Licata 2 4 ottobre 2019 … · la imbottigliamo Scriba Studio / ph Paolo Marchisio E la coltiviamo...

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#terreunitedalmare Licata 2 - 4 ottobre 2019

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#terreunitedalmare

Licata 2-4 ottobre 2019

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tudiare modelli di sviluppo. Siano essi economici, sociali, ambientali sostenibili... comuni a tutti i popoli del Mediterraneo. Partendo, in partico-lar modo, dal mare. Nasce con questo obiettivo ‘nnumari, un convivio che diventa pensatoio aperto. L’ideatore e promotore di questo evento è lo Chef bistellato Pino Cuttaia. E’ lui a chiamare a raccolta cuochi, giornalisti, economisti, pescatori, allevatori, agricoltori, produttori, artigiani, pesca-tori, imprenditori, artisti e comunicatori per riflettere sulla sostenibilità del Mediterraneo e per costruire modelli di sviluppo sociali e ambientali replicabili e condivisi.Siamo tutti parte del Mediterraneo, abbiamo tutti problemi in comune. Abbiamo, quindi, il dovere di trovare soluzioni, insieme. In questo lavoro è il cuoco che si mette a disposizione per far riflettere la filiera sulla sosteni-bilità del mare. Mare che può essere considerato come un orto. Ma che a differenza di quest’ultimo non vede per sé applicate le stesse regole della terra. Né attenzione, né tutele. Nel momento in cui trattiamo il mare come un terreno senza regole pos-siamo anche uccidere la pianta che vi cresce prima ancora che quella pianta abbia fatto il frutto e allora non mangeremo mai quel frutto e non sapremo mai che gusto avrebbe avuto. Giovanni Villino

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urante il percorso della mia carriera ho capito come la Sicilia, il mio territorio, sia il frutto delle contaminazioni dei popoli che hanno vis-suto in questa terra. Mi sono accorto che i miei gesti sono simili ai gesti di altri cuochi e i miei viaggi mi hanno portato a capire che il territorio sul quale insisto ogni giorno è simile in tutti i Paesi del Mediterraneo con la sola differenza del microclima, della stagionalità, degli usi e dei costu-mi di ognuno di essi. Il fenomeno della globalizzazione, per quanto ab-bia portato ricchezza, ha d’altra parte scalfito le tradizioni dei popoli. Io penso che il cuoco sia l’unico oggi che possa recuperare i gesti che non vengono più tramandati da madre a figlio. Nel momento in cui cambiano le abitudini, cambia anche la cultura. Gli ingredienti che prima avevano un valore adesso non lo hanno più, perché viene meno la richiesta. Alla perdita di valore della materia prima si affianca la perdita di valore del lavoro dell’artigiano o del contadino o del pescatore o del produttore e così la perdita della tradizione, della storia e di quei saperi diventa per-dita di valore del lavoro e impoverimento di tutta la filiera. Il rischio che corriamo oggi con il mare è di perdere per sempre le sue ricchezze. Dob-biamo riflettere su come governare il Mediterraneo, su come gestirlo, su come farlo diventare patrimonio di tutti. Il problema, come purtroppo è già successo, è che venga meno l’esperienza e che, con essa, si perdano la tradizione e la cultura.Quei territori simili, quei gesti uguali, mi fanno pensare che tutti quei Pa-esi non sono divisi dal Mediterraneo, sono terre unite dal mare.

Pino Cuttaia

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3 INTRODUZIONE

5 BENVENUTI Pino Cuttaia

8 CONFERENZA STAMPA MILANO 18 SETTEMBRE

11 CREATIVITÀ PER SENSIBILIZZARE I GIOVANI ALLA TUTELA DEL MARE Worldrise

12 ATTRAVERSARE IL MEDITERRANEO… Prof. Marcello Scalisi

13 IDENTITÀ MEDITERRANEA: DIBATTITI SU UN COMUNE DESTINO Prof. Marcello Scalisi

14 FONDATION MAISON DES SCIENCES DE L’HOMME Marta Craveri

15 DONATELLA BIANCHI IL VALORE DI UN IMPEGNO Giovanni Villino

17 I NOSTRI PRODUTTORI AZ. AGR. FODALE AZ. AGR. LA PERLA DEL SUD AZ. AGR. PERCIA QUARTARI BARRACO VINI CASEIFICIO PASSALACQUA CONSORZIO CIPOLLA PAGLINA DI CASTROFILIPPO TERRE DI SHEMIR

27 I NOSTRI CHEF

41 RIFLESSIONI DI... LIONELLO CERA MATTEO METULLIO

50 NUMERI UTILI

Sommario

Curatore dei testi

Giovanni Villino

art direCtor

Simonetta Nave

GrafiCa e Photo editinG

Nuova Edify srl

stamPa

Officine Grafiche Soc. Coop. - Palermo

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Conferenza stampaMilano 18 settembre Bulthaup Porta Nuova

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L’inquinamento della plastica in mare è un grave problema che minaccia la salute del pianeta e della maggior parte dei suoi abitanti. Le stime dicono che, ogni anno, finiscono in mare circa 8,8 milioni di ton-nellate di plastica: a questo ritmo nel 2050 nell’oceano ci sarà più plastica che pesci, a parità di peso. Sono almeno 135 le specie marine mediterranee impattate dalla plastica e nel Mar Mediterraneo circa il 90% delle specie ittiche commerciali è sovrasfruttato. I mercati sono invasi da pesci catturati a migliaia di chilo-metri di distanza con metodi distruttivi e/o non sostenibili impattando in modo significativo il settore ittico.Worldrise è una Onlus ideata da giovani professionisti che sviluppa pro-getti di conservazione e valorizzazione dell’ambiente marino attraverso un percorso incentrato sulla sensibilizzazione, la creatività e l’educazione, per formare i futuri ambasciatori di un cambiamento necessario.Grazie alla collaborazione con 'nnumari, realizzeremo un percorso di sen-sibilizzazione partendo dal coinvolgimento dei più piccoli, fino ad un ap-proccio mirato verso i professionisti che diventeranno i futuri attori del cambiamento.Uniremo heritage e innovazione col progetto #Batti5 dedicato alla sensi-bilizzazione dei bambini in età scolare. Un modo diretto e molto coinvol-gente per includere le nuove generazioni in un processo che avrà riscon-tro all’interno delle loro famiglie e di tutta la comunità. Uniremo formazione, consapevolezza ed esperienza diretta, concluden-do con un laboratorio per la realizzazione di output creativi sul tema della salvaguardia dell’oceano.Realizzeremo dei laboratori per le scuole alberghiere: una proposta di formazione teorica e pratica per gli studenti delle scuole alberghiere per educare alla sostenibilità della pesca e ad un consumo più responsabile dei prodotti ittici, con la collaborazione di alcuni tra i migliori chef del Mediterraneo.

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Qualitàla progettiamo, la costruiamo, la imbottigliamo

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L’idea di organizzare una settimana di formazione con studenti prove-nienti da tutto il Mediterraneo si è sviluppata quasi naturalmente nel cor-so della riflessone sull’evento 'nnumari.La considerazione di partenza è che negli ultimi anni la regione mediter-ranea è spesso fonte di notizie e prospettive negative.La nostra idea è di ribaltare le idee che dividono e di sostenere, al con-trario, le multiple sfaccettature della nostra origine mediterranea, valo-rizzando le diverse tradizioni dei paesi che si affacciano sul mar Mediter-raneo ed altresì di contribuire, attraverso il dialogo ed il confronto, alla formazione di una “Generazione Mediterranea”.Il percorso di formazione è rivolto a studenti universitari e giovani ri-cercatori in diversi ambiti per permettere loro di condividere analisi ed opinioni sul mar Mediterraneo, fornendo allo stesso tempo uno spazio di discussione multidisciplinare comune per influire positivamente sulla conoscenza e sulla coscienza delle future generazioni in merito al valore delle risorse comuni del Mediterraneo.In questo contesto, l’iniziativa nasce per mettere in risalto i tesori della regione mediterranea nonché per veicolare messaggi positivi sula cultura mediterranea ed assicurare la salvaguardia delle sue risorse e della sua ricchezza.La summer school si prefigge di stabilire un nuovo rapporto tra sviluppo e sostenibilità, consumo ed etica e sarà anche un’occasione per riaffer-mare il ruolo culturale e geopolitico della regione mediterranea.Sono stati selezionati per la prima edizione della Summer School 'nnu-mari 15 studenti provenienti da 11 paesi (Algeria, Austria, Cipro, Egitto, Francia, Italia, Libano, Marocco, Palestina, Spagna Tunisia).I docenti della Summer School sono professori delle Università associate a UNIMED, esperti di organizzazioni internazionali, giornalisti.

Marcello Scalisi

Identità mediterranea: dibattiti su un

comune destino

Lavorando, leggendo, studiando e incontrando tanti, tantissimi, professo-ri, studenti e ricercatori delle Università di tutti i paesi del Mediterraneo, ho avuto la possibilità di viaggiare fisicamente ed eticamente nel Medi-terraneo, scavalcando con facilità luoghi comuni e pregiudizi. Ho potuto muovermi a mio agio fra tante difficoltà. E contemporaneamente sco-prire che fra me e chi incontravo le cose in comune erano più numerose delle diversità: la familiarità nelle piccole cose come in quelle più grandi, superava di gran lunga le differenze.Nei miei incontri mediterranei ho spesso affermato con orgoglio - e un pizzico di piacere - il mio essere siciliano: una regione, la Sicilia, che del Mediterraneo ha fatto il suo destino. In questa isola abbiamo forti identi-tà, ma non abbiamo mai tradito il legame forte con il mare comune. Ecco, questo è ciò che mi piace essere e che UNIMED rende possibile: essere un testimone della storia contemporanea del Mediterraneo senza dover necessariamente affermare un’identità che pretenda d’imporsi sulle altre. In tanti viaggi dal Marocco alla Grecia, dalla Spagna all’Egitto, tutti gli incontri, le riunioni, le conferenze, si sciolgono sempre in un abbraccio attorno ai pilastri della nostra cultura comune: la musica, la letteratura, la tavola, la cucina e i suoi gesti ripetuti, uguali e contemporaneamente diversi. Tutti però con la stessa attenzione, la stessa passione, lo stesso rispetto.In giorni così difficili per il futuro dell’Unione Europea e di tutta la regione Mediterranea, possiamo e dobbiamo andare oltre i pregiudizi e le paure indotte dall’ignoranza e dal razzismo e cercare nei nostri sguardi, nelle nostre storie, nelle nostre tradizioni, i valori che potranno portarci oltre la barbarie.

Marcello Scalisi - Direttore di UNIMEDUnione delle Università del Mediterraneo.

Attraversare il Mediterraneo…

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Il suo volto è tanto noto quanto il suo impegno sul fronte dei temi legati all’ambiente e al rispetto della Natura. Donatella Bianchi è una giornalista e scrittrice. Ma è anche conduttrice televisiva conosciuta principalmen-te per la conduzione del programma tv, Linea blu in onda su Rai 1. Nel giugno del 2014 è stata eletta presidente del WWF Italia, il World Wide Fund for Nature. Parliamo della più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura. Sono oltre 5 milioni le persone che in tutto il mondo con il loro aiuto permettono al WWF di sostenere la sua sfida: oltre 1.300 progetti concreti ogni anno per la tutela della biodiversità e per creare un mondo dove l’uomo possa vivere in armonia con la natura. Tra i riconoscimenti che sono stati attribuiti a Donatella Bianchi, nel cor-so degli ultimi anni, c’è quello di “Ambasciatore della Biodiversità 2010” attribuitole dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per l’impegno profuso nella divulgazione della tutela dell’ambiente e della biodiversità. Nel 2017, presso la Rappresentanza italiana del Parla-mento Europeo, la sottosegretaria al ministero dell’Ambiente Silvia Velo ha consegnato a Donatella Bianchi il premio DonnAmbiente per l’impe-gno costante nella divulgazione dei temi legati alla valorizzazione, tutela e salvaguardia ambientale. È stata nominata cittadina onoraria nei co-muni di Santa Teresa di Gallura e Ustica. Lo scorso 26 marzo il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, d’intesa con il presidente della Regione Ligu-ria Giovanni Toti, ha nominato la giornalista nuovo presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre.

Giovanni Villino

Fondée en 1963 par l’historien Fernand Braudel, dont l’œuvre est en gran-de partie dédiée aux deux rives de la Méditerranée, la Fondation Maison des sciences de l’homme a, depuis ses origines, un lien fort avec cette aire culturelle, géographique et politique. La FMSH a pendant longtemps œuvré à promouvoir cet espace méditerranéen de la recherche en scien-ces sociales, à tisser des liens scientifiques de longue durée, à soutenir les milieux intellectuels évoluant dans des conditions politiques difficiles.Ces dernières années, la FMSH a renforcé ses liens avec les deux rives en impulsant une stratégie centrée sur des partenaires ayant un mandat régional et en réseaux sur la zone méditerranéenne et du monde arabe. Deux accords de coopération ont ainsi été signés avec le Conseil Arabe pour les Sciences Sociales (CASS) et avec l’Union des Universités de la Méditerranée (UNIMED). Le soutien à l’école d’été Identité Méditerranéenne: des échanges sur un destin commun organisée pendant l’événement 'nnumari, promu par le Chef sicilien Pino Cuttaia, s’inscrit dans cette logique de régionalisation de la Fondation, et est également l’opportunité d’étendre cette réflexion aux nouvelles générations et à des thématiques émergentes comme le développent durable de la région, d’un point de vue économique, envi-ronnemental et social. Parallèlement, l’initiative 'nnumari contribuera à encourager l’utilisation de ressources renouvelables, à préserver la bio-diversité et les écosystèmes et à lutter contre la pollution des mers en partageant des modèles de société et de développent et consolider ainsi le rôle culturel et géopolitique de la région méditerranéenne.

Marta Craveri - Direttrice del Dipartimento Internazionale della Fondation Maison de Sciences de l'Homme (FMSH)

Fondation Maison des sciences de l’homme

Donatella Bianchi: il valore di un impegno

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I nostri produttori

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Nei campi di Giampiero Fodale a Misiliscemi c’è un prodotto che non conosce né erbicidi, né diserbanti in genere. Ogni pianta viene curata a mano, si sta chini sulla terra seguendo soltanto il ritmo delle stagioni. Siamo in una zona del Trapanese molto vicina a Nubia. Qui si produce aglio rosso. Impegnata in questo lavoro la famiglia di Giampiero Fodale affiancato dalla moglie Maria Pia. L’aglio è un ingrediente fondamentale. Giampiero ha 36 anni e una piccola azienda familiare ereditata da suo pa-dre Francesco. “All’inizio era solo un gioco ma poco alla volta ho iniziato a fare qualcosa - racconta Giampiero Fodale -, come togliere le erbacce. Poi ho cominciato a preparare il terreno e, quindi, la semina. Oggi abbia-mo sei mesi di lavoro intenso. Si comincia a fine novembre con la sele-zione dei bulbi. Mio padre prepara il terreno con la motozappa, quindi si creano i solchi e si procede alla semina tra fine dicembre e metà gennaio. Si va avanti un bulbo alla volta, proni verso il terreno. E’ un lavoro faticoso. Fra gennaio e febbraio le piogge sono abbondanti. Ed è una fortuna per-ché quella acqua contiene il nutrimento per l’aglio”. Sull’uso di pesticidi la risposta è chiara e immediata: “Quello che produciamo è cibo per i nostri figli: non potremmo mai dar da mangiare veleno ai nostri bambini”.

Aglio rosso, quanta fatica...

AZ. AGR. FODALE

A Santa Croce Camerina, Giovambattista Campoccia coltiva ortaggi di altissima qualità che vende ormai in tutta Europa. Grazie a un paziente la-voro artigiano, conoscenza, studio ha realizzato prodotti che sono entrati anche nelle cucine dei grandi chef. “Io rappresento la terza generazione dell’azienda - spiega Campoccia -, avviata da mio nonno e continuata da mio padre. Abbiamo quattro ettari in tutto, tre dei quali coperti. Con me lavorano mia moglie e i miei due figli: Clizia, di trent’anni, che si occupa di contabilità e di rapporti con il settore della ristorazione, e Vincenzo, addetto al magazzino. Poi, come in tutte le aziende agricole, abbiamo collaboratori stagionali, in un numero che varia da sette a sedici. Produ-ciamo quattro tipi di melanzane (oltre alla Perlina, la tonda viola, la lunga scura, la tonda nera) e quattro tipi di pomodoro: il datterino, il ciliegino, il vesuviano tipo piccadilly e il black chocolate, quello scuro da insalata. Commercializziamo il 60 per cento del prodotto da Bologna alla Lettonia. Non siamo presenti nella Grande distribuzione perché non ci interessa, lì non c’è spazio per prodotti di alta qualità. Il restante 40% è quello della ristorazione di alto livello, un mercato che è partito dalla Sicilia – dove vale il 3-4% – e poi è cresciuto e continua a crescere”.

AZ. AGR. LA PERLA DEL SUD

Un tesoro che si coltiva con arte

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A Palma di Montechiaro opera l’azienda Percia Quartari di Giuseppe Bon-sangue. Si produce un miele straordinario di api nere siciliane. Un mondo da fiaba fatto di calcoli molto precisi.Giuseppe Bonsangue è laureato in Agraria e ricercatore all’Università di Palermo. La sua azienda si chiama Percia Quartari dall’antica fonta-na dove i contadini riempivano le damigiane d’acqua, “le quartare”. “Il mestiere dell’apicoltore - spiega Giuseppe Bonsangue - è fatto di calcoli matematici ben precisi, di osservazione e tecniche. Il tempo della raccol-ta del miele arriva quando le api rivestono le cellette con la cera: a quel punto e solo in quel momento il miele contiene il giusto tasso di umidità per conservarsi nel tempo. Le cellette di favo sono esagonali perchè è così che distribuiscono meglio le forze lungo la struttura. Nulla è lasciato al caso”. E sulle qualità nutrizionali? “Sono diverse le proprietà benefiche - afferma Bonsangue - è più digeribile e soprattutto è puro, non è raffi-nato anche perché non ce n’è bisogno. Ha un alto contenuto di polifenoli e antiossidanti”. Sul futuro? “Il futuro - conclude Giuseppe Bonsangue - è diversificare, produrre e commercializzare tutto quello che l’ecosistema che abbiamo creato per le api mi offre. Produrre mandorle, grano, olio… poi mi piacerebbe insegnare, trasmettere questo modello, questo sapere agli altri perché questo ecosistema difende e arricchisce il territorio vici-no e questo aiuta a difendere e dare valore al mio”.

Il miele… un frutto matematico

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Trasmettere la Siciliaattraverso l'emozione

di un vino

BARRACO VINI

SALVATORE MIL ITELLO

A chi deve trovare per la prima volta la sua azienda nel pieno dei monti Sicani, appena fuori dalla Palermo-Agrigento, Salvatore Passalacqua dice così: “Quando arrivate al grande eucalipto, girate a destra e prendete la strada che si arrampica”, cosa che racconta molto del suo modo di stare al mondo, a stretto contatto con la natura e il suo territorio. E molto dei suoi formaggi, vere eccellenze fatte con l’amore dell’artigiano. “Mio padre faceva il panettiere - racconta Salvatore Passalacqua -, e avrebbe voluto che continuassi la tradizione. E invece, da vera pecora nera, io ho cambiato completamente settore e ho cercato la mia strada avviando un commercio di animali, soprattutto bovini – manzi e mucche – in particolare in Veneto e in Trentino. Andavo spesso in Val Pusteria in compagnia di mio zio per fare acquisti. Mi capitò di acquistare delle pezzate di formaggio locale e decisi di cominciare a sperimentare. Pos-sedevo solo quattro vacche da mungere. Che producevano un sacco di latte, troppo per la mia famiglia. Così mi venne l’idea: ma se ci riescono al Nord a fare un buon formaggio, perché non posso riuscirci io con questa straordinaria materia prima?”. Il segreto delle creazioni? “Se di segreto possiamo parlare, tutto sta nell’alimentazione degli animali che praticano un pascolo libero. Abbiamo la fortuna di avere ricchi e verdi pascoli da ottobre a giugno. Si tratta di pascoli ideali di piante polifite: c’è la veccia, c’è l’avena selvatica e molte altre erbe. Questo mix contribuisce alla pro-duzione di un latte dalle elevate qualità organolettiche. A mio parere la zona dei monti Sicani è una delle migliori zone di produzione dell’intera Sicilia. Alla materia prima bisogna aggiungere amore, gioia e passione. Io mi sveglio alle quattro ogni mattina, ma se mi chiedono che lavoro faccio rispondo: mi diverto”.

Le forme dell’oro biancoCASEIFICIO PASSALACQUA

L’azienda Barraco nasce nel 2004 dall’esigenza personale di Nino Barraco di creare vini capaci di trasmettere le peculiarità dei vitigni autoctoni e le caratteristiche del proprio territorio. La sua avventura trova ispirazione nella tradizione contadina della sua famiglia e nella passione per il vino. Il carattere artigianale dell’azienda Barraco è garantito dalle sue piccole dimensioni e dal controllo esclusivo da parte di Nino, dalla coltivazione delle uve alla vinificazione, dall’imbottigliamento alla sua proposta di cinque vitigni vinificati in purezza. L’idea di Nino non è un vino “perfetto”, ma un vino con la capacità di emozionare che esalti l’identità unica del singolo vitigno e del terreno su cui esso è coltivato. Un’interpretazione del vino sempre più fedele al luogo, al microclima e all’esperienza umana che lo producono. L’impegno di Nino è trasmettere la Sicilia, in particolare il territorio di Marsala, riprendendo la cultura e la tradizione del fare il vino come una volta: solo con l’uva.

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Sono rimasti solo quattro agricoltori a coltivarla a Castrofilippo, vicino ad Agrigento. Eppure si tratta di un prodotto unico, di grande dolcezza e con un aroma elegante. Da provare e da sostenere. Siamo a venti minuti da Agrigento e Castrofilippo è storicamente nota per la sua cipolla paglina, un prodotto con duecento anni di storia. L’Associazione produttori cipolla paglina di Castrofilippo nasce dalla collaborazione di quattro produttori agricoli, Salvatore, Giuseppe, Andrea e Dario, con l’adesione delle loro ri-spettive aziende a un’idea comune: valorizzare, accrescere e divulgare la passione per la nostra terra e i nostri prodotti. La cipolla paglina di Castro-filippo ha una dimensione che raggiunge il chilo e mezzo di peso. Viene usata specialmente per le sue proprietà organolettiche: ha un aroma ele-gante e una grande dolcezza. “La cipolla paglina - spiega Dario Brucculeri - viene coltivata a Castrofilippo da due secoli. Per la crisi economica e per la difficoltà a trovare manodopera, così come per i cambiamenti climatici, nella produzione si fa uso di elementi chimici di sintesi. Il disciplinare per far diventare un prodotto un presidio Slow Food è rigido, noi lo abbiamo reso ancora più rigido, ispirato a quel che si faceva prima della guerra: dal-la semina al trapianto, dalla scerbatura manuale, mediante zappettatura, alla raccolta, ogni fase della lavorazione viene svolta manualmente e sen-za l’impiego di concimi e antiparassitari di sintesi. Non sono scelte facili né popolari. Infatti non tutti sono stati concordi a utilizzare questi metodi. All’inizio eravamo una ventina, oggi siamo in quattro”.

La cipolla paglina, un prodotto unico

CONSORZIO CIPOLLA PAGLINA DI CASTROFILIPPO

Cura e attenzione nella coltivazione si fondono con la cultura e la conoscenza della terra. Tutto questo genera prodotti di eccellenza che difficilmente sarà possibile trovare sugli scaffali della grande distribuzione. Sono prodotti che puntano a un mercato di nicchia. Terre di Shemir, nella frazione di Guarrato a Trapani, è un’azienda in cui tutto questo prende forma. Dall’olio al vino. Una cura meticolosa delle piante che si accompagna all’ascolto delle loro esigenze. Sì, perché sono le stesse piante a “richiedere” acqua e nutrimento, attenzioni e interventi. Terre di Shemir è un’azienda a conduzione familiare fondata da Lara e Francesco Pellegrino. “Dal 1996 – raccontano Lara e Francesco – abbiamo cercato sempre di migliorarci. Non diciamo mai di essere arrivati al top. L’imperativo categorico per tutti noi è continuare a crescere. Siamo nati – prosegue Lara – per fare un prodotto che diamo ai nostri nipoti. Ed è lo stesso prodotto che destiniamo ai nostri clienti, con le stesse cure e attenzioni”. Stessa attenzione e cura per i vini. Fino alla maturazione l’attenzione è alta. Una fase di evoluzione che prosegue anche in bottiglia, l’affinamento. “Siamo soliti non fare uscire il vino nell’annata – spiega Lara -. Lo teniamo un anno dentro, in bottiglia. Il nostro, è bene ribadirlo, è un prodotto di alta qualità, di nicchia”.

Dall'olio al vino, il dialogocon la Natura genera tesori

TERRE DI SHEMIR

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I nostri Chef

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Maksut Askar

Originario di Noto, nasce nei primi anni ’60. Dopo la maturità scientifica conseguita sempre a Noto, intraprende gli studi universitari agronomici, mai terminati perchè troppo forte il richiamo del laboratorio di pasticceria di famiglia. Da più di trent’anni continua ad occuparsi di pasticceria e di alimentazione nel suo regno: Caffè Sicilia a Noto. Apprezza il sale quanto lo zucchero e ha una grande passione per il miele. Cerca il sale negli zuccheri, lo zucchero tra i cristalli di sale.

Corrado Assenza

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Matteo Baronetto Giacomo Caravello

Martina CarusoAndrea Berton

Nato a Giaveno nel 1977, comincia da giovanissimo a lavorare nella ristorazione. Le prime esperienze le fa a La Betulla di San Bernardino di Trana, poi a Erbusco da Gualtiero Marchesi dove incontra Carlo Cracco con il quale lavorerà alle Clivie e da Cracco-Peck a Milano. Dal 2014 guida il Cambio a Torino.

Andrea Berton inizia a lavorare in cucina negli anni ’90 prima da Gualtiero Marchesi e poi da Alain Ducasse. Nel 1997 ottiene la prima stella Michelin alla Taverna di Colloredo di Monte Albano. Nel 2005 inizia la collaborazione col Ristorante Trussardi alla Scala. Nel dicembre 2013 inaugura il ristorante Berton, a Milano, dove il brodo diventa protagonista di un menù degustazione. Apre il Ristorante Berton al Lago presso l’hotel il Sereno sul lago di Como.

Classe 1989, dopo aver appreso la cucina a La Montecchia dagli Alajmo e con Martina Caruso al Signum di Salina dal 2014 al 2018, dove ha iniziato da commis e si è congedato da sous chef, ritorna nella sua Milazzo e apre Balice.

Nata a Salina nel 1989 Martina Caruso è cresciuta all’Hotel Signum, dove a soli 23 anni ha sostituito il padre alla guida della cucina che alleggerisce cercando la concentrazione del gusto

Penso che da eventi come 'nnumari possa derivare uno stimolo per tutti, ma in particolare per noi cuochi e ristoratori, atto a incoraggiare una pesca sostenibile, unica possibilità per preservare la ricchezza dei nostri mari”

La sostenibilità in cucina per me è un concetto con radici nel passato, legato alla nostra terra e nel prendersene cura. L’evoluzione dell’uomo ha portato tanta industrializzazione e non ha più pensato alla incredibile biodiversità che conserviamo, l’aspetto più importante nel nostro quotidiano è il cibo, possiamo scegliere liberamente cosa mangiare con consapevolezza verso l’ambiente. Prodotti locali e pesce sostenibile rispettando le stagioni”

Sono molto felice che Pino Cuttaia abbia creato 'nnumari  perché siamo tutti circondati dallo stesso mare, per questo farò del mio meglio per sfruttare in senso positivo questo convivio, cercando soluzioni per un futuro più sostenibile, per un Mediterraneo sentito come patrimonio universale”

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Moreno Cedroni Nino Di Costanzo

Nino FerreriCaterina Ceraudo

Nasce ad Ancona nel 1964 e arriva nella ristorazione nel 1984 con l’apertura del ristorante Madonnina del Pescatore. Lo dirige per sei anni, ma stanco della sala, decide di provare ai fornelli. Nel 1992 frequenta corsi di alta cucina e l’incontro con Ferran Adria gli darà la svolta. Attualmente si occupa de La Madonnina del pescatore a Senigallia, del Clandestino Sushi Bar a Portonovo e della prima salumeria ittica Anikò.

Comincia da giovanissimo la passione per la cucina ereditata dalla mamma e dalla nonna. A 14 anni si iscrive alla Scuola Alberghiera di Ischia e riesce a entrare da stagista da Gualtiero Marchesi e Gaetano Trovato, poi anche da Juan Marì Arzak, esperienze molto motivanti. A 25 anni inizia al Miramare Castello a Ischia Porto fino al 2015 e poi la scelta di aprire qualcosa di diverso, una casa vera e propria, così nel 2016 è iniziata la storia di Dani Maison.

I temi che animano l’ambizioso progetto di Pino sono sicuramente importanti e di estrema attualità. Per questo motivo esser parte di ‘nummari, un “sistema” che ha come principale vocazione la difesa del mare, mi riempie di orgoglio e al contempo rappresenta, per me, una grande responsabilità”

Siciliano di Trabia, classe 1989, Nino fa la prima esperienza a Porto Cervo al ristorante I Frati Rossi. Ancora giovanissimo, incontra Felice Lo Basso che gli chiede di seguirlo in Selva di Val Gardena Alpenroyal dove rimarrà per 3 anni. Dopo questa esperienza, in accordo con Lo Basso, Nino va in Svizzera all’Hotel Ristorante Le Chalet de Adrien. Dopo 2 anni arriva di nuovo una chiamata dallo chef Lo Basso che lo vuole con lui a Milano per il nuovo progetto Unico. Dopo anni di Milano, Nino Ferreri ritorna nella sua Sicilia nel ruolo di Executive Chef al ristorante del cinque stelle Villa Athena all’interno della Valle dei Templi di Agrigento.

Non potevo non partecipare! Alla base di ‘nnumari c’è l’idea che la cucina e il cibo abbiano la capacità di connettere le persone, favorendo il confronto tra tradizioni, gesti, culture.Cosa che cerco di fare con la mia cucina. Avere rispetto per la natura, la curiosità di osservarne i cicli e i cambiamenti, percepire le sfumature che non tutti riescono a cogliere, riconoscere le infinite biodiversità che la abitano è fondamentale. Cerco di far rivivere queste sfumature attraverso i miei piatti. La cucina del passato è un importante riferimento, ma non voglio né trasformarla né rivisitarla, l’importante è valorizzare la materia prima, cercando di essere meno invasiva possibile, usando pochi condimenti affinché la qualità del prodotto si esprima al suo massimo. La tradizione è importante anche come ispirazione e l’innovazione che cerco di apportare sta proprio nel recupero delle ricette tradizionali o degli ingredienti antichi che nessuno conosce più, storie di uomini e di culture da non dimenticare”

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Gioacchino Gaglio Tomaž Kavčič

Alessandro Ingiulla Stefano Mazzone

Nasce a Montelepre (PA) nel 1983. Frequenta L’ALMA e riesce a entrare per uno stage da Uliassi a Senigallia. Da lì parte per l’estero al Badrutt’ Palace a St.Moritz quindi alla Trompette a Londra. Ritornato nella sua isola, dopo 5 anni da Gagini a Palermo parte per la sua nuova avventura: un ristorante al Castello Lanza di Trabia.

Partecipare al progetto 'nnumari è una grande soddisfazione. Si tratta di un progetto di sensibilizzazione che deve coinvolgere tutti. Prendere parte ad attività di “educazione” è una missione per la collettività. L’obiettivo è tutelare il nostro pianeta, partendo dal corretto utilizzo delle materie prime per arrivare ad una proposta enogastronomica sostenibile e salutare. Bisogna partire dal rispetto per la nostra natura. È lei che riesce a offrire materie prime di qualità. E ricordiamoci, utilizzare prodotti locali contribuisce alla crescita economica e all’identificazione della nostra cultura”

Ritengo che la sostenibilità del Mediterraneo sia un argomento che dovrebbe riguardare tutti noi, in quanto tutti dobbiamo sentirci legati indissolubilmente ad esso. L’ambizioso progetto dello chef Pino Cuttaia offrirà la possibilità di poter agire per migliorare o addirittura recuperare delle situazioni che forse stanno sfuggendo di mano. Sono molto orgoglioso di far parte di questa grande squadra che nascerà a sostegno del “Mare Nostrum” e cercherò di dare il mio contributo come meglio potrò”

Si è dedicato alla cucina sin da giovanissimo: ha iniziato quando aveva 14 anni. Dopo alcuni anni trascorsi all’estero e nel Nord Italia, nel 2016 torna in Sicilia, per aprire il ristorante Sapio di Catania. Nel 2018 tutti gli sforzi vengono ripagati e diventa lo chef stellato più giovane d’Italia.

Inizia l’Alberghiero di Castelfranco Veneto, 44 anni, Trevigiano di sangue siciliano, i suoi genitori lasciano la Sicilia negli anni ’70, dove tornano per le vacanze. I primi passi in cucina li muove a Possagno. Ha lavorato con i grandi della cucina, come Marchesi e Beck, nei più bei palazzi storici veneziani con Marchesi, a Colloredo in Friuli con Berton, Villa Fiordaliso sul Lago di Garda, l’Acetaia di Monaco di Baviera, per tornare nuovamente a Venezia, prima al Ca’ Pisani e poi al Londra Palace. Dopo Venezia, ritorna nella terra dei suoi avi, al Villa Sant’Andrea di Taormina per poi approdare a Capri al Quisisana.

Sloveno, 50 anni,  lavora nel ristorante di famiglia aperto nel lontano 1897. Da sempre pratica una cucina attentissima al territorio e alla tradizione senza la quale non si può essere creativi. Ha una grande passione per brodo di manzo che, in Slovenia, è un piatto nazionale. “Non esiste pranzo della domenica senza brodo. E per me non esiste nemmeno la cucina, senza brodo”.

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Entiana Osmenzeza

Davide Oldani Gianfranco Pascucci

È nato a Milano il primo ottobre 1967. Milanese, ha studiato e lavorato presso i più grandi cuochi del mondo, da Gualtiero Marchesi ad Albert Roux, da Alain Ducasse a Pierre Hermé. Nel 2003 ha aperto il D’O, la sua trattoria di Cornaredo. Ha inventato la cucina POP, una cucina basata sulla semplicità e su materie prime umili.

Classe 1970, autodidatta, riapre il locale che era del nonno affacciato sulla darsena di Fiumicino. Impegnato sul territorio facendo una scelta di coerenza con il ciclo biologico, fa rete con i pescatori, con gli agricoltori, con i produttori della zona e tutelando dall’abbandono e dall’erosione la vicina oasi Wwf. 

Vengo da un paese, l’Albania, che ha avuto le porte chiuse per tanto tempo. Grazie al coraggio e a un po’ di follia ho trovato, soprattutto attraverso il cibo, la mia via d’uscita iniziando quel mestiere che mi piace fare e che voglio proseguire per tanto tempo. Il Mediterraneo ce l’ho nel cuore da sempre, avendo avuto la fortuna di nascere e lavorare in cucine nei Balcani, in Francia, Danimarca, Italia e per due anni anche in Sicilia. Sono stata quindi “per fortuna” contaminata e nella mia cucina cerco di evidenziare al massimo le caratteristiche degli ingredienti che uso cercando di trasmettere la loro unicità in nuovi connubi senza confini. In 'nnumari dunque mi riconosco perché ritengo la lingua della cucina universale, perché considero il mare e la terra il patrimonio più grande, perché non sono solo cuoca ma anche mamma e a questo futuro ci tengo oltremisura”

“Franco Pepe

Ex professore di educazione fisica e figlio d’arte, nel 2012 si allontana dalla pizzeria di famiglia nel centro di Caiazzo, per aprire un locale in cui sviluppare la sua idea di pizza contemporanea: Pepe in grani. Sempre alla ricerca delle eccellenze del territorio per valorizzarle sulla sua pizza. È il primo pizzaiolo italiano a essere nominato Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

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Alessandro Ravanà

Nino RossiGiancarlo Perbellini

Agrigentino di 37 anni, è approdato in cucina una decina di anni fa. A 16 anni apre un locale di pasticceria e gastronomia ad Agrigento. Tra le esperienze più formative c’è Piazza Duomo di Enrico Crippa. Nel 2007 apre a Porto Empedocle il suo ristorante, dove al primo posto viene la materia prima nel rispetto della biodiversità,

Sensibilità etica, valorizzazione del patrimonio del gusto e del lavoro degli artigiani custodi della biodiversità, trovano espressività nella cucina del mio ristorante Il Salmoriglio di Porto Empedocle.Interpreto i profumi e la ritualità delle preparazioni classiche della cucina marinara, vivacizzando la stagionalità del pescato e degli orti attraverso tecniche cosmopolite e raffinatezza minimalista. Il Mediterraneo come laboratorio culturale di saperi e sapori di cui mi sento ambasciatore”

Classe 1981, Il suo percorso inizia  seguendo la sala di Villa Rossi nella realizzazione dei banchetti ma sognando i fornelli e comincia a studiare da autodidatta sui libri. AL St. Hubertus al fianco di Norbert Niederkofler, dal 2009 al 2011 coglie al volo l’opportunità di fare gli stage invernali . Arriva poi nella cucina di Giancarlo Perbellini per un breve tirocinio e nel 2013, sceglie l’Arthhaus Hotel a Davos dove conduce la cucina nei mesi di fermo degli eventi in Calabria. Nel 2016 fa il passo decisivo e a maggio avvia Qafiz.

Grazie a Pino Cuttaia che con grande sensibilità e tanta voglia di ha dato vita a questo evento che rappresenta un’azione concreta per affrontare tematiche che chiedono delle risposte risolutive. Credo che al contempo tutti noi dovremmo sensibilizzare le persone al rispetto del nostro mare e della nostra terra e dare più valore a tuttI quelli che stanno dietro ai nostri piatti. E sono convinto che questo importante momento di aggregazione contribuirà a portare questi temi all’attenzione dell’opinione pubblica”

Vitali SinaiIsraeliano di 39 anni. Frequenta la scuola ALMA da Gualtiero Marchesi con il maestro Luciano Tona. Inizia la sua formazione al ristorante Arquade villa del Quar di Bruno Barbieri e dopo tre anni arriva a Mosca al Bon di Philip Stark. Gestisce il suo ristorante in Israele Charly Check Point dal 2008 al 2016. Dopo un master di cucina asiatica si specializza in cucina giapponese, tailandese e indiana. Adesso gestisce il ristorante Angry Monk a Belgrado.

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Matteo MetullioNoi facciamo riferimento al Nord Adriatico, quindi la costa Triestina, che è sempre stato un mare molto pescoso in quando molto verde e pieno di alimentazione per i pesci.Inoltre è sempre stato un mare molto importante per quanto riguarda la crescita e la pesca del pesce azzurro. Avvicinandosi poi verso le coste dell'Istria e del Quarnero, la varietà è sempre cambiata molto, pesci di grandi dimensioni come branzini, orate, dentici, insieme a  crostacei come gamberi, scampi ed aragoste, arricchivano le tavole di tutta la zona nord est adriatica.Purtroppo, ormai da un paio d'anni, c'è scarsità di varietà, con relativo aumento dei prezzi, il tutto dovuto da tre fattori principali:1. Cambiamento climatico globale e surriscaldamento delle acque. Questo ha portato alla migrazione di pesci che prima non esistevano in queste acque, e alla conseguente "estinzione" di una parte della fauna locale. Dall'altro lato, abbiamo assistito alla migrazione opposta. Questo sicuramente ha impoverito il golfo e le coste istriane in termini di varietà. Un esempio è il Sardone Barcolano, una tipologia di pesce azzurro tra l'alice e la sarda, che è sempre e solo cresciuto nelle acque del golfo di Trieste. Questa particolare specie, veniva una volta venduta al mercato del pesce a cassette; ora è diventata sempre più difficile da reperire e al mercato la si trova solo al kg.2. L'inquinamento marino delle micro e delle macro plastiche, quindi la completa idiozia da parte anche di chi naviga e di chi pesca. Dovrebbe esserci più etica e soprattutto un esempio maggiore da chi il mare lo vive e ci lavora. 3. La pesca a strascico, che rovina quello che è il naturale equilibrio dei fondali. A Trieste, per fortuna oggi è stata quasi del tutto eliminata, ma la domanda sorge spontanea: quale sarà il conto da pagare?

Lionello Cera’nnumari significa poter accendere i riflettori anche sulla Laguna Veneta. Perché anche la laguna è parte del mare. Rappresenta il suo lato più quieto e silente, ma comunque in movimento ed evoluzione. Una laguna che ha le sue regole e i suoi principi, la sua stagionalità e la sua personalità, la sua sensibilità e pure le sue difficoltà. Ed è nel nome della sostenibilità che cerco di difendere questi valori. Dando voce ai pesci azzurri e a quelli dimenticati. Dando fiducia ai pescatori e al loro lavoro. Utilizzando e non rinnegando mai gli scarti. Sempre nel rispetto della semplicità. 

Jonathan Vassallo

Fabricio Veznaver

Sono davvero molto onorato di essere stato incluso nel progetto ‘nnumari e condivido pienamente tutti i principi che stanno alla base di questo progetto. Da noi in Istria il legame tra il mare e la terra, i loro frutti, tra pescatore e contadino sono fortemente sentiti anche grazie alla conformazione geografica; infatti nell’arco di poche ore è possibile raggiungere entrambe le destinazioni ed è quindi del tutto naturale che nella mia cucina siano entrati a far parte del menù sia i prodotti della terra, come ad esempio il tartufo bianco, i funghi o la selvaggina ed anche i crostacei e le qualità di pesce più pregiate, senza dimenticare gli alimenti più semplici della tradizione locale, come la polenta e le zuppe”

Maltese, ha lavorato in diversi ristoranti dell’isola: da Le Méridien Hotels a Marsaskala’s Sepia. Ora gestisce, nella capitale La Valletta, il ristorante Capo Crudo dove cura con grande perizia la scelta delle materie prime, seguendo la stagionalità, praticando una cucina sostenibile.

Riflessioni di...

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BRAGARD

Leader nell’abbigliamento professionale per la cucina, i mestieri del palato e l’hotellerie, da oltre 80 anni Bragard coltiva l’eccellenza.

Fra tradizione, modernità e qualità, il savoir faire francese si abbina a una capacità di innovazione e una creatività al servizio dei più esigenti professionisti. Con l’attenzione rivolta ai cuochi, nelle loro peculiarità, Bragard condivide con loro la passione del lavoro ben fatto e l’orgoglio di rappresentare un patrimonio francese di eccezione. La casa Bragard coniuga, attraverso le sue creazioni, l’eccellenza senza tempo alle tendenze della cucina contemporanea. Grazie a prestigiose collaborazioni Bragard ha stretto un rapporto privilegiato con gli

chefs per assisterli nella loro ricerca della perfezione. Bragard si pone in due aree chiave: il design e i materiali. Gestendo tutta la catena della fabbricazione e della produzione, Bragard firma collezioni attuali e di classe. L’esperienza del suo personale sposa valori sicuri.

Mepra è stata creata nel 1947, ma la storia imprenditoriale della famiglia Prandelli inizia molti anni prima. Nel 1901, i fratelli Bortolo, Francesco e Giovanbattista creano la prima azienda a conduzione familiare, Prandelli, nella valle del Lumezzane, sulle rive del fiume Gobbia, per sfruttare l'energia cinetica dell'acqua che consente alle macchine di funzionare. Oggi Mepra è un'azienda con una presenza mondiale, che esporta i suoi prodotti e design in ogni Paese del

mondo. Una realtà consolidata che punta all'innovazione, con un catalogo generale con diversi prodotti. Oggi tutto questo prende forma sui tavoli degli hotel più prestigiosi del mondo, ristoranti rinomati e pluripremiati e centinaia di migliaia di case. Con il nuovo negozio online ora è possibile portare facilmente un pezzo di storia del Made in Italy sulla propria tavola. Chi sceglie Mepra, sceglie anche tre generazioni che sono legate da tradizione, design e stile di vita italiani.

MEPRA

Il Castello di Falconara è una dimora del XIV secolo. E’ caratterizzata dalla grande torre centrale, costruita inizialmente per l’allevamento dei falconi da caccia. Oggi Falconara offre un soggiorno in una dimora storica che è interamente immersa in un parco mediterraneo con accesso esclusivo al mare di Sicilia. Ma non solo. E’ dotata di una piscina dall’aspetto naturale. Falconara è per molti la scelta ideale per una fuga romantica o per chi desidera soggiornare in una dimora

storica d’eccellenza. Gli ospiti potranno godere della formula B&B, di più piani nella formula Dimora Storica o della Villa che sorge nel Parco e offre riservatezza e una prospettiva diversa per godere del Castello. Il Castello di Falconara è il punto di partenza per scoprire la Sicilia orientale, Piazza Armerina e la Villa Romana del Casale, Ragusa, Ibla, la Valle dei Templi di Agrigento, Noto, o per i viaggiatori gourmet per scoprire i ristoranti stellati che si trovano tra Licata e Siracusa.

Particolarmente attento alla scelta di prodotti locali, è stato rigorosamente bandito all’Oasi Beach ogni “asterisco” dai menù: tutti i piatti dell’Osteria del Mare, infatti, sia che siano figli della tradizione o frutto di una reinterpretazione gastronomica, prevedono esclusivamente l’impiego di prodotti freschi. Il pesce è a “Miglio Zero”: più che fresco è appena pescato nel ricco mare di Licata. Questa scelta impone un menù che cambia di giorno in giorno, in funzione del pescato del giorno, una scelta che ripaga ampiamente il palato, sorpreso da sapori

veri, abbinati con gusto e sapienza. Gli ospiti, potranno indugiare su spettacolari Cruditè di mare con agrumi, su insalate tiepide di pesce, sui classici primi della cucina costiera Licatese, su fritti di strabiliante leggerezza, su filetti di pesce croccante accompagnati da combinazioni vegetali e da spezie mediterranee. Per non dimenticare la pizza realizzata con lievito madre.

IL CASTELLO DI FALCONARA

OASI BEACH

www.bragard.com www.castellodifalconara.it

facebook.com/oasibeach.osteriadelmarewww.theluxuryartmepra.com

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“Sospesi tra cielo e mare”, era questo l’intento di chi ha concepito Villa Giuliana agli inizi del Novecento, con le sue terrazze e le vedute sul golfo. Lo stesso golfo che ha ospitato la civiltà greca. Adagiata sulle colline in in compagnia di altre ville Liberty, testimonianza di un passato prestigioso e ricco di amore per la bellezza. Oggi l’elegante residenza nobiliare accoglie il Relais Villa Giuliana con il fascino intatto di arredi e atmosfere di altri tempi coniugato ai servizi di un hotel 4 stelle di qualità superiore. Da qui si può riscoprire una Sicilia autentica, inedita, ricca di storia e tradizioni di mare di sapori unici che si possono gustare nel ristorante a la carte. E’, infatti, un perfetto complemento al Relais Villa Giuliana il ristorante La Bottega ospitato al suo interno. Sempre attento alle stagioni e ai loro doni, diventa espressione genuina dei sapori e degli ingredienti del territorio, composti ad arte per esaltarne i profumi e i gusti.

Situato a 400 metri dalla spiaggia pubblica di Mollarella, le case Baia del Sole offrono appartamenti climatizzati e di parcheggio privato gratuito. La struttura si affaccia sulla baia di Mollarella, costituita da un’ampia insenatura a semicerchio terminante con uno scoglio roccioso. Un luogo suggestivo e affascinante. Contigua alla Baia di Mollarella, con l’ampia spiaggia omonima, si trova la spiaggia denominata Poliscia. La struttura propone

gratuitamente la connessione WiFi e il parcheggio privato in loco. Tra i servizi offerti tv, cucina con frigorifero, bagno privato completo di vasca o doccia, asciugamani e biancheria da letto. Alcuni alloggi presentano inoltre area salotto e zona pranzo. Presso la struttura si potrà usufruire anche di un barbecue. La Baia Del Sole dista 71 chilometri da Caltanissetta, 45 minuti di guida da Gela e 81 chilometri dal più vicino aeroporto, Comiso.

VILLA GIULIANA

BAIA DEL SOLE

Un luogo speciale per un soggiorno rilassante e confortevole, sintesi di un equilibrio quasi perfetto tra design e funzionalità. Parliamo di Piccola Caracas, un B&B nel comune di Licata. Esclusive ed eleganti, le camere racchiudono e condensano gli elementi: Fuoco, Acqua, Metallo, Legno, mentre la Suite è sinonimo di eleganza ed atmosfera senza pari. Il Fuoco rappresenta la totalità. L’Acqua la dualità. Il Metallo l’eccellenza. Il Legno la flessibilità. La Suite l’eleganza. Una struttura nuova e originale attrezzata di soggiorno e terrazza per offrire un servizio a 5 stelle. Le stanze arredate con gusto comprendono al loro interno il bagno, dotato di doccia, aria condizionata e riscaldamento regolabili in autonomia, telefono, cassetta di sicurezza, tv, accesso a banda larga a internet e frigobar. Il soggiorno è in stile moderno con ambiente cucina dotato di forno, lavastoviglie e lavatrice. Infine la terrazza luogo di relax e divertimento.

Villa Athena è l’unico albergo a cinque stelle immerso nel cuore del Parco Archeologico della Valle dei Templi, dichiarato dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con ingresso diretto ed esclusivo. Residenza principesca delle fine del XVIII secolo è essa stessa custode delle vestigia classiche che si scoprono ad ogni angolo, come

uno scrigno. Posta dinanzi al Tempio della Concordia, vero capolavoro dell’arte dorica del V secolo a.C., dal quale dista solo 200 metri, Villa Athena è un luogo fuori dal tempo e dallo spazio dove natura, arte e bellezza si fondono da 2500 anni al cospetto degli Dei. La Sicilia dei millenni è qui. L’atmosfera che richiama la nobile tradizione di questa “casa” pervade ogni cosa dove tutto è originale e unico con arredi ricercati e un servizio impeccabile, arricchito dall’accoglienza e amabilità tipica della Sicilia.

Immersi nello splendido scenario della Scala dei Turchi, Ristorante Madison fa vivere i momenti più importanti della vita di una persona o di una coppia in un contesto incantevole: il blu cristallino del mare e il bianco candido delle rocce faranno da cornice ai colori, i profumi e le emozioni di un evento unico come le nozze, ad esempio. Ristorante Madison è, infatti, in grado di soddisfare ogni esigenza, sempre con il massimo del comfort e della qualità. Dai matrimoni agli eventi esclusivi. Vengono realizzati menu personalizzati per cene, pranzi e banchetti, con fantasie di cibo, sculture di frutta e di ghiaccio. Il Madison può accogliere i propri ospiti in due eleganti saloni, il «Salone delle Feste» e la «Sala Mare», sempre aggiornati e rinnovati per essere à la page, o nella grandiosa «Sala Gazebo», affacciata sulla Scala dei Turchi. Tutte le sale vengono rinnovate stagionalmente, per offrire ai propri ospiti un’esperienza sempre nuova.

PICCOLA CARACAS

VILLA ATHENA

RISTORANTE MADISON

www.villagiulianarelais.it www.piccolacaracas.it

www.hotelvillaathena.it

www.ristorantemadison.com

www.baia-del-sole.licata.hotels-sicily.net

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Nata nel gennaio del 2001, la Parrini Pesce srl ha la propria sede ad Acireale, in via San Martino. Esercita attività all’ingrosso, fornendo l’ultimo anello della catena della commercializzazione del prodotto finito, distribuendo il prodotto ittico locale sia del pescato fresco lavorato, che del congelato. Il pesce della costa ionica viene immesso alla lavorazione appena sbarcato dai porti locali. Una volta arrivato all’unità produttiva è sottoposto a lavaggio e a un’accurata selezione. Il prodotto viene così lavorato nelle sue varie forme: tagliato, sfilettato, spinato, affettato, sgusciato, praticamente selezionato in ogni porzione per gli

usi dei vari consumatori, un’attenzione particolare ad una linea produttiva di congelamento rapido, da cui la richiesta per le celle frigorifero per l’abbattimento della temperatura, o la conservazione sotto vuoto, quindi la commercializzazione. La società nata per iniziativa di giovani imprenditori, oggi è cresciuta in ordine di fatturato, ma soprattutto, è diventata concorrenziale sul mercato per la qualità del servizio e per la molteplicità di innovate idee culinarie che i propri clienti hanno sempre apprezzato, in quanto trovano riscontro nella richiesta del mercato della ristorazione.

L’Amaro Amara nasce selezionando le migliori scorze di “Arancia Rossa di Sicilia IGP”, dalle erbe e dall’acqua dalle sorgenti dell’Etna, in maniera del tutto artigianale. Si segue una ricetta unica e segreta. Dopo la raccolta, le arance vengono selezionate una a una e lavate. Si raccoglie la polpa con cui fare la nostra marmellata, mentre le scorze sono messe in alcool per un certo periodo. Lo stesso procedimento viene ripetuto con le erbe prescelte. Amaro amara è prodotto

in piccole quantità, utilizzando le “Arance Rosse di Sicilia IGP” che vengono coltivate da generazioni negli aranceti in Contrada San Martino. La filosofia è dentro ad ogni bottiglia: "Amara - si legge nel sito - è la Sicilia, terra di dei, dove la natura vulcanica dona i suoi frutti migliori. Nei nostri aranceti alle pendici dell’Etna ci prendiamo cura di ogni singola pianta, per raccogliere l’oro rosso e trasformarlo in un amaro soave, equilibrato, indimenticabile".

Da oltre trent’anni Olitalia è sinonimo di bontà e qualità: quella contenuta nei suoi gustosi e genuini condimenti, ingredienti fondamentali di una dieta sana ed equilibrata. Una realtà che si occupa dell’intera realizzazione di oli e aceti. Olitalia è un’azienda che punta molto su alcuni fattori. E tra questi c’è l’innovazione. La nostra ricetta preferita - si legge nel sito di Olitalia - è fatta di due parti di sapere, due parti di entusiasmo e un pizzico di innovazione. Una ricetta nata per diffondere sulle tavole di tutto il mondo il piccolo segreto che Olitalia custodisce da sempre: mangiar bene

vuol dire vivere meglio. Ogni anno - come spiegano anche sul sito internet di Olitalia - investiamo molto in innovazione: creazione di nuovi prodotti, evoluzione tecnologica delle nostre strutture, abbattimento dei consumi e dell’impatto ambientale. L’impegno in ricerca e sviluppo è il nostro pane quotidiano, perché crediamo sia non solo l’energia innovativa che ci permette di migliorare il nostro lavoro ma anche l’energia positiva che ci spinge ad essere sempre più vicini ai clienti di tutto il mondo con soluzioni alimentari all’altezza delle loro aspettative: tante, buone, di qualità e sicure”.

L’Antico Pastificio Rosetano venne fondato nel 1898 da Luigi Verrigni che riforniva le nobili famiglie di Rosburgo, l’odierna Roseto degli Abruzzi (Teramo), delle sue pregiate paste artigianali. La qualità superiore della pasta Verrigni, ottenuta

dalla macinatura dei grani con macine a pietra, impastata con l’acqua del Gran Sasso ed essiccata all’aria sulle canne di bambù, cominciò ad essere riconosciuta anche in altre regioni italiane, tanto da spingere Gaetano Verrigni, figlio di Luigi, a sperimentare metodi di essiccazione attraverso l’utilizzo di “camerini”, dotati di ventilatori a corrente e di fonti di calore necessarie a creare una temperatura costante. Con la stessa passione dei fondatori, nel 2008 Gaetano Verrigni e Francesca Petrei Castelli hanno assunto la guida dell’azienda, proseguendo questa avventura all’insegna del rinnovamento e del rispetto dell’esperienza del passato. Un successo consolidato dall’amore di entrambi per la pasta e che trova espressione sublime nella qualità dei prodotti Verrigni. "È l'unico pastificio al mondo - si legge sul sito - a trafilare in oro alcuni formati di pasta".

PARRINI PESCE AMARO AMARA

OLITALIA VERRIGNIwww.verrigni.comwww.olitalia.com

www.amaroamara.comwww.parrinipescesrl.flazio.com

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4948arrivederci a 'nnumari 2020

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TAXI

339 8493969

FARMACIE

FARMACIA GUADAGNINO

Via Barrile, 23

0922 771570 / 0922 030058

FARMACIA DOTT. GAGLIANO GIUSEPPINA

Corso Roma, 23

0922 774082

OSPEDALE

Contrada Cannavecchia

Licata

0922 869111

POLIZIA DI STATO

0922 896111

CARABINIERI

0922 774139

EMERGENZA 112

INFO EVENTOFrancesco Di Stefano

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Page 27: Licata 2 4 ottobre 2019 … · la imbottigliamo Scriba Studio / ph Paolo Marchisio E la coltiviamo dal 1946, con innovazione costante e ... con innovazione costante e con passione

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