Libretto 6° Festival del racconto Montagne Racconta

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SESTO FESTIVAL DEL RACCONTO www.montagneracconta.it [email protected] 22-23 LUGLIO 2016 MONTAGNE RACCONTA TEATRO | MUSICA | INCONTRI

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VI edizione del Festival Montagne Racconta Programma http://www.montagneracconta.it/programma2016.html

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SESTO FESTIVAL DEL RACCONTOwww.montagneracconta.it [email protected]

22-23 LUGLIO 2016 MONTAGNE RACCONTA TEATRO | MUSICA | INCONTRI

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Raccontare e ascoltare storie, lasciarsi suggestionare dai racconti è un’attitudine congenita all’essere umano e soprattutto fa parte della nostra tradizione popolare.Il rapporto uomo-narrazione ha caratterizzato il bisogno di evasione, la possibilità di trasmissione dei saperi, ha raggruppato persone per la circolazione delle idee, ha dato l’occasione di conoscere imprese e mondi sconosciuti.Riscoprire oggi questa pratica antica, creare un evento culturale, ospitare un festival di narrazione a Montagne, vuol dire immaginare questo paese come luogo di ricerca, come possibilità di recuperare la nostra dimensione umana più profonda; vuol dire risvegliare il patrimonio locale inconscio e farlo diventare, da eredità nostalgica, una risorsa attiva per il presente, proiettata verso il futuro anche in termini di sviluppo locale. É un ambizioso progetto culturale e civile che vuole rimettere in circolo un’attitudine che fa parte del nostro bagaglio culturale e dargli forma artistica; è anche l’idea di un incontro tra parole che vengono da fuori e storie che Montagne stessa racconta.

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VENERDÌ 22 LUGLIO

17.00 Apertura del Festival con A so casa transformance di comunità sui ricordi di domani

a cura di Roberto Aldorasi e Alessandra Manticon Nicola Sordo e Luigi D’Elia

Apertura delle osterie nel centro storico di Larzana Inizio trasmissioni dalla Radio del Festival a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo

18.00 Racconto -incontro Di passi e di respiri di e con Giuseppe Cederna

19.00 Racconti dal Laboratorio di narrazione condotto da Francesco Niccolinie Roberto Aldorasi

Manzoni senza fi ltri di Manuela De Meo Heroes di Ippolito Chiarello - itinerante

21.15 Fissò Armonikos di e con Giorgio Felicetti e con Valentina Bonafonie con la partecipazione della Piccola Orchestra Armonikòs

22.30 ORLANDO furiosamente solo rotolando messo in scena e raccontatoda Enrico Messina con la collaborazione di Micaela Sapienza

Libera rotolata medievale di Enrico Messina e Alberto Nicolino

SABATO 23 LUGLIO

10.30 Cammelli a Barbiana di Francesco Niccolini e Luigi D’Eliacon Luigi D’Eliaregia di Fabrizio Saccomanno

Passeggiata con spettacoloSu prenotazione - 5.00 € compreso pranzo al saccoPer info e prenotazioni: [email protected] cell. +39 349 5259441

14.00 Prato delle meraviglieLetture giochi e laboratori per bambini a cura di Luisa Ferrari e Nadia SimeonovaChiusura ore 18.00

Apertura delle osterie nel centro storico di Larzana Inizio trasmissioni dalla Radio del Festival a cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo

15.30 L’amore delle tre melarance spettacolo di burattini di e con Luciano Gottardi

17.30 Corrispondenze testi di Francesco Niccolinicon Claire-Lise Daucher e Anne Palomeresregia di Roberto Aldorasi

19.00 Racconti dal Laboratorio di narrazione Ci vuole fegato di Fabrizio Brandi Rapsodia di un sognatore in erba di Stefano Santomauro

20.00 Musica per osteria con la Piccola Orchestra Armonikòs

21.15 Italianesi di e con Saverio La Ruina

22.30 Concerto di chiusura con I Luf

Programma

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1. Osteria dai “Fenomeni”2. Osteria dai “Blegioc’”3. Osteria da “la Cort”4. Cort da la Selma5. Piaza granda

6. Piaza picióla7. Ort dal Cente8. Prato delle Meraviglie9. Sala del municipio

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ore 17.00 - Piaza piciólaA SO CASA Transformance di comunità per i ricordi di domaniA cura di Roberto Aldorasie Alessandra Manticon Luigi D’Elia e Nicola Sordo

A so casa è la storia di un uomo che torna, dopo tanti anni, nei luoghi della sua infanzia senza riuscire più a riconoscerli, che cerca la sua vecchia casa senza trovarla, fi no a dubitare di essere fi nito in un altro paese, ma sorto nello stesso luogo dove c’era quello dei suoi ricordi. Che è un po’ quello che ci viene da pensare quando guardiamo le vecchie foto di Montagne o di qualunque altro luogo, quell’identità infedele di cui scrive Calvino nelle sue Città Invisibili: ...un disordinato affi orare di ricordi, chiazze di colori, vibrazioni che si manifestano e subito svaniscono

perché, dopo tanti anni, ogni cosa scompare, e là dov’era il tuo letto c’è un melo, là dov’era la macchina Singer di tua madre, un cespuglio di rose, mentre, dei piccoli tram azzurri e gialli non rimane traccia (...) Perché con i ricordi è sempre così. Non si è mai sicuri...Il lavoro ideato dal regista Roberto Aldorasi e commissionato dal festival Montagne Racconta è una transformance, uno degli spettacoli/site-specifi c che la compagnia Occupazioni Insolite realizza ispirandosi alla storia, ai luoghi e alla comunità dei paesi ospitanti e che vede la partecipazione di Luigi D’Elia come voce narrante, dell’attore-cantante Nicola Sordo, dei Cori Monte Iron e Cima Tosa, della Banda di Ragoli, di Aurora Giovanella, Alessia, Karin e Sofi a Simoni e di tante altre persone di Montagne.

Venerdì 22 luglio

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ore 17.00 - Piaza piciólaLA RADIO DEL FESTIVALa cura di Alessio Kogoj e Nicola Sordo

È un’emittente radiofonica in diretta sulle frequenze del Festival; si nutre della linfa vitale del paese e dei suoi ospiti, raccoglie e smista canzoni, ricordi e passioni. Trasmette previsioni meteo, interviste e dà informazioni sulla programmazione di Montagne Racconta.

ore 18.00 - Cort da la SelmaRacconto-incontroDI PASSI E DI RESPIRI…di e con Giuseppe Cederna

Cosa succede nelle nostre vite - cosa deve succedere - perché qualcosa di quello che viviamo - un incontro, un avvenimento, un libro, uno spettacolo, un fi lm, un viaggio - ci tocchi così profondamente da lasciare un’impronta e diventare parte di noi?

Con questa domanda comincia lo spettacolo di Giuseppe Cederna,un viaggio sulle orme dei pellegrini e dei camminatori erranti del nostro mondo. Storie d’acqua e di pietra: dai sentieri di polvere dell’Himalaya verso le sorgenti del Gange, alle barchedei migranti in fuga dalla guerra.Dall’Oscar di un piccolo grande fi lm italiano, al miracolo dei fi umidi Ungaretti sulle rive dell’Isonzo.Passo dopo passo. Incontri straordinari, naufragi, derive e illuminazioni. Sempre con la poesia nello zaino, sempre con la meraviglia delle storie:le parole giuste che illuminano la strada e scaldano il cuore.

“Le storie sono come i fi umi dell’Himalaya. Scendono dalle grandi montagne, raccolgono terra, foglie, tronchi, voci, altre storie, altra acqua, si perdono e si ritrovano fi nché arrivano al mare, il grande mare dei racconti e il viaggio ricomincia”.

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ore 19.00 - Ort dal CenteRACCONTI DAL LABORATORIODI NARRAZIONE condotto a maggio 2016 daFrancesco Niccolini e Roberto Aldorasi

Un laboratorio per otto attori narratori e due insegnanti: un drammaturgo esperto di narrazione e un trainer regista. Tre settimane di prove e lavoro dove è stato chiesto a ognuno dei partecipanti, selezionati attraverso un bando, di arrivare con una propria storia in costruzione; dal lavoro di laboratorio ognuno, a modo proprio e con tecniche diverse, è stato condotto fi no a un racconto defi nito da proporre al Festival. Una vetrina per giovani narratori provenienti da tutta Italia che non è in cerca di grandi numeri ma della massima cura.

I raccontiMANZONI SENZA FILTRIdi Manuela De Meo

Siamo sicuri che un libro si possa solo leggere? È proprio vero che i Promessi Sposi fi niscono bene?L’Innominato era poi davvero un uomo così tutto d’un pezzo? E Manzoni, è realmente così mite o nasconde un’anima precocemente punk?

HEROES - racconto itinerantedi Ippolito Chiarello

Clark Kent è il DJ dell’unica Radio senza frequenze che si può ascoltare in tutto il mondo: Wolf Radio e conduce per strada la trasmissione

APPUNTAMENTO CON IL DESTINO. Una specie di UOMO RADIO itinerante, in onda tutti i giorni, fi no alla fi ne del mondo. Racconta destini sorprendenti, inattesi, da farsi venire i brividi. Racconta i miti della musica e il Club 27 in particolare. Con la modalità del Barbonaggio Teatrale, il DJ dà la possibilità al pubblico per strada di comprare l’incontro con il proprio mito. Tutti vorremmo essere immortali o vivere oltre la vita. Tutti abbiamo il desiderio di lasciare un segno anche dopo la morte. Il DJ invita le persone ad ascoltarlo, proprio per imparare a conoscere il mondo dei miti, dei supereroi e di tutti gli eroi e gli immortali, per poter imparare a scoprire l’unicità della propria vita, già mitica se vissuta nel quotidiano, confi dando sui propri superpoteri e le proprie “melodie”.

ore 21.15 - Piaza grandaFISSO’ ARMONIKOSUOMINI E FISARMONICHEscritto e diretto da Giorgio Felicetticon Giorgio Felicetti e Valentina Bonafonie con la partecipazionedella Piccola Orchestra Armonikos:Pierluigi Bambozzi all’organettoChristian Riganelli alla fi sarmonicaPeppe Franchellucci al violoncello

È uno spettacolo sull’umanità.È uno spettacolo sulla passione.È uno spettacolo sulla musica. E sullo strumento più popolare e totale, la fi sarmonica.

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È uno spettacolo epico, esilarante e commovente, che si muove sui tasti di un accordion, usando più registri teatrali: dal comico-circense alla narrazione civile, dal cabaret musicale al teatro canzone, dalla fi aba popolare alla patafi sica scientifi ca.A dar soffi o al racconto è sempre la fi sarmonica. E gli artisti-inventori che ne hanno creato i suoni. È la storia di una grande famiglia, in due secoli: dal 1815 al 2015. Falegnami, poi costruttori. Infi ne suonatori. In mezzo alle botteghe artigiane viennesi, ai funerali di Beethoven, alle battaglie risorgimentali di Garibaldi, alle scoperte musicali dei contadini dell’800, tra il popolo di Giuseppe Verdi.Dentro c’è l’epopea del primo fabbricatore Paolo Soprani, ci sono le bibliche migrazioni verso le Americhe, con la più terribile tragedia mineraria nella storia del lavoro italiano. Il ‘900 musicale, il boom della fi sarmonica, archetipo femminile, strumento da stringere al petto, orchestra ambulante, suono viaggiante che conquista il mondo dello spettacolo con i tangos argentini e la musica da fi lm: Hollywood e Piazzolla. Gli echi del Tanztheater di Pina Bausch.Edith Piaf che canta il suo disperato amore a un accordeoniste. Il mondo dei circhi di periferia. Le balere da liscio di riviera. Chi, ancora oggi, lavora in punta d’orecchio, e fabbrica suoni. E c’è un soffi o. Che non si estingue. Una favola sentimentale, che fa ridere, commuovere, stupire, e invita lo spettatore a ballare i propri sogni on the road, che dall’Italia arriva alle strade d’Europa, e poi di là, fi no alle Americhe. Alla ricerca di quella magica scatola musicale, e degli incredibili suonatori che l’hanno amata. E continuano ad abbracciarla. Appassionatamente.

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ore 23.00 - Prato delle meraviglieArmamaxa teatroORLANDO furiosamente solo rotolandomesso in scena e raccontatoda Enrico Messinacon la collaborazione di Micaela Sapienzatratto da “Hruodlandos.Libera rotolata medievale”di Enrico Messina e Alberto Nicolino

“…Una fondamentale differenza divide gli eroi di queste storie... Ci sono quelli costruiti di pasta fatata, che più gli fi occano addosso colpi di lancia e spada e più si temprano, come se tanto ferro giovasse alla loro salute; e ci sono quelli, non meno nobili e valorosi, che essendo costruiti di pasta umana ricevono ferite che sono ferite veree ne possono morire…”

Italo Calvino

Camicia bianca, una tromba e uno sgabello: è tutto quel che serve per raccontare le vicende dei paladini di Carlo Magno e dei terribili saraceni. All’essenzialità della scena si contrappongono la ricchezza e i colori delle immagini evocate: accampamenti, cavalieri, dame, duelli, incantagioni, palazzi, armature, destrieri… Un vortice di battaglie e inseguimentiil cui motore è sempre la passione, vera o presunta, per una donna, un cavaliere, un ideale. Reale trasporto o illusorio incantesimo? Sono solo storie.Storie senza tempo di uomini d’ogni tempo, in cui tutto è paradosso, iperbole, esasperazione.Riscoprire il piacere della fabulazionee della fascinazione della parola,il senso di ascoltare delle storiee di ascoltarle assieme ad altri.

Arte un tempo assai familiare alla nostra cultura, ormai trascurata se non del tutto dimenticata. Ecco perché l’Orlando Furioso di Ariosto,che proprio dall’arte dei cantastorie prese linfa per diventare alta letteratura;ed ecco perché il travolgente racconto che ne ha fatto Italo Calvino insieme a stralci di immagini “rubate” ad altri suoi libri come “Il Cavaliere Inesistente”. Così le parole dei canti e delle ottave di Ariosto prendono nuova vita, un po’ tradite un po’ ri-suonate, e la narrazione avanza tra guizzi di folgorante umorismo e momenti di grande intensità, mescolando origini, tradizioni e dialetti.Nell’appassionante lavoro di scrittura alcuni episodi sono stati ripresi, altri rielaborati, altri completamente inventati com’è nell’essenza stessa dell’arte di raccontare.

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ore 10.30 Passeggiata con spettacolo**CAMMELLI A BARBIANAdi Francesco Niccolini e Luigi D’Eliacon Luigi D’Eliaregia Fabrizio Saccomannouna produzione Thalassiacon la collaborazione del festival Montagne Racconta

** Su prenotazione.5.00 € pranzo al sacco compresoRitrovo ore 10.30 presso punto InfoPrenotazioni: Claudia 349 5259441

Era una fune in realtà, non un cammello. Ai pescatori ai quali Cristosi rivolgeva, l’esempio doveva sembrare molto più credibile e vicino alla loro vita: è più facile che una fune passi dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli.Per chi costruiva reti da pesca intrecciava funi e lenze, forse era un’immagine più chiara.Però quel cammello... quel cammello è forse una delle immagini più potenti, che sin da bambini portiamo con noi, e la nostra educazione da piccoli chierichetti: il cammello, la trave nell’occhio, pani e pesci, il canto del gallo.Ma se nasci ricco, molto ricco, e speri con tutto te stesso di entrare nel regno dei cieli, è quel cammello che rischia di perseguitarti tutta la vita, e molto piùdi una comunissima fune.È quello che accadde a Lorenzo Carlo Domenico Milani Comparetti, giovane e gaudente pittore di ricchissima famiglia fi orentina, che sotto i bombardamenti

Sabato 23 luglio

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del ‘43 viene folgorato sulla sua viadi Damasco. Da cosa non si sa.Ma la folgorazione è assoluta, e gli sconvolge totalmente la vita.Inizia così la breve vita sacerdotale di don Milani: muore giovane, per un male incurabile, ma ha il tempo di lasciare un segno profondissimo in tutti coloro che lo hanno conosciuto, a partire dai sei primi ragazzini della sua scuola, la scuola di Barbiana, la scuola più bella che c’è, 12 ore al giorno per 365 giorni l’anno.Senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati.Barbiana - un esilio per isolare un prete scomodissimo, nei piani della diocesi fi orentina - diventa il luogo unico e meraviglioso della rivoluzione copernicana che don Milani provoca nella scuola e nella vita di comunità.Un autentico terremoto che, a distanza di quasi cinquant’anni dalla morte, non invecchia: chi lo conosce non ne perde un sorso, e chi lo scopre oggi, viene colto dal desiderio di non lasciarlo più.Non è comoda, questa rivoluzione e meno ancora don Lorenzo, anzi. Pretende. È dura.Non accetta compromessi, dice paneal pane e vino al vino, porta lacerazioni e battaglie durissime, ma ti cambia la vita, per sempre.

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ore 14.00 - 18.00IL PRATO DELLE MERAVIGLIELaboratoria cura di Luisa Ferrarie Nadia Simeonova... ovvero come entrai in un prato e risvegliai il mondo

Sentire, toccare, annusare e manipolare; ispirati dalle favole daremo forma all’argilla e alla nostra fantasia.Poi con semplici canne di bambù, fascette, vecchie lenzuola, mollette e scatole di cartone, costruiremo un villaggio delicato e fragile, come noi, come le relazioni, come l’ecosistema, come tutte le cose più preziose. Il villaggio fragile si animerà con ombre cinesi, girandole e i mille giochi che la nostra scatenata fantasia inventerà. Il PRATO DELLE MERAVIGLIE è uno spazio popolato di storie e materiali che si trasformano dove al viaggiatore spetterà il compito di attivare la meraviglia. Aspettiamo grandi e piccini, papà ingegneri e bambini ingegnosi, mamme creative, nonni falegnami e nonne coltivatrici, babysitter con borse da Mary Poppins.

ore 15.30 - Piaza piciólaL’AMORE DELLE TRE MELARANCEdi e con Luciano Gottardi

Il principe Tartaglia, fi glio del Re Silvio, è affl itto da una grave malattia:la tristezza. Per guarirlo suo padre ha chiamato tutti i più gran medici del Regno, ma nessuno di loro è riuscito a trovare la soluzione. Finalmente si fa avanti Truffaldino, buffone di corte, che promette di guarire il principino con frizzi e lazzi. Con l’involontario aiuto di una vecchietta l’espediente funziona, ma si scoprirà che la vecchietta altri non è che la Fata Morgana che, d’accordo con Clarice e Leandro, due cortigiani infedeli, sta cercando di eliminare Tartaglia. Gli lancia infatti questa maledizione: “Ti innamorerai follemente delle Tre Melarance e pace non avrai fi nché non le avrai trovate!”

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ore 17.30 - Sala comunaleCORRISPONDENZEtesti di Francesco Niccolinicon Claire-Lise Dauchere Anne Palomeresregia di Roberto Aldorasi

Cara Alina,siamo sempre più convinte cheil nucleo più profondo della nostra vita non è dicibile fi no in fondo: sarebbe come spiegare l’amore, e l’amore si può solo accogliere, vivere, al più intuire. Viviamo il livello zero dell’umanità, qui si intrecciano le ricerche di noi, di te, di tutti. Se ha senso qualcosa, tutto oppure niente.

Alina Marazzi, Per Sempre

Due donne vicine e lontane. Una ha fatto la scelta della clausura. L’altra è una professionista affermata che gira il mondo senza fermarsi mai.

Le loro vite sono tanto diverse quanto - per certi versi - si assomigliano.Ma soprattutto sono sorelle, e cercano di tenere vivo quel legamedi sangue, che le aiuti a comprendersi e, probabilmente, perdonarsi.Perché c’è qualcosa nel loro passato familiare che chiede una fuga e che porta con sé qualcosa diffi cile mettere a fuoco. Lo spettacolo, tra movimento, azione e una parola molto rarefatta, racconta queste due vite parallele.Ma trattandosi non di una geografi a euclidea ma di geografi a umana, dunque misteriosa, qui le parallele si toccano: attraverso la fi tta corrispondenza fra le due donne e alcuni gesti che, inconsapevolmente, sono uguali per entrambe.Il tutto scandito da un doppio scorrere: quello verticale della liturgia delle ore e quello orizzontale del passato che incombe sul presente.

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ore 19.00 - Ort dal CenteRACCONTI DAL LABORATORIO

DI NARRAZIONE condotto a maggio 2016da Francesco Niccolinie Roberto Aldorasi

I raccontiCI VUOLE FEGATOdi Fabrizio Brandi

Maggio 2002, l’aria è quasi estiva.Mentre il sole cala dietro le montagne del Mugello, una Fiat Punto sgangherata, verde bottiglia, è lanciata sull’autostrada Firenze-Bologna. Alla guida c’è Mario Nesi che corre all’appuntamento con il fratello Ivano.Durante il viaggio Mario, tra soste all’autogrill e incontri inaspettati, ripercorre con i ricordi, le storie e le vicende familiari che lo legano a Ivano.

RAPSODIA DI UN SOGNATOREIN ERBAdi Stefano Santomauro

Una storia surreale ambientata in una metropoli grigia e senza speranza. Un’avventura incredibile di tre amici che lottano per i propri sogni. Avete presente quando in mezzo al cemento un fi lo d’erba combatte per uscire e vedere la luce?

ore 20.00 - ItineranteMUSICA PER OSTERIEcon Piccola Orchestra Armonikòs

ore 21.15 - Prato delle meraviglieITALIANESIdi e con Saverio La Ruinaregia di Saverio La Ruinaproduzione Scena Verticale

Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fi no a qualche tempo fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fi ne della Seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e fatti oggetto di periodiche e violente persecuzioni.

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Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte di essi viene condannata e poi rimpatriata in Italia.Donne e bambini vengono invece trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e fi gli di italiani. Vivono in alloggi circondati da fi lo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture.In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati. Come il “nostro” che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime.Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente sono condannati a essere italiani in Albania e albanesi in Italia.

ore 21.15 - Piaza grandaCONCERTO DI CHIUSURA - I LUF

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Roberto AldorasiRegista. Ha studiato e lavorato in Danimarca, all’Odin Teatret, agli spettacoli Ur-Hamlet (2006) e Medeas Bryllup (2008), regia di Eugenio Barba e a Clairobasper, diretto da Donald Kitt. Con Questi Fantasmi & Sons, la compagnia fondata insieme a Mira Noltenius, ha realizzato performance e progetti di site-specifi c in Danimarca, Svezia, Germania, Brasile, Regno Unito, Siria e Libano e lo spettacolo Instruction Manual (2008), presentato al Fringe Festival di Edimburgo. Ha lavorato con The Jasonites e poi con il Laboratorio di Altamira, fondato inseme a Pierangelo Pompa.Per Giorgio Barberio Corsetti ha curato le coreografi e del Don Carlos (2012), diretto da Valerij Gergiev al Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, e per La Sonnambula (2013), al Teatro Petruzzelli di Bari. È stato assistente di Giorgio Barberio Corsetti ne La Guerra di Kurukshetra (2013) e, insieme a Corsetti,ha diretto Pier Paolo! (2014).Ha lavorato, come curatore dei movimenti scenici, a Educazione Siberiana (2013) di Nicolai Lilin, una produzione Teatro Stabile di Torino. Insieme a Francesco Niccolini, per Thalassia, ha diretto gli spettacoli Kater (2014) e Andrè e Dorine (2014), con Luigi D’Elia. Nel 2013 ha diretto In Flagrante Delicto, una produzione Fattore K con Marcello Prayer. Nel 2015 debutta come coreografo, vincendo il premio I Teatri del Sacro con lo spettacolo Corrispondenze e ha debuttato al Festival dei Due Mondi di Spoleto con I Duellanti, con Alessio Boni e Marcello Prayer.

Fabrizio Brandi (Livorno, 1965) attore. Si diploma alla Scuola di Ricerca Teatrale “Laboratorio Nove” e alla Scuola di Commedia dell’Arte di Antonio Fava. Inizia come attore comico

insieme a Paolo Migone. Lavora con Barbara Nativi, Stefano Filippi, Emanuele Barresi. È attore di televisione e cinema ed ha lavorato con Paolo Virzì, Roan Johnson, Francesco Bruni, Diego Abatantuono, Eugenio Cappuccio. Svolge in parallelo un percorso artistico personale realizzando numerosi spettacoli di narrazione.

Giuseppe CedernaGiuseppe Cederna, nato nel 1957 a Roma, di origini valtellinesi e sarde, è attore di cinema e teatro. Inizia la sua carriera come attore teatrale e nel 1977 fonda la Compagnia Anfeclown, dove si metterà in luce per una comicità surreale e principalmente fi sica. Collabora con il Teatro dell’Elfo in “Sogno di Una Notte d’Estate”, regia G. Salvatores, poi è la volta di “Amadeus” di P. Shaffer regia di M. Missiroli, “il Giardino dei Ciliegi” di A. Cechov regia di G. Lavia, “La Febbre” di W. Shawn e regia di G. Gallione, “Tacalabala, il racconto del calcio” regia di G. Gallione, “Il Grande Viaggio” tratto dal suo omonimo libro sul racconto di un pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Con “Il Viaggiatore Incantato” Giuseppe Cederna continua a raccontare in teatro le sue esperienze e passioni dal viaggio alla poesia ed alla letteratura. Negli Anni Ottanta inizia la sua carriera cinematografi ca partecipando a vari fi lm tra cui La famiglia di E. Scola, Marrakech Express di G. Salvatores, Italia - Germania 4-3 di Andrea Barzini, Il viaggio di Capitan Fracassa E. Scola; Mediterraneo di G. Salvatores, Il partigiano Johnny di G. Chiesa, El Alamein di E. Monteleone, Aspettando il sole di A. Panini, Diverso da chi?di U. Carteni, Nine di R. Marshall, Maschi contro femmine di F. Brizzi.Attore e viaggiatore, Cederna dalla fi ne degli anni Novanta si dedica anche alla scrittura:

Artisti

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Il grande viaggio, Feltrinelli e Ticino. Le voci del fi ume, storie d’acqua e di terra, Excelsior 1881. L’ultimo libro, Piano Americano, esce per Feltrinelli a maggio 2011.

Ippolito ChiarelloNasce nel 1967 a Corsano (LE).Artista pugliese eclettico, che spazia dal teatro al cinema, alla musica. In questi campi si è cimentato principalmente come attore, ma ha praticato anche la strada della regia e della formazione anche in ambito di disagio sociale.Dopo varie frequentazioni e momenti di formazione attoriale e scrittura e l’incontro con Dario Fo ha lavorato per circa dieci anni con la Compagnia Koreja di Lecce (1995-2004) per poi intraprendere una sua strada indipendente legata alla sua sigla teatrale NASCA TEATRI DI TERRA e al lavoro come scritturato o in collaborazione con altri gruppi italiani e stranieri. Il suo percorso di ricerca (spettacoli, progetti, formazione) si focalizza nel recupero della relazione pubblico-artista e ha generato la modalità del Barbonaggio Teatrale (ormai diventato vero e proprio movimento teatrale) come strumento di diffusione, distribuzione e di promozione del teatro. Nel 2014 ha fondato la Compagnia Ammirata che in forma collettiva porta il teatro e gli allestimenti anche in strada. Ha debuttato nel 2014 con il nuovo spettacolo PSYCHO KILLER quanto mi dai se ti uccido? Suoi spettacoli fortunati sono Oggi sposi, regia di Maria Cassi, un varietà tragicomico contemporaneo in repertorio con successo ormai da 12 anni e Fanculopensiero stanza 510 con la regia di Simona Gonella e la drammaturgia di Michele Santeramo, rappresentato in tutta Italia e nelle principali capitali europee e origine dell’esperienza del Barbonaggio Teatrale e di un lungometraggio dal titolo “Ogni volta che parlo con me” che fi rma insiemea Matteo Greco.

Claire-Lise Daucher Danzatrice e coreografaDopo una formazione in danza contemporanea, classica, tango e circo, dal 2003 lavora come danzatrice per la compagnia Pascal Montrouge, 2005- 2009 (Superman et moi, 200 Histoire de Melody Nelson, L’histoire des enfants des voisins d’à côté, Les petits rouges, L’extension de la théorie d’Antoine); per il Collectif Dynamo, 2003-2009 (Dimanche et jours fériés, Oulala Opus1); per il Collectif Proche du Ravin (Quintet per 4 guitares et une danseuse); per il gruppo Clairobasper, 2011, all’Odin Teatret e per la compagnia La P’tite folie, 2014 (Intallez-vous, conversation dansée e Get Well Soon).Continua le sue ricerche con lo studio del Butô, del teatro fi sico di Jerzy Grotowski, della capoeira angolana e del canto.Dal 2005 ininzia a dare dei seminari di improvvisazione e composizione e nel 2012 fonda la compagnia Impulse con la quale crea i suoi primi spettacoli come coreografa (Sora e Nahele, 2009; In a Silent Mood, 2012; Dans le silence des jardins, 2012; Lichen, 2013).

Luigi D’EliaArtista ed educatore ambientale vive e lavora in Puglia tra la Riserva di Torre Guaceto e Brindisi. Conduce da diversi anni una ricerca tra arte e ambiente con una visione e un approccio sistemico e complesso alle grandi questioni ambientali intraprendendo un cammino profondo e consapevole di cittadinanza attiva, recupero delle identità territoriali, tutela e valorizzazione del paesaggio.Raccoglie, assembla, colleziona giocattoli arrivati dal mare e costruisce oggetti scenici, sculture e opere di art brut nei materiali più svariati con una particolare predilezione per tutto ciò che è detrito della storia e delle comunità.

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Nel 2012 ha recuperato, pulito, selezionato e accatastato le parti lignee della motovedetta albanese Kater I Rades naufragata nel canale d’Otranto nella strage del Venerdì Santo.Autore, scrive e racconta di storie dei luoghi, delle persone, della natura, del paesaggio. Condivide con Francesco Niccolini una profi cua ricerca sulla narrazione ambientale e civile. Da due anni e da oltre centro repliche porta in giro per boschi, teatri e riserve naturali lo spettacolo Storia d’amore e alberi scritto da Francesco Niccolini e ispirato al romanzo “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono. Lo spettacolo è stato terzo classifi cato al premio nazionale Eolo Awards 2011 per il Teatro Ragazzi e ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria Popolare di FESTEBÀ Teatro Festival (Ferrara, settembre 2011).La Grande Foresta ha vinto nel maggio 2013 il premio nazionale Eolo Awards 2013 come Migliore Novità. Aspettando il vento, terzo spettacolo fatto insieme a Francesco Niccolini, ha vinto nel settembre 2013 il Festival di Teatro Ragazzi Festebà.

Manuela De Meo Attrice diplomata alla scuola Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato con diversi registi: Alessadro Genovesi, Massimo Castri, Marco Plini, Nelson Valente e per quattro anni ha condiviso un percorso creativo con César Brie. È fondatrice della compagnia Teatro Presente e dal 2015 dirige, insieme a Pietro Traldi, le Sementerie Artistiche, spazio agri-culturale di creazione, formazione e residenza artistica in provincia di Bologna.

Giorgio FelicettiGiorgio Felicetti è diplomato, come attore di prosa, presso la Scuola di Teatro di Bologna. Ha poi frequentato la Scuola Europea di Specializzazione di Pisa e approfondito la propria formazione, fra gli altri, con Pierre Byland, col metodo Lecoq, e al Centro

Sperimentale di Cinematografi a di Roma. Come attore è stato diretto da famosi registi italiani ed europei. Dirige il Teatro Laboratorio Les Enfants du Paradis.È ideatore e direttore artistico di ESTEUROPA-OVEST, Festival internazionale dei teatri delle musiche delle letterature e direttore artistico di Teatri d’Inverno.Da tempo persegue una sua personale ricerca sulla storia e la memoria del suo paese, per un Teatro civile e di impegno sociale.

Luisa FerrariNasce a Tione di Trento nel 1975.Consegue la maturità liceale nel 1993.Nel 2001 partecipa ad un laboratorio di ceramica raku, condotto da Guido Omezzolli e viene completamente travolta dalla ceramica ed in particolare dalla ceramica Raku.Nel 2003 si trasferisce a Milano dove frequenta la scuola “Giovanni e Irene Cova”, conseguendo la qualifi ca di “ceramista modellista decoratrice”.Nel 2004 partecipa ad uno stage nello studio ceramico di Guido de Zan a Milano.Nel 2005 frequenta al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza, i corsi di didattica rivolti ai bambini,“giocare con l’arte”, ideati da Bruno Munari.Dal 2005 stringe un rapporto di collaborazione con Rosanna Palumbo, con cui condivide il momento della cottura raku. Dal 2008 conduce laboratori didattici per bambini e laboratori artistici di ceramica Raku per adulti. Dal 2011 collabora con il Centro di Igiene Mentale di Tione di Trento proponendo sia la tecnica Raku che altre tecniche ceramiche.

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Luciano GottardiLa compagnia “I BURATTINI” di Luciano Gottardi è attiva dal 1992 ed ha realizzato numerosi allestimenti di spettacoli di burattini tradizionali tra cui “L’Amore delle Tre Melarance”, “La fata Morgana”,“Il principe di pietra”, “I Capelli dell’Orco”, “Il segreto del medaglione” e “Il bandito Polenta”. Dal 1997 ad oggi realizza numerosi altri spettacoli e allestimenti anche in tedesco. Ha collaborato con il Centro Servizi Santa Chiara, il Museo degli Usi e Costumi della gente trentina, Pergine Spettacolo Aperto, l’ensemble Mikrokosmos di Udine e l’Orchestra Haydn di Bolzano.

Alessio KogojÈ nato a Quistello (MN) il 2 maggio del 1973. Professione regista, lavora come autore, attore e formatore teatrale.Dal 1996 vive di teatro realizzando spettacoli per bambini, teatro di ricerca, narrazione teatrale, formazione al teatro,ed organizzazione di eventi culturali.Nel 2001 consegue la laurea in Sociologia con una tesi in Antropologia teatrale e del teatro. È stato direttore artistico del Centro Teatro del Comune di Trento - Politiche Giovanili dal 2010 al 2013. Inizia la sua formazione sul palcoscenico nel 1988 sotto la guida della maestra d’arte drammatica Adriana Zardini Lorenzoni. Decisivi per la sua crescita artistica sono gli incontri con i danzatori e coreografi Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, l’artistae regista Josè Antonio Portillo,l’attore-cantante Peppe Barra, l’attore e drammaturgo Giacomo Anderle, la ricercatrice Mafra Gagliardi,la regista drammaturga Letizia Quintavalla, l’attore Danio Manfredini, gli scrittori Michele Mari, Wu Ming, Maurizio Maggiani e il poeta Edoardo Sanguineti.Nel 1993 fonda la Confraternita Teatrata Soffi oni denominata in seguito

“I Teatri Soffi ati” di cui cura le linee artistiche e la cui vocazione teatrale di produzione è diventata realtà riconosciuta sia in ambito locale che nazionale con parecchie produzioni realizzate dal 2009 ad oggi.

Saverio La RuinaDiplomato alla Scuola di Teatro di Bologna, prosegue la sua formazione con Jerzy Stuhr e lavora con Leo De Berardinis e Remondi e Caporossi. Nel 1992 con Dario De Luca fonda a Castrovillari la compagnia Scena Verticale. La compagnia frutto di enormi sacrifi ci si impegna a portare il teatro nella città, facendo appassionare e partecipare in toto moltissimi studenti castrovillaresi, i quali svolgeranno diverse rappresentative teatrali che in ambito cittadino riscuoteranno notevole successo. Nelle edizioni 1999 e 2000 della Biennale di Venezia è selezionato tra i giovani registi negli atelier di regia curati da Eimuntas Nekrosius.Dal 1999 è direttore artistico, con Dario De Luca, di Primavera dei Teatri, festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea.Nel 2001 vince, con Scena Verticale,il Premio Bartolucci per una realtà nuova e nel 2003 il Premio della Critica Teatrale assegnato dall’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali. Nel 2007 vince due Premi UBU come Migliore attore italiano e per il Migliore testo italiano con Dissonorata. Un delitto d’onore in Calabria, monologo di cui è autore, regista ed interprete. Nel 2009 il festival Primavera dei Teatri vince il Premio UBU. Nel 2010, con La Borto, monologo di cui è autore, regista ed interprete, vince il Premio Hystrio per la Drammaturgia e il Premio UBU per il Migliore testo italiano oltre ad ottenere una nomination al Premio UBU come Migliore attore italiano. Nel 2012 vince il Premio UBU come Migliore attore italiano con Italianesi.

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I LufI Luf nascono da un’idea di Dario Canossi, nato sulle montagne della Val Camonica, terra che ispira quasi tutte le sue canzoni. Canzoni che parlano di vita comune e “camuna”, personaggi e storie vere, nel senso più poetico del termine.Piccole perle di dialetto, amore per la cultura, tradizione popolare e impegno sociale, tutti elementi che sono alla base della fi losofi a dei Luf. Da quelle parti “luf” vuol dire lupi e i Luf infatti sono un branco di musicisti che arrivano da esperienze diverse e che insieme riescono a creare un impatto sonoro forte, con una grande impronta folk-rock. I Luf muovono quindi, sostanzialmente da dove Van De Sfroos si è fermato con “Breva e Tivan”, disco al quale ha collaborato lo stesso Canossi e si collocano sul versante che, dai Modena City Ramblers in poi e su derivazione del calco internazionale dei Pogues, ha mischiato temi e musiche tradizionali rielaborate con ritmiche e meccaniche rock. Ne esce un impasto divertente e vitale che trascina e coinvolge. Il gruppo prende forma all’alba del 2000: due anni di duro lavoro e fi nalmente arriva il primo disco: “Ocio ai Luf” che ottiene un buon successo. Il camuno Dario Canossi, voce e leader de “I Luf”, abbandonata l’avventura Van De Sfroos, esperienza a cui aveva contribuito fortemente, decide di intraprendere la via del folk, con un repertorio di composizioni originali. Ecco quindi “I Luf”, musica vivace e dalla grande comunicativa, la vitalità del rock si incontra con la profondità e i ritmi della tradizione. Se le musiche de “I Luf” creano un’atmosfera gioiosa, i testi delle canzoni, taluni in dialetto della Val Camonica, sono ricchi di riferimenti all’attualità. La musica dei LUF è intrisa di folk e bagnata di rock, è allegria e ballo, colpisce contemporaneamente al cuore e alle gambe senza comunque cadere nella banalità dei testi che, nella tradizione di Dario Canossi, sono pieni di riferimenti all’attualità e all’impegno sociale.

Alessandra MantiSi dedica da diversi anni ad un lavoro di sperimentazione didattico-musicale con i bambini della scuola dell’infanzia ed elementare. Parallelamente al suo percorso di ricerca legato alla didattica musicale e alla pedagogia, affi anca l’insegnamento dello strumento ed in particolare la formazione pianistica individuale e collettiva. Diplomata in pianoforte, si è specializzata nell’insegnamento della metodologia Orff frequentando il V e VI e corso di aggiornamento “Metodologia e pratica dell’Orff-Schulwerk” organizzato dalla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia in Roma, diretto da Giovanni Piazza e riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione. Ha partecipatola V Corso nazionale di Didattica Pianistica diretto da Walter Fischetti e ha seguito seminari conC. Padano, A. Rebaudengo, A. Sangiorgio, A. Talamonti, B. Bolton, P. Anselmi,E. Gordon, H. Setala, C. Dina, L. Di Segni,F. Ferrari, E. Strobino, S. Martinet, Y. Diaz.Collabora con la Cooperativa Ruotalibera di Roma nei laboratori musicali per la Scuola materna ed elementare del primo “Centro multidisciplinare delle arti per lo spettacolo dal vivo per l’infanzia ed i giovani”. Dal 1998 insegna presso la Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia nei laboratori di Propedeutica, Interclasse di pianoforte e Musicascenica del Dipartimento Junior e dal 2000 è insegnante di Pianoforte e Propedeutica nei Corsi per bambini e ragazzi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio. Ha presentato il suo lavoro didattico a “ Scuole in musica” con le classi del Propedeutico 1 e 2 della SPM Testaccio presso il Conservatorio S. Cecilia, alla manifestazione Intermundia con le classi della scuola dell’infanzia Di Donato di Roma ed ospite del “Gala di Ginnastica” al Teatro Massimo con le classi della Scuola elementare R. Sanzio. Tiene Corsi di aggiornamento per insegnanti della scuola dell’infanzia ed elementari.

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Enrico MessinaFoggiano, dal 1969, è attore e autore. Frequenta tra il 1991 e il 1994 la Scuola di Formazione Attoriale del Teatro del Sole di Milano, con cui lavora già dal 1993 in Ubu, Oltremare e Aso una storia africana, per la regia di Serena Sartori. Con il Teatro del Sole rappresenta i suoi spettacoli in molti paesi europei. In seguito all’incontro con l’attore Beppe Rosso del Laboratorio Teatro Settimo di Torino, nel 1995 nasce Ritratti: studio su brevi storie di radici. Dal 1996, con lunghi soggiorni di studio e ricerca nell’Africa Centro-Occidentale in Burkina Faso, Senegal e Costa d’Avorio, approfondisce in particolare il lavoro sulla tradizione orale e sulla danza come “strumento” della narrazione.Quella strada lo riporta all’indagine della propria cultura. Insieme ad Alberto Nicolino e Micaela Sapienza nel 1998 fonda Armamaxa teatro, e con la scrittura e messa in scena di HruodlandUS libera rotolata medioevale inizia un percorso di recupero dell’oralità e della fabulazione, alla ricerca dell’equilibrio possibile tra la parola detta e il movimento nel lavoro di narrazione. Tiene laboratori dedicati all’arte del racconto e collabora con alcune tra le più interessanti realtà del teatro di ricerca italiano; e particolare attenzione ha dedicato all’attività laboratoriale legata al disagio e al territorio (Istituto Penale Minorile “Fornelli” di Bari, Comunità Emmaus di Foggia). Con Armamaxa teatro ha costruito un percorso culturale e artistico fortemente legato al presente. La ricerca sull’oralità e sul movimento è proseguita con il PROGETTO BRACCIANTI.Nella stagione 2007/2008 cura con Micaela Sapienza per Armamaxa teatro il PROGETTO TERRE PARLANTI “Colloqui tra le terre di Puglia e di Grecia”.Nel Novembre 2008 Armamaxa teatro vince il Bando di Residenza Teatrale TEATRI ABITATI del Teatro Pubblico Pugliese ed Enrico Messina assume la Direzione

Artistica della Residenza Teatrale di Ceglie Messapica presso il Teatro Comunale. Concepisce e realizza “La Diritta Via. La Costituzione e Dante Alighieri senza distinzione di razza né lingua” con il magistrato milanese Giuliano Turone e la musica dal vivo di Mirko Lodedo. Nel 2010 scrive e presenta lo studio di “Robin Hood; la storia di Roberto di Legno che colpiva sempre nel segno”.

Francesco NiccoliniNasce ad Arezzo nel 1965, laureato in Storia dello Spettacolo all’Università di Firenze.Drammaturgo, sceneggiatore, talvolta regista. Da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini e insieme a lui ha realizzato Il Milione,Appunti Foresti, Parlamento chimico. Storie di plastica, la versione televisiva del Vajont i racconti del Teatro civico di Report per RAI3, insieme ad Andrea Purgatori. Nel 2011 hanno debuttato conITIS Galileo dedicato a Galileo Galilei. Ha scritto testi e spettacoli per Sandro Lombardi, Arnoldo Foà, Luigi D’Elia, Anna Bonaiuto, Massimo Schuster, Antonio Catalano, Enzo Toma, Fabrizio Saccomanno, Roberto Citran, Anna Meacci, Roberto Abbiati, Angela Finocchiaro, Giuseppe Cederna, Roberta Biagiarelli, Banda Osiris e Alessandro Benvenuti. Molti dei suoi spettacoli sono stati rappresentati in tutti i paesi d’Europa, in Africa, Stati Uniti e in Asia con alcune delle più importanti compagnie italiane, francesi e belghe.

Anne PalomeresDanzatrice e light designer.Dopo i suoi studi di danza contemporanea al Conservatorio Nazionale Superioredi Musica e di Danza e al Centro Nazionale per la Danza di Parigi, Anne Palomeres si dedica all’attività di interprete. Si unisce a Sur Une Patte, collettivo che mischia teatro danza, clownerie e teatro di fi gura

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in creazioni ispirate da uno humour assurdo.Fonda la compagnia Caryl Truchos con Emeline Pubert, realizzando il duoMae’r Antur. Le loro ricerche coreografi che si svolgono in luoghi pubblici o naturalistici, interrogando il ruolo dell’uomo nel suo ambiente d’appartenenza e la sua evoluzione insieme o contro quell’ambiente. È anche interprete nella compagnia svizzera Lurelure, di Marion Allon, (Unfi nished Stories, Zone Out, Lonesome Birds, Turbulences, Surnatural Orchestra e Alcool).Anne Palomeres è anche una light designer per lo spettacolo formatasi a Laser Formation (Parigi) e al 20ème Théâtre, sempre a Parigi e lavora come direttore tecnico al teatro Le Ranelagh.

Nicola SordoNicola Sordo è un clown, cantimbanco e performer nato a Milano con laurea in Scienze Agrarie, un vero e proprio agronomo.Durante gli studi, nel 1998, intraprende anche un percorso di formazione teatrale presso la Scuola di Teatro e Arti Circensi di Maurizio Accattato a Milano. Qui si appassiona al mondo del clown.Studia con Jango Edwards, Johnny Melville, Peter Shub, Carlo Colombaioni e Paolo Nani.Uscito dall’Università la domanda che lo tormenta ogni mattina quando si sveglia è agronomo o clown? Si accorge col tempo che non c’è alcun bivio; c’è una sola strada...

Piccola Orchestra ArmonikòsLa Piccola Orchestra Armonikòs nasce appositamente per lo spettacolo teatrale FISSÒ ARMONIKÒS, dall’unione di tre straordinari strumentisti, una cantante-attrice, ed un regista teatrale. La Piccola Orchestra è ospite a Montagne, dove presenta brani musicali della tradizione marchigiana ed italiana, riarrangiati per il festival, in chiave etno-jazz e folk.

Pierluigi Bambozzi, allievo del musicista ed etnomusicologo Roberto Lucanero. È attivo come fi sarmonicista, organettista.La sua attenzione si rivolge alla musica e alla danza tradizionale della sua terra, le Marche, dall’antichità ai giorni nostri, dopo aver fatto parte di gruppi di “liscio” e folk.

Peppe Franchellucci, violoncellista eclettico, diplomato presso l’Istituto Musicale “O. Vecchi” di Modena, insieme all’interesse per la musica classica e barocca che lo ha portato ad esibirsi in Italia e all’estero, ha maturato la passione per la sperimentazione moderna, etnica e jazz. Nella musica leggera vanta collaborazioni con Renato Zero, Gianna Nannini, Ron,ed Iskra Menarini. Vive e lavora a Bologna.

Cristian Riganelli, fi sarmonicista.È presidente del Museo della fi sarmonica di Castelfi dardo, e direttore artistico del FIF Festival Internazionale della Fisarmonica di Castelfi dardo. Collabora coi maggiori musicisti del settore, in repertori che spaziano da Piazzolla a Richard Galliano.

Valentina Bonafoni, attrice e cantante, ha collaborato con molti teatri italiani e registi, tra cui Giampiero Solari, Cherif, Valerio Binasco. Allieva del prestigioso New Voice Studio, ha intrapreso un suo personale studio sulla voce, applicata alla recitazione ed al canto. Da quattro anni collabora stabilmente con Giorgio Felicetti, dapprima nello spettacolo MATTEI PETROLIO E FANGO, ed ora in FISSÒ ARMONIKÒS.

Stefano SantomauroAttore livornese multitasking. Approfondisce la propria comicità con Paolo Migone, destreggiandosi tra il Cabaret (Zelig Lab On The Road, Eccezionale Veramente La7) e il Teatro di Prosa. Amante del surreale, racconta storie al limite della realtà.

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