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LEZIONE 1

LA FIGURADELL'ERBORISTA

Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA 1

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2 Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA

Sommario

ERBORISTERIA pag. 3

PIANTA MEDICINALE PAG. 3

LA DROGA PAG. 3

SALUTE PAG. 7

MALATTIA PAG. 7

LA PRODUZIONE DI PRINCIPI ATTIVI DA PARTE DELLE PIANTE PAG. 8

FATTORI CHE INFLUENZANO LA QUALITÀ DELLE DROGHE E DEI PRINCIPI

ATTIVI PAG. 14

CLASSIFICAZIONE DELLE DROGHE PAG. 15

PROCESSO DI ESSICCAZIONE PAG. 15

SISTEMI PAG. 16

CONSERVAZIONE PAG. 16

COME SI TROVA LA DROGA ALLO STATO SECCO? PAG. 16

POLVERI NELL'USO ERBORISTICO PAG. 19

PIANTE MEDICINALI: I FARMACI DELLA NATURA pag. 20

ASSORBIMENTO DI UN PRINCIPIO ATTIVO PAG. 24

DISTRIBUZIONE DI UN P.A. PAG. 25

SEQUESTRO DEI P.A. DA PARTE DEI TESSUTI PAG. 25

ELIMINAZIONE DI UN FARMACO PAG. 26

METABOLISMO PAG. 26

TOSSICITA' PAG. 27

INDICE TERAPEUTICO PAG. 28

VARIABILI CHE INFLUENZANO LA RISPOSTA AI P.A. PAG. 28

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LEZIONE 1LA FIGURA DELL'ERBORISTA

ERBORISTERIA

L'arte di raccogliere, preparare e dispensare piante medicinali earomatiche.Colui che si intende e pratica l'erboristeria è l'erborista.

PIANTA MEDICINALE

E' una pianta che possiede un'attività terapeutica provata.Le piante utilizzate a scopo medicinale vengono anche dettepiante officinali.Parte impiegata: quella parte della pianta che viene raccolta eutilizzata direttamente o trattata, per estrarre i principi attivi inessa contenuti.Da una pianta possiamo raccogliere diverse parti (radici, som-mità fiorite, corteccia...) che costituiranno le diverse droghe.Le sostanze che conferiscono ad una droga delle proprietà tera-peutiche sono chiamate principi attivi.

LA DROGA

Il termine droga deriva dall'olandese "droog" che vuol diresecco. Il termine identificava i vegetali secchi e le spezie che pro-venivano dalle Indie olandesi.La droga è un materiale vegetale conservato allo stato secco peruso terapeutico. E' costituita da quella parte della pianta utiliz-zata in farmacia o in erboristeria per estrarre i principi attivi(p.a.) in essa contenuti. Ovviamente è opportuno non confonde-

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re il termine droga usato in campo erboristico con quello di usopiù comune che indica le sostanze stupefacenti.Fonti di droghe vegetali e di p.a.:• Pianta spontanea• Pianta coltivata• Tecniche biotecnologiche

Alcune piante sono coltivate al fine di estrarre da queste, impor-tanti principi attivi che vengono trasformati e messi in commer-cio dalle ditte farmaceutiche sotto forma di farmaci. Questepiante sono di straordinaria importanza in medicina, ma sonorelativamente poche come numero di specie, e sono quasi sem-pre molto velenose. Ad esempio nel papavero da oppio sonopresenti una trentina di alcaloidi di cui il più noto è la morfina,un potente antidolorifico.

Papavero

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Non tutti sanno che anche i farmaci tradizionali, venduti in far-macia, spesso derivano da droghe vegetali. Alcuni farmaci sonoprodotti estraendo direttamente dalle piante i principi attivi,come ad esempio la morfina, che viene "isolata" dalla pianta chela produce cioè il papavero. Questo avviene quando per l'azien-da è più conveniente a livello economico coltivare direttamentela pianta, rispetto a sintetizzare in laboratorio la molecola delprincipio attivo di interesse.Spesso vengono scoperti nuovi principi attivi, in piante che

ancora non eranostate studiate.Viene studiata lastruttura chimicadella molecolavegetale, per poipoterla risintetizza-re in laboratorio acosti minori e potercosì produrre il far-maco su larga scala.Passiamo ora ad unesempio pratico. L'acido salicilico èpresente nella cor-teccia del salicebianco, questoprincipio attivo èutile per contrasta-re stati febbrili edinfluenzali.

Corteccia di Salice bianco

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Per curare un disturbo di questo genere potremmo ad esempiofare un decotto della corteccia del Salice, oppure prendere dellegocce d'estratto alcolico della corteccia stessa. Allo stesso modopotremmo assumere un'Aspirina, che contiene acido acetil-sali-cilico che come molecola, è chimicamente quasi uguale alla sua"sorella" di origine vegetale. La molecola sintetizzata in labora-torio ha subito solo una lieve modifica, rispetto a quella vegeta-le, per renderla più assimilabile dall'organismo. A questo punto,la domanda sorge spontanea... E' più efficace l'estratto di Saliceo il farmaco da banco contenente acido acetil-salicilico? E' diffi-cile stabilirlo, le opinioni in merito sono molto discordanti.Certo è che assumendo la compressa acquistata in farmacia siingerisce solo il principio attivo e l'eccipiente utilizzato per farvolume all'interno della compressa. Al contrario all'interno del-l'estratto di salice bianco non troviamo solo l'acido salicilico, macentinaia di altre sostanze, molte delle quali, possiedonoanch'esse, proprietà terapeutiche. Alcune di queste sostanzepotrebbero facilitare l'assorbimento dell'acido salicilico, mentrealtre potrebbero ostacolarlo. L'insieme di tutte queste sostanzesi chiama fitocomplesso. E' intuitivo capire quale differenza cisia tra assumere un solo principio attivo o un fitocomplesso. Dauna parte si assume lo "sterile" principio attivo, dall'altra siassume una "sinfonia" di principi attivi, magari non tutti utilialla persona in quello specifico momento. Da una parte ci si fidadella scienza, dall'altra ci si fida della pianta. La scelta non è poicosì drastica, infatti sulle piante di interesse erboristico mag-giormente conosciute sono stati fatti numerosi studi che nedescrivono l'azione e ne assicurano la sicurezza di assunzione. Il nostro studio è incentrato sulle piante officinali. Ogni paesepossiede un elenco di piante medicinali riportato nellaFarmacopea Ufficiale (F.U.), nella quale sono contenute le speciedi cui è consentito l'uso nelle preparazioni farmaceutiche ederboristiche.

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SALUTE

Condizione di benessere fisico-psichico. Normalità funzionale estrutturale dell'organismo. Olismo: teoria biologica che sottolinea l'importanza dell'organi-smo in quanto totalità. Dal greco Hòlos = tutto, intero.Le terapie che prevedono l'uso di piante medicinali sono consi-derate olistiche, poiché le piante svolgono spesso un'azione diriequilibrio di fondo della costituzione della persona. Solo inalcuni casi l'assunzione di erbe va a curare e ad interrompere unsintomo, come invece fa solitamente la farmacologia tradiziona-le. E' importante sottolineare come le terapie farmacologiche tra-dizionali siano il più delle volte necessarie ed indispensabili. Lafitoterapia non si vuole infatti sostituire alla farmacologia tradi-zionale ma vuole integrarsi con questa là dove è possibile. Èmolto interessante notare come l'uso delle piante possa peròmigliorare lo stato di salute di individui definiti "sani." Questaosservazione ci permette di ampliare il concetto di salute, evi-tando di considerarla solo come un'assenza di malattia ma comeuno stato di benessere che si può sempre implementare.

MALATTIA

Anormale condizione dell'organismo, causata da alterazioniorganiche e funzionali, ad andamento evolutivo, verso la guari-gione, la morte, o una nuova, diversa condizione di vita. E' unostato di squilibrio o di alterazione delle funzioni dell'organismo,dovuto ad agenti esterni, interni, chimici, fisici o meccanici.La malattia può essere classificata come:Acuta: l'agente morboso agisce prontamente e vivacemente.Sub-acuta: è soggetta a riacutizzazioni.Cronica: ha un andamento statico e prolungato.

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LA PRODUZIONE DI PRINCIPI ATTIVI DA PARTEDELLE PIANTE

Tutte le sostanze che compongono il succo cellulare vengono con-siderate "prodotti secondari" del metabolismo cellulare. Con que-sto termine si indicano tutte quelle sostanze che non sono stretta-mente necessarie per la vita delle piante. Quando sottoponiamouna droga ad un processo di estrazione, (ad esempio prepariamouna tisana) molte delle sostanze presenti nel succo cellulare, pas-sano nel liquido usato per l'estrazione. Colori, sapori, profumidelle piante sono largamente determinati da prodotti del metabo-lismo secondario. Queste sostanze sono state classificate in diver-si gruppi. Alcuni sono diffusi in diverse famiglie di piante, comead esempio i tannini, altri appartengono ad una sola famiglia. Disolito più e complessa la molecola più è limitata la sua distribu-zione. L'enorme gruppo deiprodotti secondari, prendeorigine da un numero relati-vamente piccolo di precursoriche fanno parte del metaboli-smo principale della pianta.

Zuccheri: come ad esempio ilglucosio ed il fruttosio si tro-vano principalmente nellapolpa dei frutti e vengonoimmagazzinati nel vacuolocellulare. Il saccarosio si trovain poche specie come la barba-bietola e la canna da zucchero.

Barbabietola da zucchero

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Glucosidi: sono molecole organiche legate ad una molecola dizucchero. In erboristeria sono molto importanti i glucosidi delladigitale perché rinforzano la contrazione cardiaca.

La Digitale

Tannini: sono di colore marrone o nerastro, largamente usati inmedicina per le loro proprietà antisettiche ed astringenti. Sonopresenti nelle cortecce e nei frutti acerbi, hanno la proprietà difar arricciare i denti. Hanno un sapore fortemente astringente,dotati delle proprietà di tannare la pelle, cioè di trasformare lepelli in cuoio facendo precipitare le proteine e formando conesse dei composti insolubili. In questo modo le pelli diventanoimpermeabili all'acqua e, di conseguenza, imputrescibili. Hannoinoltre la proprietà di far precipitare gli alcaloidi, ma sono pre-

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cipitati a loro voltadai sali dei metallipesanti. Si ossidanoall'aria formandodei prodotti più omeno intensamentecolorati in rossobruno. Le droghem a g g i o r m e n t eimpiegate per il lorocontenuto in tanninisono l'Amamelide,il Castagno d'India(Aesculus hippoca-stanus) ed il Noce(Juglans regia).

Il Noce

L'azione farmacologica più nota dei tannini è quella astringentebasata sulla loro capacita di coagulare le proteine protoplasma-tiche, rendendole resistenti agli enzimi proteolitici. Questa azio-ne implica una diminuzione della permeabilità cellulare, disini-bizione del connettivo, vasocostrizione locale, diminuzione del-l'attività delle ghiandole secretorie ed una modica analgesialocale.Ne consegue, per la cute e le mucose in un normale stato di tro-fismo, una diminuita permeabilità, una maggiore protezionecontro irritazioni chimiche e meccaniche e nei confronti degliattacchi batterici. I tannini esplicano sui tessuti infiammati unabenefica azione antiflogistica. In forti concentrazioni, i tannini,

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producono un effetto irritante o addirittura caustico. Essi siusano, esternamente, come astringenti e antisettici della cute edelle mucose delle prime vie respiratorie; come emostatici, nellepiccole emorragie cutanee e mucose; come analgesici e antisetti-ci, nella cura delle scottature per impedire il riassorbimento deiprodotti tossici che si formano per necrosi del tessuto ustionato.Le droghe tanniche si impiegano, infine, per via interna, comeantidiarroici e come antidoti negli avvelenamenti da metallipesanti e da alcaloidi.L'azione irritante dei tannini, in forti concentrazioni, trova, tal-volta, applicazione in preparati tonici del cuoio capelluto.I preparati a base di droghe tanniche non vanno mai assuntidurante o vicino ai pasti, perché i tannini inibiscono gli enzimidigestivi (proteasi, lipasi, amilasi), interferendo con l'utilizza-zione delle proteine alimentari, inoltre, ostacolano l'assorbimen-to degli ioni metallici pesanti presenti negli alimenti vegetali, inquanto formano, con essi, dei complessi insolubili.

Antociani: sono una classe di composti a cui appartengono ipigmenti (sostanze coloranti), danno il colore ai fiori, ai frutti edalle foglie in autunno.

Saponine: sono sostanze organiche vegetali, di natura glucosi-dica, caratterizzate dal possedere una forte azione tensioattiva:mescolate con l'acqua danno soluzioni schiumose. Infatti dimi-nuiscono la tensione superficiale dell'acqua. Introdotte in altidosi nel sangue, emolizzano i globuli rossi, ma la loro assunzio-ne per via orale non costituisce alcun pericolo perché vengonoassorbite dalla mucosa gastrointestinale solo in piccolissimequantità.La principale azione farmacodinamica delle saponine e quellaespettorante e solo secondariamente diuretica, depurativa ediaforetica.

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L'importanza delle saponine in terapia, deriva dal fatto che essesono capaci di accelerare l'assorbimento di altre sostanze fama-cologicamente attive. Per esempio la loro presenza migliora l'u-tilizzazione da parte dell'organismo, del calcio e del silicio.Perciò, le droghe che contengono saponine dovrebbero entrare afar parte della formulazione di ogni tisana, come coadiuvanti,allo scopo di aumentarne l'efficacia curativa. Come tutti i gluco-sidi, le saponine sono idrolizzate, e perdono le loro proprietàbiologiche, se le loro soluzioni si fanno bollire troppo a lungo.Tra le piante ricche di saponine troviamo la Liquirizia.

Liquirizia

Mucillagini: da un punto di vista chimico, sono dei polisaccari-di. Le mucillagini pure si presentano come masse bianche e

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amorfe, che danno, con l'acqua, soluzioni colloidali, viscose, nonadesive.Esse svolgono un'azione localizzata ai tessuti lievemente dan-neggiati, con i quali vengono a contatto. La fondamentale azio-ne farmacodinamica delle mucillagini e quella antinfiammatoriadelle mucose. Infatti, per le loro proprietà fisiche si stratificanosulle mucose, rivestendole di uno strato protettivo contro le irri-tazioni meccaniche di qualsiasi natura.Poiché le mucillagini sono idrofile, messe in acqua possiedonola capacità di gonfiarsi, producendo masse plastiche che mani-festano effetti lassativi. Tra le piante più ricche mucillaggini tro-viamo la Malva e la Calendula.

Olii essenziali: Sono miscele di sostanze organiche diverse (ter-peni ciclici e aciclici e derivati ossigenati degli stessi, quali alco-li, aldeidi, chetoni, acidi ecc.), sono volatili, di aspetto oleoso e siottengono dalle piante aromatiche, o per distillazione in corren-te di vapore, o per estrazione con solventi volatili e non volatili,o per pressione. Sono poco solubili in acqua, ma molto solubiliin alcool, etere, cloroformio e grassi.L'attività biologica degli olii essenziali è molto varia e consentedi utilizzarli nella terapia di una gamma molto vasta di malat-tie. L'azione farmacodinamica più caratteristica è quella antiset-tica e antiparassitaria; ma a queste proprietà possiamo aggiun-gere un'azione stimolante sul S.N.C., espettorante, diuretica,depurativa, antispasmodica, antivirale, stomachica, analgesica,cicatrizzante, antireumatica e antinfiammatoria.

Alcaloidi: enorme famiglia di molecole contenenti azoto (N).sono molecole molto complesse, spesso tossiche poiché svolgo-no un'azione molto specifica in determinati punti dell'organi-smo. Molti di questi composti agiscono sul sistema nervoso del-l'uomo.

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FATTORI CHE INFLUENZANO LA QUALITÀDELLE DROGHE E DEI PRINCIPI ATTIVI

Fattori naturali:Età e stadio di sviluppo: la qualità dei principi attivi puòvariare in relazione allo stadio di sviluppo della pianta, chepuò essere: giovanile, maturo o senescente. La raccolta dellapianta ai fini di ottenere una droga di buona qualità deve esse-re effettuata nel tempo balsamico.Tempo balsamico: è il periodo entro il quale è opportuno effet-tuare la raccolta della droga. Spesso, soprattutto per la raccol-ta delle parti aeree della pianta questo periodo coincide conquello della fioritura. In generale le piante annuali devonoessere raccolte a sviluppo completo, le bienni nel secondoanno. Le piante rizomatose o con organi sotterranei, cheandranno a costituire la droga, è bene raccoglierle in autunnoo in inverno.Selezione: nella pratica agraria la selezione delle sementi hapermesso di ottenere piante che avessero buone quantità dip.a. al loro interno.Clima: la nutrizione della pianta si basa attraverso la fotosin-tesi ed è quindi ovvio, che la qualità, l'intensità e la disponibi-lità di luce sono fondamentali per la produzione dei p.a.. lafotosintesi clorofilliana è il più importante processo di nutri-zione operato dalle piante. Per mezzo di questo processo, l'a-nidride carbonica e l'acqua vengono trasformati in compostiorganici costituenti il materiale vivente della pianta. Questasintesi avviene per intervento dell'energia luminosa che vienetrasformata dalla clorofilla in energia chimica.Latitudine e altitudine: la qualità e la quantità dei principiattivi varia enormemente a seconda della latitudine e dell'alti-tudine a cui le piante vengono coltivate. Ad esempio la vale-riana ha un p.a. di maggior qualità se coltivata in montagna.

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Fattori artificialiStabilizzazione: è un'operazione consistente nel fissare a caldo,con vapori di alcool etilico, la composizione chimica dei vegeta-li freschi, prima dell'intervento dei fenomeni fermentativi.Questo trattamento viene effettuato da alcune ditte erboristiche,subito dopo la raccolta delle piante, di modo che il materialevegetale, giunga chimicamente inalterato alle fasi di lavorazio-ne e di estrazione.

CLASSIFICAZIONE DELLE DROGHE

Le droghe di interesse erboristico possono essere catalogate secon-do diversi tipi di classificazione che ne descrivono in maniera diver-sa le caratteristiche. Le tre differenti classificazioni che andiamo adanalizzare sono le più utilizzate:sintomatica: antidolorifici, sedativi, antipiretici... Questa classifica-zione indica quali tipi di sintomi la droga è in grado di alleviare.patologica: antibiotici, antitumorali, antiasmatici... In questo casoviene indicato per quale tipo di patologia la droga può essere utiliz-zata.eziologia: digestivi, vitaminici, epatici... Questa classificazione indi-ca il sito di azione della droga e la sua funzione all'interno del corpo.

PROCESSO DI ESSICCAZIONE

Serve per rendere disponibile la droga anche in quei periodi neiquali non è presente allo stato fresco. La conservazione deve svol-gersi in modo tale che la droga mantenga il più possibile le sue pro-prietà curative, in altre parole contenga ancora molti principi attivi.Con il processo di essicazione la droga viene disidratata, mante-nendo un residuo d'acqua pari al 10 - 12% circa, in tal modo ven-gono inibite le attività enzimatiche e microbiche che la deteriore-rebbero.

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SISTEMI:

1) aria aperta a temperatura ambiente: al sole / all'ombra2) negli essiccatoi: statici / dinamici

Il primo sistema, di essiccazione al sole, si utilizza quando ladroga si presenta di consistenza coriacea come le cortecce, leradici, i semi... Si effettua l'essiccazione all'ombra quando la pianta è di consi-stenza tenera: fiori, foglie e parti aeree. Negli essiccatoi invece,la temperatura di lavoro si aggira sui 55-60° e con il sistemadinamico la droga si sposta in direzione inversa rispetto alla cor-rente d'aria calda immessa nell'essiccatoio.

CONSERVAZIONE

Le droghe vanno conservate in un ambiente secco, con un'umi-dità inferiore al 15%. I contenitori adatti sono sacchetti di juta,scatole di cartone, contenitori di legno e vasi di vetro bruniti. Ledroghe vanno conservate in un luogo ventilato ed al riparo dallaluce. Alcune droghe si possono conservare anche più di unanno, ma nella maggioranza dei casi vanno rimpiazzate ogni 12mesi. E' bene controllare saltuariamente le droghe, per verifica-re il buono stato di conservazione e l'assenza di parassiti e dimuffe... Il sistema più semplice che consente un controllo delladroga è quello organolettico, ovvero l'uso dei sensi: visivo, tatti-le, odorifero e gustativo (che però necessita di esperienza).

COME SI TROVA LA DROGA ALLO STATOSECCO?

Prima di descrivere i vari tipi d'estratto, è opportuno saperecome possiamo trovare le droghe in commercio. Nel caso in cui

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siamo noi stessi a racco-gliere la pianta, è necessa-rio effettuare alcune ope-razioni, prima di procede-re all'utilizzo della pianta.

PEZZATURAA seconda di quale partedella pianta costituisce ladroga di nostro interesse,potremo trovare diversitipi di "taglio" delladroga. I principali sono iseguenti:* intera* tagliata* contusa* taglio tisana* polverizzata

TAGLIATA: lesommità fiorite,le foglie, le cor-tecce, vengonotagliate con unataglierina a ghi-gliottina, inpezzi circa lun-ghi (1-2 cm). E'un taglio richie-sto per erbe cheverranno distil-late.

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CONTUSA: lacontusione siottiene facendopassare le piantemedicinali inmulini a martel-lo, la drogaviene così rottain cubetti circaregolari. Questometodo è moltoutilizzato per leradici (Rabarba-

ro, Liquirizia, Genziana), scorze d'agrumi, (Arancio amaro,Arancio dolce, Mandarino, Limone).

TAGLIO TISA-NA: richiede untaglio più accu-rato e prevede ilpassaggio del-l'erba tagliataattraverso alcunisetacci che trat-tengono le partigrosse e le partitroppo fini, com-presa la polvere.

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POLVERIZZATA(Lev igaz ione ,quando pratica-ta con ilMortaio): lariduzione delleparti vegetaliassume la consi-stenza di unapolvere.La setacciaturacon setacci amaglia finissima

permette di separare le particelle finissime da quelle più grosso-lane. Sono utili nella preparazione di compresse, di opercoli ovengono semplicemente disciolte in acqua. L'effetto terapeuticodi una polvere dipende dal suo grado di finezza. Infatti più unapolvere è fine, meglio verrà assorbita dall'organismo.

POLVERI NELL'USO ERBORISTICO

Si distinguono in polveri semplici e polveri composte. Quellesemplici derivano dalla polverizzazione di una sola pianta;quelle composte da due o più polveri miscelate tra loro.Un importante requisito richiesto è quello dell'uniformità gra-nulometrica dei vari componenti della miscela, per assicurareun assorbimento omogeneo da parte delle mucose interessate(soprattutto quelle intestinali), o una migliore distribuzione pro-tettiva o lenitiva.

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PIANTE MEDICINALI: I FARMACI DELLA NATURA

FARMACO: sostanza biologicamente attiva, ovvero che interfe-risce su qualche azione biologica delle cellule dell'organismomodificandola. Questa azione risulta utilizzabile ai fini terapeu-tici.

FARMACOLOGIA: scienza che studia le interazioni positivetra un farmaco e l'organismo.

FARMACOGNOSIA: studio degli effetti biologici di parti vege-tali (droghe) contenenti sostanze farmacologicamente attive.Le differenze tra farmacologia e farmacognosia stanno nell'ori-gine della sostanza che agisce farmacologicamente. La farmaco-gnosia infatti, studia solo l'azione delle molecole di originevegetale, la farmacologia invece studia anche l'azione dellemolecole sintetizzate in laboratorio.

TOSSICOLOGIA: scienza che studia le interazioni negative trale sostanze e l'organismo. L'insieme di tutte le azioni nefasteprodotte dalla molecola, ne definisce la TOSSICITA'.

POSOLOGIA: indicazione della dose e dell'intervallo di tempodi assunzione, può variare in funzione della velocità metabolicadel soggetto e di numerosi altri fattori.

PROTOCOLLO TERAPEUTICO: schema di come deve esseresomministrato un farmaco.

SITO D'AZIONE: luogo dell'organismo dove il farmaco deveessere presente e si deve concentrare per esplicare la sua azioneterapeutica. Si può dire che quasi tutte le molecole organiche che

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vengono ingerite dall'individuo, svolgono un'azione a livellobiologico, procurando cambiamenti fisiologici e biochimiciall'interno dell'organismo. Questi cambiamenti possono esserepositivi o nocivi.

TIPI DI AZIONE:L'azione esplicata da un rimedio può essere:locale o topica: quando la sua azione si esplica all'esterno del-l'organismo, nel distretto dove, il rimedio viene applicato.Generale o sistemica: quando l'azione del p.a. (principio attivo)si esplica all'interno dell'organismo. Tale azione si può manife-stare solo dopo che il p.a. è stato assorbito ed è avvenuta la suadistribuzione fino al raggiungimento del proprio sito d'azione.

LA FARMACOCINETICAPer attuare correttamente una buona fitoterapia è, senza dubbio,necessario individuare la pianta o le piante più idonee a com-battere lo stato patologico che ha colpito la persona; tuttavia,anche quando la scelta del rimedio è esatta, essa non assicural'efficacia del trattamento se non si procede alla somministra-zione del fitopreparato in maniera tale da permettere che i suoiprincipi attivi raggiungano in forma efficace i punti di azione(recettori) e vi permangano in concentrazioni sufficienti pertutto il periodo necessario al raggiungimento dell'effetto desi-derato. Il conseguimento di questo risultato è possibile soltantose si conoscono quei fattori che costituiscono la base sulla qualesi impianta la farmacologia allopatica (cioè quella utilizzatatutt'oggi da medici e farmacisti).La fitoterapia ha bisogno di essere sviluppata e approfonditacon tutti i mezzi: uno di questi è lo studio della farmacocineti-ca dei principi attivi, la quale fa capire il destino dei diversiprincipi attivi, una volta che questi sono stati introdotti nell'or-ganismo.

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Ed arriviamo cosi ad un primo concetto, quello di biodisponibi-lità.Con il termine biodisponibilità si suole indicare la quantità diprincipio attivo che raggiunge il suo punto di azione (recettore).Per esempio, un principio attivo che viene assorbito attraversolo stomaco e l'intestino deve anzitutto, attraversare il fegatoprima di raggiungere la circolazione sistemica. La circolazionesistemica è quella attraverso la quale, il principio attivo vienepompato dal cuore e finisce in tutti i distretti dell'organismo. Seil principio attivo viene metabolizzato nel fegato o viene escretonella bile, una parte di esso verrà inattivata prima che possa rag-giungere la circolazione generale e distribuirsi nei suoi punti diazione.Se la capacita metabolica, o escretoria del fegato, per il compo-sto in questione è grande, la biodisponibilità subirà una notevo-le diminuzione (il cosiddetto effetto di primo passaggio). Infattise il fegato ha una forte affinità per una sostanza terapeutica chela persona ha assunto, quest'ultima verrà quasi totalmentemetabolizzata dal fegato senza così raggiungere il proprio sitod'azione. Questa diminuzione della disponibilità varia in fun-zione della zona anatomica da cui ha luogo l'assorbimento.Talvolta se vogliamo saltare il primo passaggio, quello epatico,si ricorre alla somministrazione sublinguale, che consiste nelmantenere sotto la lingua il rimedio per qualche minuto.L'assorbimento attraverso la mucosa orale ha un'importanzaparticolare per certi principi attivi, nonostante la superficie d'as-sorbimento disponibile sia piccola. Il sangue venoso, che riflui-sce dalla cavità orale, irrorando anche la lingua, sbocca nellavena cava superiore, localizzata sopra il fegato, in questo modoi principi attivi sono protetti dal rapido metabolismo di primopassaggio ad opera del fegato. Questo avviene perché i principiattivi si riversano nel torrente circolatorio dopo che il sangue èstato filtrato dal fegato.

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Vediamo ora qual è l'intero destino di un principio attivo.Il principio attivo dopo essere stato assorbito entra nel circolosanguigno e segue le normali vie, comuni a tutti i metaboliti. Sidistribuisce in tutti i tessuti e viene frequentemente trasformato,soprattutto a livello epatico ed infine, viene eliminato attraver-so gli emuntori fisiologici quali: rene, intestino, polmoni, pelle.A questo punto è interessante porre in rilievo come tutto il pro-cesso descritto possa avvenire senza conseguenza alcuna perl'organismo, senza cioè che l'individuo tragga beneficio dallesostanze ingerite. E' questo un evento del tutto possibile, che siverifica qualora il principio attivo non riesce a raggiungere lasua specifica sede d'azione, o vi arriva in concentrazione tantopiccola da non stimolare la reazione farmacologica.La quantità di principio attivo che arriva alla specifica sede diazione, condizionando la comparsa dell'effetto farmacologico, èregolata dall'equilibrio dinamico dei processi riassunti nellafigura.Nell'illustrazione sono raffigurati gli equilibri che entrano ingioco nel permettere al principio attivo il raggiungimento dellasede d'azione. Sono rappresentati anche i meccanismi che rego-lano l'entità e la durata della presenza del principio attivo nelproprio sito d'azione.Dallo schema è evidente, in primo luogo, l'importanza dellaconcentrazione plasmatica del principio attivo, (definita tassoematico) cioè la quantità di principio attivo presente nel sangue.Rispetto a questa quantità bisogna valutare la quota libera daeventuali legami con le proteine plasmatiche (le proteine delsangue che spesso si legano ai p.a.). Poiché solo la quota libera èin grado di diffondersi nei tessuti.La diffusione del principio attivo è in genere ubiquitaria, cioèraggiunge tutti i distretti dell'organismo, di conseguenza, sol-tanto una piccola parte di esso raggiungerà la specifica sede diazione, dove avverrà l'azione farmacologica.

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24 Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA

ASSORBIMENTO DI UN PRINCIPIO ATTIVO

La sede di assorbimento di un principio attivo, è in genere l'in-testino. Perché questo processo sia efficace al massimo è neces-saria un'ampia superficie di contatto tra materia da assorbire emateria assorbente (la mucosa intestinale). Proprio per questomotivo, la membrana interna dell'intestino è ripiegata in villi

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Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA 25

intestinali riccamente vascolarizzati. L'assorbimento dei p.a.,che avviene maggiormente nella prima parte dell'intestino e inminima parte a livello rettale, dipende dalla loro natura chimi-ca. Lo stomaco solitamente non è un buon distretto per l'assor-bimento a causa del suo pH fortemente acido. Esistono comun-que sostanze che proprio grazie a questo valore di pH moltobasso, subiscono modificazioni che le rendono meglio assorbibi-li nel tratto intestinale. In generale le sostanze acide o lievemen-te acide come l'alcool vengono assorbite già nello stomaco, quel-le basiche vengono assorbite solo nell'intestino.

DISTRIBUZIONE DI UN P.A.

Un principio attivo si distribuisce più velocemente negl'organi aflusso ematico elevato (SNC, cuore, reni, fegato, polmoni) e suc-cessivamente a quelli a flusso ematico lento (muscoli, pelle, tes-suto adiposo). La distribuzione in organi a lenta circolazione,che formano la maggior parte della massa corporea, riduce laconcentrazione del p.a. negli organi a flusso elevato con un pro-cesso detto di REDISTRIBUZIONE la cui funzione è quella diconsentire l'assorbimento ai tessuti poco vascolarizzati. Questofenomeno può far terminare l'azione farmacologia. L'azione far-macologia termina, soprattutto se l'organo interessato dal pro-cesso, è un organo a flusso ematico elevato, come ad esempio ilcuore, i polmoni, i reni ecc...

SEQUESTRO DEI P.A. DA PARTE DEI TESSUTI

I tessuti che possono sequestrare i farmaci sono:Tessuto adiposo: ha molta affinità per i farmaci liposolubili.Questo tessuto è poco irrorato, per cui la quantità di farmaco chevi giunge è scarsa, tuttavia quel poco che arriva viene trattenu-to e quindi accumulato.

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Tessuto osseo: tende a sequestrare metalli come il piombo cheviene fissato sulle ossa al posto del calcio.Tessuto renale: i farmaci in questi casi vengono assorbiti attiva-mente dal tessuto e secreti nelle urine.Tessuto epatico: sequestra molti p.a. di origine vegetale permetabolizzarli.Tessuto cerebrale: alcuni p.a. riescono a raggiungere il cervellosuperando la barriera ematoencefalica (una membrana di difesadel cervello), questo dipende dalla struttura chimica dei princi-pi attivi stessi. Lo stesso discorso vale per la barriera placentare,per questo è opportuno valutare di volta in volta se una deter-minata pianta si può assumere in gravidanza oppure no.

ELIMINAZIONE DI UN FARMACO

L'eliminazione è il processo attraverso cui un farmaco scompa-re dall'organismo. E' il processo nel quale la concentrazione pla-smatica del farmaco cala irreversibilmente. L'eliminazioneavviene per escrezione nell'ambiente esterno per mezzo deiliquidi corporei (urine, bile, saliva, latte, sudore), passandoprima attraverso una trasformazione metabolica.

METABOLISMO

Il metabolismo dei farmaci e dei p.a. è espressione di un atteg-giamento difensivo da parte del corpo verso l'invasione disostanze esterne. Questo processo si è perfezionato durante l'e-voluzione a causa del contatto con tossine vegetali e animali.Esso ha lo scopo di rendere polari e quindi idrosolubili le mole-cole estranee impedendone la distribuzione, ( non possono piùessere assorbite perché non attraversano più le membrane lipi-diche) e favorendone quindi l'eliminazione in ambiente acquo-so. Per spiegare questo fenomeno bisogna fare una breve pre-

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Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA 27

messa. Le cellule del corpo umano hanno una parete cellulareattraverso cui possono passare le molecole apolari cioè grasse.All'interno delle cellule l'ambiente è invece polare. Lo scopodelle cellule è quindi quello di trasformare le sostanze esterneche sono apolari in sostanze polari, di modo che queste nonsiano più in grado di uscire dalla cellula poichè non possono piùoltrepassare la membrana cellulare nella direzione opposta. Lasostanza estranea verrà poi lentamente metabolizzata inambiente acquoso all'interno della cellula.

Le sedi metaboliche sono:• fegato• mucosa intestinale• polmoni• reni• plasma • placenta

TOSSICITA'

Quando si decide di prendere un farmaco o una sostanza d'ori-gine vegetale, il dosaggio deve essere appropriato al tipo disostanza, perché la tossicità di una sostanza è in relazione allaquantità assunta. Non esistono quasi sostanze completamenteprive di tossicità. Esistono però, nel regno vegetale, migliaia disostanze che a basse dosi esplicano un'azione terapeutica, men-tre ad alte concentrazioni sono tossiche.

E' tossico tutto ciò che somministrato una o più volte può por-tare a conseguenze negative sull'organismo. Se la tossicità simanifesta nelle stesse dosi che producono anche l'effetto tera-peutico allora la sostanza in analisi è tossica, non lo è se questedosi sono molto lontane tra loro.

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28 Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA

INDICE TERAPEUTICO

L'indice terapeutico è un parametro molto importante perchémette in relazione l'efficacia terapeutica con l'azione tossica diun farmaco. Quando si analizza un principio attivo, non è tantoimportante sapere qual è la dose efficace e quale quella letale,quanto il loro rapporto.

Dose letaleIT: -----------------------

Dose efficace

Ad esempio se l'indice terapeutico di una sostanza vegetalefosse 1, la sostanza in questione sarebbe inutilizzabile, poiché ladose efficace per affrontare un determinato disturbo e quellaletale per la persona coincidono. Tutte le piante di cui parleremohanno un indice terapeutico molto elevato, questo potrà esseread esempio di 100, 1000 o più alto ancora.

VARIABILI CHE INFLUENZANO LA RISPOSTA AI P.A.

I fattori che determinano il successo dell'azione terapeutica diun p.a. sono diversi. Ogni persona infatti presenta caratteristi-che anatomiche e fisiologiche differenti. Tra le variabili macro-scopiche da prendere in considerazione troviamo:

PESO e COSTITUZIONE DEL SOGGETTO: le dosi sono cal-colate un tot/Kg, tenendo anche conto della possibilità di accu-mulo del farmaco nel tessuto adiposo ed in altri distretti.ETA': che determina un diverso funzionamento nella fisiologiadell'organismo.VARIABILITÀ DA TRATTAMENTI ASSOCIATI: eventualialtre sostanze o farmaci, assunti dall'individuo, possono rallen-

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Lezione 1 - LA FIGURA DELL'ERBORISTA 29

tare e rendere inefficace una cura di tipo erboristico. Altre volteinvece, è il rimedio erboristico che potenzia l'azione del farmaco,ma non sempre questo incremento è auspicabile e desiderato.

In generale la distribuzione, l'eliminazione e l'efficacia di un p.a.variano in funzione sia dell'individuo che delle caratteristichechimico-fisiche del farmaco.

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