"L'industria nell'ordine delle Comunità", di Adriano Olivetti

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    Adriano Oliveti

    Le fabbriche di bene

    collana Humana Civilitas/4

    Edizioni di Comunit

    Presentazione di Gustavo Zagrebelsky

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    Il Movimeno Comuni1 ha davani a s un pro-gramma nuovo e impegnaivo: il enaivo di so-cializzare senza saizzare, di organizzare la socieeconomica in modo auonomo, coi propri mezzi,e renderla indipendene dallinerveno massicciodello Sao, perch la liber dellindividuo, la difesadella persona, laccrescere del benessere maeriale,lefficienza ecnica, il progresso scienifico nellin-dusria, lineresse del consumaore sarebbero ga-ranii dalla parecipazione, dalla collaborazione

    1Il Movimeno Comuni venne fondao da Adriano Oliveti nel 1947per promuovere le azioni di una comuni concrea che viene idenifi-caa in Ivrea e nel Canavese. Ativo poliicamene a livello locale a pariredal 1953, il Movimeno diviene una forza poliica nazionale con le ele-zioni del 1958.

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    e dal conrollo di una plurali di isiui a ciascunscopo coerenemene disegnai e designai.E poich la nosra economia nasce dalla fabbricadovremo, per prima cosa, parlare della fabbrica, inuna parola della fabbrica comuniaria.

    Cos quesa fabbrica comuniaria? un luogo dilavoro dove alberga la giusizia, ove domina il pro-gresso, dove si fa luce la bellezza, nei dinorni dellaquale lamore, la cari, la olleranza sono nomi e

    voci non prive di senso.Ma diree voi, quesa la fabbrica socialisa. E iosono con voi, ma dobbiamo fare uno sforzo per

    vedere fissaa limmagine, racciarne il disegno,cosruirla a poco a poco, piera su piera affinchledificio sia solido e duri nel empo: sinora non dao vederne esempi concrei. Ma raccogliendo il

    buono e luile di ogni esperienza socialmene ati-va, abbiamo iscrito nel programma del MovimenoComuni lisiuzione della fabbrica comuniaria:lIndusria Sociale Auonoma.

    Luomo della srada inuisce linganno della ani-democraici dei parii di massa. Ha reagio conle sole armi a lui consenie: il voo preferenziale

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    e la moleplici dei parii. La sopraffazione di li-ber cosiuia dal congegno della rappresenanzaproporzionale ormai palese e compromete seria-mene le isiuzioni democraiche.Una nuova soluzione feconda per la nosra via po-

    liica pu solano rovarsi in alre direzioni, dopoun processo serio, capace di analizzare fino in fon-do la crisi e levoluzione dei due grandi movimenidi massa: socialismo e democrazia crisiana, in en-rambi i quali, in uta Europa e per cause comuni,la crisi e il disagio sono evideni.In quesi due grandi organismi non si ancora ope-rao il processo di auenica democraizzazione in-erna, in mancanza del quale lo sao di manifesainferiori dei suoi spirii migliori sembra prorarsiindefiniamene.

    Tutavia c - enro queso sao di cose - una si-uazione non sufficienemene consideraa: anchequando fosse sancio e operane in quese duegrandi organizzazioni poliiche uno sauo radi-zionalmene democraico, esso comporerebbe una

    ragica conraddizione.Se, come pensiamo noi, la democrazia pura insuf-ficiene a garanire nello Sao le liber individuali,

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    quesa democrazia sar ugualmene falsa e incon-cludene nella via dei grandi parii, dove si ripro-ducono, sia pure su un piano diverso, gli sessi daie gli sessi ermini del problema. Solo un pario so-sanzialmene nuovo nel suo modo di essere, non

    nella sua eicheta, che presenasse nella sua azionepoliica una moleplici di valori ormai da uti re-clamaa, porebbe garanire nella via poliica ialia-na linneso di forze nuove, susciare lenusiasmodei giovani, essere lievio di una vera rinascia.

    Il popolo ialiano ha dao milioni di voi alla De-mocrazia crisiana e milioni di voi ai parii mar-

    xisi. Milioni di voi sono sai dai al crisianesimoe non a una paricolare srutura di pario, milionidi voi sono andai al socialismo e non a una pari-

    colare srutura di pario. Il significao chiaro: ilpopolo ialiano socialisa ed crisiano. Porebbeanche semplicemene dirsi socialisa perch nau-ralmene crisiano. Fuori di quesi due senimeniche vivissimi albergano nellinconscio del popolo

    non c n via n viali. doloroso che i enaiviper conciliare le due ideologie non abbiano sinoraavuo successo. Ma la soria non finia. Perch ap-

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    puno in quesa inegrazione deve rovarsi avvolo ilsegreo del fuuro e la fone creaiva di una nuova eauenica socie crisiana.Ma anche quesa formula, quella del socialismocrisiano, se appare atraene e ha il privilegio di

    indicare al buon senso e alla inuizione di uti ladirezione approssimaiva del movimeno poliico,ha dalra pare una grave condizione di minori:

    vaga come il socialismo democraico, ingannaricecome il socialismo massimalisa, manca di un suocaratere disinivo; ha gi una soria di insuccessie di errori in Francia e in Germania, dove nacque.Non basa, come vorrebbero aluni, svenolare una

    bandiera rossa e fregiarla della croce di Criso, aler-nare dei esi socialisi con le parole eerne del Van-gelo, essere in una parola marxisi e nello sesso em-

    po andare ad ascolare la Sana Messa: non basa. invece indispensabile rirovare una formulazioneideologica nuova, occorre che da quesa formulascauriscano fusi organicamene quei principi disolidarie e umani che accomunano socialisi

    e crisiani, come quando cemenando dei coloricomplemenari come il rosso e lazzurro, si scopreuna nuova espressione dello spetro.

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    Cos il nosro socialismo e il nosro crisianesimohanno preso un nome nuovo: Comuni, e la nosrarivoluzione sar una rivoluzione comuniaria.Perch, ben ineso, la nosra proposa di un nuovoordine poliico e sociale davvero rivoluzionaria.

    Nel senso che il Movimeno Comuni proponeuna complea e una profonda rasformazione delleisiuzioni poliiche e della srutura economica esociale che rappresenano un peso insopporabileal progresso civile del nosro paese.Le nosre idee sulla cosruzione dello Sao, per unaauenica civil crisiana, sono fin roppo precise.Quesa precisione non nuocer allazione perchquesa precisione sessa dello Sao, quesa perfe-zione dello Sao a cui miriamo garanzia di liber,perci la nosra coerenza garanzia di liber.

    Nellazione la nosra meodologia rigida, perchfondaa sullaggiornameno scienifico delle do-rine, impedir il formarsi di sete, di endenze, didesre, di sinisre, di ute quelle cose che hanno ro-

    vinao i movimeni poliici coninenali.

    Essa sar dunque una sinisra; per farci inendereancora la diremo una sinisra socialisa e crisiana,ma una nuova sinisra auenica, n demagogica, n

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    massimalisa, conscia di una vera volon rasfor-marice, capace di vere riforme anzich procaccia-rice di illusioni e delusioni.Non ci sono sacrifici roppo gravi per otenere unordine libero e giuso. Inolre, gli effeti, anche dicaratere maeriale, dellinsaurazione di un ordineimpronao ai pi ali valori spiriuali non ardereb-

    bero a essere benefici. sufficiene ricordare che iesori arisici che sono oggi una ricchezza concre-a dellIalia nacquero come opera della fede, del-la culura, del disineresse. quesa una conferma

    delle parole di Mateo Aposolo: Cercae prima ilregno di Dio e la Sua giusizia, e uto il reso vi sardao in sovrappi.E quesa ricerca del regno di Dio e della sua giusi-zia non pu essere raggiuna senza mezzi adeguai,

    senza sacrifici, senza uno srumeno preciso, unaComuni concrea, fondaa su leggi umane e na-urali, fondaa sulla ricerca inegrale della veri e suunapplicazione alretano inegrale della giusizia.Non saremo radii, non radiremo perch gli sru-

    meni che avremo creao, quella Comuni di cuici dao inravedere in bellezza le forme spiriuali,appariene a quel disegno della Divina Provvidenza

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    che non dao a ciascuno di noi predesinare, mache conviene seguire come serviori di Dio.Per il lavoraore e per il citadino, i fini nella nuovaeconomia delle Comuni sono, ben ineso, qualco-sa di vivo e viale, qualcosa che menre si perfeziona

    la propria personali accompagna la propria voca-zione, qualcosa che conribuisce al proprio pro-gresso maeriale, utavia non impedisce di volgerelanimo verso una mea pi ala, verso qualcosa chenon sar un fine individuale, un profito personalen proprio n alrui, ma sia un conribuo alla viadella Comuni, ben dirito sul cammino della civil- e del progredire umano.N il paradigma della invisibile armonia in virdella quale larricchimeno di ciascuno avrebbeservio la comuni, n lillusione paernalisa, pos-

    sono ancora essere porai ad ammonimeno deilavoraori che si domandano se veramene la lorofaica, che pur serve al manenimeno della propriafamiglia, non conenga in se sessa un ragico vizio,la conemporanea creazione di una ricchezza che

    lungi dallesser indirizzaa a necessi sociali e uma-ne che gridano urgenza, alla ricerca scienifica, allecose dellare, disaccaa dai veri problemi della

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    comuni cos che va dispersa nellanarchia e neldisordine.La gioia nel lavoro, oggi negaa al pi gran numero dilavoraori dellindusria moderna, por finalmeneornare a scaurire quando il lavoraore compren-

    der che il suo sforzo, la sua faica, il suo sacrificio- che pur sempre sar sacrificio - maerialmene espiriualmene legao a una eni nobile e umanache egli in grado di percepire, misurare, conrol-lare, poich il suo lavoro servir a poenziare quellaComuni, reale, angibile, laddove egli e i suoi figlihanno via, legami, ineressi.

    Ma le soluzioni su cui si sono appunai sinora icriici del sisema capialisa, le nazionalizzazioni,risolvono lindispensabile fine di adeguare il lavoro

    ai complessi moveni psicologici delluomo? La no-sra risposa negaiva.

    Abbiamo leto ancor ieri che gli operai impiegainelle fabbriche nazionalizzae non si senono spi-riualmene molo pi liberi di quelli impiegai in

    alune fabbriche a caratere familiare dove la per-sonali e la digni del lavoraore possono essereancora oggeto di considerazione, menre loperaio

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    CollanaHumana CivilitasCinque scriti di Adriano Oliveti per rifletere su alretan-i emi chiave nella discussione poliica e culurale atuale,

    presenai da alcune ra le voci pi auorevoli del panorama

    culurale ialiano, per permetere ai esi originali di liberare

    la loro sraordinaria moderni.

    1.Ai Lavoratori

    2. Democrazia senza partiti

    3. Il cammino della Comunit

    4. Le fabbriche di bene (dovee conoscere i fini del vosro

    lavoro)

    5. Noi sogniamo il silenzio

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    Adriano Olivei,Le fabbriche di bene 2014 Comuni Edirice, Roma/Ivrea

    Tioli originali: Lindusria nellordine delle ComuniDovee conoscere i fini del vosro lavoro Fondazione Adriano Olivei

    ISBN 978-88-98220-11-3

    Edizioni di Comuni uniniziaiva in collaborazionecon la Fondazione Adriano Olivei

    www.fondazioneadrianolivei.i

    Direzione edioriale: Beniamino de Liguori CarinoCoordinameno edioriale, grafica e comunicazione online: BeccoGiallo Lab

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