L'Istituto Lama Tzong Khapa e il territorio

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www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com www.costadeglietruschinews.com Mensile Gennaio 2011 / Anno 1 - n. 6 di Marica Galassi S assetta è un piccolo borgo di circa 582 abitanti, un luogo immerso in una natura incontaminata circondato da boschi e ca- stagneti, dove piante secolari sembrano sculture plasmate dal tempo, antichi guardiani dormienti. Il sindaco Luciano Cencioni ci spiega le caratte- ristiche e le potenzialità di un territorio che so- pravvive ai confini della provincia di Livorno. Come descrive Sassetta e i suoi abitanti? Più che un paese lo chiamerei una famiglia al- largata, nel senso che la disponibilità del sasse- tano è quella legata ai vecchi ricordi, alle culture antiche di quando le famiglie erano unite e tutti intervenivano dove c’era bisogno, le evoluzioni non sono viste molto bene, è chiaro però che la vita economica di oggi porta inevitabili cam- biamenti. La situazione odierna non è semplice per un paese come Sassetta, lontano da tutti i servizi e subiamo più di altri i tagli che vengono fatti ai comuni, come i 20 milioni di euro che la regione taglia alla sanità di Livorno. La mia amministrazione non sa come potrà sopperire a questo problema, non vorremmo che venissero colpite sempre le fasce più deboli. Il bilancio del nostro comune è una cosa irrisoria, i cento euro molto spesso sono determinanti, per fare economia gli assessori hanno rinunciato al loro stipendio devolvendolo ogni mese al comune e il sindaco ha fatto un taglio del 30% sullo stipen- dio, inoltre viaggiamo con le nostre auto senza chiedere rimborsi. La forza che ci permette di andare avanti è l’attaccamento e la radicalità al territorio, vorremmo che il nostro paese potesse svilupparsi e trovare una sua collocazione in un mondo così difficile. Nonostante i buoni rapporti con i comuni vicini la marginalità di Sassetta re- sta comunque una difficoltà. La popolazione è in maggioranza di ultrasettantenni ed ha un 20% di abitanti extracomunitari, che non creano as- solutamente problemi, anzi, fino ad oggi hanno prodotto ricchezza perché lavorano dove ormai gli Italiani non vogliono più andare e contribui- scono alla crescita demografica permettendoci di poter mantenere attive le scuole elementari e medie. E’ comunque una convivenza tra culture, religioni diverse ed altre piccole cose che se non le prevedi e non gestisci nel modo giusto posso- no creare scompensi all’interno della comunità. Quali sono le ricchezze del territorio su cui poter contare? Intanto, grazie ad una legge del governo Prodi, siamo usciti dalle comunità montane, facevamo parte della comunità montana Colline Metallifere che gestiva il patrimonio demaniale, adesso sia- mo noi a gestirlo direttamente, sono circa 750 ettari di bosco e campi. Naturalmente qualche disagio è stato creato, in quanto i nostri tecnici non erano preparati, ma ci stiamo organizzando, anche per quanto riguarda la forestazione, la provincia e la regione ci danno una mano. La scommessa che noi stiamo facendo è di ri- portare Sassetta a sfruttare le risorse di soprav- vivenza tornando per esempio all’apertura com- pleta del ciclo della castagna, abbiamo, infatti, rimesso in produzione castagneti che erano stati abbandonati, tutto con l’aiuto anche dei privati. Inizia così la produzione di farina dolce, delle marmellate e di tutti i prodotti legati alla casta- gna, come, anche, la birra. Tutto quello che fac- ciamo e che faremo sarà comunque nel rispetto completo dell’ambiente, vorremmo riuscire a far apprezzare Sassetta per quello che è. Chiara- mente il nostro turismo sarà particolare, so che non posso dare ad un giovane ciò che offrono i paesi della costa, qui la sera si fanno le feste in piazza ma non abbiamo discoteche. Abbiamo però un ambiente di pace e genuinità con 37 km di percorsi di trekking all’interno del demanio. Esiste un Progetto Sassetta, un patto stipulato con la provincia la quale ci sta aiutando perché venga realizzato. Con il progetto vogliamo dare rilevanza alle ricchezze di un tempo. In passato avevamo cave di marmo rosso e per questo ab- biamo fatto due simposi di scultura utilizzando esclusivamente marmo rosso di Sassetta, gli eventi sono stati un successo e quest’anno fare- mo la terza edizione. Le sculture poi sono state messe nel centro storico e intorno al paese. - continua a pag. 2 - Sassetta, boschi incantati e limpide sorgenti Un antico borgo sospeso nel tempo Nuove facoltà e figure professionali a pag. 2 Cerboli, Palmaiola, Formiche a pag. 3 Appuntamenti a pag. 5 B.A.T. a pag. 6 Spesa del mese a pag. 6 Polo Universitario Arcipelago Toscano Eventi Gastronomia L’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia e il territorio di Ariella Capovilla Nell’entroterra pisano, a Pomaia, risiede l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei centri di riferimento più importanti in Italia e in Europa per la preservazione e l’insegnamento dei testi fondamentali del buddhismo tradizionale tibetano. Prima della costituzione dell’Istituto, molte persone interes- sate alla conoscenza e all’approfondimento della materia, erano costrette ad affrontare un viaggio in Tibet, India o Nepal con notevoli difficoltà e la speranza di ricevere gli in- segnamenti da un Lama o un monaco. In Italia si era ormai creata l’esigenza di fondare una sede dove laici e monaci potessero ritrovarsi nel comune proposito di organizzare le- zioni, corsi, seminari e ritiri con la supervisione di un Lama residente. Gli inizi Per alcuni anni il centro è stato attivo a Milano, ma la scelta della Toscana si è resa necessaria per avere una sede con posizione equidistante dai gruppi più importanti preesistenti di Roma e Milano. Dopo una ricerca minuziosa, nel 1975 fu individuata una proprietà a Pomaia e le sue caratteristiche ottennero il consenso ufficiale dai monaci tibetani custodi della tradizione Mahayana (in esilio in India). L’edificio di pertinenza del podere era un palazzotto in cattive condizioni e senza le caratteristiche idonee per ospitare molte persone. Il primo gruppo di residenti insediati dovette quindi affrontare i lavori più importanti di ristrutturazione per circa 15 anni, con diverse interruzioni a causa delle limitate risorse economiche. Difficilmente si poteva prevedere che il Centro avrebbe avuto un futuro importante e ricco d’iniziative. - continua a pag. 7 - facebook di Marica Galassi I niziamo insieme un nuovo anno, e la redazione di Costa Degli Etruschi News augura ai lettori, agli amici e a tutti quel- li che ci conoscono un felicissimo 2011, ricco di emozioni e di notizie, che non mancheremo di farvi avere, perché sono un po’ come le ciliege, una tira l’altra. E’ proprio quello che capita da quando ab- biamo iniziato a interessarci della provincia di Livorno e dei suoi comuni, anche quelli più piccoli e meno conosciuti sono ricchi di storie e di voglia di crescere e inevita- bilmente ogni storia si intreccia ad altre, come maglie di una rete. Il nostro giornale vi accompagnerà nell’an- no appena iniziato con una grafica rinnova- ta e con altre sorprese che non vi svelerò adesso. Siamo già al sesto numero, sem- brano sempre pochi, ma abbastanza per sapere che abbiamo attirato l’attenzione di molti, e che sempre più persone ci cer- cano per leggerci o per segnalarci notizie e realtà che vale la pena fare conoscere. Siamo aumentati di numero anche noi, ci siamo arricchiti di altri preziosi collaborato- ri che si impegnano per rendervi partecipi e consapevoli del territorio che abitate. Con la vostra collaborazione abbiamo ottenuto proprio quello che volevamo, cioè un gior- nale fatto da voi,dalle persone che vivono, lavorano, e si prodigano per fare qualcosa di buono per loro stessi e per la comunità in cui vivono, un giornale che parla di noi, di come siamo fatti, di cosa ci piace e magari anche di dove vogliamo andare. Tra le pa- gine del nostro mensile rimarranno impres- se, come in un album fotografico, le vostre storie, e le vicende di tutta la costa etrusca, un filo invisibile che unisce tutti e ci fa sen- tire più vicini gli uni agli altri, tutti partecipi della stessa storia, dove come in un puzzle ognuno posiziona la propria tessera, e non ha limiti, possono essere apportati sempre più pezzi, noi cercheremo di valorizzarli e di dargli l’importanza che ognuno merita. Rimanete con noi e guidateci facendoci partecipi delle vostre iniziative, teneteci aggiornati sui vostri successi e continuate a mettere passione in tutto quello che fate, i migliori articoli arrivano proprio dalla pas- sione che riuscite a trasmetterci.

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Nell’entroterra pisano, a Pomaia, risiede l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei centri di riferimento più importanti in Italia e in Europa per la preservazione e l’insegnamento dei testi fondamentali del buddhismo tradizionale tibetano.

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Mensile Gennaio 2011 / Anno 1 - n. 6

di Marica Galassi

Sassetta è un piccolo borgo di circa 582 abitanti, un luogo immerso in una natura incontaminata circondato da boschi e ca-

stagneti, dove piante secolari sembrano sculture plasmate dal tempo, antichi guardiani dormienti. Il sindaco Luciano Cencioni ci spiega le caratte-ristiche e le potenzialità di un territorio che so-pravvive ai confini della provincia di Livorno.Come descrive Sassetta e i suoi abitanti?Più che un paese lo chiamerei una famiglia al-largata, nel senso che la disponibilità del sasse-tano è quella legata ai vecchi ricordi, alle culture antiche di quando le famiglie erano unite e tutti intervenivano dove c’era bisogno, le evoluzioni non sono viste molto bene, è chiaro però che la vita economica di oggi porta inevitabili cam-biamenti. La situazione odierna non è semplice

per un paese come Sassetta, lontano da tutti i servizi e subiamo più di altri i tagli che vengono fatti ai comuni, come i 20 milioni di euro che la regione taglia alla sanità di Livorno. La mia amministrazione non sa come potrà sopperire a questo problema, non vorremmo che venissero colpite sempre le fasce più deboli. Il bilancio del nostro comune è una cosa irrisoria, i cento euro molto spesso sono determinanti, per fare economia gli assessori hanno rinunciato al loro stipendio devolvendolo ogni mese al comune e il sindaco ha fatto un taglio del 30% sullo stipen-dio, inoltre viaggiamo con le nostre auto senza chiedere rimborsi. La forza che ci permette di andare avanti è l’attaccamento e la radicalità al territorio, vorremmo che il nostro paese potesse svilupparsi e trovare una sua collocazione in un mondo così difficile. Nonostante i buoni rapporti con i comuni vicini la marginalità di Sassetta re-

sta comunque una difficoltà. La popolazione è in maggioranza di ultrasettantenni ed ha un 20% di abitanti extracomunitari, che non creano as-solutamente problemi, anzi, fino ad oggi hanno prodotto ricchezza perché lavorano dove ormai gli Italiani non vogliono più andare e contribui-scono alla crescita demografica permettendoci di poter mantenere attive le scuole elementari e medie. E’ comunque una convivenza tra culture, religioni diverse ed altre piccole cose che se non le prevedi e non gestisci nel modo giusto posso-no creare scompensi all’interno della comunità.Quali sono le ricchezze del territorio su cui poter contare?Intanto, grazie ad una legge del governo Prodi, siamo usciti dalle comunità montane, facevamo parte della comunità montana Colline Metallifere che gestiva il patrimonio demaniale, adesso sia-mo noi a gestirlo direttamente, sono circa 750 ettari di bosco e campi. Naturalmente qualche disagio è stato creato, in quanto i nostri tecnici non erano preparati, ma ci stiamo organizzando, anche per quanto riguarda la forestazione, la provincia e la regione ci danno una mano.La scommessa che noi stiamo facendo è di ri-portare Sassetta a sfruttare le risorse di soprav-vivenza tornando per esempio all’apertura com-pleta del ciclo della castagna, abbiamo, infatti, rimesso in produzione castagneti che erano stati abbandonati, tutto con l’aiuto anche dei privati.

Inizia così la produzione di farina dolce, delle marmellate e di tutti i prodotti legati alla casta-gna, come, anche, la birra. Tutto quello che fac-ciamo e che faremo sarà comunque nel rispetto completo dell’ambiente, vorremmo riuscire a far apprezzare Sassetta per quello che è. Chiara-mente il nostro turismo sarà particolare, so che non posso dare ad un giovane ciò che offrono i paesi della costa, qui la sera si fanno le feste in piazza ma non abbiamo discoteche. Abbiamo però un ambiente di pace e genuinità con 37 km di percorsi di trekking all’interno del demanio. Esiste un Progetto Sassetta, un patto stipulato con la provincia la quale ci sta aiutando perché venga realizzato. Con il progetto vogliamo dare rilevanza alle ricchezze di un tempo. In passato avevamo cave di marmo rosso e per questo ab-biamo fatto due simposi di scultura utilizzando esclusivamente marmo rosso di Sassetta, gli eventi sono stati un successo e quest’anno fare-mo la terza edizione. Le sculture poi sono state messe nel centro storico e intorno al paese.

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Sassetta, boschi incantati e limpide sorgenti

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Un antico borgo sospeso nel tempo

Box UVA NERA 6x5 6-07-2010 17:13 Pagina 1 C M Y CM MY CY CMY K

Nuove facoltà e figure professionali a pag. 2

Cerboli, Palmaiola, Formiche a pag. 3

Appuntamenti a pag. 5

B.A.T. a pag. 6Spesa del mese a pag. 6

Polo Universitario Arcipelago Toscano Eventi

Gastronomia

L’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia e il territorio

di Ariella Capovilla

Nell’entroterra pisano, a Pomaia, risiede l’Istituto Lama Tzong Khapa, uno dei centri di riferimento più importanti in Italia e in Europa per la preservazione e l’insegnamento dei testi fondamentali del buddhismo tradizionale tibetano.Prima della costituzione dell’Istituto, molte persone interes-sate alla conoscenza e all’approfondimento della materia, erano costrette ad affrontare un viaggio in Tibet, India o Nepal con notevoli difficoltà e la speranza di ricevere gli in-segnamenti da un Lama o un monaco. In Italia si era ormai creata l’esigenza di fondare una sede dove laici e monaci potessero ritrovarsi nel comune proposito di organizzare le-zioni, corsi, seminari e ritiri con la supervisione di un Lama residente.Gli iniziPer alcuni anni il centro è stato attivo a Milano, ma la scelta della Toscana si è resa necessaria per avere una sede con posizione equidistante dai gruppi più importanti preesistenti di Roma e Milano. Dopo una ricerca minuziosa, nel 1975 fu individuata una proprietà a Pomaia e le sue caratteristiche ottennero il consenso ufficiale dai monaci tibetani custodi della tradizione Mahayana (in esilio in India).L’edificio di pertinenza del podere era un palazzotto in cattive condizioni e senza le caratteristiche idonee per ospitare molte persone. Il primo gruppo di residenti insediati dovette quindi affrontare i lavori più importanti di ristrutturazione per circa 15 anni, con diverse interruzioni a causa delle limitate risorse economiche. Difficilmente si poteva prevedere che il Centro avrebbe avuto un futuro importante e ricco d’iniziative.

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facebook

di Marica Galassi

Iniziamo insieme un nuovo anno, e la redazione di Costa Degli Etruschi News augura ai lettori, agli amici e a tutti quel-

li che ci conoscono un felicissimo 2011, ricco di emozioni e di notizie, che non mancheremo di farvi avere, perché sono un po’ come le ciliege, una tira l’altra. E’ proprio quello che capita da quando ab-biamo iniziato a interessarci della provincia di Livorno e dei suoi comuni, anche quelli più piccoli e meno conosciuti sono ricchi di storie e di voglia di crescere e inevita-bilmente ogni storia si intreccia ad altre, come maglie di una rete.Il nostro giornale vi accompagnerà nell’an-no appena iniziato con una grafica rinnova-ta e con altre sorprese che non vi svelerò adesso. Siamo già al sesto numero, sem-brano sempre pochi, ma abbastanza per sapere che abbiamo attirato l’attenzione di molti, e che sempre più persone ci cer-cano per leggerci o per segnalarci notizie e realtà che vale la pena fare conoscere. Siamo aumentati di numero anche noi, ci siamo arricchiti di altri preziosi collaborato-ri che si impegnano per rendervi partecipi e consapevoli del territorio che abitate. Con la vostra collaborazione abbiamo ottenuto proprio quello che volevamo, cioè un gior-nale fatto da voi,dalle persone che vivono, lavorano, e si prodigano per fare qualcosa di buono per loro stessi e per la comunità in cui vivono, un giornale che parla di noi, di come siamo fatti, di cosa ci piace e magari anche di dove vogliamo andare. Tra le pa-gine del nostro mensile rimarranno impres-se, come in un album fotografico, le vostre storie, e le vicende di tutta la costa etrusca, un filo invisibile che unisce tutti e ci fa sen-tire più vicini gli uni agli altri, tutti partecipi della stessa storia, dove come in un puzzle ognuno posiziona la propria tessera, e non ha limiti, possono essere apportati sempre più pezzi, noi cercheremo di valorizzarli e di dargli l’importanza che ognuno merita. Rimanete con noi e guidateci facendoci partecipi delle vostre iniziative, teneteci aggiornati sui vostri successi e continuate a mettere passione in tutto quello che fate, i migliori articoli arrivano proprio dalla pas-sione che riuscite a trasmetterci.

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Costa Degli Etruschi News n. 6Direttore Responsabile Marica GalassiGrafica e styling Valentina CambiStampa Pacini Editore SpA Pisa

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(N. Registro stampa 9/2010 Aut. del 23/07/2010)

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Redazione via S.Barbara n. 8/12, 57023 Cecina tel. 0586.685058 mail:[email protected]

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7gennaio 2011

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- segue da pag. 1 -

L’Istituto e il territorioI fondatori, con il primo Lama residente Ghese Yeshe Tobden, hanno ritenuto opportuno organizzare un incontro di presen-tazione dei membri e delle attività inerenti all’Istituto con gli abitanti del paese per sciogliere le comprensibili perplessità e diffidenze iniziali. La conoscenza diretta e la notorietà hanno ulteriormente contribuito ad attuare buone relazioni con i resi-denti e dalla collaborazione sono sorte diverse iniziative.I bambini che hanno frequentato i campi estivi (Essential Edu-cation) ora sono diventati adulti e partecipano con le famiglie ai diversi programmiCon il tempo è nato uno scambio importante e proficuo con il Comune di Santa Luce di cui Pomaia è frazione e la sua Ammi-nistrazione, che si adopera per fornire più ampia accoglienza agli ospiti durante importanti eventi. Il Centro, a sua volta, è disponibile ad aiutare il paese in occasione di manifestazioni locali e sagre.Anche il Comune di Pisa ha dimostrato di apprezzare la pre-senza del Centro buddhista e il suo impegno sociale nel proprio territorio. I monaci di Pomaia sono stati chiamati quali referenti per la consegna di un riconoscimento da parte della città ad Aung San Suu Kyi, (la famosa politica birmana, attiva nella di-fesa dei diritti umani, premio Nobel per la pace nel 1991) e nel gennaio 2009 insieme con il Sindaco e il Vescovo di Pisa hanno esposto un grande striscione sulla Torre Pendente di piazza dei Miracoli per la sua liberazione dal domicilio coatto imposto dal regime birmano.Sempre per la stessa causa, hanno partecipato alla presenta-zione del libro “Verde e zafferano – a voce alta per la Birmania”

della giornalista Carmen La Sorella, edito da Bompiani. Infine, ai primi di novembre, Aung San Suu Kvi è stata liberata.

Da anni l’ILTK fa parte di un tavolo interreligioso che si svolge nella chiesa di Agliati nel Comune di Palaia, dove vive un mo-naco trappista. S’incontrano più volte l’anno rappresentanti di diverse comunità religiose del Pisano, cattolici, anglicani, ebrei, mussulmani, induisti, Baha’i e buddhisti che, seguendo un tema prestabilito, leggono sia brani riguardanti la propria religione sia passi di testi d’altre fedi. Seguono il dibattito e la discussione e tutto si conclude con una cena conviviale. Ormai legati da una vera amicizia, hanno partecipato insieme alla commemorazione dell’ indimenticabile visita di Suor Teresa di Calcutta alla città di Perignano.L’impegno per un dialogo aperto e proficuo prosegue anche con il gruppo “Il Tavolo della Pace della Bassa Val di Cecina” che organizza annualmente un incontro con la partecipazione del Comune di Rosignano Marittimo e dei paesi limitrofi insieme ai rappresentanti del buddhismo tibetano.

In occasione dell’incendio occorso il 26 dicembre 2008 nel-l’edificio principale e che ha distrutto la sala di meditazione, l’Istituto ha potuto constatare la grande solidarietà da parte del-la Provincia di Pisa e del Comune di Cecina, che si sono dimo-strati solerti nel contribuire economicamente e in concreto alla ricostruzione della sala insieme a donatori da tutto il mondo.I monaci e i collaboratori residenti nutrono una profonda grati-tudine nei confronti degli abitanti di Pomaia e soprattutto della Municipalità di Santa Luce che ha affrontato notevoli difficoltà burocratiche per ottenere il permesso di organizzare la ceri-monia della cremazione del corpo di Ghesce Ciampa Ghiatso, deceduto nel novembre 2007.

Un invito particolare è arrivato dall’Amministrazione di Cagliari che ha richiesto la partecipazione dell’organizzazione del Centro a un convegno per nuove prospettive di turismo culturale/spi-rituale nel bacino del Mediterraneo, come proposta di prestigio interessante.

...Continua nel numero di febbraio

Sassi nelle scarpe

Per farvi vedere che i nostri Giovani Talenti continuano a crescere, sia-mo felici di mettervi a conoscenza

che la scrittrice Erika Bianchi, di Vada, con il suo libro “Sassi nelle scarpe” ha vinto il premio dei lettori per il concorso “Scrittore toscano dell’anno”.

“Cari, grazie.Ho vinto il premio dei lettori per il

concorso Scrittore toscano dell’anno, e lo devo a voi.

Ho ricevuto una valanga di voti, centi-naia. Oltre alla soddisfazione, una targa.

Dopo la premiazione, mi hanno intervistato. Al primo giornalista che mi ha chiesto di commentare il premio ho

risposto: “Ho molti amici”.Ho vinto grazie al vostro supporto,

affetto e amicizia. E anche se non era il premio maiuscolo, quello della critica,

per me è stato il più bello chepotessi vincere.

Il mio premio è vero e democratico, e ne vado fiera.”

Erika Bianchi

Tutta la redazione di Costa Degli Etru-schi News fa i più cari complimenti ad Erika, continua così e tienici aggiornati sulle tue attività.

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7febbraio 2011

La Fondazione Geiger per i 150 anni dell’Unità

d’Italia Una grande mostra sul Risorgimento, con-ferenze, presentazione libri, rievocazioni storiche incontri con storici e ricercatori e un finale in musica. Sono ben nove gli appun-tamenti organizzati a Cecina (Livorno) dalla Fondazione Culturale Hermann Geiger per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia che si svolgeranno dal 5 febbraio al 27 marzo curate da Alessandro Schiavetti con il Patro-cinio della Presidenza della Repubblica per le Celebrazioni dei 150 anni, Regione Tosca-na, Comune di Cecina, Domus Mazziniana di Pisa e la collaborazione del Circolo Filate-lico di Cecina e l’associazione Miles.Si comincia sabato 5 febbraio alle ore 16 nel-la sala delle Esposizioni in Corso Matteotti 47, con inaugurazione della mostra “1861. L’anno che fu l’Italia”. Saranno allestiti cimeli del periodo Risorgimentale: divise, armi, cimeli storici, giornali e riviste del-l’epoca, documenti di rilevante importanza, e molte altre sorprese. La mostra sarà aperta dalla Fanfara dei Bersaglieri dell’associazio-ne Nazionale Bersaglieri che eseguirà brani musicali risorgimentali intervallati da una rievocazione storica a cura dell’Associazione Napoleonica d’Italia con soldati in uniforme austriaca, volontari toscani, soldati piemon-tesi e francesi del 1848 e 1859.All’interno dello spazio espositivo sarà pre-sentato il periodo storico che va dal 1833 al 1870, periodo che abbraccia tutto il processo risorgimentale , passando dall’anno 1861 nel quale appunto si è costituita l’Italia stessa, fino all’annessione di Roma.Ci sarà una sezione dedicata ai “Padri del-la Patria”: da Garibaldi a Mazzini, Vittorio Emanuele II e Camillo Benso di Cavour. Un’altra sezione riguarderà la Toscana nel Risorgimento, con due episodi chiave che furono la battaglia di Curtatone e Montanara nella quale parteciparono numerosi volon-tari toscani, specialmente studenti dell’Uni-versità di Pisa, e le famose due giornate di Livorno. E’ previsto anche un annullo da parte delle Poste Italiane a cura del Circolo Filatelico di Cecina. La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta fino al 27 marzo dal mar-tedì alla domenica dalle 16 alle 20. Domeni-ca 27 marzo alle ore 18 in occasione della chiusura della mostra, spazio alla musica con il concerto “Da Mameli a Verdi. I canti e la musica del Risorgimento”. Introduce e diri-ge la scuola di Musica di Cecina il maestro Federico Rovini mentre i canti risorgimentali saranno eseguiti dal Coro Amichorum, di-retto da Rosaria Benucci. Per informazioni: Fondazione Culturale Hermann Geiger, tel. 0586 – 635011, sito web: www.fondazione-geiger.itdel corso contattate il 339 4149688 oppure il 0565852703.

Notizie in breveUn tuffo nella storiaSassetta: i nobili signori e i tagliaboschi nell’impervio rifugio

Il Medioevo, fino a poche deci-ne di anni fa, erroneamente, la si definiva come l’età oscura, l’epoca dell’irrazionale, del-l’ottusità religiosa, della chiu-sura mentale, del ritardo nel progresso, una sorta di fase di stallo nella storia dell’uomo. Ma fu solo ciò che i rinascimentali posteri raccontarono sottoli-neando l’importanza delle loro inversioni di rotta. In realtà l’era medievale fu ricchissima di contenuti, di progressi, di av-venimenti più o meno sconvol-genti, una tappa fondamentale e irrinunciabile nel percorso del destino umano. Una proprietà assoluta di questo millennio fu la nascita di innumerevoli insediamenti che saranno gli scenari della microstoria, quel-la parte che abbraccia tutti i piccoli avvenimenti compo-nendo il grande puzzle della storia con la “S” maiuscola. E

il Medioevo fu il periodo in cui vide la luce uno dei borghi più suggestivi del territorio della costa etrusca: Sassetta. Quello che adesso è un grazioso, piccolo paese di campagna, meta di appassionati di scorci paesaggistici meravigliosi e di visitatori amanti delle passeggiate tra gli stretti vicoli lastricati in cui il tempo sembra aver subito una frenata secolare, fu in origine un castello. Un vero e proprio fortino impenetrabile e difficilmente attaccabile, dove si rifugiava una popolazione di taglialegna rudi e coraggiosi, agguerriti e decisi a lottare a denti stretti per la propria sopravvivenza. Sotto la protezione di grandi casate nobiliari, i boscaioli e il resto della popolazione conducevano la loro dura e cruda esistenza, senza conoscere minimamente tutto ciò che stava succedendo nel resto del mondo, ignorando le alleanze tra grandi famiglie aristocratiche e gli accordi politici, le guerre religiose che i regni d’Europa portavano avanti sotto il nome di “Crociate”, non sapendo che cos’era la Santa Inquisizione, non rendendosi conto di abitare quelle lande che rappresentavano le macerie di un glorioso impero come quello Romano. E ci si può “tuffare nella storia” dei sassettani originari, che po-

tremmo definire una sorta di “nativi” di quello che oggi ci appare come un semplice, sugge-stivo borgo medievale. Attraverso dipinti e testimonianze, tramite reperti e frammenti, si può ricostruire la vita dell’uomo medievale che popolava un territorio in cui oggi noi contempora-nei ci muoviamo come se, in realtà, fosse così da sempre. Le fresche acque che sgorgavano nei boschi circostanti, davano origine ai fossi diretti alla foce del fiume Cornia, l’abbondanza di pregiato legname e di ruscelli utili alle irrigazioni furono le prerogative per la costruzio-ne di un sicuro rifugio lontano dalle devastanti invasioni barbariche. Fu così che nacque il castello di Sassetta, innalzato su un terreno roccioso definito “il grande sasso”. La maggior parte degli uomini tagliava la legna, intere famiglie, stagionalmente, si trasferivano nelle di-stese boschive costruendo capanne fatte di legno e di zolle di terra. Nelle capanne c’era tutto ciò che poteva servire, l’indispensabile, un materasso riempito di foglie di granturco, delle candele per illuminare la notte, della farina, legumi, e gli attrezzi per il massacrante lavoro. Le nostre serate in discoteca, al bar con gli amici, o semplicemente al cinema o davanti alla televisione, non ci permettono di poterci neppure immaginare come poteva essere una sera in queste capanne. Di che si parlava? A cosa si pensava? Quali erano i sogni di un taglialegna, di sua moglie e dei sui bambini? Illuminati da una luce fioca, riscaldati da un fuoco vivo, con la schiena spaccata dal lavoro, di fronte a un piatto di fagioli, si rideva, si piangeva, si litigava, ci si amava.. Certe cose l’uomo le fa da sempre, i gesti, le sensazioni, le emozioni non hanno tempo. Le notizie storiche su questo paese sono rade e poco dettagliate, come a testimoniare quanto questo territorio fosse isolato da tutto il resto del mondo, il castello feudale di Sassetta era definito un “nido di uccelli rapaci”, abitato da uomini usi alla lotta e resi più rudi dall’asprezza del luogo e dalle folte foreste circostanti. Dante Alighieri, parlando di queste terre, tra il fiume Cecina e Corneto, le definisce luoghi infernali, simili a quelli dove nidificano le arpie: un immagine romanticamente medievale che dipinge alla perfezione il quadro dell’originario insediamento. Alcuni frammenti testimoniano l’esistenza del borgo nel 1254, anno in cui si ricorda un tale “Pannocchia della Sassetta”, che, con i suoi uomini, creò scompiglio nel vicino monastero di Monteverdi. Nel 1316, un documento, esprime il dovere per i sassettani di non recare danno ai volterrani dopo la pace stipulata con Pisa. Il salto temporale poi è cospicuo e ci porta dritti al 1503, quando l’epopea fiorentina alla conquista della Toscana, abbatté il castello e costringendo, nel 1516, all’esilio, gli originari signori del luogo: la famiglia pisana degli Orlandi. Dal XVI secolo, la storia del borgo parla spagnolo. La casata Ramirez de Montalvo, infatti, si stabilì a Sassetta dopo l’arrivo a Firenze di Eleonora de Toledo, sposa promessa di Cosimo I de’ Medici. Tutto il resto poi, sfocerà nella storia recente, dal risorgimento all’unità nazionale, dalla grande guerra alla guerriglia partigiana, dritto fino ai giorni nostri, in cui ci ritroviamo a camminare nelle strette vie lastricate del paese, contemplando un passato che fu, un passato che c’incuriosisce e stimola riflessioni, in parte soddisfatte da questi viaggi ipotetici sulla macchina del tempo.

Gianluca Parodi

La storia di un castello impenetrabile, un “nido di uccelli rapaci”, oggi graziosissimo borgo

...Inizio nel numero di gennaio

L’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia e il territorio

di Ariella Capovilla

Le altre attivitàAll’interno dell’Istituto si svolgono diverse attivi-tà per il sostegno economico della Fondazione. Nei terreni di proprietà sono coltivati cereali e fiori, raccolti per preparare essenze e prodotti fitoterapici. È stata inoltre organizzata un’ampia raccolta dei rifiuti “umidi” nel territorio che ven-gono utilizzati per la trasformazione in humus usato poi come fertilizzante nell’agricoltura lo-cale. L’edificio del Centro ospita anche due case editrici: la Je Tsong Khapa Edizioni che si occu-pa principalmente della raccolta e pubblicazione degli insegnamenti che si svolgono nel centro e la Chiara Luce Edizioni specializzata nella tra-duzione dei testi. Inoltre è presente la Shiné, un

laboratorio di produzione di monili in argento e pietre dure.

Gli insegnamentiNel 1978 sono iniziati gli insegnamenti diretti a chi, per interesse personale, o come contributo alla propria professione, per motivi scientifici o scelta di vita ha l’interesse di conservare e trasmettere gli insegnamenti del Buddha e dei suoi successori in Occidente. Le lezioni sono frequentate da persone che provengono da ogni parte del mondo.Fiore all’occhiello è il Masters Program, un corso di studi buddhisti di Sutra e Tantra unico nel suo genere in Europa, ideato e sostenuto da Ghesce Ciampa Ghiatso, che propone l’ insegnamento dei testi classici con l’aiuto di una traduzione appropriata dal tibetano all’inglese e ulterior-mente in italiano. Il primo ciclo è durato 7 anni. Il secondo ciclo è preceduto da 2 anni di Basic Program più 6 anni di MasterDa tempo sono stati avviati altri due corsi; il pri-mo denominato “Alla Scoperta del Buddhismo”, che funge da preliminare ai due nominati sopra ed “Essential Education” rivolto alla diffusione dei valori del buddhismo non considerato nel-l’aspetto religioso. I corsi sono adatti a chiunque,

compresi i bambini.Il corso di Master Program è frequentato in questo periodo da 50 persone nell’Istituto e da circa 150 studenti che sono collegati on-line da diversi Paesi del mondo. Da questa iniziativa ha avuto origine la collaborazione a un simpo-sio internazionale con lo scopo di redigere un “glossario” che codifichi e unifichi la complessa terminologia buddhista utilizzando un linguag-gio moderno in grado di far fronte alla grande espansione dell’interesse e dello studio del bud-dhismo in Occidente.L’Istituto inoltre fa parte della FPMT, la fondazio-ne internazionale che si dedica alla preservazio-ne della tradizione Mahayana, fondata da Lama Yeshe negli anni ’70 e che raccoglie circa 150 centri in tutto il mondo. L’organizzazione del Ma-sters Program di Pomaia sarà fonte d’ispirazione per l’istituzione d’altri corsi in queste sedi.Il futuroPer attuare tutti questi progetti, che dovranno avvenire anche contemporaneamente, sorge di conseguenza la necessità di sviluppare nuo-vi spazi. È previsto infatti un tempio che può contenere 4/500 persone, realizzato secondo i principi della bioarchitettura, con materiali

ecologici e nella tutela dell’ambiente e del pae-saggio; ora si tratta di organizzare una raccolta fondi per costruire l’edificio con l’appoggio di una sala mensa adeguata. Su un terreno, sede di una vecchia cava dall’aspetto di una profonda ferita nel paesaggio delle colline vicine, sorgerà un monastero maschile e femminile; l’Istituto attende in particolare il benestare da parte della Regione Toscana per la costruzione di un “ho-spice” per i malati terminali, che sarà dedicato al giornalista-scrittore Tiziano Terzani. Uno dei principi fondamentali del buddhismo insegna la necessità di alleviare il disagio e la sofferenza di tutti gli esseri senzienti dalla nascita fino alla fine della vita.

L’Istituto Lama Tzong Khapa è certo che tutta la vallata è molto attenta alla tutela del territorio e dimostra una vera apertura a iniziative che propongono reciproco aiuto e collaborazione; la popolazione risponde bene alle proposte dell’Istituto e si rafforza la consapevolezza che tutto ciò è frutto del lavoro e della stima reciproci conquistati giorno per giorno, con in più l’attenta osservazione del loro esempio da parte di tutto il mondo.

Benedizione del terreno

Buddha CenresigBuddha Maiteya

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