La shoah finale

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LA SHOAH LA SHOAH 27 GENNAIO … 27 GENNAIO …

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LA SHOAHLA SHOAH

27 GENNAIO …27 GENNAIO …

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CENNI STORICI - CENNI STORICI - IDEOLOGIAIDEOLOGIA

Lo sterminio degli ebrei (Shoah), compiuto durante la seconda guerra mondiale, rappresenta il culmine raggiunto dalla violenza nazista.

L’ideologia nazista si basava sull’affermazione della presunta superiorità genetica della razza ariana.

Secondo Hitler una delle minacce più gravi alla purezza della razza ariana era l’“infezione ebraica”.

Per Hitler gli ebrei non erano una comunità religiosa, ma una razza che rovinava tutte le altre mescolandosi con loro.

Il razzismo nei confronti degli ebrei nascondeva inoltre motivazioni di natura economica.

Hitler indicò i cittadini di cultura e religione ebraica come i responsabili delle ripetute crisi economiche che continuavano ad affliggere la Germania.

L’eliminazione degli ebrei avrebbe favorito in particolare due categorie: quella dei grandi industriali, e molti proprietari terrieri.

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La propaganda contro gli ebrei si rivelò un modo per unire ideologicamente la società al regime nazista, e permise di trovare un capro espiatorio colpevole di tutti i mali.

Con le “leggi di Norimberga” del settembre 1935 gli ebrei furono esclusi dal diritto di voto e dagli impieghi pubblici, dall’esercizio di professioni liberali, dal commercio, dalle banche e dall’editoria. Furono inoltre proibiti i matrimoni “misti” tra ebrei e tedeschi e si dichiararono nulli quelli già celebrati. In pratica gli ebrei vennero privati di ogni diritto di cittadinanza. Dal 1938 si diffuse la pratica della “arianizzazione ” dei beni ebraici, cioè il sequestro dei patrimoni appartenenti a ebrei.

Vignette tratta dalla rivista «La Difesa della Razza», novembre 1938

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I campi di concentramento fecero la loro comparsa quasi contemporaneamente alla presa del potere da parte dei nazisti.

I primi lager furono installati già nel 1933 per rinchiudervi i dissidenti politici.

Il primo campo di Dachau fu ampliato e ad esso se ne aggiunsero numerosi altri, come quelli di Buchenwald (in Germania dal 1937) e di Auschwitz (in Polonia dal maggio 1940).

Sul cancello di quest’ultimo

spiccava una scritta Arbeit macht frei (il lavoro rende liberi). Durante l’intero arco del regime nazista furono deportati nei lager da otto a dieci milioni di individui e furono uccisi circa 6 milioni di ebrei, sia di nazionalità tedesca, sia deportati dai paesi occupati dalla Germania. .

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Denutrizione, malattie dovuta

alla totale mancanza di igiene e di riscaldamento nelle baracche, lavoro protratto fino ai limiti fisiologici, umiliazione continua e brutale dei prigionieri: era questo lo scenario che connotava i lager nazisti.

Solo dopo lo scoppio della guerra fu avviata la procedura chiamata “soluzione finale”, attraverso la quale venne ordinato lo sterminio sistematico di tutti gli ebrei. Hitler diede corpo all’idea dello sterminio fisico, di cui inizialmente si incaricarono i “gruppi operativi” delle SS.

Veri e propri campi di sterminio furono poi allestiti dall’estate del 1942: essi servivano solo esclusivamente all’uccisione in serie attraverso le camere a gas e i forni crematori. In questo senso è possibile distinguere da una parte i campi di concentramento e di lavoro, dall’altra i campi di sterminio.

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“VITA” DEL PRIGIONIERO Al loro arrivo, i prigionieri dovevano spogliarsi, poi

venivano rasati e spinti nel bagno, in cui gli veniva versata addosso acqua bollente o gelata; dopo la doccia si ritrovavano nel cortile, completamente nudi e bagnati. A questo punto i prigionieri ricevevano le “divise”, uniformi a righe che non erano mai pulite, nuove e della giusta misura.Subito dopo la consegna delle uniformi si procedeva alla registrazione dei prigionieri.Nel campo di Auschwitz il tatuaggio veniva fatto sull’avambraccio sinistro.

ESEMPI DI ESPERIMENTI SUI PRIGIONIERI: - Esperimenti su dissenteria, malaria, febbre gialla e tubercolosi.- Esperimenti di sterilizzazione.- Esperimenti sul congelamento del corpo.- Esperimenti sui gemelli e portatori di handicap.

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IL MURO DELLA MORTE

In questo blocco si svolgevano i processi ai prigionieri, e a seconda dell’esito, essi dovevano spogliarsi e dirigersi verso il “Muro Della Morte”, dove venivano uccisi a fucilate. .Lo sterminio degli ebrei finì nel 1945 quando l’esercito tedesco fu sconfitto; Hitler si uccise nel suo bunker a Berlino, e i prigionieri dei campi di concentramento furono liberati.Il 20 novembre 1945 si aprì il Tribunale militare Internazionale per i crimini di guerra a Norimberga e furono condannati i principali responsabili.

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IL GHETTO EBRAICO DI IL GHETTO EBRAICO DI VENEZIAVENEZIA

“Li Giudei debbano tutti abitar unidi in la Corte de Case, che

sono in Ghetto apresso San Girolamo, ed acciocchè non vadino tutta la notte attorno: Sia preso che dalla banda del Ghetto Vecchio dov’è un Ponteselo piccolo, e similmente all’altra banda del Ponte siano fatte due Porte, qual Porte se debbino aprir la Mattina alla Marangona (campana di San Marco che scandiva il lavoro all’Arsenale), e la Sera siano serrate a ore 24 per quattro Custodi Cristiani a ciò deputati e pagati da loro Giudei a quel prezzo che parerà conveniente al Collegio Nostro… “

Prima che venisse designato come parte della città riservata agli ebrei, il ghetto era una fonderia di ferro (dal veneziano geto, pronunziato ghèto dai locali ebrei Aschenaziti di origine tedesca, inteso come getto, cioè la gettata di metallo fuso), da cui il nome.

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VITA NEL GHETTOVITA NEL GHETTO Il Ghetto ebraico di Venezia era una

parte ricca della città, abitata da mercanti e prestatori di denaro.

Gli ebrei non potevano acquisire terreni al di fuori del ghetto, e spesso nemmeno in quello.

Dovevano in ogni caso vivere confinati all'interno dei ghetti, quindi durante i periodi di crescita della popolazione le case, spesso ormai piene, dovevano essere rialzate sempre di più.

I ghetti avevano quindi strade strette e case alte e affollate.

Ma la cosa più terribile era che il recinto del ghetto (proprio così veniva spesso chiamato) era chiuso da una o più porte.

Queste venivano chiuse al calar del sole, per essere riaperte solo all'alba.

Durante le ore buie gli ebrei non potevano per nessuna ragione allontanarsi dal ghetto.

Spesso i residenti necessitavano di un visto per poter uscire dai limiti del ghetto anche durante il giorno.

I residenti del ghetto avevano il loro sistema giudiziario indipendente, come se si trattasse di una vera e propria piccola città nella città.

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Con Napoleone finì la segregazione degli ebrei …

Negli anni dell’Ottocento molte famiglie abitavano ormai fuori dal ghetto, che rimaneva però il fulcro della vita comunitaria.

Con l’emanazione delle leggi razziali del settembre 1938 la comunità ebraica di Venezia visse un periodo difficile tra esclusioni e discriminazioni.

Secondo le leggi di Norimberga del ’35 era considerato ebreo: - Chi aveva almeno tre nonni ebrei;- Se aveva solo due nonni ma era iscritto alla

comunità giudaica;- Chi avendo due nonni ebrei fosse sposato

con un ebreo o ebrea;

L'istruzione pubblica fu preclusa agli ebrei e gli insegnanti ed impiegati ebrei furono licenziati.

Nei primi mesi del 1940 venne effettuata la cancellazione di medici, avvocati e ingegneri dagli albi professionali.

Le Assicurazioni Generali e la Cassa di Risparmio licenziarono il personale non "ariano"; dagli elenchi telefonici e dalla toponomastica cittadina scomparvero i nomi ebraici; furono ritirati tutti gli apparecchi radio.

L'aspetto più odioso della campagna razziale riguardò l'istruzione elementare e media con l'allontanamento degli studenti dai loro compagni di classe, per mantenere la "purezza del pensiero e della cultura“.

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Gli eventi precipitarono anche a

Venezia dopo l’armistizio del 8 settembre 1943.

I decreti del novembre 1943 dichiararono gli ebrei “stranieri di nazionalità nemica”, prevedendo il loro arresto e la confisca dei loro beni. Alcuni ebrei riuscirono clandestinamente a rifugiarsi in Svizzera, a raggiungere località del sud d’Italia o a trovar scampo in case di campagna;

Gli arresti e le deportazioni avvennero soprattutto tra i primi giorni di dicembre del 1943 (la razzia del 5 dicembre) e l’estate del 1944, ma proseguirono fino ai primi mesi del 1945.

Tutti vennero avviati in carri blindati per lo più ad Auschwitz-Birkenau.

Diciotto mesi durò la persecuzione nazifascista.

Furono 246 gli ebrei veneziani catturati e deportati tra il 1943 e il 1944. Una lapide ricorda per sempre i loro nomi in Campo del Ghetto Nuovo

Sinagoga

Scuola spagnola

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LIA FINZILIA FINZI Elionella (Lia) Finzi Federici

nasce a Venezia il 19 agosto del 1928. Il padre è di religione israelitica e dal 1938 subisce le persecuzioni razziali.

Nel 1943 fugge in Svizzera e ritorna a Venezia nell’agosto del 1945.

Nel 1938 ha dieci anni e per l'anno scolastico 1938-39 si era iscritta alla V elementare della Scuola Oriani. Anche se appartenente a famiglia mista, venne espulsa dalla Scuola pochi giorni dopo l'inizio dell'anno. Frequentò quindi per un anno la Scuola elementare ebraica e poi la Scuola media.

Nel 1943 lei, la sorella Alba Finzi e la loro famiglia fuggirono in Svizzera da dove tornarono dopo la fine della guerra. Lia Finzi è stata maestra elementare e assessore alle politiche sociali del Comune di Venezia.

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Lia Finzi ricorda gli eventi storici delle persecuzioni antisemite in Italia, iniziate nel 1938.

Dice di sé che prima di allora si sentiva perfettamente integrata nella società veneziana e sapeva di essere ebrea solo perché sua madre la portava talvolta in sinagoga.

Comincia a sentirsi diversa quando non può più frequentare la scuola, e i suoi compagni incontrandola la offendono.

Nel 1943, al disagio si aggiunge la paura: il 5 dicembre, a Venezia, cominciano i rastrellamenti di ebrei. Lia fugge in Svizzera con la famiglia, ma alla frontiera una nuova minaccia: suo padre e sua sorella sono respinti perché maggiorenni.

Alla fine vengono accolti e Lia e i suoi torneranno a Venezia dopo la Liberazione.

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TRATTO DALLA SUA TRATTO DALLA SUA TESTIMONIANZATESTIMONIANZA

… ero stata cacciata dalla scuola pubblica. Avevo frequentato la scuola ebraica che la comunità aveva organizzato rapidamente per evitare a noi ragazzi che eravamo stati cacciati, di perdere degli anni scolastici …

… sapevamo che il 16 ottobre avevano portato via tutti gli ebrei dal ghetto di Roma, però non sapevamo dove, dicevano “a lavorare”.. “ma come anche i bambini?” ci chiedevamo, “anche i vecchi?”..

… qualcuno si nascose in campagna come sfollato, o in casa di amici, o anche rimanendo qualcuno a Venezia nascosto in magazzini o in soffitte. Qualche giovane tentò di raggiungere la montagna e entrare nelle brigate partigiane …

… furono portate via le prime 246 persone, persone che erano state imprudenti o che non avevano i soldi per fuggire, o che ingenuamente pensavano che non avendo fatto nulla di male non capivano perché dovessero scappare …

… noi siamo riusciti a fuggire in Svizzera, la Svizzera non ci voleva … … quando sono tornata ho saputo che mia madre era morta dopo

pochi giorni dalla nostra partenza, perché si muore anche di crepacuore …

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CON LE CLASSI

3°A, B, D della scuola media

Coletti di Treviso

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ATTUALITA’ – ATTUALITA’ – SKIN88SKIN88

Skin88 si autodefiniscono gli skinhead di ideologia neonazista. Nel nome i due 8 indicano una doppia H (l'ottava lettera dell'alfabeto latino), ovvero Heil Hitler. Nel linguaggio comune sono conosciuti come Naziskin. La gran parte degli Skin88 si rifanno principalmente ad un misto di ideologie fasciste e naziste con contenuti razzisti. Il razzismo propugnato si basa sulla credenza, adottata particolarmente dalla Germania nazista e successivamente dall'Italia fascista (dopo la promulgazione delle cosiddette "leggi razziali"), che biologicamente esistano delle razze umane dai tratti distinguibili oggettivamente e scientificamente ("razzismo biologico"). Gli Skin88 sono oggi numerosi in Italia, soprattutto al nord.

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IL GIORNO DELLA IL GIORNO DELLA MEMORIAMEMORIA

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata in commemorazione delle vittime del nazismo e del fascismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Il testo dell'articolo 1 della legge italiana definisce così le finalità del Giorno della Memoria:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

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… VICINO A NOI … … … A MONIGO …A MONIGO … Treviso nel passato ospitò un lager

"sotto casa". Molti lo ignorano. Durante l’ultima guerra (luglio 1942- settembre 1943), nell’area della caserma "Cadorin", furono internate, entro il filo spinato, migliaia di persone slovene e croate. In quei mesi ne morirono circa duecento: una cinquantina aveva meno di dieci anni.

Sepolte nel cimiero di S. Lazzaro, in fosse di cui è persa la traccia, non ebbero mai l’onore di una lapide con il nome.

Fotografia dello studente

universitario Podgornik Savo

internato nel campo di

concentramento di Monigo.

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… … RICORDIAMOCI RICORDIAMOCI DI DI

RICORDARE …RICORDARE …

Grazie per l’attenzione Grazie per l’attenzione ……

By Filippo, Luca e By Filippo, Luca e Nicolò - 3DNicolò - 3D