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LOMBARDIA 1620 CIRCA NATURA MORTA DELLE ORIGINI ALBERTO VECA SUCCESSI E OCCASIONI Questa iniziativa espositiva ha come oggetto un frangente temporale definito, quello dei primi decenni del Seicento, un'area geografica anch'essa determinata, la Lombardia di Federico Borromeo, e un soggetto pittorico specifico come quello della «natura morta» che, si vuole ricordare in esordio, è categoria classificatoria della modernità, pertanto estranea alla temperie culturale in discussione. Un soggetto «minore», dai contorni catalogici poco definiti, nel sistema dei generi pittorici prima di tutto; a dispetto di questo - e è il secondo elemento del discorso - una produzione consistente di nature morte riferibile a un'unica regione che cronologi- camente può coincidere con l'affermazione del soggetto in tutta Europa, sia nell'area controriformata (Fiandre, Spagna e Italia) sia in quella riformata (Province Unite, Ger- mania); un centro di produzione come Milano e l'area gravitante intorno a esso in terza istanza, da secoli posti fra Nord e Sud d'Europa, fra Oriente e Occidente, luogo d'in- contro e di contatto con tradizioni vicine e tradizioni lontane, aperto al nuovo e nello stesso tempo capace di esportare personalità e materiali. La storiografia attuale ha insistito sulla presenza contemporanea, nelle dinamiche degli scambi dell'evo moderno, di un contatto a breve e a lungo raggio 1 cercando cioè di distinguere le logiche diverse di contatti culturali o produzioni materiali nella con- temporaneità cronologica: la situazione milanese dei primi del Seicento, fra «prestiti», importazioni e anche «agnizioni», non fa eccezione a tale regola: diversità di modi di produzione, di consumo del prodotto della pittura possono allora coesistere nel mede- simo ambiente; e questo non facilita il compito di intervenire criticamente sul problema una volta che si voglia considerare il sistema della pittura, indipendentemente dal sog- getto, forzatamente omogeneo. Non è la prima volta che tali problemi, e anche alcuni dei dipinti presenti nell'at- tuale frangente, sono stati discussi nella galleria Lorenzelli di Bergamo 2 : in diverse oc- casioni essi sono stati affrontati da Pietro Lorenzelli e da chi scrive, recuperando mate- riale, analizzandolo e infine presentandolo in mostra: il soggetto di tali esposizioni, che sono spaziate, con alcuni intervalli, fra il 1980 e il 1986, è stato l'interrogarsi sul nodo cruciale delle «origini» o dei primi tempi della natura morta. Il privilegio accordato a questo repertorio cronologico e stilistico è stato scelta di metodo evidentemente par- ziale, ma efficacemente capace di sottolineare, in un frangente critico favorevole ad ac- centuare la continuità nel tempo del tema della natura morta, quindi la valorizzazione di una fase matura, di carattere decorativo, l'aspetto innovativo sul piano iconologico dei «primi» maestri, della fase «formativa» e affermativa del genere. Questa ulteriore iniziativa nel mondo della pittura di genere risponde a diverse «oc- casioni» e diversi «successi», per usare termini che l'ambiguo manipolare la lingua in senso diacronico propone: principalmente l'edizione del primo censimento sistematico, dopo la ricerca inaugurale di Stefano Bottari del 1965 3 , delle opere di figura e di na- tura morta realizzato da Flavio Caroli: la possibilità di poter esporre alcuni dipinti trat- tati in tale lavoro sicuramente giudicati di mano della pittrice e altri messi in discus- sione sul piano attributivo, è il giustificato motivo che legittima la presente scelta, A questo primo nucleo si sono volute accostare opere di autori lombardi o operanti nella regione 1 II riferimento d'obbligo è al magistero di F. BRAUDEL, 77 secondo Rùiascimento, trad. it. Torino 1974. 2 Inganno & Realtà, 1980; Vanitas, 1981; Paradeisos, 1982; Siiti* pano, 1983, mostre dedicate all'approfondimento di alcuni temi, rispettivamente il «erompe ferii», la «Vanitas», la ^composizione di fiori» e la «tavola imbandita»; Forma vera, 1985; Orbis pìctus, 1986, la prima tendente a chiarire alcune «storie» della natura morta in Italia, la seconda alcuni au- tori di area nordica. Tutte le iniziative, dall'ideazione al l'ipotesi critica e alla impaginazione sono frutto della col- laborazione fra Pietro Lorenzelli, che già dalla metà degli anni sessanta si era occupato del soggetto della natura morta, e Alberto Veca. ;J S. BOTTARI, Fede Galizia, Trento 1965-

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LOMBARDIA 1620 CIRCA NATURA MORTA DELLE ORIGINI

A L B E R T O V E C A

S U C C E S S I E O C C A S I O N I

Questa in iz ia t iva espositiva ha come oggetto u n frangente tempora le d e f i n i t o , que l lo dei p r i m i decenni del Seicento, un'area geografica anch'essa d e t e r m i n a t a , la L o m b a r d i a d i Federico B o r r o m e o , e u n soggetto p i t t o r i c o specifico come quel lo del la «natura morta» che, si vuole r i c o r d a r e in esordio, è categoria classificatoria del la moderni tà , per tanto estranea alla temper ie cu l tura le i n discussione.

U n soggetto «minore» , dai c o n t o r n i catalogici poco d e f i n i t i , ne l sistema d e i generi p i t t o r i c i p r i m a d i tu t to ; a dispet to d i questo - e è i l secondo e lemento del discorso -una p r o d u z i o n e consistente d i nature m o r t e r i f e r i b i l e a u n ' u n i c a regione che c r o n o l o g i ­camente può coincidere con l 'a f fermazione del soggetto i n tut ta E u r o p a , sia nel l 'area c o n t r o r i f o r m a t a (Fiandre, Spagna e I tal ia) sia i n quel la r i f o r m a t a (Province U n i t e , Ger­mania) ; u n centro d i p r o d u z i o n e come M i l a n o e l 'area gravitante i n t o r n o a esso i n terza istanza, da secoli post i fra N o r d e Sud d 'Europa , f ra O r i e n t e e Occ idente , l u o g o d ' i n ­c o n t r o e d i contat to con t r a d i z i o n i v ic ine e t r a d i z i o n i lontane , aperto al n u o v o e n e l l o stesso t e m p o capace d i esportare personali tà e m a t e r i a l i .

L a s tor iograf ia attuale ha insist i to sulla presenza contemporanea , nelle d i n a m i c h e degli scambi del l 'evo m o d e r n o , d i u n contat to a breve e a l u n g o r a g g i o 1 cercando cioè d i d is t inguere le logiche diverse d i conta t t i c u l t u r a l i o p r o d u z i o n i m a t e r i a l i nel la con­temporanei tà c ronologica : la situazione milanese dei p r i m i del Seicento, f r a «prestiti», i m p o r t a z i o n i e anche «agnizioni», n o n fa eccezione a tale regola: diversità d i m o d i d i p r o d u z i o n e , d i consumo del p r o d o t t o del la p i t t u r a possono a l lora coesistere nel mede­simo ambiente ; e questo n o n faci l i ta i l c o m p i t o d i i n t e r v e n i r e cr i t i camente sul p r o b l e m a una volta che si vogl ia considerare i l sistema del la p i t t u r a , i n d i p e n d e n t e m e n t e dal sog­getto, forzatamente omogeneo.

N o n è la p r i m a vol ta che ta l i p r o b l e m i , e anche a l c u n i dei d i p i n t i present i nell 'at­tuale frangente , sono stati discussi nel la gal leria L o r e n z e l l i d i B e r g a m o 2 : i n diverse oc­casioni essi sono stati a f f r o n t a t i da Pietro L o r e n z e l l i e da chi scrive, r ecuperando mate­r iale , anal izzandolo e i n f i n e presentandolo i n mostra : i l soggetto d i ta l i esposizioni , che sono spaziate, con a l c u n i i n t e r v a l l i , f ra i l 1 9 8 0 e i l 1986, è stato l ' i n t e r r o g a r s i sul n o d o cruciale delle «origini» o dei p r i m i t e m p i del la n a t u r a m o r t a . I l p r i v i l e g i o accordato a questo r e p e r t o r i o c r o n o l o g i c o e st i l ist ico è stato scelta d i m e t o d o evidentemente par­ziale, ma eff icacemente capace d i sottol ineare, i n u n f rangente c r i t i c o favorevole ad ac­centuare la cont inuità nel t e m p o del tema del la na tura m o r t a , q u i n d i la valorizzazione d i u n a fase matura , d i carattere decorat ivo, l 'aspetto i n n o v a t i v o sul p i a n o i cono log ico d e i «primi» maestr i , del la fase «formativa» e a f fermat iva del genere.

Questa u l t e r i o r e in iz ia t iva nel m o n d o della p i t t u r a d i genere r i s p o n d e a diverse «oc­casioni» e diversi «successi», per usare t e r m i n i che l ' a m b i g u o m a n i p o l a r e la l i n g u a i n senso d iacronico p r o p o n e : p r i n c i p a l m e n t e l 'ediz ione del p r i m o censimento sistematico, d o p o la r icerca inaugurale d i Stefano B o t t a r i del 1 9 6 5 3 , del le opere d i f i g u r a e d i na­tura m o r t a realizzato da Flavio C a r o l i : la possibilità d i poter esporre a l c u n i d i p i n t i trat­tat i i n tale lavoro s icuramente g iudica t i d i mano della p i t t r i c e e a l t r i messi i n discus­sione sul p iano a t t r ibut ivo , è i l giustificato m o t i v o che legi t t ima la presente scelta, A questo p r i m o nucleo si sono vo lute accostare opere d i a u t o r i l o m b a r d i o o p e r a n t i nel la regione

1 I I riferimento d'obbligo è al magistero di F . B R A U D E L , 77 secondo Rùiascimento, trad. it. Torino 1974. 2 Inganno & Realtà, 1980 ; Vanitas, 1981; Paradeisos, 1982; Siiti* pano, 1983, mostre dedicate all'approfondimento di alcuni temi, rispettivamente il «erompe ferii», la «Vanitas», la ^composizione di fiori» e la «tavola imbandita»; Forma vera, 1985; Orbis pìctus, 1986 , la prima tendente a chiarire alcune

«storie» della natura morta in Italia, la seconda alcuni au­tori di area nordica. Tutte le iniziative, dall'ideazione al l'ipotesi critica e alla impaginazione sono frutto della col­laborazione fra Pietro Lorenzelli, che già dalla metà degli anni sessanta si era occupato del soggetto della natura morta, e Alberto Veca. ; J S. B O T T A R I , Fede Galizia, Trento 1965-

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come A m b r o g i o Pigino, Panfi lo N u v o l o n e e Francesco C o d i n o 1 , o r i f e r i b i l i alla Spagna come Blas de Ledesma 5 o alla Francia come Louise M o i l l o n * .

La seconda occasione è costituita dall 'uscita nella primavera d i quest 'anno del l 'opera dire t ta da Federico / e r i , coordinata da Francesco Porzio per i t i p i delTKlecta d i M i l a n o 7 , dedicata alla r i cogniz ione in I ta l ia , suddivisa per cent r i reg iona l i , dei p i t t o r i d i natura mor ta : impresa per cert i versi ambiziosa, visto i l carattere «periferico.* che i l genere conosce in Italia, a differenza d i a l t r i centr i europei , del N o r d r i formato , dal p u n t o d i vista delle f o n t i documentar ie r ispet to alle analoghe attrezzature r i f e r i b i l i ai p i t t o r i i l i storia sacra o profana .

Si tratta a p r i m a vista d i u n «successo» encomiabi le , ma p u n t o d i r i f e r i m e n t o i n d u b ­biamente p r o v v i s o r i o , si vorrebbe d i re forzatamente p r o v v i s o r i o data la relativa e an­cora congetturale conoscenza che in sede cr i t ica si ha soprat tut to dei p i t t o r i degl i esordi del genere, specializzati in esso ina n o n per automat i smo specialisti eli esso. I l d i s t i n g u o può seminare l inguist ico , ma in realtà tende a sot tol ineare una di f ferenza nel m o d o d i intendere i l soggetto di genere fra p r o d u z i o n e di f fusa e r istretta , fra specializzazione e «trastullo" che. se non può essere d is t inguo meccanicamente appl icato alla maniera «clas­sica • e alla maniera «tedesca» d i in tendere la p i t t u r a d i genere, p u r e occorre costante-niente r i ch iamare come scenario d'assieme i n cu i inser ire g l i avveniment i e i f a t t i .

I M O D I 1>1 P R O D I / I O N E

La radicale distanza che separa la natura morta del N o r d da quella mediterranea segue al lora in m o d o i n e l u d i b i l e la d i s t inz ione fra una attività d i serie, legata alla logica del mercato, della commit tenza e della p r o m o z i o n e , caratteristica del m o n d o r i f o r m a t o e delle F iandre in cu i è i l soggetto a cos t i tu i re l ' e lemento t ra inante della p r o d u z i o n e , e un sistema della rappresentazione, come avviene nell 'area che ci interessa, in cu i i l sog­getto è sottoposto a una scala gerarchica che vede la storia e i l sacro come i t e m i preva­l e n t i , n e l l ' o r d i n e delle commesse come della collocazione. La contrapposiz ione è palese: i l m o n d o della natura m o r t a i ta l iana è composto , a lmeno r i f e r e n d o c i alla le t teratura tra­diz ionale , da a t t r i b u z i o n i c o n g e t t u r a l i , spesso basate su f i r m e nel re t ro d i un d i p i n t o , e da un f o l t o g r u p p o d i q u a d r i d i alta qualità senza i m m e d i a t i legami f ra l o r o , spesso r i f e r i t i a a u t o r i celebri nel soggetto del la f igura , ipote t i camente co l t i in una p r o d u z i o n e meno impegnativa o dalla commessa l imitata . Esempio letterariamente e geograficamente s igni f icat ivo per i l nostro discorso è q u e l l o del Cerano, d e d i t o a «soggetti d i genere» n e l l ' i n t e r v a l l o f ra questa e quel la commessa sacra. Ma su questo si veda i l c o n t r i b u t o d i G. A. Del l 'Acqua ( 1 9 5 7 ) 8 i n cu i o l t r e t u t t o sono espresse i l l u m i n a n t i paro le sullo spinoso r a p p o r t o f ra L o m b a r d i a e Spagna'*.

Esistono, è vero , tant i «nomi» che le f o n t i ant iche censiscono come a u t o r i ce lebri e celebrat i , ma su questo aspetto, sull 'abilità a r i t r a r r e in m o d o veros imi le , a gara con la percezione d i re t ta del reale, si possono r i c o r d a r e i «luoghi» classici, a p a r t i r e da quel l i p l i n i a n i costantemente rec i ta t i dalla le t teratura ta rdomanier i s ta , che n o n p e r m e t t o n o una sbrigativa coincidenza fra una «conclamata» abilità a r i t r a r r e i l naturale e una spe­cializzazione vera e p r o p r i a , a l m e n o n e l l ' a m b i t o d i una p r o d u z i o n e d i nature m o r t e au­t o n o m e . O c c o r r e in a l t r i t e r m i n i ca l ibrare q u a n t o sia omaggio al m o d e l l o classico, gio­coforza invadente nel la c u l t u r a medi ter ranea , e quanto invece sia cont ingente ragiona-

' E) primo è sialo fino a ora autore conosciuto pei un'u­nica natura moria che reca sul retro una amica atti ibuzione; F, Caroli ha reso nolo una replica del soggetto su rame ora in collezione privata, il secondo è autore profi lieo, o me¬glio, sia pure in modo dubitativo, alla sua attivila è staio riferito un corpus, stilisticamente anche non omogemeo, consistente. Il terzo, ani M esso autore di un ragguardevole numero di opere, rielabora in modo originale soggetti e siili- della st uoia di Francoforte e di Hanau, '* 11 caso spagnolo, a parte quadri senza paternità e nomi senza quadri, come Hlas del Prado celebrato in letteratura ma .incoi oggi indefinibile dopo l'improbabile identifica' /ione con Hlas de Ledesma, si presenta a tutt'oggi indeci­frabile, esordendo ai primissimi anni del secolo xvn con la personalità eccezionale e manna di Juan Sànchez Cotan le cui "invenzioni- impaginarne costituiscono uno dei ver­tici in assoluto dell'intera storia del genere pittorico. La sua influenza su maesti i della seconda generazione, come

Blas de Ledesma, Felipe Ràftiircz C Juan vari der I lumen y Leon, caratterizza in modo iuecjulvoco la prima stagione della natura morta spagnola. *' Parigi nella prima metà del Seicento, con la vitalità della Con fraternità di Saint-Germani des-Prés composta da pit­tori provenienti sopì attuilo dai paesi sconvolti dalle guerre di religione, è capitale aperta agli influssi e ai contributi dì diverse scuole. La natura morta non è ancora entrata nel programma del glande décor, della stagione -cortese» e decorativa del genere. I primi maestri, Lubin Haugin e (acquea Linard vivono in stretto contatto con la lezione - te­desca dell'emigrato alsaziano Sébastien Stoskoplf 7 A A . W . , IM natura marta in Italia* Milano i*)Hg#

H G. À . D E L L ' A C Q U A , La pittura a Milano dalla metà del XVI

secolo al 1630, in À A . W . , Stòria di Milano. Milano 1957, voi. X. 9 Itad., p, 773, nota L

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mento, magari giocato sul c o n f l i t t o fra «mimesi» e «idea» che costituisce lo s fondo e n t r o cui anche u n r a g i o n a m e n t o sulla natura m o r t a occorre r i c o n d u r r e .

Analogamente esistono anche q u a d r i unicum nel p a n o r a m a della nostra le t teratura e della nostra conoscenza del tema, d i f f i c i l m e n t e ascr iv ih i l i a l l 'opera accertata d i un ge-nerista e g iocoforza r i f e r i t i al la mano d i u n maestro conosc iuto per u n suo i m p e g n o nella p i t t u r a d i soggetto «maggiore», r i c o n o s c i u t o in quanto , nelle pieghe e nel le per i ­ferie del q u a d r o sacro o d i storia compare u n «quadro» d i soggetto in posa stilistica­mente a f f ine , per n o n di re concepito ne l medesimo frangente cul tura le , d i bottega.

U n a situazione a d i r poco incandescente, che si può r isolvere tacendo o tralasciando i p u n t i «scabrosi»: q u a d r i d i al to valore qua l i ta t ivo o interessanti per originalità icono­grafiche «espunti» dal r e p e r t o r i o perché a tut t 'oggi a n o n i m i 1 0 . I n o g n i caso si tratta d i u n complesso d i in terrogat iv i che non viene normal izzato o stabilizzato dal «censimento» ora citato, p r o b a b i l m e n t e v i t t i m a d i una «s indrome d i David» che la le t teratura vetero­testamentaria ci consegna come in terdet to a considerare p r o p r i o , d i r e i acquisito, u n ma­teriale i n realtà d i a l t r i , nel nostro caso d i f o r t e eterogeneità , ancora da «limare» nelle sue p a r t i r e g i o n a l i per arr ivare eff icacemente alla descrizione del t u t t o . Ma questo, se vogl iamo, è r i l ievo generale, relativo al l ' intera costruzione che poteva essere agevolmente tralasciato se le messe a p u n t o fra le diverse p r o d u z i o n i «regional i» fossero state cali­brate i n m o d o più congetturale , senza c ioè i l c o n f l i t t u a l e ostentare certezze f ra l o r o in ­coerent i , una volta messe i n b i n a r i o para l le lo .

LA NATURA MORTA A L L E O R I G I N I

C o m u n q u e , a parte osservazioni d i carattere generale, interessa i n questa sede r i le­vare come la sezione relativa all 'area lombarda delle o r i g i n i e alla let teratura conseguente sia stata cr i t i camente a f f ronta ta , con ipotesi innovat ive da M a u r o Natale e Alessandro M o r a n d o t t i " ; d i tale c o n t r i b u t o si possono a f fermare l 'originalità r i spet to alla cr i t ica t radiz ionale e anche a quelle ipotesi sulla n a t u r a m o r t a l o m b a r d a delle o r i g i n i che i n dist inte occasioni, 1 9 8 2 , 1 9 8 4 , 1985, si sono del ineate i n questa sede, ma anche l ' o p i n a b i ­lità, i n quanto lascia o apre n u o v i i n t e r r o g a t i v i c irca la r i cos t ruz ione dei corpus dei due maggior i esponent i , Fede Galizia e Panf i lo N u v o l o n e .

Evitando una analisi dettagliata del cont r ibuto , che n o n r ientra nel l ' impostazione data al presente saggio, m i sembra c o m u n q u e o p p o r t u n o segnalare come, solo per inciso, l o spostamento p r o p o s t o da M o r a n d o t t i d i una c o p p i a d i d i p i n t i - e conseguentemente anche delle repl iche - t r a d i z i o n a l m e n t e r i f e r i t i a Fede Galizia (n. 2 5 8 e l 'analogo sog­getto ora al Museo d i Cremona 1 * ) all'attività d i Panf i lo i n base a l l ' a t t r ibuz ione del Del la C o r n i a al p i t t o r e d i u n d i p i n t o censito nel la q u a d r e r i a d i Car lo Emanuele I d i Savoia 1 3

del 1635 al n . 4 5 3 sia nel complesso r a g i o n a m e n t o n o n r i s o l u t i v o : p r i m a d i t u t t o nel la voce del catalogo n o n viene segnalato i l materiale della «tazza», i l vetro, suff ic ientemente inconsueto nel reper tor io oggettuale dei nostr i p i t t o r i (nello stesso elenco del Della C o r n i a compare tale mater ia le al n . 6 4 7 ) ; sembra p e r t a n t o curioso l 'aver lo r i c o r d a t o in quel lo e n o n i n questo frangente i n c u i i l c o n t e n i t o r e si p r o p o n e con par t i co lare evidenza pla­stica; secondariamente, e sembra essere argomentazione decisiva, d o p o aver spostato tale g r u p p o al N u v o l o n e , M o r a n d o t t i è costretto a ipotizzare u n in terscambio d i soggetti f ra i due p i t t o r i d o v e n d o forzatamente fare r i f e r i m e n t o al q u a d r o «pendant» , presente nel Museo d i C r e m o n a 1 4 , che u n inventar io francese del 1 6 4 7 1 5 ha r i f e r i t o , i n m o d o a lmeno le t terar iamente n o n equivoco, alla mano del la «S ignora Fede». A segnalare lo stato ulte­r i o r m e n t e in t r i ca to della vicenda si può r i cordare come u n quadro , a t t r i b u i t o a a n o n i m o dal Del la C o r n i a , che presenta u n c o n i g l i o e u n cestino d i castagne, q u i n d i a t u t t i g l i effett i da ident i f icars i con i l soggetto i n questione, è menzionato nel s u n n o m i n a t o elenco al n . 4 7 9 e d e f i n i t o d i qualità «mediocre».

1 1 1 Editare nome piece è pratica da scoraggiare una volta ri­sulti segnale di un protagonismo critico; mi sembra però che la soluzione dell'omissione di documenti pittorici perché anonimi sia altrettanto negativa, se non fuorviarne dai punto di vista di una ricostruzione storica. 1 1 M . N A T A L E - e A . M O R A N D O T T I , La natura morta in Lom­bardia, in A A , W - , La natura morta in Italia cit; I nùmeri delle illustrazioni discusse si riferiscono evidentemente a tale pubblicazione.

1 2 Illustrato in A . VECA» La parabola della merce, in AA.VV., Commercio in Lombardia, I , Milani) 1986, p. 208. 1 3 A , BAUDT or V E S M E , La Regia Pinacoteca di Torijw, in Le Gallerie nazionali italiane. III, Roma 1897. L'inventario è di­scusso da A . CASASSA e M . Rosei in La natura morta in italici cit., p. 9 4 , ma non viene citata la natura morta n. 5 5 2 rife­rita dal Della Cornia a Fede Galizia. 1 4 Illustrato in A . V E C A , La parabola della merce cit.. p. 190. 1 5 Riportato in La natura morta in Italia cit, p. 226 .

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La conclusione sembra essere quella che, in un campo come quello della natura morta, dal la let teratura anomala r ispetto a quel la dei soggetti m a g g i o r i , occorre andare cauti Dell'associare opere, t i t o l i e a u t o r i (e i l r i l i evo vale per i e r i come per oggi) .

I n sintesi si vuol d ire che la comunanza dei soggetti, anche dei f o r m a t i e del sup­p o r t o se si accettano le diverse a t t r i b u z i o n i a Galizia e a N u v o l o n e d i due q u a d r i dalle medesime d i m e n s i o n i (nn . 223, 224) , costituisce al lora una prova «debole», se n o n capace d i in f i c iare l ' i n t e r o costrutto, o megl io può essere r ibal tata cont ro , con e f fe t t i assoluta­mente non p r o d u t t i v i per un avanzamento delle conoscenze relative al prob lema in que­stione.

P R O B L E M I DI M E T O D O

Che si corregga o si m o d i f i c h i anche in m o d o radicale un corpus d i q u a d r i t radizio­na lmente r i f e r i t i a u n genetista come avvenuto nell 'occasione ora descritta n o n costi­tuisce c o m u n q u e una novità: per ch i ha seguito i l d i b a t t i t o c r i t i co sulla natura m o r t a i tal iana, r isul ta lampante come i l n o d o d e l l ' a t t r i b u z i o n e ha conosciuto , da q u a n d o è i n i ­ziata la moderna f i lo logia , sussulti, spostamenti , tagl i d i q u a d r i al l i m i t e della vivisezione, sconvolgendo secoli, aree geograf iche e s t i l i . I l l avoro ora c i tato re la t ivo all'attività dei p r i m i generist i l o m b a r d i si inserisce i n u n a r iv is i taz ione che n o n si vuole assolutamente discutere i n questa sede: si è pre fer i ta u n a «ostensione» d i r e t t a d i u n materiale , assoluta­mente insost i tu ib i le quando i soggetti e le tecniche sono i n d i s s o l u b i l m e n t e i m p a r e n t a t i , alla discussione let terar ia del medesimo, necessariamente e c o m u n q u e mediata .

Personalmente r i tengo che i l c r i t e r i o a t t r i b u t i v o nel m o n d o della natura m o r t a , visto che i l genere si presenta agli occhi dell 'osservatore d'oggi senza segnali cronologicamente riconosc i b i l i , senza l ivree o vestiti capaci d i indir izzare fac i lmente a lmeno verso una con­t ingenza c ronologica 0 geografica, viva d i aggiustamenti e m p i r i c i , o g n i volta davant i a una tavola incogni ta cercando d i avvicinare a essa un corpus n e l l ' o r d i n e del l 'omogeneità , salvo p o i dover fare i c o n t i con i m u t a m e n t i , l ' evoluzione de l lo stile o dei soggetti .

L a c o n t r o p r o v a inventar ia le o delle f o n t i c r i t i che conosce strade i m p e r v i e per l'ete­rogeneità dei c r i t e r i con cui u n soggetto viene descr i t to . E tale labilità del la connessione fra q u a d r o e «didascalia», è r i scontrabi le anche nel la contemporanei tà , nei cataloghi dei n o s t r i g i o r n i q u a n d o i l medesimo q u a d r o può subire le v a r i a z i o n i più radica l i nel t i t o l o , q u a n d o n o n m u t a n o - ma questo è p u r t r o p p o a l t ro discorso - anche le misure .

Per t o r n a r e a u n r a g i o n a m e n t o strettamente m e t o d o l o g i c o si possono af fermare due p r i n c i p i aggregativi : un p i t t o r e n o n cambia mai la sua c i f r a i n p r i m a istanza; a l lora al suo corpus, a dispet to delle cronache o del la fama conquistata i n vita che l o d e f i n i s c o n o d i r e t t a m e n t e o i n d i r e t t a m e n t e fecondiss imo, occorre per necessità del supposto iniziale r i f e r i r e u n n u m e r o estremamente l i m i t a t o d i opere . All 'opposto possiamo avere u n ipo­tet ico percorso st i l ist ico caratterizzato da u n m u t a m e n t o che ha lo stesso r i t m o del le sta­g i o n i , o del le contemporanee «maniere» del la p i t t u r a maggiore .

Sono due le logiche contras tant i sottese alla cost i tuzione d i u n corpus: una, forzata­mente r is tret ta , che lega a u n n o m e , d o c u m e n t a t o o d i n u o v o conio , u n g r u p p o forte­mente omogeneo per stile e soggetto d i d i p i n t i ; l ' a l t ra a l l ' oppos to cost i tu i ta da una ag­gregazione a magl ie più larghe, che tenga c o n t o del la necessaria «disomogenei tà» che u n arco d i lavoro di la ta to nel t e m p o deve necessariamente prevedere. M a ci si accorge anche che in o g n i caso g l i s t r u m e n t i d i indagine sono inadeguat i : si r ischia p r o b a b i l ­mente d i far co inc idere u n a storia stil istica generale del la p i t t u r a con u n a storia del la «pittura» d i na tura m o r t a , soluzione possibile ma assolutamente n o n d e f i n i t i v a .

U n esempio f ra t u t t i : i l dato i m p a g i n a t i v o , come p u n t o d i vista e distanza da cui la scena viene r i t r a t t a , come disposiz ione degl i oggett i sul p iano , come ancora v a l o r i in for ­mat iv i del p iano d'appoggio, della sua materia e dimensione, come in f ine valor i ambiental i , a tmosfer ic i , si presenta agli esordi del genere con u n carattere «arcaico» che i l c o r r i ­spondente l inguaggio nel m o n d o della f igura , d i storia o sacra, n o n conosce se n o n nelle «periferie» del la p i t t u r a , ne i centr i d i p r o d u z i o n e p r o v i n c i a l i : e certamente n o n è questo il caso del la L o m b a r d i a e d i M i l a n o in par t i co lare .

Storia generale della p i t t u r a e storia part icolare dei generi sembrano allora a u n tempo i n c o n c i l i a b i l i - come se la m a n o abile a rappresentare ne l lo spazio l ' a t t r i b u t o del santo fosse p o i stentata nel r i p r o d u r r e sul p i a n o d 'appoggio i l medesimo oggetto - i n una sorta d i a t t i t u d i n e schizofrenica che è stata recentemente posta da M i n a G r e g o r i per le «maniere» diseguali d i u n Ci. B. M o r o n i e d i u n G i a c o m o C e r u t i p r o p r i o nel la c o n g i u n -

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tura l o m b a r d a come l e g i t t i m a b i l e associazione d i una maniera «stentata» e una maniera «raffinata» nel rappresentare, da parte del medesimo p i t t o r e , soggetti sacri e p r o f a n i , soggetti p o p o l a r i e soggetti a u l i c i .

M a a l l 'opposto si può anche parlare d i andamento consonante fra la p i t t u r a d i ge­nere e quel la maggiore ; n o n a caso è possibile periodizzare la storia del la na tura m o r t a i ta l iana con le stesse categorie cr i t iche con c u i si d is t ingue quel la d i f i g u r a .

N e l p r i m o caso si accentua la distanza che può esistere f r a u n q u a d r o d i f i g u r a (sacra o d i storia n o n i m p o r t a ) e u n quadro legato al referente i n a n i m a t o ; nel secondo si pone l 'accento sul carattere «unitario» con cui qualunque soggetto, anzi a dispetto del la sua specificità, può essere a f f r o n t a t o e t r a d o t t o in p i t t u r a , secondo una logica che prevede la priorità del la contraf faz ione - penso alla r i f lessione d i Caravaggio sui soggetti della p i t t u r a - r ispet to al mero p o r t a t o i n f o r m a t i v o .

I due estremi re tor icamente si e l i d o n o per lasciare i l posto a u n più congetturale e p r o b l e m a t i c o percorso d i ipotesi , con la coscienza più che t r a n q u i l l a che le «ricostru­zioni» so f f rono t r o p p o del la contingenza i n cu i vengono realizzate per n o n essere asso­lutamente e m e r i t e v o l m e n t e t rans i tor ie .

L a fo l la p o i dei q u a d r i d i grande qualità senza n o m e è per f o r t u n a suf f ic ientemente ampia per permettere lunga vita ai detective del l 'ar te barocca e del la na tura m o r t a in part icolare , che è terreno geograficamente quanto m a i a m p i o e d i congetturale d e f i n i ­zione. C o n questo n o n si vuole teorizzare una esasperata specializzazione, ma r i ch iamare la difficoltà d i u n approcc io a una settore del la p i t t u r a così «part icolare» da r i ch iedere «specifiche» a t tenzioni e competenze.

L O M B A R D I A 1620 C I R C A

M i l a n o vive una c o n g i u n t u r a internazionale f r a le due pesti , i n u n a circostanza che periodizza i l t empo trascorso più con r i correnze eccezionali che n o n con i l succedere regolare delle stagioni . P r o b a b i l m e n t e la costanza con cui nel la p i t t u r a d i n a t u r a m o r t a delle o r i g i n i si r ichiama la stagionalità, o megl io la ciclicità del percorso dal f iore al f r u t t o , alla sua malattia, nella accentuazione d i una regolarità delle scadenze, nel la certezza degli «indizi» giustamente i n t e r p r e t a t i , nel la relazione f ra causa e ef fet to , f r a u n p r i m a e u n d o p o regolar i , se costituisce u n evidente omaggio alla «storia» d i p i n t a del tardo Manie­rismo, può comunque al ludere, in un atteggiamento p r o p i z i a t o r i o o scaramantico, a quel ciclo r i spet to alla r i correnza de l l ' ep idemia , che segue i medes imi decorsi , dal le p r i m e avvisaglie, all 'esplosione e alla maturità del male, al dec l ino e alla sua scomparsa, a lmeno nella f o r m a espansiva. Ma la c o n g i u n t u r a è complessa.

M i l a n o a cavallo f ra Cinquecento e Seicento ha ancora u n a recente m e m o r i a d i u n p r i m a t o i n E u r o p a che l 'eguaglia alle vecchie come alle nuove capi ta l i , da L o n d r a a Pa­r i g i , a Anversa e soprat tut to a M a d r i d , dec l inante ma appariscente fa ro a t t ra t t ivo delle commesse rea l i : con le sue re laz ion i v ic ine e lontane spesso la città entrerà i n ro t ta d i col l is ione avendo per l u o g h i r i s o l u t i v i la R o m a dei p o n t e f i c i e l 'Escurial degl i Asburgo d i Spagna l f\ M i l a n o i n f i n e orientata verso l ' i m p e r o orientale , g l i a l t r i Asburgo estesi fra V i e n n a e Praga.

E i n questa situazione, i n c u i cioè si a l ternano m o m e n t i progressivi e e f fe t t i d'eco p r o v e n i e n t i da «periferie» o r m a i divenute cent r i , che si a f ferma l'attività p i t t o r i c a d i ge­nere d i Fede Galizia e Panf i lo N u v o l o n e , par tec ip i a u n t e m p o della grande t radiz ione l o m b a r d a legata al real ismo, a u n a attenzione cal l igraf ica al par t i co lare e a l l 'arredo, nel­l ' inf lusso e i n u n c o n t i n u o interscambio con i l N o r d , da l l ' a l t ra capaci d i realizzare n e l l o spazio r i d o t t o del la na tura m o r t a l ' i n f i n i t a varietà del reale.

L A C O N G I U N T U R A I D E O L O G I C A

Nel la M i l a n o agli esordi del secolo vengono a maturazione le contrastant i i n d i c a z i o n i i conograf iche della C o n t r o r i f o r m a , q u a n d o si a f fe rmano i l reale e i l q u o t i d i a n o i n con­trapposiz ione con i l m i t o l o g i c o , e dialet t icamente i l «sublime» ne i c o n f r o n t i del fanta-

1 6 Ne può essere evidente testimonianza la tormentata car­riera politica del cardinal Federico Borromeo e i suoi con-trastì con l'autorità spagnola. Ma su questo si veda M BEN*

B I S C I O L I , Politica, amministrazione e religione nell'età dei Sor-romei, in AA,VV., Storia di Milano cit.

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stico, o per essere più precisi si determinano scale tassonomiche di «pertinenza» e di congruenza» fra soggetto e maniera. La «bizzarria» condannata da Ulisse Àklrovandi l 7 , ispiratore e consigliere del cardinal Paleotti nel -r i trarre al naturale», alle soglie dell'e­sattezza della illustrazione scientifica e contro la «grottesca», l 'invenzione e l'astruso, pre­dice una nuova sensibilità, sia pure concretizzata in modo contraddit tor io una volta si consideri la fortuna di Giuseppe Arc imboldo al suo r ientro in patria dopo la prestigiosa stagione passata alla corte, cattolica ma in odore d i eresia, d i Rodolfo 11 d 'Asburgo 1 8 . Il r i l ievo è essenziale per comprendere l'affermarsi d i un gusto per il soggetto naturale r i tratto nella sua quotidianità certamente, ma anche in una situazione atemporale, in (inaino il suo r i fer imento ambientale risulta indef inito .

V i è una sorta di «azzeramento» della storia, almeno quella paludata, comprensiva degli aspetti diversi sentiti come diffìcilmente registrabili nella gabbia retorica, eredità dell'antico a favore di una attenzione al «particolare» che, ora riferito al mondo dell 'uomo dopo aver aggredito quello della natura, diventa progressivamente eccentrico rispetto al p r i n c i p i o uni tar io ereditato dalla tradizione. La scena in cui la merce è r itratta si pre­senta spoglia, senza indicazioni d i sorta, per permettere al soggetto di offr irsi indistur­bato alla lettura, in una sorta di stanza senza interferenze esterne, come gli esperimenti che Galileo indica dover essere discipl inat i e corrett i nelle variabil i ambientali . In un celebre passo del Dialogo dei massimi sistemi, lo scienziato, per dimostrare la relatività del moto, utilizza quei quattro elementi su cui si era basata La fisica tradizionale, terra-acqua-aria e fuoco in modo affatto diverso: ciò che è fondamentale è una attenzione «concen­trata» al soggetto che sembra accomunare questa esperienza a quella, con diverse fina­lità evidentemente, che accompagna i p r i m i p i t t o r i d i natura morta autonoma.

Non si tratta in assoluto di una novità: l'esattezza del r i t rarre è luogo essenziale degli ammoniment i del già r icordato Paleotti, anche se risulta inserita nella necessità d i sod­disfare le «persone erudite di che serà i l soggetto suo» 1 9 ; nel r i fer irs i allora per il pit­tore abile nella propr ia professione specifica - è questo i l p r i m o requisito richiesto -si delinea la fondamentale rispondenza fra qualità imitativa della p i t tura e «verità» del soggetto. La vastità del «mondo» i l lustrabile può determinare l ' ignoranza di alcuni suoi aspetti: da ciò discende e viene affermata la necessità da parte dell 'artista d i affidarsi a quanti sono a conoscenza della materia ritrattata, sia essa sacra o di storia, o di -paesi», animali , piante, «artificii et altri», E un ulteriore protagonista del dibattito teorico-pratico a cavallo fra Cinquecento e Seicento, Federico Zuccari, nel suo Lamento della Pittura su l'onde venete, pubblicato a Mantova nel 1605, dopo aver celebrato il carattere universale dell 'arte del l ' imitazione - «L'invisibil per me de rocchio è oggetto» - e aver affermato il pr imato dell'idea, del «disegno interno» come concetto inter iore , sull ' imitazione pura e semplice del reale, non può esimersi dal lamento ormai d'obbligo:

oimè, ch'estinte son grazia e decoro d'imitar la natura non vi è segno né il salce si distingua da l'alloro.

Alla precettistica contror i formata occorre comunque at tr ibuire non tanto un effet­tivo valore normativo quanto una indicazione generale e generica di una tendenza: ne può essere esempio lampante la pubblicistica critica di Federico Borromeo, che sembra condannare nei suoi testi teorici (almeno nel De pie tura sacra del 1624) quanto poi ce­lebra nella cronaca/descrizione della propr ia collezione {Musaeum del 1625), fino allo stesso operare nel concreto, come collezionista ma soprattutto come Committente di opere im­prontate a un gusto e a tematiche indubbiamente «altre» rispetto a quanto affermato in sede di p r i n c i p i o . O meglio, nel personaggio si possono avvertire i segni d i una schi­zofrenia fra quanto è destinato allo studium, e q u i n d i può rispondere alla curiosità del singolo «eletto» e quanto invece deve essere offerto agli ignorant i , in una rinnovata con¬cezione della funzione dell ' immagine come Biblicipauperum. Una sorta di «doppia verità», fenomeno assolutamente non episodico nella nostra cultura, una appartenente alla sfera della cultura «alta», l 'altra a quella destinata al -basso».

1 7 U . A L D K O V A N D I , Avvertimenti al Card. Paleotti..., in P. BA­ROCCHI , Trattati d'arte del Cinquecento, Bari 1961. 1 8 Una ulteriore testimonianza dell'interscambio ira Asburgo e Lombardia è costituito dalla presenza, fra gii altri, nell'inventario di Rodolfo II eli un -Mercato del pesce» (n. 1042! e ili un • Mercato della fruita- (n. 1 0 4 4 ) di «Campo Crcmonio-, a ogni evideu/a Vincenzo Campi. L'inventario

del tesoro di Rodolfo II T realizzato nel 1621 per conto del principe di Lit htenMein, è pubblicato in Effetto Arcimhatda, Milano 1987, pp. 133-140, | t J G. PALEOTTI, Discorso intonai alfe immagini sacre e profane..,, in Scritti darle del Cinquecento, voi. V, a cura di P, Barocchi. Milano-Napoli 1971.

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La c o n g i u n t u r a teorica c o n t r o r i f o r m a t a coglie al lora con efficacia, p r o p r i o nella di ­st inzione dei generi p i t t o r i c i in funzione del soggetto, una separatezza che contr ibuisce a rendere operante l ' evoluzione separata, anche dal p u n t o d i vista st i l ist ico, della pit­tura d i f igura e del la p i t t u r a d i genere, nella fattispecie del la natura m o r t a .

A dispetto, o forse in relazione con una sua interpretazione allegorica, la natura morta può o f f r i r s i nella sua l ibertà p r o p r i o a p a r t i r e da una conquistata coscienza laica, per¬tanto scissa r ispet to al proget to u n i t a r i o che era stato perseguito nelle stagioni prece­d e n t i . E u n «io diviso» al lora quel lo che spinge a investigare la mutevolezza del la realtà, in un .sent imento d e l l ' i n f i n i t o che è tragica coscienza della diversità una volta venuta a cadere la categoria astratta, i l «nome» delle cose. Si può ben parlare d i «realismo», forzando evidentemente i l rag ionamento dal p i a n o stor ico a quel lo più i n f i d o della in­terpretazione trasversale, capace d i cogliere, sempre dubi ta t ivamente , valenze e va lor i misconosciuti dal la le t teratura contemporanea al reper to .

Realismo al lora come categoria diversa da una in tenz ione concettistica, che in m o d o part icolare trova nella c o n g i u n t u r a l o m b a r d a u n te r reno eccezionalmente fer t i le ; rea­l i smo si diceva, che è sent imento d e l l ' i n d i p e n d e n z a del la creatura d a l l ' o r d i n e generale delle cose, che è so l i tud ine e disperazione, o megl io in terrogare te cose per esse stesse: l ' inchiesta a cui l 'oggetto, sia esso natura le o ar t i f i c ia le , viene sottoposto, nel la ricerca della repl ica sulla superf ic ie del d i p i n t o dei suoi v a l o r i vis ivi e t a t t i l i , dal la stereometria alla consistenza delle diverse materie , f ra opaco, trasparente e l u c i d o , fra d u r o , plastico e m o r b i d o , n o n segue solo l ' a r t i f i c i o con t r a f f a t i ivo - e saremmo n e l l o specif ico del la rappresentazione - ma denunc ia in m o d o inequivocabi le i l senso a p p u n t o d i una f ram­mentazione del l 'universo , nel grande come nel p iccolo , n o n più sottoposto alle regole omogenee e s t r ingent i del la classificazione aristotel ica, ma alla ricerca d i una unità più p r o f o n d a , d i una legge super iore al s ingolo f e n o m e n o che sia i n t e r n a a essa e n o n venga leg i t t imata da a l t ro .

La contrapposizione dei due m o d i d i intendere la conoscenza della natura è comunque leggibile come coesistenza; C. Del Bravo- 0 r i ch iama con efficacia la lettura -ambrosiana» deWHexaemt'roìt come r i f e r i m e n t o attuale per i l m o n d o naturale i l lus t ra to nel la cont in ­genza c o n t r o r i f o r m a t a . La radice «simbolica» e quella «realistica» possono assolutamente intrecc iars i e convivere .

L . T o g n o l i " 1 pone una « incomprens ione» da parte d i Federico nei c o n f r o n t i della fiscella caravaggesca motivata dalla inc l inaz ione del cardinale per i l ' n a t u r a l e - ar t i f i c ia le d i Jan Bruegei ; S, B e d o n i 2 2 r iprende tale luogo, e i n m o d o analogo, con espressioni che leggono nel des ider io d i aggiungere alla na tura m o r t a d i Caravaggio un q u a d r o pen­dant, la r ipresa d i u n «programma» i conogra f i co legato alla stagionalità, si o r i e n t a i l più volte c i tato i n t e r v e n t o d i Natale e M o r a n d o t t i . M i sembra in realtà che i l c o n f r o n l o sia i m p r o p o n i b i l e : Pesilo d i Caravaggio è concet tualmente e come i m p i a n t o plastico un unicum, m e n t r e la p r o d u z i o n e del f i a m m i n g o si inserisce in una cont inuità d i reinter­pretazione del reale f ra p u n t o d i vista l o n t a n o e ravvic inato , fra i l paesaggio «allegorico» 0 r i t r a t t o «al vero» e i l genere della na tura m o r t a . Ma sulle diverse i n t e r p r e t a z i o n i dei pezzi i n discussione m i sembra che lo stesso B o r r o m e o , e i n m o d o assolutamente n o n equivoco, si sia espresso nel suo Masacunr\

Si vuol d i re che i l sent imento del la «meraviglia» che è chiave d i volta del l 'architet­tura barocca, può cogliere, con le categorie della classicità, l 'abilità cont i affatt iva del gio­vane Caravaggio e con quelle d e l l ' a r t i f i c i o , e q u i n d i con un gusto «moderno» , l 'universo d i p i n t o in m i n i a t u r a d i Jan Bruegel .

Se tutto il mondo è rome casa nostra fuggite, amici, le seconde scuole, ch'ini dito, un grano ed un delal ve l'mostra.

N e l sonetto proemia le del la sua opera poetica, e nel c o m m e n t o in prosa che l 'accom­pagna, Tommaso Campanella, che anche in altra occasione è stato preso come autore inau­gurale del n u o v o sent imento della n a t u r a - 1 , a f f r o n t a i l tema del grande, e del piccolo , della rispondenza fra disegno generale dell 'universo e logica della creatura più r idot ta , ar-

& D E L B R A V O , Le risposte dell arte, Firenze 1985. ^ L , GKASSU. I 1, II Museo del Cardinale Federico Borromeo Arci* 2 1 L. ToGNQU, G. F. Crpper ri - Irtdeschim- e la pittura dr genere* vescovo dr Mrluritt, traduzione e facsimile delled. originale, Bergamo 1976. Milano 1 9 0 9 . 2 2 S. BETJONI, Jan Hrueghel in Italia e ti Collezionismo del Sei- 2 4 A . V E C A , I-orma vera, Bergamo 1985, pp, 11-15. cento, Firenze-Milano 1983.

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gomenta/ione che ritornerà con insistenza nel suo pensiero. Che p o i p r o p r i o nell'osser­vazione e nella repl ica analit ica del reale si possa nascondere la metamorfos i è «luogo» del la p i t t u r a , come della let teratura per seguire le ind icaz ion i d i A l b e r t o Asor Rosag­

l i catalogo è aperto sulla scena della natura , e n o n a caso Fede Galizia e i p r i m i gene-i isti in tutta Europa, da l l 'Olanda alle F iandre , alla Spagna, res t r ingeranno i l l o r o inte­resse a compos iz ion i d i piccolo f o r m a t o e dalla impaginaz ione for temente semplif icata : è evidente la distanza rispetto alla stagione del T a r d o - m a n i e r i s m o , in cui il m o n d o natu­rale era inser i to nel ciclo decorat ivo del grande f o r m a t o ; sono m u t a t i anche i t e m p i sul p iano della commit tenza che ora p r e d i l i g e i l q u a d r o da cavalletto da p o r r e nel p iano organico della parete «illustrata». Ma al m u t a m e n t o d i gusto del p u b b l i c o c o r r i s p o n d e anche un'esplorazione sempre più ravvicinata, f i n o a isolare i n u n ambiente asettico i l reperto naturale; nessun accenno a e lement i d i arredo, una escursione r i d o t t a nella pro­fondità, l'assenza ancora d i una indicazione ambientale che n o n sia eventualmente, come nel caso del hodegón d i Sànchez Cotàn, funzionale alla disposizione del soggetto; e i l me­desimo r i l i e v o vale per la nicchia d i un Osias Beert i l vecchio o d i u n Georg Flegel. Ma anche in quest 'u l t imo caso è i l m u r o n u d o a costi tuire la quinta per r i m p a g i n a z i o n e degli oggett i . A l t r i m e n t i è i l semplice p i a n o d 'appoggio , in legno o in p ie t ra , eventualmente ammantato , tagliato f requentemente , a lmeno negl i esiti i n i z i a l i , senza che si abbiano u l ­t e r i o r i segnali del la stanza. Come già r i c o r d a t o i n al tra occasione-" i l tagl io «centrale» del p i a n o d 'appoggio , la frontalità e i l p u n t o d i vista r ialzato sono le qualità r i c o r r e n t i n e l l ' i m m a g i n a r i o del p r i m o t e m p o della natura m o r t a europea .

G E O G R A F I A E S C U O L E

Questa omogenei tà nel m o d o con cui viene d e f i n i t o r i m p i a n t o , basato come si vede sulla e lementare segnalazione d i u n «piano» d 'appoggio e d i u n «alzato», ha provocato n o n p o c h i i n t e r r o g a t i v i per una accertata d i s t r i b u z i o n e anche geografica d i un consi­stente nucleo d i nature m o r t e d i i m p i a n t o analogo ma d i stile d ich iara tamente di f fe ­rente come paternità e come scuola; i l d i s t i n g u o può essere posto i n u n a p r i m a spacca­tura fra area del N o r d - i n t e n d o la G e r m a n i a , le F iandre e i Paesi Bassi - e un 'area del Sud, Spagna, I ta l ia e Francia, anche se per q u e s t ' u l t i m o centro d i p r o d u z i o n e occorre necessariamente i n o l t r a r s i negl i a n n i t renta del secolo, r i s u l t a n d o o l t r e t u t t o centro d i conf luenza delle diverse t r a d i z i o n i citate. Per i p r i m i tre insed iament i la conoscenza, la qualità degl i s tudi , la stessa cont inuità delle singole scuole, h a n n o permesso ah antiquo d i r iconoscere con una relat iva sicurezza le aree d i appartenenza d e i d i p i n t i , se n o n i maestri stessi; in più, a d ispet to dei c o n t a t t i , dei pres t i t i e degl i scambi f ra u n a regione e l ' a l t ra , f i n dal l 'esordio del la na tura m o r t a a u t o n o m a le singole scuole si presentano caratterizzate da e lementi s t i l is t ic i for temente r i c o n o s c i b i l i , alle soglie d i una «firma» o d i u n m a r c h i o d i fabbrica : si v u o l d i re con questo che Francofor te , Anversa e H a a r l e m sono c e n t r i d i p r o d u z i o n e ai p r i m i a n n i del secolo x v n i m m e d i a t a m e n t e i n d i v i d u a b i l i a p r i m a vista. A l l ' o p p o s t o per u n a situazione medi ter ranea , per la Spagna e l ' I ta l ia , i l problema d i discernere i centr i d i p r o d u z i o n e si presenta, par lando delle o r i g i n i , a lmeno p r o b l e m a t i c o . E questo è d o v u t o anche all 'accentuarsi nel la penisola d i u n f e n o m e n o p e r a l t r o presente anche nell 'area del N o r d , e c ioè i l f o r t e in terscambio f ra c e n t r i mag­g i o r i e c e n t r i m i n o r i , la presenza ancora, a Roma come a M i l a n o , a T o r i n o come nel le a l t r i c o r t i del la penisola d i ar t is t i p r o v e n i e n t i da tut ta E u r o p a . P o t r a n n o essere g iovani maestri che c o m p i o n o , sulla scia d i una t rad iz ione in via d i consol idars i , i l l o r o viaggio d i i s t ruzione nel paese del la m e m o r i a classica e del recente passato r inasc imenta le , ma p o t r a n n o essere anche specialisti celebrati e r icercat i , come Jan Bruegel dei v e l l u t i o Paul B r i l l , r i conosc iu t i maestri nel l 'arte del «paesaggio lontano» i l secondo, i n quel lo l o n t a n o e «vicino», la nostra «natura morta» , i l p r i m o , la cu i re lazione stabile con i l cardinale Federico B o r r o m e o è cont ingenza d i grande s igni f ica to per i l q u a d r o d'assieme d i cu i st iamo discutendo.

La ci tazione d i una presenza nei c e n t r i i t a l i a n i d i ar t i s t i del N o r d , celebrat i generist i nei due n u o v i soggetti che si a f f e r m a n o agl i esordi del secolo, la na tura m o r t a e i l pae­saggio, n o n v u o l tanto tendere a d e f i n i r e u n «primato» t r a d i z i o n a l m e n t e accordato al-

A . A M I K ROSA, La cultura della Controriforma, in A A . V V . , Orhts pietas cit., pp. 73-78. IM letteratura italiana. VoL 5/1, Roma-Bari 197^,

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resperienza f i a m m i n g a e olandese a p a r t i r e dal la ci tazione classica d i V a s a r i 2 7 per co­noscere successivamente l ' ipotes i eccentrica d i Charles S t e r l i n g 2 9 , quanto i n o g n i caso segnalare u n interscambio f ra le varie r e g i o n i , u n a sorta d i percorso t r iangolare che dal­l ' I ta l ia giunge al N o r d , l'asse Germania , F iandre , Province U n i t e , e giunge a Ovest, in Spagna, seguendo rot te già battute, ne i due sensi, dal c o m m e r c i o internazionale , dal­l ' amminis t raz ione come dalla d ip lomazia : al seguito degl i a l t i p r e l a t i , degl i ambasciatori e dei governator i occorre aggiungere la presenza dei p i t t o r i , o quanto meno delle l o r o opere, o r i g i n a l i o divulgate nel la più agile f o r m a de l l ' inc i s ione .

L o scambio d i so luz ioni plastiche o sti l ist iche f r a p i t t o r i i n d i g e n i e p i t t o r i i t i n e r a n t i nel t e r r i t o r i o i ta l iano può essere fac i lmente ver i f i ca to u n a vol ta si cons ider i , a esempio, la r i correnza d i a l cuni soggetti , soprat tut to ar te fa t t i preziosi , q u i n d i fac i lmente i d e n t i f i ­cabi l i i n a u t o r i a p p a r t e n e n t i a aree diverse. Già i n al tra occasione ( 1985) si era accennato alla stretta relazione fra la coppa metall ica che Panf i lo N u v o l o n e d i p i n g e costantemente (n. 52) e la medesima r i t r a t t a dal l 'ancora b iogra f i camente oscuro Francesco C o d i n o i n u n d i p i n t o conservato nei M u s e i C i v i c i d i M i l a n o (n. 51). M a i l c i tato «punto d ' incontro» tra i due p i t t o r i n o n è u n i c o : si può citare una seconda, i n c o n f o n d i b i l e «figura» comune. Si veda la soluzione dei due v o l a t i l i pos t i i n proscenio a f o r m a r e una croce nel d i p i n t o già discusso precedentemente (1985, n . 5 2 ) e quel la presente nel d i p i n t o d i Francesco C o d i n o datato e f i r m a t o 1623 i l lus t ra to ne l catalogo Gabos (27 n o v e m b r e 1 9 8 8 ) al n . 147; u n vero e p r o p r i o gioco d i pres t i t i e d i aggregazioni scomposte e r i composte . T o r n a n d o alla «coppa» trovata in c o m u n e fra P a n f i l o e C o d i n o , la sua ci tazione supera questo scambio r is t re t to : lo stesso Jan Bruegel d e i V e l l u t i , i n divers i d i p i n t i - si può citare l'e­semplare datato 1618 nei Musei Reali d i Bruxel les , o q u e l l o esposto alla mostra del l 'O-rangerie del 1952, i l lus t ra to nel catalogo alla tavola x n , ut i l izza u n analogo se n o n iden­tico conteni tore . E u n a veloce indagine presso u n ' a l t r a p i t t r i c e delle o r i g i n i d i forma­zione anversese, Clara Peeters, può far scopr ire la nostra «tazza» i n a m b i e n t i assoluta­mente diversi r ispetto a que l l i immediatamente i n discussione: si veda per t u t t i g l i esempi i l lus t ra t i i n V r o o m 2 - ' ai n n . 4 9 9 e 5 0 9 . E r i m a n e n d o nel la medesima area geografica, scelte n o n d i s s i m i l i ne l l 'apparecchio lussuoso v e r r a n n o fatte da Osias Beert i l vecchio: si veda la «colazione» i l lustrata da S. Segai alla tavola 6 del suo The prosperous past, T h e Hague 1988, Sembra a tut t 'oggi abbastanza problemat ico cercare d i r icostruire precedenze e dipendenze: più agevole r i tenere che i p r e s t i t i , come d 'a l t ra parte è t es t imonia to dalla quantità d i repl iche e d i v a r i a n t i del medes imo soggetto o del medesimo oggetto pre­senti nel corpus del s ingolo p i t t o r e degl i esordi , e le c i taz ioni siano, nel la c o n g i u n t u r a discussa, prat iche c o m u n i .

Legare i l sistema del pres t i to a q u e l l o del la rep l i ca è n o d o t r a d i z i o n a l m e n t e riscon­trabi le i n u n a «scuola», quel la d i Francofor te e d i H a n a u per c i tarne u n a f o r m a l m e n t e intrecciata con la L o m b a r d i a e i l P iemonte ; sembra d i f f i c i l e , a d ispet to del la quantità del materiale ora censito e r i f e r i b i l e all 'area lombarda , ipotizzare per essa una situazione analoga. Si vuo l d i r e che q u e l l o tedesco è insediamento d i e laborazione e d i p r o d u z i o n e d i m o d e l l i costantemente rep l i ca t i i n u n sistema d i bottega che tende alla p r o d u z i o n e art igianale con carat ter i t e m a t i c i e st i l is t ic i fo r temente caratterizzati , quasi una «sigla», u n m a r c h i o d i fabbrica per u n p u b b l i c o borghese; a l l 'opposto i l mercato d i nature m o r t e i n L o m b a r d i a ai p r i m i del Seicento ha u n dest inatar io più r i s t re t to , che coinc ide con una élite inte l le t tuale d i c u l t u r a amatoria le . La repl ica sembra i n questo caso r i spon­dere a una commissione specifica più che a u n a prat ica comune nel la p r o d u z i o n e d i scuola o d i bottega.

S U L S I M B O L I C O

U n a in terpre taz ione «concettistica» degl i e lement i present i nel la na tura m o r t a delle o r i g i n i , ma si può d i re d e l l ' i n t e r o i m m a g i n a r i o del t a rdo M a n i e r i s m o e del p r i m o Ba-

' 2 L I I riferimento d'obbligo è quello a Giovanni da Udine e alla sua abilità nel ritrarre le -cose naturali» e artificiali, apprese da un Giovanni «fiammingo». Nell'edizione tor-rentiniana non si ha traccia di tale contano, ma il luogo «comune- del primato del Nord, spesso riferito a generìsti «fantasma», è, a partire dall'episodio critico vasariano, ri­corrente anche oggi. 2 H C . STERLING, La nature morte de l'Antafuité à rwsjour.% Paris

1959. In questo testo classico viene rovesciato il ••primato" del Nord a favore del laboratorio rinascimentale della pe­nìsola, la «natura morta» come rinascenza della classicità. Mi sembra evidente die la natura delle origini sia concet­tualmente «altro», senza evidentemente con questo eselu­dere echi o «agnizioni». 29 N. R. A. V R O O M , A mode.st menage as intimaied by the paia-ter,s of the -Monochrome Banketje», Schiedam 1980 .

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rocco, ha conosciuto diverse «fortune» nel corso d i questi u l t i m i t r e n t a n n i : non è questo l ' ambi to adeguato per una disamina d i tale accadimento in quanto si vuole in sintesi r ichiamare i p u n t i d i partenza da cui tale - let tura simbolica» del soggetto inanimare» ha avuto esordio, per evitare che una acri t ica e meccanica associa/ione fra «valore» emble­matico e presenza del soggetto nel q u a d r o possa automaticamente t r a d u r r e in - parole» stabil i le cose r i t ra t te .

La p r i m a radice è ancora una volta quella de l l ' indagine cr i t ica del N o r d , che può trovare nel magistero d i Ingvar B e r g s t r ò m 3 0 i l suo m o m e n t o inaugurale ; più recente­mente si possono richiamare gl i studi d i K. D e j o n g h 3 1 e d i S. Segai 3 2 . Una seconda l inea interpreta t iva può essere quella che, d i re t tamente o i n d i r e t t a m e n t e , si r i ferisce alla in­terpretazione iconograf ica che, dal magistero d i E. Panofsky, trova una sua accreditata versione e correzione nelle ricerche d i K. H . G o m b r i c h 3 3 . U n a terza via è cost i tuita dal c o n t r i b u t o allo studio del l 'arte fra Cinquecento e Seicento p r o d o t t o da M a u r i z i o C a l v e s i M e da M a u r i z i o M a r i n i 3 5 .

V o c i d iverse 3 6 , anche voci dissonant i : penso a quel la sulla le t tura iconologica in ge­nere d i Cesare B r a n d i e quella più specifica sulla na tura m o r t a d i G i o v a n n i Tes tor i , fino al recente i n t e r v e n t o d i Eugenio Batt ist i posto a i n t r o d u r r e la pubbl icaz ione sulla na­n n a m o r t a i tal iana del l 'E le t ta : i l d i b a t t i t o in e f fe t t i r i sul ta essere complesso, superabile solo se i diversi approcc i , d i t i p o i conograf i co come d i natura comunicat iva , svolgano n o n tanto u n r u o l o assoluto, quanto u n accrescimento delle sfaccettature possibi l i con cui una i m m a g i n e può essere letta.

G l i Emhlemata d i A n d r e a A l c i a t o , che a ragione sono considerat i un - m o n u m e n t o » basilare del concett ismo fra Rinasc imento ta rdo e Barocco, conosce nella sua f o r t u n a a stampa, fra la p r i m a edizione anversese del 1550 e quel la padovana del 1661, una signi­ficativa di latazione del testo, come integrazione delle f o n t i e come chiose e c o m m e n t i e r u d i t i . U n a f o r t u n a a l lora c o n t i n u a t i v a nel t e m p o , fatta d i adeguament i successivi al gusto. Ma come è n o t o il f e n o m e n o delle raccolte d i - emblemi» c genere che si a f ferma con una pluralità d i voci , da C a m e r a r i o a Sambuco, fino alla Iconologia d i Cesare Ripa del 1593, anch'essa destinata a u n a f o r t u n a e d i t o r i a l e ricca d i r i s tampe e d i accrescimenti per u n arco c r o n o l o g i c o analogo a l l 'opera d i A l c i a t o ,

T o r n a n d o al nostro r i f e r i m e n t o iniz ia le , nel la p r i m a ediz ione ci t r o v i a m o d i f r o n t e a u n c o m p e n d i o organizzato secondo una logica classificatoria, una «summa» che in o g n i caso n o n può essere considerata alla stessa stregua d i u n manuale , o d i u n attuale «dizio­nario» dei s i m b o l i . Si vuo l d i r e che certamente i l p o r t a t o s imbol i co d i u n soggetto natu­rale o ar t i f i c ia le , è presente nell 'associazione e nel la compos iz ione d i un q u a d r o d i na­tura m o r t a , ma si trat ta p r o b a b i l m e n t e d i un'eco, d i una argomentaz ione d i s u p p o r t o , più che d i u n p r o g r a m m a i c o n o g r a f i c o da r ispettare esattamente.

Le stesse r a g i o n i composi t ive , d i n a t u r a squisi tamente plastica, p r e v e d o n o u n p r i m o p i a n o c o l m o d i oggetti dall 'altezza l i m i t a t a per g iungere , nel p r o f o n d o , alla accentua­zione del la verticalità, sia essa realizzata d a l l o s v i l u p p o del boccale dal gambo l u n g o o dalla sovrapposiz ione d i divers i c o n t e n i t o r i bassi. Ma a l l ' oppos to si può d i r e che anche la disposizione sul p iano, dal v i c i n o al l o n t a n o , r i s p o n d a a u n p r o g r a m m a s igni f i ca t ivo super iore alla logica de l l ' impaginaz ione plastica: i n a l t r i t e r m i n i nel la natura m o r t a delle o r i g i n i in m o d o n o n casuale g l i oggett i toccati o m a n i p o l a t i d a l l ' u o m o sono costante­mente posti in p r i m o piano, anche i n posizione d i aggetto r i spet to al b o r d o del p iano .

U n a ragione composi t iva , nel la logica plastica d i una concezione contemporanea , v incolante a l m e n o apparentemente una valenza s imbol ica , contrapposta a una ragione «contenutist ica» in cui la presenza e la disposiz ione degl i oggett i r i s p o n d e a u n a logica p r o g r a m m a t i c a che in o g n i c o m p o s i z i o n e vede lo svolgersi d i u n a «parabola» .

Si scontrano, come spe t t r i a vol te nascosti a volte espl ic i tamente evocati , i due m o d i con cui i l n o d o c r i t i c o m o d e r n o , d a l l ' I m p r e s s i o n i s m o i n p o i , ha svolto i l soggetto del la natura m o r t a : dal regno delYalea, del la l iberazione dal soggetto d i commiss ione , in una indagine sulla « forma > in q u a n t o tale, che è figura e colore , alla necessità d i r i s p o n d e r e

u t Si 1 k hLii 11,1 il basilare contributo di I. BERGSTRÒM, Dutch Stili Life panitmg. London 1936, u E. D E J O N G H (a cura di), Stili Life in the age of Rembrandt, City Ari (iallery, Auckland J9H2. 1 * S. SEGAL (a cura di), A fìarery ftast, Galleria P. de Boer. Amsterdam 1982; A fruitfùl Post, Gallerìa P. de Boer, Ani Stcrdam A prosper&US post. The Hague 19S8. n Sul tenia specifico il fondamentale Tradizione ed espres­

sione netto naturo morta occidentale, in A eavalla di un manico di scopa, traci, il. Torino 1971. 3 4 M. C A L V E S I , A noir, in Storia dell'arte. I . 1969. $5 Si veda il recente contributo M. M A R I N I , Caravaggio, Mi­lano icjHtf. M ' Un eserti/io sapiente è quello di (i. Pozzi sulla lettura mariologica di una natura morta; G. Pozzi, Rose e gigli per Mano, Bel! in zona 1987.

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con un r e p e r t o r i o d i i m m a g i n i apparentemente r e f r a t t a r i o a u n contenuto superiore al manifestarsi espl ic i to del l 'oggetto: questa la f o r b i c e delle i n t e r p r e t a z i o n i del soggetto della natura morta ; p r o b a b i l m e n t e la logica vincente è quel la d i considerare egualmente operant i le due rad ic i , le due classi d i s igni f icat i . Può sembrare u n atteggiamento d i com­promesso ma quanto più si entra nel m o n d o della «rappresentazione», della comunica­zione durevole , mediante i m m a g i n i e n o n , tanto più i l n o d o diventa complesso e intrec­ciato: dis t inguere i l i v e l l i è senza d u b b i o ut i l e , ma radicalizzare la separatezza, seguendo l 'esempio del l ' inesperto cuoco del Fedro p la ton ico , è operazione i m p r o d u t t i v a .

I l r i f e r i m e n t o d 'obb l igo , o l t r e al maestro del m e t o d o dia le t t i co , per questa circola­rità del valore s imbol i co del m i t o , del l 'ar te e del l i n g u a g g i o , è la r i f lessione su ta l i pro­b l e m i d i E. Cassirer' 1 7 .

PER UNA D I S P O S I Z I O N K

C o n una distanza ravvicinata che permette d i r i p r o d u r r e i l soggetto i n scala reale o l i ­mi ta tamente r i d o t t a , un q u a d r o d i natura m o r t a r i p r o p o n e le coordinate spaziali che la pratica tradizionale ha consegnato e che si r i so lvono i n u n « piano» e u n «alzato». U n ragio­namento rappresentat ivo è a l lora i n d i v i d u a b i l e in iz ia lmente i n una indicazione del l 'am­biente contenitore , successivamente nella disposizione scenica degli oggetti : è bene ricor­dare come, i n u n gioco d i scatole cinesi, alla stanza, q u i n d i pavimento, pareti laterali , parete d i f o n d o e soffitto, occorre aggiungere i l p iano sopraelevato rispetto alla terra, n o n i m p o r t a se e lemento arch i te t ton ico ( m u r o , balaustra ecc.) i n a m o v i b i l e , o vero e p r o p r i o m o b i l e .

Le due coordinate spaziali hanno l o scopo d i accentuare e valorizzare i l «partico­lare» come i n t e r o , come a sé stante.

Da arredo o c o r r e d o del la f i g u r a umana , i l natura le e l ' a r t i f i c ia le assumono valore plastico a u t o n o m o , gerarchizzando g l i i n g o m b r i spaziali con la stessa logica con cui , tea­tra lmente , venivano d e t e r m i n a t i i p r o t a g o n i s t i e i c o m p r i m a r i del l 'azione u m a n a rap­presentata sulla scena. Si vuo l d i r e i n a l t r i t e r m i n i che i l b r a n o d i n a t u r a m o r t a presente ne l lo s tudio lo del santo o ai p i e d i del t r o n o vive nella d i m e n s i o n e relat iva al lo spazio de l l ' a rch i te t tura scenica, è q u i n d i s u b o r d i n a t o a essa.

A l l ' o p p o s t o i l sistema degl i oggetti presente nel q u a d r o d i genere, a lmeno in quel lo delle o r i g i n i , sia p u r e nelle diverse so luz ioni che si a f f e r m e r a n n o nei diversi insedia­m e n t i , predice u n r i b a l t a m e n t o della gerarchia i m p a g i n a t i v a , r i s u l t a n d o essere protago­nista assoluto, r i s o l u t o r e e d e t e r m i n a t o r e degl i i n g o m b r i . I n par t i co lare i l m o d o impagi -nat ivo del la na tura m o r t a l o m b a r d a dei p r i m i decenni del secolo prevede due so luzioni possibil i : quella d i una f igura centrale, f requentemente una tazza con accentuato svi luppo verticale a cui possono accompagnarsi in funzione d i complemento soggetti natura l i sparsi, anche ma n o n necessariamente sovrappost i . I n questo caso i l p u n t o d i vista è moderata­mente elevato, la v is ione f r o n t a l e , l 'ampiezza d e l l ' i n g o m b r o del l 'apparecchio l i m i t a t o : anche se disposto lungo Tasse orizzontale del f r a m m e n t o d i tavola, con una l imi ta ta escur­sione nella profondità , esso si presenta c o m u n q u e compat ta to e e q u i l i b r a t o , in questo dis t inguendosi dalle analoghe soluzioni impaginat ive della «colazione» f i a m m i n g a in cui l ' in tera profondità del p i a n o viene impegnata e in cu i i l gioco delle sovrapposiz ioni e de l l ' i so lamento delle s u p p e l l e t t i l i e del natura le p r e d i c o n o u n a «disseminazione» più che una concezione u n i t a r i a d e l l o spazio plastico. Si v u o l d i r e che i l m o d o d i c o m p o r r e l o m b a r d o , se n o n raggiunge la simmetricità costante nel m o n d o iber ico , p u r e si presenta composi t ivamente e q u i l i b r a t o .

L a seconda soluzione i m p a g i n a t i v a adottata è quel la del la disposizione «eccentr ica», i n cu i cioè u n soggetto p r i n c i p a l e , sia esso f i g u r a svettante nel la vert icale o abbia u n o s v i l u p p o più depresso, giace slittato r ispet to al centro e entra i n gara con un aggregato naturale n o r m a l m e n t e omogeneo; in questa soluzione la distanza è u l t e r i o r m e n t e ravvi­cinata e i l sistema degli oggetti giganteggia nella r iduzione del lo spazio scenico circostante.

Si è già det to che quel la lombarda , a dispetto della quantità delle opere censibi l i , n o n è u n a «scuola» nel senso n o r d i c o del t e r m i n e , n o n presenta c ioè carat ter i assoluta­mente o r i g i n a l i e soprat tut to d u r e v o l i nel t empo (è questo un n o d o d i i m p o r t a n z a fon­damentale per dis t inguere questo da a l t r i m o d i d i fare p i t t u r a nel la durata) so luz ioni impaginat ive r i s c o n t r a b i l i i n essa possono essere presenti , per pres t i t i o per a u t o n o m a

E. CASSIRER, Linguaggio e mito, trad. ìt. Milano 1961.

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acquisizione, in a l tr i centri e in altre aree geografiche; si pensi al già richiamato nesso privilegiato con la Spagna e le Fiandre, o, sia pure in un frangente cronologicamente successivo, con la Francia.

A dispetto d i questo il frangente mi sembra abbia oggi una fisionomia sufficiente­mente stabile, in cui eventualmente gli spostamenti possano avvenire all ' interno dei confini «culturali» che, per inciso, sono particolarmente superabili .

I L C A T A L O G O

L'esposizione, come già dichiarato inizialmente, ha come obiettivo principale quello di mettere a confronto dal vivo una serie di d i p i n t i che in precedenza, nelle diverse oc­casioni citate nella bibliografìa dei singoli d i p i n t i , sono stati r i f e r i t i all'attività d i Fede Galizia e d i Panfilo Nuvolone: questo indipendentemente da ipotesi critiche che ne hanno messo in dubbio la paternità. I l presente mantenimento dell 'attribuzione «tradizionale», o una sua minima e non significativa correzione, non vuole assolutamente disconoscere l ' importanza o l'interesse d i tali recenti interventi : si è preferito affidare alla visione di­retta un eventuale aggiustamento c r i t i c o 5 8 .

A questo corpo di base, che rispecchia e giustifica il t i to lo della mostra, si sono volut i aggiungere alcuni «antecedenti» sempre r i f e r i b i l i all'area lombarda, a partire dal signi­ficativo immaginar io di Giuseppe A r c i m b o l d i , indubbiamente retroterra necessario per l'esplosione del genere, una volta declinata la morbosa curiosità per la bizzarria caratte­ristica del nostro, per giungere a alcuni esiti p i t t o r i c i , diversamente a t t r ibu i t i in sede critica, ma in ogni caso inequivocabilmente anter ior i o contemporanei alle pr ime opere di Fede Galizia. E questo i l caso d i una «natura morta» citata in Napol i 1964 ^ come d i «anonimo lombardo» del secolo x v i e illustrata in Bergamo 1 9 6 8 4 0 come appartenente all'area bresciana; analogo discorso è fattibile per una seconda natura morta, resa nota nella medesima esposizione da F. Bologna (tav. 7) r i fer ita dallo studioso a Vincenzo C a m p i 1 1 .

Per una maggior comprensione dell'originalità e dei contatti verso l'esterno della pro­duzione di natura morta dell'area lombarda, si è voluto accostare a essa un l imitato nu­mero d i opere e d i maestri contemporanei o immediatamente successivi all'attività dei nostri generisti appartenenti alle aree cul tura l i con cui la Lombardia ha intrecciati e scambievoli r a p p o r t i , la Spagna pr ima d i tut to , la Francia e la Germania. Anche se in modo diverso questi tre insediamenti sono in stretta connessione con la congiuntura lombarda, cone con quella piemontese. I l p r i m o autore è Francesco Codino, dai con­t o r n i biografici ancora i n d e f i n i b i l i ma stilisticamente e t ipologicamente dipendente dai modelli della Scuola di Francoforte e d i Hanau: sinteticamente si può affermare un «primo tempo» del nostro pittore, in cui l ' impianto della natura morta r iprende i l p r inc ip io nor­dico della «disseminazione» - ne è esempio lampante la ripetizione, ulter iormente sem­plificata, conosciuta in diversi esemplari della «natura morta» con alzata metallica, dol­c i u m i e granchio d i Pieter B inoi t della Galleria Sabauda d i T o r i n o - per giungere suc­cessivamente a un apparecchio più complesso, caratterizzato da un più coerente e omo­geneo disporsi sul piano del naturale e dell 'arti f iciale. I l caso d i Codino , il cui reper­tor io d i soggetti replica, come si è visto, anche soluzioni che saranno d i Panfilo, senza con questo voler indicare un pr imato o affidare la palme dell 'originalità al l 'uno o al­l 'a ltro pit tore , è esempio di un interscambio che, se non facilita i l compito di distinguere un contr ibuto indigeno da uno importato , è comunque i l luogo «comune» del presente contr ibuto . La tesi che si sostiene è quella dell 'affermazione d i una pluralità d i centr i , dotat i d i caratteristiche stilistiche e d i soluzioni iconografiche propr ie e specifiche, che non esclude lo scambio, i l prestito e la citazione.

La seconda area culturale rappresentata è quella spagnola, con una natura morta d i

3 H Viene nell'occasione esposta una «-Composizione di (lori* (tav. 17) congetturalmente attribuita in Bergamo HJH-2

n. X V I I I da Pietro Loreruelli e chi scrive a Fede Galizia. La proposta dell'autore era dichiaratamente esplorativa, ina a uni n ^ i non si sono registrale correzioni o alternative, neppure accostamenti con altri quadri da considerarsi con­vincenti. 11 punto di domanda accanto al nome è assoluta-menie di rigore. W La natura marta Mattana, catalogo della mostra, Napoli

1 9 6 4 , p. 25. In tale occasione era stato pubblicato al n. 7 ìl quadro pendant. 4 0 Natura in posa, catalogo della mostra, a cura di F. Bo­logna, Galleria Lorenzelli, Bergamo 190H, tav. 2. 4 1 Con la medesima attribuzione illustrata in Paradfisos cit., tav. X I I I . A . Morandotti, nella scheda relativa al Campi nel più volte citato contributo - p. 217 - ritiene il dipinto appartenente a un gusto impaginativo già seicentesco.

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Blas de Ledesma e u n a seconda d i a n o n i m o i n d u b b i a m e n t e in f luenzato dal la maniera di Sànchez Cotàn: da esse r i sul ta evidente i l m o d o or ig ina le con cui la sensibilità spa­gnola decl ina i l prob lema della composizione e della disposizione sul p iano del soggetto inan imato , d o m i n a t o da una sensibilità spaziale che coinvolge f i n t e r à arch i te t tura della scena, i l p iano come i l sof f i t to , che predice una «simmetria» r igorosa, esaltata dalla f r o n ­talità con cui f i n t e r à composiz ione , a rch i te t tura e apparato , viene letta. P r o p r i o questo carattere impagina t iv i ) permette d i r iconsegnare a Pedro de C a m p r o b i n un d i p i n t o in iz ia lmente a t t r i b u i t o da S. Bot tar i a « A n o n i m o lombardo» ( 1965, tav. 13), suc­cessivamente 1 2 r i f e r i t o da Pietro Lorenze l l i e Ingvar Bergstròm al p i t t o r e spagnolo. Le vicende attr ibutive del d i p i n t o , a indicare l'estrema fragilità e difficoltà d i formulare ipotesi stabil i , conoscono un nuovo , o megl io un r i n n o v a t o r i f e r i m e n t o alla L o m b a r d i a con i l c o n t r i b u t o d i Spike (1983) 4 * che, segnalando correttamente d i basarsi sulla sola referenza fotograf ica , lega i l det to d i p i n t o a due a n o n i m i caratterizzati da u n i m p i a n t o s imilare e dalla presenza d i una f r u t t i e r a d i fattezze analoghe; Salerno, i n due successive occas ion i 4 4 c o n f e r m a tale ipotesi e aggiunge a questo corpus una n a t u r a m o r t a p u b b l i ­cata da Torres M a r t i n e a t t r i b u i t a a Sànchez Cotàn. I l percorso a t t r i b u t i v o del g r u p p o è drasticamente discusso da M . M a r i n i nel 1 9 8 5 ^ mentre i l recente c o n t r i b u t o d i Natale e M o r a n d o t t i , con l 'aggiunta d i un a l t ro i n e d i t o - n . 226 che o l t r e t u t t i ) repl ica la rosa in aggetto presente nel q u a d r o n . 225 d i Fede Galizia - c o n f e r m a l ' a u t o n o m i a e l ' iden­tità del «maestro del la f r u t t i e r a lombarda». Le e v i d e n t i dif formità sti l istiche fra g l i esiti propos t i sp ingono g l i a u t o r i a p r o p o r r e un percorso st i l ist icamente complesso e variato. Incontes tabi lmente i d i p i n t i c i ta t i cost i tuiscono u n corpus omogeneo, a cui c o m u n q u e d i f f i c i l m e n t e può essere r i f e r i t o se n o n i n m o d o m o l t o a leator io , l i m i t a t o alla presenza d i una f r u t t i e r a dal la foggia, si badi però n o n dal la fa t tura , analoga, i l q u a d r o esposto; l ' a t t r ibuz ione a u n maestro l o m b a r d o d i u n a composiz ione f r o n t a l e e s immetr ica , carat­terizzata dal la «durezza» con c u i i g r a p p o l i d i f r u t t a poggiano sul p i a n o , sembra essere soluzione decisamente d i f f i c i l e , c o m u n q u e da giust i f icare so t to l ineando conta t t i e pre­st i t i al l i m i t e del la sparizione dell ' identità d e l l ' a r t i s t a 1 6 .

I l terzo insediamento , più vol te intrecc ia to con quel lo l o m b a r d o , è q u e l l o francese, rappresentato in questa occasione da due d i p i n t i d i Louise M o i l l o n , i n cui appare evi­dente l 'evoluzione dell 'esperienza maturata nel la L o m b a r d i a d i Fede Galizia a contat to con la c o n g i u n t u r a in ternaz ionale del la Parigi degl i a n n i t renta .

La presente esposizione è resa possibile dal la par t ico lare generosità e sensibilità dei s ignor i co l lez ionis t i che h a n n o accettato d i prestare per l 'occasione le opere d i l o r o pro­prietà; a l o r o , come a Flavio C a r o l i che ha permesso che questo i n t e r v e n t o fosse ospitato in appendice al p r o p r i o lavoro m o n o g r a f i c o su Fede Galizia, i l r i n g r a z i a m e n t o del la d i ­rezione del la gal leria L o r e n z e l l i e m i o personale.

4 2 Natura in posa, catalogo della mostra, a cura di 1. Berg­stròm, Galleria Lorenzelli. Bergamo 1971, tav, 43 . 4 : i itaixan Stili Life Paintings, catalogo della mostra, a cura di J . T, Spike, New York-Firenze 1983, pp. 27-29. 4 4 1,. SALLKNO, Natura morta italiana. La raccolta Silvano h>di, catalogo della mostra, Monaco 1984-85 , pp. 3 5 37; ld., la na­tura morta italiana, Roma 1984 , pp, 18-21. 4:> in proscenio II, catalogo della mostra, a cura di M. Ma­rini, Regine's Gallery, Roma 1985, pp. 16-19, Nell'occasione

Marini pubblica (p. iH) due nature morte in collezione pri­vata spagnola in cui compaiono due «fruttiere» assoluta­mente analoghe a quella in discussione. 4 6 I I riferimento immediato è quello proposto nel contri­buto di Morandotti e Natale, in cui si deve per necessità immaginare, volendo mantenere un unico autore per il gruppo stilisticamente disomogeneo di opere, un percorso di difficile comprensione.