglio: la stupidità del Male. L’11 a Palaia arriva “Balcanikaos” per ridere alla maniera di Bregovic e Kusturica, il 12 i premiatissimi Sac-chi di Sabbia sono sempre a Palaia con “Piccoli suicidi in ottava rima”, il 19 a Casciana Lisetta Luchini, cantautrice tra Carlo Monni e Giovan-na Marini, mentre, questo assolutamente non dovete perdervelo, il 25, 26 e 27 ritornano per il decimo anno consecutivo i “Vagoni vaganti” sulla funicolare che da Livorno porta a Monte-nero, un viaggio immaginifico dove in un attimo gli spettatori sono proiettati sulla Transiberiana dentro la grande madre Russia, da Mosca a Vla-divostok.La stagione del Teatro Puccini parte a fine set-tembre (il 30) con la riedizione del cult “Le Cognate”, all’interno del cartellone del festival “Intercity” del Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino. Verrà ripresa la regia originale di

Barbara Nativi e tra le quindici attrici ci saranno anche alcune che già allora fecero parte del cast (tra queste Monica Bauco). Un modo per ride-re, non di facezie, ricordando una delle registe e drammaturghe più innovative e all’avanguardia (le sue scoperte furono del calibro di Rodrigo Garcia e Sarah Kane).Canto ma che ha la sua sponda “teatrale” è quel-lo di Tosca che il 7 settembre sarà al Teatro del-la Pergola. Qualche anno fa, sempre nel teatro massimo toscano, la vidi con il compagno Mas-simo Venturiello prima nella trasposizione del felliniano Zampanò, ne “La strada”, lui Anthony Quinn e lei Giulietta Masina, perfetti nei ruoli entrambi, poi in “Gastone” da Petrolini: da ve-dere, da sentire, da godere.Se poi ci vogliamo spingere fino alle periferie dell’Impero, fino agli anfratti di palazzoni e capannoni, di cineserie e ditte dal ricordo del rumore dei telai, al Fabbricone di Prato “Le mutande” di Sternheim, dal 15 al 20, (testo già messo in scena nell’85 dallo stesso Magelli in Croazia) riporta la storica Compagnia Stabile del Teatro Metastasio (fondata dallo stesso Ma-gelli e chissà se il nuovo direttore la confermerà) a macerare nel sapore di brechtiana memoria, in un impasto pre Weimar, anticipatore di quel regime e forse non soltanto di quello. Chiamami Cassandra, se vuoi.

foto: Simone Rocchi

Page 6: Lungarno n. 32

PERSONAGGI di riccardo morandi6

Un evento, qualunque esso sia, per es-sere significativo ha bisogno di una voce narrante. Un cantore di quello che succede.  Una guerra nelle pa-

role di Hemingway, un dramma con gli scritti di Primo Levi, un gol della nazionale brasiliana attraverso la voce di Ary Barroso: narrazioni che richiedono un cronista per renderle uniche.Firenze è città controversa, nobile ma viscerale: il basso e l’alto si mescolano spesso ma si ritro-vano in un denominatore comune che si chia-ma calcio. Anzi, a Firenze si chiama Fiorentina. Tralasciando le questioni tecniche e sportive, la squadra di calcio viola è una bella signora che viene a trovare la nostra città tutti gli anni, dal 1926. Ci lascia i mesi caldi, dove se ne va in vil-leggiatura da qualche parte e noi, orfani, aspet-tiamo settembre per salutarla abbronzati, spe-ranti e palpitanti.La bella signora viola ha una voce, canta non solo sul campo, ma in radio. La voce dalla Fio-rentina si chiama David Guetta.  Ci siamo cre-sciuti tutti con la voce di David: io me la ricordo sin da piccolo, colonna sonora delle domeniche pomeriggio in casa d’inverno o nei primi soli fuori. Era la voce del calcio e della mia squadra quella che sentivo uscire dalla la radio del bab-bo, una Lenoir nera a pile, mai sintonizzata sul canale nazionale. A Firenze c’era solo questo si-gnore a parlarci.Ancora oggi si ascolta la voce di questo giorna-lista, curiosamente omonimo di un DJ francese, perché ovunque giochi la nostra squadra, il ra-dio lui c’è, per tutti. Ancora oggi numerosi tifosi viola che in atto fideistico oramai indissolubile si guardano la telecronaca abbassando l’audio della TV e alzando quella radiofonica di David. All’inizio di una nuova stagione calcistica e non solo, Lungarno ha pensato di conoscere il croni-sta e la persona David Guetta.David, hai alle spalle praticamente 1400 ra-diocronache, un’infinità. Quale era il tuo so-

gno sin da piccolo: fare il giornalista o segui-re la Fiorentina?Il mio sogno era quello di fare il giornalista, sin dalla scuola, quando fondai i classici giornalini scolastici. Nella metà degli anni settanta ho ini-ziato a muovermi ma ho trovato diverse porte chiuse, non avendo un cognome importante. Per fortuna “Il Tirreno” decise di puntare su di me per i reportage delle squadre della costa livornese di basket, pallavolo e rugby. Nel frat-tempo iniziai a collaborare con Radio Sesto In-ternational, una radio degli anni ’70 in cui lavo-rava anche Marco Baldini: ho fatto per 7-8 mesi la Rondinella, la seconda squadra di Firenze. Un giorno, per coprire un buco, andai in onda parlando di Fiorentina. Piacqui e andai avanti, passando a Radio Firenze 2000 con Carlo Conti, a Radio Tele Arno ed infine a Radio Blu. Il mio prodotto era il Pentasport, un approfondimento chiamato così perché eravamo in 5 e parlavamo di sport. E Pentasport rimane ancora il mio pre-sente.

Quindi la tua caparbietà nel volere fare il giornalista ha condizionato le tue scelte e le condiziona ancora. Sei un battitore libero.Esattamente. Ricordo perfettamente che dopo tre mesi di Radio Blu finirono sostanzialmente i soldi. A quel punto iniziai a cercarmi gli spon-sor, a colpi di 20mila lire al mese: è stata la mia fortuna perché ho iniziato a produrmi le cose, facendo guadagnare le radio. Sono diventato sostanzialmente l’editore di me stesso e tuttora gestisco uno staff di ragazzi in gamba. Sono pe-raltro soddisfatto di avere fatto iniziare al gior-nalismo persone come Francesco Selvi o Luca Speciale, che adesso lavorano in network nazio-nali con successo.Insomma, passione e giornalismo.Ripeto: avrei fatto in ogni caso il giornalista, sportivo o no. Ci ho provato e ce l’ho fatta da solo: non è stato sufficiente per farmi assumere

nonostante le mie esperienze a Panorama e la mia borsa di studio vinta. Ma sono felice così.

Lungarno si occupa di arte e cultura, con in-cursioni nelle realtà fiorentine più diverse.C’è un collante sociale e culturale fra Firenze e la Fiorentina?Sicuramente, ed è molto molto grande: lo vedo anche quando faccio le mie cronache! Il calcio a Firenze - e non solo direi - è la “livella di Totò”: unisce personaggi di cultura altissima con la parte popolare. L’importanza di questa squadra per la città è sotto gli occhi di tutti. Ricordiamoci che il fallimento del 2002 toccò profondamente i fiorentini: una specie di tragedia, seconda ov-viamente solo all’ alluvione del 66 e l’attentato agli Uffizi.

Ti interessi anche di musica e letture?Sono terribilmente attaccato ai cantautori, in particolar modo Guccini, che ho avuto la fortu-na di incontrare e conoscere attraverso un ami-co. Amo in generale i cantautori italiani, perché attribuisco importanza alla forma verbale prima della musica.

Hai avuto dei maestri?Sandro Picchi è il primo, uno dei più grandi giornalisti che la Firenze sportiva abbia avuto. L’ho conosciuto quando era responsabile della redazione sport de La Nazione, una penna unica per narrazione e acume. Sono stato un ammira-tore di Mario Sconcerti e attualmente tra noi ci sono ottimi rapporti ma lui fa parte di quei miti che rimangono fantastici da lontano e si “nor-malizzano” dopo che ci si lavora insieme. Non per ultimo ti cito il buon Sandro Mangiaterra, incontrato nella redazione di Panorama (poi lui divenne vicedirettore del Venerdì di Repubblica): Sandro mi ha insegnato come si scrive un pezzo, mi ha dato le basi.A livello radiofonico mi definisco un autodidat-

DAVID GUETTA

Page 7: Lungarno n. 32

ta perché ho imparato tantissimo dai miei errori e ho trovato uno stile schietto anche se talvolta eccessivo, nel bene e nel male. Se c’è da esultare esulto e se c’è da criticare non risparmio nessu-no, e qualche volta qualcuno non ci è rimasto benissimo. Hai qualche ricordo particolare nella tua car-riera che non riguarda necessariamente una partita di calcio?Si, potrei citarti un’intervista che feci ad Adria-no Sofri anni fa. Tutto nacque da una cosa che scrisse sullo sport all’interno dei penitenziari: la Fiorentina apprezzò molto e regalò dell’attrezza-tura sportiva all’istituto detentivo di Pisa, dove era recluso. Fui incaricato dalla società, assieme ad Alessandro Rialti del Corriere dello Sport, di consegnare il materiale nel penitenziario. Trala-sciando le vicende giudiziarie, mi trovai davanti una persona di un altro livello, per profondità di ragionamento e capacità di analisi. In sintesi la stessa valutazione che resi a Guccini per la mu-sica, ed a Matteo Renzi, mio ascoltatore, a cui riconosco di avere una marcia in più.

Una domanda che faccio sempre: cosa mo-streresti di Firenze in un solo giorno? Un luogo particolare di questa città, un simbolo.Per prima cosa lo porterei in Piazza Signoria, che reputo una piazza unica nel mondo. A segui-re Piazza Santa Croce, per la pura bellezza. Infi-ne sarebbe impossibile non mostrare il mio per-sonale quadrilatero magico: Piazza D’Azeglio. Ho frequentato la zona per tutti i miei studi: le elementari e le medie ebraiche, il liceo Duca D’Aosta ed infine la facoltà di Scienze Politiche .

Cosa trovi cambiato a Firenze negli ultimi anni? E cosa gli auguri per i prossimi tempi?Firenze è una città un po’ seduta, che vive di rendita sul passato. Ha una mentalità che si ri-flette in considerazioni del tipo “siamo a Firenze, vi aspettiamo qua”: è troppo facile avere questa mentalità. C’è un grosso immobilismo anche se le nuove infrastrutture, tipo la tramvia, fanno ben sperare in una modernizzazione, soprattut-to in vista del nuovo stadio. È dura cercare di fare e cambiare.Per il futuro mi auguro ci siano prospettive lavo-rative per i giovani. Vedere in loro un’ipotesi di costruzione, perché spesso li vedo ancorati nella difesa di quello che hanno senza sognare o im-pegnarsi per il cambiamento.

Ti salutiamo con un invito: cerca di convin-cere in due righe un turista che magari legge questa intervista ad andare allo stadio a ve-dere la Fiorentina.Per vedere i fiorentini nella loro massima fio-rentinità, specialmente in Maratona o in Curva Fiesole. Uno spettacolo unico, un’esperienza imperdibile per conoscere meglio la nostra città.

7

Page 8: Lungarno n. 32

per informazioni vai al sito www.fairmenti.it o contattaci all’indirizzo [email protected]

24-26 settembre 2015Cinema Stensenviale Don Minzoni 25/cFirenze

mangia, consuma, spreca(c) foto Robert Clarke 2015

locandina_equomob_31-07.indd 1 31/07/2015 23:56:06

Eye-liner nero, tatuaggi, vestiti succinti, capelli cotonati e una voce talmente bella da far male. Così il mondo ricorda Amy Winehouse, l’eccezionale artista

inglese scomparsa drammaticamente a soli 27 anni nel luglio 2011. Asif Capadia, già autore di Senna (2010), sul campione della Formula 1, con Amy – The girl behind the name parla della tragica parabola della cantante con un documentario che ha già susci-tato numerose polemiche. Il padre di Amy ha dichiarato che sua figlia, che avrebbe compiuto 32 anni questo 14 settembre, non si sarebbe mai riconosciuta in quanto raccontato nel film.Presentato all’ultimo Festival di Cannes tra le proiezioni speciali, Amy – The girl behind the name si propone di raccontare la storia della gio-vane stella a partire da materiale privato, come video amatoriali, fotografie, registrazioni di dialoghi alterati dall’uso di droga fino agli strug-genti testi delle sue canzoni e alle dichiarazioni di affetto di chi la conosceva e ne apprezzava le incredibili doti artistiche, come Tony Ben-nett. Il film di Asif Capadia, dopo l’anteprima dello scorso giugno al Biografilm Film Festival di Bologna, sarà distribuito in Italia il 15, 16 e 17 settembre da Nexo Digital e Good Films, in collaborazione coi media partner Radio Deejay, MTV e MYmovies.it.A Firenze il film verrà proposto in esclusiva dai cinema Portico e Odeon che daranno a noi spet-tatori l’opportunità di riascoltare la voce di Amy Winehouse, di commuoverci e di riflettere sul tragico destino di una grande e indimenticabile artista.Il connubio tra cinema e grande musica non finisce qui e sempre sugli schermi del Portico

dal 29 settembre al 1 ottobre sarà possibile go-dere dell’esperienza di Roger Waters. The Wall, il film-evento che racconta l’esperienza del concerto dall’album dei Pink Floyd con oltre 30 milioni di copie vendute nel mondo, accom-pagnato dallo storico incontro tra Roger Waters e Nick Mason che, per la prima volta dopo lo scioglimento della band, rispondono alle curio-sità dei fans. Roger Waters. The Wall è stato girato in 4K e mixato in Dolby Atmos.Dramma, umorismo, romanticismo, azione, av-ventura, animazione e grandi classici in versione restaurata caratterizzeranno la programmazione in Original Sound dell’Odeon per tutto il mese di settembre. You’re not you vedrà il premio Oscar Hillary Swank, che del film è anche produttri-ce, al fianco dell’emergente Emmy Rossum, ri-spettivamente nei panni di una giovane donna ammalata di SLA e della sua assistente, in una intensa storia di amicizia femminile. Di tutt’al-tro tono saranno, invece, The Rewrite in cui ritor-na Hugh Grant con il suo caustico e irresistibile fascino nel ruolo di uno sceneggiatore fallito e Loomis Fargo con Owen Wilson e Kristen Wigg, improbabili rapinatori di banche.Per il nuovo cinema d’autore, direttamente dal Festival di Locarno, Ricki and the Flash, ultima fatica del regista premio Oscar Jonathan Dem-me da una sceneggiatura di Diablo Cody (Juno), su una matura rockstar che ha il volto e la voce di una straordinaria Meryl Streep, costretta a fare i conti col suo ruolo di madre e The man from U.N.C.L.E. con il quale, a quattro anni dall’ul-timo Sherlock Holmes, Guy Ritchie torna a dirigere rocamboleschi inseguimenti, humor e situazioni ad alto tasso di adrenalina.La classe e il fascino di Hellen Mirren (premio

Oscar per The Queen) animeranno Woman in gold nel quale passato e presente si incrociano sulle tracce di un dipinto di Klimt, mentre i fan dell’animazione targata Pixar potranno final-mente gustarsi Inside Out, già accolto con suc-cesso all’ultimo Festival di Cannes.Infine un appuntamento imperdibile sarà quello del 9 settembre, quando sullo schermo dell’O-deon sarà possibile rivedere uno dei più grandi noir di tutti tempi: Il terzo uomo (1949) diretto da Carol Redd e interpretato da Orson Wells, Joseph Cotten e Alida Valli, nella copia restau-rata presentata all’ultima rassegna a Bologna de Il cinema ritrovato. Ambientato in una Vienna ancora profondamente segnata dalla Seconda Guerra Mondiale, Il terzo uomo rimane la te-stimonianza di una delle interpretazioni più carismatiche di Orson Wells, del quale ricorre quest’anno il centenario dalla nascita. Enigma-tico, crudele e affascinate Wells nei panni del sordido Henry Lime sintetizza la sua personale visione della vita con una delle battute più cau-stiche della storia del cinema. “In Italia per trenta anni sotto i Borgia ci furono guerre, terrori e carneficine, ma vennero fuori Mi-chelangelo, Leonardo Da Vinci e Il Rinascimento. In Svizzera non ci fu che amore fraterno, ma in 500 anni di quieto vivere e di pace che cosa ne è venuto fuori? L’orologio a cucù!”

AMYE LE ALTRE STORIE

8 PELLICOLE di caterina liverani

Page 9: Lungarno n. 32

per informazioni vai al sito www.fairmenti.it o contattaci all’indirizzo [email protected]

24-26 settembre 2015Cinema Stensenviale Don Minzoni 25/cFirenze

mangia, consuma, spreca(c) foto Robert Clarke 2015

locandina_equomob_31-07.indd 1 31/07/2015 23:56:06

In una stagione in cui il cine-ma di guerra ha ricevuto dal

monumentale American Sni-per e dal notevole Fury nuova linfa, Unbroken, seconda pro-va registica dell’attrice Angeli-na Jolie, si è rivelato capace di tenere brillantemente il passo mettendo in scena una vicen-da umana autentica e commo-vente.Louie Zamperini, giovane e promettente atleta italo ame-ricano, dopo la qualificazione alle Olimpiadi di Berlino del ’36 viene arruolato nell’avia-zione durante il secondo con-flitto mondiale. Dopo essere sopravvissuto con altri due

compagni a un rocambolesco ammaraggio e ad ogni genere di stenti, vie-ne catturato dall’esercito giapponese e confinato in un campo di prigio-nia a Tokio dove conoscerà la crudeltà del terribile Sergente Watanabe.Raccontato con esaustiva onestà, ponendo l’accento sui tanti momen-ti di emozione e di lotta per la sopravvivenza, Unbroken non ha l’am-bizione di creare l’agiografia di un eroe di guerra ma piuttosto mira a raccontare la storia vera di un bravo ragazzo che ha vissuto con coraggio e generosità. Da non sottovalutare.

Un ex pugile dal passato difficile, una donna infe-

lice trascurata dal marito, un sergente duro ma giusto, una ragazza fuggita dalla provincia in cerca di fortuna e un soldato semplice simpatico e spavaldo.Da qui all’eternità vede brillare, inalterate dai decenni, le stelle di Frank Sinatra, Montgomery Cliff, Burt Lancaster e Debo-rah Kerr nei ruoli di personaggi i cui tormenti personali si con-fondono con lo sconcertante presentimento dell’imminente entrata in guerra. Un grande classico che continua ad avvin-cere mettendo in scena corag-gio, passione, amicizia e amore

sullo sfondo di una base militare americana alle Hawaii scossa dalle pos-senti onde dell’Oceano. La scena cult: Deborah Kerr e Burt Lancaster sono sorpresi nelle loro effusioni su una spiaggia dai flutti del mare che si riversano sulla riva; lei si alza per correre a gettarsi felice e accaldata su di un asciugamano e lui la raggiunge per stendersi al suo fianco e darle uno dei baci più bollenti del cinema in bianco e nero. «Nessuno mi ha mai baciato così» sussurra Deborah completamente avvinta, «Nessuno?» le domanda scettico il rude Burt. Irrinunciabile.

L’ESPERTO CONSIGLIA

UNBROKENIL CLASSICONE

DA QUI ALL’ETERNITÀ

Page 10: Lungarno n. 32

DIRALUDESIGNIl Kirigami. Molte leggende raccontano di

come sia nata questa forma d’arte ma una del-le più affascinati è quella di una donna bella e colta che spesso rimaneva seduta fino a tarda

notte in contemplazione davanti alla finestra. Una notte il bambù al vento segnò la sua ombra alla finestra e lei la dipinse sulla carta pergame-na. Il giorno dopo, intagliando questa carta, il dipinto era vivo e realistico. Molti artisti comin-ciarono così a dipingere le ombre in trasparen-za e poi a ritagliarle, fino a eccellere in questa nuova forma di arte cinese. Il ritaglio in carta era molto diffuso nelle zone rurali, specialmen-te tra le contadine, perché la materia prima e gli strumenti da usare nel lavoro erano semplici: bastavano un paio di forbici e un pezzo di carta. Questa arte si è poi sviluppata in Giappone di-ventando parte integrante della tradizione. Fin qua tutto è chiaro ed efficace. Ma approfonden-do la conoscenza di questa forma d’arte con Lu-cia Di Raimondo, alias DiraluDesign, ci accor-giamo che è anche molto di più di quanto detto. Lei si occupa esclusivamente di Kirigami, una passione nata per caso da qualche anno. Lucia, giovane architetto fiorentino, ha deciso di intra-prendere questa strada da autodidatta studian-do, provando e rivisitando questa antichissima arte. Ogni tipo di carta e un piccolo cutter libera oggetti e disegni meravigliosi dando vita ad ope-

re di ogni genere. Il papercut o kirigami è una tecnica poco conosciuta nell’area del Mediterra-neo mentre è molto diffusa nel nord Europa. Il disegno viene realizzato a mano da Lucia. Con un piccolo bisturi, qualsiasi tipo di carta e uno studio meticolosissimo dei dettagli, quest’arti-giana intaglia la carta e crea dei pezzi unici di in-credibile versatilità: paraventi, divisori, tavolini, lampade, paralumi, segnaposto e qualsiasi altra cosa vi venga in mente. Come racconta Lucia stessa, «è proprio il contatto con i clienti che porta a far nascere nuove idee». Il suo lavoro è quasi totalmente su commissione e spesso il progetto da realizzare nasce da un’e-sigenza particolare del committente. Partecipa a mostre, tiene corsi e sta collaborando alla crea-zione di un libro illustrato con pagine intagliate. Il Kirigami crea così una gamma sterminata di nuove possibilità architettoniche e di arredo, è un’arte precisa e infinita, così complessa che vie-ne utilizzata da fisici e ingegneri per la proget-tazione di micro ma anche di macro strutture. E come ogni arte giapponese si porta dietro un fascino orientale e magico. Sarà che per produr-re questi pezzi unici la pazienza deve essere così tanta; che, per quanto mi riguarda, devi essere per forza un animo “zen”, data la mia incapaci-tà di fare anche solo una decente barchetta di carta; sarà perché sono arti lontane dal nostro

mondo e quindi poco conosciute. Visitare l’atelier di Lucia è molto rilassante e piacevole. Piccoli oggetti che sprigionano ener-gia. E tu, che mentre guardi, pensi “basta così poco, no? carta e un coltellino! A casa lo posso fare anche io…”. Si, si, certo! Diciamo però che l’improvvisazione non è abbastanza per riuscire.Quello che lei fa riassume un po’ l’anima del Giappone. Non so se esista un altro Paese in cui coesistano elementi tanto diversi fra loro come tradizioni, cerimonie, templi dei secoli passati, geishe avvolte in eleganti kimono, villaggi senza tempo con grattacieli, tecnologie avanzatissime, treni ad alta velocità, uomini d’affari in giacca e cravatta. Non so se esistono Paesi con una doppia anima come quella del Giappone, dove grandi città in continuo fermento ed evoluzione convivono insieme alle tradizioni, ai valori e alle usanze secolari.I lavori di Lucia sono precisi, meticolosi, sacri e allo stesso tempo contemporanei e di utilizzo quotidiano. Rappresentano il fascino della terra dei contrasti, ed è proprio questo che ci invade guardando le sue opere.

www.diraludesign.com

10 DOMANDE di eleonora ceccarelli

Page 11: Lungarno n. 32

Il circo contemporaneo: un’avanguardia arti-stica e culturale dalle mille sfaccettature. Però attenzione, guai a confonderlo con il circo tradizionale! Già, perché in scena non c’è lo

zoo: in scena sono presenti solo animali umani. Lo stupore e la meraviglia sono frutto esclusiva-mente della ricerca e dalla creatività degli artisti che si susseguono nei vari spettacoli. Dal 17 al 27 settembre al Parco dell’Anconella di Firenze c’è la nona edizione di Cirk Fantastik, organizzata da Aria Network, Magda Clan e Circo Tascabile. Quest’anno vanta un cartellone di ben 10 compagnie internazionali in scena con più di 20 spettacoli. E poi laboratori con le scuole di circo, spettacoli gratuiti nell’anfiteatro del parco, musica dal vivo, installazioni costruite con ma-teriali di recupero e molto altro. Cirk Fantastik è quello che si vede in scena e quello che c’è die-tro la scena, un programma che permettere agli ospiti di immergersi oltre la superficie ed entrare in confidenza con un mondo etereo e sognante. Tra le compagnie in programma, molte giun-geranno a Firenze per chiudere in bellezza le loro tournée europee. Tra i protagonisti: Magda Clan, Madame Rebinè, Karl Stets, Betti Com-bo, Circo Paniko, Circocentrique, Teatro Tinto, Tedavi ’98, Osvaldo Carretta, Zenhir, De Luca e molte altre. Molte di loro partecipano alla ker-messe con un contributo economico al di sotto degli standard economici europei, potendo con-tare unicamente sulle entrate della biglietteria. Ma è uno stimolo, un modo per riportare la cul-tura artistica circense anche in Italia, con tutto il

suo valore, e permettere al pubblico di fruire di spettacoli assai rari in un contesto come quello fiorentino. I prezzi, gli sconti e gli abbonamenti, seguono la filosofia che da nove anni accompagna il Cirk Fantastik: sostenibilità e accessibilità per ogni tasca, rendendo il circo contemporaneo fruibile. Insieme ad Aria Network e Circo Tascabile sie-te gli organizzatori di questa edizione di Cirk Fantastik. Come nasce il vostro incontro? Nel 2013 abbiamo chiesto aiuto a Natalia di Aria network e de La Citè per montare il nostro tendone a Firenze. Il Cirk Fantastik esisteva già dal 2010 ma c’era incertezza se continuare la kermesse. Abbiamo trovato nuova energia con l’aiuto di queste associazioni e di En Piste. Il fe-stival è cresciuto e negli ultimi due anni si è con-solidato nella sua organizzazione. Quest’anno sarà la terza edizione in cui Magda Clan pianta il proprio tendone in città. Magda Clan: una compagnia di circo con-temporaneo. Cosa vuol dire dedicarsi a que-sta disciplina in un paese come il nostro?Il circo contemporaneo sta vivendo un buon periodo: le scuole di circo italiane sono ormai riconosciute in tutta Europa, nascono ogni anno nuove compagnie e  le nostre istituzioni hanno iniziato a stanziare dei fondi anche per questa forma d’arte. Nonostante ciò, in un paese come l’Italia, la tradizione dei grandi circhi tradiziona-li è una realtà molto forte e il pubblico è ancora

legato all’idea di circo all’antica. È difficile far capire alle persone che non siamo un circo con i leoni, che non ci sarà un clown col naso rosso e le scarpe giganti. Quando però prevale la cu-riosità, la gente capisce che il circo può parlare un linguaggio al passo con i tempi. Dedicarsi al circo in Italia è una sfida, come lo è dedicarsi in generale alla cultura, ci si trova davanti a muri che sembrano indistruttibili. Magda Clan è nata a Torino mentre era in atto una vera e propria rivoluzione poetica nel mondo del circo contemporaneo. Cosa avete appreso da quei cambiamenti? Sicuramente il rigore e follia. Rigore nel lavoro quotidiano e nell’impegno per arrivare a fare ciò che si sogna; la follia per distruggere conti-nuamente il lavoro fatto, guardandolo con occhi nuovi. Bilanciare sempre la serietà e la disciplina con la sorpresa dell’immediato e dell’inaspet-tato. A livello circense abbiamo imparato a non guardare mai ad una disciplina circense come un cosa fissa immutabile: vogliamo sempre trovare il nostro modo, unico e personale, di fare qua-lunque cosa, usare l’attrezzo circense in modo inaspettato oppure trasformare un oggetto quo-tidiano in oggetto da tendone. Il nostro corpo è poi il protagonista dello spettacolo e con questo cerchiamo di raccontare, di vivere emozioni. Il sogno è di essere metafore viventi.

foto: Martino Acciaro

www.cirkfantastik.com

CIRK FANTASTIK E MAGDA CLAN

LO STUPORE SOTTO IL TENDONE

TENDONI di riccardo sgamato 11

Page 12: Lungarno n. 32

21 Compositori4 Direttori9 Solisti

16 Prime Assolute3 Prime Nazionali8 Commissioni ORT

FESTIVAL IV EDIZIONE

concerti | incontri

23 - 24 - 25 - 26settembre 2015

LA MUSICAFORTE

DELL’ITALIA

IL FESTIVAL DI MUSICA CONTEMPORANEA ITALIANAPremio Franco Abbiati 2013 come “migliore iniziativa”

In collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale “Cantiere Toscana Contemporanea”

Rai Radio

www.orchestradellatoscana.it

Page 13: Lungarno n. 32

ESSERE SINGLE

O AVERE IL CACIO SUI MACCHERONI?

PALATI FINI di alba parrini 13

21 Compositori4 Direttori9 Solisti

16 Prime Assolute3 Prime Nazionali8 Commissioni ORT

FESTIVAL IV EDIZIONE

concerti | incontri

23 - 24 - 25 - 26settembre 2015

LA MUSICAFORTE

DELL’ITALIA

IL FESTIVAL DI MUSICA CONTEMPORANEA ITALIANAPremio Franco Abbiati 2013 come “migliore iniziativa”

In collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del progetto regionale “Cantiere Toscana Contemporanea”

Rai Radio

www.orchestradellatoscana.it

Vi siete mai chiesti qual è stato il mo-mento preciso in cui vi siete sentiti molto molto vecchi? O meglio, vec-chi non è la parola giusta, diciamo

non più aggiornati, come un vecchio iPhone 3 che tutto sommato è ancora bello ma ormai non riesce più nemmeno a scaricare l’ultima versio-ne del sistema operativo, o a mandare un mes-saggio whatsapp senza andare in crash?Ecco io quella sensazione lì la provo, ultima-mente, quando si inizia a parlare di uscire la sera. «Organizziamo una serata?» dicono le mie tre amiche Carolina, Mira e Carlotta men-tre un brivido mi percorre la colonna vertebra-le. Mi rendo conto che non ho più banane, che tante cose mi stufano, che non ho nemmeno più interesse, ad esempio, a sapere chi è Colapesce in modo da poter sostenere una conversazione pseudo-culturale con un mio simile sconosciu-to. A quel punto di solito mi dicono che invece che a fare l’aperitivo dovrebbero portarmi alla sagra dell’intolleranza. E allora è lì che scattano i retro pensieri (e vi prego, ditemi che non sono la sola!): sarò sbagliata? sarò superficiale? oppure sarò troppo profonda e sarò giusta io e sbagliati tutti gli altri? In questo vortice di pippa-menta-lismo (dove pippa non sta per la sorella di Kate Middleton dall’invadente lato B), una sola cosa ho capito: la vera spinta all’uscita serale estrema per un trenta/quarantenne è una e una soltanto:

la singletudine.Carlotta dal martedì inizia a pianificare cosa farà il weekend: con chi sarà, dove andrà, dove sono i posti per evitare il pischellume (“che poi, se ti trovi in mezzo ai pischelli, fai subito zia zitella… macchessegrullo?”). Essere single e trentenne nel 2015 significa avere l’ansia da rapporti so-ciali.Ma come è possibile, dico io, avere ansia da socialità in un momento in cui si è tutti social network dipendenti? In cui anche volendo fare qualcosa di nascosto subito qualcuno si accor-ge di un angolo della tua borsa o il tuo cappello preferito, in una foto in spiaggia messa su face-book, e ti scrive immediatamente: «Ah, ma sei al mare con tizio e caio? Ma allora ti è passata la broncopolmonite che avevi fino a ieri sera?»Io non cerco in tutti i modi di essere social, ep-pure nell’ultimo mese mi hanno invitato, in or-dine:- A una giornata in un parco acquatico, con gli

instagrammers- In un giro culturale di Firenze in bici, con dei

blogger- A un brunch serale biologico, con gli yelpersOvviamente tutto a sbafo. E considerate che io non sono “sul mercato”. Ma no, tutto questo non conta, bisogna pensare per tempo a incontrare le persone giuste, posi-zionarsi con il cocktail nell’angolo di incontro

dei due fiumi umani in entrata e in uscita dal locale e cosa ce ne importa se ci sono 54 gradi e tu stai morendo con un tacco 15 o (se sei un uomo) hai la giacchettina slim fit da hipster. No, tutto questo , per il single trenta/quarantenne come Mira e Carlotta non conta.Ed è qui che lascio da parte tutte le mie invidie e penso all’altra grande discriminante tra l’essere single e occupati in questi anni, ovvero il fanta-stico mix: coppia rodata, divano e serie TV. Ma di questo parleremo un’altra volta. Per adesso vi dico solo che le serie TV stanno alle coppie come il cacio sui maccheroni.

SPAGHETTI CACIO E PEPE

Ingredienti per 4 persone:400 gr. di spaghetti grossi o tonnarelli200 gr. di pecorino romano grattugiatopepe nero macinato fresco a piacere

Gli spaghetti cacio e pepe sembrano un piatto facilissimo da fare, ma il segreto sta tutto nella mantecatura della pasta, che deve essere fatta a regola d’arte per evitare grumi.

Mettete a bollire la pasta, con pochissimo sale in cottura.In una boule di vetro o ceramica abbastanza capiente versare il pecorino grattugiato, unendo 2/3 cucchiai di acqua di cottura. Amalgamate bene con una frusta, grattugiando del pepe nero fresco.Una volta cotti gli spaghetti al dente, poneteli nella boule senza scolarli perfettamente, devono mantenere una buona parte di acqua di cottura. Mescolate mantecando fino a che l’amido della pasta non legherà il tutto. Eventualmente aggiungete formaggio se risultasse troppo liquida. Servite subito.

Page 14: Lungarno n. 32

LA GRANDE BELLEZZADELLA CENA NEL CHIOSTROL’alta cucina decisamente non è il mio

campo, o meglio, sono sempre stata più interessata al risultato finale che alla preparazione di un piatto. E devo

anche ammettere che, al di là di qualche rapida lettura su qualche rivista dedicata al consumo consapevole, anche la provenienza degli ingre-dienti non ha mai destato in me un particolare interesse.L’opportunità per una riflessione sul cibo e la sua importanza non solo come nutrimento per il corpo, ma anche di arricchimento per l’ani-ma, mi è stata regalata dalla nostra amata rivista Lungarno che mi ha promossa per una notte da espertona di film a food blogger.Lo scorso 2 luglio, abbandonando per una sera i confortevoli panni di cinefila per professione e rivestendomi per l’occasione del tubino nero di ordinanza - con quello non si sbaglia mai, come Colazione da Tiffany insegna - mi sono recata alla seconda cena esclusiva organizzata da Orti e Cenacoli nell’ambito delle iniziative dedicate a Expo2015. Con la bocca ancora spalancata per la grazia del chiostro di San Marco dov’era stata organizzata, ho addentato senza troppi compli-menti la prima prelibatezza preparata dalla chef Maria Probst del ristorante La tenda rossa e dal suo team: macarons salati prima nella combi-nazione burro e acciughe, poi pecorino e fichi. Saporito, croccante, delizioso e insolito. Questo primo assaggio della vita da food blogger mi ha

subito fatto ripensare alle scelte professionali e ai panini stantii mangiati in piedi e in coda per entrare in sala durante le mostre cinematogra-fiche frequentate negli ultimi anni. Gustando il mio aperitivo ho gettato uno sguardo alla tavola elegantemente apparecchiata nel chiostro con tovaglie immacolate, calici svettanti e posate d’argento e la memoria cinematografica mi ha portata a ripensare ai fasti delle cene newyorkesi raccontati da Martin Scorsese ne L’età dell’in-nocenza e agli elegantissimi pranzi allestiti da Anthony Hopkins nei panni del severo maggior-domo di Quel che resta del giorno. Deformazione professionale.Prima di prendere posto a tavola c’è stata un’e-mozionante visita guidata alle celle del conven-to e nel silenzio e nella quiete dei dormitori dei monaci, dove gli affreschi di Beato Angelico evocano scenari della vita di Cristo con magnifi-cenza di colori trasmettendo pace e spiritualità. Mentalmente ho preso l’appunto di rivedere Il nome della rosa.Finito il giro abbiamo preso posto alla tavola elegantemente decorata con trionfi di ciliege scure per richiamare gli affreschi del Ghirlanda-io. Maria Probst si è superata: menzione d’onore all’antipasto Giardino d’estate con formaggio alla liquirizia che credo non dimenticherò facilmen-te e al coniglio fritto su letto di asparagi al lime. Durante la serata le portate ci sono state illustra-te da Natascia Santandrea. Altro appunto men-

tale: rivedere al più presto Il pranzo di Babette.Tutti gli ottimi ingredienti con i quali è stata pre-parata la nostra cena sono stati coltivati presso il Podere delle Cascine dell’Istituto di Agraria di Firenze, garanzia di sostenibilità, stagionalità e filiera cortissima, mentre la selezione dei vini è stata curata dalla Cantina Cecchi.Orti e Cenacoli è un’iniziativa di Work’nFloren-ce un progetto internazionale di imprese e isti-tuzioni fiorentine realizzato da PromoFirenze e promosso dalla Camera di Commercio di Fi-renze, patrocinato da Expo2015 e dal Comune di Firenze. Gli appuntamenti per il mese di set-tembre sono previsti per giovedì 10 al Chiostro e Cenacolo di San Marco con una cena curata dalla Chef Entiana Osmenzeza e Giovedì 24 al Chiostro e Cenacolo di Ognissanti con lo Chef Luca Landi. Informazioni su costi e prenotazio-ne su BoxOffice ToscanaMa le iniziative per conoscere e amare gli antichi sapori non sono finite: Venerdì 25 e Sabato 26 Settembre all’Accademia dei Georgofili si terrà il Forum nazionale La casa dei grani e dei pani con uno sguardo dalle origini del frumento fino alle moderne tecniche di panificazione, accom-pagnato da incontri con agricoltori, mugnai e panificatori, toscani ed italiani, arricchiti da con-tributi scientifici e degustazioni.

EXPO di caterina liverani14

Page 15: Lungarno n. 32

LA GRANDE BELLEZZADELLA CENA NEL CHIOSTRO

Cirkfantastik! 2015Caleidoscopio,il mondo a rovescioper ritornare dritto

Festival internazionale di Circo Contemporaneo Teatro Musica

Ideazione e realizzazione:

Cirk Fantastik NetworkAria, Circo Tascabile, Magda Clan

In collaborazione con La Citè e En Piste!

Media Partner Juggling Magazine, ControRadio

Foto D.Bischeri

CIRCO TASCABILE

Tutti i giorni

nello Chapiteau di Magda Clan

20 spettacoli con compagnie internazionali

ore 16 / 18 / 20.45 / 22.30

dal pomeriggio

Laboratori di Circo per bambini

Formazione e seminari

Spettacoli a cappello

Merenda-Cena-Aperitivi con Musica

Patrocinio di Comune di Firenze, Regione Toscana, Q3 Sostegno di Estate Fiorentina

Info e prenotazioni:

[email protected]

+39.349.1723770+ 39.328.8261088+ 39.333.7395259

“La casa di tutti i popoliE' un mondo Senza confini”

gli spettacoli si terranno anche in caso di pioggia

17 27 settembre | firenze -sud Parco dell’anconella

via di villamagna

GIOVEDì 17

APERTURA!

CENA E

Concerto

Forrò Mior!

APERTURA

Giovedì 17

dalle 20Cena

Spettacolo

Concerto

Forrò Mior!

Page 16: Lungarno n. 32

SETTEMBREMARTEDÌ 1

MED TRIO Fiorino sull’Arno (FI) ing. libero

INTERPOL Piazza Duomo (Prato) ing. 30 euro

MERCOLEDÌ 2

RODOLFO BANCHELLI ROCK Fiorino sull’Arno (FI) ing. libero

MANNARINO Piazza Duomo (Prato) ing. 20 euro

CAPRICCIO ITALIANO FESTIVAL Teatro del Cestello (FI) ing. NP

GIOVEDÌ 3

POPULARIA ENSEMBLE Fiorino sull’Arno (FI) ing. Libero

LABORATORI DELLE RIFICOLONE Circolo Vie Nuove (FI) ing. a offerta

DAVID GARRETT Anfiteatro delle Cascine (FI) ing. 35/55 euro

CAPRICCIO ITALIANO FESTIVAL Teatro del Cestello (FI) ing. NP

VENERDÌ 4

LORENZO HUGOLINI Fiorino sull’Arno (FI) ing. libero

NEGRITA Piazza Duomo (Prato) ing. 27 euro

CAPRICCIO ITALIANO FESTIVAL Teatro del Cestello (FI) ing. NP

LABORATORI DELLE RIFICOLONE Circolo Vie Nuove (FI) ing. a offerta

SABATO 5

ARTU’ Fiorino sull’Arno (FI) ing. libero

MERCATI IN MUSICA (05.09/22.10) ing. libero

CAPRICCIO ITALIANO FESTIVAL Teatro del Cestello (FI) ing. NP

DOMENICA 6

MILONGA DEL FIORINO Fiorino sull’Arno (FI) ing. libero

LUNEDÌ 7

CAMPUS AL MUSEO (07.09/13.09) Musei Civici Fiorentini (FI) ing. 130 euro

LABORATORI DELLE RIFICOLONE Circolo Vie Nuove (FI) ing. a offerta

MARTEDÌ 8

SETTEMBRE IN PIAZZA DELLA PASSERA Piazza della Passera (FI) ing. libero

MERCOLEDÌ 9

FIRENZE SUONA CONTEMPORANEA (09.09/22.09) Museo del Bargello (FI) ing. NP

SETTEMBRE IN PIAZZA DELLA PASSERA Piazza della Passera (FI) ing. libero

GIOVEDÌ 10

MALIBRA TRIO Ditta Artigianale (FI) ing. libero

ASTRONOMIA E FANTASCIENZA NEL PARCO Parco Anconella (FI) ing. libero

NEXTECH FESTIVAL (10.09/12.09) Varie Location (FI) ing. 40 euro

SOURCE (10.09/20.09) Villa Strozzi (FI) ing. libero

SETTEMBRE IN PIAZZA DELLA PASSERA Piazza della Passera (FI) ing. libero

VENERDÌ 11

ASSEDIO ALLA VILLA (11.09/20.09) Varie Location (Poggio a Caiano) ing. NP

FRAGRANZE Stazione Leopolda (FI) ing. NP

SETTEMBRE IN PIAZZA DELLA PASSERA Piazza della Passera (FI) ing. libero

SABATO 12

TOSCA, IL SUONO DELLA VOCE Teatro della Pergola (FI) ing. 15/12 euro

GARRINCHA LOVES FIRENZE Anfiteatro delle Cascine (FI) ing. euro

FRAGRANZE Stazione Leopolda (FI) ing. NP

DOMENICA 13

FRAGRANZE Stazione Leopolda (FI) ing. NP

LUNEDÌ 14

MARTEDÌ 15

DAVID GILMOUR Ippodromo Le Mulina (FI) ing. da 50 euro

MERCOLEDÌ 16

GIOVEDÌ 17

CHE TANGO! PROJECT Ditta Artigianale (FI) ing. libero

URBAN ECO FESTIVAL Parco della Liberazione e Pace (Prato) ing. NP

CIRK FANTASTIK (17.09/27.09) Parco dell’Anconella (FI) ing. NP

VENERDÌ 18

t AVAMPOSTI (18.09/26.09) Teatro Manzoni (Calenzano) ing. NP

WHISKY TRAIL Obihall (FI) ing. NP

TOSCA Teatro Odeon (FI) ing. 25/35 euro

Page 17: Lungarno n. 32

MUSICA TEATRO ARTE CINEMA EVENTIPERCHÉ A FIRENZE NON C’È MAI NIENTE DA FARE...

SABATO 19

BETTY WOODMAN+INNER BEAUTY (19.09/28.11) Museo Marino Marini (FI) ing. NP

FRANCESCA PASQUALI (19.09/19.11) Tornabuoni Arte (FI) ing. libero

I MAYA E GLI ATZECHI A FIRENZE Museo Archeologico Nazionale (FI) ing. NP

DOMENICA 20

ENJOY FIRENZE Varie location (FI) ing. NP

LUNEDÌ 21

MARTEDÌ 22

STEVE HACKETT Obihall (FI) ing. 30/55 euro

SORSI DI MUSICA Villa Bardini (FI) ing. 7 euro

MERCOLEDÌ 23

PLAY IT! (23.09/26.09) Teatro Verdi (FI) ing. 5 euro

ELEGANZA DELL’ORO Galleria Moretti (FI) ing. libero

DANZE GRECHE E LATINOAMERICANE (23.09-30.09) Circolo Vie Nuove ing. libero

GIOVEDÌ 24

BELLEZZA DIVINA (24.09/24.01) Palazzo Strozzi (FI) ing. NP

CARAVAN ACOUSTIC TRIO Ditta Artigianale (FI) ing. libero

VENERDÌ 25

CARLO ZAULI (25.09/21.11) Galleria Flair Florence (FI) ing. libero

INTERCITY FESTIVAL (25.09/31.10) Teatro della Limonaia (Sesto F.no) ing. NP

SABATO 26

BIENNALE INTERNAZIONALE DI ANTIQUARIATO (26.09/04.10) Palazzo Corsini (FI) ing. NP

TEMPO REALE FESTIVAL (26.09/10.10) Limonaia di Villa Strozzi (FI) ing. NP

DOMENICA 27

CORRI LA VITA Piazza Santa Croce (FI) ing. NP

LUNEDÌ 28

GEORGES WOLINSKI Teatro Puccini (FI) ing. NP

MARTEDÌ 29

MERCOLEDÌ 30

MIKA Mandela Forum (FI) ing. 40/55 euro

LE COGNATE (30.09/04.10) Teatro Puccini (FI) ing. 15 euro

[email protected]

Page 18: Lungarno n. 32

SETTEMBRE da non perdereMARTEDÌ 4INTERPOLPiazza Duomo (Prato)

C’era una volta, tipo 8 anni fa a Bologna, un ex stu-dente universitario che scaricava a manetta da emule in una casa di ex studenti universitari che facevano

fatica a sentirsi ex studenti universitari e che tenevano ancora la tessera universitaria per andare a mangiare in mensa. In quella casa c’era il “com-puter del popolo”, un vecchio acer dove ciascuno scaricata roba, dal por-no vintage alla bossanova. Un giorno qualcuno scaricò un album degli Interpol e piacque così tanto a tutti che lo ascoltarono sempre, giorno e notte. Poi un martedì di inverno uscì la notizia che gli Interpol avrebbero suonato in città e, tutti esaltati dalla non ricerca di un lavoro, decisero di comprare i biglietti e andarono tutti esaltati al concerto, salvo poi capire la sera stessa durante il concerto confrontandosi con dei VERI studenti universitari che l’album scaricato era dei The Killers.

da GIOVEDÌ 10NEXTECH FESTIVALVarie Location (FI)

Ormai un boxino dei più classici quello sul Nextech dato che a tutti noi della redazione boxino arrivano tre o quattro presskit dal solerte Ufficio stampa che pri-

ma di andare in ferie ci ricorda dell’evento portandoci una brezza di elet-tronico autunno. Chi di noi c’è stato dice di essersi divertito e poi essersi svegliato tra i bambini di Bezlan senza sapere minimamente chi fosse il dj o i dj della serata. Senza dubbio un buon segno ricordando sempre il divertimento responsabile. Appuntamento storico e tradizione sempre all’avanguardia, un saluto all’estate Fiorentina 2015 anche se pare che la manifestazione nardelliana durerà fino a capodanno, in piena tendenza tropicale, come il meteo.

SABATO 12GARRINCHA LOVES FIRENZEAnfiteatro delle Cascine (FI)

Barbe e risvolti, magliette anni ’80 e super santos, frangette e passate alla Amy Winehouse ma senza voce, che tipo di scenario si pensa di trovare a que-

sto festivalino carino che vivrà nella “splendida cornice” dell’Anfiteatro? Secondo me una roba ganza, gruppi simpatici, alla soglia del mito e dalle tante parole, scene di vita vissuta che pare banalizzata dalle mille canzoni che la decantano. Però tutti armati di buona lena e di una giusta dose di malinconia che piace tanto a noi a cavallo dei secoli e dei millenni. Ho fumato, si vede, ma d’altronde sono troppo vecchio per parlare di queste cose di giovani, io mi sento solo pronto per il 15 settembre.

MARTEDÌ 15DAVID GILMOURIppodromo Le Mulina (FI)

Chi non l’ha mai visto dal vivo dovrebb, e anche solo per dovere formativo. Poi se ne dice di tutti i colori su Gilmour, che è stronzo, che è meglio Waters, che non

era amato da Barrett, che sia il padre di tutti i Tame Impala e soprattutto che sia il Varufakis della psichedelia smelensa condita di accordi in mag-giore. Me ne fotto e guardo il mio biglietto comprato, dato che non mi hanno accordato l’accredito sebbene lavori per Lungarno, che a Firenze sta diventando più importante della Nazione e più affermato di Contro-radio. Ricordo Piazza Santa Croce e ancora ho i brividi sebbene siano passati nove anni, non ho più i capelli e ascolto la musica su Spotify che non struscia come un vinile.

da SABATO 19I MAYA E GLI AZTECHI A FIRENZEMuseo Archeologico Nazionale

Siamo stati criticati di non dare spazio a manifesta-zioni che non siano di nostri amici, allora abbiamo deciso di pescare nel mazzo e selezionare una roba di

elevata caratura e proiettarci nel gotha dei mensili impegnati. Sebbene questa due popolazioni abbiano più volte pronosticato la fine del mondo e lo sterminio delle popolazioni oltre che a invasioni di alieni incazzati e famelici, sono stati protagonisti di due civiltà pazzesche e creative. Poi se non sbaglio è arrivato Colombo e sono stati cazzi amari per tutti. Se-condo me Colombo quando arrivò disse “adesso” e poi “riforme”, e poi il futuro si sa già.

da VENERDÌ 19INTERCITY FESTIVALTeatro della Limonaia (Sesto F.no)

Insomma, di cose ganze ne abbiamo a bizzeffe special-mente se parliamo di teatro.Vero è che ci sono millantatori teatranti che non pa-

gano fatture né lavoratori e si presentano alle istituzioni come grandi me-cenati delle produzioni e poi si sciacquano la bocca con incarichi di ma-nifestazioni popolari pensando di educare la massa ignorante alle grandi tecniche del teatro. È anche vero che c’è la Limonaia di Sesto Fiorentino, gente brava, nelle sue righe, non sopra né sotto, con uno sguardo al con-temporaneo e con una grande tradizione di ricerca, sviluppo, contatto, stu-dio con l’estero, scambio e incontro. Ecco, sempre più Limonaie e sempre meno mete esotiche teatrali che c’hanno anche un po’ rotto il cazzo.

Page 19: Lungarno n. 32
Page 20: Lungarno n. 32

FARFALLE di the nighfly20

VENTISETTE

NODI DA SCIOGLIERE di martina milani

SPAZI (MENTALI) IN AFFITTO

N on si può dire che settembre sia un mese facile. È il mese del rientro, del riordino,

del “tutti in fila per due”. Con inesorabile fatica e lentezza torniamo a caricarci dei nostri fardelli. Forse i peggiori sono quelli più piccoli, che non calcoliamo. Ci occupano spazio mentale sen-za pagare l’affitto: le password per ogni cosa, le caselle email piene di spam, il calcolo dei carboi-drati. Le vacanze, come una ventata di leggerez-za, li avevano allontanati e adesso son tornati a farci penare. Sono come un nodo, che volendo potremmo sciogliere ma che probabilmente, an-che stavolta, sceglieremo di lasciare intatto. Si sa, qualsiasi cambiamento richiede un po’ di fatica e magari qualche rinuncia. Troppo impegnativo. Pace. Quasi quasi era meglio quando si doveva andare a scuola...Ogni settembre però ha anche il suo salvagen-te da abbracciare. Una visione di salvezza per auto-trainarci fuori dalla nostalgia. Lungarno per noi è una bella visione, una spiaggia su cui buttarci e attaccare bottone. Ci troverete qui a parlare dei nodi da sciogliere, nelle nostre vite e del cambiamento che si potrebbe portare per stare meglio tutti.Proveremo a raccontarvi quello che succede ad Impact Hub Firenze, uno spazio da vivere più come un vuoto che come un pieno. Come fosse

un luogo di vacanza, apertura e respiro in cui si è più propositivi e si ricercano gli altri per fare cose insieme. È un coworking perché ci lavora-no diverse persone (che le scrivanie le affittano regolarmente, diciamolo) ma prima di tutto è un ambiente, un ecosistema che facilita la connes-sione tra chi sviluppa progetti, attività e forme d’impresa per l’innovazione sociale, ovvero per fornire soluzioni a problemi collettivi. Il traffi-

co cittadino e la mobilità selvaggia, lo spreco di cibo nella filiera alimentare, l’inclusione sociale dei migranti, il digital divide, solo per dirne al-cuni.Del resto, se i nostri piccoli difetti, dubbi e man-canze possiamo far finta di non vederli, ci convi-ene fare lo stesso con tutto il resto?

https://florence.impacthub.net/

Ventisette anni di farfalle. Più o meno, vacan-ze e feste comprese, circa milleduecento

lunedì notte davanti al microfono di Controra-dio, con la luce bassa che illumina il mixer e le farfalle che volano intorno: ruvide o dolcissime, elettriche o unplugged. Datemi retta, non c’è niente di più ganzo che avere due ore notturne per condividere la musica con un sacco di gente. Ora che mi sono reso conto che le fantastiche farfalle arrivano a quota 27 e che quando iniziai il muro di Berlino stava ancora in piedi, beh, mi sono anche accorto che il programma ha rag-giunto la metà delle mia vita, il che potrebbe essere una cosa malinconica, come quando vedi la Reunion dell’antico gruppo rock, con i prota-gonisti richiamati alla lotta di nero vestiti, per-ché fa cattivo e smagrisce anche un po’. Il fatto è che molti di loro, prima di fare il set fotografico, erano andati a prendere i nipotini a scuola. Beh, a me questa storia non mi fa affatto malinconia. Anzi, che c’è di male. È solo rock & roll, e se

ci piace divertiamoci. E poi sono i miei dischi, senza recinti, prigioni, verbosità. A me piaccio-no gli uomini liberi. Un eroe come Neil Young: distorto, dolcissimo, politico o sentimentale. La musica cambia come il colore del cielo, ma un artista resta artista. E Paul Weller? Già: rocket-tone peso, funky gospel, e poesia psichedelica, non è un caso se il suo ultimo lavoro resta una delle cose migliori uscite in questo 2015. Beh, la verità è che ancora devo rimettere insieme le idee prima di ripartire per la stagione numero 27 delle fantastiche farfalle. La penombra, la cuffia in testa, i miei stati d’animo che alla fine deci-dono la playlist. La novità di questa edizione sta proprio in questo spazio su Lungarno, un rias-sunto emozionale, soprattutto. Una cosa sempli-ce e sincera, come i miei lunedì notte, nient’altro di più che un modo per ascoltare insieme della musica. Come facevo da ragazzo nella mia Re-nault 4 con gli amici. Come faccio ancora nello Studio Uno di Controradio. Baci.

Page 21: Lungarno n. 32

LE MARCHÈ BELLE ÉPOQUE

Dal 18 al 27 settembre Piazza Santissima Annunziata si colora di blu, bianco e rosso,

ospitando per la prima volta il mercato francese. L’evento, che coincide con l’anno dell’Expo, si rifà alle esposizioni universali di Parigi di fine ‘800 e inizi ‘900, inserite nel periodo storico chiamato Belle Époque. Visitare questa manife-stazione non è solo immergersi in una semplice rievocazione storica ma è anche un momento di confronto tra le epoche storiche che sembrano, a distanza di oltre un secolo, avere punti d’in-contro.«La Belle Époque per noi è sinonimo di spen-sieratezza e gioia di vivere», spiega uno degli organizzatori «e così vogliamo che sia il nostro mercato».Il Marchè Belle Époque sarà ospitato da carat-teristiche strutture in legno, appositamente progettate da uno studio scenografico di Parigi su modello dei negozi dell’epoca. Sarà presen-te, inoltre, anche una ricostruzione del Moulin Rouge e su questo stiamo pur certi che il selfie è assicurato.All’interno del mercato si potranno trovare pro-dotti che spaziano dall’enogastronomia all’arti-

gianato e un’area di degustazione di specialità francesi, proprio come in un piccolo quartiere parigino. Mesdames et messieurs, praticamente vi troverete nel Marais in un batter d’occhio. Gli artigiani d’oltralpe, veri protagonisti della manifestazione, provengono da diverse regioni francesi e porteranno con loro una gran varietà di prodotti. Oltre 80 tipi di formaggio (dal Ca-membert della Normandia al Brie dell’Ile de France), 30 varianti di vini (Champagne, Bor-deaux ma anche altre etichette fino ad arrivare al Sidro), particolari salumi prodotti con erbe aromatiche, biscotti Bretoni con più di 20 tipi di ripieno. E poi spezie e pane appena sfornato dalla boulangerie: non potevano certo manca-re baguette e croissant! Dalla Provenza e dalla Costa Azzurra, poi, arrivano tovaglie, saponi, lavanda ed essenze, da Parigi profumi ed acces-sori moda, tutti rigorosamente artigianali e della filiera locale. Questo e molto altro ancora duran-te la settimana che Firenze dedica alla Francia. Sembra proprio il caso di dire Vive la France!

IN CITTÀ TUTTO TRANQUILLO di nanni the pug

PRÊT-À-PORTER di alice cozzi 21

Su quattro zampe il mondo è diverso, so-prattutto se siete alti circa venti centimetri.

Odori, briciole, ostacoli: voi bipedi neanche lo sapete quale universo esiste sul marciapiede o nei cespugli. E mentre vi accompagniamo, an-che quando non ci va di portarvi in giro, il no-stro sguardo e il nostro naso visita un pianeta complesso: messaggi intimidatori lasciati agli angoli della strada dai nostri simili, carte succu-lente ed oliate cadute dal cielo, rumori roboanti che rimbalzano sui muri. Solo un messaggio è comprensibile ad entrambe: io non posso en-trare. Solitamente è posto ad altezza del nostro muso o poco più su. Quando lo vediamo il mio bipede fa una smorfia, io invece m’infurio. Il di-vieto di entrare è una delle cose più infamanti che ci possa accadere. E allora mi sono informa-to. Vivo a Firenze da cinque anni e in questa città la storia deve finire. Il Comune ha stabilito delle regole al nostro vivere. Il Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali ci aiuta a capire. Tito-lo IV “Cani”, articolo 24 “Accesso degli animali

negli esercizi pubblici”: i cani, accompagnati dal padrone o detentore a qualsiasi titolo, hanno li-bero accesso, nei modi consentiti dal comma 2 del presente articolo, a tutti gli esercizi pubblici situati nel territorio del Comune di Firenze salvo quelli per cui è previsto il divieto a norma delle norme esistenti. Il comma 2 recita: i proprietari, o detentori a qualsiasi titolo, che conducono gli animali negli esercizi pubblici, dovranno farlo usando sia guinzaglio che museruola, avendo inoltre cura che non sporchino e che non creino disturbo o danno alcuno. Ultimamente il Co-mune di Firenze ha anche previsto un aggiorna-

mento su norma Regionale che permette il no-stro ingresso in tutti i negozi, i pubblici esercizi e gli uffici pubblici; per avere una deroga è neces-sario che il Comune dia il suo assenso dopo una motivata richiesta del titolare. E quindi chi espo-ne il cartello “I cani restano fuori” senza il con-senso dell’amministrazione è passibile di multa. Io non sporco, sono educato ma soprattutto ho educato il mio bipede ad essere corretto. Quindi ora non c’è più trippa per gatti: se vedo un simile messaggio mi metto seduto e aspetto che il mio nemico passi sul selciato accompagnato dai Vi-gili Urbani. Parola di Nanni.   

T’ASPETTO FUORI

Page 22: Lungarno n. 32
Page 23: Lungarno n. 32

ANDRIENNE...(continua da Lungarno n. 27 del Marzo 2015)

Il culmine della follia modaiola ancien régime venne raggiunto con il pouf, lanciato da Maria

Antonietta, un castelletto metallico alto fino a un metro che, montato sul capo della dama, veniva avvolto dai suoi capelli uniti a posticci, a forma-re un’acconciatura torreggiante. Per scongiurare il rischio che i pidocchi uscissero allo scoperto - la cute non era lavata e gli olii protettivi irranci-divano, nei lunghi periodi in cui la dama portava il pouf - i parrucchieri fissavano all’interno della struttura un piccolo contenitore pieno di miele che li attirasse. A Firenze si trovano svariate ope-re in cui le dame sono rappresentate con un so-brio pouf, come il dipinto raffigurante la famiglia Martelli di Giovan Battista Benigni (1780  c.), a Casa Martelli; ma il pouf poteva essere anche decorato con pietre preziose, miniature con i ritratti dei familiari, fiori, piante, frutta, anima-letti e uccelli imbalsamati, o navicelle con le vele spiegate.La Rivoluzione Francese determinò una cesura significativa fra la moda rococò e la moda neo-classica (vd. sopra il ritratto della contessa Elena Mastiani Brunacci, ritratta da Pietro Benvenuti nel 1809, alla Galleria d’Arte Moderna di Firen-ze). Già dal 1748 la scoperta di Pompei ed Erco-lano aveva dato l’avvio a un revival di quella che

si credeva essere la moda antica, greca e romana. Accantonati gli abiti e le parrucche del periodo prerivoluzionario, simboli dell’odiata aristocra-zia, le dame iniziarono a vestirsi in maniera da sembrare statue classiche. Nacque l’abito stile Impero, in cotone sottilissimo, considerato più etico rispetto agli indumenti in voga durante l’ancien régime, colossali sprechi di denaro in tessuti costosissimi. Si esigeva il bianco per que-sti nuovi vestiti, ignare del fatto che molte statue antiche fossero in realtà policrome.Niente più corsetti, cerchi metallici e altri am-mennicoli che fino a quel momento avevano reso gli abiti femminili simboli dello status morale di colei che li indossava: alla rigidità del portamento, costretto nel busto, nell’immagi-nario collettivo corrispondevano infatti rigore e alta statura morale, esattamente come un abito leggero e discinto indicava inequivocabilmente la dissolutezza della sua proprietaria. Per un li-mitato lasso di tempo, soprattutto dopo la Rivo-luzione Francese, ebbe luogo un vero e proprio ribaltamento di valori etico/estetici. La vita fu tirata su fin sotto al seno, la scollatura abbassata vertiginosamente; il corsetto, dapprima elimi-nato, fu reintrodotto e alleggerito quel tanto che bastava a spinger fuori il seno fino a mostrare i capezzoli. Le maniche a palloncino misero per la prima volta a nudo quasi tutto il braccio. La

mania degli abiti bianchi e trasparenti, a vol-te indossati su un’aderente calzamaglia color carne, imperversò fino a quando molte dame morirono di malattie polmonari: le trend-setter come Juliette Recamier, Thérésa Tallien e For-tunée Hamelin arrivarono a bagnarsi o ungersi l’abito addosso perché il tessuto aderisse di più ai loro corpi! E l’unico “capospalla” ammesso era un soffice scialle di cachemire indiano, incre-dibilmente costoso, come quello indossato dalla nostra Elena. I capelli si portavano fasciati, ac-conciati alla greca o alla romana, oppure tagliati corti come quelli delle condannate alla decapi-tazione.A Firenze questi abiti si possono ammirare alla Galleria del Costume e della Moda, dove sono esposti solo quando le rotazioni lo consento-no. Li indossano Teresa Pichler Monti, ritratta da Carlo Labruzzi (l’opera è alla Galleria d’Ar-te Moderna di Firenze) e la Contessa di Chin-chón, ritratta da Francisco Goya y Lucientes nel 1798 circa (il dipinto è alla Galleria degli Uffizi). Questi abiti si indossavano con coturni o con ballerine in tessuto cedevole, che consentiva-no alle dame di “scivolare” attraverso i corridoi come dee; tornarono in voga i cammei, come si può vedere nella cintura indossata da Angelika Kauffmann nel suo autoritratto, datato 1787 e conservato nel Corridoio Vasariano di Firenze.

TAKE YOUR TIME di isabella tronconi 23

Page 24: Lungarno n. 32

D i giorno è l’illusione di un pezzo di mare in città, la sera è luogo di incontro

e spensieratezza; per tutta l’Estate creme e ombrelloni si alternano a cocktail e camicie bianche mentre intorno la città continua la sua frenetica corsa contro il tempo. Si tratta della “spiaggia” di Firenze, quella lambita dall’Arno ai piedi di Torre San Niccolò e posta tra l’ottocentesco Lungarno Cellini, progettato come passeggiata cittadina lungo il fiume, e il poco più giovane Lungarno Serristori.Prima dei mojito e degli apericena, erano i pastori e i pescatori a visitare nei mesi caldi quelle rive, almeno finché, come succede tutt’oggi, con l’avvicinarsi delle piogge l’Arno non diventava più prepotente e si riappropriava lentamente di gran parte del “bagnasciuga”. Non si sentivano i tormentoni estivi e le suonerie dei cellulari, ma il belare delle pecore al pascolo e le urla dei ragazzini che con canne e lenze improvvisate si cimentavano nei loro primi tentativi di pesca.

PRATO A SETTEMBRE

I PROVINCIALI di pratosfera24

FERMO IMMAGINE di mattia marasco

Prato a settembre se c’avesse il mare sarebbe una piccola

Otranto, diceva un uomo al bar l’al-tro giorno. Non sappiamo quanto possa essere vera questa similitu-dine ma è sicuro il fatto che, tra le tante aperture di nuovi locali del centro e gli eventi che sono stati organizzati per tutto settembre, ci sarà da divertirsi dalle nostre par-ti.  Settembre Prato è spettacolo  è il titolo di quello che fino all’anno scorso veniva chiamato Settembre Pratese. Tornati dalle vacanze tro-verete ad aspettarvi in Piazza Duo-mo quattro giorni di musica dal vivo: 1 settembre Interpol, 2 Man-narino, 3 Caparezza, 4 Negrita. Poi l’antico gioco della Palla Grossa e tante altre iniziative per i primi 10 giorni del mese in centro storico. In città quest’anno arriva anche l’Urban Ecofestival, un festival che

da Verona si trasferisce a Prato. Una kermesse  legata al mondo dell’ecosostenibilità. La musica live torna quindi nel parco dell’Ex Ippodromo di Prato dal 17 al 20. I nomi nel cartellone: Levante, Morgan, Africa Unite, Luca Bas-sanese. Al grido di “noi non siamo stanchi!” prosegue il settembre in città con una tre giorni dal 22 al 25, organizzata dalle università pratesi, il Pin, la Monash Univer-sity e la New Heaven (in ordine: quella legata al polo universitario di Firenze, un’università austra-liana e una americana). Iniziative per conoscere e divertirsi assieme alla Prato universitaria (da se-gnalare la grigliatona australiana nel cortile della Monash). A fine settembre arriva, puntuale come la vendemmia,  Contemporanea Festival, il festival organizzato dal

Teatro Metastasio con perfor-mance, danza, spettacoli teatrali. Dal 25 settembre al 4 ottobre.  E ancora: il Centro Pecci dal 25 al 27 ha organizzato il  Forum d’Arte Contemporanea Italiana. Curatori, galleristi, collezionisti, critici d’ar-te, artisti da tutto lo stivale con-

fluiranno nella città tessile (ormai ex) per confrontarsi sullo stato di salute dell’arte contemporanea ita-liana. Insomma: Prato a settembre è ricca di eventi per godersi la fine dell’estate e sostenervi nel rientro lavorativo.

foto: gli Interpol

www.lamiafirenze.mattiamarasco.it / [email protected]

LA SPIAGGIA

Page 25: Lungarno n. 32

PALESTRA ROBUR di leandro ferrettilezioni di ginnastica culturale per fiorentini

scrivi a [email protected]

I n questi giorni quarant’anni fa era una novità assoluta, essendo uscito per Ferragosto in un periodo in cui i più

lo potevano vedere solo nelle località di villeggiatura. Inu-tile scrivere grandi cose, di Amici miei più o meno si cono-sce tutto. Non di frequente, però, si è indagata la grande eredità morale e filosofica lasciata da questo testo su Firen-ze, breviario minimo di una resistenza al vivere fatta di iro-nia come esorcismo della morte. Una Firenze anch’essa in articulo mortis è quella che fa da sfondo al film: la Firenze che fu dalla guerra in avanti e più non sarà con la fine dei Settanta, la Firenze nella quale ancora si andava ovunque con la macchina, la Firenze plumbea poco consegnata al turismo, la Firenze che si avvinazzava in ben altri modi ri-spetto a quelli odierni. Sulle note di chitarra struggenti del-la colonna sonora di Amici miei inizia la fine di un’epoca, non necessariamente migliore o peggiore delle precedenti o di quelle che l’hanno seguita. Solo un’epoca, con le sue storie e suoi modi di essere. Dovrebbe essere un libro di testo, Amici miei, e mai di sicuro lo sarà; eppure non per-derà il suo ruolo di caposaldo dello spirito, di libretto delle istruzioni per chi non ama prendersi sul serio e anche solo per questo dovrebbe essere più gradito agli dei.

AMICI MIEI

CARO CUORE NON BUTTARTI GIÙ di carol & giuki 25

Metti il giacchettino, leva il giacchettino. È freschino. Si muore ancora di caldo. Dub-

bi, ansie e nevrosi di una mezza stagione che non esiste più, dove a metà/fine settembre sei ancora in canotta e ciantelle e magari a inizio ot-tobre l’ultimo bagno al mare ci scappa. In tutta questa incertezza meteorologica, il cuore non ha scampo: cerca una direzione, una stabilità, ma a mezzogiorno piove, alle quattro del pomeriggio c’è il sole. Insomma c’è troppo caos. Per fortuna Caro Cuore è ancora qui, pronto a consigliarvi su ciò che NON dovete fare.Pronti? Pronti!

Sono cinque mesi che mi scrivo con una ra-gazza di Catania che ho conosciuto in chat. Ci siamo sentite spesso, fino a quando i no-stri discorsi sono diventati sempre più pic-canti: ognuna aveva voglia dell’altra. Ad un certo punto mi dice che si sta sentendo con un’altra persona, sposata, e che essendo vici-na a lei ovviamente ha avuto una corsia prefe-renziale. Io col cuore ferito, senza farle capi-

re quanto io tenga a lei, l’ho consegnata indi-rettamente all’altra. Non abbiamo smesso di sentirci: lei mi cerca, io la cerco e anche se di comune accordo abbiamo deciso di prende-re la strada dell’amicizia lei è gelosa di me ed io di lei. Ogni discorso sembra incompleto, come se non potessimo dirci ciò che davve-ro vorremmo per paura di ferirci. Lei mi ha regalato degli occhi nuovi per guardare le cose: affronto ogni giornata come se l’avessi al mio fianco anche se le cose tra di noi sono cambiate. Io non sono una persona che par-la, mi tengo tutto dentro, non esterno i miei sentimenti ma sento il bisogno di dirle ciò che provo con tutte le mie difficoltà. E vor-rei farlo di persona. Che faccio? vale la pena prendere un aereo? ClaireSì, vale sempre la pena prendere un aereo: l’a-drenalina che si ha quando stai per atterrare è una sensazione meravigliosa. Però ti prego, non applaudire al pilota, fa solo il suo lavoro! E poi sì, vale la pena fare una piccola pazzia per guardare negli occhi chi gli occhi ce li ha fatti aprire, e vale

sempre la pena dirglielo. Non esiste al mondo ri-manere con i dubbi, frasi non dette e sentimenti non esplosi. Se è la cosa giusta o meno, lo saprai appena vedrai quegli occhi, cara la mia Claire! E se qualcosa dovesse andare storto, beh, Catania è una bellissima città e la cucina siciliana tra le migliori d’Italia. Siamo con te. Ps: mi porti una calamita? Sono Giacomo e ho un problema: mi vedo con tre ragazze contemporaneamente, ma dopo due mesi che queste tre storie parallele vanno avanti, ho capito che devo scegliere. Il sesso con la prima è meraviglioso, ma il resto è un disastro; con la seconda sto bene solo fuori, dentro casa è troppo ordinata e per-fettina. Con la terza parlo bene di tutto ma nell’intimità non ci troviamo. Ovviamente nessuna sa dell’altra. Come scegliere?Ovviamente nessuna sa dell’altra, gnè gnè. Caro Giacomo, mi ricordi tanto alcuni casi umani che ho incontrato nei miei 29 anni. Ammazzati, pri-ma che qualcuna ti faccia fuori.

NON È INDECISIONE, È COLPA DELLE MEZZESTAGIONI CHE NON ESISTONO PIÙ

Page 26: Lungarno n. 32

NIENTE PANICO di tommaso ciuffoletti26

LA SCIABOLATA di la sciabolata

È SETTEMBRE

Esistono paradossi a cui non facciamo caso, cose che rimangono immutate nel tempo

e nello spazio, di cui non abbiamo percezione. Le signore cinquantenni che dal parrucchiere si fanno pettinare ancora come Brigitte Niel-sen in Rocky 4, capello corto e mesciato. Helmut Newton che fotografa solo donnine nude. Il bar-biere di Brian May che dice da 40 anni “Brian, al solito, li lasciamo lunghi dietro”. L’amico del social a cui rubano la bicicletta, che poi ricomprerà ridi-pinta dal compagno di turno. Il collega di lavoro che ti mostra la foto di una parmigiana di mango pagata 37 euro.Tutto sta diventando normale, come l’orologio al polsino di Gianni Agnelli negli anni ’80 che ades-so noi ridicolizziamo come orpello di un’epoca cafona, nonostante la vittoria di un Mondiale e l’Italia quinta potenza industriale. Sta diventando questione e orpello l’argomento che accomuna tutti gli esseri viventi di questo pianeta: il cibo. Tralasciando Giovanni Lindo Ferretti e Carla Fracci, che si nutrono solo di acqua piovana e di poesie di García Lorca, ognuno di noi si esprime al peggio o al meglio a tavola: nonostante la no-stra italianità, che ci impedisce categoricamente di nutrirsi in qualunque modo ed a qualunque ora come gli inglesi che mangiano camminando

in metropolitana sushi bevendo insieme latte di capra al mirtillo, anche noi subdolamente stiamo distruggendo la nostra indole conviviale del cibo. Passiamo da trasmissioni tv dove si gode a vede-re trattar male l’aspirante chef (perché lo spirito è quello) a ristoranti stellati dove presunti critici d’arte magari raffreddati spendono l’equivalen-te del cartellino di Cristiano Ronaldo per delle composte alle alghe da replicare ovviamente a casa: non per gustare ma per fotografare. Cosa che ha costretto i ristoranti stellati a dotarsi di gruppi elettrogeni forse più potenti di quelli del Policlinico Gemelli. Qualcuno pare fornisca nel menù il supplemento illuminazione o la consu-lenza di Sebastião Salgado che fa i giorni pari i pranzi e i dispari la cena all’Osteria Francescana (posto povero e modesto, come dice il nome) del grande Bottura. Se non fotografi e non condividi, il piatto non esiste.Come per l’arte contemporanea, vediamo aspi-ranti chef (il cuoco cucina, lo chef crea, ricordia-mo) abbinare ingredienti e cotture in maniera casuale, quasi a comporre un prodotto artistico che potrebbe essere ingerito solo dalla controfi-gura di Marina Abramovich, perché sappiamo tutti che l’originale si è fatta ibernare aspettando il 2086 quando gli uomini comunicheranno solo

attraverso sguardi e il presidente del Fondo Mo-netario sarà Varoufakis, che di umano ha solo il fatto che porta quelli dietro senza casco.La forma d’arte cibo è giunta all’ultima stazione, quella attraverso la quale si regalano scatole di fagioli nelle raccolte collettive ed in casa si cuci-nano solo piatti da fotografare con niente dentro, in una sorta di ricongiungimento spirituale con Yoko Ono, che crediamo si alimenti seguendo la policromia dei prodotti.Lungi da noi un pensiero bulimico degno del miglior Tognazzi ma stiamo vivendo un delirio schizoide sul cibo pari a quello che ebbe la peggio gioventù dei nostri anni, quella del ’77, con l’arte. Tutti potevano fare tutto, tutto era arte e tutto era anche politica. Andava benissimo al Parco Lam-bro o alla Biennale ma la pasta al tonno con il pe-corino romano se la mangi l’artista. Eccheccazzo.

AGGIUNGI UN FOTOGRAFO A TAVOLA

Non sono giorni facili per chi torna dalle ferie. Pensa per chi in ferie non c’è andato

affatto. Non sono giorni facili nemmeno per chi ritorna a scuola. Pensa che bello invece per chi non c’è mai andato ed è cresciuto sano, libero ed ignorante proprio come se a scuola ci fosse an-dato. Firenze a settembre sarebbe anche bella. I turisti meno imbrancati. I fiorentini più abbron-zati. Tutti quanti meno sudati. Riprende il traf-fico. Riprende il campionato del gioco del pal-lone. Riprendono le trasmissioni del palinsesto generalista. Riprendiamo anche la droga che forse è meglio. I colori di settembre. Le musiche di settembre. Le impressioni di settembre. Non ho mai sopportato quella canzone. Sono vol-gare. L’estate sta finendo. Un anno se ne va. Sto diventando grande. Lo sai che non mi va. Il mare a settembre. Ci si scopre grandi a settembre. La droga. E altre banalità che se fossi un cantautore potreste dedicarmi alla ragazza conosciuta in va-canza. Arrendiamoci.Perché a settembre non c’è alcuna speranza. Se non quella di cambiare lavoro. O inventarselo, come fanno quelli fighi. Che loro fino a ieri, guarda, facevo tutt’altro ed oggi invece da non

crederci, ho messo su questo sito con due amici dove vendiamo calendari Maya che si autore-golano sul ciclo mestruale delle cavallette. E ci campate? Alla grande. Misteri da Sandro Gia-cobbo.Mi manca Sandro Giacobbo. Così esotico, così esoterico eppure così uomo della porta accan-to. Il classico vicino che era un tipo tanto tran-quillo. Poi è arrivato Mistero e Adam Kadmon. Beppe Grillo e le sciekimike. Il Bilderberg e il Blauburgunder. Perché quello che veramente nessuno ha avuto il coraggio di dire è che tutte questa sequela di immondizie è solo all’appa-renza figlia dell’ignoranza della gente che è dis-posta a credere a sette indemoniate di templari alieni che vivono nascosti in cimiteri indiani e

incidono simboli fallici sul dollaro ammerigano. La verità è che il proliferare di teorie assurde e di programmi televisivi ad esse dedicati ha avuto il preciso scopo di ipersaturare il mercato e svilire il prodotto. L’obiettivo ultimo era proprio Gia-cobbo. Chi è la mente dietro questo complotto a suoi danni? Duole dirlo, ma se ci pensate potete arrivarci da soli. Piero Angela. Che così è potuto rimanere l’unico e il solo personaggio televisivo in grado di apparire credibile, serio e buono. Ma non lo è.Lapo, mio marito, ieri mi ha convocato tutto serio in confessionale. «Anche se ti arrabbierai sappi che io ho già deciso. Poserò nudo per un calendario. Maya. Che si autoregola …». Quel ragazzo inizia a preoccuparmi.

Page 27: Lungarno n. 32

STELLE di faolo pox - disegni di aldo giannotti 27

No Ariete, non è il momento di chiudere un bi-lancio dell’estate con un segno negativo e pen-sare che sarà un autunno piatto. Ti consiglio di non essere precipitoso e usare la dialettica per dissertare con te stesso di come sei in grado di non vedere le cose come stanno realmente e di saper essere così netto e categorico.MATERIA DEL MESE: Filosofia

Adesso che hai pensato a tutti puoi iniziare a pensare per bene a te, solo a te, alla tua realizza-zione, al tuo progetto di vita e di lavoro e di sva-go. Ma non pensando a “chi lo potrebbe fare con me” ma anzi a “che formula devo seguire per farlo?”. Calcola di più e senti di meno, som-ma, sottrai, moltiplica e dividi. Il risultato arri-verà sempre.MATERIA DEL MESE: Matematica

Se per tutti gli altri Settembre è lo strascico dell’estate, per te è un altro luglio e un altro ago-sto. Sei instancabile e vorresti mesi di ferie e fiumi di aperitivo, sabbia sotto i piedi anche in ufficio e un molo sotto casa dal quale tuffarti ogni mattina. Bravo Gemelli, mantieni lo spiri-to e tieniti in esercizio, sarà un autunno di sole.MATERIA DEL MESE: Educazione Fisica

Tornato alla tua quotidianità ti sembrerà di es-sere in un mondo che non conosci e soprattutto farai fatica a farti capire e a comprendere gli al-tri, un po’ in tutti gli ambiti della tua vita. Non darti la colpa, a volta è solo la stanchezza e la noia del tornare all’ordinario, oppure devi solo trovare la lingua adatta per comunicare con tutti.MATERIA DEL MESE: Lingua Straniera

Ed eccoci arrivati all’inizio di una nuova stagio-ne dove niente ti sembra cambiato mentre qua-si tutto lo è. Ma non importa, è impossibile farti cambiare idea. Ma al tempo stesso sei l’ele-mento più vario e affascinante anche se sembri pieno di regole. Il tuo fascino sta nell’interpre-tazione e la tua bellezza nelle mille possibilità di dire la stessa cosa. Fanne tesoro.MATERIA DEL MESE: Greco

Sei un conservatore ma non riesci a fare sempre tesoro di quello che è stato e tante volte perdi tempo a ricominciare. Vergine siamo di nuovo a settembre, come l’anno scorso e come il pros-simo anno, semplice. Impara a riconoscere i ci-cli ordinari e scegliti la porzione di cose che puoi cambiare senza fare la guerra. Il calendario non puoi cambiarlo. Il tuo atteggiamento si.MATERIA DEL MESE: Storia

A Settembre succederà una cosa che sara l’en-nesima conferma dell’anno stupendo che stai passando. Ti sembrerà, finalmente, che tutti ti capiscano, che tutti ti ascoltino e comprenda-no, sia quando parli chiaro sia quando ti na-scondi dietro a metafore argute o semplice-mente contorte come solo tu sai essere. Sfrutta questo momento e parla con tutti coloro ai qua-li senti di dover dire qualcosa.MATERIA DEL MESE: Italiano

Bene, come a scuola si riceveva l’orario, adesso è il momento di pianificare. Ma non del “cosa vorrei” ma più del “come posso organizzare la mia vita per arrivare al mio obiettivo”. Parti dall’orario, scrivitelo sul diario e appendilo su frigo. Poi traccia la mappa dei tuoi spostamenti e dei tuoi ambiti, disegna gli obiettivi e visita tutti i luoghi che ti possono aiutare nel tuo obiettivo.MATERIA DEL MESE: Geografia

Ti vorrei di più con il naso all’insù e non sem-pre a guardarti i piedi per paura di inciampare o pestare una di quelle merde dove ultimamente sei spesso incappato. Alza lo sguardo e fregate-ne degli impicci o ne resti schiavo, di loro e del-la paura. Testa in su, cielo sterminato, nuvole, stelle e pensiero che davanti a te puoi avere mi-liardi di cose da fare e da volere. Tutto lì, davan-ti ai tuoi occhi.MATERIA DEL MESE: Astronomia

Come al solito sei sempre alle prese con le dosi sbagliate anche quando hai gli ingredienti giu-sti. Ti lasci fregare dalla fretta, a volte non calco-li le condizioni, altre volte la qualità degli ingre-dienti o i modi per mescolarli. Causi esplosioni da miscele che, se ben dosate, potrebbero esse-re dei veri e propri elisir. MATERIA DEL MESE: Chimica

Un casino di artisti hanno prodotto capolavori o quando erano felici marci o quando erano tri-sti distrutti. Sei creativo in questo mese ma devi ricordarti di esserlo sia quando la tua vita ti farà essere allegro (per il lavoro, ad esempio) sia quando sarai confuso o giù di corda (per l’amo-re, ad esempio). Tu dedicati a produrre e vedrai che sarà sempre il miglior antidoto ad ogni av-versità.MATERIA DEL MESE: Arte

Dovrai dotarti di eloquenza e retorica, parlare con chi ti circonda di guerra e di cultura con lo stesso registro, elevarti a decantare e lasciare che siano gli altri a capirti, a cogliere il tuo pen-siero e a tradurlo in pratica. Non metterti nella condizione di spiegare, hai tutto dalla tua parte per alzarti su un podio e fare il miglior discorso della storia. Usa tutte le declinazioni, nessuna esclusa.MATERIA DEL MESE: Latino

Page 28: Lungarno n. 32

www.scuolacomics.com OPEN DAY: sabato 26 settembre 2015

Siete pronti?

Scuola Internazionale di Comics

10 TALENTIPER 10 MESI

da ottobre su:

Page 29: Lungarno n. 32

ESERCIZI DI STILE / gabrieleametrano.com

TUTTO POTREBBE ANDARE MOLTO PEGGIO di Richard FordFeltrinelli - pp. 215

Con “Canada” ci aveva meravigliati e resi lettori in-difesi. Avremmo potuto immaginare un altro buon libro ma non un altro lavoro eccellente. Richard Ford, considerato uno tra i migliori scrittori statu-nitensi della nostra epoca, mantiene la sua poltrona da eletto e continua a darci una visione della realtà che approfondisce i nostri limiti, superandoci e su-perandosi. “Tutto potrebbe andare molto peggio” edito da Feltrinelli è sicuramente un romanzo che vi porterete dentro per molto tempo. Ci rifletterete dopo che l’avrete terminato e tornerete a leggerlo in alcune sue parti anche dopo mesi. Frank Bascombe

è un uomo come tanti altri, con le sue vittorie e i suoi dispiaceri, lucido nell’affrontare la vita e conscio del suo ruolo nel presente. O almeno questo è ciò che crede. Vive in una calma che assomiglia molto a quella impalpabile sensazione di disastro preannunciata dalla tempesta. Una tranquillità sottile e silenziosa. Poi improvvisamente un uragano da cui bisogna sapersi difendere. Ed è proprio un uragano a spezzare questa linea piatta chiamata vita. L’esistenza del nostro personaggio ci viene raccontata in ogni dettaglio. Questi particolari ed alcuni incontri con gli altri personaggi del libro sono fondamentali: si troverà a riflettere sulla triste realtà in cui vive, affondando in emotività oramai sommerse, nello scontro tra passato e presente, sapendo di aver perso tutto e difficilmente troverà ancora la forza per ricostruire. Frank è un uomo che si avvia al tramonto, ben oltre la metà della propria esistenza. Vuole convivere con se stesso e, tra le righe, lo stesso Ford sembra consigliarci di farlo con una narrazione caratteriz-zata da un realismo meticoloso. Non c’è piaga che venga curata ad una certa età: bisogna fare i conti con questa certezza e vivere senza rimpiangere. Frank Bascombe e Richard Ford hanno quasi la stessa età ed è giusto pensare che questo libro sia un po’ una dichiarazione d’intenti dopo un lunga riflessione. Per Frank la vita è “una questione di sottrazione graduale”: senza capirlo tutto potrebbe andare molto peggio.

IDENTITÀ LETTERARIENome: MarcoCognome: VichiAnni: 29... per 2Altezza: 1,78Peso (lordo, con i vestiti): 75Città in cui risiedi: ImprunetaCittà in cui vorresti vivere: Parigi/ImprunetaSegno zodiacale: ScorpioneTatuaggi: MaiOrecchini e/o piercing: GiammaiUltimo libro pubblicato: “Il console” (Guanda)Prima lettura nella vita: FilastroccheUn libro che hai cominciato ma non hai mai finito di leggere: “Controcorrente” di Joris Karl Huysmans... La lentezza fatta romanzo. Ma chissà, magari ci riprovo e mi piace, a volte succede, e poi ogni libro ha il suo momento.Un film che non ti stancheresti mai di rivedere: “I duellanti” di Ridley Scott.Il luogo della vacanza più bella finora fatta: Grecia / Ex Jugoslavia / Vienna (è lo stesso viaggio).La citazione che più ami: “La morale dell’uomo ha radici nello stomaco” (Charles Bukowski).

LE VERITÀ DI BÉBÉ DONGE di Valentin GrinerGoodfellas Edizioni - pp. 80 + CD

Non esiste solo un punto di vista per assaporare la verità. Ne esistono sempre diversi e non sem-pre coincidono con la realtà dei fatti. Nel 1941 il libro “La verità su Bébé Donge” ascoltava quelle del marito e la moglie, quella che aveva cercato di avvelenarlo, taceva. Una triste vicenda familia-re in cui solo la vittima ha avuto diritto di parola. Oggi questo libro a fumetti racconta il silenzio e tutte le ragioni che hanno spinto la donna al gesto estremo. Più che una semplice pubblicazione “Le verità di Bébé Donge” è un progetto articolato e curioso: un fumetto dai tratti anni Cinquanta, un cd con dieci brani che accompagnano le emozio-ni della protagonista, un sito in cui Bébé vive la sua esistenza finora senza voce. Ma soprattutto, la capacità di far rivivere un classico. Ci pensia-mo raramente ma le storie che leggiamo hanno sempre risvolti che gli stessi autori non riescono a contenere nelle pagine. E allora perché non scri-verne in nuovi libri? Io sono sicuro che in questo caso Georges Simenon leggerebbe con avidità ogni pagina.

PAROLE di gabriele ametrano 29

www.scuolacomics.com OPEN DAY: sabato 26 settembre 2015

Siete pronti?

Scuola Internazionale di Comics

10 TALENTIPER 10 MESI

da ottobre su:

Page 30: Lungarno n. 32

Luogo per le arti

Via Maggio 64rFirenze

[email protected]

workshopscoursesmeetingSevents

illustrationgraphic...and more

engravingdrawing

gallery

readingart

We areillustrators,

painters,engravers.

We work in press,sketch and paper.

We use inks,colors,

paper, fabric,threads,

old books.

We like to showwhat is rough,what is found

among the folds,what is perceived

behind a stainof color

or a sign on the plate before

being printed.We like to dirtyour hands andfeel the smell

of colors.

Cartavetrais our space,

and the placeof whoever wants

to share it with us.A place for the arts.

BEACH HOUSEDEPRESSION CHERRYSub Pop / Bella Union

Tanta era l’attesa per il seguito di Bloom, l’autentico capolavoro dei Beach House, tra le formazioni dreampop più interessanti e attive degli ultimi anni che, fin dagli esordi, ha sempre avuto qual-cosa di speciale e magico. Difficilmente vi stancherete di ascoltarli, ogni momento è buono per premere play su “Myth”, “Lazuli” o “Irene”; già nel 2010 con Teen Dream si conquistarono una cer-ta credibilità che ben presto li ha portati a suonare oltre oceano

guadagnando ulteriori consensi. “Depression Cherry” attesta un evoluzione artistica ma allo stesso tempo denota anche l’audacia con cui la band di Baltimora si fa strada verso un ritorno alle origini quasi ignorando il “contesto commerciale” in cui si è collocata nel corso degli anni. Licenziato per Sub Pop / Bella Union, questo nuovo capitolo discografico si allontana dalla minuziosità di Bloom, convergendo come dicevamo verso una riscoperta della semplicità sia negli arrangiamenti che nella scelta dei suoni, riducendo al minimo anche il set up per il prossimo tour, come ha dichiarato la can-tante Victoria Legrand. “Sparks”, la preview lanciata ad inizio estate su un radio spagnola, profuma di shoegaze ed è probabilmente l’episodio più raro dell’intero disco: all’organetto e alla drum machine si aggiunge una chitarra rumoreggiante a ornare le classiche melodie vocali dreamy ormai diventate vero tratto distintivo della band. Il duo di Baltimora riesce a sfornare produzioni di impatto e molto solide, caratteristica evidente sin dall’opening track “Levitation” che orienta l’ascoltatore in quello che sarà il mood dell’intero album. Le successive “Beyond Love” e “10:37” spezzano l’eufonia inizia-le con lampi di maggior intimismo. La gemma è “Bluebird” per gli arpeggi fatati della chitarra di Alex Scally e per le sue liriche affascinanti e struggenti (“Love it comes up on the ceiling my mouth and these arms hold the feeling”). Se ce n’era bisogno Depression Cherry è la prova che i Beach House hanno plasmato uno stile molto personale e identificabile senza ricorrere a particolari frivolezze per-ché, quando si ha questo talento, basta poco per fare molto.

CHELSEA WOLFEABYSSSargent House

Senza dubbio a Chelsea Wolfe piace giocare con le antitesi. L’im-magine da musa goth patinata si contrappone alla capacità nel son-gwriting profondo e ispirato o, come nel precedente “Pain is Beau-ty”, emerge un notevole coraggio compositivo accostando generi molto diversi tra loro: il folk apocalittico con l’elettronica, il pop con l’industrial, la darkwave con il doom, il tutto con un’atmosfera gloom di fondo che fa da collante per tutta la durata del disco. E

come volevasi dimostrare la Wolfe fa uscire il suo nuovo cupo e violentissimo album nel bel mezzo di una ardente e soleggiata estate. “Abyss” è la tappa successiva del viaggio intrapreso con “Pain is Beau-ty”, il progressivo, ma mai definitivo, distacco dal goth-folk degli esordi e l’affiorare della pesantezza delle chitarre e delle bordate industrial ad accompagnare il talento vocale della chanteuse california-na. Tra le undici tracce spiccano “Iron Moon”, ispirata alla storia di Xu Lizhi, lavoratore-poeta cinese morto suicida a 24 anni schiacciato dalle condizioni di lavoro in fabbrica, l’incredibile trio “Maw”, “Grew Days” e “After the fall”, il ritorno alle radici folk di “Crazy Love” e la distorta “Color of Blood”, la migliore del disco. Entrare nell’Abisso equivale ad immergersi nella stupenda foto di copertina ad opera di D.H. Philips (True Widow) e rimanere sospesi senza gravità in un mare composto da un li-quido amaro che entra nei polmoni fino a soffocare, ma che non uccide, lascia storditi in un abbraccio di dolore e di straziante disperazione. Ma è tutto così maledettamente piacevole.

KINSCYCLICALEast City RecordsDopo un lungo tour in supporto a Courtney Barnett, i Kins dan-no alle stampe Cyclical, un EP di quattro brani non facilmente col-

locabili in un determinato ambito sonoro, costituendo sicuramente un punto a favore per questo quartetto lon-dinese. L’iniziale “Young” potrebbe essere un riferimen-to agli ultimi Blonde Redhead, la susseguente “J.Tito” in-troduce la componente electro-pop persistente per tutto il resto delle tracce. Gli otto minuti di “Little Dancer” sono la parte più robusta di tutto il lavoro dando vigore al timbro vocale di Thomas Savage e concludendosi con un finale inaspettatamente noise-pop. Kins, appuntatevi questo nome ancora sconosciuto ai più ma che presto potrebbe comparire nella vostra playlist preferita.

TAME IMPALACURRENTSInterscopeTre anni dopo l’esaltante Lone-rism il combo Tame Impala ri-compare finalmente con il terzo album “Currents” scritto, prodot-

to e registrato nel West Australia dal frontman Kevin Parker. Meno riferimenti 60’s e un sound più contem-poraneo con una maggior fruizione della componente elettronica: i synth diventano così l’elemento cardine della nuova fase creativa della band, risultando una scelta azzeccata. Chiariamo, Innerspeaker e Lonerism rimangono degli ottimi dischi, ma la necessità di un cambio di direzione era innegabile. Si allontanano così le psych riff e le allusioni zeppeliane a favore di trame sonore molto diverse tra loro che prendono riferimento anche dal funk alla dance-pop. Munitevi di tanto preso-benismo e lo apprezzerete integralmente.

BAD BAD HATSPSYCHIC READERAfternoonChi segue abitualmente Suoni sa-prà che tra le nostre missioni vi è anche quella di dar risalto a nuovi progetti meritevoli di attenzione.

L’esordio dei Bad Bad Hats, giovanissimo indiepop trio dal Minnesota potrebbe essere un piacevole sollievo al caldo di questa torrida estate. “Psychic Reader” è un album limpido e dinamico a tratti eccessivamente ra-dio friendly ma che non rischia di offuscare le capacità compositive dei tre, avanzando in maniera decisa e scor-revole grazie alla voce rassicurante della cantante Kerry Alexander. Brano consigliato “Shame”.

SUONI di gianluca danti30

[email protected]

LE USCITE DI SETTEMBRENeanche il tempo di riprendersi dalla cascata di uscite discografiche agostane che Settembre proverà ad assestarci qualche colpo da KO fulmineo. Le danze si apriranno con l’lp d’esordio degli Helen (“The Original Faces”, via Kranky), super trio fuzz-dream pop composto da Liz Harris (aka Grouper), Jed Bindeman (Eternal Tapestry) e Scott Simmons, in uscita il 4 Settembre. L’incede-re rallenterà inesorabilmente l’11 Settembre quando i Low, progenitori dello slowcore, daranno alle stampe il loro ultimo studio album (“Ones And Sixes”, via Sub Pop), disponibile dall’11 Settembre. Dopo due lunghissimi anni di attesa da quel meraviglioso disco che fu Loud City Songs, il 25 Settembre sancirà il ritorno di Julia Holter, talentuosissima artista losangelina, con il quarto album (“Have You On My Wilderness”’ via Domino) e vedremo se riuscirà a bissare il successo dell’lp precedente. Last but not least, il gancio finale potrà essere sferrato dagli Editors, con il loro nuovo lp (“In Dream”, via PIAS) che, udite udite, avrà come ospite speciale Rachel Goswell (Slowdive) in una manciata di brani. L’estate se ne va, la buona musica vive e lotta insieme a noi.

POST-SUMMER TIPS di gabriele sobremesa

Page 31: Lungarno n. 32

Luogo per le arti

Via Maggio 64rFirenze

[email protected]

workshopscoursesmeetingSevents

illustrationgraphic...and more

engravingdrawing

gallery

readingart

We areillustrators,

painters,engravers.

We work in press,sketch and paper.

We use inks,colors,

paper, fabric,threads,

old books.

We like to showwhat is rough,what is found

among the folds,what is perceived

behind a stainof color

or a sign on the plate before

being printed.We like to dirtyour hands andfeel the smell

of colors.

Cartavetrais our space,

and the placeof whoever wants

to share it with us.A place for the arts.

Page 32: Lungarno n. 32