Lezione 2 La mimesi degli ipermedia Paolo Ferri 1.

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Lezione 2 La mimesi degli ipermedia Paolo Ferri 1

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Lezione 2 La mimesi degli ipermedia

Paolo Ferri 1

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L’obiettivo di questa lezione è quello di cominciare a tratteggiare una poetica e un retorica dell’ipertesto e dell’ipermedia in quanto portatori di una specifica forma di narrazione, di una specifica forma di racconto.

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1. La mimesis dell’ipertesto

2. L’orizzonte della pre-comprensione dell’ipermedialità e dell ’ipertestualità

3. Chi è l’ autore dell’ipertesto

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1. La mimesis dell’Ipermedia

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Esperienza e racconto Paul Ricoeur nel suo Il tempo e il racconto

sostiene che il problema della mimesis narrativa è il problema di come sia possibile l’imitazione dell’esperienza temporale viva, imitazione condotta mediante la deviazione determinata dall’intreccio e dall’intrigo.

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Che cos’è la mimesis narrativa? La mimesis narrativa identifica il modo in cui il

mondo dei fatti e delle azioni degli uomini viene riconfigurato dall’immaginazione narrativa.

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I tre livelli della mimesis

Ricouer individua tre livelli in cui può essere scandito il processo mimetico che vengono classificati come mimesis I, mimesis II, mimesis III.

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Il primo livello: mimesis I

è la referenza extra-linguistica che sta a monte della composizione poetica o narrativa: il dispositivo concettuale, simbolico e l’inquadramento cronologico, che permette ad autore e lettore di avere una medesima competenza del mondo.

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Il secondo livello: mimesis II è l’atto creativo vero e proprio, la costruzione

dell’intreccio o dell’”intrigo”. Essa rappresenta l’atto mimetico fondamentale, quello che “grazie alla sua funzione di rottura, spalanca il mondo della composizione poetica e istituisce (…) la letterarietà dell’opera.”[1]

[1] Tempo e racconto, vol I, p. 92.

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Il terzo livello: mimesis III

E’ l’intersezione del mondo del testo, messo in campo attraverso Mimesis II, e del mondo del lettore. “L’intersezione quindi del mondo configurato dal poema e del mondo nel quale l’azione effettiva si dispiega e dispiega la sua specifica temporalità”[1]

Mimesis III identifica quindi lo studio del modo in cui un determinato atto mimetico interviene all’interno del mondo del furitore ed interagisce con esso.

[1] Tempo e racconto, vol. I, p. 117.

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Mimesis ed ipermedia Il filo conduttore del mio intervento sarà il tentativo di

comprendere la peculiare forma di mimesis che caratterizza ipermedia e ipertesti, attraverso l’analisi di almeno due dei tre livelli che Ricoeur identifica

1) comprendere in quale orizzonte di pre-compresione, da quali a-apriori, siano inquadrati i prodotti della mimesis digitale (ipertesti, ipermedia, ambienti virtuali)

2) quali caratteristiche peculiari possiede uno degli aspetti della Mimesis II ipermediale, cioè l’autorialità operante nella costruzione dell’intreccio nell’ambito della testualità elettronica.

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2. mimesis I: gli “a-priori” dell’ ipermedialità e dell’ipertestualità

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La mimesis dei nuovi media: remediation

Concetto introdotto da J. David Bolter e Robert Grusin in Remediation. Understanding New Media, [1] identifica il contesto e le coordinate culturali che identificano, secondo la terminologia ricoeuriana il livello della Mimesis I nel campo dei nuovi media.

[1] J. D. Bolter, R, Grusin, Reemediation. Understanding new media, The Mit press, Cambridge-London, 1999.

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Che cos’è la Remediation

Remediation, letteralmente la rimediazione, o meglio l’iterazione mediatica. E’ un termine ripreso da McLuhan. Una delle caratteristiche fondamentali dei media, secondo McLuhan [1], e dei media elettronici, secondo Bolter e Grusin, è proprio quella di avere come contenuto un altro media.

[1] M. McLuhan, Understanding media: the extension of man.

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Le caratteristiche della Remediation: immediatezza e ipermediatezza

Due tendenze contrapposte identificano l’orizzonte della pre-comprensione nella mimesis elettronica:

Hypermediacy – Ipermediatezza

Immediacy – Immediatezza

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L’immediatezza Immediatezza: il tentativo di negarsi in quanto mimesis e

di venire a coincidere, più o meno fittiziamente, con l’esperienza reale. La mimesi digitale in questo senso viene ad identificarsi con la “trasparenza” e si inserisce nella tradizione di molte delle arti figurative moderne, dalla pittura realistica, alla fotografia, al cinema.

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Esempi di immediatezza digitale grafica tridimensionale digitale per i film d’avventura: La Mummia,

Guerre Stellari, Jurassic Park, Toys story i giochi elettronici tridimensionali in soggettiva (Doom, Quake,

Tomb Raider) le applicazioni in realtà virtuale: i simulatori di volo, di

combattimento

Tutte queste vie elettroniche all’immediatezza, alla trasparenza, si propongono di realizzare l’obiettivo della totale immersione del fruitore all’interno di un ambiente artificiale le cui caratteristiche di artificialità non possono essere individuate dall’utente dall’interno del sistema.

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Le caratteristiche dell’ipermediatezza l’ipermediatezza è incarnata dallo stile a finestre del World

Wide Web. Essa punta sull’emersione delle tecniche che portano alla mimesis come antidoto contro l’oblio della mimesis.

La logica dell’ipermediatezza moltiplica i segni della mediazione ed in questo modo cerca di riprodurre, moltiplicandole, le modalità attraverso le quali il soggetto si rapporta all’esperienza.

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Esempi di ipermediatezza codici medievali collages artisitici di Richard Hammilton prime pagine di quotidiani popolari come USA TODAY schermate del world wide web

l’hypermediatezza è opacità: la conoscenza del mondo avviene sempre attraverso la presenza di un filtro tecnologico. Il fruitore comprende che in ogni istante è in presenza di una mediazione. L’ipermediatezza coincide con la coscienza post-moderna o ipermoderna della molteplicità delle verità

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Il problema della mimesis I in ambito narrativo: conclusioni è condizione necessaria per l’esistenza stessa della

mimesis digitale la contemporanea ed equilibrata azione delle due tendenze, quella dell’immediatezza immersiva e quella ipermediatica, o meglio è necessario che queste due funzioni cooperino e non divergano.

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3. mimesis II: Chi è l’ autore dell’Ipermedia?

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La mimesis II digitale anche la costruzione dell’intreccio, mimesis

II, presenta in ambiente digitale una natura bifronte, eversiva e nello stesso tempo sincrona con le regole della mimesis dei media tradizionali. Per comprenderlo proviamo ad analizzare il ruolo dell’autore in questo processo.

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La fine dell’autore ? George Landow: nei media digitali il ruolo dell’autore muta

e si trasforma, in coincidenza con la crisi della soggettività, evocata dalla filosofia post-moderna, fino ad assimilarsi con quello del lettore.

Si realizza una sorta di cessione di sovranità al lettore. lettore attivo autore “allenatore” pluralità degli autori scrittura in collaborazione

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Immediatezza: la coincidenza di autore e lettore Traendo le estreme conseguenze di questo ragionamento l’autore

viene a coincidere con il lettore, l’atto della lettura si trasforma immediatamente in quello della scrittura, il testo diviene trasparente e immediato per il lettore.

Questo tipo di trasformazione può essere rubricata come un’esasperazione della tendenza all’immediatezza dei media digitali, il massimo della trasparenza nella mimesis digitale è il limite paradossale che comporta l’identificazione del lettore stesso con l’autore e la fine della narrazione in quanto tale.

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Ipermediatezza: il rafforzamento del ruolo dell’autore Insieme alla tendenza all’immediatezza esiste

una seconda tendenza.L’autore si ipermediatizza: assume la funzione di chi predispone l’insieme dei possibili percorsi narrativi e l’insieme dei possibili modi, ipermediatizzazati, di rappresentarli.

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L’autore come creatore di di mondi L’ “iperautore” cede gran parte della sua “attuale”

capacità costruire trame ed intrighi, cioè la possibilità di essere autore dell’unico ed univoco percorso di lettura che caratterizza ad esempio l’intrigo nel romanzo realista classico, per “virtualizzarsi”.

Nell’accezione di questo termine utilizzata da Pierre Lévy l’autore diviene virtuale di una molteplicità numerosa di percorsi e intrighi possibili.

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Il Dio gnostico della narrazione ipermediale il Dio della mimesis digitale si nasconde “attualmente” agli

occhi degli uomini per collocarsi nella sfera della “virtualità”: la libertà e il ruolo attivo del lettore avrebbero a che fare solamente con la parte trasparente ed immediata della mimesis II, mentre la parte opaca, la configurazione dei percorsi attivi possibili, rimarrebbe appannaggio dello gnostico Dio virtuale della narrazione digitale.

Autore: creatore di mondi

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Un definizione dell’autore di ipermedia l’autore è iperautore proprio perché non si limita a

definire un percorso di attraversamento della materia narrativa, a predisporre quel singolo e particolare tipo di intreccio: egli è molto di più e molto di meno nello stesso tempo.

Molto di più: perché la natura della mimesis digitale gli impone di progettare una molteplicità numerosa e, al limite infinita, di trame narrative possibili.

Molto di meno: perché perde il potere di scegliere quell’unica trama che ne faceva il “Dio personale” del romanzo.

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4. Conclusioni provvisorie

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1.La mimesis digitale presenta aspetti di continuità e di rottura con quella della letteratura tradizionale ed essi rispettivamente coincidono con la tendenza all’immediatezza e all’ipermediatezza.

2.L’equilibrio e la dialettica di immediatezza e ipermediatezza rappresentano la condizione di possibilità di una efficace mimesis digitale.

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3. Il ruolo dell’autore nella costruzione dell’intreccio si virtualizza, diventa quello del baumgarteniano creatore di mondi, l’autore definisce le condizioni di possibilità della libera e necessitata ad un tempo attività del lettore.

4. La ricostruzione della “verità” dell’opera è una costruzione operativa che spetta all’azione del lettore, all’interno delle condizioni di possibilità dell’opera definite dall’autore.

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