Lumsanews n. 44 del 1° luglio 2014

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Libera Università Maria Ss. Assunta - Ordine dei giornalisti del Lazio Periodico del MASter in giOrnALiSMO n. 44/7 - 1° luglio 2014 di Silvia Renda S ono divorziati, ex commercianti che hanno perso il lavoro, imprenditori in crisi. I nuovi poveri romani aderiscono a questi insospettabili profili e per molti di loro è diventata obbligatoria la scelta di vivere per strada. Secondo il progetto Raccontami (il primo cen- simento dei senzatetto nella Capitale) lo 0,11% della popolazione romana trascorre le notti sui marciapiedi, nei parchi o nei dormitori. Tra loro anche molti italiani che prima della crisi vivevano una vita mediamente agiata. Un quadro già fo- tografato dal Rapporto 2014 stilato dalla Caritas, secondo cui 7 separati su 10, che chiedono aiuto all’organismo pastorale, non sono in grado di sostenere neanche l’acquisto dei beni di prima necessità. E solo nell’ultimo anno è aumentato del 20% il numero delle persone che quotidia- namente si recano nelle mense solidali per avere un pasto caldo. Servizi a pag. 2 Per la prima volta a Roma una basilica ha offerto riparo a 50 famiglie di senza tetto. Per venti giorni Santa Maria Maggiore ha ospitato 90 persone rimaste senza casa dopo gli sgomberi a Torre Spaccata. Anche papa Francesco ha seguito da vicino la vicenda affidando al suo elemosiniere, padre Konrad, il compito di portare la sua vi- cinanza alle famiglie. "Siamo in contatto con il Comune e con la Caritas in attesa di risposte positive" ha detto padre Angelo, parroco della basilica. Intanto le famiglie, costrette qualche giorno fa a lasciare la basilica, sono finite in strada, alla ricerca di una sistemazione dignitosa. E le chiese della Capitale diventano rifugi per i senzatetto LUMSA NEWS IL PERIODICO Emergenza poveri C'è chi ha perso il lavoro, chi la famiglia e la casa Un rapporto sui nuovi “homeless” di Roma C C a a r r s s h h a a r r i i n n g g a a R R o o m m a a i i n n p p o o c c h h i i m m e e s s i i 4 4 5 5 . . 0 0 0 0 0 0 i i s s c c r r i i t t t t i i Politici e magistrati: sono tutti contro i giornalisti? Adozioni in Italia ecco perché tanti ritardi Pag. 5 Pag. 7 Pag. 8

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Periodico della Scuola di Giornalismo della Lumsa

Transcript of Lumsanews n. 44 del 1° luglio 2014

Libera Università Maria Ss. Assunta - Ordine dei giornalisti del LazioPeriodico del MASter in giOrnALiSMO n. 44/7 - 1° luglio 2014

di Silvia Renda

Sono divorziati, ex commercianti che hannoperso il lavoro, imprenditori in crisi. Inuovi poveri romani aderiscono a questi

insospettabili profili e per molti di loro è diventataobbligatoria la scelta di vivere per strada.Secondo il progetto Raccontami (il primo cen-simento dei senzatetto nella Capitale) lo 0,11%della popolazione romana trascorre le notti suimarciapiedi, nei parchi o nei dormitori. Tra loroanche molti italiani che prima della crisi vivevanouna vita mediamente agiata. Un quadro già fo-tografato dal Rapporto 2014 stilato dalla Caritas,secondo cui 7 separati su 10, che chiedonoaiuto all’organismo pastorale, non sono in gradodi sostenere neanche l’acquisto dei beni di primanecessità. E solo nell’ultimo anno è aumentatodel 20% il numero delle persone che quotidia-namente si recano nelle mense solidali per avereun pasto caldo. Servizi a pag. 2

Per la prima volta a Roma una basilica ha offerto riparo a 50 famiglie di senza tetto.Per venti giorni Santa Maria Maggiore ha ospitato 90 persone rimaste senza casadopo gli sgomberi a Torre Spaccata. Anche papa Francesco ha seguito da vicino lavicenda affidando al suo elemosiniere, padre Konrad, il compito di portare la sua vi-cinanza alle famiglie. "Siamo in contatto con il Comune e con la Caritas in attesa dirisposte positive" ha detto padre Angelo, parroco della basilica. Intanto le famiglie,costrette qualche giorno fa a lasciare la basilica, sono finite in strada, alla ricerca diuna sistemazione dignitosa.

E le chiese della Capitale

diventano rifugi per i senzatetto

LUMSANEWSIL PERIODICO

Emergenzapoveri

C'è chi ha perso il lavoro,

chi la famiglia e la casa

Un rapporto sui nuovi

“homeless” di Roma

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Politici e magistrati:

sono tutti

contro i giornalisti?

Adozioni in Italia

ecco

perché tanti ritardi

Pag. 5 Pag. 7 Pag. 8

di Silvia Renda

Inuovi poveri che occupano le stradedella Capitale non rispondono aglistereotipi attribuiti dall’immagina-

rio comune ai senzatetto. I termini “clo-chard” e “barboni” stridono con i lorovolti puliti, con i loro vestiti firmati. Ciassomigliano, perché fino a qualchetempo fa erano come noi. Prima diperdere il lavoro, prima del divor-zio, prima della malattia. Prima.ora che il fenomeno ha assuntoproporzioni così grandi, strari-pando, a causa della crisi, in settoridella società non definibili “margi-nali”, cresce la necessità di scoprirechi sono e come si siano trovati avivere una vita senza fissa dimora.nasce con questo obiettivo il pro-getto Raccontami 2014, il primocensimento degli homeless nel ter-ritorio romano, promosso dall'asso-ciazione Rodolfo debenedetti ecoordinato dalla professoressa Mi-chela Braga dell'università Boc-coni. Secondo l'indagine sarebberooltre 3200 a Roma le persone senzacasa, concentrati soprattutto nel IMunicipio (Centro storico e din-torni) e distribuiti quasi equamentetra strada (48%) e dormitori (52%).nella seconda circostanza gli ospitisono principalmente italiani (39%),per strada invece nel 69% dei casila provenienza è europea, soprat-tutto della zona est del continente.la scelta di vivere per strada vieneintrapresa in percentuale netta-mente maggiore dagli uo-mini(87%). Tuttavia nella Capitale,rispetto ad altre grandi città italiane,

il numero delle donne senza tetto risultasuperiore.Benché si trattasse appunto del primovero censimento, confrontando i daticon quelli precedentemente raccolti daindagini simili (seppur più approssima-tive) si è riscontrata una triplicazionedella portata del fenomeno rispetto al

passato, un aumento che si è generatosoprattutto negli ultimi sei anni. Sonosenzatetto figli della crisi economica,figli di questa madre degenera che li haprivati di una casa e di un presente. Manon della dignità. è questa la cosa cheha maggiormente stupito molti dei1755 volontari che hanno aiutato le as-

sociazioni a rendere possibile il censi-mento. “Ci tenevano ad essere puliti, amantenersi in ordine. Ho visto per lestrade una dignità estrema e ho cono-sciuto delle donne straordinarie”, rac-conta una volontaria, sottolineandocome da parte degli intervistati emer-gesse la voglia di raccontarsi, di chiac-

chierare. Il tempo sembra scorrerein maniera diversa in questa sortadi seconda vita parallela. E allevolte pare non passare mai, soprat-tutto perché spesso non c’è nes-suno a far compagnia: il 56% dellagiornata gli homeless romani(cheil più delle volte non portano i pa-renti a conoscenza della loro con-dizione) la trascorrono da soli.dopo questa indagine ora la pallapassa al Comune, che per voce delsuo massimo rappresentante, il sin-daco Ignazio Marino, parla di “ri-definizione del bilancio” percontrastare il fenomeno. E ad unvolontario che lamenta investi-menti inutili del denaro pubblicoda parte del Campidoglio, che “do-vrebbe invece concentrarsi su que-ste problematiche”, l’Assessore alSostegno Sociale, Rita Cutini, dàin parte ragione: “Roma non è unacittà come le altre, ma certamentebisognerebbe dare innanzituttopriorità al sociale”. Per il mo-mento tra i progetti è previstal’apertura di due strutture, attive 24ore su 24, dove mangiare e lavarsi,e sette centri diurni dove trovareacque e bevande. Ma il rischio èche il preoccupante quadro fuoriu-scito dall’indagine resti una sem-plice contabilità fine a se stessa.

di Samantha De Martin

Per circa venti giorni 50 famiglie di senzatetto hanno trovato riparo nella basilica di SantaMaria Maggiore. Un esercito di anime ne ha varcato le colonne in travertino, prima della de-cisione di lasciare la chiesa per trasferirsi in strada. Uomini e donne, stretti nella loro aria iera-tica, scivolavano in punta di piedi tra turisti e sacerdoti. è, in assoluto, la prima volta che unluogo di culto, a Roma, offre riparo a cittadini senza dimora.dopo essere stati sgomberati, lo scorso 3 giugno, da un palazzo a Torre Spaccata, in 90 avevanotrovato accoglienza nella basilica. Tra loro anche 18 bambini tra i 4 e i 15 anni. Si aggiravano,fino pochi giorni fa, tra i marmi della basilica e tutte le mattine, dalle 5.30, ritiravano le copertestese per la notte lungo le navate, per lasciare spazio ai visitatori. Rannicchiate nella navata la-terale, alcune donne badavano che i bambini non uscissero dal recinto dove, ammassati, spun-tavano passeggini e buste con pochi oggetti personali. “Siamo in attesa di un tetto – aveva dettonelly, ecuadoriana-. Vogliono mandarci in un capannone della Fiera di Roma, dove ci sonostati due casi di tubercolosi”.Intanto a Santa Maria Maggiore è ripreso il solito via vai. Alle 19 il portone si chiuderà dinuovo ma nelly e i suoi bambini non ci saranno. Chissà dove finiranno, abbracciati, ciascuno,alla propria croce.

Il popolodei nuovipoveri

Ai tanti “clochard”si aggiungonodivorziati e separati.Ma anche excommerciantie impiegati licenziati

S. MARIA MAggIoRE: PER 50 FAMIglIEè STATA lA CASA dI Un MESE

INVISIBILI

Aumenta il numero dei senzatetto nella Capitale. Un'indagine della Bocconi

il Periodico

LUMSANEWS2

di Alessandro Testa

novità in arrivo per l’or-ganizzazione perife-rica dello Stato: il

governo Renzi vorrebbe infattiristrutturare drasticamente lesedi sparse sul territorio, accor-pando in sedi regionali la mag-gior parte delle prefetture edegli altri uffici tematici(scuola, lavoro, ecc), presentifin dall’unità d’Italia in ognicapoluogo di provincia.Mentre si attende ancora di co-noscere il testo del provvedi-mento o dei provvedimentilegislativi, la possibile riformaincontra però già le prime resi-stenze, in particolare perquanto riguarda il comparto si-curezza, per il quale da piùparti si invoca un trattamentodifferenziato.lumsa news ha intervistato suquesto argomento Claudio Pa-lomba, prefetto di Rimini e se-gretario nazionale del Sinpref,la maggiore organizzazionesindacale di categoria:Cosa non vi convince delpiano del Governo?«naturalmente aspettiamo diconoscere i dettagli, ma leprime indiscrezioni ci sem-brano poco chiare. Come per-sonale prefettizio abbiamoribadito più volte che non vo-gliamo certo esimerci dal farela nostra parte nella riorganiz-zazione della presenza delloStato sul territorio, ma rite-niamo che i tagli dovrebberoconcentrarsi soprattutto al cen-tro: anche al ministero dell’In-terno, dove esistono moltedirezioni e sottodirezioni, men-tre sul territorio si dovrebbeprocedere con molta modera-zione e accuratezza”.

Il Governo sembrerebbepuntare invece ad una ri-forma radicale, fino ad arri-vare a circa 40 Ufficiterritoriali del Governo: unoper ogni capoluogo di re-gione, con alcune sedi ulte-riori nelle realtà più popoloseo a maggiore densità crimi-nale…«noi riteniamo che la sicu-

rezza andrebbe gestita al livellopiù vicino possibile ai cittadini.Invece così si rischia di allon-tanare dai luoghi da tutelare chideve prendere le decisioni. Ilprefetto presiede il comitatoprovinciale per l’ordine e la si-curezza, si occupa delle certifi-cazioni antimafia, del contrastoalla corruzione e scioglie i Co-muni collusi con la criminalità

organizzata. non può avere unambito territoriale troppo vastoda controllare».Quale potrebbe essere alloraun buon compromesso?«di alcune sedi minori si po-trebbe fare tranquillamente ameno: penso per esempio aquelle nelle Province nate perultime e con meno di duecen-tomila abitanti, come Fermo.

Credo che per non compromet-tere il livello di sicurezza ga-rantito ai cittadini il numeroideale oscilli tra 70 e 80 “circo-scrizioni della sicurezza”».Forse allora si potrebbecreare una struttura snellaper tutti gli altri settori e fareun’eccezione per la sicu-rezza. Sarebbe ipotizzabileun prefetto nel capoluogo diregione che coordini due otre questori dislocati sul ter-ritorio?«la legge 121 del 1981 èchiara: il Questore è autoritàtecnica di pubblica sicurezza,la responsabilità ultima ricadesul suo superiore, cioè il pre-fetto, che avrebbe certamentedifficoltà a coordinare efficace-mente il lavoro di questori chenon lavorassero nella suastessa sede».Avete parlato con il Go-verno?«Pochi giorni prima del Consi-glio dei Ministri che ha dato ilvia libera alla bozza di riformaavevamo organizzato un con-vegno a cui ha partecipato ilministro dell’Interno AngelinoAlfano, che ha ribadito pubbli-camente il suo appoggio allanostra linea “Un prefetto, unquestore”, che si è già dimo-strata la più efficace contromafia e terrorismo. Appena iltesto del ddl sarà pubblicato loleggeremo attentamente ed or-ganizzeremo un incontro ditutte le rappresentanze dellecarriere (prefetti, ambasciatori,dirigenti di pubblica sicurezza)che chiedono di rimanere fuoridal futuro Ruolo unico dellaPubblica amministrazione e di-cono no alla possibilità di diri-genti esterni nominati dallapolitica».

C’era una voltail prefetto

di Cecilia Greco

la scure della riforma della pubblica ammi-nistrazione è pronta a colpire anche le prefet-ture. Secondo le nuove disposizioni gli entiterritoriali dovrebbero essere dimezzati da105 a 40, uno per ogni capoluogo salvo casieccezionali. Il decreto ha ovviamente attiratonumerose polemiche e recriminazioni daparte dei lavoratori e dai sindacati di catego-ria. oltre alla chiusura delle prefetture e degliuffici subalterni, la riforma prevede un tettoagli stipendi - di circa 240 mila euro -, la ri-duzione del 50% dei permessi sindacali, l’ac-corpamento delle sovrintendenze e lagestione manageriale dei poli museali. Comeannunciato da Matteo Renzi, le nuove normeruotano attorno a tre assi fondamentali: il ca-pitale umano, l’ innovazione e i tagli allestrutture ritenute non necessarie. dal governosegnali di apertura anche verso il prepensio-

namento che non è escludibile ma nemmenoall’ordine del giorno. Sicuramente nonavranno vita facile i dirigenti rimasti privi diincarico per cui non si potrà escludere il li-cenziamento.Il decreto, comunque, ha ottenuto il via liberalo scorso 13 giugno ed in quella data è statotrasmesso al Quirinale ma, da quel momento,si sono perse le sue tracce. Il testo, sarebbedovuto essere pubblicato sulla gazzetta Uf-ficiale subito dopo la deliberazione da partedel Consiglio dei ministri e immediatamentesottoposto all’esame delle Camere. Ma non èancora avvenuto. la causa di questo ritardostarebbe nell’eccessiva mole dell’atto, checomprenderebbe circa 120 articoli.è legittimo domandarsi quindi cosa abbiadavvero approvato il Consiglio dei ministrima, soprattutto, se sia ancora utile discuteredi un atto che non rispondendo alle scadenzepreviste, potrebbe rivelarsi incostituzionale.

Una riforma lenta e complessaSi va verso il dimezzamento

I tagli degli enti territoriali allarmano i sindacati. Che temono licenziamenti

il Periodico

LUMSANEWS 3

di Alberto Gentile

l’ordinanza anti alcol en-trata in vigore settimanascorsa è un fallimento.

nonostante il provvedimento, conti-nuano infatti le “bevute” di gruppoe i selfie dei giovani con bottiglie dibirra in mano. l’intento del comuneera prevenire e contrastare gli ec-cessi della movida e del bere mal’ordinanza che regola il consumo di

bevande alcoliche imponendo limitidi orari in determinate zone presentanumerose incertezze. Intanto bisognerebbe girare con lostradario per conoscere tutte le zonedove si applicano le limitazioni. E,se si presta un po’ di attenzione altesto del provvedimento, si notanoalcune incongruenze. A ponte Mil-vio, per esempio, basta spostarsi di50-70 metri per poter consumaretranquillamente delle bevande alco-liche in vetro: l’errore del Comune

è quello di aver omesso via Cassiadall’elenco delle strade sotto em-bargo. Una fortuna per i locali che si tro-vano in quella zona ma, complice lamancanza di manifesti e locandineanche nelle aree oggetto dell’ordi-nanza, la maggior parte dei gestoridi pub e cocktail bar è all’oscuro deldivieto e continua a vendere oltrel’orario limite. “I vigili non sonopassati e ancora non ho ricevutonessuna multa” spiega uno dei di-

pendenti di un pub a ponte Milvio. Insomma tra giovani e gestori deilocali nessuno si preoccupa dellepossibili sanzioni. Provvedimentiche rischiano di scatenare quell’ir-refrenabile desiderio di trasgrediredei giovani. “non sapevo che si ri-schiasse una multa bevendo instrada – ha spiegato una ragazza – ecomunque non ce ne importa nulla”.Ma non è l’unica a pensarla così. In-fatti, a fine serata, San lorenzo con-tinua a essere il solito cimitero dibottiglie di vetro. “Ci vorrebbe un’ora di lezione nellescuole da parte di personale medicosui danni provocati dall’alcol e dalfumo con testimonianze di chi se neè ammalato” dichiara Valentina, stu-dentessa della Sapienza che ha pro-posto più controlli dei vigili esanzioni pesanti su chi sporca la-sciando bottiglie in strada. Intanto i residenti dei quartieri dellamovida invocano a gran voce unprovvedimento che assicuri quietepubblica e sicurezza. “In questaprima fase è fondamentale la comu-nicazione – hanno spiegato alcunivigili – stiamo informando il pub-blico fino a coprire tutte le attivitàdelle zone coinvolte”. Sarà que-stione di tempo ma fino ad ora daTrastevere, piazza Trilussa, piazzaSanta Maria fino a ponte Milvio eSan lorenzo nei pub è un via vai dibirre e cocktail fino a orario di chiu-sura e di bottiglie di vetro e plasticanelle strade.

il Periodico

LUMSANEWS4Per gli esercenti delle zone della movida romanala recente ordinanza antialcol, promossa dal sin-daco Marino, ha un po' un sapore di “amarcord”.l'iniziativa, nel 2012, era già stata portata avantidall’allora primo cittadino Ale-manno, provocando la rivolta deiproprietari di locali attivi nellenotti romane. Riuniti nell'associa-zione "Riprendiamoci la notte",appoggiata ai tempi da Confim-prese, i commercianti avevanoimpugnato l'ordinanza davanti alTar. E il tribunale aveva inizial-mente stoppato il provvedimento, poiché faceva“riferimento ad un singolo episodio” (l’aggressionead un diciassettenne da parte di un ubriaco). A causa anche della recente diffusione della praticadel Knockout (tirare pugni ad ignari passanti) l’at-

tuale sindaco ha deciso di reiterare il provvedi-mento, scatenando le proteste dei commercianti.C'è chi tra loro contesta la via del proibizionismocome l'unica possibile per arginare i fenomeni di

violenza notturna, proponendocome principale alternativa quelladell'informazione sui pericolidegli eccessi alcolici a partiredalle scuole. Chi invece riconoscela necessità di limitare la venditadi birre e cocktail, lamenta lafiacca applicazione del provvedi-mento che, secondo il presidente

di Fipe (Federazione italiana pubblici servizi) "puòessere facilmente aggirato dai venditori abusivi".E i numeri gli danno ragione alla luce del deludenterisultato della prima "ronda" delle forze dell'ordine,conclusasi con sole 42 multe.

l'ordinanza anti-alcol non funzionaEsercenti e clienti: è un fallimento

Da Trasteverea ponte Milvio

eccochi non rispetta

le regole

Anche Alemannoci provò

senza successo“Ma nessunofa i controlli”

di Silvia Renda

MovidaÈ sempreun fiume di birra

di Cesare Bifulco

Car2go ed Enjoy, il car sharingconquista anche la capitale.dopo il successo riscosso a Mi-

lano le Fiat Cinquecento di Enjoy-Enidal 5 giugno sono disponibili anche aRoma. Mentre con 500 Smart Car2godi Moovel, società tedesca del gruppodaimler, in soli due mesi ha raggiunto45 mila iscritti e una media di 15 milanoleggi a settimana. Inoltre, partirà neiprimi giorni di luglio il green sharing dinhp Bee con 50 mini-auto elettriche. le modalità di accesso al servizio sonomolto simili tra loro: bisogna essere inpossesso di una regolare patente diguida e di una carta di credito o prepa-gata, e dopo l’iscrizione al portale dedi-cato si può ritirare, nel caso di Car2go,la carta elettronica “member card”,mentre per Enjoy si riceve un pin, chepermette da subito al nuovo cliente diusufruire di una delle macchine dellaflotta. Trovare le vetture è semplice,basta istallare l’applicazione del gestoresul proprio smartphone o consultare ilsito. Una volta trovata l’auto più vicinaè possibile partire con il noleggio, chepuò essere al minuto, giornaliero o ora-rio. le tariffe non sono esattamente pertutti i portafogli, ma comunque non sa-latissime, soprattutto se paragonate ai

costi di un taxi. Si parte dai 25 centesimial minuto di Enjoy e dai 29 di Car2goper arrivare ai 16 e 15.90 euro orari ealle meno convenienti tariffe giornaliererispettivamente 60 e 59 euro. Parcheg-giata la vettura si può scegliere se ulti-mare il noleggio o sostare, in questocaso la differenza tra i due gestori è con-siderevole. le Smart del gestore tede-sco, infatti, anche da ferme continuanoa costare 29 centesimi al minuto mentrele Fiat 500 dell’Eni solo 10. Il sevizio prevede, compreso nel prezzo,le spese di carburante, di parcheggio, dimanutenzione e tutte le vetture sono co-perte da una polizza assicurativa kaskoin caso di danni. Inoltre è possibile ac-cedere alle zone Ztl, ma attenzione allemulte, sono tutte a carico del conduttore. la chiave del successo di queste inizia-

tive imprenditoriali però sembra risie-dere nell’introduzione del concetto di“flusso libero”, come è stato sottolineatoda gianni Martino, manager per l’Italiadi Car2go. “l’idea geniale – ha detto Martino – èstata l’invenzione del concetto di flussolibero, cominciato in germania nel2007, che si è rivelato assolutamentevincente. Toglie il vincolo di riconse-gnare la macchina”. non bisogna infattiriconsegnare l’auto in un posto preciso,ma per ultimare il noleggio è sufficienteparcheggiare l’auto in qualunque posto,all’interno del perimetro del gra, area

dove il servizio è attivo.Questa tipologia di noleggio in alcunicasi sembra essere quasi un serviziocomplementare alla viabilità, affian-cando il trasporto pubblico che a Romarisulta essere spesso carente, soprattuttoin alcune zone. Inoltre potrebbe avereun forte impatto anche dal punto di vistaambientale, contribuendo a diminuire leemissioni. Roma, infatti, è al primoposto in Europa per numero di mac-chine per abitanti, 74 auto ogni cento.dato esorbitante se paragonato a Parigie londra dove le auto ogni cento abi-tanti sono rispettivamente 25 e 31. nellostesso sondaggio del 2013 l’Eurispes hariscontrato che il 65% dei romani si spo-sta con mezzi privati, il 28% con mezzipubblici e il 3% a piedi. Risultato percerti versi prevedibile dato che Roma trale capitali europee risulta essere all’ul-timo posto per quanto riguarda la qualitàdel trasporto pubblico. Parigi è servita,infatti, da 16 diverse linee di metropoli-tana e 1.254 line di autobus con circa7.400 mezzi a disposizione. londra nonè da meno con le sue 11 linee di metro-politana e le 700 di autobus.

Roma, tutti pazzi per il nuovosistema di noleggio auto

Covili: un aiuto alla mobilità sostenibiledi Alessandra Aurilia

I romani sono pazzi di Car2go: da marzo 2014 a oggiè già boom di iscritti. lo conferma Barbara Covili,Amministratore Unico di Clickutility on Earth, so-cietà esperta nei settori della mobilità sostenibile e deltrasporto pubblico.Qual è il bilancio di questi primi mesi di attività? “Un bilancio estremamente positivo. Roma può essereconsiderata il caso best ever di Car2go: nel giro di po-chissimi mesi, a parte un’accoglienza entusiastica, ab-

biamo raggiunto la cifra di 45mila iscritti, quindi circa700 iscritti al giorno. Inoltre pare che i romani abbianouna grande dimestichezza con il car sharing”. Come funziona la copertura assicurativa e cosasuccede in caso di multe e incidenti? “Tutte le auto hanno una polizza Kasko. Se c’è un in-cidente, si preme un pulsante “Sos” – una voce nelloschermo del navigatore dell’auto – e si seguono tuttele indicazioni trasmesse dal nostro Contact Center.ovviamente bisogna subito chiamare la polizia perfare la constatazione, come in qualunque incidente

stradale. nel caso di multa, la si addebita al cliente chel’ha presa”. Eni ha da poco inaugurato a Roma il suo serviziodi car sharing “Enjoy”. Vi preoccupa questa con-correnza? “no, ci fa piacere. Il mercato è abbastanza grande perospitare anche più di un operatore, quindi non ci creanessun problema. Anzi, Enjoy è già attivo su Milanoda tempo e anche lì c’è una perfetta convivenza conCar2go. ovviamente i veicoli offerti sono diversi,quindi c’è chi predilige la Smart e chi la 500”.

Le tariffe del car sharing a Roma

Car2go29 eurocent/min (€14,90 per un’ora)

Enjoy25 eurocent/min (10 cent in sosta)

il Periodico

LUMSANEWS 5

È boom car sharing

Il più grande vantaggio?lasciare la vetturain un punto qualsiasi della città

per il

di Valerio Dardanelli

Finora ne sono state vendutesoltanto 52, altre 100 sonodisponibili su e-Bay, portale

di compravendita on-line. la di-smissione delle auto blu, annun-ciata in pompa magna da MatteoRenzi in una conferenza stampa delmarzo scorso, procede a rilento.nonostante ciò, gli autisti sono pre-occupati. Temono di essere licen-ziati ma verranno tutti ricollocati. Renzi avrebbe voluto dare un’acce-lerazione al processo di “spendingreview” in atto da anni nell’ammi-nistrazione pubblica ma i buonipropositi non si sono ancora tra-sformati in realtà. l’asta delle ber-line è stata un flop. le auto blusono ancora tante, 86mila per laprecisione. Il parco macchine nonsi svuota perché a usufruirne sononon solo ministri e sottosegretari

attualmente in carica ma anche uo-mini politici senza incarichi gover-nativi. E, come ha rivelato inun’inchiesta Il fatto quotidiano, perpoche decine di unità che vengonovendute, potrebbero essercene al-trettante in entrata. Infatti sono incorso convenzioni Consip per oltre70 milioni di euro da cui le ammi-nistrazioni possono attingere perl’acquisto di berline e autovetturegreen. Roma non fa eccezione. Anchel’amministrazione capitolina negliultimi anni ha aumentato il suoparco auto e il numero degli autisti.Prima Francesco Rutelli ha con-cesso auto e guidatore ai vicepresi-denti del consiglio comunale, poigianni Alemanno ha concessol’auto di servizio con l’autista aidue vice capi gabinetto che eranorimasti gli unici senza il beneficioin tutto il Campidoglio. lo stipen-

dio dei 226 autisti attualmente inorganico nella giunta Marino am-monta a 8 milioni e 225mila eurol’anno a cui va aggiunto un altromilione di retribuzione straordina-ria perché gli autisti spesso lavo-rano anche oltre l’orario diservizio. E così il risparmio sul bilanciodello Stato ancora non si è regi-strato e probabilmente nemmeno cisarà. gli autisti blu attualmente in

organico sono più di 10mila per uncosto complessivo di 450 milioni dieuro l’anno: 45mila euro a testa.Anche qualora il taglio delle autoblu venga pienamente realizzato,gli autisti non potrebbero essere li-cenziati perché sono dipendenti sta-tali. Per questo saranno riconvertitie a ognuno di loro sarà garantito unprofilo professionale coerente conil loro curriculum e un trattamentoeconomico dello stesso livello.

All’astale auto

blu

Ancora pochi gli acquirenti sul web"noi conducenti vittime dei politici"

Troppi gli "ex" che viaggiano a spese dello Statodi Corinna Spirito

nere, grigie, beige. non sono solo blu le auto destinateai nostri politici che scorrazzano per la Capitale, spessointasando il centro e provocando l’ira dei romani. è suc-cesso anche a fine maggio quando, per partecipare al-l’assemblea della Banca d’Italia, parlamentari & Co.hanno preso marciapiedi e corsie preferenziali di vianazionale come un parcheggio, impedendo il passaggioalle normali vetture e persino ai pedoni. non sorprendeallora l’approvazione generale in merito alla decisionedel premier Matteo Renzi di limitare il numero di au-tomobili statali a cinque per ogni ministero. non solo iromani si rendono conto del risparmio economico edelle migliorie sul piano della viabilità che ciò compor-

terebbe: gli autisti stessi infatti si dicono perfettamented’accordo. non sono molti, in realtà, i conducenti di-sposti a parlare, ma coloro che condividono la loro opi-nione non esitano a denunciare gli sprechi del settore.“E’ giusto che ministri, viceministri e sottosegretari go-dano del privilegio di un autista personale, ma lo stessonon vale per i portaborse o i tanti ‘ex’ che attualmentenon svolgono incarichi governativi ma che si spostanocomunque a spese dello Stato”: dice, ad esempio, unautista alle dipendenze del Ministero dei Trasporti.d’Alema, Fini, di Pietro, Bersani: l’elenco di chi vienescarrozzato per Roma dalle auto blu, senza essere piùin carica, è fin troppo lungo e, per rispetto dei cittadinicomuni che ogni giorno sfidano i disservizi di Atac, gliautisti sono i primi ad appoggiare i tagli. Certi di venirein qualche modo reinseriti.

il Periodico

LUMSANEWS6

gli autisti? Sono più di 10mila

Ma che finefaranno

di Renato Paone

Sempre più numerosi igiornalisti presi di miraper il loro lavoro. Aggre-

diti, insultati, derisi. Spessoanche minacciati. Tutti modiper condizionare il contenutodei loro articoli. nei primiquattro mesi del 2014 l’ asso-ciazione “ossigeno” ha segna-lato quasi 200 casi diintimidazioni nei confronti deicronisti, usando molto spessol’arma della querela per diffa-mazione e chiedendo esorbi-tanti risarcimenti danni. Incampo politico un nuovo mec-canismo è stato attuato con lacreazione di un blog del Movi-mento 5 Stelle: un blog che in-dividua ogni giorno ungiornalista troppo “antigrillino”e che, usando l’arma della sa-tira e della presa in giro, mettealla berlina firme note e menonote. Chiedendo molto spessoa quelli che loro chiamano i“pennivendoli nostrani” a sve-lare le fonti dei loro articoli, lamaggior parte delle volte «ba-sati su notizie false e diffa-

manti».Uno strumento in voga negliultimi anni, che ha lo scopo diimbavagliare il giornalista, èappunto la querela, utilizzataprevalentemente dai politici eda chi, per una ragione o l’altra,è “allergico” all’attenzione me-diatica. la “querela intimidato-ria” parte, nella maggior partedei casi, nonostante il quere-lante sappia di essere dallaparte del torto. Ma poco im-porta. lo scopo è arrecare undanno economico al giornalistae screditarlo e limitarlo nellaprosecuzione dell’inchiesta. ladrammaticità della questioneconsiste nell’irrilevanza a li-vello penale di questi compor-tamenti intimidatori.diverso, invece, il procedi-mento utilizzato dal blog delM5S: la foto e l’articolo del“giornalista del giorno” ven-gono pubblicati sul sito, con leparole e le frasi incriminate bensottolineate, e poi commentatidai fedelissimi grillini. I com-menti, però, non sono all’acquadi rose. Al contrario, i toni sonosempre accesi, delle volte si

tratta di vere e proprie aggres-sioni verbali, in cui i sostenitoridel comico genovese riversanoqualsiasi pensiero venga loro inmente, senza mai lesinare in-sulti e parolacce nei confrontidella firma di turno. Una piazzavirtuale che si arma di forconie randelli contro il nemico diturno. Insulti resi più appetibilie accessibili grazie anche al-l’anonimato che internet ri-serva al commentatore, ilcontrario di quanto concesso,invece, a chi viene messo sottotorchio. Situazione paragona-bile alle piazze medievali, dovechi era posto alla gogna, venivaschernito e aggredito da unamoltitudine senza volto.Emblematico il caso di Marianovella oppo, dell’Unità, ad-ditata come nemica del Movi-mento e oggetto d’insulti asfondo sessista: «Racchia rac-comandata e sostenuta daifondi pubblici», «E’ più bellache intelligente» per poi conti-nuare e scadere nel dozzinale.Tra gli altri, Federico orlando,firma di Europa, Corrado For-migli, storpiato in “Vermigli” enegli ultimi giorni gad lerner,“colpevole” di aver scrittodell’alleanza tra grillo e Fa-rage. Pochi minuti dopo l’inse-rimento del pezzo incriminatoall’interno della gogna/rubrica,il giornalista è stato attaccatocon appellativi di dubbio gustoper poi arrivare a offese di

stampo antisemita: «Ebreo co-munista», «gad, guarda chequella del nostro deputato “saròbreve e circonciso” era solouna gaffe!». Il cronista ha ri-sposto su Twitter: «Chiederei agrillo se, per sua igiene, vo-lesse gentilmente cancellare dalblog i soliti commenti antise-miti. grazie».Un altro sitoche assurge a ruolo di deus exMachina è Informazionecor-retta, che si occupa di stanarenel web «pregiudizi, errori efalse informazioni» all’internodegli articoli che trattano temiriguardanti Israele e la comu-nità ebraica. Toni più pacati eblandi rispetto al blog del M5S,però, già dal nome, il progettoostenta una certa pretenziosità:in base a quale principio ungruppo che si definisce «indi-pendente» può arrogarsi il di-ritto di guidare il “giudiziocritico” dei lettori fino ad arri-vare a influenzare coloro chel’informazione la producono?Infatti, oltre a pubblicare l’arti-colo “scorretto”, ai lettori vienefornita anche una mail perpoter contattare il quotidiano esegnalare personalmente lapropria protesta. è triste con-statare che in questa bolgiacontro-mediatica, in difesa deigiornalisti, siano scesi incampo solo il sito di “ossigenoper l’informazione” e l’associa-zione “Articolo 21”, mentre leistituzioni preferiscono tacere.

le accuse del M5S interpretano un diffuso pregiudizio

di Mario Di Ciommo

Ugo Tramballi fa parte diquella schiera di giornalisti,cosiddetti non allineati, queigiornalisti che al ‘politically-correct’ preferiscono il restarefedeli ad un linea giornalisticache sta alla base delle libertà diespressione. Purtroppo questotipo di professionista vienesempre più messo alla sbarra.la voglia di censura correforte sul web, ed è qui che, ul-timamente, la maggior partedelle accuse viene inoltrata algiornalista di turno. nello spe-cifico Tramballi - che scriveper il Sole 24 ore ed è unesperto di Medio oriente - èstato più volte attaccato dalsito ‘Informazionecorretta’,che segnala tutti i giornalistiche, secondo loro, sono preve-nuti nei confronti dello statod’Israele o nei confronti degliebrei in generale.“Credo che situazioni del ge-nere facciano parte del me-stiere – ha detto Tramballi – eche queste si presentino so-prattutto quando si trattanotemi delicati come quello delconflitto tra Israele e Palestinae gli animi sono evidente-mente caldi”. Ma cosa comporta una segna-lazione del genere e quali con-seguenze può avere sul direttointeressato? “Credo che lacosa più importante sia il com-portamento del proprio gior-nale. nel mio caso io nonricevetti un grande appoggio edevo ammettere che fu un pe-riodo molto difficile per me”.Pressioni, scarsa considera-zione ed addirittura la pubbli-cazione di lettere di insultisono solo alcuni degli incon-venienti ai quali va incontro ungiornalista messo all’indice. “Alla fine dei conti posso direche la mia carriera ne ha risen-tito, ma nemmeno più di tanto.Poteva andare anche peggio.Io non ho mai risposto a quelleche ritengo delle provocazionida parte di estremisti ed hosempre mantenuto la mia lineagiornalistica malgrado tutto”.

Ugo TRAMBAllI

"Sui temi caldiinevitabili

le provocazioni"

il Periodico

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di Elisa Mariella

Per alcuni l’Italia è il paese di pizzae mandolino, delle belle spiaggee della gente cordiale. Per molti

altri è soprattutto il paese della burocra-zia interminabile e delle lungaggini giu-diziarie: lo conferma la vicenda dei 31bambini congolesi adottati da 24 fami-glie italiane e rimasti bloccati in Congoper otto mesi, prima che i genitori po-tessero finalmente accoglierli nelle pro-prie case lo scorso 29 maggio grazie allacollaborazione del governo italiano. nel nostro paese gli ultimi dati riguar-danti le adozioni internazionali risal-gono al 2011, anno in cui le coppie chehanno richiesto l’adozione di minorinon italiani sono state 3.154. Per quantoriguarda le adozioni nazionali invece,gli ultimi dati rilevati dal Ministero dellagiustizia risalgono al 2010, anno in cuisono stati affidati circa 1.177 minori. Il caso dei bambini africani è solo lapunta di un iceberg ancora congelato, eche riguarda le trafile burocratiche sulleadozioni nel nostro paese. oggi, in Ita-lia, se una coppia decide di adottare unbambino, deve rassegnarsi ad aspettaremolto tempo prima di poterlo avere.Una recente ricerca di Cergas Bocconiha riassunto in tre i motivi per cui oggiil numero delle adozioni è passato dalle6.237 del 2006 alle 4.300: costi troppoelevati delle adozioni (7500 euro com-plessivi spesi dagli enti nazionali dicompetenza), innalzamento dell’etàmedia dei bambini (dal 2006 al 2010l’età media è aumentata da 4 a 10 anniper bambino) e tempi di attesa troppolunghi (si calcolano dai 2 ai 4 anni).Pochi anche gli enti nazionali autorizzatiad avviare le pratiche di adozione. In Italia il primo passo da fare per adot-

tare un bimbo è mettersi in contatto conla propria ASl dove è possibile trovaredegli “sportelli adozioni”. Qui la coppiapotrà confrontarsi con assistenti socialie psicologi per definire le necessitàemotive che li hanno spinti a richiederel’affido di un minore.dopo aver verificato la maturità psico-logica per intraprendere il percorsodell’adozione, gli aspiranti genitoriadottivi devono rispondere ai requisitiprevisti dalla legge n.184/1983 e149/2001 che definisce alcune condi-zioni fondamentali che la coppia do-vrebbe avere: fra questi, la coppia deveessere coniugata da almeno tre annisenza di fatto aver avuto alcuna separa-

zione. Una volta che i requisiti sono stativerificati dall’ente di competenza terri-toriale (ASl), gli aspiranti genitori de-vono presentare la domanda perl’adozione nazionale al Tribunale per iminorenni competente. In seguito i ser-vizi sociali effettueranno uno studiosocio ambientale teso a verificare lequalità della coppia presa in analisi (at-titudine a educare, l’ambiente familiare,la situazione personale ed economicadella coppia ecc.). Superato il periododi “studio” molto lungo e pesante ri-mane da sperare in un colpo di fortuna:se la coppia viene convocata dal Tribu-nale di competenza (che per queste cosesi riunisce solo una volta a settimana) sipuò dare inizio ai primi incontri fra i co-niugi e il minore, passando poi al pe-riodo preadottivo della durata di unanno. In questa fase, la ASl di compe-tenza effettuerà frequenti verifiche sulnuovo nucleo familiare e solo al terminedi questo si giunge al decreto di adotta-bilità, che fa entrare a tutti gli effetti ilbambino nel nucleo familiare degliadottanti. Tempi biblici, e intanto le fa-miglie ne “pagano” lo scotto.

Adozioni lente

"Andiamoall'estero

perchè quiè un labirinto"

“Troppa burocrazia”Gravi ritardie costi sempremolto altiper assegnarei bambini

di Federico Capurso

“l'adozione è stata la nostra primascelta”. Così, Marco e Silvia, romanidi 29 e 31 anni, iniziano il raccontodella loro decisione di adottare unbambino. Una storia che, in realtà, co-mincerà fra poco. “Subito dopo la convivenza abbiamodeciso di sposarci. ormai manca unmese all'altare”, racconta Marco.“Con il matrimonio le pratiche buro-cratiche per adottare un bambino sonomolto meno complesse. E se si è gio-vani, ancora meglio”, spiega. “Ma lofacciamo anche perché ci amiamomoltissimo”, aggiunge Silvia sorri-dendo. Ma le parole di Marco, al di làdel sorriso, hanno un motivo ben piùserio.Silvia mostra un faldone bianco consu scritto in rosso 'adozione'. Apren-dolo - a procedure non ancora iniziate- c'è già una valanga di documenti, ta-belle, dépliant informativi. è fonda-mentale, anche per questo, affidarsi aun ente che ti guidi nel percorso perl'adozione. “Stiamo scandagliando ilterreno da un anno, ma non abbiamoancora scelto a chi rivolgerci. Il primovero ostacolo comunque sarà il tribu-nale dei Minori”, sostiene Silvia. “Unavolta fatta la richiesta, viene messa airaggi X la vita di coppia, con medici,assistenti sociali, sempre in visita nel-l'orario di lavoro. Ho anche saputo chevogliono il consenso scritto firmatodai nostri genitori”, dice con aria in-credula. “E non perché siamo giovani.lo chiedono anche alle coppie sposateda vent'anni”.dopo circa un anno, a seconda dellecomplicazioni, si ottiene il decreto diidoneità da parte del tribunale. “A que-sto punto si entra nella lista d'attesadove è stata fatta la richiesta - spiegaMarco, indicando i fac-simile dei mo-duli da compilare - e se volessimoadottare un bambino che provenga daMilano, dovremmo fare la richiesta altribunale dei Minori di quella città,con ulteriori pratiche da affrontare.Insomma, dovremmo trasferirci”. Inpiù, per dare il senso della lungaggineburocratica, “ogni tre anni si deve rin-novare la richiesta”.Per questo Silvia e Marco stanno pen-sando di adottare un bambino al-l'estero, dove le procedure sono moltopiù veloci. Forse in Africa, dovehanno pianificato il loro viaggio dinozze. Ma quale può essere il motivoper rendere così difficile un'adozionein Italia?

il Periodico

LUMSANEWS8

Il ministro Boschi accompagna due bambini congolesi adottati

Si corre ai riparidopo la vicendadei bimbi congolesi