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Periodico di informazione dell’A.S.S. N. 5 “Bassa Friulana” SETTEMBRE/OTTOBRE 2010 Nel mondo si impiantano un milione e mezzo di protesi d’anca ogni anno, di cui 300.000 negli Stati Uniti. Su circa 700.000 inter- venti eseguiti ogni anno in Europa oltre 100.000 riguardano il nostro Paese che è superato solo da Germania (250.000) e Francia (130.000) e precede il Regno Unito (90.000) e la Spagna (70.000). Nel 65% dei casi la sostituzione dell’anca riguarda le donne; la percentuale sale al 75% se l’impianto è successivo ad una frat- tura del collo del femore. Grazie ai nuovi materiali, capaci di resi- stere efficacemente all’usura, aumenta il numero degli interventi in persone giova- ni: ogni anno, in Italia, 20.000 protesi ven- gono impiantate in under 65 anni e 5.000 in pazienti con meno di 50 anni. Il numero di impianti aumenta del 5% ogni anno con una spesa di un miliardo e trecento milio- ni di euro per operazioni e ricoveri. A questa somma sono da aggiungere 500 milioni di euro per la riabilitazione. Il tota- le della spesa corrisponde all’1% del Fondo Sanitario Nazionale. Crescono a ritmo vertiginoso anche le sostituzioni di ginocchio. Non si aspetta piu’ che la persona sia anziana per intervenire: comanda la sua qualita’ della vita. Il “successo” della chirurgia dell’anca dipende soprattutto dal- l’avvento di nuovi materiali, caratterizzati da un’usura estrema- mente inferiore rispetto al passato e da un ridottissimo rischio di rottura: le prestazioni ottimali si mantengono a lungo nel tempo. Dipende anche dai nuovi modelli di protesi che eccezionalmente vanno incontro alla tanto temuta lussazione; dipende dalla note- vole riduzione delle complicanze infettive e tromboemboliche per l’accurata prevenzione. Le protesi del passato avevano una vita media di circa 15 anni per i pazienti anziani e 8 anni per i più giovani e attivi. Le prote- si del futuro, saranno sempre più piccole: la tendenza attuale, infatti, è ridurre al minimo l’asportazione di osso, così da facilita- re eventuali futuri reinterventi. Oggi ovunque s’interviene cer- cando di traumatizzare al minimo muscoli e legamenti. Non si tratta di chirurgia mininvasiva dal punto di vista estetico (sebbe- ne ormai bastino incisioni di 8-10 cm): l’obiettivo è rispettare i tes- suti molli attorno all’articolazione così da minimizzare i tempi di recupero. Fino a poco tempo fa la struttura che mi trovo a dirigere non è stata stimolata a migliorare questo tipo di prestazione elargita ai propri utenti, in quanto ritenuta troppo onerosa; anzi, tutt’altro, è stata progressivamente limitata nei finanziamenti e l’attività di chirurgia protesica è stata contingentata e ridotta. Se poi consideriamo che nella società attuale, già all’interno della famiglia, non c’è posto per un componente non autosufficiente, ne è derivato che i pazienti aventi necessità di queste ope- razioni siano andati, finora, alla ricerca di un “pacchetto tutto compreso” consi- stente nell’intervento chirurgico (appa- rentemente più “trendy”, se eseguito oltre il Tagliamento) e nella riabilitazio- ne. Ora invece il Direttore Generale ci ha assegnato l’obiettivo di incrementare il numero dei pazienti operati consenten- doci anche di allestire una palestra in reparto per facilitare e abbreviare i tempi di recupero post intervento. In coerenza con il mandato regionale che cerca di invertire il trend verso il Veneto, offriamo al paziente un ricovero in tempi brevi, un’otti- ma assistenza anestesiologica e intervento operatorio, una strut- tura riabilitativa pronta a soddisfare le esigenze dell’operato, la dimissione avverrà nel minor tempo possibile una volta raggiun- ta la propria autonomia. Garantiamo infatti un abbassamento dei tempi di attesa per l’esecuzione di questi tipi di intervento, offriamo una riabilitazio- ne personalizzata di concerto con il servizio di Fisioterapia, e la dimissione non sarà “affrettata”. Inutile dire che sia la qualità del materiale utilizzato che del “sopramanico” sarà sempre al top e non teme certamente con- fronti con altre strutture regionali. Otello Regeni – Ortopedia e traumatologia di Palmanova Così cambia la protesi d’anca L’intervento abbinato alla riabilitazione nella palestra del reparto giornale base 14.09_bis.qxp 16/09/2010 10.05 Pagina 1

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Nel mondo si impiantano un milione e mezzo di protesi d’ancaogni anno, di cui 300.000 negli Stati Uniti. Su circa 700.000 inter-venti eseguiti ogni anno in Europa oltre 100.000 riguardano ilnostro Paese che è superato solo da Germania (250.000) e Francia(130.000) e precede il Regno Unito (90.000) e la Spagna (70.000).Nel 65% dei casi la sostituzione dell’ancariguarda le donne; la percentuale sale al75% se l’impianto è successivo ad una frat-tura del collo del femore.

Grazie ai nuovi materiali, capaci di resi-stere efficacemente all’usura, aumenta ilnumero degli interventi in persone giova-ni: ogni anno, in Italia, 20.000 protesi ven-gono impiantate in under 65 anni e 5.000in pazienti con meno di 50 anni. Il numerodi impianti aumenta del 5% ogni anno conuna spesa di un miliardo e trecento milio-ni di euro per operazioni e ricoveri.

A questa somma sono da aggiungere 500milioni di euro per la riabilitazione. Il tota-le della spesa corrisponde all’1% delFondo Sanitario Nazionale. Crescono aritmo vertiginoso anche le sostituzioni diginocchio.

Non si aspetta piu’ che la persona siaanziana per intervenire: comanda la suaqualita’ della vita.

Il “successo” della chirurgia dell’anca dipende soprattutto dal-l’avvento di nuovi materiali, caratterizzati da un’usura estrema-mente inferiore rispetto al passato e da un ridottissimo rischio dirottura: le prestazioni ottimali si mantengono a lungo nel tempo.Dipende anche dai nuovi modelli di protesi che eccezionalmentevanno incontro alla tanto temuta lussazione; dipende dalla note-vole riduzione delle complicanze infettive e tromboembolicheper l’accurata prevenzione.

Le protesi del passato avevano una vita media di circa 15 anniper i pazienti anziani e 8 anni per i più giovani e attivi. Le prote-si del futuro, saranno sempre più piccole: la tendenza attuale,infatti, è ridurre al minimo l’asportazione di osso, così da facilita-re eventuali futuri reinterventi. Oggi ovunque s’interviene cer-cando di traumatizzare al minimo muscoli e legamenti. Non sitratta di chirurgia mininvasiva dal punto di vista estetico (sebbe-ne ormai bastino incisioni di 8-10 cm): l’obiettivo è rispettare i tes-

suti molli attorno all’articolazione così da minimizzare i tempi direcupero.

Fino a poco tempo fa la struttura che mi trovo a dirigere non èstata stimolata a migliorare questo tipo di prestazione elargita aipropri utenti, in quanto ritenuta troppo onerosa; anzi, tutt’altro,

è stata progressivamente limitata neifinanziamenti e l’attività di chirurgiaprotesica è stata contingentata e ridotta.Se poi consideriamo che nella societàattuale, già all’interno della famiglia,non c’è posto per un componente nonautosufficiente, ne è derivato che ipazienti aventi necessità di queste ope-razioni siano andati, finora, alla ricercadi un “pacchetto tutto compreso” consi-stente nell’intervento chirurgico (appa-rentemente più “trendy”, se eseguitooltre il Tagliamento) e nella riabilitazio-ne.

Ora invece il Direttore Generale ci haassegnato l’obiettivo di incrementare ilnumero dei pazienti operati consenten-doci anche di allestire una palestra inreparto per facilitare e abbreviare itempi di recupero post intervento. Incoerenza con il mandato regionale checerca di invertire il trend verso il

Veneto, offriamo al paziente un ricovero in tempi brevi, un’otti-ma assistenza anestesiologica e intervento operatorio, una strut-tura riabilitativa pronta a soddisfare le esigenze dell’operato, ladimissione avverrà nel minor tempo possibile una volta raggiun-ta la propria autonomia.

Garantiamo infatti un abbassamento dei tempi di attesa perl’esecuzione di questi tipi di intervento, offriamo una riabilitazio-ne personalizzata di concerto con il servizio di Fisioterapia, e ladimissione non sarà “affrettata”.

Inutile dire che sia la qualità del materiale utilizzato che del“sopramanico” sarà sempre al top e non teme certamente con-fronti con altre strutture regionali.

Otello Regeni – Ortopedia e traumatologia di Palmanova

Così cambia la protesi d’ancaL’intervento abbinato alla riabilitazione nella palestra del reparto

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Quando l’alcol va fuori controllo

L’uso di bevande alcoliche costituisce una delle maggioriminacce alla salute dei cittadini, delle famiglie e della comunità.Circa 30.000 persone muoiono ogni anno in Italia per patologiecollegate all’uso di bevande alcoliche e la mortalità per incidentistradali legati all’alcol è la prima causa di morte, in Europa, tra idiciotto e i ventiquattro anni. Per quanto riguarda la nostra regio-ne si calcola che circa 200 posti letto negli ospedali sono costante-mente occupati da persone con patologie direttamente o indiret-tamente collegate all’uso di alcol. Nonostante questi dati i proble-

mi legati all’uso di alcol sono ancora largamente sottovalutati e lacultura dominante considera ancora come positivo l’uso dibevande alcoliche, mentre deplora e condanna l’abuso.

La distinzione tra uso e abuso è obsoleta e oggi noi sappiamoche qualsiasi quantità di alcol ingerita costituisce un potenzialerischio per la salute. Le classificazioni internazionali infatti nonprevedono più la distinzione tra uso adeguato e uso inadeguatodi bevande alcoliche come si può vedere nella seguente tabella:

L’OMS a sua volta definisce le seguenti tipologie di consumo:Consumo rischioso: un livello di consumo o una modalità del

bere che possono determinare un rischio nel caso di persistenzadi tali abitudini.

Consumo dannoso: una modalità di consumo alcolico checausa danno alla salute a livello fisico e mentale.

Alcoldipendenza: insieme di fenomeni fisiologici, comporta-mentali e cognitivi in cui l’uso dell’alcol riveste per l’individuouna priorità sempre maggiore rispetto ad abitudini che in prece-denza avevano ruoli più importanti.

La caratteristica predominante è il continuo desiderio di bere.Ricominciare a bere dopo un periodo di astinenza si associa allarapida ricomparsa delle caratteristiche della sindrome.

Si comprende, quindi, come il corretto approccio ai problemialcol correlati debba prevedere un insieme complesso di azionifinalizzate, oltre che a curare e a riabilitare le persone che presen-tano una vera e propria dipendenza alcolica, a sensibilizzare l’in-tera comunità riguardo ai rischi che l’uso di bevande alcolichecomunque presenta.

IL SERVIZIO DI ALCOLOGIA E IL SISTEMA DEI CLUBALCOLISTI IN TRATTAMENTO (CAT)

Per affrontare la complessità dei problemi causati dall’uso dibevande alcoliche è necessaria l’azione congiunta e la sinergia tradiversi soggetti: strutture sanitarie, servizi sociali, associazioni divolontariato, medici di medicina generale e più in generale di

tutti coloro che rivestono un ruolo di responsabilità nella comu-nità.

Centrali in tale sistema sono il Servizio di Alcologia e i Club perAlcolisti in Trattamento.

• Come funziona il Servizio di AlcologiaIl Servizio di Alcologia è la struttura operativa dell’Azienda

Sanitaria che si occupa della prevenzione, cura e riabilitazionedei problemi alcol correlati. Al Servizio possono rivolgersi senzaalcuna formalità tutti quelli che soffrono a causa dell’alcol, sianoessi persone che bevono, familiari, amici, ecc. Le prestazioni sonogratuite e non serve l’impegnativa. A chi lo desidera è garantitol’anonimato.

Il Servizio si occupa di accogliere le richieste di coloro che sirivolgono a esso e di programmare con gli interessati dei percor-si personalizzati di trattamento e riabilitazione.

Il percorso terapeutico prevede sempre il coinvolgimento ditutta la famiglia e la partecipazione della stessa a un Club.

Il Servizio di Alcologia organizza inoltre costantemente pro-grammi di prevenzione in vari ambiti: scuole, luoghi di lavoro,associazioni, comunità locali. Organizza, in collaborazione con iClub, le SAT (scuole alcologiche territoriali) rivolte, in modo dif-ferenziato, sia a chi intraprende un programma di cura, sia a chiha avuto la patente sospesa per guida in stato di ebbrezza.

• Come funzionano i ClubIl Club Alcolisti in Trattamento è il perno fondamentale del-

l’approccio ecologico sociale (meglio conosciuto come metodoHudolin). Il Club può essere definito come una comunità multi-

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familiare costituita da un certo numero di famiglie, normalmentenon più di dodici, che condividono le problematiche legateall’uso di bevande alcoliche complicate dalla presenza di altreforme di disagio o, più in generale, da un comportamento aggres-sivo o violento. Le famiglie del Club si riuniscono a cadenza set-timanale insieme a un operatore, chiamato “servitore-insegnan-te”, adeguatamente formato ed aggiornato.

Scopo del Club è favorire un percorso di cambiamento del com-portamento dell’alcolista e della sua famiglia e di una loro pro-gressiva crescita e maturazione.

Il funzionamento dei Club si basa sull’interazione dei suoimembri in una dimensione di solidarietà, amicizia, comparteci-pazione, condivisione. Ciascuno è responsabile di se stesso e delproprio percorso di cambiamento senza deleghe di alcun tipo.

Nel territorio della Bassa Friulana sono presenti 32 Club raccol-ti in 4 ACAT (Associazioni Alcolisti in Trattamento) facilmenterintracciabili in quanto presenti in tutti i comuni: l’ACAT perio-dicamente pubblica l’elenco aggiornato di tutti i Club del territo-rio ed i riferimenti telefonici (tali riferimenti sono reperibili anchepresso il Servizio di Alcologia).

Sergio Paulon - Servizio di Alcologia

Il Servizio di Alcologia Opera su due sedi:

Palmanova: Via Molin 21 - tel. 0432 921937 o 0432 921914 Latisana: Via Sabbionera 45 - tel. 0431 529454 o 0431 529453

Io ho problemi con l’alcol? - Quattro semplici domande:

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Palma contro il fumoL’Azienda sanitaria n° 5 “Bassa Friulana” è stata individuata

come capofila per un progetto sperimentale di comunità promos-so dal Ministero della Salute-CCM per la prevenzione dei dannifumo-correlati.

Per progetto di comunità s’intende un intervento che realizza,mediante una progettazione condivisa, una serie di azioni inte-grate rivolte contestualmente alla scuola, agli ambienti di lavoro,ai momenti ricreazionali, alle strutture sanitarie, alle realtà asso-ciative, alla popolazione generale inun’area territoriale specifica e che vede lapartecipazione e l’inclusione attiva nelprogramma d’intervento di Enti edIstituzioni locali e regionali. Si tratta quin-di di “lavorare attraverso le organizzazio-ni, i sistemi e le reti sociali per promuove-re un ambiente che faciliti le scelte saluta-ri dell’individuo e in cui l’astinenza daltabacco sia la norma” (The CommunityGuide of Preventive Services CDC, 2000).

Il progetto denominato “Palma senzafumo”, a cui hanno partecipato professio-nalità appartenenti a tutte le struttureaziendali, è coordinato dalla dr. Silla Steldella “Promozione salute” delDipartimento di Prevenzione e dal dott.Sergio Paulon del Dipartimento SaluteMentale, con il supporto per la parteamministrativa del dott. Massimo DiGiusto. Grande sostegno è stato dato dallaDirezione Generale della nostra Aziendache, ricordiamo ancora una volta, offregratuitamente ai dipendenti che voglionosmettere di fumare, un corso interno didismissione dal fumo previo invio delmedico competente aziendale (dr. NardiniGiuliano tel. 1963). Significativa anchel’apertura dello sportello INFOFUMO(lunedì 14-16 e venerdì 10-12) presso il SerT, dove si può telefo-nare per una consulenza in merito al problema “fumo”.

Il progetto è iniziato nel dicembre 2008, con la firma del proto-collo d’intenti fra Comune di Palmanova e l’allora DirezioneGenerale ed ha ottenuto nel tempo l’adesione di altre importantiistituzioni del territorio: l’Istituto comprensivo di Palmanova inrappresentanza delle scuole materne, elementari e medie diPalmanova, la locale Associazione Donatori di Sangue,l’Università della Terza Età, l’Accademia nuova esperienza tea-trale – StudioDanza. Quest’ultima ha collaborato alla diffusionedel messaggio di salute attraverso il linguaggio della danza,mediante coreografie a tema presentate in vari momenti impor-tanti della vita della città di Palmanova e nel corso dei matinéeper le scuole. Nel dicembre u.s. ha firmato il protocollo d’intesaanche la CRI sezione locale.

Adesione ed interesse hanno dato numerose istituzioni ed asso-ciazioni: il Centro Femminile Italiano, con il quale abbiamo orga-nizzato un interessante pomeriggio di sensibilizzazione nelSalone d’Onore del Municipio, la Scuelute Furlane di Palme perla quale abbiamo tenuto una serata informativa in Marilenghe, lalocale associazione commercianti, il Gruppo storico, l’ACOS(Associazione cattolica operatori sanitari), la protezione civile,l’ARPA, la Casa di Riposo Ardito Desio, dove grazie alla collabo-razione della caposala Nadia abbiamo tenuto un incontro infor-mativo a tutti i dipendenti e così pure nella residenza per anzia-ni Janus, la parrocchia, l’associazione ex combattenti, le farmacie,i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, glialpini, la banda cittadina e molti altri ancora.

Il progetto è stato avviato ufficialmente il 27 maggio 2009 in ungremito Salone d’Onore, dove sono stati presentati alcuni datiricavati dai questionari pre intervento che moltissimi di voihanno compilato. La conclusione formale è avvenuta un annodopo, il 31 maggio scorso, in occasione della “Giornata mondialecontro il fumo”, conclusione fino ad un certo punto, perché pro-prio per l’occasione è stata lanciata la nuova campagna dell’Ass 5“Se fumi puzzi/Se tu fumis tu pucis”, realizzata con il sostegno

della Legge 482/99 e patrocinata daProvincia, società Filologica Friulana edArlef.

Numerose le autorità intervenute allamanifestazione che si è svolta nellasplendida cornice della piazza diPalmanova. Il Direttore Generaledell’ASS 5, dott. Paolo Bordon, sosteni-tore convinto del progetto, ha rimarcatol’importanza di una campagna rivolta aipiù giovani affinché adottino uno stiledi vita sano. Anche il Sindaco diPalmanova, dott. Federico Cressatti,dopo avere ringraziato l’assessore allepolitiche sociali Ernesto Baldin per l’im-pegno profuso in questo progetto, hasottolineato come l’Ass 5 sia diventataluogo di promozione della salute atten-ta al territorio. Il Presidente dellaProvincia di Udine, on. PietroFontanini, ha con forza ribadito la tossi-cità del fumo esortando i ragazzi pre-senti a tenersi lontano da fumo e alcol,vere piaghe della nostra società.Presenti anche il consigliere diFedersanità Anci Daniele Cortolezzis, ilpresidente della Lilt di Udine Edi Rota,esponenti del mondo della scuola, ildirigente dell’Istituto Einaudi-Mattei,

prof. Durì e la referente alla salute prof.ssa Mischis, esponentidell’associazionismo locale, il direttore della Società filologicadott. Feliciano Medeot e dell’Arlef dott. Lorenzo Zanon. Nelcorso della manifestazione sono state premiate anche le classipartecipanti al concorso Smoke free class competition sostenutodalla Promozione della salute del Dipartimento di Prevenzione.

Particolare attenzione è stata data alla scuola e ai servizi sanita-ri come luoghi di lavoro e al rispetto della L. 3/2003 (tutela dellasalute dei non fumatori), per questo è stata cura dellaPromozione della salute distribuire le monografie “Verso unascuola libera dal fumo” e “Verso un’azienda libera dal fumo” persensibilizzare gli operatori scolastici e sanitari e tutti i lavoratori.Si è ribadito il divieto di fumo in tutti i locali e nelle auto azien-dali, l’affissione della cartellonistica e la definizione dei delegatialla vigilanza, questo anche per rafforzare l’esempio educativonei confronti dei ragazzi e della popolazione, oltre che per adem-piere ad un disposto di legge e tutelare ogni cittadino dai dannidel fumo passivo.

Grazie alla collaborazione con la Lega Italiana Tumori (LILT)sezione provinciale di Udine è stata offerta la possibilità ad inse-gnanti e personale scolastico di accedere gratuitamente ad uncorso per smettere di fumare.

Tutti i partners sunnominati e coinvolti nel progetto “Palmasenza fumo” hanno inoltre collaborato alla raccolta dati median-te la somministrazione di un questionario anonimo sia prima del-l’inizio della campagna di sensibilizzazione che alla fine del per-corso.

Questa raccolta dati non voleva essere una rigorosa ricerca epi-demiologica, ma un questionario conoscitivo che potesse dare

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un’indicazione sulla situazione fumo nella comunità diPalmanova, non solo per quanto riguarda l’opinione e le abitudi-ni degli abitanti, ma di tutti quelli che lavorano, studiano, fre-quentano Palmanova e quindi ne sono comunità pur non essen-do residenti.

La somministrazione del questionario, che riprende alcunedomande dello studio PASSI sull’abitudine al fumo, funge ancheda momento di sensibilizzazione, di riflessione e da spunto didiscussione fra pari.Non ci aspettavamocerto differenze stati-sticamente significati-ve fra il prima ed ildopo, quello che vole-vamo in qualchemodo misurare era laricezione del messag-gio, la conoscenza delprogetto, il raggiungi-mento dei portatori diinteresse. La raccoltadi questi dati potràessere utile anche perla valutazione di pro-cesso, cioè la rilevazio-ne della congruenzatra la pianificazione el’attuazione del pro-getto stesso, osservan-do se le strategie, glistrumenti, i metodi ele risorse pianificatesono state realmenteutilizzate e se i targetindividuati sono stati effettivamente raggiunti, e ci sarà utileanche per la valutazione di risultato come verifica sulle abitudinipersonali e sulla percezione del problema fumo di sigaretta in uncampione della popolazione di Palmanova. Potremo anche avereuna stima dell’impatto e degli esiti delle diverse azioni previstesullo stato di salute, sul comportamento e sul grado di informa-zione e consapevolezza del problema. I dati sono in fase di elabo-razione da parte di esperti dell’Università di Udine, ma un’ante-prima di questi risultati (per quanto riguarda la popolazione stu-dentesca dell’Einaudi-Mattei) sono stati presentati dai ragazzistessi nel corso della manifestazione del 31 maggio.

Il breve tempo intercorso fra la prima e la seconda sommini-strazione (nuovi entrati, trasferiti, non risposte) non consentecerto una comparazione dati rigorosa, ma ci dà uno scenariomolto interessante e ci fa riflettere su alcune linee operative che èbene intraprendere.

Nell’Istituto sono stati somministrati ai ragazzi 296 questionaripre intervento e 291 post intervento: non emergono, come ci siaspettava, differenze eclatanti rispetto ai dati nazionali.Riportiamo di seguito qualche flash sui questionari post interven-to, dopo cioè che c’è stata la campagna di sensibilizzazione a curadell’Ass 5: ci sono stati interventi della psicologa Vidal del SerT edell’assistente sanitaria Malaroda della Promozione della salutein alcune classi, la sensibilizzazione mediante circolari delDirigente scolastico e lo “sportello” messo a disposizione deiragazzi da parte dell’Azienda Sanitaria dove i ragazzi potevanoaccedere al colloquio con la psicologa durante le ore di frequen-za scolastica e se del caso, venire indirizzati ad un corso per ladismissione dal fumo.

Ecco alcune informazioni emerse: il 28% dei ragazzi si dichiarafumatore. Degli 82 ragazzi (su 291) che fumano, 52 sono femmi-ne e 30 maschi. Più di due ragazzi su tre – fra quelli che riferisco-no di avere fumato - ha fumato la prima sigaretta prima dei 15anni (nel 68 % dei casi), ciò conferma ancora una volta che sevogliamo intraprendere programmi di prevenzione primariaquesti vanno intrapresi già nelle scuole medie (quasi il 40% deifumatori ha iniziato prima dei 14 anni).

Riguardo alle conoscenze oltre un terzo dei ragazzi (fumatori enon) ritiene, erroneamente, che il fumo passivo sia cancerogeno

solo per alte/lunghe esposizioni. Il 70% degli intervistati ritieneche fumare sia dannoso sempre, ma tale informazione non èpatrimonio di un 30% degli intervistati (un ragazzo su tre) cheritiene che il fumo sia dannoso solo se altamente esposti o soloper particolari soggetti.

Riguardo alla normativa sul fumo dichiara di conoscerla il 40%degli intervistati, e di conoscerla in parte quasi un altro 40% deiragazzi, che peraltro ritengono per la maggior parte di non aver

bisogno di ulterioriinformazioni (60%).Rimane un 20% chedichiara di non conoscer-la affatto.

Un altro dato che cideve far riflettere è chequasi un ragazzo su 5 èesposto al fumo passivonella propria abitazio-ne.

Dalla visualizzazionedi questi dati, dagliincontri avuti, dall’atten-zione e dal confrontosvolto con insegnanti,ragazzi e famiglie, emer-ge la considerazione cheil problema fumo è anco-ra sottovalutato, consi-derato un’abitudine, unvizio, una ragazzata enon una dipendenza omeglio una malattia (cosìè infatti codificata nelDSM IV e ICD X).

Come per la popolazione generale, anche per i ragazzi nonsempre è passato il messaggio che il fumo passivo è nocivo comequello attivo, né che il fumo è cancerogeno e nocivo sempre,anche a piccole dosi, e non sempre è conosciuta e quindi osserva-ta e ritenuta importante la normativa a tutela dei non fumatori.Molte sono quindi le linee di lavoro sulle quali si vuole potenzia-re l’attività, anche con la collaborazione degli altri portatori d’in-teresse, collocando il problema tabagismo in un discorso di piùampio respiro centrato sulla persona, sulle scelte che essa puòmettere in atto per costruirsi uno stile di vita sano volto al benes-sere. E’ lo spirito del programma “Guadagnare salute”: renderele persone capaci di scelte salutari, un investimento in tutti isensi, un’attività al sostegno della quale sono tenute tutte le isti-tuzioni, in particolare quelle educative e sanitarie.

Silla Stel - Dipartimento di Prevenzione

31 maggio 2010: un momento della manifestazione

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Calendario corsi in programmapagina 1

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Calendario corsi in programmapagina 2

Per eventuali informazioni ci si può rivolgere al proprio referente di dipartimento o all’Area di Formazione Aziendale (0432/921440 per i corsiinterni, 0432/921496 per gli aspetti amministrativi dei corsi interni ed esterni; per le strutture afferenti a Palmanova dal lunedì al venerdì dalleore 10.00 alle ore 14.00, per le strutture afferenti a Latisana il martedì e il giovedì dalle ore 10.00 alle ore 14.00 al numero 0431-520354. e-mail: [email protected]). Possibili variazioni o integrazioni del programma verranno comunicate quanto prima.

GLI ABSTRACT DI TUTTI I CORSI CHE L’AZIENDA PROPONE SONO DISPONIBILI SUL SITO:http://ecm.sanita.fvg.it/ecm/OFRCatalogo.jsp.

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Anche la barella diventa antidecubitoLe lesioni da decubito sono una delle complicanze più temute

nell’assistenza dei pazienti a rischio, siano essi degenti inOspedale, Case per Anziani, Case di Cura e negli ultimi annianche a domicilio.

La tendenza del Servizio Sanitario Nazionale d’incentivare lacura dell’anziano o dell’allettato a domicilio, ha spostato il proble-ma anche all’interno delle muradomestiche. Grandi investimentiin tal senso sono stati fatti verso iservizi domiciliari di assistenza.

Visto l’elevato costo di gestionedel processo di guarigione dellalesione, meglio investire nellaprevenzione dei decubiti, fornen-do tutto ciò che è utile a raggiun-gere l’obiettivo: i presidi necessa-ri (materassi antidecubito e mate-riale per l’igiene) e la dovuta for-mazione ai famigliari, atta a pre-venire il formarsi di lesioni dacompressione.

In questa importante fase, gran-de rilevanza riveste il ruolo del-l’infermiere di comunità.

Dinanzi a questa grande attenzione che coinvolge tutti gli ope-ratori in campo, noi della Croce Rossa del Comitato Locale diPalmanova, non potevamo rimanere immobili.

Il grande lavoro fatto da tutti gli operatori per la prevenzionedelle lesioni da decubito, non poteva venire vanificato dal tra-sporto di questi pazienti sulla barella dell’ambulanza.

Abbiamo quindi deciso di acquistare per tutte le barelle delleambulanze in dotazione, un materasso antidecubito. Questo alfine di dare la giusta continuità al lavoro di tutti, dagli operatorisanitari ai famigliari dei pazienti. Tutte le postazioni ambulanzaafferenti al Comitato Locale della Croce Rossa di Palmanova (CRICervignano del Friuli, CRI Palmanova e CRI Torviscosa), sonostate dotate di un materasso antidecubito per ogni ambulanza edi uno di scorta da utilizzarsi nelle fasi di pulizia e sanificazione.

Questa decisione è nata da un’attenta analisi dei tempi necessa-

ri ai trasferimenti dei pazienti dal domicilio verso l’ospedale pervisite esami e consulenze (che spesso si svolgono sopra le stessebarelle dell’ambulanza) e dai tempi di permanenza sulle barellenei viaggi a lunga percorrenza.

Negli ultimi anni abbiamo toccato tempi di permanenza sullabarella dello stesso paziente che sono arrivati anche fino a 16 ore

(trasporto via terra a Tirana –Albania). Rispetto ai materassi uti-lizzati in precedenza che garantiva-no l’impermeabilità, il contenimentodel paziente, il mantenimento di unpiano rigido per un eventuale mas-saggio cardiaco, questi nuovi hannoulteriori caratteristiche peculiari:

• il materasso è stato costruito sumisura e sezionato in due o più partiper poter mantenere inalterate leposizioni anatomiche;

• lo spessore è di almeno 10 cmper garantire la superficie antidecu-bito;

•la fodera esterna è completamen-te sfoderabile;

• la parte superiore in spalmato di poliuretano è in classe 1 direazione al fuoco, antibatterico, antimicotico, impermeabile ailiquidi, ma traspirante al vapore acqueo (sudorazione del pazien-te);

• la parte inferiore è di PVC in classe 1 di reazione al fuoco,impermeabile ai liquidi e fissata al piano barella con velcro;

• il materasso antidecubito non richiede particolari metodi dismaltimento, in quanto è assimilabile ad un rifiuto domesticoingombrante non tossico.

La scelta fatta dal Comitato Locale della Croce Rossa diPalmanova è risultata pionieristica e ha suscitato interesse a livel-lo nazionale tanto da meritare la pubblicazione sulla più impor-tante rivista del soccorso in Italia, N&A. (N&A n° 212 giugno2010).

Tommaso Piani, Denis Raimondi, Tiziana, Tellini C.R.I. Francesca Fregonese Medicina Palmanova

IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT IN & OUT

Dr. Silvio Giove, dr. Claudio Fiscella, dr. Vincenzo Carala direzione desidera ringraziarVi per il contributo in termini di

conoscenze, competenza e professionalità che in tutti questi anni,avete saputo donare agli utenti, ai colleghi e all’azienda.

" Un tram chiamato desiderio" si è fermato alla stazione ostetri-co-ginecologica di Jalmicco-reparto pensionati.MauraTiraboschi, infermiera professionale, sale puntualmente in vettu-ra; si sente sola, si guarda in giro, trova uno specchio a cui istin-tivamente si avvicina. Come ogni giorno controlla la propriaimmagine riflessa, estrae dalla borsetta il rossetto che applicasulle labbra umettandole, un ritocco di rimmel sugli occhi, unaspruzzatina di profumo, una aggiustatina alla divisa e, inappun-tabile, con uno splendido sorriso si prepara per la giornata dilavoro. Efficiente e precisa nello svolgere le proprie mansioni,instaura un rapporto umano con le pazienti che deve accudire edalle quali è apprezzata. Ma oggi è una giornata diversa perchèsa che non sarà più così. Non c'è percorso che non abbia un ter-mine. Con oggi comincerà un nuovo viaggio e noi glielo auguria-mo come " gli astri che seguono precisi ignoti cammini in curve

d'oro”. Ed affacciandosi dal finestrino troverà gli amici e colleghiche in questi anni l'hanno conosciuta e che la salutano commossi.

Un saluto dai colleghi dell’Ostetricia-Ginecologia Palmanova

Un saluto di benvenuto a:

• Daminato Roberto , Melazzini Simona ( P.O Latisana)• Uanetto Mariateresa, Malisan Elena (P.O. Palmanova)

Un arrivederci e un grazie a:•Francescotto Anna, Mannino Dario, Uliana Patrizia, FiscellaClaudio, Cara Vincenzo, Giove Silvio (P.O. Latisana)

•Bernardis Marilisa (Ospedale di Palmanova)

•Ruzza Gianpaolo, Pasini Piero, Boschi Michelangelo

( PPS Lignano)

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Gli alpini dalla parte dei malatiIl Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro ha recentemente

deciso di intervenire a favore della Azienda per i Servizi Sanitarin° 5 “Bassa Friulana”, ed in particolare del Distretto SanitarioOvest, con una donazione resa possibile grazie ai proventi deri-vanti dalla attività di raccolta dimateriali ferrosi che da tempo,periodicamente, viene garantitadallo stesso gruppo. Al fine didefinire compiutamente la“dimensione” che tale attivitàcomporta, appare opportuno evi-denziare che con l’ultima raccoltasono stati raccolti, nel corso di unfine settimana, oltre 500 quintalidi ferro grazie all’attività di volon-tariato garantita da una quaranti-na di alpini.

Tenuto conto delle esigenze cheerano state espresse alCapogruppo Davide De Piante daparte del Direttore del DistrettoSanitario Ovest, dr. MarioCorbatto, sulla base anche del parere espresso in merito dallaAssemblea del Gruppo, l’iniziativa si è concretizzata con la dona-zione di:

• due impianti di amplificazione “parla-ascolta” per il CentroUnico di Prenotazione della sede distrettuale di San Giorgio diNogaro, al fine di favorire la comunicazione tra addetto allo spor-tello e utente;

• due “letti Alzheimer” per la RSA di Latisana che verrannoutilizzati per pazienti affetti da gravi forme dementigene conconcomitante elevato rischio di caduta, anche al fine di ridurre ilricorso alla contenzione fisica (in particolare tali letti consentonodi abbassare il livello del materasso quasi alla quota del pavimen-to, per cui, in caso di discesa dal letto da parte di un paziente conelevato rischio di caduta, le possibilità di lesioni diminuiscono inmaniera significativa).

Al fine di dare il giusto rilievo all’iniziativa in questione, saba-to 17 luglio si è tenuta una cerimonia di consegna presso la sededistrettuale di San Giorgio di Nogaro alla presenza di varie auto-rità civili, religiose e militari, tra cui in particolare il Presidentedella Regione, on. Renzo Tondo, il Consigliere Regionale, Paride

Cargnelutti e il Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria, dott.Paolo Bordon. Durante la cerimonia il capogruppo De Piante haevidenziato in particolare le attività che da sempre contraddistin-guono l’operato degli alpini, caratterizzato in primo luogo dal

volontariato e dalla solidarietà neiconfronti di vari soggetti e asso-ciazioni della comunità di riferi-mento; ha inoltre ringraziato laBanca Popolare FriulAdria per ilsostegno che la stessa ha volutogarantire alla iniziativa.

Gli interventi che sono seguitihanno a loro volta sottolineatol’elevato valore morale che deveessere riconosciuto alla iniziativasolidaristica messa in atto dalGruppo Alpini di San Giorgio diNogaro, a supporto delle attivitàistituzionali garantite dagli entipubblici.

Il Presidente Tondo ha volutoevidenziare il senso della sua par-

tecipazione alla cerimonia, pur in presenza di problemi di tipopolitico, economico, occupazionale di elevata portata che caratte-rizzano la situazione attuale, sottolineando in particolare cheeventi come quello messo in atto dagli alpini di San Giorgio diNogaro risultano di fondamentale importanza per favorire quel-le dinamiche di collaborazione tra enti pubblici e cittadinanzaattiva che di fatto determinano un significativo rafforzamento deilegami comunitari che rappresentano sicuramente la base delnostro vivere civile. Al termine della cerimonia il dott. Bordon haconsegnato al Capogruppo De Piante una targa in segno di rin-graziamento e ricordo per l’importante avvenimento. L’evento siè concluso presso la vicina sede del Gruppo Alpini di San Giorgiodi Nogaro con un rinfresco offerto dal Gruppo stesso. L’Aziendaper i Servizi Sanitari n° 5 “Bassa Friulana” ringrazia sentitamen-te il Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro per il prezioso con-tributo; i presidi che sono stati donati contribuiranno sicuramen-te a elevare e migliorare ulteriormente la qualità delle prestazio-ni e delle attività che vengono garantite dalla nostra Azienda.

Mario Corbatto - Distretto Sanitario Ovest

Si è svolta il 20 luglio scorso la cerimonia di inaugurazionedella nuova sede del servizio Infermiere di Comunità delcomune di Pocenia; in precedenza si era tenuta la cerimonia diconsegna di un’automobile FIAT Doblò (che andrà ad affiancareun mezzo già in dotazione) donata al Comune da un istituto dicredito locale e che verrà utilizzata dai volontari per il trasportodi anziani e disabili con necessità di trasferimento verso struttu-re assistenziali o sanitarie del territorio regionale.

Nel corso della cerimonia il Sindaco Danilo Bernardis ha evi-denziato con orgoglio che, dopo alcuni anni in cui il suddetto ser-vizio era stato provvisoriamente collocato presso l’ambulatoriodella palestra comunale, in un contesto logistico sicuramente nonottimale, finalmente è stata resa possibile la realizzazione di unasede definitiva più funzionale e adeguata alle necessità, all’inter-no di locali ristrutturati recentemente.

Da parte mia ho ritenuto opportuno sottolineare gli importantirisultati che il servizio dell’Infermiere di Comunità ha consegui-to su tutto il territorio della ASS n° 5 a partire dal 2000 (anno incui è stata avviata la prima esperienza) e i rilevanti e autorevoliriconoscimenti che ripetutamente e da più parti sono stati attri-buiti al progetto messo in atto dalla ASS n° 5 e portato a termine

in un arco di tempo relativamente breve. Mi è sembrato inoltreutile evidenziare come le due piccole, ma significative cerimoniesuccedutesi a breve distanza di tempo rappresentassero, di fatto,uno spaccato estremamente significativo di quella che dovrebbeessere una rete territoriale, istituzionale e informale, che funzio-na veramente e che contribuisce in maniera sostanziale a rinsal-dare i legami comunitari, presupposto fondamentale per ogniattività di cura e assistenza che si svolga sul territorio, e cioè:

• Amministrazione Comunale e Azienda Sanitaria che collabo-rano, anche con una compartecipazione delle spese, per la realiz-zazione di un servizio fortemente sentito dalla cittadinanza, i cuifavorevoli risultati risultano unanimemente riconosciuti;

• privato che mette a disposizione dell’AmministrazioneComunale un mezzo che sarà utilizzato dai volontari per rispon-dere ad un bisogno espresso dalle fasce di popolazione più fragi-li, nei confronti del quale la risposta “istituzionale” non semprerisulta di facile e immediata attuazione.

La cerimonia si è conclusa con il rituale taglio del nastro daparte del Sindaco Bernardis, dell’Infermiera di Comunità diPocenia, Cristina Barone, e di chi scrive.

m.c.

Pocenia, aperta la nuova sede dell’infermiere di comunità

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I mâi daûr dal timpTe prime part di chest argoment o vin dite che par meteoropa-

tie o intindìn une sindrome che e va daûr de cundizions dal timpatmosferic e che un 20-30% di lôr a patissin cuant che al gambieil timp o subit prin che al cambii. I jenfrisegns a son fisics e psi-chics, plui spes di tipo neurovegjetatîf, e puedin jessi dolôrs comereumatics, gnervôs, ansie, pocje voie, depression, colament divite, mancjance di concentrazion, tachicardie, mâl di cjâf, coloniritabil, nuie di sium, stiçon, mâl di stomi…

Meteoropatics a son stâts Cristoful Colomp, Martin Luter,Jacun Leopardi... Goethe al jere cetant sensibil ai mudaments daltimp: al pative a ducji gambis di stagjon e– stant che nissunmiedi i le cjatave – alà ancje lassât un scrit“Mal di timp”.Wagner al colave tedepression ogni volteche al ere brut timp ea contin che nol riva-ve mai a finî ilParzifal par vie cheploveve simpri.Voltaire al odeave lamancjance di soreli, aMozart i vignive mâldi cjaf ogni volte chegambiave il timp, Leonard di Vinci e Michelagnul a no rivavin alavorâ cuant che e jere tante umiditât. A Napoleon i faseve mâl lafamose ulcere cuant che e veve di rivâ une perturbazion. Balzactal so romanç “Il miedi di campagne” al à descrit cun tante preci-sion za in che volte chescj disturps, che par un toc la meteoropa-tie e vignive clamade la “Sindrome di Balzac”. Par solit la intmeteoropatiche e à i disturps prin che mudi il timp (e “sint” iltimp), la fase “acude” corispuint a la variazion dal clime e la fasedi remission e ven apene che il timp al è stabil. Lis meteoropatiisplui frecuentis a son cui gambiaments dai aiars o ator dai tempo-râi, cuant che e cale la pression atmosferiche, cu la ploie, par viedal umit o dal cîl nulât. Temperadure, pression, umiditât e aiarson grandecis une vore leadis tra di lôr: cuant che e gambie une einlfuis su chês altris, rindint une vore dificile la analisi e la com-prension di ce che al sucêt tal organisim e spes lis causis e i efietssi confondin tra di lôr.

L’organisim uman al sta ben cuant che l’umiditât relative e jeator dal 50% e cuant che la temperadure e je gradevule, se al ètant umit e tant cjaldon, e cres la temperadure interne, si fas pluifature a tirâ il flât, e inalore o vin pocje ossigjenazion dai tessutse dal cerviel cun malstâ, gnervôs e colament di vite.

Lis causis des meteoropatiis a no son ancjemò ben cognossudis:si pense a une incressite dal ormon adenocorticotrop, a une dimi-nuzion des endorfinis (si sbassarès cussì la soglie dal dolôr), unaument de serotonine, une alterazion dal sisteme di termoregola-zion ipotalamic.

Dut chest al provocarès il fat che une persone meteoropatiche esedi plui sensibile a la ionizazion dal ambient esterni e a la cres-site de eletricitât atmosferiche che e ven prin di une perturbazione chest al causarès mâl di cjâf, ansie, e v.i.

Ancje i aiars a puedin causâ une schirie di disturps inte int pre-disposte, si fevele in chest câs di anemopatiis.

La Tramontane e pues puartâ crisis asmatichis e disturps circo-latoris, il Siroc – che al è un aiar cjalt e umit - al puarte astenie,debolece, voie di nuie, depression.

Cuant che il Siroc al gambie in Grecâl a calin i dolôrs articolârs,a van in miôr broncopatiis, cardiopatie e depression, ma cuant

Nella prima parte di questo argomento, abbiamo detto che permeteoropatia si intende una sindrome che segue le variazioni deltempo atmosferico e che ne soffre un 20-30% della popolazione,con malesseri che possono anche precedere l’arrivo della pertur-bazione. I sintomi sono fisici e psichici, più spesso di tipo neuro-vegetativo, ci possono essere dolori di tipo reumatico, nervosi-smo, ansia, malessere, depressione, lipotimia, difficoltà a concen-trarsi, tachicardia, emicrania, colon irritabile, insonnia, pirosi,mal di stomaco…

Meteoropatici sono stati molti personaggi famosi comeCristoforo Colombo, Martin Lutero, Giacomo Leopardi… Goethe

era alquanto sensibi-le ai cambiamentiatmosferici: soffrivaal cambio di stagionee siccome nessunmedico riusciva atrovargli un rimedio,scrisse anche un sag-gio “Mal di tempo”.Wagner cadeva indepressione ogni-qualvolta c’era bruttotempo, si narra chenon riuscisse a termi-nare il Parsifal acausa della pioggiainsistente. Voltaire

detestava la mancanza di sole, Mozart soffriva di mal di testaogni volta che cambiava il tempo, Leonardo da Vinci eMichelangelo non riuscivano a lavorare quando c’era troppaumidità e si acuiva la famosa ulcera di Napoleone all’arrivo diuna perturbazione atmosferica. Balzac, nel suo romanzo “Il medi-co di campagna” descrisse così bene la sintomatologia di questidisturbi che per molto tempo la meteoropatia venne detta la“Sindrome di Balzac”.

La maggior parte dei meteoropatici accusa i disturbi prima del-l’arrivo di una perturbazione atmosferica (“sentono il tempo”), lafase acuta corrisponde alla variazione climatica e la fase di remis-sione alla stabilizzazione del tempo. Le meteoropatie più fre-quenti si hanno in prossimità del cambio dei venti, all’arrivo deitemporali, quando vi è un calo della pressione atmosferica, con lapioggia, l’umidità e l’aumento della nuvolosità. Temperatura,pressione, umidità e venti sono grandezze legate fra loro, alvariare di una variano anche le altre rendendo difficoltosa l’ana-lisi e la comprensione dei fenomeni nell’organismo umano espesso causa ed effetto si confondono fra loro.

L’organismo umano è in stato di benessere quando la tempera-tura è gradevole e l’umidità è attorno al 50%, se il tempo è moltocaldo e umido aumenta la temperatura interna, si hanno difficol-tà respiratorie, poca ossigenazione dei tessuti e del cervello conconseguente malessere, insofferenza, nervosismo.

Le cause non sono ancora ben conosciute: si è postulato unaumento dell’ormone adrenocorticotropo, una diminuzione delleendorfine, (si abbasserebbe così la soglia del dolore), un aumen-to della serotonina, un’alterazione del sistema di termoregolazio-ne ipotalamico. Tutto ciò comporterebbe una maggior sensibilitàdel meteoropatico alla ionizzazione dell’ambiente esterno ed allacrescita dell’elettricità atmosferica che si hanno all’arrivo di unaperturbazione e ciò causerebbe le cefalee, l’ansia, ecc.

Anche i venti possono causare disturbi nelle persone predispo-ste, in questo caso si parla di anemopatie. La tramontana puòportare (o peggiorare) crisi asmatiche e disturbi circolatori, lo sci-rocco - che è un vento caldo e umido - può portare astenia, debo-lezza, malessere, depressione. Quando cambia in grecale miglio-rano i disturbi articolari, depressione e le broncopatie, ma quan-

Seconde part

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do il grecale soffia d’inverno, le basse temperature possono esse-re problematiche per anziani e debilitati.

La “sindrome del foen” era già nota da tempo: il favonio erachiamato il vento della pazzia, perché già anticamente avevanonotato che quando soffiava questo vento aumentavano gli episo-di di follia e i gesti inconsulti. Sintomi e segni possono palesarsianche 24 ore prima dell’arrivo della perturbazione, le personepredisposte si innervosiscono per nulla, lamentano difficoltà diconcentrazione, pressione bassa e vertigini.

Bora: è un vento freddo, provoca vasocostrizione con conse-guenti disturbi circolatori, cefalee, broncopatie…

In conclusione: la persona meteoropatica soffre al cambiamen-to del tempo atmosferico, le cause non sono ben note e questidisturbi sono in aumento, non è una malattia a sé stante, ma siparla di una serie di disturbi e di un peggioramento di patologiecroniche pre-esistenti come le cardiopatie, le bronchiti, l’asma, idolori reumatici, la depressione, sarebbe importante conoscerequesti effetti per tarare le terapie. A consolazione di tutti i meteo-ropatici ecco quel che scriveva Goethe: “sono i cervelli più fini quel-li che soffrono maggiormente dei cambiamenti del tempo”

Silla Stel - Dipartimento di Prevenzione

che il Grecâl al sofle di Unvier, la diminuzion de temperature nova ben par viei e debilidâts.

Sindrome dal foen: il favoni al vignive clamât ancje “l’aiar daimats” parce che in antîc a vevin fat câs che cuant che al soflavechest aiar a jerin plui malefatis e la int a lave plui dispès fûr dicjâf. I jenfresegns a puedin fâsi sintî ancje 24 oris prime che e rivila perturbazion; di fat la int si suste par nuie, e fâs fature a con-centrâsi, e je gnervose, si lamente di pression basse e di inzirlis.

Buere: jessint un aiar frêt al causione vasocostrizion e alore avan in piês i disturps circolatoriis, lis cefaleis, lis broncopatiis…

In conclusion: la persone meteoropatiche e patìs daûr dal timp,chescj disturps a son in cressite, no si fevele di une malatie, ma diune schirie di disturps, a puedin lâ in piês lis malatiis cronichiscome cardiopatiis, bronchitis, asme, dolôrs reumatics, depres-sion; al sarès ben cognossi chescj efiets par justâsi cu lis terapiis.

A consolazion di ducj i meteoropatics vè chi ce che al scriveveGoethe: “A son i cerviei plui fins chei che a patissin di plui pai gambia-ments dal timp”

Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi Avvisi

Si informa che a Palmanova il programmagratuito di screening mammografico subirà

la seguente variazione:

Dal 1 al 7 Ottobre si festeggia la Settimana Mondiale perl’Allattamento Materno, ovvero una settimana di sensibilizza-zione per le mamme, ma anche per gli operatori sanitari, per pro-muovere nel modo più corretto l’allattamento al seno. In tale con-testo, Giovedì 7 ottobre alle ore 17.00 presso la Sala Consiliaredel Palazzo Vianelli - Municipio di Terzo di Aquileia - si rinnova,per il quarto anno consecutivo nel territorio aziendale, il momen-to di incontro con la popolazione: il tema del 2010 sarà:“L’allattamento materno: cos’è cambiato e cosa ne pensano lemamme”. L’evento è organizzato dal Gruppo culturale “Aganis”con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Terzo di

Aquileia e dell’Azienda per i Servizi Sanitari n.5 “BassaFriulana”. La suddetta iniziativa prevede l’intervento della dotto-ressa Paola Materassi, pediatra di libera scelta dell’Ass 5, dellasignora Mariarosa Milinco formatrice di gruppi peer counsellorse del Gruppo “Sorsi di Vita” - formato da volontari che offronoun servizio “da mamma a mamma”, mettendo a disposizionel’esperienza diretta di allattamento dei propri figli e la formazio-ne ricevuta -. Si coglie l’occasione per ringraziare operatoridell’Azienda Sanitaria, Pediatri di Libera Scelta e le mamme di“Sorsi di Vita” per il lavoro quotidiano di sostegno e di aiutoofferto alle neo-mamme e ai loro bambini.

Antonella Arena - Dipartimento di Prevenzione

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29 ottobre 2010 Vuoti a rendere

di Jan Sverák Repubblica Ceca, Regno Unito, 2007 – 100’

Dopo aver lasciato il suo lavoro da inse-gnante, Josef, un uomo dal carattere "diffi-cile" che vive con la moglie, ormai rasse-gnata al suo modo d'essere, si da fare pertrovare un altro lavoro. Trova un impiegonel settore dello stoccaggio delle bottiglievuote in un supermercato ma scopreanche che si può imparare a prendere lavita in un altro modo, iniziando con l'esse-re più gentile con le altre persone...

Cineforum: “LE FOLLE E IL FOLLE” presso l’Auditorium San Marco a

Palmanova

26 novembre 2010 Frozen River

di Courtney Hunt USA, 2008 – 97’’

Dopo aver visto disattese tutte le suesperanze di comprare una casa prefab-bricata, in quanto il marito é sparitodopo aver speso tutti i soldi nel gioco,Ray Eddy, che oltretutto ha due figli acarico, é disperata. Per cercare di guada-gnare un po' di soldi per sopravvivere, sipresta a far attraversare il confine tra ilCanada e gli Stati Uniti ai clandestinicinesi e pachistani...

Inizio proiezioni ore 20.30, info: tel. 339 3110647 http://www.cinemanova.it e.mail [email protected]

Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione Redazione

A.S.S.ieme per 5 minuti

Periodico Bimestrale dell’Azienda per i

Servizi Sanitari n. 5 -”Bassa Friulana”

Anno IV - Numero 26Settembre/Ottobre 2010

Reg. presso il trib. di Udinen. 29/06 del 28.06.2006

Direttore responsabile Daniela Gross

Questo giornale éstampato su carta riciclata

RedazioneTiziana BonardiMelania Fichera

Antonietta GuerraMarco Luigiano

Meri MarinChiara Obit

Paola VirgolinContatti

Tel. 0432-921444Fax. 0432-921500

E-mail: [email protected]

Posta interna : Redazione giornale c/o Ufficio Relazioni con il Pubblico

Impaginazione e GraficaMarco Luigiano

LoghiDenis Battaglia

StampaGRAFICHE FILACORDAviale Palmanova, 464/28

33100 Udine - Italytel. +39 0432 522 276

http://www.grafichefilacorda.it/

A questo numero hanno collaborato:

Antonella ArenaMario Corbatto

Francesca FregoneseSergio Paulon

Tommaso PianiDennis Raimondi

Otello RegeniSilla Stel

Tiziana Tellini

La Presidenza del Consiglio dei Ministri a testimonian-za dell’impegno prestato nei confronti della popolazionecolpita dal sisma nel mese di aprile dello scorso anno, haconferito l’attestato di pubblica benemerenza delDipartimento della Protezione Civile alla SOC diMedicina di Palmanova.

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