LoSpallino n.16

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lo Spallino ANNO 2 - NUMERO 16 - COPIA GRATUITA centri in ITALIA Nel mezzo del cammin... Nel mezzo del cammin...

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La rivista del tifo spallino

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lo SpallinoANNO 2 - NUMERO 16 - COPIA GRATUITA

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Nel mezzo del cammin...Nel mezzo del cammin...

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2 IL FATTO di Sergio Gessi

IL SOL DELL’AVVENIRE(ma intanto continuiamo a remare)

Spettatori, sponsor e proventi di mercato. Le voci in entrata del bilancio di una società di Lega Pro si riducono sostanzialmente a questi tre capitoli. Le prime due sono abbastanza facilmente prevedibili all’inizio di ogni stagione. La terza è una variabile imponderabile, legata all’eventuale valorizzazione di qualche buon talento, da cui dipende se, a chiu-sura dei conti, si determineranno ingenti perdite o un vero e proprio bagno di sangue. Sì, perché la realtà del calcio in terza divisione è questa: ci si rimette sempre e comunque.Per rimediare a questo defi cit strutturale la Spal ha avuto un’idea assolutamente innovativa per una società sportiva: realizzare un grande im-pianto per la produzione di energia fotovoltaica che garantirà per oltre vent’anni un ricavo certo e costante. L’utile, al netto dei costi di investi-mento (realizzazione, fi nanziamento dell’opera, manutenzione, eccetera), sarà presumibilmente compreso fra un milione e mezzo e due milioni di euro l’anno, e verrà interamente impiegato per la gestione dell’attività calcistica. Si aggiungerà quindi una nuova voce di entrata, la più cospicua del bilancio attuale, quella che darà stabilità con-tabile alla società.Una volta tanto Ferrara arriva prima. Ma altri (Reggiana in testa), appresa l’idea attraverso le anticipazioni di stampa, stanno cercando di repli-care. Il progetto-Spal però è già a buon punto e conta di restare primo anche al traguardo. Il pas-so uffi ciale di partenza la società del presidente Butelli (che in assoluta solitudine continua a sob-barcarsi l’intero onere economico della gestione) l’ha compiuto un paio di settimane fa con la sot-toscrizione di un contratto di affi tto trentennale di un’area situata nella zona industriale a nord della città. Là saranno collocati i pannelli solari necessari per produrre una decina di megawatt. Si tratta dunque di un impianto considerevole, fra

i più grandi d’Italia, che richiederà un investimen-to di circa quaranta milioni di euro. Il ricavo, per i primi vent’anni, è assicurato dalle vantaggiose condizioni determinate da Enel attraverso il co-siddetto “conto energia”. Dal ventunesimo anno e sino a esaurimento del parco (una decina d’anni ancora) si venderà invece alle tariffe di mercato, con introiti ridotti ma pur sempre interessanti.L’area adibita a parco fotovoltaico è proprietà di Hera, cui la Spal verserà un consistente affi tto an-nuo. Con i tecnici e i dirigenti della multiutilities si è creato immediatamente un eccellente rappor-to collaborativo che ha consentito di affrontare in fretta e risolvere in maniera ottimale tutti gli aspetti di natura pratica e legale. Per il rilascio delle autorizzazioni e la realizzazione della cen-trale servirà qualche mese. Il sindaco e la presi-dente della Provincia, da tempo al corrente delle intenzioni della società, hanno manifestato il loro pieno apprezzamento. Il business resterà incardi-nato nella Spal qualsiasi dovessero essere i futuri assetti societari. Il parco energetico sarà infatti inscindibile patrimonio del club. Questo signifi ca che se l’attuale dirigenza dovesse un domani deci-dere di cedere la proprietà, chi compra acquisterà anche il parco e sarà a sua volta tenuto a cederlo se vorrà passare la mano. E gli utili saranno sem-pre destinati alla gestione della società sportiva. In futuro, dunque, la Spal potrà contare su questo originale capitolo di entrata. Un provento impor-tante in qualsiasi categoria si militi, assolutamen-te vitale in Lega Pro. Ora bisogna pazientemente attendere che questo lungimirante progetto trovi compimento. E intanto remare tutti quanti in-sieme (giocatori e tifosi) per raggiungere al più presto la sponda della salvezza di un campionato equilibrato come non mai, che ogni domenica ri-serva sorprese ed emozioni.

Editore: Roberto LabardiDirettore: Enrico Testa

Grafi ca e Stampa: Tipografi a Altedo srl

Collaboratori: Alessandro Orlandin, Andrea Tebaldi, Annalisa Fenzi, Augusto Bolognesi, Daniela Modonesi, Diego Stocchi Carnevali,

Eleonora Manfredini, Federico Pansini, Giorgio Achilli, Luigi Telloli, Marcello Maranini, Natale Patria, Sergio Gessi, Sergio Pesci,

Sergio Ravani, Stefania Andreotti, Beatrice Bergamini,Nicola “Delez” De Leonardis, Piero Capogrosso,

Deborah Mazzoleni, Stefano Calasso

Direttore Responsabile: Gianpietro TestaFotografi e: Agenzia Business Press

La collaborazione a questo periodo è da considerarsi del tuttogratuita quindi non retribuita. E’ vietata la riproduzione,

anche parziale, di tutto il materiale contenuto.

Iscrizione al Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2009

2 Il fatto DI SERGIO GESSI

3 L’intervento DI LUCIANO MASIERI

4 Fuoricampo Lidio Melis DI DANIELA MODONESI

8 Le immagini Spal-Pescina VdG

9 Le immagini Portogruaro-Spal

10 Le immagini Lanciano-Spal

11 Botta e risposta Michele Paramatti DI DEBORAH MAZZOLENI

12 L’intervista Marco Zamboni DI ALESSANDRO ORLANDIN

14 Amici Miei Andrea Messersì DI ROBERTO LABARDI

16 Il vivaio A CURA DELLA REDAZIONE

17 Il personaggio Mario Resca DI NICOLA “DELEZ” DE LEONARDIS

18 L’inchiesta Casa Bazzani DI SERGIO RAVANI

20 L’avversario Il Verona DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

22 La trasferta Reggiana DI DIEGO STOCCHI CARNEVALI

24 Qui Paolo Mazza Spal-Verona

Trib. di Ferrara n. 1/2009 del 19/01/2

lo Spallino

Sommario

Con la produzione di energia fotovoltaica vent’anni di serenità per la Spal

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3L’INTERVENTOLuciano Masieri

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Tornai da Bellaria contento, avevamo vinto uno a zero una diffi cile partita, ma la contentezza era mitigata da un dolore intenso che proveniva dalla caviglia sini-stra uscita malconcia dopo un violento contrasto con un avversario. Il giorno dopo, accompagnato dal mitico Adami, mi recai al S. Anna per una radiografi a il cui esito fu inappellabile: distorsione tibio-tarsica. Il rimedio consistette nella riduzione dell’articolazione con un’appa-riscente ingessatura che arrivava fi no al ginocchio. Qualche giorno dopo mi feci accompagnare da mio fratello al centro di via Copparo per assistere all’allena-mento dei miei compagni. Al mio arrivo, l’indimenticato dottor Montagna mi chie-se notizie sulla gravità dell’infortunio. Sentendo che l’ortopedico mi aveva pre-scritto l’ingessatura per venti giorni, andò su tutte le furie. “Scherzi, venti giorni di

Mazza, Montagna, Adami...

AMARCORDdi Natale Patria

Ferrara, 25 Aprile 1971 – SERIE C

SPAL-IMOLA 2-0

SPAL: Marconcini, Cariolato, Vecchiè, Malatrasi, Mo-retti, Asnicar I°, (Molinari), Donati, Del Neri, Musiello, Miorandi, Marongiu. IMOLA: Ciccarelli, Lodetti, Ricci, Govoni (Amadori), Montuschi, Mazotti, Luchitta, Andreoli, Mazzoli, Rubi-nato, Zini. Arbitro: Sgherri di Grosseto. Marcatori: Donati. Asnicar I°.

Dopo essere stata beffata dalla Massese per la promo-zione in serie B nel campionato 1969-1970 (la SPAL giunge seconda), si riparte nel 1970-71 per una nuova avventura, tra i colori biancazzurri si vedono molte facce nuove e prima fra tutte quella dell’allenatore, Cesare Meucci, a quanto pare un vero e proprio por-tafortuna per le squadre che l’hanno avuto alla guida tecnica. La tifoseria è in fermento, serpeggia la sicu-rezza di raggiungere la serie B, facendo un boccone delle avversarie. Dalle prime battute appare chiaro che la lotta per la promozione è ristretta a due squadre: Spal e Genoa. Entrambe, pur con una certa diffi coltà nell’ingranare la marcia da protagonista, fanno lenta-mente il vuoto attorno a loro, nonostante incorrano in battute d’arresto sconcertanti. Ma ancora una volta i biancazzurri non riescono a sfruttare le condizioni che di domenica in domenica si prospettano loro. Il Genoa, infatti, si fa spesso irretire fuori casa e subisce anche qualche clamorosa sconfi tta. La Spal, per contro abba-stanza in luce fuori casa, sul proprio campo regala pun-ti a tutti. Ancora una volta la nota stonata della squadra sono le punte, vedi Medeot, Dossena, Gambin, Asnicar, Longo. Incontri dominati largamente sul piano del gio-co e della tecnica non trovano il giusto premio della rete per l’incapacità dei nostri attaccanti di risolvere le situazioni favorevoli. Nonostante questo, la Spal giunge a fi ne campionato con un bottino di ben quarantadue reti, un primato per il suo girone. I gol però portano le fi rme di difensori al punto che il capocannoniere sarà Cairoli. Oltre all’inconsistenza delle punte, comunque, alla Spal, o meglio, ai suoi conduttori, si rimprovera di non avere mai cercato di presentare una fi sionomia della squadra che fosse sempre uguale per tre o quattro partite di seguito. L’allenatore Meucci che, appena arrivato, ricordava di avere portato in B squadre che, oltre agli undici gio-catori titolari, non avevano altri giocatori da prima squadra, giunto alla corte spallina non mantiene le sue abitudini, tanto è vero che ogni domenica il volto della squadra presenta qualche aspetto nuovo. Ovvie quindi anche le diffi coltà dei giocatori di trovare un minimo d’intesa e di gioco corale. Il duello con il Genoa pro-segue sino all’ultima di campionato. I grifoni, però, si guardano bene dal perdere anche le battute decisive, lasciando ancora una volta i biancazzurri con la delu-sione di non aver centrato la promozione per il secondo anno consecutivo.

di Luciano Masieri*

gesso, tu non hai idea di quanto il musco-lo della gamba ti vada giù, ma soprattut-to di quanto tempo ti servirà in seguito per riprendere la condizione; Adami vai a prendere delle forbici che togliamo il gesso a Masieri”. Con mio grande stupo-re e qualche perplessità, Adami mi tolse il gesso non senza qualche inconveniente a causa dell’inadeguatezza dell’attrezza-tura. Ma non era fi nita lì. Il dottor Mon-tagna pretese che mi cambiassi e che andassi a corricchiare su uno dei campi del centro di addestramento per testare, a suo dire, l’evoluzione dell’infortunio. Zoppicante, uscii dallo spogliatoio tutto teso a cogliere le sensazioni che prove-nivano dalla caviglia quando mi sentii chiamare. “Masieri vieni qua”. Mi girai e, con mio grande stupore, mi accorsi che a chiamarmi era proprio lui, il Presidentis-simo, Mazza in persona. Non ero stupito di vederlo a bordo campo, lui era sempre presente agli allenamenti, ma quello che mi sorprendeva maggiormente era che mi conoscesse. In mezzo a tanti ragazzi sapeva chi ero e conosceva nei dettagli ciò che mi era successo. Scambiammo poche battute sui tempi di recupero e ci salutammo. Tornai alla mia corsa con la netta impressione che la caviglia mi fa-cesse molto meno male di prima.

* Assessore allo Sport del Comune di Ferrara

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ghi offrono le loro prestazioni per compensi bassi, senza garantire un buon livello di pro-fessionalità”.E le società preferiscono affi dare i propri giocatori a preparatori improvvisati, pur di risparmiare?“Nei dilettanti succede di frequente: il titolo quasi non viene richiesto. Tra i professionisti ci si attiene di più al regolamento, che per ora, però, vige solo per i campionati di serie A e B. Considera anche che, fi no a qualche anno fa, i preparatori atletici provenivano da

altri sport e fi nivano con l’applicare al pallo-ne metodologie di lavoro inadeguate. Quando Dolcetti mi ha scelto, è stato proprio perché conoscevo bene il calcio e le sue problemati-che. Devi sapere che un calciatore è diverso dagli altri atleti, per motivi di ordine sia fi sico che psicologico”.Partiamo dai motivi legati al fi sico. “Un calciatore fa uno sport di squadra e non puoi allenarlo puntando solo su una qualità specifi ca. Il tuo bersaglio deve essere più am-pio e interessare diverse variabili fi sico-moto-

Martedì, resistenza. Mercoledì, forza. Giove-dì, di sicuro non gnocchi, gran brutta zavorra per muscoli e articolazioni. Più probabile il tapis roulant o il percorso a stazioni, corona-ti al massimo da un gelato alla frutta. Maga-ri torna buona anche per la prova costume, la ricetta del “prof”. Per ora è senz’altro un toccasana per i calciatori. Che passando per le sue mani, si ritrovano più tonici, meno vulnerabili agli infortuni e ancora in piedi al novantesimo. Risultati che non sono passati inosservati a Pozzi & co., tanto da cooptare Lidio Melis anche per la preparazione atletica del vivaio biancazzurro. Ovvero il futuro della Spal. Quello che il prof vorrebbe iniziasse con la lettera B. Non quest’anno, quasi certamen-te, ma il prima possibile.Com’è nata la tua consulenza alle giova-nili della Spal?“La società sta portando avanti un progetto ad ampio spettro, al tempo stesso ambizio-so e graduale, come dovrebbero fare tutti i club che non hanno disponibilità economi-che illimitate. L’obiettivo è quello di costruire un bacino da cui attingere giocatori, sia per impiegarli in prima squadra sia per venderli e rimpolpare le casse. Abbiamo già qualche ragazzo interessante, come testimoniano le visite degli osservatori di alcune squadre di alto livello”.Tu sei l’elemento di raccordo tra la socie-tà e i tecnici spallini?“Diciamo che sto cercando di promuovere una maggiore attenzione alla pianifi cazione del lavoro. All’inizio mi sono confrontato con i singoli allenatori delle diverse categorie, mentre oggi gli incontri li coinvolgono tutti insieme”.E di cosa parlate?“Di metodologie che valorizzino la resistenza, la forza e le altre caratteristiche che un calcia-tore deve possedere. Poi c’è il risvolto prati-co, a cominciare dai test d’ingresso e dall’ana-lisi della massa muscolare e di altri parametri, per impostare carichi di lavoro mirati”.Dove hai imparato a procedere in questo modo?“La mia formazione è cominciata quando ero un calciatore dilettante. Avevo un ruolo di tre-quartista fantasista e il mio piede era discre-to, anche se non correvo granché”.Proprio tu che fai galoppare gli altri!“Infatti! Ottenuto il patentino di allenatore di base, ho allenato nel settore giovanile per dieci anni. Con l’Atletico Arbus di Iglesias ho anche vinto due campionati. Ma mi interessa-va di più qualifi carmi in preparazione atleti-ca, per occuparmi di giocatori professionisti. Quindi mi sono diplomato all’Isef e in Scienze Motorie, fi no alla specializzazione a Covercia-no”.Un curriculum come il tuo è la dotazione minima per lavorare a certi livelli o rap-presenta un’eccezione?“Non è la norma, purtroppo. Molti miei colle-

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rie: velocità, rapidità di lettura delle situazio-ni, capacità di reazione, resistenza. E poi devi tener conto delle caratteristiche di ciascuno. Non puoi far fare a tutti le stesse cose. Il futu-ro del calcio è la specializzazione del singolo al servizio della squadra”.Dover impostare un allenamento diverso per ognuno sembra un bel dispendio di energie e di tempo.“Per questo ragioniamo per categorie. Puoi avere a che fare con dei “cursori”, dotati di molta resistenza e forza fi sica, come Quinta-valla o Schiavon. Dal punto di vista delle qua-lità atletiche, Eros è il giocatore più comple-to della Spal. Poi ci sono quelli veloci, come Valtulina. O i “fi sici”, tipo Bazzani, Cipriani e Zamboni.E dal punto di vista psicologico?“In un campionato come questo, con tanti alti e bassi, un calciatore può perdere fi ducia

in se stesso, avere paura di sbagliare. Fino a commettere errori anche in frangenti sempli-ci, non problematici. L’aspetto dell’autostima è fondamentale sul terreno di gioco e può es-sere rafforzato, temprato da una preparazio-ne equilibrata”.Che tradotto in fl essioni e piegamenti, cosa signifi ca? “Lavorare sulla forza, ad esempio. Sul poten-ziamento muscolare non solo delle gambe, ma anche del tronco e del bacino, per soppor-tare il dinamismo degli arti inferiori. Allenare per la prestazione va bene, ma bisogna anche prevenire gli infortuni. Questo è un caposal-do della mia fi losofi a. Non posso consegnare all’allenatore un giocatore destinato a farsi male”.Misuri l’effi cacia dei tuoi metodi?“Le statistiche documentano una riduzione degli infortuni stagionali. E molti calciatori

sono migliorati dal punto di vista muscolare. Penso a Cabeccia, che seguo da tre anni. I ra-gazzi sanno cosa voglio e hanno ormai impa-rato qual è l’impostazione giusta, la sequenza corretta degli esercizi”.Insomma, una squadra diligente. Di soli-to che compiti assegni?“Dipende dai giorni. Il martedì lavoriamo sulla resistenza, per migliorare la tenuta fi no al novantesimo e il recupero. Nella seconda seduta del mercoledì, invece, ci prepariamo sulla forza e rimaniamo in palestra. Poi ci concentriamo sulla forza esplosiva, veloce. Segue il percorso a stazioni, in campo”.Come ogni preparatore atletico che si ri-spetti, anche a te è toccato l’appellativo di “prof”. Che tipo di insegnante sei?“Credo che conti soprattutto saper entrare in sintonia con la squadra, instaurando un dia-logo, un confronto diretto, un interscambio

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continuo. Da me i ragazzi ricevono risposte, spiegazioni. Li seguo, li correggo. Divento un po’ un’enciclopedia da sfogliare. Cerco di non essere autoritario e di motivare sempre le mie scelte”.Prima hai citato Aldo Dolcetti: con lui hai condiviso anche due importanti esperien-ze all’estero.“Dal 2005 al 2007 sono stato preparatore all’Honved di Bucarest, che Dolcetti allenava, nella serie A rumena. Poi, dopo la C2 col Tor-res, Aldo mi ha di nuovo voluto nel suo staff al Mtk di Budapest, ancora in A. Per certi aspet-ti, Ferrara mi ricorda la parentesi in Romania: nei tifosi spallini ho ritrovato lo stesso l’entu-siasmo che c’era là. Il primo anno all’Honved è stato esaltante e, alla fi ne del girone di anda-ta, i capi delle tifoserie sono entrati in campo e mi hanno messo le loro sciarpe al collo. Ci seguivano ovunque: amichevoli, allenamenti, trasferte. Nei cori, hanno continuato a scan-dire il nome di Dolcetti anche dopo la nostra partenza e alcuni mi chiamano e mi scrivono tuttora”.Quello della preparazione atletica è un campo che va soggetto a mode? Tu come ti tieni aggiornato?“Finora ho fatto riferimento a diversi autori. Le scuole francese e norvegese mi hanno dato molto sul tema della potenza aerobica. Poi ho cercato di fare una sintesi di metodologie di-verse, mettendo a frutto anche ciò che ho im-parato quando facevo l’insegnante”.Sei stato un prof sul serio?“Ho insegnato educazione fi sica per dieci anni, nelle scuole medie e superiori di Caglia-ri e provincia. In seguito, ho fatto l’assistente all’Isef e il relatore a diversi congressi. Anche all’Università di Ferrara, con Simone Follet-ti. Che fa il preparatore del Cagliari, ma è di Ferrara...”.Nessuno è profeta in patria, a quanto pare!“Comunque hai ragione: come altri sport e la fi tness, anche il calcio rincorre spesso le ul-time tendenze. Mentre un professionista do-vrebbe fare esperienze personali di fi siologia dell’esercizio. Io mi aggiorno su riviste, libri, internet, ma cerco di non diventare schiavo delle mode. Che per me, se te ne appropri senza re-interpretarle, denotano solo man-canza di personalità”.Nel tuo lavoro entra anche la musica?“Sì, è utilissima sia negli allenamenti sia nel pre-partita. Il rap e l’hip hop possono servire ad aumentare l’intensità delle sedute. Penso ai Black Eyed Peas, a Eminem. O a pezzi sto-rici, come “Eye of the tiger” dei Survivor o “The fi nal countdown” degli Europe”.Saccheggi le colonne sonore di Rocky! Per restare in tema: quella di Balboa è una parabola costellata di fallimenti e rinascite. Che bilancio faresti della tua carriera fi n qui?“Mi sento soddisfatto. Anzi, un privilegiato.

Anche se il fatto di dover tenere la valigia sempre pronta qualche sacrifi cio lo compor-ta. Vivendo lontano da casa, non ho potuto salutare mio padre prima che morisse e ho saputo che non c’era più un’ora prima della partita con il Marcianise. Girava sempre con una mia foto dei tempi dell’Ungheria e la mo-strava a tutti! In ogni caso, lo spirito di adat-tamento non mi è mai mancato e soffro meno di altri di “sardità”.Pensavi al calcio già da bambino?“Ero un grande fan di Zico, di Rivelino e di altri brasiliani straordinari. Per non parlare di Gigi Riva, cagliaritano come me. E ho avuto la fortuna di fare alcuni incontri determinanti, come quello con Gigi Piras, ex-attaccante del Cagliari dello scudetto”.Fin qui il passato. E nel tuo futuro cosa c’è?“Spero di continuare con la mia professio-ne! Come Roberto Sassi, che va verso i ses-sant’anni ed è ancora in campo. Io non sono più giovanissimo, ma fare il preparatore mi fa sentire vivo, legato alle dinamiche della squa-dra, trascinato negli eventi. Anche lo stress mi dà l’adrenalina. Dopo tutto dipende da come vivi la tua età, da come ti rapporti agli altri, da quanta passione metti nelle cose. Se non hai più niente da dire, devi smettere”.Proseguire con la preparazione atletica è la tua sola ambizione?“Sembrerà che lo dica per la piazza, ma vorrei andare in B con la Spal”.Ormai non quest’anno…“Ferrara è una realtà importantissima nel pa-norama calcistico italiano e non sono il solo a dirlo. Anche a Cagliari ci sono tanti supporter spallini. Tra l’altro qui, per tre anni, ha giocato un grande cagliaritano: Tino Idini. E ora an-che i miei fi gli tifano per la Spal”.A proposito: la tua famiglia è rimasta in Sardegna.“Per adesso sì. L’ultima volta che ci siamo visti, mio fi glio Riccardo, che ha otto anni, mi ha mostrato orgoglioso la fi gurina della Spal, per il suo album. Invece Alessandro, il più piccolo, un giorno che passeggiavamo per Ferrara si è trasformato in un mini ultras e si è messo a gridare: “Siamo noi la Pal!”. Sai, gli mancava ancora la “esse”…”.Credi che verrai riconfermato?“Posso dirti che alla Spal sto bene. Ci sono persone competenti, che vogliono realizzare cose importanti. Proprio oggi ho detto a Egi-dio che vedo un gruppo tranquillo, mai super-fi ciale, capace di grande concentrazione, con cui si può lavorare bene e puntare a obiettivi alti. Capitano anche annate come questa, in cui raggiungere la salvezza è già un succes-so. Ma non lo consideriamo certo un risultato appagante. Semmai è il punto da cui riparti-remo”.

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8 LE IMMAGINI Spal-Pescina VdG

SPAL 0PESCINA 0

In alto a sinistra,il direttore Pozzi infuriato conil pessimo arbitroma forse anche con i suoi giocatori.

Sempre in alto ma a destra,Capecchi salva i suoiintuendo il rigoreche poteva costarela sconfi tta.

Sotto,il numero unofesteggiatodai suoi compagni.

Accanto a sinistra,anche Notaristefanodiscute per il pessimo arbitraggio del match.

Sotto a destra,Alessandro Bratti...si legge su Lo Spallino

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PORTOGR. 1SPAL 0

A sinistra, la panchina biancazzurrae qui a destra Giacomo Cipriani.

Sotto,il fortunoso goldel Portogruaro e i tifosi spallini presenti anchenel luogo“maledetto”.

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10 LE IMMAGINI Lanciano-Spal

LANCIANO 1SPAL 3

(Foto gentilmente concesse daLa Nuova Ferrara)

A sinistra,l’abbraccioliberatorio e fi naletra Paolino Rossi e mister Notaristefano.

A destra,una delle parate decisive di Luca Capecchie, più sotto,la panchina della Spal abbraccia Rossi dopo il gol del vantaggio.

Sotto,la solita rappresentanza dei tifosibiancazzurri e la “scalata” dei giocatori spalliniper regalare la meritata maglia ai supporters ferraresi.

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Il mitico terzino biancazzurro, quel gol in rovesciatagli infortuni, i tifosi spallini, il fi glio calciatore e…

Gioca bene gioca maleParamatti in Nazionale

di Deborah Mazzoleni

Che osa ti chiedevano i tifosi prima delle partite?“L’unica cosa che conta nel calcio… la vitto-ria!”Come festeggiavi la vittoria di un derby?“Nello stesso modo in cui festeggiavo le altre partite… con un po’ di soddisfazione in più però!”.La peggiore esperienza da calciatore…“Senza dubbio gli infortuni”.Ci sono ancora le bandiere nel calcio?“Potrebbero ancora esserci ma gli interessi societari da una parte e la sana ambizione del giocatore a migliorare la propria posizione, di categoria ed economica, molto spesso non coincidono”.Descrivi il tifoso ferrarese.“Caldo e trascinatore”.Hai mai insultato un arbitro?“Eh sì, l’ho fatto!”.Se l’allenatore non ti faceva entrare in campo che cosa gli dicevi?“Una volta ho rifi utato di andare in panchina, poi sono maturato e i giorni successivi alla partita mi impegnavo ancora di più per metter-lo in diffi coltà nella scelta”.Ma in realtà che cosa pensavi?“Ho sempre desiderato giocare anche quando ero acciaccato o infortunato”.Qual è il calciatore della Spal che rimor-chiava di più?“… Avevamo tutti la macchina, nessuno il ca-mion!”.Sei mai stato un ultrà?“Non ne ho avuto il tempo!”.Che consiglio puoi dare a tuo fi glio che gioca a calcio?“Gli consiglio di divertirsi e di impegnarsi sem-pre al massimo, solo così si può migliorare”.Se ti dico Coppa Intertoto e Sampdoria cosa ti viene in mente?“Un gol pazzesco in rovesciata! Un mix di acrobazia, azzardo e fi uto del gol”.C’è stata mai un’esultanza che ti ha creato problemi?“Ho avute alcuni problemi con la mandibola, dopo un urlo liberatorio non riuscivo più a chiuderla!”.Che differenza c’è tra il calcio italiano e quello inglese?“Il calcio inglese è molto più fi sico anche per-ché gli arbitri sono permissivi. E poi ha un sa-pore particolare dovuto agli stadi e alla cultura sportiva differente dalla nostra”.Ce la faresti ancora a giocare novanta mi-nuti senza sostituzione?“Per una partita credo di sì… ma poi dovrei stare ai box almeno un paio di mesi!”.Hai paura delle sfi de?“Assolutamente no, mi stimolano!”.Se potessi tornare indietro rifaresti tut-to?“No, altrimenti l’esperienza a cosa serve?”.

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12 L’INTERVISTA Marco Zamboni

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Diretto, sincero, tostoCapitan Zamboninon si smentisce maiDalla squadra della sua città(“Per la B vedo favorito il Pescara”) al Portogruaro(“Meglio che non dica quelloche penso di loro”) Zambo carica i suoi per questo fi nale di stagione“Abbiamo fatto troppi pareggi e con un’andata diversa chissà dove saremmo... Ci salveremo di sicuro perché possiamo vincere contro qualsiasi avversario” Sul suo futuro a Ferrara“Io sono disponibilea restare...”

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E se fosse proprio la Spal a rovinare la festa del Verona lanciato verso la B? Per di più con un capitano veronese a guidare i biancazzur-ri... Ipotesi affascinante per i tifosi spallini che sperano che la propria squadra possa diven-tare giudice della corsa promozione dei rivali veneti. Capitan Marco Zamboni però predica calma e dice la sua. “L’Hellas la festa se l’è rovinata da sola, met-tendosi nei guai nelle ultime settimane arri-vando persino a essere contestata dai propri tifosi. Conosco bene l’ambiente e so che stan-no vivendo un momento diffi cile: noi dovremo essere bravi ad approfi ttarne al meglio”.Originario come sei di Verona, senti parti-colarmente questa partita? “Direi di no, ormai mi è capitato tante volte di incontrare la squadra della mia città da av-versario ed è diventata una partita come tante altre. Se la sento è più perché voglio vincerla con la maglia che indosso attualmente, ma non cambia molto rispetto ad altre gare”.Sulla sponda Hellas ci sono tifosi che ti rimproverano i trascorsi al Chievo, agli albori della tua esperienza di calciatore.“Davvero? È una cosa che mi suona comple-tamente nuova. Comunque ero molto giovane (correva l’anno 1995), sono percorsi che in una carriera ci possono stare. E poi i tifosi del Ve-rona sono così tanti e particolari che è com-prensibile ci sia qualcuno che abbia da ridire anche su questo (sorride)”.Tornando agli affari di casa Spal: quanto è stata importante la vittoria di Lanciano?“Molto, soprattutto visti gli altri risultati della giornata. Sapevamo bene di dover fare punti pesanti, se avessimo perso sarebbe stato un gigantesco problema. Ora ci siamo messi alle spalle un buon numero di squadre e possiamo lavorare con un pizzico di tranquillità in più in vista degli ultimi impegni”.Il calendario riserva ancora molte insidie, quali sono le tue sensazioni su questa vo-lata fi nale?“Da parte mia posso dire che la Spal si salverà per certo, su questo non c’è il minimo dubbio. Poi, stiamo vedendo tutti quanto questo cam-pionato sia equilibrato: nelle prossime quattro giornate può succedere veramente qualsiasi cosa. Siamo una squadra in grado di vincere con tutti da qui alla fi ne”.La grande incertezza a ogni livello della classifi ca ha spinto i critici a parlare di occasione persa: la quota playoff sem-brerebbe essere particolarmente bassa quest’anno.“È verissimo, infatti questo è un grande ram-marico per tutta la squadra: abbiamo perso troppi punti, soprattutto nel girone di andata. Se guardiamo alla classifi ca ci accorgiamo di aver fatto quattordici pareggi, decisamente troppi. Basta pensare a cosa sarebbe potuta essere la nostra annata con soli quattro o sei punti in più per provare una certa frustrazio-ne”.

Con lo striscione del traguardo ormai in vista, chi vedi favorito per la promozione diretta in serie B?“In questo momento mi verrebbe da dire Pe-scara, perché tra le squadre davanti mi sembra quella più attrezzata, anche se il Portogruaro non smette di stupire”.Incredibile la corsa dei granata...“È meglio che non mi esprima su di loro, potrei dire cose poco corrette…”.Prima hai citato il girone d’andata, quan-do la contestazione alla squadra colpì an-che te. È stato diffi cile sopportare certe critiche pesanti che ti sono state rivolte?“Non ho sofferto particolarmente, però mi hanno fatto incazzare alcune insinuazioni che di vero non avevano proprio nulla, peraltro fat-te dopo una partita giocata in maniera impec-cabile. Da lì siamo stati bravi tutti a reagire con lo spirito giusto e a raddrizzare una stagione che si stava mettendo male”.Ora con i tifosi sembra essere tornato il sereno, in tanti sperano di vederti ancora al centro della difesa nella prossima sta-gione, nonostante il contratto in scaden-za.“Eh, mi fa piacere. Però non è un aspetto che

dipende solo da me: sia il direttore Pozzi sia il presidente Butelli conoscono la mia disponibi-lità a rimanere qui, quindi… vedremo cosa ci riserverà il futuro”.Di norma in questo periodo i cellulari dei giocatori in scadenza squillano spesso: qualche altra società si è fatta viva con te?“Ho ricevuto qualche proposta a gennaio, ma di lì in poi nessun contatto. In un momento economico del genere non si muove nessuno, il periodo di cui parli tu fa parte di altri tem-pi…”.

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14 AMICI MIEI di Roberto Labardi

Questa intervista all’aladegli anni d’oro è un’anticipazionedi una rubrica che occuperà queste pagine l’anno prossimoRoberto Labardi chiacchieracon i suoi tanti ex compagnidi una carriera non soltanto spallina. Cominciamo da Andreaincontrato alla seratadegli Spallinati in onore di Gibì Fabbri. Lo chiamavanoAnca sbilenca: “Dopo una vita mi sono fi nalmente operato e ora sto bene. Seguo sempre la Spal perché a quei colori sono legati i miei ricordi più belli”

Vola ancoraMessersì!

La festa organizzata dagli Spallinati per il compleanno del nostro maestro G.B. Fabbri, è stata l’occasione per rivedere alcuni dei miei amici spallini. C’era il “Lancio” (capel-li ormai bianchi “sale e pepe come Richard Gere” dice lui!) con la solita carica e simpatia; c’erano “Billone” Mangoni, i “ferraresi” Bre-scia e Servidei. E poi c’era lui, l’aletta, lalàlla, Anca sbilenca... insomma Andrea Messersì, o Mèssersi, come lo chiamava Gibì. Asciutto e in gran forma, sembra di nuovo pronto per vo-lare sulla fascia. Vola Messersì, cantava il Pa-olo Mazza! Quella con Andrea non è una vera e propria intervista, quelle le lascio a Daniela Modonesi. E’ una chiacchierata tra amici che si rivedono sempre con enorme piacere. Ti trovo tirato a lucido, Andrea! “E’ per via della recente operazione all’an-ca, non pensare che abbia davvero voglia di tornare a giocare! Dopo anni di sofferenze ho fi nalmente avuto l’intervento di protesi dell’anca. Ora sto bene, mi sento davvero ri-nato ma devo mantenermi in peso forma. E’ la condizione necessaria per non avere pro-blemi post-operazione”. L’ultima volta che ci siamo visti è stato per il Centenario. Prima c’erano state tante cene, tante rimpatriate. Ed in ogni occasione, l’impressione di tutti è che il nostro gruppo fosse davvero speciale. Cosa ne dici?

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15AMICI MIEIdi Roberto Labardi

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“E’ vero. Questa festa poi è ancora più impor-tante perché riguarda il nostro allenatore al quale tutti siamo affezionati. Il nostro è stato, da subito, un gruppo molto unito e le vittorie lo hanno consolidato. Ora ci vediamo un po’ di meno ma l’affetto tra di noi resta sempre lo stesso”. Domanda di rito: segui la Spal? “Certo che sì, anche se dai giornali. Quando c’era Andrea Mangoni, e poi ci sei stato an-che tu, seguivo con maggiore attenzione. Poi seguo i miei ex compagni che sono rimasti nel mondo del calcio. Mezzini, per esempio. Sono davvero contento del suo ritorno a Udi-ne, d’altronde Marino è un bravo allenatore e Massimo, insieme a lui, farà sicuramente tan-te belle esperienze”.Tra gli ex compagni spallini, con chi sei rimasto più a contatto? “Con le famiglie Mangoni e Mezzini, vista l’amicizia che lega le nostre mogli. D’altron-de, negli anni trascorsi insieme a Ferrara, abbiamo condiviso tanti momenti grazie ai nostri fi gli che sono quasi coetanei”.A proposito di “Mezzo” e “Mango”, non possiamo certo non menzionare le nostre vacanze alla Valtur, a metà degli anni ’90... “Già! Che risate. Oltre a noi c’era anche Gior-gio Zamuner. Sono stati giorni davvero belli. Mi ricordo che Mangoni era un po’ l’organiz-zatore, il “Filini” della situazione! Ma sei tu, Robi, la memoria storica del gruppo, quello che si ricorda tutto!”.Allora ti rinfresco la memoria: ti ricordi quando abbiamo fatto incazzare Zamuner e lui è stato un giorno intero in mezzo al mare a prendere il sole su una sedia?“E’ vero! Ma poi è arrivata l’alta marea ed è dovuto per forza tornare a riva, sennò affo-gava!”.E poi c’erano gli sport da villaggio... Noi tutti a fare canoa, beach-volley, calcio e tu... tiro con l’arco! “Ancora con questa storia del tiro con l’arco! Mangoni la tira fuori ogni volta! Che ti devo dire, mi piaceva. E’ una disciplina che richie-de calma e silenzio. Mi rilassava tirare frec-ce!”. A proposito di frecce... pensa che stra-no, tu così calmo e riservato nella vita, eri una saetta quando scattai su quella fascia. Che accellerazioni, che cambi di direzione... E che assist! Mezzini ti do-vrebbe fare un monumento! “E chi te lo dice che non l’abbia fatto? Scherzi a parte, io sono un tranquillo di carattere e questo mi ha insegnato a non esaltarmi né a deprimermi”.La tua calma l’abbiamo vista tutti in oc-casione del tuo bellissimo gol contro il Vicenza, nell’anno della promozione in serie B. L’avessi fatto io, quel gol, avrei fatto dieci giri di campo!“Io non sono uno da grandi esultanze ma l’emozione fu davvero forte. Quello resta uno dei momenti più intensi della mia carriera”.

A proposito di carriera, tu appese le scar-pe al chiodo, hai scelto un altro mestie-re, l’assicuratore. Il calcio non ti piaceva più? “All’inizio del mio dopo carriera avevo colla-borato con Giovanni Botteghi, facendo l’os-servatore per lui. Poi ho anche allenato le gio-vanili del Fano ma non è stata una esperienza positiva. C’era poca organizzazione e volontà di fare le cose seriamente. Pensa che abbia-mo giocato quasi tutto l’anno senza portiere, dovevo utilizzare gli altri ragazzi a rotazione. Fare calcio così non mi interessa”.Chiudiamo questa chiacchierata con tuo pensiero a ruota libera, sulla Spal e su Ferrara...

“A Ferrara torno davvero sempre volentieri. E ti devo dire che la trovo sempre bella! Il cen-tro, le biciclette... La Spal invece rappresenta l’ultima vera squadra in cui ho giocato ma an-che quella che mi ha regalato delle emozioni davvero uniche. D’altronde con quello stadio sempre pieno, la Curva Ovest, dei compagni di squadra fantastici non potrebbe che essere così. Per questo porto la città e la squadra di Ferrara sempre nel mio cuore”.E il tuo, Andrea, è un cuore grande. Vola Mes-sersì!

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Page 16: LoSpallino n.16

16 IL VIVAIO gli spallini di domani

BERRETTI

Verona 62; Rimini 59; Bassano Virtus 46; Reggiana 44; Spal 41; San Marino 38; Cro-ciati Noceto 36; Portogruaro S. 35; Sambo-nifacese 27; Ravenna 26; Itala San Marco 21; Bellaria IgeaM. 20; Sacilese 17; Giaco-mense 16. ALLIEVI NAZIONALI

Parma 51; Prato 47; Reggiana, Bologna 43; Modena 42; Piacenza 41; Spal 39; Sassuo-lo 36; Lucchese Libertas 30; Mantova 26; Esperia Viareggio 20; Carrarese 19; Spezia 18; Giacomense 8.

ALLIEVI REGIONALI

PROFESSIONISTI

Cesena 47; Parma 41; Crociati Noceto 34; Modena 29; Ravenna, Reggiana 27; Bolo-gna 26; Sassuolo 23; Spal 20; Fed. Samma-rinese 18; Bellaria Ig.M. 17; Giacomense 3.

GIOVANISSIMI NAZIONALI

Empoli, Fiorentina 74; Livorno 52; Bologna 49; Parma 48; Modena 39; Reggiana 36; Pra-to 35; Grosseto 34; Spal, Esperia Viareggio 33; Lucchese 28; Spezia 24; Sassuolo 15; Carrarese 14; Giacomense 3.

GIOVANISSIMI REGIONALI

PROFESSIONISTI

Cesena 54; Parma, Piacenza 46; Reggiana 41; Bologna 36; Crociati Noceto 34; Sas-suolo 31; Rimini 30; Bellaria Ig.M. 26; Fed. Sammarinese 25; Modena 23; Spal, Raven-na 20; Giacomense 4.

GIOVANISSIMI REG.LI FASCIA B

Piacenza, Reggiana, Parma 30; Sassuolo 29; Modena 22; Rimini 21; Cesena 16; Spal

14; Ravenna 12; Crociati Noceto 9.

LE CLASSIFICHE

I piccoli eroidel Cancea cura della redazione

Grandissima fi gura dei ragazzini classe 2000 allenati da Cancellato. In in un torneo a Verona battono il Sud Tirol e pareggiano contro il Chievo ricevendo complimenti da tutti. Bene anche gli Allievi Nazionali di Arbusti ancora in corsa per i playoff. Stecca soltanto la Berretti di Beppe Brescia. In bocca al lupo a super Gollini per l’infortunio non grave subìto alla spalla

approfondimenti su www.lospallino.com

Finita la sosta per le festività pasquali, l’atti-vità delle Giovanili spalline ha ripreso a pieno ritmo. In copertina le due vittorie biancazzur-re nel doppio derby contro la Giacomense. Gli Allievi Nazionali di Fabio Arbusti han-no battuto con merito i pari età grigiorossi, allenati dall’ex Ruggero Ricci. Buona gara quella giocata dalla Spal, impreziosita dalla doppietta di Izzillo e dal sigillo di Diglio. Con questa vittoria, gli Allievi si collocano a quattro punti dalla zona playoff, con sole due gare da giocare, a Viareggio e contro la Reggiana al Centro di via Copparo. Sei punti saranno obbligatori per completare l’impresa. Nel derby giocato sul terreno di Quartiere, i Giovanissimi Regionali di Roberto Labardi hanno vinto 6-0 grazie alle segnature di Guer-riero, Salvatore e doppiette di Rizzato e Favaro. Da sottolineare le ottime prove di Fortini e Mastella. Brusco stop, invece, per la Berretti sul campo in sintetico di Rimini. Gran bella squadra, quella biancorossa, ricca di individualità interessanti e grande grinta. Per la Spal una prestazione un po’ sottotono, nonostante una prima parte di partita sostan-zialmente equilibrata. Da sottolineare che il portiere biancazzurro Righetti ha parato un calcio di rigore, limitando il passivo. Passan-do al campionato Giovanissimi Nazionali, sconfi tta con risultato tondo (2-0) dei ragazzi di Binotto sul diffi cile campo di Empoli. I to-scani si sono confermati una squadra di otti-mo livello, mettendo in diffi coltà dall’inizio la

retroguardia spallina. A complicare la situa-zione è poi arrivato l’infortunio del portiere Pierluigi Gollini (sub-lussazione alla spalla sinistra, venti giorni di stop), rimasto a difen-dere la propria porta ad onor di fi rma. Solo nel fi nale i biancazzurri si sono resi pericolosi ma prima il portiere avversario poi l’errore di mira di Neffati hanno compromesso la ri-monta. A proposito di infortuni: un grande “in bocca al lupo” a Giacomo Giovannini della Berretti. Brutta domenica quella passata da Massimo Albiero e la sua truppa, ospiti del Sassuolo. Infatti, dopo uno scontro testa-te-sta davvero spaventoso, sono rimasti a terra Albertini e un giocatore avversario. A subire il danno maggiore è stato proprio il giovane calciatore del Sassuolo e solo il pronto in-tervento effettuato da un medico presente all’incontro ha scongiurato il peggio. Partita immediatamente sospesa e rimandata a data da destinarsi. Per fortuna, dopo il ricovero in ospedale, il ragazzo si è ripreso anche se di questo incidente di gioco conserverà solo un brutto ricordo. Chiudiamo la nostra consueta carrellata parlando dei Pulcini 2000 allenati dal grande bomber dell’Ars et Labor Emanue-le Cancellato, che nel fi ne settimana di Pa-squa hanno partecipato a un Torneo a Verona, facendo davvero una gran bella fi gura. Prima hanno battuto il Sud Tirol e poi hanno pareg-giato, passando in vantaggio, addirittura con il Chievo (gol di Emanuele Gessi) fi nendo, al termine della competizione, al 4° posto.

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Page 17: LoSpallino n.16

17IL PERSONAGGIOMario Resca

Dottor Resca, allora è che anche dalla

“provincia” si possono scalare le mon-

tagne? Questo per dimostrare che anche

Ferrara sforna “fi gli” eccellenti...

“Assolutamente sì. Ne sono un esempio”.Ferrara fuori da ogni direttrice econo-

mica, con un tessuto industriale pratica-

mente inesistente. Abbiamo un tasso di

disoccupazione non da Emilia Romagna

ma da Mezzogiorno. Come fare per uscire

da questo empasse? Quali risorse sfrut-

tare?

“La carta vincente è quella di puntare sul ri-lancio del turismo culturale che Ferrara deve saper attrarre in maniera crescente. Bisogna fare della cultura il centro di un comparto che comprenda anche l’organizzazione di eventi, l’enogastronomia, le fi ere. Una fi liera produt-tiva che sappia coinvolgere tutto il territorio. Questo sarà possibile però solo a patto di va-lorizzare maggiormente i tesori artistici della zona, migliorandone i servizi e la fruibilità, compresa anche quella delle strutture ricet-tive”.A Ferrara ogni quanto ritorna? Che cosa

cambierebbe e che cosa manterrebbe?

“Torno nella mia città appena posso e co-munque meno di quanto vorrei fare. La bellezza a cielo aperto è la cosa che più di ogni altra contraddistingue Ferrara, quin-di vorrei che ci fosse maggiore tutela del paesaggio e del territorio, evitando bruttu-re edilizie e lottizzazioni indiscriminate”.La Spal è l’elemento fi sso che contraddi-

stingue la storia di Ferrara, specialmen-

te dal dopoguerra in poi. Lei ha qualche

ricordo o aneddoto? E’ stato (oppure è

tuttora) tifoso?

“Non seguo il calcio. Sono appassionato di ciclismo, ma avendo vissuto per molti anni all’estero ho sempre nutrito dell’affetto verso la squadra che rappresentava la mia città e in qualche modo la mia infanzia. Ricordo con af-fetto uno Spal-Milan di tanti anni fa, che mi portarono a vedere allo stadio. Perdemmo nel fi nale per 3-2 con un gol di Schnellinger, ma mi divertii comunque molto”.

Il manager spallinodi Nicola “Delez” De LeonardisIl manager, già a capo dei principali gruppi non soltanto tricolori

è ora il numero uno dell’arte italiana essendo Direttore Generaledel patrimonio artistico. Ferrarese e spesso di passaggionella sua città è la persona adatta per dare consigli a propositodi turismo e non solo: “Ferrara deve puntare forte sulla cultura”Per quanto riguarda la Spal i suoi ricordi sono lontani ma ancoravivi: “Non dimentico una partita con il Milan di tanti anni fa”

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LA CARRIERA

Mario Resca è nato a Ferrara nel 1945. Nella sua lunga e fulgida carriera è sta-to al vertice di numerosi gruppi indu-striali come McDonald Italia, Kenwood Italia, ItaliaZuccheri solo per citarne alcuni. E’ stato nominato pochi mesi fa Direttore Generale del Patrimonio Ar-tistico italiano.

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Page 18: LoSpallino n.16

18 L’INCHIESTA sesta puntata

Pensi ad Alessia Merz, e la mente va ai suoi splendidi occhi verdi, alla sensualità che l’ha resa un’icona della bellezza italiana, ma Ales-sia non è solo questo; soprattutto da quando la vita l’ha portata a scegliere di essere la moglie innamorata del centravanti spallino Fabio Ba-zzani, e la madre orgogliosa dei due bellissimi bambini nati dalla loro unione: Niccolò (3 anni e mezzo) e Martina (2). La nuova condizione di Alessia, non più a tempo pieno sotto i rifl ettori del mondo dello spettacolo, l’ha resa non solo più felice, ma ha anche arricchito la sua person-alità, aumentandone il fascino, fermo restando che la bellezza esteriore è sempre folgorante. Casa Bazzani-Merz è immersa nella quiete della campagna bolognese, e l’infl essione della parlata di Alessia lo conferma: “Prendo subito l’accento di dove sto. Mi è capitato a Milano, a Roma, e ora a Bologna”.Allora puoi dire che Bologna sia ormai la tua città?“Sì, senz’altro. Sono andata via da Trento per lavorare quando non avevo nemmeno diciotto anni. Prima di Bologna, la mia città era Roma, dove ho ancora la mamma e la sorella, e dove vado a Natale, a Pasqua, per i compleanni. Roma e Milano sono le città per lavorare, ma ora, qui a Bologna, abbiamo anche comprato casa”.Hai fatto un bel cambiamento: qualche rim-pianto?“La mia priorità è sempre stata quella di spo-sarmi, avere una famiglia, dei fi gli. Non sono la casalinga frustrata, come quelle di Desperate Housewives. Il mio lavoro non mi aspetta, ma

di Sergio Ravani

Alessia Merz ci racconta il suo rapporto incredibile con il centravanti spallinoDal primo incontroalla vita di tutti i giornidal lavoro sacrifi catoper stare vicino a Fabio e ai bambini a tante curiosità anche inedite sul mondo dello spettacolo e su quellodel calcio compreso il molto autocritico BazzaniIl resto è lo show del piccolosimpaticissimo Niccolò

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19L’INCHIESTAsesta puntata

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faccio ciò che mi va di fare. Ho perso qualche treno, ma non importa. L’amore persiste, ed è tanto quello che mi danno mio marito e i miei fi gli”.Com’è nata la tua storia con Fabio?“Ci siamo conosciuti il 20 giugno 2004 e ci sia-mo sposati dopo neanche un anno, l’11 giugno 2005. In mezzo ci sono stati l’Isola dei famosi, i suoi ritiri con la squadra e tante altre cose che ci hanno impedito di frequentarci tutti i giorni. Il primo incontro è stato un colpo di fulmine. Ero andata in Sardegna, ad uno di quei tornei di tennis vipparoli di Lele Mora. Venivo da una sto-ria negativa e mi ero detta: “Mi rilasso con mia sorella”. Alle 9 di mattina ho preso l’aereo, alle 9 di sera ho incontrato lui. A me piace l’uomo maschio, coi lineamenti pronunciati, gli zigomi sporgenti, il nasone: tutte caratteristiche che ho ritrovato in lui. C’è stato un incrocio di sguardi e io ho detto a mia sorella: “Questo mi frega”! Ti ricordi ogni minimo dettaglio! Poi cos’è successo?“Sono sempre stata appassionata di calcio, e sapevo chi era: c’era affi nità d’interessi. Il fatto che ascoltasse Ramazzotti mi ha fatto capire che, al di là dell’apparenza, è delicato, generoso, e i mix mi fanno impazzire! Dopo la settimana trascorsa insieme in Sardegna, è rimasto per me, sorprendendomi piacevolmente. Poi c’è stata la mia partecipazione all’Isola dei Famosi, che ci ha fatto sentire la mancanza reciproca e ci ha fatto capire ancora di più che volevamo stare insieme. Abbiamo deciso di sposarci il 2 novembre, quando sono tornata dall’Isola, al primo weekend dopo un mese e mezzo che non ci vedevamo”. La vostra relazione sta a smentire ciò che si dice comunemente delle unioni tra calcia-tori e donne dello spettacolo. “Calcio e spettacolo si assomigliano, con tante invidie. Quando dicevo che ci sposavamo, mi chiedevano: “Sei incinta”? e a chiederlo erano anche persone normali, non del mondo dello spettacolo, perché non credevano che ci vo-lessimo sposare per amore. Questo ti fa capire come sia sbagliata la percezione di certi valori”.Vorresti tornare a dedicarti più assidu-amente al tuo lavoro?“Dopo dodici anni di lavoro, ho avuto fortuna a fare una famiglia. Sono felice così, ho dei contratti di lavoro da rispettare, ma ora penso prima di tutto alla famiglia. I bimbi me li coc-colo, li cambio, non delego: voglio proprio fare la mamma, perché mi piace. Non ho l’assillo di tornare a fare quello che facevo, ma, quando i bambini saranno più grandi, riprenderò a dedi-care più tempo al mio lavoro”.

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Cosa ti piacerebbe fare?“Vorrei girare una fi ction: mi è sempre piaciuto recitare. Logisticamente, però, sarebbe un prob-lema, così come condurre un programma tutti i giorni”.Quando eri spesso in televisione ti avevano affi bbiato il nomignolo di “prezzemolina”. Ti dava fastidio?“M’imbestialiva, perché sembrava che chiamas-si io per andare alle trasmissioni: invece vai in onda se fai share”.Qualche tempo fa, Francesco Renga, com-pagno di Ambra Angiolini, con la quale hai condiviso l’esperienza di “Non è la Rai”, parlando della lunga assenza di Ambra dai teleschermi, disse che mandano in tv gente che non la sa fare, mentre ci sono persone che sanno stare davanti alla telecamera e non lavorano. Sei d’accordo?“Ambra era timidissima: qualche minuto prima di andare in onda ti stringeva la mano in cerca di conforto. Per qualche giorno l’ho sostituita facendo quello che faceva lei, e non era per niente facile. Lei ci metteva del suo, e non era semplice parlare mentre Boncompagni ti parla-va nell’auricolare. Si vedeva già che Ambra era brava: era impostata per fare l’antipatica. Per quanto mi riguarda, quando facevo un program-ma, per me era ok se dovevo essere sexy, ma l’immagine da oca non riuscivo ad accettarla, e non riuscivo nemmeno a fare la diplomatica perché proprio non lo sono. Ho perso qualche occasione perché i compromessi, nel mondo dello spettacolo, non sono solo andare a letto con qualcuno, e io non sono mai stata mallea-bile”. Tu, a differenza di altre tue colleghe, hai sempre detto sinceramente perché hai ac-cettato di posare per dei calendari sexy. E’ stato poi diffi cile affrancarsene?“Sì, lo è stato. Ho condotto Sanremo Giovani, Meteore (per due edizioni), e tante altre cose, ma non si pensa a questo. In Italia non puoi scambiare i ruoli: o fai ridere, o sei sexy, e via di questo passo. Tuttavia, non rinnego niente di ciò che ho fatto. Ho sempre detto di aver fatto i cal-endari perché mi hanno dato una barca di soldi: non sono come quelle che dicono di averlo fatto per il contenuto artistico. Sono sempre stata coerente, sincera, e a volte questa schiettezza la paghi”.Sei una grande appassionata di calcio: puoi dire di esserne anche un’intenditrice?“Dal mio punto di vista posso dire che ne capis-co, e afferro i discorsi tecnici. Lo guardo molto, non mi perdo una partita delle coppe europee in tv, e ne so più di chi non lo segue. Andavo a Torino a vedere la Juve, e una volta sono perfi no andata da sola a vederla al Bernabeu”.Come giudichi Fabio Bazzani calciatore?“Ha carattere, forza, arriva dove vuole e non molla. Magari non potrà fare la giocata, ma ha grinta, trascina, ha ancora da dire la sua, anche se è diverso da quello della Nazionale. Questa è un’annata positiva: lui è contento, motivato, si diverte, gioca, e credo non ci si possa lamentare delle sue prestazioni. E’ estremamente realista,

e troppo critico verso se stesso: se lui si dà 5, io gli do 6. Se si dà qualcosa in meno come voto, è perché pensa di caricarsi, di motivarsi”.Negli ultimi anni Fabio ha avuto tanti mo-menti diffi cili, calcisticamente parlando.“Gli sono stata vicina nel suo calvario, e so come prenderlo. Il secondo infortunio a Genova è stato il momento più brutto. C’era sconforto, paura di non farcela. Io avevo il patema d’animo che s’infortunasse gravemente un’altra volta, ed ero contenta quando veniva sostituito. A Pes-cara ha fatto una pulizia al ginocchio, ed è stata un’annata sfi gata, con la società che è fallita. Poi, fi nalmente, è arrivata la Spal: gli è sempre piaciuta, e poi Ferrara è vicina a Bologna, al suo ambiente, e, a questo punto della carriera, sono cose che si prendono in considerazione”.Quali sono le principali differenze di carat-tere fra te e Fabio?“Quando lui si relaziona con qualcuno, ha bisog-no di tempo, deve sentirsi a suo agio e capire chi ha davanti. Non ha pazienza; ti investe come un treno ed è meglio evitare la sua sfuriata, ma poi gli passa dopo dieci minuti e non serba rancore. Io, invece, la incamero e la lascio lì, perché sono più tollerante. Sono molto solare, socievole, ac-cetto il dialogo, parlo tanto, ma le cose personali le tengo per me: mi piace baccagliare”! Com’è il rapporto di Fabio coi bambini?“E’ un papà molto presente: cambia il panno-lino, li addormenta... Martina assomiglia a me fi sicamente, ma caratterialmente al padre: è più guardinga. Niccolò, al contrario, assomiglia a lui fi sicamente, e a me nel carattere: parla anche con gli ombrelloni!”Lupus in fabula, ecco arrivare Niccolò, il bam-bino che parlava agli ombrelloni. Niccolò parla davvero tanto come sua madre. Entrambi, quando sono lanciati, sono come il pacchetto di mischia degli All Blacks: semplicemente travol-genti. Come ti chiami?“Mi chiamo Niccolò Baszhani”! La doppia zeta è una montagna ancora troppo alta da scalare, così Niccolò aggira abilmente l’ostacolo grazie a un estroso cocktail, shake-rando una “esse” con triplo avvitamento alla bolognese, una dose di “zeta” strascicata alla Commissario Zuzzurro e una spruzzata di “acca” muta. Poi prosegue sicuro: “Ho 15 palle e sono un giocatore della Spal e della Fortitudo”. Perbacco! Ma fai i gol o i canestri?“Per la Fortitudo faccio i canestri”.E per la Spal?“Gioco”.Come si chiama tua sorella?“Baszhani”! E di nome? “Martina, e tu sei un pitone!” (ride)Interviene Alessia, spiegandomi che Niccolò as-colta sempre la canzone di Povia, così capisco che mi aveva dato del piccione, e non del pitone. Peccato, preferivo un pitone!

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20 L’AVVERSARIO Verona

Verona senza tifoma non più solo

di Diego Stocchi Carnevali

Tra meno di un mese a Verona si festeggerà un anniversario del tutto speciale: l’11 maggio 1985 gli scaligeri conquistavano il loro primo e unico titolo italiano. E’ passato un quarto di secolo dunque ma impressi nella memo-ria del tifo gialloblu restano gli undici eroi di quella trionfale stagione (alla fi ne si sarebbe-ro contate quindici vittorie, tredici pareggi e appena due sconfi tte), alla cui guida c’era un certo Osvaldo Bagnoli che per tre stagioni tra il 1964 e il 1967 vestì tra le altre la casacca della Spal collezionando novantadue gettoni e dodici gol. La formazione tipo (con Bruni, Sacchetti e Turchetta che spesso risultava-no fondamentali a gara in corso) era la se-guente: Garella, Ferroni, Marangon, Briegel, Tricella, Fontolan, Fanna, Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkiær: proprio quest’ultimo fu il capocannoniere assoluto dei veronesi in

Europa (il Verona è tuttora imbattuto fuo-ri casa in campo internazionale) con undici gol in altrettante gare. Dato il giusto tributo al Verona dei miracoli tocca al presente ten-tare almeno di far rivivere i gloriosi fasti dei tempi che furono. Impresa a dir poco diffi cile al terzo anno consecutivo in Prima divisione. L’esperienza in questa categoria è cominciata infatti malissimo nel giugno 2008 con la quasi retrocessione contro la Pro Patria conquista-ta solo agli spareggi a cui ha fatto seguito un modesto torneo di metà classifi ca la scorsa stagione funestato anche dalla morte del Con-te Piero Arvedi, ex Presidente degli scaligeri (che da poco aveva passato le consegne nelle mani di Giovanni Martinelli) e deceduto tre mesi dopo per le gravi conseguenze riportate in uno spaventoso incidente stradale. Un Ve-rona ricostruito dal nuovo direttore sportivo

Nereo Bonato proprio la scorsa estate con il chiaro intento di vincere il campionato e tor-nare tra i cadetti immediatamente. E la trup-pa gialloblu non ha di certo badato a spese riuscendo, tra gli altri, a trattenere il portiere Rafael, riportare alla base l’esperto centrale Comazzi (a cui viene per ora preferito An-selmi, ex Sassuolo) e a gennaio provare con gli ingaggi del centrocampista Samuele Dalla Bona (che all’età di 17 anni vinse la scarpa d’oro con la maglia del Chelsea oltre a uno scudetto e una Coppa Italia con la maglia del Milan) e l’attaccante Francesco Di Gennaro, bomber d’altra categoria, napoletano doc e già messosi in luce nel recente passato con le maglie di Lucchese e Gallipoli. Da non sminu-ire nemmeno l’esplosione dell’esterno man-cino Pugliese, una vita trascorsa a Monopoli e alla sua prima stagione da titolare con la

UN GIRONE FAVERONA-SPAL 1-1 (1-0)

VERONA (4-4-2): Rafael; Cangi, Ceccarelli, Co-mazzi, Pugliese; Pensalfi ni, Russo, Esposito, Ber-rettoni (dal 88’ Gomez); Colombo (dal 67’ Mas-soni), Rantier (dal 68’ Ingrassia). A disp.: Ingrassia, Bertolucci, Massoni, Garzon, Ciotola, Farias, Go-mez. All.: Remondina

SPAL (4-4-1-1): Capecchi; Bortel, Ghetti, Zamboni, Licata (dal 57’ Cabeccia); Bedin (dal 70’ Quintaval-la), Schiavon, Cazzamalli; Bracaletti, Bazzani, Ma-rongiu (dal 46’ Rossi P.). A disp.: Ioime, Quintaval-la, Cabeccia, Lorenzi, P. Rossi, Laurenti, Valtulina. All.: Notaristefano

Arbitro: Affi nito di Frattamaggiore (NA). Marcatori: Rantier all’11, Bracaletti al 64’ su rig.Note: 12.402 gli spettatori. Ammoniti: Pensalfi ni (V), Russo (V) e Zamboni (S). Espulsi: Comazzi (V) e Rafael (V).

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Anche se non avranno tifosi al seguito e sono in evidente calo di formae di risultati i gialloblu ora raggiunti dal Portogruaro restano gli indiscussi favoriti per la serie B proprio un quarto di secolo dopo quell’incredibile scudetto. A Ferrara Remondina si gioca la panca ma la Spal dovrà stare molto attenta alle potenzialità dei veneti

LA ROSA DEL VERONA

Portieri: Ingrassia, RafaelDifensori: Anselmi, Bertolucci, Campagna, Cangi, Ceccarelli, Comazzi, Massoni, PuglieseCentrocampisti: Burato, Campisi, Ciotola, Dalla Bona, Esposito, Faiola, Garzon, Pensalfi ni, RussoAttaccanti: Berrettoni, Colombo, Di Gennaro, Fa-rias, Selva

Page 21: LoSpallino n.16

21L’AVVERSARIOVerona

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Orario: dalle ore 7.00 alle ore 01.00Chiuso domenica pomeriggio

IL CAMMINO DEL VERONA

1a giornata: Verona-Foggia 0-0; 2a giornata: Lanciano-Verona 0-3 (Pensalfi ni, Ciotola e Berret-toni); 3a giornata: Verona-Cavese 1-1 (Ceccarel-li); 4a giornata: Cosenza-Verona 0-0; 5a giornata: Verona-Ternana 2-0 (Selva e Farias); 6a giornata: Ravenna-Verona 0-1 (Ceccarelli); 7a giornata: Potenza-Verona 0-2 (Berrettoni e Selva); 8a gior-nata: Verona-Andria 3-1 (3 Selva); 9a giornata: Reggiana-Verona 0-0; 10a giornata: Verona-Pesci-na 5-1 (Berrettoni, Ceccarelli, Rantier, Pensalfi ni, Colombo); 11a giornata: Giulianova-Verona 0-0; 12a giornata: Verona-Marcianise 2-0 (Ceccarelli e Russo); 13a giornata: Pescara-Verona 0-0; 14a giornata: Verona-Spal 1-1 (Rantier); 15a giorna-ta: Taranto-Spal 0-0; 16a giornata: Verona-Rimini 0-1; 17a giornata: Portogruaro-Verona 0-0; 18a giornata: Foggia-Verona 0-1 (Colombo); 19a giornata: Verona-Lanciano 2-2 (Colombo e Cec-carelli); 20a giornata: Cavese-Verona 0-0; 21a giornata: Verona-Cosenza 2-1 (Anselmi e Di Gen-naro); 22a giornata: Ternana-Verona 0-2 (Russo e Ceccarelli); 23a giornata: Verona-Ravenna 2-1 (Di Gennaro e Cangi); 24a giornata: Verona-Po-tenza 2-2 (Rantier e Ciotola); 25a giornata: An-dria-Verona 0-0; 26a giornata: Verona-Reggiana 1-2 (Rantier); 27a giornata: Pescina-Verona 1-1 (Rantier); 28a giornata: Verona-Giulianova 1-0 (Farias); 29a giornata: Marcianise-Verona 1-0; 30a giornata: Verona-Pescara 0-0.

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squadra di Remondina, assoluto protagonista e tra i migliori nel suo ruolo, oltre a quella di capitan Ceccarelli, già sei reti all’attivo, mi-glior numero cinque dell’intera categoria. Ma tutto questo, a dimostrazione del grande equi-librio che regna sovrano nel girone, sembra non essere suffi ciente a distanziare le dirette concorrenti e chiudere anzitempo la pratica promozione, anzi. A dire il vero la squadra, ad un certo punto, era riuscita ad avere anche sette punti di vantaggio sulla seconda prima però di cadere negli ultimi due mesi in un vero e proprio tourbillon negativo fatto di una sola vittoria (contro il Giulianova) a fronte di tre pareggi (con Potenza, Pescina e Andria squadre tutt’altro che imbattibili) e due scon-fi tte (con Reggiana e addirittura Marcianise) in sei gare arrivando con appena due punti di vantaggio al big-match di domenica scorsa contro il Pescara fi nito sul nulla di fatto: di questo mezzo passo falso ne ha approfi ttato il Portogruaro che vincendo contemporanea-mente a Taranto ha appaiato proprio gli sca-ligeri momentaneamente in testa alla classifi -ca. Ma il Verona, purtroppo per la Spal, non resterà a guardare nonostante l’assenza dei propri tifosi.

Vari turni dei campionati di A, B e Lega Pro si sono disputati dall’ultimo incontro interno della Spal. Analizziamo le principali prestazioni degli ex-gioca-tori spallini prendendo come base di riferimento i voti degli inviati della Gazzetta dello Sport.Del Neri con la sua Sampdoria in piena zona Cham-pion’s League: nelle ultime due partite 7 nell’1-2 a Verona contro il Chievo e 6.5 nel derby vinto 1-0 col Genoa. In rottura prolungata il Cagliari di Allegri: sconfi tta 2-3 col Milan (voto 6) e 0-1 a Torino contro la Juventus, 5.5. Appannato Pellissier nel Chievo: dopo il 5.5 nello 0-0 di Udine prende 5 in Chievo-Par-ma 0-0 e ancora 5 nella sconfi tta 1-2 con la Sampdo-ria. Panchine per Squizzi. L’Atalanta di Manfredini torna a sognare la salvezza: 6 nella sconfi tta 2-1 a Torino; 7 con assist nel 2-0 al Siena, 5 con sostituzio-ne per infortunio nella sconfi tta 2-1 contro la Roma.Passiamo alla serie B. Nell’Ancona Colacone pren-de 5.5 in Frosinone-Ancona 1-1; 6 nella vittoria 0-2 a Cesena e 5 nella sconfi tta interna col Crotone. So-ligo nella Salernitana: 6 nel 2-0 subìto a Crotone; 6 nello 0-2 interno contro la Reggina e 6.5 nello 0-0 col Padova. Carrus assente per due partite nel Man-tova torna nell’1-1 col Piacenza: voto 6. Pierobon sempre in campo nell’inarrestabile cammino del Cittadella: 7 nello 0-0 col Sassuolo; 7.5 e migliore in campo nel 2-2 nel derby col Padova e 6.5 nella vitto-ria 2-0 con l’Ascoli. 5.5 per Salvetti (Sassuolo) nel match con l’Albinoleffe fi nito 0-0; 6 nella vittoria 2-1 col Frosinone e 6 nel pareggio 1-1 con il derby a Mo-dena. Cinque a Cacia (Reggina) nella vittoria della sua squadra ad Ancona; 6 nella vittoria 0-2 a Salerno e 5 con sostituzione nell’1-1 contro l’Empoli. Sei a Diagouraga e a Cortellini (Modena) nello 0-0 di Frosinone; 5.5 per entrambi nella sconfi tta 0-1 col Piacenza; 6 a Diagouraga e panchina per Cortellini in Vicenza-Modena 1-1 e 5.5 per entrambi nell’1-1 nel derby col Sassuolo. Assente Bruno nelle prime tre partite. Torna in campo nella stracittadina: voto 5 con sostituzione. Mezzora per Arma (Torino) nel match vinto con l’Ascoli, voto 5.5; pochi scampoli e senza voto anche nella sconfi tta 2-1 a Lecce. Nel Grosseto 6 a Consonni nell’1-1 ad Ascoli; 6 nel 4-0 al Vicenza. Protagonista nel Crotone Ginestra: 6.5 con rete nel 2-0 alla Salernitana; 6.5 nella sconfi tta 1-0 a Piacenza; voto 7 con un’altra rete segnata nella vittoria 0-1 ad Ancona. Centi assente nei match del Gallipoli.In Prima Divisione il Viareggio di Leo Rossi batte 2-1 la Pro Patria (voto 6.5); perde invece 4-2 a Via-reggio, voto 6. Buglio con la sua Alessandria perde 2-0 a Foligno (voto 6) e fa 2-2 in casa con la Cremo-nese in rimonta dallo 0-2. In campo tra i piemontesi Artico, 5.5 con sostituzione nel match in Umbria; nel pari con la Cremonese sigla la rete del defi niti-vo 2-2 entrando a metà ripresa: voto 6. In panchina Agodirin tra i lombardi in Benevento-Como 1-1. Nel

girone B, 6.5 per Cunico in Portogruaro-Spal 1-0; protagonista nella vittoria 1-2 dei veneti a Taranto in cui segna al 90’ il gol decisivo: voto 7. La Reggia-na batte 1-0 il Giulianova in casa: Temelin assente. Nel Verona che perde a Marcianise 1-0, Berretto-ni entra nella ripresa, voto 6. Sei anche per Selva che entra anch’esso nella ripresa. Nello 0-0 contro il Pescara 6.5 a Berrettoni e 5.5 a Selva entrato nella ripresa. Il Rimini di Melotti prima perde 0-1 in casa col Foggia (voto 5.5); poi fa il colpaccio a Cosen-za vincendo 0-3: voto 7. Fonjock in panchina nella sconfi tta del Ravenna contro il Pescina. Pessimo momento per il Cosenza di Roselli e La Canna che perde 3-1 a Pescara e poi si fa battere 0-3 a domicilio dal Rimini: 5.5 per il centrocampista e ala assente nella prima partita; nella seconda Roselli assente e 5 a La Canna.In Seconda Divisione nel girone A rallenta lo Spezia di Moro che però è assente nei due incontri in cui i liguri hanno fatto un solo punto. A segno Bisso che contribuisce con un gol alla vittoria del suo Legnano che batte 2-1 la Pro Vercelli: voto 6.5. Il Legnano poi pareggia 1-1 fuori contro il Crociati Noceto: voto 5 alla punta. Nel girone B la Lucchese di Chadi batte 1-0 la Sacilese, voto 6; 1-1 poi dei toscani a Fano e sempre 6 al centrocampista. Il Gubbio batte 2-1 la Carrarese: voto 6 a Rivaldo sostituito nella ripresa: gli umbri fanno poi 0-0 a Celano; 6 all’ex-spallino. Assente La Grotteria nei match del Bassano. Con-tinua alla grande la marcia del San Marino di Caz-zamalli: 1-1 con l’Itala San Marco fuori casa e voto 6 al centrocampista; 1-0 sulla Nocerina e con rete de-cisiva proprio di Cazzamalli: voto 7. La Giacomen-se perde 0-1 in casa con la Pro Vasto poi vince 2-1 contro il Prato: assente Giorgi nei due match. Infi ne nel girone C, 6 a Bracaletti ma il suo Cassino perde 2-4 col Brindisi; nel match successivo vittoria per 2-1 sul Siracusa, 6.5 all’ala. Rallenta la Cisco Roma di Franchini che fa 0-0 in casa col Gela (6 all’ala) e poi fa 1-1 contro il Melfi : voto all’attaccante 6. Nel Gela 6 per Nordi e 5.5 per Agostinelli nel match pareggiato a Roma; stessi voti per entrambi anche nel pareggio interno col Barletta per 0-0. Infi ne nel Melfi , in porta 6 a Careri nella vittoria per 1-2 con-tro la Vibonese; assente nell’1-1 con la Cisco Roma.

CLASSIFICA MARCATORI TRA GLI EX

Artico (Alessandria, 1ª Divisione) 12 golAgostinelli (Igea Virtus, 2ª Divisione) 11 golGinestra (Crotone, Serie B) 10 golBisso (Legnano, 2ª Divisione) 10 golFranchini (Cisco Roma, 2ª Divisione) 9 golPellissier (Chievo Verona, Serie A) 8 golColacone (Ancona, Serie B) 8 gol Bruno (Modena, Serie B) 7 golMoro (Spezia, 2ª Divisione) 7 gol

L’intramontabile Pierobon fa volare il CittadellaClassifi ca dei bomber: comanda ancora Articodi Andrea Tebaldi

C’ERA UNA VOLTA L’EX

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22 LA TRASFERTA Reggiana

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UN GIRONE FASPAL-REGGIANA 1-1 (0-1)

SPAL (4-3-2-1): Capecchi; Bortel (dal 1’ st Loren-zi), Ghetti, Zamboni, Cabeccia; Schiavon, Bedin, Cazzamalli (dal 17’ st Quintavalla); Rossi, Bracalet-ti (dal 5’ st Cipriani); Bazzani. A disp.: Ioime, Lica-ta, Marongiu, Laurenti. All.: Notaristefano.

REGGIANA (4-2-3-1): Tomasig; Girelli, Stefani, Zini, Mei; Viapiana, Saverino; Nardini, Alessi (dal 21’ st Maschio), Andersson (dal 32’ st Rossi), In-gari. A disp.: Manfredini, Ferrando, D’Alessandro, Ferrari, Eusepi. All.: Dominissini.

Arbitro: Bietolini di Firenze.Marcatori; 18’ pt Viapiana (R); 29’ st Cipriani (S).Note: Spettatori 3200.Ammoniti: Bazzani (S), Viapiana (R) e Alessi (R).

L’energia Reggiana

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La Reggiana sta pensando di copiarela Spal per ciò che riguardail progetto fotovoltaicoDal punto di vista tecnico l’assenza del Paolo Rossi granata è pesata molto nel cammino della squadra di Dominissiniche ha diversi problemi in attaccoAttenzione però all’apportodi Stefani, bomber a sorpresaViapiana, Saverino e alla solitae spesso decisiva classe del fantasista Alessi

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IL CAMMINO DELLA REGGIANA

1a giornata: Reggiana-Lanciano 0-1; 2a giornata: Rimini-Reggiana 1-1 (Stefani su rig.); 3a giornata: Reggiana-Real Marcianise 3-1 (Andersson, Rossi e Alessi); 4a giornata: Portogruaro-Reggiana 2-1 (Stefani); 5a giornata: Reggiana-Cavese 1-0 (Nar-dini); 6a giornata: Taranto-Reggiana 0-0; 7a gior-nata: Reggiana-Cosenza 5-2 (2 Temelin, Stefani, In-gari e Rossi su rig.); 8a giornata: Ravenna-Reggiana 3-1 (Temelin); 9a giornata: Reggiana-Verona 0-0; 10a giornata: Reggiana-Foggia 3-4 (Alessi, Rossi e Stefani su rig.); 11a giornata: Andria-Reggiana 1-1 (Rossi); 12a giornata: Reggiana-Potenza 2-1 (Stefa-ni e Andersson); 13a giornata: Giulianova-Reggiana 1-0; 14a giornata: Reggiana-Pescara 2-1 (Stefani su rig. e Ingari); 15a giornata: Spal-Reggiana 1-1 (Via-piana); 16a giornata: Reggiana-Pescina 2-0 (Nar-dini e Stefani su rig.); 17a giornata: Ternana-Reg-giana 0-1 (Rossi); 18a giornata: Lanciano-Reggiana 1-5 (Rossi, Saverino su rig. , Rossi, Nardini e Stefani su rig.); 19a giornata: Reggiana-Rimini 3-1 (Alessi, Rossi e Nardini); 20a giornata: Marcianise-Reggia-na 1-3 (Viapiana, Temelin e Nardini); 21a giornata: Reggiana-Portogruaro 0-1; 22a giornata: Cavese-Reggiana 2-0; 23a giornata: Reggiana-Taranto 0-0; 24a giornata: Cosenza-Reggiana 1-1 (Rossi); 25a giornata: Reggiana-Ravenna 2-2 (Alessi e Rossi); 26a giornata: Verona-Reggiana 1-2 (Viapiana e Nardini); 27a giornata: Foggia-Reggiana 2-1 (Ales-si); 28a giornata: Reggiana-Andria 1-1 (Viapiana); 29a giornata: Potenza-Reggiana 0-0; 30a giornata: Reggiana-Giulianova 1-0 (Saverino su rig.).

Dopo la Spal anche la Reggiana potrebbe affi -darsi al fotovoltaico nel prossimo futuro. Il di-scorso vale per i ferraresi tanto quanto i gra-nata: alletta e non poco la possibilità di avere una garanzia economica certa e sicura alla fi ne di ogni stagione agonistica che dia modo se non di programmare in grande nell’imme-diato, almeno di non dover temere di perdere il calcio e la categoria per motivi che esula-no dai risultati del campo. Con i tempi che corrono un investimento del genere sarebbe davvero grasso che cola. Poi, come è facile intuire, per puntare a qualcosa di più servirà uno sforzo economico ancora maggiore di cui si dovrà far carico la presidenza, ma questo è un secondo step che viene dopo avere avuto la certezza che questa sorta di vitalizio ga-rantito a scadenza pluriennale consentirà di continuare a fare calcio in tutta tranquillità in piazze importanti come Ferrara e Reggio Emilia. Per ora è un discorso embrionale, a Reggio è stato appena accennato, ma le voci di corridoio indicano che si tratta di più di un’ipotesi e tra qualche mese anche i grana-ta potrebbero intraprendere questa strada e dare vita a questo portfolio “energetico”. Per quanto riguarda il discorso tecnico la Reggia-na non sta attraversando un periodo memo-rabile: la sfortuna sembra aver bussato alla porta della truppa di Dominissini ed essersi spaparanzata sul divanetto di Piazzale Atleti Azzurri d’Italia con zero intenzioni di lasciar-la. Proprio nel momento migliore si è infatti gravemente infortunato il capocannoniere dei granata Paolo Rossi (ex Monza e Cittadella), di professione tuttofare del reparto offensi-vo, indifferentemente prima e seconda punta con spiccate doti nel salto dell’uomo e dota-to se non bastasse di un ottimo cross: nove gol all’attivo prima dello stop forzato che lo costringerà a seguire i suoi compagni di squa-dra dalla tribuna fi no alla fi ne del torneo. Ma non è fi nita qui. Anche Ingari e Temelin nelle ultime settimane hanno accusato fastidi più o meno importanti e delle quattro punte in rosa è rimasto a questo punto solo il giovane Morelli, scuola Fiorentina, un paio di appari-zioni fugaci in questa stagione con un rosso all’attivo che non fanno certo dormire sonni tranquilli a mister Dominissini visto che i pla-yoff sono ancora tutti da conquistare. Atten-zione però. Stiamo parlando di una squadra che nonostante tutto ha il miglior attacco del torneo, che ha in dote un difensore pratica-mente infallibile dagli undici metri capace di

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metterla dentro sin qui nove volte (Stefani), che ha trovato in Viapiana quel brasiliano di qualità e quantità (quattro centri sino ad ora) che tanto si fece ammirare a Ferrara nella gara d’andata (gol a parte), che infi ne può av-valersi della fantasia del trequartista Alessi e dell’intelligenza di Saverino in mediana oltre che del fi uto di Maschio in zona gol. Insomma questa Reggiana ha tutto per entrare, un po’ a sorpresa, nel novero delle favorite per la con-quista della categoria superiore mancata per un soffi o dodici mesi fa. Il derby con la Spal è di quelli sentiti e pericolosi: ventitrè prece-denti, sette vittorie granata l’ultima delle quali in casa ottenuta nel maggio di cinque anni fa, otto pareggi e otto sconfi tte e con appena tre punti su quindici ottenuti contro i biancazzur-ri nelle ultime cinque sfi de in ordine cronolo-gico. La speranza è che i ferraresi continuino su questa strada e facciano breccia in quel di Reggio Emilia per garantirsi al più presto il raggiungimento della tanto combattuta sal-vezza. All’andata fi nì 1 a 1: al vantaggio di Via-piana con un bolide da venticinque metri, uno dei dei tanti eurogol presi quest’anno dalla Spal in questo modo, rispose Cipriani a metà ripresa. Era la squadra che presagiva la Ca-poretto di Marcianise della settimana dopo. Un’altra Spal insomma. Speriamo.

LA ROSA DELLA REGGIANA

Portieri: Manfredini, Nutricato, TomasigDifensori: Anderson, D’Alessandro, Ferrando, Gi-relli, Gualandri, Mallus, Mei, Stefani, ZiniCentrocampisti: Alessi, Castiglia, Ferrari, Maschio, Nardini, Romizi, Saverino, ViapianaAttaccanti: Guerra, Ingari, Morelli, Rossi, Sekyere, Temelin

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24 LA DOMENICA NEL PALLONE qui Paolo Mazza

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SPAL-VERONA, 18 aprile 2010LE PROBABILI FORMAZIONI

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Allenatore: NOTARISTEFANO. A disp.: Ioime, Bortel, Licata, Schiavon (Migliorini), Marongiu, Valtulina (Pe-druzzi), Meloni (Bazzani)

Allenatore: REMONDINA. A disp.: Ingrassia, Campa-gna, Dalla Bona, Russo (Garzon), Ciotola, Farias, Selva (Rantier)

SQUALIFICATI: Comazzi (H.Verona); Cabeccia (Spal).DIFFIDATI: Berrettoni, Pugliese, Ciotola, Russo e Colombo (H.Verona); Bortel, Lorenzi, Marongiu, Migliorini (Spal).

CLASSIFICA MARCATORI

13: Altinier (Portogruaro). 12: Piovaccari (Raven-na). 11: Biancolino (2 rig. Cosenza). 10: P. Rossi (1 rig. Reggiana), Sy (Andria), Tedesco (1 rig. Marcia-nise). 9: Stefani (6 rig. Reggiana). 8: Corona (1 rig. Taranto), Marchi (Portogruaro), Tulli (1 rig. Rimini). 7: Tra gli altri: Cipriani (Spal). 6: Tra gli altri: Cec-carelli (Verona). 5: Tra gli altri: Rantier (Verona), Selva (Verona). 3: Tra gli altri: Bazzani, Cabeccia, Schiavon, Smit (Spal), Berrettoni (Verona). 2: Tra gli altri: Arma (Spal ora al Torino), Bracaletti (Spal ora al Cassino), Marongiu (Spal), Ciotola (Verona), Colombo (Verona), Di Gennaro (Verona), Farias (Verona), Pensalfi ni (Verona), G. Russo (Verona). 1: Tra gli altri: Migliorini, Meloni, P. Rossi, Bedin (Spal), Centi (Spal ora al Gallipoli), Anselmi (Vero-na) Cangi (Verona).

H.VERONA 51PORTOGRUARO 51PESCARA 49REGGIANA 46TERNANA 45RIMINI 42COSENZA 40SPAL 38TARANTO 38

CAVESE 37RAVENNA 37V. LANCIANO 36R.MARCIANISE *36ANDRIA BAT 35FOGGIA *35PESCINA VdG 31GIULIANOVA 29POTENZA **31

CLASSIFICA

PROSSIMO TURNO25 APRILE 2010

ANDRIA - PESCINA COSENZA - RAVENNA FOGGIA - PESCARA GIULIANOVA - CAVESE LANCIANO - RIMINI MARCIANISE - TERNANA POTENZA - PORTOGRUARO REGGIANA - SPAL VERONA - TARANTO

FERRARA

OGGI18 APRILE 2010

CAVESE - ANDRIA PESCARA - REGGIANA PESCINA - GIULIANOVA PORTOGRUARO - FOGGIA RAVENNA - MARCIANISE RIMINI - POTENZA SPAL - VERONA TARANTO - LANCIANO TERNANA - COSENZA

* 1 punto di penalizzazione** già retrocesso in Seconda divisione