LISTITUTO COMPRENSIVO G. FALCONE PRESENTA: IL GIORNO DELLA MEMORIA Mai più shoah… I RAGAZZI DI...
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L’ISTITUTO COMPRENSIVO L’ISTITUTO COMPRENSIVO “G. FALCONE” PRESENTA:“G. FALCONE” PRESENTA:
IL GIORNO DELLA MEMORIAIL GIORNO DELLA MEMORIA
Mai più shoah…Mai più shoah…
I RAGAZZI DI I RAGAZZI DI
TEREZINTEREZIN
Legge n. 211 del 20 luglio 2000Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del
popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica hanno approvato;
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAPROMULGA
la seguente leggeArt. 1
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico),
le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si
sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetti i perseguitati.
Art. 2In occasione del "Giorno della memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie,
iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati
militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non
possano mai più accadere.La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di
farla osservare come legge dello Stato.Data a Roma, addì 20 luglio 2000
CIAMPIAMATO, Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto, il Guardasigilli FASSINO
I MEMBRI DEL GOVERNO DI HITLERWalther Funk, Hans Heinrich lammers, Walther Darre,
Franz Seldte, Franz Gürtner, Joseph Göbbels, Adolf Hitler, Hermann Goering, Wernwe von Blomberg,
Wilhelm Frick, Costantin Preherr von Neurath, Hjalmar Schacht, Lutz Graf Schwerin, von Krosigk, Johannes Popitz, Franz von Papen, Otto Meissner.
I MEMBRI DEL GOVERNO DI HITLERDa sinistra verso destra: Walther Funk, Hans Heinrich
lammers, Walther Darre, Franz Seldte, Franz Gürtner, Joseph Göbbels, non identif., Adolf Hitler, Hermann Goering, non identif., Wernwe von Blomberg, Wilhelm Frick, Costantin
Preherr von Neurath, Hjalmar Schacht, Lutz Graf Schwerin, von Krosigk, Johannes Popitz, Franz von Papen, Otto
Meissner.
Gli angeli della morte
Perchè?
Helga Weissova
sopravvissuta
Helga Weissovasopravvissuta
I MEMBRI DEL GOVERNO DI HITLERDa sinistra verso destra: Walther Funk, Hans Heinrich
lammers, Walther Darre, Franz Seldte, Franz Gürtner, Joseph Göbbels, non identif., Adolf Hitler, Hermann Goering, non identif., Wernwe von Blomberg, Wilhelm Frick, Costantin
Preherr von Neurath, Hjalmar Shacht, Lutz Graf Schwerin, von Krosigk, Johannes Popitz, Franz von Papen, Otto
Meissner.
SIAMO ABITUATI... Siamo abituati
a piantarci in lunghe file alle sette del mattino,a mezzogiorno e alle sette di sera,
con la gavetta in pugno; per un po' d'acqua tiepidadal sapore di sale o di caffè
o, se va bene, per qualche patata.Ci siamo abituati
a dormire senza letto,a salutare ogni uniforme scendendo dal marciapiede
e risalendo poi sul marciapiede.Ci siamo abituati
agli schiaffi senza motivo,alle botte ed alle impiccagioni.
Ci siamo abituatia vedere la gente morire nei propri escrementi,
a veder salire in alto la montagna delle casse da morto,a vedere i malati giacere nella loro sporcizia
e i medici impotenti.Ci siamo abituati
all'arrivo periodico di un migliaio di infelicie alla corrispondente partenza
di un altro migliaio di esseriancora più infelici...
estratto da un testo in prosa di Peter Fischl (nato il 9.9.1929 - morto ad Auschwitz nel 1944)
Sona Waldsteinovai
Porte delle celle di tortura di
Terezin
A TEREZINAppena qualcuno arriva quiogni cosa gli sembra strana.
Come, io devo coricarmi per terra?No, io non mangerò quella sudicia patata
nera.E questa sarà la mia casa? Dio com'è lurida!
Il pavimento è solo fango e sporciziae qui io dovrei distendermi:Come farò senza sporcarmi!
C'è sempre un gran movimento quaggiùe tante tante mosche:
le mosche non portano le malattie?Ecco, qualcosa mi ha punto: una cimice
forse.Com'è orribile Terezìn!
Chissà quando ritorneremo a casa. 1943 "Teddy" dati anagrafici non accertati
Helga Weissovasopravvissuta
Helga Weissovasopravvissuta
Helga Weissovasopravvissuta
VOI OMBRE
Perché sempre fuggite dalle mie fredde mani, perché mi deridete quando
voglio accarezzarvi?Voi ombre dei sogni miei così semplicemente illusorie,
adesso per favore restate, lasciatemi stordire. Solo per qualche breve
istante cullatemi trasognatamente, lasciatemi abbracciare quella vostra
falsità che sa sedurre. Continuate a suonare, suonate! Da me forse strapperete quella rabbia sconvolgente.
Su una forra portatemi, oh vigliacco sono ritornate.Lasciatemi cedere all'umana viltà.
Lasciatemi dal vento spazzare. Vergognatevi, ombre, vergognatevi.
Voi mi deridete. La mia infantile stupidità, che mi difende forse e mi dà un po' di forza.
Un sognatore impaurito sono e a voi voglio tanto bene.Mie ombre dondolate, per sognare solo un po' quella sporcizia di
ruderi, quella povertà e quel fetore.Voi sempre sfuggite dalle mie fredde mani, oh ombre maledette e
suonare per me non volete,voi ombre dei sogni miei così semplicemente ingannevoli.
E' la realtà terribile. Smettete di deridermi.
Zdenèk Ornest
I DIMENTICATI
O chiaro ricordo che m'inviti alla quiete
e mi rammenti colei che amai,ancora sorrido alla tua carezza,ancora con te mi confido come
al migliore amico.
O dolce ricordo, raccontami la storia
della mia ragazza perduta,racconta, racconta dell'anello
d'oroe chiama la rondine che la vada
a trovare.
E tu pure vola da lei e sottovocedomandale se ancora pensa a
me,se sta bene e se ancora, se
ancorasono rimasto il suo amore di un
tempo.
E poi ritorna veloce, non ti perdere,
perché io possa ricordarmi qualche altra cosa:
Era così bella: chissà se mai più la rivedrò.
Addio, mia cara, addio! Ti amavo.
Anonimo
LETTERA AL PAPÀ Mammina ha detto che oggi debbo scriverti, ma non ho avuto tempo. Nuovi
bimbi sono arrivati dagli ultimi trasporti e giocare volevo, non mi accorgevo come fugge l’istante. Mi sono sistemato, dormo sul materasso
per terra, per non cadere. Almeno non c'è bisogno di farsi il letto e al mattino dalla finestra vedo il cielo.
Ho un po' tossito, ma non voglio ammalarmi, così sono felice quando corro in cortile.
Oggi da noi una veglia si terrà proprio come in un'estate al campo degli scout.
Canteremo canzoni conosciute, la signorina suonerà la fisarmonica.So che ti meravigli di come stiamo bene e che sicuramente ti rallegreresti di stare qui con me. Qualcos'altro, papà: vieni qui presto e sia più lieto il
dì, lei si dispiace, e dai suoi occhi manca lo splendore.E hai promesso di tuo volto!
Quando sono triste mammina, allora, mi porta i libri, ché veramente da leggere non ho nulla. Per favore vieni domani, prima che sia buio, del
mio grazie puoi essere sicuro.
Ormai debbo finire. Da parte della mamma ti saluto.
Con impazienza aspetto il suono dei tuoi passi nel corridoio.Prima che di nuovo con noi sarai ti saluta e ti bacia il tuo fedele ragazzo.
…e se fosse stato vostro figlio?
IL LAGER Pesanti ruote ci sfiorano la fronte e scavano un solco nella
nostra memoria.Da troppo tempo siamo una schiera di maledetti che vuole stringere le tempie dei suoi figli con le
bende della cecità. Quattro anni dentro a una palude in attesa che irrompa
un'acqua pura.Ma le acque dei fiumi scorrono in altri letti, sia che tu muoia o
che tu viva.Non c’è fragore d’armi, sono muti i fucili, non c’è traccia di
sangue qui: nulla, solo una fame senza parole.I bambini rubano il pane e chiedono soltanto di dormire, di
tacere e ancora di dormire....Pesanti ruote ci sfiorano la fronte e scavano un solco nella
nostra memoria.Neppure gli anni potranno cancellare tutto ciò.
1944 " Mif " dati anagrafici non accertati.
LA SERA A TEREZIN
Tramonta il sole e il silenzio intorno regna; soltanto giù presso la garitta dei gendarmi si sentono passi
pesanti.Così il gendarme sorveglia gli Ebrei suoi, che non fuggano dal Ghetto, e per non far venire qui da
loro ariani lo zio o la zia. La decima ora a un tratto è giunta, e le finestre della
caserma dei Dresdesi si sono oscurate.Le donne si scambiano diverse dicerie, ricordano
quando a casa avevano da mangiare.Alcune litigano, altre alla calma invitano.
Finalmente una dopo l'altra tacciono, qui e là si gira finché ci si addormenta: quante sere così ancora
proveremo?Questo noi non sappiamo, questo il Signore Iddio
soltanto sa.
(Eva Schulz-ovà, nata nel 1931 morta nel 1941- 43)
LA CANZONE DELL’UCCELLO
Chi s'aggrappa al nido non sa che tutti gli uccelli sanno e non sa perché voglio cantare il creato e la sua bellezza.Quando all'alba il raggio del sole illumina la terra e l'erba scintilla di perle dorate, quando l'aurora scompare e i merli fischiano tra le siepi, allora capisco come è
bello vivere. Prova, amico, ad aprire il tuo cuore alla bellezza
quando cammini tra la natura per intrecciare ghirlande coi tuoi ricordi: anche se le lacrime ti
cadono lungo la strada, vedrai che è bello vivere.
1941 anonimo
UNA SERA DI SOLE
In una sera di sole, sotto l'azzurro del cielo, sotto le gemme fiorite di un robusto castagno, me ne sto seduto, nella polvere del cantiere.E'
un giorno come ieri, un giorno come tanti. Bellissimi gli alberi fioriscono nella loro legnosa
vecchiaia, così belli che io quasi non oso alzare gli occhi lassù, al loro verde splendore.Un velo tessuto d'oro solare a un tratto fa trasalire il mio corpo mentre il cielo mi lascia un grido azzurro e certo, ne sono sicuro, mi
sorride.Ogni cosa fiorisce e senza fine sorride.
Vorrei volare, ma come, ma dove?Se tutto è in fiore, oggi mi dico, perché io non
dovrei? E per questo resisto!1944 anonimo
LACRIMEE dopo di loro la
rassegnazione giunge, lacrime senza le quali la vita
non è, lacrime, ispirazione alla
tristezza, lacrime che scendono
senza tregua. Alena Sjnkovà
Ilona Weissovai
L’UOMO PROPONE E DIO DISPONE
Chi a Praga fu senza aiuti e chi a Praga fu un riccone, a Terezin non è che un povero diavolo col corpo fasciato di
bende. Ma chi fu provocato dalla vita sopporterà questa prova, chi era
abituato a farsi servire si scaverà la fossa da solo.
M. Hosek nato il 30.3.1932, morto il 19.10.1944 ad AuschwitzH. Loewy, nato il 29.6.1931, morto il 19.10.1944 ad Auschwitz
Bachnet: dati anagrafici non accertati
NOTTE AL GHETTO
Un altro giorno è disceso all'occidente senza ritorno nell'insondabile profondità del tempo e già un altro
uomo, prigioniero dei suoi fratelli, è stato colpito: ora sogna il balsamo crepuscolare di una mano che dai suoi occhi allontani le offese della giornata. Benefiche sono le
tenebre al ghetto perché spengono negli sguardi gli orrori fissati alla luce.
Il buio rampante per le strade del ghetto avvolge i passanti nella sua sciarpa.
Una macchina solitaria, saluto di un mondo perduto, divora la notte coi suoi occhi abbaglianti.
Dolce notte! che scenda sull'anima a lenire la piaga inasprita dal giorno.
Per la via s'avvicina una fila di limpide ombre: sembra che inseguano un nero nastro intessuto di fili d'oro.
Anonimo 1943
Berta Kohnovà(n. il 11.9.1931 - m. il 18.5.1944
ad Auschwitz)
Hana Grunfeldovà(n. il 20.5.1935 - m. nel 1944
ad Auschwitz)
NOSTALGIA DI CASAE’ più di un anno che vivo nel ghetto nella nera città di
Terezin, e quando penso alla mia casa so bene di che si tratta.O mia piccola casa, mia casetta, perché
m'hanno strappato da te, perché m'hanno portato alla desolazione, nell'abisso di un nulla senza
ritorno? Oh, come vorrei tornare a casa mia, fiore di primavera!
Quando vivevo tra le sue mura io non sapevo quanto l'amavo!
Ora ricordo quei tempi d'oro: presto ritornerò, ecco, già corro.
Per le strade girano i reclusi e in ogni volto che incontri tu vedi che cos’è il ghetto, la paura e la
miseria.Squallore e fame, questa è la vita che noi viviamo quaggiù, ma nessuno si deve arrendere: la terra gira, i tempi cambiano, che arrivi dunque quel
giorno in cui ci rivedremo, mia piccola casa!Ma intanto preziosa mi sei perché posso sognare di te.
1943 anonimo
Pavel Sonnenschein(n. il 9.4.1931 - m. il 23.10.1944
ad Auschwitz)
UOMINI DISTRUTTI
Uomini distrutti vanno per le vie,i bimbi tutti impalliditi sulle schiene hanno gli zaini questo
trasporto polacco va.Vanno con lui i vecchi e con lui vanno i giovani
e con lui vanno i sanie con lui vanno i malati
e non sanno se sopravviveranno. E' andato il trasporto e di loro la maggior parte è andata
qui sono morti uomini a migliaiaeppure questo non basta
questa donnola tedesca vuole sangue ancora e ancora.
Vedem, Zdenèk Weinberger nato 1928, morto 1944.
L’OSPEDALE DI TEREZINGrigio palazzo, un tempo lì abitavano uomini più felici;
adesso l'agonia, e silenziosamente alla sofferenza, sono portate quelle creature che qui con il tifo
languono nella dissenteria, che sono qui sdraiate e intendere non possono, perché sono nutrite di pane
e margarina. Sono entrato e del tutto ammutolito,
"voi moderne maniglie sulle portetu bella pittura nella chiara sala
se mai compensi quel fetore di escrementise mai sazi la fame di quegli esseri
che dei loro indumenti hanno vergognae che qui hanno disposto per fa sì che,giorno per giorno, vadano alla morte.
E la pittura mi guarda e non ho ricevuto risposta"Perché? Non so! come direbbe la maniglia una volta
che mi aprisse libera l'anima e lo stomaco sazio.Poi te lo dico e poi vieni da me !
Anonimo
Eva freundovai
LA PAURADi nuovo l'orrore ha colpito il ghetto,un male crudele che ne scaccia un altro.
La morte, demone folle, brandisce una gelida falceche decapita intorno le sue vittime.
I cuori dei padri battono oggi di paurae le madri nascondono il viso nel grembo.
La vipera del tifo strangola i bambinie preleva le sue decime dal branco.
Oggi il mio sangue pulsa ancora,ma i miei compagni mi muoiono accanto.
Piuttosto di vederli morirevorrei io stesso trovare la morte.
Ma no, mio Dio, noi vogliamo vivere!Non vogliamo vuoti nelle nostre file.
Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore:Vogliamo fare qualcosa. E' vietato morire!
Eva Pickova(nata il 15.5.1929 - morta il 18.12.1943 ad Auschwitz)
…Meditate che questo è stato
(Primo Levi)
NIE WIEDER…NEVER AGAIN…
RIEN PLUS…NUNCA JAMAS
MAI PIÚ…
השואה