SEQUESTRO DI PERSONA.  Memoriale parte seconda il blitz e sequestro di persona di un magistrato di...

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II. LA DENUNCIA CIRCA UN FATTO SUBITO E IL BLITZ ILLEGITTIMO IMMEDIATO . L’ACCOMPAGNAMENTO COATTIVO AL SANT’ANDREA. il sequestro di persona di un magistrato di Cassazione che sapeva troppo . Come sopra indicato la mia vita era regolare , normale, fatta degli impegni di lavoro e professionali ordinari . Avevo una normale relazione con una signora , cercavo solo ancora per un po’ di aiutare la donna della Cecchignola ed il figlio. E qui faccio la mia terza autocritica psicologica , che stupirà chi legge . Anche io mi ero arreso, per la prima volta e spero ultima in vita mia , non richiedendo come la mia coscienza imponeva la riapertura delle indagini . Poi mi

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II. LA DENUNCIA CIRCA UN FATTO SUBITO E IL

BLITZ ILLEGITTIMO IMMEDIATO .

L’ACCOMPAGNAMENTO COATTIVO AL

SANT’ANDREA.

il sequestro di persona di un magistrato di Cassazione che

sapeva troppo . 

Come sopra indicato la mia vita era regolare , normale, fatta

degli impegni di lavoro e professionali ordinari . Avevo una

normale relazione con una signora , cercavo solo ancora per un

po’ di aiutare la donna della Cecchignola ed il figlio.

E qui faccio la mia terza autocritica psicologica , che stupirà chi

legge . Anche io mi ero arreso, per la prima volta e spero ultima

in vita mia , non richiedendo come la mia coscienza imponeva la

riapertura delle indagini. Poi mi arresi alla impossibilità di tirare

fuori dalla situazione in cui si trovavano, due persone cui volevo

anche bene.. Scrissi una lunga mail, in data 15/5/2009) di addio

alla donna , dedicandole anche una poesia . Era la mia

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dichiarazione di finale impotenza e contemporaneamente il

manifesto della mia sensibilità.( ALL 11). Sarebbe stata presa poi

come argomento   a conferma di un mio stato patologico . Peccato

che da tutto ciò che scrissi   trapelava sensibilità ed affetto che la

poesia (un acrostico, per la precisione) racchiudeva una

conoscenza profonda dello stato della donna ed un segnale finale

di amore (ormai cristiano) disinteressato, a fronte di

una quantomeno ragionevole attendibilità delle mie conoscenze e

della mia ipotesi di ricostruzione.. Anche questo ho subito . La

manipolazione dei miei sentimenti reali e aderenti ad una realtà

correttamente ipotizzabile , (si badi che la donna di   sètta aveva

parlato espressamente al telefono   ) la manipolazione del reale

rapporto generoso e di aiuto che avevo mantenuto con la

donna,   oltre a varie inaccettabili manipolazioni della mia

identità ..

Dopo la mail , passati pochi giorni, il martedì 19 Maggio del

2009 mi recai al lavoro verso le 10 e 30 ( avevo impegno di spesa

da adempiere prima, e tornai verso le 15 e 30 dal lavoro. .

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Salendo per le scale che portano al secondo piano della villetta in

cui abitavo, , al primo piano una gentile coppia di signori anziani,

appena arrivato sul terrazzo grande su cui dà la porta della mia

abitazione, notai la sdraio da me utilizzata il giorno precedente

per prendere un po’ di sole, completamente incenerita . Subdorai

da chi poteva essere arrivato il “pensiero”, chiesi alla signora del

piano di sotto , se ed a che ora avessero sentito odore di bruciato.

Mi comunicò di sì verso le 12 e 30. Decisi questa volta di andare

alla locale stazione CC e feci una mera denuncia anòdina ed

equilibrata ( ALL 12 ) senza neanche alludere a possibili

riferimenti. Precisai solo, insospettito dalla circostanza, che

risultava sottratto e non bruciato l’asciugamano posto sulla

sdraio, su cui mi ero poggiato senza maglietta per prendere il sole

il giorno prima.   Appena tornato a casa giunse un colonnello,

credo, della Compagnia Cassia, accompagnato da due ufficiali,

che, di sua iniziativa, avvisato sempre di iniziativa dalla stazione

CC Prima Porta., intendeva effettuare un sopralluogo. Accolsi la

gradita iper-tempestiva visita, : effettuarono sopralluogo, rilievi

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fotografici e repertamento della sdraio integralmente bruciata.

Nel recarci all’esterno trovammo insieme sull’altro lato del

terrazzo un sigaro posizionato o comunque situato esattamente al

centro di mattonella . Non l’avevo visto prima né io né lo avevano

visto gli stessi operanti . Anche il sigaro fù repertato. Io nel

frattempo mi ricordai che conoscevo nella palazzina da dove ero

andato via persona che fumava spesso, vistosamente all’aperto

proprio sigaro che mi sembrava di quel tipo, . MA nonostante la

associazione mentale vi fosse stata, nonostante il fatto seguisse di

pochi giorni la conoscenza dell’audio estratto da parte della

donna e di qualche giorno una mail di “saluto” tutta da

leggere .. . non ne parlai al colonnello, volutamente, anzi mi

guardai dal farlo, perché il fatto, , più che come una intimidazione

o minaccia, mi suonava curiosamente più come una

provocazione finalizzata ad una mia reazione. Il colonnello entrò

in casa mia , da me invitato, vide che ero incerto e preoccupato

sul parlare o nò del “sigaro”, insistette cortesemente, io più volte

non portai a compimento alcun discorso sul punto, infine con una

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intuizione o colpo d’ala, mi chiese diretto “ lei ha mai avuto a

che fare con sètte sataniche “ , io non risposi esplicitamente , ,

dissi che potevo solo dire che avevo scelto di allontanarmi dalla

abitazione di via …dei Bersaglieri ……… otto mesi prima, e che

avevo denunciato “ fatti” alla Procura di Roma , non

creduto ( questo era il mio convincimento).

Nel frattempo decisi di far sentire l’audio a mio figlio Fabrizio,

con cui avevo tentato di far capire in due telefonate precedenti la

storia, e comunicai per telefono prima alla mia ex moglie e poi a

mia sorella il pomeriggio del giorno dopo il fatto. . : Da parte di

mia sorella trovai incredulità e fastidio, due telefonate dei mesi

precedenti avevano evidenziato un atteggiamento simile . NON

ALTRO. Nessuna allusione ad altro, mio figlio solo manifestò una

incredulità tale da impedirgli di ascoltare anche ciò che era

ascoltabile con il rudimentale strumento del lettore CD di una

auto.

Qui debbo fare la mia quarta autocritica psicologica. Cercavo di

far capire la situazione, non riuscivo a capire perché non

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comunicassi su quel piano, cercavo forse comprensione affetto

lealtà da chi poi ha dimostrato tali sentimenti nel modo che

appresso dirò.. Far partecipare e sentire i miei parenti era

diventato importante perché mi sentivo negato nella mia identità

storia e realtà . Una reazione psicologicamente debole.?! Forse ,

certo, ma comprensibile. . .

Il mercoledì mattina successivo mi recai in ufficio e avvisai del

fatto Procuratore ed aggiunto che era presente , , dissi con tono

un po’ irruento, ma non aggressivo, che quel sigaro aveva un

possibile nome, che feci anche, che ora mi era successo un fatto in

casa, che la ipotesi di attribuzione a quelle persone del fatto era

probabile ( anzi per tentare di aprire una disponibilità manifestai

una “certezza momentanea “ …. ) e che quelle persone ( ne

avevo individuato, tra nomi e voci, un numero oscillante, tra 11 e

12 di vario sesso ed età dall’audio che la donna indicava di non

poter ricondurre a volti concreti . (VEDI MAIL citata ), sapevano

bene che le potevo conoscere in parte ed anzi avevano sentito

ormai le loro voci registrate fatto RISALENTE AL MAGGIO

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2009 ( confesso che la consegna dell’ultimo CD era

intenzionalmente anche un po’ provocatoria , sapevo che potevano

uscire allo scoperto, non immaginavo però come ). Che le perone

indicate fossere bn presenti nella vita della donna lo ricavai abche

da due meil , di cui mi sono riservato di parlare a richiesta di

codesta Procura . . . . Mi allontanai dicendo che ora dovevo

pensare a tutelarmi, non senza aver fatto leggere la denuncia al

procuratore. Poi parlai con l’aggiunto indicato e l’altro PM che

seguivano “affettivamente “ la vicenda , ripetei senza

tentennamenti ed in modo deciso , che ora dovevo andare a far

presente la possibile situazione a Perugia e che poteva uscire

all’esterno la storia, allusi ai giornali e precisai .. “ non sono

scemo .. non mi esporrei mai personalmente “ e intendevo dire

che mi stavo solo sfogando della situazione nella quale mi ero

infine trovato.

Il pomeriggio mi recai dalle bambine , le portai a casa all’uscita

della scuola, una non trovata all’uscita perché la madre si era

letteralmente dimenticata di avvertirmi che era in gita scolastica.

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Le telefonai OVVIAMENTE ALLARMATO , mi rispose

inizialmente “ come, non c’è ?! “ io confermai più allarmato non

c’è .. poi mi disse “ ma stà in gita “ . Tutto questo sarebbe

divenuto in un racconto fatto da non so chi e poi riferito così . Io

avevo detto che mia figlia era stata rapita dalla sètta

satanica. Una oscenità falsa , inventata probabilmente in uno

stato di isteria o in mala fede da qualcuno . Io non avevo mai

pronunciato quelle parole, e neanche per un istante avevo

pensato una scemenza simile !!!!!

Il mercoledì sera comunque due miei amici ( Fabio ed Angela ) su

mia richiesta telefonarono alla mia ex moglie e gli esposero che si

sentiva quello che dicevo e che quello che mi era successo il

giorno prima era semplicemente vero. Questo perché cercavo solo

di far capire ai miei presunti “familiari “ una realtà RIFIUTATA e

perchè ovviamente presumevo una pur assurda   "buona fede "

loro .  

La sera verso le 20 e 45 mentre ero in macchina fui raggiunto

telefonicamente da mia sorella che cercava insistentemente di

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sapere dove fossi. Ricordo ancora il tono insistente e falsamente

vellutato   delle domande . Doveva assolutamente sapere dove mi

trovavo in quel momento, a distanza di un giorno dal FATTO

VERO REGOLARMENTE DENUNCIATO REGOLARMENTE

ACCERTATO e di sette ore dal mio riferire suindicato.. Dissi

semplicemente la verità ( stavo andando a trovare un amico ), non

senza essermi chiesto il motivo di   quella insistenza..

Il giorno dopo andai regolarmente in ufficio , ma ricordo ancora

cosa mi disse il Procuratore a tù per tù il giorno precedente alle

ore 13 c.a. con tono durissimo ed aggressivo “ è stato uno

zingarello”.. Allibito non risposi salutai e tornai in ufficio. La

sera del Giovedì avevo un appuntamento a cena con la mia

compagna di allora ..

Alle ore 15 e 21 dal suo cellulare al mio numero di cellulare , mi

aveva telefonato la ex moglie dicendomi che voleva sentire anche

lei le registrazioni ; in fondo, pensai, le avevo stimolato la

curiosità , forse si era rotto quell’incomprensibile muro di silenzio

e rifiuto. Mi ritelefonò poi in ufficio dopo un’ora circa , questa

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volta dal numero di studio a chiedendomi la conferma della mia

presenza in casa alle ore 18 e 30. Mi richiamò una terza volta alle

ore 18 e 10 al mio numero di casa dal suo numero di cellulare per

assicurarsi che fossi in casa ad attenderla . Sono preciso sugli

orari perché li trascrissi nelle condizioni e nell’ambiente che

indicherò, subito, i primi due giorni , mentre scrivevo una prima

bozza di atto, per quello che avevo subito.

Alle 18 e 45 in lieve ritardo arrivò a casa la mia ex moglie ( i cui

rapporti con me ho già precisato ) . Chiese di sentire le

registrazioni, .posizionai un CD di file non ancora definitivamente

puliti sul lettore cD, iniziò ad

ascoltare, FINGENDO   INTERESSE, dopo pochi minuti sentii

suonare alla porta.

Erano due infermieri, due vigili urbani, un medico, una psichiatra

mai vista, il figlio Fabrizio del primo matrimonio ( anche lui

coinvolto ?! perché ?!) . Entrarono, aperta la porta ed io allibito

capii che stava succedendo l’impossibile. La mia ex moglie si

defilò in silenzio, senza salutarmi e strinse però la mano alla

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psichiatra con un saluto di intesa ( !!!)    . Rimasi calmo,

nonostante tutto, anzi ricordo che pensai istantaneamente “ se è

quello che penso non ho alcun modo giuridico di difendermi. Ma è

tutto assurdo ed illegittimo”. Ripassai mentalmente le mie nozioni

teoriche sulla privazione della libertà mediante la procedura del

TSO e dissi, dopo aver salutato tutti i presenti con educazione, .

per prima cosa ai due vigili urbani “ vi prego di rilevare che io

sono perfettamente sano, tranquillo , equilibrato, e di annotare

tutto ciò”.. Poi dissi che avrei voluto immediatamente illustrare

una querela facendo cadere il discorso, subito  ( come facevo in

quelle condizioni a motivare in fatto, non sapendo nulla, e il

diritto mi era chiaro già in quel momento ). Chiesi di poter fare

una telefonata a mio padre, che trasecolato ( ma solo perchè

l'iniziativa non era passata per lui )  cercò a mia richiesta, a sua

volta, di chiamare il 112 senza riuscire a trovare un interlocutore

solerte, peraltro era del tutto giustificabile la indicazione di una

impossibilità ad intervenire in un contesto così come descritto da

mio padre al telefono,. . Un infermiere robusto mi aveva seguito

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mentre mi muovevo compassato e rispettoso, fino al telefono, con

atteggiamento vagamente duro e pronto ad intervenire ( in caso di

inghiottimento subitaneo della cornetta, mi si passi la battuta ...).

.. Poi mi sedetti al tavolino del salone ,e con calma, chiesi alla

dott.ssa le ragioni della sua cortese visita , di declinarmi

cortesemente il suo nome per averne conoscenza. Ricordo che

disse De Minnis o qualcosa di molto simile . Alla medesima dissi

solo “ Le assicuro che sono perfettamente compos mei, non ho

nulla, non ho fatto nulla. Non ho mai avuto nulla. Sono calmo e

sereno, attendo la mia compagna per andare a cena fuori. Sono

in perfette condizioni di salute fisica, privo di qualsiasi patologia

che possa giustificare in alcun modo un TSO, non ho mai avuto

alcun disturbo, dormo e vivo regolarmente, .. lavoro

tranquillamente ” , poi pensai alla denuncia di due giorni prima

integrando le mie dichiarazioni con la frase “ guardi che io ho

solo denunciato due giorni fa un fatto vero ai Cc, ecco la

denuncia “ che le porsi:: non la guardò se non per un istante.

Poi stilò sul momento   un certificato. Una “ diagnosi”  fatta dall’

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ascolto compassato di un uomo colto e calmo che parla per poco

più di di due minuti. . , fondata sulla non conoscenza mia e su

qualcosa che evidentemente le era stato   detto   da chi, come,

perché non lo potevo sapere,.. A fronte di una “chiamata “ al 118

priva di senso . Gli infermieri e i vigili urbani, per la verità un po’

intimiditi dalla strana situazione , ,  pronti ad intervenire in caso

di mia opposizione o resistenza . Discesi le scale di casa affranto,

in silenzio,umiliato subii l’accompagnamento coattivo e

ravvicinato dei due infermieri, uno dei quali proprio il robusto

controllore diretto, era divenuto già dubbioso, quasi affettuoso.

Entrai in una autoambulanza e fui trasferito al reparto

psichiatrico dell’Ospedale Sant’Andrea .contro la mia volontà, e

non potevo oppormi, sapevo bene quali pericoli ulteriori potevo

correre . Poi avrei saputo a distanza di tre giorni che ero atteso al

San Filippo Neri, ma non vi erano al momento posti disponibili. In

stato di costrizione, vioè contro la mia volontà coartata , rimasi in

sala di attesa dell’ospedale con tutto il corteo che mi aveva “

gentilmente accompagnato “.e che ormai neanche più mi

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controllava . Tanto ero composto e tranquillo fuori ( dentro

disperato dalla incomprensibile situazione ) che lo stesso

infermiere indicato prima, mi disse, “ non ho mai visto una

situazione del genere.” poi “ stia attento. La dott.ssa ha insistito

per farle dare il codice rosso .....“. Lo ringraziai con

dolcezza.. Gli chiesi anche di ricordarsi tutto e di dirmi il

numero della autoambulanza. Poi da me dimenticato, perché non

annotato subito. Ma lui di me si ricorda, certamente .. 

Verso le 21 erano in fila davanti a me a distanza di dieci metri c.a

il fratello che non sentivo da anni , mia sorella che avevo sentito

per telefono poche volte nei precedenti mesi , la mia ex moglie e

mio figlio Fabrizio Attendevano che fossi effettivamente

ricoverato mi guardavano da lontano e comunque non mi

parlavano. Ricordo solo uno sguardo ad un certo punto che non

dimenticherò mai più ed una mossa ed un sorriso che non oso

definire ...

Verso le 22 piombarono disperati la mia affettuosa amica   di

allora   ( W) Angela   ( che , per inciso, aveva ascoltato e valutato

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gli audio, rabbrividendo alle presenze riscontrate ) e un mio

amico fraterno . ( X) Fabio Ravagnani   da me informati al

cellulare.   . Parlavano con me . Gli altri, in particolare mia

sorella, li guardavano con DISPREZZO vistoso. . La mia

compagna di allora mi raccontò poi l’atteggiamento da lei subito,

ad opera di mia sorella. Continuai a rimanere calmo, cercando di

capire la situazione, raccontai allo psichiatra dell’accettazione

che tutte le persone familiari presenti, ad eccezione di mio figlio,

avevano gravissimi antichi dissapori loro e problematiche loro , e

che io non ne avevo con loro e che non sapevo che cosa poteva

essere successo.. Lo psichiatra dell’accettazione annotò che

prospettavo come nemici i familiari ( ?!?!?! ) . Non conoscevo la

logica psichiatrica dire che non avevo problemi io con i mie

fratelli ma loro con mè era dire che li vedevo come nemici miei ..

Una equazione arbitraria, a mè parve., io non avevo mai provato

alcun sentimento negativo nei loro confronti   ,, il loro grave

conflitto psicologico nei miei confronti non mi coinvolgeva , ma

era arcinoto, persino alla mia ex moglie . Verso le 23 e 30 infine

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entrai nel reparto psichiatrico DOPO e costretto a convertito

a   mia tutela   il sequestro subito   in   proposta di TSO

"volontaria",..Quale volontarietà ci fosse in quella situazione è

dato immaginare a CHIUNQUE. : era una scelta

necessitata ( nonostante la avanzata giurisprudenza

amministrativa sul punto .).

I miei “parenti” si erano allontanati un’ora prima certi del mio

ricovero. I miei amici mi accompagnarono alla porta disperati e

sconvolti. Io dissi loro di stare tranquilli. La verità sarebbe

emersa prima o poi.. A distanza di due giorni dalla denuncia di

un fatto e di un giorno dalla mia comunicazione del

fatto , venivo di urgenza ricoverato, privato della mia libertà per

oltre tre ore coartato ad usare un “ ricovero volontario “ a fronte

di una mera proposta di TSO RADICALMENTE INFONDATA

ED ILLEGITTIMA, e dopo tre ore e più di privazione della mia

libertà non giustificata dalla mia libera decisione né dal mio

stato. . :.

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Richiamo solo le seguenti circostanze: IL TSO può essere

ordinato dal Sindaco solo, in presenza di due   certificazioni

mediche che attestino che : 1) la persona si trova in un stato di

alterazione tale da necessitare urgenti interventi terapeutici 2)

gli interventi urgenti e necessari siano stati in precedenza

proposti ed espressamente rifiutati 3) non sia possibile adottare

tempestive misure extraospedaliere . La proposta deve

essere concretamente motivata ex ante, poi. .

Io ho subito una coercizione , in assenza di alcun contatto con

psichiatri o medici, in costanza di una mera frequentazione per

assistenza psicologica di uno psicologo che unico a frequentarmi

e per il solo scopo sopra indicato, ha ribadito per telefono

l’esclusione di patologia psichiatrica di un qualche possibile

rilievo, indicando solo uno stato di ansia Ammenochè si ritenga

non equilibrato affermare “ ora debbo informare Perugia del

contesto cui può essere in ipotesi ricollegato l’ultimo fatto e

tutelarmi.”. Non sapevo  concretamente chi attivò il 118, chi

preparò la cosa, in che modo , sulla base di quali elementi,,

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sapevo solo che era stato effettuato in forma di blitz immediato e

che avevo saltato la cena in pizzeria con la mia compagna .

Ma dopo avrei cercato di capire, dopo tutto quello che ho poi

passato.

I primi due giorni e mezzo , tanto era grave la mia

situazione, passavo tutta la giornata fuori del reparto a

chiacchierare all’esterno dell’ospedale serenamente con i miei

amici, nulla mi fù dato, , mi chiesero se volevo un sonnifero,

risposi che dormo, ho sempre dormito e avrei dormito. Decisi di

fare domanda di congedo ordinario ( non per non aggravare

l’ufficio, come si legge nella dichiarazione che mi fù “ proposta

“ per difendermi nell’ambito della procedura per dispensa dal

servizio, ma per tutelarmi, perché NON avevo bisogno di

interrompere il flusso delle ordinarie assegnazioni e perché

all’inizio presi letteralmente la cosa come una breve

vacanza obbligatoria   “ non gradita “ ).

Fu un mio amico ( Z) Fabio Sirgi che addirittura mi accompagnò

in macchina per prendere i vestiti: i miei fratelli che mi volevano

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tanto bene erano spariti e la documentazione che pensavo

indispensabile a chiarire ogni equivoco. Ritornai all’ospedale

addirittura con la mia auto. .

Mi venne a trovare il personale che lavorava con me,( AA )

dott.ssa Alessandra Carloni, Amedeo Gnocchi, Antonio Vitello,

Goracci Donatella ) stordito, stupito scioccato da quello che

accadeva .

Venne inopinatamente e di nascosto presso la struttura la mia ex

moglie che chiese sempre di nascosto   da me   “ la mia

certificazione “ per portarla in ufficio “:: così aveva motivato al

medico chiamato all’esterno.. IO avevo chiesto le ferie. Spiegai

brevemente al medesimo medico credo, che mi aveva comunque

avvisato, che non potevano accedere ad una tale richiesta e gli

chiesi di “respingere al mittente   la richiesta “ segnalandogli la

necessità di ricordarsi della richiesta orale fatta . . . Ricevetti

addirittura una telefonata dal marito di mia sorella, che mi

invitava a produrre la certificazione medica che serviva

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all’ufficio. Lo trattai con sussieguo e distacco . Perché

insistevano così tanto su una cosa del genere ?!

[ A distanza di dieci mesi circa la mia ex moglie sbottò in una

frase che mi lasciò esterrefatto , “ pure al procuratore hai fatto

vedere la relazione degli investigatori quando ci siamo separati “

e solo due mesi fa ammettendo la sua partecipazione al blitz,

peraltro evidente , “ me lo chiese una persona autorevole “ . Non

so da chi abbia saputo che in effetti feci vedere quella

relazione .investigativa che la riguardava ]

Mi venne poi il giorno dopo a trovare inaspettatamente un

collega .( Y ) dott. Filippo Vitello Nessuno sapeva nulla , tutto era

stato tenuto accuratamente riservato, a tutela della mia

privacy (?!). ma il collega aveva saputo che ero ricoverato …e

“alternativamente “ dove, non lo vedevo che di rado in ufficio se

non una o due volte a settimana, , di solito dinanzi alla

macchinetta del caffè o quando l’uno o l’altro avevano bisogno di

tabacco per la pipa o di accendere. . Al collega che era venuto il

giorno dopo la mia ex moglie, raccontai brevemente la assurdità

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della situazione e forse dissi qualcosa di più sulle ipotesi che

andavo facendo.

Il nome del collega compare in una missiva che fa parte del

fascicolo per dispensa “ Ho saputo   dal   collega   Filippo

Vitello che … “ ( ALL 17 ).

Il venerdì parlai con lo psichiatra ( BB ) dott. Paolo

Girardi responsabile della struttura, spiegai che gli unici input

aderenti alla realtà potevano provenire solo da chi mi

frequentava effettivamente nell’arco delle quattordici ore di

veglia. , che sarei stato sereno, se non mi fossi trovato lì, senza

capirne il perché, scherzando sulla pizza persa il giovedì sera,

raccontai la storia a monte in una sintesi di non molti minuti,

forse concitata, ma più per lo scarso tempo a disposizione che per

la situazione in cui mi trovavo, , precisando “ la mia disgrazia è

che si tratta di una storia non ordinaria e che se non creduta non

accertata, almeno nei suoi fondamenti oggettivi indiziari o di

prova, si presta a varie supposizioni o manipolazioni “. Neanche

immaginavo ciò che risulta accaduto a molti testimoni di fatti

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analoghi …non conoscevo la letteratura a riguardo e non avevo

cultura investigativa sullo specifico settore criminale .

Il sabato venne un altro psichiatra ( CCC ) dott. Ferracuti

Stefano appositamente chiamato ( me lo aveva preannunciato il

primario, dicendomi che era meglio affidare a lui la valutazione

per la sua specifica “storia professionale” ........ ).. Dinanzi a lui

ed altri psichiatri della struttura spiegai con preciso ordine

logico, cronologico e sistematico i fatti essenziali, ogni volta

mostrando la documentazione corrispondente . Perizia fonica,

mail della donna , mio allontanamento, fatti ragionevolmente

udibili e uditi anche da altre persone, fatto subìto il 19 Maggio,

incomprensibilità della situazione in cui mi trovavo, conflitto

implicito con la procura che aveva archiviato il fatto, e che

qualificai come valutazioni contrastanti  ( lì peccai di  diplomazia

.. ma che forma patologica è quella che si concreta in una

espressione eufemisticamente conciliante   ) .  Parlai con

equilibrio vigore verbale normale, come sono sempre solito fare e

con le caratteristiche e presenza che sono note della mia figura e

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persona. Ancor oggi sono perfettamente in grado di rifare il

racconto di allora .. identico,.. più sintetico, come lo fù. Non

farei più l’errore di mostrare una mail di addio fatta di

sensibilità e sentimento umano, ad una platea di non “credenti ”

in mala fede od ottusi utili non consapevoli   ( vedi mail citata

sopra ) .

A distanza di dieci giorni vidi sul tavolo delle riunioni e lessi

(  anche perché giravo come un libero cittadino nel reparto ) , la

relazione stilata dal solo psichiatra con " storia professionale

adeguata "  e rimasi “ pacatamente terrorizzato “: veniva

stravolta la analisi del mio periodare, la coerenza logica e

cronologica di quello che dicevo veniva caricaturata in

astratto con formule linguistiche trapiantate da etichette

psichiatriche precostituite. Non un giudizio concreto, non un

riferimento concreto a quello che in concreto avevo detto, non una

analisi concreta legata al mio pensiero od alle concrete modalità

espressive ( ESEMPLIFICATIVAMENTE:: : questo passaggio

logico è arbitrario per questo motivo, , quella circostanza riferita

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appare inverosimile per questi concreti motivi, quella

consecuzione del racconto è inadeguata sotto il profilo logico o

cronologico perché …. Qui manca il nesso causale .. e così via ) .

Solo frasi che poi da me immediatamente imparate a

memoria ( tanto ero psicotico o stavo male ) avrei ritrovato nella

descrizione di patologie di varia gravità

Le valutazioni solo astratte formulate ritrovate nelle descrizioni

delle patologie. Quello che dicevo, come lo raccontavo, come lo

analizzavo incompatibile assolutamente con le “ etichette  astratte

“. “ manualistiche “. Capii allora per la prima volta che c’era

qualcosa di veramente grave     , “forse” nel metodo

psichiatrico ........

il giudizio formale ed astratto formulato non si ancorava né si

poteva ancorare a esemplificazioni ed indicazioni concrete . Vizio

metodologico ?! Ma tolto il mio nome e cognome come si

potevano riferire a me formulazioni astratte pedissequamente

ripetute .. ?!?! 

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Mi ERA INVECE stato indicato a voce lo stesso giorno , da quello

psichiatra , che dai test, che avevo compilato, emergeva uno stress

, non particolarmente significativo, due tracce sopra la

riga mediana. Replicai semplicemente e un pò seccamente “ ma

lei al posto mio, in questa situazione come starebbe , come ,vuole

che io stia pacatamente sereno anche dentro ?!” ). Fuori e nel

comportamento lo ero, visibilmente . Ricordo ancora che un

infermiere si fece scappare una battuta a riguardo sulla mia

situazione e sulla stranezza della mia presenza nel reparto, , fui

quasi corteggiato da una simpatica addetta al reparto , certo non

avvezza a ciò con i malati che a loro volta mi chiedevano

esplicitamente perché uno che si comportava come me stesse lì.

NON SAPEVANO CHI ERO E CHE MESTIERE FACEVO, lo dissi

solo dopo quindici giorni a due di loro, apparentemente meno

gravi sotto il profilo della salute mentale, a mio giudizio ). ,

L’avvocato di mia “fiducia” e “ di fiducia dell’ufficio “ ( sopra

ho chiarito la dizione ) si era riunito con il primario e lo

psichiatra suddetto, ma l'oggetto ed il contenuto della riunione a

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me rimasto ignoto, ed intervenne poi su un nuovo tema

sopravvenuto, sostenere la causa anche mia che ormai era non

utile che fossi trasferito al San Filippo Neri . Vi era infatti una

esplicita richiesta, mi si disse,  di trasferimento presso quella

struttura ospedaliera reparto psichiatrico , , motivata per ragioni

territoriali,., ma un infermiere anzi credo il caposala mi avvertì

dicendo, che qualcuno aveva detto che lì mi conoscevano bene. .

Non posso sapere se ciò fosse vero ma presumo che fosse

attendibile l’indicazioni fornitami per mera stima dal lavoratore .

( VEDI richiesta di sequestro di ogni documentazione esistente

presso quella struttura. ) . Io lasciai l’avvocato solo, a perorare

la causa generale , Ma mi fù confermato che non disse una parola

su ciò che aveva ascoltato, non sprecò una parola sulla

corrispondenza tra il trascritto e l’udito, non spiegò nulla dei fatti

a monte che non compresi o manipolati erano l’unico possibile

appiglio, E certo non erano “stati contestualizzati . ” per assenza

del contestualizzatore da sequestro di persona in costanza di

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mera coattiva proposta di TSO e successiva necessitata, coartata

e e non libera, "conversione" in TSV.

E sia chiaro, avrei il giorno successivo subito indicato che non

intendevo rimanere ma la equazione , che mi si ripetè più volte

era consenso al TSV revocato = TSO al volo : il sequestro di

persona continuava ... 

Lo strumento del 118 era passato apparentemente per una parte

della mia disastrata famiglia. L’Abele buono , bello, intelligente,

stimato , purtroppo idolatrato dal padre ( qui la radice principale

dei “problemi familiari “ unitamente alla distanza di età dai miei

fratelli minori e vari altri problemi LORO ) era in ginocchio

e non sapeva il perché. .

Ricordo un particolare un fatto , che mi incuriosì: l’avvocato di

mia fiducia più volte mi chiese “ ma lo psichiatra .. l’ha mandato

l’ufficio ?! “ voleva a tutti i costi sapere la mia opinione. Non

certo le mie conoscenze a riguardo . E’ ovvio .. che potevo sapere

io .. poi era uno psichiatra destinato anche al Sant’Andrea

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oltreché al San Filippo Neri , dove sapevo ero atteso

per competenza territoriale . ?!

Il secondo particolare era ancora più curioso . Mi disse che lo

psichiatra autore della valutazione surriferita gli aveva chiesto

uscito e reicontratolo “ non avrà mica registrato quello che ha

detto?! “ e ricordo che il mio avvocato di fiducia per due

volte ripetè la domanda a mè “ ma non hai registrato, vero ?! “ .

Risposi nò. E come potevo .. Allora pensai ingenuamente che si

cercava una mia patologia investigativa .. …. Curioso però,

perché avrei dovuto pensare di investigare su professionista

appartenente ad una struttura pubblica, solo su uno poi, e

perdipiù registrando quello che dicevo io ?! Bah ?!

Venne mio padre a tentare di parlare con la struttura, tardissimo ,

stravolto ;ricordo un particolare ,; disse che aveva ricevuto , una

telefonata (!!!) pervenutagli di mattina verso le 10, credo.

( fatto riscontrabile dai tabulati .. ) . . Una signorina lo aveva

convocato , , ad una certa ora, credo le 13, presso il San Filippo

Neri indicandogli che il primario di tale struttura lo attendeva. In

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autobus perse ore intere , arrivato lì aspettò credo due ore ,

nessuno sapeva nulla, nessuno lo aveva cercato .Riuscì a ritornare

al Sant’Andrea con gli autobus alle ore 18 e 30 e parlò , convinto

di far conoscere la verità su mè ed i fatti, con uno studente

barbuto solo medico di pronto soccorso , credo al terzo anno di

specializzazione, in psichiatria. . Ovviamente della “convocazione

“ nessuno sapeva nulla, neanche al Sant’Andrea. E chiese

ripetutamente lumi a riguardo

Debbo qui rammentare che mio padre era in parte vergine

portatore di conoscenze maturate in 54 anni di mia conoscenza ,

nulla ( credevo ) sapesse di ciò che era accaduto alle mie e sue

spalle in quei mesi , NON conosceva lo psichiatra degli incontri

“ clandestini “ con i miei fratelli io credevo . Ma sarei stato

eclatantemente smentito dai fatti ( e da un suo  " diario " da me

acquisito nel Dicembre 2011 : aggiunto oggi il dato ) 

Solo successivamente sarebbe stato portato dinanzi al suddetto,

per “incontri familiari”, mi raccontò.