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Appunti del libro "lingue e linguaggio" di Graffi e Scalise

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1 CAPITOLO 1: La linguistica lo studio scientifico del linguaggio umano. tutti usiamo un linguaggio che chiameremo linguaggio naturale o umano. ad. ex il linguaggio dei computer, il linguaggio dei fiori... sono tutti sistemi di comunicazione che servono per trasmettere informazioni da un individuo, emittente, ad un altro, ricevente. i linguaggi sono identici nella loro funzione cio nel fatto di permettere la comunicazione ma non detto che siano identici nella loro struttura. La struttura del linguaggio umano specifica e solo la specie umana ha la capacit di acquisire il linguaggio umano. La linguistica lo studio scientifico del linguaggio umano dunque. Lo studio scientifico deve formulare ipotesi generali che spieghino molti fatti particolari, queste ipotesi inoltre devono essere fatte in modo chiaro: ci vale anche per la linguistica. La linguistica una disciplina descrittiva infatti che deve spiegare, usando leggi generali, ci che effettivamente si dice. ogni lingua inoltre presenta una variet d'uso, ogni variet ha delle caratteristiche proprie che vanno conosciute per poter utilizzare tale variet nei contesti appropriati. L'indicazione delle forme buone o meno buone comunque compito della grammatica normativa invece la linguistica vuole investigare i meccanismi che stanno alla base del comportamento linguistico degli esseri umani. Il linguaggio umano discreto mentre il linguaggio di molte specie animali [ex. api) continuo. discreto nel senso che i suoi elementi si distinguono per l'esistenza di limiti definiti. ad esempio [p] e [b] hanno un effetto di contrasto netto, non esistono dunque entit intermedie tra p e b. nei sistemi continui invece sempre possibile specializzare sempre pi il segnale: la danza delle api ha questa caratteristica. inoltre,una delle caratteristiche del linguaggio umano quella di poter formulare un numero alto di segni, cio di entit dotate di significante e significato mediante un numero molto limitato di elementi, i fonemi, che non hanno significato ma hanno la capacit di distinguere significati. questa caratteristica chiamata doppia articolazione ed assente nei linguaggi degli animali. un'altra differenza che i sistemi di comunicazione animale sono caratterizzati da un numero finito di segni; le parole di origine umana invece non sono un insieme finito poich se ne possono creare sempre di nuove, e, nel nostro parlare quotidiano facciamo uso di frasi nuove create sul momento. A questa capacit contribuisce il meccanismo della ricorsivit che permette di costruire frasi nuove inserendo in una frase data,un'altra frase. partiamo da una frase semplice: Maria mi ha colpito usando un verbo come "dire", possiamo trasformare questa in una frase complessa, cio formata da una frase principale e una frase dipendente: I ragazzi dicono che Maria mi ha colpito anche questa seconda frase pu diventare dipendente da un verbo come credere: I vicini credono che i ragazzi dicano che Maria mi ha colpito ecc... Un altro modo per formare frasi complesse di lunghezza indefinita e ricorrere all'uso della congiunzione e. Il limite alla lunghezza delle frasi non esiste in linea di principio ma c' un contrasto tra la capacit potenziale di produrre frasi infinite e la possibilit effettiva di realizzare tali frasi: c' contrasto tra competenza ed esecuzione. Sono gli esseri umani gli unici a poter acquisire un sistema di comunicazione caratterizzato dal fenomeno della ricorsivit. I tentativi fatti nel 1960 circa per insegnare ad alcuni gorilla una lingua

2 umana confermano questa tesi. Le scimmie non parlavano perch la loro anatomia non lo permetteva perci si ricorse al linguaggio gestuale. Le scimmie mostrarono per di non saper ricorrere alla ricorsivit. Inoltre cominciavano a comunicare solo dopo che erano state stimolate a farlo. Abbiamo dunque visto che il linguaggio umano caratterizzato da discretezza e ricorsivit. il linguaggio dell'informatica tuttavia caratterizzato da queste due stesse propriet ma si differenzia dal linguaggio umano. La differenza sta nella dipendenza dalla struttura. ex. La donna che i ragazzi dicono che mi ha colpito Maria il verbo "ha colpito" alla terza persona singolare e si accorda con il nome "donna" che non immediatamente vicino ad esso, cosa necessaria per il linguaggio informatico. Il nome "ragazzi" pi vicino al verbo "ha colpito" ma se trasformassimo "ha colpito" in "hanno colpito" la frase risulterebbe agrammaticale: *La donna che i ragazzi dicono che mi hanno colpito Maria dove l'asterisco indica le combinazioni di parole che sono agrammaticali. Tenendo conto che la linguistica una disciplina descrittiva, agrammaticale non significa scorretto ma malformato per un parlante nativo di una determinata lingua. il senso intuitivo di grammaticalit rappresenta una caratteristica essenziale della competenza dei parlante nativo di una lingua!!! Le relazioni tra parole all'interno di una frase non sono determinate dalla loro successione ma sono dipendenti dalla struttura. Con linguaggio intendiamo la capacit di sviluppare un sistema di comunicazione dotato delle caratteristiche appena accennate. Con lingua intendiamo la forma specifica che questo sistema di comunicazione assume nelle varie comunit. Le lingue sono differenti ma entro limiti ben definiti, ossia quelli del linguaggio come capacit umana specifica. Bacone, filosofo medievale, diceva che la grammatica unica nella sostanza anche se varia accidentalmente. nel '800 si pensava invece che non ci fosse nulla in comune a tutte le lingue del mondo. nel 1950 circa si torn invece sulla posizione di Bacone. gli universali linguistici, ossia gli elementi comuni a tutte le lingue sono ad esempio la ricorsivit e la dipendenza dalla struttura. una caratteristica che distingue le varie lingue l'ordine delle parole o meglio l'ordine degli elementi principali della frase. in italiano abbiamo soggetto-verbo-oggetto ma in arabo ad esempio verbosoggetto-oggetto. esistono dunque degli universali linguistici e delle propriet che caratterizzano soltanto alcune lingue. CAPITOLO 2: sin dalla nascita siamo circondati da atti linguistici. una lingua un sistema articolato su pi livelli e dunque un "sistema di sistemi". i livelli linguistici sono 4: quello dei suoni, fonologia, quello delle parole, morfologia, quello delle frasi, sintassi, quello dei significati, semantica. Le unit di ogni livello sono interdipendenti. La linguistica privilegia la lingua come espressione orale piuttosto che scritta perch ad esempio il bambino impara prima a parlare che a scrivere, la lingua cambia nel tempo prima ad un livello orale infatti gli alfabeti sono spesso in ritardo rispetto all'evoluzione delle lingue. In una lingua fondamentale la capacit distintiva dei suoni. ad esempio la vocale [a] si oppone alla vocale [e] in parole come "manto", "mento". se pronuncio per ad esempio la parola "mano" 12 volte avr ad esempio 12 "a" diverse dal punto di vista fisico [altezza tonale, lunghezza...): vi quindi un livello astratto dove vi una /a/ e poi questa /a/ si pu realizzare in n modi diversi.

3 c' dunque un livello nel quale ci che conta l'opposizione tra i vari suoni e poi c' un livello concreto in cui c' molta variet che dipende da come sono atteggiati gli organi della fonazione in quel momento. esiste cos un livello astratto della lingua nel quale i fenomeni sono pertinenti! "Langue" e "parole": Saussure cre una serie di distinzioni come quelle tra sincronia e diacronia, rapporti associativi e rapporti sintagmatici, tra significante e significato e tra langue e parole. la "parole" un'esecuzione linguistica realizzata da un individuo, un atto individuale. Un individuo A pu produrre dei suoni concreti, un atto di "parole", che individuale. Ma un individuo non possiede tutta la lingua; questa infatti preesiste agli individui e sopravviver ad essi. Vi dunque una lingua della collettivit, astratta: la "langue". la "langue" il sistema di riferimento collettivo. Codice e messaggio: Jakobson distingue tra codice e messaggio. il codice un insieme di potenzialit ed astratto. un messaggio invece viene costruito sulla base delle unit fornite dal codice ed un atto concreto. anche le lingue umane funzionano cos: ad esempio a livello del codice esistono unit come /p,n,e,a/ e queste unit astratte possono combinarsi per formare dei messaggi come dei non messaggi: a.pane,pena b. eanp, eapn a. rispettano le regole con cui tali unit devono essere messe insieme in italiano mentre b. sono dei non messaggi. Competenza ed esecuzione: Chomsky fa questa distinzione. La competenza tutto ci che l'individuo sa della propria lingua, l'esecuzione tutto ci che l'individuo fa, un atto di realizzazione e dunque concreto. La competenza profondamente diversa dalla "langue": quest'ultima sociale e trascende l'individuo mentre la competenza individuale e ha sede nella mente dell'individuo. competenza l'insieme delle conoscenze linguistiche che un parlante ha. E sono tantissime! procediamo per livelli: 1 - competenza fonologica: un parlante italiano s che i suoni [p,n,a,e] sono suoni della sua lingua ma che suoni come [pf] non lo sono. un parlante sa anche in qualche modo che se una parola in italiano inizia con tre consonanti, la prima deve essere [s]. Sa che se deve fare il plurale di "amico" cambia automaticamente il suono [k] di amico nel suono [t] di amici. ecc.. 2 - competenza morfologica: un parlante italiano sa che in italiano le parole finiscono di norma per vocale, sa che due parole in tutto uguali tranne che per l'accento hanno significati diversi [ex. ncora/ancra). conosce bene il vocabolario della propria lingua, sa formare parole nuove ex. da "lucido" s formare "extralucido": cio sa che a partire da parole semplici si possono formare parole complesse. > conosce le parole della propria lingua e le distingue da forme che non solo della propria lingua, sa distinguere tra parole possibili ma non esistenti e parole non possibili. > sa formare parole complesse a partire da parole semplici ma sa che non sempre possibile applicare lo stesso meccanismo ex da "veloce" "*disveloce". > ad una parola come "libro" si possono aggiungere molti suffissi "valutativi" ex. librone, libresco... ma lo stesso non pu avvenire per una parola come "balcone" ex. ?balconone, *balconesco

4 > sa costruire composti ma questi non si possono formare da due parole qualsiasi ex. "uomo civetta" "uomo scimmia" funzionano ma non esiste "*uomo matita"! > sa che i termini di un composto non si possono invertire liberamente. ad esempio capostazione/*stazionecapo un parlante quindi conosce le parole della propria lingua, alcuni aspetti della loro struttura e i meccanismi per formare parole complesse. 3 - competenza sintattica: i parlanti conoscono le regole della sintassi, possono formare vari tipi di frase. A partire da una frase dichiarativa semplice si pu formare una frase interrogativa ad esempio. un parlante ha conoscenze sintattiche molto sottili. certe operazioni sintattiche sono possibili con certe strutture frasali ma non con tutte. 4 - competenza semantica: i parlanti di una lingua sanno riconoscere il significato delle parole e delle frasi e sanno istituire molti tipi di relazioni semantiche tra le parole ex. relazioni di sinonimia, antonimia. I parlanti sanno distinguere diversi tipi di ambiguit, sanno che esistono determinati rapporti tra le parole. Tutto ci fa parte della grammatica dei parlanti intesa come un insieme di conoscenze che sono immagazzinate nella mente. Il bambino costruisce una grammatica a partire da dei dati che sono chiamati dati linguistici primari. una lingua un codice e un codice costituito fondamentalmente da due livelli: le unit di base e le regole che combinano le unit. Le regole combinano le unit pi piccole per formare le unit pi grandi. comunque tutte le possibilit non vengono realizzate e ci vale non solo per il lessico e per i suoni ma anche per la morfologia e la sintassi. ad esempio le unit di suono [p-a-n-e] possono essere combinate solo in due dei 24 modi possibili: pane e pena e non ad es. nape. In un atto linguistico, i suoni vengono disposti in una sequenza lineare diventando cos una catena parlata. [In quest'operazione i suoni si influenzano l'un l'altro ex. la "n" di canto foneticamente diversa dalla "n" di anfora. ) Questi rapporti vengono definiti rapporti sintagmatici e si hanno tra elementi che sono "in praesentia", cio co-presenti. in una parola come "stolto" tra la [s] e la vocale [o] c' il suono [t]. al posto di [t] per possono comparire altri suoni tra [s] e [o]. i suoni che possono comparire in un certo contesto intrattengono tra loro dei rapporti di tipo paradigmatico, ma sono rapporti "in absentia": cio se realizzo [t] non posso realizzare gli altri. Rapporti paradigmatici e sintagmatici non riguardano solo i suoni. ex. a. questo mio amico b. queste mie amiche vi sono rapporti sintagmatici tra la "o" di "questo", la "o" di "mio" e la "o" di "amico". vale lo stesso per la "e" di b. c. il libro d. questo libro e. quel libro Tra "il", "questo","quel" vi sono rapporti paradigmatici. In definitiva qualsiasi unit della lingua, intrattiene rapporti sintagmatici con le forme vicine ma anche rapporti paradigmatici con le unit assenti che avrebbero potuto essere realizzate in quel dato punto. Le lingue possono cambiare nel corso del tempo. lo studio del cambiamento linguistico detto

5 diacronico ed lo studio di un fenomeno attraverso il tempo. Una lingua pu essere studiata anche escludendo il fattore tempo. In questo caso si parla di studio sincronico. Un fenomeno sincronico un rapporto tra elementi simultanei, un fenomeno diacronico la sostituzione di un elemento con un altro nel corso del tempo. Una parola segno e un segno l'unione di un significato e un significante. il significante la forma sonora mentre il significato la rappresentazione mentale del segno, il concetto. il segno ha varie propriet tra cui: a) - la distintivit: ad esempio il segno "notte" si distingue dal segno "botte" o dai segni "lotte"... b) - la linearit: il segno si estende nel tempo, se orale, e nello spazio, se scritto. ci implica una successione, un prima e un dopo. Ad esempio "al" ha un significato diverso da "la" cos come "rami" ha un significato diverso da "mira". c) - l'arbitrariet: il segno arbitrario nel senso che non esiste alcuna legge di natura che imponga di associare al significante [libro] il significato "libro". L'associazione tra il significato e il significante deriva da una specie di accordo sociale convenzionale. ci sono eccezioni all'arbitrariet del segno costituite soprattutto da forme onomatopeiche per esempio "sussurrare". nel corso del tempo l'evoluzione cui sono soggette le lingue pu eliminare per la motivazione del segno ex. il latino "pipio", piccione, era onomatopeico ma l'italiano "piccione" ha perso la motivazione originaria. i segni possono essere sia linguistici che non linguistici. Un vestito nero (significante) pu voler dire lutto (significato). Mentre i segni linguistici sono tipicamente lineari, quelli non linguistici non sono lineari: in un cartello di divieto di accesso non importante se stata realizzata prima la parte in rosso o quella in bianco. La disciplina che studia i segni in generale la semiotica. Per Jakobson sono 6 le componenti necessarie per un atto di comunicazione linguistica: parlante; ci di cui si parla cio il referente; il messaggio; il canale attraverso cui passa la comunicazione; il codice; l'ascoltatore. Il referente ci cui l'atto linguistico rimanda cio la realt extra-linguistica invece il canale di norma l'aria ma pu essere anche una linea telefonica ecc... a ciascuna di queste componenti Jakobson fa corrispondere una funzione linguistica: 1) La funzione emotiva quella che riguarda il parlante e si realizza quando il parlante esprime stati d'animo, quando il parlare pi inteso a esprimere che a comunicare qualcosa a terzi. 2) La funzione referenziale informativa, neutra. Ex. una frase come "il treno parte alle sei". Riguarda il referente. 3) La funzione ftica si realizza quando vogliamo controllare se il canale aperto e funziona regolarmente. Espressioni come "mi senti?" "ci sei?" spiegano bene questa funzione. Riguarda il canale. 4) La funzione metalinguistica si realizza quando il codice viene usato per parlare del codice stesso. Riguarda il codice. 5) La funzione poetica si realizza quando il messaggio che il parlante invia all'ascoltatore costruito in modo da costringere l'ascoltatore a ritornare sul messaggio stesso per apprezzarne il modo in cui formulato. se il parlante ha costruito un messaggio del tipo "nel mezzo del cammin di nostra vita", l'ascoltatore dovr sospendere la funzione referenziale e tornare sul messaggio per decifrarlo, per capire come costruito. [cosa vuol dire "nel mezzo del cammin di nostra vita"?). Riguarda il messaggio. 6) La funzione conativa si realizza sottoforma di comando o esortazione rivolta all'ascoltatore perch modifichi il suo comportamento. Riguarda l'ascoltatore. ogni tipo di testo realizza prevalentemente una delle funzioni di Jakobson: un manuale di chimica per esempio realizzer soprattutto la funzione referenziale, le liriche di Petrarca la funzione emotiva...

6 ~ In Italia si parla una lingua ufficiale che l'italiano e una quantit enorme di dialetti. Un parlante porta con s una certa patina che ne denuncia la provenienza. si parla di italiani regionali. Esistono tre grandi italiani regionali: quello del Nord, quello del centro, e quello del sud. L'italiano regionale una variet di italiano parlata in un'area corrispondente ad una delle tre principali aree geografiche dell'Italia. L'italiano regionale costituisce un tramite tra il dialetto e l'italiano standard. ogni lingua inoltre stratificata sia socialmente che geograficamente. La stratificazione la seguente: italiano scritto italiano parlato formale italiano parlato informale italiano regionale dialetto di koin dialetto del capoluogo di provincia dialetto locale Il parlato informale quello che usiamo nelle situazioni non controllate, piuttosto rapido e conterr molti regionalismi. Il dialetto di koin identifica una regione dialettale. In uno stesso luogo possono coesistere diversi registri linguistici e i parlanti possono passare dall'uno all'altro. Una lingua stratificata in registri stilistici. molto importante sottolineare che un dialetto un sistema linguistico a tutti gli effetti. La differenza tra lingua e dialetto solo una differenza socio-culturale. Qualcuno pensa che siano esistite lingue primitive con sistemi fonologici... poco sviluppati e che da queste lingue si siano evolute le lingue complesse. In realt lingue di questo tipo non sono attestate. Altri invece pensano che vi siano lingue per eccellenza "logiche" ex. greco. In realt tutte le lingue hanno una loro logica interna. CAPITOLO 3: Le lingue sono circa 6000 al mondo. Il numero aumenta se consideriamo i vari dialetti. alcune lingue sono parlate da milioni di persone, altre da poche centinaia. possibile fare una classificazione delle lingue ad esempio dal punto di vista dei parlanti. Un'organizzazione, la Linguasphere, ha proposto sulla base del numero dei parlanti un indice di classificazione secondo 10 ordini di grandezza che vanno da 9 [lingua con pi di un miliardo di parlanti) a 0 [lingue estinte).La lingua pi parlata il cinese mandarino.L'italiano appartiene all'ordine di grandezza 7 con pi di 10 milioni di parlanti ma meno di 100 milioni. Non particolarmente significativo dal punto di vista linguistico classificare le lingue in base al numero dei parlanti. Alcune lingue sono pi vicine tra loro che non a certe altre. Esistono 3 modalit di classificazione per stabilire questa vicinanza: genealogica, tipologica, areale. Si dice che due lingue fanno parte dello stesso raggruppamento genealogico se derivano da una stessa lingua originaria ex. lingue romanze. A loro volta le lingue romanze fanno parte di una unit genealogica pi ampia, quella delle lingue indoeuropee, che costituiscono una famiglia linguistica. La famiglia l'unit genealogica massima. Le unit genealogiche di livello inferiore alla famiglia sono chiamate gruppi: quindi una famiglia linguistica contiene abitualmente diversi gruppi che a loro volta si articolano in sottogruppi o rami e cos via. Si dice che due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o pi caratteristiche comuni. quindi visto che l'inglese e il cinese manifestano alcune caratteristiche comuni, possono essere

7 considerate tipologicamente correlate. una lingua pu essere tipologicamente correlata ad un'altra per quanto riguarda determinate caratteristiche e correlata ad una terza per quanto riguarda altre caratteristiche. Il punto di vista areale coglie quelle affinit che si creano fra lingue genealogicamente irrelate ma che hanno sviluppato caratteristiche strutturali comuni in quanto sono parlate in una stessa area geografica. In casi di questo genere si dice che le lingue formano una lega linguistica. ad esempio le lingue della lega balcanica hanno delle caratteristiche comuni. difficile stabilire che pi lingue derivano tutte dalla stessa lingua. Il problema c' quando non vi alcuna lingua attestata che possa essere ritenuta la lingua originaria di un determinato gruppo di lingue. Le famiglie linguistiche pi studiate sono le seguenti: I - famiglia indoeuropea II - famiglia afro-asiatica: Africa settentrionale, medio oriente, Africa orientale. A questa famiglia appartengono l'egiziano antico, l'arabo e l'ebraico. III - famiglia uralica: Europa orientale e Asia centrale e settentrionale. a questa famiglia appartengono il finlandese o finnico, l'estone e l'ungherese. IV - famiglia sino-tibetana: a questa appartengono il cinese mandarino, il tibetano e il lolo-birmano. V - famiglia nigerkordofaniana: comprende la maggioranza delle lingue parlate nelle nazioni africane a sud del Sahara. VI - famiglia altaica: comprende altre lingue dell'Asia centrale come il mongolo e il turco. altre famiglie linguistiche sono: quella dravidica, quella austro-asiatica e quella austronesiana. Vi sono poi altre famiglie linguistiche minori che comprendono un numero limitato di lingue. vi sono infine anche lingue isolate di cui non dimostrabile la parentela con altre ad ex. il basco. nella prima met del '900 il danese Pedersen avanz l'ipotesi che la famiglia indoeuropea, afro-asiatica, nigerkordofaniana e uralica potessero far parte di un'unica grande famiglia detta nostratica. Dei primi decenni del '800 si scopr che un'antica lingua dell'India, il sanscrito, ed alcune lingue europee come il latino e greco erano genealogicamente apparentate. Nel 1830 per indicare questa famiglia linguistica fu coniato il termine indoeuropeo. La famiglia indoeuropea si suddivide nei seguenti gruppi e sottogruppi: 1) - gruppo indo-iranico, suddiviso in due sottogruppi: indiano ed iranico. All'indiano appartengono varie lingue antiche, ex. vedico, sanscrito; e moderne derivate dai cosiddetti dialetti pracriti ex.hindi, urdu. L'iranico suddiviso in due rami: lingue iraniche occidentali e lingue iraniche orientali. Tra le lingue antiche del ramo occidentale ricordiamo il persiano antico e l'avestico; tra le lingue moderne ricordiamo il persiano moderno e il curdo. 2) - gruppo tocario: rappresentato da due lingue estinte indicate come "tocario A" e "tocario B" documentate da alcuni testi risalenti al primo millennio dopo Cristo 3) - gruppo anatolico:comprende le lingue diffuse nel secondo e nel primo millennio a.C. nell'Anatolia o Asia minore e oggi estinte: quella pi documentata l'ittita. 4) - il gruppo armeno rappresentato da una sola lingua, l'armeno, attestato sino dal quinto secolo d.C. 5) - il gruppo albanese rappresentato da una sola lingua attestata dal XV d.C. 6) - il gruppo slavo diviso in tre sottogruppi: slavo orientale, comprendente russo bielorusso e ucraino; slavo occidentale, comprendente polacco ceco slovacco; slavo meridionale comprendente bulgaro macedone serbo-croato e sloveno. Le prime attestazioni delle lingue slave sono i testi religiosi in antico slavo ecclesiastico che risalgono al IX secolo d.C. 7) - il gruppo baltico comprende il lituano e il lettone e varie lingue oggi estinte tra cui il prussiano

8 antico. Le prime attestazioni di queste lingue risalgono al XVI secolo 8) - il gruppo ellenico rappresentato da una sola lingua, il greco le cui prime attestazioni risalgono al secondo millennio a.C. 9) - il gruppo italico che si divide in due sottogruppi: italico orientale e italico occidentale. L'italico orientale, comprendente alcune lingue dell'Italia antica come l'osco, l'umbro e il sannita, si estinto mentre l'italico occidentale comprende il latino attestato dalle 600 a.C. circa che ha dato origine alle lingue romanze. Le lingue romanze ufficiali sono: il portoghese, lo spagnolo, il francese, l'italiano e il romeno. Altre lingue romanze che hanno un riconoscimento ufficiale regionale sono il galego, il catalano e le diverse variet del ladino. Di grande importanza anche il provenzale fondamentale nel medioevo. 10) - il gruppo germanico diviso in tre sottogruppi: germanico orientale, germanico settentrionale e germanico occidentale. L'unica lingua attestata sufficientemente del sottogruppo orientale il gotico, oggi estinto. Il sottogruppo settentrionale comprende le lingue nordiche cio lo svedese, il danese, il norvegese, l'islandese e il feroico. Il sottogruppo occidentale si divide in due rami: anglo-frisone e neerlando-tedesco. Al primo appartengono il frisone e inglese; al secondo appartengono l'olandese e il tedesco. a questi vanno aggiunti l'afrikaans, variet di olandese parlato dai coloni di origine olandese in Sudafrica e lo yiddish, dialetto tedesco proprio degli ebrei di Germania. 11) - il gruppo celtico oggi sostanzialmente confinato alle isole britanniche. Si divide in due sottogruppi: gaelico e britannico. Al primo appartiene l'irlandese e il gaelico di Scozia, al secondo appartiene il cimrico o gallese, il cornico e il bretone. Non tutte le lingue genealogicamente parenti si collocano in una stessa entit geografica e una stessa entit geografica non contiene soltanto lingue genealogicamente parenti. Una unit politica non corrisponde necessariamente ad unit linguistica: una stessa lingua pu essere la lingua ufficiale di paesi diversi e uno stesso paese pu avere pi lingue ufficiali. Due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano uno o pi caratteristiche comuni. Queste sono state prima ricercate nella struttura delle parole e poi in quella dei gruppi di parole e delle frasi. Si parla quindi di una tipologia morfologica e di una tipologia sintattica. Tipologia morfologica: i tipi morfologici tradizionalmente riconosciuti sono: isolante, agglutinante, flessivo [distinto in un sottotipo analitico e in un sottotipo sintetico) e polisintetico o incorporante. il tipo isolante caratterizzato da una mancanza quasi totale di morfologia: i nomi non si distinguono per caso per esempio; i verbi non presentano differenze di persona... per indicare le relazioni tra le parole si fa uso dell'ordine delle parole stesse e di alcune particelle. Le particelle sono utilizzate ad esempio per indicare se un verbo indica un evento passato o se un nome singolare o plurale. Una lingua isolante il cinese. L'inglese e il cinese potrebbero essere raggruppati insieme dal punto di vista tipologico perch anche in inglese la maggior parte delle parole semplici sono invariabili ad esempio gli aggettivi, mentre la differenza tra singolare e plurale data unicamente dall'aggiunta di una -s finale. L'inglese presenta molte caratteristiche di una lingua isolante. il tipo agglutinante: ogni parola contiene tanti affissi quante sono le relazioni grammaticali che devono essere indicate. il turco un esempio di lingua agglutinante. Ad esempio dato una parola come "kus" cio uccello, ad essa si possono aggiungere il suffisso indicante il plurale -lar e, dopo di esso, un suffisso che indica i casi diversi dal nominativo.

9 ex. singolare plurale nominativo kus kus-lar accusativo kus-i kus-lar-i ... il tipo flessivo: le diverse relazioni grammaticali sono espresse da un unico suffisso. ex. latino. Facciamo un esempio per capire la differenza con il tipo agglutinante: La parola latina corrispondente al turco "kus" "avis". nel ablativo plurale il turco usa "kus-lar-dan" mentre il latino "av-ibus". Quindi la parola latina ha un unico suffisso che esprime contemporaneamente i significati "ablativo" e "plurale" mentre nella parola turca ciascuno di questi due significati espresso da un suffisso autonomo! Altra caratteristica delle lingue flessive quella di poter indicare le diverse funzioni grammaticali mediante la variazione della vocale radicale della parola. ad esempio in italiano faccio rispetto a feci. Questo fenomeno noto col nome di flessione interna ed molto diffuso nelle lingue indoeuropee e semitiche. A differenza delle lingue indoeuropee, nelle lingue semitiche la flessione interna non si applica soltanto a un numero limitato di verbi ma un procedimento regolare. Per questo motivo per le lingue semitiche si parla di un tipo introflessivo. in italiano inoltre oltre alle forme del tipo "uscii" sono possibili anche altre forme di passato come "sono uscito" mentre il latino esiste solo la forma "exii": c' differenza tra sottotipo analitico e sottotipo sintetico. Il sottotipo analitico pu realizzare le relazioni grammaticali anche mediante pi parole mentre il sottotipo sintetico concentra tale espressione in una sola parola. il tipo polisintetico: una sola parola pu esprimere tutte le relazioni che in italiano, ad esempio, sono espresse da un'intera frase. vero per che se alcune lingue in base a certe caratteristiche dovrebbero essere collocate in un tipo, per altre caratteristiche dovrebbero invece appartenere ad un altro. l'inglese per esempio presenta fenomeni di flessione interna proprio delle lingue flessive ma anche fenomeni delle lingue agglutinanti [lonely + ness) e incorporanti ["horseriding", andare a cavallo)! In poche parole non esistono tipi puri. Tipologia sintattica: si sviluppata dal 1960 circa grazie a Greenberg. Si basa sull'osservazione che esistono correlazioni sistematiche tra l'ordine delle parole nella frase e in altre combinazioni sintattiche. chiamata anche tipologia dell'ordine delle parole. Le combinazioni sintattiche analizzate sono: - la presenza in una lingua di preposizioni (Pr) o di posposizioni (Po). ad esempio il giapponese usa posposizioni: dice cio "cena dopo" e non "dopo cena" per esempio. - la posizione del verbo rispetto al soggetto e all'oggetto nella frase dichiarativa. Sono possibili sei ordini: SVO,SOV,VSO,VOS,OSV,OVS. solo i primi tre sono molto attestati mentre il quinto non attestato da nessuna lingua. - l'ordine dell'aggettivo (A) rispetto al nome (N) che esso modifica: in alcune lingue troviamo AN, in altre NA. - l'ordine del complemento di specificazione, genitivo (G) rispetto al nome (N) che modifica: troviamo GN ma anche NG. Esistono correlazioni sistematiche tra l'ordine delle parole in questi quattro tipi di costruzioni appena elencati: troviamo per esempio VSO/Pr/NG/NA: se la lingua presenta l'ordine VSO, allora usa preposizioni, colloca il genitivo dopo il nome e l'aggettivo dopo il nome. Si parla di implicazione poich se esiste ad esempio l'ordine VSO ci implica che si useranno i pronimi, il genitivo dopo il nome... Le formule come VSO/Pr/NG/NA sono per questo chiamate universali implicazionali.

10 La differenza logica fondamentale sembrerebbe confermare che le lingue con ordine VO sono preposizionali e collocano sia il genitivo che l'aggettivo prima del nome, mentre le lingue OV sono posposizionali e collocano il genitivo e l'aggettivo prima del nome. In realt questa legge non assoluta. non sempre facile inoltre definire se una lingua SVO,VSO o SOV. Si per riuscito a individuare i principi che spiegavano le eccezioni. Si visto che le lingue SOV a volte presentano l'aggettivo dopo il nome e a volte prima di esso. Si creata per questo una implicazione pi complessa: se una lingua presenta l'ordine SOV, allora posposizionale, e, se colloca l'aggettivo prima del nome, allora colloca il genitivo prima del nome. ~ Sistemi di scrittura: i pi antichi risalgono a tre millenni prima di Cristo. I primi sistemi sono elaborati degli egizi e dai Sumeri: sono del tipo ideografico o meglio logografico. Gli altri tipi di scrittura sono il tipo sillabico e il tipo alfabetico. nel tipo ideografico ad ogni simbolo (ideogramma) corrisponde un concetto concreto o astratto. Spesso per i simboli ideografici assumono valore solo fonetico per il "principio del rebus". Per esempio la parola "rondine" in egiziano era indicata col disegno di una rondine e veniva pronunciata "wr". Anche la parola "grande" veniva pronunciata "wr" e nei testi scritti il disegno della rondine pu indicare sia il sostantivo "rondine" quando l'aggettivo "grande". L'utilizzazione fonetica del simbolo ideografico determin il passaggio dal sistema di scrittura ideografico al sistema sillabico. Nei sistemi sillabici, determinati segni passarono a indicare determinati gruppi di suoni cio determinate sillabe: ad esempio nel sumerico "bocca" si pronunciava "ka" e quindi il segno per "bocca" fu utilizzato in varie parole in cui ricorreva la sillaba "ka".l'adozione di un sistema sillabico riduce molto il numero dei segni. l'invenzione del sistema di scrittura alfabetico attribuito ai Fenici ma fu elaborato da diverse popolazioni semitiche nel secondo millennio a.C.. I Fenici trasmisero solo l'idea dell'alfabeto ai greci. Nei sistemi alfabetici solitamente ad ogni suono corrisponde un segno ma questo principio ideale comunque non sempre viene rispettato. ex l'italiano "chiesa" ha 5 suoni ma 6 segni. Questa non perfetta corrispondenza dovuta al fatto che le lingue mutano nel tempo ma il modo di scriverle non tiene dietro a questi mutamenti. I greci costruirono un loro alfabeto adattando alla propria lingua quello fenicio. Dall'alfabeto greco deriva l'alfabeto latino ma anche l'alfabeto cirillico. Ovviamente se due lingue usano lo stesso sistema di scrittura non significa che siano apparentate. CAPITOLO 4: un suono un fatto fisico. Di tutti i suoni che possiamo produrre, solo una piccola parte fanno parte di una lingua in senso stretto. Ogni lingua ha un suo inventario di suoni (fonemi) e ogni lingua ha regole proprie per combinare questi suoni in sillabe e parole. I fonemi possono influenzarsi l'un l'altro e per rendere conto di questo le lingue dispongono di regole fonologiche. La disciplina che studia la produzione dei suoni detta fonetica articolatoria. Vi poi la fonetica acustica che studia la natura fisica del suono. C' poi la fonetica uditiva che studia l'aspetto della ricezione del suono da parte dell'ascoltatore. Fonetica articolatoria: un suono prodotto dall'aria che viene emessa dei polmoni, questa attraversa la laringe e incontra le corde vocali. Dopo la faringe, l'aria giunge alla cavit orale e fuoriesce dalla bocca. Se l'aria fuoriesce solo dalla bocca avremo suoni orali, se invece il velo palatinio resta inerte, l'aria fuoriesce anche dalla

11 cavit nasale e avremo suoni nasali. per classificare un suono sono necessari tre parametri: modo di articolazione, punto di articolazione e sonorit. I vari organi della fonazione possono essere posizionati in modi diversi nella produzione di un suono: i vari assetti che gli organi assumono producendo un suono sono detti modo di articolazione. Il flusso d'aria necessario per produrre un suono pu essere modificato in diversi punti dellapparato vocale: ognuno di questi punti chiamato punto di articolazione. La sonorit infine data dalle vibrazioni delle corde vocali: se vibrano avremo un suono sonoro, se non vibrano avremo un suono sordo. l'Alfabeto Fonetico Internazionale [IPA) risponde all'esigenza fondamentale di usare gli stessi simboli per gli stessi suoni in tutte le lingue del mondo! I suoni possono essere classificati in tre classi maggiori: consonanti, vocali e semiconsonanti o approssimati. Nella produzione di una vocale l'aria non incontra ostacoli e le vocali sono quasi sempre sonore. Per produrre una consonante l'aria o viene momentaneamente bloccata ex. [b] o deve attraversare una fessura molto stretta ex. [f]. Le consonanti possono essere sia sorde che sonore. Le semiconsonanti condividono propriet delle vocali e delle consonanti. Le vocali, le semiconsonanti, le liquide e le nasali formano la classe delle sonoranti. tutti i suoni non sonoranti si chiamano ostruenti. Le sonoranti sono tutte sonore. Il flusso d'aria necessario per produrre le ostruenti invece incontra ostacoli. I suoni dell'italiano: guardando la tabella se in una casella vi sono due suoni, il suono a sinistra il suono sordo quello a destra, il sonoro. Se in una casella vi un solo suono si tratta di un suono sonoro. Da sapere le definizioni dei suoni. Per esempio: p occlusiva, bilabiale, sorda z fricativa, alveolare, sonora... il suono [] in italiano, si trova solo in prestiti per lo pi di origine francese. Consonanti dell'italiano: i diversi modi di articolazione servono per produrre le consonanti: occlusive: il suono prodotto tramite una occlusione momentanea dell'aria cui fa seguito una specie di esplosione. Sono [p,b,t,d,k,g] fricative: l'aria deve passare attraverso una fessura stretta producendo una fricazione. Si possono prolungare nel tempo. Sono [f,v,s,z,] affricate: iniziano con un'articolazione di tipo occlusivo e terminano con un'articolazione di tipo fricativo. Sono [ts,dz,t,d] nasali: il velo palatino lascia passare l'aria attraverso la cavit nasale. Sono [m,m,n, ,] laterali: la lingua si posiziona contro i denti e l'aria fuoriesce dai due lati della lingua stessa. L'italiano ha due laterali [l],[ ] vibranti: c' vibrazione o dell'apice della lingua o dell'ugola. L'italiano ne ha una [r] approssimanti: sono suoni in cui gli organi articolatori vengono avvicinati ma senza contatto. Le approssimanti dell'italiano sono le semiconsonanti [j] e[w].in italiano [i] e [u] sono semiconsonanti quando sono seguite da una vocale tonica: ad esempio "piede" si trascriver [pjde], sono semivocali quando seguono una vocale tonica: ad esempio "pausa" si trascriver [pauza]. L'italiano usa sette punti di articolazione:

12 bilabiali: il suono prodotto tramite l'occlusione di entrambe le labbra [p,b,m] labiodentali: il suono deve attraversare una fessura che si forma appoggiando gli incisivi superiori al labbro inferiore [f,v] dentali: la parte anteriore della lingua tocca la parte interna degli incisivi [t,d] alveolari: la parte anteriore della lingua tocca agli alveoli [n,l,] o si avvicina agli alveoli [s,z,ts,dz] palato-alveolari: la parte anteriore della lingua si avvicina agli alveoli e ha il corpo arcuato [,t,d] palatali o anteriori: suoni prodotti con la lingua che si avvicina al palato [ , ,j] velari o posteriori: suoni prodotti con la lingua che tocca il velo palatino [k,g,w] Vocali dell'italiano: per classificare le vocali che si basa sull'altezza della lingua, sull'avanzamento o l'arretramento della lingua, sull'arrotondamento o meno delle labbra e sulla realizzazione di questi movimenti in modo teso o rilassato. Se la lingua assume una posizione alta si produrranno suoni come [i] o [u], se assume una posizione bassa si produrranno suoni come [a]. Se la lingua in posizione avanzata si produrr una [i] o una [e], se in posizione arretrata una [u] o una [o]. Se le labbra sono arrotondate si produrranno vocali come [u] o [o], se non sono arrotondate si produrranno [i] ed [e]. In italiano le vocali [e] ed [o] possono essere sia semiaperte che semichiuse e vi una sola [a]. il sistema cos eptavocalico che da luogo a un triangolo: anteriore alte (chiuse) medio-alte (semichiuse) medio-basse (semiaperte) basse (aperte) i e a o centrale posteriore u

Il sistema eptavocalico per alcuni italiani regionali come il toscano. Vi sono delle aree, come la Sicilia, dove il sistema ha solo cinque vocali. i alta, anteriore, non arrotondata e medio-alta, anteriore, non arrotondata medio-bassa, anteriore, non arrotondata a bassa, centrale, non arrotondata medio-bassa, posteriore, arrotondata o medio-alta, posteriore, arrotondata u alta, posteriore, arrotondata Le consonanti possono combinarsi insieme e formare dei nessi consonantici. La loro combinazione soggetta a restrizioni. Io posso fare in italiano [pr] ma non per esempio [gv]. Alcune combinazioni possibili in posizione interna di parola non sono possibili in posizione iniziale. Per esempio [r+p] possibile in posizione interna (arpa) ma non in posizione iniziale. In italiano se una parola inizia con tre consonanti, la prima deve essere una [s]. La combinazione di vocali e approssimanti in una medesima sillaba da luogo ai dittonghi che possono essere ascendenti [approssimante seguita da vocale accentata ex. fienile, quasi) o discendenti [vocale accentata seguita da approssimante ex. cauto, noi). esistono anche trittonghi ex. miei [mji]. La combinazione di due vocali appartenenti a sillabe diverse da luogo a uno iato. Nell'italiano ci sono incoerenze del sistema grafico. Un sistema coerente quando a un suono corrisponde un segno e viceversa.

13 in italiano invece troviamo: a. due simboli diversi per un solo suono. ex. cuore/quando [k] b. due suoni diversi scritti con lo stesso simbolo. ex. sera/rosa [s] e [z] c. due simboli per un solo suono o tre simboli per un solo suono. ex. che [k] o aglio [ ] Il simbolo dell'alfabeto "c" sta per due suoni diversi [t] e [k]... vi sono simboli dell'alfabeto che non sempre rappresentano un suono: il simbolo "i" pu rappresentare una vocale alta anteriore o pu stare per la semiconsonante palatale ma pu anche essere solo grafico. ex. in scienza [ntsa] la "i" solo grafica. I suoni possono essere semplici per esempio [t,d,k,t,dz] o geminati [tt,dd,kk,tt,ddz].La lunghezza si indica con due punti e dunque scriveremo [t:,d:,k:,t:,d:z]. il simbolo IPA per l'accento ['] e si colloca prima della sillaba accentata. scriver dunque ['kaza], [lam'pjone], [intimi'ta]. sui monosillabi l'accento pu non essere segnato. Da ricordare che in IPA non esistono le maiuscole e gli apostrofi. p.85: esercitarsi nella scrittura fonetica! MOLTO IMPORTANTE Nelle trascrizioni importante indicare vari tipi di confine: quello di sillaba, quello di morfema e quello di parola. Il morfema l'unit pi piccola dotata di significato. Il confine di sillaba viene di norma rappresentato con un punto (.). ex. ot.to.bre, ve.lo.ce.men.te Il confine di morfema rappresentato con il simbolo (+). ex. ottobre, veloce+mente, bar+ista Il confine di parola rappresentato con il simbolo (#) e marca l'inizio e la fine della parola. ex. #ieri#, #ottobre# Mentre la fonetica si occupa dell'aspetto fisico dei suoni, la fonologia si occupa della funzione linguistica dei suoni. L'unit di studio della fonetica dunque il fono, l'unit di studio della fonologia il fonema. la fonologia cerca di scoprire quali siano i fonemi di una lingua, se cio a una differenza di suono corrisponde una differenza di significato. ex. [kalo] e [karo] hanno significati differenti mentre tra [karo] e [kaRo] c' solo differenza di suono perch [R] rappresenta la "r moscia" la fonologia cerca di scoprire come i suoni si combinano insieme. In italiano posso creare [tr] ma non [r] ad esempio cerca di scoprire come i suoni si modificano in combinazione. Per esempio il prefisso "s-" diventa sonoro se seguito da un fonema sonoro: "sregolato" [z]regolato Per riuscire a individuare i fonemi si ricorre alle coppie minime. Un suono ha una sua distribuzione, ha cio alcuni tipi di contesti in cui pu comparire. Per esempio [r] in italiano pu comparire tra due vocali, dopo [t]... Tra i suoni che l'apparato fonatorio pu produrre, ogni lingua ne sceglie un certo numero da usare: questi suoni saranno allora detti foni, cio suoni del linguaggio articolato. I foni hanno valore linguistico quando sono distintivi. Cos ex. [p] e [t] non sono solo suoni dell'italiano ma contribuiscono a formare coppie minime, cio coppie di parole che si differenziano solo per un suono nella stessa posizione!!! ex carpa/carta. Due foni che abbiano valore distintivo sono detti fonemi. Una fonema un segmento fonico che:

14 1) - ha una funzione distintiva 2) - non pu essere scomposto in una successione di segmenti di cui ciascuno abbia una tale funzione 3) - definito solo dai caratteri che abbiano valore distintivo per esempio l'aspirazione possibile in italiano ma non pertinente, non ha cio carattere distintivo. [in hindi invece l'aspirazione pertinente) il fonema una unit astratta che si realizza in foni. I fonemi sono rappresentati tra barre oblique ex. /t/ mentre i foni tra parentesi quadre ex. [t]. Il fonema quindi una unit che si colloca ad un livello astratto, a livello di "langue" mentre i foni si collocano a livello concreto, di "parole". I suoni intercambiabili sono quelli che possono apparire nel medesimo contesto, i suoni non intercambiabili sono quelli che non possono comparire nel medesimo contesto. Per stabilire se due foni abbiano valore distintivo, Trubeckoj [1939], ha proposto una serie di regole. 1 - quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati fra loro senza con ci mutare il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi. ex. varo - faro 2 - quando due suoni della stessa lingua compaiono nelle medesime posizioni e si possono scambiare fra loro senza causare variazione di significato della parola, questi due suoni sono soltanto varianti fonetiche facoltative di un unico fonema. ex. rema - Rema [R] uvulare 3 - quando due suoni di una lingua, simili dal punto di vista articolatorio, non ricorrono mai nelle stesse posizioni, essi sono due varianti combinatorie dello stesso fonema. ex. naso - ancora ([nazo] - [akora] La linguistica statunitense ha utilizzato invece le nozioni di distribuzione contrastiva e distribuzione complementare. quando due foni possono comparire nello stesso contesto e si ottengono cos due parole di senso diverso, allora i due foni sono in distribuzione contrastiva ed i due foni sono realizzazioni di due fonemi diversi. Quando invece due foni non possono mai ricorrere nello stesso contesto, ma il fono X ricorre in una certa serie di contesti e il fono Y ricorre in un'altra serie, allora, se questi due foni sono foneticamente simili, si tratta di due allofoni dello stesso fonema. Allofoni: ad esempio in italiano [z] ricorrere prima di consonante sonora e tra due vocali, [s] altrove. il solo fonema /s/ si realizza come [s] in certi contesti e come [z] in altri. gli allofoni sono prevedibili perch sono legati ad un determinato contesto. Varianti libere: se due suoni foneticamente simili si possono trovare nello stesso contesto, ci sono due possibilit. O danno luogo a due parole con significato diverso o il significato non cambia. Nel primo caso i due foni sono realizzazioni di due fonemi diversi, nel secondo caso sono varianti libere. se dico [rema] o [Rema] cio con una [r] vibrante, [r] e [R] sono varianti libere. I fonemi di una lingua intrattengono tra loro dei rapporti di opposizione. Trubeckoj ha studiato le opposizioni fonologiche: a) - una opposizione bilaterale quando la base di comparazione propria solo nei membri dell'opposizione, altrimenti multilaterale: ad esempio bilaterale l'opposizione tra /p/ e /b/ in italiano perch la base di comparazione (occlusiva bilabiale) propria solo di questi due fonemi. L'opposizione

15 tra /p/ e /k/ invece multilaterale dato che in italiano c' almeno un altro occlusiva sorda (/t/). b) - ci sono poi opposizioni privative o non privative. Questa opposizione riguarda quelle coppie di fonemi in cui si potrebbe dire che un fonema ha le propriet x e l'altro fonema ha tutte le propriet x pi un'altra propriet. ad esempio /p/ priva della sonorit mentre /b/ ha tutto quello che ha /p/ pi la sonorit. Il termine dell'opposizione che ha una propriet in pi detto marcato. l'opposizione tra /p/ e /k/ non privativa ma equipollente perch la bilabialit di /p/ equivale alla velarit di /k/. c) - ci sono infine le opposizioni costanti e quelle neutralizzabili. Quelle costanti, sono opposizioni che funzionano in tutti contesti, mentre quelle neutralizzabili in certi contesti non funzionano. in olandese ad esempio il contrasto tra /t/ e /d/ funziona in posizione iniziale e interna di parola ma non funziona in posizione finale dove si trova sempre [t]. Le opposizioni privative hanno costituito la base per lo sviluppo di una teoria nota con il nome di binarismo, dovuta a Jakobson: ogni elemento linguistico si differenzia dagli altri per una serie di scelte binarie. ogni fonema pu essere analizzato in un insieme di tratti distintivi che definiscono quel fonema in opposizione a tutti gli altri. alcuni tratti distintivi sono: - sillabico, arrotondato, alto, basso, arretrato per le vocali. - sillabico, sonoro, nasale... per le consonanti. Se il fonema ha un determinato tratto lo si designa con il segno "+", se ne privo con il segno "-". Regole fonologiche: una regola fonologica collega una rappresentazione astratta (fonematica) ad una rappresentazione concreta (fonetica). Una regola fa si che una data unit cambi con un'altra in un determinato contesto. La forma tipicamente la seguente: AB/___C cio A diventa B nel contesto C. un esempio pratico: k t/___+i cio [k] diventa [t] prima di [i] preceduto da un confine di morfema. una velare sonora semplice o geminata viene palatalizzata in una affricata semplice o geminata prima della vocale palatale [i]: g(:)d(:)/___+i dove le parentesi tonde indicano facoltativit. La nasale dentale /n/ diventa una nasale bilabiale davanti a /p,b,m/: p nm/___ b m le parentesi tonde e graffe possono combinarsi. Per esempio: i g(:) d(:)/___+ e Una regola fonologica pu essere formulata sia ricorrendo ai fonemi, sia utilizzando i tratti distintivi. Ad esempio la sibilante resta sorda davanti a consonante sorda [t,p,k,f] ma diventa sonora davanti a consonante sonora. Dato che tutti i suoni della regola che ne risulterebbe sono sonori basta cogliere ci che hanno in comune cio la sonorit che un tratto distintivo: s [+ sonoro]/___ [+cons] [+sonoro] i cambiamenti non sono liberi ma sono soggetti a restrizioni cio le regole sono motivate e operano una

16 ristretta serie di cambiamenti. Possono: A) cambiare dei tratti ex. kt/___+ i e

B) inserire segmenti. Ad esempio in italiano pu essere inserita una [i] dopo consonante e prima di una parola che inizia con [s] seguita da consonante: in storia > inistoria C) cambiare l'ordine dei segmenti. Le regole che cambiano l'ordine dei segmenti sono note con il nome di "metatesi". In italiano non sono produttive e si ritrovano quasi esclusivamente nei lapsus ex. dico "cimena" invece di "cinema" D) cancellare segmenti. Ci molto diffuso: ex. vino+aio > vinaio non *vinoaio. V /___+V dove V sta per vocale [-accento] Assimilazioni: totali, parziali, progressive, regressive. totale quando il segmento che causa l'assimilazione rende il segmento assimilato totalmente uguale al primo. parziale se il segmento che causa l'assimilazione cambia l'altro segmento solo parzialmente. L'assimilazione progressiva quando il segmento che causa l'assimilazione a sinistra del segmento che si assimila. L'assimilazione regressiva quando il segmento che causa l'assimilazione a destra del segmento che cambia. ex. assimilazione totale regressiva: i[n+r]agionevole > i[rr]agionevole assimilazione parziale regressiva: in+probabile > improbabile ci sono anche assimilazioni di tipo diacronico che caratterizzano ad esempio il passaggio dal latino all'italiano: factum > fatto esistono anche casi di assimilazione a distanza: questo fenomeno si dice metafonesi: ex. nero > niri "nero/neri" in umbro meridionale ancora un tipo di assimilazione a distanza l'armonia vocalica: le vocali entro un determinato dominio, si assimilano per un particolare tratto o per pi tratti: ad esempio nel turco, la vocale del suffisso flessivo plurale si armonizza alla vocale pi vicina della parola cui si aggiunge: adam+lar "uomo + Pl" o ev+ler "casa + Pl" La differenza tra metafonesi e armonia vocalica sta nel fatto che nella prima sono le vocali postoniche a influenzare le vocali toniche mentre nell'armonia vocalica il contrario. La dissimilazione invece il fenomeno contrario: una segmento cambia tratti per distinguersi da segmenti del suo contesto: ex. peregrinus > pellegrino "r...r > ll...r" Infine ci sono le regole shandi ["fusione") che si manifestano tra la fine di una parola e l'inizio di quella seguente. una di queste regole il raddoppiamento fono sintattico che caratterizza per esempio il toscano (che ffai?). La sillaba: rappresenta una unit costituita da uno o pi foni agglomerati intorno a un picco di intensit. La sillaba minima costituita in italiano da una vocale, il nucleo sillabico. Questo pu essere preceduto da un attacco e seguito da una coda. Il nucleo pi coda costituiscono la rima. La sillaba ha una struttura interna di questo tipo: sillaba

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attacco nucleo c tr o o

rima coda n n (con-durre) (tron-co)

L'attacco pu essere costituito da una o pi consonanti e il nucleo pu essere costituito da un dittongo ad esempio p-ie-de. una sillaba aperta o libera se priva di coda cio finisce in vocale altrimenti detta chiusa o implicata. in alcune lingue il nucleo pu essere costituito da sonoranti come [r,l,n,m]. L'aplologia prevede la cancellazione della sillaba in composizione: ad esempio eroico-comico > eroicomico, esente+tasse > esentasse si cancella la sillaba finale di parola prima di una parola che inizia con una sillaba con attacco uguale. Fatti soprasegmentali: la parola [kane] ad esempio costituita da quattro segmenti [fonemi): /k//a//n//e/. La fonologia basata sui segmenti di tipo segmentale. Vi sono per fenomeni che oltrepassano il segmento: sono soprasegmentali appunto. Essi sono la lunghezza, l'accento, l'intonazione e il tono. la lunghezza relativa alla durata temporale con cui vengono realizzati i suoni. Non tutti i suoni hanno la stessa durata. In alcune lingue come il latino la lunghezza vocalica ha valore distintivo. In italiano la lunghezza consonantica ad essere distintiva invece. esistono lingue dove non distintiva n la lunghezza vocalica n quella consonantica. accento: una propriet delle sillabe. Una sillaba tonica pi prominente di una sillaba atona perch realizzata con maggiore intensit. L'accento pu essere contrastivo. Solo nelle lingue con accento non fisso esso pu avere funzione distintiva e dar quindi luogo a coppie minime. Una parola inoltre pu avere pi di un accento: ad esempio in "capostazione" vi un accento primario sulla "o" di "stazione" e uno secondario sulla "a" di "capo". L'accento primario si marca in apice ['], quello secondario in pedice [,]. intonazione: l'altezza dei suoni non uniforme, ci sono picchi e avvallamenti. L'intonazione ha rilevanza sintattica. Le dichiarative hanno una curva melodica con andamento finale discendente, mentre le interrogative hanno andamento finale ascendente. tono: una sillaba pu essere pronunciata con altezze di tono diverse. Vi sono lingue dove a differenza di altezza di pronuncia corrispondono variazioni di significato. Sono le lingue tonali. le lingue tonali si raggruppano in tre aree linguistiche: lingue amerinde, lingue africane, lingue della famiglia sino-tibetana. Le lingue differiscono tra loro sia per l'inventario dei fonemi e degli allofoni che per le regole fonologiche. Ad esempio in inglese ci sono pi fricative che in italiano CAPITOLO 5: Morfologia lo studio delle parole e delle varie forme che una parola pu assumere. Le parole possono essere semplici o complesse. Le parole complesse sono le parole derivate che possono essere prefissate o suffissate e le parole composte. Le parole semplici e complesse possono poi essere flesse. Struttura interna: appartiene alle parole complesse ma non alle parole semplici.

18 Morfologia concepita come lo studio della struttura interna delle parole. oggi alla morfologia affidato un compito complesso cio dar contro a tutte le conoscenze che un parlante grado della propria lingua. Il parlante conosce il genere delle parole sa come formare forme complesse e il grado di complessit che una parola pu raggiungere. Nozione di parola: Parole: unit del linguaggio umano istintivamente presenti alla consapevolezza dei parlanti. Abbiamo a che fare con parole quotidianamente e in italiano non sembrano esservi problemi per l'identificazione delle parole. Ma ci che conta come parola in lingua non detto che valga anche per le altre lingue. Ex. puer/il ragazzo. Le diversit tra le lingue rende difficoltoso definire le parole. Criteri per definire una parola: sono molti ma quasi tutti inadeguati. A) parola ci che compreso tra due spazi bianchi. questa definizione di parola semplice e sembra molto efficace ma ha un limite di applicazione: pu funzionare solo per le lingue dotate di scrittura non per le lingue che le sono sprovviste. B) sono parole le unit della lingua che possano essere usate da sole cio possono formare un enunciato (domani in risposta a quando?) Soluzioni: a)non possibile definire la nozione di parola una volta per tutte. Distinzione di varie accezioni di parola a seconda del punto di vista a partire dal quale si considera quest'oggetto. La nozione fonologica non coincide con la nozione di parola morfologica o di parola sintattica. Da un punto di vista fonologico per esempio telefonami una parola sola ma sintatticamente costituita da pi unit: telefona a me. b) considerare le parole come unit che non possano essere interrotte, o meglio al cui interno non si pu inserire dell'altro materiale linguistico. ( lat. sentis, qui non posso inserire nulla ; it. tu senti, qui si tra tu e senti). c) assumiamo che nella maggior parte dei casi un parlante nativo abbia intuizioni corrette su cosa siano le parole e che sappia identificarle in un discorso. Tema, radice e forma di citazione: Ex. amare la forma di citazione che troviamo sui vocabolari chiamata anche lemma. Questa forma rappresenta tutte le forme flesse che il verbo pu avere. Le entrate nel dizionario, i lemmi, non sono forme flesse, sono sempre le forme di citazione. Convenzionalmente per l'italiano la forma di citazione la seguente: 1. il verbo allinfinito, mentre per le altre lingue vige una tradizione diversa. 2. nome: maschile o femminile singolare 3. aggettivo: maschile singolare o la forma unica di maschile/femminile per gli aggettivi a due uscite ex. bello, felice. Differenza importante: tra un dizionario e un testo. In un testo compaiono forme flesse mentre in un dizionario compaiono forme di citazioni o lemmi. Lemmatizzazione:operazione che porta dalle forme flesse ai lemmi. Ex. amavo > amare Tema e radice: importante questa distinzione in un verbo. Nel verbo amare si toglie la desinenza flessiva re e resta ama che il tema del verbo. Il tema stesso si pu analizzare come una radice

19 am e una vocale tematica a. Le vocali tematiche dellinfinito italiano sono tre: a, e, i . ex. contare, temere, sentire Le classi di parole: Le parole della lingua sono state tradizionalmente raggruppate in classi, o parti del discorso dette anche categorie lessicali. Secondo le grammatiche scolastiche nell'italiano le parti del discorso sono: nome, verbo, aggettivo, pronome, articolo, preposizione, verbo, , congiunzione, interiezione. Alcune di queste parole assumono desinenze diverse a seconda delle altre parole con cui si combinano. Le classi di parole che assumono forme diverse sono in italiano: nomi, verbi, aggettivi, articoli, pronomi. Sono perci detti anche parte del discorso variabili. Le altre parti del discorso invece sono invariabili. Altra distinzione quella tra parole aperte e chiuse: le prime sono quelle a cui si possono sempre aggiungere nuovi membri, le seconde sono formate da un numero finito di membri che non pu essere aumentato. Classi aperte: nomi, verbi, aggettivi e avverbi. Le interiezioni costruiscono un caso un po' particolare, forse possibile pensare che nuove interazioni possano essere formate per esempio usando come interiezioni parole appartenenti ad altre classi. Comunque questo elenco delle nove parti del discorso non valido per delle lingue del mondo. alcune parti come l'articolo manca in tante lingue, ma ci sono anche parti del discorso universali cio presenti in tutte le lingue: nome e verbo, probabilmente lo sono. Problema: quali sono i criteri in base ai quali si dice che una determinata parola un nome, un verbo o un aggettivo? I criteri tradizionali sono di tipo semantico cio basati sul significato. Il nome designa delle entit e degli oggetti; i verbi designano delle azioni o dei processi. Esistono per delle parole come descrizione, nascita che non designano oggetti ma piuttosto processi. Viceversa abbastanza strano dire che verbi come sapere conoscere indicano azioni: piuttosto designano degli stati. Si pu supporre che le parole siano immagazzinate nella memoria dei parlanti ed plausibile che le parole siano immagazzinate nella memoria insieme alla loro categoria lessicale. Le parti del discorso possa essere perci riconosciute in base a criteri puramente distribuzionali. I nomi, verbi saranno definiti in base alle altre classi di parole assieme a cui possono o non possono ricorrere. La definizione precisa delle varie parti in termini distribuzionali un'operazione complessa ma necessaria. Categorie e sottocategorie: nomi: ci sono dei tratti che suddividono la categoria del nome, in altre sottocategorie del nome: +umano [persona),-umano [non nome di persona) -comune [equivale a proprio) astratto [equivale a concreto). Il tratto [+/- numerabile] divide i nomi in nomi che possono essere contati, come il libro e nomi che non possono essere contati cio nomi massa come zolfo. i nomi non numerabili non hanno il plurale ma se ce l'hanno, questo ha significato particolare o idiosincratico ex. la rottura della acque. Verbi: sottocategorizzati in transitivi o intransitivi, regolari o irregolari, possono avere una costruzione progressiva ex. sto leggendo o verbi, detti stativi che non possono avere questa costruzione ex. *sto

20 sapendo la risposta. Tutte queste informazioni categoriale e subcategoriali sono fondamentali. Se consideriamo nomi propri come Gianni, nomi comuni come bambino, nomi di animali come coniglio si constater che ognuno di essi pu comparire assieme a certi suffissi ma non a tutti. conclusione: la categoria e i tratti specificati nel lessico sono informazioni importanti per il funzionamento dell'apparato morfologico di una lingua. tutte le informazioni associate ad una determinata parola nella sua presentazione lessicale servono per il funzionamento dei processi morfologici che possono riguardare quella parola. Morfema: definizione: la pi piccola parte di una lingua dotata di significato. un segno linguistico, costituito da un significante ed un significato. Ci sono morfemi lessicali e morfemi grammaticali. Lessicale cio non dipende dal contesto. Ci sono poi forme che esprimono soprattutto delle funzioni grammaticali e ricevono significato dal contesto in cui compaiono. osservazione: a. la distinzione tra morfemi lessicali morfemi grammaticali non sempre netta; b. la frequenza di queste classi di morfemi nei testi si avvicina al 50% cio molto spesso unalternanza perfetta tra morfemi lessicali e morfemi grammaticali. Morfemi liberi e legati: definizione: a. liberi sono quelli che possono ricorrere da soli in una frase ex. bar, virt, ieri; b. legati sono quelli che non possono ricorrere del soli in una frase e che per poterlo fare si devono aggiungere a qualche altra unit. Parola e morfema: Le parole boys libri sono composte da due morfemi sono cio bimorfemiche. Generalmente in inglese le parole semplici sono monomorfemiche, in italiano generalmente nomi ed aggettivi semplici sono bimorfemici, mentre i verbi regolari sono trimorfemici. Morfema e allomorfi: definizione: morfema designa propriamente una unit astratta che rappresentata a livello concreto da un allomorfo. La distinzione parallela a quella che in fonologia esiste tra fonema e allofono. Generalmente un morfema rappresentato da un solo allomorfo ma ci sono casi in cui un morfema pu essere rappresentato da pi allomorfi. l'esempio della formazione delle plurale inglese. esempio: graficamente il plurale regolare in inglese marcato con una s o es; ma foneticamente ci sono tre realizzazioni diverse [s][z][Iz] ognuno di questi tre allomorfi compare in contesti definiti e in quei contesti gli altri allomorfi non possono comparire. Si dice che i tre allomorfi hanno distribuzione complementare. esempio di allomorfia in italiano: articolo maschile.

Flessione, derivazione e composizione: definizione: la derivazione, la composizione, la flessione sono i processi morfologici pi comuni che possono modificare le parole semplici.

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A) Derivazione: raggruppa tre processi diversi, caratterizzata dall aggiunta di un affisso, cio una forma legata ad una forma libera. PREFISSO: quando l'affisso si aggiunge a sinistra della parola > PREFISSAZIONE SUFFISSO: quando l'affisso si aggiunge a destra della parola > SUFFISSAZIONE. INFISSO: quando laffisso si aggiunge in mezzo alla parola > INFISSAZIONE. Ex. fortunato > sfortunato; dolce > dolcemente; kuhbil coltello > kuhkabil del coltello [ulwa, lingua del Nicaragua) B) composizione forma nuove parole a partire da due esistenti C) flessione si aggiungono alla parola di base informazioni relative a: genere, numero, caso, tempo, modo, diatesi, persona. La flessione di parole derivate e composte non diversa quanto a desinenze da quella delle parole semplici. Morfologia come processo: Una categoria lessicale ad esempio il verbo pu nascere come tale o diventare verbo attraverso vari processi. Ex. N > V magnete > magnetizzare Aspetto dinamico della morfologia: esistono diverse modalit che possono portare alla categoria del verbo ad esempio. La parola indubitabilmente: a. un avverbio dal punto di vista categoriale b. costruzione: dall'aggettivo indubitabile viene aggiunto e il suffisso mente c. l'aggettivo indubitabile a sua volta scomponibile in prefisso: in, aggettivo: dubitabile, , quest'ultimo costruito a sua volta dal verbo dubitare pi il suffisso bile. conclusione: la parola indubitabilmente stata costruita attraverso una serie di processi ognuno dei quali ha portato ad una nuova categoria: verbo, aggettivo, aggettivo, avverbio. questo aspetto di formazione si chiama dinamico. Composizione: Ci concentriamo sul risultato, oppure sul processo. capostazione: formato da due nomi: capo e stazione. Intrattengono un certo tipo di relazione grammaticale e semantica cio si tratta del capo della stazione e non della stazione del capo Non tutte le combinazioni per portano a risultati accettabili. Ex. *luce-interrogazione Costituenti: elementi costitutivi dei composti. La combinazione di categorie uguali non da sempre, come risultato, la stessa categoria. Ex. Verbo + Verbo > Nome: Saliscendi Problema: capire attraverso quali vie sono state formate le parole. Differenze:

22 a. tra composizione e derivazione: la composizione combina due forme libere, la derivazione combina una forma libera ed una forma legata. b. tra prefissazione e suffissazione: la prefissazione aggiunge un morfema legato a sinistra della parola, la suffissazione aggiunge un morfema legato a destra della parola. la prefissazione non cambia la categoria lessicale della parola cui si aggiunge mentre la suffissazione di norma la cambia. La suffissazione pu operare cambiamenti di categoria o di sottocategoria. Ex. N > V con il suffisso izzare: atomo > atomizzare Conclusione dell'esempio: A. in derivazione ogni categoria lessicale maggiore (N,V,A) pu diventare qualsiasi altra categoria lessicale maggiore. B. Questa generalizzazione esclude le preposizioni sia come categoria di entrata sia come categorie di uscita. Gli aggetti possono anche diventare avverbi. La sua suffissazione in italiano di norma cambia la posizione dell'accento della parola di base, mentre di norma con la prefissazione questo non avviene. Ex. da onesto: disonesto e onest Infissazione: un processo che consiste nell'inserimento di un infisso all'interno di parola, processo poco diffuso in italiano. Tipico infisso italiano potrebbe essere isc che compare in una voce come finisco ma non in una voce come finiamo. L'italiano dispone per di infissi prodotti per la formazione di parole nuove, non ci occuperemo di infissazione. Altri processi: Conversione, reduplicazione, parasintesi: sono processi che non consistono veramente nella aggiunta di un morfema a una base. Conversione: cambiamenti di categoria senza che sia stato aggiunto alla base un affisso manifesto. In inglese dal nome water [acqua) si formato il verbo to water che significa innaffiare. Reduplicazione: raddoppiamento di un segmento e pu essere parziale o totale. Pu riguardare sia la flessione che la derivazione ma anche la composizione. Parasintesi: pu essere sia verbale che aggettivale. Una forma paresintetica quando formata da una base pi un prefisso ed un suffisso, ma dove la sequenza prefisso+ base non una parola dell'italiano e dove nemmeno la sequenza base+ suffisso lo . Cio per esempio in-giall-ire esiste ma non esistono ne *ingiallo n *giallire. Processi di formazione di parola pi rari sono quello che porta a retroformazioni ex. il verbo inglese edit da editor, e la formazione di ideofoni ex. glu glu bang. Allomorfia e il suppletivismo: Suppletivismo: avviene in una serie morfologicamente omogenea. Si trovano radicali diversi che intrattengono evidenti rapporti semantici senza evidenti rapporti formali. Caso emblematico: suppletivismo della flessione del verbo andare, per le radici and- e va(d)Il suppletivismo si trova non solo nella flessione ma in tutto il dominio della formazione della parola. Ex. laggettivo di acqua idrico

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Un'entrata complessa pu arrivare a comprendere diverse unit, per esempio in italiano pu capitare che accanto alla voce principale, siano elencate altre forme suppletive,una greca e l'altra latina. Anche qui c una distribuzione complementare degli affissi. Avr: cavall+eria, equ+estre, ipp+ico. Suppletivismo pu essere sia forte che debole. forte quando vi unalternanza dellintera radice, debole quando tra i membri della coppia vi una base comune riconoscibile e la differenza di singoli segmenti fonologici. Ex Arezzo/aretino. C difficolt a distinguere tra suppletivismo forte e debole. Parole semplici e parole complesse: In sintassi si distinguono frasi complesse e frasi semplici. Una distinzione simile anche per le parole come ieri, sempre, ogni: sono parole che non possono essere ulteriormente analizzate sul piano morfologico, perch ogni segmentazione non porta ad unit morfologicamente riconoscibili. Parole invece come capostazione, possono essere ulteriormente analizzate: capo+ stazione. Le parole semplici sono date, costituiscono il lessico dei parlanti invece quelle complesse sono formate tramite regole morfologiche. La morfologia deve rendere conto della formazione di tutte le parole complesse. Per quel che riguarda la sintassi non esistono frasi date, elencate nel lessico. La sintassi deve, al contrario della morfologia, costruire tutte le frasi, da quelle pi semplici a quelle pi complesse con l'eccezione delle cosiddette frasi fatte che hanno significati idiosincratici ex. fare di tutte le erbe un fascio Parole suffisate: i suffisi dell'italiano possono essere raggruppati in grandi categorie, queste possono anche incrociarsi. Ci sono ad es. i suffissi deverbali: questa classe comprende i suffissi che formano nomi da verbi. Tali suffissi formano nomi dazione o deverbali astratti che in certi casi possono concretizzarsi e diventare nomi risultato, cio nomi concreti, non astratti. Ex. da zione avremo nomi deverbali astratti: ammirazione, inibizione; nomi risultato: costruzione. Lo stesso nome pu fungere come nome d'azione come nome risultato. Ci sono poi suffissi che formano nomi agentivi [+umano] (ed a volte strumentali [-umano], [- astratto]): ad esempio da -aio un nome agentivo giornalaio; da -tore avremo un agentivo colonizzatore o uno strumentale contatore. C poi la classe dei suffissi valutativi, che formata dai cosiddetti diminutivi, accrescitivi, peggiorativi, vezzeggiativi. Ex. ino,-one I valutativi sono molto numerosi e produttivi in italiano, al contrario di quanto avviene in inglese. I suffissi possono essere rivali ed in questo caso si spartiscono le base cui posso aggiungersi. Parole prefissate: i prefissi dell'italiano sono molti ad es. ante-, con- infra- Sui 53 prefissi elencati, le categorie privilegiate della prefissazione sono i nomi, 45, e gli aggettivi,42. Segue il verbo con 28 casi. I prefissi che si aggiungono a una sola categoria lessicale sono 12. In 19 casi i prefissi si possono aggiungere a due sole categorie, nome e aggettivo per 15 casi, aggettivo e verbo per quattro casi. Un prefisso pu aggiungersi a tutte e tre le categorie in 19 casi. L'elenco dei prefissi dellitaliano:

24 A. B. C. D. E. F. una lista approssimativa dei prefissi ITALIANI; non si sono incluse forme prefissali molto specifiche; non sono incluse tutte le varianti possibili. non tutti prefissi elencati sono ugualmente produttivi Le costruzioni, mimi+ nome, in+ aggettivo, sono molto produttive. in altri casi la produttivit della costruzione legata a linguaggi settoriali come quello della medicina. In altri casi le costruzioni apparentemente possibili per esempio ri+ aggettivo o non sono produttive o hanno struttura interna diversa da quella richiesta.

Morfologia e significato: La formazione delle parole consta di una parte formale e di una parte semantica. Ex. vino+aio = persona che vende il vino -aio: il significato delle diverse parole consta in una parte fissa, persona che vende, e una parte variabile cio l'oggetto che si vende. Ex. vino La parte fissa la parte di significato interrotta dal suffisso, mentre la parte variabile corrisponde al nome di base. Si pu arrivare una parafrasi unica se formuliamo il significato utilizzando delle variabili: persona che vende N, dove N la base. questa parafrasi pu essere applicata nel numero di parole in aio. non a tutte per. per esempio orologiaio colui che vende orologi ma li ripara anche o addirittura li fabbrica: la parafrasi quindi non ancora abbastanza generale e andr quindi modificata cos: persona che svolge un'attivit connessa con N. si noti che in altre occasioni a significati diversi possono corrispondere suffissi diversi: ad esempio giornalaio colui che vende i giornali mentre giornalista chi li scrive. Esiste anche una serie di forme in aio dove la parafrasi non quella della persona che vende N, ma luogo pieno di ex. pollaio. Il suffisso bile ha un significato passivo: ex.osservabile colui che pu essere osservato. Possiamo riassumere ci in una parafrasi: che pu essere X-ato, dove X un verbo transitivo. La semantica di una parola complessa trasparente o composizionale, vale a dire che significato della parola complessa si pu ricavare dal significato degli elementi componenti. Ci vero quando la regola produttiva mentre una parola che permane a lungo nel lessico pu acquistare significati idiomatici non pi desumibili degli elementi che costituiscono. ad esempio con una parola come tavolaccio non significa soltanto un pessimo tavolo ma si riferisce al giaciglio del prigioniero, significato, questo, che non si pu desumere dai due costituenti tavolo e accio. nella formazione delle parole la semantica svolge anche un altro ruolo: i vari suffissi selezionano uno dei significati della base. Il verbo tentare ha un significato cercare di corrompere ma anche il significato cercare di riuscire. Ogni suffisso che si aggiunge a questo verbo seleziona un significato ed uno solo della base. Tentare tentazione tentativo tentatore Sign. 1 + + Sign. 2 + Composti dell'italiano: viene mostrata una lista delle possibilit combinatorie della composizione in italiano. Ex. categorie dei costituenti N+P categoria del composto esiste no produttivo esempi *abitosenza

25 V+N P+V N si si si no scolapasta contraddire

Non tutte le combinazioni sono possibili. Si pu concludere che la composizione in italiano forma essenzialmente nomi, tranne in due casi e cio quando il composto formato da due aggettivi o quando il composto formato da un aggettivo di colore pi nome ex. giallo oro. testa dei composti: si consideri un composto come camposanto. La sua struttura pu essere rappresentata [[campo]N+ [santo]A]N come si vede il composto ha la stessa categoria lessicale, cio il nome, di uno dei suoi costituenti, il nome campo. Diremo che campo la testa del composto e che la categoria N del composto deriva dalla testa. In altre parole, camposanto E UN nome perch campo E UN nome. da campo che la categorie nome viene passata a tutto il composto. Identificare la testa del composto importante perch dalla testa che derivano al composto una serie di propriet. Per individuare la testa di un composto si pu applicare il test E UN. Questo vale sia per quanto riguarda la categorie lessicale che per quel che riguarda la semantica. Se al composto, capostazione si applica il test E UN la risposta non chiara, perch sia capo che stazione sono nomi. Ma stazione un nome [-maschile] e [-animato] mentre capostazione [+maschile] e [+animato] come capo! capo sar dunque la testa del composto. Se la categoria lessicale non basta dunque, si pu ricorrere ai tratti sintattico-semantici. Un costituente la testa di un composto, quando tra tale costituente e tutto il composto vi identit sia di categoria che di tratti sintattico-semantici. Una testa deve essere sia testa categoriale che testa semantica. Vi sono lingue in cui le teste dei composti pu essere identificata posizionalmente. per esempio inglese, si dice comunemente che la testa a destra. Ex. overdose La categorie lessicale di tutto il composto sempre uguale alla categoria del costituente a destra. In italiano la situazione pi complessa. I dati sembrano suggerire che in italiano la testa del composto pu essere sia destra che a sinistra. ma non cos. analizzando i dati pi da vicino si noter ad esempio che il composto gentiluomo presenta un ordine marcato [si dice un uomo gentile, non un gentile uomo) e non pi produttivo in italiano! Concluderemo pertanto che la regola sincronica produttiva per la formazione dei composti in italiano contemporaneo genera composti con testa a sinistra, come pescecane. Composti e sintagmi: non facile distinguere tra composti e sintagmi. Faremo riferimento solo a questi due criteri: inseribilit di materiale lessicale e trasparenza ai processi sintattici. Un composto una parola e la parola caratterizzata dal fatto che non interrompibile: non si pu cio inserire del materiale lessicale all'interno di una parola. Applicando questo criterio, costruzioni come ferro da stiro (*ferro pesante da stiro), sembrano essere dei composti. Il secondo criterio riguarda il fatto che i costituenti di un composto non sono visibili alle normali regole della sintassi. Ex. * questa [[lava]+[piatti]] costosa ma non li lava bene Altri tipi di composti:

26 le lingue del mondo presentano una grande variet di tipi di composti. Vi sono composti formati con forme legate e costruzioni multiparole. ecco alcuni esempi: a. Composti neoclassici sono formati da due forme legate di origine perlopi greca o latina o da una forma libera pi una forma legata; ex. antropo+fago, dieta+logo. b. Composti incorporati derivano da un sintagma costituito da un verbo seguito da un SN oggetto. L'incorporazione consiste nella formazione di un verbo composto il cui primo costituente il SN oggetto. Di norma il nome incorporato nel verbo l'oggetto, come si vede nell'esempio del nahuatl, in una lingua uto-azteca parlata in Messico. Ni-naca-qua = io carne-mangio In genere il nome incorporato l'oggetto diretto ma talvolta anche complementi obliqui come gli strumentali possono essere incorporati. c. Composti sintagmatici :tipo di composto che si trova in inglese e in afrikaans ed chiamato cos in quanto sembra pi di origine sintattica che morfologica, ex. an [ate too much] headache un mal di testa (da) mangiato troppo d. Composti reduplicati : composti reduplicati in spagnolo. Si tratta di composti costituiti dalla stessa parola ripetuta ed hanno in genere un significato intensivo o iterativo. Ex. duermeduerme dorme-dorme e. Composti troncati: in russo vi sono composti che vengono formati per troncamento o del primo costituente o di entrambi. Ex. zarabotnaja plata > zar-plata In questi composti si concatenano delle sottoparti dei due costituenti un po' come le cosiddette parole-macedonia tipo motel [da motor e hotel). Composizione e flessione: La flessione dei nomi composti un aspetto piuttosto irregolare della morfologia e non sempre si riescono ad identificare delle regolarit senza eccezioni. Un nome composto formato da parola1 + parola2. teoricamente la flessione dei nomi composti pu presentare alcune possibilit. I casi possibili sono pertanto i seguenti a. flessione alla fine del composto ex. mezzogiorni b. flessione dopo la prima parola del composto dove la prima parola la testa ex. capistazione c. flessione dopo entrambe le parole ex. cassepanche d. composti senza flessione cio composti invariabili ex. tritacarne e. flessione della sola parola 2 ex. portalettere f. flessione della sola parola 1 dove la prima parola non la testa ex. *scuolebus. Non si realizza Osservazione: importante assicurarsi che i composti in esame siano produttivi perch solo per questi si pu costruire una regola. si pu dire che i composti produttivi oggi sono quelli del tipo dell'esempio b., cio composti con testa a sinistra e flessione della sola testa. Nel corso del tempo i composti tendono a perdere trasparenza nel qual caso la testa diventa meno identificabile e il composto, percepito come privo di struttura interna, viene flesso secondo la regola generale di flessione dell'italiano, vale a dire a destra. Composti endocentrici, composti esocentrici, e composti dvandva: tutti i composti sono endocentrici, cio hanno una testa. In realt non tutti i composti hanno una testa per es. dormiveglia. In questi casi si dice che il composto esocentrico. Ex. portalettere osservazione: non vi identit tra il nome lettere e il nome portalettere, in quanto il primo non animato, femminile, plurale. Il secondo animato, maschile, singolare. Il nome lettere non pu essere

27 quindi la testa del composto che dunque un composto esocentrico. Anche per questo esempio facile verificare la mancata corrispondenza tra categoria e tratti del costituente nominale categorie e tratti dell'intero composto. Esiste un terzo tipo di composti chiamati dvandva dalla tradizione grammaticale sanscrita detti anche composti di coordinazione. Questi hanno due teste, sono formati da due costituenti che sono entrambi teste sia categoriali che semantiche. Ex.cassapanca. Regole di riaggiustamento: quando le regole morfologiche combinano due forme libere o una forma libera pi una forma legata la sequenza che ne risulta pu essere o perfettamente normale, o pu necessitare di piccoli riaggiustamenti fonologici. Ex. vino+aio = vinaio Servono quindi regole di aggiustamento che cancellino la vocale finale della prima parola. Sono regole di riaggiustamento anche quelle che riaggiustano la vocale finale di parola in composizione con una forma legata: se la forma legata di origine greca, la vocale finale di parola diventa o, se latina la vocale finale di parola diventa i. Altre regole guardano i casi di allomorfia ex. amico/amici o sporadici casi di inserimento. CAPITOLO 6: Ci sono due accezioni di lessico: a. lessico mentale dei parlanti b. prende la forma del dizionario o vocabolario, realizzato dai lessicografi. Questo meno adeguato alle conoscenze grammaticali e lessicali dei parlanti. Lessico si oppone a grammatica come memorizzato si oppone a costruito tramite regole, perch le parole di una lingua sono memorizzate mentre le frasi sono costruiti tramite regole ma non memorizzate. Infatti una parola semplice non costruita con regole. Va: a. memorizzata b. ricordata c. ripescata quando serve. Secondo questa scala: morfema> parola> sintagma> frase, tutti morfemi di una lingua devono essere memorizzati, molte parole devono esser memorizzate, quasi tutti i sintagmi sono costruiti tramite regole, tutte le frasi sono costruite tramite regole. Questa una semplificazione, che serve per risolvere il problema. Il lessico mentale: una sottocomponente della grammatica dove sono immagazzinate tutte le informazioni che i parlanti conoscono relativamente alle parole della propria lingua. Per lessico mentale intendiamo la conoscenza delle parole prese ad una ad una ma anche le conoscenze relative al funzionamento delle parole dei complessi rapporti tra le varie parole, tra varie classi di parole Ogni parlante in grado di fare una lista di nomi concreti, verbi, aggettivi; facile constatare che esista un lessico mentale. Ognuno di noi ha un proprio dizionario mentale. Il lessico implica conoscenze molto profonde da parte dei parlanti che coinvolgono: a. attivit cognitive dovute alla scolarizzazione [riconoscimento, comprensione, produzione, lettura, scrittura delle parole, collegamenti tra le varie unit e rapporti semantici come sinonimia, antinomia)

28 b. conoscenze che riguardano il funzionamento delle parole una volta estratte dal lessico e collocate all'interno di frasi. Alle parole sono associate informazioni complesse perch possano funzionare morfologicamente, sintatticamente, semanticamente. esempio: amare etichettato come [+ regolare], mentre un verbo come cuocere etichettato come un verbo [- regolare] perch il suo participio passato cotto e non *cuociuto. I parlanti hanno anche conoscenze relative a come si traducono i suoni di una parola nella grafia del proprio alfabeto. Da un punto di vista linguistico il problema dell'accesso al lessico richiede risposte relative a come gli esseri umani hanno accesso alle conoscenze lessicali e come tali conoscenze devono essere rappresentate. Un problema su cui si discute tuttora molto per quel che riguarda la rappresentazione delle parole nel lessico se le parole sono rappresentate effettivamente con un lemma solo o se questo debba essere rappresentato insieme a tutte le sue forme flesse e a tutte le sue forme derivate. Modalit con cui gli esseri umani hanno accesso al lessico, ci sono diversi modelli: uno di questi si suppone che alle parole si acceda tramite i primi suoni delle parole stesse; se sentiamo la parola Baltimora prima si attiverebbero tutte le parole che iniziano con [b], poi con [ba], poi con [bal]. Altro problema riguarda il fatto se il riconoscimento delle parole avviene solo sulla base dell'input fonetico o se vi anche ausilio di informazioni contestuali sintattiche e semantiche. Dizionari: un dizionario non un tentativo di descrivere la competenza lessicale di un parlante perch contiene un numero altissimo di parole in larga parte sconosciuto ad ognuno di noi. Un dizionario corrisponde al livello della langue, insieme delle parole usate da tutta una comunit linguistica. Pu essere anche molto di pi di questo perch in un dizionario c molta diacronia e vi si conservano parole che appartengono a fasi precedenti della lingua e che pertanto non sono pi in uso. Struttura di un dizionario: a. costituito da entrate lessicali o lemmi, non parole flesse. Si devono lemmatizzare le parole, b. costruito a partire da corpora per lo pi scritti. Esempio: tutto ci che stato scritto da Dante. Il lemma nel dizionario viene evidenziato in neretto, segue la trascrizione fonetico fonologica, letimologia, e la definizione della categoria lessicale. Ci sono poi esempi e rare eccezioni di significato. c. ci sono molte parole, pi di quelle che un parlante nativo possiede, ma si deve sottolineare che un dizionario possiede meno di quello che un parlante nativo sa. Un dizionario sempre arretrato sia rispetto ai neologismi che sorgono continuamente sia rispetto ai significativi nuovi che le parole possono assumere. Importante la distinzione tra dizionario e enciclopedia. un dizionario una lista di parole che contiene informazioni sulla natura e sull'uso delle parole,1'enciclopedia contiene informazioni su tutto lo scibile umano. Mentre il dizionario definisce conoscenze soprattutto di tipo linguistico-lessicale, lenciclopedia definisce le nostre conoscenze del mondo. Un esempio: la preposizione a I dizionari hanno lo scopo principale di rappresentare le conoscenze lessicali dei parlanti, contengono moltissime forme obsolete, di origine dialettale, di uso letterario eccetera.....

29 I dizionari moderni differenziano tra i vari livelli di uso e, in alcuni casi rendano accessibili informazioni molto e elaborate. Esempio di a indica: a. Spazio b. Tempo c. Passaggio d. Termine e. Strumento f. moda e stile g. prezzo h. vantaggio i. causa. Funzione di: a. relativa b. predicativa c. limitativa d. distributiva e. causale o finale f. condizionale g. temporale h. inizio di azione i. agentiva Forma locuzioni: a. sostantive b. preposizionali c. avverbiali d. congiuntive. Questi usi fanno parte delle conoscenze lessicali implicite dei parlanti, si ricordi anche che u