L'Industria delle Carni e dei Salumi - 02/2016

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FEBBRAIO 2016 N°02 Poste Italiane - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1, comma 1, DCB Milano 1,81 L’industria delle Carni e dei Salumi T r a d i z i o n e e i n n o v a z i o n e , q u a l i t à e s i c ur e z z a : s a p e r f a r e i t a l i a n o NUTRIZIONE E SALUTE: L’UNIVERSITÀ DI OXFORD RIVALUTA LA CARNE SI CONSOLIDA LA CRESCITA DELL’EXPORT DI SALUMI NEI PRIMI 9 MESI DEL 2015

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Nutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carne*** L’Associazione italiana di oncologia medica sfata il mito del rapporto carne e tumori*** Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto degli alimentaristi*** Si consolida la crescita dell’export di salumi nei primi 9 mesi del 2015*** Governo: il Consiglio dei Ministri riorganizza i sottosegretari e un Ministero*** Relazione della Commissione europea sulle Pratiche commerciali sleali*** Chiuso l’ammasso privato carni suine***

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FEBBRAIO 2016 N°02

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SalumiTradizione e innovazione, qualità e sicurezza: saper fare

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NUTRIZIONE E SALUTE: L’UNIVERSITÀ DI OXFORD

RIVALUTA LA CARNE

SI CONSOLIDA LA CRESCITA DELL’EXPORT DI SALUMI NEI PRIMI 9 MESI DEL 2015

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FEBBRAIO 2016 N°02

L’industria delle

Carnie dei

Salumi

SOMMARIO

La relazione della Commissione europea sulle Pratiche commerciali sleali

14

Continua la crescita dell’export di salumi italiani

6

Le nuove ricerche rivalutano la carne

3

Presidenza di Confindustria

Il consiglio generale di Confindustria ha scelto i tre saggi che lavoreranno alla designazione dei candidati per la pre-sidenza di viale Dell’Astronomia. Alla fine a essere estratti sono stati Adolfo Guzzini del gruppo Guzzini di Recanati, il piemontese Giorgio Marsiaj e il campano Luca Mo-schini.

Da ora, Guzzini, Marsiaj e Moschini dovranno rac-cogliere proposte, indicazioni e priorità nel sistema associativo e al termine del giro di consultazioni co-municheranno un numero ristretto di candidati (op-

pure il nome del candidato unico) attor-no ai quali è stato riscontrato un “ampio consenso”, con l’obbligo di presentare gli aspiranti che hanno riportato più del 20% dei consensi rispetto ai voti rap-presentanti dai delegati dell’Assemblea.

I tre saggi non saranno più dei semplici notai come avveniva con le vecchie regole, ma avranno un “ruolo proattivo” ed il compito esplicito di “promuovere una selezione qualitativa di candidati”.

La "trojka" di viale dell’Astronomia dovrà sondare an-che il consenso sulle autocandidature.

Nominati i 3 saggi incaricati per individuare i candidati alla Presidenza di Confindustria

primo pianoNutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carne ....................................................................3

Il vero fattore di rischio è una dieta squilibrata.................................................................................3

La dieta mediterranea: salutare e sostenibile ....................................................................................5

L’Associazione italiana di oncologia medica sfata il mito del rapporto carne e tumori ....................5

Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto degli alimentaristi ...........................................................5

mercatiSi consolida la crescita dell’export di salumi nei primi 9 mesi del 2015 ...........................................6

attualitàRiorganizzata la squadra di Governo ................................................................................................9

Renzi e Martina annunciano il Ministero dell’agroalimentare ..........................................................9

Riforma PA: nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare .......................11

Cooperazione agricola: presentato il rapporto 2015 .........................................................................12

Patent Box: la valorizzazione degli intangibles .................................................................................12

aziende informanoRisco: l’insaccatrice RS 2002 M ........................................................................................................11

EuropaRelazione della Commissione europea sulle Pratiche commerciali sleali ..........................................14

Art. 62: l’Antitrust multa Coop ..........................................................................................................14

interprofessioneChiuso l’ammasso privato carni suine ...............................................................................................16

comunicazioneSalumi e social media? Mi Piace! ......................................................................................................17

sanitarieSostanze aromatizzanti: modifi ca dell’elenco ..................................................................................19

Estratti di rosmarino - Regolamento (UE) n. 56/2016 .......................................................................19

giuridicheMolestie e la violenza nei luoghi di lavoro .......................................................................................19

prodotti tutelatiGiuseppe Villani nominato Vice Presidente di isit .............................................................................20

CE: il report sui controlli sui sistemi di qualità DOP, IGP e STG .........................................................20

Mortadella Bologna…che passione a “Cibò. So Good!” ..................................................................20

libro del meseAlimenti di origine animale e salute ..................................................................................................21

� ere e manifestazioniConcluso il Winter Fancy Food ...........................................................................................................23

Elenco prossime fi ere ........................................................................................................................23

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Febbraio 2016 3Febbraio 2016

Nutrizione e salute: nuove ricerche rivalutano la carneL’Università di Oxford conferma che i dati di mortalità di chi mangia carne e chi non lo fa sono simili

primo pianodi Aldo Radice

1 Appleby PN, Crowe FL, Bradbury KE, Travis RC, Key T. Am J ClinNutr. 2016 Jan;103(1):218-30. doi: 10.3945/ajcn.115.119461. Epub 2015 Dec 9

2 http://health.gov/dietaryguidelines/2015/guidelines/

Lo studio del 2016 dell’università di Oxford è solo l’ultima conferma di una lunga serie di lavori scientifici che mettono in luce quanto sia complessa la relazione tra nutrizione e salute. Già uno studio della stessa EPIC condotto in Inghilterra nel 20031 e una approfondita ana-lisi condotta su diversi studi nel 1999 conclusero che, per il cancro al colon, la mortalità tra i vegetariani e i vegani è esattamente uguale alla media della popolazione che consuma carne. Tanto da conclu-dere che “non c’è nessuna evidenza in questa analisi tra vegetariani, non vegetariani e la mortalità derivante da cancro al colon-retto”. Uno Studio EPIC Oxford del 20092, inoltre, mostrò che, benché vi possa essere una leggera riduzione (statisticamente non significativa) dei tu-mori tra i vegetariani, nel campione analizzato, il rischio per queto tipo di tumori al colon è più alto proprio per coloro che non mangia-no carne (1,39, fatto 1 il rischio degli onnivori).

Ma come si spiegano questi dati? La spiegazione più convincente ri-guarda il campione della popolazione analizzata: gli studi del centro EPIC di Oxford mettono a confronto vegetariani e onnivori della stessa area geografica, con livelli di reddito e scolarizzazione (e stili di vita) più omogenei.

Per cui le differenze delle incidenze dei vegetariani rispetto alla me-dia generale della popolazione che si evidenzia in altri studi potreb-bero derivare più che dalle differenze nella dieta da un generale migliore tenore di vita: cibo migliore fin dalle prime fasi di vita (a pre-scindere dal fatto che sia di origine animale o vegetale), lavori meno usuranti, maggiore attività sportiva, ecc. Infatti, è noto che tra i vegetariani sono sovrarappresentate fasce di popolazione a più alto reddito e scolarizzazione: quando facciamo il confronto con onnivori più simili dal punto di vista socioeconomico le differenze sembrano ridursi, annullarsi o, addirittura, il fattore di rischio sembra invertirsi.

Questi dati sono peraltro coerenti con uno studio – sempre EPIC – pub-blicato il 6 aprile 20103. Gli autori hanno riscontrato solo una "debole" associazione fra una dieta ricca di frutta e verdura e diminuzione del rischio cancro (RR tra 0,96 e 0,99, ai limiti della significatività sta-tistica). Correlazioni deboli e incoerenti rispetto ad altri studi (quando non opposte) si riscontrano anche nella più recente di queste analisi (2014) sulla popolazione vegetariana e vegana inglese4. Si conferma quindi che il fattore di rischio principale è determinato da uno stile di vita scorretto. Una dieta squilibrata con una assunzione eccessiva di cibo, associata a una vita sedentaria accresce infatti il rischio legato alle patologie legate alla nutrizione.

Il vero fattore di rischio è una dieta squilibrata

1 Mortality in British vegetarians: review and preliminary results from EPIC-Oxford - Am J Clin Nutr 2003;78 (suppl): 533S–8S.

2 Cancer incidence in vegetarians: results from the European Prospecti-ve Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC-Oxford) - Am J Clin Nutr 2009;89(suppl):1S–7S.

3 Fruit and Vegetable Intake and Overall Cancer Risk in the European Pro-spective Investigation Into Cancer and Nutrition (EPIC) - JNCI Journal of the National Cancer Institute, doi:10.1093/jnci/djq072

4 Cancer in British vegetarians: updated analyses of 4998 incident cancers in a cohort of 32,491 meat eaters, 8612 fi sh eaters, 18,298 vegetarians, and 2246 vegans - Am. J. Clin. Nutr. Am J Clin Nutr 2014 Jun 4;100(Supplement 1):378S-385S

Non esiste alcuna correlazione tra un consumo di carne moderato in una dieta equili-brata e la riduzione dell’aspettativa di vita. Que-sto il risultato ottenuto dallo studio condotto dall’Università di Oxford1 che ha confrontato i dati di mortalità totale e le singole cause di due grandi studi prospettici di popolazione: l’Oxford Ve-getarian Study (OVS) e l’E-PIC-Oxford (European Pro-spective Investigation into Cancer and Nutrition-Ox-ford).

L’analisi ha riguardato le abitudini alimentari e il re-lativo stato di salute di 60.310 adulti, tra vegeta-riani, vegani e consumatori di carne del Regno Unito negli ultimi 30 anni, fornen-do alcuni dati percentuali sull’associazione tra le loro abitudini alimentari e l’insorgere di malattie.

In particolare, dallo studio emerge che non ci sono significative differenze di mortalità tra i di-versi gruppi di dieta esaminati: i vegani e vegeta-riani inglesi non hanno una vita più lunga rispetto a chi mangia carne. Per quanto riguarda le cause di morte, quelle per cancro pancreatico e per ma-lattie respiratorie nei soggetti che consumavano carne con moderazione sono addirittura risultate del 30-45% inferiori rispetto a quanto rilevato fra chi ne consumava 5 volte alla settimana.

La mortalità per tutti i tumori è risultata inferio-re solamente del 10% circa in chi non consu-ma sostanze di origine animale rispetto agli altri gruppi. Analizzando separatamente vegetariani e vegani, tuttavia, non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa nella mortalità per le prime 6 maggiori cause di morte tra vegani e consumatori abituali di carne. I dati sono risulta-ti sovrapponibili sia in seguito agli aggiustamenti statistici riguardanti il peso, il genere, l’abitudine al fumo, sia confrontando la mortalità prima dei 75 anni e a 90 anni.

Moderazione, all’interno di una dieta varia, è

dunque la parola d’ordine per raggiungere il per-fetto equilibrio nutrizionale. Un corretto modello alimentare deve prevedere, infatti, il consumo di tutti gli alimenti, senza nessuna esclusione, pro-prio perché solo dall’equilibrio si riesce a com-porre il difficile mosaico di nutrienti, quotidiana-

mente essenziali, per mantenersi in salute o per la crescita e lo sviluppo.

Una tesi questa che sembra sostenuta anche dal-le nuove linee guida nutrizionali americane2 che rappresentano una svolta rispetto alle credenze del passato. Una di queste, infatti, era quella che metteva al bando il colesterolo alimentare, por-tando alla demonizzazione di alcuni alimenti come uova e carne rossa, mentre è emerso che spes-so gli zuccheri sono una delle principali cause del suo aumento. Il punto nodale del documento riguarda quelle che sono considerate le peggiori minacce negli Usa: le calorie totali, la percentuale di grassi saturi, la percentuale di zuccheri e l’abu-so di sale.

Si tratta senza dubbio di ricerche importanti: gli studi e le linee guida in questione si riferiscono alle popolazioni britanniche e statunitensi, dove le abitudini alimentari sono diverse da quelle degli italiani. Poiché il consumo di carne in Gran Breta-gna e Stati Uniti risulta di molto superiore al no-stro, per la popolazione italiana si può presumere che le conclusioni siano ancora più rassicuranti.

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Febbraio 2016 5

L’Associazione italiana di oncologia medica sfata il mito del rapporto carne e tumori

Un consumo di carne moderato non solo apporta benefici all’organismo, ma è anche sostenibile per l’ambiente come viene mo-strato dalla Clessidra Ambientale, che rap-presenta graficamente l’impatto ambientale del consumo di cibo per una settimana: la moltiplicazione degli impatti dei singoli ali-menti per le quantità settimanali suggerite dai nutrizionisti, ad esempio per mezzo della piramide alimentare proposta dal CRA-NUT (oggi CREA), porta a far osservare come mangiare carne in giusta quantità non com-porti un aumento significativo dell’impatto ambientale.

La Clessidra Ambientale è il fulcro del pro-getto Carni Sostenibili promosso dalle tre associazioni che rappresentano tutte le filie-re delle carni in Italia (bovino, suino e avi-colo) che ha l’obiettivo di trattare in modo trasversale tutti gli argomenti legati al mon-do delle carni: un progetto senza precedenti in Italia che, con un approccio formativo e informativo, vuole contribuire ad una infor-mazione equilibrata su salute, alimentazione e sostenibilità.

Dal consumo di carne alla melatonina, sui tumori ci sono alcune credenze e falsi miti. Eccone 5 sfatati dall’agenzia ANSA con Carmine Pinto, presidente Aiom, Assocaizione italiana di oncologia medica, in occasione della giorna-ta mondiale sul cancro dello scorso 5 febbraio.

1 La carne fa male? "È come pensare di dire che mezzo bicchiere di vino fa venire il cancro. Probabilmente fa venire il cancro al fegato, la cirrosi, berne due litri al giorno. Tutto va fatto con moderazione all’interno di una dieta equilibrata".

2 Basta mangiare bene per non incorrere in un tumore? "È una parte dell’e-quilibrio che bisogna avere negli stili di vita, una dieta equilibrata che abbia componenti vegetali, proteiche, contenga vari alimenti. Tra gli stili di vita che è importante modificare vi è ad esempio però anche il fumo: non fu-mare ridurrebbe in maniera importante il tumore alla vescica e non solo, evitare l’obesità e abitudini come l’alcol può sicuramente ridurre l’impatto del tumore o migliorarne l’esito".

3 La chemioterapia e’ tossica? "La chemioterapia ha permesso di migliorare, guarire i pazienti malati di tumore e ridurre il rischio che la malattia possa ripresentarsi. Oggi insieme alla chemioterapia abbiamo anche terapie tar-get e l’immunoterapia che rafforza, modifica, riattiva l’immunità cellulare contro il tumore. La chemioterapia non ha più le tossicità importanti del passato perché soprattutto allora avevamo pochi farmaci sintomatici, ad esempio per il vomito, oggi è cambiato completamente quello che possia-mo fare".

4 La melatonina previene il cancro? "Non ci sono dati scientifici che dimostri-no questo".

5 Se ho un genitore col cancro lo avrò per forza anch’io? "Assolutamente no. Nei tumori in cui l’ereditarietà è riconosciuta, come quello della mammella, non è oltre il 4-5%. In generale, il tumore non è una malattia che si eredita. Le forme ereditarie sono basse, intorno al 3-4%,e per particolari tumori. Ci sono gruppi che possono essere maggiormente a rischio di predisposizio-ne, ma non è che sia una cosa automatica, intervengono delle concause".

La dieta mediterranea: salutare e sostenibile

primo piano

Siglato l’Accordo di rinnovo del contratto degli alimentaristi. Il nuovo CCNL varrà fino al 30 novembre 2019

Al termine di una lunga trattativa, è stato siglato venerdì 5 febbraio l’Accor-do di rinnovo del CCNL alimentare. La durata prevista è di quattro anni, con decorrenza dal 1° dicembre 2015 al 30 novembre 2019.

L’Accordo prevede a regime un aumento economico di 105 euro a parametro medio 137, per una durata di quattro anni. Quest’ultimo è l’aspetto più inno-vativo di tale rinnovo, allungando di un anno la consueta vigenza contrattuale triennale.

Le tranches di aumento saranno così ripartite:- 20 euro dal 1° gennaio 2016;- 15 euro dal 1° ottobre 2016;- 20 euro dal 1° ottobre 2017;- 25 euro dal 1° ottobre 2018;- 25 euro dal 1° settembre 2019.

Tali importi raggiungono un montante complessivo di 2815 euro nel qua-driennio, compatibile con le esigenze di contenimento dei costi in una fase di faticoso rilancio, dopo lunghi anni di stagnazione produttiva e di crisi.

Sulla parte normativa gli elementi più significativi hanno previsto: l’assenza di deviazioni dal Jobs Act; nessuna deroga né eccezione alle norme in materia di mansioni del lavoratore; maggiore flessibilità, con ulteriori 16 ore (che por-tano il totale delle ore contrattualmente previste a 88) al di sopra del limite delle 40 ore settimanali. Esse saranno retribuite con una maggiorazione infe-riore rispetto agli straordinari (20% invece di 45%).

È prevista inoltre una moratoria (ultra attività) di un anno sulla contrattazione aziendale di secondo livello e la non sovrapponibilità fra materie e costi del-la contrattazione nazionale con la contrattazione aziendale. Le parti hanno anche svolto interventi positivi di rilancio e di valorizzazione del welfare con-trattuale, volti a favorire il ricambio generazionale delle aziende e il percorso di uscita del personale.

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Febbraio 20166

Si consolida la crescita delle esportazioni italiane di salumi nei primi 9 mesi del 2015

mercat ia cura del l 'Uff ic io economico ASSICA

Secondo i dati elaborati da ASSICA su base ISTAT nel periodo gen-naio settembre 2015 l’export salumi ha registrato un +6,3% in quantità per 116.230 ton e un +4,3% in valore per 960,1 milioni di euro.Un trend in miglioramento rispetto al già buono risultato del primo semestre (+5,9% in quantità e +3,9% in valore) che, stando ai primi risultati relativi al mese di ottobre, avrebbe mostrato una ulteriore accelerazione nell’ultimo trime-stre dell’anno.

Fondamentale per la performance del settore si è confermata la domanda dei partner comunitari che ha continuato a beneficiare della circostanze eccezionali che hanno fatto volare le esportazioni di prosciutto cotto verso la Spagna, ma co-munque positiva e solida anche al netto di questo exploit.

Un contributo importante è arrivato an-che dal notevole risultato degli USA (+19,9% in quantità e +23,8% in valore). Un successo, questo, che non è bastato a compensare il rallentamento di alcu-ni importanti partner emergenti nonché le difficoltà legate all’inasprimento delle barriere non tariffarie in primis l’embargo Russia. La domanda dei Paesi terzi, in-fatti, ha continuato a mostrare difficoltà soprattutto in termini di quantità.

Nel corso dei primi nove mesi del 2015 l’import ha registrato un +4,3% in quan-tità per 37.230 ton, ma un -4,4 % per 136,5 mln di euro. Il saldo commerciale del settore ha regi-strato un importante incremento (+5,9%) per 823,7 milioni di euro. Le esportazioni del comparto, in termini di fatturato, han-no mostrato un passo più lento rispetto

all’industria alimentare (+6,2%) ma in linea con quello del Paese che ha chiu-so il periodo gennaio-settembre con un +4,3%.

”I dati, dunque, confermano ancora una volta che l’export è un driver fondamen-tale per la crescita del settore – ha di-chiarato il direttore di ASSICA, Davide Calderone - ASSICA si sta adoperando per rendere i mercati extra Ue sempre più accessibili. Il lavoro che stiamo fa-cendo, in particolare quello sugli USA, ci ha confermato che i nostri sforzi de-vono procedere sia sui mercati maturi, dove abbiamo ancora molti margini di miglioramento, sia sui mercati emergen-ti. Riuscire a far arrivare i nostri prodotti sugli scaffali in tutto il Mondo, non è im-portante solo per contrastare i momenti di crisi, è fondamentale per far conosce-re i veri salumi Made in Italy e valorizza-re al meglio le nostre produzioni. In de-finitiva è l’unica vera arma che abbiamo per contrastare tutti i fenomeni di italian sounding e contraffazione di cui spesso ci lamentiamo“.

Prodotti Ottima performance dei prosciutti crudi stagionati. Nei primi nove mesi dell’an-no gli invii di prodotti con e senza osso hanno evidenziato un +5,7% in quantità e +4,2% in valore. Bene in particolare le esportazioni di pro-sciutti disossati (la voce comprende an-che speck, coppe e culatelli) che hanno raggiunto quota 45.590 ton (+7%) per un fatturato di 487,5 milioni di euro (+5,5%), mentre i prosciutti in osso hanno perso terreno.Considerando l’insieme delle due voci doganali sono risultati molto positivi e in accelerazione gli invii verso i Partner co-

munitari e, sulla scia del buon parziale del secondo trimestre, hanno evidenziato un andamento ancora vivace i Paesi terzi.Nella UE si è rafforzata la buona perfor-mance verso la Francia (+16,9% in quanti-tà e +6,1% in valore). Sono tornate a cre-scere almeno in quantità - dopo un primo semestre negativo - le spedizioni verso la Germania (+0,7% e -1,8%). Hanno ac-celerato le spedizioni verso Regno Unito (+19,7% in quantità e +14,5% in valore) e Belgio (+16,1% e +8,1%). Sono torna-ti in terreno positivo anche gli invii verso i Paesi Bassi (+3,5% e +9,8%). Hanno chiuso in flessione, infine, Austria e Cro-azia. Fra i Paesi terzi, molto sostenute sono risultate ancora le spedizioni verso gli USA (+22,1% in quantità e +24,7% in valore per 70,5 mln di euro). In crescita, grazie all’ottimo parziale del primo seme-stre, sono apparsi anche gli invii verso il Canada (+26,5% in quantità e +28% in valore). Hanno evidenziato, invece, un trend cedente Giappone, Svizzera Brasi-

le e Hong Kong.

Positivo e in accelera-zione nel periodo il trend delle esportazioni di salami, arrivate a supe-rare quota 19.250 ton (+3,8%) per 187,1 milio-ni di euro (+2,3%). Pas-so meno sostenuto per la UE28: +3,3% in quan-tità e +1,1% in valore. All’interno del mercato unico si è consolidata la crescita del Regno Uni-to (+14,8% in quantità e +15,3% in valore). Ot-timo e in miglioramento l’andamento della Fran-cia (+9,8% e +6,8%). Hanno confermato il calo del primo semestre, in-

vece, Germania, Austria e Belgio, men-tre hanno evidenziato ancora incrementi a 2 cifre Svezia e Paesi Bassi. Passo più veloce per le esportazioni verso i Paesi extra UE: +6,5% in quantità e +7,4% in valore. Superato il problema Russia, gli invii di salami hanno tratto slancio dal-la domanda di Giappone e Hong Kong. Incerto, infine, il risultato dalla Svizzera, che a causa della caduta del secondo trimestre, ha mostrato ancora una fles-sione in quantità e un progresso in valore (-3,8% e +1,8%).

Primi nove mesi del 2015 in salita per mortadella e wurstel. Nel periodo gen-naio-settembre, infatti, le esportazioni di questi prodotti hanno registrando un -1% pari a 24.595 ton in quantità e un -0,6% in valore per 88 mln di euro. A determinare questo risultato è sta-ta principalmente la flessione degli invii verso la UE28, dove i risultati positivi dei primi quattro mercati di riferimento, Croazia, Germania, Francia e Spagna non sono bastati a compensare i cali di Regno Unito, Grecia e altri mercati meno rilevanti.Un contributo negativo in quantità e po-sitivo in valore è arrivato dai Paesi extra UE. Fra questi Paesi hanno mantenuto un trend vivace le spedizioni verso la Svizze-ra. Buona la performance verso la Bosnia Erzegovina e il Canada. Risultati, questi, che non sono però bastati a compensa-re, almeno in volume, le flessioni di Liba-no, Hong Kong e di altri mercati minori.

Ottimo gennaio-settembre per le espor-tazioni di prosciutto cotto: +40% in quantità per oltre 14.520 ton e +20,4% in valore per 86,8 milioni di euro. Una performance eccezionale, questa, deter-minata dallo straordinario aumento della domanda proveniente dalla Spagna che ha fatto crescere in maniera sostenuta la

Esportazioni salumi gennaio-settembre 2015 (valori espressi in tonnellate e migliaia di euro)

gennaio- settembre 2015

VAR % gen-set 2015-gen-set2014

quantità valore quantità valore

Prosciutti crudi 48.544 504.021 5,7% 4,2%

Mortadella, wurstel, cotechini e zamponi

24.595 87.951 -1,0% -0,6%

Salsicce e salami stagionati 19.253 187.094 3,8% 2,3%

Prosciutti cotti 14.522 86.819 40,0% 20,4%

Pancette 3.124 23.529 -2,3% -3,4%

Bresaola 2.266 39.814 8,0% 5,7%

Altri salumi 3.925 30.904 -9,1% -0,3%

Totale salumi 116.229 960.133 6,3% 4,3%

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

Ripartizione percentuale export salumi (in quantità)

Prosciutti crudi42%

Mortadella, wurstel, cotechini e

zamponi21%

Salsicce e salami stagionati

17%

Prosciutti cotti12%

Pancette3%

Bresaola2%

Altri salumi3%

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

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Febbraio 2016 7

mercat i

UE (+43% e +21,3%). Al netto del risul-tato spagnolo il trend si sarebbe comun-que mantenuto positivo e solido (intorno al 2,5%) grazie ai buoni risultati registrati sui mercati di Francia e Belgio che hanno più che compensato le flessioni di Ger-mania, Austria e Regno Unito. In forte au-mento anche gli scambi con i Paesi terzi, che grazie al risultato del terzo trimestre, hanno registrato un +10,9% in quanti-tà (per 1.060 ton) e un 13,6% in valore per 9,7 milioni di euro. Bene in partico-lare USA, Libano e Federazione Russa, mentre hanno mostrato un calo Svizzera, Giappone e Canada.

Chiudono faticosamente il periodo genna-io-settembre le esportazioni di pancetta stagionata. Penalizzati dal confronto con l’ottimo 2014, gli invii di questi prodotti si sono fermati a quota 3.124 ton (-2,3%) per 23,5 milioni di euro (-3,4%), mostran-do grazie al parziale del III trimestre un mi-glioramento dei trend rispetto al dato del I semestre. Un contributo positivo è arriva-to dall’Unione europea (+3,6% e +2,2%) e, pur registrando ancora una decisa flessione, si è attenuato il trend negativo della domanda dei Paesi terzi (-20,7% in quantità per 620 ton e -23,7% in valore per circa 4 milioni di euro). A determinare il risultato dei mercati extra UE, invece, è stata la flessione del Giappone (che da solo rappresenta l’86% di questi mercati) che ha mostrato un rimbalzo rispetto alla eccezionale crescita dei primi nove mesi del 2014, fermandosi a 532 ton (-26,6%) per un valore di 3,5 milioni euro (-26,1%). Nella UE, segno positivo per quasi tutti i principali mercati di riferimento con incre-menti anche a due cifre, bene in particola-re Regno Unito, Francia e Belgio.

Brillante risultato per le esportazioni di bresaola. Grazie ai buoni risultati matura-ti in particolare nel primo e terzo trimestre la voce ha registrato +8% in quantità e un +5,7% in valore. Nel periodo conside-rato l’export verso la UE ha continuato ad

evidenziare un passo più veloce rispet-to alla media: +12,7% per 1.890 ton e +9,5% per 32,2 milioni di euro, mentre i Paesi terzi hanno mostrato una flessione. All’interno del mercato unico determinan-ti sono stati i progressi di tutti i principali Paesi di riferimento: Francia (+13,6% e +7,1%) pri-mo mercato di destinazione; Germania (+30,9% e +14,5%) in ripresa dopo il difficile 2014; Regno Unito e Belgio. In gene-rale hanno mostrato un anda-mento positivo tutte le piazze comunitarie più significative. Hanno continuato ad eviden-ziare, invece, qualche difficol-tà i mercati extra UE: -10,5% in quantità e -8,1% in valore. La perdita del mercato russo ha, infatti, continuato a pesa-re moltissimo. A questo si è sommato il deterioramento del trend delle spedizioni verso la Svizzera risultate nel comples-so dei nove mesi comunque stabili in quantità +0,3% e po-sitive in valore (+4,8%).

Paesi UEOttimo gennaio-settembre per le espor-tazioni di salumi verso la UE che hanno registrato un +8,4% in quantità per circa 94.500 tonnellate e un +3,9% in valore per 743,5 mln di euro.

All’interno della UE determinante è stato il risultato della Spagna la cui domanda è balzata a 7.386 ton dalle circa 3.187 ton dei primi nove mesi del 2014 per 28,2 mln di euro. L’ottima performance ha continuato a beneficiare dello stimolo sulla domanda di prosciutto cotto eserci-tato da alcuni eventi straordinari verifica-tisi nel Paese.Al netto del risultato spagnolo il trend del-la UE è stato positivo (attestandosi intor-no al 3,5-4%) nonostante le flessioni regi-strate su diversi mercati, in particolare su

quelli tedesco e austriaco.

Si sono confermate, infatti, in calo, seppur ridimensio-nato rispetto al primo se-mestre, le spedizioni verso la Germania: -0,8% per 22.725 ton e -3,6 per 198,7 mln di euro. Sulla performan-ce hanno pesato i cali di sa-lami e prosciutti cotti. Molto buono e in accelerazione, invece, il risultato verso la Francia che ha registrato un +12,4% per 21.330 ton e un +6,7% per 171,2 milioni di euro, grazie agli incrementi registrati da tutte le princi-pali categorie di prodotti. Trend positivo e in accele-razione anche per le espor-tazioni verso il Regno Unito

che ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un +4,3% per 9.980 ton e un +9,5% per 110,3 mln di euro. Un risultato, que-sto, che continua a risentire dal lato delle quantità del calo degli insaccati cotti e dal

lato del valore degli incrementi di pro-sciutti crudi e soprattutto salami pancet-te e bresaola. In salita per l’export verso l’Austria (-11,1% per 6.755 ton e -14,4% per 45,8 mln di euro) che ha registrato contrazioni per tutte le principali categorie di salumi. Molto bene le spedizioni verso la Croazia (+7,4% in quantità per 4.906 ton ma -1,6% per 14,2 mln di euro) grazie alla buona dinamica negli invii di insaccati cotti. Risultato positivo anche per il Bel-gio, i Paesi Bassi e la Svezia.

Paesi terzi Periodo dal duplice volto per gli scambi con i Paesi extra UE. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, le esportazioni verso i Paesi terzi si sono fermate a 21.730 ton dalle 22.150 ton (-1,9%) dello stesso periodo del 2014, ma hanno mostrato una crescita in un valore segnando un

+5,9% per 216,6 milioni di euro. Nono-stante i vantaggi derivanti dal minieuro e il successo conseguito in Nord America, la performance ha continuato a risentire dell’embargo Russia e del rallentamento economico di alcuni partner emergenti.

Si è confermata brillante la performan-ce verso gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione oltre i confini della UE con 6.300 ton (+19,9%) per oltre 76 milioni di euro e un (+23,8%). Risultato notevole, soprattutto se si considera che il confron-to è con il già ottimo gennaio-settembre 2014, che il provvedimento 100% rein-spection rimodulato in maggio è venuto meno definitivamente solo a partire dal 6 luglio 2015 e che -di fatto- fino all’autun-no del 2015 non erano partite le espor-tazioni di prodotti a breve stagionatura. Straordinario traino su questo mercato sono stati i prosciutti crudi stagionati che hanno evidenziato, mentre hanno mostrato qualche difficoltà mortadelle e wurstel. Sulla scia del risultato USA ha mostrato un importante consolidamento anche l’export verso il Canada grazie alle

spedizioni di prosciutti crudi e salami.

Primi 9 mesi del 2015 faticosi, ma in mi-glioramento per gli invii di salumi verso la Svizzera che hanno registrato un -2,9% e un +2,3%. Dopo l’iniziale raffreddamen-to degli scambi dovuto alla crisi generata sull’economia elvetica della rivalutazione del franco decisa in gennaio, gli scambi sembrano aver ripreso vigore. Bene in particolare insaccati cotti e bresaola.

Gennaio-settembre in calo anche per le spedizioni verso Giappone, Brasile e Repubblica Sudafricana. Sui mercati più piccoli, spicca l’incremento di Hong Kong. Segno positivo anche per Bosnia Erze-govina e Libano. Ha chiuso, infine, con un -59,8% in quantità per 304 ton e un -56,9% in valore per 4,1 milioni di euro la Federazione Russa a causa dell’embargo.

Export salumi verso UE gen-set 2015(valori espressi in tonnellate)

Polonia

Danimarca

Malta

Grecia

Slovenia

Paesi Bassi

Svezia

Croazia

Belgio

Austria

Spagna

Regno Unito

Francia

Germania

0 5.000

gen-set 2014

gen-set 2015

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

25.000

Export salumi principali Paesi extra UE gen-set 2015(valori espressi in tonnellate)

Norvegia

Fed. Russa

Bosnia Erze.

Brasile

Hong Kong

Canada

Libano

Giappone

Svizzera

Stati Uniti

0 1.000 2.000 3.000

gen-set 2014

gen-set 2015

Fonte: elaborazioni ASSICA su dati ISTAT

4.000

10.000 15.000 20.000

5.000 6.000 7.000

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Febbraio 2016 9

Il Consiglio dei Ministri nelle due riunioni di � ne gennaio 2016 riorganizza i sottosegretari e un Ministro

Nuovo credito alle imprese e un Ministero più orientato alla � liera. Obiettivo: 50 miliardi di export

Riorganizzata la squadra di Governo

Renzi e Martina annunciano il Ministero dell’agroalimentare

Un rafforzamento nelle seconde file del governo Renzi in questo inizio di 2016: si rinsalda la compagine dei sottosegretari e viceministri con alcuni cambiamenti anche molto significiativi. La prima manovra ha toccato il viceministro allo sviluppo economico Carlo Calenda che forte degli ottimi rapporti internazionali consolida-ti nell’esercizio della delega al commercio estero è stato nominato a capo della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE a Bruxelles. Uno spostamento che se indubbiamente giova all’immagine del Pae-se sul fronte comunitario, parimenti lascia (temporaneamente) orfano di uno dei suoi primi ideatori il Piano straordinario di promozione del made in Italy che tanto ha finora fatto anche per l’agroalimentare. Al suo posto è atteso l’insediamento al Ministero dello Sviluppo Eco-nomico di Ivan Scalfarotto, anche se la nomina non ha ancora potuto essere formalizzata in attesa che il viceministro Carlo Calenda si inse-di nel suo nuovo ruolo a Bruxelles il prossimo 18 marzo.

Completate invece tutte le rimanenti nomine della squadra di go-verno a cominciare dal nuovo Ministro agli Affari Regionali, Enrico Costa, proveniente dal ruolo di viceministro alla Giustizia. Sono poi stati nominati nuovi sottosegretari e viceministri a rafforzare, tra gli altri, l’operato del governo sul fronte dello sviluppo economico, degli affari esteri, della giustizia e dei trasporti e infrastrutture, ministero quest’ultimo a cui approda Simona Vicari dopo l’esperienza fin qui svolta allo Sviluppo Economico.

L’occasione è quella del-la firma del protocollo di intesa tra Mipaaf e Banca Intesa San Paolo per l’accesso a linee di credito in agricoltura per circa 6 miliardi di euro. Un’iniziativa che, come spiega il Ministro Martina, rientra nella stra-tegia del Mipaaf per ridare respiro e possibilità di sviluppo alla produzione agricola di base verso nuove opportuni-tà e mercati. Il riferimento all’export è chiaro e proprio pensando a quello e all’ambizioso obiettivo di governo di arri-vare quanto prima a 50 miliardi di export (sono 36 miliardi nel 2015, ndr) il pre-mier Renzi annuncia un cambiamento importante nell’assetto del Dicastero agricolo di via XX settembre: la trasfor-mazione in Ministero dell’agroalimen-tare. Una trasformazione che, nelle parole del premier, dovrebbe avvenire in attuazione della riforma della Pubblica Amministra-zione e quindi a stretto giro. Il passaggio significativo dovrebbe consentire all’Ita-lia di disporre di un interlocutore unico per gli operatori della filiera alimentare e con le istituzioni europee. Tuttavia il preciso perimetro delle com-petenze che assumerà il rinnovato

Dicastero agroalimentare è ancora in corso di definizione e molte incognite permangono circa le specificità oggi in capo ad altri ministeri (Sviluppo Econo-mico e Salute in primis). Se è indubbio che la centralizzazione delle scelte stra-tegiche in materia agroalimentare possa portare benefici all’intero sistema nazio-nale, ammodernando le logiche di soste-gno e sviluppo all’imprenditoria italian del food e superando visioni a volte ana-cronisticamente contrapposte, restano da sciogliere i temi più di dettaglio e di merito circa, ad esempio, la definizione delle necessarie professionalità deri-vanti dalle nuove competenze, nonché il rapporto con le Regioni le quali ad oggi hanno piena giurisdizione, tra gli altri, sui Piani di Sviluppo Rurale e sui controlli in ambito fitosanitario e veterinario, due temi cruciali per il lineare funzionamento di tutte le filiere produttive di quel cibo made in Italy che tutto il mondo ci invidia.

attual i tàdi Giovannibatt ista Pal lav ic in i

Le nuove nomine

Carlo CALENDA Capo della Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UE

Tommaso NANNICINI Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

Mario GIRO Viceministro del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale

Vincenzo AMENDOLA Sottosegretario al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale

Enrico ZANETTI Viceministro del Ministero dell’Economia e delle finanze

Federica CHIAVAROLI Sottosegretario al Ministero della Giustizia

Gennaro MIGLIORE Sottosegretario al Ministero della Giustizia

Teresa BELLANOVA Viceministro al Ministero dello Sviluppo economico

Antonio GENTILE Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico

Antimo CESARO Sottosegretario al Ministero dei Beni, delle attività culturali e del turismo

Dorina BIANCHI Sottosegretario al Ministero dei Beni, delle attività culturali e del turismo

Simona VICARI Sottosegretario al Ministero dei Trasporti e delle infrastrutture.

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Febbraio 2016 11

Il Corpo forestale dello Stato con� uisce nell’Arma dei Carabinieri e cambia nome, ma non professionalità

Riforma PA: nasce il comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare

La riforma della pubblica amministrazione introdotta con L. 124/15 ha segnato uno storico pas-saggio nell’organizzazione delle forze a tutela dell’ambiente. La norma ha di-sposto infatti la riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato facendolo confluire principalmente nell’Arma dei Carabinieri (salvo alcune funzioni spe-cifiche trasferite ai Vigili del Fuoco o altri). Il Ministero delle politiche agricole alimentari e fore-stali ha quindi reso nota la nascita del Comando per la Tu-tela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, all’interno dell’Arma dei Carabinieri.

"Con la riforma - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e re-pressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà pro-fessionalità, specializzazione e un ramificato presidio del territorio rappresentando di certo una delle esperienze più avanzate d’Europa".

Il nuovo Comando rappresenta una grande forza che po-tenzia le capacità dell’Italia di preservare e difendere il suo patrimonio paesaggistico, ambientale e agroalimentare. 7.000 uomini specializzati impiegati sul campo.

Viene potenziato il livello di presi-dio del territorio attraverso il raffor-zamento dell’attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell’Arma, delle sue capaci-tà investigative e delle sue proiezioni internazionali per le attività preventi-ve e repressive.

Nel nuovo comando viene assicurata la specializzazione attraverso l’impiego del personale del Cfs e anche i nuovi immessi verranno specificamente for-mati, così da garantire un alto livello professionale nelle materie agroambientali.

Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto. Nascono per questa ragione i Ruoli forestali nell’Arma. Anche le progressioni di carriera vengono salvaguardate rispettando i criteri attualmente esistenti. La riorganizzazio-ne prevede poi il trasferimento di 750 agenti ad altre forze di polizia o amministrazioni. Con la riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute nel decreto legislativo vengono efficientati i costi di gestio-ne. Il nuovo comando è posto alle dipendenze funzionali del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali a conferma dello stretto collegamento del comparto di spe-cialità con le competenze, le tematiche e gli obiettivi del Ministero.

Risco RS 2002 M: l’insaccatrice dedicata all’insacco di Mortadella di qualità superiore Risco è l’azienda leader Italiana che da oltre 45 anni è il punto di riferimento per la fornitura di macchine e sistemi per la lavorazione della carne. Il portafoglio prodotti include un’ampia gamma di insaccatrici sottovuoto per salumi, salsiccie, prodotti stagionati, prosciutto e mortadella, linee di prepara-zione quali tritacarni e impastatrici, sistemi per carne macinata in vaschetta, sistemi di formatura e coestrusione, legatrici e tutta una serie di accessori stu-diati appositamente per il settore alimentare.

Nel corso degli anni l’azienda, grazie alla sua propen-sione alla ricerca e innovazione, si è guadagnata un ruolo di spicco in ambito nazionale e soprattutto inter-nazionale. L’attenzione al cliente e alle sue esigenze ha portato allo sviluppo di nuove soluzioni a livello di pro-dotti e processi.

Risco, tuttavia, considerando la sua matrice italiana ha mantenuto e consolidato la sua totale dedizione e attenzione allo sviluppo di soluzioni per i salumi della tradizione italiana. Un fiore all’occhiello dei macchinari Risco è l’insacca-trice RS 2002 M, dedicata alla produzione della Morta-della.

Per ottenere un prodotto di qualità eccellente è neces-

sario scegliere con cura la materia prima, seguire scrupolosamente le regole di preparazione del prodotto, ma è anche necessario che la fase di insacco sia ef-fettuata con un macchinario prettamente ideato e costruito per tale prodotto.

Prima di essere insaccato il prodotto viene emulsionato grazie ad una pre-elica che ruotando a velocità elevata permette la disaerazione dell’impasto. Attra-verso il sistema di doppio vuoto l’aria viene eliminata, ottenendo così un pro-dotto compatto e senza porosità. Il particolare sistema di alimentazione inoltre assicura un’ottima distribuzione del lardello e l’aderenza di questo all’impasto.

Il risultato sarà un prodotto di qualità superiore nel sapore e nella presentazione, con un taglio di fette compatte, uniformi e dalla superficie perfettamente liscia.La nuova insaccatrice elettronica Risco apposita-mente studiata per la produzione di mortadella e di altri prodotti emulsionati unisce l’esperienza ul-tra trentennale della Risco nell’insacco di impasti da mortadella con la nuova tecnologia dei motori do-tati di servocomando. Tradizione ed innovazione si uniscono per ottenere un prodotto di qualità supe-riore, dalla superficie vellutata e di colore rosa vivo uniforme, come richiesto dal consumatore finale.

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Aziende

informano

attual i tà

LE PRINCIPALI NOVITÁ DELLA RIORGANIZZAZIONEPotenziata la tutela agroambientale Dalla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri nasce il Comando per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimen-tare.

Perchè i carabinieri Negli anni proprio i Ca-rabinieri hanno sviluppato anche competenze specifiche in questo campo con Nuclei specia-lizzati come i Nac, Noe, Noes.

Rafforzato il presidio territoriale Attraver-so il rafforzamento dell’attuale assetto con la cooperazione della capillare rete di strutture dell’Arma.

Mantenuta la specializzazione Così da ga-rantire un alto livello professionale nelle mate-rie agroambientali.

Valorizzate le professionalitá Il personale mantiene le competenze possedute e viene impiegato nell’attuale sede di lavoro e incarico ricoperto.

Efficientati i costi e confermata la dipen-denza funzionale dal Ministero delle Politiche Agricole.

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Febbraio 201612

Buona tenuta della produzione e soddisfacenti risultati nell’export. Ma con ancora diversi limiti strutturali per il settore

Cooperazione agricola: presentato il rapporto 2015

attual i tàdi Giovannibatt ista Pal lav ic in i

Lo scorso 28 gennaio al Palazzo della Cooperazione è stato presentato l’annuale rap-porto sulla cooperazione agricola in Italia: un’occa-sione per fare il punto sul contributo all’agroali-mentare che proviene dai movimenti cooperativi consolidati nel nostro Paese.

Tanti i numeri e le cifre in gioco, presentate in que-sto interessante incontro da Ersilia di Tullio che cura per Nomisma l’analisi del settore coopera-tivo. Un settore che nell’agroalimentare registra 5.024 realtà operative in grado di sviluppare un fatturato di oltre 36 milioni di euro e garantire im-piego a più di 92.000 addetti.

Numeri importanti che collocano l’Italia ai vertici delle graduatorie europee del movimento cooperativo: in par-ticolare l’Italia è al terzo posto per fatturati generati dalla cooperazione agroalimentare e raggiunge addirit-tura il primo posto per numero di aziende cooperative attive sul mercato.

Un primo posto che tuttavia lascia un po’ di amaro in bocca. Se infatti è vero che analizzando i dati si registra-

no tante note positive specie con riferimento alle perfo-mance che le cooperative italiane realizzano sul mercato con tassi di sviluppo molto positivi (a volte anche su-periore a quelli delle azien-de non cooperative) e con importanti quote di contri-buzione all’export (in media pari al 18% circa), è altresì vero che la gran moltitudi-ne di aziende facenti parte

del panorama coope-rativa presenta una realtà ancora molto frammentata e che a fatica riesce a com-petere con gli omolo-ghi europei.

Entrando più in dettaglio sull’analisi dimensionale delle imprese si scopre infatti che il 64% del fat-turato cooperativo agroalimentare è realizzato dal 3% delle imprese, mentre il 66% di queste si divide il 4% del fatturato totale. Il tessuto produtti-

vo cooperativo è fatto dunque per i due terzi da piccole realtà che, per quanto importanti, difficilmente riescono a uscire dai confini nazionali e a competere sui mercati esteri.

Mercati in cui la dimensione cooperativa assume ben altre forme: le cooperative europee leader dei propri settori registrano infatti fatturati quasi pari alla somma dei fatturati delle grandi cooperative italiane dello stes-so settore. Di fronte a una tale diversità dimensionale si comprende come sia complesso competere e affron-tare la sfida dell’ulteriore sviluppo sui mercati interna-zionali.

Il settore cooperativo dunque avrà da sciogliere un im-

portante nodo se vorrà rilanciarsi verso performance ancora e sempre migliori nei prossimi anni, cioè il su-peramento dell’attuale soglia dimensionale per riuscire a fare massa critica, requisito indispensabile per ambire alla competizione con gli omologhi comunitari.

Fatturato agroalimentare - percentuale sviluppata dalle cooperative

Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana

Altre forme societarie

76%

Cooperative24%

Export agroalimentare - quota % di contribuzione al valore esportato

Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana

Altre forme societarie

82%

Cooperative18%

Distribuzione del numero di cooperative e del fatturato per classi dimensionali d’impresa

Fonte: elaborazioni di Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana

numero imprese

66%

64%

21%

11%4%

21%

10%3%

fatturato

> 40 mio €

7 - 40 mio €

2-7 mio €

< 2 mio €

Patent Box: la valorizzazione degli intangibles a cura dott. Gianluigi Borghero - Jacobacci&Partners SpA

La recente introduzione nell’ordinamento Italiano di un regime opzionale di tassazione agevolata per i redditi derivanti dall’uso diretto e indiretto di opere dell’ingegno, brevetti industriali, marchi, disegni o modelli, nonché di processi, formule e informazioni relative ad esperienze acquisite nel campo industriale o scientifico giuridicamente tutelabili, consente al nostro Paese di dotarsi di un efficacie strumento di politica industriale e di attrazione di ca-pitale immateriale sulla falsa riga di quanto in precedenza fatto in altri Paesi europei.

Il Patent Box Italiano è stato introdotto con l’art. 1, commi 37-45, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di stabilità 2015), poi modificato dal decreto-legge del 24 gennaio 2015 (convertito con legge 24 marzo 2015 n. 33) e attuato con il D.M. 30 Luglio 2015 che fissa presupposti oggettivi e soggettivi per la sua applicabilità.

Il regime italiano estende il suo ambito applicativo alla gran parte dei diritti di proprietà intellettuale.

I beneficiari del Patent Box possono identificarsi in tutti i titolari di reddito d’impresa (a prescindere da dimensioni, regime contabile e forma giuridica) unitamente anche agli enti e imprese i quali, ancorché non residenti nel nostro Paese, hanno la propria sede in Paesi nei quali è in vigore un accordo che vieta la doppia imposizione e con i quali vi sia un effettivo scambio di informazioni.

L’ammontare dell’agevolazione, per esempio per il caso di utilizzo diretto

degli intangibles, consiste nell’esclusione da imposizio-ne fiscale della quota parte del reddito generato dall’u-so diretto dei beni immate-riali. Tale reddito deve essere di volta in volta determinata sulla base di una procedura di ruling internazionale, svol-ta in contradittorio con l’A-genzia delle Entrate; l’esenzione fiscale si potrà quindi godere nella misura del 30% nel 2015, 40 % nel 2016 e 50 % nel 2017.

L’accesso al Regime è frutto di un articolato procedimento che richiede una preventiva e attenta due diligence finalizzata a verificare la consistenza dei beni immateriali, la fruttuosità di una tale operazione e i costi che l’adesione a questo regime comporta per chi intende aderirvi.

Pur non volendo in questa sede entrare nella disamina dei complessi mecca-nismi necessari ad effettuare la valutazione di opportunità preventiva caso per caso, si può tuttavia affermare in linea generale che si tratta di una iniziativa complessivamente positiva che mette a regime una leva fiscale che ha il dichiarato intento di ridurre la pressione tributaria sulle imprese del nostro settore che investono nell’innovazione, oltre a rappresentare un vantaggio che auspicabilmente dovrebbe altresì attrarre capitali e ricerca dall’estero.

Esenzione fiscale per le innovazioni aziendali

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Febbraio 201614

Relazione della Commissione europea sulle Pratiche Commerciali Sleali

Europadi Michele Spangaro

Nel luglio 2014 la Commissione aveva adot-tato una comunicazione dal titolo "Affrontare le prati-che commerciali sleali nella filiera alimentare tra im-prese" che proponeva una combinazione di iniziative volontarie e di misure normative per contrastare le pra-tiche commerciali sleali. Nel 2015 il dibattito si è ulte-riormente inasprito culminando in particolare con la di-chiarazione congiunta dei Ministri dell’Agricoltura di sette Paesi (Bulgaria, Repubblica ceca, Ungheria, Polo-nia, Romania, Slovacchia e Slovenia) in cui chiedevano alla Commissione di approfondire la sua analisi sulle pratiche commerciali sleali e proponevano l’adozione di una legislazione dell’UE diretta a contrastare dette pra-tiche.

La relazione recentemente presentata - gennaio 2016 - dalla Commissione europea è incentrata sui quadri in essere per contrastare le prati-che commerciali sleali. È costi-tuita da due principali elementi: 1) una valutazione dei quadri normativi e di controllo del ri-spetto delle norme predisposti dagli Stati membri; 2) una valutazione dell’impatto dell’iniziativa volontaria a livello dell’Unione, Supply Chain Ini-tiative (SCI - iniziativa della ca-tena di approvvigionamento) e delle piattaforme nazionali della SCI che sono state istituite.

Quadri normativiSecondo la Commissione il fatto che la grande maggio-ranza degli Stati membri abbia introdotto misure di regola-mentazione e sistemi pubblici di controllo del rispetto delle norme costituisce uno sviluppo molto importante. Alcuni Stati membri sono più avanti di altri, ma quasi tutti i sistemi introdot-ti per assicurare il rispetto delle norme vanno al di là dei normali

rimedi giudiziali, affrontando in tal modo il "fattore pau-ra" delle vittime potenziali di pratiche commerciali sleali. Considerati gli sviluppi positivi in alcune parti della filie-ra alimentare e dato che le pratiche commerciali sleali potrebbero essere contrastate efficacemente ricorren-do ad approcci differenti, la Commissione non ritiene pertanto che uno specifico approccio normativo ar-monizzato a livello dell’UE offrirebbe in questa fase un valore aggiunto. Tuttavia, poiché in numerosi Sta-ti membri la legislazione è stata introdotta solo molto recentemente, la Commissione riconosce che occorre procedere a un attento monitoraggio dei risultati e, se necessario, a un loro riesame.

Nelle sue conclusioni la Commissione sottolinea che il Belgio e i Paesi Bassi non dispongono di un quadro nor-mativo, ma hanno optato per una piattaforma volontaria

nazionale. I pochi Stati membri che non dispongono di una legislazione in materia di pratiche commerciali sleali potrebbero, secondo la Commissione, seguirne l’esempio e valutare la possibilità di istituire come mini-mo una piattaforma volontaria nazionale.

Il rapporto evidenzia che la maggior parte degli Stati membri ha affrontato il problema delle pratiche com-merciali sleali adottando approcci diversi, per lo più di tipo normativo, mentre alcuni hanno fatto ricorso a iniziative di autoregolamentazione tra gli operatori di mercato. Sotto il profilo normativo negli ultimi anni si sono registrati notevoli cambiamenti. Più in particolare, dei 20 Stati membri che già dispongono di una legisla-zione in materia 15 l’hanno introdotta negli ultimi 5 anni.

Qualche altro Stato membro sta valutando se adottare una legislazione nel prossimo futuro mentre altri paesi negli ultimi 5 anni hanno aggiornato i loro quadri più antiquati. La tabella in pagine delinea il qua-dro della situazione attuale.

Secondo la Commissione la varietà degli approcci non sembra avere conseguenze negative per il mercato unico. Sebbene la valutazione globa-le dei quadri normativi a livello nazionale sia soddisfacente, il Rapporto individua nei quadri normativi di alcuni Stati mem-bri aspetti suscettibili di pos-sibile ulteriore miglioramentoe mette in luce le opportunità di collaborazione tra gli Stati membri.

La relazione evidenzia inoltre che sebbene gli Stati mem-bri abbiano scelto strategie e tecniche legislative differenti, conformemente alle rispetti-ve consuetudini giuridiche, le

Art. 62: l’Antitrust multa Coop per interruzione unilaterale del rapporto commerciale

Qualcosa si muove anche in Italia nel contrasto alle pratiche commerciali sleali della Grande distribuzione. A gennaio 2016 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato multa Coop Italia e Centrale Adriatica per aver violato l’art. 62.

In particolare l’Antitrust ha rilevato che “l’interruzione unilaterale, da parte di Coop Italia e Centrale Adriatica, del rapporto di fornitura con Celox Trade avvenuta tramite: I. l’annullamento degli ordinativi relativi alle pere estere e la sensibile riduzione di quelli relativi alle pere nazionali, da parte di Centrale Adriatica, nei primi mesi dell’anno 2014, a fronte della mancata pattuizione ex ante di quantitativi di fornitura (o perlomeno, di criteri in base ai quali definirli) e nonostante fossero state definite le condizioni commerciali valide per tutto il 2014; II. la concessione di un preavviso non adeguato in relazione al peculiare rapporto tra le parti, nella lettera di formale disdetta al contratto di fornitura inviata da Coop Italia a Celox Trade solo il 21 luglio 2014, integra una violazione dell’art. 62, comma 1 e comma 2, lettera e) del D.L. 1/2012”.

Il collegio giudicante ha quindi comminato una sanzione amministrativa pe-

cuniaria di quasi 50.000 euro totali (26.000 euro per Coop e 23.000 euro per Centrale Italiana). Nel Bollettino Antitrust numero 19 del 18 gennaio 2016 viene inoltre segnalato che Coop Italia avrebbe imposto a Celox “sconti contrattuali incondizionati e compensi per attività di co-marketing e per analisi qualitati-ve sui prodotti, ingiustificatamente gravosi per la parte debole del rapporto di fornitura” e “ulteriori sconti extracontrattuali, aggiuntivi rispetto agli sconti contrattuali”.

Il caso è sicuramente interessante (le 35 pagine del provvedimento mostrano uno spaccato molto chiaro dei rapporti di forza tra fornitori e Gdo). Tuttavia l’episodio mostra anche chiaramente i limiti della normativa legata all’Art. 62: in primo luogo la denuncia da parte di Celox è avvenuta solo perché la società è sostanzialmente fallita (e quindi non aveva più niente da perdere). L’impossi-bilità di segnalazioni anonime (o tramite le associazioni di categoria) rende la normativa sostanzialmente inefficace. In secondo luogo l’entità delle ammen-de è molto bassa e sostanzialmente inadatta a fungere da deterrente.

Page 15: L'Industria delle Carni e dei Salumi - 02/2016

Febbraio 2016

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principali tipologie di pratiche commerciali sleali sono generalmente consi-derate da tutti i quadri normativi. Queste sono essenzialmente 4: la prima ri-guarda una parte non dovrebbe indebitamente o ingiustamente scaricare sulla controparte i suoi costi o i rischi inerenti all’attività imprenditoriale. La seconda specifica che una parte non dovrebbe chiedere alla controparte vantaggi o benefici di qualsiasi natura senza prestare un servizio correlato al vantaggio o al beneficio richiesto. Una parte non dovrebbe apportare modifiche unilaterali e/o retroattive a un contratto, salvo che il contratto non lo consenta espres-samente a condizioni eque, è la terza tipologia.Infine non vi dovrebbe essere alcuna cessazione ingiustificata - né la minaccia di una siffatta cessazione - di un rapporto contrattuale.

Valutazione dell’impatto dell’iniziativa volontaria a livello dell’Unione - Supply Chain Initiative (SCI)Secondo la Commissione c’è una prima indicazione che la SCI abbia stimolato la discussione sulle migliori pratiche e sulle pratiche commerciali sleali tra gli operatori ed abbia cominciato a determinare un cambiamento culturale nella filiera alimentare. Nell’ambito dell’iniziativa a livello dell’UE sono state istituite diverse piattaforme nazionali, il che costituisce un altro segnale positivo. La relazione ha riscontrato che le iniziative volontarie sembrano funzionare me-glio in alcuni paesi che in altri. L’iniziativa in Belgio rappresenta un esempio di piattaforma volontaria che sembra costituire un approccio efficace di con-trasto alle pratiche commerciali sleali senza dover ricorrere a un sistema di regolamentazione. In altri paesi, come ad esempio il Regno Unito, le iniziative volontarie hanno avuto minore successo, confermando la necessità di adotta-re misure di regolamentazione e un controllo del rispetto delle norme efficace ed indipendente.

Sono stati individuati alcuni punti di forza e di debolezza per quanto riguarda l’efficacia della SCI nel contrastare le pratiche commerciali sleali. Tra i punti di forza innanzitutto la SCI promuove il cambiamento culturale in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare; inoltre le opzioni in merito alla risoluzione delle controversie promosse dalla SCI offrono in ge-nerale un’alternativa più rapida e meno costosa di qualsiasi azione giudiziaria.Per concludere la SCI è un’iniziativa a livello dell’UE e potrebbe pertanto fa-cilitare l’eliminazione di pratiche sleali che presentano una dimensione tran-sfrontaliera.

I principali punti deboli individuati sono: la SCI non dispone di strumenti dis-suasivi efficaci contro le pratiche commerciali sleali; la SCI non prevede sin-gole denunce riservate da parte delle potenziali vittime di pratiche commerciali sleali né indagini condotte di propria iniziativa da un organismo indipendente; il ricorso alle opzioni disponibili per la risoluzione delle controversie è stato limitato nei primi due anni di esistenza della SCI.

La Commissione conclude che, sebbene la SCI abbia già conseguito alcuni risultati, esistono ancora margini di miglioramento. Al fine di aumentare la credibilità dell’iniziativa e di accrescerne l’efficacia nel contrastare le pratiche commerciali sleali, la Commissione propone di intavolare - con le parti interes-sate in seno al Forum di alto livello per un migliore funzionamento della filiera alimentare - una discussione su come migliorare la SCI. L’obiettivo è quello di migliorare la sensibilizzazione sulla SCI, in particolare tra le PMI, di garantire l’imparzialità della sua struttura di governance, di consentire alle presunte vit-time di pratiche commerciali sleali di presentare una denuncia in via riservata e di attribuire a organismi indipendenti poteri di indagine e sanzionatori.

In particolare la Commissione suggerisce quanto segue: intensificare gli sforzi per pubblicizzare la SCI, soprattutto tra le PMI; garantire l’imparzialità della struttura di governance, ad esempio isti-tuendo un presidente indipendente che non appartenga a specifici grup-pi di interessati;

consentire alle presunte vittime di pratiche commerciali sleali di presen-tare denunce in via riservata; designare un organismo indipendente cui è attribuito il potere di svolgere indagini e irrogare sanzioni;

migliorare i processi interni al fine di verificare che i singoli operatori ri-spettino i propri impegni e di monitorare l’insorgenza e la composizione delle controversie bilaterali in modo riservato.

In ogni caso, prima della fine del suo mandato la Commissione riesaminerà il potenziale valore aggiunto dell’azione dell’UE nel contrastare le pratiche com-merciali sleali alla luce di nuovi sviluppi o della mancanza di progressi.

Page 16: L'Industria delle Carni e dei Salumi - 02/2016

Febbraio 201616

Stop all’ammasso privato. La Commissione Agricoltura dell’UE ha chiuso uf� cialmente lo stoccaggio lo scorso 3 febbraio

Chiuso l’ammasso privato carni suine

interprofessionedi Laura Falasconi

L’ammasso, operativo a partire dal 4 genna-io 2016, è dunque rimasto aperto per meno di tre set-timane. La chiusura ufficiale, infatti, è arrivata – come da prassi – a una settimana di distanza dalla pubblica-zione nella Gazzetta Ufficiale dell’ Unione europea del Regolamento (di esecuzione (UE) 2016/85) che ha so-speso la presentazione delle domande di aiuto nel pe-riodo dal 27 gennaio 2016 al 2 febbraio 2016, respin-gendo contestualmente tutte le domande presentate a partire dal 21 gennaio.

17 giorni sarebbero, dunque, bastati secondo la Com-missione a produrre effetti positivi sul mercato. Effetti che - si legge nel regolamento - dovrebbero tradursi in una stabilizzazione dei prezzi.

Un giudizio, questo, non condiviso da tutti gli Stati membri in particolare dalla Francia che, stando alle pri-me indiscrezioni, intenderebbe chiedere già nel prossi-mo Consiglio Agricoltura la riapertura dello stoccaggio.

I numeri di questo ammasso sono in effetti importan-ti. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione eu-ropea, le richieste di aiuto all’ammasso privato suino hanno riguardato complessivamente 90.025 tonnellate contro le 63.874 tonnellate dell’ammasso del 2015 ri-masto effettivamente aperto per ben 49 giorni.

I maggiori utilizzatori della misura sono stati i tede-schi con una quota del 29% seguiti da Spagna (21,4%), Danimarca (13,0%) e Paesi Bassi (12,0%). L’Italia si è posizionata solo al sesto posto dietro alla Polonia con richieste per 5.758 ton (6,4%). Peggio di noi, fra i Paesi a suinicoltura rilevante, hanno fatto solo Francia (2,6%) e Irlanda (1,8%). Per quanto riguarda le categorie di prodotti, la più ri-chiesta è stata quella dei prodotti disossati (prosciutti, spalle, parti anteriori, lombate con o senza il collare, oppure i collari soli, lombate con o senza scamone di-sossati) con una quota del 53,7%, seguita dal lardo con o senza cotenna con 9,7%, dai prosciutti con osso con 8,3%, dalle pancette (sia quelle senza la cotenna e le costole che quelle tali quali o in taglio rettangolare) con 14,6%. Il restante 13,7% è stato suddiviso tra tutti

gli altri prodotti.

La maggioranza delle richieste (il 67,2%) hanno riguardato contrat-ti a 90 giorni, il 24,9% domande a 150 giorni e solo l’8% contratti a 120 giorni. Ciò significa che le carni dovrebbero ritornare sul mercato nel periodo compreso fra la metà di maggio e la metà di luglio, cosa che potenzialmen-te rischia di appiattire la curva dei prezzi dei suini nel momento in cui solitamente registrano un picco.

A preoccupare i Paesi che inten-derebbero chiedere un nuovo intervento, non sarebbero solo i numeri dell’ammasso rispetto alle proprie esigenze interne, ma an-che gli altri fattori che influenzano il mercato in primis l’andamento delle macellazioni e la questione dell’embargo Russia.

Prime fra tutte le macellazioni che, secondo le pre-visioni degli esperti, dovrebbero nel primo semestre 2016 attestarsi poco al disotto di quelle del 2015. Se-condo i dati presentati dalla Commissione nell’ambito dell’ultimo comitato di gestione, infatti, le macellazioni di suini dell’UE dopo aver registrato un incremento del 3,3% nel 2015 starebbero diminuendo solo dello 0,2% nel primo trimestre del 2016 e dovrebbero continuare a calare della stessa percentuale nel secondo trimestre.

Secondo le informazioni raccolte, a favore della riaper-tura dell’ammasso sarebbero sia i Paesi che come la Francia si sono opposti alla proposta di chiusura del regime di aiuto sia i produttori di suini di Paesi che si sono schierati a favore della chiusura.

Fra questi produttori, particolarmente attiva è risultata l’Associazione dei produttori di suini del Regno Unito (NPA) che dopo aver descritto la cessazione del PSA come uno vero e proprio shock per il mercato ha ag-giunto che i ministri dei Paesi che hanno votato per

porre fine al regime di ammasso “avrebbero dovuto dare qualche spiegazione ai loro produttori di suini”.

Secondo quanto appreso, i dieci Paesi che avrebbero votato contro la fine del regime d’ammasso sareb-bero: Danimarca, Estonia, Irlanda, Francia, Ungheria, Croazia, Austria, Polonia, Portogallo, Romania.

Avrebbero, invece, votato a favore della chiusura dell’ammasso Regno Unito, Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Spagna, Italia, Cipro, Lituania, Lus-semburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Finlandia e Svezia.

Certo fa riflettere che fra i Paesi più attivi nella richie-sta di un nuovo ammasso ci siano Francia, Irlanda e Austria che hanno presentato richieste per quantitativi piuttosto limitati. È infatti legittimo chiedersi se il prov-vedimento sia stato poco utilizzato a causa di problemi organizzativo – burocratici interni o se la misura non sia rispondente alle reali esigenze degli operatori.

Per quanto riguarda l’Italia, il ricorso all’ammasso come abbiamo già detto è stato limitato: appena 5.758 ton, il 6,4% del totale delle richieste presentate a livello comunitario. Un quantitativo di poco superiore a quello richiesto in occasione del precedente provvedimento (5.595 ton pari all’8,8% del totale), nonostante gli im-porti più alti dell’aiuto e la introduzione del lardo fra le categorie beneficiarie del provvedimento.

Con riferimento alle categorie di prodotti ammassati, nel nostro Paese, come ci si poteva aspettare, a fare la parte del leone sono stati i prosciutti. Il 24,1% delle do-mande presentate ha riguardato, infatti, i prosciutti in osso, il 45,8% i prosciutti disossati, il 25,9% il lardo il 2,2% le pancette disossate, l’1,4% le pancette in osso il restante 0,7% middles, spalle e lombate.Il dato sembra dunque confermare che l’intervento, pur apprezzabile, non viene giudicato decisivo dal mercato. La partita dunque è tutt’altro che chiusa, le criticità sono sul tavolo e a breve la discussione all’interno della UE riprenderà. La sfida è sempre più quella di trovare una politica che coordinando strumenti rodati come l’ammasso e misure nuove riesca a dare a tutto il settore risposte concrete.

Richieste di aiuto all’ammasso privato per Stato membro Periodo 4-20 gennaio 2016 (ton)

Fonte: Commissione europea

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000

Romania

Belgio

Austria

Irlanda

Francia

Altri Paesi

Italia

Polonia

Paesi Bassi

Danimarca

Spagna

Germania

Italia - Domande per ammasso privato ripartizione per categorie (ton)

Fonte: Commissione europea

Lardo25,9%

Prosciutti in osso24,1%

Prosciutti disossati

45,8%

Pancette disossate2,2%

Middles0,2%

Spalle in osso0,2%

Lombate0,3%

Pancette in osso1,4%

Page 17: L'Industria delle Carni e dei Salumi - 02/2016

Febbraio 2016 17

L’interazione è la chiave: per conoscere, approfondire, condividere e apprezzare

Salumi e social media? Mi Piace!

Il mondo della co-municazione digitale è oggi molto frequentato anche da realtà storicamente meno propense all’impiego delle nuove tecnologie. Per que-sto, mentre nessuno si stu-pisce più di trovare la pagina Facebook di un artista famo-so o il profilo Twitter di una casa automobilistica, fino a qualche tempo fa era meno frequente che ciò accadesse per le rappresentanze istitu-zionali del settore alimenta-re, come per esempio i Con-sorzi di Tutela DOP e IGP o gli istituti che si occupano di promozione agroalimentare.

Negli ultimi anni, si è regi-strato un significativo aumento della presenza sul web nelle cosiddette piattaforme ’social’ del mondo dei salu-mi italiani: spazi virtuali dove gli utenti entrano in contatto fra loro e dove ormai si aspettano di trovare le realtà commerciali o istituzionali con la medesima semplicità. Il successo di questi strumenti in chiave di business, oggi imprescindibili per supportare l’attività di comunicazione di un’azienda o un’istituzione, è basato in larga parte sulla possibilità da parte degli utenti di fruire ’senza filtri’ delle informazioni messe a disposizione, entrando in contatto diretto con la fonte, commentando quanto condiviso e prendendo parte alla storia di ciascun attore di questo palcoscenico virtuale. Così, si arriva a conoscere le at-tività di un consorzio, i dettagli sul prodotto che tutela, la sua storia, la tradizione che lo ha portato fino a noi e l’impegno quotidiano dei produttori per mantenerlo vivo: uno strumento dai grandi potenziali, non c’è che dire.

I dati di Wearesocial (agenzia internazionale esperta di comunicazione digitale) di gennaio 2016, mostrano che la situazione italiana del panorama dei Social Media è effettivamente di grande interesse, con oltre 28 milioni di utenti attivi su queste piattaforme dei quasi 38 milioni che hanno accesso ad internet.

A differenza però di pagine e profili creati per scopi com-merciali e gestiti dalle aziende, le rappresentanze istitu-zionali del mondo dei salumi hanno dovuto strutturare la propria presenza sui social media in modo da poter raccontare il prodotto con uno stile tutto nuovo, creando community virtuali interessanti per chi spesso scopre di

conoscere ancora troppo poco di questi prodotti. Così, dopo aver selezionato le piattaforme da presidiare, il passo successivo è stato quello di comprendere e forni-re agli utenti i contenuti di cui erano alla ricerca, per dare risposta alle tante domande che ogni giorno si pongono. In questo modo, le pagine sui social network sono diven-tate il veicolo per diffondere tradizione, rapporto dei salu-mi con il territorio di origine, ma anche ricette, iniziative, concorsi e dettagli sulla partecipazione a fiere in Italia e all’estero di ogni rappresentanza del settore. Inoltre, grazie alla grande interazione consentita da questi stru-menti, il canale "social" - frequentato nel 95% dei casi da dispositivi mobili - è quello preferito dagli utenti per approfondire, chiedere informazioni, entrare in contatto.

Gli esempi di come il mondo salumi si sia mosso sono numerosi e così, oltre ai conosciutissimi Prosciutto di Parma DOP e Prosciutto di San Daniele DOP, pre-senti entrambi sui principali social media con un ampio seguito (anche all’estero), ci sono casi virtuosi, come la Mortadella Bologna IGP, che utilizza Facebook, Twitter, Instagram e Youtube per tenersi in contatto col pubbli-co di appassionati, per proporre ricette, segnalare gli eventi a cui partecipa durante l’anno, fino ad arrivare a trasmettere una sorta di diretta via web dell’evento Mor-tadellaBò, la festa che si tiene abitualmente nel mese di ottobre ogni anno a Bologna. Oppure la Bresaola della Valtellina IGP, che via Facebook offre spunti creativi in cucina con l’aiuto di una foodblogger e fra i tanti con-tenuti, propone anche le ’pillole del nutrizionista’, cioè brevi interventi di carattere nutrizionale in cui un esper-

to consiglia come consumare la bresaola in una dieta corretta, unendo gusto ed equilibrio: un’ini-ziativa, questa, che denota la grande attenzione per il tema nutrizionale e che infatti aveva già trovato spazio sul sito del Consorzio, dove gli

utenti possono chiedere un consiglio perso-nalizzato all’esperto che è stato messo

a loro disposizione.

E ancora, c’è chi anima la propria community con idee innovative, sen-

za dimenticare il comparto trade, come il Prosciutto Toscano DOP, che tiene ag-

giornati i fan su Facebook e Twitter circa le manifestazioni a cui partecipa il Consorzio e

ha indetto il concorso fotografico ’La vetrina più bella del Natale 2015’ nel dicembre scorso, aper-to a tutti gli operatori del dettaglio tradizionale o della ristorazione. Altri interessanti spunti vengono poi dalla pagina Facebook del Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena IGP, che pubblica illustrazioni divertenti e diffonde in modo creativo le infor-mazioni sui salumi che tutela, con l’obiettivo di condividere ricette diverse dal solito e destagionaliz-zare il consumo del prodotto, per portare cotechino e zampone sul-le tavole italiane anche nei periodi lontani dalle feste natalizie.

Come non citare il salame italiano DOP più amato, il Salame Cac-

ciatore, che su Facebook ha oltre 20mila fan - fra cui moltissimi giovani - a cui sottopone simpatici quiz, sug-gerisce accompagnamenti particolari o ricette semplici e veloci per spuntini in compagnia, senza dimenticare di in-formare il consumatore sul tema degli aspetti nutrizionali, sempre attuale. Il Prosciutto di Modena DOP invece, ha avviato di recente le attività sulle principali piattaforme, ma molto rapidamente ha registrato risultati positivi, come su Facebook (5000 fan), dove condivide ricette e idee creative, oltre a fare un grande lavoro di informazio-ne sul sistema di tutela e garanzia proprio della DOP, con cenni storici sul Consorzio e il rigore con cui viene lavo-rato secondo regole condivise dai produttori dal 1969.

Il Consorzio Salumi DOP Piacentini oltre a raccontare attraverso il proprio sito la storia dei tre salumi DOP, dà la possibilità di scaricare una serie di interessanti pub-blicazioni come “I Salumi piacentini nella Storia” o “L’a-nalisi sensoriale dei Salumi Piacentini DOP”. La pagina Facebook (circa 3000 fan) è molto attiva.

Diverso invece l’esempio dello Speck dell’Alto Adige IGP, che ha scelto fare sistema con gli altri prodotti tipici della zona del Sud Tirolo e promuovere sui social media in Italia e nel mondo (con la versione inglese del profilo Twitter) un esempio di coesione territoriale delle produ-zioni agroalimentari, per creare un filo diretto fra gli utenti e un intero paniere di prodotti tradizionali.

I presidi social attivi del settore salumi ad oggi, quindi, sono davvero tanti: fra questi ad esempio ricordiamo anche il gruppo LinkedIn L’Industria delle Carni e dei Salumi (aperto dall’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), che riunisce più di 320 professionisti del settore, oppure SalumiAmo®, creato dall’Istituto Valo-rizzazione Salumi Italiani (oltre 26mila fan su Facebook e 1500 iscritti al canale Youtube, con un totale di 950mila visualizzazioni dei video pubblicati). A questi vanno poi aggiunti i tanti canali aperti da realtà meno strutturate: nel complesso si parla di un pubblico che, sommando il nu-mero degli utenti iscritti alle varie pagine/canali esistenti, supera agevolmente le 500mila unità: una platea di tutto rispetto, che dimostra il grande interesse per questi pro-dotti e il desiderio dei consumatori di tenersi informati at-traverso i new media, anche sul mondo dei salumi italiani tradizionali …certo, ma mai così moderni.

comunicazionedi Fabio Onano

GEN2016 IL DIGITALE IN ITALIA

PANORAMICA DEI PRINCIPALI INDICATORI STATISTICI

popolazione totale

59,80MILIONI

utenti attivi sui social media

(account)

28,00MILIONI

italiani con accesso a internet

37,67MILIONI

numero dei dispositivi mobili

connessi

80,29MILIONI

utenti attivi sui social media

da mobile

24,00MILIONI

fonte: “DIGITAL IN 2016” - WE ARE SOCIAL - www.wearesocial.com/it

Page 18: L'Industria delle Carni e dei Salumi - 02/2016
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Febbraio 2016 19

Recepimento dell’Accordo quadro delle Parti sociali europee sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoroIl 25 gennaio scorso, Confindustria ha sottoscritto con CGIL, CISL e UIL un’in-tesa con cui si dà attuazione all’Accordo quadro delle Parti sociali europee del 26 aprile 2007 sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro.

Nell’intesa viene sottolineato che ogni atto o comportamento che si configuri come molestia o violenza nei luoghi di lavoro sia inaccettabile e che la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori non possa essere violata da atti o comporta-menti che configurano molestie o violenza, così come definiti nell’Accordo delle Parti sociali europee del 26 aprile 2007, di cui si è provveduto a redigere una traduzione concordata, allegata all’intesa.

Le Parti firmatarie si impegnano a dare un’ampia diffusione all’accordo, non-ché a promuovere incontri fra le rispettive articolazioni territoriali, entro tre mesi dalla sottoscrizione della dichiarazione, per individuare le strutture più adeguate allo scopo di assicurare un’assistenza, sia dal punto di vista psicolo-gico che dal punto di vista legale, a coloro che siano stati vittime di molestie o violenza nei luoghi di lavoro.

Le parti potranno, quindi, concordare, a livello territoriale, una procedura in-formale, ai sensi del Punto 4 dell’Accordo quadro, proprio per la gestione dei

casi di molestie e violenza oc-corsi.

In base all’Ac-cordo europeo del 2007, le aziende sono, inoltre, chiamate ad adottare una dichiarazione che sottolinea che le molestie e la violenza non verranno tollerate. A questo fine, le Parti firmatarie dell’intesa hanno con-diviso un modello di dichiarazione che potrà essere direttamente adottato in azienda (cfr in allegato all’intesa). Resta salva la facoltà, per ogni singola impresa, di adottare autonomamente una dichiarazione e procedure interne, nel rispetto dei contenuti dell’Accordo.

L’intesa verrà ora trasmessa alle Parti sociali europee e alla Commissione eu-ropea, che redige un apposito rapporto di monitoraggio e valutazione sull’at-tuazione nazionale degli accordi di dialogo sociale europeo.

NORMATIVA IN BREVE

Estratti di rosmarino - Regolamento (UE) n. 56/2016

IN BREVE

Sostanze aromatizzanti: modifica dell’elenco

sanitar iedi Stefania Turco

Nel corso degli ultimi mesi con la pubblicazio-ne sulla Gazzetta dell’Unione di alcuni provvedimenti, è stato modificato l’elenco delle sostanze aromatizzanti di cui al Regolamento UE n. 872/20121. Tale elenco può essere aggiornato sia per iniziativa della Commissione sia su richiesta di uno Stato membro o di una parte interessata, a norma della procedura uniforme di cui al Reg. (CE) n. 1331/20082.

Reg. (UE) 2016/54 del 19 gennaio 2016 Con l’emanazione del Reg. (UE) 2016/54 è stato mo-dificato l’allegato I del regolamento (CE) n.1334/2008 includendo la “sostanza gamma-glutamil-valil-glicina” nell’elenco dell’Unione delle sostanze aromatizzanti.

Il regolamento stabilisce le condizioni d’uso riferite esclusivamente all’utilizzo della sostanza in qualità di sostanza aromatizzante. Inoltre, essendo soggetta a li-mitazioni d’uso può essere inserita solo nelle categorie alimentari elencate e alle condizioni d’uso specificate: es. nella categoria 8 “carne” non oltre 45 mg/kg. Il regolamento è entrato in vigore il 9 febbraio 2016.

Regolamento (UE) 2016/55 del 19 gennaio 2016 È stato portato a termine da parte dell’Au-torità Europea per la Sicurezza Alimenta-re (EFSA) il processo di valutazione del rischio di 5 sostanze attualmente indicate nell’elenco come sostanze aromatizzan-ti in corso di valutazione: sostanze n. FL 07.041, n. FL 07.224, n. FL 07.099, n. FL 07.101 e n. FL 16.126.

L’EFSA è giunta alla conclusione che tali sostanze aro-matizzanti non destano preoccupazioni in materia di si-curezza ai livelli di assunzione alimentare stimati. Pertan-to, tali sostanze sono state inserite nell’allegato I, parte A, del Regolamento (CE) n. 1334/2008. Il regolamento è entrato in vigore il 9 febbraio 2016.

Regolamento (UE) 2015/1760 del 1° ottobre 2015 La modifica apportata dal Regolamento (UE) 2015/1760 all’allegato I del regolamento (CE) n. 1334/2008 ri-guarda l’eliminazione dall’elenco dell’Unione della “so-stanza aromatizzante p-menta-1,8-dien-7-ale” (numero

FL05.17). Tale disposizio-ne è stata adottata segui-to del parere dell’EFSA che ha valutato la sostan-za numero FL05.17 geno-tossica in vivo.

Ai sensi dell’art. 2 del Regolamento (UE) 2015/1760, i prodotti alimentari cui è stata aggiunta la sostanza aro-matizzante in questione e già immessi legalmente sul mercato prima della data di entrata in vigore del presen-te regolamento, possono essere commercializzati fino al termine minimo di conservazione o la data limite di consumo. A tal fine, il Ministero della Salute ha chiarito in una nota del 13/01/2016 che vale la definizione di “immissione sul mercato” di cui all’art. 3, punto 8 del Reg. (CE) 178/2002.

1 Regolamento di esecuzione (UE) n. 872/ 2012, che adotta l’elenco di sostanze aromatizzanti di cui al regolamento (CE) n. 2232/96, lo inserisce nell’allegato I del regolamento (CE) n. 1334/2008 e abro-ga il regolamento (CE) n. 1565/2000 e la decisione 1999/217/CE ;

2 Regolamento (CE) n. 1331/2008 che istituisce una procedura unifor-me di autorizzazione per gli additivi, gli enzimi e gli aromi alimentari.

E 392 Estratti di rosmarino 100 (41) (46)Solo grassi da spalmare con un tenore di grassi in-feriore all’80 %

Lo 20 gennaio 2016 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unio-ne Europea il Regolamento (UE) n. 56/2016 che modifica l’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 per quanto riguarda l’uso degli estratti di rosmarino (E 392) nei grassi da spalmare.

Il nuovo regolamento autorizza l’impiego degli estratti di rosmarino (E 392) come antiossidanti, per mantenere e migliorare la qualità dei grassi da spalmare con un tenore di grassi inferiore all’ 80%.

La modifica apportata all’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/20081 riguarda la categoria alimentare 02.2.2 «Altre emulsioni di oli e grassi

comprese le paste da spalmare, quali definite dal regolamento (CE) n. 1234/2007 ed emulsioni liquide», alla quale è stata aggiunta la se-guente voce dopo l’additivo E 385 con i relativi limiti di impiego:

Solo grassi da spalmare con un tenore di grassi in-

comprese le paste da spalmare, quali definite dal regolamento (CE) n. 1234/2007 ed emulsioni liquide», alla quale è stata aggiunta la se-guente voce dopo l’additivo E 385 con i relativi limiti di impiego:

Il Regolamento (UE) n. 56/2016 è entrato in vigore il 9 Febbraio 2016.1 Regolamento (CE) n. 1333/2008 del 16 dicembre 2008 relativo agli additivi alimentari

Effettuata la valutazione di sostanze indicate come aromatizzanti

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Febbraio 201620

Il Presidente del Consorzio del prosciutto di San Daniele ai vertici dell’Associazione che coordina la salumeria italiana DOP e IGP

Giuseppe Villani nominato Vice Presidente di ISIT

prodott i tutelat idi Tiz iana Formisano

L’Istituto Salumi Italia-ni Tutelati (ISIT), l’Associazione che riunisce 14 consorzi della salumeria italiana DOP e IGP, rende noto che nell’ambito della ultima Giunta, è stato nominato Vice Presidente dell’Istituto Giu-seppe Villani, attuale Presidente del Consorzio del Prosciutto di San Daniele.

Villani affiancherà quindi il Pre-sidente Lorenzo Beretta, che presiede il Consorzio Cacciato-re DOP, alla guida di ISIT per il triennio 2015-2018.

Giuseppe Villani, Amministratore Delegato della Villani Spa, ha in verità già ricoperto numerose e importanti cariche in ambito associazionistico: è stato Presidente di ASSICA (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) e di IVSI (Istituto Valorizzazione Salumi Italia-ni) ed è anche l’attuale Presidente della Commissione Unica Nazionale (CUN) Tagli di carne suina.

“Ho accolto con molto piacere la nomina a Vice Presidente. ISIT è l’Associazione di rife-rimento dei Consorzi DOP e IGP, che riunisce i Presidenti di questi e quindi gli imprenditori, ovvero coloro che direttamente investono sul territorio e con-tribuiscono a portare il nostro Made in Italy nei mercati ita-liani e stranieri. Credo quindi che insieme potremmo fare utili strategie per il mercato dei sa-lumi DOP e IGP, coordinandoci e sfruttando tutte le possibili si-nergie e sensibilizzando inoltre sempre di più le Istituzioni sui

temi per noi di grande interesse. Metto quindi volen-tieri la mia esperienza al servizio dei consorzi della salumeria italiana e ringrazio per la fiducia accordata-mi”, ha affermato Giuseppe Villani.

“Tra i nostri obiettivi futuri c’è sicuramente anche quello di aumentare sempre di più la nostra rappre-

sentatività per fare davvero sistema tra di noi e nei confronti di Enti e Istituzioni. Abbiamo già all’interno 14 consorzi che rappresentano 20 salumi DOP e IGP, capaci di generare circa 2 miliardi di euro di valore al consumo e che costituiscono la maggior parte del-le principali produzioni di salumeria tutelate italiane presenti sui mercati. E puntiamo a numeri ancora più alti” ha proseguito Villani.

“Ringrazio Giuseppe Villani, che stimo molto sia pro-fessionalmente sia umanamente, per aver accetta-to con entusiasmo l’incarico alla Vice Presidenza di ISIT. Con la sua esperienza imprenditoriale ed istitu-zionale, sono certo che riusciremo a raggiungere gli obiettivi ambiziosi che l’Istituto si è prefissato per il sostegno e lo sviluppo della salumeria tutelata” ha continuato Lorenzo Beretta, Presidente di ISIT.

“Con la recente nomina di Giuseppe Villani, che af-fianca Lorenzo Beretta, possiamo dire di avere alla guida dell’Istituto due imprenditori di successo, rap-presentativi tra l’altro di due aziende di famiglia tra le più affermate in Italia e nel mondo” ha concluso il Direttore di ISIT Gianluigi Ligasacchi.

La Commissione europea pubblica il nuovo Report sullo stato dei controlli ufficiali sui sistemi di qualità DOP, IGP e STG

Mortadella Bologna…che passione a “Cibò. So Good!”

La Commissione ha recentemente pubblicato la relazione finale - frut-to dell’audit su 8 Stati membri - sullo stato di attuazione dei controlli ufficiali per i sistemi di qualità (DOP, IGP e STG).

Il quadro che ne emerge del compar-to è sostanzialmente positivo e la re-lazione conclude evidenziando che i controlli ufficiali delle autorità na-zionali competenti, svolti in collega-mento con le attività dei Consorzi di Tutela e degli Organismi di controllo, assicurano un adeguato livello di ga-ranzia e sicurezza sui prodotti DOP, IGP e STG, per quanto concerne l’a-dempimento degli obblighi giuridici previsti dalla normativa comunitaria.

La relazione offre preziosi spunti ai singoli Stati per implementare o comunque migliorare il proprio sistema legislativo in materia di con-trolli e costituisce un valido strumento per favorire una cultura “euro-pea” sul tema.

Nei report sono contenute anche alcune “good practices” in tema di organizzazione e coordinamento degli attori coinvolti nel sistema dei controlli: importante sottolineare che in tali disposizioni l’Italia è menzionata ben due volte sulle cinque riportate, con particolare rife-rimento alla realizzazione di un sistema centralizzato per la raccolta di tutti i dati ufficiali relativi ai controlli e all’obbligo per i produttori di DOP, IGP e STG di comunicare annualmente le quantità di prodotte.

L’esperienza Italia dimostra quanto Istituzioni e Consorzi siano impe-gnati e abbiano come prioritario lo sviluppo, la valorizzazione e la tu-tela del comparto delle produzioni a denominazione tutelata, settore sempre più rilevante e di traino per l’agroalimentare italiano.

Il Report è disponibile sul sito della Commissione europea, nella se-zione “Food and Veterinary Office FVO”

Si è svolto a Bologna dal 22 al 24 gennaio “Cibò. So Good!”, il Festival dei sapori di Bologna, interamente incentrato sulle eccellenze eno-gastronomiche tipiche del territorio bolognese.

In questo tripudio di sapori, la Mortadella Bologna IGP è stata una delle protagoniste indiscusse. Infatti, nella suggestiva cornice di Pa-lazzo Re Enzo - dove si è svolto l’intero evento - il Consorzio Morta-della Bologna ha proposto due momenti dedicati alla regina rosa di Bologna.

Il primo è stato un cooking-show condotto dalla food blogger Monica Bergomi che ha realizza-to live “Gnocchi ripieni di Mortadella Bologna IGP” e nel secondo appunta-mento i numerosi visita-tori hanno invece potuto prendere parte ad una degustazione guidata di Mortadella Bologna IGP.

La Commissione ha recentemente pubblicato la relazione finale - frut-to dell’audit su 8 Stati membri - sullo stato di attuazione dei controlli ufficiali

Overview repOrt

Geographical Indications and Traditional Specialities

Directorate-General for Health

and Food Safety

Health and Food Safety

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l ibro del mese

Alimenti di origine animale e saluteQuesto volume tratta l’argomento degli

alimenti di origine animale e salute dell’uomo a tre-centosessanta gradi, mettendo in evidenza come la stessa alimentazione degli animali giochi un impor-tante ruolo nella qualità finale dei prodotti, ed analiz-zando per ciascuna tipologia di alimento di origine animale gli aspetti salutistici positivi, nonché le pro-blematiche correlate.Difficilmente ASPA e ASSALZOO avrebbero potu-to cogliere un momento più appropriato per la pub-blicazione del volume Alimenti di origine animale e salute. A pochi mesi dalla chiusura dell’esposizione mondiale – EXPO 2015 – che aveva come tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è sempre più evidente il ruolo fondamentale, sia dal punto di vista nutrizionale che etico-sociale, dell’alimentazio-ne.Mentre per i Paesi in via di sviluppo si conoscono i drammatici effetti legati alla mancanza di cibo e in particolare di fonti proteiche, nelle aree sviluppate del mondo è in corso un ampio dibattito sugli stili dietetici più favorevoli per la salute umana e sul si-gnificato etico dei consumi alimentari.Questo volume rappresenta uno strumento di serio aggiornamento scientifico e culturale sugli alimenti di origine animale per studenti, imprese delle filiere agrozootecniche, professionisti e comuni cittadini.

Marcello Mele, laureato in Scienze agrarie e dot-

tore di ricerca, è professore di Zootecnica speciale dell’Università di Pisa. L’attività di ricerca riguarda lo studio dei principali fattori genetici e nutrizionali che influenzano la qualità delle produzioni zootec-niche, il metabolismo lipidico dei batteri ruminali, in relazione agli effetti sulla qualità dei prodotti e sulle emissioni di metano, la valorizzazione delle razze autoctone bovine ed ovine e l’applicazione di si-stemi di allevamento a basso impatto ambientale. È coordinatore della Commissione scientifica “Ali-menti di origine animale e salute umana” dell’ASPA il cui lavoro ha dato origine a questo testo. È deputy editor della rivista Italian Journal of Animal Science ed è stato recentemente selezionato dalla commis-sione europea come esperto del panel “emissioni di metano da parte dei bovini” nell’ambito del parte-nariato europeo per l’innovazione (EIP-AGRI).

Giuseppe Pulina, laureato in Scienze agrarie e dot-tore di ricerca, è ordinario di Zootecnica speciale presso l’Università di Sassari, presidente emerito dell’ASPA e accademico ordinario dei georgofili. Attualmente coordina il Comitato Scientifico per l’Innovazione di ASSALZOO. Nell’attività scienti-fica si occupa di qualità degli alimenti e alimenta-zione animale, di benessere animale, di etica delle produzioni animali con particolare riferimento alla sostenibilità sociale e ambientale delle produzioni zootecniche, e di paesaggistica zootecnica

Editore: FrancoAngeli

Autore: Marcello Mele, Giuseppe Pulina

Pagine: 402

Prezzo 48 €

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Come arrivare

Sede contrattazioni: Borsa Merci della Camera

di Commercio presso Fiere di Parma

Via Fortunato Rizzi 67/a 43126 Parma

www.borsamerci.pr.it

Le Commissioni Uniche NazionaliLa “Commissione Unica Nazionale dei tagli di carne suina” e la “Commissione Unica Na-zionale grasso e strutto” si riuniscono settimanalmente a Parma.Le Commissioni Uniche Nazionali (CUN) nascono in attuazione del Protocollo d’intesa sottoscritto il 5 dicembre 2007 dal tavolo tecnico della filiera suinicola. Le due CUN ope-rano il venerdì mattina parallelamente alle attività della Borsa Merci; il loro compito è di prendere atto di una panoramica del mercato dei tagli di carne suina e di grasso e strutto, fissandone i relativi prezzi per la settimana successiva.L’attività di segreteria è svolta da Borsa Merci Telematica Italiana, su incarico del Ministe-ro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Modalità di ingressoNella localizzazione, di 1.200 mq, sono disponibili: • n. 400 posti auto • 90 box • area ristoro

La Borsa Merci di Parma è stata istituita dalla Camera di Commercio nel 1967. Prima di spostarsi nell’attuale sede presso Fiere di Parma, dove sono ospitate anche le CUN, ha operato all’interno della stessa Camera di Commercio.È aperta il venerdì, dalle 9 alle 15.30. Nel corso delle con-trattazioni sono rilevati i prezzi di undici tipologie di pro-dotti agroalimentari: salumi, carni fresche suine, suini, carni grassine, derivati del pomodoro, foraggi, granaglie farine e sottoprodotti, zangolato, siero di latte, formaggio e uve.

Numero e qualità dei prodotti rilevati ben rappresentano l’importanza della piazza di Parma legata alla straordinaria vocazione agroalimentare del suo territorio.I listini settimanali dei prezzi rilevati sono pub-

blicati sul sito Internet www.borsamerci.pr.it.Presidente delle Commissioni Prezzi della Borsa Merci è il Segretario Generale della Camera di Commercio o un suo delegato. L’Ufficio Borsa Merci si trova nella sede del-la Camera di Commercio di Via Verdi, nel centro storico di Parma.

CAMERA DI COMMERCIO DI PARMA Sede delle Commissioni “tagli di carne suina”

e “grasso e strutto”

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Febbraio 2016 23

f iere e manifestazioni

Un’edizione molto importante per l’Italia, che ha rivestito il ruolo di Country Partner

Concluso il Winter Fancy Food, la grande manifestazione della West Coast dell’agroalimentare

Si è svolto al Moscone Center di San Francisco dal 17 al 19 gennaio scorsi la Winter Fancy Food: il più grande evento commerciale dedicato alle spe-cialità alimentari della West Coast. L’edi-zione si è conclusa con la presenza di circa 20000 visitatori.

Un’edizione molto importante per l’italia, che ha rivestito il ruolo di Country Part-ner.Il Padiglione Italia, sotto la bandiera ”The Extraordinary Italian Taste“ ha visto oltre 60 espositori provenienti da tutte le re-gioni italiane.Il successo della manifestazione è stato oltre dai numeri supportato da un impor-tante presenza di buyers internazionali, sempre più interessati ad incontrare le aziende italiane per chiudere deal e part-nership. ”Secondo i dati del US Department of Commerce l’interscambio continua a re-gistrare una forte accelerazione a livello mondo (+14,4%), nei confronti della UE (+21,3,%) e le esportazioni alimentari italiane sono salite del 22,6% nei primi undici mesi del 2015“ dichiara - Maurizio Forte Direttore Agenzia ICE New York e Coordinamento USA.

”È partito negli Stati Uniti, grazie al forte impulso dato dal Ministero italiano dello

Sviluppo Economico - continua Maurizio Forte - il più importante piano di promo-zione del settore agroalimentare mai re-alizzato dal Governo Italiano dove l’ICE in collaborazione con Federalimentare, Cibus, Tuttofood e Vinitaly è lieta di co-municare la sua partecipazione su larga scala ai Fancy Food Show”.

”Negli Stati Uniti, mai come adesso si ha fame d’Italia, – ha dichiarato Donato Ci-nelli, Presidente di Universal Marketing, agente esclusivo italiano della Specialty Food Association – e per noi, che da tan-ti anni portiamo in USA il meglio dell’Italia è una grandissima gioia”.

”Quest’anno il Winter Fancy Food vede l’Italia Country Partner, – continua Cinel-li – e con nostra grande soddisfazione abbiamo registrato l’adesione dei grandi players del Food Italiano“.

Il supporto di Federalimentare alla signi-ficativa presenza delle aziende alimentari italiane ad un evento di richiamo come la Winter Fancy Food è chiaramente ri-scontrabile nelle strepitose performance dell’export del settore verso gli USA che ha toccato la quota stimata di 3,65 miliar-

di di euro nel 2015, con un incremento del +23% sull’anno precedente – ha di-chiarato il Presidente di Federalimentare Luigi Scordamaglia. Uno straordinario segno di apprezzamento del cibo italiano

da parte degli Stati Uniti che non solo si sono riconfermati come il primo mer-cato del food and drink nazionale fuori dalla Comunità ma, per la prima volta, hanno raggiunto il secondo posto as-soluto dopo la Ger-mania, superando anche la Francia. Gli USA, al momen-to, sono la locomo-

tiva del commercio mondiale, capace di offrire opportunità di business per le imprese e di compensare le perdite del fronte russo. Tale successo è stato in-dubbiamente catalizzato dal massiccio impegno promozionale del “Programma Straordinario USA“ promosso dal MISE. Ma ciò non sarebbe stato possibile sen-za la qualità e la sicurezza dei nostri pro-dotti. La vasta campagna educational a sostegno del prodotto alimentare ita-liano “autentico“ in USA mira, infatti, a sensibilizzare il consumatore locale sulle insidie dell’Italian Sounding e a favorire l’introduzione del vero prodotto “made in Italy“ in quei territori del Midwest ancora

poco presidiato. L’impegno delle nostre Aziende associate sarà quello di organiz-zarsi al meglio per sviluppare piattaforme distributive in grado di rendere disponibi-li i prodotti a scaffale. In quest’ottica di integrazione tra produttori italiani e retai-lers americani, i negoziati del TTIP (Trat-tato transatlantico sul commercio e gli investimenti) debbono essere orientati a mitigare gli ostacoli occulti delle barriere non tariffarie e ad armonizzare gli stan-dard di sicurezza, favorendo l’export e la collaborazione reciproca fra le due aree.

Sulla base di ciò anche per Fiera di Mi-lano Winter Fancy Food è un evento im-perdibile per presentare prodotti italiani di alta qualità. "Partecipare è per noi di

fondamen-tale impor-tanza”, sot-tolinea l’AD C o r r a d o P e r a b o n i sostenendo che “questa iniziativa ben si inserisce nelle attività che Fiera Milano sta attuan-do sul fronte internazionale. Il nostro obiettivo è quello di rafforzare la voca-zione di hub internazionale di Milano e accompagnare i nostri espositori nei

mercati più attraenti e il nostro portafoglio di manifestazioni le-gate all’intera filiera agroalimen-tare, che comprende TUTTOFO-OD, rappresenta lo strumento con cui realizziamo tale finalità anche attraverso iniziative come questa. I consumatori americani amano molto i prodotti agroali-mentari made in Italy e, grazie alla nostra partecipazione a Winter Fancy Food, le aziende alimenta-ri italiane possono disporre di un ulteriore canale di accesso ad un mercato in crescita come quello

statunitense. Auspico che gli sforzi del MISE per una maggiore sinergia tra le fiere italiane producano presto benefici effetti anche sul territorio“.

Prossime fiere e manifestazioni di settore

21 - 25 FEBBRAIO Dubai (Emirati Arabi)GULFOODwww.gulfood.com(Food & hospitality)

13 - 15 APRILE Montreal (Canada)SIAL CANADA www.sialcanada.com(Food & beverage)

2016

12 - 15 APRILE Singapore (Cina)FOOD HOTEL ASIA www.foodnhotelasia.com(Food & hospitality)

8 - 11 MARZO Tokyo (Giappone)FOODEX JAPANwww3.jma.or.jp/foodex/en(Food & beverage)

6 - 8 MARZO MilanoIDENTITÀ GOLOSEwww.identitagolose.it(Congresso della cucina d’autore)

18 - 20 APRILE Birmingham (Regno Unito)FOODEXwww.foodex.co.uk(Food, beverage & processing)

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chi sale a bordo con noi non scende più.

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