Lezione 6 - Apparato Respiratorio

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1 APPARATO RESPIRATORIO

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testi e articoli di biomeccanica e medicina dello sport

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APPARATO RESPIRATORIO

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APPARATO RESPIRATORIO

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APPARATO RESPIRATORIO

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REGOLAZIONE DELLA VENTILAZIONE

2 MECCANISMI:

RITMO AUTOMATICO controllato da centri nervosi del ponte e del midollo allungato

STIMOLI NERVOSI E CHIMICI che controllano il livello di ventilazione: Pco2,Po2,pH del sangue,temperatura corporea.

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CENTRI RESPIRATORI DELL’ENCEFALO

Il ritmo basale automatico e la profondità del respiro sono regolati dal

centro del ritmo respiratorio,

diviso in gruppo respiratorio dorsale

o centro inspiratore e

gruppo respiratorio ventrale

che si trovano nel bulbo del midollo allungato.

Il centro pneumotassico e il centro apneutico del ponte modificano velocità e profondità di respiro

in risposta a stimoli sensitivi e informazioni provenienti da centri superiori.

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LE ALTERAZIONI FUNZIONALI

ACUTE E CRONICHE

DELL’APPARATO RESPIRATORIO

OSTACOLANO IL PROCESSO DI

ASSUNZIONE DELL’O2

DALL’ALVEOLO AL SANGUE

APPARATO RESPIRATORIO

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LA RIDOTTA OSSIGENAZIONE DEL SANGUE

DOVUTA AD ALTERAZIONI FUNZIONALI

DELL’APPARATO RESPIRATORIO:

è una seria limitazione allo svolgimento

della pratica sportiva

può essere causa di non idoneità allo

sport

oppure costituire controindicazione

temporanea

APPARATO RESPIRATORIO

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VENTILAZIONE ED ESERCIZIO

Durante l’esercizio fisico la ventilazione è

stimolata per la maggiore richiesta di O2 e

per la necessità di aumentare

l’eliminazione di CO2.

Lo stimolo all’aumento della ventilazione da

esercizio è di natura neurogena

(propriocettori e chemocettori situati nei

muscoli attivati),

chimica (PO2, PCO2, pH ematico),

cortico-cerebrale (emozioni).

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PARAMETRI DELLA VENTILAZIONE 1

VOLUME CORRENTE (500 cc): volume di ogni inspirazione VENTILAZIONE MINUTO (6 l/min): volume corrente x frequenza respiratoria SPAZIO MORTO ANATOMICO (150 ml): volume di aria tra la bocca e i bronchi SPAZIO MORTO FISIOLOGICO: volume di aria negli alveoli non ventilati

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PARAMETRI DELLA VENTILAZIONE 2

ARIA DI RISERVA ESPIRATORIA (1500 cc): volume di aria che si può espellere con un’espirazione massima DOPO una espirazione normale.

ARIA DI RISERVA O COMPLEMENTARE (1500 cc): introdotta con un’inspirazione massima dopo un’inspirazione normale.

CAPACITA’ VITALE (3500 cc): somma dei due volumi di riserva + il volume corrente. Nell’atleta è molto aumentata (fino a 8-9 litri).

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MISURE DI FLUSSO

Valutano le capacità elastiche del polmone e lo stato di ostruzione bronchiale.

FEV: volume espiratorio forzato nell’unità

di tempo

FVC: capacità vitale forzata, ovvero la

quantità di gas che può essere

espirata con la massima forza e

rapidità possibile

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Con l’attività fisica la ventilazione aumenta per la maggiore richiesta di O2 fino al

LAVORO AEROBICO MASSIMO

L’assunzione di O2 aumenta fino a che la

crescita d’intensità dell’esercizio non

comporta più incremento di consumo di O2:

MASSIMO CONSUMO DI O2 = VO2 max

E’ il migliore indice della validità

cardiovascolare per esercizi di durata > 1-2’ e

può essere modificato con l’allenamento

MODIFICAZIONI INDOTTE DALL’ESERCIZIO

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MODIFICAZIONI INDOTTE DALL’ESERCIZIO

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L’aumento della ventilazione può arrivare a 25 volte i valori di riposo

(da 6 litri a 150 litri/minuto).

Incrementa sia il Volume Corrente che la frequenza respiratoria

fino a 50 atti respiratori/minuto.

CONSEGUENZE:

aumento della ventilazione alveolare

riduzione dello spazio morto fisiologico

miglior rapporto ventilazione/perfusione

miglior utilizzo di O2

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La portata cardiaca aumenta fino a 4 volte.

Le resistenze arteriolari polmonari diminuiscono fino a 3 volte.

Il polmone sano si adatta facilmente alle accresciute necessità: è infatti la circolazione più che la respirazione il fattore limitante il massimo lavoro aerobico.

Raggiunta la gittata cardiaca massima, la ventilazione può aumentare ulteriormente.

MODIFICAZIONI INDOTTE DALL’ESERCIZIO

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MODIFICAZIONI INDOTTE DALL’ESERCIZIO

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Nell’atleta la maggiore elasticità toraco-polmonare ottenuta con l’allenamento

determina:

CAPACITA’ VITALE VOLUME ESPIRATORIO MASSIMO al sec. (FEV)

MASSIMA VENTILAZIONE VOLONTARIA L’allenamento iniziato in età evolutiva comporta maggior incremento dei volumi polmonari. Tali modificazioni si mantengono a lungo anche dopo la sospensione delle attività sportive.

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PATOLOGIA POLMONARE TUBERCOLOSI POLMONARE (1)

Malattia infettiva sostenuta dal Mycobacterium tubercolosis che provoca nell’ospite una risposta cellulare con fagocitosi da parte dei macrofagi e reazione linfocitaria.

Si forma il granuloma tubercolare o tubercolo per azione dei macrofagi che inglobano i batteri: una zona di necrosi con area centrale caseosa (risposta primaria).

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Successivamente i T linfociti, sensibilizzati dal contatto con gli antigeni cellulari batterici, liberano linfokine che attirano ed attivano un numero maggiore di macrofagi.

I T linfociti stimolano la reazione di ipersensibilità ritardata verso gli antigeni proteici del Micobatterio che può essere dimostrata con iniezione intradermica di proteine tubercolari con sviluppo di risposta infiammatoria locale (test alla tubercolina).

PATOLOGIA POLMONARE TUBERCOLOSI POLMONARE (2)

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PATOLOGIA POLMONARE TUBERCOLOSI POLMONARE (3)

La TBC, anche in fase silente, può peggiorare con l’attività fisica, specialmente se agonistica.

Eventuali traumi sull’apparato respiratorio poi possono “mobilizzare” i focolai tubercolari con l’effetto di risvegliare l’infiammazione nel soggetto ed un possibile aumento di rischio di diffusione dell’infezione.

Perciò in età scolare si fa lo screening di massa con test cutanei (Tine test) eventualmente completati da Rx torace.

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POLMONITE e PLEURITE 1

Le infezioni batteriche, virali o da miceti del polmone danno origine a malattie infiammatorie, anche molto gravi, che possono estendersi anche ai foglietti (viscerale e parietale) che avvolgono i polmoni: POLMONITI e PLEURITI. Le infiammazioni pleuriche essudative sono spesso una complicanza di polmoniti non ben curate o in soggetti con difese immunitarie carenti.

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In ogni caso soggetti in convalescenza da infiammazioni polmonari e/o

pleuriche devono essere interdetti dalla pratica sportiva per almeno due mesi

dall’avvenuta guarigione clinica: la non completa guarigione può far si che anche minimi residuati flogistici a carico

dei foglietti pleurici, sollecitati meccanicamente dall’attività fisica,

riprendano l’attività infiammatoria e si riformi il versamento essudatizio.

POLMONITE e PLEURITE 2

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ASMA BRONCHIALE 1

CONDIZIONE DI IPERREATTIVITA’ BRONCHIALE

ASSOCIATA AD EPISODI INTERMITTENTI DI SIBILI

RESPIRATORI, TOSSE ED OPPRESSIONE TORACICA.

L’iperreattività bronchiale si esplica con il

restringimento delle vie aeree in risposta ad una

grande varietà di agenti che hanno scarsi o nessun

effetto sui soggetti normali.

Sia che sia stata dimostrata o no l’origine allergica

dell’asma in un dato soggetto, bisogna tener conto che

le crisi possono essere provocate dallo sforzo fisico

anche non in presenza dell’allergene.

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ASMA BRONCHIALE 2

Lo scatenamento della crisi sotto sforzo è

indotto dal raffreddamento e dalla

disidratazione della mucosa bronchiale

dovuta all’aumentata ventilazione.

E’ massima negli sport quali

corsa o ciclismo

e minima nel nuoto, sci di fondo, marcia.

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E’ raccomandato ai soggetti asmatici di praticare esercizio fisico con regolarità ma cautelandosi con le seguenti misure: scelta dello sport (nuoto, sci di fondo, marcia, danza, sport di squadra che alternano riposo e attività) preriscaldamento per indurre uno stato di refrattarietà al broncospasmo (lavoro e riposo alternati) terapia preventiva con teofillina o sodio-cromoglicato cautela in presenza degli allergeni (es. pollini) ed in condizioni metereologiche sfavorevoli (freddo)

ASMA BRONCHIALE 3

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ASMA BRONCHIALE 4

LA PRATICA SPORTIVA MIGLIORA LA TOLLERANZA ALLO SFORZO: IL VO2 MAX PUO’ AUMENTARE DEL 15-20% L’IMPEGNO EMODINAMICO A PARITA’ DI LAVORO SOTTOMASSIMALE E’ MINORE DIMINUISCE IL COSTO METABOLICO E LA PRODUZIONE DI CALORE DELL’ESERCIZIO LA VENTILAZIONE POLMONARE E’ CONTENUTA