L’importanza dei suoni nella vita psichica e nel legame ... · PDF fileScriveva M....

3

Click here to load reader

Transcript of L’importanza dei suoni nella vita psichica e nel legame ... · PDF fileScriveva M....

Page 1: L’importanza dei suoni nella vita psichica e nel legame ... · PDF fileScriveva M. Mancia che “il feto in utero ... Un altro esperimento svolto da Hepper ha rivelato che un brano

153

Quaderni acp 2006; 13(4): 153-155

L’importanza dei suoni nella vita psichicae nel legame fra madre e figlioLuigi GualtieriPsicologo psicoterapeuta, UO di Neuropsichiatria Infantile, ASL di Cesena

Scriveva M. Mancia che “il feto in uterosarebbe nella singolare posizione delcavaliere trecentesco John Mandeville,che si trovò a raccontare un viaggio chenon aveva mai fatto e a fare un trattatodelle cose più meravigliose e più lodabi-li che si trovano al mondo senza averlemai viste, ma che ben conosceva per aver

consultato enciclopedie, mappe e catalo-ghi di meraviglie” (2).Arricchita dal grande lavoro sotterraneosvolto dai tempi del suo fondatore, S.Freud, la psicoanalisi proprio per la suaspecifica capacità di penetrare nei pro-cessi mentali ritiene oggi di saper scor-gere ciò che ad altre discipline scientifi-

che non appare così evidente: l’origineaffettiva di ogni processo di pensiero e conseguentemente di ogni sua manife-stazione, sia essa letteraria, visiva, musi-cale. Franco Fornari, medico psichiatra e psi-coanalista, fu allievo di Cesare Musattied esponente di primo piano della cultu-ra italiana sulla quale ha impresso la suaimmagine dando una versione originaledelle teorie freudiane sul simbolo e suiprocessi di simbolizzazione (3). Si è occupato con una importante produ-zione scientifica della vita affettiva origi-naria del bambino, della gravidanza e delparto. Egli parte dalla convinzione, peraltroampiamente dimostrata, che il significa-to inconscio della musica è dato dal recu-pero della situazione intrauterina. Il lin-guaggio musicale riporterebbe l’uomo aisuoi affetti vitali, arcaici e perenni, attra-verso i quali viene “parlato” e sperimen-tato il mondo. Per Fornari parafrasando l’incipit delVangelo secondo San Giovanni “in prin-cipio era il suono (e il suono era presso laMadre, e il suono era la Madre)”.Il suono, la voce, il grido sono all’iniziodella vita dell’uomo sulla terra. Il gridodi caccia, di guerra, di amore, di dolore,di morte e di nascita. Anche nella sferadel mito il grido e la musica rappresenta-no in senso lato, e ripetono, il senso ori-ginario della creazione. Se poi vogliamo estendere la valenzametaforica del termine suono fino a toc-care la nozione di energia elettromagne-tica, possiamo giungere sino al big-banginiziale.Fornari afferma: “L’uomo può perdere la musica se perde l’anima, ma non per-derà mai l’anima se conserverà la mu-sica” (3).Per Fornari, chiamare in causa la musicanella costruzione psicologica dei sogget-ti, ha significato fondare un nuovo con-cetto di individuo, in cui la personalità

Per corrispondenza:Luigi Gualtierie-mail: [email protected]

AbstractThe importance of sounds in our psychic life and in mother-child relationshipA child in his mother’s womb is immersed in a bath of stimulations (the ones comingfrom heart beat, blood flow, breathing, sleep-awake cycle, his mother’s voice) and heis able to perceive them through amniotic fluid vibrations. De Casper has shown how,soon after birth, newborns recognize their own mother’s voice from other mothers andin respect to his father’s voice and that newborns are able to differentiate two differentstories and prefer the one they have listened to in the last three months of pregnancy.Another experiment by Hepper has shown that a musical piece in the last three monthsof pregnancy is recognized by newborns. It seem evident that there is between motherand child a prenatal bond made of sounds. Quaderni acp 2006; 13(4): 153-155Key words Music. Sound. Mother-child bond

Il bambino nel ventre materno è immerso in un bagno di stimolazioni (quelle provenienti dal battito cardiaco, dal flusso sanguigno, dal respiro, dai ritmi sonno-veglia, dalla stessa voce materna) ed è in grado di percepirli attraverso le vibrazioni del liquido amniotico. De Casper ha dimostrato come nelle prime ore dopo la nascita i neonati mostrino di riconoscere e preferire la voce della propriamadre rispetto a quella di altre donne e rispetto alla voce paterna e che i neonati pos-sono discriminare tra due diverse favole per bambini e mostrare preferenze per quella che la mamma aveva raccontato loro tutti i giorni nell’ultimo trimestre di gravidanza. Un altro esperimento svolto da Hepper ha rivelato che un brano musica-le, udito tutti giorni negli ultimi tre mesi di gestazione, viene riconosciuto dai neonati. Sembra evidente insomma che esiste fra madre e figlio un legame prenatalecostituito dai suoni.Parole chiave Musica. Suono. Legame madre-figlio

“La musica è una realtà spirituale e fisica globalmente vissuta e può divenire oggetto diconoscenza grazie alla riflessione e agli esperimenti scientifici. Ma essa può anche esserestudiata per i suoi effetti sul soma nel contesto dell’unità psicosomatica dell’individuo.Queste ricerche sono preziose e legittime poiché, come diceva Hermann Hesse, ogni rico-noscere è ricreare”. Herbert von Karaian

“Come studioso del cervello io sono completamente d’accordo con la tesi secondo la qualela musica deve essere considerata un altro linguaggio con una sua propria, singola codifi-cazione… Il linguaggio musicale è una forma d’arte che è costruita sopra il tempo median-te il ritmo; appare un fatto globale che genera l’esperienza della bellezza, sommata a sen-sibilità ed emozioni. Concordo che la memoria della musica fornisce un fattore chiave nellasua influenza psichica” (1). Sir John C. Eccles, Premio Nobel per la Medicina

Page 2: L’importanza dei suoni nella vita psichica e nel legame ... · PDF fileScriveva M. Mancia che “il feto in utero ... Un altro esperimento svolto da Hepper ha rivelato che un brano

154

musical-mente Quaderni acp 2006; 13(4)

matura si sostiene anche sulla cosiddetta“buona famiglia interna” i cui personag-gi, iscritti geneticamente improntano disé i vari comportamenti umani e si orga-nizzano intorno al grande evento delparto-nascita. Qui si chiarisce anche il ruolo del suono:in esso, elevato dalla cosmologia, dal-l’arte e dalla psicologia genetica a ele-mento primordiale e originario, lo psi-chiatra-psicoanalista riconosce la vocedella madre nel periodo prenatale e larisposta cutaneo-sonora come espressio-ni precocissime della relazione. Il bambino nel ventre materno è immer-so in un bagno di stimolazioni (quelleprovenienti dal battito cardiaco, dal flus-so sanguigno, dal respiro, dai ritmisonno-veglia, dalla stessa voce materna)ed è in grado di percepirli attraverso levibrazioni del liquido amniotico. Dopo un primo approccio basato su teo-rie e ricostruzioni soprattutto di stampopsicoanalitico il grande impulso ricevutodalle ricerche sulla vita prenatale è statoindubbiamente dovuto all’avvento delletecniche a ultrasuoni che hanno consenti-to l’osservazione in tempo reale dell’atti-vità spontanea fetale e delle sue reazionialle più diverse stimolazioni. Studi longi-tudinali di osservazione mediante eco-grafia hanno consentito di evidenziare lerelazioni tra età gestazionale e le com-plesse caratteristiche dell’attività fetale(4-5). Sembra inoltre che il neonato epresumibilmente anche il feto in utero(almeno negli ultimi due mesi) possieda-no una capacità innata che Stern defini-sce percezione amodale, una capacitàche consente di ricevere le informazioniin una modalità sensoriale e di tradurle inqualche modo in altre modalità sensoria-li (6). La percezione amodale contribui-sce dunque a diffondere le informazioniche giungono attraverso i molteplici ediversi canali. “Ogni cosa che tocchiamo, assaggiamo,annusiamo, vediamo, udiamo, chiamasimultaneamente in causa tutti i sensi.Ciò che tocchiamo ci tocca, ci impressio-na, preme contro fino a lasciare unaimpronta al vaglio dei mnemosensi, per-ché possiamo confrontarla con gli arche-tipi e gli imprinting” (7).

In esperimenti assai noti A. De Casper hapotuto dimostrare come nelle prime oredopo la nascita i neonati mostrino diriconoscere e preferire la voce della pro-pria madre rispetto a quella di altredonne e rispetto alla voce paterna (8). Èevidente che una tale preferenza non puòessersi sviluppata nelle poche ore di vitaextrauterina trascorse dalla nascita, madeve essersi stabilita nei periodi prece-denti. De Casper ha anche dimostratoche i neonati possono discriminare tradue diverse favole per bambini e mostra-re preferenze per quella che la mammaaveva raccontato loro tutti i giorni per 10minuti (secondo la consegna sperimenta-le) nell’ultimo trimestre di gravidanza(8). Analogamente un altro esperimentosvolto da Hepper dell’Università di Bel-fast ha rivelato che un brano musicale,udito tutti giorni negli ultimi tre mesi digestazione, viene riconosciuto dai neo-nati; infatti, bambini, le cui madri in gra-vidanza seguivano quotidianamente una soap opera, mostravano risposte di orientamento attentivo al comparire dellacolonna sonora della trasmissione stes-sa (9). Imbasciati e Manfredi, nelle considera-zioni finali di un loro lavoro, scrivono“…ricordiamo che il dialogo che la ma-dre rivolge al figlio, a partire dall’epocafetale, sembra incentivare l’apprendi-mento di vocaboli a 10 mesi. La comuni-cazione materna in epoca fetale risultainoltre statisticamente significativa ri-spetto all’apprendimento di importantiindicatori predittivi dello sviluppo comu-nicativo, quali il gesto di indicazione e ilricorso all’adulto, come rilevato a 18mesi” (10).“L’orecchio umano, desideroso di ascol-tare, prepara tutta la sua rete neuronica alfine di registrare, di fissare il più possibi-le le tracce delle esperienze fetali, futurebasi del percorso umano che il bam-bino dovrà intraprendere dopo la suanascita” (11). Gli elementi fondamentali del suono(scansione, ritmo e intonazione) comin-ciano quindi a essere memorizzati findalla vita intrauterina. Scrive Anzieu:“Winnicott pone l’accento sui segnalivisivi per la costituzione di un Sé allospecchio. Io vorrei mettere in evidenza

l’esistenza di una pelle ancora più preco-ce, di uno specchio sonoro o di una pelleuditivo-fonica e della sua funzione perl’acquisizione, da parte dell’apparatopsichico, della capacità di significare,poi simbolizzare” (12).“La pelle, sistema di più organi di senso(tatto, dolore, calore) … è quasi sempredisponibile a ricevere segnali, ad appren-dere codici, non può rifiutare un segnalevibrotattile o elettrotattile: non può chiu-dere gli occhi, la bocca, né tapparsi leorecchie o il naso (13). Dopo la nascita il suono diventa “ancoradi più” madre, e “la voce materna parte-ciperà a formare un involucro di sensa-zioni, da cui deriverà la progressivacostruzione di un mondo interno diffe-renziato da un mondo esterno. Questidue mondi nella vita dell’uomo manter-ranno strette relazioni e l’esperienzasonora può essere considerata il ‘ponti-fex’ che unisce la realtà esterna con ilmondo interno” (14).“Il neonato riconosce la voce che loaveva intrattenuto così a lungo nelprofondo della notte uterina. Certo lasituazione è cambiata, ma il piccoloricorda le inflessioni e il ritmo e sapràaprirsi a questo nuovo modo di comuni-care – non fosse che per il ricercarvi ilnirvana perduto” (15).Il suono, riconosciuto, ha un effetto ras-sicurante e acquietante, che porta l’eco eil senso del ritrovamento del luogo origi-nario dal quale il neonato si è appenaseparato, a volte con difficoltà. In questo modo, il significato originariodella musica si collocherebbe su unastrada che conduce a condizioni e valoriprimari.L’uomo si serve della musica anche perrappresentare cose e suoni di un altromondo, quello uterino, e recuperare,sotto forma di simbolizzazione acustica,il “paradiso perduto” in assenza delquale non sarebbe possibile nessunacosa.Franco Fornari si è anche dedicato allostudio del melodramma per dimostrare,equiparando il libretto d’opera a unsogno, come dietro la “scena manifesta”si possano rintracciare rappresentazioniinconsce comuni a tutti e ritrovare addi-rittura la narrazione di un percorso tipico

Page 3: L’importanza dei suoni nella vita psichica e nel legame ... · PDF fileScriveva M. Mancia che “il feto in utero ... Un altro esperimento svolto da Hepper ha rivelato che un brano

155

musical-mente

di una terapia psicoanalitica. Nell’operalirica convivono infatti una dilatazionedelle componenti espressivo-intonative e ritmiche date dal testo e dall’orchestrae una drammatizzazione esasperata di affetti ed emozioni rintracciabili inognuno.Fornari ha definito l’opera come “illuogo della celebrazione degli affetti”. Inessa gli spettatori possono scorgere edevocare angosce collettive attraverso lamusica e il canto. Egli, non da musicolo-go ma da grande psicoanalista, ha usatole tecniche esplorative dell’inconscio permettere in luce come la musica possaricondurre agli eventi che più di ognialtro sono destinati a influire sulle nostrefuture esperienze affettive: la gravidanzae il parto. �

Bibliografia(1) Eccles CJ. Prefazione a: Il terzo orecchio.Musica e psiche. Delliponti M, Luban-Ploza B,(eds). Centro scientifico torinese, 1986.(2) Mancia M. Vita prenatale e formazione del sé.In: Bertolini M (a cura di). La nascita psicologica ele sue premesse neurobiologiche. Atti del Conve-gno, Milano 1984.(3) Fornari F. Psicoanalisi della musica. Milano,Longanesi, 1984.(4) Negri R, Guareschi-Cazzullo A, Vergani R, et al. Correlazione tra la vita prenatale e formazio-ne della personalità. Studio preliminare attraversol’osservazione di due gemelli. Quaderni di psicote-rapia infantile 1990;2:184. (5) Della Vedova A. La vita psichica prenatale:breve rassegna sullo sviluppo psichico del bambinoprima della nascita. In: Psychomedia, 1998.(6) Stern DN. Il mondo interpersonale del bambino.Torino: Bollati Boringhieri, 1987.(7) Guerra Lisi S. Stefani G. Gli stili prenatali nellearti e nella vita. Bologna: Clueb, 1999.(8) De Casper AJ, Fifer WP. Off, Human Bonding:Newborns prefer their mother’s voicers. Scienze1980;208:1174.(9) Hepper PG. Foetal Soap addiction Lancet1988;11: 1347.(10) Imbasciati A, Manfredi P. Esposizione uditivafetale e sviluppo comunicativo a 10 e a 18 mesi.Imago 2001;4:261.(11) Tomatis A. L’orecchio e la vita. Milano: Baldi-ni & Castoldi, 1992.(12) Anzieu D. L’Io/Pelle. Roma: Borla, 1994:194.(13) Anzieu D. L’Io/Pelle. Roma: Borla, 1994:26-7.(14) Mancia M. Neurofisiologia e vita mentale.Bologna: Zanichelli, 1980.(15) Tomatis A. Ascoltare l’universo. Milano:Baldini & Castoldi, 1998;144.

NATI PER LA MUSICA A CESENALe Mille e una notte di SheherazadeC’erano una volta un sultano assai crudele, di nome Sharyar, e la sua giovane gra-ziosa sposa, Sheherazade… La storia delle “Mille e una notte” ha da sempre affascinato artisti e musicisti, traquesti Rimsky Korsakof che decise di musicarla verso la fine dell’Ottocento. La“lezione-concerto” cui hanno assistito i bambini della scuola primaria Carducci diCesena nelle mattinate dell’8 e 9 maggio, ideata e animata da Rosalba Deriu, ècostruita attorno alla trascrizione per duo pianistico che lo stesso Rimsky Korsakofricavò dalla partitura orchestrale. Con la partecipazione di Pasquale Marangoni eStefania Carnevali nelle vesti dei protagonisti, sono messe in scena le storie cheSheherazade racconta a Sharyar per mille e una notte allo scopo di impedire cheil sultano la mandi a morte dopo la prima notte di nozze, come era solito fare conciascuna delle sue mogli. Ma è soprattutto attraverso la musica, interpretata al pia-noforte da Carlo Mazzoli e Stefano Malferrari, che i personaggi prendono forma.I bambini, da 7 a 10 anni, sono stati stimolati dall’animatrice a scoprire da sé isegreti della narrazione musicale, e non hanno esitato a riconoscere sul registrograve del pianoforte il tema deciso, staccato e forte del potente sultano, e non hannoavuto dubbi che sia la melodia acuta, leggera e sinuosa ad evocare la dolceSheherazade.Per i bambini, dopo poco già perfettamente sintonizzati sulla lunghezza d’ondadella comunicazione musicale, è facile ritrovare nelle variazioni dei temi gli statid’animo dei personaggi. La velocità aumenta, i suoni sono accentati, l’accompa-gnamento è denso di note… ”Il sultano è agitato, impaziente!”, traduce il ragazzi-no con la mano alzata. Ma alla fine della storia il tema di Sharyar è lento e mor-bido, inaspettatamente delicato. E allora: “Sheherazade è salva, si abbracciano,tutti vissero felici e contenti…”, conclude la bimba della prima fila.È attraverso la musica che veniamo poi trasportati nelle suggestive atmosfered’Oriente dei racconti di Sheherazade. La melodia sale e scende mentre i bambinisi abbandonano spontaneamente con i gesti alle onde che conducono la barca diSindbad il marinaio verso la tempesta. E ancora la festa di Bagdad: i bambini necolgono gli elementi caratterizzanti nei ritmi frenetici della pagina musicale. I ter-mini che utilizzano nelle loro osservazioni sono a volte imprecisi, a volte più accu-rati, ma colgono sempre nel segno. Quelle che all’inizio erano risposte generiche eapprossimative si vanno via via strutturando; la competenza musicale dei piccoliascoltatori emerge gradualmente e le mani alzate, alla fine, sono davvero tante.Non pare dubbio che le finalità della lezione-concerto siano state pienamente rag-giunte: coinvolgere il pubblico in un ascolto dal vivo interattivo, metterlo nella con-dizione di comprendere e apprezzare il linguaggio musicale, renderlo consapevo-le dei meccanismi comunicativi della musica in modo piacevole e divertente anchecon l’ausilio del linguaggio gestuale. Nella lezione-concerto l’animatore non forni-sce informazioni preventive sulle strutture formali del brano musicale, ma guida l’a-scoltatore alla scoperta personale sollecitandolo con domande, invitandolo ad espri-mere sensazioni e opinioni, regalandogli la gratificazione di sentirsi artefice delproprio sapere. I piccoli ascoltatori di Cesena hanno stupito per l’entusiasmo con cui hanno reagitoalle sollecitazioni dell’animatrice. La partecipazione è stata attiva anche quandoalla fine la concentrazione inevitabilmente cominciava a calare; il dialogo è statovivace ma sempre rispettoso delle regole, le risposte dei bambini in alcuni casi sonosembrate davvero pertinenti.Fondamentale il ruolo dei docenti che hanno partecipato con le classi alla perfor-mance, mostrando di averne colto a pieno la valenza formativa. Ad essi il compitodi far sì che l’esperienza vissuta dai loro alunni non sia un evento isolato, ma trovirispondenza in un’educazione musicale continua. Dal concerto è stato tratto un CDche sarà presentato al Congresso ACP di Asolo. Maddalena Patella