LODRINO COM'ERA - sbt.ti.ch · Dal nero forame del vecchio Gottardo irrompono voci di nuovo dolor,...

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lavoro di gruppo: Julien CHARPIE' (classe quinta) Marco FALCONI anno 1993-94 Lisa LANZETTI mo.Gianluigi Biasca L L O O D D R R I I N N O O C C O O M M ' ' E E R R A A testimonianze di inizio secolo

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lavoro di gruppo: Julien CHARPIE' (classe quinta) Marco FALCONI anno 1993-94 Lisa LANZETTI mo.Gianluigi Biasca

LLOODDRRIINNOO CCOOMM''EERRAA

testimonianze di inizio secolo

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Scuole elementari Lodrino primavera 1994

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LE NOSTRE DOMANDE

1. Nome, cognome e data di nascita.

2. Quanti eravate in famiglia?

3. Dove sei nato (a) ?

4. Cosa faceva di lavoro vostro padre?

5. Com'era la vostra alimentazione?

6. Eravate contadini?

7. Quali lavori svolgevate?

8. Come hai vissuto le due guerre mondiali ? a) la prima 1914-18 b) la seconda 1939-45

9. Com'era Lodrino quando eri ragazzo (a) a) C'era l' acquedotto? b) Com'era la scuola ? c) C'erano i negozi ?

10. Chi andava sull'alpe ?

11. E' meglio come si vive oggi o una volta ?

12. Ti prepari i pasti da solo (a) ?

13. Hai ancora qualche oggetto di una volta ?

14. Che vestiti indossavate ?

15. C'era tempo libero per divertirsi ?

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16. Si faceva vita sociale ?

17. Come vi informavate ? (giornali, radio,...)

18. Si pagavano le imposte ?

19. C'era il dottore ?

20. I tuoi figli sono nati tutti in casa ?

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Emilia Ferrari, nata Cairoli il 22 settembre 1897 In famiglia eravamo in 11 (9 fratelli e i genitori). Siamo nati tutti in casa. Mio padre faceva il falegname. Aveva una falegnameria ed aveva alle sue dipendenze 2 operai. Aveva tanto lavoro. Costruiva: finestre, porte, pavimenti e mobili. Cosa mangiavate? Polenta, patate, pesce. Le patate le coltivavamo noi e il granturco lo facevamo macinare per fare la polenta. Mio padre andava spesso a pescare con le reti (anche se era proibito) e noi mangiavamo tanti pesci. Eravate contadini? No, noi non eravamo contadini. Si coltivava l'orto e basta. Prepari i pasti da sola? Sì, sono sola ma cucino sempre. Come hai vissuto le due guerre mondiali? C'era il razionamento. Noi non abbiamo sofferto, perché nostro padre aveva sempre tanto lavoro ed i lavori, certe volte, li pagavano anche con il cibo. Uno scambio insomma. Altrimenti per comperare il cibo ci volevano i bollini (con un certo numero di bollini per persona si poteva comperare una certa quantità di cibo). Certo che per chi non aveva niente è stata dura. Com'era Lodrino negli anni subito dopo il 1900? Non c'erano più di 400/500 abitanti. Io avevo 3 anni e non ricordo più niente. Negli anni successivi, che io ricordo, la popolazione era pochissima. La gioventù partiva per l'America e quei pochi che tornavano, se tornavano, erano ormai malandati, perché non avevano avuto fortuna. I più bravi, spedivano soldi ai genitori rimasti qui al paese, alcuni invece si erano indebitati con i soldi per il viaggio (che a quei tempi durava 2 mesi). Qui, restava solo chi lavorava il granito che era molto ricercato, gli anziani e i bambini, che aiutavano a mungere le mucche e non avevano molta istruzione. Le case erano poche e tutte costruite vicino alla chiesa (il quartiere odierno di Cà da Löc). La casa dove abito io adesso, è stata costruita nel 1904 da mio padre.

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C'era l'acquedotto? No. L'acqua andavamo a prenderla al riale dove si lavavano anche i panni o nei pozzi dove si calava un secchio vuoto per tirarlo su pieno d'acqua. I pozzi erano profondi 8/9 metri così si poteva avere l'acqua più limpida e buona. C'era la scuola? Sì, si trovava dove adesso c'è la Casa comunale. C'era una maestra di scuola elementare che veniva dal Canton Grigioni e una di scuola maggiore che veniva da Locarno. A Lodrino ha insegnato per molti anni anche la maestra Calegari. Non erano tanti però i bambini che ci andavano e poi durava solo 6 mesi. Io sono andata dall'età di 6 anni fino a 14 anni. Come cartella avevo una borsa di stoffa che mi confezionò mia madre. Per scrivere avevamo solo una matita per i compiti a casa, perché a scuola si usava la lavagna. In primavera molti dei miei compagni partivano già per la montagna con i genitori per aiutare. La scuola era obbligatoria ma non tutti seguivano le regole. Poi, quando ritornavano dalla montagna, andavano con il gerlo a fare la legna. Quando sono arrivate le automobili a Lodrino? Mio padre ne aveva comperata una perché gli serviva per il lavoro. Era la prima in tutta la regione e tutti sono venuti a vederla. Si chiamava "Balilla". A quei tempi non c'era quasi nessuno che guidava l'automobile. Il prezzo non lo ricordo, ma di certo non costava come adesso. C'erano negozi? Ce n'erano due, ma vendevano solo l'indispensabile: caffè, pane, ecc. Il panettiere si trovava dove c'era la Posta vecchia (coltivava lui il frumento), poi è arrivata la concorrenza: un panettiere di Osogna. Era meglio come si viveva una volta o adesso? Una volta c'era solo miseria, ora c'è abbondanza: tutti hanno un lavoro, un'istruzione. C'era qualcosa che ora non c'è più? (costruzioni ad esempio?) C'era il mulino e la fabbrica del vetro. Hai ancora qualche oggetto di una volta? No, più niente. La casa e basta. Che vestiti indossavi?

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C'era un signore di Biasca che vendeva stoffe. La mamma le comperava e si faceva confezionare i vestiti da una sarta di Lodrino. Era molto brava!. C'era tempo libero per divertirsi? No, non c'era niente. Alla sera i genitori ci proibivano di uscire. Anche quando siamo stati più grandi, non siamo mai stata gente da piazza, noi. Si faceva vita sociale? (tombole, feste, ecc.) No, non si faceva niente. Si pensava solo a lavorare. Come vi informavate? (giornali, radio, ecc.) C'era un giornalino una volta alla settimana, la domenica. Si chiamava "La famiglia". Mio padre, che era italiano, era abbonato al Corriere della sera. Si pagavano le imposte? Per forza! Altrimenti non si potevano pagare i maestri. C'era il dottore in paese? Il dottore veniva da Bellinzona 2 volte alla settimana in bicicletta. I tuoi figli sono nati tutti in casa? Si.

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Intervista a Giovannina Falconi, nata Cavaliere,1 agosto 1911 In famiglia eravamo in tredici con mamma e papà. (due sono morti uno a tre settimane e il secondo a nove mesi)) Siamo nati tutti in casa. Mio papà di lavoro faceva il "caradou" (carrettiere); andava a Bellinzona con il carro a prendere la merce ,ad esempio: mezzo quintale di segale o grano, zucchero dal Farinelli.Trasportava anche letame, fieno e legna fr. 1.50 al viaggio .Poi andava alla stazione a prendere la levatrice e il dottore per quando le mamme dovevano partorire.Ma qualche anno dopo il dottore arrivava in paese con la moto . Cosa mangiavate ? Alla mattina latte senza zucchero e pane; il caffé e lo zucchero costavano molto e allora il caffelatte era per i genitori. A mezzogiorno minestra,alla domenica risotto e lesso o una gallina bollita, alla sera patate bollite con formaggio, d' inverno caldarroste e una tazza di latte. A Natale arrosto con patate al forno e insalata. Eravate contadini? Come tutte le famiglie avevamo alcune mucche. Non c'era lavoro per tutti; le sorelle maggiori andavano a servire presso persone agiate e nelle botteghe, i fratelli facevano il garzone in Valle di di Blenio. Non c'era occasione di fare l'apprendistato come ora e la paga era comunque poca. Altri fratelli sono andati in cava per imparare a fare lo scalpellino. Io, dopo scuola, andavo tutti i giorni a portare loro il pranzo (minestra o polenta e latte) nelle cave vicino alla stazione. Come hai passato le due guerre mondiali? a) la prima. (1914-18) Della prima ricordo poco perché ero piccola: al suo inizio avevo tre anni ed é durata fino al 1918. Ricordo che avevamo il pane misurato: un ettogrammo a testa i piccoli e due per quelli grandi, ma tante volte dovevamo rinunciare a un po' del nostro per il papà perché doveva "fare la giornata". E se gli mancava il pane, come faceva? Ricordo pure che c'erano i soldati francesi (romandi) che ogni tanto ci davano qualcosa da mangiare.

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Un soldato di nome Slin, finita la guerra e ritornato a casa sua, ogni tanto perché aveva visto che eravamo poveri ci mandava i vestiti usati dei suoi figli. b) e la seconda? (1939-45) A casa nostra dormivano due caporali: un Lucernese e un Grigionese. La merce non era così razionata come durante la prima guerra mondiale: per quel che riguardava lo zucchero stavamo bene perché ai minorenni spettavano 7 etti e mezzo, ma siccome loro non bevevano caffé, ne rimaneva un po' da scambiare con altri che ci davano patate e farina. Per avere tutto questo bisognava avere i "bollini" che si acquistavano. C'era il mercato nero: il riso, ad esempio, si pagava fr. 5.--. Di tanto in tanto, certe persone andavano a Indemini a prendere riso di contrabbando. Com'era Lodrino quando avevi la nostra età? Quando andavo a scuola,forse alle maggiori, la popolazione era la metà di adesso; circa seicento abitanti ( dall'Annuario statistico, nel 1920 gli abitanti erano 616; la popolazione attuale é di circa 1'350 unità). La maggior parte delle famiglie erano patrizie. C'erano famiglie italiane che, alla fine del secolo scorso, hanno portato da noi l'industria del granito. Molti giovani emigravano ancora: nella mia famiglia un fratello é emigrato a Parigi e un fratello e una sorella in Calinfornia a Crescent City e Arcata. C'era l'acquedotto? L'acquedotto é stato costruito nel 1923 -24; "hanno fatto una lotta" per quell'acqua.I liberali lo volevano comunale mentre i conservatori (ora PPD) lo volevano fare privato: hanno vinto i liberali. Succedeva un po' di tutto: di giorno i lavori procedevano normalmente e di notte certi conservatori andavano a rompere i tubi. C'era la scuola? Sì diamine, era già andata mia mamma, nata nel 1872.La prima, seconda e la terza si trovavano nella casa vicina al municipio; le altre: quarta e quinta e sesta, settima e ottava nello stabile del municipio. La scuola iniziava il 25 ottobre e finiva il 25 di maggio.Ma noi non andavamo subito a scuola, ci mandavano a raccogliere le castagne fin oltre la metà di novembre. Le castagne rappresentavano la "cena di tutto l'inverno".

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Perché? Le piante erano private e noi non eravamo proprietari. Aspettavamo dunque il primo di novembre perché c'era la raccolta libera, si diceva andare "a rüscp". Avevamo libero il giovedì e il sabato pomeriggio, una decina di giorni a Natale (mi ricordo che veniva il prete a benedire la scuola), il sabato di carnevale e Pasqua. Poi aspettavamo il giorno degli esami tutti con il vestito più bello che avevamo; tutti i genitori venivano ad assistere ma per noi allievi non era molto bello perché eravamo emozionati ed avevamo paura di sbagliare. Si doveva recitare una poesia e inoltre c'era un'interrogazione su tante cose. Mi ricordo ancora la poesia che ho dovuto recitare quel giorno: Il traforo del Gottardo Dal nero forame del vecchio Gottardo irrompono voci di nuovo dolor, é morto Giovanni, Giovanni il Lombardo il forte operaio, il forte minator: Ei cadde stringendo il fido piccone dell'aspre fatiche, già presso il confin Ei cadde sfinito sul vinto roncone il verme del monte disfatto ha il topin. Due cari ritratti gli poser sul petto due volti leggiadri di donna e puttin gli poser al lato l'arnese diletto e all'aria aperta la salma portaron. Quando sono arrivate le prime auto a Lodrino ? II padre di Emilia Ferrari aveva un camioncino per portare legna e mobili perché era falegname, la seconda credo che era quella dell' impresa Ambrosini, la terza era quella dei Dubini; la usavano per distribuire il pane. Quando noi vedevamo un' auto le correvamo dietro fino a quando non la

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vedevamo più poi tornavamo in dietro, e così succedeva anche con un aeroplano. C'erano i negozi ? Sì , ce n' era uno dei Sacchi, alimentari e ferrareccia, poi quello dei Dubini: avevano alimentari e macelleria e la bottega dei Bognuda, ma tenevano appena le cose principali perchè il locale era piccolo.Poi hanno messo la Coop. C'era il deposito del pane perchè c'era un panettiere in paese; stava vicino alla posta vecchia e andavamo lì a prendere il pane, in tempo di guerra costava 72 centesimi. Era meglio come si viveva una volta o oggi? Ma dal lato semplice che vivevamo noi anche se mancavano molte cose che erano necessarie per l' educazione dei figli , si stava bene perchè ci accontentavamo con poco.Una volta all' anno avevamo qualcosa che ci portava il Bambino Gesù.Una "sfilza" di fichi secchi, qualche cioccolatino, un`arancia a ognuno e una mela . E poi la buonamano il primo dell' anno: un po' di castagne secche e un po' di noci , e una " fisela" che significa spago. C`era una costruzione che ora non c é più? Stalle ne hanno buttate giù parecchie per costruire case o fare piazze.Sono state distrutte anche diverse aie (in dialetto "eira"): lo spiazzo davanti alla stalla dove si batteva la "biava" e il "mei" (il miglio). Si usava il "fiell" che significa correggiato. A volte si impiegava un cavallo o una mucca docile; con gli zoccoli pestavano le spighe, poi le giravano per fare che si schiacciasse tutto. Quando era ben pestato ci facevano entrare noi ragazzi a giocare. Quando ero piccola c'era un mulino, lì ai piedi della montagna. Di lì (da Briüra) scendeva l' acqua che veniva poi incanalata e andava sulla ruota che faceva girare le macine( del mulino). Il canale, costruito con lastre di granito, costeggiava la strada fino al ponte di sasso (ponte vecchio) e proseguiva fino alla fabbrica. Mia mamma andava lì a lavare perché era più facile . Quel canale si chiamava"coma". Quelli che abitavano a Prosito e a Iragna lasciavano i sacchi sul parapetto del ponte di sasso. Poi andavano ad avvisare le sorelle Sacchi perché erano loro che facevano funzionare il mulino.C'era una di queste sorelle che tutti chiamavamo "Crisctinon" e prendeva i sacchi da mezzo quintale in spalla e li portava su, fino al mulino a macinare.

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Poi avvisavano quando avevano finito perchè non c 'era il telefono. C'era solo alla posta, poi è venuto più tardi anche nel negozio Sacchi ; noi vedevamo questi numeri scritti sul muro. C'era un " poveretto" che per fare un dispetto alle sorelle Sacchi andava a fare una diga con legna zolle e sassi, così una delle sorelle doveva salire con molta fatica ogni volta a pulire il canale. Hai ancora qualche oggetto di una volta? Ho ancora il "cribi" che mio papà usava per dare l'avena ai cavalli. Ho ancora uno specchio a forma ovale che mi ha regalato una Francese, credo abbia più di cento anni. Che vestiti si indossava una volta? Erano vestiti "a la bona". Le calze di cotone erano fatte a mano e portavamo sempre gli zoccoli. Alla prima Comunione ho dovuto mettere le scarpe di mio fratello con i chiodi e facevano un gran fracasso sulle piode della chiesa.. Pullover e giacchettini non ne avevamo. Avevamo sempre i piedi bagnati, perché non avevamo scarpe e stivali, eppure non abbiamo mai preso la bronchite. Avevate tempo libero per divertirvi? No, però giocavamo ai sassolini, fino al 10, ma non c'erano premi.Si giocava anche alla croce e al mondo (un cerchio diviso in quattro parti, che erano le quattro stagioni: si giocava come la croce). Vicino al riparo del riale si giocava alla "botiga". rubavamo le patate piccole che si davano ai maiali, le facevamo cuocere nelle scatole della salsa che usavamo come pignatte; con un po' di sale sembrava di mangiare "chisà cosa".Si cercava qualche tazza rotta e come cucchiai adoperavamo delle castagne senza polpa ("i cafi") infilate in un legnetto. Si facevano feste o tombole? No. Tombole mai, mai mai. Alle feste del Carmine al grotto non andavamo perché non ci lasciavano e non avevamo soldi. Una festa che ricordo era quella di S.Ambrogio: arrivava una donna di Osogna con due ceste di biscotti e caramelle in una carrozzina e si metteva dove ora c'é il garage del signor curato. All'uscita della messa si andava a guardare, c'era anche una bancarella con giochi, pistole,.... Per farsi comperare qualcosa si andava appresso ai padrini, e qualcuno faceva sembianza di niente ("oregia da mercan").

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Poi c 'era " generesc¨ l`ultimo giorno di gennaio, andavamo alla sera con le campane, barattoli di latta a scacciare l' inverno. Come vi informavate. C'era un giornale che si chiamava La famiglia , veniva al sabato, e costava fr.1,90 . Si pagavano già le imposte ? Sì, pagavamo poco perché il guadagno era poco.Pagavamo 2 fr. a testa per la cassa malati. C'era un dottore in paese? No, veniva in motorino da Bellinzona e visitava i villaggi della Riviera. Arrivava il venerdì alle otto e suonava la campana per avvisare la gente. A volte si confondeva con la campana della scuola. Chi aveva bisogno del medico consegnava un biglietto al negozio Dubini e si preparava sulla porta per chiamarlo. I tuoi figli dove sono nati? Due a casa (1937 e 1945) e due all'ospedale (1947 e 1951).

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Intervista ad Alessandrina Gregori, nata Marieni il 2 marzo 1904 In famiglia eravamo in 5 (4 figli e la mamma). Il padre era partito per l'America in cerca di lavoro quando ero piccola ed è morto poco tempo dopo essere arrivato là (3 anni circa). Faceva il falegname ed eseguiva dei bei lavori. Mi ricordo che una volta costruì perfino una bicicletta di legno: la ruota davanti era grande e quella dietro piccola. L'ho tenuta per tanti anni fino a quando ho cambiato casa. Sono nata in casa a Prosito; mia madre era una Berti. Cosa mangiavate? Polenta, pasta, castagne e altro cibo "rurale" Eravate contadini? Un po'. Avevamo una mucca e qualche piccolo terreno, ma poca roba. Alla fine il terreno non era abbastanza per mantenere la mucca ed abbiamo dovuto vendere tutto Prepari i pasti da sola? Sì, sono sempre autosufficiente e non salto mai i pasti. Come hai vissuto le due guerre mondiali? Coi "bollini" e lavorando. In dicembre la fame non l'abbiamo patita. E' già una bella roba, no?

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Com'era Lodrino negli anni subito dopo il 1900? Era molto più semplice di adesso. C'erano soltanto le case che appartengono al quartiere di Cà da Löc e le strade erano ricoperte di ciottoli o in terra battuta. C'era l'acquedotto? No. L'acqua la prendavamo alle fontane pubbliche di Cà da Löc o a Pasquerio o vicino alle case dei "Cioli" (Verscio). Ce n'erano 3 o 4 ai tempi, perchè vi si abbeveravano le mucche. A Prosito c'era il pozzo dove si calava il secchio ed anche a Lodrino ce n'era qualcuno. C'era la scuola? Si, anche se non potevamo andarci regolarmente, perchè dovevamo aiutare nostra madre che era vedova. Quando sono arrivate le automobili a Lodrino?

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Le prime che mi ricordo io, le ho viste quando gli Ambrosini hanno installato una cava di ghiaia a Castione. Hanno cominciato a raccogliere la ghiaia con i carri e poi sono arrivati i primi camioncini. L'anno non lo ricordo più. C'erano i negozi? C'era il negozio del Natale Sacchi (padre del Nicolino) ed il negozio dei Dubini. In seguito hanno aperto anche la Cooperativa, ma molto più tardi. Era meglio come si viveva una volta o adesso? Ma? A me quasi quasi piaceva di più una volta, perchè la gente si accontentava di poco. Adesso mi sembra che, malgrado non manchi nulla, la gente non è mai soddisfatta. C'era qualcosa che ora non c'è più? (costruzioni ad esempio?) (Ha capito istruzione!) Adesso cercano di istruire di più la gente ed insegnano a tutti ad usare il computer. Quello proprio non c'era ai miei tempi! Hai ancora qualche oggetto di una volta? No, caro. È impossibile avere ancora un oggetto di una volta, perchè non avevamo nulla. Niente di niente....a parte la bicicletta di mio padre che è stata gettata qualche anno fa. Che vestiti indossavi? Vestiti normali. Un grembiule, lo scialle d'inverno, calze di lana e gli zoccoli anche quando c'era la neve (i miei figli qualche volta anche d'inverno hanno dovuto andare a scuola a piedi nudi o con giornali ai piedi, perchè non c'erano gli zoccoli per tutti, erano 11). C'era tempo libero per divertirsi? Niente. Il nostro divertimento era, dopo la scuola, tornare a casa a prendere il "gerlo" e andare a far la legna. Ah, c'era il cerchio, ma adesso non si usa più e quando c'era la neve andavamo nel canale a slittare. Tiravamo dei sassi in un modo che assomiglia al gioco delle biglie. Ci costruivamo le bambole con pezzi di stoffa. Si faceva vita sociale? (tombole, feste, ecc.) No, niente Come vi informavate? (giornali, radio, ecc.)

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Passavamo parola l'un con l'altro. Non sapevamo mai nulla. C'era poco da informarsi. La radio non c'era. Di giornale ce n'era uno solo in tutto il paese di Prosito. Era il Dovere. Si pagavano le imposte? Certo. Anzi si dovevano pagare i libri a parte. Alla fine dell'anno le famiglie ricevevano il conto da pagare per la spesa dei libri per i figli che frequentavano la scuola. Tutto il materiale scolastico si doveva pagare a parte. C'era il dottore in paese? In paese no, ma c'era il Dr. Bruni che era medico "condotto". Veniva in paese una o due volte la settimana. C'era una cassetta delle comunicazioni da qualche parte (non mi ricordo se si trovava in un negozio o dove). Lì, le persone che avevano bisogno del dottore lasciavano scritto un biglietto. I tuoi figli sono nati tutti in casa? Si, tutti quanti (11 figli).

Intervista a Antonio Bognuda , 11 dicembre 1916 . In famiglia eravamo in dieci con mamma e papà . Io sono nato in casa. Mio papà era contadino e aveva un negozio e un' osteria. Cosa mangiavate ? I nostri pasti erano: patate in settimana e risotto alla festa per Natale facevamo la mazza. Eravate contadini ? Si, eravamo tutti contadini. Al 1 maggio andavamo a Paglio (474 m) poi verso il 20 di giugno andavamo in Alva (1500 m) . Verso il 15 di luglio andavamo in Vacarisc (1900 m), da là a casa ci volevano 5 ore e portavamo tutto con la gerla .Avevamo bisogno molta legna perché dovevamo scaldare il latte per fare il burro , il formaggio e la ricotta.

Come hai vissuto la seconda guerra mondiale ? La guerra l' abbiamo vissuta bene perché la farina e le patate e altre cose le facevamo noi . Per comperare le altre cose c'erano i bollini. Ma noi

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quando eravamo a Paglio facevamo scambio con il prete , lui ci dava zucchero e noi del burro. Com'era Lodrino quando eri ragazzo? Le strade in paese non erano asfaltate ma erano fatte con dadi di sasso. L'acquedotto c'era ? Sì c'era. La scuola c'era? Sì c'era però era dalla prima all'ottava.Nel 1926 é venuto anche l'asilo. Avevate l'alpe? Sì avevamo l'alpe Alva. C'erano i negozi? Uno l'avevamo noi poi ce n'era uno in piazza. Era meglio come si viveva una volta o adesso? Una volta ci accontentavamo di poco invece adesso no. Che vestiti indossavate? C' erano vestiti fatti a mano e poi si comprava il vestito nuovo al maggiore che poi lo passava a quello più piccolo di lui e cosi via. Quando avevo 15 anni mi hanno comperato il primo vestito nuovo. C'era tempo libero per divertirsi? Si,qualche volta giocavamo alla croce, alle biglie e a nasconderci, o detto anche"ciöpp". Si facevano tombole o feste ? Quando avevo 14 anni non usavano . Dopo quando avevo 40 anni sì. Come vi informavate ? Avevamo un giornale che arrivava ogni giorno, però. Si pagavano le imposte ? Sì,si pagavano, non care come al giorno d'oggi. C'era un dottore in paese ?

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Sì, ma non in paese. Era il dott. Bruni di Bellinzona e veniva una volta alla settimana. I tuoi figli sono nati in casa ? Sì. (?) C' era una costruzione che ora non c' é più ? Sì il mulino, la fabbrica del vetro e il torchio.

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Famiglia

Le famiglie di una volta erano numerose e tutti nascevano in casa. Lavoro

La maggior parte delle famiglie era contadina. Scuola

Non tutti andavano a scuola. Alcuni dovevano rinunciare per aiutare i genitori. Paese

Era raggruppato sul cono di deiezione, vicino alla chiesa. Usanze

Non c'erano tante feste. Tempo libero

Giocavano quando i genitori lo permettevano. Vestiti

Erano sempre i soliti poveri abiti. Guerra

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C'era il razionamento e a tutte le famiglie sono stati distribuiti i "bollini". Mezzi d'informazione

Ci si informava tra la gente o con il giornale. Mezzi di trasporto

La prima automobile fu quella del padre della signora Emilia.