L’importanza della documentazione fotografica · sanitari: fotografie allegate in cartella...

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L’importanza della documentazione fotografica Mirco Pierleoni Fino a qualche anno fa l’inizio di una trattazione inerente la documentazione fotografica in dermatologia era solitamente dedicato alla presentazione delle ultime innovazioni tecnologiche e dei vantaggi forniti dalle fotocamere o apparecchi fotografici di nuova generazione. Oggigiorno sappiamo che molti dermatologi nella propria attività professionale utilizzano spesso e con vantaggio quelle “semplici” fotocamere compatte, normalmente usate per le foto di famiglia. Perfino gli attuali smartphone in situazioni particolari possono risultare preziosi nell’acquisire facilmente e rapidamente le immagini. Quindi non è indispensabile affrontare spese per l’acquisto di strumenti quando desideriamo eseguire riprese fotografiche nel corso della nostra attività professionale. Invece, è indispensabile capire il significato e l’importanza delle nostre fotografie. Numerosi sono i motivi che ci spingono a raccogliere una documentazione iconografica (dal greco: eikon, immagine; graphein, scrivere) (Tab. 1). Tab. 1 Utilità della documentazione fotografica rivalutazioni del quadro dermatologico nei tempi successivi monitoraggio clinico della dermopatia nel corso del tempo condivisione delle informazioni cliniche (morfologiche) con altri colleghi/sanitari possibilità di richiedere consulenza a distanza (telemedicina) strumento fondamentale ai fini didattici e scientifici (relazioni, comunicazioni, poster, pubblicazioni, …) documentazione d’immagine nella perizia medico-legale importanza rilevante in corso di procedimento penale Anzitutto una buona documentazione fotografica consente eventuali rivalutazioni del quadro morfologico di una particolare dermopatia e, soprattutto, di seguirne poi i sui sviluppi nelle fasi successive, in corso di terapia o come semplice monitoraggio clinico evolutivo. Inoltre, le immagini raccolte possono servire per la condivisione delle informazioni cliniche (morfologiche) con i colleghi e/o con altri sanitari: fotografie allegate in cartella clinica (cartelle convenzionale o cartella clinica elettronica) oppure allegate ai referti medico-specialistici di una visita ambulatoriale. Oggi i progressi delle tecniche informatiche e mediche (telemedicina) consentono inoltre la possibilità di richiedere una diagnosi/consulenza a distanza.

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L’importanza della documentazione fotografica

Mirco Pierleoni Fino a qualche anno fa l’inizio di una trattazione inerente la documentazione fotografica in dermatologia era solitamente dedicato alla presentazione delle ultime innovazioni tecnologiche e dei vantaggi forniti dalle fotocamere o apparecchi fotografici di nuova generazione. Oggigiorno sappiamo che molti dermatologi nella propria attività professionale utilizzano spesso e con vantaggio quelle “semplici” fotocamere compatte, normalmente usate per le foto di famiglia. Perfino gli attuali smartphone in situazioni particolari possono risultare preziosi nell’acquisire facilmente e rapidamente le immagini. Quindi non è indispensabile affrontare spese per l’acquisto di strumenti quando desideriamo eseguire riprese fotografiche nel corso della nostra attività professionale. Invece, è indispensabile capire il significato e l’importanza delle nostre fotografie. Numerosi sono i motivi che ci spingono a raccogliere una documentazione iconografica (dal greco: eikon, immagine; graphein, scrivere) (Tab. 1). Tab. 1 Utilità della documentazione fotografica � rivalutazioni del quadro dermatologico nei tempi successivi � monitoraggio clinico della dermopatia nel corso del tempo � condivisione delle informazioni cliniche (morfologiche) con altri colleghi/sanitari � possibilità di richiedere consulenza a distanza (telemedicina) � strumento fondamentale ai fini didattici e scientifici (relazioni, comunicazioni, poster, pubblicazioni, …) � documentazione d’immagine nella perizia medico-legale � importanza rilevante in corso di procedimento penale Anzitutto una buona documentazione fotografica consente eventuali rivalutazioni del quadro morfologico di una particolare dermopatia e, soprattutto, di seguirne poi i sui sviluppi nelle fasi successive, in corso di terapia o come semplice monitoraggio clinico evolutivo. Inoltre, le immagini raccolte possono servire per la condivisione delle informazioni cliniche (morfologiche) con i colleghi e/o con altri sanitari: fotografie allegate in cartella clinica (cartelle convenzionale o cartella clinica elettronica) oppure allegate ai referti medico-specialistici di una visita ambulatoriale. Oggi i progressi delle tecniche informatiche e mediche (telemedicina) consentono inoltre la possibilità di richiedere una diagnosi/consulenza a distanza.

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Interessante, in tal senso, ricordare che molti pediatri e dermatologi italiani, iscritti alla SIDerP, discutono attualmente i propri casi clinici in rete, dando la possibilità a tutti di inviare propri casi clinici, di intervenire per esprimere un proprio orientamento diagnostico e anche di conoscere e imparare dagli altri le dermopatie più insolite o di più difficile interpretazione. Ovviamente, la documentazione fotografica è spesso utile e necessaria anche a scopi didattici e scientifici (relazioni, comunicazioni, poster, pubblicazioni, …). Occorre poi considerare che l’immagine fotografica presenta una validità medico-legale nelle perizie mediche e in ambito giuridico, in modo specifico nel procedimento penale. La perizia medico legale costituisce la “materia prima” sulla quale basare il calcolo del danno e le richieste da rivolgere al responsabile o alla sua assicurazione; l’arricchimento di una perizia con la documentazione iconografica può risultare pertanto di fondamentale importanza. In ambito giuridico, il procedimento penale corrisponde a quella fase in cui vengono esaminati tutti gli elementi al fine di verificare la sostenibilità di un’accusa in sede processuale ed anche in questa fase può risultare determinante il riferimento ad una iconografia delle lesioni cutanee. In realtà non dobbiamo ritenere importante, dal punto di vista legale, solamente le ultime 2 indicazioni riportate in Tab 1, dal momento che, prima di raccogliere le immagini fotografiche, siamo tenuti a considerare e rispettare la legge in materia di privacy sul consenso informato. A questo proposito si deve sapere che, dal punto di vista legale, la fotografia non ha di solito alcun valore se viene eseguita all’insaputa del paziente (se il paziente non è stato previamente informato). Come noto, il Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 in materia di protezione dei dati personali ha stabilito in sostanza le norme che regolano, tra l’altro, anche quelle riprese fotografiche che possono costituire un elemento di violazione della privacy della persona. Nell’art. 4 di tale Decreto viene definito il concetto di “dato personale” e viene inoltre specificato che i “dati identificativi” sono quelli che permettono l’identificazione diretta dell’interessato; vengono anche definiti “dati sensibili” quei dati personali, tra gli altri, idonei a rivelare lo stato di salute della persona e la vita sessuale. Il codice di deontologia medica della FNOMCeO ha recepito la suddetta normativa che tutela la privacy del paziente redigendo un testo aggiornato dapprima nel 2006, poi rivisto nel 2013 e di seguito approvato nel gennaio 2014. In particolare nell’articolo 11 del codice di deontologia medica viene riportato l’invito al medico che acquisisce la titolarità del trattamento dei dati personali del proprio assistito, particolarmente dei dati sensibili inerenti la sua salute e la sua vita sessuale, alla tutela della loro riservatezza e sicurezza.

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Ricordiamo, per esempio, al fine di garantire detta sicurezza, che il medico o gli altri sanitari non devono in alcun momento lasciare incustodite delle documentazioni sui tavoli di lavoro. Da queste normative, si evince che il paziente, o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali, deve essere previamente informato oralmente o per iscritto circa le finalità e la modalità del trattamento cui sono destinati i dati (fotografie), la natura obbligatoria o facoltativa del conferimento degli stessi e le conseguenze di un eventuale rifiuto a rispondere. Non occorre chiedere alcun consenso al paziente quando la parte fotografata non può ricondurre un alcun modo all’identificazione della persona. Se è importante conoscere gli aspetti legali in materia di acquisizione dei dati personali (documentazione fotografica) è altrettanto importante sapere che una raccolta iconografica risulta di maggior utilità e importanza se eseguita correttamente e nel rispetto di alcune regole fondamentali (Tab. 2). Tab. 2 Le principali regole per una buona documentazione fotografica � scrivere la data di esecuzione della fotografia e i dati anagrafici del paziente su un cartellino o etichetta da apporre vicino alla lesione cutanea (Figura 1) � documentare le dimensioni delle lesioni apponendo vicino alle stesse un regolo o una fettuccia millimetrata (Figura 2) � l’ambiente e gli oggetti personali (braccialetti, collane, orecchini,…) possono distrarre l’attenzione dell’osservatore (Figura 3) � scegliere sempre uno sfondo di unico colore � fotografare la patologia nel suo complesso, senza una parziale copertura da parte di lenzuola o indumenti personali � eseguire sia una fotografia panoramica della patologia sia quella dei particolari � nelle lesioni esofitiche scegliere due punti di ripresa (frontale e laterale) al fine di evidenziare meglio il rilievo della lesione

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Figura 1: data di esecuzione della fotografia e dati anagrafici per il riconoscimento del paziente sono scritti in un cartellino apposto vicino alla lesione

Figura 2: documentazione delle dimensioni della lesione

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Figura 3: l’ambiente circostante può distrarre l’attenzione dell’osservatore

Dal punto di vista legale la prima regola riportata in poiché assicura l’individuazione del paziente. In conclusione, la finalità di quspingere i colleghi medici a misurarsi come fotografi professionisti, ma vuole essere un ulteriore contribuito fotografia in dermatologia per una documentazione fotografica

l’ambiente circostante può distrarre l’attenzione dell’osservatore

la prima regola riportata in Tab. 2 è quellindividuazione del paziente.

In conclusione, la finalità di questa breve relazione non vuole essere quella di spingere i colleghi medici a misurarsi come fotografi professionisti, ma vuole

contribuito alla riflessione sul significato e sull’per invitare i medici a raccogliere sempre più spesso

documentazione fotografica durante la propria pratica professionale.

l’ambiente circostante può distrarre l’attenzione dell’osservatore

quella più importante

esta breve relazione non vuole essere quella di spingere i colleghi medici a misurarsi come fotografi professionisti, ma vuole

sull’importanza della i medici a raccogliere sempre più spesso

pratica professionale.