Lo Stendardo nr. 15

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ANNO TERZO NUMERO 3 DOMENICA, 1 MARZO 2015

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Periodico della Gradinata Sud Bellinzona (Ticino, Svizzera).

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ANNO TERZONUMERO 3

DOMENICA,1 MARZO 2015

La personale percezione dello scorrere deltempo varia da persona a persona, ma sipuò certamente dire che l'espressione “il

tempo vola” sia piuttosto comune all'interno di uncontesto più o meno informale. Per alcuni la pausainvernale del campionato di Seconda Lega, durataben 3 mesi, sarà trascorsa in maniera molto lenta eforse addirittura logorante, nell'attesa di rivedereall'opera la squadra guidata da Arno Rossini.Per altri, invece, questi giorni di pausa sarannoscivolati via senza rendersene conto più di tanto.Fatto sta che, anche se la fugacità del tempocontribuisce in maniera più o meno marcataall'idea di un tempo che vola, all'ombra dei castelli,ricomincia oggi anche il 2015 calcistico, un annocruciale per tutto l'ambiente bellinzonese.La situazione sportiva dell'AC Bellinzona si puòriassumere come segue: 14 partite giocate, 12vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta e primo posto conun margine di due punti sulla squadra direttainseguitrice, ossia il Vedeggio Calcio. Certo, ilcalcio è uno sport bellissimo, fatto di vittorieclamorose, sconfitte cocenti, giocate superbequanto inaspettate, errori madornali e così via.Alla fine però si tirano le somme e ciò che contapiù di tutto sono i punti conquistati durante l'arcodella stagione.Per ora, i soli due punti che ci separano dallacompagine sottocenerina sono stati sinonimo diconquista del titolo di campione d'inverno, vale adire l'ottenimento del primo posto in classifica algiro di boa di metà stagione.Riprendendo il sottotitolo di questo editoriale, l'oradella verità sta però per scoccare proprio in questo2015, che potrà portare l'ACB alla conquista della

promozione, e quindi anche dell'obiettivostagionale originariamente prefissato, o ad unfallimento societario e sportivo, leggasi la mancatapromozione in Seconda Lega interregionale. Perquel che riguarda la squadra e lo staff tecnico, isoli due punti che dividono l'ACB dalla secondaclassificata non costituiscono certo una garanziaper l'obiettivo promozione, ma sono comunque unpunto di partenza su cui continuare a lavorare conserietà ed impegno.Il compito dei tifosi è invece sempre il solito, cioèquello di dare un sostegno costante alla squadra eda tutto l'ambiente granata, in modo da costituireancora una volta quell'arma in più che può giocareun ruolo fondamentale per le sorti del campionato.In questo senso, il 2015 segna un importantetraguardo anche per i B'zona Boys 2005, gruppoche può festeggiare i 10 anni di attività al seguitoed al sostegno dell'AC Bellinzona. Presenza esostegno che non mancheranno ovviamentenemmeno per questo girone di ritorno. Lacoreografia proposta oggi va proprio in questadirezione, ossia quella di celebrare con entusiasmoquesti 10 anni, trascorsi in un turbinio di emozionie passione: il telone preparato per l'odiernaoccasione ripropone infatti alcuni dei disegni piùsignificativi e più volte comparsi negli ultimi duelustri.Il 2015 ha infine portato una ventata di novitàanche per ciò che concerne i contenuti de LoStendardo. Sperando che possiate apprezzarequesti nuovi aspetti del giornalino, vi invitiamoquindi con piacere a dare un'occhiata alle pagineche seguono, invitandovi pure, come sempre, afarci pervenire il vostro parere.

I L 20 1 5 DELL ' ACBL ' O R A D E L LA V E R I TÀ

RedazioneScritto da

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UN CAMB I AMENTO PROGRESS I VOU N T I F O S O E I L C A L C I O C H E C AM B I A

Polpo Paul

L'inizio del mio percorso scolastico allescuole medie (negli anni 2005/2006) coincisepure con l'inizio di un certo interesse verso

il calcio svizzero. Presso il Comunale di Bellinzona,nel giro di pochi mesi, trovai così un doppioappuntamento mensile, solitamente alla domenicapomeriggio, al quale sentivo, forse per inerzia oforse per noia, il bisogno di presenziare aqualunque costo.Indipendentemente dal risultato, con questopassatempo allietavo quello che vedevo (e vedotuttora) come una sorta di ultimo giorno prima delritorno al “tran-tran” settimanale.Poco tempo dopo, mi trovai a seguire le partitecasalinghe con dei coetanei già conosciuti prima.Anche dato che tale compagnia era di miogradimento, mantenemmo questo impegno finoalla fine del campionato. A quell'epoca entravo allostadio ancora gratuitamente, la maggior parte dellevolte assieme a mio cugino e ad un paio di altribalordi, di cui ora ho quasi perso totalmente letracce.La Challenge League di un decennio fa eracomposta da ben 18 squadre. Questo fino allastagione 2008/2009, quando le squadre furonoridotte a 16 con un sistema di quattro retrocessioniin una stagione (due retrocessioni “classiche” piùdue supplementari).Un ulteriore cambiamento avvenne poi nellastagione 2012/2013 con la riduzione da 16 a 10squadre, sul già rodato modello della SuperLeague.Con quest'altra novità è sì aumentato il prestigiodella serie cadetta, ma allo stesso tempo è venuta acrearsi una sorta di “isolamento" tra Super eChallenge League nei confronti delle leghe minori.La Promotion League (la vecchia 1a Lega o, dal2012 al 2014, 1a Lega Promotion) vede un sologirone, con un'unica promozione ogni stagione.Qualsiasi forma di spareggio tra la secondaclassificata in Promotion League e la penultimaclassificata in Challenge League è scomparso.Paradossalmente, allo stato attuale delle cose, vi è

maggior alternanza fra le squadre di PromotionLeague e quelle della “normale” Prima Lega.Il campionato di Challenge League è quindidiventato molto più statico e ripetitivo (sembraquasi la Super League! ). Oltre a ciò, inizialmente,le quattro squadre ticinesi più importanti, conoltre un secolo di storia alle spalle, si trovaronodiluite su un totale di appena dieci squadre!Praticamente impossibile, dunque, un certoricambio delle compagini che partecipano altorneo. Peccato per le squadre provenienti daqualche “paesino” d'oltre Gottardo, di cui moltoprobabilmente avrei ignorato l'ubicazione. Midivertiva quasi ipotizzare se qualcuno dei lorotifosi si fosse spostato fino alla capitale ticineseper seguire le gesta della propria squadra.Sia la mia persona, sia la situazione dell'ACBellinzona sono molto diverse da quegli anni: iosono cresciuto e l'ACB è purtroppo stata vittima diun tracollo finanziario. Tale fallimento è avvenutodurante una situazione sportiva piuttostofavorevole, con 3 stagioni tra le dieci migliorisquadre svizzere e con vari piazzamenti nella partealta della classifica della serie cadetta. Ora ciritroviamo in una serie amatoriale e conl'ambizione di risalire il prima possibile le variecategorie che ci separano dal calcio che conta. La“piazza” sembra comunque soddisfatta di poterammirare nuovamente le maglie granata su uncampo da calcio. Un colore granata fieramenteindossato da    svariati decenni e non intaccato dafusioni con altre squadre, con cui non abbiamonulla da condividere.Personalmente non posso certo lamentarmi dipercorrere a malapena un centinaio di chilometritra andata e ritorno per seguire il Bellinzona anchein trasferta, ma allo stesso tempo mi mancarespirare l'aria di uno spareggio, di un derbycontro Lugano o Chiasso, di tifoserie ospiti cheaccorrono al comunale in cinque o seicento unità.Guardando le fotografie della nostra tifoseria sulsito pubblicizzato su questo stesso giornalino,riesco ad associare l'evento della partita ad un

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momento privato, come se fosse uno strumento diparagone collegato ai miei fatti personali. A mioavviso lo è a tutti gli effetti e spero che lo possaessere ancora per molto tempo. Sì, perché percome si sono svolti gli eventi, non potevo speraredi meglio: che sia la seconda o la quinta lega,questa è la squadra di calcio che rappresenta, nelbene e nel male, la città in cui io sono nato ecresciuto.Non saranno certo gli interessi più o menopersonali di un imprenditore dalle scarsissimecapacità a porre fine a tutto! Ci siamo dispiaciutiper quanto occorso, accettando le conseguenze a

tempo debito. Ciò che più conta è essere ripartiticon una società composta da persone veramentelegate all'ACB (buona parte degli attuali membrisocietari hanno infatti vestito la maglia delBellinzona) e, finora, con i piedi per terra, vogliosianche di dare spazio a dei giovani del vivaiogranata, con alcuni dei quali ho pure avuto ilpiacere di giocare dai tredici ai quindici anni. Equesto sempre con la maglia granata, quella contanto di croce bianca sul petto che, seppur quelgiorno contornata da una sgargiante tonalità rosa,mi ricorda la finale di Basilea, a cui non hopurtroppo potuto assistere!

Èormai divenuta insostenibile la situazione inzona Stadio Comunale di Bellinzona edintorni. Secondo gli ultimi rilevamenti

effettuati settimana scorsa dal geologo cantonale,coadiuvato per l’occasione da una troupespecializzata giunta direttamente dall’Islanda, ilgeyser dormiente che si trova sotto il sedime delComunale si sarebbe definitivamente risvegliatodopo oltre 4,7 milioni di anni di inattività.Momento drammatico, dunque, per lo sportticinese: dopo la pista Valascia, fortementeminacciata da ininterrotte valanghe, ora madrenatura se la prende pure con lo Stadio Comunaledi Bellinzona. Il Cantone dovrà, giustamente, asalvaguardia di vite umane, intervenire anche inquesto caso. È infatti già pronto sui banchi delConsiglio di Stato un maxi-sussidio da 150 milioniper la delocalizzazione del vetusto ma gloriosoComunale.Il geologo cantonale è categorico: “Non c’è tempoda perdere, la delocalizzazione è da attuare al piùpresto, tramite l’utilizzo di più mandati direttipossibili: sono in gioco delle vite umane!”Da nostre indiscrezioni pare che lo storicoresponsabile materiale Ferdinando “Ferdy”Costagliola abbia, purtroppo per lui, già dovutoaffrontare la furia del geyser: “Stavo piantando lebandierine dei corner per la partita contro l’FCParadiso, e con questo ho probabilmente irritato il

geyser. Sono stato spazzato via da un gettopotentissimo, atterrando però fortunatamentenella vasca dei tuffi della vicina piscina comunale,prendendomi pure l’applauso di Jean-Claude (unodei bagnini del CSB, ndr)”.C’è però anche chi sorride grazie al geyser.Abbiamo raggiunto telefonicamente una raggianteZora Nastic, titolare del noto ritrovo Bar Granata:“Gli affari vanno a gonfie vele per il bar!Moltissimi turisti vengono qui per vedere il geysere si fermano anche nel mio locale!”La situazione è critica, ma si sa, dai momenti dicrisi nascono sempre delle opportunità. In questocaso l’ACB potrebbe infatti ritrovarsi con unanuova casa, completamente finanziata (con pienodiritto! ) dal Cantone. Con 150 milioni adisposizione, la strada è spianata per un belprogetto faraonico. Parrebbe dunque tornared’attualità la realizzazione, un tempo fortementevoluta dal Municipio, dello stadio Bellarena neisedimi di Via Tatti.Cambiando argomento e passando all’altrosussidio di delocalizzazione di cui molto si parlaultimamente, pare che alcune decine di tifosiHCAP si stiano sfidando, in cima alla montagnache sovrasta la Pista Valascia, in un’estenuantegara di rutti e peti, nell’intento di provocareperlomeno un “valanghino” che giustifichi ilsussidio di delocalizzazione...

STAD I O COMUNALE : PER I COLO GEYSER !S U S S I D I O D I D E L O C A L I Z Z A Z I O N E I N V I S TA?

AristotelesScritto da

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NENE : UNA VI TA DED I CATA ALLO SPORTR I C O R D I E D E S P E R I E N Z E D I U N M O N D O P E R D U TO

La tua carriera è stata lunga e piena disoddisfazioni: come è iniziata?Ai miei tempi si praticava solo un po' diginnastica, alla palestra federale di Bellinzona, eun po' di atletica. Nel corso della mia vita sonoanche diventato il primo presidente della SAB. Laprima squadra in cui ho giocato è stata l'US ProDaro, negli Allievi C, chiamati allora pulcini. Era lastagione 1945/46. La prima partita che giocammofu nel mese di agosto, contro il Chiasso al vecchioComacini, adesso sostituito dal nuovo Riva IV:perdemmo 6 a 0. I giocatori del Chiasso erano giàeleganti come sono oggi gli sportivi, mentre noi,con una temperatura di circa 30 gradi, giocavamoancora con la maglia di lana fatta dalle nostremamme. Nel 1951 ci fu il passaggio all'ACBellinzona per due stagioni e mezzo; nel 1953 ci fupoi il trasferimento al FC Lugano per quattrostagioni. La svolta avvenne nel 1957, quando mitrasferii dapprima a Zurigo, sponda GC, perquattro stagioni e, infine, nel 1961 , per duestagioni a Lucerna.

Il 2 settembre 2013 il pretore ha decretato ilfallimento dell'ACB. Cosa pensi della gestionedella squadra e del conseguente fallimentodella società?Diciamo che è stata un'avventura che nonbisognava permettere che iniziasse. Quelli comeme, quelli cioè con cui ho giocato o i miei coetanei,non vedevano di buon occhio questo modo di fare

esplosivo, senza “piedi per terra”. Soprattuttoperché si parlava di investimenti milionari, eabbiamo visto come è andata a finire. Io avevoanche scritto di essere contrario alla costruzione dinuovo stadio per l'ACB. Di tutto ciò ora non èrimasto nulla.

Tu vieni da un mondo del calcioassolutamente diverso da quello odierno,dove sembra che i giocatori siano più legati aduno stipendio che ad una maglia. Un mondofatto di calciatori-impiegati. Cosa ne pensi?Beh, io ho certamente vissuto un altro tipo dicalcio. Nel nostro periodo erano tutti dilettanti,salvo un professionista con il permesso dell'ASF.Gli altri lavoravano tutti: io lavoravo nella dittaScerri, del presidentissimo Otto Scerri con la pagadi 500 Fr. mensili, in attesa di un posto di lavoro inGoverno, che trovai qualche anno dopo allasegreteria del Dipartimento costruzioni (l'odiernoDipartimento del territorio, ndr). Lì ero lospecialista nel mettere a posto i classificatori (ride,ndr). Oggi questo concetto non sarebbe piùconcepibile. Da un punto di vista finanziario noiavevamo tutti un posto di lavoro, quello chericevevamo come giocatori erano le tariffe fissatedall'ASF: 50 Fr. per una vittoria, 30 Fr. per unpareggio e 20 Fr. per una sconfitta. Siccome con ilBellinzona non vincevamo tante partite (ride, ndr),erano più pareggi e qualche sconfitta, magari afine mese ricevevamo 40 o 50 franchi. Rimane però

M.Scritto da

Mi accoglie sorridente e un po'sorpreso il “Nene”, al secolo RenatoZurmühle, nel suo ristorante

Penalty a Daro. È sorpreso nel trovarsi difronte un ragazzo giovane e mai visto prima,interessato, per qualche strano motivo, asentire la sua storia, fatta di sport (non solocalcio), amicizie e solidarietà. Uno sportd'altri tempi, che lo ha accompagnato lungotutta la sua vita, portandolo a diventarepresidente dell'US Pro Daro e del Grupposportivo integrato del bellinzonese. Attività

queste sempre svolte con semplicità espontaneità. Nato il 1° febbraio del 1931 aBellinzona dai genitori Alberto Zurmühle eEva Laffranchi, Nene è l'ultimo di quattrofratelli. Cominciò la sua carriera calcistica nel1945 con l'Unione Sportiva Pro Daro, per poivestire le casacche di Bellinzona, Lugano,Grasshopper e Lucerna. Nel 1956 giocò per laprima volta da titolare per la Nazionalemaggiore nella partita Svizzera – Olanda; conlui anche gli amici Antonio Permunian ePucci Riva.

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il bel ricordo delle partite casalinghe al Comunale,quando alla fine della partita andavamo in unlocale sotto la tribuna, dove il cassiere delBellinzona ci pagava le due partite disputate, ossiaquella in trasferta e quella in casa. Un altro mondo,certo, ma eravamo comunque contenti.

Sempre rivolti al passato, così come il calcio ècambiato a livello finanziario, anche igiocatori sono cambiati. Si fatica sempre più atrovare dei giocatori “bandiera”, dei veri epropri simboli di una squadra...Essendo che la nuova squadra dell'ACB è compostada giovani, magari più legati al territorio, è dasperare che in futuro le cose possano cambiare. Aimiei tempi c'era ad esempio Antonio Permuniancome portiere, con cui sono in contatto ancoraoggi. Di bandiere ce n'erano poi parecchie altre,come ad esempio Fausto Robustelli e AugustoSartori. Questi sono solo alcuni nomi che hannofatto la storia dell'AC Bellinzona.

In Svizzera, oggi, non sembrano più esserci legrandi folle che riempivano gli stadi di calcionel secolo scorso. Come mai?Io conosco bene la realtà del Grasshopper, perchéci ho giocato per quattro anni, quando in seno allasocietà c'erano persone serie. Oggi tale club èpieno di debiti, quando giocano in casa hanno tra i4'000 e i 5'000 spettatori. Io, modestamente, aZurigo non ho mai giocato davanti a meno di10'000 spettatori, neanche quando si giocavanopartite di allenamento contro squadre di secondadivisione. Erano altri tempi. Ricordo anche unmercoledì sera a Bellinzona (io non giocavo giàpiù) con 16'000 spettatori. Inoltre all'interno dellasquadra si parlava il dialetto di Bellinzona, diCarasso e pure quello di Preonzo. Oggiprobabilmente i ragazzi non si conoscononemmeno tra di loro, anche per questo è difficilefare paragoni con il passato.

Una carriera nata nell'US Pro Daro, per poipassare all'ACB. Una forte rivalità andatapersa negli anni...Quando ero ancora un ragazzino, odiavo ilBellinzona: la rivalità tra le due società eragrandissima, enorme. Ai tempi c'era la DivisioneNazionale A (oggi Super League, ndr) e la PrimaDivisione. Quando hanno costituito la DNB (oggi

Challenge League, ndr) hanno preso sei squadredella Svizzera tedesca, sei dalla parte della Svizzerafrancese e un paio dal Ticino: il Daro si è cosìtrovato in DNB, seppur per un solo anno. Ricordoinoltre quando l'ACB perse la finale per l'ascesa inDNA, nel 1943. Ci fu un funerale organizzato danoi daresi, che, partendo dalla Bavarese con unabara, marciammo fino in Piazza Indipendenza,dove c'era, presso il Bar Gambrinus, la sede socialedell'ACB. Al momento del nostro arrivo i Granataerano a pranzo al Ristorante Bel Soggiorno, aRavecchia (oggi scomparso, ndr). Quando arrivòl'eco di quello che stava succedendo, simobilitarono e ci raggiunsero circa all'altezzadell'odierna Posta, dove ci fu uno scontro tra ledue fazioni. Un personaggio di mia conoscenzaperse due denti. La cosa divertente è che egli nonc'entrava assolutamente nulla.Ricordo anche una frase, pronunciata dal signorOetterli, un tedesco che abitava a Daro, detta inoccasione di una discussione con alcuni tifosigranata: “Mei Germania vinc guera che Belinzonacampionaa” (ride, ndr).

Segui ancora il Bellinzona al Comunale?No, non vado più allo stadio già da parecchi anni.Negli ultimi anni mi sono occupato della Pro Daro,squadra in cui sono nato e cresciuto e in cui horicoperto la carica di presidente per 31 anni. Hoseguito quindi il Daro, ritrovandomi ogni tantoanche a fare il guardalinee. Seguo però sempre lasquadra granata, tanto che conosco personalmentel'attuale allenatore Rossini ed il presidenteRighetti.

Rossini allenatore, Righetti presidente. Unanuova squadra, molto giovane ed altrettantopromettente. Cosa pensi di questa rinascita?Come detto, conosco entrambi. Sono dei braviragazzi con i piedi in terra. Non si montano latesta, perché conoscono i rischi del mestiere. Daquello che ho avuto modo di vedere in passato,hanno tutte le carte in regola per fare bene.

Lascio il ristorante circa un'ora dopo, con unsorriso sulla faccia: è stata una piacievolechiacchierata con una persona disponibile araccontare agli altri le sue esperienze di vita,per tramandare quello che c'è stato e cheormai non c'è più.

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FUOR I DAL COROI L C A L C I O D I Q U E L L I C H E N O N T I A S P E T T I

Ogni attività che ha come prerequisito laformazione di un gruppo, quindi di uninsieme di persone, si caratterizza

forzatamente per la presenza nel suddetto gruppodi personalità con caratteristiche differenti fraloro.Inevitabile, dunque, che fra la massa spicchino deipersonaggi che è impossibile non evidenziare: ilcollega che cerca in ogni modo di rendere il menoproduttiva possibile la sua giornata lavorativa,l'amico che sembra riuscire solo a proferire frasiimbarazzanti e fuori luogo, il compagno di squadracon un cuore da leone ma la capacità tecnica di unsasso in fondo al mare, e così via. Insomma,persone con cui tutti e tutte noi abbiamo quasiquotidianamente a che fare.Il mondo del calcio non è ovviamente esente daqueste particolarità, anzi: fra tecnicissimimilionari, giovani promesse e mediocri giocatoridi paese, spunta sempre quel personnaggio,quell'elemento che dentro e fuori dal rettangoloverde si rende protagonista di azioni al limite (e, avolte, oltre) della decenza o che, piùsemplicemente, sembra avere poco o nulla a chefare con il gioco del pallone.È il caso di personaggi come Robin Friday,calciatore britannico, entrato nel mondo delfootball all'età di 16 anni grazie alla squadracarceraria del riformatorio nel quale si trovava aseguito di diverse vicende giudiziare legate adroga e microcriminalità. Dopo un periodopassato nelle giovanili del Reading FC trova ilprimo ingaggio nel Walthamstow Avenue FC,squadra che lo espellerà ben presto dall'organico acausa dei suoi problemi con droga ed alcol. Nelcorso degli anni successivi la carriera di Fridayesploderà e, a seguito di un ritorno al Reading FC,pure la sua vità privata conoscerà un crescendo dieccessi. Fra i tanti è importante ricordare lecontinue segnalazioni alle autorità britannichedovute all'abitudine di, durante la notte, “sparare”musica metal a tutto volume, in preda all'LSD. Mapure in campo gli exploit del calciatore nonmancano di suscitare scandali: nel '76, grazie alle

innumerevoli reti segnate dal britannico, ilReading FC guadagna infatti la promozione allaterza lega inglese. Durante i festeggiamenti incampo, Friday si getta oltre i cartelloni pubblicitariper dare un bacio sulla bocca ad un poliziotto: aseguito dell'accaduto affemerà che “[.. .] mi sonopentito di averlo fatto, visto che odio così tanto ipoliziotti”. La carriera del calciatore non dureràcomunque a lungo: Friday decide di ritarsi a soli25 anni, dopo una carriera caratterizzata sì dagrandi giocate, ma accompagnata da droga, alcol,donne, diti medi e calci in faccia ai portieriavversari.Ma per evidenziare personaggi particolari non ènecessario scadere per forza in comportamentiantisociali. Prendiamo, per esempio, Steve “Sumo”McNulty, ex conducente di furgoni nella conteadel Merseyside divenuto “Player of the Season2013-2014” del Luton Town FC. 90 chilogrammi dipeso per 185 centimetri di altezza non farebberosupporre a nessuno, alla sua entrata in campo, chela dirigenza del Luton Town abbia operato unascelta lucida nell'acquisto del buon McNulty. Va dasé che le brillanti prestazioni in campo delbritannico dimostrano l'opposto. A riprova di ciòbasti pensare che, negli ultimi otto anni ed in tresquadre differenti, “Sumo” è riuscito a guadagnarsila fascia da capitano in ogni compagine nella qualeha giocato. Presenza fisica da giocatore di rugby,piedino d'oro e grande capacità in difesa si sonodunque dimostrati un mix vincente, capace diconvincere sia le varie dirigenze che i tifosi.Per concludere il trittico dei giocatori di “spicco” èimpossibile non parlare di Carlos HenriqueRaposo detto “Kaiser”, sicuramente uno deipersonaggi più particolari della storia del fútbolsudamericano. Dotato di una furbiziainversamente proporzionale alla sua capacità digiocare a calcio, Raposo si trovò alla giovane età di20 anni con un'idea che nemmeno il meno lucidodegli ubriachi considererebbe realizzabile:diventare amico di grandi nomi del calciobrasiliano e, in seguito, farsi raccomandare daglistessi per un posto nelle squadre più importantidel paese. Come avrete già supposto, il piano

BumbatScritto da

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funzionò, ed alla grande, per giunta. La dinamicaconsisteva nell'offrirsi come sostituto di ungiocatore in via di trasferimento, passare unaprima parte nel nuovo club a rimettersi in formaseguendo il programma di un inesistente personaltrainer e, in seguito, fingere un infortunio durantegli allenamenti. All'arrivo degli inevitabili sospettidella direzione dei club seguiva un trasferimentoseguendo la strategia descritta qualche riga sopra.Per mantenere una buona reputazione, Raposoriuscì pure a corrompere le testate giornalistiche,grazie agli agganci ottenuti dai vari (e veri) grandinomi del calcio brasiliano, per farsi descriverecome un goleador della miglior specie. Grazie aquesta geniale presa in giro, il “Kaiser” riuscì a

chiudere la sua carriera dopo vent'anni e con unbuon patrimonio alle spalle.La lista di giocatori non finisce certo qui, i nomisono molti e si caratterizzano per particolaritàdifferenti fra loro. Potremmo infatti parlare dinomi come Eric Cantona, George Best, VinnieJones, et cetera, ma lo spazio non lo permette. Vilascio quindi sperando di avervi strappato unsorriso nel realizzare che il calcio non si componesoltanto di super campioni, ma anche dipersonaggi fuori dal coro che, non trovando forseil riconoscimento storico che meriterebbero, sonostati e sono capaci di emozionare, in positivo o innegativo, gli appassionati del mondo del pallone.

ErreTesti:B.Disegni:

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8 LO STENDARDO | 1 MARZO 2015

RICORDIAMO, COME SEMPRE, CHE 'LO STENDARDO' É UN GIORNALINO REALIZZATO AUTONOMAMENTE DA

ALCUNI TIFOSI GRANATA. CI TENIAMO PERÒ A SPECIFICARE CHE PER DARE UN VALORE AGGIUNTO A TUTTO

CIÒ, É NECESSARIA LA COLLABORAZIONE DI TUTTI I TIFOSI GRANATA CHE POSSONO AIUTARCI CON LA

STESURA DI ARTICOLI O CON SEMPLICI CRITICHE (NELLA SPERANZA CHE ESSE SIANO COSTRUTTIVE).

[email protected]

www.acbforum.ch www.fotogranata.ch

Do 01.03.2015 - AC Bellinzona - FC ParadisoDo 08.03.2015 - FC Rancate - AC BellinzonaSa 14.03.2015 - AC Bellinzona - SC BalernaDo 29.03.2015 - Losone Sportiva - AC BellinzonaMe 01.04.2015 - AC Bellinzona - GC BiaschesiSa 11 .04.2015 - US Magliaso - AC BellinzonaSa 18.04.2015 - AC Bellinzona - AC Sementina

Do 26.04.2015 - AS Novazzano - AC BellinzonaSa 02.05.2015 - AC Bellinzona - FC GambarognoDo 10.05.2015 - AC Vallemaggia - AC BellinzonaSa 16.05.2015 - AC Bellinzona - FC PorzaSa 02.05.2015 - Vedeggio Calcio - AC BellinzonaDo 31.05.2015 - AC Bellinzona - AC MalcantoneDo 07.06.2015 - US Giubiasco - AC Bellinzona

LA NOSTRA STAG I ON E

LA NOSTRA SQUADRAALLENATORE

Arno RossiniAIUTO­ALLENATORE

Karim SpinelliALLENATORE PORTIERI

Dario RossiCOACH SPORTIVO

Gianni MarenghiPREPARATORE ATLETICO

Roberto GhielmettiFISIOTERAPISTA/MASSAGGIATORE

Livio MontellaPORTIERI

25 Cappelletti Andrea, 25.12.791 Minotti Stefano12 Pontrelli Leonardo, 10.09.94DIFENSORI

6 Tarchini Tito, 05.11 .89 (C)7 Raso Angelo, 20.07.814 Panizzolo Daniel, 25.03.86

5 Djuric Alexander, 15.11 .852 Maffi Daniel, 17.07.923 Skoric Mladen, 20.01 .9314 Preisig Samuele, 05.04.8424 Rossi Daniel, 23.10.92CENTROCAMPISTI

20 Facchinetti Daniele, 04.02.8823 Bottani Alessio, 20.01 .8810 Milosevic Aleksandar, 30.09.918 Forzano David, 29.01 .9211 De Bernardi Davide, 29.01 .9317 Sergi Renato, 09.02.9515 Barros André, 11 .06.9416 Citrini Patrick, 23.01 .9719 Pagnoncelli Federico, 23.05.95ATTACCANTI

27 Casanova Christian, 12.03.8618 Mele Jonathan, 02.08.8930 Bankovic Branko, 11 .04.9222 Mijatovic Igor, 21 .11 .92

I N FOTRASFERTEAperte le iscrizioni per la trasferta di domenica 08.03.2015 ore 15:00 per la partita

FC Rancate - AC BellinzonaMaggiori informazioni: 0798986557 - [email protected] nostra squadra ha bisogno di noi, tutti in trasferta!