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M. Molinari, Economia e Politica Monetaria a.a. 2015-16; Lezione 4 Pagina 1 Lezione 4. La moneta e le istituzioni monetarie I mercati finanziari migliorano la negoziabilità dei titoli; gli intermediari emettono passività più liquide dei titoli con i quali concedono credito. Solo una parte delle attività finanziarie ha un elevato grado di liquidità: moneta. Strumenti che fungono da “moneta” individuati dalle sue funzioni: Mezzo di scambio: gli scambi avvengono con contropartita in denaro. Gli strumenti che operano come intermediari degli scambi permettono di scindere il baratto in due operazioni distinte: realizzazione del reddito e spesa. Permettono di rinviare le scelte, riducendo i costi di transazione; facilitano la realizzazione degli scambi, stimolando il processo economico. Unità di conto: un mezzo di pagamento generalmente accettato favorisce la sua adozione come misura del valore di beni eterogenei. Si riducono le informazioni necessarie allo scambio: un unico prezzo monetario per ogni bene; con n beni si hanno n prezzi monetari, invece di n(n 1) rapporti di scambio (baratto). E’ facilitato il calcolo economico.

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Lezione 4. La moneta e le istituzioni monetarie

I mercati finanziari migliorano la negoziabilità dei titoli; gli intermediari emettono

passività più liquide dei titoli con i quali concedono credito. Solo una parte delle

attività finanziarie ha un elevato grado di liquidità: moneta.

Strumenti che fungono da “moneta” individuati dalle sue funzioni:

Mezzo di scambio: gli scambi avvengono con contropartita in denaro. Gli

strumenti che operano come intermediari degli scambi permettono di scindere

il baratto in due operazioni distinte: realizzazione del reddito e spesa.

Permettono di rinviare le scelte, riducendo i costi di transazione; facilitano la

realizzazione degli scambi, stimolando il processo economico.

Unità di conto: un mezzo di pagamento generalmente accettato favorisce la

sua adozione come misura del valore di beni eterogenei. Si riducono le

informazioni necessarie allo scambio: un unico prezzo monetario per ogni

bene; con n beni si hanno n prezzi monetari, invece di n(n – 1) rapporti di

scambio (baratto). E’ facilitato il calcolo economico.

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Portavalori nel tempo e nello spazio: necessaria fiducia nello strumento. In

passato: metalli preziosi (scarsità impone “fiducia” nella conservazione del

valore nel tempo). Strumenti di pagamento “effimeri” (banconote, assegni,

carte di credito, moneta elettronica): elementi oggettivi (comodità di

rappresentare valori rilevanti su un supporto materiale minimo, cartaceo o

informatico) e soggettivi (fiducia che il loro valore sarà generalmente

riconosciuto negli scambi futuri): moneta fiduciaria.

Le tre funzioni della moneta sono tra loro strettamente intrecciate:

Non sarebbe utilizzata come mezzo di scambio se non fosse portavalori nel

tempo e nello spazio: uno strumento che si deprezza nel tempo e che non ha

valore in ambiti economici diversi non può essere utilizzato come moneta.

Strumento scelto come unità di misura perché è mezzo di scambio; rari i casi

in cui si utilizza una unità di conto diversa dal mezzo monetario.

Uno strumento non può garantire la funzione di portavalori se non è l’unità di

conto; se questo è strumento diverso dal mezzo monetario, il suo valore non

dipenderebbe solo dalle variazioni del prezzo dei beni con i quali si scambia,

ma anche dalle fluttuazione del suo valore in termini dell’unità di conto.

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Il soddisfacimento delle tre funzioni spiega i motivi per cui detenere moneta:

Transazionale: necessità di disporre di mezzi di pagamento per la spesa.

Precauzionale: necessità, in situazioni incerte, di mantenere scorte monetarie

per fronteggiare spese impreviste, o per sfruttare opportunità di acquisto.

Speculativo: conviene detenere ricchezza in forma monetaria quando

rendimento superiore alle altre attività patrimoniali (reddito esplicito e

apprezzamento del valore capitale). Se la riduzione attesa del prezzo è

superiore al reddito (rendimento negativo): trasformarle in strumenti monetari

infruttiferi e attendere il momento favorevole per il loro reinvestimento in

attività finanziarie redditizie.

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Aggregati monetari e organismi creatori di moneta

Non c’è un unico strumento che assolve le funzioni dei mezzi monetari.

La fiducia spiega perché i mezzi monetari utilizzati sono titoli di credito emessi

da particolari istituzioni pubbliche e private. La generalità dei soggetti è disposto

ad accettare banconote emesse dalla Banca centrale, o assegni a valere su depositi

delle banche, nell’attesa che essi saranno comunemente accettati per regolare le

transazioni future.

Esistono diversi aggregati monetari, secondo la funzione di moneta che assolvono.

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Correlazione solo tendenziale tra i tre aggregati e le tre motivazioni a detenere

moneta: strumenti non a vista possono essere liquidati prontamente per essere

utilizzati come mezzo di pagamento; conti di deposito a vista possono essere

detenuti per motivi precauzionali, o speculativi.

Tutti gli strumenti compresi in M3 hanno un elevato grado di conversione in

mezzi di pagamento prontamente utilizzabili: motivi che non sono alla base della

domanda di moneta (e.g., variazione nei rendimenti dei diversi strumenti

monetari) possono indurre a preferire una attività monetaria piuttosto che un’altra

(aumentare un aggregato monetario a scapito di un altro).

Dato che la sostituibilità degli aggregati contenuti in M3 con le attività finanziarie

non liquide (come le azioni) è minore di quella che caratterizza le attività presenti

al suo interno: M3 preferito nella condotta della politica monetaria perché è un

indicatore più attendibile dell’ammontare della liquidità in circolazione.

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L’emissione di strumenti monetari è prerogativa di Banca centrale e sistema

bancario (denominati istituzioni finanziarie monetarie dall’Eurosistema):

prerogativa di “produrre” titoli ad alta liquidità.

Raccolgono fondi presso il settore privato cedendo in contropartita un titolo di

debito (di diversa forma contrattuale) che attesta il loro impegno a rimborsarlo

con moneta legale su richiesta o con un breve preavviso:

la Banca centrale emette moneta legale, o accetta depositi trasformabili in

banconote e monete metalliche su richiesta;

le banche raccolgono fondi nella forma di depositi e si impegnano a

trasformarli in moneta legale su richiesta del depositante.

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Funzione monetaria e funzione creditizia

Stati patrimoniali delle istituzioni finanziarie monetarie:

Banca centrale

Passivo

Base Monetaria:

(a) assorbita dalle famiglie (Circolante: Banconote e monete metalliche in

circolazione emesse dalla Banca Centrale)

(b) depositi del sistema bancario, risultanti dagli obblighi di riserva obbligatoria e

da eventuali eccedenze di mezzi liquidi.

Attivo

(i) titoli pubblici;

(ii) attività liquide sull’estero (riserve ufficiali in valuta estera).

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Decisioni di acquisto di titoli pubblici o di valuta estera da parte BC comportano

necessariamente un aumento della moneta legale in circolazione.

Sistema Bancario

Passivo:

(a) Depositi (moneta bancaria).

Attivo:

(i) Crediti;

(ii) Titoli pubblici di diversa scadenza.

Altre voci del bilancio bancario:

- rapporti delle banche con le Autorità monetarie (riserve in moneta legale e

rifinanziamento da parte della Banca centrale).

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- conti interbancari (prestiti a breve e brevissimo termine): sono attività per una

banca e passività per un’altra; a livello del sistema bancario hanno saldo

nullo.

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La contropartita della moneta è il credito delle istituzioni finanziarie monetarie

Consolidamento dei bilanci degli organismi creatori di moneta (qui considerati

in modo semplificato): esplicitare l’intreccio fra funzione monetaria e funzione

creditizia svolte dalle due istituzioni.

Quantità di moneta =

moneta legale settore privato (credito concesso dalla banca centrale – titoli di

stato e riserve valutarie – al netto della moneta legale detenuta dal sistema

bancario)

+

moneta bancaria settore privato (attivo banche: credito concesso a famiglie,

imprese e pubblica amministrazione + saldo netto tra crediti all’estero e raccolta

dall’estero + riserve bancarie, libere e vincolate, in moneta legale).

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Consolidamento dei due bilanci:

(1) Le attività delle banche in moneta legale si compensano con le passività della

BC detenute dalle banche stesse.

(2) A un passivo costituito da moneta legale e bancaria del settore privato si

contrappongono crediti al settore privato, a quello pubblico e all’estero.

(3) moneta legale + moneta bancaria detenuta dal settore privato: indicatore della

funzione monetaria, ha come contropartite contabili gli aggregati (prestiti e

impieghi in titoli, pubblici e privati) che riflettono la funzione creditizia dei

medesimi organismi a favore dei settori non-finanziari dell’economia.

Le istituzioni monetarie operano una trasformazione qualitativa: a fronte di

attività rischiose e illiquide (credito bancario) “producono” un’attività liquida e

sicura. Ammontare di moneta presente sul mercato è connesso all’ammontare del

credito (decisioni espresse su tale mercato dalle istituzioni monetarie e dai suoi

settori di contropartita).

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BC e base monetaria

Rapporti interni tra BC e sistema bancario => necessità delle banche di disporre di

mezzi liquidi (emessi dalla BC) per soddisfare due esigenze:

a) necessità quotidiane di tesoreria (soddisfare le richieste di prelievo);

b) rispetto dell’obbligo di riserva obbligatoria (alimentare con moneta legale un

conto vincolato presso la Banca centrale pari ad una frazione (> 1)

della raccolta (depositi del settore privato, D).

H: base monetaria, moneta legale e attività equivalenti, emessa dalla BC. HB

(quota di H detenuta da banche; riserve bancarie, libere ed obbligatorie) non può

essere sistematicamente inferiore alle necessità di riserva obbligatoria; ma non

conviene tenere troppe riserve in eccesso. Se max > è la frazione massima della

raccolta che le banche sono disposte a detenere in moneta legale (inclusi i depositi

presso BC):

D≤≤ maxD

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.Se ≤≤max è il coefficiente di riserva ritenuto ottimale dal sistema

bancario, attraverso scelte ottimizzanti delle banche, si ha:

M = HP + D Quantità di moneta (i)

H= HP + HB Distribuzione base monetaria (ii)

HB = *D Riserve bancarie (iii)

Dove HB è la quota di H detenuta dalle banche. Sostituendo la (iii) nella (ii)

otteniamo: H = HP + *D, da cui: D = (H P sostituendo l’ultima

espressione nella (i):

*

*1

**

PP

P

HHHHHM

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*

*1

**

PP

P

HHHHHM

Relazione positiva tra M e H (maggiori passività BC, maggiore quantità di

moneta), e relazione negativa tra M e HP (maggiore base monetaria assorbita dal

pubblico, minore quantità di moneta). Le passività della BC costituiscono la base

sulla quale si espande la quantità di moneta, da cui: base monetaria.

Dalla (iii): D = HB/*. Sostituendo nella (i), M = HP + D, si ha:

M = HP + HB /*.

Dalla (ii), H= HP + HB:

HB = H – HP

Un diverso volume o una diversa distribuzione della base monetaria tra settore

privato e sistema bancario modificano l’intensità dell’intermediazione bancaria e

quindi la quantità di moneta presente nel sistema.

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La quantità di base monetaria “prodotta” dalla BC è indicata dalla distanza tra le

due rette verticali tratteggiate (aumento H allarga la distanza tra le due rette;

diversa distribuzione tra settore privato e sistema bancario sposta parallelamente

le due rette verticali: a sinistra se aumenta HP; a destra se aumenta HB).

La retta M = HP0 +HB0, stabilisce il valore di M, pari a M0, che si ottiene

quando la base monetaria del pubblico (circolante) è pari a HP0 e la frazione

ottimale dei depositi tenuta a riserva dal sistema bancario è pari a .

Per valori invariati della base monetaria complessiva H0 e di quella detenuta dal

settore privato HP0, un aumento del coefficiente di riserva ottimale a

0, modifica la retta M1 = HP0 +HB0/1 : l’intercetta resta immutata,

ma la sua pendenza è minore di prima; ne consegue M1 < M0.

A parità di base monetaria, un maggiore assorbimento di base monetaria da parte

delle banche riduce la quantità totale di moneta presente nel sistema. L’opposto

accade se le banche riducono il loro assorbimento di base monetaria.

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Se costante e la BC mantiene invariata la base monetaria complessiva a H0,

ma aumenta la base monetaria del pubblico a HP2, si riduce la base monetaria a

disposizione delle banche HB2, con spostamento di entrambe le due curve verticali

verso sinistra.

La restrizione della base monetaria delle banche comporta una riduzione della

moneta bancaria parzialmente compensata dall’aumento della moneta legale

detenuta dal pubblico: la quantità di moneta presente sul mercato è data da

M2= HP2 +HB2. La BC per ripristinare M0 dovrà aumentare la base monetaria

al livello H = HP2 + HB3, ovvero M0=HP2+HB3

Un aumento della base monetaria del pubblico accresce M di un pari ammontare.

Un aumento della base monetaria a disposizione delle banche accresce M di un

valore molto maggiore, dato dal prodotto tra la variazione di HB e il coefficiente

.

Chi controlla HB controlla M.

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Bilancio BC: insieme dei canali di creazione e assorbimento di H:

Canali di creazione:

canale del Tesoro: accumulo di titoli pubblici da BC tramite operazioni di

mercato aperto (acquisti e vendite di titoli sul mercato; spesso operazioni

temporanee in pronti contro termine): quando acquista (vende) titoli cede in

contropartita moneta legale che aumenta (riduce) H in circolazione;

accumulo di riserve ufficiali in valuta; gli acquisti di valuta da parte della

Banca centrale sono regolati cedendo in contropartita moneta legale, con

conseguente aumento della base monetaria.

Canali di assorbimento:

Depositi del Tesoro presso BC: se incassa più di quanto paga, la moneta

legale che affluisce sul suo conto di deposito fa defluire H dal mercato a BC.

HP: un suo aumento riduce la disponibilità di liquidità del sistema bancario.

Solo alcune poste sono controllabili. Distinguere tra: fattori autonomi di

creazione di H su cui BC non ha influenza diretta (evoluzione di HP, del conto del

Tesoro, della bilancia dei pagamenti); H determinata dalle decisioni della BC

(ODMA, credito netto concesso al settore bancario)

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Moneta e base monetaria delle banche

a) Nuova base monetaria immessa da BC; maggiori riserve bancarie, le banche

incrementano i loro impieghi: la liquidità si trasferisce al settore privato;

aumento dei depositi; liquidità torna alle banche; aumenta la quantità di

moneta bancaria.

Le banche, espandendo l’attivo, espandono anche il passivo: la moneta legale

circola, ma non si distrugge, e (prima o poi, totalmente o parzialmente,

direttamente o indirettamente) viene ridepositata presso le banche.

La liquidità si ricostituisce continuamente. L’aumento di base monetaria ha un

impatto positivo sulla quantità di moneta in circolazione.

b) Se le banche hanno poca liquidità: ricostituire le riserve vendendo titoli o non

rinnovando prestiti in scadenza; la riduzione dell’attivo comporta una

riduzione del passivo e dunque un impatto negativo sulla quantità di moneta.

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Mercato interbancario

Se la disponibilità di base monetaria per la singola banca è insufficiente, può

rifornirsi di liquidità nel mercato interbancario, prendendo a prestito (per periodi

brevi o brevissimi) la liquidità eccedente di altre banche.

Il mercato interbancario favorisce una migliore distribuzione della liquidità

esistente tra gli operatori del mercato monetario, ma non modifica il volume della

liquidità complessiva.

In condizioni generalizzate di scarsa liquidità, un allentamento della scarsità di

riserve può provenire solo da decisioni della Banca centrale.

Moneta legale e moneta bancaria sono ampiamente sostituibili per il settore

privato, ma non per le banche. La quantità di moneta bancaria è condizionata dalla

quantità di moneta legale.

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L’interpretazione del meccanismo monetario dipende da specifici

comportamenti individuali in contesti definiti: capire come i soggetti formulano,

le loro scelte e le loro aspettative.

Qualunque teoria volta a fornire una interpretazione del processo finanziario deve

rispettare due vincoli:

i) per ogni operatore, le attività (reali e finanziarie) devono corrispondere alle sue

passività (reali e finanziarie);

ii) per ogni strumento finanziario, l’ammontare emesso da un soggetto deve

corrispondere all’ammontare detenuto da uno o più altri soggetti.

Per permettere lo studio del processo finanziario e monetario come incontro tra

domande e offerte di strumenti finanziari, la (i) e la (ii) possono essere

reinterpretate come il risultato di:

a) comportamenti che devono rispettare il “vincolo di bilancio”;

b) processi che portano a coerenza le decisioni di chi emette titoli e di chi li

sottoscrive (il “mercato” di ogni titolo deve essere in “equilibrio”).