Pietro Lo Forte

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DANILO CARUSO PIETRO LO FORTE LA MUSICA NEL CUORE

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Saggio storico-biografico di DANILO CARUSO / Palermo, dicembre 2013

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DANILO CARUSO

PIETRO

LO FORTE

LA MUSICA NEL CUORE

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Con il cuore in mano vi dico che sono fiero di essere lercarese e ovunque vado porto i nostri nobili sentimenti, l’amore per la famiglia, il rispetto per l’amicizia e il sentimento dell’ospitalità.

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1. IL RICORDO DI UN AMICO

l mio cuore si inondò di amarezza e tristezza quando appresi della scomparsa inaspettata del carissimo amico Maestro Pietro Lo Forte avvenuta a Mendoza il 23 marzo 2004. Non mi attendevo una notizia così, eppure la vita ci insegna

anche questo. Persi un amico, di quelli veramente con la A maiuscola, un Amico che lasciava un vuoto in coloro che lo conoscevano, che l’ammiravano e nutrivano per lui sincero affetto e attaccamento. Non è possibile dimenticare la sua cordialità, la sua sincerità di animo, la sua apertura verso il mondo e verso i giovani.

Mentre io ero ancora un semplice sconosciuto per lui mi concesse la sua fidu-cia e mi onorò della sua amicizia: non so quanti a migliaia di chilometri di distanza – prima di conoscersi personalmente – avrebbero fatto come lui. Al di là dei suoi bellissimi doni non potrò mai dimenticare questo. Gli scrissi la prima volta nel set-tembre del 2002 interessandomi della sua figura di emigrato Lercarese illustre e trovai in cambio un vero amico. Abbiamo fatto molte cose assieme: gli scrivevo spesso e lui mi telefonava di frequente. Era una festa una telefonata da Mendoza. Neanche un parente mi ha mai telefonato la mezzanotte del 31 dicembre per fare gli auguri a me e alla mia famiglia. Un grande onore e un grande piacere fu ricever-lo a Lercara nella mia casa l’estate del 2003 durante la sua visita al paese, a quella terra che lui amava tantissimo. Non sapendo ancora che fosse arrivato fu lui a ve-nirmi a trovare. Tre stupende settimane a contatto con lui e con la sua bellissima famiglia. Fummo molto assieme a parlare e a girare per Lercara: mi raccontò aned-doti della sua vita, e io con molto piacere lo accompagnavo per il paese.

Non sembrava che ci separassero cinquantatre anni. Io poi essendo un am-miratore dell’Argentina di Perón chiedevo notizie a chi l’aveva vissuta in prima persona: che bel ricordo allorché mi disse che nella sua attività di clarinettista ave-va fatto parte della delegazione della Banda di Mendoza invitata a pranzo nella re-sidenza presidenziale di campagna alla presenza di Evita che sedeva tre posti più in là di lui. Restarono a me e ai miei familiari, che come me sentirono la sua assenza, i bellissimi ricordi di una fantastica estate.

Nel momento in cui si perde un amico sincero e onesto resta uno squarcio in-teriore: non importava che ci conoscessimo da non molti anni o che avesse parecchi anni di più. Quando si trova l’umanità in un uomo cosiffatto il resto è accidentale: un’alta concezione dell’amicizia ci accomunava, forse una cosa antica che oggi non si coltiva. Io del resto ho sempre rispettato gli anziani ritenendoli maestri di sag-gezza. Ero io a essere antico nel mio animo, tant’è che ogni tanto mi chiamava “viejo” (vecchio), e lui ad avere una energia e uno slancio vitale sorprendenti.

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2.1. LA VISITA DEL 2003

ome aveva annunziato, il Maestro Pietro Lo Forte, giunse a Lercara il 19 agosto con la sua famiglia dalla lontana Mendoza, in Argentina. Personal-mente fui testimone dell’attaccamento e del forte legame tra il Maestro Lo

Forte e Lercara. Nell’attesa di incontrarlo paragonavo questo evento all’incontro raccontato da Dante nel VI canto del Purgatorio tra Virgilio e Sordello: due poeti vissuti in epoche diverse, con dodici secoli di distacco, ma accomunati dal legame della terra d’origine.

Pur Virgilio si trasse a lei, pregando che ne mostrasse la miglior salita; e quella non rispuose al suo dimando, ma di nostro paese e de la vita ci ’nchiese; e ’l dolce duca incominciava “Mantua...”, e l’ombra, tutta in sé romita surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l’un l’altro abbracciava.

Purgatorio, VI 67-75

Danilo Caruso e il Maestro Lo Forte

Questo stesso valore della terra era rimasto nel cuore del Maestro Lo Forte.

Trovai un amico al di là dell’Atlantico, che dall’alto dei suoi anni e del suo prestigio internazionale, mi concesse doni bellissimi, ma soprattutto mi concesse la sua ami-cizia e la sua fiducia. Questi sono i doni più belli, e sono doni gratuiti che non si possono ripagare. All’amicizia, come insegna Cicerone nel “Laelius de amicitia”, si può solamente rispondere con l’amicizia.

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Non potei fare a meno di rivolgergli un ringraziamento di cuore per quello che ricevetti, un ringraziamento principalmente per il dono stesso dell’amicizia da parte del Maestro Lo Forte, che non era solo un ambasciatore della civiltà di Lerca-ra nel mondo, ma anche un ambasciatore della civiltà dell’amore. In quei mesi pre-cedenti, di nostri frequenti contatti, il Maestro Lo Forte musicò due mie composi-zioni poetiche: il sonetto “A Giovanni Paolo II” e la lirica in senari “Inno al Cristo Redentore”. Avevo inviato con devozione al Santo Padre nell’estate del 2000 in dono per la Giornata mondiale della gioventù il sonetto scritto verso la fine del 1999. All’inizio del 2003 il Maestro Lo Forte compose la musica. A Mendoza furono incise diverse versioni: due in italiano (la prima cantata da Marcos Fernandez e l’altra da Carlo Giursi) e due strumentali (tra cui quella con il clarinetto del Maestro Lo For-te accompagnato dall’orchestra). Bravissimi i cantanti, ma soprattutto sublime il clarinetto a cui il Maestro Lo Forte dava un’anima suonandolo con amore. Inviai pure devotamente in dono al Papa per la Pasqua del 2003 l’altra lirica, che scrissi nel dicembre del 2000.

La musica fu creata all’inizio dell’estate 2003 (a Mendoza era inverno) dal Maestro Lo Forte. Le incisioni realizzate in Argentina sono: in italiano (cantata da Carlo Giursi) e due strumentali (tra cui anche la versione con clarinetto del Maestro Lo Forte). Molto bella questa musica, come la prima, direi favolosa nell’esecuzione al clarinetto. Da Mendoza il Maestro Lo Forte con devozione inviò al Santo Padre tutti questi brani in CD (prima nel febbraio e nel marzo 2003, per “A Giovanni Pa-olo II”: il Vaticano rispose a marzo; e poi per “Inno al Cristo Redentore”, con ana-loga risposta dalla Santa Sede). Anch’io ricetti lettere di apprezzamento dal Vati-cano (agosto 2000 e maggio 2003).

I brani sono tutti registrati alla SADAIC in Argentina, comprese versioni in spagnolo. Nel dicembre del 2002 in una pubblicazione da me curata (“LERCARA FRIGIDORVM – Fragmenta Historica Illustria”) ebbi il piacere e l’onore di pub-blicare la biografia del carissimo Maestro scritta da me utilizzando del materiale che lui mi aveva con moltissima cortesia spedito dall’Argentina: egli poi con altret-tanta cordialità ha ripubblicato quel fascicolo arricchendolo della traduzione in ca-stigliano della biografia, dello spartito di “A Giovanni Paolo II”, di sue poesie e della foto della casa natale a Lercara Friddi.

Qualche tempo dopo nel giugno 2003 elaborai in omaggio all’amico Maestro Lo Forte un CD di videoproiezione per la pubblica diffusione che, col suo aiuto, raccoglieva immagini e musiche della sua ricchissima carriera.

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2.2. IL CONCORSO CANORO

i svolse sabato sera 30 agosto il 1° Festival della canzone di Lercara Friddi curato dall’Associazione nazionale san Paolo Italia. Il Maestro Pietro Lo For-te fu presidente della giuria del concorso canoro, e io uno dei giurati. La mani-

festazione fu presentata e condotta da due presentatori: Nino Disalvo e Antonella Cannata. Durante l’arco della manifestazione Nino Disalvo presentò singolarmente i giurati al pubblico, e ciò fu occasione per il Maestro Lo Forte di ricevere l’ovazione dei numerosissimi presenti verso i quali si alzò dalla sedia con cenno di saluto. Lo spettacolo iniziato verso le 22:00 terminò verso l’una.

Nel finale a tutti i componenti della commissione di giudizio fu donata una targa ricordo dall’ANSPI: il Maestro Lo Forte fu invitato sul palco dal presentato-re per riceverla coram populo (un migliaio di persone all’incirca); nuova ovazione per il carissimo Maestro che ricordò il tempo in cui emigrò da Lercara per l’Argentina nel 1937 e che ribadì il suo fortissimo at-taccamento alla terra natia nonostante vi fosse ritornato per la prima volta molti anni dopo nel 1995.

L’allora sindaco Gaetano Licata, il Maestro Lo Forte e Danilo Caruso

2.3. A PALAZZO PALAGONIA

l 9 settembre 2003 si tenne un ricevimento in onore del Maestro Pietro Lo For-te organizzato dall’amministrazione comunale di Lercara Friddi nell’aula con-siliare di Palazzo Palagonia. Intervenne in apertura, prima del rinfresco, il sin-

daco Gaetano Licata. Il primo cittadino sottolineò il particolare legame di affetto

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che univa il Maestro Lo Forte alla comunità di origine che questi non ha mai di-menticato. Lo ringraziò per tutto ciò, ribadendo all’illustre concittadino emigrato in gioventù la reciprocità di tale affetto. Quindi gli donò una pergamena con dedi-ca, un piatto con l’immagine dello stemma comunale e una confezione di pantofole (dolce tipico locale).

Alla presenza delle varie autorità amministrative, di parenti e amici il Mae-stro Lo Forte pronunziò il seguente discorso: «Signor Sindaco, Signor Vicepresiden-te del Consiglio Comunale, Signori Assessori, signori Consiglieri, Signori tutti. Ve-ramente mi sento compiaciuto di trovarmi insieme a tante persone che amo tanto, in questo vostro ricevimento caldo e affettuoso, che colma il mio cuore con allegria e tanta emozione. Sono arrivato nella mia amata Lercara per un mese, e in poco tempo ho ricevuto molto, molto affetto. So che mi è molto difficile il ritorno in Ar-gentina. Come tutti sappiamo la vita è così! Mi compiaccio della mia Lercara di og-gi, che è molto avanzata in confronto a quella che io ho lasciato tanti anni fa.

Io spero che con la forte volontà e con cuore la nuova amministrazione di si-curo porterà sempre avanti la città di Lercara in modo da trasformarla in un centro importantissimo della cultura, del turismo, del commercio. Signori porto con me sempre nel mio cuore tutti voi, con quest’emozione che riempie il mio animo e che mi impedisce di esprimere tutto quello che sento. Posso dire soltanto un grande grazie con tutto il mio cuore alle autorità, ai parenti, agli amici per questa vostra e mia gente. Felicità, pace e prosperità per tutti. Grazie di nuovo, di cuore!». Applausi seguirono i due interventi. Si passò dunque a un cordialissimo brin-disi.

L’allora sindaco Gaetano Licata, il Maestro Lo Forte, Danilo Caruso e un figlio del Maestro Lo Forte

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4.1. INNO AL CRISTO REDENTORE 1 Nel giorno solenne 2 annuncia l’angelo 3 che Cristo è nato. 4 «Venite o genti, 5 la luce del mondo 6 s’è fatta di carne, 7 con voi è Dio, 8 la vostra salvezza». 9 Con sguardo giocondo, 10 lì il Salvatore, 11 sorride a Miryam. 12 I magi con doni 13 da re lo salutano,

14 guidati fin là 15 da forze divine. 16 Proclama il Regno, 17 il tempo di Dio, 18 lavacro con l’acqua, 19 e poi consacra 20 il pane il corpo, 21 il vino il sangue. 22 Tradito da Giuda 23 patisce in croce. 24 Ma l’angelo annunzia 25 nel giorno di Pasqua 26 che Cristo risorge.

27 GRATIAS TIBI AGIMUS OMNIPOTENS SEMPITERNE DEUS Metro: senario (ha accenti ritmici nella seconda e nella quinta sillaba metrica; l’Inno di Mameli è in senari). v. 11: Maria in ebraico, nome di etimologia egizia: amata (mry-) da Dio (-iam), Miryàm. Nella nostra lingua l’accento tonico tende a cadere sulla prima sillaba. v. 18: Il battesimo. vv. 20-21: “Il corpo” e “il sangue” sono complementi predicativi dell’oggetto: con-sacra il pane in qualità di corpo e il vino in qualità di sangue, rende il pane e il vino come il proprio corpo e il proprio sangue (transustanziazione).

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4.2. A GIOVANNI PAOLO II

1 Mio Signore, suprema bellezza, 2 hai inviato il tuo vicario 3 Karol Wojtyla, eroe di gaiezza, 4 per liberarci dalla colpa di Ario. 5 Vergine del paradiso, Maria, 6 tu lo salvasti un giorno da morte; 7 grazia grande del Figlio, la via, 8 che consegnò le chiavi delle porte. 9 Umile, la ragione e la fede 10 ha riunito per la verità, 11 unica, sola, che non è perita. 12 Nobile apostolo, egli mai non cede: 13 con la speranza e la carità 14 predica il vangelo della vita.

nviai nel 2000 – in occasione della Giornata mondiale della gioventù – il testo al Santo Padre, che rispose per interposta persona. L’assessore Monsignor Pedro López Quintana diceva che «il santo Padre ha accolto con piacere le espressioni

augurali e di devoto ossequio, che Ella Gli ha rivolto in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, allegando in dono un suo componimento. Il Sommo Pon-tefice manifesta viva gratitudine per tale attestato di filiale venerazione e, mentre invoca su di Lei e sui familiari la grazia del Signore, imparte di cuore l’implorata Benedizione Apostolica». Il magistero di insegnamento del Vangelo di Karol Wo-jtyla alla guida della Chiesa di Cristo – insegnamento che ha meritato l’attenzione e la devozione da parte di tutti – si è concluso con il suo “ritorno alla casa del Pa-dre”. Questo avvenimento che ci ha riempito di grandissimo cordoglio ci ha però donato l’ultima sua testimonianza della Verità attraverso la serena accettazione della morte che per i cristiani non è la fine ma solamente un passaggio: rimane im-presso nei nostri ricordi il suo costante pensiero per i giovani sino all’ultimo, quei giovani che vivono in una società del “disordine” che mortifica l’essere umano cre-ato «a somiglianza di Dio».

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Metro: endecasillabo con ritmo dattilico (presenta accenti ritmici nella prima, quar-ta e decima sillaba metrica e nella sesta e nell’ottava oppure nella settima; il ritmo dattilico è il più solenne come testimonia l’ictus di prima battuta). v. 1: “Mio Signore”, questa locuzione ha ascendenza nel Vangelo non sinottico di Giovanni, nelle parole pronunziate da san Tommaso (20,28) quando Cristo risorto fugò i dubbi di lui, ma era diffusa anche nel Medioevo per rivolgersi al feudatario. “Suprema bellezza”: sant’Agostino nelle “Confessiones” (libro X,27) parlando di Dio dice: «Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova». v. 3: “eroe di gaiezza”: è rimasta famosa un’immagine del Papa che di fronte a una platea si mise a giocare col bastone facendolo roteare; la giovialità non è stata e-stranea al suo magistero che ai giovani ha rivolto una parte molto significativa. “Eroe” per le tante sofferenze attraversate (la malattia, l’attentato), superate cri-stianamente con spirito di sacrificio e di devozione. Chi viene proclamato beato è protagonista di “un eroico esercizio delle virtù cristiane”. v. 4: “colpa di Ario”, locuzione retorica per indicare l’apostasia, il peccato in gene-rale. L’intero verso vuol dire “per guidare la Chiesa lontano dall’errore”. v. 5: “Vergine del paradiso”, Jacopone da Todi in una sua famosa lauda usa il titolo «Donna de Paradiso» per indicare la Madonna. v. 6: il Papa affermò di essere stato salvato dall’attentato del 13 maggio 1981 a Piazza san Pietro per intercessione della Vergine Santissima. A Lei si era consacra-to pubblicamente con il suo motto TOTUS TUUS EGO SUM e con l’inserzione nel suo stemma pontificale della M di Maria. v. 8: vedi il Vangelo sinottico di Matteo (16,18-19): «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Io ti darò le chiavi del Regno e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei Cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei Cieli». v. 9: “la ragione e la fede” è un’espressione che rievoca il titolo dell’enciclica “Fides et ratio” riguardante l’analisi dei rapporti tra questi due campi della mente umana. Questa è stata una delle problematiche classiche della filosofia e della teologia lega-te alla Chiesa che ritorna sempre attuale. v. 11: “unica… perita”: Cristo. v. 14: “il vangelo della vita” ricorda l’“Evangelium vitae” un’altra enciclica altret-tanto significativa sul valore dell’esistenza umana minacciata nelle sue varie forme. Oltre a quanto esposto nelle precedenti note esplicative sono da sottolineare alcuni schematismi del sonetto:

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1) le rime della prima quartina (dedicata a Dio): la coppia concordante bellezza – gaiezza (da Dio proviene solo gioia); e la coppia oppositiva vicario (di Cristo) – Ario (eretico), a suggerire che al cospetto della Verità non esistono vie di mezzo o alter-native; 2) le rime della seconda (dedicata alla Madonna): Maria – via (il Figlio), legame non solo formale, ma sostanziale di filiazione dell’Immacolata del Verbo di Dio in terra; morte – porte (la via alla vita è una sola); 3) le rime delle due terzine: fede – non cede (nella fede si trova la forza per non cede-re); verità – carità (Dio, l’Essere nel senso pieno è Amore); perita – vita (coppia op-positiva). 4) È da notare anche la presenza della triade delle virtù teologali: fede (v. 9), spe-ranza e carità (v. 13), i cui termini sono in posizioni ritmiche di risalto. 5) Va inoltre evidenziato come il termine Figlio (v. 7, Cristo) occupi il cuore del so-netto, e come i termini (la cui sequenza da tale centro ha origine) via (v. 7), verità (v. 10) e vita (v. 14) – posti in posizione di fine verso – richiamino alla mente quelle tanto significative parole di Gesù del Vangelo non sinottico di Giovanni (14,6) che dicono: «Io sono la via, la verità e la vita».

5. UN AMBASCIATORE DI CIVILTÀ

l Lercarese Pietro lo Forte, residente a Mendoza in Argentina dal 1937, è stato con la sua arte e il suo impegno un eminente rappresentante della civiltà italia-na nel mondo, e la sua storia lo ha confermato appieno. Rosario Pietro Luigi

Lo Forte nacque il 17 gennaio 1920 a Lercara Friddi. Decenne si avvicinò alla mu-sica: i primi insegnanti furono i maestri Salvatore Pomponio e Umberto Giordano dirigenti del corpo musicale locale, banda della quale divenne nel 1933 componente come clarinettista.

Alla fine del ’37 partì assieme a una sorella e alla madre per l’America latina alla volta di Mendoza, dove già risiedeva un’altra sorella, per andarla a trovare. In Argentina prese dimora a Rivadavia: qui entrò a far parte del corpo bandistico municipale sotto la direzione di Corrado Carbone.

Nei suoi progetti era stare in Argentina fino al ’39, ma radicatosi nella nuo-va realtà decise di rimanere. Si unì poi in matrimonio a Maria Isabel Iglesias (a-vranno tre figli). Lasciata Rivadavia dopo sette anni per San Rafael, lì fu per quat-tro anni membro della banda musicale del comune. Passò quindi a Mendoza, dopo aver superato le selezioni, a ricoprire il compito di primo suonatore di clarinetto nel

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corpo bandistico della polizia. Nel 1954 gli fu conferito il primo riconoscimento uf-ficiale dalla polizia di Mendoza per aver composto la marcia dell’organismo.

Successivamente diede vita al gruppo jazzistico “Jazz de Luis Rayner (suo nome d’arte)”, composto da dodici membri di cui due cantanti, che quasi in un ventennio di attività ottenne consensi di pubblico con i testi e le musiche da lui composti. Col suo pseudonimo fece anche il cantante solista. Nel 1956 iniziarono i suoi successi da autore. Divenne clarinettista dell’orchestra di Mendoza, sotto la guida di Carmelo Duci, dal 1959. Contemporaneamente, in quegli anni, volle perfe-zionare la sua arte e la sua perizia, e studiò, seguendo gli insegnamenti di Carlos Perellò e José Carruba, alla Scuola Superiore di Musica dell’università di Cuyo. In questo istituto, dopo aver superato altre selezioni, fu per sei anni tenore del coro da camera: suoi direttori furono Julio Perceval, Luigi Castellazzi, Eduardo Grau.

Nel 1967 entrò nella dirigenza di LV8 Radio Libertador di Mendoza (la di-resse dal ’77 al 1982, permanendovi quindici anni). Da questa emittente difese i va-lori del Cristianesimo e della famiglia, il che gli meritò due volte il premio “Santa Clara de Asís” da parte della “Liga de padres y madres de familia” nel ’74 (menzio-ne speciale per la migliore pianificazione radiofonica) e nel ’77 (statuetta).

In questi anni fu un compositore e un autore attivissimo e prolifico: alla SADAIC (Società argentina di autori e compositori di musica), cui fu iscritto dal 1950, registrò 800 composizioni (alcune delle quali in compartecipazione), di cui 350 riprese da cantanti di primo piano. Incise la sua musica, che attraversò ecletti-camente vari generi (melodico, folcloristico, jazzistico, etc.), con diverse case disco-grafiche (anche non argentine).

Oltre che popolare in Argentina, è stato conosciuto e apprezzato in paesi dell’America del nord e dell’Europa. Alla SADAIC fu componente per più di un de-cennio della commissione deliberante sulle iscrizioni, e delegato per la zona di Cuyo. Sempre a Cuyo ricoprì la carica di presidente del “Circulo de autores y composito-res”. E la stessa carica ricoprì anche a Mendoza, dove fece parte della consulta co-munale della cultura.

Il Liceo Agustín Alvarez di Mendoza, essendo preside Julio César Cortez, gli affidò due volte la presidenza della commissione di rappresentanza dei genitori: Pietro Lo Forte si distinse sempre per il suo sostegno e la sua vicinanza ai giovani. Già nel 1978, la sua persona, di uomo retto e cordiale, comparve nel libro “Historia y personalidades de Mendoza”. Molti sono stati i premi, i riconoscimenti e le onori-ficenze da lui ricevuti, tra i tanti: I premio al Festival de la Canción di Mendoza del 1960 per le note di “Muchachita de mis sueños”; diploma d’onore al II Festival de la Canción Latinoamericana svoltosi a New York nel 1972, con il brano “¿Cuál es el motivo?”; il premio del “Libertador General Don José de San MARTIN (la massi-ma onorificenza della provincia di Mendoza per coloro che si distinguono nei vari

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campi) il 17 agosto 1996; la “Stella al merito del lavoro” conferitagli dalla Repub-blica italiana l’uno maggio 1997; una targa da parte della Camera dei deputati di Mendoza, il 6 ottobre 1997, su proposta del deputato Alfredo Ghilardi, riconosci-mento che lo ha dichiarato «artefice di cultura, attraverso la musica»; il “recono-cimiento a la trayectoria” da parte della SADAIC l’uno agosto 2001; il premio A-SCAP (Società americana di compositori, autori e editori), il 4 marzo 2002, per “Se-rà porque te amo”, canzone scritta con Eduardo Franco Da Silva, nel 2001 una del-le più ascoltate in Messico e nelle aree ispanofone degli USA.

Nel 1989, per il cinquantenario della sua permanenza in Argentina, il Comi-tato dell’emigrazione italiana lo proclamò “Benemerito”. Nella sua lunghissima carriera scoprì nel 1959 a Mendoza il talento del cantante di successo Palito Ortega (Ramon Ortega) – negli anni ‘90 governatore di Tucumán – di cui fu allora gratui-tamente manager e rimase amico.

Nel 1995 grazie a Pietro Lo Forte, in quel momento delegato SADAIC per la zona di Mendoza, il Consolato italiano di quella città tenne uno spettacolo di musi-ca la sera del 24 luglio per celebrare il IV centenario della fondazione di Lercara Friddi: in questa circostanza fu presentata la sua raccolta di liriche “Poemas con Acordes” ed eseguiti tra gli altri brani musicali dedicati a Lercara. Non dimenticò mai la sua amata terra d’origine, e vi fece ritorno proprio nell’anno del IV centena-rio, per la cui celebrazione diede il suo contributo. Nell’agosto del 1997 fu ancora a Lercara: l’amministrazione comunale tenne il 20 in suo onore un concerto e il Con-siglio comunale lo dichiarò «illustre cittadino».

Più volte negli anni, a testimonianza del suo impegno cristiano, inviò da Mendoza al Santo Padre le sue composizioni a carattere religioso dedicate a Lerca-ra e non solo. Il 12 novembre del 2000 il Circolo culturale “Alfonso Giordano” di Lercara Friddi lo annoverò come socio onorario: e lui ritornò a Lercara nell’agosto del 2001. L’associazione Famiglia siciliana di Mendoza gli tributò in suo onore il 19 aprile 2002 un concerto durante il quale furono eseguiti alcuni suoi pezzi.

Le canzoni più famose del suo repertorio d’artista sono state: “Anoche no pude dormir” (Ortega – Lo Forte); “Me gusta el verano” (Ortega – Delon – Lo For-te); “Al triunfador” (Franco – Lo Forte); “Mala jugada del destino” (Franco – Lo Forte); “Bar continental” (Franco – Lo Forte); “Serà porque te amo” (Franco – Lo Forte); “Palabritas” (Stagni – Lo Forte); “Ay! Negrita de mi vida” (Lescano – Lo Forte); “Estan tristes los muchachos” (Madaver – Lo Forte).

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6.1. DAL QUOTIDIANO ARGENTINO “LOS ANDES” (4-11-2003) PEDRO LO FORTE: UN CREADOR RECONOCIDO EN TODAS PARTES El maestro es uno de los compositores más prolíficos de la Argentina. Sus canciones son grabadas por famosos. Pedro Lo Forte es uno de los mendocinos por adopción que nos representa de la mejor manera en todo el mundo. Hace algo más de 60 años que está en nuestra tierra y nunca ha dejado de generar composiciones musicales, que recorren el mun-do entero en la voz de diferentes intérpretes. Hoy, a los 82 años, tiene 350 temas de su autoría que ya fueron grabados y 800 que están inscriptos en Sadaic. El año pasado recibió personalmente un importante re-conocimiento por parte del Centro Cultural Alfonso Giordano, en Italia. Pero en nuestro país se hizo acreedor del Santa Clara de Asís y de la Distinción Legislativa General Don José de San Martín; y en Italia, el ex presidente Oscar Scalfaro le en-tregó la Estrella al Mérito del Trabajo. Sin embargo, uno de las distinciones más importantes que recibió Lo Forte fue la que le hizo entrega la Ascap, por su can-ción “Será porque te amo”. La obra, co-escrita con Eduardo Franco Da Silva, fue una de las canciones regionales mexicanas más escuchadas en el 2001 del repertorio de Ascap (Sociedad Americana de compositores, autores y editores). Lo nuevo En el pasado mes de agosto, el maestro Lo Forte fue invitado para ser el presidente del jurado del “Primo Festival della Canzone di Lercara Friddi”, su pueblo natal. Del mismo, participaron doce competidores. Y, posteriormente, fue galardonado por la administración municipal del lugar, que organizó un evento en el que Lo Forte recibió diversas ofrendas como así también un importante recuerdo de la ciu-dad.

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6.2. TRADUZIONE A FRONTE DELL’ARTICOLO PIETRO LO FORTE: UN COMPOSITORE RICONOSCIUTO OVUNQUE Il maestro è uno dei compositori più prolifici dell’Argentina. Le sue canzoni sono state incise da famosi. Pietro Lo Forte è uno degli abitanti adottivi di Mendoza che ci rappresenta nel modo migliore in tutto il mondo. Da più di 60 anni è nella nostra terra e non ha mai smesso di comporre musica, diffusa in tutto il mondo con la voce di diversi in-terpreti. Ora, a 82 anni, ha 350 suoi brani già incisi e altri 800 registrati alla SADAIC. L’anno scorso ha ricevuto personalmente un’importante onorificenza da parte del Centro Culturale Alfonso Giordano, in Italia. Però nel nostro paese è stato merite-vole del premio “Santa Clara de Asís” e della “Distinciòn Legislativa General Don José de San Martin”; e in Italia, l’ex presidente Oscar Scalfaro lo insignì della “Stella al Merito del Lavoro”. Tuttavia una delle più importanti onorificenze rice-vute da Lo Forte è stata quella dell’ASCAP, per la sua canzone “Será porque te amo”. Il pezzo, scritto in collaborazione con Eduardo Franco Da Silva, è stata una delle canzoni regionali messicane più ascoltate nel 2001 del repertorio dell’ASCAP (Società Americana di compositori autori e editori). Attualità Lo scorso agosto, il Maestro Lo Forte è stato invitato a essere presidente della giu-ria del “Primo Festival della Canzone di Lercara Friddi”, suo paese nativo. Vi par-teciparono dodici concorrenti. E, poi, premiato dall’amministrazione comunale, che organizzò una manifestazione nella quale Lo Forte ha ricevuto vari doni oltre a un importante ricordo della città.

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Pedro nació en Lercara Friddi (Sicilia) en 1920. La pasión de toda su vida fue la música, pasando por las actividades de autor, compositor, poeta, tocar el clarinete y saxo alto, cantante solista y coreuta. Sus canciones fueron grabadas por Palito Ortega, Los Iracundos, Elio Roca, Alber-to Cortez y un sinfín de artistas en toda América Latina. Salutación del Papa Otra de las novedades que recibió en estos últimos días el maestro Lo Forte fue una salutación especial del Papa Juan Pablo II. El motivo es que el Santo Padre recibió las versiones del “Himno al Cristo Redentor” y “A Juan Pablo II”, dos canciones escritas por el poeta italiano Danilo Caruso con música de Pedro Lo Forte.

Walter Gazzo

Il Maestro Lo Forte sulla copertina del periodico argentino “Aconcagua” (mag-gio 1992 – n. 15). Nel 1958 la rivista “Do, re, mi” così di-ceva con piacere di lui: «En nuestro am-biente musical este joven y valioso músi-co, autor y compositor, se distingue tanto por su calidad, como por su acción diná-mica y constructiva, su manera cordial y una predisposición a ser útil que le di-stingue y valora».

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PIETRO LO FORTE Danilo

Caruso

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Pietro è nato a Lercara Friddi (Sicilia) nel 1920. La passione di tutta la sua vita è stata la musica, passando attraverso le attività di autore, compositore, poeta, suonatore di clarinetto e sasso alto, cantante solista e di coro. Le sue canzoni sono state incise da Palito Ortega, Los Iracundos, Elio Roca, Al-berto Cortez e da un’infinità di artisti in tutta l’America Latina. Saluto papale Un altra cosa nuova che ha ricevuto in questi ultimi giorni il Maestro Lo Forte è stato un saluto speciale dal Papa Giovanni Paolo II. Il motivo è che il Santo Padre ha ricevuto le versioni dell’“Inno al Cristo Redentore” e “A Giovanni Paolo II”, due canzoni scritte dal poeta italiano Danilo Caruso con musica di Pietro Lo Forte.

Walter Gazzo Il Maestro Lo Forte in una foto pubblicata su “Do, re, mi” (1958) e la copertina del suo libro di poesie “Poemas con Acordes”

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PIETRO LO FORTE Danilo

Caruso

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Dedica autografa del Maestro Lo Forte sulla copia donatami di “Poemas con Acordes”

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Indice

1. Il ricordo di un amico pag. 1

2.1. La visita del 2003 pag. 2

2.2. Il concorso canoro pag. 4

2.3 A Palazzo Palagonia pag. 4

3.1. Spartito “Inno al Cristo Redentore” pag. 6

3.2. Spartito “A Giovanni Paolo II” pag. 10

4.1. Inno al Cristo Redentore pag. 14

4.2. A Giovanni Paolo II pag. 15

5. Un ambasciatore di civiltà pag. 17

6.1. Dal quotidiano argentino “Los Andes” (4-11-2003) pag. 20

6.2. Traduzione a fronte dell’articolo pag. 21

7. Dedica autografa del Maestro Lo Forte pag. 24

Miei articoli dedicati al Maestro Lo Forte pubblicati in passato da diverse testate giornali-stiche (aventi rispettivamente sede in Missouri – USA, Sicilia e Argentina):

“Il Pensiero – The Thought”, 7 agosto 2003 a pag. 12 “Pietro Lo Forte – Ambascia-tore di civiltà”;

“Sicilia Mondo”, settembre-ottobre 2003 a pag. 14 “Il Maestro Pietro Lo Forte da Mendoza in visita in Sicilia”;

“Voce d’Italia”, 1 novembre 2003 a pag. 8 “Il Maestro Pietro Lo Forte da Mendoza in visita in Sicilia”.

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Palermo

dicembre 2013