Lo studio del comportamento umano: determinismo o libero arbitrio?

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Lo studio del comportamento umano ha sempre oscillato fra due soluzioni opposte: determinismo o libero arbitrio? Il problema è ancora aperto. progressi delle neuroscienze ci con- sentono oggi di conoscere in modo molto preciso i meccanicismi fisio- logici delle emozioni e delle pas- sioni umane. Inoltre, come sostiene il filosofo Maurizio Ferraris in un arti- colo su “La Repubblica” (21 dicembre 2010): “Le neuroscienze hanno dimo- strato che l’essenza dell’intelligenza umana non si comprende escludendo le emozioni. Oggi sappiamo che quando le nostre scelte sono del tutto dissociate dalle emozioni sono del tutto irrazio- nali”. Ciò che sorprende è scoprire che i più importanti neuroscienziati di oggi ri- tengono che gli scienziati-filosofi del Seicento avessero già le idee molto chiare sull’argomento. In effetti, le basi dello studio fisiologico delle emozioni e delle passioni umane si trovano già nella filosofia di Cartesio, il quale, K Beatrice Boselli K Gabriella D’Ascoli K Erika Vignali Classe IVM, Liceo Scientifico Guglielmo Marconi, Parma. QUESTIONI CHE CONTANO DIOGENE N. 28 Settembre 2012 63 Dal meccanicismo alle neuroscienze Il decennio del cervello, immagine della campagna dedicata llo sviluppo delle neuroscienze,1990-2000. I

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di Beatrice Boselli, Gabriella D’Ascoli e Erika Vignali - Classe IVM, Liceo Scientifico Guglielmo Marconi, Parma. Vincitori del primo premio del premio di filosofia "Le questioni che contano" indetto da Loescher Editore.

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Lo studio del comportamento umano ha sempre oscillato fra due soluzioniopposte: determinismo o libero arbitrio? Il problema è ancora aperto.

progressi delle neuroscienze ci con-sentono oggi di conoscere in modomolto preciso i meccanicismi fisio-logici delle emozioni e delle pas-sioni umane. Inoltre, come sostiene

il filosofo Maurizio Ferraris in un arti-colo su “La Repubblica” (21 dicembre2010): “Le neuroscienze hanno dimo-strato che l’essenza dell’intelligenzaumana non si comprende escludendo leemozioni. Oggi sappiamo che quando

le nostre scelte sono del tutto dissociatedalle emozioni sono del tutto irrazio-nali”.Ciò che sorprende è scoprire che i piùimportanti neuroscienziati di oggi ri-tengono che gli scienziati-filosofi delSeicento avessero già le idee moltochiare sull’argomento. In effetti, le basidello studio fisiologico delle emozionie delle passioni umane si trovano giànella filosofia di Cartesio, il quale,

K Beatrice BoselliK Gabriella D’AscoliK Erika Vignali

Classe IVM, Liceo Scientifico Guglielmo Marconi, Parma.

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DIOGENE

N. 28 Settembre 2012

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Dal meccanicismo

alle neuroscienzeIl decennio del cervello, immagine della campagna dedicata llo sviluppo delle neuroscienze,1990-2000.

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avendo distinto la res cogitans, ovvero lamente pensante razionale, dalla res ex-tensa, ovvero il corpo con tutte le sen-sazioni ed emozioni, ha fondato lapossibilità di studiare le dinamiche psi-cofisiche secondo un approccio scienti-fico. Con lui iniziò a operarel’estensione del modello meccanico-matematico a tutte le scienze, anche aquelle biologiche e biopsicologiche,producendo notevoli vantaggi per illoro sviluppo successivo e per la nuovamentalità scientifica moderna, unificataproprio nel nome del meccanicismo. In-fatti, secondo questa corrente di pen-siero, tutti i corpi sono macchine ecome tali possono essere studiati e spie-gati mediante la teoria generale del mo-vimento meccanico. La teoria cartesiana delle passioni si svi-luppa, appunto, da questo principio. Glioggetti che agiscono sul nostro corponon producono soltanto sensazioni, maanche le due passioni fondamentali, ilpiacere e il dolore, da cui si generano ledue emozioni fondamentali: la gioia ela tristezza. Dalle loro combinazionicon l’esperienza, lo spazio e il tempo, la

persistenza degli oggetti che le susci-tano e la durata dei loro effetti nasconotutte le emozioni possibili. Da esse de-rivano anche, meccanicamente, l’amoree l’odio. L’amore verso le cose che pro-curano stabilmente gioia non è altroche desiderio di ottenere tali cose inmodo permanente; l’odio verso le coseche procurano stabilmente tristezzanon è altro che avversione, cioè deside-rio di evitare in modo permanente talicose.

Hobbes: l’indecisione non esiste

Tale analisi meccanicistica e disincan-tata delle passioni, che spiega con me-todo scientifico anche l’origine deisentimenti, apriva la strada allo studiooggettivo del comportamento umano efu quindi sviluppata da altri filosofi delSeicento, in particolar modo da ThomasHobbes. Egli abolì il dualismo di Carte-sio che, attribuendo alla mente razio-nale la possibilità di controllare edominare le passioni tramite la volontà,sosteneva il libero arbitrio. Per il filosofo inglese, infatti, tutto ècorpo e solo i corpi possono essere stu-

diati. Anche ciò che chiamiamo mentee razionalità non sono altro che mani-festazioni del corpo. Le percezioni e leidee sono l’effetto meccanico di ciò checi proviene dall’esterno. In questo qua-dro, la res cogitans non è un’entità sepa-rata, ma è parte del corpo, il cervello,che crea immagini della realtà. I pro-cessi conoscitivi e mentali sono mecca-nici come tutto ciò che esiste. Quinditutto è materia (materialismo) e mac-china (meccanicismo). Perciò l’etica non ha più il significatoche aveva per gli antichi ma riguarda ladescrizione scientifica dei comporta-menti umani e delle cause che li deter-minano, tra le quali un posto rilevante èrivestito dalle emozioni e le passioni.Hobbes, a questo riguardo, ricalca agrandi linee il modello cartesiano se-condo cui piacere e dolore generano innoi desiderio e avversione che sono leforme del conatus, cioè della tendenzanaturale a conservare e accrescere lapropria vita. Avendo abolito il dualismo tra passionie volontà, il libero arbitrio deve esserenegato e tutta l’etica può essere spie-

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Brain imaging, immagini del cervello ottenute con i metodi non invasivi , 2005.

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gata in modo deterministico. Gli esseriumani, infatti, non sono liberi di sce-gliere, ma meccanicamente determi-nati: bene e male hanno un significatorelativo e soggettivo, perché finiamoper considerare ciò che è bene e ciò cheè male solo ciò che porta piacere o do-lore. Il piacere è il raggiungimento delfine prossimo del conatus, l’appaga-mento del desiderio. Il dolore è il man-cato raggiungimento del fine prossimodel conatus, il desiderio non appagato,oppure l’impossibilità di evitare ciò cheè dannoso. L’indecisione e la scelta sono esperienzetotalmente illusorie. La libertà di agire,l’atto di volontà, non dimostra affattola libera volontà di scelta. Nel caso incui desideri o avversioni di pari forza eintensità si oppongano tra loro, anchesperanze e timori si oppongono conuguale potenza: questo equilibrio dàluogo all’indecisione. Tale situazione, pur facendo le debiteproporzioni, è simile a quella di unmasso che stia in equilibrio sulla vettadi una montagna. Finché non intervieneuna forza che prevale su tutte quelleche lo tengono in equilibrio, il massonon cade, ma non appena una forzaprevarrà sulle altre, precipiterà dallamontagna. Molto simile è l’indecisioneumana: un equilibrio tra forze contra-stanti, desideri o avversioni opposte. Ladeliberazione, quella che chiamiamovolontà, non è altro che la rottura del-l’equilibrio di forze che agiscono dal-l’interno o dall’esterno sulla macchinauomo.

Spinoza: passioni e geometria

Un altro filosofo che, nella stessa epoca,affronta la tematica delle passioni e deisentimenti, è Baruch Spinoza. La suaetica vuole spiegare i comportamentiumani in modo geometrico, ma a diffe-renza di Hobbes egli pensa che esten-sione e pensiero siano due aspetti dellastessa realtà naturale e divina. Per Spinoza le passioni non sono pro-dotte dal pensiero ma sono una rea-zione fisica a qualcosa che succedeintorno a noi, poiché il nostro corponon produce passioni ma le subisce. A differenza degli altri esseri la passi-vità umana può essere conosciuta, por-tata a un livello di conoscenza superiore

poiché l’uomo ha conoscenza di sé. Noiobbediamo alla natura, dunque nonsiamo dotati di libero arbitrio, però laconoscenza di noi stessi ci innalza a unalibertà diversa: quella di condurci a unlivello superiore di conoscenza che ciconsente di capire le nostre passioni edemozioni, di relativizzarle nel sistemaglobale della natura e liberandoci daicondizionamenti che possono produrresu di noi.In effetti, ciò che comunemente è dettavolontà non ha nulla a che vedere conla possibilità della libera scelta tra pos-sibili azioni. Volontà non è altro chel’aspetto mentale dell’impulso naturale(conatus) alla propria conservazione eal proprio perfezionamento. Essa sichiama appetito se riferita al corpo ecupidità quando è cosciente di sé. La cupiditas, in quanto desiderio diauto-perfezionamento, è il conatus fon-damentale, cioè l’impulso che animal’intera esistenza dell’essere vivente edell’essere pensante in particolare. Ditutti gli affetti, o passioni ed emozioni,che caratterizzano l’anima umana, nellasua ritrovata unità psichica, la cupiditasè quella primaria. In questo modo Spi-noza amplia la mappa delle emozioni edelle passioni e apre orizzonti nuovi eattuali che sono oggetto di studio daparte delle neuroscienze, ossia l’insiemedelle discipline scientifiche che stu-diano il sistema nervoso, con lo scopodi avvicinarsi alla comprensione deimeccanismi che regolano il controllodelle reazioni nervose e del comporta-mento del cervello.

I risultati delle neuroscienze

In questi ultimi anni, inoltre, un gruppodi ricercatori dell’università di Parma,coordinati da Giacomo Rizzolatti, haportato alla scoperta dei neuroni-spec-chio che, attraverso il rispecchiamento,cioè attraverso la simulazione nel no-stro cervello delle esperienze provateda altre persone, permettono di com-prendere a fondo ciò che questi indivi-dui provano. Questo rispecchiamentoconsente di raggiungere la massimacomprensione e sintonia empatica, inquanto il nostro cervello risuona con leemozioni dell’altro facendole proprie. Rispetto alle ipotesi scientifiche che ve-nivano formulate ai tempi in cui la

scienza moderna faceva i suoi primipassi, sono stati enormi i progressi nellaconoscenza dei processi fisiologici cheavvengono nel cervello e nel sistemanervoso umano, ma la questione fonda-mentale che si poneva allora resta piùche mai attuale. È lo stesso Vittorio Gallese, dell’équipedell’università di Parma che ha scopertoi neuroni-specchio, a parlare del rischiodi una certa neurohybris, cioè della ten-tazione di credere che tutto ciò che ri-guarda le passioni e il comportamentoumano possa essere spiegato in terminineuronali, allo stesso modo in cui Hob-bes credeva nel potere esplicativo delmodello meccanico. Neuroscienziati di alto profilo, come ilportoghese Antonio Damasio, che perprimo ha rivalutato Spinoza nel suolibro L’errore di Cartesio, e lo stesso Gal-lese ritengono che lo studio dei neuronipossa aiutarci a comprendere megliocome funzionino, per esempio, gli af-fanni del cuore, ma non basta sicura-mente per spiegare cosa sia unsentimento come l’amore. Se, infatti, prevalesse la neurohybris, ilcomportamento umano sarebbe spiega-bile soltanto in termini deterministici enon ci sarebbe alcuno spazio per il li-bero arbitrio o una qualche altra formadi libertà. Ciò che è auspicabile dunque è un dia-logo aperto, senza pregiudizi e partitipresi aprioristici, tra neuroscienze escienze umane. Queste ultime hannocominciato lentamente a delinearsi an-ch’esse nel tardo Seicento, con la fon-dazione della “scienza nuova” di Vico, lascienza della storia. Poi hanno conti-nuato a svilupparsi nel corso dell’Illu-minismo, studiando le scelte umane, lepossibilità e ipotizzando la libertà del-l’agire. Se, infatti, abbiamo la concezione di li-bero arbitrio nella nostra mente, è pos-sibile che quest’ultimo esista e che siain nostro possesso. Non è dimostrabilecon le armi delle scienze naturali e forsepuò essere soltanto postulato della ra-gione pratica e della coscienza morale,come sostiene Kant nella sua Criticadella ragion pratica. Il problema rimanedunque ancora aperto. K

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