lo strillone 7

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OGNI MESE IN TUTTE LE EDICOLE Lo STRILLONE MENSILE D’ATTUALITÀ, POLITICA, CULTURA E SPORT TERAMO, SCENARIO DI OMICIDI CHE SVELANO GELOSIE, PASSIONI E FOLLIA ANNO 1° - N. 7 - Luglio 2011 Distribuzione gratuita www.strillonews.it EDITORIALE “ TUTTI AR MARE A MOSTRÀ...??!” “Sarà vera estate?” pag. 8 pag. 10 pag. 11 pag. 3 pag. 11 pag. 8 pag. 14 Via Nazionale Adriatica, 615 - Roseto degli Abruzzi TE SPECIALITÀ CARNE ALLA BRACE pag. 4 segue a pag. 2 PROVINCIA ARTE E CULTURA Mosciano S.A. (Te) tel. 085 8071089 www.euromobiliarreda.it Mosciano S.A. (Te) tel. 085 8071089 www.euromobiliarreda.it Mosciano Sant'Angelo (TE) - Via Ripoli (uscita A14) Il turismo è, o dovrebbe essere, il fiore all’occhiello delle attività economiche dei nostri comuni, in special modo di quelli costieri, e di fatto si può dire che le carte in regola per affrontare una stagione ai massimi livelli ci sono: larghe spiagge dorate che hanno fatto incetta di Bandiere blu, numerosi eventi, musicali ed enogastronomici, ospitalità, tutti elementi che depongono a favore di paesi quali Giulianova, Roseto, Tortoreto ecc. A un’attenta analisi, però, ci accorgiamo che, per raggiungere i livelli d’eccellenza di località che prendiamo come punto di riferimento, spesso manca qualcosa. Emergono così tutte quelle scuciture che, sebbene vengano rammendate alla meno peggio, deteriorano l’appetibilità delle nostre cittadine. Immondizia, lavori perennemente in corso, piste ciclabili insufficienti o ‘mutilate’ fanno sì che le ‘sette sorelle’ non siano ancora pronte per l’esame di maturità rappresentato dalla stagione estiva. Nella foto e all’interno di questo numero sono state segnalate alcune di queste ‘mancanze’ sperando che l’autocritica possa servire al raggiungimento di uno sviluppo pieno e armonico del nostro potenziale. “Tutti ar mare, tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare”. Una quarantina d’anni fa Gabriella Ferri in prossimità della stagione estiva, intonava questo famosissimo ritornello che, ancora oggi, ruba un sorriso ai nostalgici degli anni Settanta. Eh già...gli anni Settanta, anni in cui con animo sereno e vestiti di infradito e pareo si canticchiava questa canzone di fronte ad una mare dalle acque più limpide, meno invaso dal cemento, ma soprattutto anni in cui le famiglie potevano ancora disporre di un potere d’acquisto per godersi le meritate “vacanze estive”. La meta era sempre la stessa: il litorale abruzzese, che ancora oggi con qualche incertezza in più si propone ai turisti, ahimè sempre più pochi, che hanno desiderio di soggiornare lungo le nostre spiagge. DI ALESSANDRA ANGELUCCI FOTO DI: PIERO RICCIUTELLI E LUCA VENANZI TESTO DI: VINCENZO MORETTI ROSETO DEGLI ABRUZZI ‘LE SETTE MERAVIGLIE DI ROSETO’ È la volta di Villa Clemente NOTARESCO I CITTADINI DI GUARDIA VOMANO PROSEGUONO LA PROTESTA CONTRO LA CHIUSURA DELLE SCUOLE VAL VIBRATA STAZIONE DI TORTORETO "c’è qualcosa che non va…" RUBRICHE ‘COME SCRIVERE, COME PARLARE’, DI E. CIBEJ ‘IL LIBRAIO’, DI M. COLLEVECCHIO ‘LA SCIENZA…SOFT’, DI M. SANTARELLI EVENTI TEATRI PARALLELI E XXI MEMORIAL "MORGAN CAPRETTA" MOSCIANO SANT'ANGELO PIAZZA SALICETI "parla Luca Pelusi, un pagliaccio consapevole" " Ripercorriamo insieme gli ultimi dieci anni di cronaca nera" - SECONDA PARTE Un artista di grande successo che vanta 14 album da solista e una nomination come "Best Jazz" agli Orange County Music Awards 2008 "EL PENSADOR" GABRIEL ROSATI il musicista Gabriel Rosati Melania Rea Tra le eccellenze e le criticità dei nostri centri costieri nella stagione turistica appena iniziata. Nella foto, la Stazione ferroviaria di Tortoreto e la pista ciclabi- le tra Giulianova e COlogna Spiaggia franata dopo l’alluvione del 2 marzo.

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Ogni mese in tutte le edicOle

Lo STRILLONEMENSILE d’attuaLItà, POLItICa, CuLtuRa E SPORt

TERAMO, SCENARIO

DI OMICIDI CHE SVELANO GELOSIE, PASSIONI E FOLLIA

ANNO 1° - N. 7 - Luglio 2011 Distribuzione gratuita www.strillonews.it

EditorialE

“ TUTTI AR MARE A MOSTRÀ...??!”

“Sarà vera estate?”

edizioneestiva pag. 8

pag. 10

pag. 11

pag. 3

pag. 11

pag. 8

pag. 14

Via Nazionale Adriatica, 615 - Roseto degli Abruzzi TE

Specialità carne alla brace

pag. 4

segue a pag. 2

prOVincia arte e cUltUra

Mosciano S.A. (Te) tel. 085 8071089

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Mosciano Sant'Angelo (TE) - Via Ripoli (uscita A14)Mosciano Sant'Angelo (TE) - Via Ripoli (uscita A14)

Mosciano Sant'Angelo (TE) - Via Ripoli (uscita A14)

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Il turismo è, o dovrebbe essere, il fiore all’occhiello delle attività economiche dei nostri comuni, in special modo di quelli costieri, e di fatto si può dire che le carte in regola per affrontare una stagione ai massimi livelli ci sono: larghe spiagge dorate che hanno fatto incetta di Bandiere blu, numerosi eventi, musicali ed enogastronomici, ospitalità, tutti elementi che depongono a favore di paesi quali Giulianova, Roseto, Tortoreto ecc. A un’attenta analisi, però, ci accorgiamo che, per raggiungere i livelli d’eccellenza di località che prendiamo come punto di riferimento,

spesso manca qualcosa. Emergono così tutte quelle scuciture che, sebbene vengano rammendate alla meno peggio, deteriorano l’appetibilità delle nostre cittadine. Immondizia, lavori perennemente in corso, piste ciclabili insufficienti o ‘mutilate’ fanno sì che le ‘sette sorelle’ non siano ancora pronte per l’esame di maturità rappresentato dalla stagione estiva. Nella foto e all’interno di questo numero sono state segnalate alcune di queste ‘mancanze’ sperando che l’autocritica possa servire al raggiungimento di uno sviluppo pieno e armonico del nostro potenziale.

“Tutti ar mare, tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare”. Una quarantina d’anni fa Gabriella Ferri in prossimità della stagione estiva, intonava questo famosissimo ritornello che, ancora oggi, ruba un sorriso ai nostalgici degli anni Settanta. Eh già...gli anni Settanta, anni in cui con animo sereno e vestiti di infradito e pareo si canticchiava questa canzone di fronte ad una mare dalle acque più limpide, meno invaso dal cemento, ma soprattutto anni in cui le famiglie potevano ancora disporre di un potere d’acquisto per godersi le meritate “vacanze estive”. La meta era sempre la stessa: il litorale abruzzese, che ancora oggi con qualche incertezza in più si propone ai turisti, ahimè sempre più pochi, che hanno desiderio di soggiornare lungo le nostre spiagge.

diALESSANDRA ANGELUCCI

FOTO di: PIERo RICCIUtELLI E LUCA VENANzITESTO di: VINCENzo MoREttI

rosEto dEgli abruzzi

‘lE sEttE mEravigliE di rosEto’

È la volta di Villa Clemente

NotarEsCoi CittadiNi di guardia

vomaNo prosEguoNo la protEsta CoNtro

la Chiusura dEllE sCuolE

val vibratastazioNE di tortorEto

"c’è qualcosa che non va…"

rubriChE‘ComE sCrivErE, ComE

parlarE’, di E. CibEj

‘il libraio’, di m. CollEvECChio

‘la sCiENza…soft’, di m. saNtarElli

EvENtitEatri parallEli E XXi

mEmorial "morgaN CaprEtta"

mosCiaNosaNt'aNgElo

piazza saliCEti"parla Luca Pelusi,

un pagliaccio consapevole"

" Ripercorriamo insieme gli ultimi dieci anni di cronaca nera" - SECONDA PARTE

Un artista di grande successo che vanta 14 album da solista e una nomination come "Best Jazz" agli Orange County Music Awards 2008

"EL PENSADOR"

GABRIEL ROSATI

il musicista Gabriel RosatiMelania Rea

Tra le eccellenze e le criticità dei nostri centri costieri nella stagione turistica appena iniziata.

Nella foto, la Stazione ferroviaria di Tortoreto e la pista ciclabi-le tra Giulianova e COlogna Spiaggia franata dopo l’alluvione del 2 marzo.

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3Luglio 2011 e-mail: [email protected]

Luglio 2011 e-mail: [email protected] Lo STRILLONE2

segue dalla copertina

diDoMENICo SPINA

Dall’ italianO allO SlanG

Mia madre è fiume

ComE lEggErE - ComE parlarE

la sCiENza... SOFT

Rubrica:

Rubrica:

Rubrica:

L’interessante articolo di Dom Serafini sulla parlata italoamericana ascoltata tra i suoi parenti di New York

mi ha suggerito qualche considerazione sul fenomeno linguistico vissuto da persone trovatesi a doversi esprimere in un Paese nel quale la composizione cosmopolita della sua popolazione ha fatto sì che si sviluppassero parole gergali prese dalla lingua del luogo e adattate al proprio linguaggio di origine; fenomeno che nel radicarsi nel tempo ha dato luogo ad una involontaria autoemarginazione dal contesto socio-linguistico del territorio di residenza: in anni lontani sono giunti sino a noi echi di famosi processi ad italo-americani che hanno richiesto l’intervento di esperti interpreti, capaci

di comprendere il gergo di quelle comunità. Nella maggior parte dei casi l’integrazione non è avvenuta mediante l’acquisizione della pura lingua locale bensì con l’introduzione di parole storpiate che hanno sostituito i corretti termini della lingua di origine, spesso conosciuta nella forma dialettale. Ne è nato un gergo (“slang”) costituito da un misto italo-americano incomprensibile sia al cittadino medio statunitense che al connazionale privo di una basilare conoscenza dell’inglese. In sostanza non si è conservata la primaria identità di espressione (e di pensiero) e non si è acquisita quella della nuova residenza. Gli esempi riportati da Serafini sono quanto mai interessanti ed eloquenti: la ausa deriva dall’inglese house (pron. “haus” casa), carro dall’inglese “car” (automobile). Simpatica, ma altrettanto difficile da comprendere al primo ascolto, la parola milcheria, con radice inglese (milk, latte) e desinenza italiana (latte-ria); come pure la parola bisinisse, nata dall’evidente difficoltà

di pronunciare correttamente il non facile suono di business (da leggere, nell’inglese più rigoroso, bìznis) che sentiamo pronunciare, nella forma più diffusa ma anche corretta, bësënëss (senza vocali distinte, come l’abruzzese marëtëmë, “mio marito”); al riguardo non dobbiamo dimenticare che in Italia, al posto della chiarissima parola “affari” oggi viene usato l’americanismo business pronunciato, alla meglio, “businèss”.Tutto questo ci suggerisce una riflessione, mi auguro anche un “ripensamento”, sull’opportunità di continuare ad insistere su tanti inutili, ed in molti casi incomprensibili ai più, esotismi-forestierismi- ma quasi tutti anglicismi che rischiano di complicare l’invidiabile patrimonio che principalmente noi italiani, con la nostra lingua, potremmo vantare.Non posso dimenticare un opuscolo che dalle nostre parti qualche anno fa annunciava e spiegava i lavori di un importante convegno nazionale: il presidente veniva chiamato chairman - letteralmente “l’uomo” (man) della “sedia” (chair) – la pausa caffè, coffee break (interruzione da caffè), il dibattito, “discuss”: nelle intenzioni si voleva intendere “discussione, dibattito” ma purtroppo per l’autore volendo rimanere nella sofisticheria il termine da usare avrebbe dovuto essere discussion oppure debate; infatti, discuss è l’imperativo di to discuss (discutere), per cui dire discuss equivale ad ordinare “discuti, discutete”. Certi esotismi da qualche studioso cominciano ad essere chiamati anche “neo-cafonismi”. Senza alcun intendimento offensivo in qualche caso il neologismo può non essere esagerato.

Storia di una madre d’Abruzzo nel racconto forte e sofferto di sua figlia.

Nella difficoltà di una malattia che sta spegnendo i ricordi di sua madre, una figlia si erge a sua memoria ricostruendo passo dopo passo la vita passata tra le fatiche della campagna abruzzese, in una quotidianità ben poco sentimentale di una terra abituata al sacrificio. Un racconto che non cela l’odio intriso d’amore per un intesa mai raggiunta con quella madre assente “non per disamore, ma per fretta, un’altra forma di disamore”, chiamata sin dalle prime ore del mattino nei campi e vicina solo nelle poche ore del sonno. Una ferita insanabile che trova il suo anestetico nell’analisi di vita di una donna passata attraverso la guerra, la durezza degli affetti, l’emancipazione femminile. Con lei è narrato il suo contesto, il

rapporto con le 5 sorelle, l’Italia aspra e forte dagli anni 40 in poi. Quando i bambini valevano poco più dei cani e venivano lasciati alla vecchia inferma del paese, in attesa del ritorno dei grandi, quando l’aborto spontaneo si curava con pochi giorni di riposo e i nomi da dare ai figli giungevano con le lettere del padre al fronte. Alla ricostruzione di questi eventi si aggiunge il presente di madre e figlia dove la malattia crea spigoli da imbottire con promemoria sparsi per la casa, infinite risposte identiche a domande ripetitive. Un ritratto doloroso che nasce dall’assenza del dialogo reso ancora più difficile dallo smarrimento dei ricordi. Non mancano però le emozioni di un’adolescenza, i matrimoni felici, i riti delle stagioni, la natura di un Abruzzo lontano che Donatella Di Pietrantonio ci consegna con la sua voce forte e asciutta.Una storia personale e corale, in cui tutti ritroviamo i racconti dei nostri nonni, l’immagine di quell’Abruzzo faticoso e vivo che sembra scomparso, ma che in realtà ognuno porta dentro di se grazie proprio a racconti profondi come questo.

Volta la Carta è innanzitutto un appuntamento tutto nuovo, organizzato a L’Aquila lo scorso mese di maggio dall’Associazione di promozione sociale

“L’Aquila volta la carta”, da un’idea della casa editrice Arkhé de L’Aquila, promosso e organizzato in collaborazione con il Salone del libro di Torino, la Scuola Holden di Alessandro Baricco, l’appoggio dell’Associazione Culturale Librialsole di Pontedera e della Fondazione Fabrizio De André onlus, che generosamente ha concesso l’uso del titolo della nota canzone dell’Artista. Fondamentale il significato del titolo: “Volta la carta” come il gesto semplice e consueto di chi legge. “Volta la carta”, perché è tempo per tutti in città di voltare pagina e cominciare a scrivere il proprio futuro su fogli nuovi.Lo spirito dell’evento, così come descritto, ci ha incoraggiati a tenere la conferenza. Il clamore attorno al nostro intervento ci ha ulteriormente stimolati nella produzione del nostro nuovo lavoro:“L’Aquila volta la carta”, un nuovo libro ancora a 4 mani nato da una nostra conversazione sul tema. I proventi saranno devoluti alla Fondazione Danilo D’Antimo: nome in memoria del medico pediatra prematuramente scomparso a L’Aquila nel 2008. La Fondazione si occupa della cura e dell’assistenza dell’infanzia in generale e della ricostruzione di un asilo nella città abruzzese dopo il fatidico terremoto dell’aprile 2009.E si parla sempre di ricostruzioni, di grandi opere, ma passeggiando per il centro de L’Aquila sembra quasi di essere a Beirut, una città bombardata e priva di forme. Slogan politico per 2 anni, oggi più che mai il capoluogo abruzzese assomiglia ad una “città rossa”. Ma rossa di vergogna, di vane promesse e soldi finiti chissà dove.

Una città rossa di sangue: quello degli aquilani che combattono per la ricrescita della propria terra. Ebbene, di questa terra noi ne abbiamo conosciuto il cuore, ne abbiamo avvertito il battito e intendiamo sostenerla partendo dai bambini.E si parla di etica, guarda caso sempre mista alle proprie volontà sia politiche che mediatiche. Ma per riconquistare un agire etico occorre prima di tutto chiarezza: nelle parole, nelle informazioni, nel divulgare immagini che parlino della vera realtà aquilana. Inutile promettere mari e monti se non si riesce ad essere sinceri con i cittadini. Il nostro messaggio è: evitiamo di stare al mondo come in una passerella fatta di cravatte deprimenti, veline-ministro e spettacolari strette di mano. La situazione è più complessa rispetto a quanto riportato dai media. Abbiamo bisogno di esprimere fatti. L’Aquila soprattutto ha bisogno di questo.

Libro: L’Aquila volta la carta: conversazione tra Margherita Hack e Marco Santarelli, Arkhé Edizioni, 2011.

Per acquistare il libro: http://www.arkhe.it/easylibro/archivioLibri.php e poi cliccare sul titolo del libro

Per donare direttamente:Fondazione Danilo D’Antimo • v. S. Franco d’Assergi, 4 - 67100 L’Aquila

P.IVA e C.F. 01731360663IBAN: IT04R 0604 0036 0100 0000 142775

email: [email protected]

Strillo W rldIntonando Franco Battiato, sul ponte “sventola Bandiera Blu” per ben quindici comuni costieri, e questo ci rende di certo orgogliosi. Ma basterà una timida Bandiera Blu a garantire un avvincente ed efficace turismo abruzzese? Basteranno le sagre paesane a far ripartire l’economia della nostra Regione? Saranno sufficienti gli eventi culturali in calendario, tra l’altro sempre meno

promossi e sostenuti dagli Enti, a rendere appetibile le nostre vicine mete balneari? Con occhio indiscreto abbiamo dato uno sguardo alle problematiche e ai disagi più evidenti che costituiscono una macchia nera sulla tavolozza cromatica di chi dovrebbe “dipingere” e in questo caso “restaurare” le nostre bellezze e i nostri servizi: i lavori in

corso lungo la stazione ferroviaria di Tortoreto Lido creano numerosi disagi, impedendo un accesso agevole sul lungomare; la pista ciclabile che collega Giulianova e Cologna risulta in parte ancora inagibile, dopo il crollo della stessa avvenuto con l’alluvione dello scorso marzo. Senza pensare al lezzo e al degrado che presentano alcune zone di mare, dove i sacchi dell’immondizia continuano a fare da

cornice destando il malcontento dei cittadini e di chi è nostro ospite. Sarà turismo? Lo chiediamo a voi che ogni mese ci leggete con passione.Noi de Lo Strillone VI AUGURIAMO una FELICE ESTATE e lo facciamo con una veste estiva più “leggera” nelle pagine come nei contenuti, una scelta editoriale voluta che caratterizzerà soltanto i mesi “soleggiati”.

Lo STRILLONE

Durante la Festa della Repubblica tenutasi a Manhattan, da Cipiriani, sulla 42ma strada, alla presenza di circa 1.000 invitati, è stata presentata la statua restaurata de

“La Madonna di Pietranico”. La statua era stata chiesta in prestito al Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila dall’Italian American Museum di New York lo scorso 7 aprile e dopo la celebrazione del 2 giugno è tornata in Abruzzo.

A spiegarci l’importanza della statua è Maria Fosco, originaria di Orsogna (Chieti), vice-presidente e co-fondatrice dell’Italian American Museum. La statua di terracotta, fatta risalire al 15mo secolo, fu rotta in 24 pezzi dal terremoto. L’Italian American Museum ha donato 110.000 dollari per il suo restauro. Alla celebrazione dell’avvenuto restauro durante la Festa della Repubblica ha partecipato anche il Cardinale di New York, eminenza Edward Egan, il quale ha detto in italiano che guardando la statua si sentiva anche lui abruzzese.

abruzzo protagoNistaalla festa della repubblica di NYCIl Cardinale Egan: sono abruzzese!

diEDEN CIbEj

Alluvi Editrice consiglia

diMANUELA CoLLEVECCHIo

diMARGHERItA HACK

diMARCo SANtARELLI

Rubriche

“La Scienza in parole semplici spiegata da due protagonisti della cultura contemporanea: MARGHERITA HACK E MARCO SANTARELLI”

Vi presentiamo una Nuova Rubrica che porta la firma di due personaggi illustri del panorama scientifico nazionale ed internazionale: Margherita Hack e Marco Santarelli. Con loro parleremo di scienza in modo soft, “leggero”, accessibile a tutti. In questo primo numero, però, la loro attenzione si è rivolta alla città de L’Aquila, promuovendo il loro libro scritto a 4 mani, “Volta La Carta”. Un libro per una città che deve tornare a vivere! Vediamo come. VOLTA LA CARTA: TRA POESIA E LUCIDA REALTA’

La passione di Francesco Di Crescenzo per il jazz esplode da ragazzo, quando a Pescara si ritrova al bar con Miles Davis. Da allora è un susseguirsi di

concerti fino all’idea della rassegna organizzata per il terzo anno presso il Bar Sportivo di Roseto degli Abruzzi. Che ha avuto il la dall’incontro con il musicista Fabrizio Mandolini e il giornalista Fabio Ciminiera. “Persone che apprezzi per il loro carattere, un gradevole equilibrio tra grande umanità e disponibilità verso gli altri, cosa veramente non comune”. Otto concerti si sono tenuti come sempre nel Bar Sportivo (ormai conosciuto come il J & J Bar di Roseto), e l’ultimo nell’Arena all’aperto della Villa Comunale di Roseto. Concerto con la COLOURS JAZZ BAND di Arcevia, composta da venti musicisti, tutti docenti di musica jazz del piccolo paese marchigiano. “Avevamo il desiderio di dedicare la rassegna ad un grande musicista italiano, dimenticato da molti di quelli che, per decenni, lo hanno osannato, LELIO LUTTAZZI. Molto discretamente abbiamo chiesto alla Signora Rossana LUTTAZZI, Presidente della Fondazione intitolata a suo marito, se potevamo dedicare la rassegna al Maestro. La Signora Rossana ci ha autorizzato e così la rassegna è stata il “Tribute to LELIO LUTTAZZI”. Il piccolo e affollato spazio del J & J Bar ha ospitato i concerti del Bepi D’Amato

Quartet, con Mauro De Federicis, di Nicoletta Manzini, del sassofonista Nicola Fazzini, del gruppo di Fabrizio Mandolini, gli Speakin’ 4, del Jano Quartet, del M.O.F. Quintet, del trio di Daniele Cordisco e di quello di Fabio Bottazzo. Gran finale con il concerto della Colours Jazz Orchestra in luogo, l’Arena all’aperto della Villa Comunale di Roseto, “che potrebbe diventare un luogo per varie manifestazioni culturali, se opportunamente adattato. È una delle iniziative che vorremmo proporre a tutte le associazioni del territorio, unendoci per dare l’opportunità alla nostra città di ospitare eventi di qualità per la sua crescita culturale e turistica. È un sogno, ma “tutti i sogni possono diventare realtà, se solo abbiamo il coraggio di inseguirli”.

johN & jazz bEforE diNNErDa una birra con Miles Davis agli aperitivi jazz

Nella foto davanti alla statua della Madonna, il Cardinale Edward Egan è con Maria Fosco e il nostro collaboratore Dom Serafini.

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5Luglio 2011 e-mail: [email protected] Lo STRILLONE

LE BAND CHE SI ESIBIRANNO

ZASTAVA ORKESTARLa banda è composta da elementi provenienti da alcune tra le migliori orchestre dell’Alta Maremma. Gli strumenti usati sono rigorosamente acustici, ottoni, fiati e percussioni. Il repertorio prevede brani della tradizione popolare balcanica, oltre ad arrangiamenti e composizioni originali. Le esibizioni, evocative di atmosfere e situazioni ispirate al film di Kusturica, sono piuttosto movimentate e prevedono danze e improvvisazioni che coinvolgono il pubblico.

BADABIMBUMBANDIl repertorio musicale, selezionato con l’intenzione di offrire un panorama a 360° gradi della musica di strada (jazz, dixieland, funky e marcette popolari), un brano cantato a ‘cappella’ e un accuratissimo studio fatto sui movimenti coreografici, sono gli ingredienti essenziali di questa marchin’ band e fanno della loro performance uno spettacolo nuovo, giovane, fresco, impetuoso, ritmato, epico e spiazzante.

MO’ BETTER BANDLa Mo' Better Band, parata composta da sedici elementi, nasce in Abruzzo nel 2003 ed è oramai famosa e richiesta in tutta Italia. Essa fonde la versatilità e l'organico tipici della classica banda italiana con l'energia di un repertorio principalmente funky con “ammiccamenti“ al jazz. Assistere ad un loro spettacolo è un'esperienza che trasmette la voglia di portare il tempo con i piedi e che lascia un largo sorriso

stampato sul viso per un buon quarto d'ora dalla fine dell'ultimo brano.

L’associazione culturale Piazza Dante & l’associazione culturale Piano B con il comune

di Giulianova, la Fondazione Tercas e il B.I.M. presenteranno il 9 luglio alle ore 21.30, presso il centro storico di Giulianova Alta, una stravagante iniziativa: La Street Band Parade. Un originale spettacolo “on the road” di grande impatto sonoro e visivo. Protagoniste di questo straordinario evento sono “Street Band” composte da musicisti di alto profilo artistico e maestri nell’arte dell’intrattenimento. Contemporaneamente,

in parata e in postazione, si esibiscono in piazze, slarghi e anche nei vicoli più stretti. Il loro sound è brioso e le loro performance sono accattivanti, allegre, tutte da ascoltare, da vedere e da ballare. Tra musicisti e pubblico nasce un contatto

diretto, spontaneo, ricco di emozione e calore umano. Nello show entrambi sono attori e spettatori. La simultaneità e contemporaneità dei concerti produce una forte interattività e un grande impatto emozionale. Lo spettatore cerca i gruppi tra le vie della musica, li incrocia, li segue, li scopre con stupore nelle piazze. La Street Band Parade è anche circo di strada. Questo nome rimanda alla disposizione che prende solitamente il pubblico quando, nelle piazze, si esibisce un artista. “Fare cerchio“ è sinonimo di attirare l'attenzione dei passanti. Giocolieri, trampolieri e mangiafuoco portano il pubblico a formare una platea immaginaria, al centro della quale si esibiscono con la propria arte. A valorizzare questo palinsesto ci sarà inoltre il Food Design, la Video Art di Giustino Di Gregorio ed un’installazione artistica di Francescomaria Di Bonaventura. Fare spettacolo, stupire, stupirsi, divertire e divertirsi. In queste poche parole il senso del progetto e del agire in maniera tanto bizzarra.

&4 Luglio 2011 e-mail: [email protected] Provincia

www.lavillafiorita.it

Hotel Meetings

Sala Ricevimenti Sala Congressi

[email protected]

Via Ripoli s/n · 64020 Giulianova (TE) · Tel. +39 085 8071902 · Fax +39 085 8072148Via Ripoli s/n · 64020 Giulianova (TE) · Tel. +39 085 8071902 · Fax +39 085 8072148

Lo STRILLONE Giulianova

diGIUSEPPE tELLoNE

VIA NAZIONALE PER TERAMO, 31GIULIANOVA

9 Luglio: “ Street Band Parade per un “on the road” di grande impatto sonoro e visivo”

uN EvENto da NoN pErdErE!diMARCo DI MARtINo

“Sotto questo sole bello pedalare sì, ma c’è da fermarsi!”. Sì, in realtà c’è da sudare, come

diceva il buon Baccini, ma a volte capita anche di interrompere una tranquilla passeggiata in bici lungo la costa adriatica. Siamo a Cologna spiaggia, zona campeggi. C’è un tratto di pista ciclabile che costeggia la strada, e prosegue arrivando al ponte di legno sul fiume Tordino (inaugurato nel luglio del 2006), che permette di raggiungere, in bici o a piedi, la costa giuliese. La scorsa estate ricordo una bella pedalata da Roseto a Tortoreto, passando prima per quel ponte e poi a ridosso del camping Tam Tam, un bel tratto di pista ciclabile che t’immette subito nella spiaggia di

Giulianova. Ci ho riprovato un mese fa ma questa volta, dopo il ponte di legno, ho dovuto interrompere la mia passeggiata. Da lontano scorgo una rete arancione, quella dei lavori in corso. Niente, tutto chiuso. Non mi fermo. Lascio la bicicletta ed entro in quel tratto . La mia curiosità cresce. Avanzo un po’ e noto una simpatica scritta sul muro del camping, un “gesto d’affetto” dei giuliesi verso i teramani. Poi, all’improvviso, mi ritrovo sul fiume. La pista ciclabile s’interrompe bruscamente. Capisco subito cosa avesse potuto distruggere quel meraviglioso tratto. La mia mente torna al 2 marzo, il giorno di quella terribile alluvione. La natura, purtroppo, spazza via tutto. E i fiumi sono micidiali. Quel bel tratto di “corridoio verde” è solo un lontano ricordo. Ora per raggiungere la costa giuliese è necessario attraversare il quartiere dell’Annunziata, passando tra le auto. Per un attimo rimango lì e rifletto. Non serve attaccare questa o quell’amministrazione (anche se forse c’è qualche responsabilità),

ma occorre cercare di capire come sono costruite, e soprattutto dove, queste opere. Flashback: Teramo-mare, per ben due volte, ultima il 2 marzo (appunto), un tratto di strada nei dintorni dell’uscita per Sant’Atto si è completamente sgretolato. Il motivo? E’ stata costruita a ridosso del fiume, in un terreno facilmente franoso. Ogni volta si è costretti a ricostruirla, spendendo soldi su soldi: quanto durerà tutto questo? Ma torniamo alla nostra pista ciclabile. Qui la situazione è peggiore. Un piccolo tratto di mattonelle rosse e grigie è stato spazzato via dal fiume durante l’alluvione. La pista ciclo-pedonale non è stata costruita vicino al fiume ma sopra il fiume, sull’acqua! Chiunque avrebbe potuto prevedere un suo crollo. Lo spettacolo che si presenta davanti ai miei occhi è davvero desolante: vari tubi fuoriescono dal terreno crollato e varie mattonelle sono sparse qua e là. Le foto lo dimostrano. Ci vuole forse un esperto per capire che in quella zona è sconsigliabile costruire? Capisco che c’è il camping ma, con garbo e gentilezza, si poteva magari trovare un accordo e far passare quel tratto un po’ più in là, su un terreno sicuramente più consistente rispetto all’acqua. Vi lascio con una domanda: il crollo è avvenuto durante la notte. E se si fosse verificato di giorno, magari con una famiglia che in quel momento percorreva la pista?

diLUCA VENANzI

Che bella pista ciclopedonale! ops, maNCa uN pEzzo.

SECONDA PARTE

Torniamo dopo un mese a parlare dei delitti avvenuti nella nostra provincia e la cronaca ci

impone di occuparci dell’ultimo caso in ordine di tempo: l’assassinio di Carmine De Luca a Torricella Sicura, alle porte di Teramo. L’uomo, ucciso con molte coltellate di cui una fatale al collo, era stato trovato il 28 maggio esanime nella sua abitazione, presumibilmente una settimana dopo il delitto. Dopo aver analizzato tabulati telefonici e sentito molti testimoni, il giallo è stato risolto dagli inquirenti: Il

21 giugno è stata arrestata a Genova Francisca B. Medina, dominicana di 27 anni, con l’accusa di omicidio. Il movente probabilmente è di natura economica. Dopo l’arresto la donna, cercando di fuggire dalla caserma dei carabinieri, si è gettata da una finestra riportando la frattura di una gamba e un carabiniere è caduto con lei nel tentativo di salvarla. L’assassina non corre pericolo di vita mentre il carabiniere ha riportato gravi lesioni ad una vertebra e le sue condizioni sono definite “gravi”. Una tragedia nella tragedia dunque.

Il secondo filone, di cui parlavamo il mese scorso, ci porta invece in territori meno definiti, più vaghi e dunque più inquietanti: ci riferiamo ai delitti nostrani irrisolti, i cui colpevoli sono a piede libero, misteriosi, impuniti e potenzialmente in grado di colpire di nuovo. Scopriamo dunque che anche nella nostra provincia, gli investigatori, in qualche caso, “brancolano nel buio” di fronte a casi di difficile soluzione.

Sappiamo tutto o quasi, infatti, del recente assassinio di Melania Rea. In questi giorni assistiamo ad un vero e proprio accerchiamento investigativo nei confronti del marito della donna. La sua vita privata, i suoi trascorsi, le sue scappatelle coniugali sono state oggetto di indagine e, a più di due mesi da quel 18 aprile, Salvatore Parolisi risulta indagato solo in virtù della testimonianza di una donna che sostiene di non averlo visto dove lui dice di essere stato nell’ora del delitto. L’uomo ha chiesto l’incidente probatorio, il confronto diretto cioè, per dimostrare la propria innocenza. Staremo a vedere. Certo è che manca ancora la prova schiacciante, l’elemento decisivo per individuare il colpevole di questo omicidio. Il caso Melania Rea tiene col fiato sospeso tutta l’Italia e si avvia a diventare il giallo da “ombrellone” dell’estate 2011, buono per ogni lancio mediatico. La triste verità, invece, è che l’assassino è ancora senza volto e ogni giorno le speranze di trovarlo, di inchiodarlo alle proprie responsabilità si affievoliscono.

In casi come questo, ritorna alla mente il celebre delitto dei coniugi Libero Masi

ed Emanuela Chelli, uccisi con un’arma da taglio da mano ignota nella notte del 2 giugno 2005, all’interno della loro villa di Nereto. Furto finito male? Vendetta nei confronti dell’uomo, noto avvocato vibratiano? Il caso è stato archiviato e per ora gli appelli per riaprirlo sono risultati vani. Le cronache narrano di “inquinamento della scena del delitto” ed è indubbio che qualche errore gli investigatori l’abbiano commesso. Rimane la sottile inquietudine per un duplice omicidio che manca di moventi certi, di qualsiasi prova che possa avvalorare o escludere delle tesi investigative e rimane l’ingiustizia nei confronti delle vittime, trucidate barbaramente tra le mura domestiche da belve assassine rimaste ignote da ormai troppo tempo.

Ancora in Val Vibrata, ancora una morte senza colpevoli, un omicidio irrisolto: il caso di M.M. Kurasz, detta “Magda”, ritrovata nel territorio di Corropoli il 6 marzo 2005. La trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” ha rispolverato questo caso, accostandolo a quello di Melania ed evidenziandone le circostanze “affini”. Innanzitutto Ripe di Civitella e Corropoli, luoghi dei ritrovamenti, sono località distanti pochi chilometri tra loro; poi, l’assassino ha infierito su entrambe le vittime. In entrambi i casi, il marito è inizialmente il principale sospettato. Il marito di Magda ha sostenuto un processo ed è stato assolto: non è stato lui. Chi poteva odiare a tal punto la mite operaia polacca, da sferrarle decine di coltellate? Mistero. Il marito di Melania, come abbiamo detto, non risulta neppure indagato, nonostante siano emersi elementi dissonanti rispetto al quadro idilliaco di famiglia modello che appariva all’esterno. Ma, anche in questo caso, chi poteva odiare Melania a tal punto da infliggerle 30 coltellate di cui 9 dopo la sua morte? Questi due delitti dunque, commessi a 6 anni di distanza, hanno più di un elemento in comune. Basta questo per individuare un legame tra loro? Staremo a vedere. Ipotesi fantasiose a parte, comunque, ci auguriamo che le due donne abbiano giustizia e che l’elenco dei delitti irrisolti nella nostra provincia si assottigli sempre più, perché la mancanza di un colpevole, di un processo, di qualche movente più o meno valido, è straziante per chi rimane. Il 14 maggio, familiari, amici, conoscenti di una vittima hanno organizzato a Teramo una fiaccolata per chiedere ai giudici di non archiviare l’indagine su un ulteriore mistero cittadino. La gente ha chiesto con pacatezza ma con forza, di fare luce sulla morte di Leonardo Paolini, giovane teramano, trovato morto carbonizzato nella sua auto a Teramo, nella notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo del 2007. L’ipotesi del suicidio non ha mai convinto la famiglia. Alcuni segni dietro la nuca del giovane e delle macchie di sangue sembrano smentire questa tesi. Se Paolini è stato ucciso e bruciato, il suo assassino va trovato. Lui, Libero Masi, Emanuela Cheli, Magda Kurasz, Melania Rea meritano giustizia. Una giustizia terrena, con tutti i suoi limiti e, per chi crede, una Giustizia Superiore, che dia un senso alle loro sofferenze.

LA PROVINCIA DI TERAMO TRA DELITTI E CASI IRRISOLTI

Libero MASI, Emanuela Chelli, Magda Kurasz, Malania Rea: alcuni nomi che meritano giustizia

La donna uccisa, Melania Rea, e il marito Salvatore Parolisi

L'Avv.Libero Masi e la moglie Emanuela Chelli

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7Luglio 2011 e-mail: [email protected]

Luglio 2011 e-mail: [email protected] Lo STRILLONE6 RosetoGiulianovaLo STRILLONE

Il giorno prima della conferenza stampa sulla nuova giunta comunale mi sono svegliato nel bel mezzo

della notte. Cosa rara per me, che di solito dormo anche otto ore di seguito, ma per cena avevo consumato un’appetitosa peperonata,(visto che i capperi sono una specie protetta) e quindi ci può stare.

È stata una notte difficile perché continuavo ad avere incubi che sparivano e poi all’improvviso riapparivano

mentre ero in una sorta di dormiveglia. Ho sognato tra le tante cose la nuova giunta comunale che darà slancio alla nostra città per i prossimi tre anni ma, per colpa della peperonata, più che un sogno sembrava un incubo. Mi sono apparsi nella notte un popolo di “Scilipoti” che entravano a far parte della nuova giunta del comune di Giulianova. Un vero “Popolo”. Dopo i “Sumeri”, gli “Ittiti”, ecco gli “Scilipoti”. Prima del rimpasto c’era solo il consigliere Francioni, che nelle precedenti elezioni era avversario di Mastromauro ma, “nel bel mezzo del cammin”, si era accorto che il suo programma tutto sommato era uguale a quello dell’attuale sindaco e quindi con “Progresso Giuliese” è entrato in maggioranza. Poi è arrivato un altro “Scilipoti”, Mimì Di Carlo che da destra, girando nella semicurva e andando sempre dritto, appoggiava e appoggerà una volta sì e l’altra pure il suo rivale nelle precedenti elezioni. Adesso arriva lo storico nemico Guidobaldi (U.d.C); qualche hanno fa si scambiava con l’attuale sindaco piccole querele, adesso tanti baci e abbracci. C’è nel nuovo popolo anche Nausica Cameli, la figlia del ex sindaco, anche lei passata da avversaria a socio sostenitore in un batter d’occhio.

Nonostante fossi sudato e accaldato il sonno è continuato: ho visto che i numeri, nonostante il rimpasto, sono risicati, perché l’U.d.C. non ha nessun consigliere e “Progresso Giuliese” ha fatto già sapere tramite la“Pantera Rosa” Laura Ciafardoni che saranno dentro, ma voteranno di testa loro. Quindi?? La nuova giunta si regge su un solo voto oppure ho sbagliato a contare?? Non ci credo, avrò sbagliato a contare perché solitamente si fanno i rimpasti per rinforzare. Contate anche voi, perché io sto sognando e voi siete svegli. Se i progressisti escono dalla maggioranza, vuoi vedere che Francioni, rileggendo il programma elettorale di Arboretti, dirà che a parte la punteggiatura tutto sommato è simile al suo e si iscriverà al “Cittadino Governante”?? La città di Giulianova, intanto, osserva le vicende di palazzo e, dopo aver ricevuto la bandiera blu e la bandiera verde, decide di alzare la bandiera bianca.

Maledetta peperonata, non la mangerò mai più!!

diMARCo DI MARtINo

diRUGGERo MAzzoNI

dopo i “sumeri” e gli “ittiti” arrivano “gli sCilipoti”Prima a destra, poi dritti al centro e infine a sinistra: le infinte vie del rimpasto giuliese

Il clima è rovente fuori dal comune, il primo

caldo d’estate inizia a farsi sentire. Ma anche dentro la temperatura è alta. No, non è il caldo (anche perché l’aria condizionata funziona), ma sono i

tanti impegni che il nuovo sindaco di Roseto degli Abruzzi, Enio Pavone, dovrà affrontare per dare una svolta alla nostra cittadina. C’è chi dice che le risorse sono poche, altri smentiscono, ma una cosa è certa: sono tanti i problemi da risolvere, e bisogna fare delle scelte precise. Il nuovo sindaco sa quali sono le insidie, non è un giovane inesperto. Molte le critiche in campagna elettorale sulla scelta del partito socialista (non tutto) di allearsi con il centro-destra e contrapporsi al partito democratico. Ma Enio Pavone ha le idee molto chiare.

“Essere socialista vuol dire stare dalla parte delle persone più bisognose, dalla parte della giustizia sociale, del rispetto delle regole. Nessuna ideologia particolare: questa è una coalizione di centro-destra che ha vinto queste elezioni in contrapposizione al partito democratico e agli altri alleati del centro-sinistra”

Una nuova giunta con un’età media molto bassa rispetto alle precedenti amministrazioni. La sua è stata una scelta coraggiosa. Ma la poca esperienza in campo amministrativo peserà?

Nessuno pensava che in questa città ci potesse essere un cambio così radicale nella classe dirigente. Su cinque assessori quattro di loro non sono mai entrati in un ente pubblico né come consigliere né come assessore: un cambio totale. Certo, non si possono giudicare nel breve periodo. Per tutti loro occorre tempo, ma ognuno ha capacità professionali e personali per poter fare bene. Hanno passione, hanno entusiasmo, sanno qual è l’impegno che hanno preso con me e che io ho con la città di Roseto e sono consapevoli del loro compito. È chiaro che all’inizio l’inesperienza può essere un aspetto negativo, ma sono completamente liberi nell’agire, nessuno imporrà loro alcuna direttiva.

Problema rifiuti. È possibile far partire il porta a porta o bisogna ancora aspettare?

La nostra volontà è quella espressa in campagna elettorale: togliere subito i cassonetti dal lungomare

e dalla zona centrale, iniziare lì il porta a porta per poi espanderlo in tutta Roseto. Contiamo di partire entro settembre, è una nostra priorità.

Piano Regolatore, altra patata bollente. Come intendete muovervi?

Stiamo verificando dal punto di vista legale e amministrativo l’iter da seguire. Nel giro di qualche giorno verrà pubblicato e poi decideremo i passaggi successivi da compiere.

Durante la campagna elettorale lei ha detto sul turismo: “certamente non bastano una o due manifestazioni per invertire la tendenza, ma è necessario creare un rapporto di collaborazione tra l’amministrazione comunale e gli operatori del settore, utilizzando al meglio le risorse”. Risorse che,secondo lei, sono scarse per i grandi debiti. Ha anche affermato che è difficile stilare un calendario della stagione estiva. Allora cosa si può fare concretamente per rilanciare il turismo? La proroga dell’orario per i locali fino alle tre è sufficiente?

Questo era un impegno che avevamo preso, lo abbiamo detto in tutte le piazze: “prolungheremo gli orari per la musica”. Lo abbiamo fatto. Certamente non risolve tutto. C’è bisogno di una sinergia molto forte con gli operatori turistici, con i quali noi collaboreremo. Abbiamo già incontrato un’associazione per discutere i problemi principali. È necessaria anche una mentalità diversa da parte del cittadino rosetano che deve sopportare qualche disagio nell’interesse generale. Solo se la città fa sistema si può veramente affrontare questo problema per fare in modo che Roseto riacquisti quella centralità turistica sulla spiaggia abruzzese e non solo. Occorre una sinergia tra amministrazione, operatori, forze dell’ordine e cittadini. Come abbiamo fatto, noi decideremo tutto nell’immediato, sia se una cosa si può fare, sia se non è possibile. Non si possono rimandare le decisioni in eterno.

Durante la stagione estiva, specialmente a

settembre, non è difficile il verificarsi di piogge consistenti. In che modo interverrete sulla situazione fognaria, alla luce di quanto successo lo scorso 2 marzo?

La situazione fognaria e l’assetto idrogeologico sono due tra i problemi principali da affrontare. Questa non è una cosa che il sindaco può risolvere con una ordinanza come l’orario. C’è bisogno di uno studio dettagliato da parte di persone specializzate, sono necessari fondi per fare tutto questo e di fondi per fare le opere. Noi intanto attiveremo la manutenzione ordinaria. Ora noi saremo sommersi dalla quotidianità delle situazioni, quindi la nostra progettualità potrà iniziare da settembre in poi. Non abbiamo il potere di risolvere nell’immediato questo problema.

Ultima domanda. Quanto è stata decisiva l’alleanza con Montese?

Ha avuto un peso determinante sotto l’effetto psicologico. Abbiamo fatto un accordo molto rapido con una lista civica che fin dall’inizio aveva detto che lavorava per stare nell’amministrazione, che voleva portare avanti le battaglie sulle quali si era impegnato con i cittadini. Crediamo che i risultati siano stati positivi, con la lista abbiamo un ottimo rapporto. Montese è una persona che stimo e che, secondo me, può dare molto a Roseto. Una mossa strategica indovinata, forse decisiva.

ENio pavoNE“tanti i problemi, poche le risorse”Nuovo sindaco e una giunta giovane: un’altra sfida per la “città delle Rose”

diLUCA VENANzI

ViA P. TOgLiATTi, 3764023 MOsciANO sANT’ANgeLO

iNfO: 338. 21 39 156

Martedì ventotto giugno, Giulianova. Il dott, Paolo Vasanella, a ridosso del consiglio comunale, previsto per l’indomani, convoca la redazione dello Strillone per fare alcune dichiarazioni.

Andando direttamente al dunque, qual é la ragione di questa intervista?Il punto è che la nostra città sta vivendo un momento molto complesso e particolare. I recenti fenomeni legati alla politica locale amo chiamarli “giostra politica”, poiché sempre più spesso accade che qualche nuovo personaggio salga e al contempo qualcun altro scenda dal carro dei vincenti. Si sta raggiungendo il limite di sopportazione:se una persona si candida a livello politico con una certa appartenenza deve rimanervi. Ciò non sempre accade e ritengo che questo sia un motivo di disillusione per quegli elettori che sempre più spesso si distaccano dall’esperienza politica.

Nello specifico della realtà giuliese, questo discorso a chi si riferisce?Il mio discorso si riferisce al comportamento del dott. Cameli, un candidato sindaco in opposizione, quello che doveva essere un’alternativa a Mastromauro e che oggi vediamo, come capo dell’Udc, addirittura sostenitore della politica del suo vecchio antagonista. Per l’appunto portando in giunta sua figlia. Non

mi sembra corretto che i voti, anche i miei per la precisione, che gli sono stati affidati per una certa destinazione politica, vengano trasferiti da tutt’altra parte senza interpellare i suoi precedenti alleati.

Dunque lei, nella figura di coordinatore locale del Popolo della Libertà, che intende fare in merito?Noi, e io in particolare, nella figura di coordinatore del Popolo della Libertà in questa città, vogliamo dare un segnale nuovo, specie in una città difficile come Giulianova, dove spesso registi occulti, come amo definirli, si muovono dettando regole e leggi senza avere nemmeno i consensi della cittadinanza. Come coordinatore vorrei costruire il Pdl locale con alcune caratteristiche importanti: l’appartenenza, la trasparenza e la coerenza.Non si può cambiare appartenenza politica con tanta facilità. Io come coordinatore del Pdl, con un circolo con il più alto numero di iscritti in tutta la provincia di Teramo, e il gruppo “Giovane Italia”, vedasi il nuovo assessore di Roseto Fornaciari, stiamo dando dei segnali importanti. Stiamo cercando di dare dunque questa immagine nuova e diversa in cui le tre caratteristica prima citate vengono rispettate e onorate.

Tutto ciò quindi come è stato portato nell’ultimo Consiglio?

Mastromauro ha rinnovato la sua Giunta con alcuni uomini che lui definisce “talenti”. Se deve essere “puntellato” nella sua carica da uomini che appartenevano e ricoprivano ruoli importanti nel centrodestra, allora lo scenario politico non è più reale. Dunque noi abbiamo chiesto di valutare politicamente la gente che vota questa maggioranza:Se questo sindaco non può portare avanti questa esperienza politica è meglio che vada a casa. Anche perché secondo noi questi talenti non ci sono più e forse non ci sono mai stati.Il sindaco ha parlato di un programma troppo distante dalle problematiche immediate, come la SS 16 e la sua viabilità, che crea tanti problemi, per non parlare di Corso Garibaldi, il lungomare monumentale, le problematiche legate al Cirsu-Sogesa. Sono questi gli argomenti da portare avanti con decisione.

Ringraziamo il Dott. Paolo Vasanella per la disponibilità.

CoNtiNua la giostra dElla politiCa giuliEsEA parlare è il Coordinatore del PdL Vasanella, che esprime il suo malumore per il recente rimpasto della Giunta

il Coordinatore del PdL Paolo Vasanella

FESTA DELLA PIZZACentro Storico di Mosciano Sant'Angelo dal 27 al 31 Luglio

Tutte le sere dalle ore 19:00: allestimento di pizzerie all’aperto, concerti, esibizione di tiro con l’arco.

MERCOLEDÌ 27 LUGLIO, Piazza Saliceti, ore 21Esibizione gruppo musicale “BicchieRino” – Tributo a Rino Gaetano

GIOVEDÌ 28 LUGLIO – Piazza Saliceti, ore 21Concerto musicale “Gli Zingari Felici”

VENERDÌ 29 LUGLIO – Piazza Saliceti, ore 21“Il tempo delle cattedrali” tratto dal musical Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante

SABATO 30 LUGLIO – Piazza Saliceti, ore 21“Noche de fuego en plaza” in collaborazione con le migliori scuole di balli caraibici

DOMENICA 31 LUGLIO – Piazza Saliceti, ore 21Sfilata di moda bimbi di Adriana

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9Luglio 2011 e-mail: [email protected]

Luglio 2011 e-mail: [email protected] Lo STRILLONE8 Lo STRILLONE Mosciano Sant'AngeloRoseto

Raccolgo con piacere l'invito lanciato da PierLu-igi Filipponi (il cognome mi ricorda l'ex sinda-

co ma nessuno è perfetto, quindi tollero) a parlare di centro storico. Una lettera del comune di Mosciano invitava il mio blog a dire la mia su piazza Saliceti. Onorato. Veramente onorato. Chiedete consigli ad un pagliaccio. Fatemelo dire: siete messi male. Sa-rebbe stato molto più interessante e di spessore (sì, sono ironico) ascoltare il nostro assessore all'urba-

nistica e ai lavori pubblici, o il vicesindaco che è architetto, in fondo o Orazio di Marcello al terzo (e spero ultimo) mandato. Nel senso: amici amministratori ditemi che volete fare di piazza Saliceti che io vi faccio una controproposta. Che intenzioni avete? Se lo stile è quello discutibile del campo del prete di cosa vogliamo parlare? Se avete scorporato la ex-banca dal centro storico e

piazza Saliceti non è più centro storico il vantaggio per chi è per i cittadini o per i costruttori? Non ho notizie di una gara d'appalto da anni in questo paese. Tutte trattative dirette, anche per cifre importanti. Allora. Che intenzioni avete? Cosa vuole fare Di Marcello di piazza Saliceti? Cosa aspetta la maggioranza ad incontrare i cittadini con assemblee pubbliche? Io di urbanistica non so un fico secco. Se l'amministrazione mi fa una rosa di proposte io posso scegliere quella migliore, per me. Ma se dovete fare la solita urbanistica alla circa meno quasi, la stessa urbanistica di cui si sta occupando la minoranza e la Procura della Repub-blica, che mi chiamate a fare? Io faccio il pagliaccio mica il geometra. Quindi: carissimi sindaco e assessori: fate il primo passo. Fate una rosa di proposte che ne parliamo. D'altro canto siete stati votati e siete pagati per farlo.Io no.Grazie a PierLuigi Filipponi per lo spazio concesso.

Luca Pelusi, pagliaccio consapevole.

Continua la nostra inchiesta sulla piazza di Mosciano Sant'Angelo. Piazza Aurelio Saliceti: un tempo luogo di ritrovo e oggi sempre più rotonda per il traffico.

Nello scorso numero vi abbiamo chiesto di dirci la vostra su questo tema.Pubblichiamo la risposta di Luca Pelusi del blog Lettera 32 e molto conosciuto in città per le sue attività.

Nel ringraziare il buon Luca per il suo contributo, vi invitiamo a scriverci ancora su questo tema a: [email protected]

ma su QuEsta piazza l'ammiNistrazioNE ComuNalE

ha QualChE idEa?

palla al CENtro iN piazza iv NovEmbrETra calcio, musica e contrade si è chiusa con successo la terza edizione del Torneo delle Torri

diLUCA PELUSI

Una manifestazione che prende sempre più i toni dell'happening. Così possiamo riassu-

mere la terza edizione del Torneo delle Torri che si è conclusa lo scorso 17 giugno e ha registrato un enorme successo di pubblico. Un plauso va di si-curo all'Associazione Culturale Musiano 1397 che organizza sempre con molta attenzione l'evento. Il Torneo delle Torri ha visto anche quest'anno le varie

contrade moscianesi contendersi l'ambito trofeo in varie partite di calcio a 5. Due le categorie in gara: Over e Under 40. Nella categoria Under, la contrada di Petecciano ha mostrato anche questa volta di essere formazione tecnicamente dotata e caratterialmente solida tanto da imporsi anche nei momenti di difficoltà. Molto tesa la finale contro San Giovanni: non deve infatti ingannare il secco 6–3 che sarebbe riduttivo nello spiegare una partita dagli alti toni agonistici e dalle sviste arbitrali fin troppo ampie. Grande exploit nella categoria Over: la contrada di Musiano con i suoi “grandi vecchi” e con degli innesti importanti è riuscita a prevalere nella finale contro Costa del Monte, formazione spigolosa da affrontare che abbina alle doti tecniche la giusta presa agonistica su ogni partita. Inutile dire che la differenza l'ha fatta il talento di Valerio Potenza che con i suoi tanti goal ha impreziosito il cammino di Musiano verso la vittoria, dopo che nel-le scorse edizioni la formazione del centro città aveva un po' deluso i suoi sup-

porters. I veri vincitori di questa edizione sono però i ragazzi della Mu-siano 1397 che con la loro voglia di fare e con lo spirito giusto hanno saputo ravvivare le sera-te di giugno di una città che altrimenti offrireb-be davvero pochissimo ai suoi giovani: già, i giovani, come quelli dell'associazione orga-nizzatrice che hanno dimostrato ancora una volta come insieme le nuove leve della nostra Mosciano sanno fare e fare bene. A questo pun-to, la domanda è: ma se si lasciasse più spazio ai giovani, le cose andrebbero meglio? Beh, peggio la vedo dura...

diLUCA LAttANzI

gli over 40 di Musiano al primo trionfo nel Torneo delle Torri"

la formazione under 40 con il trofeo vinto nella finalissima

diPIERo RICCIUtELLI

Le 7 Meraviglie di Rosetoi fantasmi di Villa Clemente

Villa Clemente oggi è un rudere.Premi di architettura; finanziamenti promessi, stanziati e mai sfruttati; deci-

ne di progetti di recupero.Se ne voleva fare un PalaGiovani, una Sala Polifunzionale, un Casinò, un parco Giochi, un Orto Botanico, un Night Club, un ospizio per ex consiglieri del PD. Niente di tutto questo.Incapacità della politica? Forse. Ma c’è chi non è totalmente d’accordo.Una leggenda metropolitana narra di due fantasmi bonaccioni, nobili e dispettosi che farebbero di tutto per intralciare i progetti delle Buone Amministrazioni così da poter trascorrere indisturbati il loro spiritico soggiorno nella cadente villetta rivierasca.“Nelle notti di luna piena”, raccontano le signore del vicinato, “si sente come un rumore di ballottaggio, e poi un pianto a dirotto, disperato. Sono i fantasmi!!!”. Quando, poi, è periodo di fioritura dei garofani si sentirebbero veri e propri ululati terrificanti. Ma a questo punto dobbiamo andarfe un po’ indietro nel tempo, dato che la leg-genda di questi fantasmi affonda le radici nell’Inghilterra Vittoriana.C’erano una volta due fratelli impegnati nel commercio di derrate alimentari (la celeberrima ditta Noble & Noble). Giovani e ambiziosi, Thomas e Terence G. Noble godevano, nella ridente Contea del Rollyshire, del rispetto e del timore che si deve ai rampolli delle famiglie di alto lignaggio.Notabile della città di Roseborough, Thomas, il maggiore, da poco entrato nel-la camera dei Lord, voleva che il fratello Terence G. diventasse amministratore

dei possedimenti dello Shire. Ciò non fece che su-scitare le invidie dei molti rivali e soprattutto del perfido Lennie O. Peacock, un com-merciante di garo-fani e loro ex-socio in affari, talmente abile da spuntarla egli stesso, alla fine.Fu una cocente sconfitta per i Fratel-li Noble, che, narra la leggenda, deci- si a ritirarsi a vita privata, si imbarcarono su una delle loro navi mercantili alla volta dei posti caldi del medi-terraneo.

Fu su una semi-desolata e paludosa landa dell’Adriatico che Thomas e Terence G. trovarono pace, nel 1861, acquistando ettari di fertile terreno e costruendo una deliziosa Villa con pineta: Villa Clemente.Di loro più nulla si seppe. Il resto è storia, mattoni e calcinacci dei nostri giorni.

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E’ da circa quarant’anni un must dell’estate rosetana, il ‘Torneo

dei Preti’ si propone anche quest’anno come uno dei principali eventi sportivi della stagione. Il torneo estivo di cal-cio più antico d’Abruzzo partirà l’11 luglio presso il campo ‘G. Guerrieri’, sede storica della competizione, che ora si presenta con la sua nuova veste in erba sintetica. Si affronteranno 16 squadre composte da otto giocatori; il calciatori partecipanti, come da tradizione, provengono dai migliori club dilet-tantistici regionali, e non mancherà di certo anche qualche giocatore professio-nista locale. Questa la formula del torneo: sii faranno 4 gironi comprendenti 4 squadre e passeranno il turno le prime due classificate. A seguire verranno giocati i quarti, le semifinali e le finali. Il programma prevede tre partite ogni serata (nelle fasi di qualificazione) della durata di trenta minuti a tempo, a par-tire dalle ore 20:00.

Per il settimo anno consecutivo torna il grande basket 3 contro 3 di Rose-

toSportiva. Presso il Lido Azzurra, dal 7 al 10 luglio andrà in scena il torneo RS BB, competizione aperta alle cate-gorie Open Maschile e Open Femmi-nile. Da ricordare che la kermesse è tappa del circuito nazionale della Fe-derazione Italiana Street Basket, per cui i vincitori di ogni categoria guadagneranno un posto nelle finali nazionali di Cesenatico. Oltre allo sport, la musica e lo spettacolo, a caratterizzare l'ap-puntamento è la beneficenza: da sempre infatti l'associazione RS è impegnata a sostenere il progetto Action Aid per le adozioni a distanza; anche in questa volta verrà offerta a tutti la possibilità di contribuire. Si tratta insomma di una manifestazione unica nel suo genere di grande prestigio in Abruzzo e non solo che gli appassionati di basket e di sport non possono perdere. Per informa-zioni è possibile contattare: Luca (333.9372367), Cristian (347.4916227) e Adriana per il torneo femminile (328.3366190).

il torNEo di CalCio

‘Citta’ di rosEto

(TORNEO DEI PRETI)

disputa la sua 39° EdizioNE

basKEt3 contro 3

roseto sportiva

ancora protagonista

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11Luglio 2011 e-mail: [email protected]

Luglio 2011 e-mail: [email protected] Lo STRILLONE10 Val VibrataNotaresco e Morro D'OroLo STRILLONE

Dal 5 al 10 luglio, a partire dalle ore 21.15, in piazza Antonio De

Curtis a Sant’Omero, avrà luogo la quinta edizione diTEATRI PARALLELI, Festival Nazionale di Teatro delle Differenze.

L’iniziativa è della Cooperativa Sociale “La Formica” e vede la collaborazione del C o m u n e di Sant’Omero, la Pro Loco di Sant’Omero, la Compagnia Terrateatro, oltre al sostegno straordinario della Fondazione Tercas.

In scena si esibiranno compagnie teatrali composte da attori con diverse abilità provenienti da tutta Italia. Inizia martedì 5 la compagnia DIVERSE ABILITÀ di Roma con lo spettacolo “LA chiave dell’ascensore” per la regia di Alessandra Panelli ( figlia di Paolo Panelli e Bice Valori). Continua mercoledì PEPE E SALE di Gorizia con lo spettacolo “Stella per Stella”. Seguirà giovedì 7 IL DIRIGIBILE di Forlì con “Ceneri della ribalta”. Venerdì è la volta di TERRATEATRO che con gli attori del Teatro delle Formiche e per una co-produzione col TSA presenterà in anteprima “Vivo nel Vuoto”. Sabato sarà la volta di NEON TEATRO e gli attori Bagnati dalla Luna con il lavoro “Thank you Mister Down”. Chiude il programma domenica 10 il TEATRO BUFFO di Roma con lo spettacolo “La festa”. Prima degli ultimi ospiti, però, si esibiranno i ragazzi che, durante tutti i giorni del festival, avranno preparato, attraverso un laboratorio intensivo, un evento teatrale sul tema della diversità intesa come risorsa.

Durante le serate del festival saranno esposti gli elaborati grafici degli alunni della scuola elementare di Sant’Omero, che si sono impegnati ad esprimere, con disegni originali, la loro idea sulla disabilità.

Ogni sera, inoltre, dopo ogni spettacolo, gli spettatori possono trattenersi a cena con gli attori presso il servizio ristorazione della Pro Loco di Sant’Omero.

TEATRI PARALLELI è l’unico festival di Teatro Sociale in Abruzzo; promuove i nuovi linguaggi espressivi attraverso il principio dell’inclusione sociale.

tEatri parallEliFestival di teatro delle differenze

5-10 luglio ore 21.15 saNt’omEro p.zza de Curtis

ingresso gratuito

Il prossimo 24 Luglio alle ore 13,30 partirà il nuovo appuntamento dedicato agli amanti del ciclismo e della competizione agonistica sana ed appassionata:

IL XXI MEMORIAL “MORGAN CAPRETTA”.

Anche quest’anno, l’Associazione Dilettantistica Sportiva Grimpeur si è adoperata per l’organizzazione della manifestazione che vedrà come scenario le strade del Comune di Sant’Omero, con partenza, come vuole la consuetudine, da Garrufo. L’evento vedrà la partecipazione delle più importanti squadre ciclistiche semiprofessionistiche d’Italia contendersi la bella, avvincente e dura gara ciclistica che, per la prima volta, varrà per il Campionato Regionale Élite Under 23.

Un lavoro di squadra fatto con passione, che ogni anno ripaga tutti gli organizzatori con una sempre maggiore affluenza di pubblico lungo il tracciato di gara. Tra questi Il Presidente Dell’A.S.D. Grimpeur Mirco Rocchetti e tutto lo staff che collabora per la riuscita dell’evento.

Si assisterà ad una gara con alti contenuti spettacolari e agonistici, che richiamerà ai bordi delle strade tanti appassionati, a conferma della popolarità di cui gode il ciclismo.

Lo scorso anno ad alzare il trofeo è stato l’atleta Gabriele Pizzaballa. Attendiamo ora il nome del prossimo vincitore.

Garrufo di Sant’Omero 24 Luglio...PRONTI alla PARTENZA!

XXi mEmorial “morgaN CaprEtta”

Gabriele Pizzaballa, vincitore del XX Trofeo Morgan Capretta.

Alcuni degli ostacoli presenti nel 'percorso alternativo' per rag-giungere i binari

Chiudere le scuole significa privare il territorio di un servizio cruciale, un fulcro attorno a cui ruota

la vita non solo dei giovani studenti, ma anche delle loro famiglie e, in sostanza, dell’intera popolazione residente. Significa allora, inevitabilmente, condannare quel centro abitato allo spopolamento, all’abbandono, al declino. Ecco perché non accenna a placarsi l’indignazione dei cittadini di Guardia Vomano e Torrio, due frazioni del Comune di Notaresco le cui

scuole non rischiano solo di chiudere, ma addirittura di essere vendute. Una delibera di giunta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Valter Catarra, infatti, dava ai privati la possibilità di acquistare gli edifici scolastici di materne, elementari e medie esistenti nelle due frazioni, i cui alunni dovrebbero quindi trasferirsi negli istituti di Notaresco capoluogo. Come corrispettivo, le casse comunali avrebbero incassato circa 1 milione e 300mila euro, da impiegare per la bonifica della ex discarica di Irgine, per l’adeguamento delle scuole di Notaresco centro, per il consolidamento di una frana a Guardia Vomano e per la manutenzione straordinaria del patrimonio comunale. In seguito alla rapida e decisa sollevazione delle forze di opposizione, il provvedimento è stato in parte modificato, stralciando dalla vendita le scuole elementari e medie di Guardia Vomano, che verranno comunque chiuse, e riducendo l’introito per l’Ente a meno di 800mila euro. Dopo ripetuti incontri con gli amministratori, rinvii, promesse e rimpalli di responsabilità, le famiglie di Guardia Vomano e Torrio sono scese in strada, manifestando tutta la loro contrarietà alla decisione sfilando in corteo lungo la statale 150. Una fiaccolata composta e silenziosa, aperta da uno striscione che declamava ‘Ridateci le scuole!’, è quindi partita dal campo sportivo di Guardia Vomano per concludersi di fronte alla scuola, ormai in vendita, di Torrio, scortata dalla Protezione Civile e dalle forze dell’ordine. Una grande e sentita mobilitazione popolare, promossa dal comitato dei genitori dei circa 80 alunni interessati, ma stimolata inizialmente dalle minoranza consiliare, che per prima ha sollevato il problema puntando il dito contro la decisione dell’esecutivo di vendere le scuole. <La delibera di Giunta, che noi abbiamo

portato all’attenzione delle famiglie, dimostra che la decisione di vendere è già stata presa e che tutte le rassicurazioni ai cittadini da parte dell’amministrazione comunale non sono altro che un tentativo di gettare fumo negli occhi e di nascondere la verità - dichiara Nicola Sposetti, portavoce dell’opposizione – Ugualmente, è ormai chiaro a tutti che il promesso polo scolastico, su cui l’attuale maggioranza ha basato ben tre campagne elettorali, non sarà mai realizzato e che è impensabile il trasferimento degli studenti a Villa Clemente, ristrutturata di recente, ma inadatta a fungere da scuola in quanto mai pensata come tale, tanto che la stessa direttrice scolastica ha definito ‘improponibile’ il trasferimento in quei locali. La maggioranza è in difficoltà e sta ora cercando, maldestramente, di limitare i danni negando le proprie responsabilità, ma è evidente che sta procedendo senza bussola, in uno stato confusionale indicativo di come ‘non’ amministra. Del resto, il sindaco non esiste più e quindi manca una guida. Ma i cittadini sono stanchi di essere presi in giro e hanno iniziato a far sentire la loro voce. Del resto, che sviluppo si può pensare per un territorio in cui stanno rapidamente venendo a mancare tutti i servizi di base? Guardia Vomano e Torrio stanno andando incontro a un rapido isolamento, che la chiusura delle scuole non potrà che aggravare>.

sCuolE a guardia vomaNoCoNtiNua la protEsta dEi CittadiNi

Dopo gli striscioni esposti all’esterno delle abitazioni gli abitanti della frazione hanno portato la protesta in strada attraverso una fiaccolata

diSARA RoCCHEGIANI

diARIANNA MAzzIttI

Oggi il treno non è di certo il mezzo di trasporto più in voga, ma sono comunque parecchie decine di milioni gli italiani che ogni anno usufruiscono dei servizi

di Trenitalia. In occasione di un evento di grande prestigio come la partenza di una tappa del Giro d’Italia, la stazione ferroviaria di Tortoreto ha offerto una pessima immagine di sé a tutti quegli addetti ai lavori al seguito della manifestazione che hanno ritenuto il treno come il mezzo più adatto per recarsi nella sede di partenza. Infatti dei lavori in corso nei pressi della stazione ponevano come unica ( e non “consigliabile”, come erroneamente indicato) via percorribile una sorta di percorso alternativo altamente rischioso per raggiungere il lungomare e il centro cittadino. Una volta scesi dal treno, dopo un iniziale disorientamento, era possibile intuire che per uscire da quello che si rivelerà essere un labirinto, era necessario percorrere una strada contornata di boscaglie, spazzatura, insetti e lucertole. Ad un certo punto si era costretti a salire su un muretto alto circa un metro in più rispetto alla strada. Appare naturale chiedersi come potessero servirsene degli anziani o genitori con bimbi su carrozzine e passeggini, oltre che notare quanto potesse essere dannosa per chiunque un’eventuale caduta. Una volta scesi dal muretto ci si trovava davanti un breve prato, al termine del quale si presenta alla vista un vaso alto almeno 50 cm da saltare per raggiungere finalmente la strada che avrebbe infine portato a visitare Tortoreto. Da sottolineare anche che in questa stazione non vi è alcuna segnalazione che permetta di distinguere i due binari. La soluzione sta nel capire che per prendere il treno di ritorno è necessario recarsi sul binario opposto a quello con cui si è giunti a Tortoreto; il problema è che non è facile per tutti ricordare il binario del viaggio d’andata. Inoltre non esiste alcuna obliteratrice e non vi è traccia di una biglietteria in zona; l’unico luogo nei paraggi in cui è possibile acquistare biglietti è una cartolibreria di cui ci si può servire soltanto durante il proprio orario di lavoro. Non è di certo questa la maniera più corretta per pubblicizzare la

città agli occhi dei turisti che già a partire dai primi giorni di giugno hanno cominciato a recarsi presso le strutture ricettive delle località di mare.

stazioNE fErroviaria di tortorEto pessimo biglietto da visita per il turismo

A causa di lavori in corso, si è costretti a percorrere un percorso alternativo ad alto rischio

Come di consueto, anche quest’anno ci sarà la festa della Pro Loco a Morro D’Oro. L’organizzazione è stata avviata grazie alla fusione con l’associazione

musicale Stefano Bizzarri. La stessa associazione che da quasi venti anni, si occupa di organizzare delle competizioni musicali con la fisarmonica, in onore dell’illustrissimo Stefano Bizzarri, amatissimo e stimatissimo maestro di fisarmonica. I partecipanti a tale competizione provengono da tutta l’Europa e, molto spesso ad aggiudicarsi il primo premio è appunto uno straniero. Le date della manifestazione sono già state fissate: 28-29-30 e 31 luglio. Le quattro serate si svolgeranno interamente nell’incantevole e suggestiva piazza Duca Degli Abruzzi. Ci sarà quindi tanto divertimento ma soprattutto potremo deliziarci il palato con tanti prodotti tipici (arrosticini, frittelle, pane e salsiccia, formaggio fritto, baccalà). Oltre che a serate danzanti, il direttivo della Pro Loco ha pensato che, per far divertire i partecipanti, bisognava introdurre nel programma un esilarante spettacolo teatrale de “Il Carrozzone”, interamente in dialetto abruzzese. Non mancherà

di certo la sfilata delle ragazze dell’istituto “V. Moretti” dell’indirizzo Abbigliamento e Moda che, sfileranno con degli abiti creati proprio da loro durante l’anno scolastico. E dulcis in fundo, il 31 luglio alle 21 e 30 ci sarà il maxi concerto live di Umberto Tozzi. Ricordato, soprattutto, per il successone di fine anni ’70 “Ti amo” che, dopo aver vinto il Festivalbar, rimase in testa alle classifiche dei singoli più venduti 23 luglio al 22 ottobre 1977 senza interruzioni. Al fine di questo live, ci sarà l’estrazione della lotteria. Magari, c’è chi si aspettava (o sperava) di veder salire sul palco un’artista più giovane, ma l’importante è che questa festa riesca nel migliore dei modi.

prEmio bizzarri E umbErto tozzi CarattErizzEraNNo il luglio morrEsE

Numerose sono le manifestazioni promosse per questo mese dalla Pro Loco, la musica la fa da padrona, ma anche gli appassionati di enogastronomia e moda non rimarranno delusi

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Lo STRILLONE 13Luglio 2011 e-mail: [email protected]

Luglio 2011 e-mail: [email protected] PIACE alla gente che PIACE

lo strilloNE piaCE! lo strilloNE CrEa CoNsENsi! iNforma i CittadiNi E dÀ voCE alla gENtE.

lo strilloNE È...tuo...mio...Nostro...ma soprattutto È...vostro!!!

Ecco una pagina dedicata alle vostre immagini più belle: quelle dimenticate in un cassetto, quelle che più vi hanno commosso o strappato un sorriso inaspettato, quelle che mai vi

sareste sognati di veder pubblicate su un mensile.

INVIA alla redazione le tue foto più belle: [email protected]

PIACE

ALLA GENTE

CHE PIACE

Lo STRILLONE

racconti... AMO

&Arte Cultura

Siamo ormai nella stagione estiva e la voglia di leggere aumenta. La redazione de LO STRILLONE ha selezionato per voi alcuni racconti d’eccezione, scritti da giovani autori d’eccellenza che esprimono la loro creatività attraverso l’arte della “narrazione”.

BUONA LETTURA!

Hanna era l’infermiera italo africana del piccolo centro ospedaliero alla periferia di

Bandundu, la vecchia Banningville a 400 km da Kinshasa. Tommaso, chirurgo italiano, era giunto nel continente africano con la Missione Umanitaria come volontario. Erano i miei genitori. Dico erano perché a distanza di anni voglio ricordarli così, con l’orgoglio di un figlio legato al ricordo di due individui straordinari. Avevano donato il breve tempo di una vita alle popolazioni di quel luogo volontariamente, curando ogni patologia, assistendo alla morte e alla povertà ogni giorno, senza perdere la speranza di poter fare ancora del bene e di essere strumenti preziosi. Mia madre mi parlava di un’Africa piena di vita, fatta di desideri e aspirazioni, di danze e sapori, di una terra non necessita di aiuti superflui ma delle cose più semplici: acqua e cibo. <<Il volontariato non è una vocazione, dovrebbe essere presente nella vita di ciascuno>>, ripeteva di tanto in tanto. Erano entrambi fieri, determinati e coraggiosi in ogni singola azione, avevano assistito tante volte alla morte e tante volte avevano salvato la vita di qualcuno. Un giorno di settembre fu il turno di Emefa, una giovane donna di Inongo, madre di cinque figli, uno soltanto registrato all’anagrafe. C’era la guerra nel suo paese e tutti cercavano di sfuggire all’imminente massacro. Non la spaventavano i giovani mutilati,la mancanza di cibo o i cadaveri che coloravano la terra di sangue innocente. Lei proteggeva la sua pancia come mia madre faceva con la sua. Entrambe erano gravide, ma Emefa era una donna del Congo che sperava di sopravvivere per veder crescere suo figlio. Viveva con i suoi piccoli in una baracca, soffriva di una grave forma di febbre gialla e doveva partorire. Mentre viaggiavano in Suv, mia madre la notò dal finestrino. Scese dalla macchina e corse verso la donna che, preso tra le mani un bastone, esausta, lo indirizzava contro mia madre e poggiava l'altra mano sul pancione. Hanna la rassicurò, le spiegò di essere un medico e di volerla aiutare, accomunate dall’amore per una nuova vita in grembo. I miei genitori la portarono a Bandundu per darle le cure necessarie fino al momento del parto. La situazione di Emefa peggiorava. Morì dando alla luce un maschietto, il piccolo Orum. Dopo l’affido ad un orfanotrofio di Kinshasa, i miei genitori tornarono a Milano e pochi mesi dopo nacqui io. Quella vicenda restò un ricordo vivo. Due anni fa mio padre, prima di morire mi lasciò una lettera nella quale mi diceva

di partire per l'Africa: <<Ale, non voglio scrivere le solite frasi d’addio che ti daranno solo dolore quando le rileggerai negli anni a venire. Vorrei solo una cosa da te: vai a Bandundu e trova il tesoro che sfamerà il tuo spirito. La felicità esiste, basta saperne cogliere le sfumature>>. All’inizio non capii, non conoscevo direttamente quella terra, non mi importava nulla di un tesoro materiale o spirituale che sia, dovevo pensare al mio lavoro. Ma dato che ogni promessa fatta in punto di morte è sacra, vi lascio immaginare il resto…glielo dovevo. Partii la settimana successiva per la capitale della Repubblica democratica del Congo, Kinshasa, seconda città di lingua francese al mondo, dopo Parigi. Non conoscevo il francese. Ero un giornalista alle prime armi e avevo sempre sognato scrivere un libro. In realtà prima del libro, avrei voluto metter su famiglia o quantomeno avere un figlio, ottime aspirazioni per uno che si stava dirigendo in un altro continente per trovare un tesoro dalle arcane risposte. Un tassista mi portò fino al centro della città, da lì sarei dovuto arrivare a Bandundu grazie a Philipe, volontario dell'Unicef e figlio di un albergatore della capitale grande amico di papà. << Dicono che tuo padre fosse un eroe >> interruppe così il silenzio durante il tragitto. << Amava profondamente il suo lavoro e credeva nei cambiamenti, tutto qui >> risposi con fierezza. Philipe non sapeva nulla riguardo al tesoro, ma conosceva perfettamente la mentalità dei congolesi, il traffico di armi, il commercio di bambini e le adozioni clandestine, la violenza, la povertà, elementi che facevano da tragica cornice ad un quadro di paure, pennellato dalla speranza di medici e volontari di tutto il mondo che impiegavano le loro forze anche soltanto per la gioia di un sorriso. Le ricerche durarono due lunghe settimane, fin quando non venni a conoscenza della storia di Emefa, il vero motivo per cui i miei decisero di partire e farmi crescere in Italia. D’altronde il vecchio Tommaso era un sentimentale e dovevo aspettarmelo che non si trattasse di un tesoro materiale, ma propriamente inteso come ricchezza interiore. Si trattava di Orum, il figlio di Emefa. Mio padre continuava ad avere informazioni su quel ragazzo grazie alle sue conoscenze, fin quando la mia e la vita di quel ragazzo hanno deciso di incontrarsi e far parte di unico continuum. È come se ci cercassimo l’un l’altro inconsciamente, come le due metà platoniche. Io ero inetto di professione, succube della razionalità e avverso alla vita. Orum era scappato

dall'orfanotrofio ed era uno strumento nelle mani delle astuzie, per farla breve aveva a che fare con i commercianti di armi. Mio padre pensò bene che unendoci avremmo potuto creare un futuro. Mi chiarì le idee riguardo a questa storia Rashid, allora padrone dell’orfanotrofio, e mi indicò i luoghi dove avrei potuto trovare Orum. Passarono giorni, ero sommerso dai dubbi e tentato a tornare indietro, fin quando non lo vidi appoggiato al muro di un edificio con un mitra tra le mani. Non volle parlarmi, ripeteva di non potersi allontanare, ma io ogni giorno tornavo lì e mostravo foto, documenti, gli raccontavo di sua madre, di cosa accadde ventitré anni prima. Alternava momenti di timore, diffidenza e arroganza ad altri di infinita speranza e voglia di scappare. Era più alto di me, indossava un berretto con l’immagine di Bob Marley, i denti chiari come perle erano un'alba lunare sull'oscurità del suo viso. Era passato un mese e sembrava ci conoscessimo da sempre. Quelli del clan non mi vedevano di buon occhio, ero diventato l’ombra di Orum, ostacolavo i loro spostamenti, ormai sospettavano di lui. E avevano ragione, perché stavamo progettando un piano di fuga e si sa che chi fugge dal clan e rompe l’accordo di sangue viene ripagato col sangue. Ormai conoscevamo ogni mossa, Orum era il braccio e io la mente. La mattina del 21 marzo, travestiti da volontari dell’Unicef con la protezione e le autorizzazioni da parte delle associazioni governative, partimmo; dopo essere stati inseguiti dai seguaci di Zifa e aver riportato alcune ferite, salimmo su quell’aereo. Due anni dopo…

<< Ale, ho ottenuto la cittadinanza!Posso cambiare il mio nome se voglio.>><< Sai che il tuo nome in latino significa oro?E tu non devi cambiarlo.>><< Appunto, le cose materiali non mi interessano. Hai finito il libro piuttosto?>><< Potrai leggerlo il prossimo autunno!Me lo pubblicano.>><<E me lo dici così?!Dobbiamo festeggiare!E il titolo?>><<L'importante è che cominci a correre.>>

IL TESORO DELLO SPIRITO( Racconto che ha partecipato al Concorso sul volontariato, indetto dalla Fondazione RUI)

il Ministro Renato Schifano e la gio-vane scrittrice Beatrice Fazio, pre-miata al senato per il suo racconto

Rubrica: turismo

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ESTATE 2011SPECIALE CORCIERE !!!!

Da pochi mese Zikkurat è anche sport, soprattutto calcio e quindi passione. Avremo questo spazio, grazie a LO STRILLONE, per parlare di calcio. diventato ormai, in particolar modo, uno sport con una funzione interdisciplinare: tutto muove e tutto fa muovere. Una mo-

neta di scambio che apre gli schermi piatti delle tv e apre lo sguardo al mondo. Noi in questa rubrica non ci occuperemo del calcio locale o nazionale. Ci occupere-mo del calcio visto da dietro la porta, vi-sto come funzione sociale e comunicativa per recuperarne la vitalità e l’approccio più

pulito del termine. Siamo travolti da scan-dali da ogni genere e noi vogliamo dare un’altra visione in tal senso. Un nuovo sguar-do che fa del calcio un gioco e non più un do-vere o una macchina di soli soldi.

Seguiteci nei prossimi numeri.

ZIKKURAT e la sua nuova MISSION calcisticaZikkurat International Business

www.zikkuratedizioni.it

dibEAtRICE fAzIo

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15Luglio 2011 e-mail: [email protected]

Luglio 2011 e-mail: [email protected] Lo STRILLONE14 a cura di www.rosetosportiva.netSportLo STRILLONE &Arte Cultura

diMARIo DI bAttIStA

diMARIo DI bAttIStA

lo voglio!AfTeRHOURsiL cAPOLAVORO ALTeRNATiVO

Rubrica:

Sono passati ormai quindici anni dall’ uscita di uno dei capolavori massimi che

la musica italiana abbia mai partorito. Nel nostro Paese chi ha fatto e continua a fare musica buona, o almeno genuina ,ha sempre dovuto sgobbare per avere striminziti, e spesso inutili, spazi commerciali e (a parte il periodo del cantautorato e del prog made in Italy) non mi pare di ricordare periodi d'oro per la nostra canzone. Però c'è da dire che l’underground italiano è sempre stato vivo e pulsante, donandoci dischi memorabili di post punk e new wave , quando invece il resto dell’Europa aveva esaurito la spinta creativa.

Ma uno dei veri must italiani è l'album di cui voglio parlarvi: i Nirvana da Seattle avevano reso il rock alternativo un’attrazione mondiale e appetibile a tutti, fino a quando, nel 1994, in seguito al suicidio di Kurt Cobain, molti definirono il rock una "cosa morta". Ma qualcuno in Italia decise di riprendere le migliori invenzioni e le più grandi sonorità che il rock aveva donato durante tutta la sua esistenza, unendole poi all'attitudine alternativa che aveva animato la prima metà degli anni ‘90.

Afterhours: il nome di uno dei brani di Lou Reed e dei suoi Velvet Underground, ma è anche il nome della band che ha portato il rock alternativo al massimo delle sue possibilità nei nostri confini nazionali. Dopo aver pubblicato “Germi“, il loro primo album cantato in italiano, danno alle stampe “Hai paura del buio?“, un capolavoro di varietà e capacità compositiva: 19 brani con anime diverse (dalla violenza di “Veleno“ e “Lasciami leccare l'adrenalina“ al pop sublime di “Voglio una pelle splendida“ o alle carezze degli archi di “Come vorrei“). Ma probabilmente il pezzo di maggior risalto è senza dubbio “Male di miele“: un riff che rimarrà impresso nella memoria collettiva di una generazione, un qualcosa simile a “Smells like teen spirit“ dei Nirvana o a “Bullet with butterfly wings“ degli Smashing Pumpkins, rapportato naturalmente alla realtà nostrana. Ma gli Afterhours non hanno avuto paura neanche di sperimentare e così, a volte, si abbandonano a sonorità più inusuali, come nel vortice melodico e strascicato, accompagnato da voci d'ambiente che discutono, di “Simbiosi“ o nel post rock, a volte calmo e a volte nervoso, a metà tra Velvet Underground e Mogwai di “Punto G“ e “Musicista Contabile“. Tutto ciò è accompagnato da testi indescrivibili e imprevedibili , figli del cut-up compositivo, che Agnelli (leader della band) ha ereditato dallo stile di Burroughs, e che consiste nell’assemblare parole prese da ritagli di riviste,quotidiani o poesie, e assemblarle per esprimersi, dando così origine anche ad una sorta di esperimento letterario oltre che musicale.

In sostanza uno dei migliori dischi italiani di sempre.

Gabriel Rosati ha 45 anni, alle spalle collaborazioni prestigiose, 14 album da solista, 13 libri pubblicati da Editori italiani e Americani, una nomination come “Best Jazz” agli Orange County Music Awards 2008 (Los Angeles), in copertina sulla rivista Statunitense “Jazz Player” 1998 con CD allegato. Facciamo con lui un punto della situazione.- Sei appena rientrato da un tour di 2 mesi in Sud America. Come ti senti?Mi sento felice e realizzato nei miei sogni più intimi e selvaggi. Ma allo stesso tempo molto insoddisfatto, una grande contraddizione; sono deluso da come vanno le “cose” in questo mondo sempre più globalizzato, da come il pubblico sia sempre più “gabbato” e da come i giovani, specie in Europa, crescano così “spenti” e “mammole”! C’è pochissima originalità in giro.- Con chi hai suonato in questo tour “latino”?Un contratto con band di Broadway Show, due spettacoli a sera a bordo della Crystal Cruise, musiche da “Cats”, “Mamma Mia”, “James Bond”, Cole Porter Night, George Gerswin ecc...Ma ancora più interessanti i posti e le città; da Los Angeles, Cabo S. Lucas (Messico), Guayaquil (Ecuador), Lima (Perù), Val Paraiso (Cile),.. giù fino all’Antartide per poi risalire Isole Falklands, Buenos Aires (Argentina), Rio (Brasile)...L’America Latina è la più bella parte del mondo.- E negli U.S.A.?? Sono vissuto ormai 20 anni quasi stabilmente negli Stati Uniti. Purtroppo anche di là le cose sono andate peggiorando velocemente! Dai tempi dei contratti in Show rooms di Casinò a Las Vegas (suonando 7 giorni su 7!!..) con ballerini, 8 musicisti sul palco; dalle band di salsa da 10, 12 elementi ogni venerdi-sabato-domenica fissi tutto l’anno al Caesar Palace di San Francisco. Ma ora si va delineando una scena sempre peggiore, nel jazz come nel Pop classico o peggio per il Blues e la Black Music in genere. - Come hai fatto a sopravvivere solo di musicaIntegrità e coerenza: le mie due parole chiave, la mia Bibbia. Insisto a fare e dedicare tutte le mie energie solo nelle cose, lavori e progetti in cui credo. Non mi interessa altro! Sono famoso per le mie rinunce e dimissioni!.. Sono un “Cavallo di Fuoco” (oroscopo Cinese) e Leone ascendente Ariete, e sono nato il 4 Agosto... il giorno di Louis Armstrong!!!.. - Ed il tuo progetto BRAZILATAFRO?Rimane il mio interesse primario, suonare quasi esclusivamente materiale originale mio e del prezioso collaboratore, il cantante-violinista-percussionista-compositore Cubano Willie “Paco” Aguero (vincitore di un disco d’oro della Salsa 1990). Dal ’97-’98 ho gli stessi musicisti con i quali abbiamo fatto anche festival in Italia. Tra Aprile e Maggio torniamo in Ungheria, Romania, Serbia ed Armenia per dei concerti e finalmente ho alcuni dei miei cd distribuiti dalla Halidon di Milano anche in Italiopoli!!!! Sono tutt’ora un “fantasma” nel panorama della musica in Italia , forse troppa energia e musica solare non piace, dovrei essere più complessato e depresso, o forse provare ad andare al Grande Fratello. Ho anche in progetto la realizzazione di una specie di documentario, film, cortometraggio su tutte le storie, musicisti e viaggi fatti, una specie di BUENA VISTA SOCIAL CLUB, dal titolo “Gabriel ‘o Pensador”.

El “pENsador” gabriEl rosatiun ponte tra gli usa e l’europa

Gabrile Rosati (a sx) con il compositore Willie Paco Aguero (a dx)

il patriOttiSMO? Una QUeStiOne Di FaMiGlia:

i Del ZOppO Da MOScianO

Una famiglia al servizio dell'unità d'Italia. Questi i Del Zoppo da Mosciano Sant'Angelo: padre e due figli che hanno lavorato sodo per

permettere alla nostra nazione di realizzare il sogno risorgimentale di unità.Melchiorre Del Zoppo era il capofamiglia. Nato a Mosciano Sant'Angelo nel 1807, fu perseguitato dalla polizia borbonica fin dal 1848 quando dopo varie segnalazioni, viene arrestato e condannato a 5 anni di carcere per alcuni suoi spostamenti e per operazioni definite sospette e contrarie allo stato borbonico.Il maggiore dei figli di Melchiorre e di sua moglie Elettorina Lelli è Domenico Del Zoppo, personaggio certamente eroico cui è dedicata una via nel centro di Mosciano Sant'Angelo. Nato nella cittadina moscianese nel 1836, Domenico Del Zoppo si unì alle truppe garibaldine impegnate nella battaglia di Montelibretti (Roma) che combattevano contro i francesi per liberare Roma e annetterla allo stato italiano.Proprio durante la campagna di Montelibretti Domenico Del Zoppo perse la vita durante un

combattimento.Ultimo dei Del Zoppo, ma non per questo meno importante, è Carlo. Nato anch'egli a Mosciano Sant'Angelo nel 1848 e quinto figlio di Melchiorre, Carlo Del Zoppo a soli 19 anni partecipò alla spedizione garibaldina a Montelibretti con il fratello Domenico e continuò anche dopo quella battagli il suo impegno patriottico.Un esempio di attaccamento alla patria quello dei Del Zoppo che furono senz'altro protagonisti del risorgimento italiano e soprattutto di quello teramano: neanche la repressione subita dal padre nel 1848 riuscì a mettere fine alla loro opera che anzi proseguì senza sosta e che permise loro di essere a ragione iscritti tra i più celebri nomi della storia locale.

Lo stemma comunale di Moscia-no Sant'Angelo: la città che diede i natali ai del Zoppo

In molti casi la passione di scrittori e giornalisti per la cronaca sportiva è la conseguenza dell’avvenuta consapevolezza della propria incapacità di poter

fare del proprio sport preferito una professione. Narrare le gesta dei campioni può essere visto come un atto d’amore verso lo sport che più si apprezza ma in cui non si riesce in maniera egregia. Il Campionato Italiano Giornalisti di ciclismo è stato un modo per alcuni di loro di vivere per un giorno l’esperienza di immedesimarsi, a volte con pessimi risultati, nel proprio campione prediletto. In realtà per poter partecipare a questa gara non bastava prendere una bici da corsa e partire all’avventura ma occorrevano comunque degli allenamenti tali da permettere di potersi presentare al via in una condizione quantomeno decorosa. Il nostro direttore editoriale Vincenzo Moretti lo sapeva bene e nei giorni precedenti alla gara si è allenato con una certa regolarità, facendo anche una sorta di ricognizione sul percorso di Torricella Sicura. Il 12 giugno ha così potuto prendere il via alla corsa, ottenendo un risultato più che dignitoso. Infatti Moretti ha terminato la gara in quarta posizione nella sua categoria. Per il cofondatore de Lo Strillone un risultato da apprezzare particolarmente se si pensa che questa è stata la sua prima gara stagionale e che il tracciato non si addiceva alle sue caratteristiche fisiche ed atletiche. Il titolo assoluto è andato al vicentino Eros Maccioni, che ha battuto in volata l’abruzzese Giancarli, il trentino Calovi e un altro abruzzese, il teramano Cosenza. Da segnalare l’ottima prova del navigato

giornalista di Repubblica Eugenio Capodacqua, grande cantore del ciclismo mondiale per la testata romana, che a dispetto dell’età ha confermato di essere ancora un osso duro, conquistando per l’ennesima volta senza troppi patemi il titolo italiano nella sua categoria. Dopo aver concorso per vestire la maglia tricolore, i ciclisti-giornalisti sono concentrati su un nuovo prestigiosissimo obiettivo che li attenderà da qui a poco: il Campionato del Mondo, che quest’anno verrà disputato dal 9 all’11 settembre nelle Marche, a Gabicce Terme. Naturalmente Vincenzo Moretti farà di tutto per essere alla partenza e cercare di ottenere un risultato per lo meno all’altezza di quello ottenuto nella gara tricolore.

dall’altra partE dElla strada pEr uN giorNo Al Campionato Italiano Giornalisti di ciclismo buona prova del nostro “ciclista-direttore” Vincenzo Moretti

l passaggio al primo giro di Eugenio Capodacqua di Repubblica e Moretti dello Strillone

Lo scorso fine settimana il campo di tiro a volo di Cellino Attanasio è stato teatro del primo trofeo ‘Memorial Leandro Recinella’, competizione na-

zionale dedicata al maestro di tiro scomparso prematuramente lo scorso anno. La gara, specialità fossa olimpica, si è presentata con un montepremi di 10000 euro, davvero consistente se paragonata con le altre competizioni della discipli-na. Un significato ancor più importante ha assunto però l’iniziativa della fami-glia Recinella, che ha deciso di devolvere l’intero ricavato all`AIRC, per aiutare la lotta contro il cancro. “ Si è trattato di un’iniziativa doverosa’ – ha spiegato Tatiana Recinella, figlia del maestro, - “Perché il nostro pensiero è rivolto co-stantemente a chi in questo momento sta combattendo battaglie ben più impor-tanti e difficili di quelle sportive”. Ma ricordiamo ora anche noi dello Strillone il compianto maestro sintetizzando quello che è stato il suo impegno decennale nel mondo dello sport.

In ricordo del maestro Leandro Recinella.

Leandro Recinella è stato per ben dieci anni Presidente della Asd G.A. Acqua-viva, uno dei principali Team di questa nobile disciplina presenti sul territorio. Tantissime sono state le vittorie ottenute con i colori della società Acquaviva. Impegno, costanza, tenacia e tanta umiltà sono state le sue armi migliori che gli hanno permesso di competere per diversi anni nella massima categoria federale.

Questi sono alcuni dei suoi più prestigiosi successi: nel 1992 campione interre-gionale di Fossa Olimpica Abruzzo e Molise cat.Extra; Campione interregionale di fossa Olimpica Abruzzo e Molise nella categ.1; Primo classificato Gran Pre-mio Interregionale Abruzzo e Molise nel 1991; Primo classificato Presidenti di società al Campionato italiano Strutture Federali nel 2005.

Nel 2005, infine, per sua iniziativa nasce in provincia di Teramo, in località Cel-lino Attanasio, una delle strutture più belle ed importanti per la pratica del tiro a

volo presenti in Italia.

Cosi è stato ricordato in occasione della Festa dello Sport ‘Winning Stars 2009’, occasione in cui gli è stato attribuito un premio speciale alla memoria da parte del Comitato provinciale del CONI: “Atleta di altissimo livello, istruttore di tiro a volo, dirigente della ASD G.A. Acquaviva per la quale ha rivestito la carica di Presidente per ben dieci anni facendosi apprezzare per capacità organizzativa e profonda umanità. Presidente di società attento e motivato ha lasciato una scia indelebile nello sport abruzzese per competenza e serietà. Ha sognato, pensato, voluto fortemente e contribuito a realiz-zare a Cellino Atta-nasio un impianto di tiro a volo di li-vello internazionale, che oggi è un fiore all`occhiello dello sport abruzzese e nazionale”.

SHOOTING FOR LIFE è il nome che è stato dato a questa competizione nel-la speranza che un giorno grazie alla ricerca ogni uomo possa vincere la sua gara per la vita.

tiro a volo - primo trofEomEmorial lEaNdro rECiNElla shootiNg for lifELa competizione di Tiro a volo sposa la battaglia contro il cancro devolvendo il ricavato all’AIRC

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Lo STRILLONE

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Tanti gli eventi che coloreranno il mese di luglio e non si trat-ta di cose da poco. Si comincia in gran-de con la Settimana Mozartiana di Chieti, dal 10 al 16

luglio, che quest’anno vedrà la partecipazio-ne solenne di Stefano Bollani nella cornice suggestiva del centro storico. Per i più “pop” imperdibile il concerto di Lorenzo Jovanotti a Pescara, Stadio Adriatico, l’11 luglio. Si continua con l’INDIROCKET FESTIVAL, l’ap-puntamento più esclusivo e ricercato dagli amanti delle sperimentazioni elettroniche che si terrà a Pescara presso il lido “Le Naiadi” e che per tre giorni ospiterà arti-sti internazionali del settore (1-3 luglio). A Roseto l’8 luglio tutti pronti per l’arrivo del rapper più discusso alias Fabri Fibra allo Stadio dell’Olmo. Villa Vomano sarà invece la location del Summer Festival che dall’11 al 17 luglio vedrà sul palco gli Après la clas-se e i Sud Sound System, oltre ad una notte dedicata alla Taranta (14 luglio). Giulianova chiude il cerchio con “Strade in canto”, ras-segna di gruppi folk che invaderanno le vie del centro storico dal 15 al 17 luglio. Per quanto riguarda le manifestazioni tradizio-

nali, da segna-lare ‘Montone in festa’ dal 3 al 6 luglio, revival enogastromico da non perde-re. Buona musi-ca e buon diver-timento a tutti!

DA VEDEREdiMANUELA CoLLEVECCHIo

COSEDA FARE

Jovanotti

Fabri Fibra