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Raccontalatuacittà

GuidaGreendiun'Italiachenontiaspetti

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INDICE:LamiacittàdiLuigiAlfieriIntroduzioneViaggiarecontrovento:guidagreendiunItaliachenontiaspetti01#Palestrina#Roma#LazioPalestrina(passaecammina)diPatriziaCaprella02#Milano#LombardiaIlVerdeaMilanodiMariaCastoldi03#Genova#LiguriaKm0–Genova2014diElisaMarchelli04#Gorizia#FriuliVeneziaGiuliaIlRitornodiFrancoBranco05#Bivona#Agrigento#SiciliaBivonapercorsoemozionaletralerisorsedelterritoriodiEmanueleMessina06#Cagliari#SardegnaLuttoeAmorediErnestoPusceddu07#Lucca#ToscanaLuccadiFedericaFrizza08#Berceto#Parma#EmiliaRomagnaBercetomyLovediAdeleTurco09#Certosa#Siena#ToscanaLaCertosadeiSegretidiDanielaCavone10#Recco#Genova#LiguriaReccohaimieipiedidiPatriziaBalletto11#MargellinaNapoli#Napoli#CampaniaAzzurroe...azzurrodiClementeCipresso

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12#Camogli#Genova#LIguriaCamoglidiGianniContarino13#VietrisulMare#Salerno#CampaniaUnaportainParadisodiRosariadeRosa14#Centuripe#Enna#SiciliaLascerrasuunaLekane.BrevestoriasuunadecisionegrottescadiRinoPalladino15#Bagnacavallo#Ravenna#EmiliaRomagnaNonèBagnacavalloèBagnocavallodiPatriziaCarroli16#CaslinoalPiano#Como#LombardiaCaslinoalPiano:unalocalitànelverdeenellatranquillitàdiPaolaVerga17#Bra#Cuneo#PiemonteQuattropassiperBrae...dintornidiMargheritaCorrado18#Grugliasco#Torino#PiemonteInItinerediEmilianoRacca19#Pomarico#Matera#BasilicataLamusicadiPomaricodiNunzioFesta20#Parma#EmiliaRomagnaAttraversoloscorreredeipassidiSalvatoreCanna21#Grosseto#ToscanaGrossetomiadiGiadaPerciballi22#Pontedera#Pisa#ToscanaPontedera:tourimperfettoedeccentriconellamiacittàdiLuciaStefanini23#SantarcangelodiRomagna#Rimini#EmiliaRomagna12Luglio–DiariodiunagiornataSlowaSantarcangelodiRomagnadiRossanaCancellara24#Montale#Pistoia#ToscanaMontalemyhome

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diMartinaBuracci25#Noci#Bari#PugliaC’eraunnocediAntonellaFiore26#Mesagne#Brindisi#PugliaTorreGuacetodiLaviniaVacca27#SerraraFontana#Napoli#CampaniaSerraraFontanadiLenaIacono28#Viareggio#Lucca#ToscanaNonsembralostessocielodiSerenaBarsottelli29#VenariaReale#Torino#PiemonteVenariaRealeelasuaReggiadiStefaniaRighettoni30#Gubbio#Perugia#UmbriaUnapasseggiataperqueldiGubbiodiCeciliaPasseri31#Ovada#Alessandria#PiemonteAutunnoalborgodiOvadadiVirginiaStiber32#SanSperate#Cagliari#SardegnaRivoluzioneefavola.SanSperatepaesemuseodiMarcoDettori33#Mirafiori#Torino#PiemontePasseggiateperturistianticonformistiaMirafioridiLauraMariaZanlungo34#ValRendena#Trento#TrentinoDuegemellitralaValRendenael'AdamellodiSusannaMerzek35#RosetodegliAbruzzi#Teramo#AbruzzoRosetodegliAbruzzidiClaudiaMattioli36#Pisa#ToscanaL'OrzoBrunodiGiorgioMacauda37

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#Cingoli#Macerata#MarcheIlbalconedelleMarchediMauroBarbetti38#Astino#Bergamo#LombardiaIlbalconedelleMarchediFrancescaFacoetti39#Roma#LazioLineeUrbanediGabrieleSalini40#Dronero#Cuneo#PiemonteLamiaDronerodiDanielaRebuffo41#Verbania#LombardiaAndaiperVerbaniaperchévolevoviveredeliberatamentediAnastasiaCardone42#Venosa#Potenza#BasilicataNelleterrediunvulcanicosilenziodiSabrinaMerolla43#Lecce#PugliaRespiropianoversoquelsolediSilviaGuacci44#Ostia#Roma#LazioOstia:aldiquadelmarediSaraTerricaeValeriaDurante45#Milano#LombardiaBisbiglimeneghinidiMarcoGrippa46#BovaMarina#ReggioCalabria#CalabriaIlbisbiglioincompresodiCapoSanGiovannidiMariaNataliaLirti47#Bari#PugliaDaBariVecchiaaLamaBalice,ilpassoeslowdiSilviaRizzello48#Castellettod'Orba#Alessandria#PiemonteCavalcatastoricaallaricercadeltesorotraimisteridell'altoMonferratodiFrancescaBerthaPostfazioneAllascopertadell'ItaliaconosciutaRingraziamenti

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Foto:#Roma,#LazioUnosguardoaSanPietrodiGabrieleGranata,Roma#Treviglio,#Bergamo,#Lombardia30gradinialdisopradiAndreaDonghi#Sferracavallo,#Palermo,#SiciliaTrafolkloreesacrodiAntonioAiello

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Lamiacittà.DaOmeroaBruceSpringsteen.DaUlissechenaviga trasirene,ciclopi,maghe,emostrimarini,sempresognandoItaca,alcantautoreche,conlasuavoceroca,lachitarratralemani,ilsudoresullafronte,cantaMyHometown.Lamiacittànatale.Inmezzotuttalastoriadell’uomo,secolidipoesiaedicultura,diballateediquadri. Di libri e di sinfonie. Ma lei è sempre presente. E’ nel cuore di tutti. Molto amata, un poco odiata,comunquecantata.Lamiacittà.Nessunoresistealsuofascino.AnchechicomeOdisseo, redi Itaca, fedelealmotto“Fattinonfosteaviverecomebruti,maperseguirvirtudeecanoscenza”,parteallaricercadinuoviluoghiedinuovisaperi,sempresiportanelcuorelareggia,Telemaco,Penelope,ilcaneArgoequell’isolachelovidebambino.Si divide indue l’animadell’uomo:daunaparte c’è la febbrile curiosità di conoscere, di viaggiare,vedereterrenuove,incontrarealtrerazze,perdersinellestelledialtricieli;dall’altrac’èilpiacerediproteggersidietroleabitudinipiùcare,igesticonosciuti,unaquotidianitàchesafarsisofficeedolcecomelozuccherofilato.LavogliadiimmergersinellagiungladelBorneosiaffiancaalpiacerediquelcaffèbevutoinquelbarspoglioefamiliare,alpiacerediguardare ancoraunavolta la facciatadiquellachiesacoloratadi rosadal tramonto,dipasseggiaresuciottolidiquelborghettomedioevale,diguardarel’acquadeltorrenteverdeinprimaveraefangosainautunnoeascoltareilsuosussurro,dipasseggiarenelparcodeiduchidovespuntanoiprimibucaneve.Poitifaarrabbiarelatuacittà,ladetesti,lamaledici.Tiallontaniequandoseilaggiù,inquellaterranuovachetantohaidesideratotraquellagentediversatantoinvocata,eccochesiapreunavoraginetracuoreeanima,unbuconerocherisucchiaituoipensieri:èlei,latuacittà.Alei,almododiviverladavicinoedalontano,sonodedicatiquestiracconti,gliultimidiunatradizionenataconOmeroe,conaltiebassi,maisopita.

LuigiAlfieri

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Viaggiarecontrovento:guidagreendiunItaliachenontiaspetti

In bicicletta sulle dolci collineToscane, o alla scoperta di angoli verdi nellametropoliMilanese.Un pezzo dicostieraAmalfitanacheinpochiconoscono,unaRiminilontanadalchiassodellespiagge.Sonosoloalcunidei48luoghi(4perognimesedell'anno)dascoprire(oriscoprire)attraversoquestainsolitaguida,doveireportersonogliabitanti.“Raccontalatuacittà”,unconcorsoperparlaredell'Italiaattraversoglidiocchidichilaabita,epromuovereunturismoalternativo,chenonèquellodellegrandicittàd'arteodeiluoghidelturismodimassa,maquellodeiritmilentideipaesidicampagna,delletradizionidi luoghisconosciuti,deicibifreschiegenuini tuttidascoprire,diun'artesemplicemacaratteristica,cheportaconseidentitàeculturadichiinquestiluoghiciabita.I raccontichequestoebookraccoglie,sonostoriescritteda tanticittadini, reporterdiun'Italiamenonotaepiùautentica, innamoratidellelorocittà,cheledescrivonoconocchidiversirispettoaquellidiunanormaleguidaturistica.Promuovonoun turismoall'insegnadella sostenibilità, cheutilizzamezzidi trasporto lenti epuliti, ingradodiridurre l'impatto del viaggio e nello stesso tempo donare sguardi diversi sui paesaggi che si attraversano,arricchendo l'ambiente, i luoghi e le persone che li abitano.Ma è anche un turismo aKm0, viaggi corti, allascopertadellebellezzechenascondono ipropri territorie lepropriecittà,appena fuoridallaportadicasa.Piùdellametaèimportanteilviaggio,lepersoneconcuilosicondivideeilmodoconcuicisimetteincammino,perquestononèsemprenecessarioandarelontanoperconoscerepostinuoviefarenuoveesperienze.Ilpuntodivistadellepersonechevivonoquotidianamentequestiluoghièinoltreunvaloreaggiunto:consiglicaldi,ricchidelleemozioni e dei ricordi ad essi legati, che danno colore e incuriosiscono il viaggiatore. Storia e tradizioni simescolanoecisiritrovasedutialbardipaese,dovetuttisiconoscono,oapercorreredeisentierioavisitarequartierichemaiavrestipensatointeressanti...E se tutto questo è riuscito ad incuriosirti, allora non possiamo che augurarti buona lettura!Mettiti comodo epreparati per questo viaggio, attraverso la nostra bella Penisola, che sembra così nota, ma che in realtàconosciamocosìpoco.

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Palestrina(passaecammina…)Palestrinapassaecamminadiceundetto,manonpuoipassaresenzafermare.Travecchimerletti,emuraantica,passeggio tra ricordi passati, presenti e futuri. L’ Antica arte del punto Palestrina ricama intrecci, evocandoimmaginidimianonnaedellecomarisedutesupiccolesedioledipaglianellacorteassolatadiunestatepaesana,riportando nel presente quell’atmosferamite e tranquilla, rendendola reale, lontana dal caos della capitale chedistapochichilometri,edicuinonostantesenesentalavicinanzanonnesubiscel’influenza.Palestrinapassaecammina…camminotraivicoli,avolteombrosi,strettiesilenziosi,dipergole,balconiecortilifioriti,doveodo l’eco lontanodellevocideipaesani radunatinellepiazze,neibar,annuso iprofumidi sughicasereccichesidiffondonodallecase,dallenumerosetrattorie,pizzerie,pub,ristorantiniricavatidaipiccolinegozicaratteristiciemoderni.Edeccochenuovamenteanticoemodernosifondonoesiconfondonosenzastonare,anzicreandounarmoniosocontrastopiacevoleallavistaealgusto.Palestrinapassaecammina…percorro leantichevie lastricatedellaviaFrancigenaedellaviaPreneste, sucuiancora posso vedere i solchi dei carri e udire il tintinnare delle conchiglie dei pellegrini, rivivere il gloriosopassatoromanonellevestigiaancoraesistentinell’imponenteTempiodellaDeaFortuna,chetroneggiadall’altosu tutto il Paese e ,sembra volerlo proteggere con il suo influsso benevolo.Mai vistaDea dellaFortuna piùfortunata! esclamòVirgilio ammirando per la prima volta lamagnificenza della dimora divina eretta e a leidedicata.Edio,paesano,guardandolodallafinestradellamiacasa,tralanebbiamattutinaoiraggidelsole,opasseggiandoperlevie,ovedendolostagliarsiall’orizzonte,imponente,dominatore,dallastradachepercorroalrientrodiunagiornatafaticosadilavoro,osservandoloparedarmiilbenvenutoemisento“fortunato”diaverereditatotantabellezza,arte,cultura,emagnificenza.Palestrinapassa e cammina…cammino tra lenavate e le cappelledellaBasilicadi sant’Agapito dovec’èunaPietà incompiuta di Michelangelo, un Museo Diocesano di arte sacra piccolo ma ricco di un dipinto delCaravaggio che evoca il martirio di S. Agapito, della Madonna col velo della scuola del Perugino, e l'Eoloattribuito a Michelangelo, a cui fa eco il grande Mosaico nilotico di un'età’ repubblicana, perfettamenteconservatoechetassellodopotasselloraccontailpaesaggioesoticodelNilo,echetroneggianell’ultimasaladelMuseodellaFortuna,tracorolledisarcofagi,numerosireperti:cippi,busti,basifunerarie,statueeoggettidiusoquotidianoprovenientidallenecropolidellacittà.…PassaecamminotralenotemusicalidelmaestroPierluigidaPalestrina e ascolto le note dei rondoni che volano radi tra i tetti e la valle , tra gli schiamazzi e le risate deibardassi,tralebandedipaeseeicoridichiesa.Odoirumorideglizoccolideicavallisulselciatodurante“Lopaliodesand'Agàbbido”,attraversolequattroPorte,etifoperunacontradanellagiostradellaScifa,evincaono,festeggiogustandoun“giglietto”,souvenirdidolcezzaedelicatezza,dianticatradizionedolciaria,dicuimianonnaeraabilepasticcera.Palestrina passa e cammina…tra antichi portoni , porte scrostate imbevute di passato, spalancate nei giornid’estateechiused’inverno,scambioquattrochiacchiereindialettoconleanzianesignoresedutelorodavanti,travasidi fiorieedera rampicante,passeggio incercadi ristoroper l’animamia nelchiostrodelConventodiS.Francescoemisoffermoinreligiosorispettoedevozioneadammirarelasuavitaraccontatanegliaffreschichelodecorano,respirandol’ariafrescadimontagnadello“scacciato”.Palestrina passa e cammina…cammino verso laRocca deiColonna, nella più alta frazione diCastel S. PietroacropolidellavecchiaPraeneste,traitorrionidifortificazione,scendotraleviuzzechecomeunfiumesfocianonellepiazzette,m’immergonelle atmosfereda set , che nelle abili manidelgrandeRegistaDeSicadivenneSagliena. Rivivo le rocambolesche vicende amorose delmaresciallo (Vittorio de Sica) e la bersagliera (GinaLollobrigida)inPaneamoreefantasia,misembradivederelaLollodallamiticabellezza,eridoconTotònelfilm I dueMarescialli (per citarne alcuni) . Mi sento attore anche io nel set meraviglioso e vero, per nullaartificiosodeigrandisethollywoodiani.Palestrinapassaecamminanellaridentecittadina,unodeiluoghidipiùcariall’imperatoreAugustocheantichemurarammentanoavessedimora,nellagentilezzaenelpanoramaimmensoemultiformedeiMontiPrenestini.

PatriziaCaprella

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IlverdeaMilanoUna delle prime cose che si nota arrivando aMilano sono i palazzi, le strade e il traffico. Solo dopo un po’,quando cade dagli occhi la cortina di cemento, comincia a emergere, come un’immagine fotografica che sisviluppalentamente,tuttalafloracheabitaincittà.C’èsemprestatamanegliultimiannièincontinuoaumentoperl’interesseelacuradellagente.Adesso,quandogiroincittà,nonvedopiùsoloilcaosumano,cercol’armoniosorisultatodelverdespontaneoocoltivatocheèovunque,echevogliocondividereconte.Perquesto, amicomio, ti propongounviaggio inbicicletta alla sua scoperta, cominciandodaPortaGaribaldi,dovearriviabitualmenteconiltreno.SalendolarampadaCorsoComo,nellanuovapiazzacircolaresopraelevataGaeAulenti,cifermiamoaosservareilboscoverticale:due torri residenzialicheospitanosui terrazzi,oltrenovecentospeciearboreecheassorbonopolveri,smogeproduconoossigeno.Daquestopuntopossiamovedereilpanoramadellacittàcon isuoipalazzisimboloequellidelProgetto PortaNuova.Se imboccassimo il viale pedonale che collega con il quartiere Isola, troveremmoalcuni parchetti interessanti,comeilgiardinoautogestitoisolapepe;unpiccoloangoloverdenelcuorediIsolanatodallapartecipazionedegliabitantidelquartiereeche,trasformatoinunrigogliosogiardino,èoggiunluogodisocialitàfruttodellavoroditantepersone.QuestigiardinisistannodiffondendosemprepiùancheaMilano.Inveceproseguiamosull’altrovialepedonaleche,superataviaMelchiorreGioia,sidirigeversoCorsoVeneziaeigiardiniIndroMontanelli.Realizzatiallafinedel‘700conimpiantoallafrancese,sonoilprimoparcocittadinoprogettato per un uso pubblico. Fino al 1992 ospitavano lo zoo, con il famosoGiacomo, uno scimpanzé cheringraziava,per lebananee lenoccioline ricevute, consmorfieecapriole, ederaentratonella leggendacon ildetto popolare: “l’è brutt come elGiacom!”. Ora i bambini possono visitare ilMuseo di Storia Naturale e ilPlanetarioeglianimalinonsoffronopiùperlaprigionia.Difrontealparco,laGalleriad’ArteModernacitenta,meriterebbeunavisita,manoi,conunpercorsodipocopiùdiunchilometroraggiungiamol’OrtoBotanicodiBrera,un’oasidipacedicinquemilametriquadri,moltoaffascinante enel pieno centrodiMilano.Questogiardino storico, gestito e restauratoda alcuni anni inmodoconservativodall’UniversitàStatale, dal 1774permette aimilanesi una sorprendente sostaall’ombradidiversigrandialberi,comeiduemonumentaliesemplaridiGinkgobilobadeitempidellafondazioneetraipiùantichiinEuropa.Ilsilenzioèincredibile,nonsiodealcunrumoredeltraffico,soloilfrusciodellefoglieeicantidegliuccelli.Cisipuòilluderediesseremoltolontani,immersinellanaturaelasuggestionesirinnovaaognistagione:lesueaiuoledipianteofficinalitestimonianoampiamenteilpassaredeimesi,elafloradelgiardinosivestedicolorinotevoli,straordinari incittà.Sonola testimonianzadellaforzadellanatura,dellasuavogliadirinascerechedovremmoprendereadesempioinquestitempigramidove,ancheanoi,servirebbelastessaenergiaperricominciare.L’ortoèaridossodelPalazzodiBreracheospitalaPinacoteca,l’OsservatorioastronomicoconlacupoladelloSchiapparelliealtroancora;pervisitaretuttooccorrerebbeunagiornatainteraeforsenonbasterebbe!Concediamocioraunasostamangereccia,abbiamopedalatoeilnostrofisicorichiedeunapausaenuovaenergia.Nonhodimenticatoamicomio,cheseiunintenditoreeapprezzisempreilbuoncibo,soprattuttoseincompagniaeannaffiatodaunvinoanchemigliore!TipropongolaTrattoriadelCorsoincorsoGaribaldi,unlocalepiccolomaaccogliente,conpersonalecordialeecibodeliziosoaunprezzoonestoperessereinunquartierecaratteristicodelcentrostorico.AltrimentiaBrera,vistoilnumerodeilocali,nonc’èchel’imbarazzodellascelta.Dopol’immancabilecaffèequattrochiacchiereocchieggiando le belle ragazze che passeggiano durante la pausa pranzo, inforchiamo le bici per procederenell’itinerario.Ciattende,vicinoalCastelloSforzesco,ilParcoSempioneall’internodelqualesonopresentiedificiimportanti:ilPalazzodell'Arte,l'ArenaCivica,laTorreBranca,eleoperediscultorifamosicomeDeChiricoeBarzaghi.Lafloradelparcoèmoltoriccaevaria:daifaggipenduliadiversevarietàdicedroegruppidiquercerosse;epoi

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tassi,cipressicalvi,pini,faggi,ginkgo,ontanonero,diversevarietàdiaceri…emoltialtrialberiearbusti.Iniziamopureapedalareacasotraivialicomepiaceate,mapoiandremodalgrandeippocastanoneipressidelPonte delle Sirenette e infine a salutare il vecchio olmomonumentale che cresce sul belvedere, di fronte allastatuadiNapoleoneIII.Quandologuardo,rimuginosututtelecosechehavisto:eraquiall’epocadegliSforza,delladominazionespagnolaeall’arrivodiNapoleone.Losoperchéridi:pensichestiafacendotutta‘stamanfrinastoricaquandoinvecehoinmentesoloAdriana,lapiùbelladellaclasse.Sì,èsuccessoproprioqui,sottolesuefronde.Eraprimavera,avevamosediciannieall’uscitadalliceol’hoinvitataapasseggiaretraleazaleefiorite.Mentreleiammiravalabellezzaelaperfezionedeifiori,iocontemplavo lei.Sorridevaparlando.Le sue labbraeranodello stessocoloredelle roseantiche,nonvedevoaltroesentivosolo ildesideriodibaciarla.Eranomorbidequando lehosfiorateedolciquando,concoraggio,l’hofatto.Loschiaffoseccomihacolpitolaguanciaconforza.Inviperitaesenzaunaparolasen’èandata.Chebisognoc’erachetuloraccontassiatuttalaclasse?Miavetepresoingiroperanni!Ioinvecehopensatoalungoaleimaavevoesauritoognigrammodiaudaciaperavvicinarlaancora,nonperildoloredelloschiaffomaperquellodelrifiutochelomuoveva.Dai,bastaricordi,continuiamolanostrapedalata.TornandoversolastazionediportaGaribaldi, tipropongodifermarcialCimiteroMonumentale,perunabrevepasseggiataapiedipersgranchireunpo’legambe.EntriamonelFamedio,ilPantheondeimilanesiillustri,doveriposano personalità storiche e artisti di fama internazionale comeManzoni, Jannacci e Franca Rame, per unpiccolo assaggio di questo luogo che è un vero e propriomuseo a cielo aperto, ricco di capolavori artistici.Purtroppodobbiamoandare,ètardi,rischidiperdereiltreno.Caro amico, abbiamo visto solo una minuscola fetta del verde in città; se ti è piaciuto, concordiamo unappuntamentoinprimaveraallaperiferianorddiMilano,perpedalarenelparcodiVillaLitta,piccolo,curatoemoltofrequentatodagliabitantidiognietà.Lamattinailgruppodicamminoloanimaconilcicalecciotipicodelritrovotraamici,ilpomeriggioleassociazionipropongonocorsivarieibambinivivacizzanoigiochi.Apochimetric’èilparcodelPaoloPiniconilGiardinodegliAromi,gliorticondivisi, legallineeiconiglidiAurora e il nuovo parcoOltre il Pioppeto, ancora in formazione grazie alla mobilitazione dei cittadini deiquartieri limitrofi.Èpoco frequentatoper lamancanzadipercorsi segnati,ma se sipenetra tra iboschetti conpiantedafrutto, repertivegetali residui,coltivati inpassatodagliospitidelvecchioospedalepsichiatricoPaoloPini, si trova qualche insediamento abusivo, capanne costruite conmateriali di recupero, abitate da senzatettodesiderosidiaverequalcosadachiamarecasa.Infine verso sera potremmo raggiungere il Parco Nord entrando da Bruzzano, e lì ti stupirai per un incontrospeciale:lelucciole,quellevere,nonsonounmiraggio,abitanodavveroincittàe…nonvoglioanticiparealtro,hogiàdettotroppo.Milanohaancoratantebellesorpreseverdiperchihavogliadivederle!Tiaspetto.

MariaCastoldiKM0,Genova2014

Nonavevoancoradecisonienteperquest’anno,nessunavacanzaprogrammata.Misonritrovatadasolaincittà,aFerragosto.Decidodiandareamangiareallatrattoriacinesecosì,percambiareunpocoperchéèeconomica,sonovelociaservirti,eanchesedasola,nonmisentiròadisagio.Dopoillautopranzodirisoalcurry,comepredisposto,daprogramma,miavvioperleviediGenovagremitedistranierietrailorotipicilocaliniricchidicibiepietanzeetniche.ViaGramscialletredelpomeriggiobrulicadistranieri:cinesi,africani,indonesiani..Passodavanti adunsupermercatochevendeprodottiorientali,da tempopassavo lìdavanti inautobusederospintadallacuriositàdientrarciprimaopoi...colgol’occasioneemiavvio;entro.

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Sullasogliamiinvadeunprofluviodispezieorientalitracuicumino,curry,zafferano;lamenteeilcervellonevengonosopraffatti,unastranaeuforiaspeziatamipervadeestimola.Esposte su altissimi scaffali, in grande disordine, si scorgono lattine di bevande dai nomi esotici. “Succo dibasilico?Checos’è?Succodiangelica?cosa?nonsapevochedell’angelicaesistesseilsucco?Saràbio?Lattedicocco,avocado”.Svoltonelrepartoprodottisudamericani…pannocchiedimaisnerodaichicchienormi,maisrosso,eilclassicomaisgiallo.Girandoancoratraicorridoimitrovonelrepartoprodottiorientali…dovebusteenormidispeziediognitipo,funghi stranissimi ,mucillaginosimiguardano immersi in salse e salamoie sconosciute , cavalco lenta i repartiaffascinatastorditaspintonatadaavvezziepraticiavventorilocalichesiscambianodettaglinellalorolinguaeiomisentocosìstraniera…vorreitantochiedere,saperetuttodiognicosa..checos’è?macomesiusa?esicucina,lomangiatedavvero?rimangoammutolita..chiusanellimitedelmioitalianoebasta.Nelrepartoafricanorisorosso,farinaditapioca,acciughesecche,platano…aprezziminimi.Escodivertita,saziadiemozioninuoveeconlacuriositàripagata,pallidadisorpresa!Non faccio in tempo a riprendermi che scivolo accanto a una bancarella che vende vesti indiane: una donnabellissima in sari, con anellino al naso e cerchio rosso dipinto in fronte siede accanto, sfinge immobile, labellezzanegliocchineridikajal,unbambinolecorreindietro,avantimentreilmaritomercanteggiasuiprezzicoiclienti...lafemminilitàimmobile..esenzaaccorgermene,invasadaunodorenauseantedifritto,oltrepassounMcDonaldlìaccanto.Dentrogiranoindianiinturbanteconhamburger,africaniconpatatine,bambinitraitavoloniridondantidivassoieconfezioniabbandonate..l’azzeramentodellediversitàetnicheillivellamentodellecultureedeisaporiadununicostandardglobale…triste.Decido di riposare un poco su una panca all’ombra, vicino all’acquario,meta di turisti più facoltosi, sede delcosiddettoturismoorganizzatooccidentale..Distesasullapanca,inpredaadun’afaatroceestanchezzaglobale,mi accorgo che due turisti si son seduti accanto a me in panca e stanno leggendo la descrizione del Bigo(l’ascensorepanoramicodiGenova)intedesco..ascoltandomiimmedesimoinloroevedocoiloroocchilamiacittàdituttiigiorni,assaporolalorosorpresa,tuttosembranuovoconloro,miriappropriodeimonumentiinunanuovaveste.Miguardanoemichiedonocomegiungerealfamosomuseodelmare,ilmuseodelmare?Èquidietro,masullacartinanonlotroviamo,parelontanissimoeppureglidiconelmiobellissimoingleseappresoconbentreannidiLondra,èlidietro,propriolì!!!Sonfelicidisaperlo,midiconoesseredi????(noncolgobeneilnomedellacittàintedesco)macapiscoesserenellazonadellaforestanera,arrivanodaLericidovedormonoinbedandbreakfast,rientrerannoinserata.Perchévedereilmuseodelmare?Intervengo,guidaaccreditata!!!èmoderno,carinoma...Cosi gli propongo un ‘itinerario alternativo: immergersi nei prodotti locali che possono acquistare nelle varie botteghe e intanto rilassarsi, fiera dellemie origini piemontesi barra genovesi decanto inoltre gli allori deltartufonellelanghe,delvinonelMonferrato,delcioccolatoconlenocciole….ElidevioversolaviaGaribaldi,centrodimuseiricchidistoria..iomisentomoltoguidaturistica,rimpiangodinonessermifattaavantiperunoscambiosolidaleinGermania..michiedoperchéitedeschipaianocosirilassatidifronteadeigenovesisempredicorsaebigi..saràilbenessere?Chiudolamiagiornata.Pensavosareistatasolaingirocontantanoiadentronelcuore,emisontrovatainunanuovaterra,turistalocale,guidaperstranieri,stranierasullamiapancagenovese...ehorisparmiatounviaggio!kmzero!

ElisaMarchelli

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IlRitorno

Tantiricordanounaperiferia,unastrada,siaessaunaViaPal,unaViaGlukoqualcosadipiùanonimo.Io rivedounadistesa di campi chedifendeva il borgodal progressivodilagare del cemento della vicina città.Filaribassidigelsidallefogliecarnoseecarichidimored’estate,siperdevanoall’orizzonte inquestaequelladirezione,edavanounsensodifamiliaritàalpaesaggio.Presso il “PastificioMulinaris “, chepotevaben figurare sulla copertinadi unLPdeiPinkFloidper la bellaciminierainmattonirossi,unfoltopioppetofiancheggiavalastatalechedivenivaViaVenetoincorrispondenzadella targa “Cussignacco “, riferimento ultimoper lemagistrali “ staccate “ del Sig.Enzo, pilota provetto edemuloinveteratodelmenonotoSteveMc.Queen.Lungo quella strada sfilava tutto il paese, anche più volte al giorno: il medico condotto in motorino, perchéprivatodellapatenteincircostanzemisteriose,l’appuntatoMario“losmilzo“,l’Anita,laSignoraMentanaemiopadre in bicicletta, nonché ilMaggioreC. con la sua FIAT 1100… ed un signore in carriola trascinato dallamoglieilsabatopomeriggiodopolasolitasbronza.Inquelcontestopittorescounapiccola roggia senzapretese faceva la suaparte: lapocaacquascorrevasotto iponticellidelleprimecaseperraggiungere,piùinlà,ilcentrodelpaeseeproseguireoltresinoalmare,senz’altro,comeognicorsod’acquachesirispetti.Eranoglianni60–70esiparlavaappenadielettrodomestici;lemassaiedelvicinatosialternavanoal“lavatoio“incementochepescavanellapiccolaroggiaperfareilbucato:battevanoesciacquavanoipanniperdelleore,poimettevano tutto a stendere ed era uno spettacolo, soprattutto con il vento che dava vita a calzetti emutande,camicieefazzoletti…spargendonegliortiunabuonafragranzadisapone.“…nontoccate ipanni…“urlavanoaibambinichegiocavanodaquelleparti,“…nontiratequeifili…“sbraitavanoallarmatemamme,nonneesorelle,etuttifuggivano,oltreleretiinfondo,nella“stradina“,scenarioprivilegiatodibattagliea suondibastonate, sassateequant’altro.Per fortuna,nonostante laviolenzadiquegliscontri,nessunosifacevatroppomale,soloqualchegraffioedabitistrappati!Lanostrapiccolaroggiarivestiva,quindi, una funzione importantenell’equilibrio socioeconomicodelle famigliedel vecchio cortile ed era anchefontedinuovigiochisuiponticelliolungolebreviriveerbose:“…nonsporgetevi,nonbagnatevi…“urlavanoancoramamme,nonneesorelle,manessunoleascoltavaperpoibuscarle,ovviamente,acasa.E quell’estate successe qualcosa di inaudito: sospesero il flusso insopprimibile della piccola roggia perbonificarneillettoinverocolmodiogni“bendiDio“.Cosìapparverobottiglie,scarpe,barattoli,ombrelli,ferrivecchi…dituttoedipiù!Lemassaiesilamentavanoperilbucato,Mario“losmilzo“,miopadreedEnzoMc.Queenperl’impossibilitàdiinnaffiaregliorticelli,manoibimbieravamofelicidi“razzolare“trafango,alghemarceerifiutivariallaricercadichissàqualetesoro.Efucosìche,curiosandosottounpontedovesieraformataunavastapozzanghera,qualcunogridò:“…l’acquasimuove, c’è qualcosa nell’acqua…“ In unbaleno accorsero tutti con secchi e badili, forconi e rastrelli chesembravaunarivoltafeudalecontroilMaggioreC.,ilParrocoDonSantoSant,ilfornaioinpiazza…“…batticolbadile…“…tiralapietra…““…infilza…“Tantofecerochecatturarono…un’enormetrotaarenata,spiaggiatacomeunabalenasottoilponte.Mentanaballavaadontadeicalli,miamadreaccendevagiàilgasdellacucina,EnzosifacevafotografarecomeHemingwayaccantoallapredaefuunafestacoraledelvecchiocortile!Sì,fuunagrandefestapertuttinoieseneparlòancora,lasera,prendendoilfrescosuigradinidicasa.Questosuccedeva“nell’eradelcinghialebianco“,quandosivedevanoappenaTVelavatrici,frigoriferiespremiagrumi…edopocenac’erasempretempoperfareduechiacchiereconivicini.Epoi?Tempofasonotornatodaquellepartiedhocercatolapiccolaroggia,la“stradina“diallora.Afaticahoscopertounnastrod’asfaltoalpostodeiciottoliedeiciuffid’erbasuiqualicorrevo,nuovecase,muretti, retiecancellisenzasostaalpostodelmared’erbachericordavo:piccoleprigioni,anonimicortilivuoti,oramai,…tuttisonopartitierestasoloilventotralefoglieargentatedelvecchiopioppeto,conlesuestoriedibimbi,mamme,nonneesorelle,comicipersonaggiesemplicieroiditutti igiorni.Sepassidilà,fermatiunattimo,chiudigliocchie

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sognaanchetulapiccolaroggiadiallora,una“stradina“evecchicortili…

FrancoBrancoBivona,percorsoemozionalefralerisorsedelterritorio

Spostarsiperstudioolavoroèdiventataoggiunaconsuetudine:èsemprepiùfrequentelasciarelapropriacittàdiorigineversometepiùnoteoblasonate.Piùraroèinveceritrovarequellochestavicercandopropriodovenonteloaspetti,ovveroinununosperdutopaesinodellacollinasiciliana.ConquestipresuppostidecisiditrasferirmipermotividistudioaBivona,piccolocentrodellaprovinciadiAgrigento,notoaipiùper lacoltivazionedellepesche.Amiciconosciutiall’università,miavevanogiàospitatonelloropaeseproprioinoccasionedellaSagradellapesca.Inqueipochigiornid’Estatevidilacittàimmersanell’ariadellafesta,pienadigente,caoticaericcadisuonieprofumilasciandomiunosplendidoefelicericordo.NonsapevoperòcomeBivonamiavrebbeaccoltoannidopoinunapiovosamattinatadiAprile.Partiti in auto da Palermo, ci siamo immessi nella Strada Statale che collega il capoluogo con la città diAgrigento: un’asse che attraversa la Sicilia da nord a sud collegando una costa all’altra scavalcando iMontiSicani,unodeipolmoniverdidell’isola.IlviaggioevidenziasindalleprimebattuteicontrastidellaSicilia:lavoriin corso e traffico si alternano a paesaggi incantevoli e paesi incastonati nella pietra. Il sole si fa strada fra lenuvoleeilluminailverdedeicampicoltivatichemutanelvioladellasulla,poineimarronedeifilaridivitiepoinelcolorevivodellaterrainattesadellasemina.L’arrivoalpaeseèprecedutodallavistadiunlagoartificiale,checontribuisceacreareunmosaicodipaesaggiodiversoadognicurva.Alnostroarrivocirechiamosubitoallacasache ci ospiterà per i prossimi mesi. Facciamo in fretta amicizia con la nostra nuova vicina di casa e il suoamatissimo“gattodaguardia”chedormesultappetodavantilaporta.Svuotatalamacchinadainumerosibagagli,ci apprestiamo a invadere una casa davvero speciale per degli architetti come noi: le stanze e i bagni sonodistribuitiinfattisuduepianisormontatidaunpiccoloterrazzo,mentrealsoggiornoecucinadelpianterrenosiaccedeattraversounascalettapercorribilesoloabbassandolatestafinoacircaunmetroemezzo.Iltuttoèmoltostrano,maanoièsubitopiaciutaforseproprioperlasuaparticolarità.IniziaquindiquestanostraavventuraaBivona,bellissimacittadinamedievaleconstradetortuoseesorpreseadogniangolo.Sonotantissimeinfattilechiesedisseminateperlacittàechefannodacorniceapiazzetteeslarghipopolatidavasiefontane.Perl’appuntoquestaèunazonaricchissimad’acquapotabileeilpaesenonpuòchevalorizzarequestarisorsa.IncontriamofinalmenteAndrea,unodegliamiciconosciutiannifa,echesaràilnostro“primocontatto”conlacittàelesuetradizioni.Unadiquesteèpropriolegataall’acqua;quellocheèconsideratol’ingressodelpaeseèinfattiunapiazzaconunafontanacondoppiorubinetto.Berel’acquadei“cannulicchi”èquindiunatappaobbligataperchiarrivaincittàperlaprimavolta,soprattuttosevigiungeconl’intenzionediviverlaapieno.L’acquaèfrescaedissetanteecivieneconfidatoche,otturandoconleditaunodeicannulicchi,si influenza la portata del getto di un’altra fontana vicina.Questa piazza èmolto nota ai bivonesi soprattuttoperché vi è la fermata del pullman che consente l’accesso ai numerosi studenti che ogni giorno popolano gliistitutisuperioridellacittà.DaquisidiramaViaRoma,l’asseprincipaledellacittà.Oggiperònonèunagiornatacometuttelealtre:unnegoziosiapprestaallasuainaugurazioneelanostrapresenzasinotamenoimmersanellagente.Moltiinfatticiosservanoincuriositinontrovandoinnoideivisifamiliari,macheneiprossimigiorninonnoterannopiù.Dopoaverpranzatoinfrettaconipaninidecidiamodiorganizzareunagrigliatapercena.ConosciamobenissimoquantolaSiciliainternasiariccadirisorseenogastronomichecosìabbiamochiestoadeicolleghidiCammarata,cittàvicina,carnedimaialeesalsiccia.Questaseravogliamoinfattisfruttareilterrazzopercucinarelìlacarneeci servirà quindi del carbone per la grigliata. Continuiamo il nostro giro a piedi per il centro diretti verso unnegoziodiferramenta.L’anzianogestoreciinformachedovràprendereilcarbonealmagazzinonell’attesaquindivisitiamo la vicina chiesa dalle bianchissime pareti e dal forte odore di incenso. Proseguiamo il nostro giroacquistandodelbuonissimopanedigranodurofacciamocosìlaconoscenzadellasignoraMeluccia,chegestisceunpiccolosupermercatoconottimisalumieformaggilocalidaiprezzibassissimi.Fraquestiapprezziamosubitolaricottaeilpecorinoprovenientidaipaesivicini.Ilnostrotourprosegueversoilcamposportivo,maprimanon

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possiamononsoffermarciadapprezzare i restidelportaleChiaramontano,unicosuperstitedellaChiesamadretrecentesca. Il rosone vuoto si lascia dolcemente attraversare dalla luce del pomeriggio mentre le precisedecorazionigotichespiccanoperilcontrastoconl’operainrovinausuratadaltempo.Lastradacontinuasottounanticoponte inpietraegiungeall’ampiocampoincuinumerosibambinicorronoegiocanosottoilsolechesiapprestaatramontare.Ultimo tassello per la cena è il vino. Riusciamo ad avere il contatto di un agricoltore del paese: prendiamoappuntamentoeloaspettiamoalsuomagazzino.Dopoqualcheminutodiattesagiungeunuomodalvisobruciatodalsoleedaivestitisporchiditerra.Ciaccoglienelbuiomagazzinoeassaggiamocosìilsuovinoconservatoinbottidirovere:èunrosériccoecorposochetrasmettetuttelequalitàdelpaesaggioagrariodeiMontiSicanielasapienzadellacoltivazionediunavolta.Orgogliosodelsuovino,cimostral’acetochedaquestoottiene.L’odorefortissimo, acre,quasipiccanteèdiversodaqualsiasi altra cosaabbiamai sentito.L’apparente scorzaduradelcontadino,lascialospazioallacordialitàechiacchierandosifinisceperscambiarciricetteeconsiglisuipiatti.Fraquesti impossibile dimenticare quelli riguardanti le acciughe da accompagnare con olio d’oliva, aceto e pane.Primaditornareacasapassiamodallapiazzabelvedere,ungrandeslargolastricatochesirivolgeallavallataconuna splendida vista sul lago. Scherzosamente lo paragoniamo a uno dei classici “lungomare” cui siamo statiabituati,maall’internodellacittàèunospaziourbanocheassumediversiruoli.Notiamoinfattiadultieanzianichepasseggiano,ragazzinichegiocanoacalciooallevicinegiostre,mentreosserviamoalcunibambiniduranteuna lezione di judo che si tiene in una sede del Comune che si affaccia sulla piazza. Intanto il sole èdefinitivamentetramontato:ilpaesaggiositrasformaedellavallatasiriconosconosoltantolelucidiAlessandriadellaRocca,vicinopaeseadagiatofralecolline.Ripercorriamocosìl’assecittadinoversocasa,finoaPiazzaCastellodovegliultimirestidellastrutturadannoilnomeallospaziourbano.Assaporiamolacenacherappresentacosìungustosopercorsoall’internodellacittà,delsuocomprensorioedeisuoiabitanti.Unviaggio,chenonostantesisiasvoltoapiedi,allargagliorizzontiincludendotradizioni,culturaepaesaggio.Bivonaabbracciacosìl’interoterritorioeciaccogliedefinitivamentecon una fresca serata passata fra le sue strette e sinuose strade, le sue piazze scenografiche, le sue chieseintorpiditedalgiallodelleilluminazioni,lasuagentesimpaticaecordiale.Nondimenticammoquellanotte,chesegnò il nostro inserimento in un contesto poco conosciuto,ma chemerita di essere valorizzato e inserito incircuiti più ampi.Reti che lo possano rendere capace di accogliere turisti che abbiano la volontà di vivere ilviaggiocomeesperienzamultisensorialeingradodicogliereeapprezzareinteramentelericchezzedellanostraterraedellanostracultura.

EmanueleMessina

LuttoeamoreEscoincortileemidirigoallanostravecchiaUnonera.Aprolosportelloesubitovienefuoriunodorefamiliare,ilsoleestivoriscaldaqueivecchiinternifacendosprigionaretuttalaloroetàeillorovissuto,fattodicampagna,amoreesterpaglie.Partomentrecomincioquellasaunafamiliareequantomai rassicurante;escodalcancelloemidirigoverso lapiazza.Percorrolabrevestradinacheconducealsemaforodipiazza,nientesembracambiato,oggicomealloranon vi è nulla da ammirare, nessuna casa medievale, nessun monumento degno di nota. Vi sono solo case,costruiteognunasecondoilgustodiscutibiledeisuoiabitantiosecondoimposizionidispazio.Sonocosìvicineespesso infossate all’interno di altri cortili, che appare inutile parlare di privacy, annichilita ulteriormente dallasentinellacompiutadagliabitanti.Arrivoalsemaforo,èrosso;sullamiadestraragazzieragazzechiacchierano,non sono forse le persone chemi stanno più simpatichema noto con piacere che qualcuno ancorami salutamentrealtrinonl’hannomaifatto.Scattailverdeegiroadestra,versoilcentrodelpaese.Percorrolastradaesullamiasinistra incontro ilvecchiobardiziuGiovanni.Mivengono inmente leseratepassate inquelbaraitempidelle superiori,nelcortile sul retro.Ricordo l’odorediolioche impregnava le stecchediquelbiliardinoconsunto, ricordo l’olio giallo sprigionato dalle sigarette poggiate sul metallo durante la partita. Ricordo connostalgia quando io e ilmio amicoAndrea, allora sedicenni, vincemmo contro ragazzi più grandi una partita

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lunghissimaebellissima.Miscappaunsorriso,maèiltempodiunsoffioevedosullamiadestralabellissimachiesadelmiopaese.Inquelpostocipassaianniagrodolci, facevo ilchierichetto insiemeadalmenoaltri10 ragazzidelmiopaese,compresiimieiamici.Eravamoquasituttiassiduifrequentatori,facevamonumerosemesse,giocavamoacalcionell’oratorioerubacchiavamoqualcheostinonconsacrata.Hofattoinquelpostoqualsiasifunzionereligiosa,manondimenticheròmaiche lamaggiorpartediquesteeranofunerali.Con il tempodiventòsemprepiùnormaleassistereallospettacolodeldolorepubblico,solitamenteesibitodadonneanzianeedimezzaetàvestitealutto;noncapivo,nonostante imiei9-10anni,perchémaidovesserourlarecon tantopoco ritegno, esibendosi comeunicheportatricideldoloredellutto;eranourlastraziantichesapevanosolodirimorso.Prima,dopoeduranteilseppellimentoilnostroparrocononcisensibilizzavaparticolarmentealsilenzio,piuttostocipremiavafacendocitornare in chiesa nel retro del Fiorino del becchino, dove vista lamancanza di luce, ci divertivamo a urlare espintonarci;erainquelviaggiochesiperdevailsignificatodellamorte,quelladiventavasolol’ennesimamessael’ennesima funzione, l’ennesimo dolore per qualcunoma non per noi, era come se fossimo spettatori e attoripassividellavitad’altri;unosguardotristeeraciòchecirestavaall’uscitadelcimitero,poisologioventù.Proseguo ilmio percorso dirigendomi verso la stazione; le tre piazze sono semi deserte, è un normale primopomeriggioinSardegna.Passodifronteallavecchiacasadeimieinonnimaterni,dovemiononnoèmortodopouna dolorosamalattia affrontata senza emettere un gemito. Erano pochi anni fa, erano gli anni in cui ancoravolevobeneamianonna,primache lamalattiadinonno le facesse toglierequellamascheradibuonismochetenevasudatuttalavita.Quellacasaènellamiamentecomeunsempliceodorediumidoestantio.Le sbarre della ferrovia stanno chiudendo, probabilmente per i loro soliti 20minuti, posso girare a destra nelvialonealberatodellalungavialeRepubblica,lanciandounosguardonostalgicoaquellastazione.Percinqueannivi ho preso il treno per andare alle superiori, in quel puzzo di carburante,con le sue stupide obliteratriciperennementerotteequelsuosottopassaggioinutile,vistiiduesolibinaripresenti.VialeRepubblica non è cambiata, vi sono le palme che perdono i loro frutti riversandoli su strada e aiuole. Ivecchisedutisullapanchinealfrescogiranolatestapervederechistapassandoaquell’ora,vedomiozio,salutoeproseguolentamenteilmiopercorsofinoallafinedellastradanelqualesvoltoasinistra.Ilpaesaggiochemisipresentadavantimifaricordarecheègiovedì,lagiornatadelmercatinopaesano.Scendoemidirigoversolebancarelle,mimuovotralagentericonoscendoivisidivenditorievinti,respiroilforteodorediverdurefrescheenotochelesignoreancorarovistanovigorosamentetraleverdurecomesestesserocercandol’oro.Ciòchenonresisteèinvecel’usanza,lebancarellesonosempremenoeconvenditorisedutisuscomodesedie pieghevoli; anche imiei concittadini iniziano a preferire i centri commerciali. Proseguo e vedo una via,alloratornoveloceallamacchina,faccioilgirodell’isolatoevicientrodadietro,guardolacasadoveabitalei,ilportoncinobiancodalqualeuscivainritardomentreiol’aspettavoimpazientesuquellastessaodorosamacchina.Non è più un ricordo doloroso, appare ormai così lontano da sembrare finto, costruito e modificato perchéripensatotroppevolte,epercuinonpiùattendibile;ahcom’èdifficilecertevoltemantenerevivideleimmagininellanostramente,perfortunacisonogliodori.Quellochesentopassandodifronteaquelpiccoloparchettoèunmistodierbabagnatachesistaasciugandosottoilsolecocenteesterpagliegialleormaibruciatedallastagione.Sento–nellamiamente-anchel’odoredellenottid’estate passate con lei su quel prato, il suo odore, l’odore dell’umido notturno quantomai rinfrescante cheaccompagnalenostrechiacchiere;misembradisentiresullapellequell’erbapungente,quelledolcicarezze.Conlastessanostalgiacostruttivasorridoevadoavanti,giroasinistra,inquestaviaabitaunamiaziapaterna,vedolacasaeripescounricordo.Erail2003eancoraerounchierichettoquandomorìmiozio,delGrandemale.Pochianniprimaeramortaunasorella dimio padre e ricordo quell’episodio come spiazzante; permio padre e le sue sorelle e fratelli, fu unmomento di riconciliazione dopo anni passati in silenzio a causa di litigi familiari.Non cambiòmolto con lamortedimiozio,mangiammoperunmeseacasadimiaziasoloperfarlecompagnia,auncertopuntocominciòasembrareunafestaefuilpuntonelqualemiresicontochec’erastatofinoadalloraqualcosadisbagliatonellamiaconcezionedellutto.Fulaprimavoltachepersiunapersonadavverocaraeiniziaiaodiarequelloscorreredibelleparole,capiichetuttiifuneraliacuierostatoavevanoprovocatodoloreaqualcuno,undoloreintimoche

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nonnecessitavaditroppeparole,fioricariefrottoleipocritedichisivuoleredimere.Fusubitodopochesmisidifare ilchierichetto,annidoporiscoprì ildolorevenendocolpitodallamorte improvvisadellanostracatechista,vistaconlasinceritàchepotevacontraddistingueresoloimieicoetanei,dalcuoreancorasincero.Imbocconuovamentelostradoneprincipaleeraggiungoil latooppostodelmiopaese,facendolastradausualeche porta verso casa. Niente è cambiato dopo tre anni, le signore stanno ancora nella strada per controllare ipassanti,spogliandochiunquedeisuoiindumentiedeisuoistatid’animo;miconvincoancoraunavoltachenonèquestociòchevoglio.Nonostantequestoècomunqueilpostodovesonocresciuto,doveogniodoremiriportaaricordiesensazioni,momentifelicidigioventùtragliarginideifiumi,momentitristidiinsicurezzaevogliadiesserequalcunotratuttiqueiragazzi,momentidivitasfumatimaincancellabili.Arrivoacasa,ilmiocanemifalefeste,miopadremidaabbracciaescherzaconme,miamadrerideedèfelice,comepossononesserloanch’io?

ErnestoPusceddu

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Lucca

Questastoriainiziadallafine,daunatiepidamattinadiMaggioquandolasignorasiannodòilvecchiofoulardcolorcremaintornoalcolloeuscìperlasolitapasseggiatasulleMura.Sceselentamentelescaledellasuacasaincittà,attraversòilFillungointerrompendounaordinatafiladibambiniingitaconilorocappellinigialli,checometantepaperellecercavanodistardietroallamaestra.TagliòperViaSantaLucia,conl'intenzionedicomprareunpo'dellafocacciapiùbuonadellacittà.Uscendodalfornopassòdavantiaduncalesseinattesadiunnuovogiroturistico e finalmente arrivò sulle mura, proprio davanti all'antico Caffè appena restaurato. Si diresse versosinistra,insensoantiorario,inmodochel'ombradeigrandiplatanilariparasserodall'intensosoledimezzogiorno.Mezzogiorno!Eramolto tardi, il ritmopacatodellacittà inquellamattina l'avevaresaplacida, l'avevadistrattadallesolitecommissioniederaevidentementerimastatroppoalungoadammirarelenuovevetrinedistagioneearicambiaresorrisiconosciuti,anchesolodivista.Lafamelasorpreseproprioquandoilsuosguardocaddesuunapanchinavuotaall'ombradeglialberi.Sisedetteemorselafocacciaappenaacquistata.Anchesenzaocchiali,sicompiacevadelpanoramaaldifuoridellacittà,quandounabiciclettalesiavvicinòdadietro,rallentandoconunostridulorumoredifreninonoliati. Ilconducentesceseridendo,probabilmenteper lafragorosafrenata,esenzavoltarsilechiesedipotersisederevicinoalei.Leiacconsenticongarboelarisatadiluisifeceancorapiùfortementreappoggiavalabiciclettaall'alberopiùvicino:“Vedendotiqua,misonoaccortodicometunonsiacambiataaffattointuttiquestianni,persinolatuavoceèrimastalastessa”.Ladonnaloscrutòconattenzioneefinalmentel'uomo si voltò. Sul viso di lei apparve un sorriso commosso. “Anche il foulard, ti dona ancora come quellamattinadiMaggioincuitihosposata”.

FedericaFrizza

BercetomyLoveLeprevisionideltempoavevanoannunciatopioggiaefreddopersabato20Marzo2014,mascorgevoatrattitralebigienuvolecinerinefiltraresprazzidiunsolebrillantecherischiaravalestradediBerceto,avvoltanell’ariatersa e frizzante delmattino.Camminavo con disinvoltura per il largo viale alberato, immersa nella piacevolesensazionedella“sorpresa”cheilbeltempomiavevaregalatoinoccasionedelmioquarantesimocompleanno.Ascoltavodeliziatailfremitotenuedelventoprimaveriletral’ombrosofogliamedeiplatani.Volevo,comeprimatappa,passeggiareperlestradedelcentroosservandosialecostruzionimodernechelebellezzearchitettoniched’untempo..Nelripercorrere,quest’ultimosnododellaviaFrancigenamisentivocomeunpellegrinoincercadipace.Daundedalodivicoli,sbucainellapiazzaantistanteilduomo,chericordavoneiminimidettagliperquantevolte solevo soffermarmi di fronte alla facciata anteriore,catturata dall’imponente bellezza della costruzione Inparticolaremiaffascinava la solenneconfigurazionearchitettonicadella lunettadelportalecon le sculturepre-antelamiche delXII secolo, che raffigurano le immagini di Cristo in croce con gli occhi aperti,vincitore sullamorte .Echediredelpreziosocalice,splendentenelladiafana trasparenzadelvetro sottilissimo,qui custodito?Secondo la leggenda pare si tratti del Santo Graal, rimasto intatto nei vari spostamenti durante le invasionilongobarde grazie agli interventi miracolosi del patrono di Berceto,SanModeranno,e di San Remigio.Quantesuggestioni religiose e culturali s’innestano nella trama avvincente della storia del mio paese!Proseguiialacremente a camminare per giungere fino all’arteria che lambisce i ruderi del castello della nobile famigliaRossi,anch’essaoggettodileggendeinteressanti.TornatainItalia,adistanzadidiecianni,assaporavolagioiadelritorno.MierostabilitainAmericapernecessità,maneppureildiavoloinpersonasarebberiuscitoasradicarmidalla mia terra. Mio malgrado avevo dovuto trasferirmi dopo il fallimento del nostro antico laboratoriod’oreficeria.Nel tentativodi risollevarmidalla crisi finanziaria vendetti casa e podereper non soccombere aicreditoriche,dopolamortedeimieigenitori,nonmidavanotregua..Nonriuscivoadadeguarmiallanuovarealtàe trascorrevo le ore al laboratorio”Golden” a rimuginare il passatomentre ero china sul banconeda lavoro adeseguire i manufatti d’oro commissionati. Il caporeparto controllava se quel che andavo realizzandocorrispondessealleprerogativerichiestee,accortosich’erozelantemiaffidòincarichidimaggioreresponsabilità.

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Nelgirodialcunianni ildirettoreebbeapprezzamentipositivineimieiconfrontiperché lavoravoalacremente,tantochefuipromossaalgradosuccessivonellostaffdell’art-director.Tuttoandavaagonfievele,maquellavitaalienantenonmiandavaagenio.Nonc’eratempodisvagarsie igiornimicrollavanoaddossocomeceneredivulcano che tutto copre. Alla base dei miei problemi c’era il fatto che non riuscivo a metabolizzarequell’incalzante overdose di stress chem’accompagnava costantemente. Per di più faticavo amescolarmi conquella gente dai modi di vita diversi, dal momento che ero avvezza al mio mondo provinciale dove ci siconosceva tutti. Vagheggiavo di allontanarmi da quel posto ed in primavera si presentò l’occasione tantodesiderata.InItaliacisarebbestatalaprimamostra-mercatodellanostraditta traquelleinternazionali .Colsi lapalla albalzoedapprofittandodella conoscenzaperfettadei luoghi edella linguami feci avantiper andare inItalia come promoter nelle terre del parmense. Ebbi con facilità l’incarico e coincidenzemi spettò d’andare aParma ..Avevo quindici giorni a disposizione per per vendere i prodotti e prendere le prenotazioni. Lungo ilviaggioalmanaccai che avrei alloggiato aBerceto e avrei fatto la spola tra le zone limitrofe eParma.Nonmipareva vero di lasciarmi alle spalle ilmodesto attico dove dimoravo da eremita tra persone chemi passavanoaccantosenzascorgermi.Nelgirodipocheorel’aereomiportòaParma.AnsiosadirecarmiaBerceto,cercaiilprimo taxi libero e mi diressi verso l’hotel prenotato. Approdata nella stanza che mi era stata destinata,miaffacciaiunattimoallafinestraperrespirareunaboccatad’ariapuraepoi,sistematelemiecose,miabbandonaiadunsonnoristoratore.IlmattinoseguentedecisidifareungiroturisticolungountrattodelPoepoialcentrodiBerceto. Rividi le ampie vallate,le rocche gli antichi borghimedioevali, i castelli sontuosi, i chiostri silenti, imagnificiparchi,lesfarzosedimoresignorilietuttoquantorendefascinosaesenzaparilabellezzaincontaminatadelle nostre zone..Non paga di questo, nel pomeriggio mi venne in mente di dirigermi fuori dall’abitato perrivedere quella che un tempo era stata lamia dimora. Diedi l’indirizzo al taxista em’accordai che venisse ariprendermi dopo due ore. Volevo avere il tempo di esplorare i dintorni .La casa, circondata dal podere bentenuto, non aveva subito alcunamodifica. Il chemi diede unbrividodi compiacimento.Seguii l’istinto e, dalmomento che avevo buone disponibilità finanziarie, elucubrai di presentarmi e fingere d’essere interessataall’acquistodiquellacasa, anche sepoteva sembrareuna follia inquantononc’eranessuncartellodivendita.Suonaialcampanello.Venneadaprireunsignoresuisettant’annimoltoossutocolvoltoincartapecoritochemiguardòinmodointerrogativo“Buongiorno-michiesecortese-desideraqualcosa?”Ebbiunpo’d’imbarazzonelmentire “Buongiorno,mi scusi, èquesta la casa invendita?…nonvorrei essermi sbagliata…”E lui col capobassodirimandosbottò:“LamandaInes?Prego,favorisca”Nonavevolapiùpallidaideadichifossecostei,mastetti algiocoe lo seguii.Sull’uscio si affacciòunadonnacol faccione rubicondoeocchineridi lincechemisquadravano nel domandare: “Signorina, è dei servizi sociali? Le ha parlato Ines?” M’affrettai a precisare“Scusate, ci dev’essere un equivoco non conosco Ines. Sono alla ricerca d’una casa da acquistare epensavo…”“Ah,bene - aggiunse sollevata -noi siamoMaraeGiuseppeBenzi epermantenerenostro figliocisiamorivoltiaiservizisocialiprospettandol’ideadivendertuttoperchénonriusciamoadandareavanticonlespese...Leiè?”“IsabelD’Urso.Daragazzaabitavoqui.”Lasignora,aggiunse:“SignorinaperlamialeièlafigliadiGino eMaria..gli orafi?” “Esatto sono persuasa che ci accorderemo.Rompiamogli indugi…Ditemi… lacifra”Giuseppeaggrottandoleciglia:“Anoi,adesserfranchioccorronooltreduecentomilaeuroperilviaggioinSvizzera, l’intervento e la degenza di nostro figlio…” “Ne convengo. Mi dispiace che vi troviate in similicircostanze.Non temete,vidaròquantovolete!”IlSignorGiusepperestòunattimoapensare,poisi riscosseedisse: “Restiamo intesi così: Preparerò gli incartamenti.Mi lasci il numero di telefono.”“Bene.Eccole ilmiorecapito..arisentirci”Cicongedammoconunastrettadimanoedebbigiustoiltempodirimontaresultaxichem’attendeva,.Per tutta la sera nellamente girava come ruota dimulino l’idea che forse avevo fatto una sceltaavventata :Usciiper impedirmidi rimuginareegironzolaiper lacittà ronzanteefervidacomeunalvearecon ipassantichesciamavanoallegramente.Assaporavoilrespirodeltempotraqueivicoli,quellecaseequelletorri.“Nonsoquantimondipossonoesservinell’universo-meditaiassorta-amebastariappropriarmidellemiecoseinquestopiccoloangoloditerraperritrovarelaquintessenzadellafelicità”Delrestoisoldimelieroguadagnatiafaticaenondovevorendercontoanessunopercuierainutile,pensaiaconclusionedellemieriflessioni,badareaspese.Rasserenata,rientrainellamiastanzaem’addormentaiprofondamentecontuttoilbrusiochiassosodegliavventori che ciarlavano senza sosta - si sa noi emiliani siamo festosi e buongustai!A questo punto della

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narrazione devo giungere al gran finale ….Trascorsero trenta giorni - tempo necessario per mettere in attol’acquisto e per smaltire le vendite della ditta - e poi, comeprevisto, avevo centrato gli obiettivi .Tutto si erasvoltonelmiglioredeimodi.Avevorealizzatoimieisogni.Perfesteggiareilbuonesitoraggiuntomiconcessiunagrandeabbuffataditortèjdòlsconditiconburrofusoedoppiarazionediparmigianoreggiano-inbarbaaidietologi .Paga e satolla imboccai la via per Parma e ripresi l’aereo per varcare di nuovo l’oceano. Prima deldecollogettaiunosguardomalinconicoalladolcepianuraverdeggiante,agitatadaunaleggeraarietta,segnodelprimoalitostruggentedellaprimaveraannunciatadalvolorapidodiunostormodiuccellimigratoriemormoraiestasiata:“APRESTO!BERCETO….MYLOVE!”

AdeleTurco

LaCertosadeiSegretiLeverdicollinedelChiantisonnecchianoaldilàdellafinestrasocchiusadellamiacucina,baciatedalsole,mentreimpera la quiete di un frescomattino d’estate. D’improvviso il silenzio sbadiglia, con sbuffi di vento che ilmondorisveglia.Cieloazzurroebianchenuvoled’ovattaacompletareilquadro.Rallentanoimieipensieri,mentresedutaconunatazzinadicaffèfumante,raccolgoleprimelucidelmattino,iprimisuonieprofumi.Unagranvogliadipartire,peresplorareognipiccoloangolodiquestomondoamoltisconosciuto.Potreifarloconlamacchina,iltreno,lamoto,lamountainbike,apiedi…mailviaggioèsoprattuttonellatesta.Edèdaquichevogliopartire,accarezzandoconipensierilageometriadellepallideeverdeggiantidisteseoltreigeranidellamiafinestra,imurisbrecciatieitettiscompigliatidellecasevicine.L'argento delle viti, la candida punta dei cipressi secolari a sfiorare il cielo, il bianco delle strade sterrate epolverose,ildoratodelgranoeilgiallodeigirasolidanzantineicampidannovitaaquadrisuggestiviearmonici,degnidellepennellatedigrandipittori.CominciaquiilmiopercorsoallascopertadellaterradiSiena,chenonmihamessoalmondo,mamihaadottatoinetàadulta,divenendoTerraMadrepermeeTerraNonnaperlamiabambina.Unintrecciodivite,maancheodori,sapori,coloriemeraviglie,chenonbasterebbeunlibroaraccontare.Sienaèunpiccolograndemondo incantato.Labrumamattutinaèunasuacostante, insiemeaglialberichesiacconcianoafedeliguardianidiquestacittàpiccola,maingradodicontenerel’immenso.E’uncuoremedievalechepulsanelcorposofficeesinuosodellecollinetoscane.E’unastoriafattadimillealtrestorie,chesiuniscono,siintrecciano,siincastrano,comequelledituttiiluoghi,lecittà,ipaesi,iborghi,ipiccoligrandimondichefannolanostraTerra.Ungiornoqualcunomihasussurratochela terra di Siena contiene un segreto e da allora non smetto di pensarci. E’ stata una signora anziana che hoconosciutopercaso,duranteunapasseggiataneiboschi.Hocominciatocosìaprestareattenzione,adascoltarelavocedellecollinenelsilenzio,ilmormoriodelventotraicipressi,ilcantodegliuccelli,ilsuonodellecampane,ilfrastuonodellestrade,levocidegliuominiedelledonnecheinquestopostosononatiecresciuti.Chissàqualesaràquestosegreto,seèverochec’è.MipiaceanchecrederecheessosiasemplicementeracchiusonellabellezzadiciòchepossiamoscoprirevivendoaSienaperungiorno,dueomagaripertuttalavita.Lamagiadelviaggiaresisposaconilpiacerediospitare,dimostrareigioiellidellapropriaterra,dioffrireciòchedibuonosipossiedepernaturaachilosaapprezzare.ESiena,coisuoiabitanti,inquestoèbrava.Hailgustoelavogliadifarsiscoprire,disvelareilbelloracchiusotralesuemuraealdilàdiesse.Sonoancorasedutaasorseggiareilcaffè,dicuiormaièrimastoilfondonellatazzina,earimirarel’incantodellecolline oltre ilmio naso, quando con i pensierimi sposto un po’ più in là, dove c’è una grande porta che sispalancaallacittàvecchia.Sichiama“PortaCamollia”.Daquisiaccedealcuoremedievalechepulsaveloceefapiùrumore,specialmentequandoc’èariadifesta,perviadelPalio,chesiconservaesirinnovadasecoli,il2luglio e il 16 agosto di ogni anno. Siena è il Palio. Il Palio è Siena. Impossibile scindere le due realtà,straordinariamenteintrecciatefralorocomecieloeterra.IriflessirosatideipalazzidipiazzadelCampoeilsoleche gioca a nascondino con la Torre del Mangia sarebbero la mia icona preferita se dovessi inventarmi un

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francobollodiSiena,diquellicheguardiunavoltaetirimangonoimpressipersempre.AnchechinonèmaistatodaquestepartisacheperilPaliolapiazzasivestedicolori,drappelliemagia,cheperilpaliosirideesipiange,siamaesiodia,siviveesimuore.Questaèstoria.E’lastoriadiSiena.Hoabbandonatolatazzinadicaffèsultavolodellamiacucina,rapitadaunaspasmodicavogliadipercorrereapiedilastradachedallacollinadifronteacasaconduce,comeun’arteriaverdeggiante, alnucleodimattoniche risplende tra lemuramedievali.Adessocamminolentamenteper lestradedellamiacittà:già,lamia. Nonquelladovesononataecresciuta,dovemisonoinnamorataperlaprimavolta,doveildestinomihaannidata,malamiacittà,quellachehosceltocon ilcuoreperunasensazioneastrattaed irrazionale,perunamoreaprimavistaeafiordipelle,chealdilàdiogniimmaginabileprevisionemihafattosentirealpostogiusto,neltempogiusto.Lacittàchemihamostratochisonodavvero, cosa voglio e dove voglio arrivare, chemi ha accolta tra le sue braccia emi ha dato fiducia, senzachiederenullaincambio.Discretaeriservata,mihalasciatoesplorarla,qualchevoltagiudicarlaecriticarlaperlesuestranezze,perilmododipensareediagiredellasuagente,diversodalmio.ChinonènatoaSienanonpuòcapirecertecose.Lebellezzeartisticheenaturalidiquestoluogosonoindiscutibili.Icastelli, lepievi, iborghiantichi limitrofi sono una goduria per gli occhi e per il cuore. Percorro le viuzze della città che pullulano dinegoziettidell’artigianatolocaleechenonstancanoneppurechiinquestopostocivivedasempre(ilsenesepuòsentirsituristaavitaenonannoiarsimai),quandod’improvvisomivieneinmentediraggiungereunangolodelmioparadisodallabellezzaindescrivibileedimpareggiabile.SitrattadellaCertosadiPontignano,unexconventocertosinodelTrecento,checonservailsuoaspettooriginariodiluogoadibitoallapreghiera,allameditazioneeallapace.Ogginonèpiùunconvento,maunCentroCongressidell’università.Nonpossoarrivarciapiedi,devoseguireunastradadiquellechesiperdono incollina, fattadicurve, saliteediscese,vigneedoliveti,dovecisifermerebbeadognigirodigommaperrespirareapienipolmonil’ariadensadiverdeemeraviglie.Miincuriosisceilfattochelìvivesseroifraticertosini.Saràchehosempreavutointeresseperquestotipodivitadireclusioneepreghiera.Quando per la prima volta ho varcato l’ingresso della Certosa di Pontignano, ho avvertito una forte scossaemotivaedhodovutostrizzaregliocchipiùvolte,peraverelacertezzachenonfossetuttounsogno.Lamagiael’incantoappaiono immutati, perpetui.E’ stato amoreaprimavista, èdiventato ilmio rifugio,quellodovemirintano lasciando fuori tutto il resto del mondo. E’ quell’”altrove” dove spesso ci si vorrebbe materializzare,quandoilbrusiodellavitaattornoètroppoforte.Ilcielodalletintepastellosiconfondeconlaterra.Ilsoleintervieneadarepennellatedigiallosfavillante,inunballettodicontinuiscintilliiluminosi,cosìcheichiostri,glialberielecollinesembranoincastonatiafilocomegranidiluce,inunacornicedicuidiventoprotagonista.Aleggiaun’auradimisterocherapisce.C’èunsegretocelato fra i loggiati, leparetimonumentali, igiardini,persino lepieghedell’albachequell’oasiristora.TornoacasaedallafinestradellamiacucinarimiroinlontananzalacollinasucuisiergelaCertosasplendente.Sorridoguardandolaposadelcaffèsulfondodellatazzinaabbandonataalmattino.E’unalettera:“C”.DiCertosa,manonsolo.Iolehoaffidatounsegreto.L’hofattascrignodiuntesoro,chenonèquellodellaTerradiSiena,mailmio.Emipiacepensarechechiunquepassidalì,abbiavogliadilasciareilproprio,indicibileeimperscrutabile.LaCertosadei Segreti: la guardo, aldilà dei gerani, dove tutto comincia e tutto finisce, congiungendosi in un punto chechiudeilcerchioperfetto.Quellodellamiavitaedichiunquelafaràscrignodeipropriinconfessabiliefavolosisegreti.

DanielaCavone

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ReccohaimieipiediCamminareelasciarmisorprenderedituttociòcheincontro…..Camminarepermisurarelospaziousandoimieipassi,lamiavelocitàeilmioritmo….Camminarepartendodacasaetornandoacasa,inviaggionellamiacittà!Oggihodecisodipercorrereunodeitantisentierichecircondanol’areacittadina;nehoscopertialmenododici,emidivertoapensarechepossanoesserecollegatiaimesidell’annoealsusseguirsidellestagioni.Un po’ come lo scorrere della vita, quando siamo nella nostra primavera e in estate affrontiamo itinerari piùfaticosi,maper l’autunnoe l’invernopasseggiamoinrelax ,più lentamenteecon trattimenoimpegnativi.Perquestopercorsoèmeglioscegliereunagiornatadimaggio,nelteporeprimaverile,ancheneltardopomeriggio.Lecaratteristichecreuzemiportanosubitofuoridaltempoelascioallespallestressefatichequotidiane:salgocosteggiandocasecontadinee,attraversounsentierosterrato,pianeggianteepanoramicoarrivoaripidescaletteunpo’sconnesse……quituttoprofumadistoriaeognipietraconservailfascinodelpassato.MiraccontailsignorVincenzo,impegnatoasistemareilsuopreziosouliveto,chesiamonelcuorediLiceto,unodeiquartierirecchesipiùantichi,nellazonadelleAggie,doveancorasipossonoscorgereletraccedeiportalichedavanoaccessoalleville.I contadini da qui scendevano a vendere le loromerci: frutta, verdure, olio, latte, uova, un’economia rurale ,semplice,uncommerciopovero,mabasilare.Eralafinedel1700quandolafruttapartivaconitrenimerciversol’altaItaliaelaSvizzera,spessoaccompagnatadacassettecolmedifascettidirosmarino.Annusol’ariapulita,chiudogliocchiemituffoinquestaimmaginesuggestiva,bucolica….donneeuominitraglialberiochininell’orto,intentiallavoro,vocilontane,risate….tempiscanditidallanatura,riuscendoacreareunequilibrioalimentarerispettosodeiprodottidellaterra.Attraverso gli occhi esperti del mio cicerone posso individuare anche le mitiche erbette per uno squisitopreboggion,unamisceladierbespontaneeesucculentichepotròusareincucinanelripienodeipansoti,lapastaripienadacondireconsalsadinoci.La signora Giuseppina mi svela qualche trucco per rendere il piatto eccezionale: unire gradualmente laprescinseua e solo un uovo alle verdure lessate e tagliuzzate. Certo il vero segreto è nella forma da dare altriangolodipasta,chesolomaniespertesannorendereunico,unaveraleccorniapertuttiipalati.Dopo un paio d’ore concludo ilmio percorso, che diventa ad anello perché decido di scendere dal versanteoppostoaquellodipartenza,mahoconmeilpreziosoraccoltodellecolline,fattoanchediundeliziosobouchetdierbearomatiche,salvia,rosmarino,alloro,chetrasformerannounaricettasempliceinunpiattooriginale.Mibastasfiorarloperriviverel’emozionediquestopercorso,neiprofumieneiricordidiunaLiguriaantica,perunvoltodiversodiunacittàliguredellarivieradilevante.LamiaReccomioffrequadridavvero incantevoli, accuratamentecelati,maprontiamostrarsiaivisitatoripiùtemerari,cheosanolasciareperqualcheoralaspiaggiaelafocacciacolformaggio.Nonc’èbisognodialtro,senondeimieipiedi……magaricalzatiinscarpecomode!

PatriziaBalletto

Azzurroe…azzurroAffannosoilvecchioascensoresiergetemerarioversoilpassato.Comeunamacchinadeltempo.Daoggiaieri.Perché, a dire la verità, la sezione “Lucchesi Palli” della Biblioteca Nazionale di Napoli sembra davvero unangolodelpassato.Unodiqueipostiangustiesenzatempo.Dalleinnovazionipressochéminime:uncampanello,una lucepiuttostocheuna ringhiera.Manientedinuovo,scientifico, tecnologico.Nientediniente.Neppure il

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clima.Che,nonostanteNovembre, appare coraggiosamentemite e sereno. Il sole, adagiato sui tetti deipalazzicircostanti,sembranonvolersiarrendereallenuvole.Micacomeme!Chedallenovedimattinasonooscuratodacataloghiemodulidi“RICHIESTATESTI”.CercounlibrodiuncertoÉmileAjar.Unoscrittorefranceseche,dopolamorte, si scoprìpseudonimodiRomainGary.Ovviamente iocercavounautoree i cataloghine indicavanounaltro. ..“Ealloraduesonolecosegiovanotto:osite scemevuje,o songescemo io..!!”…“E siccome io qui cilavoro da trent’anni non mi pare proprio il caso” … “Ok ok ho capito! Scendo un attimo..e ricontrollomeglio!!”Cosi un quarto d’ora dopo,mentre cerco di rimpastare lamiamimica facciale permostrarmi il piùdesolatopossibile,sonodinuovodifronteall’uomodallatrentennaleesperienza:“L’autoreèÉmileAjarenessunaltro.Nonc’ènessunerroredapartasua !!”(pensoedico,perchésonoobiettivo).Misiedo.Sono leduedelpomeriggio e le sale quasi completamente vuote. Di fronte a me, quell’inaccessibile espressione letteraria.“Finalmente!”, penso. Un romanzo del 1975, di 200 pagine. Inizio a sfogliarlo. Mi piacerebbe prenderlo inprestito.Sembraunlibrointeressante.Iltitolol’hosentitoperradio.Parecheabbiavendutomilionidicopie.Miprecipito a leggere qualche pagina. “Una vita davanti a sé”…“Guarda un po’ che strano titolo! Un terribilescherzodeldestino??”mivieneildubbiocheveramentedentroquellibrocisialamiavita!Lavitachesarà;(oquella che vorrei?) quella che un giorno verrà a trovarmi e s’impadronirà dime, impedendo finalmente aglieventidideciderealpostomio..chemiprenderàpermanoecominceràmostrarmilecosepiùbelle.Comequestoposto.Dove,insiemealsilenziodegliocchi,sipuòosservareilmare.Attraversounaportaaperta,condelizia,sulgolfo.Mergellinaeorizzonte.Veleecrociere.Azzurroe…azzurro.Già,azzurroe…azzurro.Comedicevalei…Suquestotavolo,esattamenteinquestoangolodelmondo,leggevamoincuriositilepaginedeLaDolceVita.Queltestochenarravadituttiiretroscenadelfilmchesegnòun’epoca.PiacevaadentrambiFellini.Cipiacevaperchéera arguto, magico e i suoi film spesso surreali. Eravamo stregati dagli anni delle irripetibili notti romane.FantasticavamodivertitiauntavolodiViaVeneto.Seduticomepredequotidianedellacronaca.Immaginandocidividelpassato,prontiaviverelanostragrandeavventura.Degliannipiùbelli:quellidellenostragiovinezza,delnostro amore. Da allora sono passati due anni. Alessia ha deciso di lavorare in America accettando,inspiegabilmente presto, una proposta giunta per raccomandata. Dimenticandosi delle sua vita passata..dimenticandosi soprattuttodime.Oraqui,ci sono io, ilmio libroe lesue invitantipagine iniziali.C’è laveraidentitàdelprotagonistaMomò,lavisionedirettaecrudeledelquartierepariginodiBelleville,c’èperfinochisièpermessodiscriverenell’introduzione:“SeidiventatopazzoperColeicheami”.Echiharisposto:“Lavitahasapore solo per i pazzi”. Chiudo gli occhi e ritorno ad ascoltare lei.Ascolto il suo profumo alla vaniglia. Lecanzoncine in inglese fastidiosamente sussurratenelmioorecchio. Ilgustocaramellosodei suoibaci. Il coloretenerodeisuoiocchi.Ascoltoilsaporedicaffèappenapronto,ilcoloreterribilmenteazzurrodelmare,l’odoreanticodeilibridiartedrammatica.Ritornoaglianniuniversitari.Quandoeracosìraroconcedersiunapausa.Unafinestradiscretasulmondo.Ungiornodivitafelice.Spensieraticomesoloduegiovanipossonoesserlo.Ritornoaimomentimagicidopogliesame.Dopounodiquelliduriefaticosi.RivivolepasseggiateaViaChiaia.Inostribaci dolcissimi allo zucchero a velo delle sfogliatelle ancora calde. Il caffè dalle tazze bollenti del BarGambrinus.Oracheleinonc’èpiù..laquietediquestopostorasserena,senzachiederenullaincambio,lemieinquietudini. Ora che sono solo, con il mio libro. Ancora più solo. Accanto alle mie avversità. Agli avvisipubblici. Ai traslochi coordinati e continuativi. Ora che sono (da solo) in cerca di una nuova occupazione.Probabilmentealnord.Inqualcheluogofreddoesenzasole,doveloseraascoltiprestoilprofumodelcamino.Perunanno,due…oforsepersempre!Vorreinonlasciaremaiquestoposto,questapaginaancoravivadinoi.Quidove,ancheivecchilibridecidonodirestarciavitaeigeranisinutronoesclusivamentedimareedisole.Inquestiluoghifelici.Doveancoralegiornateprofumanodiprimavera.Edilsolesembranontramontaremai.

ClementeCipresso

CamogliIlcolonnelloCassiaguardavailmare,sedutosuunapanchinaall’ombradiunpinomarittimo.Illuccichiodelleondesquarciavailbuiodeisuoipensieriel’odoredisalsedinelottavaconl’amarocheluiavevainbocca.Lacosta,altaerocciosa,gliparlavadilunghepasseggiate,aitempiincuil’amorepervadevaogniattimodeisuoi

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giorni, quelli in cui la sua mano stringeva quella di Lucia e i suoi occhi erano costantemente incorniciatidall’espressionedelsorriso.Ilsole,stranamentetiepidoquelgiornodiLuglio,regalavaalleombreformetradizionali.Untempoinveceavevadipintoanimaliecreaturemitologiche,daguardareecommentare,fraunbacioeunaltro.Quelsolenonscaldavapiù. Era solo un arredo di quella vista, alla quale il colonnello dedicava ogni giorno mezz’ora della suapasseggiata.Nonlavoravapiùdamoltiannieilsuopasso,senzacheluiseneaccorgesse,eradiventatosemprepiùlento.Così,alpassaredeigiorni, inquell’oradipasseggiata,ilpercorsoeradiventatosemprepiùbreve.Unavoltaarrivavaalmeno fino alla villa dei Farisella. Adesso si accontentava di ammirarne i balconi pieni di gerani, da quellapanchina,atrecentometri,cheiragazzinidelquartierelasciavanoliberaquandoarrivaval’oraincuiluisarebbeapparsodalsentiero.C’eraodoredigelsominoquelgiornoenientesembravapresagirecosasarebbesuccesso.Mattia,unodeiragazzini,avevavistoCassiaarrivarezoppicandoesieravoltatoversoicompagnidigiochi,comeachiederelorosenesapesseroilmotivo.Unodiessi,Luca,cheabitavanellacasadifronteaquelladell’anziano,quellamattinanonl’avevavistouscire,comedisolitoaccadevaallenovee,quandoMattiagliavevacitofonatoper andare al lungomare, era sceso in strada e aveva visto la serranda della finestra del colonnello ancoraabbassata.QuelgiornoCassiaeraandatoasedersisuquellapanchinasenzailgiornaleinmano,comeinveceaccadevadisolito.Eraaffaticatoeturbato.Isuoiocchinonavevanodispensatoaqueiragazzininemmenounsorrisoalsuopassaggio,néuncennodisaluto.Simassaggiavacontinuamenteilginocchiosinistro.L’altra mano invece, come tutti i giorni, non smetteva di torturare il piccolo bottone di feltro nero che ilcolonnellotenevaappuntatoalbaverodellagiaccasindaquandoeradiventatovedovo.Mattiaglisiavvicinò.“Buongiorno,colonnello.Tuttobene?”“Buongiorno,Mattia,tuttobene;etucomestai?”Lamanochemassaggiavasifermòperunattimo,iltempodipronunciarequellafrase.Poiricominciò.“Cosasièfattoalginocchio?”“Nulla,hosolourtatounmobilementreuscivo;oggiilsolenonscalda.”“Già.”Mattiavideunanuvolachesiapprestavaacoprireilsole.“Colonello,dicechepioverà?”“No,nonpioverà.”Il colonnello ci azzeccava sempre: decenni al serviziometeorologicodell’Aeronauticagli avevano insegnato aprevederequandounanuvolaportavapioggiaequandoinvecetristezza,comequelgiorno.Mattiatornòdaisuoiamici,aparlaredicalcio.Unabarcaavelapassòpocodopodavantialbelvedereeattraccòpochimetripiùinlà,scomparendoallavista.Ilcolonnello riconobbe chi c’era a bordo e si affrettò ad alzarsi e ad avvicinarsi zoppicando al parapetto perguardaregiù,vicinoalmolo.Unuomoanzianoscesedallabarca,conuncappellodamarinaioepantaloncinicortibianchi.“Eugenio!”,chiamòilcolonnello.L’uomosollevòlosguardo.“Eugenio!”,ripetéCassia.L’uomosorriseeaprì lebraccia.Ilcolonnellosivoltòversolascalacheportavagiùevisidiressesorridendo.Avrebbe voluto correre verso il molo. L’uomo intanto, finito di legare la barca, si avviò su per la scala.S’incontraronoametàaltezzaesiabbracciarono.“Romeo!Comestai?Quantotempo.”“Eugenio,fratellomio,iostobene,unpo’acciaccatomavivo;etu?”“Iononriescoastaresullaterrafermaperpiùdiungiorno,losai,cosìoggihofattoungiroversoPortofinoeper

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laprimavoltanonvolevopiùtornareacasa;allorahodecisodipassaredaqui,lacaravecchiaCamogli.”“Ecomemai?”“Nonso,questianniinLiguriastannocominciandoadiventaretroppi:mimancalamiaPuglia,larocciacalcarea,l’odoredellepizzefritte.”“Lepizzefritte,quelprofumo,chemeraviglia,quandosonovenutoatrovarti;iLigurifannosolofocacce.”“Già.”Risero.“Nondirmichevuoitornare.”“Magari,ma ormai non c’è più nessuno ad aspettarmi, sonomorti tutti, parenti, amici e nemici; e tu nessunanostalgiadiGaeta?”“Certo,maancheimieinemicisonomortiquasitutti;restisolotu.”Riserodinuovo.“Miaspetticinqueminutichesistemoduecosenellabarcaeciandiamoafareuncaffè?”“Vabene,nelfrattemporisalgo,perchécimettounpo’adarrivaresu.”Ilcolonnelloaffrontòilprimogradinoenelmomentoesattoincuisollevòlagambapersaliresentìun“crack”.Ilginocchiocedetteeluicaddeinavanti,urtandocolvisosuunospigolo.Rimaselì,dasolo,nascostoallavistasiadel suo amico, che intanto era arrivato giù almolo, sia dei ragazzini sul belvedere.Dalla ferita sulla fronte ilsangue si avventurò lungo il profilo dello scalino, giù verso la ringhiera. Passarono dieci minuti prima chel’amico,risalendo,lotrovasse,distesoepallido.Urlòeiragazzinisiaffacciaronodalbelvedere.Mattiacorsegiù.Il marinaio chiamò un’ambulanza. Quando questa arrivò, i ragazzini rimasero immobili mentre la barella eraportatasuperlescale.Lucrezia Cassia aveva quarantatré anni quandomi ha raccontato della fatale caduta di suo padre, e consumòl’interopacchettodifazzolettidicartacheleavevoofferto.Hoimmaginatoquellascenadieci,cento,millevolte,e c’è sempre stato un particolare che non torna. Una volta ho creduto fosse l’odore di gelsomini, un’altra ilcappello delmarinaio, un’altra ancora lo sguardo impietrito dei ragazzini. Poi ho pensato che forse è proprioquellacadutachenonquadra.NonquadraconilritrattoeroicocheLucreziamihasempretracciatodisuopadre,quandoancoraciabbracciavamoall’ombradiqueglistessipinimarittimi.Nonquadracomelostarelontani,comel’essersilasciatipercolpadiunasituazionecheleidicevainsostenibile.Nonquadraperchédeinostriabbracciilmaremiporta,ognigiorno,l’ecoelalunamiracconta,comefaunanonnaconunodeisuoinipoti.QuandoincontroMattia,cheorahavent’anni,vedoneisuoiocchi l’immaginediquelvecchioemiapparepiùnitidacheneiraccontidellamiaex-amante.Credocheungiornoluisaràmoltopiùsimilealcolonnellodicomel’hoimmaginatoprelevandoleparoledalledolcilabbradiLucreziaesapràprevederequandounanuvolaporteràpioggiaotristezza.Leimi ha detto pocodi quellaLucia.Mi ha raccontato di più del sorriso con cui suopadre gliene parlava.Eallora, senzavederneuna foto, ho credutodi immaginarla perfettamente, con i capelli raccolti e una spilla sulvestito,diquelledorateconibrillantinidentro,magariaformadinotamusicaleodigabbiano.L’hoimmaginatapasseggiareconquell’uomoechiederglicosaavrebberoportatolenuvole.L’hoimmaginataancheinquelgiornoincuiglihacomunicatolasuadecisionedilasciarlo,perchél’amoreeraandatoinferieoperchémagarilalorosituazioneeraancorapiùcomplicatadiquellamiaconLucrezia.ChissàseancheLuciaavevaunfiglioinnomedelqualeavevaconsumatoquellarotturaeavevapreferitorimanereconunmaritochenonamavapiù,perquietovivereoperpauradifarmorireilsorrisonegliocchidellasuacreatura.L’amaroinboccadilui.Quelloinvecenonhobisognodiimmaginarlo,perchéèvivoinme,comeilriflessodelsole inquesteonde,cheosservodaquestapanchina.Laggiù lavilladeiFarisellanonhapiùgerani,masolo isegnidell’abbandono.Già,l’abbandono.

GianniContarinoUnaportainparadiso

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BenvenutisullacostieraAmalfitana.IlcartellochesileggeèlìlungolaStatale,appenadopoloscivolo,ilgrandepontecheconduceaSalerno.Laportad’accessoalParadisosistagliapropriodinnanzi:Vietrisulmare,illuogodovesonocresciuta.Subito l’impatto è spettacolare. Aggrappato alla roccia, come una sporgenza naturale e maestosa, si erge ilPalazzodellaCeramicaSolimene, realizzatodall’architettoPaoloSoleri, sullo stessomodellodelGuggenheimMuseumdiNewYork.L’ariacampanachesadibuono,chehailduplicesaporedidolceeasprocomeilimoniche la fanno da padrona, si sposa con quell’atmosfera internazionale che la caratterizza da sempre, perché labellezza di quella terra appartiene almondo intero.Alla fine del corsoUmberto I, domina la vista, la cupolacinquecentescadellaChiesadiSanGiovanniBattistaconlesuescandole, lemaiolicheaformadipescedi trecoloridifferenti:azzurro,verdeegiallo.Ilbigliettodavisitaètuttaviaunaltro.Immenso,lacirconda,lapenetraelainnalza.Ilmare,conisuoiriverberi e le sue luci, è un complice fedele di umili artigiani che con alacre fervore modellano piccoli gioielli diterracotta.Vietri:lacittàdellaceramica.Lavitaquotidianadiquestasplendidacittadina,vicinoAmalfi,èdipintasutazzine,“sulleriggiole”,suvasiebocchetteprofumate.E’un’apoteosidicolori.Ledecineedecinedibotteghesonounadiversadallealtre,ognunohailsuolaboratorio,ognunolesuesfumature,ognunolasuatradizione.Si,perchéVietri,èpienaditradizioni.Ilsuonome,dallatinoVetusvuoldireantica;findaltempodell’originariaMarcina,eraunpiccoloborgomarinaro.Dallecartenauticheeraconsideratacomeilpuntodiriparodalventodilibeccio.Ricordomiononno,conservavaancoraunpiccolovascellodiargilla,exvotopergliscampatinaufragi.Rientro,dopotremesinellamiacittà.Illavoromihaportatalontano.E’intatta,identicaacomel’avevolasciata,anziancorapiùbella.E’ungrappolodicasebianche,dallatipicastrutturacubica,tracuisvettanoditantointantocupolettecolorate.Sentoleprimevoci,nericonoscoilmiostessoaccento.Mipenetraperfinonellacarnequellabrezzasanadell’acquadimare.La strada, stretta fatta di sanpietrini, quei fastidiosi sanpietrini, in cui i sandali alti spesso si incastravano,conduceaMarina,illuogopiùamatodainoiragazzi.Eralì,nellapiazzetta,difrontealbar“chefacevaigelatimigliori”chenacqueroiprimiamori,fattidiingenuibacieconchigliecolorate.Cisiincammina,lungoquellochepuòrappresentareillungomare,fattodispiaggia,ombrelloni,epiccolispazidiristoro.C’èlaspiaggettadellaCrestarellaconlatorredelCinquecento,poiBagnara,MarinaD’albori,L’AcquadelFico,chiamatocosìperviadiunmaestosoalberodafruttotralerocceaspreeduredellacostiera,finoadarrivareai“Duefrati”,iduefratelli,iduescoglisimbolidiVietri,icugininonlontanideiFaraglionidiCapri.Lasciabiancadellenavi,leluciabbagliantidell’estate,lamaestositàdiVillaGuariglia,glispaghettiallevongole,ladeliziaalimone.QuestaèVietri,perchièforestiero.LasignoraGiuseppina,chepuliscesuunosgabbellinodipagliafuoridalportonedalgrigiointonacoibaccellideipiselli.IlsignorEnzocheintrecciauncestinodivimini,“spuzziulando”untozzodipanebagnatocoll’acquadimare.Ugoe“Tatone”cheraccolgonoiprofumatilimoniingrossecestenere;eancoraMarilenacheinnaffialeroseneivasiinpiazzaMatteotti,oGinachedàdamangiareaigattirandagidiDragonea,epoilasignorinaStella,Gennaroilsalumiereetantialtri….Vietri è questa, per chi come me, vi è nata. Per tutti coloro che, sono cresciuti, e pur a malincuore si sonoallontanati.Noiabbiamounsegreto,ilnostrosegretopernondimenticareilparadisochecihagenerato.E,pernoivietresi,inquantosegreto,cosìdeverestare.

RosariadeRosa

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La“scerra”suunaLekaneBrevestoriasuunadecisionegrottesca

Nonebbetemponeanchedifinirelafrase,“…cosìèdeciso”,cheilsilenziodell’aulavennesquarciatodalgridodidonAlfio:“machediaminestadicendo,Lei!”.Sembravachel’avessetrattenutopertuttoiltempodellalettura,losfogodigridarglielo.Eneanchelareazionedeicarabinieripote'calmierareleurla,ilvocìoeglischiamazzichesubitoseguirono.Chidaunapartebisbigliavaall’orecchiodelvicinoleproprieconsiderazioni,chipiùinlàsispellicavadallerisate,chiancorachiedevaalvicinocosa insostanza fosseaccaduto.Ed invero,permesi, inpaesenonsiparlòd’altro. Ipranzidelledomenichenonsfuggivanoall’esamedellaquestione.Eperquantomagaril’argomentovolesseessereevitato,bastavachequalcunodicesse“passamiquelpiatto”,chesubitolasortedellaconversazioneimboccasseunasoladirezione.Bastavafareunapasseggiataincentropercapiredaisemplicigesticheaccompagnavanoleconversazionicheiltemadibattutofossesemprequello.Ovunquesivolgesselosguardo,sembravadivederlorealizzarsidicontinuoquelloscambio,Scambio?Chisaprebbedirlo,inverità,comenominareciòcheerasuccesso?Ed in effetti la vicenda era alquanto ingarbugliata. E non contribuì certo la decisione del giudice, del dottoreImpallomeni,cosìcomevenivachiamatoinpaese,achiarirla.Macomeglieravenutoinmente?Nondiradocapitavacheinpaesesiorganizzasseromanifestazioni,conferenzetuttevolteapromuovernelastoriae a rievocarne i fasti trascorsi.Quelli soprattutto dell’età romana imperiale.Atmosfere che si respirano per laverità ancora oggi, se solo si entra in un negozio, o si fa visita ad un artigiano, o pur anche entrandonell’abitazione di un residente: statue, vasetti e anfore, fanno bellamostra di sé, e pur replicate, quando sonoreplicate,queivasettiquellestatue,quelleteste,sonsemprecapacidifareriviverelesueantichissimeorigini,echeggiareilrumoridellebigheromane, ilcigoliodeimovimentiondulantidelleruotedeicarri, ilbaccanodeiciveschepasseggianoperilforo.Esaràstataforsequestaatmosfera,vissutafindabambino,cheavràindottoildottoreImpallomeni,apprezzatogiudice e riconosciuto appassionato di storia romana, ad indurlo – sconsideratamente – ad emettere quelladecisione.DonAlfiose loripeteancora,senzacheglivengachiestodaalcuno,quandopasseggiaper ilcentrodelpaese:“macheminghiac'entraquestoCersio”–spessoadaltavoce,traséesé-“iol’hopagato,glihodatoisoldi,l’hopagato,lalekanemeladovevafardare,questocornuto!”–esforzandosidiripetere-“…diditipacunia,anzino,dediamipecunia”–perpoiarrendersi–“…cheavràvolutodire,losasololui!”.EdineffettiaqualcunosembravachetuttiitortidonAlfiononliavesse.Macomeglieravenutoinmenteperòdipagare in lire, per giunta cinquecentomilalire, lo sa solo lui. E a tanti altri però, la decisione del dottoreImpallomeni,sembravaunaaggiornataerivedutaformadicontrappassodantesco:conilvecchiohaipagato,conilvecchiovienigiudicato.Epoiquellacitazione.E’quellacitazionechenonfadormiremoltilanotteinpaese,speciedonAlfio:dedi tibipecuniam,utmihi lekanedares,modellatasull’originalededi tibi pecuniam, utmihiStichumdares.E’questocheglitoglieilsonnolanotte.Quellafrasepronunciatapermotivarelasentenza.NeancheadonTuri,maestroceramistaefineriproduttoredirepertiarcheologici,perlaveritàeraandatabene,seeraveroche–comeavevaasseritodurantel’udienzaincuifuascoltato-lalekaneglierastatasottratta.Anchesequalchemalignoinsinuavachelatenessecomodamenteincasasuaelafacesseammirare,percomel’avessebenriprodotta,soloaqualcheappassionatochegiungevainpaesedaluoghiignoti,appostaperguardarla.Echenonerapernientevero,quindi,chefossestatarealizzatadalui.Masiache l’avesserealizzata lui,che l’avessepoismarrita,siachegli fossestatasottratta,oche la tenesse incamerasuaenonl’avessevolutapiùconsegnareperché,comequalcunoandavainsinuando,neavrebbescopertal’autenticità,amoltisembravaancoranonverochela“scerra”,comequivienechiamatalalite,fossestatadecisasullabasediunframmentod’epocaromana.Definitaallalucedelparerediungiuristad’epocaimperiale.SembravacheildottoreImpallomeni,ancorpiùcheessereimpazzito,avessesolovolutodonareallasuaamata

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cittadina, il fascino, l’atmosfera e il ricordo di un’età ormai lontana, facendola, dritto dritto, catapultare inquell’epoca.Quella imperiale,quelladiAugusto,diAdriano.Equelladecisione, forse,altrononè statoche ilmodoperrenderlopossibile,primadicongedarsi,dopo40annidiservizio.Stadifattocheilmodoincuiaveva,inqualchemodo,datosoluzioneallascerra,comequivienechiamatalalite,avevaconquistatoleprimapaginedeigiornali,localienazionali.Qualcheillustrepennascrisseaddirittura,nonprivodienfasi,chedoposecolidisilenzio“lastoriabussavaalleportedell’Italia”.Avoltepensosenonera, ilputiferioscatenato,ciòchevolesseproprio ildottore Impallomeni!Cheneigiornisuccessivialladecisionepasseggiavainpiazzaconilpigliodichisembravagodersela.VestitocomeunmagistratodellaRomaclassicaounpraetordiquellarepubblicana.Sempreelegante,l’incèderefiero,lafrontealta,ilpassosicurodisé.Nonsipuònemmenodirecheglimancassel’anellod’oro.Avevapurequello.Nonsi sa se sia stata lapassioneper levicendedella storia romana,dicuiCenturipeè ricchissima,adaverlo indotto a intraprendere gli studi di diritto, o al contrario fossero stati quegli studi ad averlo fattoappassionareadessa.Machefossediventatopazzo,ochecimarciasseancora,adistanzadi tempo ildottore Impallomeni rimanevaconvintodellasuadecisione.Eachiunque-edancoraoggi-sifermavaconluiperfarselaspiegare,percapiremegliocosaloavessespintoaprenderequelladecisione,peraltro“fondandola”suunpassodiCelso,ilfamosogiuristadiepocaimperialedell’etàdiAdriano,nonsisottraevaediventavaanziinvolontarioprotagonistadellediscussioni che ormai da tempo si andavano svolgendo intorno al fatto, e spiegava, convinto dell’attualità sulcaso, del frammento dei Digesta in 12.4.16, che era “preciso preciso, spiccicato, all’episodio tra don Alfio emastrodonTuri”.Inunadiquesteoccasionimisonoritrovatopureio.Quelgiornountaledelgruppoconilqualepasseggiavaildottore,glifecenotarecheancheseilcasofosseprecisoprecisospiccicato–comedicevalui–allastoriadidonAlfioedonTuri,bisognavapureammetterechedaalloraeranopassatidiversisecoli.Maconfarerisolutosenzapernullascomporsi,ildottore,arrestòilpasso,ementretuttiglialtrifermavanoilproprioesichiudevanoattornoa lui, formando un cerchio, dopo avere flemmaticamente finita la masticazione del quotidiano cannoloabbondantementefarcitodiricottaeadornatodaquellameravigliosadeliziacheèlacremaalpistacchio,seraficorispose:“echilodice?”-“Vedete–proseguìconpigliosicuro,mentreglialtrisgomentiudivano–nonsiètrattatadiunavendita,madiunapermuta".- “Ma come dottore, - incalzò uno del gruppo – don Alfio, poverino, ha tirato fuori cinquecentomilalire perpagareilvaso”.-“No!”Risposeilsolitoespertodelgruppo–“nonèunvasumaunlekane”.“Chidici!”-aggiunseAntonio–“sidicilalekaneenonillekane,èfemminile.Mudissimiafigliachestudiaall'università”–rimarcando.-“Comesidicedice–aggiunseildottoreImpallomeni–laquestione,mieicarisignori,nonèquesta”.-“Certo–ribattèunaltro–ècomedice ildottore, lecinquecentomilalirenonvalgonoormaicomesoldi.DonAlfiocomepotevacomprareillekane…”-“La lekane!La lekane, è femminle,mudissimò figghia che studiaall' università”.Tenne a precisare ancoraAntonio.-“Vabene,vabene,malastorianoncambia,laliraormaièfuoricorso,nonvalepiù,haragione‘udutturi!”.AggiunsePippo.-“Maquali!”–ribattèinfastiditoildottoreImpallomeni–“allora,cariamicimiei,nonavetecapitonulla."-Maalloradutturi–incorotutti–comeèstastoria?”.“Amicimiei – con fare elegante e distaccato, velatamente compiaciuto – non c’entra la lira o l’euro. Io nonpotevocondannareDonTuriapagareDonAlfiopernonavergliconsegnatolaLekane,perché….”-“Certo,haragione‘udutturi,aDonTuriilpiattoglielohannofregato...”–lointerruppeunaltroancora–comeglielopotevadare?".-“Maquali!Chidici,donTuriilpiattu,oillekane,olalekane,cel’haacasa,inbellamostra.Vocidipaese...”–ripresePippo.-“Signori,amicimiei–continuòrisolutoildottore–laquestionechelaLekanesiastatasottratta,smarrita,che

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siaveraoriprodotta,ocos’altrodiavolovolete,nonc’entra”.-“Madutturi–ancoraincorotutti–mastastoriaciscusicomeècheè?Noinoncistiamucapendo,conrispettoparlando,niente”.-“Amicimiei,semostratelapazienzadiascoltarmi,iovelaspiego.Comevidicevo,iononpotevocondannaremastrodonTuriapagaredonAlfiopernonavergliconsegnatolaLekane,perchétradilorononeraavvenutaunacompravendita,unaemptio-venditio,comesisarebbedettoaRoma.Sesifosserealizzataunavendita,ecioèsedonAlfioavessecorrispostoadonTuriunprezzoperlaLekane,donTuri,anchesel’avessesmarritao,comedicelui,chelefossestatasottratta,dovevaandarselaacercare,orifarlaugualeedargliela.”- “Mi scusi dottore, ma don Alfio non c’aveva dato soldi? Cinquecentomilalire, che significanoduecentocinquantaeuro?”-precisòPippo-“verodottore,Pippoharagione,ancheseinlire,poverino,donAlfiovolevasignificareduecentocinquantaeuro,chemastrodonTurisipigghiò”,ripetetteunaltroancora.-“Ehno!Nonècomeditevoi.CinqucentomilaredonAlfiohaconsegnatoadonTuri,chenonavendopiùvalore,vogliono solodire“merce”- ribattè il dottore Impallomeni.E riprendendo le redini della discussioni, “Vedete,avendoconsegnatolireenonsoldiattuali,cioèeuro,haconsegnatodellasemplicemerce,peravereincambiounvaso…”.-“Lekanedottore,Lekande,miscusasse”,precisòPippo,visibilmenteimbarazzato.RicordoancorailvisoelosguardodeldottoreImpallomeni,eilsuodesideriodivolerlofulminaresesoloavessepotuto,maripreseilsuodire.-“Grazie,Pippo,grazie,losappiamo…”-confarepiccato.-“Inognicasolalekane…lalekane,...èfemminile….”precisòAntonio-“Oh!MabastaAntò,l’abbiamocapito,tel’hadettotuafigliachestudiaall'università”–tuttiincoro.-“Quindi–ripreseildottore–comevistavodicendo,avendoconsegnato“lire”enonsoldiattuali,cioèeuro,don Alfio ha consegnato della “merce”, per avere in cambio la Lekane. In sostanza si è avuto una sorta dibaratto,l’antenatodellapermuta.QuestosignificacheincapoaDonTurinonèsortol’obbligocorrispettivodiconsegnarelaLekane.Edinverol’unicacosacheiohopotutofareèriconoscereadonAlfioildirittodiriavereindietrolasuamerce,cioèlelire,chenonsonoilprezzodellaLekane.DiceinfattiCelsochequandodedimihipecuniam,utmihiStichumdares,potrà solochiedersi la ripetizionediquantodato.Eallo stessomodo incuiargomentòCelsoapropositodiStico,selaLekanefosseandatadistrutta,ononfosseappartenutaadonTuri,odon Turi non l’avesse voluta semplicemente consegnare a don Alfio, don Alfio poteva solo pretendere larestituzione di quanto dato amastro donTuri.Celso è chiaro su questo punto.Dunque non c’è stata emptio-venditio!”.Losmarrimentodiquantoudito,mistoaunfrastornoalienantediunpo’noitutti,nonimpedìall’intraprendenzadiPippodiincìdere,conunasterzata,allaspiegazionedeldottore.-“Secondome,donAlfioperò,tantoinnocentenonè,perchésecondome,sivolevasbarazzarede’soldichenonvalevanopiù,eavereincambioilLekane…”–mentre tuttisigiraronoaguardarel’espressionediAntonioperzittirloancoraprimachepotesseproferireparola-…edèrimasto – continuòPippo -…fregatoquandomastrodonTuri s’è accorto che laLekane era autentica e non gliel’ ha più voluta dare, oppure perché gliela hannofregataperdavvero”.Mala loroattenzionefudistrattadallafigurache iniziòaspuntaredallastradellache lacongiungeallapiazza,sullosfondodellaqualesistaglia,altèraemaestosal'imponenzadell'Etna.Inquellasagoma,leggermentecurva,labarbaincolta,gliocchialispessieilbastonesulqualesiandavapoggiandoditantointanto,percamminarepiùspeditamente, scorgemmo il profilo di don Alfio, che si avvicinava. E non si ebbe più dubbio alcuno che sitrattassediluinonappenasiudì,semprepiùnitidamentequellalitanìa:“iol’hopagato,glihodatoisoldi,l’hopagato, lalekanemeladovevafardare,stocornutu!…Diditipacunia,anzino,dediamipecunia...cheavràvolutodire,losasololui!".

RinoPalladino

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NonèBagnocavallo,èBagnacavalloGliabitanti,inamicizia,lachiamanolaBagna.Forseperchéètuttasinuosaconquell'intricatogirodivieeviuzzechec'èdaperdersidentro,forseperquell'ariadacontessadecadutaoforseperchéc'èunperiododell'annoincuiognianfrattositrasformainosteria.Bagnacavallodunque.E'unalungastoriaquelladelnome,mariassumiamolacosì:diquicipassaTiberio,nonTiberiocomeperdireTizioeCaio,Tiberiolui,l'imperatore.Pareperòchepuressendoromanorumimperator,ilTiberiofossecostrettoagirare in lungoe in largoper le stradedi casa sua (l'impero) in sella adun ronzinoacciaccatoezoppicante.Finchénonpassadaqua.Quac'eranopaludiezanzare,zanzareepaludi,malaleggendavuolechequesteacque(enonlezanzare,quellemai),fosseromiracolose.Cosìmiracolose,cheilcavallodell'imperatorepassandocialtrotto, ne uscì con l'energia di un giovane stallone. Così dice la leggenda, ed i bagnacavallesi, che pur nonabitandolavillelumière,masolounapiccolaabat-jour,unpo'digrandeurcel'hannonelsangue,sisonomessiilfumetto del cavallo nelmotto dello stemma: ingredior rhoebus, cyllaros egredior: sono entratomalato e sonouscitosano.Così,giustoperchiariredadovesiproviene.Bagnacavallodunque.Chechicivieneperlaprimavolta,siperde.Ilsommoavrebbedetto"lasciatelamacchinafuoridalcentroovoicheentrate",chesennòaddiospecchiettoretrovisore.Manonèperdire,perchéilDantenazionale,parladavverodella Bagna nella Commedia. "Ben fa Bagnacaval che non rifiglia", dice nel Purgatorio, facendo una lieveallusioneainumerosicontiesignorottienobilichepermoltissimotemposicontesero lacittà.Eseaonordelverocisarebbepiaciutopiùesserecitatineldivertissementinfernalepiuttostochenellalagnapurgatoriale,nonèchecapitaatuttidiguarireilcavallodiunimperatoreediesseremenzionatidalDantissimo.Bagnacavallodunque.Unimperatore,ilDanteepureildandydeidandy,lui,ilfighettoantelitteram,lordByronchedaBagnacavallopassavaperlasciarelafigliolettaAllegra,mentresidirigevainqueldiRavennaperandareaspassarselaconlabellaTeresaGuiccioli.LapiccoladicasaByronvenneinfattiaffidataallecureamorevolidellecappuccinediSanGiovanni,masoloperché il conventoera tra ipiùnotidellaRomagna.Maseavessevoluto, ilByronavrebbeavutosolol'imbarazzodellascelta.Avrebbeinfattipotutolasciarelafigliuoladallecappuccine,maaquellediSanGirolamo,daifrancescani,daiBattutineriodaquellibianchi,all'ospiziodellefanciullepericolanti,dallenobiliclarisse, dai girolimini o dai più mesti cappuccini, perché tanti a Bagnacavallo erano gli ordini religiosi. Edognunoaveva ilsuoconvento, ilsuochiostro, ilsuoorto, lasuachiesa.Eancoraquasi tuttoè intattocom'era.Chiostri, chiese, conventi che a passeggiare oggi a uno gli viene da chiedersi: ma quanto erano devoti stibagnacavallesi????Bagnacavallodunque.DovevenneancheilGassman.ArecitarelaDivinadicuisopra.Cichiediamonoi:potevailGasmmanaverealtripostioverecarsiperdeclamarelecantichedantesche?Crediamodisi,mailGassmanvenneallaBagna.APiazzaNuova,per l'esattezza, chenuovanonèperchéèdella finedelSettecento.Questapiazzavennecostruitaper imacellaieipescivendoliedevitarecosìcheilfetoredellecarnipecorinecontaminasselapiazzavecchia,cheeraquelladestinataalleprocessioni,allemanifestazioni,allecorsedeicavallieaifesteggiamenti,insommala"piazzadella domenica". Ma la nuova venne fatta così bella, che oggi, la sera, quando ti siedi in osteria e bevi unbicchieredivino,edavantihail'ellisse,iporticieduntettoditegoleantichechetiseparanodalcielo,tisembradiessereinvacanza.Ancheseèlunedìedabitiaquattropassidallapiazza.PerquestovenneilGassman,perchélaPiazzaNuova,chenuovanonè,èbellissima.Bagnacavallodunque.E l'imperatore e Dante e Vittorio e l'aforistico Leo Longanesi e l'eclettico Thomaso Garzoni e il raffaellescoBartolomeoRamenghi, chequi, aBagnacavallo, ci sononati.Senon sapetechi è ilGarzoni, sappiatecheè ilsecondodopoErasmo,esenonsapetechièBartolomeoRamenghi,sappiatecheèilsecondodiRaffaello,esenonsapetechièLeoLonganesi,beh,questono,questodovetesaperlo.EaBagnacavallo,doveLeoènato,esiste

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ungiardino,chiamato"deisemplici"nonperchéfrequentatodapersonemesteesenzapretese,maperviaquichevisicoltivanoleerbetteofficinalioquellecheservonotuttiigiorni:lasalviaperitortelli,ilbasilicoperilsugo,l'erbacipollinaperglistrozzapreti.Eseleerbelehai,puoiandarealgiardinodeisemplici(ecipuoiandareancheseseiunapersonacomplicata),esedertisuunadellepanchinechecosteggianoilgiardino.Nonsonopanchinequalsiasi,sono lepanchinediLeo.Suognischienalec'èscolpitounaforismadiLonganesi,cosìchevai, leggil'aforisma,ciriflettisopraemagaritivienfameeraccogliunpo'diprezzemoloperilbattuto.Bagnacavallodunque.Esipotrebbeandareavantieraccontaredeisotterraneicheattraversanolacittà,diunconventofrancescanochetiappareinnanzicontuttalamaestositàdeisuoiottocentoanni,diuncinemaall'aperto-cheoggichinoncel'ha-machequic'eragiàtrentaannifa,diunteatrochiamato"lapiccolascala",diunapasticceriachiusadatempo,maancoraarredatacomel'ultimogiorno,diunbalconedacuisiaffacciòPioIXodiquandoSofiaLoreneAlbertoSordigiraronoperleviedelcentro,mavorreifinireindolcezza.Asettembre,quandosifesteggiaSanMichele,santoguerrieroprotettoredellacittà,ogniforno,baropasticceria,vende"latortadiSanMichele",undolcechenonlomangidanessun'altraparteeneanchequiduranteilrestodell'anno.Undolcelacuiricettaèsegretapiùdiquelladellacocacola,chesivendealcostodiunapepitad'oro,chesoloaguardarlosiassumonolecalorieparialfabbisognogiornalierodiunminatore,macheè, semplicemente,buonissimo.E le famiglie fanno la scortae iparenti lontanichiedonodispedirglieloperpostaequandovaipercomprarloevedi ilcartello"ildolcediSanMichele è finito", sai che è finita anche la festa, che è finita l'estate e che inizia allora, solo allora, l'autunno.Quellovero.Questa,unpo',èlaBagna.N.d.R.Leesigenzenarrativemihannoportatoasovrapporrealcunisecolievicende,adessereapprossimativaeunpo' superficiale,ma tutto quello che ho scritto è verità, la verità delle fonti e della storia orale e se non cicredete,venitedipersonaaverificarlo.ABagnacavalloovviamente.

PatriziaCarroli

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CaslinoalPianounalocalitànelverdeenellatranquillità

Diconocheperscrivereunautoreabbiabisognoditranquillità,Behilpaesedoveabitoèl’idealemetadichihabisognodipace,edistaccareunpo’dairumoridellecittà.CaslinoalPianositrovasullaStradaProvincialeS30acirca12kmdaComocittà,edcollegataanchedallalineaferroviariaMilano–Como.Nel lontano 1335 Caslino era un comune a sé, chiamato “ Comune Loci de Castellino”, ma inseguito allasubentratadinuovelegginel1928venneaggregatoalcomunediCadorago.LaparrocchiadiS.AnnainCaslinoalPiano,fuerettacondecretoil30novembre1916dalvescovoAlfonsoArchi,sottoilterritoriodellaparrocchiadiSanSirodiLomazzo.AnticamenteCaslinoerapartedelladiocesidiMilano;orainveceèsottoladiocesidiComo.LanuovaparrocchiavenneadappartenerealvicariatodiLomazzo.Il 26 luglio, cade la festa del Patrono, e il centro abitato prepara in largo anticipo le vie, dove passerà laprocessione.Latradizionevuolecheunasettimanaprima,inizianolemessecantatedaunacoralediuncomuneadiacente.Perattirareturisticheaccorrerannonumerosi,sarannoallestitebancarellecondolciumivari,lapescadibeneficenzaelegiostre.Ipochigiovanirimasti,soprattuttoinetàscolastica,siritrovanoalparcogiochioalcampodabasketchesonounpo’ilcuoredelpiccoloborgo.CaslinoalPianoècollegatatramiteilParcoLura,convaripaesi,partendodaOltronaSanMamettegiungendofinoaLainate.SottolaprotezionedelParcoLura,dicuilasedeprincipalesitrovacollocatavicinoallachiesa,cisonoiboschieilLaghettoPasquè,dovevivonomoltespecieittiche.Nellafrazionevièancheunasorgentediacquaminerale,imbottigliatadall'aziendaSpumadorconosciutainquasitutta l’Italia per i suoi prodotti quali:AcquaMinerale (naturale e gassata), Spuma,Gassosa,Aranciata (dolce,amaraerossa),Ginger(Dry)eRCCola.Levecchiecorti, siunisconoanuovecostruzioni,formandocosìunacittadinachesifondeconilpassatoeilpresente, lasciando lo spazio al futuro. Purtroppo delle antiche botteghe non è rimasto nulla, solo un ricordonascostodietroaserrandearrugginiteevetriimpolverati.Gli abitantidelpaese, conosciuti anchecomeCaslinesi, sonoper lamaggiorparte costituiti dapersonediunacertaetà,chevivonoquidaparecchiegenerazioni;lalinguaparlataoltreall’italianoèildialettocomasco.Quandogiungelanotteelelucidellecasesispengono,Caslinosiaddormentacomecullatadaunabravamamma,copertadaunlenzuolofattodicielostellatoecomecuscinounalunapiena.Solo i rumoridelleautoe lesirenedeimezzidisoccorso, interromperanno il suosonno, inattesadiunnuovogiorno.

PaoloVerga

QuattropassiperBrae..dintorni«Con neanche cinque litri di benzina il forestiero può arrivare a Bra da Torino, andando sempre diritto. Lastradal'hannoasfaltatadirecente,correliscialungoilbordodellecollineecisonobeirettilineiperlanciarelamacchinaeboschettidialberoanche,dove,seavetelaragazza,potetefermarviunmomentoinpace».GiovanniArpino-"Reginadicuoi"MaquestoitinerarioallascopertadiBrasifaapiedi,bastaaverelescarpeadatteegambe“buone”!Bra,unacittàparticolare…Giànelnome tronco, sulquale indugia il dubbiodiunaccentoodiunapostrofos’indovinaqualcosadiparticolare,diindefinito,quasil’ombradellaricercadiunapropriaidentità.Bra,unacittàdidifficilecatalogazione,dunquesingolare,dunqueinteressante.Soprattuttounacittàchepretendediesserecapita!LaveritàècheesistonodiverseBra,storicamentestratificateeaccostatel’unasull’altra:c’èlacittàromana,c’èlacittàmedievale,c’è lacittàdelleciminiere,c’è lacittà letterariadiGiovanniArpino,diVelsoMucciediGinaLagorio,quelladiGiuseppeBenedettoCottolengo,quelladell’aromadolceestuzzicantecheprovienedall’ultimapasticceriadelcentroequelladelprofumoinebriantedeitiglideigiardinidiperiferia.

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Scoprirleèungiocoaffascinantecheriservanonpochesorprese.Partiamodunquealla scopertadiBra,nondiquellachesipresentaagliocchidel turistachevuolevedere,mapiuttostodellacittàdallesottiliemozionichesifissanonelnostrocuorepersempre.IlpercorsopuòiniziaredaPalazzorosso,vecchiacostruzionechedirossooggihal’intonaco,machedeveilsuonome(storpiato)alsuoanticoproprietario,GioacchinoTernavasiodettoil“Russo”(perchéparefossetraipochireducibraidesidellaBeresina).EssosiergesolennesullapartealtadiviaGaribaldienonsidistinguerebbedaaltrivecchiedifici,senonavesseunsuosegreto.Nellesuecantineesisteunbloccocentralelavoratoaprismadalquale si snodano a raggiera diversi cunicoli, scavati nel tufo, che immettono in altre rotonde. Sulle pareti dicunicolierotondecorreundoppiocornicionechesorreggeva,finoal1950circa,interminabilifiledibottiglie.Sidicepotessecontenerefinoa400.000bottiglie.UnodecorridoiconducedirittosinoalcastellodiPollenzochedistadaBracircaseichilometri!Eraunaviadifugadellacittàmedioevaleche,aqueltempo,eraprotettadaaltemura.Alperiodomedioevale risalePalazzoTraversa che si trovapocopiù in là, in viaSerra: la sua facciata,moltosevera,èsormontatadamerlighibellini.Dueportalineo-barocchiconduconoall’interno,dovehasedeilmuseoarcheologico.Proseguendoperlapartealtadellacittàpossiamogiungerealla“Zizzola”.QuandosiparladiBra,ilpensierodichigiàlaconosce,laassociaimmediatamenteaquestacostruzione.Sitrattadiunavilladiformaottagonale,costruitaversolafinedelSettecentoproprioallacimadellacollinadenominata“Monteguglielmo”.Inorigineeraunavilladicampagnache i ricchiproprietariaprivanoagliamiciper festeericevimenti.L’edificio fu poi donato alComune diBra con il vincolo che fosse destinato a sede di attività dicaratterepubblicoedilterrenodestinatoagiardinooparcopubblico.Ecosìèavvenuto:ogginelparcositengonoconcertiemoltemanifestazioniculturali,soprattuttonelperiodoestivo.ScendendodaMonteguglielmocidirigiamoallacollinadellaFavorita,dovesitrovaunabellacasainpurostileLiberty.Lavilla,diproprietàprivata,èstatacostruitanelprimoNovecentoproprioinunluogodoveuntemponessunoavrebbevolutoviverciinquantolì,lagentedicevache“sisente”e“sivede”.Machecosa?Ebbenesì,iprati e i boschi attorno sono abitati dallemasche.Nella notte strani rumori e risate stridule accompagnano lostormiredellefrondeedombrebianchedanzanosullospiazzoantistantelavilla.Piùdiunacoppiettavenutaadappartarsi nei pressi della villa è stata costretta a fuggire più che in fretta, disturbata da luci improvvise e dafrusciiinquietanti.Oggilevocideltelevisoreedilrumoredelmotoredelleautochearrivanoanchequihannospaventatolemaschecheesconosoloquandoiproprietarivannoinvacanza.ProseguendoperlastradachesisnodagiùperlacollinasiarrivaaSanMatteo.Èbelloscenderealborgoperlaviaerbosaediqui inoltrarsi finoalboschdeldisnéoalvalönd’lespine.Lì, se sei fortunato e capiti dopountemporaleestivo,aipiedideipioppiedellenoccioleselvatichepuoitrovarele“matoteruse”ele“matotegrise”,chenonhannonulladainvidiareainobiliporcini.Torniamoverso ilcentro-cittàcon lastradacomunale,omeglioancoracon la romanticascalinatache taglia leripide curve e ci si trovaquasi davanti ilSantuariodellaMadonnadei fiori.Questa è unadelleMadonnepiùimportantid’Italiao,addiritturadelmondo!Infattiètralepochechetuttigliinverni,da678anni,puntuale,failsuomiracolo.Il23dicembre,ancheconlaneveedilghiaccio,lesiepidiprunochecresconoattornoallachiesa,sicopronodifioriprofumatiecandidi(conunanticipoditre-quattromesirispettoallanormalefioritura).DigrazieaBralaMadonnanehadispensatetante.Lemenoimportanti(esonocentinaia!)sonoricordatedaiquadrettiedagliex-votoappesisiasuimuridelvecchiosantuariocheinunlocaleattiguo.Perquelle“grosse”ibeneficiatihannofattocostruiredeipilonetti.Cosìsenetrovanoparecchi,sparsiunpo’quiunpo’làperlacampagna,custodisolitaridellanaturaetestimonidellamisericordiadivina.AltroluogoresosacrodallapresenzadispensatricedigraziedellaMadonnaèFeydovesorgeunacappellettachericordaunodeifattipiùimportantidellastoriadiBra.Eral’anno1552.InseguitoalleguerretraFranciaeSpagna,ilPiemonteeradiventatoteatrodiscontrifuriosi.BraeracadutainmanoaiFrancesi,mentrelavicinaCherascoerainmanoagliSpagnolichelatenevanoinnomedelducadiSavoia.Questi la nottedel 22gennaio riuscironoad entrare inBra ed i suoidifensori furonopresi ed

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impiccati.Alcuni però, guidati dal capitanoBrizio, riuscirono a fuggire per la strada che dalMonteguglielmoandavaasboccarenellavallediFey.Giuntiqui,allostremodelleforze,siinginocchiaronoesiraccomandaronoaMaria. In effetti gli Spagnoli non li trovarono, così il capitano, a conflitto terminato, fece innalzare un pilonevotivochededicòaMariaVergined’Egitto(ancheLeiinfuga,erariuscitaasalvarsidaisicaridiErode).Versolafinedel1600ilpilonevenneabbattutoesostituitoconunapiccolacappella,lastessacheesisteancoraoggi.Ilvoltodiunacittàsiscoprenonsolovisitandonegliedificipiùimportantiodammirandoimonumenti(moltonumerosi a Bra), ma curiosando anche negli angoli più nascosti, fermando lo sguardo su particolariapparentemente insignificanti: solocomponendo tutte le tesserinediunpuzzle si riesceacostruire l’immaginecompleta!Ebbenefacendoquattropassiincentroosserviamoibatacchideiportonidellecasepiùvecchie,gliandronioltreiquali si indovinano vetusti giardini, i cortili silenziosi, gli affreschi di Madonne sui muri di case private, ibassorilieviinstuccoraffigurantiscenesacre,restidifinestregotichesumuriormairifattiedecinedicomignolidalleformepiùstranechesindametàottobredipingonoilcieloconpennellatedifumo.ÈancheattraversoquestiesilietalvoltasottovalutatilegamitrapassatoepresentechesiricreanolecondizioniaffinchéBrasmettadiessereunagglomeratodicase,chieseenegozierivelilasuaveraidentità.Esepoidopoquestabellacamminatasentiteuncertolanguorinoallostomacononrestachemangiareunbuonsanguisdipaneesalsiccia,diBranaturalmente!

MargheritaCorrado

InItinere

Italo-bovesanoQualèlamiacittà?potevopuretitolarequestoprimoparagrafo.Già,qualè?QuellanataleedovevivoèTorino,maquellaquasiadottivaèBoves.Rispettivamente,giganteegnomo.Soloperdimensionifisiche,sibadibene,nonstoriche.Sennòlepartisiinvertirebbero,misa.Boves,casounicoinItalia,èlasolacittàafregiarsisiadellamedagliad'oroalValorCivilechealValorMilitare.E girandola te ne accorgi, lo capisci. Sotto il portico delmunicipio, accanto allemappemurali degli incendinazistisonoscolpitinelmarmocentinaiadinomi: le incolpevolivittimecivilidelfuocoarianodelcomandantePeiper. Niente del genere, a Torino. Omagari sì, ma più in piccolo, disperso in mille rivoli: insomma passainosservato.Mentre aBoves il recentepassatononpuòche essereonnipresente ai cittadini, additato com’èdadoverosimonumentinelleduepiazzemaggiori,concentratoinunospaziotantopiùesiguo.Forsedovreicorreggermi,einvertiredavveroinomi...TorinoeBoves:gnomoegigante.TO-FI(H2O):1000a1A Firenze, è un dato di fatto oggettivo, le fontanelle pubbliche scarseggiano. Almeno fino a pochi anni fa,ammessochelasituazionesiacambiata.Edèunparadosso,vistalavocazionedellacittàalturismo.L'unicacheavvistai,triste,solitariaeapparentementemortaemairisorta,siergevasbilencasuunabanchinadellastazionediSantaMariaNovella.Insommanonavevaunbell’aspetto,postochevisgorgassequalcosa.ATorino,viceversa,non si puòdire chemanchino.Quasi tutteverdi e cornute,visto il simbolodella città. Inquest’ottica,aFirenzedovrebberoesseregigliate.Macomesidiceva,lànientefontane.Nemmenoallastazione.Igigli,là,litrovisolofraipreziosidellevetrinediPonteVecchio.Manonc’ècampanilismo,inquesto.Tant’èchemichiedosesiadavverorazionale,ilfioriredicosìtantefontanenellamiacittà.Ovvero:inutilesprecod’acqua.O troppo o niente, insomma. Diciamo che qui non rischi di morir di sete. Specie in periodo di assiduopellegrinaggio“sindonico”,dovenonmancanoturistietorpedonipressolerosseTorri(Palatine).Dardabereagliassetati, disse qualcuno (restando in tema).Ma se ci fossero anche rubinetti e chiavette sarebbemeglio, dicequalcunaltro.Torino,culladellefontanelle.

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sTOicitaurinensiIn principio erano le stoá, oggi sono i portici. Torino non ne ha l’esclusiva, beninteso, né di certo lamaggiorestensione.Maproprioperchénehapochimabuoni,sifaprestoaconfrontarli.IprincipalisonoquellidiviaPoevia Roma, o facciam finta che sia così (suspension of disbelief docet). Salta agli occhi che sono due pianetidiversi, e non solo architettonicamente.Via Po è ottocentesca e romantica, viaRoma novecentesca e fascista.Differenzechenoterebbeancheunprofano.Tantoraccoltaearmoniosalaprima,quantosquadrataemetafisicalaseconda; librerie, bancarelle e profumi di vita in una, fredde e asettiche vetrine di negozi d’abbigliamentonell’altra.Voltipregnanti,masolo inunadelledue.ViaPoe l’idealeproseguimentodiviaPietroMiccaeviaCernaia, è la Prospettiva Nevskij di Gogol: brulicante di grottesco e adorabile kitsch. Una è la Vita, l’altraun’aridaluna.ProfondanotteAll’estivo“DarioArgentobynight2009”–secosìvogliamdefinirlo–ioc’ero.Eventounicoeirripetibile,direi.SiproiettòinpiazzaCLNProfondorosso,accompagnatomusicalmentedalvivo.Perunavolta,quellaviaRomacosì razionalistica è diventata un cadavere che per qualche miracolo esce dalla bara (metafora in tema). Glispettatori, o seduti sulla carreggiata o sotto i portici, avrebbero riempito un liceo. Io, zombie insofferente egirovago,rimpallodaunbarettoall’altro(masenzaconsumare),fral’inquietantecarnaio.Aggreditodaidecibelfuorimisuradelpalco.LafontanaallegoricadelPoedellaDora,dietroilmaxischermo,a(as)sorbirselitutti,dalprimoall’ultimo.Insordina,sologlisguardifratantisconosciuti.Lìpersentirsiurlarenelleorecchiedadonnetagliuzzate.Nellapiazzachefudavverounsetdelfilm.OktorinerfestUnabirraeunasalsiccia...Unabirraeunasalsiccia...NonèunasequenzadiAltrimenticiarrabbiamo.Ècheognitanto,ingiroperTorino,dovemenotel’aspettispuntanofiereitinerantidelgusto,all’aperto.Edèunagirandoladibrasserieegirarrosti,quellachetiallietavistaeolfatto,sepercasoticapitadipassardaquelleparti(eiomicitrovosempre,guardacaso).Oppurepotrestivederequaelàallegrefamiglioledisalami–nelsenso“insaccato”del termine– formaggi, arrosti fumanti, affettati eogni salsanotae ignotaall’uomo.Raroperòche il cibo siasolo:ecosìsipassadalprofumodiporchettaaessenzeesaponette,epiù in làaplastiche, resineegommedigiocattoli.Caosorganoletticototale.Eppure lì, fra quegli stand,Mr.Colesterolo è in agguato.Aspetta solo che ti lasci tentare dai gastroeffluvi... evoilà,perluièfatta(epertepure).Unabirraeunasalsiccia...Unabirraeunasalsiccia...FraTOeCNCuneo,inmezzoralagiri.ATorino,inmezzoraamomentinontraversineanchelastrada,percitareuncultdiPozzetto.A Cuneo, l’arteria principale taglia perfettamente a metà la città (in due “semiCunei”, direbbe un pitagoricobuontempone). Ilprimo tratto,viaRoma,èpiùantico,esuggestivo,e raccolto. Ilproseguimento,cheapartiredallacentralepiazzaGalimberticambiailnomeincorsoNizza,èvisibilmentepiùrecente.Entrambiitrattisonoporticati.LaviaRomadiTorinoèinveceundupliceporticatopostmoderno–veditreparagrafifa–privoperòdigrandiattrattive estetiche.Mentre viaNizza si fregia di portici solo nel tratto finale di San Salvario, a ridosso dellarestauratastazionediPortaNuova.Qui,sottovoltesabaude,localietnicienovedonoilviavaidivariaedolenteumanità.Cuneo e Torino: da entrambe scorgi leAlpi (Marittime) innevate,ma rispetto alla seconda la prima ne è unaversionepiùvivibile,emignon.L’èunbel(?)Milàn

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Milano?Nonmipiace.Aggiungochenelcomplesso,secondome,conTorinononc’ègara.Nemmenostavoltaècampanilismoilmio,mamerogustoestetico(giuro).AnchesealcunicorsimeneghinireggonoilconfrontoconNewYorkCityperaspettoelarghezza,iocontinuoapreferirelacarae“vecchia”TurindiMacarioeGozzano(etantialtri).Certo,quandosiparladi«DuomoItaliano»pereccellenzavienesubitoinmenteladorataMadonninaelesueguglie,mentreilbaroccodell’edificiotorinesebyGuarini&Juvarrapassainsecondissimopiano,eanziquasi si dilegua.Ma al netto di ciò, nulla haTorino da invidiare alla sorella nordica, in fatto di attrattive.AlDuomo diMilano risponde con Superga, aBrera con laGalleria Sabauda. SennonchéMilano non ha collina,Torinosì.Econunpo’difantasia,persinoilplacidoPopuòdiventarlaSenna,laMoleunasorellaminoredellaTour,el’eburnearampadellaGranMadreunaMontmartresenzapretese.FumettorinoPer chi ama fumetti e cartoon, Torino offre almeno tre ghiotte vetrine all’anno: lamostra-mercato di “TorinoComics” in primavera (al Lingotto), e le due “Torino Fumetto” sotto le tettoie del mercato di via MadamaCristina.Nelprimocasoèprevistounbigliettod’ingresso,nel secondono.Macerto “TorinoComics”haunamarciainpiù,evalesempreilprezzopagato.Oltreamigliaiadifumettiegadgetinerenti,puoitrovarciincontriconsemivipnazionalieno,doppiatoriaprofusioneestardeipiùnotiblockbusterdioggiedi ieri.Sempreseriescianonfartistrizzareamortedallaressadeicosplayerpiùdisperat…ehm,disparati.Trattasi,com’ènoto,diun nuovo e terrificante stadio dell’evoluzione umana, dove ci si mette a nudo soltanto, per paradosso, sottomentite spoglie, travestendosi. Sono i sogni che, una tantum, come a Carnevale, fanno a botte col reale. OmoderniSaturnaliinmaschera,sepreferite.

EmilianoRacca

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LamusicadiPomarico"Smettila,Antonio!Preparau'bagagliotuo,chema'partì".Unavocedimadrespezzalereniallasera,mentreilcielodiPomaricohatoltolasolitanebbia;quasiadagevolareilviaggiodelsartoCamilloCalicchio,cheprendeilbracciodisuafigliaCamillaesipreparaallungocammino.Perchélafamigliaamputatadimoglieperlapesteappenasfioritanelcimiterodelpaesinomaterano,ècompostasolodaCalicchiopadree la suagiovaneprole; lagiovanechegià ingiovinezza s'è fattaportare il salutod'unbambinodaunusurpatoredelleterrepomaricane.Fuggitoprimalui,evidentemente.EAntonio.AncheAntonioèpezzettinodellafamiglia,nonostantel'ufficialedicasaquasievitiuncontattoaffettivocolbambino.Ilpiccolo,raramenteinlineaconleavanzatedinonnoemamma,sichiamaancheLucio.Ilsecondonome,infatti,losi trovamessoincalceall'UniversitàdiPomarico.Primachequestafossesostituitadall'odiernoMunicipioeuffici anagrafi vari. Il cognome? Ancora Calicchio, certo. Per fortuna non di nuovo Antonio Lucio CamilloCalicchio.AlmenofinoaquandoaVeneziaarriveràunsignoreafarmatrimonioconCamilla,eilbimbodivenutoprestoadolescentediventeràfinalmenteepersempreAntonioLucioVivaldi.CamillioCalicchio ha fatto il sarto dal 1650 al 1655nel suo paese natale.Ma i resti della peste si chiamamomiseria. Le famiglie paesane difficilmente possiedono vestiti da rattoppare o la possibilità di farsene cucire.MentreisignorottidaPomaricohannotraslocatobenprimachel'epidemiafalciasselagentenormale.DispiaciutigrandementedinonesserriuscitiaportarviaconlorolepiantemediterraneedelboscodiLamaFerraraolevolpie gli istrici che nella foresta incantata fra un acero e un orniello si son fatti casa e territorio di caccia.AlloraCamillo il bosco l'hapotutoconoscere.Haviaggiato spessonelle sueviscerea cercare i funghi e addirittura acaccia di cinghiali. Un giorno, pensate, si scontrò con una cappella che i Donnapentola avevano issato nellaforestaaforzadipietredifiumeefaticadeicontadiniaservizio.EpensatecheiDonnapentolaavrebberovolutometterla nei loro carri, se avessero trovato il modo da spiegare ai servi. Il bosco di Lama Ferrara è ancoraimmenso.Seppurgli incendinehanno rovinatopartidel corpo.MaCamilloCalicchioe tanti altripopolani losentonodentro,quasifossepiùilboscoilluogodellafede.Invecechelachiesapiazzatanelventredelborgo.UnagiornoAntonioerariuscitoastrapparealnonnoilconsensod'accompagnarloinunavisitaaLamaFerrara.Avevasentitoparlareditassievolpi,eglianimaliscalpitavanonellasuaimmaginazione.Saltavano,correvano,provocavano frusii fra le piante. Il risultato della fantasia dava ad Antonio Calicchio quasi una musica chenessuno ancora gli aveva fatto sentire. Sorrideva in solitudine, Antonio.Mentre nella suamente lamusica sifacevaquotidiana,nellesuesolitudiniAntoniotrovavaunabellacompagnia.

NunzioFesta

Attraversoloscorreredeipassi,percorrostrade,marciapiediestagioniParma,lamiasplendidacittà,poi,siprestabenissimoallamiavitadirunnerestremo,regalandomiscorcichesenonlivedessipassandociconilmioincederecostante,andrebberopersiprivandomidiunodeipiaceridellamiaesistenza; il Torrente Parma che diventa Baganza con l’acqua che in alcuni tratti del suo corso è talmentetrasparente da tentarti di berla; il Ponte Italia con lemigliaia di facce e di vite che in ogni ora del giorno lopercorrono; ilParcoDucaledove loscorreredelle stagioni si riconosceoltrechedalcambiamentodeicoloriedelleformedeglialberi,anchedalrumoredelcalpestiodellescarpettesulselciato,d’estatepiùsecco,d’autunnopiùchiassoso,ed’invernopiùmorbido;arrivareaVigheffioedonareunsorriso,fermarsiperunafotoeripartireconilcuorepienod’amore,regalaunsensoancoramaggioreaquellocheallavistadiunocchiononattentoèunsemplicegestoatletico,unautomatismoimprescindibiledellamiavitaepocopiù.Manonècosìtutt’altro,avoltepersinounagiornatadipioggia,puòporgereallamialentaprocessione,un’ariapiùintrigante,ilcontrastotrailcielominaccioso,scuroetempestosoelacimadelDuomo,inunattimogirarsievederelaChiesadellaSteccatariflessainunapozzanghera.A volte, sono arrivato molto più lontano grazie alla mia caparbietà, inerpicandomi dove pochi riescono ad

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arrivare,evedendoscenari,comeiltramontodallacimadelMonteGrappa,chesonoriservatiachinonsmettemaidiprovarcielentamenteriesceasaliresemprepiùsu.Avolte,sonoarrivatomoltopiùlontanograzieallasopportazionealdolore,allepiagheneipiedi,aigiramentiditesta e alle ginocchia dolenti, riuscendo a godere dell’alba dopo un temporale, della brezza estiva dopo unagiornata di sole e incontrando centinaia di cuori desiderosi di sospingermi a prolungare ancora di più il miocammino.Emozioniunicheeforseindescrivibili,unpremioallafaticalechiamoio!Maadesso,risvegliandomidaquestobrevesogno,ègiàoradiinfilaredinuovolescarpetteedisegnareancoraunavoltalastrada,iciottolieilporfidosottoimieipiedi,senzaimpormiunametamalasciandomitrasportaredall’atmosferamagicachesi respira tutt’intorno, incrociarepassantichecuriosi,avoltescuotono la testa,altreprobabilmente si chiedono se io sia appena partito o quasi arrivato, altre incrociano fieri il tuo sguardoscambiandounsalutotrasmettendotiilloroesserefierideltuoessererunner.Auguro a ognuno, di provare un’empatia così armonica nei confronti di quello che spesso non ci accorgiamoesserci,macheconunpaiodiscarpette,unpo'difiatoetantipassimiracolosamentesimanifestaintuttalasuabellezza.

SalvatoreCanna

GrossetomiaGrosseto,sevuoivederla,nondeviessereunturistafrettoloso,maaddentrartipianopianonelsuocorpodicittà,comeuncontadinoounmaestro,colsorrisobuonodichihacompresocomelecosedevonoandareperforzadinatura.Grosseto, devi iniziare a vederla dal contorno. Ilmare, prima, grande che ci si potrebbe affogare, con quellespiaggefinecomeoro,orochebruciaecheluccica,chesiinfilatraleditadeipiedi,finché,sulbagnasciuga,siscopre a volte una flottiglia di conchiglie rotte, come cocci che raccontano un’altra vita. Il mare su cui siaffacciano a tratti scogli e le onde spruzzano il loro viso grigio e attonito, in un gioco ora fanciullo, ora dimalcelatairaversoungenereumanoforsenonsemprebuono.Grosseto,devivederlaprimadallacampagnabiondadigrano,quandoilcaldohaimporporatoisorridentierbaidipapaveriafrotte,chesiconfondonoacrearemacchiecomeunrossoresuguancedidonna.Devivederequestacampagna distesa, dove spuntano, salendo verso l’Amiata, righe di vigneti, capelli pettinati in lunghi filari,interrotti da chiazze di olivi d’argento, dove, a volte, col volo a circolo, pronta ad afferrare la preda, qualchepoianainterrompelachiarezzadelcielo.Grosseto devi prima vederlo e conoscerlo e imparare ad amarlo nei boschi di quel verdematuro, deciso, chediventadiunazzurroquasicome lanotte sulmonte,dove i lecci lasciano ilpostoaicastagni.Deviconoscereprimalavolpesilenziosa,ilcapriolochesiscaglia,conunmotoimprovvisoeunpocobambino,nelmezzoallastrada,buonastradachetagliaametà,passando,ladistesaimmensadellanaturamaremmana.Grosseto devi conoscerlo dalmare al monte, attraverso la pianura dove si scorge amalapena qualche pino adelineare l’orizzonte, attraverso la calma collina, buona che sembra un ventre materno e mite e dolce neldeclinare,inghiottitadalcoloredirosadiun’albainattesa.Grosseto,primadicondannarloaunanonimatosciocco,deviconoscerlocosì,nellasuacalma,nellasuaveritàditerraefrasche,nellasuaveritàditerracontadina,donataaisempliciinpartedallamanobuonadiDio,inpartedaun’operatuttaumanadibonificadigrandiacquitrini.Solopoi,così,dopoavervistotantabellezzaetantanudità,dopoaverdistesoiltuosguardo,averseguitoconiltuocorpolarotonditàdelleformedeigrandicasolari,che,anchenegliangoliaguzzi,hannounchediflessibileebuono;solodopopotraiavventurarti,sortadinuovopellegrinoinluogostraniero,inquestacittadinadiprovincia(seancoraleprovinciehannounsenso),inquestacittàchesipresentatuttaapertaetuttagiovanecomemechescrivodilei.Chidicesse,pensandodioffendere,cheGrossetoè senzastoriadirebbeunagrandeverità.Manonperchénonsiano sorte un tempo mura che incorniciassero il volto di sposa di questo mio luogo, bensì perché essa sa

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rinnovarsicontinuamenteeforseanche,dimenticatadietronomipiùalti,perchésaconservarelasuafreschezzadisposaecancellareletraccelasciatedaaltrimariti.Forseperchélabuonapopolazionechelaabitònonebbemaimaniedigrandezzaepreferìconservarsicontadinaesemplice.Perquesto semetteraipiede inquesta città, lascia le aspirazionidivedere e toccare e adoraremarmi epitturesapienti.Labellezzaèquiquestasemplicitàunpo’rustica–mairozza-concuisicontraddistinguonoimurieigiardinidellecase.Grosseto ha cortili ampi e grandi alberi che bucano imarciapiedi, che ne escono su con qualche cosa che haancoraunchedifelice,divivo,cheancorahaunchedicampestreegioioso.Grossetohalecasedovelagentesiconosceancoraabbastanza,dovecisonomoltefinestre,moltigiardini,molticanichesiaffaccianodaibalconiemoltevecchiesignorechecredonoinDio,chesiricordanoaltritempiemoltivecchisignoriche,pocofuori,hannounorticellodovetiranosuunpo’dipatateeduepomodori.Nonèunacittàditraffico,senoninqualcheoraecomunquemaidacoda.Nonèunacittàdigiteorganizzateediguideturistiche.Èunacittàdigente,chepassa,cheva,cheviene,checompra,frequentailcinema,lapalestra,siscambiaavolteunsorriso,avolteniente.Sequestoloconsideritriste,tristeèGrosseto,soprattuttoquandopioveelapioggiaallagalaStazione,dovepochitreni fanno sosta, certi pullman si fermano a caricare gente (studenti, soprattutto) per ricondurli alle loro case,dispersesulvastoterritoriodiquestacittàquasidimenticata.Secredichesia tristenonaverenelcorsobuoni saltimbanchichecongiochidiprestigio intrattengano inostrigiorni noiosi, allora sì, triste è questa città dove sono nata e che conosco nei suoi occhi che si perdono neitramontipiùinsignificanti.Secreditristecheigiovanisenedebbanoandareastudiarealtrove,alloraeccolapiùtristecittà,privaditroppefacoltà,privadimoltepossibilitàepersinodiunnome.Secreditristechemoltinonsappianoenonsiinteressinodellabontàmitediquestoluogosenzaorigini,diquestoluogo come passo tra due universi; se credi triste che nessuno venga, nessuno passi, nessuno si riconosca esoprattuttonessunoscrivaelogidiquestaterrabuona,alloraforseètristeequasidisperatoquestomioscrivere.MaGrossetononèluogodifelicitàoditristezza,nonèluogodigitediunmese,unannooungiorno.Èunluogodivita,dovebellocomenonmaiètrovareunacasetta,unpocofuori,mettersufamigliaepoiscoprirechelìsivaascuola,lìc’èquelnegozioedilàvivelabravasignoraAnna,chehatantavitadaraccontareesisenteunpocosola.Nonècittàpergentechevogliaconoscereovederel’arteelaprofondaondadellavita;miteeinfinitamentepianaèGrosseto,cittàdimare,dimonte,diterra,dicontadinichevanno,chetornano,chepassano,dibravepersone,dovequalchevoltaqualcheubriacomatteggia,dovesipuòancorapossedereuncampo,unorto,unolivoalmeno.Esenonaltrosestessi,lapropriavitaumileesemplice.QuestaèGrossetoe induemodisoltantosipuòamare:opassando,correndoviasuun’automobilechenonhatempo,chehalafrettascrittasuglisportelli,trascinandoviapezzidipaesaggio,immensicampi,alberiepecoreeboschiemariepinetefitteequalchepaesino,pianooarroccatosuunsasso;ofermandosipersempre,allaricercadellapace,diunacasadovenonservanobellezze,nomiillustri,famosisorrisiadaltoprezzo,granditarghediunpassatochenonsidimenticae lavita frenetica, trascinatavia, semprepiù in fretta,dallamorte,chebussaalleporte,piùspesso,dichimenol’aspetta.

GiadaPerciballi

Pontedera:TourimperfettoedeccentriconellamiacittàNonhalagraziafineolabellezzarusticadellecittàpiùgrandicheocchieggiadalontano,lamiacittà.DiPisaeLuccaavvertelastoria,diLivornolaluce.DiFirenze–piùlontana-senteconrispettoilfascino,maPontederano,noncompeteconlealtre,nonsigirasequalcunodaqualchepartefauncennoa–mettiamo-“laperladellaToscana”,néarrossisce,pensandochesistiaparlandodisé,seunturistaèacaccia“degliangolisuggestiviepiùreconditi”.Sorellamaggioreunpo’scontrosa,fingedinonsentirelelodiintessuteperlepiùpiccoleVolterraeSanMiniato,eilpulviscolofittodei“borghimedievalipiùbellidellaToscana”lacirconda,manonlaraggiunge.

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Eppure…Eppurenonèaffattounabruttacittà,lamiacittà,halasuavivacità,unpassatoprossimoproduttivo,unpassatoremotostrategico,unsognod’artecheguardaalfuturo.Halabizzarriadell’imperfezione,perchéècircondatadafiumitrannecheperuntratto,perché“c’è tutto,anziquasi”,perchénelleclassifiche(…oh,questamanìadelleclassifiche…)èsempremessabenino,manonèmaiincima.C’èsemprequalcosadafinire,maintanto,questacosa(chesiaunparco,unpalazzo,unapistaciclabile)èincominciata.Insomma,nonèilmassimo,macivivrei.Civivo,adireilvero,dasempreequandolavitaperundecenniomihaportatounpo’piùinlàhopercepitocheilconcettodi“lontano”sideclinainmillesfumaturechevannobenoltrela“distanza”.ParteinVespailmiotourperPontedera,omaggioobbligatoperilavoratorielelavoratricicheinPiaggiohannoperanniavvitatobulloni,schiacciatopresse,assemblatopezzi,perdareall’Italiailronzìodelledueruotepiùbellodaldopoguerraedalboomeconomicoinpoi.E’fattaanchedisuoni,questacittà,dirumorichelaidentificano,comelasirenadellafabbricachelamattinadàl’avvioallagiornatalavorativaechedaanni,conlaritualitàdiuncampanile laico,chiamalacomunitàaraccolta.Unacomunitàchenel tempononsièfattamenofedele,madicertomenonumerosa.Deidodicimilaaddettichefinoaglianni‘ottantavestivanolatutablu,pocopiùditremilaportanoavantiorailprogettogenialenatoinquest’alvearediideecheriempielestradedelmondoconlaVespa,conl’Ape,echeperbrevissimotrattohatentatodavverodisfidareilcieloconivelivoliamotore.Lineasinuosa,ruota bassa, appeal italiano, per le due ruote che continuano ad affascinare il mondo! La mia Vespa esce difabbrica e incontra subito il bello: la biblioteca comunale (libri, luce, spazio) che ridà vita ad un’ala distabilimentononpiùinfunzione.“Archeologiaindustriale”,sièdetto,“riusodiareeproduttivedismesse”.Entroemisiaffacciaunnuovotitoloallamente:“ragazzichestudianodoveinonniprogettavanoilfuturodeinipoti”.Solo il tempo divide le competenze dei vecchi dalle conoscenze in crescita dei loro virgulti: là dove c’era unpressa,oggic’èuntablet,masoprattuttoc’èancoraunacittà,cheècresciuta–anche-inventandosiunalineadicontinuità tra generazioni. Spazi vecchi resi nuovi, nomi antichi: come quello di questa nuova biblioteca,“GiovanniGronchi”,giàpresidentedellaRepubblica,pontederese.Finalmenteincittàgliabbiamodatoqualcosainpiùdiunospazioerbosodoveriposareinpace.Fabbrica,cultura,museo:secondoladirezioneovest-estchehapresolamiaVespaororauscitadalsuoluogodiproduzione,superatalabiblioteca,siinfittisconogliaccenticheascoltoinquestastrada.AsinistrairicercatoridelPolo tecnologicoSant’Anna lavoranoadarti bionici, a strumentimedicali computerizzati, adareuncuoreallaroboticachequidaannièdicasa.Adestra,ilMuseocheospitalastoriamodernadiunPaesepercorsoinlungoelargosulledueruote.SeGregoryPeckeAudreyHepburnpassasserooggidaqui,nonsaprebberoqualescooterscegliere –tra le centinaia di modelli storici conservati- per fare il giro della città. Emagari, anziché cercareTrinitàdeiMontioPiazzadiSpagna….…Sì,potrebberoaffiancarminelmioviaggio,unpo’centrifugodirei,cheperoralambiscelacittàeancoranonlaattraversa. E allora via, verso la periferia (non è, del resto, Pontedera stessa, una grande periferia?), verso lapianura che porta in città vento di mare. Qui le pale eoliche trasformano la forza della natura e la rendonoriutilizzabile,modificano l’energia cinetica inmeccanica e poi in elettrica,modificano il paesaggio e svettanocome nuovi punti cardinali. Le vedo, rientrando a casa, da chilometri di distanza, stelle polari di una nuovageometriadellospazio.Prosegue ilmioviaggioper lacittà riavvicinandomiallecase. Inbicicletta,questavolta,perchésonoqueste leunichedue ruote chepossiedo (laVespaè il sogno),naturalipropagazionideimieimovimenti.Miconcedo lalungapasseggiatalungol’arginedelfiumechecidàilnome,l’Era,un’oasitracampieacquadovenonarrivailrumore delle auto né l’afa piatta dell’estate. E poi l’argine dell’Arno, attraverso le piste ciclabili più centralitroppospessointerrottedall’asfalto;girointornoadunlaghettoartificiale,ampioquantobastaaformareunlungoperiplo per podisti. Lì si riposano le anatre tuffatrici nel loro percorsomigratorio, fanno il nido le folaghe, siinfrattanonelcannetofittoiconigliselvaticimentrelatartarugadalleguancerosseincedeindisturbata,alienaaquestohabitat.Dalìinostriavihannoestrattoterra,hannoimpastatocreta,hannodatoformaaimattoni,cottipoinellefornacioradismessechedannonomeallazona,chehannodatopaneallagente.Anchedallepianurepuoivedered’estatelestellecadentiol’eclissiparzialediluna,setroviunluogocomequestoaduepassidalcentro,

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doveperò,calatoilsole,sifabuiofitto…Pedalofinoalpuntodifusionedeiduefiumi,dovel’Eracontinualasuastradaversoilmareentrandonell’alveodell’Arnodall’ampiaportata.Lìc’èunbattellocheciaspetta,“Andrea,ilbattellofluviale”,ilmezzoditrasporto(a fini turistici e didattici) che ha messo pace tra l’Arno e Pontedera, dopo oltre cinquant’anni di malcelatainsofferenzaeestraneità.Finoa tutto il secondodopoguerra le rivedel fiumeeranospiaggee refrigerioper leestatipoveredeipontederesi;perfareilbagnobastavauntuffomentreunservizionavettaassicuravalatraversatasicuraachivolessegiungereall’altra riva.Poi il fiumedivennericettacolodi rifiuti,di scarichi industriali,viaveloceallosmaltimentodeiveleni.Smisedirespirare,limitandosiall’esalazionediintrugliconciariedicarcassedi pesci morti. Ci limitammo a tapparci il naso in fretta e a cercare nuovi lidi, mentre più lentamente siinstallaronodepuratoriindustrialiesipromossero“politicheecologiche”.Diversidecennicisonovolutiperchéilfiumetornasseadossigenarsi;leacquetorbideemaleodorantiapocoapocosisonoripopolate,madiquestalentarinascita avevamo fino ad oggi solo rari testimoni: qualche pescatore incallito e i ragazzi della squadra deicanottieri, sentinelle costanti dell’ennesima rinascita dell’Arno.Edopo che il battelloAndrea ci ha trasportatocontrocorrente sul nastro d’acqua su cui “si specchia il firmamento” (azzardata definizione di una ballatapreindustriale), vediamo rientrando in città un altro totem postmoderno che segna lo skyline pontederese: lecaterattecheincasodipiena,circostanzafrequente,convoglianoleacquenelcanalescolmatore,alleggerendolaportatadell’Arnoescongiurandol’alluvionesuPisa.Il4novembre1966èunadatachequiricordanobene,traungestoscaramanticoeunafotod’epocasalvatadalleacque.Abbiamoavutoanchenoiinostriangelidelfangoealleprimepiogged’autunnomoltitraloro,cheormaihannovistotantaacquascorreresottoiponti,misuranoconocchio esperto (mani incrociate dietro la schiena) l’innalzarsi del livello del fiume, meglio di qualsiasi lineaidrometrica.Efinalmenteentronelcuoredellamiacittà.Entroincentroapiediepercorroquelledirettricichehannofattodiquestacittàun“puntonodale”.Arrivanodaipaesivicinituttelemattinepullmanfittidistudentidiognietà;quasiarrivaperricorrereallecureospedaliere,pergliacquisti,per lebanche,pergliuffici.Miaccorgodiesserenelcentrodiunacittà“diservizi”,masonoivoltielevocichemisiimprimononegliocchiemichiedonosiparliunpo’anchediloro.Eallorailmiotourimperfettosifacoraleeognipersonacheincontrosiassociaall’ultimotrattodelmiopercorso.Conipontederesipiùvecchipercorroapiedilaspinadorsalecittadina,ilCorsocentralecheindicaFirenzeconlasuapropagginediesteaovesttracciaunalineadirittadirittaversoPisa.Quiunavoltaarrivavadalcapoluogodiprovinciauntram(la“Cammilla”:ancheaimezzi,avetevisto,diamounnome)econesso(conlei!)lenotizie,lemerci e tutto ciò che all’inizio del Novecento entrava a Pontedera. Con noi sul corso si unisce ilmondo delcommercio,perchéPontederaèuscioebottega,ècasaenegozio.Ilvenerdìègiornodimercatoemichiedocomefaccianoituristiasaperlo,chénonmancanomai,lorochechesiriempionogliocchidibellezzasuicollitoscanieleborsedellaspesaaPontedera.Ilgrupposiinfittiscealproseguiredellanostrapasseggiataesicoloradelleetniechequihannomessoradici(ilkebabcheseguearuotaunpiattodizuppatoscananonsaràletiziaperilfegato,manonlontanosiproduceunrossoche,allabisogna,facilitailtransitoerallegraipensieri).Pianopianosisnodaungirotondointornoaquestopiccolomondodiprovincia,nellapiazzadovepuntiamoilcompassodelnostroorgoglioartistico.TuttiintornoadAndrea! quello “vero”, però, che ha ispirato il nomedel battello fluviale e se ne sta di bronzo al centro dellapiazza con in mano un fascio di fogli, regolo e scalpello, i suoi attrezzi del mestiere. Andrea da Pontedera(astenersidalchiamarlo“AndreaPisano”),orafoe scultore traTrecentoeQuattrocento,ha lasciatoaFirenze irilieviinbronzodelBattistero,hadatounamanoaGiottosulCampanile,halasciatoaPisaaltridueotrelavorettinientemale,hamessolafirmasulDuomodiOrvietoedato,infine,aPontederaunaltropiccolomotivodivanto:iproprinatali.Forselehastrappatoancheunapromessa,quelladicoltivare,traVespeenegozi,unpo’diamoreper l’arte.Cosìchiudo il tour, imperfettoedeccentrico, tra la folladi studenti cheall’uscitada scuolapassanodavantiacentrometrilinearid’estromodernod’autore,ilmuroallegrodimosaicocheEnricoBajhalasciatoaPontedera a suggello della propria carriera artistica e che condensa una serie di esperienze espressive delNovecento.Fatelovoiunmurocheunisce,seviriesce…Tornoversocasa.Zonasemicentrale,nécentronéperiferia.Loavevodetto:bizzarriadell’imperfezioneeviaggio

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imperfetto.Attraverso ilponte, schienad’asinoche tremaunpo’alpassaggiodeimezzipiùpesanti.Loavevafattocostruire,dicono,Napoleone,inqueisuoipochiannidionnipotenzalocale.Quandolaguerralomisegiù,furicostruitotaleequale,perdareaipontederesilacertezza,ol’illusione,dicamminaresuormenoteepassisicuri,traduerivechesifronteggianomanonsiaffrontanomai,senonpergioco.Domattinalamiacittàsisveglieràinunfiatodinebbia,nell’aromadiunatorrefazionenonpiùincittàmanonlontana,conlaprocessionedeipullmandistudentieconqualcunodipassaggiochesifermeràeripartiràdicendo:“Pontedera.Nonèbella,macivivrei”.

LuciaStefanini

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1. 12Luglio-DiariodiunagiornataSlowaSantarcangelodiRomagnaRimini, un caldo sabato dimetà Luglio. La statale adriatica è un lungo serpente di auto roventi, incolonnate.Direzione: i sognati lididella riviera.Arturo,Giacomo,Lele, tutti ibagnini fannoagaraadaccogliere i turistid’Europa,nelpacchettolettino,ombrellone,palestraconidromassaggio,aperitivo,partitadabeachtennis,bocce,pallavolo,zumbainspiaggia,yogaall’alba,serataindiscoteca.Riminiètuttoquesto,sipensa.Ma,nonsolo.Ore9.00:weekend,relax.Ogginientemare,nientecaos,nienteturismodimassa.MisveglionellamiacasadiSantarcangelodiRomagna,unpiccoloborgomedievalenell’entroterraacirca10Kmdalcapoluogorimineseehosolovogliadiariabuona,diprofumi,disaporiveri.BicipronteedeccocicheioedEmmapedaliamolungolapista ciclabile che costeggia la via Santarcangiolese, dirette verso il centro storico. Poco prima di piazzaGanganelli, girando lo sguardo a sinistra, la Roccamalatestiana spunta dall’alto maestosa rievocando antichebattaglie,ealdisottodellapasseggiatapanoramica,ibambinigiocanoinunverdeparco,apochicentimetridallastoria.Seguendo il ritmo lentoma vivace che accompagna questa cittadina, pedaliamo verso ilmercato agricolo, unluogodovebontàsiunisceaqualitàetradizione,dovetrasudanoodoridipomodorirossi,dipeperoni,zucchine,raccolticonlemanidichilehapiantati.Tuttolocale.Ilkmzeropereccellenza.Comprodeifagiolini.Licuoceròstaserapercenaassiemealgalletto,ruspante.Cottiavaporeeconditiconunfilod’olioEVOpresoalfrantoioqualchegiornoprima.Nonc’èbisognodialtropersentireilsaporedellaqualità.Lapiadinaappenafattarenderàilsuogustotipicoromagnolo.Ore13.00:“Mammahofame!”Pocodistantedalmercatoagricolo,c’èunluogo,aldifuoridaipostituristici,incuilezdorediunavoltacucinanocomesefosseronellacucinadellalorocasa,fuoriuncartello“DaLucianaeMara”,dentroletagliatellealragùtralepiùbuone.Eoltreaciòstrozzapretipasticciati,ravioli,piadineecassoni.Tuttohand-made.Mangilìotakeaway.Quandovarchilasoglia,siaffacciadallacucinalasignoracolgrembiulebiancoelafrontesudataadaccoglierticonilsorrisodellaRomagna,quellochetiispirafiducia.“Duebeipiattiditagliatellealragù,grazie.”Slurp.Finiti.Pappati.Dopoilsucculentopranzo,portoEmmaafareunapasseggiatadigestivaneivicolidelcentrostorico.Leivuolegiocareanascondinoenonèdifficilefarloattraversogliangolielesalitechepercorronoilborgofinoalcelebrecampanone.Ognivoltachelascoprolefaccionotareunparticolare,eleraccontochetantiannifa,iciottolidellascalinatacheoracalpestaconlesuescarpette,eranouncolle,colleGiove,sucuiènatalacittadinamedievaleelastradasucuicamminaeranocontradepercorsesuicavallidasignorotticonglistivali;laRoccachevedeeratantianni fa era invece il luogo di protezione della città, da cui poter avvistare i nemici: “Ecco perché le rocchenascono in alto, su antichi colli.”E divertendosi impara un po’ di storia, di tradizione popolare.Contrada deiFabbri,contradadeiNobili,ancheinomiriportanoalpassatoesonosilenzioseditraffico,marumorosedivita.Quasiadaccoglierechipassadilì,lesignoresisiedonofuorilepropriecasecoloratedallesfumaturedeltempopassato. Capita di vederle raccogliere il bucato dai balconcini fatti di mattoni e passare ore a guadare fuori.Tutt’ora te le immagini nelle loro case preparare la sfoglia con 12 uova, la piadina con lo strutto, il ragù neipentoloni, le conserve da mettere in cantina, le tagliatelle da gustare in compagnia di allegri amici, tavolatechiassoseecadenzatedastornelliromagnolidiunavolta.Epoi,ilsorriso,cherenderàpiùbuonociòcheègiàautentico, ciò che è fatto con le mani della terra. E’ proprio vero che le cose semplici e autentiche vivonoattraversoisecoli.Igrembiuliromagnolimacchiatidisugo,icanovacci,letovaglieimbanditeafestarivivonoancorogginell’anticastamperiaartigianaMarchi,dove,dal1600,sistampaarugginelatelaconglistessicoloriemetodidiuntempomantenendovivoilpatrimoniodell’artepopolareromagnola;lastiraturafinalevieneancoroggidatadalmanganoa ruota, funzionante dal 1600 e l’unico per dimensioni esistente almondo.Una bottega che è insiememuseo,fabbricaenegozio.AncheoggiEmmahaimparatoqualcosadinuovo,divero,toccandoconmanilastoria.Scendiamo lungo lemura checosteggiano la rocca e ci fermiamonelparcoa rilassarciunpo’.Si respira ariabuonaqui,ariadellecollineverdeggiantiresafrizzantedallabrezzadelmare,nontroppodistante.Lenostrebicici attendono, loro sono già stanchema prima di tornare a casa voglio far scoprire adEmma un posto nuovo,

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TeatroCondomini.Sembrasolounteatro,inrealtàèunpiccolobistrot-enotecaricavatoall’internodiunagrottarivisitatadaunarchitetto,incuisevuoi,puoimangiarecircondatodalibrieoggettid’arte,opassareanchetuttalaserataconunbuonlibro.Accompagnatodaunbuonbicchieredivino.All’internounpiccoloangolodiculturaedenogastronomialocale.PeraltroiprodottitrattatisonoaKmzero.Ilmenù?Redattosuunfogliodiunquotidiano.“Fico!”midirebbe(sefosseabbastanzagrande).Ore16.00:riprendiamolenostrebicietorniamoindietrolungolaciclabile,cifermiamoalpuntodistribuzionediacquadoveriempiregratuitamenteunabottigliadiacqualisciaogasata,direttamentedallafonte.Siamoacasa.Ma gli occhi curiosi di Emma non sono ancora stanchi. E allora, qualche km più avanti, percorrendo la viaSantarcangiolese, oltre il paese di Torriana, ci dirigiamo verso un minuscolo borgo incentrato quasiesclusivamentesuuncastello,Montebello.Quasiunluogodifiaba,arrivarcièunastrettoiadicurveinsalitachesembraportaresemprepiùinalto.“Guardasotto!”Unasplendidavallataverde.Altezza436metriperl’esattezza.Unluogodovetuttosembraritrovarequiete.All’imbrunireilcastellosifapiùmisterioso,magico,propriocomela leggenda che c’è dietro, la leggenda di Azzurrina. La racconto ad Emma, sembra abbia ancora voglia difantasticare:“Nella fortezzachevedimoltimoltianni fanacqueunabimbacome te,cheavevagliocchicolorcieloeicapellichiari,quasibianchidadoverlitingerepernonsembraretroppodiversadaglialtribambini.Maperunastranamagiaicapelliungiornodivennerodairiflessiazzurrini”.Erail21giugnodiquellontanoannoquando,nelnevaiodellavecchiaFortezza,labimbascomparveenonvennemaipiùritrovata.Esinarrachealloscadere del solstizio estivo con un suono, un’apparizione, Azzurrina si faccia ancora sentire, suscitando lacuriositàdiadultiebambinichevengonodaognipartedelmondoperfarparteperungiornodiquestomondofiabesco.Leggendaorealtà?Chissà.IoedEmmavisitiamoilcastelloelestanzedovesidicerievochiAzzurrina.Magia o finzione, ci sembra comunque di tornare in un’atmosfera del passato, e riviverlo sulla nostra pelle.Circondati da questa aurea di magia torniamo verso casa. Ci aspetta un buon galletto da mangiare, fagiolinidell’ortoepiadinaromagnola.Ore 19.00: dietro nuvole tinte d’arancio, giungiamo alla fine di un pomeriggio d’estate. Per un giorno siamofuggitedaspiaggia e secchielli per rifugiarci in un’atmosfera genuina, fatta di cose semplici, di luoghi storici,artigianali,naturali.Nel2010Santarcangeloentraafarpartedelle70piccolecittàdelbuonvivereinItalia,cittàSlow,laprimadelcomuneriminese.AnchequestoèRomagna,nonsolomareemovida,maanchevivereslow.Megliodicosì.

RossanaCancellara

Montale,myhome

Erotroppopiccolalaprimavoltachehomessopiedenelpaeseincuiabito,enonostanteildesideriodiricordarel’impressionechemiavessefatto,nonriescoproprioatornareaquelmomentodibenvent’annifa.Findabambinahosempresoffertolamancanzadiunvicinatovistochelamiaabitazionesitrovainunafrazionedelcomunepiuttostocampagnola,intornosolounfiumechescorre,alberieprati.Maquesto,pensandocibene,miha anchepermessodi avere il silenziodi cuinon si puògodere in cittàonei centri e il grande spazio checircondalacasaèstatospessoteatrodicompleannifesteggiatisenzalimitidichiasso.L’unicorumorepiùfortechesipuòsentirequaaFognanoèilversodeicerviaSettembrechesiabbeveranosullerivedell’Agna.All’etàdiundiciododiciannic’èstatouncambiamentosostanzialenellamiavita:conl’iniziodellescuolemediehodovuto iniziare a prendere l’autobusper scenderedalla collina e recarmi in paese.La fermatanon èmoltocomoda,c’èdacamminareunpo’,equandol’autobussostavaperfarmisalirespessoevolentierieragiàpienodeiragazzidiTobbiana,altrafrazionediMontalepocosopra,piùversolamontagna.Conosco a memoria Tobbiana e le sue curve a gomito, ho frequentato lassù tutti gli anni di scuola maternaimmersanelverdeegliultimitreannidiscuolaelementare,oltretuttolamiamiglioreamicaaqueltempoabitavainunabellacasacolonicaristrutturatadallecuifinestresigodevadiunpanoramamozzafiatosututtoilrestodelpaese.Unavolta scesi, noi ragazzi conoscevamo tutti la scorciatoia per arrivare a scuola che passa dietro la pizzeriaBarbara e che col tempoeradiventata covodi fumatori in incognito.La stradina amalapena asfaltataportava

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davantiallastoricacartoleriadellaDanysemprepresad’assaltosoprattuttoperilreparto“chiccheria”cheavevaall’internoechetutti,trannelemamme,amavanomolto.Subitoaccantoallescuolec’èilcampettodabasket.Daunbuconellaretesipotevafuggirenell’oradiricreazioneefareduetiriacanestro,semaiqualcunodeibidellitiavessebeccatoperòsarebberostatiguaiseri.Stessacosaperlescaleantincendio:eranolepiùpresedimiradacoppietteefalsispacciatorichetivendevanol’erbadelgiardinotritata.Risalesempreaquelperiodounbuffoepisodiochehovissutoincompagniadiun’amicaunpo’pazza.Avevamobisogno di un libro e decidemmo di recarci aMontale per prenderlo in prestito, ma tutti sanno che prima labibliotecasitrovavanascostainzonaIppolitoNievo,vicinoall’estetistaVanity,inmezzoallecasepopolariconappartamentituttiugualidimattonirossiepersianebiancheenonhasempreavutocomelocationlabellissimaVillaSmilea(facilmentericonoscibileperchésembrauncastellomedioevale).Quelgiorno,ioelamiacompagnadi viaggio, scendemmo dall’autobus in piazza di sopra, attraversammo lo spartitrafficomentre tutti i semaforieranorossi,passammodavantialsupermercatoVotinoegirandoadestraentrammonellagelateriaHulaHoop.Aqueltempononeraancoraarredatainstileamericanoenonproponevagliyogurtnelsuomenù,malecrepesallaNutellasonosemprestateunaspecialità. Invecedipercorrereapiedi lastradaprincipalepoi,optaiper fareungirodaAnimalHouse(adessosostituitodaun’ottimapizzeriachiamataLaFataCicciona)pervedereifurettieprocedendodrittocisaremmotrovatedavantiallePoste.Eraunabuonastrada,noncipassavanomoltemacchinea differenza di quella principale e non si rischiava di essere schiacciati da chi parcheggiava in doppia fila perandaredalfioraiooallabottegadellacarta,manoncisitrovavaneanchenelmezzoafrottescatenatedibambinicheuscivanodallescuoleelementariodall’asilocomunaledifronteaigiardinettidiviaMinzoni.L’unicapeccaera ilCircolo.Adessoè statoadibitoancheapizzeriamoltopiùdiquanto loeraprimaecredocheci siaunaspietataconcorrenzavistocheèmoltovicinoallanuovapizzeriaataglio,mac’èunanotevoledifferenzatraidue:da una parte giovani in motorino e tavolini “all’american dinner” e dall’altra i soliti vecchietti che cercanocompagniapergiocareacarteoguardarelepartiteintv.Dico“pecca”perchédigiornoesattamentecomediseraquandol’unicastanzaliberasitrasformavainunapiccoladiscotecaperragazzini,isuddettivecchiettiurlavanoetiravanoparolesuargomentipernoibenpocointeressanti.Mad’altrondesisacomesonofattiipiccolipaesi,cisiconoscetutti,cisisopporta…Insomma,ioelamiaamicaeravamoallePosteeprendemmolascorciatoiapernondoverpassareinmezzoalleautochesfrecciano.Attraversammolastradadellescuole,passammodavantialristoranteTobago,salimmoversoigiardinettivicinoallafontedelbagnodovel’acquapuzzavadizolfoeciritrovammoalsupermercatoColzi.Unagrossarisatariempìl’ariaquandocapimmodiaversbagliatostrada,noneracertolaviagiustaperarrivareallabiblioteca!Perdersitralestradedelpropriopaesenonèdatutti!Oforseeravamosolounpo’sovrappensiero.Conunpo’dilogicaedisensodiorientamentocidirigemmoversolaBadia,unapiccolachiesamoltosuggestivachespessovieneusatapermatrimoniocerimonieingenere,eriuscimmoatrovareiltantoagognatolibromaormaieratardiel’autobuspertornareacasastavaperpassarequindinonpotemmofaraltrochetornareallafermatapiùvicinaerisalireversolacollina.Unacosacheamomoltodelmiopaesesonoipuntipanoramici:ilBelvedereèunodiquestieperarrivarcisipuòpassaresiadallapiazzaprincipalechedaalcunestraducolesecondarie,cosìcomeperMontaleAlto.Èilpuntopereccellenzadoveandareavedereifuochid’artificiolanottedelpatronoinestateedovesicuramentepuoitrovarequalchecentimetrodineveanche se inpaeseneha fatta solouna spolverata.La stradaper arrivarci è tutta insalita,manevalelapenaenevalevalapenamentresiandavainduesulmotorinocolventoinfacciaelatargacoperta per non farsi segnalare. Per scendere invece si sceglieva sempre la strada più facile e anche quellaasfaltata che portava alla casa diBrio poco prima del parco dell’Aringhese.Quel parco è pieno di giochi perbambini,manegliultimitempièlasciatoasestessoequestomidispiace.Ricordoquandoerateatrodiconcertidiartistifamosienon,difesteinprimavera,oquandoerasolounparcoinestateconl’erbatagliataeillaghettobentenutodovepotevi andare a prendere il sole sulla collinetta o a cercare l’ombramentre guardavi le tartarughenuotare.Se ci trovavamo sotto i portici delle scuole tagliavamo per le succursali passando attraverso la strada sterratasemprepienad’erbaedicaccadicaniapasseggio,costeggiavamolachiesa,sipassavadavantialcimiteroesiprendevalastradinastrettaasensounicocheportavadrittidavantialcancellodelparco.

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Adesso i tempisonocambiatiepuravendosoltantoventitreannidacompieremisentovecchiaecommossaaparlaredicomeerailmiopaeseedicosahovissuto,diqualifosseroimieipuntidiriferimento,dicomemoltecosesianospariteoabbianosubitouncambiamentorepentino.Lo scorso anno io e lamia famiglia abbiamovenduto la roulotte che avevamoda 15 anni in un campeggio aLivornoecheavevacreatopermedelleseconderadicidaamareeacuiaggrapparmi.Cosac’entra?Ognivolta,afinestagione,appenaoltrepassatoilcartelloconsuscrittocheMontaleiniziavadali,aprivoilfinestrinoeuscivoconlatestafuori.Prendevotuttoilvento,icapellisiappiccicavanoalviso,vedevoscorrerelecaseeinegozidamebennotichepertremesimieranomancatierespiravofortel’aria.L’ariadicasa.Ancheseungiornodovròandarmene,selavitamiporteràversoaltrescelteediversedestinazioni,Montalepermesaràsempre“casa”.

MartinaBuracci

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C’eraunnoceInritardo!eilvoltodimiozioagliarrivièpiùcontrattodelsolito.–Gliaereicomeitreni,aquantopare!–silamentaconpuntualitàmentreafferralavaligia.–Ilfuneraleèallequattro!-Midicedigettosalendoinmacchina.Sono già in nero, anzi sono sempre in nero penso, per esigenze di lavoro, si dice così.Ho portato conme ilnecessario,epensatopocoatutto,hoinmentesololei.Lamiapiccolanonna,novantacinqueanni,hadecisodiandarseneinungennaiofreddoeschietto.Eiochenonsoimmaginarmelaferma,némorta,laricreonellamentementresenevaperlesuecampagne,allascopertadimuliniefrantoi.LadeviazioneGioiadelColle–Nocigiàrestituiscel’ideadellamiaterra,dellemieparti,lemiedavvero:pezzidiluoghiprecisichesiincastrano,prendonopostodentrocomeorganidiunaltrocorpo,menovisibilemapulsante,uncorpofattoditerramistaall’ariaealsangue:ilterritorio.Piùdituttomihasemprefattasentireacasalaprimagrandemasseriasuunacollina,diecichilometridopoGioiadelColle,unaspeciedivedettabiancaconungrandefienileelemuccheapascolareneicampiaprimavera;ioemiasorelladabambinecisfidavamoacontarle,neiminutiincuipassavamodiquiinauto,conmammaepapà.Inquestopunto,ognivoltalosguardosilibera,comel’ariacheincontenibilesiinfiladalfinestrinoapertoappena,edèriconoscibile:sonoacasa,nellamiaMurgia.Ci sono ancora qua e là i segni della nevicata recente: piccolemacchie bianche tra zolle ed erba secca, comenuvolechedisegnanounaltrocielo,umidoeterreno.Siamodavveroarrivatiunavoltaindividuatal’AbbaziadellaMadonnadellaScala,centrodelrestaurodellibro,un’oasicostruitaintornoaunachiesinamedievaledelXIIsec.Poiancoracollineeavvallamenti,chilometridimurettiaseccotragliulivi,lelame,glianfrattineiboschettidifragni,leccienoci,lestradinesterratechedall’asfaltosistaccanocomeaffluentiinsecca,uninvitoarisalirli,perandareindietro,ailuoghipropri.Tuttaquestaambientazioneeisuoisolidiinprospettivasiapronocomelepaginediunlibropop-up,eiomisentopiccoladinuovo,ancheperchélosentoinfondoaquestocappottonerochemimancano,mianonnaelamiaterra,un’estensioneinterioreedesterioreinsieme.L’arrivo in paese è come una sveglia, o una frenata: Noci, sorto semplicemente intorno a un noce, dice laleggenda.Lasuaquotidianitàridottainscalamiarrivaaddossocomeuncontrastotraquellacittadinaecaoticachemiportoaddosso,equestachemiportodentro,alritmolentodeiricordi.Nocièametàstrada,datutto.QuiinmezzoallaterradiMurgiaèunbaricentrotraacquaeacqua,tratarantinoebarese, tra IonioeAdriatico: ilmarearrivacon lamitezzadelvento, l’ariaperfettada fiaba la sentiancheneifrutti:albicocche,fichieprugnenere,azaruele trafineagostoe iprimidisettembre, fichid’indiadiporporaeambra tra imuretti e nei campi,mele cotogne in pieno autunno.Qui capisci chenon c’è luogoda cuiNoci èlontano.Quipocooltreiquattrocentometrisopraimari,laterrasacoprirsidinevesulserioquandoèiltempo.Siènelbarese,madoposoloseichilometri,seguendolavecchiastradaversoMartinaFrancasiègiàneltarantino,dovelavalled’Itriatispalancagliocchi,edacertipromontorisivedeilGolfodiTaranto.LachiesettadellaMadonnadegliAngelièsempre lì,all’ingressoasinistra,e lasuaformadi trulloècomeunsaluto.Qualunqueingressoinquestopaesehaunachiesa,comeunaprotezione:daAlberobelloSanDomenico,daMottolalaMadonnadellaCroce,daGioiaePutignanolaChiesadeiCappuccini,dalmareBarsento.Piùavantialcunimanifesti funebri suuncartelloneperaffissionimi riportanoalparabrezza,ealla ragionedelmioesserequi.-Facciamoungiro?–chiedo,mentrechiudogliocchi.Mioziosilenziososidirigeversoilcentro.La piazza è stata ristrutturata, diversa nella pavimentazione e nella viabilità che la circonda, sembra in partealteratadaun lifting,ma nei grossi tratti la riconosco, è ilmio centro: i piccoli bar, i lecci in ordine perfetto,l’edicola,lafontana,lesalumerie,lemacellerie,lerivenditediprodotticaseari.Unpresepe.–Allequattro!–sottolineamiozio,lasciandomi.Ilferetronellamercedessuperelegante,troppograndeemodernaperunaviuzzastrettadelcentrostoricoebiancadicalce,dàilviaalcorteo.Seguolamacchinaconmiamadresottobracciodietrolesuesorelleeisuoifratelli.Lechianche, basole calcaree sfumate dal bianco al grigio, bagnate e alcune ancora ghiacciate di neve, spalata edeformeailatideivicoli,minanoilmioequilibrio,passodopopasso.LamacchinalascialaChiesaMadre.Quic’eraunnoce,e intornofucostruita lachiesa,unimpegnovotivodiFilippoD.AngiòallaVerginedopoessersisalvatodauntemporaleneiboschicircostanti.Erail1316.L’autoraggiungelaChiesettadelPurgatorio,sempre

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chiusa e utilizzata solo come anticamera per i defunti. La macchina scura, e cupa come un moscone alrallentatore, sembra strisciare e spaccare in due il silenzio freddo del centro storico con il suo ronzio. Il suomovimentosfioraerivelaalmiosguardolevecchiebotteghediuntempo,quellechemihannovistaragazzinapassaretrasarte,pasticcere,falegnamiefabbri,corniciai,calzolai,ricamatrici,fornai.Fiorieresubalconiescaledi fresca ristrutturazione danno a residenze antiche la forma di luoghi rivissuti, piccoli alberghi, e locande;evidenzianolabellezzadegliscorci,lararitàdellegnostre,lanuditàinduritadaltempodicertepareti.Accendonol’ariadiquestoluogopiccoliristoranti,quasi invisibili:glistessiodoridi ierisiprendonoirespirideipassanti,rianimandoli,econtrastanoilpassaggiodel temponelle tradizionimantenute.OltreportaBarsentosiamofuoridalcentrostorico.Neltragittoapiediversoilcimiterocercodiripararmidalventoconilcappotto,mentreiricordisaltellanocomeperfarmifestadaunangoloall’altrodellestrade.LasciateleultimecaseeavvistatiicipressisiapronoicampielavastadistesainparteinnevatadellemiecampagnechedaquellatodelpaeseportanoallachiesettaabbazialediBarsento,datata591,dallaformabasilicaledietàromanica,poveraemeravigliosa.ProseguendosiraggiungeilCanalediPirro,ecosìilmare.Primadelcimitero,adestracomparelapiccolastazione,pochibinarionoratidaimandorli,unmerlettoaprimavera.Unazonadipartenza,midico(ediarrivo)pensandoallavicinanza–forsecasuale,forseno–tralastazioneeilcimitero.I cento cipressi finiscono, ed è arrivata l’ora: lasciamo nonna, sola, insieme ai fiori. Lungo il viale, fuori dalcimiterolenuvolespessegaloppanosopraicipressi.Arriviamopochipervoltanellacasettadinonna,piccolacomelei,eincastonatanelcentrostorico,contuttaleidentroquasisolidificataneglioggetti,ilprolungamentodituttelesueazioniquotidiane.C’èancoraincucinalasua focaccia, l’ultima cosa che ha preparato prima di addormentarsi, mentre fuori nevicava. È quella con glisponsali,cipollelungheedolcissimesoffritte,unitealleolivenereealleacciughe,echiusetraduestratidipastafrolla,quellasfrislentperchésisbriciola,fattaconlafarina,l’olio,eilvinobiancodiquestaterra.Apezziinunpiattodilattabiancoconilbordoblu,messosullastufaariscaldare,rilascianell’arial’odoredituttalasuavita.Conlafronteschiacciatacontrolapiccolaportaavetrimiincantoguardandoitetti.Mireggoaquestocibocomeaunsorsod’acqua,nehobisogno,perchéilmiocorpolontanodaquestaterraorapuòsentirnel’econeimorsi,senza limitarsi.Masticoe lascio andare levocideiparenti.Oltre i vetrimi accorgodelbuio.Fuori ègià sera,mentrericominciaanevicare.

AntonellaFiore

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TorreGuacetoSonosultreninocoloratochedallaspiaggiadiPennagrossaportaallaRiservanaturalediTorreGuaceto.E'unadellepochegiornatebellissimediquest'estatecapricciosa.SonogiàstataallaRiserva,perilcuiilpiacerecon cui salgo sul trenino èmaggiore; so chemi aspettano unmare cristallino, splendidimuretti a secco, ulivicentenari,dune.Iltuttoimmersoinunarigogliosamacchiamediterranea.Purtroppo,scoprosubito,miaspettanoancheimieisimili,armati.L'armaletaleèilcellularechel'italianomediononmollamai,neancheperunistante.NellasplendidariservadiTorreGuacetononcisonobar,néchioschi,nélettini,sdraio,ombrelloni.Peròcisonoloro,iterribilitelefonini,chegiàsultrenounagiulivasignorabareseadoperaatuttospiano"...ciao...siamoqui;stiamoandandoallariserva...facaldo....voidovesiete?".Comepotetenotare, tuttedomandeimportantissime,senzalecuirisposteilmondononpotrebbeandareavanti.Scendodaltreninoem'incamminoversoilmare,posizionandomisullasciadidueturistitedeschi.Glistranieri,sisa, nonportano il telefono.C'èun viale largo,pienodi ciottoli bianchi, su cuidardeggia il sole fortissimodiquestagiornatadiagosto;svoltiamopoiasinistra,proseguendopervialettistretti,incorniciatidapiantesplendideeselvagge.Eccolaprimacaletta.Mac'èpocasabbia;conilsolosupportodeltelodamarelatintarelladiventascomoda. Ma già la seconda cala è perfetta; sabbia fine e bianca; un po' di scogli, tutti, se pur inmanieradiversa,pericolosi;scivolosidimuschiomarinooppureaguzzi,corrosidallasalsedine.Di fronte,unmare cheondeggiatrailverdeel'azzurro.Allespalle,unafoltavegetazionefracui,volendocisipuòperdereperripararsidal caldo della controra o semplicemente per stare da soli.Questo postomeraviglioso si trova nelComune diCarovigno, in provincia di Brindisi; è stato istituito come Riserva Naturale con un decreto del Ministerodell'AmbienteedellaTuteladelTerritoriodel4febbraio2000;partedellaRiservaèaccessibileatutti,percuicisipuòsostare,fareilbagno,passeggiare,andareinbicicletta.L'AreaègestitadaunConsorzioformatodaiComunidiBrindisieCarovignoedallaAssociazioneperilWWFfor Nature ONLUS, le cui finalità sono la conservazione delle caratteristiche ecologiche, faunistiche,florovegetazionalidelterritorio,ilsuosviluppo,lasuaprotezione.Sonotrascorsegiàtreore;nonhopiùacqua,ètempoormaiditornareacasa.Ripercorroconcalmalastradadellavenuta, non ho ancora indossato il vestito: è bello continuare a sentire i raggi caldissimi del sole sulla pellebagnata,mentreilventochevienedalmaremirimandailprofumodilecci,more,ginestre.Sonoquasi arrivataalla "fermata", c'ègiàmoltagentecheaspetta il trenino.Eccolochearriva,puntualissimo.Salgo,manonfaccioneancheintempoasedermichesentodietrolemiespalleunavoce:"si.....stiamotornando...èstatobellissimo...oramangiamo....voidovesiete?"NONCIPOSSOCREDERE!Dinuovolasignorabarese.Oforsenonèlei,maun'altracomelei,tantocenesonoabizzeffeetutteconcellulariultimomodello.Chedite,nonsaràilcasodiproporrealConsorziodiistituireildivieto"diaccesso"aitelefoniniintuttal'areaprotetta?

LaviniaVacca

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SerraraFontanaSerrara Fontana è uno dei sei comuni presenti ad Ischia. Situato nella parte alta dell'isola, conta circa 3000abitanti.DalmonteEpomeo,oltre700metrisullivellodelmare,raggiungibileapiedioppureingroppaaduncavallo,sipuòammirareunpanoramamozzafiatoritrovandosil'interaisolaaipropripiedi.SerraraFontanaèpopolatadapersonechehannoconservatoleproprieoriginietradizioni,grazieaglianzianichetrasmettono ai giovani l'amore per il territorio e per l'agricoltura attraverso storie antiche chiamate "cunti". Ilparrocodelluogoèconsideratoattualmenteunadellefigurepiùsagge.Isuoicontributilegatiadunostiledivitaumile ed all'agricoltura, prepara ancora il pane “fatto in casa”.Ricetta che ha oltre un secolo di storia poichétramandato dai propri genitori, fatta con il grano grezzo. In ultimo quest’uomo è un attento conoscitore ericercatoredierbebeneficheperl’organismoumano.Inquesto luogo, ancoraoggi, sipratica l'agricoltura si allevanoconiglida fossae chi ci abitaè circondatodalverdeedaterreniricchidivignetineiqualisiproducedelbuonvinolocale.I festeggiamenti religiosi ricorrono il 16 luglio in onore della madonna del Carmelo in cui c'è l'usanza diconcludere i festeggiamenti con l'incendiodelcampaniledellachiesa, inmemoriadiun incendioavvenutonelMedioevonelqualequellachiesaandòquasidistrutta.Ilpiattotipicodiquestopostoèsicuramenteilconiglio“all'ischitana”conagliointero,pomodorini,vinolocaleepochespeziedelposto,maallostessotempoèdivenutofamosoancheilpollocottosottolasabbiabollentedellefumarole,sboccosulmaredelcomunediSerraraFontana,inunalocalitàchiamataSantAngelo.ASerrara Fontana ci sono le antiche terme di Cavascura, dove i romani andavano a rigenerarsi dalle fatiche.Essendonaturali,sonoattualmenteinusoedèmetadimoltituristiiqualiaccorronograzieallefamosecapacitàsalutari.Untempo,inquestopaesino,lefamiglieorganizzavanoimatrimoniasecondadelcetosocialediappartenenza,iragazzi benestanti dovevano prendere in moglie donne benestanti che portavano con sé una buona dote. Mafortunatamenteneltempotuttoquestoècambiato…anchesegliabitantidelluogosonoancoramoltoaffezionatiaipropribeniealproprioterritorio.L’indicedilongevitàèalto.Attualmentecisonoanzianichehannosuperatoicentoannid’età.

LenaIacono

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NonsembralostessocieloÈ meno azzurro, non trovi? Sì, meno... limpido. Limpido, ecco. Ce l'avevo sulla punta della lingua, ma perqualchearcanomotivononriuscivoadirlo.Riesco a immagine la tua insensata considerazione e la risposta, mio caro, è no. No, non sto disimparandol'italiano.Cherazzadipregiudiziopensarediperderesemprequalcosa,partitiperunlungoviaggio!Epoisonoappenatornata!Menevadospesso,maallafinetornosempre.“LaPerladelTirreno”,cosìchiamanocasa.Nellacittàincuisononatac'èunmololungoilqualeipedonipossonopasseggiare.Lìpuoiincontrareunpo'ditutto.Cisonoipescatori,pazienti,armatidicannaedesche.Puoitrovareancheigiovaniinnamorati,chesiscambianoleprimeeffusioniquandoilcrepuscoloinesorabilmenteavanza.Eivecchi,cheancorasiabbracciano,chesistringonofortepernonrischiaredirestaresoli.Sì,peralcuninonèmolto.Eppureècasa.Lì,tidicevo,lìsulmolo,proprioallafine,dovec'èilgrandefarorosso,sipuòvedereilvecchiomuraglionechedelimital'ingressodellenavialporto.Credidivederefigureintenteaprenderel'ultimosoleoagiocareafaregliequilibristi sugli scoglibianchi.Tiaccorgichesono immobili, fermatinel tempoperviaggiarealdi làdiesso.SonostatuediMaggini,forsenonloconosci,maèunmioconcittadino.Edèpurebravo.Sulgrandemurodifronteatetroverailaragionepercuiilmiopartireèsempreuntornareacasa,qui,nellamiabellaedecadutacittà.ÈunafrasediTobino,psichiatraescrittore.Lascrittaècandidacomel'accoratoauspiciochemanifesta:ViareggiointesonnatointesperomorireEdiocosastavofacendo?Vintadallastruggentenostalgiadelmiomare,avevopresoilprimotrenoprontaatornareacasa,arespirarel'arialimpidasottoilcielopiùazzurrocheavessimaivisto.Eppure,ognivolta,lastessasensazione:l'etereleggero,ilcielomenolimpido.Nonc'eramaiunanuvolafuorime.Lenuvole,èvero,eranoinme.Credevocheilcielofossecambiato,maeroioquelladiversa.Dopoogniviaggioportavoconmeunpo'd'oriente,unpo'd'occidente;qualcosinadelnordequalcosinadelsud.Eppurequic'ètutto,sai?Guardaquestomare,apertoesconfinato.Equelledolcicolline,seguiteagranpassidalleaguzzemontagne,conlelorocimespolveratedizuccheroavelo.Talvoltanevicaanchedanoi...Nonpuoiimmaginarelospettacolodellaspiaggiainnevata!Sembraunraccontofantastico,anchesenoi,adirlaverità,unpo'ciarrabbiamo:siamogentedimare,abituataaprendereealasciare,cosanesappiamodicatene,dispazzaneveedisalecontroilghiaccio?Quando d'estate i turisti si accalcano sul mare, io fuggo lontano. Non è il mio mare quello di agosto. Lapasseggiata e i suoi negozi si riemponodi curiosi stranieri, sicuramente in cercadi qualchebuon affareprimadellaserataneilocalidelladarsenao,appenapocopiùanordsullacosta,inunodeilocaliindellaVersilia.Io,invece,aspettoottobre,laspiaggiasgombraedeserta.Elìmisiedo,sullarivadelmare,conuntaccuinonerotra lemani, intentaadannotarepensieriedemozionicheognivoltaquestopanoramamioffresenzachiederminienteincambio.TidirannochefebbraioèilmesedelCarnevale,dellebaldorieedellabisboccia.Perunmesel'annoiviaregginiimpazziscono,urlandoalmondolavita.Èlospettacolodellavita.Seseiincercaditestesso,ammirailsilenzioimpetuosodelmared'inverno,bagnatidellapioggiacheognitantoscendedalcielo.Ascoltala,ascoltatievivi.Dicosastavoparlando,primadiperderminelmared'invernoenelsuofascino?Certo,delsuocielo.

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Diquestocielocheognivoltasfumadiversamente.Eppurediconochesiasemprelostesso.Sonoiochesonosemprediversa.

SerenaBarsottelli

VenariaRealeelasuareggiaQuandosinominalacittàdiVenarialaprimaassociazionechevieneallamenteèquellaconlaReggia.LaReggiadiVenariaReale.Perchésicuramentelacittadina,inprovinciadiTorino,èconosciutaoramaialivellonazionaleperilprogettodirecuperoevalorizzazionedellaResidenzaSabauda,cheèinattodaqualcheanno.Mailcastellonon è l’unico fiore all’occhiello, i venariesi conoscono bene il notevole patrimonio storico, artistico epaesaggisticodellalorocittà.VisitareVenaria significa immergersi tra le stradee ivialidiunodegliantichicentri storicimeglioconservati,passeggiareneigrandiparchiegiardini,gustareipiattitipicilocalinelletanteosterieeprenderepartealletanteiniziativeartistico-culturaliorganizzate.Saràunpiccoloresidente,Sabian,setteanni,adaccompagnarciinquestoviaggioearaccontarcilasuacittadina.Girovagheremolungounpercorsocheciporteràavisitareangolisuggestivi,piazzeilluminatedafontanecolorateeparchiverdierigogliosi.“PartiamodalParcoSalvod’Acquisto-suggerisceSabian–sai,lìvadoagiocareacalcioconimieiamici”.Lagiornata ci permette di godere di un clima caldo e ventilato. Il sole illumina il verde delle rigogliose piante.Personeditutteleetàfannojoggingopasseggiano.Alcunemammeseduteall’ombradelchioschettosirilassanobevendouncaffè,mentreilorobambiniscorazzanosullebiciclette.Unasquadradiadolescentisiallenaalcampodibasket.E’davverorilassanteepiacevoletrascorrereilpomeriggioinquestoparco.Mailnostroviaggiodeveproseguire,econSabian,cispostiamoversoilcentroaprendereungelato.ImbocchiamovialeBuridani,ilcorsoprincipalecheospita,nellagiornatadisabato,unriccomercatorionaleelaterzadomenicadelmeseilmercatinodell’antiquariato.Tappaobbligatamapiacevoleè lo sbocco in suPiazzaPetitti. Neimesi estivi, la piazza con la fontanadaglispruzzidimillecolori,diventa ilpuntodi incontrodigiovanieanziani,chesiorganizzanoosi rilassanosullecolorate panchine. Bambini di tutte le età sfrecciano sui loro skate board. Anche qui si respira profumo difamiglia. Si, proprio così. Visitando Venaria si rimane positivamente sorpresi dalla possibilità di vivere intranquillitàidiversiaspettidelcentrostoricoedeisuoidintorni.La via principale - via Mensa - il cuore dell'attività commerciale venariese, aveva un tempo, il compito diricongiungereilborgoproduttivoconladimoranobiliare.Aricordarelebottegheartigianediallora,rimangonoogginegozierivenditediprodottidainomisabaudi.Sabianeiogustiamoilnostrogelatoalgusto"cioccolatodelRe"nell’elegantePiazzadell’Annunziata,untipicoesempiodiartebarocca.LungoilpercorsochecosteggiailtorrenteCeronda,raggiungiamolaReggia.Costruitatrail1658eil1679suprogettodell’architettoAmedeodiCastellamonte,laReggiadiVenariaèstataunadelleprincipaliresidenzesabaudeinPiemonte.IlcomplessodellaVenaria,oggipatrimoniodell’UNESCO,era un tempo la sede di riferimento per le battute di caccia nel territorio circostante. La Reggia hasuccessivamente subito numerose modificazioni che l’hanno portata all’aspetto attuale e dal 2007 è aperta alpubblico.VericapolavorisonolaGalleriaGrande,laCappelladiSant'UbertoelaCitroniera.LaReggia diVenaria ospita periodicamente nelle sue stanze immense, opere provenienti da collezioni di altreresidenzesabaudeemostretemporaneediimportanzainternazionale.Civuoleun’interagiornatapervisitarlaepasseggiareneifioritigiardini,manevaledavverolapena.IlgiornosuccessivolodedichiamoallavisitadelParcoRegionaleLaMandria.Con Sabian ci spostiamo utilizzando il bike sharing, servizio fortemente sostenuto dalla cittadina piemontese.Muoversi in bicicletta è economico, sostenibile e veloce, sostengono sul sito promuovendo l'uso delle pisteciclabiliecosì raggiungiamounadellediecipostazioniadisposizionedei residentienon.PedaliamonelvastoterritoriodelaMandria.Boschiepratisialternanoacascine,scuderieecastelli.Lanaturasiunisceallastoriae

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all'arte.Un tempo laMandria era riservadi cacciadella corte sabauda e luogodi soggiornodel re edella suacorte.Quitrovanoil lorohabitatspeciearischiodiestinzioneeparticolarmenteprotette.Evivonoliberamentemoltespeciedianimaliselvatici.Zollediterrarialzatecisegnalanoilpassaggiodifamigliedicinghiali.Oggipartedelparcoèchiusaperchéèinattouninterventodivalorizzazionedelterritorio.LaMandriaèsededelCentroInternazionaledelCavallo.LacittàdiVenariaoffreinoltreuncalendariodieventiediiniziativechenegliultimiannihannoacquisitounavisibilitàinternazionale.Traquestespiccanol’MTVDAY,collaudatoeventomusicalechenelmesedisettembreriempielapiazzadigiovanienonprovenientidatuttoilPiemonte.DecidiamoconSabiandiintervistaredirettamenteivenariesi.Sonoorgogliosidellapropriacittà.Davantiallascuolamaterna,ungruppodimammemielencalediverseattivitàsportive promosse nelle palestre emi indica la nuova biblioteca accessibile a tutti.Due anziani giovanottimichiedonodinondimenticareicorsidell'Unitreorganizzatiperlaterzaetà.EpoicisonoiCentriestiviel'oratoriogestitidalleParrocchieausodeiragazzi.EancoralaprogrammazionedelTeatroConcordiachespaziadallaprosaalcabaret.Insomma,unaseriediservizichefunzionanobene.I Centri Commerciali si raggiungono facilmente con navette gratuite, ma a Venaria esistono ancora i piccolinegoziperfarelaspesa.Eper i tifosidelcalciosi respira l'atmosferaunicadelStadiodelleAlpidellaJuventus,chesi trovaproprioalconfineconlacittadina.Tuttoquestoemoltodipiù,èVenaria.ChiedoaSabiancosapossoancoraraccontaredellasuacittà."Perchénonveniteavisitarla?"mirispondesemplicemente.Già,perchénonveniteavisitarla?

StefaniaRighettoni

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UnapasseggiataperqueldiGubbioQuandosivive inunacittà,unpaese,unqualsiasi luogoda tutta lavita,quasi sempre,nongli sida lagiustaconsiderazionecheinrealtà,meriterebbe.Spesso sotto i nostri piedi si nascondono storie, persone, epoche così lontane dalla nostra da sembrareirraggiungibili.ÈquestoilcasodellaCittàdiGubbio,l’anticaIkuviumoIguviumconosciutagiànell’epocaromana,maanchedamoltoprima;all’iniziodiventamunicipiodiRomapoivennedistruttadaiGotidiTotila; rinascenelmedioevoprimacomeliberoComunepoicomeSignoriasotto iMontefeltroe iDellaRoverefinoadiventarepartedelloStatoPontificio.Camminareperlacittàsignificapasseggiaresoprarestietruschi,romani,medioevalisenonancorapiùantichi!Ilmonumentochecolpisceall’arrivoèilPalazzodeiConsoliconlasuaimmensaPiazzaGrande,piazzapensilesorrettadaquattroarcate,diepocamedioevaledallaqualesisnodavanotutteleattivitàprincipalidellagiornata.All’internodelPalazzodeiConsolisitrovailrepertoprobabilmentepiùanticoditutti,leTavoleEugubine;settetavoledidatazionecompresatrail200a.C.eil120a.C.scritteinUmbro,uninsiemedicaratterietruschielatini,perlatraduzionedellequalisisonodilettatidiversiesperti.Non si capisce bene da chi e dove sono state scoperte,ma sono citate anche nel famoso “AnnaKarenina” diTolstojchedice:“Dopoaverlettoancoraunpo’illibrosulletavoleEugubineerisvegliatoinsel’interesseversodiqueste,AleksejAleksandrovic,alleundiciandòadormire…”.Proseguendoall’internodellaCittàdiPietratroviamounintricodivie,vicoliescorcimagicicontornatidadecinedi botteghe di artigiani, dalla ceramica alla lavorazione della pelle, dal ferro battuto alle drogherie piene diprodottitipicicometartufo,salumielabuonissimacrescia,unaspeciedipizzachevienefarcita,retaggiodelpanedeipoveridiunavolta;tuttociòdalasensazionediesserecatapultatinelpassato.Sembradivivereall’epocadiSanFrancesco,chevenneaGubbioperammansireillupo,eSant’Ubaldo,patronodellacittàcheall’epocaimpedìl’invasionediFedericoBarbarossaealqualeDantededicòunaterzinadelcantoXIdellaDivinaCommedia“intraTupinoel’acquachediscendedelcolleelettodalbeatoUbaldo,fertilecostad’altomontepende”.ContinuoacamminareperquestointricatodedalodivieemisoffermodifrontelastatuadelPatronoUbaldo,conlosguardoabbracciatuttalacittà,misentopartedelsuoamore,gioiscodiciòeperquestoesprimoundesiderioinfilandoilditomignolonell’anellodiferrochespuntaalbasamento.Legambecamminanodasole,ipiedinonsentonolafatica,torri,chieseeaffreschiguidanoilcorpoallascopertadellastoria.SesiprendelaFunivia,pocodopoavervisitatolaChiesadiSanAgostino,sigiungeallaBasilicadiSanUbaldodovesonoconservatisia ilcorpo intattodelSanto,sia i treCeri (Sant’Ubaldo,SanGiorgioeSant’Antonio) laqualecorsasisvolgeogni15maggioedèinonoredelSantoPatrono,malecuioriginisiperdononellanottedeitempipoichéprobabilmenteeraunritopagano.Aldifuori,secisisporgealparapetto,sirimanesenzafiatoallavistadelpanorama,unmistodistoria,perchésivedeilTeatroRomanoeilMausoleoRomanoelapartemedioevale,edinaturaperl’immensitàdicampieverdechecircondalacittà.Finita la visita e la benedizione alla Basilica si può tornare a valle sia di nuovo con la funivia, sia a piedipercorrendoindiscesadei“stradoni”cheilgiornodeicerivengonoinvecefatti insalita(dicorsatral’altro,incircaottominuti!).SesiscegliequestasecondaopzionecisiritrovaavisitareilDuomooperadelsec.XIII,ilPalazzoDucalechepareesserestatovolutodaFedericodaMontefeltroacopiadiquellodiUrbino,dentroilqualeèpossibilevisitaredegliscaviarcheologici.Se si prosegue a sinistra ci si trova affascinati nell’osservare laBotte deiCanonici, un’enormebotte del 1500costruitasenzacerchimetallici,masorrettadaunintrecciodi travidi legno,essacontiene387barili(unbarile

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corrispondea50litri);seinvecesisceglielaparteadestrasipossonovisitareiGiardiniPensili;ilseguenteParcoRanghiascielaChiesadiSantaCrocedellaFoce,nellaqualesipossononotaresegnitemplari,inpassatonelretrovi erauno “spedale”per pellegrini, ed èproprioqui chedal 3 al 7marzo1310venne svoltounodegli ultimiprocessiaiTemplari.Undolceedelicatoprofumodiginestra,diroseedigelsominopervadel’aria;misiinsinuanellenariciegiùfinoalla gola, ansiolitico naturale che unito alla bellezza dell’ambiente circostante, diventa la migliore medicinadell’anima.Quest’ultimatuttavianasceaipiedidellaGoladelBottaccionelaqualeèformatadaroccecalcareestratificatedisedimentazionemarinadell’anticomareTetidesollevatesisuccessivamenteneimovimentiorogeneticidell’Appennino;questistratiraccontanounastoriageologicadioltre100milionidianni.Laparticolaritàèchequesteroccecontengonounvalorediiridio(mineralecontenutoneimeteoriti)paria9partipermiliardochecorrispondonoadunimpattoconunmeteoritedicirca5-10kmdidiametro;esequicaddeilmeteoritecheestinseidinosauri?Matorniamoversoilcentrodiquestacittàpienadisorpreseeandiamoafarevisitaadunpostochericordaunodeiperiodipiùbruttidellastoriadell’umanità,ilMausoleodeiQuarantaMartiri,realizzatoinmemoriadiqueste40personemorteil22giugno1944permanodinazisti.Queste40personeeranocittadini innocentiepagaronocon lavitaunattentatoche iGappartigiani feceroagliufficialitedeschi.Imomentitragicidellastorianonvannomaidimenticatiaffinchénonsicommettanopiùerroriditaleportata,malasciamo le cose tristi ed immergiamocidi nuovonell’allegria e lapazzia tipicadegli eugubini, tantopiù cheGubbio è chiamata laCittà deiMatti,ma vera e certificata, gli eugubini sono gli unici che dopo un’adeguatainiziazione,possonorilasciarelaPatentedaMatto.Come fare? Semplice! Basta farsi battezzare da un eugubino mentre si fanno tre giri intorno la Fontana delBargello, fatto ciò viene rilasciata la Patente daMatto che è un vero e proprio foglio che certifica l’avvenutapazzia(ovviamenteinsensogoliardico).Sesifaquestapasseggiatail14maggio,giornoprimadeiceri,èbellotornareinPiazzaGrandeperascoltareilsuonocommoventedelCampanone,mossoamanodaicampanarieperchéno,subitodopo,andarsiaprendereunabellavaschettadibaccalà sottogli arconidellapiazza; se invecesi faquestogiretto l’8dicembre,dopo ilsuono del Campanone si assiste all’accensione dell’Albero di Natale più grande del mondo, realizzato concentinaiadilucilungotuttalafacciatadelMonteIngino.Èovviochequalunquegirosisceglie,qualunquepasseggiatasifasiconcluderàsempreconunabellamangiataeunasanabevutaincompagnia,senzastrafare,madivertendosi,consapevolidiavervistounpostouniconelsuogenere.

CeciliaPasseri

AutunnoalborgodiOvadaOggi lapasseggiata sulle collinedietro la stazionediOvadaNordè ancorapiùpiacevoledel solito.Chebellagiornata!Chesole!Quantescintilledilucenelcuore!L’ariaprofumadierbabagnatadipioggia,ilsoletingetuttod’oro, fino al bosco verde.Le foglie, che formanoun tappeto dai colori più caldi e preziosi, ora attutiscono irumorideimieipassi,orascricchiolanosottoilmiopeso.Lecollinericopertedivignetisonocolorvendemmia.Miinerpicosuperilripidosentierocheportaalboscoemifermoincimaadammirarelostaccotraigrappolibianchi equelli colorvinaccia che formavanoprimaunamacchia indistinta. Il color autunnomimetizzavaduecaprioli, cheoramiguardanostortocomeseavessi invaso la loroproprietà,ma il loro sguardocattivoèpococredibileessendofruttodiocchidolci,chetradisconolaloronaturamansueta.Dopolalorotimidafuga,segueastaffettaquelladiunleprottochescendelacollinapercorrereliberonelpratoumido.Allafinedelripidosentiero,

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ilpanoramaèdavveromozzafiato!Spingendo losguardounpo’più in là,possoquasi toccarecongliocchi lamadonninadellachiesasconsacratachesistagliasullacimadelmonteTobbio,doveainizioottobresiorganizzaogniannounapolentatatradizionale,odorosadifunghi.Losguardopoisiabbassasullecollinecopertedivitielagioiainvadegliocchiperpoiscivolarminelcuore!ScendogiùdallacollinadisanMartinotagliandoperlevigneediventandoiostessacolorvendemmia.Mipreparoatornareacasapiùserenachemai,conlalucenegliocchi,l’autunnonelnaso,ilsaporedolcedifichieuvainbocca,lozampettioleggeroevelocedeglianimaliancoranelleorecchie,l’ariadolceefrescasullapelleel’oronelcuore.

VirginiaStiber

Rivoluzioneefavola–SanSperatePaeseeMuseoQuel giorno di giugno del 1968 a San Sperate non sarebbe stato un giorno come tutti gli altri. Laggiù, in unpoverovillaggioadunaventinadichilometridaCagliari,dovenessunabellezzaarchitettonicaenessunaspiaggiaparadisiaca si offrivano al viaggiatore, si sarebbe compiuta la rivoluzione. Una rivoluzione che avrebbetrasformatoquelpaesinosconosciuto,fattodicasedifango,daborgoanonimodell’entroterradelCampidanoameta culturale visitata da artisti provenienti da tutto il mondo. Nel 1968, anno di movimenti studenteschi ecambiamentisociali,ilventodellanovitàsarebbepassatoancheperSanSperate,persoffiaredecisosuivoltideisuoiabitanti,voltibruciatidalsoleededucatialrichiamomattutinodellacampagna.Alla fine della primavera, la festa delCorpusDomini si sarebbe dovuta svolgere come sempre, con balconi efinestreaddobbatidilenzuolabianche,lungoilpercorsodellaprocessionereligiosa.Malavistadellapopolazioneincredula, chedevotamente seguiva lacerimonia, si aprì adunbiancodiverso,quellodellacalce, con laqualeeranostatidipintiimuridifangodellestrettestradediSanSperate.Unbiancoamplificatodalsolequasiestivo,unbiancopotente,accecante.Elostuporeelameravigliadellasorpresa,cedetteroilpassoall’approvazioneperqueimattonicrudidipintieaddobbatiafestaconlefrascheportatedairagazzidelpaese.Ungiovane artista locale, Pinuccio Sciola, tornato da un soggiorno in Spagna e Francia, con l’aiuto di alcuniamici realizzaronoquell’idea,epresto fuchiaroche imuridipintidibiancoerano terrenofertilesucuipotevaconcimarelacreatività.Cosìsicominciòaricoprirelacalce,cheasuavoltaavevasepoltoilfangosottodisé,dinuoveformeenuovelinee:prendevanovitaiprimimurales,capostipitidiunagenerazionedicolorichecontinuaancora oggi a quarant’anni di distanza.Un fermento artistico che non si è fermato ai dipinti suimuri,ma hainondato SanSperate di decine di sculture, installazioni, e performance artistiche di ogni tipo. Il tutto semprecapitanato,ancoraoggi,dallostessoPinuccioSciolachenediedeilvia.Chi sta narrando questa storia non ha vissuto quegli anni,ma li ha sempre immaginati, dai racconti di coloroinvecechenesonostatitestimonieprotagonisti,comeunarivoluzioneeunafavola.Unarivoluzione,perchésitrattò per la comunità di quel piccolo paese sconosciuto, di un vero e proprio stravolgimento radicale. Unarivoluzione popolare, fatta non solo dagli artisti ma dalla gente comune, dai giovani che con entusiasmoparteciparono e contribuirono alla nascita delmuralismo, giovani semplici e poveri, ma ricchi di entusiasmo,vogliadinovitàecambiamento.Unarivoluzione,ancora,fattasenzacolpidicannoneepistola,malecuiunichearmieranoilpennelloeicolori.Favola, perché non può apparire diversamente la storia e la trasformazione di San Sperate. Ricordo che, dabambino, la metamorfosi del bruco che diventava farfalla, mi appariva come un fatto straordinario, unavvenimentoeccezionalechesipotevatrovare,appunto,solonellefavole,dovetuttoèpossibile.Eccodunque,ancheSanSperatedabrucoèdiventatofarfalla,elafavola,ilsognoimmaginatodaqualcuno,èdiventatorealtà.Micapitaspesso,quandoaccompagnoqualcunoavisitare ilpaese,oppurequandoinbicioapiedipercorro lestrette stradedelcentro,dipensareaquali furono le sensazionidiquellepersonechevidero ilpaesecambiaresottoiloroocchi.Lamiagenerazionepuòapprezzareoggiilrisultatofinalediqueglisforzi,macredononpotràmai essere in grado di avvertire realmente le emozioni e le passioni che hanno alimentato quel periodoirripetibile.NeglianniSanSperatesièguadagnatol’attenzionediartistiinternazionali,giornalisti,scrittori,musicisti,edhameritato pienamente il riconoscimento di PaeseMuseo col quale è nominato ancora oggi. Unmuseo a cielo

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aperto,gratuitoeaportatadi tutti.Edèproprio la scritta“SanSperatePaeseMuseo”checampeggiasuimuriall’ingressodelvillaggio.Bastaforsemenodiunpaiod’oreperfareungirodelpaese,maèunperiododitempobenspesoechedifficilmentesidimentica.Imuraleshannolaloroconcentrazionepiùelevatanelcentrostorico,cheuntempo,primadellarecenteespansioneurbanistica,coincidevaconilpaesestesso.Rappresentazionidivitacontadina, portoni in stile campidanese, arte concettuale ed astratta, temipolitici evecchie signore che adunacertadistanzaappaionopropriopersoneincarneedossa:lestoriechehannoraccontatoimuralesdiSanSperatesonolepiùvarie,cosìcomegliartistichehannocontribuitoallalororealizzazione.Ogniviadelpaesenascondeparticolari che possono sorprendere, incantare. Ed anzi, anche le strade stesse hanno subito recentementel’invasionedelcolore,abbandonandolatristezzadelnerodell’asfaltopervestirsidirosso,bluoverde.TappaobbligatadiunapasseggiataaSanSperateèilgiardino-laboratoriodellesculturediSciola.Coluichehaideatola“rivoluzione”delpaese,èrimastocoerenteconl’ideadellafruizionedell’arteedellaculturaallaliberaportataditutti.Immersonelprofumodegliagrumi,questogiardinodifficilmentelasciadelusochihalapossibilitàdivisitarlo.LaricercapersonalediSciolasullapietra,lohaportatoaliberarnelavoce,ilsuonoprimordialedicuiquestamateriaèrimastaimpressaneimillenni.Sculturesonore,cheSciolaaccarezzaefavibrare,tirandofuorilamemoria ancestrale impressa nelle rocce. Un suono dolce e musicale, che si contrappone alla durezzacaratteristicadellapietra,uneffettoimpossibiledadescriveremachesipuòcoglierenellasuabellezzasolamenteascoltandolo.Abbiamoparlatodi rivoluzione e favola dunque, e come in tutte le favole che si rispettino, il finale dovrebbeessere“evisserotuttifeliciecontenti”.NaturalmentedescrivereilpaesediSanSperatecomel’isoladiUtopiaoilpaese idilliaco dell’Arcadia sarebbe sbagliato. Anche qui vi sono tanti problemi da affrontare: la crescenteurbanizzazione, ladisoccupazionegiovanilee lacrisieconomicasonotuttiostacolicherischianodirovinare lafavola del PaeseMuseo, soprattutto volgendo lo sguardo al futuro.Nonostante tutto questo però, San Speraterimaneunapiccolaperladascoprire,edesserecircondatidimurales,scultureedarte,deibuonifruttidellaterraedelcaldosoledellaSardegna,aiutasicuramenteaviverepiùfeliciecontenti.Perconservaretuttociò,bisogneràlavorareepreservarequellochelagenerazioneprecedentehalasciatoanoigiovani,inquelperiodoeccezionale,dirivoluzioneefavola.

MarcoDettori

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PasseggiateperturistianticonformistiaMirafioriATorinoMirafiorisignificafabbrica,quindièunabellasfidaraccontarequestaperiferiacomeunametaturistica,unluogopiacevoledascoprire,superandoognipregiudizio.Siamo nella zona Sud del capoluogo piemontese, dove corso Unione Sovietica, un tempo l'antica strada perStupinigi,conduceaunadellepiùbelledimoresabaude."Ilmagnificovialechesistendecomeunampionastrotra le fronde degli olmi secolari, guida l'occhio nell'interminabile corsia fino al lontano e bianco sfondo delcastello. Quella del viale e del castello di Stupinigi è storia di principesche cavalcate, di soggiorni di re eimperatori, di partite di caccia, di svaghi e di riposi di principi, di romantiche passeggiate di amantinell'indisturbatosilenzioenell'estasidellanatura"(PietroAbateDaga,AlleportediTorino,1926).IlnostroviaggiopartedaviaSarpi,allespalledicorsoUnione.Quitroviamoungrandecomplessosalesianoinmattonirossidalnomealtamentesimbolico:Agnelli.Nel1938laFiat,accantoaisuoistabilimentiquasiultimati,provvedeallacostruzionedichiesa,oratorio,teatro,scuole,officine,campidagioco.Nel'43siaprelascuoladiaddestramentoprofessionaleperifuturioperai,cheneglianni'60arrivaaospitarepiùdimillestudenti.MammaFiat pensa anche ai figli dei dipendenti: le suore diMariaAusiliatrice danno vita all'oratorio femminile e allescuole, dal nido alle elementari. Nel mosaico sulla facciata della chiesa (La chiesa di San Giovanni Bosco,inauguratanel1941,èoperadell'architettoGiulioValotti)c'èunparticolarecurioso:qualcunointravedeEdoardoAgnellinellafiguradelBuonPastorepostoinmezzoagliagnellinichebrucanonelprato.Il cinema teatro ospita la stagione di Assemblea Teatro, una delle storiche compagnie torinesi, che con ilcartellone "Insolito" e "Domenicamattinateatro" offre a adulti e bambini ottime occasioni di riflessione edivertimento.Sevoletesaperecomeècambiatoilmododiabitarelacittàinquasicent'annipercorreteviaGiacomoDina,eviapparirà un meraviglioso museo all'aperto che risponderà alle vostre domande. Le villette a due piani che sitrovanodifronteall'istitutoAgnellivengonocostruitedal1923,peraccoglierelemaestranzeFiat.Sonoleprimecase della zona, oltre alle numerose cascine. Le semplici decorazioni geometriche, i vetri colorati delle scaleesterne,ipiccoligiardinifioritichelecircondano,conferisconounaspettogentileaquestecasette,scampateallaselvaggiacementificazionedeglianni'60-'70.Proseguendo lungo via Dina, dopo aver attraversato corso Agnelli, a sinistra s'incontra il complesso di casepopolariM2,costruitoapartiredal1926.Ilmodellosceltoèquellodiunagrandecortechiusaconuncontornodipalazzine indipendentidi3o4piani,abbellitedadecorazionicongraffitiamotivi floreali inbicromia. Iverdigiardini,chesiapronoinaspettatiachisiaffacciasulcortile,fannopensareaun'oasinaturalenellarumorosacittà,ricordandoilbegijnhofdiAmsterdam.Guardandoadestradellaviaeccoilcomplesso"CostanzoCiano"(1939-45),checiriportaalventenniofascista.RitroviamoloschemaacortediM2,macisonodifferenzeimportanti.Sparisconoidecori,lefacciatesonomoltosevere:5piani,conmattoniavistaeduefasced'intonaco,inbassoeinalto.L'assenzadibalconisullastradacreaun'atmosferaquasimetafisica,cherichiamaipaesaggiurbanidiDeChirico.Ilbisognodicasedurantelaguerraèaltissimo così, vista la difficoltà di acquisire nuovi terreni, ci si arrangia riempiendoquel che c'è: un ulterioreedificiospuntainmezzoallacorteoccupandogranpartedell'area.Tocchiamoconmanolaprogressivadecadenzadeglispazicomuninellecasepopolari.Compaionoipriminegozi,inunazonachesorgeinapertacampagna,maall'ombradellaFiat, ilpiùgrandestabilimentoautomobilisticod'Europa.Qualcunoricordaancora lemucchealpascoloogallineeconigliallevatisuibalconi.Perunasostaristoratriceconsigliamola"verace"pizzeriaRio,aln.28diviaDina,conun'ampiasceltadipizzealpadellinoeun'ottimafarinata.ProseguendoeccoilcomplessoQ25,siamonel1942eassistiamoaldefinitivoabbandonodelloschemaacortechiusa.Ledistruzionidellaguerrael'iniziodellaforteimmigrazionerichiedonounaumentodelladensitàedilizia,perlanecessitàdinuovecase.Quindisempre5pianid'altezza,macostruzionipiùfitte.Duestecchedisposteapettineverrannoinseritenelcortile,facciategiallinepiùdimesse,nessunparticolaredecorativo.Pocooltre,asinistra,ilcomplessoS1(1947):lecasesonoparallele,postedicoltellorispettoallavia.Ilverdesiriduceaqualchealberopiantatoinmezzoacortilid'asfalto.Ilnostroecomuseosichiudesimbolicamenteconle

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casechesitrovanosvoltandoadestraincorsoSiracusa.Sonolecostruzionideglianni'60e'70checaratterizzanogranpartedelquartiere.E'ilmiracoloeconomico:allafinedeglianni '50avvieneilraddoppiodiMirafiori,dal'51al'71lapopolazionedellazonacrescedi7volte.Diediliziaprivataeconvenzionata,perlopiùcooperativa,lecasesonoaltefinoa10piani,affacciatedirettamentesulmarciapiedeoprecedutedaungiardinettoodaporticicommerciali.Compaiono igarage, sotterraneioneimiseri cortili.La storiadeiComitati spontaneidiquartiereraccontaquantelotteperottenereiservizisocialiessenzialihacausatoquestomodellodicittà.Girando a sinistra in via Sanremo si arriva al Palaghiaccio di corso Tazzoli, una struttura di mattoni e vetrocostruita per le Olimpiadi del 2006, con una tribuna di 3.000 posti ospita attività amatoriali e campionati diprofessionisti.Difronte,lungocorsoTazzoli,aperditad'occhio,siestendelaFiatMirafiori.Inauguratanel1939,arriva, negli anni '70 a dare lavoro a 50mila persone, una città nella città. Oggi appare isolata nel panoramaurbano,silenziosaedenigmaticadelsuofuturo.Doveuntempoc'eranotramebiciclettecheportavanoglioperaiallavoro,poiinfinitiparcheggiperauto,orasorgeilParcoLineare.Approdiamo alla bella e ampia area pedonale di piazza Bianco, con giardini, panchine e tavoli, giochi per ibambini,unanfiteatro,una fontana,unazonaper lo skateboardebeiviali.E' il cuoredelquartiere, sucui siaffaccia una tra le più belle chiese moderne di Torino, Gesù Redentore. Progettata dagli architetti Nicola eLeonardoMossonel1957, imponentenellasuasempliceeaustera facciatadimattoniprotesaverso ilcielo,alcentrolafiliformesculturabronzeadellaTrinità.All'internosiammiralaspettacolarevoltasfaccettataincementoarmatodoveiraggidiluceprovenientidagliabbainiaformadicristallopiovonosulpavimentodimarmonero.Proseguendo verso Grugliasco troviamo, in via Rubino 45, la cascina Roccafranca, nata sulle ceneri di undiroccatocasaleseicentesco,graziealprogettoUrban2,orainnovativocentroculturaleeaggregativo,conunbelcortilemoltoanimatod'estate,unacaffetteria,unbabyparking,corsi,laboratori,unecomuseourbanoeBotteghetematichesulconsumocritico,sulladonnaesulbenessere.D'obbligounasostaallaPioladell'incontro,dovesimangiabeneaprezzipopolarisottounmaestosogelso.DifronteallacascinasorgelabaroccacappellaAnselmetti,ridisegnataall'internodall'artistaMassimoBartoliniesededi laboratoriperlescuole.Pocopiùinlà, incorsoTazzoli,si trovaun'altraoperanatadalprogettoNuoviCommittentiecreatadall'artistapariginaLucyOrtadalnome"Totipotentarchitecture":èunasculturaformatadasinuosi tubolari d'acciaio, che richiama la cellula totipotente, la staminale, l'unità dal potenziale illimitato chepresiedeallacostruzionedell'organismo.Questoviaggiocidicecheogniluogoèmagico,sevistoconocchicuriosiecapacidistupore.

LauraMariaZanlungo

DuegemellitralavalRendenael’AdamelloSottodilorounmaredinuvole,l’albaspuntavasopralecimedelleDolomitidelBrenta,rosaaquell’ora.Eranolecinquedelmattinoeavevano14anni.Ilmassicciograniticodell’A-damellofronteggiavaquellodolomiticodelBrenta. Sono passati quasi quarant’anni e qui davvero poco è cambiato, il rifugioCaréAlto si è solo un po’ingrandito,ilrestocomeneiricordidiBeatricebambina.C’è ancora la chiesetta, costruita coi tronchi dai prigionieri russi, durante la prima guerramondiale, e la suapiccolacampana.Ilghiacciaio,lamorena,leroccegraniticheequelcielocosìspudoratamentelimpidosopralenuvole.Quellavoltaeranoarrivatilaseraprima,perultimi,Beatriceeilsuogemello,Giorgio.Ilrestodellacomitivaerascattato inavantiquandodalsentiero il rifugiosembragià lì.Avevanofameiduegemellie,sedutisulle roccedavantial rifugio, stavanoaddentando ipanini,estrattidellozaino,quandounavoce imperiosaalle lorospalleurlò:“No.Primaquesto!”Giorgiosivoltaconilcipigliochelasuagiovanearroganzaglidipingesulvoltoquandoqualcunolocontraddice.Silviosistaavvicinandoconduetazzedibrodofumantieilragazzo,voltandosi,sorridenelvederequelfasciodimuscolisottounabarbabrizzolata,sottounaberrettadilanaarighe,cheoffreloroilsuobrodo.“Avoinonv’homaivisto.Dadovevenite?”ChiedeSilvio.“DaGenova.”RispondesicuraBeatrice.

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“DaGenovafinquiapè?”Chiedeilmontanarotraloschernoel’ironico.“No,vede,miasorellanonhacapito,noisiamosalitidaBorzago,civeniamoinvacanza.”“Ah,beh,alora…vo’altredoveteimparareisegretidellamontagna,avetedelgiudizio,voi,nocomachialtrechej’èrivèdecorsa,desminüch faeh, j’hamagnàeadess…sdraiati inbranda.Voialtridues’èrivé piano, comegentechemisuraleforze...evegnìdalmar…Allabuonora,bevèstòbreüd!Caldo,vabevutocaldo.”“Amenonpiaceilbrodo.”TentadicontestareGiorgio.“Pochestorie.Bevimona,èunodeisegretidellamontagna:quandocisifermailbrodocaldorimetteinforze.”Silvioaspettacheiragazzinifiniscanodibere,riprendeletazzeesilenziosamenterientranelrifugio.In pochi lo avevano sentito parlare così a lungo. Silvio era un orso solitario, di una forza capace di fare unpresentat’armconunfustodicannone,percorrevaquasituttiigiorniquelsentieroimpervio,perilqualeleguideprevedonocircatreoreemezzodicammino,inpocomenodiun’oraecaricodiprovvisteperrifornireilrifugio.E’rimastounpersonaggiomiticoequalcunosostienecheilsuofantasmasiaggiritralamorenaeilghiacciaio,nellenottidilunapiena.BeatriceeGiorgioognitantoloricordanoeraccontano,quest’uomosimbolo,adamiciincredulichevengonoatrovarlidaGenovaodachissàdove.Vièinrealtàungrantrafficointernazionaletraquellecimechesembranosempredesertenellefotografieincuiappareraramentelapresenzaumana.Quelgiornolontano,iduegemelli,bevutoilbrodoemangiatiipanini,mancavanoancoraalcuneoreprimachescendesselanotte,partironoinesplorazionedelterritorio.Scenariodifollia.Trincee,camminamenti,sferettedigranata.Unaguerraguerreggiataa2500metridiquota,alcunetestimonianzesono ancora lì, dopo cent’anni. Non tutto, molti reperti hanno finalmente trovato una degna collocazione nelMuseodellaguerraAdamellina,giùinvalRendena,aSpiazzo,doveneilocalidellavecchiascuolaelementarelegrandisaleospitanounadocumentazionestoricarecuperataneglianni.Almuseo,apertoneiperiodidivacanzainvernaleetremesid’estate,nelpomeriggio,BeatriceeGiorgiocieranoandati,perl’ennesimavolta,ilgiornoprimadirisalirealCaréAlto.Comesempre,lihaaccoltiFrankchedellaguerraadamellinasatuttoealmuseofalaguida,ilricercatoreel’uscere.Lasuafigura,giovane,esile,riportaapersonaggi d’altri tempi: alto circa unmetro e novanta, basettoni che arrivano almento, pare evocareufficialiaustrungaricipiuttostocheferventiirredentistidell’iniziodelsecoloscorso.E’luichehafinalmenteillustratoaBeatricelastoriadelleportatricid’assi,ricordateinunmosaicosullaparetediuncapitelloaGḯo,proprioall’iniziodei tornantichedallavalRendena introduco invaldiBorzagodove lastradacarrozzabile si inerpica tra iboschi che,quando si apranoe lagiornataèbuona, spalancano lavista sulventagliodelmassicciodell’Adamellocon lacimaCaréAltoe ilghiacciaio,chesi staglianosuuncielocolorcobalto,mozzafiato.Beatrice, le portatrici d’assi, le aveva sentite nominare fin da bambina ma faticava a capire. C’erano soldatiaustriaci e c’erano le donne che lavoravano comemuli perché avevano fame e salivano "via per là, in val diBorzagoepoisufinoalghiacciaio”.Davveroeradifficilecapiredabambinacosaciandasseroafaredelledonneatremilametridovegiànonavevasensolaguerra.Il fattoèche ledonnecostavanomenodeimuli,3coronealgiornoeduepagnottea finesettimana, inoltreledonne si trovavano già sul postomentre i muli avrebbero dovuto venire da lontano. Quindi le donne furonoingaggiatepertrasportareilmaterialecheservìacostruirelebaracche,doveisoldatitentavanodisopravviverealgelo.Trail1915eil1918quasiognigiorno,apiedi,daBorzago,conqualsiasitempo,equilaneveraggiungeancheiquattrometrid’inverno,ledonnesalivanoarifornireilfrontedituttoilnecessarioperl’a-goniadiquellasopravvivenzaassurdadeimilitari così splendidamentenarratanella suadrammaticitàedoloreanchedaCarloEmilioGaddanellibroTaccuinodiCaporetto-diariodiguerraediprigionia.Dallemunizioni alle vettovaglie, dalle stufe al legname, tantissimimateriali raggiunsero le vette, poi, a guerrafinita,preserolastradadelritorno.LamiseriainvalRendenaregnòsovranafinoagliSessantaelegentidelluogoinventaronolafiguradelrecuperatore.Uomini,perlopiùquestavolta,cheandavanoversolecimeesiportavanoacasastufe,pale,legname,pezziditelefericaetuttoquellocheaiutavaasbarcareillunario.Poi arrivarono i turisti e con loro il benessere, allora dalle cantine e dai solai emersero i reperti bellici e così

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nacque ilmuseodellaGuerra biancaAdamellina, aSpiazzo. Il paesenel ‘15-‘18non esisteva ancora, diventòComunenel1928accorpandoquellecheorasonolesuefrazioni:Mortaso,Fisto,CheseBorzago.Questiborghisorgono sparpagliati a distanza dall’antica chiesa, con i suoi affreschi sulla facciata cinquecentesca e i resti,nell’ab-side,diuntempiopagano.Propriodifronteallachiesa,ilMuseoelasuaraccoltadibottigliettedivetro,smerigliatodaltempo,lemigliaiadifotografieeleracchettedaneve,icappottonidilanaeglistivalidipaglia,eslitteelanciabombe.Untuffonellastoria,neldeliriodellaguerraelaforzadellamontagna,conFrankchespiegapaziente.BeatriceeGiorgiosonovenutiavivereaBorzagodaadulti,Genovae ilmaresonolontano.Talvolta igemellisentonolamancanzadell’orizzonte,deicielilunghichetoccanoilmare,noncomequidove,raccontanoitrentini:“Lemontagnereggonoilcielo.”E’ allora che salutano i reciproci figli e consorti e salgono sulle vette arrampicandosi per la valle angusta,guardanoilmosaicodelleportatricid’asse,proseguonooltrepassandoleanticheca’damont,dovenellestagionidimezzo alpeggiavano pecore emucche, ora trasformate in confortevoli baite, alcune in agritour con camereraffinateeunristorantedallacucinatipicaeiviniprofumati.Oggi,comequarant’anniprimaBeatriceeGiorgiosonostatilìaguardarel’albasullecime.Oraèl’imbrunire,iduegemelliscendonodalrifugioconcalma,apiedi,traiboschidellavaldiBorzago,colsuotorrentesulfondo.Giorgiodice:”Chissà,sesiamofortunatiincontriamodinuovol’orso.”Maquestaèun’altrastoria.

SusannaMerzek

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RosetodegliAbruzzi“Unrivolod’ariasalubreattraversaquestopaese,situatoinunaposizionestrategicadalpuntodivistaclimaticosullerivedell’Adriatico...tuanonnalodicevasempre,l’ariadiRosetofarisuscitareimorti!!!”.Cosìmiraccontamia madre, che per le strade di Roseto degli Abruzzi mi teneva la mano durante i lunghi pomeriggi estivi,lasciandolaquando,giunti inprossimitàdellapinetaSavini,correvoverso lealtaleneperdedicarmiadunodeigiochipreferitidellamia infanzia.Solodopooredi innumerevoli salie scendi rincasavamo,entrambeesauste,nellanostracasadaltettorossodiviaLucania.Unacasacircondatadaalberi,inostriequellidellavillaaccanto.LevillediRosetosonoinnumerevoli,risalgonoall’epocafascista,periodoincuiilpaesenoneranient’altrocheunvillaggio di pescatori, denominato “Rosburgo”.Magià a suo tempo i generali fascisti avevano capito chequest’ariadimareavevadelmiracoloso.ElacollinadiMontepaganochesiergeallespalledelborgoappagavalavistaetranquillizzaval’animo.Oggialcunediquestevillesonostateristrutturate,altresonoabbandonate,altreancoradestinateadalberghi.Anchelavillaaccantoallanostracasaèdiventataunhotel.Ebberosolocuradinonabbattere le meravigliose palme che ne occupavano il giardino. Ma la gente continua a venire in vacanza aRoseto,conunacaratteristica:chivienequiunavolta,ciritornapertuttalavita.Ultimamentelacrisieilcarovitaha lasciatodietrodi sé,negli anni, alcuniaffezionati chehannodovutoarrendersi all’aumentospropositatodeiprezziinquestofazzolettod’Abruzzo(dicoio,nonsiamomicainVersilia!).MaiRosetanisonocosì,testardiechiusinellalorolinguaditerra,enonhannocedutoil loropiccologioielloalturismodimassa.Chequestosiastato involontario, poco importa. Sono trascorsi venticinque anni da quei pomeriggi soleggiati. L’edilizia si èsviluppata all’estremità nord e sud del paese (considerando che Roseto può solo allungarsi per crescere indimensioni,acausadellacollinadiMontepaganochenebloccal’allargamento);operedirestaurodellestrutturepubblichesonostateeseguiteinmodopiùomenointelligente;glistabilimentibalnearihannorinnovatolaloroestetica.Maapartequesto,nonsembraesserecambiatomoltodaquesteparti. Rosetoèrimastacosì,adagiatalungolerivedelsuomare,raccoltanelsuoruolodilocalitàesclusivaperlevacanzeestived’untempo.Quandoilsolesiaffaccia,sullalineadell’orizzonte,imarinairientranoconleloroimbarcazionipervendereilpescesullariva.Rosetanieturistidipassaggiosifermanosulbagnasciuga,accantoallebarche.C’èchicompra,chistalìpercuriosare, chi si gode l’andirivieni delmoto ondoso. La spiaggia diRoseto è larghissima, protetta dall’azioneerosiva delle onde da frangiflutti posizionati a poca distanza dalla riva. Gli scogli fanno parte integrante delpaesaggiocostierodiRoseto.Occupanolascena,distraendolosguardodall’uniformecoloredelmare.LacollinadiMontepagano segna il confine sul lato opposto, con il campanile della chiesa del paesino che si erge sullasommità.Scogliecollina,collinaescogli.Quicisipuòfermare,cisipuòsentirerassicurati.Ilsoleoraèunpo’più alto.Ègiovedìmattina, enellepiazzetta antistante il palazzocomunalevengonomontate lebancarelledelmercato. Il paese si riempie di donne, bambini e ragazzine che animano le strade, scambiandosi consigli opettegolezzi.Seleragazzehannoinmanoicellulari,oggi,noncambiamoltolecose. Essesonosemprelì, trachiacchiere e risatine, ammiccando sorrisimaliziosi. Per gli adolescenti, i Phantom e gli SH sono uno statussimbol.Livediovunque,questiragazzichesfreccianolungolaviaNazionale,incollatialleselledeiloroscooter.SifermanoalBarPorrini,nascostofraillabirintodelleviuzzeinterne,quasiaridossodellacollina.IlPorrinièda sempre un luogo di aggregazione per i ragazzi di Roseto, qui generazioni di giovani hanno trascorso ipomeriggi dopo scuola a giocare a carte, a biliardo o biliardino. Un sacchetto di patatine, un caffè, qualchesigaretta.Mailveronucleoaggregativoèlapiazzadellastazione.SoloitreniregionalisifermanoaRosetodegliAbruzzi.Labiglietteriaèchiusadatempo,elastazionevienesfruttatapiùcomesottopassaggiocheperloscopooriginale. La piazza è tagliata in due dalla Nazionale, la metà subito antistante la stazione è utilizzata comefermatadegliautobusregionali.L’altrametà,oltre lastrada,è ilcuorepulsantediRoseto.L’edicolanelmezzodellapiazza,unafontana,equalchepanchinaquaèlà,fannodastrutturaportanteperl’aggrovigliarsidellaretedelle attività sociali della popolazione.Attività che si protraggono lungo imarciapiedi della viaNazionale, indirezionenordesudrispettoallapiazza.L’attivitàprincipaleavvieneduranteilpasseggiotardopomeridiano.Siocchieggianolevetrine,coninteresseapparente,nonperdendodivistailmovimentoaltrui.Loscopoèlocalizzareil conoscente o l’amico, salutarlo più o meno calorosamente, talvolta fermarsi per due chiacchiere, che

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diventerannooggettodidiscussionedurantel’incontrosuccessivo.Taleattivitàvienerealizzataconsoluzionedicontinuità durante tutto l’anno, ma durante la stagione estiva la location si sposta sul lungomare. Ah, ilmeraviglioso lungomare di Roseto! Il marciapiede pedonale che si estende dalla rotonda sud a quella nord ècosteggiatodaunalunghissimafiladipalme,l’orgoglioeilcrucciodeirosetani.Ilcruccioperché,comeinaltrezoned’Italia, alcunedi esse sono ridotte amonconi avvizziti.Epoco importa se il denarovienedestinatoallaparatadellefreccetricolori.Malcomunemezzogaudio.Lospettacolodellefrecceè,invece,davveroesclusivo.Qualcosachepuòriportare, inunsolopomeriggio, la localitàbalneareall’anticosplendore.A latodelle filadipalme,èstatadirecentecostruitaunapistaciclabile.Bisognariconoscerechequestoèstatounodeipiùgrandicambiamentiinpaesedell’ultimodecennio.Difficileancoraoggidaassorbirenellamentalitàrosetana.Lungolapistasfreccianoindifferentementebiciclette,corridorie…passeggini.Oltrelarotondasud(dettaanche“secondarotonda”),proseguendoper500metri,siarrivaalpontile.Lasapientemanodiqualchegiardinierehatrasformatogli aiuole inmessaggi per i forestieri: “Benvenuti aRoseto”.Adue passi c’è il carretto “MareFritto” nonchél’intramontabile“Bruno”,checonhamburgerepatatinefritteallietalenottiestive.D’invernoilsapienteBrunosispostapressolarotondanord(o“primarotonda”), inunaccogliente localealchiuso.Oltrepassati lebancarelledellecibaglie, sipuòprendere laviadelmolo.Pedalandoperpochi istanti si arriva in fondo,dovegiovaniedanzianicercanoditiraresuqualchepescedalmare.Ilsaltoèdipochimetri,etalvoltaqualcheragazzosiesibisceintuffipiùomenoacrobatici.Arrivatiqui,secisigiraversolacosta,sipuòosservareilpaesenellasuainterezza:icontornidellecase,lariva,ilprofilodellacollinaelafiladipalmedellungomare.Arrivatifinqui,avvoltidallaleggerabrezzadelmare,sipuòstaretranquilli.RosetodegliAbruzzisembrarassicurarci,darcilacertezzacheiltempopuòrallentare,enoiabbiamolapossibilitàdiriflettereesistemareitassellidellanostravita.

ClaudiaMattioli

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L'OrzoBruno

Ilfattoèchecivuolesempreunpostoincuiriparare.Chiamateloporto,chiamatelonido.Chiamatelocasaorifugioocomevipare.Ma,qualcosa,tiserve.Senonnehai uno ti tocca viaggiare. Guardate la fine che hanno fatto Baudelaire o quello scansafatiche di Chatwin.Avesseroavutounabirreriasottocasa,forse,lecosesarebberoandatediversamente.Forti di questa inoppugnabile verità, negli anni, abbiamo eletto un luogodeputato a raccogliere tutte le nostreingiurieallaVitachecitormentacoisuoidispettieisuoidispotismi.Maunluogo,pure,incuifesteggiaretuttigliesamidati,letesicompletateelelauree-allabuonora-raggiunte.Pernonparlarepoideibrindisiallepartenze,temporaneeodefinitive,odiquellisprecatiperglieventi,comedire...felici.E,questoluogo,illuogocheabbiamosceltoneglianni,èl'OrzoBruno.Incastratoinunvicolettoparalleloallastradaprincipale,fral'ampiapiazzaalberatadiSantaCaterinaeilpiccoloteatroVerdi,ilpubraccogliegented'ognisortaecarattere.Logestisceunacooperativadiragazzipiùchetrentenni.Unadecinad'annifa,improvvisatisibirraioliecontadini,hannocominciatoasmerciarelelorobirreartigianalieilorosucchidifruttaprodottinellecampagnedeidintornidelpisano.Ai tavolidell'Orzo, inunaqualunqueserata -estivao invernale -puoi trovarci il compendiodellacittà.C'è latavolatachediscuteanimatamentedellarivoluzioneprossimaventura.SonoprobabilmentevolontaridelChiccodiSenape,odiEmergency,odiunaqualchealtraassociazioneche,aPisa,cresconospontaneamentemegliodellagramigna. Cambiare il pianeta - si sa - è un'operazione sporca e malvagia a cui tutti i politici cercanoindefessamentediopporsi,benriuscendovi.IlLunedìpresenzianogliamantiegliespertidelGo.Pisaècittàdinerd,einquantotaleabbondanoscacchistiegoistidiognirismaediogniscacchiera.All'angolodelbook-crossingsfilanolettorid'ogni tramaegenere,daigiallistiagliappassionatidi fantascienza.Posanoeprendonodagliscaffalifumetti,rivistee,ovviamente,libri.Macisonoancheibevitoridipassaggio,quellichehannochiesto"conosceteunpubdoveandare?"esonostatispeditiqua,chefosseroindistintamentefricchettoniimpenitentioaspirantiavvocati.Ci arrivano stranieri, e ovviamente gliErasmus.E poi professori e ricercatori universitari, operatori ecologici,impiegatidelcatastoedelleposte.L'OrzoBrunoaccogliemoltagente,indipendentementedalcredopoliticoodaigustisessuali.L'ambienteha,certo,unasuaprecisaeincontestabileopinioneefilosofiadivita.Bastaguardareilmenù.Prodottilocali, a chilometro zero, biologici. Prodotti del GAS, i gruppi di acquisto solidale che si riforniscono daicontadini di una rete nata dopo ilG8 diGenova. Prodotti del commercio equo e solidale.Nessun prodotto dimultinazionali dubbie. Persino la Coca cola è stata bandita dal locale: che imparasse a rispettare i diritti e ladignitàdeilavoratoriedeipopoli,primadivenireavendereall'OrzoBruno!Inaria,sopraalbancone,sventolanoifoglidicartaingiallitacoipiattidisponibili:insalatecontadine,formaggi,dolciartigianalieimprovvisati.Suunodeiduepilastridelbanconeèappesol'algoritmo(Pisaècittàdinerd)perordinare una birra: specificarne il tipo, se si vuole piccola o grande, da bere dentro o fuori (se si porta fuorioccorre-perdisposizionecomunale-ilbicchierediplastica.MalacooperativahainodiolaplasticaedàinvecebicchieriinMaterBidasmaltirenell'organico).Alsecondopilastrodelbanconesonoelencatelebirredisponibili.Cisono,comenelmondodellavoromoderno,quellestagionali(valeadireprecarie)equellefisse,colcontrattoatempoindeterminato.Ognitantoqualcunafailgransaltoe,datemporanea,passanell'olimpodelledurature,equelgiornooffredabereallecolleghe.Al bancone le chiacchiere con chi ti spilla la birra variano molto più di quanto una distribuzione gaussianalascerebbeimmaginare,daqualesial'annatamigliorediuncertovinoaiconsiglisull'andare,oppureno,avivere

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insieme(epoifarefigli).Eforsesarebbeunadistribuzionedastudiare.D'altrocantoWilliamSealyGosset-aliasStudent,quellodellafamosaT-spillavabirreinunafabbricadellaGuinnessaLondra,fraunapubblicazioneel'altra.E,potetestarnesicuri,lamatematicaingurgitaquestacittà.LaNormaleledàlustro.Galilei-piùdiGaribaldi-èstatoqui.MaancheFermiePontecorvo.EFibonacci.DaquestepartiènatalaCEP,ilprimocomputerd'Italia.Neportatestimonianzailmuseodeglistrumenti,chehatrovatoubicazioneaivecchimacelli,vicinol'Arsenaleeillungarno.Non solo Scienza, però, ha innamorato gli animi studenteschi di cui la città ha fatto sempre collezionetemporanea.Profondamenteintrecciataalsaperec'è,com'èovvio,lapolitica.Covodi anarchici,movimentisti, sognatori.Formatricedi studenti.Cene sono transitati amigliaia, chehannosvernatoquiprimadiriannodarelalorovitaaltrove.Quandodimatematicaedipoliticanonsenepuòpiù,eccochecisipuòrifugiareall'Orzo.Oandarcidiproposito,aparlaredipoliticaedimatematica.Odituttoilrestante...A questo pub sono legati aneddoti ed episodi che sarebbe meglio tacere. Complici le innumerevoli Yeti eMartesane ingurgitate nei dopo-partita, la città ha avuto occasione di venire a conoscenza di una miriade diparticolari(emoltiintimi)diognunodeisuoiabitanti.Moltecoppiesi sono formateai suoi tavoli,molteamiciziesononatee fermentateal suo interno,molteviteegiovinezzesonostatevuotateinsiemeaiboccali,emolterivoluzionisonostatesognateepianificateinsiemealcompagnoLuppoloFermentato.Indefinitiva,l'OrzoBrunoèilmigliorpostoincuitrascorrerel'esistenza,edilmiglioredeibirrificipossibili.

GiorgioMacauda

IlbalconedelleMarcheNon è lamia cittadina, non vi abito,ma in qualchemisura è diventata casamia, forse più di quella reale, daquandohoiniziatoadinsegnarviinunascuolaelementare.E'unluogochemièentratonelcuoreperchériesceaconiugareilmioamoreperl'arte,perlanaturaeperunavitalontanadalcaos.StoparlandodiCingoli, unpaesedipocopiùdi10.000abitanti situato inprovinciadiMacerata, arroccato aquasi700metrisudiunaltocollearidossodell’AppenninoUmbro-marchigiano.Giàilsuosoprannomenedefinisceefficacementelapeculiarità:ilBalconedelleMarche.Nullacheostacolilavistaversoest,ingiornatesereneeprivediumiditàchecomeunagraziadelcielocisvelanoiparticolaripiùnascosti,losguardoriescefacilmenteaspaziaresulladistesadicollinepostealdisottodelpaese,colline amene, famose per la produzione di un vino che è ormai entrato nella considerazione degli esperti delsettoreedeisommeliers:ilVerdicchiodeicollidiJesi.Daquipoi lavista spazia finoalla costaAdriatica,dalpesarese almaceratese,una linea sucui svetta la cimatondeggiantedelmonteConero,unicoverorilievosull’AdriaticoprimadelGargano.Queste limpide giornate possono regalarci a volte anche la visione accennata delle coste dalmate là, oltre ladistesaazzurradelmare.Guardandoversoovestinvece,iverdicontraffortidell’AppenninonascondonoappenaimontiretrostantidacuiemergonolacimadelSanVicino,ilrilievopiùprossimo,elevettedeiSibilliniunpocopiùlontane.Per chivivenella scuola conoscere la storia e la culturadiun luogo, è cosa indispensabileda trasmettere allenuovegenerazionicheinquelluogovivonoecrescono.EancheinquestoCingolipuòregalarevicendeumaneebellezzeartistichedavverointeressanti.Primainsediamentopiceno,poimunicipioromano,nelMedioevofu liberoComunefinquandononentròafarpartedelloStatoPontificio.Puòvantareinatalidiunpapa,PioVIII.Inun idealepercorsoartistico,merita senz'altrounavisita laChiesadiS.Esuperanzio,una severacostruzione

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romanico-gotica ingentilitadaunbel rosone,daunostraordinarioportaledelTrecentoe, sul latodestro,daunloggiato a due ordini di colonne, quattro grandi sotto e dieci più piccole sopra, appartenenti all'annessomonastero.L'internodellachiesaanavataunicamostraancorasulleparetiaffreschidiscuolaumbro-marchigianaparzialmente conservati,mentre la zona presbiteriale si presenta sopraelevata e divisa in tre spazi da colonne,nellabellacriptasottostanteriposailcorpodelsanto.Nella chiesa di S. Domenico, invece, si può ammirare uno dei capolavori del Cinquecento, la Madonna delRosariodiLorenzoLotto,quasiduequadriinuno:nellaparteinferiorecompaionoMariaeilBambinoattorniatidaSantieAngeli inunacomplessastrutturacompositiva,mentre inquellasuperiorequindicimedaglionipostidavantiallosfondodiunroseto,narranoognunounepisodiodellavitadellaMadonnaodiGesù.Suggerisco di visitare anche la Chiesa di S. FilippoNeri che dietro un bel portale romanico nasconde al suointernoilgioiellodiunastupendascenografiaseicentesca.Ilpiccolospaziodiquestachiesasifa(ancheperchicomemenonapprezzatroppoleformebarocche)sorprendentegiocodivolumi,decorazioniastuccoeaffreschi,chesifondonocongraziaemisura.Cingolisa infatticoniugarevariaspetti,bellezzaestoria, sportevitaall’ariaaperta,cibisaniegenuini,chesipossono gustare un po' dappertutto in zona, nei ristorantini immersi nella quiete dei vicoli cittadini o neglinumerosiagriturismoinseritinellacornicedeicollimarchigiani.La vita in questo luogo trascorre senza stress evidente, i rapporti umani sono cordiali, come di chi non deveguardarsidaminacceoricostruireafaticaunapaceperduta.Unodei riti a cui la gente diCingoli èmolto legata, sia i giovani che gli anziani, ognuno secondo le propriecapacità,èquellodellapasseggiatadomenicale.Nonstoparlandodellapasseggiatalungoilcorsoprincipalechemoltecittàvantano,altrimentidefinita“struscio”,madiunasalutarepasseggiatanelverdelungolastrada,pocotrafficata,chevaversoS.SeverinoMarcheecheincirca5kmarrivaadunagalleria.Lamaggiorpartedeicamminatoriopodisticheviarrivano,giranopoilespalleetornanoindietroversoilpaese.Per i più allenati da qui si aprono svariate possibilità con sentieri all’interno del bosco verso il bosco delleTassinetedaunaparteoversoPiande'Contidall’altra.Questiluoghid’invernosicopronospessodiunbuonmantonevosocheavoltereggeperqualchesettimana.E’alloracheioraggiungoilpostodilavorocongliscistrettimontatisultettucciodell'auto.Ibambinilosanno,oggiilmaestrovaasciareeridonoperchétrovanolacosaunpo'bizzarra.Così,doposcuola,nontornosubitoacasa,iltempodiunpaninoepoiviaattraversoisentiericonimieiscidafondo.Nessunrumoremolesto,soloilventoelapresenzadiqualcheciclista(quièpienodiottimitracciatipermountainbike)odiqualchebuoncamminatore,magariconilsuocane.Sonoscivolatecomode,anchesenonbattute,noncisonosalitetroppoardueodiscesetroppodifficili,sulunghitrattisipuòandarviadipattinata,magliscorcichesiincontrano,credetemi,nonhannomoltodainvidiareaquellidilocalitàpiùfamose.Etuttoquestoauntirodischioppodalpaese.Datalamiapassione,nonpotreichiederedimeglio.Magari mi trasferirò qui, un po’ più in là con gli anni, per respirare il fresco delle serate estive o l'ariacorroborantenellegiornateinvernali,perimmergerminelsilenzioenellaserenitàdeiluoghi,pervivereacontattodellabellezzaedellastoria.ManoncrediatecheCingolisiaunacittadinapocoadattaafamiglieconbambini:igiardinipubblici,moltograndiecurati,dispongonodivarigiochiegiostreperipiùpiccoli,pistadipattinaggio,campodicalcettoebocceesonomoltofrequentatineigiornifestiviancheperl'ombraeglispazipicnicadisposizione.Inoltrenel territoriocomunale sonopresenti alcunevereeccellenzeper ildivertimento:unapistadimotocrossomologatapergareinternazionali,unParcoAvventuraconpercorsisuglialberiealtriattrezzatilungoleparetidiuncanyon,conlachicca,peripiùcoraggiosi,diunatirolesegigantechevapercirca250metridalpendiodiunamontagnaall'altrasfiorandoladigadiCastreccionieperfinireunodeimiglioriAcquaparkdelCentroItalia, ilVerdeAzzurro,3000metricubidipiscine,scivoli,percorsisugommoni,spazirelaxecentrofitnessconvillaggio

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turisticoannesso.Chedite,puòbastareperconvincerviaunavisita?

MauroBarbetti

AstinoVorrei parlarvi delmonastero diAstino (foto n. 0), che di recente è stata una delle sedi della ‘tre giorni’ cheBergamo ha dedicato al pastoralismo (per valorizzare luoghi e tradizioni di montagna): solamente la scorsasettimana,infatti,lìèarrivatounpiccologreggedipecore.IlmonasterodiAstinoèsituatonellacittàdiBergamo,edèstatorecentementerivalutatodaenticomeilComuneelaProvinciadiBergamo,ilParcodeiColli,lafondazioneMia,l’OrtoBotanico,laRegioneLombardiaeloSlowFood.Nel mio itinerario spiego che è possibile raggiungere il monastero a piedi, partendo dal centro della città:precisamente si parte dalla chiesa di Santa Lucia in viaXXSettembre, (foto n. 1, in cui si vede il lato dellachiesa),cheprendeilnomedallaSantaprotettricedellacittàdiBergamo.Si attraversa quindi tutta viaXXSettembre (foto n. 2), in direzione di Piazza Pontida (foto n. 3), piccolamarinomatapiazzadellacittà;giuntilìsicontinueràdrittoperlastradachecontinuaconilnomediviaBroseta(foton.4),vialunghissimachecollegailcentrodellacittàallaperiferia.ViaBrosetasistagliainfattipercirca3kilometri,unostradonefacilmentepercorribilesulmarciapiede:all’iniziovièsulladestrailrinomatonegoziodidolciumiLazzarini(foton.5);quindi,trecentometridopo,sullasinistraviè la coop; continuando semprediritto (foton. 6-7-8) si arriva alla chiesadellaMadonnadiLoreto, allanostrasinistra,mentrealtritrecentometri(foton.9)evedremo,sempresullostessolato,lacrocerossaitaliana(foton.10).Aquestopuntolastradacontinuainleggerasalita(foton.11),ecurvandoadestra(foton.12),perproseguirepoidiritto(foton.13)finoinfondo,finchècioèlaviaarrivacioèall’incrociodiviaLongueloeviaLochis(foton.14):aquestopuntogireremoasinistra, imboccandoviaLonguelo(foton.15),epercorrendolapercentometricirca;poi,eccoallanostradestraviaAstino(foton.16),benindicatadallasegnaletica.ViaAstino è una strada inizialmente stretta e con una sola corsia (foto n. 17), che chiarisce immediatamentecome,giàalsuoinizio,cambiimprovvisamenteilpaesaggioe,nonsembradiesserepiùnellacittà,madicolpocisiritrovainapertacampagna.Proseguendosempredritto,laviapoisiallarga(foton.18-19-20);ilpaesaggioèdavverobellissimo,immersonelverdechegiàcaratterizzavailquartierediLoreto,maquestoèunverdepiùgenuino,quasiantico.Sinota lapresenzadicaseantiche (foton.21a-21c-21d)ecasolari,orti (foton.21f)e fruttidibosco;vi sonoterrazzamenti di terra (foto n. 21e) e campi di grano si estendono all’infinito (foto n. 21b). L’aria è diversa,migliore,e lopotretesentireimmediatamentevoistessi: insomma,essereadAstinoèdavverofareuntuffonelpassato, il tutto apocopiùdiun’oradibuoncamminodal centrodiBergamo (unpaiodiore sononecessarieinvece,perosservarelebellezzedelluogo).Giuntiametàstrada,viaAstinosibiforcaindue,continuandosulladestra(asinistrainvecec’èviaMadonnadelbosco,foton.22):èbenchiaralasegnaletica.Lastrada,aquestopunto,tornaadesseretuttadritta(foton.23-24)esialternalapresenzadelmarciapiede,allasuamancanza.Astinofaunanuovabiforcazione(foton.25),continuandoasinistra,perpoiproseguirediritto(foton.26-28-29-30),trovandoilmonasterodiAstinoallaproprionostrasinistra(foton.32-33).E’ un’emozione camminare per questi luoghi, respirare l’aria che sa di montagna, osservare il paesaggio checirconda il luogo (foto n. 31): lì infatti, sembra di aver fatto un passo nel passato, alla presenza dei grandiproprietariterrieri,odisemplicicontadini,gentecomunqueingradodiapprezzarelecosesemplici,cheripaganolafaticadeldurolavoroall’ariaaperta.Astinoèunazonarecentementevalorizzatadavarienti,tracuil’OrtoBotanicoLorenzoRota,cheviorganizzaspessoiniziativeperriscoprireedapprezzarelabellezzadelluogo,attraversoconcertiodegustazioniguidate,percomprendereilvalorediluoghieprodottidellaterrabergamasca.

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Inoltre, la ristrutturazione che i vari enti hanno promosso, è stato evento importante per salvaguardare lacampagnadentro lacittàche,conl’eventodedicatoalpastoralismo,haunitoanchelamontagnabergamascaaivalorietradizionidellacittàdiBergamo.

FrancescaFacoetti

LineeurbaneCisonosguardisulmondo,attimiincuiilrespirosifermaetuttoapparechiaro,chesivorrebberoracchiudereintechedivetro.Sonofotografiedaibordivivi,custodidicolorierespirinaturali.ÈconquestospiritocheWalter,all’alba,riempiedivitalagiornatadainiziare.Mentreattendel’uscitadelcaffèincucina–aromaristoratoreperrisvegliareilcorpo–siaffacciadallapropriatecadivetro:unatticoromano.Dallafinestrariempiediariainvernaleipolmoni,strettonellafelpaeconl’immancabilesigaretta.Sbadigliaalnuovogiorno,eindugiaascrutarelapianasottostante.Ebbenesì,Walterèunprivilegiatocittadinodell’Urbe,cheglihaportato indono lavistadellaCaffarella,macchiaverde traduegrandiarteriestradali, laCristoforoColomboel’Appia. È il regalo quotidiano che questo uomo riceve, senza imballaggi né biglietti d’auguri. Con gli occhilucidiperilfreddo,sorseggiailsuocaffè,fuma,eosserva.Una coltre azzurrina e un po’ sfilacciata nei contorni nasconde il verde della distesa. Svettano intorno alberismagritidellelorofoglie,nostalgicideibeitempiprimaverili,conilorotronchipienidicicatricievita.Lanebbia,custodedellapiana, sembraquasiunmimo,con i suoi lentigesti sotto leprimepennellate rosadell’alba.Nonvuolecedereilpassoadaltrifiguranti:siattardaneiprati,sagomefinisinascondonotraicespugli,semprepiùfinivapori,poisvaniscono.Eccounraggiodisole.Walterèancoraincasa,indossalasuamaschera,allaccialescarpe – una sistemata veloce ai capelli, gel – e poi, direzione negozio. È meticolosoWalter, con quell’ariasognantetienetestaallenoioseclientisenzaperderenépazienzanésorriso.Ah,quanticolpidispazzolaavrebbevoluto dare a quei crani salottieri, pavoni sotto i loro colpi di sole emeches, occhi in cerca di approvazioneforzatadavanti lospecchio.–Bastachepaghino–era ilsuomantra,cosìdalmartedìalsabato.Per il resto, lechiaccherevannonelvuoto,ilnullaappartienealnulla.Alterminedelgiorno,Walterhaunrito:fermarsiacasadiGino.Insomma,perilcatastononsitrattadiunimmobileusoabitazione,anzi,èpienamenteunmobileadattatoatettosullatesta,privodiqualsiasidocumentoadichiararnel’esistenza.Ginoelasuaroulotte:ungioiellodiinventivaumanainpochimetriquadrati,incastonatoinunospiazzoalfinirediunastradaelarecinzionedellaCaffarella.Sembraesseresemprestatolì–intendoGino.Dovrebbeaverecircacinquantaanni,mailtempoèrelativo,eluiapparecomeunperennepresente.Certo, ladefinizionebarboneglisiaddice.Unabarbabiondiccia,ogni tantocurata,spessotramutainMedusaconmilleserpiintutteledirezioni.Cercadifaredelsuomeglio,conlaferragliastanatadentroicassonettidell’immondiziarendegiustiziaallafantasia.Nasconoaudacisoprammobili, scheggeimpazzite da corpi acuminati, portapane in attesa di tovaglioli ricamati e grano lavorato, linee umane daappendereallalucedicandele.ÈunmaestroGino–cosìsifachiamare.Pianopianoilquartiereèdiventatosuoallievo,elesuestoriesonogiunteancheaicontrollorinellametropolitana,daFurioCamilloaColliAlbani.Ognitanto le lamentele sembrano farvacillare la roulotte,ma tra ilgrigioreurbano ilmaestro, inquestospicchiodiRoma,mantienesaldounpostod’onore.Walterloconoscedaquandobambino,insiemeallacombriccola,andavaabussareallaportaazzurradell’abitacolo,pensandocheuscissechissàqualeorrendomostro.EinvecesbucavaGino, allora ragazzo, con la tuta blu dameccanico dei sentimenti, pinze e viti nelle tasche, cappello fatto colgiornale, e una risata di chi non conosce tristezza di sé. Che poi, nessuno sa il suo vero nome: maestro èsufficiente,chissàqualeanagrafeloharealmenteconosciuto.Walter si presenta dal suo amico con la spesa, e come luimolti del vicinato: aiuti ben accetti.Decine di caseintornohannodeimanufattifirmatiGino,prezzimodici,adiscrezionedelcommittente.Cicampailmaestro,nonscialacqua,cinghiastretta,mailrisultatoèunavitadignitosa.Fuoridallerighe,senzadubbio,dicertodifficile,aspraeavoltespietata:cosìluihascelto,cosìprosegue.NarrailnostroGino,dipingeachiascoltalasuaCaffarella,quelladell’albaedeltramonto,delfreddoinvernoedellabrinasuiprati,unacorazzapoeticaperilmiracolodellanatura.Sistupisceilnostroamicoognigiorno,ogni

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dettagliochescopreèmeraviglia,untasselloinpiùperlaconsapevolezzadelmondo.Sidilunganelraccontaredei passeri con il loro nido sopra il ninfeo diEgeria, con l’acqua ricoperta diminuscole piante, un telo verdeaccesodi forma all’incirca rettangolare, cinguettano i pennuti e lui ci parla.Che lo prendanopurepermatto iciclistidelladomenicadipassaggio–nonsannoqualisegretivengonoconfessatialmaestro,quantianeddotidelparcosonosvelati.Walterloammira.Unamattina - come sempre caffè e sigaretta in finestra – ha guardato la piana, la nebbia addormentata, e lospiazzo.Ginoseneèandato,costruiscesognidimetalloinqualchealtracittà.Sonorimastilaroulotte,qualchevite,emoltecaseconferreesculture.Moltisonodelusidiquell’abbandono.Ilquartiereeralacasadelmaestro,oforseunapiazzoladisostanellasuavitadaerrante.

GabrieleSalini

LamiaDroneroQuanto amo lamiaDronero. Semplicemente la amo per come simostra. Splendente, romantica sognatrice ditempi andati racchiude, fra le sue vecchie mura, antiche leggende, racconti di epoche che furono, atavichetradizionidellagentechelaabitò.Nelquietedellanotte,quandoilsilenzioavvolgelemembrastanchedeisuoiabitanti,amopasseggiarefraivicolettielepiccolestradescoprendoognivoltacoloridettagliedemozioninuove;digiorno,quandolacittadinasisveglia,laattraversocavalcandolamiavecchiaMonviso,eilventomisiinfilafraicapelli,risvegliandomiisensiericordandomiognivoltadipiùquantosiabellalavita.Bellalavita,bellalamiacaraDronero.C’èunanzianosignore,ognigiornosedutosottoiportici,sullastessapanchina.Isuoiocchiazzurrimiriportanoalcielolimpidoetersodellemiglioridomenichesettembrine,quandomisiedonelgiardinodicasaadammirarelamaestosità della valle che si apre oltre Dronero. Laggiù, le vedo, le cime del Chersogno del Pelvo e dellaMarchisa, emi sembradipoterle toccareconundito, tastandoneogni singola increspatura, comese fosseunarealepanoramica stampata sucartacotone.E inveceè terra, sono rocce, sonogiovanicamosciche svettanoalcielo e vacche all’alpeggio i cui campanacci ad ogni loro passo compongo armoniche sinfonie d’altura, dellespeciediintimepreghiereaquelDioche,dalassù,sembraessereunpocopiùvicino.Quandopoi,ho la fortunae l’orgogliodipoter accompagnaregruppidi turisti almiopaese, sonograta.Grataperché, a fronte di una professione (quella di guida turistica) che alle volte diventa seriale e può peccare dimancanzadiemozione,raccontarelestorieeleleggendediDroneropermeracchiudeunsignificatoenorme,inprimisperl’enormepassioneedereditàculturaletrasmessamidaimieigenitori,insecondoluogoperchéritengoche questo sia un posto adatto a chi è in cerca di se stesso, di quiete, di spazio e tempo per riflettere. Osemplicementepergustare labellezza.Perquestomotivo laprimaraccomandazionecherivolgoallepersoneèquelladiprendersideltempo.Perchéilrischio,essendoquestacittadinaditransitoversolavalleMaira,èquellodiattraversarlavelocementeconl’autosenzacoglierenulladellasuaveraessenza.Dunqueinsistosullalentezza,sulfattocheDronerovadavissutaevisitatasullepropriegambe,apiedioinbicicletta,senzabisognodigrandispiegazioni,masemplicementeconlavogliaelacuriositàdialzareilnasoalcieloedosservare.Perchélamiacara vecchia Dronero è in realtà un variegato collage di fotografie, di singole istantanee, di particolariarchitettoniciescorcipaesaggisticichevannoacomporneilnucleostorico.PasseggiandosulPontedelDiavolo,anticocollegamentomedievalealqualedoverosamentesilegaunaleggenda,finoalvecchiomulinodoveancoravengono sfornati deliziosi biscotti, e poi intorno alle vecchiemura, alla parrocchiale che sulla facciata ricalcaatavichesimbologiediumanità lontanissime(anchesenoipensiamosianodecorazionicristiane!),allesignoriliville sorte qua e la come funghi nel boom delmercato della seta penso sempre che nulla ha questo paese dainvidiareaglisplendidiborghidelcentroItalia.Forsesololascaltrezzadeisuoiabitanti,cheevidentementesonostatipiùabiliapromuovereilproprioterritorio.Maquesto è l’altro lato chemi affascinadiDroneroedella sua splendidavalleMaira.Lamentalità.Gentedi

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montagnadura,atrattiaustera,madalcuoreprofondo.Gentechehasfidatoiltempoelasorteperpotercampare,gentechenonsièarresadifronteallegrandisfidedellaguerra,dell’emigrazione,gentecheneimomentipiùdurisi è saputa reinventare conmestieri nuovi, intraprendenti e innovativi. E di qui nasce la lunga e paradossaletradizionedei commerciantidi acciughe, ilmareportatoaimonti,piuttostochequelladei caviè, ivenditoridicapellichesisonoarricchitiraccogliendoleciocchedelledonneperfabbricareleparrucchedellegrandinobiltàeuropee.Maarrivailmomentoincuiègiustocheleparolelascinospazioaisensi.Ilmioinvito,calorosoedaccogliente,èquello di venire personalmente a visitare queste terre. Troverete tanti tedeschi e svizzeri, pochi turisti italiani,perchéquisiamoaldifuoridellegrandirottedelturismomassale.Maquellochevipossiamooffriregarantiscocheèautenticoeallevolteunpo’spartano.Maquistaproprioilfascinodellavostragita.Allora…viaspettopergustareunbuoncaffèall’albaounaperitivoaltramontosullaterrazzadelteatrocittadino.Saretevoiadirmiseneèvalsaomenolapena!

DanielaRebuffo

AndaiperVerbaniaperchévolevoviveredeliberatamente

Diconochequinonc'èmainienteda fare.Diconoche è la cittàdeivecchi.Diconoche, adire il vero, nonènemmenounacittà,mal'unioneditregrossipaesi.Nécarnenépesceinsomma.Forsesoloalborellefritte.EppureioinVerbaniahosemprevistoqualcosadipiù,unlatonascosto,forsequellatochechiciabitaspessononriesceacogliere,neltrambustodellavitamoderna,nellacorsaversolascuola,l'ufficio,ilsupermercato.Mabastausciredi casaungiornoqualsiasi, inforcare la bici, facendo la gincana tra le auto e le numerosissime rotatorie, e unparadisodi luciecolorisidispiegadavantiagliocchi.Appenagiuntisul lungolagolavistaèmeravigliosa:daIntra si vede tutta la costa lombarda del lagoMaggiore, i traghetti che, tra le onde, fanno da spola tra Intra eLaveno,epoi l'orizzontesiallungaversolaSvizzera, lemontagnegelidesistaglianonelcielolimpido,mentreversoSantaCaterinaipomeriggid'invernospessosiformafinissimabruma.Tuttointorno,glistridideigabbianisifannopiùintensi,allaricercaspasmodicadiqualcosadametteresottoilbecco.PedalandoversoPallanzasi incontrafinalmente lapistaciclabilechecosteggiadaun lato il lagoedall'altro laCastagnola,ilquartiere“in”,doveifacoltosisignoricostruironolelorodimoreottocentesche.Nonèuncasochequi si trovinoanche iGiardinidiVillaTaranto,unadelleperledelMaggiore.Eadominare la collinettadellaCastagnola e tutta Verbania c'è la punta di diamante di Verbania, un diamante che troppo spesso è statodimenticato,ma che può tornare a rappresentare il polmone verde della cittadina:Villa SanRemigio e il suoparco,adiacenteaigiardinidiVillaTaranto,èstatailsognod'amorediSophieeSilviodellaVallediCasanova,unsognochehasaputoricongiungerelaculturaumana,lapoesia,l'architetturael'artedelgiardino,elanatura,cheinquesto luogomagico,dacui sipuòammirare l'enormedistesad'acquadel lagodallaSvizzera finoa IspraeBelgirate,riesceacomunicareconl'osservatoreumano.IgiardiniideatidaSophie,infatti,sonogiardiniatema,eognigiardinohaancoraoggilacapacitàdievocarelamestizia,laletiziaolatranquillitàdelloscorrerelentodelleore,passatetraleesedre,lefontaneeicespiglidibosso.Riscendendoalagosempreinsellaallanostrabici,sigiungefinoalgraziosolungolagodiPallanza,doveunaltroscenario si schiude alla vista: Stresa e le isole, i raggi del sole cullati dalle acque calme, cigni e germani cheaffollano la costa. Poche pedalate e si è a Suna, frazione storica di pescatori e lavandaie, dove ancora sonoancoratelebarcheinlegnosenzamotoreedoveiragazzid'estate,comeicignidiPallanza,siaccalcanoperuntuffonelMaggiore.Tra localiallamodae trattorie tipiche,dove sipossonogustareglignocchettiossolani e ilpescedellago,sipuòproseguirecosteggiandoillago.PurtroppocisidevescontrareconlarealtàeconlastataledellagoMaggiore,madopounadecinadiminutisipuòagilmenteraggiungereun'altraoasidipace:laRiservadiFondotoce,ilbaluardodizonaumida,doveilTocesigettanellagoMaggiore.Sientranellariservaoltrepassandounpiccolopontedilegnoegiàfermandosiunattimosulpontesipuòvederel'acquaincresparsieunaranocchiasaltellarenellafanghiglia.Nonostanteabbiasuperatoilpontemoltevolte,ognivoltamiassalelastessastupendasensazione:si lasciaallespallelacaoticastatalee,conessa, tutti iproblemilegatialmondomoderno,lacorsafolleversounavitachenonsaràmaitotalmentelibera,esientrainunmondoincantato,dovetralefittebetulle,i

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salicieicanneti,sipotrebberosentireelfiefatesussurrarcidolciparoleall'orecchio,parolecomerimaniopiano.D'estate,riparatidallacopertaverdedellefronde,nellariservasicreanogiochidilucieombreesifannoincontriormai fin tropporari: le farfalle,dalle livreepiùdisparate,volteggianogioiose, ilbrusiodelleapiècostante,aricordare al passante che qui c'è qualcuno che lavora duramente, i ragni sembrano vogliano costruire unametropolitrairovidimore,cercandodisfuggireaivolispericolatideipasseriedeipettirossi.D'invernoètuttopiùcalmoelimpido.Ilsole,quandoc'è,filtrasenzaproblemifinoalterrenoumidoeduro,leapisonoinsciopero,qualcheuccellinofacapolinotrairami.Astentoriesciasentireilrumorelontanodellavitaumana.Astentoriesciasentiretestesso.Ètuttofermo,immobileeppureincostanteevoluzione.Proseguendosulsentierosconnessosiarriva nuovamente al lago: una piccola spiaggia, della sabbia fine e una coppia di germani in gita. Non c'ènessuno,sipotrebbecorrereilrischiodidimenticarsiiltempoqui.Madevitornare,saichenonpotraievitareilmomentodelritorno.Dinuovoinbici,fuoridallaRiserva,fuoridalsogno, dall'universo fatato in cui solo Puck e Mab avrebbero potuto trattenerti. Si ritorna sulla statale, maVerbaniahaancoraqualcosadaoffrire.Infatti,anchelecollineelebassemontagnesonoungioiello.DaSunasipuòsalire,perchihalegambeeipolmoniallenati,finoalMonteRosso,chedeveilproprionomealfuocodifoglied'autunnocheincendiaisuoipendi,unaIndianSummertuttaitaliana.Salendoperlastradatortuosalecasesifannopiùsporadiche,ilventosialza,elentamentelavistasiestendesubuonapartedell'amatolago,cheriservaallospettatoreattentocosìtantesfumaturediversedalasciarsemprestupefatti.SiarrivafinalmenteaCavandone,il “paesedei narratori”.Qui il tempo sembradi nuovo essersi fermato a 150 anni fa: ancoraviottoli, stradine,bambinichecorronodietroaunpalloneinpiazza,gattichesonnecchianoesistiracchianostropicciatialsole,levecchiecascineancoraabitate,lecasediringhiera,ipannicandidistesi,ilvecchiopozzo.Davveroquisirespiraun'ariadiversa,un'ariaantica,lastessaariamalinconicadelGiardinodellaMestiziadiVillaSanRemigio.L'ariadiuntempoeunostiledivitaperduto,machepuòessereritrovato.Concalmaepazienza,trailronzaredelleapi,gliulivi,queiprodottilocalidicuianchenoiandiamofieri,ipiccolimercatinidipaeseelepersonecheancorasisalutanoperstrada.DiconocheVerbanianonènéunacittànéunpaese.Eforsehannoragione.Forsequestoèilsuovaloreaggiunto:pisteciclabili,unabuonaretedi trasportopubblico, localienegozi, iniziativevivacipersvegliareunacittadinaspessodefinitadormiente,machetuttaviaconservainalteratoilpiaceredipoterriposareintranquillità,cullatadallago, cheda sempreè ilpadrone incontrastatodiquesto lembodi terra.Proprio il lago sa rendereognigiornounicoespeciale,mescolandonellesueacquecolori,profumi,animaliepiante.ÈperquestocheaVerbaniac'èsemprequalcosadafare,sesolosièdispostiadabbandonarel'orologio,leautomobiliroboantiegliagisuperfluidella vita di città, una vita che in realtà non èmai totalmente nostra, totalmente libera. Basta però sedersi inspiaggia,sottounsaliceslanciato,eguardarequantolanaturacihadasempreregalato:isuoisilenzialati,isuoiassensidionda,lesueocchiatetrainembirosacei,lepaludifertili,incuituttoritornaafarpartedeltutto,lenavibeccutecarichedicandidifioridipiuma,ivecchiolmi,custodidireconditisegreti,itimidilavoratoriinstancabili,cherendonoomaggioall'unicitàdiognisingologiornocol loronettaredivino.Forsealtrimille luoghipossonooffrirciquesto,eforsel'importanzanonèildovesiva,macome.

AnastasiaCardone

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NelleterrediunvulcanicosilenzioRicercadell’armonia,fugadaltempo.Aperturadellospazio.Silenzio.Losguardosidilatasullaconcordevarietàtonaledelpaesaggio.Dalmantorossastroaffioranoboschi,vignetiememoriecustoditenellavocedelpoeta.Il mio viaggio a Venosa mi svela la città più antica della Basilicata, una terra che ogni volta mi regala lesembianzedelpianetacomedovrebbeessere,preservatonelsuosplendore incontaminato, travettemontuoseefertilicampagnesolcatedaquattrofiuminellimitarediduemari,loIonioeilTirreno.Montagneepianure.Mariefiumi.Eunvulcanospento,ilVulture,conlesuetrentamigliadicirconferenza,etrentamigliadistantedallapiùvicinaspondadell’Adriatico.Venosagiaceallesuependici,immersatraifloridivignetidelcelebreAglianicodelVulture,introdottoinquestazona dai grecimentre i romani fondavanoRoma. Le essenze elleniche si spargono tra le impronte romane inquestolembodiLucania,anord-estinprovinciadiPotenza,alconfineconlaPuglia.Lungoideclivirigogliosi,Venosaappare“lungaepiana,pendenteailati”,comeladescrivevanel‘500ilpoetaindigenoLuigiTansillo,rimandandoalleduevallicheladelimitano,laValledelRealeelaValledelRuscello,incuiscorronoiduefiumi.Ilatinilafondarononel291a.Celachiamarono“Venusia”,forseperchéviravvisaronolastessabellezzadiVenus,deadell’amore.Conosciuta soprattutto per essere il paese d’origine del sommo poeta latino Orazio, la città lega la sua famaall’immensopatrimoniodietàromanaemedievaledisseminatonelborgoaognipassoeingranparteracchiusonelParcoArcheologicocheconservairestimonumentalidellacolonialatina.L’anfiteatro,leterme,ladomustestimonianola“vanitas”,vessillodiunanticosplendore,cristallizzatotrareperti,ipotesierealtà.Epensochequestoimmanepatrimoniostoricononabbiaancoratrovatodignitosavalorizzazionedel suo estremo valore. L'incuria generale è imperdonabile, eppure il reato in flagrante lo consuma l’Abbaziadell’Incompiuta.Chemirapisce.Miritrovo tra filaridicolonnecheabbozzanonavate, ilpavimentoèprato, iltetto è cielo. Eretta in gran parte utilizzando elementi di recupero provenienti dalle adiacenti rovine romane,l’Abbaziavide i lavoridicostruzioneinterrompersinelcorsodelTrecentoenonfumaiportataacompimento.Rimase,pertanto,"Incompiuta"eincombesullosfondodelparcoconqueivuotichesologliocchidellamentepossonocompletare.Isontuosimonumentidelcentrostorico,leiscrizionisupietra,leepigrafiegliinsertimarmoreidicuilacittàèstraordinariamente ricca, ne fanno un museo a cielo aperto, come dovrebbe predisporsi lo spirito, quistraordinariamenteispiratodalsentimentoliricodiQuintoOrazioFlacco,natoaVenosanel65a.C.E' irrinunciabile la visita alla sua “presunta casa”. Accedo in questa domus patrizia e scopro che la dimorarisalirebbe per ad almeno un secolo dopo la nascita del poeta. La notizia è deludentema il luogo racchiudecomunqueunsuggestivovalorearchitettonicoestorico,erievocainotiaforismidelpoetachesitramandanodaduemila anni. “Carpe diem, quamminimumcredula postero”.Godi il giorno che passa, confidandomeno chepuoineldomani.L’ode orazianami esorta a cogliere, con perdonabile stile prosaico, le opportunità degustative delle specialitàlucane fracui spiccano,perdolcezzaecroccantezza, iPeperoniCruschidiSenise.Raccolti inestate,vengonolasciatiasciugaresuteliperpoiesserelegaticonagoefilo,eappesiingrandi"serte"(collane),espostealsolesugliuscidellecase,perterminarelafasediessiccazione.L’infinitapoeticadelvatelucanomisospingeall’ineludibileassaggiodi“Lagane,cecieporri”,immortalatedallostessoOrazionellesueSatire.Miavvolgonelgustodiunrusticoamalgamadi legumilocaliefettuccefatte incasa,largheespessecomeisolchidellatradizioneagrestelucana.AvvoltadaifilarideivignetidacuisgorgailcelebreAglianicodelVulture,quifieramenteappellatoil“Barolodelsud”,“nuncestbibendum”(Orazio,Odi).Orasidevebere.Emi abbandono a un verso crepuscolare: «Infine,me ne vado a dormire, senza il pensiero di dovermi alzareprestolamattina».(Orazio,Satire).Buonvento.

SabrinaMerolla

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1. Respiropianoversoquelsole“…Respiropianoversoquelsolenarrandoalventolemieparole,eivecchiulividasfondoalmaresciamidimoschefermiadoziare,leggiadrepiumefermeagalleggiaredensaquell'afacaldadarespirare…”Ècosì,conquestepocherighediunacanzoneamemoltocara,chevoglioraccontarvidellalamiacittà,dellalamiaterraincontaminata,naturale,imperfettaforse,arretratamadisicuroconservatricediunaspontaneitàdonata.Sonoarrivataquestamattinainaeroportodopounassenzadiquasitremesichemihavistolontanapermotividistudio.Lascioborse,bagagli, computer.Lamiacasamiaccogliecomesempremaoggihovogliadi respirare,annusare,sentiresullapelle.Hobisognodiritrovareilmioequilibriointerioreenonpotevononpartiredaquestiluoghi che mi hanno visto crescere per una vita intera. Prendo in prestito la bici di papà, perfettamentefunzionante.Mi preparo al sole salentino che picchia,.Mi preparo alla fame che potrebbe sopraggiungere.Mi“nzuppo"duefriselleconpomodoro,sale,olioeorigano"tuttorigorosamenteprodottoincasa,dallemanivecchiedelnonnochenonostanteisuoinovantaanninonsmetteancoradiandareincampagna.Nonhaunacciacco,nonhamaipresounmedicinaleinvitasua,sièsemprecuratoconicosiddettirimedi"dellanonna”.Ilpoteredellavitasana?Si,nonpossononcrederci.Eavoltevorreiesserenatanellasuaepoca,quandotuttoerapiùsano,piùautentico,piùecologico.Chiusaquestaparentesi,sonopronta.Borraccianellasaccaedesco.Questagiornatalapasseròcosì,trauliviemuriasecco,traalberieterrarossa,trascorcidimareepanoramimozzafiato.Lapasseròtra i percorsi ciclo turistici di unamarina leccese che il turista per casonon conosce,ma che speroungiornoconoscerà. Mi addentrerò in sentieri selvaggi che mi faranno sempre sorprendere dello splendore di questomondo.Lascioquindi ilcentrostoricoallespalleemidirigoanord-estdiLecce.L’ itinerarioprevedestraderurali asfaltate a scarso trafficoautomobilistico.Ho intenzionedipassareper ilParcoNaturaledelRauccio, lacosiddetta "via del mare" ovvero Lecce - Torre Chianca. Gradirei macinare tanti chilometri ma non sonoallenatissima e per oggi mi accontento. Lascio alle spalle il centro abitato e inizio la mia breve ma intensaavventura.Perquestagiornatanonmiconcedoneancheillussodellecuffiette.Credotantoanchenelpoteredellamusicamaèancheverochetiallontanadallarealtà.Inquestocasomifarebbeperdereilcontattoconlanatura.Questamattinavogliopercepire tutto, ogni singolo rumore, ogni singolo cinguettio, ogni singoloodore eognisingolasensazione.Inizioapedalare.Chebellalamiaterra.Tuttilaconosconomapochilavivonoperdavvero.Sonotuttiabbagliatiefolgoratidall'ideadiunSalentofestaiolo,mondano,luogopereccellenzadellefestesullaspiaggia,dellediscotecheinrivaalmare.L'estateinSalentoèunmito.I lidisonostrabordanti, lestradesonointasate, i parcheggi diventano un mercato. Tutti vogliono la prima fila, tutti seguono la massa. Tutti vogliotoccarepercredere,ecosìciritroviamodelledestinazioniallimitedellasostenibilità.Manonsaràunpo'troppostressantepertutti?Lavacanzarisulteràmoltobellaedivertentepercarità,malamiaterraèanchealtro,equestoconcettoèsoloperpochi.Omegliopotrebbeesserepertuttisesololosivolesse.Mentremifrullanoperlatestaquestipensierieccoche,immersanelverdemiritrovoasalutareuncontadino.Sorridenteeaccogliente,comelamiagente.Mifermoperscambiarcidueparole.Èilproprietariodiunmasseria,produttoredadecenni,allevatoree all’occorrenza affittacamere.Mi chiede incuriosito il perché delmio passaggio, non devono transitaremoltepersonedali,unveropeccato.Decidodifaretappaqui,neapprofittoperriprendereunpo’dienergia.L’afadelSalento, credetemi è più che sfiancante. La cosa bella di queste “escursioni” è poter improvvisare, è potercambiaredirezioneoprogrammaquandolosivuole.Poterfermarsipiùdeldovuto,senzaunclacsonstrimpellantechetisuonaallespalle.Potergoderealmassimoconilminimo.Conladisarmantesemplicitàdiunluogo.Lasciolamiabiciclettaall’ombradiunulivo,unodiquellisecolari,possenticonleradicibenpiantatenellaterramaconi rami al vento, pronti a scompigliarsi.Mi guardo intorno, che spettacolo. Che silenzio. Vorrei catturare tuttequestesensazionieportarleconme,peraffrontare igiornicaoticidiunavita incittàquandoneavròbisogno.Vorreichepiùgenteprovassequestimomentidirelax,vorreichepiùcompaesaniraccontasserodiun“Salento”alternativo.Tratuttiimieivorrei,riescoafarelamiabellaesperienza.Portoacasaunabottigliadivinocorposo,una passeggiata nei filari tra i pomodori rossi , l’odore un po’ forte dei cavalli nelle stalle e delle pecore alpascolo.Portoacasal’assaggiodiunformaggio,ilsaporeasprodeifichi.Continuoascrutareconlosguardo,ascoprire,a sorprendermi.Continuoaconvincermisemprepiùdiaver fattobeneaoptareperquesta“gita fuoriporta”piuttostocheunasemplicegiornataalmare,alfrescodiunombrellone,malontanadatuttiquestispunti,

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questistimoli.AffiancocomeprevistolariservanaturaledelRauccio,cheadesseresincera“corteggiavodaunp”.E’completamenteverde.Efolta.Evariegata.Ecolorata.Epiacevolmenteaggressiva.E’grande.Nelparcosiritrovano i tipici elementi del paesaggio rurale dell’area mediterranea. So per certo, documentandomi chedovrebberoessercidellepaludi,deglistagnimaladirezionepresa,miportaaritrovarmidavantiun’anticatorre,accerchiatadarestidimurettiaseccoecostruzionidipietrainforme.Miavvicino,allaricercadiinformazioni.Qualchesguardoaipannelliillustrativiecapiscochemitrovoinuncomplessomasseriziofortificato,provvistodifrantoioipogeoall’ interno,databiletrailXVIeilXVIIIsecolo.Dounosguardoallamappa.Noncelafaròavisitare tutto.Lezonedi interessenonsonopoche.Facciouna scelta, e lavicinanzacon la splendidaAbbaziaromanicadiCerrate(XIIsec.),adibitaancheaMuseodelleTradizioniPopolarifasichelamiasceltaricadasul“percorso” architettonico, almeno per oggi, cosi’ da poter portare via un ricordo completo e variegato.Mi vabene.Termineròlilamia“passeggiata”,considerandoitempitecnicidiarrivo.Tempoun’orettaeconunpo’didifficoltà, in quanto un po’ nascosta e con poche indicazioni, riesco a intravedere l’ abbazia.Mi accoglie un’ampiospazio.Sirespirastoriaqui,sirespiraidentità,sirespiracultura.Leggodaqualchepartechesonostatifattidegli interventi, che un po’ di associazioni si stanno interessando. Sono contenta. E’ sempre troppo pocovalorizzatatuttaquestaricchezza.Tuttoquestocontribuisceadelevarenotevolmenteilvaloredituttal’areamaperché se chiedo in giro pochissimi la conoscono? Tanti sono i perché che mi affollano nella testa ma unaconvinzionesopraggiunge.Hodecisodiandarefuoriperstudiareturismo.Dovreilaurearmiabreveediunacosasonocerta…torneròanchesoloperfarequalcosanelmioterritorio.Mimuoveròpervalorizzare,perpromuovere,perdareevidenzaaquestezone.Spingeròaffinchéundomanipossasvilupparsiinmotoeticoeresponsabile.Eunapromessa.Nelmiopiccoloproveròafaregrandicose.Peroggitornoacasasoddisfatta,arricchitaestanca.

SilviaGuacci

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Ostia:aldiquadelmareSebbeneOstiavengaspessoconsideratasoltantocomedestinazionebalnearedellacittàdiRoma,inrealtàessahadiversevocazionieperquestopuòrappresentareun'opportunitàperimmergersiinunterritoriochehamoltodaoffrireinterminidinatura,storiaeattivitàdasvolgeredurantetuttol'anno.Ostiae…lanaturaPercorrendolaviaLitoraneachecollegaOstiaaTorvajanica,citroviamoimmersiinunecosistemaparticolare;daun lato troviamo la costa, dall’altro si estende la vasta pineta. La strada asfaltata divide i due ambienti quasifosserodueentitàdistintelecuidiversitàvegetativevannoadintegrarsifacendodacontraltarealladistesamarina.Ladunaècaratterizzatadaspecievegetalitipichecometamerici,ginepri,ericaecamomillamarina…undelicatoecosistemadatutelareedifendereechepocopiùinlà lasciaspazioallamacchiamediterraneacaratterizzatainprevalenzadaquerce,lecci,pioppiepinidomestici,habitatdiunafaunavariegata.LariservanaturalediCastelPorziano costituisce la tenuta presidenziale e per questo non liberamente accessibile al pubblico se non dietrospecialipermessi;chiinveceavessecomunquevogliadiinoltrarsiall’internodellamacchiaalberata,lapinetadiCastelFusanopermettedi trascorrerequalcheoradicompletorelax lontanodallafrenesiacittadina insellaaduna bicicletta, facendo un’escursione a cavallo o semplicemente percorrendone i sentieri a piedi. Infatti, inquest'area verde molto frequentata dagli abitanti di Ostia e non solo, sono presenti numerosi itinerari, alcunisterratiperchivuoleavventurarsinelbosco,altriasfaltatiperchiinvecepreferiscenonaddentrarsitroppo.…lastoriaNascosta inquestaoasinaturalea ridossodelmaresinascondonoaipiùgliantichi restidellavilladiPlinio ilGiovane: un peristilio, un complesso termale, un pavimento inmosaico bianco e nero e diversi basamenti inmuraturasonoglielementiprincipalichecatturanol'attenzionedelvisitatore.IlterritoriochesiestendefinoallafocedelTevereèriccodirichiamistorici,segnodell'anticapresenzadellaciviltàromanaedell'intensorapportotral'uomoel'ambiente;gliscavidellavicinaOstiaAnticanesonolatestimonianzapiùviva.Passeggiandocuriosiall'internodelsitoarcheologico,possiamorivivereconunpo’diimmaginazionelavivacitàdellediverseattivitàdiun tempo: le tabernae, imagazzini, il foro, le termee l'anfiteatro, ancoraoggi cornice suggestivanelle sered'estatedispettacolidiognigenere.ApocadistanzadagliscavilapresenzaimponentedelcastellodipapaGiulioIIfarifletteresucomeilmarefosseallostessotempofontediricchezzaediminaccia;erano,infatti,frequentigliattacchideipirati,costantementeimpegnatiasaccheggiarelecostedelMediterraneo.Lafortificazioneracchiudeun borgo ricco di viuzze che conducono alla cattedrale di S.Aurea che sorge sulla piazza antistante. L'anticafontana, le lanternee lenumerosepiantee fiorichedecoranogliuscie le finestredellecaratteristichedimore,conferisconoun'atmosferaromanticaincuisembracheiltemposisiafermato.Ilborgoèspessosededimostrepittoriche en plein air e teatro di set cinematografici e fotografici per le giovani coppie di sposi. Dirigendocinuovamente verso il mare troviamo altri due esempi di fortificazioni costiere: la Torre Boacciana e Forte S.Michele.Entrambelevedettegiaccionoinzoneabbandonatenonostantelalororilevanzastoricaearchitettonica,infatti, ilprogettodelForteoltreaunapresuntapaternitàdelBuonarrotirappresentaunarivoluzioneinfattodidifesacostieraperviadellasuabaseottagonalepiuttostochequadrangolare.…oggiSeguendol’odoredelmareenonmoltolontanodalFortetroviamoilportoturisticodiRomachericostruitonel2001 ha riqualificato una zona prima soggetta all’incuria. I due fari all’ingresso del porto segnalano alleimbarcazioni la possibilità di un attracco mentre nell’area pedonale adiacente si può trascorrere del tempoguardandolevetrinesottoiporticicheoffrononellegiornateventoseunpo’diriparo.Seinvecepreferiamolabiciclettaainegozipossiamopercorrerelapistaciclabilecheiniziapropriodaquiecheprosegueperuntrattodellungomare.Allontanandosidaltintinniodellebarchechecomeuncorodicampanellimossidalventosalutanoilvisitatore, lo sguardo è catturato dalla distesa marina fino al Pontile, simbolo della cittadina costiera. Anticostabilimento balneare nella primametà del secolo scorso, il Pontile rappresenta oggi il luogo di ritrovo degli

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abitantidiOstiadoveèpossibilescambiareduechiacchieretraamicieascoltarelamusicadegliartistidistrada.L’antistantepiazzadeiRavennatiricordastoricamentel’operadibonificasvoltadairomagnolinelXIXsec.Latrasformazione del centro in un’isola pedonale ha dato nuova luce alla piazza Anco Marzio per chi volesseprendereuncaffèounaperitivoinunodeinumerosibaresfogliareungiornalesuunadellepanchinevicinoalleaiuole.Senzaallontanarsimoltocisiritrova di fronte alla statua del patrono diOstia S.Agostino che qui giunse all’inizio del cristianesimo con lamadre Monica alla quale è stata dedicata una chiesa della cittadina. A simboleggiare lo stretto legame dellacittadina col mare, la facciata della chiesa Regina Pacis, rivolta volutamente verso il mare, vuole indicarel’abbraccio dellaMadonna al mondo. Proseguendo sulla costa in direzione della Pineta di Castel Fusano e aconclusionediquestoitinerarioiniziatopropriodaqui,l’ultimamasuggestivasostaèdedicataalborghettodeipescatori,unagglomeratodipocheabitazionistretteintornoallastatuadiS.NicoladiBari,dasempreprotettoredichilavorainmare.SortosullarivadelCanaledeiPescatori,ilpiccoloborgocostituisceunangolocaratteristiconel quale le reti dei pescatori adagiate sulle modeste casine dai colori tenui con le persiane ancora in legnoconferisconoun’atmosferaunicanelsuogeneremaparteintegrantedellastoriadiOstia.Lafolkloristicasagradellatellinachecoloraancordipiùilvillaggionellecaldesered’agostosottolineanuovamentelostrettolegamecheuniscel’uomoalmare.Edopoun’intensagiornatatrascorsaallascopertadinatura,arteestoria,nonrimanealtrocherimanereunmomentoinsilenzioerespirareprofondamentel’ariadelmare.

SaraTerricaeValeriaDurante

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BisbiglimeneghiniE’ un tardo pomeriggio d’autunno. Il vento, ancora tiepido, sibila tra i palazzi e porta via le voci della città.Usciamodaunalibreriadiscutendodeinostriviaggiingiroperilmondo.Ilsolespendeancoraecorreversoiltramonto,doves’intrappolerànelgrovigliodellegruchealzanoinuovigrattacieli.Dobbiamotornareversolazonadellostadio,diametralmenteoppostoanoi.Ilbigliettodellametropolitanaègiàprontoneiportafogli,maladiscussioneèanimata,uncaleidoscopiodiricordidelpassatoeideeperviaggifuturi,chenonvogliamoesaurireinpochiminuti.Decidiamo di lasciare sferragliare il treno sui binari sotterranei, sballottare i manichini, forse persone,distrattamenteimmersenelproprioio.Lasciamo le note del suonatore zingaro, stonate dalla stanchezza e dall’indifferenza dei passeggeri, e la suacantilena,cheripetecomeunautomaincercadiqualchespicciolo.Evitiamoquelnon-luogo,lefermatechescorronoconleloroetichetteanonime,tutteuguali,chesiannuncianoconiciakdelleportechesbattono.Ci incamminiamo a piedi. Attraverseremo tutta la città, viali, parchi, piazze, semafori, rotonde, incroci, daperiferia a periferia passandodal centro.Cimetteremoalcuneore invece cheventiminuti,ma ce le vogliamogoderetutte.HopersoilcontodellevoltechehotagliatoMilanodasudanord,daestaovest,cheglihogiratodentrosullacirconvallazione interna o lungo la cerchia dei bastioni, in senso orario o antiorario. Forse mille. Distrattescorribandeinmetropolitana,abordodiunbus,diuntram,chiusoall’internodellamiamacchinanellabolgiadeltraffico.Sonosbucatodallestazionicomeunatalpa,perandarmiachiudereinunacasa,inunteatro,inunpub.Questa millesima e una volta camminerò lentamente, come fossi un turista, come quando viaggio e voglioscoprireunametropoliintuttiisuoiangoli.Decidiamodiguardarciadestraeasinistra,stupendocididettagliopalazziinterichenonavevamomainotato.MilanoorapotrebbeessereSantiagodelCile,TokyooKathmandu.IniziamoilviaggiodapiazzaleLoreto,dovelastoriahacedutoilpassoaltrafficochegirainunaspiraleipnotica.PercorriamoCorsoBuenosAires,laviadelloshopping.Omegliodellaspazzatura.Lucisuadentibrillanoinunvialedall’atmosferagrigiadiunquartierediperiferia.Vetrinediplasticacheammiccanoallepersoneilludendolechel’abitofacciailmonaco.Vestitiescarpegriffati,fintaeleganzasuunpiedistalloilluminatodaiLEDcolorati,cheunavoltaacquistatizampetterannotralecartacceeimozziconidellesigarettelungoilmarciapiede.Lepersonefuoriesconocomeformichedallametropolitana,camminandodifrettasenzaguardarsiinfaccia,comese stessero scappando da qualcosa che gli corre dietro. Clacson striduli dimalumore riverberano tra i palazzifacendobollire il termometrodello stress.Due studenti distribuisconovolantini, sorridendo alle persone che lischivano come insetti ostili. Le lancette degli orologi stanno correndo più veloci del normale, spinte da unafrenesia incontrollabile, che impregna e curva lo spazio-tempo cittadino. Senza accorgerci anche noi abbiamoacceleratoilpasso.Giardinipubblici:qualcunopasseggiaparlandoaltelefono,altrisisiedonosullepanchinemangiandoungelatoounafocaccia,mentreipodisticorronocercandounabollad’ossigenonellametropoli.Quelli informasuperanoconslancioquellichecercanodirecuperarelalinea,persaneifastfoodoneicibiprontiinquattrominuti,echeramazzanoconipiedilefogliechehannogiàcedutoall’autunno.E’l’ultimosprazzodellagiornata,l’ultimofocolaioprimachelacittàcedailpassoalbuioeaisuoifantasmi.In Piazza del Duomo i turisti indugiano con il naso all’insù di fronte alla cattedrale; si guardano in giromeravigliati, s’affrettano a scattare le ultime foto, mentre i cinesi cercano di vendergli cesti di cianfrusagliesottobanco, sottocosto e sottofunzionanti.Daqui a breve la piazza saràdeserta. I senzatetto appariranno comespettri,nascostineilorocartoni,flebiliripariperlanotte.LaGalleriaVittorioEmanueleèundejavudiCorsoBuenosAires,doveperòloshoppingeiristorantisonomoltopiùkitsch,appannaggiodeipochicheselopossonopermettere.Qui,all’ombradelDuomoedelTeatroallaScala,lamodapotrebbeanchesembrarealpostogiusto.L’abitonascondeilmonaco.Ognunocamminaconaddossolapropriacorazzacromata,opelosa,ilvoltomascheratodauncentimetroditrucco.

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ContinuiamoinBrera,quartieredell’arte.Cediamoallatentazionediunpubirlandese.Gliorologihannosmessodicorrere.ItavolisonocircondatidigentechesorridefinalmenterilassatadavantiadunapintadiGuinness.Labirrascivolaanchenellenostregole,mentreidiscorsidalviaggiovannoasfumarsisullanostravitaeinostriprogetti.Riprendiamo lapasseggiatacosteggiando lapinacotecae infilandocinelleviuzzepedonali, tragalleried’arteelocali affollati.Gli indovinihannopiazzato i lorobaldacchini copertidi tarocchi e cartemagiche.Vorrei farglileggereilfuturodellamiacittà.Altricinesisiaggiranoconilorocestinicarichidicianfrusaglie.LapasseggiataBohémienciaccompagnafinoalcastelloesidiradavelocementemanoamanocheabbandoniamoilcentro.Lelucideilocalidissolvonoecedonospazioalbuiodeivialonialberati.InpiazzaBuonarrotiattendiamoilverdedelsemaforoaccantoaduedonneinminigonnachediscutonoinunalinguadell’estEuropa.Nonstannoaspettandonéilverdenél’autobus.Lastatuadi Verdi osserva dal centro della piazza. Forse sta cantando: “La donna èmobile, qual piuma al vento,mutad'accentoedipensiero”.Unclienteaccosta.DiVerdigliimportapoco.ContinuiamoinviaMonteRosa.Quartierealconfinetrailriccoeildecadente.Ilviavaidiautosiconcentradovealcunealtredonne,distinteebenvestite,attendonoiloroclienti.Neosservouna,bellaedelegante,cheindossagonna corta e giaccanera, su cui si appoggiaun caschettobenpettinato. Inunufficiodel centro con i vetri aspecchiosembrerebbeunadonnaincarriera,unamodella,forseunastardellospettacolo.Invecebattesulviale,fumandounasigaretta.La via continua stretta dall’abbraccio dei palazzi. Le finestre sono tutte illuminate. Immagino le personeall’interno,tuttesedutenellastessadirezione,zitte,sullostessodivano,davantiallostessoschermochegracchiapropaganda, ammazzando le ultime ore, gli avanzi della giornata che muore. Le lancette ora si trascinanostancamente.Procediamo. Siamo ormai in vista dello stadio. La prostituta all’angolo è grassoccia, ha una minigonnavertiginosa e una calzamaglia bucata; si gira mentre si mangia un’unghia, ammiccando noi due “turisti” chepasseggiano per la città. Le automobili procedono a rilento.Una si ferma: il finestrino si abbassa, e dopo unvelocescambiodibattutelaragazzasale.Osserviamol’autoripartireeallontanarsi.Nonèlascenadiunfilmchefinisce con la fuga d’amore di due innamorati, bensì la cruda realtà della città, quella vera, quella fuori daglischermi e dai reality show: un ragazzo in cerca di un’illusione d’amore, e una donna che vende il corpo percampare.Intravediamolanostramacchina,rimastaparcheggiatasolasolettainfondoallavia.Chiudiamoleportiereeperunattimorestiamoinsilenzio.Ilviaggioèfinito.Siamodinuovodueesserianonimichecorronoinunascatoladimetalloversounaltropuntodellacittà.

MarcoGrippa

IlparadisoincompresodiCapoSanGiovanniNellamialinguac’èun’espressionecheallargailcuore.Anìfti,cardìamu,apriti,cuoremio.Ogni volta che sono felice, così felice da sentirmi tutt’uno con il mondo, le persone, le piante che respiranoattornoame,ripetoquestaespressione.Perciascunodinoiesisteunluogo,un’azione,unricordochecifadireAnìfti,cardìamu.Lamiaterraègenerosaemoltevoltemihafattoaprireilcuoredifelicitàesoddisfazione.Dalmareallamontagnainnumerevolisonoiluoghicheincantanoeincatenano.Ipaesaggihannoun’animaelaraccontanoachihalapazienzaeildesideriodiascoltarla.Hannobisognodisilenzioipaesaggi,persussurrareisegretideltempo.Eanchesecambiano,ipaesaggimantengonounamemoriadiferro:lamemoriadelcambiamento,delpassato,delpresenteedelfuturo.C’èunluogochemifadireanìfti,cardìamu.

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Ognivoltachenesentonostalgiapercorroapiediunlungotrattodispiaggia.Imieipiedisoffocanoisassolinicheaognipassosispostanopocolontano,peraprireunvarcoallamiafretta.IlpellegrinaggiolaicochecompiomiconducealgroviglioselvaggiocheèlaspiaggiadiCapodiSanGiovanniD’AvalosaBovaMarina,inprovinciadiReggioCalabria.Pochiconosconoquestonomeimportantededicatoaunsanto.MatuttisannocosasialaRoccadelCapo,ilparadisoincompresoemaltrattato,laspiaggiaconlagrottae gli scogli superstiti e il fallimentodi un troncodimolo chenon è riuscito a rovinare il fascinonaturale delmiracolo.Anìfti,cardìamu.Apriti,cuoremio.Larocciacheminacciailmareimpediscealsolediscaldarelecosesenondopounacertaora.PerquestomotivolaspiaggiadiCapoSanGiovannièfrescaesilenziosa,interrottadalsinghiozzodeiraritrenicheinvidianoallasabbialavicinanzadelmare.In questo luogo, un tempo, tanti faraglioni affioravano dallo Jonio, piccoli vulcani che accoglievano i tuffi diprimaveradeibambinidiieri.Ancheiomituffoenuotoconvoluttà,nell’acquatiepidadallesfumaturechemiconfondononelgiornoappenanato.Nuotoverso laMontagnache fuma,dall’altrapartedelmare.Fuma rimproveri lamontagna,agliuominidiventatiognigiornopiùciechiepiùsordi.Nuotonell’acquachecambiacoloreesapore,nellatenerezzadelgiornoappenanato.Anìfti,cardìamu.Apriti,cuoremio.Emiconcedounapausafraleondeancoraaddormentate,orfanedeicavallonidisettembre,ondebambinechemiospitanogenerosenellasetaliquidadisale.Salgonoimieiocchi,percorrono,spuntonedopospuntone,laRoccadelCapo.Sifermanosullachiesettavuotadipreghiere,ammiranolatorrediavvistamentopostaaguardiadeipredonidelmare,siinchinanoallaVerginechebenediceeproteggequestoborgodipescatoriinriposoforzato.E’inquestopuntocheripeto,comeunmantra,anìfti,cardìamu.Apriti,cuoremio.Apritialmondo,allamemoriadeltempo,allestoriedellalinguadelmareedeimonti.ApritiachiamalabellezzaeogniannotrascorrealmenoungiornoaCapoSanGiovanni,dall’albaaltramontochesfumadietroilvulcanoassopito.Daquestopunto,nellacoscienzaliquidadelleverità,contosulleditadiunamanoifaraglionisuperstitiallaguerradellosviluppo.Abbattutiperlasciarespazioaunportochenonhaancoravistolaluce.Diqueltempononricordonulla.Soloun sognocheemerge sbiaditodalle fotochegli abitantidelparadiso incompresocustodisconocongelosacuraesilenziosavergogna.L’ecomostrohasostituitolabellezza.Ilmiraggiodellosviluppohaseminatoildeserto.CapiscolaMontagnachefuma che borbotta rimproveri, improperi emaledizioni.Gli uomini si sono condannati allamostruosità, senzaottenerenullaincambio.Hannolasciatoagireindisturbatiimercanti,neltempiodeldonoedelmiracolo.Nonriescoaimmaginareunluogopiùbelloepiùsfortunatodiquesto.Perciòmi avvicino con dolore e tenerezza e benedico ogni granello di questa sabbia, calpestata con la rabbiadell’ingratitudine.Eraccontolatuastoriaachivienedalontanoerimaneincantatodatantabellezza.Maimiracolisicompionoancorasuquestoparadisoincompresomanonancoradistrutto.Sulvellutotiepidodellaspiaggialetartarughemarinedepongonolavita,sfidandol’eco-mostroelasciandoallacuradeigiustilaschiusadeipiccoli.Esperocheilprimopensierodelletartarughineimpacciatedaigranellidisabbia,nellaprimamaratonaversoilmare,siaproprioanìfti,cardìamu.Apriticuoremio.Allabellezza.

MariaNataliaLirti

DaBariVecchiaaLamaBalice,ilpassoèslow1. Perilprimoappuntamentohannosceltou’Castidd,quelCastelloSvevoche,maestosoedangolare,sierge

traBariVecchiaeilporto,correntedipopolieculture.Pocopiùinlà,sottoilporticodellarinomatavia delle orecchiette, detta anche IarchVasc (arco basso), alcune donne iniziano a preparare i loroutensiliper impastarestrascinate, orecchiette appunto, eminuicchi(cavatelli) allamercé di turisti e

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passanti.Ognunaallestisceilsuobanchettosulpianerottolodicasa.Mettefuoriprimaunasediolinainviminielegno;poil’altra;unpaiodisgabellisucuipoggiarelaspassarol,lareteperfarasciugarelapasta; il tavolinoconu’tauirr, tavoliere per lavorare lamassa; l’acqua; la semola e il coltello dallalama buona per dare la giusta curvatura e striatura all’orecchietta. Sullo sfondo, le campane dellavicina Cattedrale invitano alla messa domenicale; mentre qualche stradina più giù, nella Basilica,S.Nicolaaccogliecristiani,atei,efedelialtrui.Coninmanoduevitedeltuttodiverse,ChirineeZinoaspettanoCarloeMicaelasulmurettochesiaffaccianelfossatodelCastello.Dellacittàediquellocheavrannoincomuneconibaresinonsannoancornulla.L’ariacheinizianoarespirareèlastessadellalorocasbahdiAlgeri;sadiMediterraneo.LabrezzamarinasfioraquestipassicuriosiestranierisullechianchedipiazzaMercantile,fintantocheCarloeMicaelatraduconodalvernacoloailoroamiciidialoghicosìsingolaridellecommarialbalcone.Travicoliciechieviuzze,èproprioilprofumodipulito e gli odori forti di svariate pietanze caserecce, come il calzone di cipolla, che indica lorol’itinerario gastronomico, artistico e culturale più sostenibile da seguire. Sotto gli archi, con leiconografiediMadonneeSantiornatidaprocessione,èunsusseguirsidivolti,sguardi,eschiamazzidibambini.Da lontano, leurladeipescatoridiN-derrlalanze, la zonadel vecchioporto, regalanosorrisiaituristiepescecrudoagliaffezionati.PoiaccompagnanoilciclistaditurnochesvoltaadestraperproseguiresullungomarechegiungesinoaPalese.Qui,allespalledell’aeroporto,sullastradacheportaaBitonto,conimieiexcompagnidiscuolaelementarescegliamodiincontrarci,dopotrent’anni,nei paesaggi bucolici che durante l’infanzia ci sono appartenuti in una geografia che non è più lastessa. E’ ben altra di quella che i nostri occhi oggi vivono. Per non sentirci già troppo adulti,maancora bambini, vogliamo rincorrere i ricordi lungo l’antico fiume Tiflis. Ormai prosciugato, siricomponesolonellamagiadelleabbondantipioggestagionali.SiamonelcuoredelParcoRegionaledi Lama Balice, quello che, da piccoli, chiamavano semplicemente Serre, così come ci avevanoinsegnatoinostrigenitoriegliziiamantidellacampagna;perchélabellezzadiLamaBalicenoneraancora stata protetta dalla legge. “All’epoca avevamo una grande ricchezza e non lo sapevamo”,sussurra qualcuno dei miei ex compagni di scuola. Il parco di Lama Balice ha un fascinoselvaggiamenteraro.Cicattura.Semprepiùbisognosodiessereprotettodall’abusivismoediliziodeidintorni,dairombidegliaereicheatterranovicino,edallanoncuranzadipassantichedissipanorifiuticomefossediscarica,custodisceinsegretounabiodiversitàcomepochi.Sostaobbligataperpassaggibrevi o prolungati di un’avifauna mozzafiato, nel parco di Lama Balice, averle, falchi pellegrini,voltapietre, corrieri grossi provenienti dalla tundra artica, e aironi cenerini sono di casa. Orizzontiirregolarisialternanoallavista:canneti,olivastri,carrubi,euninfinitomosaicoolfattivo–cromaticodipiante aromatiche emedicinali.Forte è l’essenzadellamenta, così comedel timo,dellamalvaodella ruta,mentre tra i tanti colori spiccano l’aranciodella calendula, i fiori gialli del trifoglio, e lemargheritine della camomilla. Quasi fossero tanti piccoli soli illuminano i campi incorniciati comedipintinelleperfettelineeesfumaturedeimurettiaseccoaridossodelgrandeponte.UntempoquestoeralastradaprincipalechedaPaleseconducevaallavicinacittadinadiModugno.Ciincamminiamochiacchierando tra rigogliosi lecci, querce spinose, biancospini, corbezzoli, e sullo sfondointravvediamoicasalimedievalielemasserie,comelabiancaesolitariaVillaFramarino,oggicentrodidocumentazioneericerca.Poi,sullerupienellevallipiùscoscese,dovedominanoilficod’India,ilcapperoegliasparagiselvatici, improvvisamente,cinutriamodisilenzio. Il sentiero,costeggiatodacespuglidimore,vegetazionevarieecannuccedipalude,chiaratestimonianzadiaccumulidiacquesotterranee,ciportanellaJurassicbarese.Cipiacechiamarlacosìperché,alcentrodiunacavaormaidismessa,cisonoirestidiunaspinatadimareafossilizzatadelperiodoCretaceodove,direcente,sonostaterinvenuteun’infinitàdiimprontedidinosaurisiadispeciecarnivoracheerbivora.Lostrapiombodellacavaelestriaturedellarocciafannodaconfinetrailcieloequestaterra,lacuinaturacarsicahamodellatoipogei,cavitànaturali,egrottedivariegrandezzechecifannoviaggiaresinoalPaleolitico.Terminiamo il tour con una sosta alla Chiesetta romanica dell’Annunziata, lì dove, ogni domenicadopo Pasqua, come tutti i palesini, bitontini e modugnesi, facevamo la scampagnata con le nostre

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famiglie.IlcielodiLamaBaliceègranfontedi ispirazionepertuttiquelliche,comenoivecchiamici,hannoancoraunpozzo di ricordi da esplorare e qualche sogno evergreen per il quale varrebbe la pena spiccare il volo. Cosìseguiamo,ancorasilenziosi,ivolteggidiunapoianaecenefacciamounaragione.Poiqualcunosifermadavantiauncardomariano;ne togli abilmente le spineenegustaappieno il sapore.E’ lo stessodel tempo incui,dapiccoli,qualcunaltrolofacevapernoi.

SilviaRizzello

Cavalcatastoricaallaricercadeltesorotraimisteridell’AltoMonferratoOgniannoarrivailgiornoincuiiraggiobliquidelsoleraggiungonounanicchianelmurodelcastellomedievalediLerma,illuminandolaperqualchebreveattimo.Inqueimomentiirubinidelletrerosed’oronascosteinunoscrignodicristallodal1565avvampanoinondandolemuradelmanierodiunaluceinfuocata.Ilfenomenoduratalmentepococheinbenquattrocentocinquant’anninessuno,rabdomanticompresi,èmairiuscitoaindividuarelanicchiadoveIsabellaCorvalan,damad’onoredellareginadiCastigliaavessenascostoqueltesoro.Siamonell’AltoMonferrato,territoriodiconfinetrailPiemonteelaLiguria,notostoricamentecomel’OltregiogodovesecolifapassavanoimulicarichidisaleprovenientidallarivieraedirettinellapianuraPadana.QuandosipartedaMilanocoldesideriodimarenelcuore,ilpaesaggiocambiaproprioquienelgirodipochichilometrileinfinitedistesedelPiemontelascianoilpostoallecollineeallavistadimontagnebluinlontananza.Lamonotoniavienepiacevolmenteinterrottadallavisionedicasecolorate,dicastellichedominanolevallateeditantoverde.Ilmareèvicino,maancheno.BastafareunavoltasolalastradastataledelTurchino,neltrattochedaAcquiTermeportaaGenovaVoltri,perrendersicontocheiltraguardodelmareècomeunamoredaconquistare:nonc’ènulladiscontatoelastradaèpienadicurvedietrolequalinonsaimaicosatrovi.Puòesserciunafrana,uncapriolochesbalzafuoridalbosco,olavistainquietantedellettosecchissimodiuntorrente.Malastradanontifamaiperderedivistaciòcheami,enonsmettemaidistimolarelatuafantasiaconlasensualitàdellafoltissimavegetazionedeiboschi,conilprofumoinebriantedell’aria,conicontrastifortitrailverdescurodeglialberi,ilgrigioquasibiancodelfondaledeltorrenteeilrosadellecaseinerpicateincollina.Le rose d’oro della dama d’onore sono ben nascoste, eppure è come se quei misteriosi lampi color rubinoaccompagnasserosemprechigiungedaquesteparti:cisonotesoridascoprireinognipaesinoespessositrovanoproprioall’ombradiunaffascinantecastello.Anchesemoltepersonearrivanoquiinauto,questoterritorioattiraanche numerosi viaggiatori che prediligonomezzi di trasportogreen a cominciare dai propri piedi,ma per lestradestretteetortuosechecolleganoivariborghisiincontranospessoanchedeiciclisticheseguonoleormedeigrandicampionioriginaridiquestazonacomeilnoveseGirardengoeFaustoCoppi,natoaCastellania.C’èpoi,chipreferiscecalarsinelleatmosferemedievalifacendocomeAleramo,chenelsecoloXfecenascereilMonferratointregiornidicavalcatasfrenatacompiutaperamore.IlgiovanediscendentediunafamiglianobiliaredellaSassonia,rimastoorfanopocotempodopoesserenato,divenneuncoraggiososcudieroevenneaccoltoallacorte dell’imperatoreOttone.La sua avventurosa storia d’amore conAdelasia, la figlia dell’imperatore, sfociòinevitabilmente in una fuitina durata anni, e giunse a lieto fine quando Ottone gli disse: “Tu sei un bravocavaliere.Saltainsellaeiniziaacorrere.Tutteleterrecheintregiornidicavalcatariusciraiacircondare,sarannotue”.IlterritoriocheAleramoconquistòinquestomodovennechiamatoMonferratoperchédurantelacavalcatailgiovanefucostrettoaferrareilpropriocavalloconunmattone,cheneldialettolocalesichiamamun.Primaancoraches’innamorassediAdelasia,perqualchetempoilcompitodelgiovaneAleramopressolacortedell’imperatoreeraquellodiservireatavola.Sevivesseoggi,lacorsadelbelgiovanottositrasformerebbeinunrilassantetrekkingeprobabilmenteilsuocavallononfarebbeintempoastancarsitraunasostael’altra,vistocheil suo padrone, amante della buona tavola, non resisterebbe al richiamo delle bontà culinarie tipiche dei variborghi. Ad annunciare l’arrivo della primavera nell’Alto Monferrato è ogni anno la grande manifestazioneenogastronomicaPaesieSapori,organizzatadallaProLocodiOvadaedelMonferratoovadese,cheanticipalesagredellabellastagione.PossiamoidealmentepartiredalìaccompagnatidaAleramoperunitinerariogustoso.A Molare, borgo noto anche per il Santuario delle Rocche, eretto a seguito di un’apparizione mariana del

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Cinquecento durante la quale la Vergine avrebbe riempito il cesto di una povera contadinella di pane appenasfornato,possiamogustareifiazein,ovveroifocacciniall’anticachemagarifacevanopartedelregaloleggendariodelmiracolo.ACremolino,ilsuggestivoborgomedievalechedominadelleampievallatecoltivateavigna,sipuòassaggiareilconiglioallacremolinese,mentreaRoccaGrimalda,altrostoricoborgoilcuicastellosiergesuunosperonerocciosomozzafiato,Aleramociservirebbeunbelpiattodilasagnenellapeirbureira,unsaporitopiattocon i fagioli che potremmo gustare ammirando la danza del corteo mascherato della Lachera, il celebre ritoarcaicocarnevalescodelpaese.SpostandociversoNordnonèdaescluderedipoteravvistareaddiritturaqualchestregainvolovistochecistiamoavvicinando a Carpeneto, paese noto oltre che per la sua notevole tradizione vitivinicola, anche per la suavocazionemagica.Ilnotodemologocarpenetesedell’Ottocento,GiuseppeFerraro,raccolseindiversivolumileusanze,icanti,leleggendeeperfinoleparticolaritàdellaparlatamonferrina.LasuaoperaèparagonabileaquellachecompìGiuseppePitrèinSicilia,dicuiFerraroeraamico.Lestoriedaluiraccoltesonopopolateanchedaunaconsiderevolesfilzadistreghe,dipianteedianimalimagici,adimostrarel’esistenzadiunatradizionepopolaredalfascinomagico,cheatavolavienerappresentatadalminestronedellestreghe,dafarseguiredaipiùconsueti,manonmenofavolosisalaminialDolcetto.Passandodall’altraspondadeltorrenteOrba,aipiedidelcastellodiTagliolo Monferrato possiamo gustare un fumante piatto di agnolotti, specialità tipica per eccellenza delMonferrato.Bastanopochissimichilometridistradaperfare laconoscenzadiSilvanino, ilburattinodi legnoestoffa che ogni estate chiama a Silvano d’Orba i bravi burattinai d’Italia per una grande festa colorata i cuiprotagonistisonoibambinieiburattini,mentreigrandipossonofarsivenireilbuonumoreanchedegustandolegrappedellecelebridistilleriesilvanesi.Dopolabevandacheipellerossachiamavanoacquadifuoco,nelborgoaccanto, a Castelletto d’Orba, ci si può assetare invece con l’acqua quella vera e purissima che sgorga dallenumerosefontidelpaese.Lacacciaaltesoronell’AltoMonferratosicoloraanchediriflessiargentoeoro:l’argentoèquellodelletrotechepopolano le acque limpide dei torrenti che nascono tra le incontaminatemontagne liguri e che formano dellestupende spiaggette immerse nella natura, mentre l’oro che luccica da queste parti è proprio quello vero. Laricercadell’oroinquestazonarisaleaitempidell’ImperoRomanoecontinuaatutt’oggigrazieagliinstancabiliappassionaticheneifinesettimanasicalanoneiKlondikemonferrinipertornarespessocondellepreziosepepiteinmano.IlnostrogiroconAleramoci riportanelborgodacui siamopartiti.Afinegiornata, sedutinellaverandadellostoricoristorante ItaliadiLerma,cisorprende lavisionediunacalda lucecolor rubino.Restaunmisterosesitrattadellalucedelleleggendarierosed’oroodiquelladelbuonDolcettod’Ovadaneinostribicchieri.

FrancescaBertha

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Postfazione

Quell'Italiaancorasconosciuta

Bisogna che mi decida finalmente a scrivere qualcosa sulla terradove sono nato.Ne ho la voglia da parecchie centinaia d’annimanonriuscivomaiapartire.Perchésidàquestocuriosissimocaso:sequalsiasi italiano di qualsiasi regione proclama che la sua terra èstupenda e che ci sono meravigliosi monumenti e meravigliosipaesaggiecosìvia,nessunotrovanientedadire.Maseiodicochelamia terraèunodeipostipiùbellinongiàdell’Italiamadell’interogloboterracqueo,tutticascanodallenuvoleemifissanocondivertitacuriosità. La mia patria infatti si chiama Belluno e benché siacapoluogo di provincia, vado constatando da decenni che quasinessunotranneibellunesi,sappiadovesia(emoltianzineignoranoperfinol’esistenza).

DinoBuzzati,LamiaBelluno

Che forma ha l'Italia che conosciamo? I dati di un recente sondaggio hanno ridisegnato ciascuna delle ventiregionid'Italiapiùomenograndiinbasealnumerodituristichelavisitanoognianno.Ilrisultatoèun'immaginesorprendentemente deforme del nostro stivale, con un grande Veneto, rilevanti Trentino, Toscana, Lazio eLombardia. Piccole piccole laValle d'Aosta, l'EmiliaRomagna e laCampania. E poi tutto il resto scompare,quasinonesistesse:LeMarcheconlesuedolcicollineeiborghiincantati,laCalabriaconlesuecosteselvaggeei parchi naturali, la Puglia con le sue tradizioni e i cibi incomparabili, l'Abruzzo con le sue misteriose cittàfantasma, laLiguria con il suo entroterra verde e ilmare cristallino, ilMolise e laBasilicata con i loro tesorinascosti.C'èl'Italiadelturismodimassa,deitourorganizzatiedellegiganteschenavidaCrociera,chenonsispingeoltreVenezia, Firenze, Milano e Napoli. La stessa Italia che abbiamo visto promossa alla fiera internazionale delTurismo che si è chiusa ieri a Berlino, dove il viaggio è un business per i grandi tour operator, le catenealberghiere,lecompagnieaereeelenavidacrociera.Epoic'èun'Italiamisteriosaenascostacheinpochiconosconodavveroechequasinessunopromuove.Quelladellerealtàvirtuoseedautentichedisseminatecomeperlepreziosenelnostroterritorio:piccolibed&breakfastche stanno investendo nella sostenibilità ambientale, alberghi diffusi che hanno recuperato borghi fantasmadonandoglinuovavita,agriturismibiologicichehannoideatoesperienzediviaggio lentonellanatura, trekkingcongliasini,lavoroinfattoria,rifugisuglialberidovesipuòpersinodormire,etantoaltro.Pernoiilturismoresponsabileavvieneattraversoquesterealtàvirtuose,cheesistonoecheinpochiconoscono,echeperemergerehannobisognodiessere in rete.Ecobnb tentadicrearequesta rete,percostruireunpuntodiincontrotrachivuoleviaggiare inmodoresponsabilee lestrutturericettivechestannoinvestendoinunfuturomigliore. Per permettere che una parte sconosciuta e virtuosa d'Italia sia più facile da scoprire. Cliccando suEcobnb.com rimarrete sorpresi da quante possibilità di turismo sostenibile esistano in Italia, che nemmenoimmaginavate. Potrete scoprire un'antico borgo trasformato in albergo diffuso, un bed & breakfast a zeroemissioni,unagriturismobiologicodovesipuòanchemangiarevegano,un igloo (dighiaccio, si!)ounacasasull'alberodovedormiresospesinellanatura.Un anno fa circa, esausti delle guide turistiche di un'Italia stereotipata che va daCanalGrande aPiazza dellaSignoria (e inmezzo il nulla), sognavamodi proporre una guida più autentica del nostro paese, che scoprisseluoghieatmosferealdifuoridellesoliterotteturistiche.L'ideacipiacevamolto,maeravamoancheconsapevoli

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chegliautoridiquestaguidaadun'Italiacheinpochiconosconononpotevamoesserenoi,enemmenoscrittoriesperti. Ci siamo chiesti: chi può raccontare una città lontano da stereotipi e luoghi comuni, svelando angolinascostiepuntidivistamenonoti?Larispostaèstata:chi i luoghiliconoscedavveroperchélihavissuti,perqualchegiornooperunavitaintera.Così,ènatal'ideadiunpremioletterarioefotograficodovegliabitantidellecittàpotesserodiventarereporterdel loroterritorioesvelare,attraversoleloroparoleoi loroscattifotografici,un'Italiamenonotaepiùautentica.Qualemiglioreoccasioneper lanciarequestoPremiodel festivaldel turismoresponsabile IT.A.CA',migrantieviaggiatori?IT.A.CA'èinfattiunmomentodiriflessionesui“viaggicorti”nelproprioterritorio,dentrolapropriacittà,perscoprirelasempremaggiorediversitàetnicaeculturale,perviverel’emozionedelviaggiosenzaandarelontano.Perché il viaggio responsabile parte da casa e arriva a casa. Una qualsiasi casa, una qualsiasi “Itaca” daraggiungere,dovepiùchelametacontailpercorsoeilmodoincuicisimetteincammino.CosìènatoquestoEbook,cheraccogliere lemigliorioperedelPremio“Racconta la tuacittà”, perdisegnareun'Italia che in pochi conoscono, aprendo curiose finestre su angolimeno noti del nostro paese. Pezzi di vitaquotidianaraccontatidailoroabitanti,storie,passeggiate,avventuretuttedascoprire.

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RingraziamentiGraziedicuoreatutticolorochehannocontribuitoallarealizzazionediquestoebook.LuigiAlfieri,per ilmeravigliosoraccontodiParmacheciharegalato,conilqualeabbiamodecisodiaprire illibro,leggendolocisisentegiàinviaggio.SaraOmbellini,peravercontribuitoallafasediideazioneerealizzazionedelPremio.PierluigiMusarò, SoniaBregoli e tutto lo staff di IT.A.CA'migranti e viaggiatori, per aver condiviso l'idea elanciatoilcontestnelprogrammadelfestivaldelTurismoResponsabile.AnitaCason,peravercontributoconpazienzaedentusiasmoallarealizzazionedell'ebook.L’Hostellerie leLièvreAmoureux inValpelline (unavallequasi soconosciutadellaValled'Aosta), il resortLaFrancescaimmersonelverdedellacostaligureapochipassidalleCinqueterre,ilB&BDormìeDisnànelcuoredi Fornesighe (Val di Zoldo,Belluno),VillaChele una suggestiva abitazione in legno e sasso nel villaggio diPralongo(ValdiZoldo,Belluno),LaChambresd’hotes“LesClésduParadis”unB&BecofriendlyaCretesaBionaz(Valpelline),peraverdonatoibellissimiweekendpremiopergliautori.Tuttigliscrittoriefotografichehannopartecipatoalpremio,raccontandoattraversoleloroparoleeiloroscatti,unapartediItaliamenonota,cheabbiamoavutovogliadiriscoprire.Tuttivoicheleggetequestoebook,echeavretevogliadicondividerlo,omagaridiraccontarcialtrecittàeangolid'Italiachemeritanodiessereriscoperti!