LEUKOCYTE -PLATELET RICH FIBRIN - Intra-Lock
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L-PRF è un protocollo biologico di fibrina autogena polimerizzata fisiologicamente, ricca di piastrine, leucociti,
fattori di crescita e proteine plasmatiche (tra cui fibronectina e vitronectina).
Per ottenere la molecola naturale di fibrina (con struttura trimolecolare, quindi particolarmente elastica) è
sufficiente prelevare in studio il sangue del paziente con l’appposito Kit monouso.
Il prelievo ematico viene centrifugato all’interno dell’IntraSpin (unico protocollo certificato medical device, FDA
e CE per uso odontoiatrico) senza l’utilizzo di anticoagualante in provetta e senza ulteriore manipolazione.
Infatti L-PRF risulta essere l’unico concentrato piastrinico a sistema di preparazione “chiuso” come prescritto dal recente decreto ministeriale del 02-11-2015.
LEUKOCYTE -PLATELET RICH FIBRIN
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• Semplice, rapido ed economico
• Naturale - 100% autologo
• Matrice e Tamponi di fibrina di spessore definito
• Leucociti, Piastrine e Fibrina
• Rilascio lento di GF ≥ 14 giorni dal posizionamento
• Matrice per innesto osseo
Nei 14 giorni successivi all’atto chirurgico, che risultano essere i più critici, grazie al graduale rilascio di fattori
di crescita, L-PRF favorisce attivamente una rapida cicatrizzazione dei tessuti molli, nonchè una più rapida
guarigione ossea, anticipando i tempi di mineralizzazione della matrice ossea stessa e del rientro clinico.
Inoltre L-PRF favorisce l’annidamento degli osteoblasti sul titanio e l’adesione con i biomateriali.
Dal punto di vista clinico, la membrana L-PRF presenta eccellenti proprietà di manipolazione; i singoli coaguli
vengono trasformati in membrane di opportune dimensioni e spessore grazie al nuovo design Xpression Box. Più
membrane unite tra loro costituiranno una membrana bioattiva di grandi dimensioni per ricoprire e proteggere
ampi innesti, adattandosi alle differenti aree anatomiche.
Un innovativo campo di impiego delle membrane L-PRF riguarda la ricopertura delle recessioni gengivali:
attualmente diversi centri internazionali impiegano tale protocollo in sostituzione degli innesti connettivali palatali.
Inoltre L-PRF è un indispensabile presidio per riparare la membrana di Schneider durante gli interventi di sinus lift.
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PLATELET THERAPY
GUARIGIONE AUTOLOGA
utilizzabile anche nei casi di:
• difetti ossei
• estrazioni
• rialzo di seno
• difetti palatali
• atrofia dell’osso mascellare
La matrice di L-PRF™ agisce come carrier per veicolare particelle di materiale osseo. Quest’ultimo, una volta unito alla matrice di fibrina aumenta notevolmente la sua maneggevolezza.
Applicazioni in chirurgia orale, parodontale e maxil lo-facciale

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Il Sistema IntraSpin™ include:
BCS ....................... Kit per il prelievo del sangue
CENTRIFUGA
MATERIALE BLOOD COLLECTION
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ISS220.....................IntraSpin™ System, 22O volts è l’unico sistema a norma in quanto certificato FDA e
CE MEDICAL DEVICE in ogni suo componente (centrifuga,
provette, blood collection Kit), come prescritto dal recente
decreto ministeriale del 02-11-2015 (Gazzetta Ufficiale n. 300
del 28.12.15, Supplemento ordinario n. 69).
Il sistema chiuso IntraSpin™, oltre a soddisfare ai requisiti
previsti dalla legge, è in grado di certificare la firma biologica
di L-PRF ovvero una centrifugazione a giri costanti, in sinergia
con una forza G e un tempo costante: ciò permette di
produrre un prodotto biologico e predicibile a lento rilascio
(slow release) di fattori di crescita richiesti per un periodo
non inferiore a 14 giorni favorendo un rapido processo di
guarigione dei tessuti duri e molli.
BTLFLaccio emostatico
BVBC21GSet da 24 Vacuette® con Butterfly
BVBCTP2_50Pacco da 50 Provette IntraSpin® per prelievo ematico Tappo Rosso
WCT_50Pacco da 50 Provette IntraSpin® per prelievo ematicoTappo Bianco

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FABRICATION KIT & STRUMENTARIO
BDTRK.....Tissue Regeneration Kit include l’Xpression™
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BTTRAContenitore per provette
Expression Boxè progettato per ottimizzare l’ultima fase del processo di produzione dell’L-PRF™. Lo stantuffo è stato studiato per separare il siero dal coagulo di fibrina in maniera controllata e formare uno strato sottile e compresso di L-PRF™, mentre il sistema pistone-cilindro è utilizzato per creare i plugs di L-PRF™
BSCSForbici chirurgiche curveUtili nella fase di separazione del coagulo di fibrina dai globuli rossi e per sminuzzare la membrana.
BSTFPinza chirurgicaUtile per la manipolazione della membrana.
BDBPCompattatore per biomateriale e L-PRFConsente di compattare i materiali da riempimento.
BDBCSpatola per biomateriale e L-PRF.Utile per il posizionamento della membrana di L-PRF in sito.
BRSSMTScodella rotonda in acciaio inossidabile
BSSSMTScodella rettangolare in acciaio inossidabile

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Il Sistema IntraSpin™ per la produzione di L-PRF
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• Il prelievo ematico deve avvenire quanto più rapidamente possibile, non essendo presente alcun
anticoagulante nella provetta. Il sangue inizierà a coagulare in circa 2 minuti.
• È fortemente sconsigliato prelevare il sangue con una siringa.
• Inserire l’ago in vena. Inserire la provetta all’interno della camicia/
vacutainer, spingere verso il fondo e forare il tappo. Il sangue
comincerà a defluire automaticamente. Quando la provetta sarà
riempita, rimuovere e mettere la successiva.
• In seguito, mettere entrambe le provette in posizione opposta
all’interno della macchina in modo da equilibrare il rotore. Chiudere
il coperchio della centrifuga IntraSpin™, premere il pulsante “START”
e centrifugare per 12 minuti.
PRELIEVO DEL SANGUE
POSIZIONAMENTO PROVETTE• Il numero di provette può andare da un minimo di 2 ad un massimo di 8.• Le provette devono essere necessariamente posizionate nella centrifuga in maniera da essere bilanciate,
come da foto a seguire. Questo al fine di evitare vibrazioni eccessive che potrebbero andare ad incidere sulla qualità della membrana.
2 provette 4 provette 6 provette 8 provette
• Centrifugare sempre provette in numero pari: Qualora non fosse stato raccolto sangue a sufficienza si dovrà riempire una provetta d’acqua ed utilizzarla per bilanciare le altre nella centrifuga.
• Chiudere il coperchio e premere il pulsante Start.

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Se sono necessarie più di 4 provette di sangue, seguire la seguente procedura per ottenere un buon coagulo di fibrina ricca di piastrine e leucociti:
• Posizionare come descritto in precedenza le prime 4 provette all’interno della centrifuga IntraSpin e premere START.
• Eseguire la raccolta delle altre 2 o 4 provette di sangue di cui si necessita e arrestare la centrifugazione mentre si inizia a riempire l’ultima provetta ovvero la sesta o l’ottava.
• Inserire le ultime provette all’interno della centrifuga ricordandosi di collocarle in maniera bilanciata, chiudere il coperchio e premere nuovamente il tasto START lasciando impostato a 12 minuti e 2700 RPM.
• Al termine della centrifugazione le prime 4 provette risulteranno centrifugate per circa 1 minuto in più ma questo non andrà ad incidere sulla qualità del coagulo di L-PRF.
Se il paziente è in terapia con anti-coagulanti ( aspirina, eparina, Coumadin, Plavix, etc), il tempo di coagulazione del sangue è maggiore. Per questi motivi, impostare il timer della centrifuga a 18 minuti.
Dopo la centrifugazione sono visibili 3 strati:
• Strato superiore = plasma povero di piastrine (PPP)
• Strato intermedio = coagulo di fibrina: L-PRF
• Strato inferiore = eritrociti
PROCEDURA PER PIU’ DI 4 PROVETTE
PAZIENTI IN TERAPIA CON ANTI-COAGULANTI
PREPARAZIONE DELL’ L-PRFTM
PREPARAZIONE DELL’ L-PRFTM
• La matrice di fibrina viene preparata in maniera facile: 0-15 minuti dopo la centrifugazione, il coagulo si ridurrà di volume rilasciando il siero.
• Prelevare il coagulo di fibrina L-PRFTM con la pinza diritta sterile.
• Separare con la spatola per biomateriali il coagulo di L-PRFTM dalla congiunzione con i globuli rossi (grumo rosso). La separazione si farà sempre nel rosso e non nella parte gialla di fibrina poichè le piastrine più giovani, quindi più interessanti, si trovano nella parte inferiore del coagulo.

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Dopo aver collocato i coaguli di L-PRFTM sulla griglia dell’Xpression Box
• Posizionare la piastra Xpression Press e chiudere il coperchio (il peso del medesimo presserà i coaguli). Lasciare che il peso del contenitore spinga lentamente verso il basso il coagulo di fibrina, mentre l’essudato filtra sul fondo del contenitore. Non applicare pressione sulla piastra. La forza di gravità comprimerà delicatamente il coagulo facendo fuoriscire il siero di L-PRF senza danneggiare la rete di fibrina.
• Dopo circa 1 minuto il coagulo avrà l’aspetto di una membrana
• Posizionare il coperchio dell’Xpression Box sopra la griglia.
• Attendere 5 minuti prima di utilizzare la matrice.
• La matrice di fibrina può rimanere nell’Xpression Fabrication Kit per un periodo di 3 ore.
PREPARAZIONE DELLA MATRICE DI FIBRINA
PREPARAZIONE DI CILINDRI DI L-PRF
Dopo aver collocato i coaguli di L-PRFTM sulla griglia dell’Xpression Box
• Posizionare il coagulo in ciascun cilindro bianco presente nell’Xpression Box
e spingerlo lentamente con l’apposito pistone. Continuare a spingere finché
il bordo superiore del pistone non è a filo con il bordo superiore del cilindro
bianco. Con questa tecnica, si potrà formare una matrice di fibrina densa, e
rotonda o un tampone per i siti di estrazione. Per un singolo dente, un cilindro di
L-PRFTM può essere sufficiente. I pre-molari possono avere bisogno di due cilindri
di L-PRF; per i molari possono essere necessari anche tre cilindri di L-PRFTM, a
seconda delle dimensioni del sito di estrazione e della dimensione del coagulo
di fibrina creato.
• L’essudato presente sul fondo dell’ L-PRFTM Box potrà essere usato recuperato per idratare i biomateriali.

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Il tradizionale mix di biomateriale e L-PRF preparato alla fine dei 12 minuti di centrifugazione delle provette rosse viene, a tal punto, unito alla frazione liquida ricca di Fibrina, Piastrine e Linfociti (PlyF Concentrate). Il contatto tra l’innesto contenente L-PRF e il PLyF liquido determina un’immediata polimerizzazione della fibrina attorno alle particelle del biomateriale mescolato con le membrane frammentate di L-PRF: si ottiene così, in pochi secondi, un blocco denso misto ad emocomponenti che costituisce l’innesto perfetto adattabile a qualsiasi difetto complesso.
• Singolo prelievo del sangue
• 2, 4 o 6 provette rosse L-PRF
• 2 provette bianche per PRF Liquido
• Bilanciare le provette bianche con bianche e rosse con rosse*
• Centrifugare a 2700 RPM per 3 minuti
• Aprire e rimuovere solo le provette bianche di PLyF Liquido
• Chiudere e riavviare per ulteriori 9 minuti per terminare il
processo dell’L-PRF
• Al termine della centrifugazione delle provette bianche aspirare il plasma con una siringa.
• Posizionare l’ago al centro del plasma (parte chiara) evitando accuratamente di aspirare i globuli rossi (parte rossa).
Per i difetti di II classe, esterni al profilo osseo si è giunti ad un protocollo che non richiedesse elementi eterologhi al di fuori del semplice uso di L-PRF ed opportuni biomateriali. L’obiettivo era quello di ottenere un innesto solido contenente L- PRF, facile da manipolare e capace di mantenere forma e volume nel tempo per il trattamento di grandi e complessi difetti. Siamo così giunti alla formulazione di un protocollo che, con un singolo prelievo di sangue ed una singola centrifugazione, consente di ottenere un innesto di L-PRF e biomateriale che si trasformi rapidamente in un solido blocco (PRF-BLOCK™).Quando si vuole rigenerare un difetto osseo significativo, si può utilizzare il protocollo PRF-BLOCK™. Il vantaggio è quello di avere un protocollo unico che consente di produrre con una sola centrifugazione e prelievo sia la membrana di L-PRF che PRF-BLOCK™. Nella preparazione del L-PRF Block, viene eseguito un unico prelievo di sangue periferico impiegando sia le provette a tappo rosso per il protocollo L-PRF, sia una provetta a tappo bianco. Inizialmete, dopo il prelievo, i due tipi di provette vengono inseriti contemporaneamente nella centrifuga. Dopo 3 minuti, dalla provetta bianca si ottiene un prodotto contenente una concentrazione di Piastrine, Linfociti, Proteine plasmatiche e Fibrinogeno in forma liquida (PLyF Concentrate). Dopo aver tolto le provette bianche la centrifugazione riprende per le provette a tappo rosso al fine di ottenere al loro interno il classico L-PRF.
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Se si desidera, PRF-Block può essere posizionato direttamente nel difetto osseo e poi regolato nella forma utilizzando una siringa contenente L-PRF liquido.

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CASI CLINICIProf. Guerino CasoLaureato in Medicina e Chirurgia presso la Seconda Università di Napoli.Laureato in Medicina e Chirurgia presso la Seconda Università di Napoli e specializzato in Chirurgia Maxillo-Facciale presso l’Università Federico II di Napoli.Ha seguito un corso di perfezionamento biennale in chirugia implantare avanzata presso l’Università Claude Bernard di Lione dove tuttora tiene un corso annuale di dissezione su cadavere.Ha seguito un corso sulla osteo-distrazione alla Pyramid Klinic di Zurigo. E’ stato docente al Master di II livello di chirurgia impiantare presso l’Università di Chieti. Docente al master in chirurgia orale avanzata presso l’Università di Cagliari; Ha frequentato il corso di impianti zigomatici presso il Branemark Institute di Johannesburg.Nominato Clinical Associate Professor presso la LUDES Foundation HEI MaltaAutore di numerose pubblicazioni in ambito chirurgico-implantare. Socio attivo SICOI. Socio SIO. SI interessa esclusivamente di chirurgia ricostruttiva, implantare e parodontale.
Aumento di cresta orizzontale con PRF-BLOCK
CBCT pre operatoria
Immagine pre operatoria Immagine pre operatoria
Immagine intra-operatoria Preparazione sito ricevente
Caso Clinico eseguito con l’aiuto dei Dottori Marco e Roberto Cirmeni (Salerno)

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Controllo RX
Posizionamento del PRF-BLOCK Posizionamento di membrane di L-PRF
Sutura Guarigione pre chirurgia implantare
Guarigione Ossea Posizionamento implantare
Guarigione a 6 mesi

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Dott. Orazio CiceroSi è laureato nel 2003 in odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Catania.Ha conseguito il Corso in Sala operatoria di Implantologia avanzata e Chirurgia Maxillo–facciale presso l’Ospedale di Castelfranco Veneto. Dal 2005 al 2006: Master II livello in Chirurgia orale presso l’Università La Sapienza di RomaDal 2005 al 2008 : Collaboratore interno del Prof. Andrea Cicconetti presso il Reparto di Chirurgia Orale del Policlinico dell’Università La Sapienza di Roma. Dal 2005 al 2006: Collaboratore presso studio odontoiatrico del Prof. Alessandro PozziLibero Professionista a Rosolini (SR).
Dott. Luigi PaternòSi è laureato nel 2003 in odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Catania.Anno 2011: Corso di alta formazione in Chirurgia implantare presso l’Università degli Studi La Sapienza di RomaDal 2005 al 2006: Master II livello in Chirurgia orale presso l’Università degli Studi La Sapienza di RomaDal 2006 al 2007: Collaboratore interno del Prof. Andrea Cicconetti presso il Reparto di Chirurgia Orale del Policlinico dell’Università La Sapienza di Roma. Dal 2005 al 2006: Collaboratore presso studio odontoiatrico del Prof. Alessandro PozziDal 2008 alla data odierna: titolare e Dir.sanitario presso Ambulatorio Odontoiatrico sito in Barrafranca.Dr. Orazio Cicero Dr. Luigi Paternò
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Ft 1: valutazione radiografica del sito infetto attraverso rx endorale.Ft 2: visione occlusale dell’elemento dentario
Ft 3: valutazione delle condizioni ossee dopo l’avulsione dell’elemento dentario e toilette chirurgica del sitoFt 4: Rx endorale post-estrattiva
Ft 5: posizionamento di membrane di L-PRF Ft 6: posizionamento di una seconda membrana di L-PRF.Ft 7: riempimento finale del sito con membrana di L-PRF ripiegata in triplice strato
Ft 8: sutura con punto a croce al fine di stabilizzare le membrane
Ft 9: controllo a 24 ore. Assenza di edema ed infiammazione, ottima interconnessione tra membrane e tessuto gengivale.
Ft 10: controllo in ottava giornata ove si apprezza la maturazione dei tessutiFt 11: controllo a 45 giorni, ripristino dei corretti volumi e del trofismo gengivale
Ft 12: Rx endorale intraoperatoria Ft 13: Rx endorale a 45 giorniFt 14: Posizionamento di impianto Intra-Lock con trattamento di superficie OsseanTM.
Caso di L-PRF in un alveolo post-estrattivo infetto
CASI CLINICI

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CASI CLINICI
Dott. Orazio Cicero e Dott. Luigi Paternò
Impiego del PRF-BLOCK
Ft 1, 2: valutazione radiografica del caso attraverso OPT e endorale Ft 3: valutazione delle condizioni ossee dopo la rimozione dell’impianto e la toilette chirurgica del sito
Ft 4: PRF-BLOCK da inserire nel sito da rigenerare.
Ft 5: posizionamento del PRF-BLOCK per ripristinare i volumi in senso verticale e orizzontali del difetto osseo residuo Ft 6: copertura dell’innesto di l-prf block con due membrane di l-prf
Ft 7: valutazione radiografica a distanza di 50 giorni del processo di rigenerazione ossea
Ft 8: valutazione radiografica dell’inserimento dell’impianto e a distanza di due mesi e mezzo
Ft 9: valutazione fotografica del manufatto protesico appena consegnato

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Prof. Nelson R. Pinto Professor ,Graduate School of Peridontics and Implant Dentistry , Faculty of Dentistry , University of the Andes, UANDES, Santiago , Chile Visiting Professor Department of Oral Health Sciences / Periodontology , University Hospitals, Catholic University Leuven, Belgium. Founder and Chairman of the Research Center for Regenerative Medicine and Tissue Engineering, Concepcion, Chile Leading expert on clinical apliccations of L-PRF in soft & hard tissue regeneration and wound healing. Active Private Practice specializing in advance Oral Implantology1989, to date. National and International Lecturer in Oral Implantology ( + 250 confreneces & courses )Several Prizes in Clinical Oral Research PresentationsDeveloper of the Technique for the Management of Chronics Wounds with Platelet Rich Fibrine and Leucocytes. Best Oral Research Presentation Prize: 4th Congress of the World Union of Wound Healing Societies Yokohama , Japan . September 2- 6 - 2012.
Caso clinico: Paziente donna 46 anni. Elemento 24, primo premolare superiore sinistro con frattura verticale associata a vasta lesione osteolitica che coinvolge la parete vestibolare e palatale.
Piano di trattamento: • Estrazione atraumatica• Rigenerazione naturale guidata. Preservazione dell’alveolo con L-PRF come unico materiale da innesto.• Posizionamento dell’impianto in flapless dopo 3 mesi sull’osso neoformato.• Istologia HE del sito rigenerato.• A un mese dall’iserimento dell’impianto consegna della corona definitiva.• CBCT e controlli RX step by step fino 5 anni Follow Up.
Situazione iniziale: Elemento 24 con la vecchia corona in ceramica, frattura verticale della radice, recessione gengivale, infezione e mobilità.
La RX evidenzia vasta lesione osteolitica
Fig. 1 Fig. 2
Estrazione atraumatica, frattura verticale della radice.
Fig. 3
Lesione cistica.
Fig. 4
Fig. 5
Alveolo dopo l’estrazione: si evidenzia perdita
ossea, vestibolare e palatale.
Fig. 6
Preservazione dell’alveolo con L-PRF come unico
materiale da innesto. Rigenerazione naturale guidata.
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CASI CLINICI

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Valutazione clinica dopo 3 mesi dei tessuti molli CBCT a confronto, dopo l’estrazione a 4 mesi. Rigenerazione completa
della corticale (vestibolare e palatale) e presenza di osso spongioso.
Fig. 10 Fig. 11
Esame Istologico a 4 mesi della regione centrale
rigenerata con L-PRF. Si evidenzia osso neoformato,
altamente vascolarizzato.
Fig. 12
Controllo radiografico del sito implantare a 4 mesi
Fig. 13 Fig. 14
Controllo radiograficio con contrasto inverso, non
si evidenzia alcuna differenza tra osso nativo e
rigenerato a 4 mesi.
Fig. 15
Valutazione clinica prima della consegna della
corona definitiva.
Rivalutazione finale della corona dopo 5 mesi. Miglioramento dei tessuti
molli, conservazione delle papille e aumento della gengiva cheratinizzata.
CBCT dopo 5 anni: dopo carico, l’osso corticale è di maggiore
densità e si trova allo stesso livello dell’osso originale.
Fig. 17 Fig. 18
CBCT-3D Visione della parte vestibolare e della parte palatale dopo
innesto con L-PRF
Fig. 7 Fig. 8 Fig. 9
Valutazione dei tessuti molli a 6 giorni.
Fig. 16
CBCT-3D Valutazione a 5 anni dall’estrazione
e posizionamento dell’impianto.
Fig. 19
Rivalutazione finale della corona dopo 5 anni di Follw up
Fig. 20
CBCT controllo a 5 anni

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Lesioni croniche periapicali di carattere endo-parodontale consigliano l’estrazione 1.5 e 1.7: viene deciso di mantenere l’ultimo molare per una gestione del provvisorio e di rigenerare la cresta in quell’area unitamente ad un sinus-lift
All’esame TC, il seno appare pneumatizzato e privo di patologie in atto. Non esiste, all’esame radiografico, un ispessimento mucoso della membrana di Schneider precostituito
Impiego dell’L-PRF in sinus lift
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CASI CLINICI
Dott. Marco Del CorsoSi è laureato nel 1991 in odontoiatria e protesi dentaria presso l’Università degli Studi di Torino, dove ha collaborato come tutor fino al 1995. Ha conseguito (2001) il certificato di continuing education in periodontics and implant dentistry presso la Harvard School of Dental Medicine di Boston. Ha conseguito (1999) il perfezionamento in implantologia presso l’Università Claude Bernard di Lyon (France) , dove si è specializzato (2001) in anatomia e protesi applicate all’Implantologia. Ha ricoperto incarichi di docenza in Italia (Torino, Napoli, Bari, Genova) e Francia (Lyon, Nancy). Relatore nazionale ed internazionale, è autore di pubblicazioni scientifiche in materia implantare ed osteorigenerativa (oltre 20 titoli su Medline); Ha vinto negli anni 2009 e 2010 il premio Ralph V.McKinney in Basic and Clinical Research conferito dall’International Congress of Oral Implantologists (ICOI). E’ co-fondatore del Titanium Club e fondatore del Titanium-Club Italy, una società scientifica internazionale per la promozione dell’educazione e della ricerca in parodontologia ed implantologia. E’ stato socio fondatore e Segretario dell’Academy of Non Transfusional Hemo-Components (ANTHEC). E’ socio AIO e ANDI ed è Membro Attivo dell’Academy of Osseointegration (AO).

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L’antrotomia laterale viene eseguita con tecnica piezoelettrica; lo scollamento della membrana sinusale evidenzia una fenestrazione di modesta entità
Una membrana di L-PRF viene posizionata all’interno del seno ed adagiata a contatto con la membrana sinusale: l’integrità della cavità sinusale è in questo modo ricostituita
La cavità sinusale viene riempita di un mix di L-PRF e biomateriale La membrana di L-PRF viene posizionata a protezione della botola di accesso al seno
Aspetto tomografico della guarigione a 5 mesi

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Mantenimento volume dei tessuti in impianti post estrattivi
Dott. Marco Del Corso
Sito post-estrattivo di un canino superiore Posizionamento di un impianto a carico immediato (Intra-Lock, Boca Raton, FL, US
Sull’impianto viene avvitato un pilastro protesico personalizzato; lo spazio peri-implantare viene
colmato con idrossiapatite nano-collagenata.
La protezione dell’’innesto viene effettuata inserendo una membrana di L-PRF “a poncho”
sul pilastro protesico.
Un provvisorio viene adattato e “compresso” sul pilastro protesico: non vengono impiegati punti di sutura e non viene utilizzato cemento
protesico per fissare la corona
Guarigione a 1 settimana Guarigione e trofismo tissutale a 4 mesi
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CASI CLINICI

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Rigenerativa Verticale Mandibola
Lesione Infraossea zona frontale mandibola Assenza parete vestibolare Innesto L-PRF e biomateriale
Membrana di L-PRF a protezione Membrana esposta dopo sutura
Guarigione a 9 mesi Riapertura
Assenza di infiammazione a 24 ore
Dott. Marco Del Corso
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CASI CLINICI

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Dott. Marco Del Corso
Un premolare superiore viene estratto a seguito di una frattura radicolare ; la parete vestibolare, in questo caso, si è mantenuta integra
Dopo un curettage chirurgico dell’alveolo, questo viene riempito di sole membrane di L-PRF
Aspetto della ferita a 48h Guarigione del sito a 2 mesi
A 5 mesi, la riapertura dimostra la completa ricostituzione ossea
...è dunque possibile inserire un impianto (Intra-Lock, Boca Raton, FL, US)
Gestione alveolo post estrattivo con solo LPRF
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CASI CLINICI

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Dott. Marco Del Corso
Lesioni periapicali in zona posteriore mandibolare: radicolari e conseguenti alveoli post-estrattivi
Gli alveoli sono riempiti di biomateriale e mescolato a L-PRF
La membrana di L-PRF sostituisce l’uso di membrane protettive eterologhe
Le proprietà fisiche della fibrina del L-PRF e la presenza di cellule con attività antibatterica consentono l’esposizione del L-PRF all’ambiente orale e la protezione dell’innesto
Immagine della sutura: le membrane di L-PRF vengono lasciate esposte all’ambiente orale
Aspetto della guarigione mucosa a 4 mesi Aspetto della guarigione ossea a 4 mesi
Gestione Alveoli post estrattivi complessi
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CASI CLINICI

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Dott. Marco Del Corso
Recessione gengivale a carico di un molare inferiore con superamento della linea di mucosa cheratinizzata
Esposizione della lesione
Una membrana di L-PRF è impiegata al posto dell’innesto connettivale.
Guarigione a 3 mesi: ricopertura della radice precedentemente esposta
Trattamento recessioni gengivali con L-PRF
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CASI CLINICI

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Dott. Marco Del Corso
Recessioni a carico di due premolari superiori Esposizione delle superfici radicolari interessate La membrana di L-PRF viene inserita al di sotto del lembo di accesso
Il lembo viene passivamente riposizionato coronalmente
Guarigione a 1 mese Guarigione a 1 anno
Trattamento recessioni gengivali con L-PRF
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CASI CLINICI

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Dott. Marco Del Corso
Lesione intraossea complessa in zona mandibolare Mantenendo l’integrità del periostio interno ed esterno, la cavità viene riempita di un mix di osso eterologo (Osteobiol, Tecnoss, Torino) e di L-PRF
La membrana di L-PRF viene creata con la forma della superficie dell’innesto da ricoprire
Il L-PRF può essere lasciato esposto all’ambiente orale
Guarigione a 10 giorni Dopo 5 mesi, è possibile posizionare un impianto Intra-lock nell’osso rigenerato.
Gestione alveoli post estrattivi e tessuti molli
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CASI CLINICI

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Carico Immediato
Prima di suturare, viene eseguito un innesto di biomateriale ed L-PRF negli alveoli post-estrattivi ed un innesto di apposizione esterno contenente L-PRF nelle zone di sottosquadro vestibolare.
L’innesto viene protetto con membrane di L-PRF allo scopo di stimolare la cicatrizzazione superficiale del lembo e favorire il rilascio di GF nel comparto sottostante.
Guarigione a 6 mesi: lo spessore di tessuto cheratinizzato peri-implantare ed il trofismo delle papille create garantisce una stabilità del risultato a lungo termine
Trofismo tissutale e stabilità dei tessuti molli a 6 anni
Applicazione nel carico immediato: l’obiettivo è di mantenere, ove indicato, i picchi ossei e rigenerare papille e spessore gengivale al fine di stabilizzare prognosticamente nel tempo il risultato estetico. Nella foto, il posizionamento di impianti a carico immediato con metodica Flat One Bridge(Intra-Lock, Boca Raton, FL US) e copings da impronta in posizione.
Particolare dell’emergenza estetica della protesi (immagine a 9 anni)
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CASI CLINICI
Dott. Marco Del Corso

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

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Chirurgia Parodontale
Membrane di L-PRF Recessioni multiple area latero-posteriore superiore. Apertura lembo
Membrana di L-PRF sovrapposta alla lesione Dopo 11 giorni: guarigione tessuti gengivali Dopo 3 mesi: la copertura radicolare risulta stabile sulle recessioni critiche.
Dopo 6 mesi: stabilizzazione della copertura radicolare e tessuto gengivale omogeneo.
Dopo 1 anno: stabilità dimensionale dei tessuti
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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Valutazione clinica di un lembo modificato avanzato coronalmente, da solo o in combinazione con membrane ricche di fibrina per il trattamento di recessioni gengivali multiple adiacenti.
Del Corso M, Sammartino G, Dohan Ehrenfest DM.
J Periodontol. 2009 Nov;80(11):1694-7; author reply 1697-9. doi:10.1902/
jop.2009.090253. PubMed PMID: 19905939Dr. Marco Del Corso Dr. David M.Dohan Ehrenfest

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Classificazione dei concentrati piastrinici: dal plasma ricco di piastrine puro (PRP-P) alla fibrina ricca di leucociti e piastrine (L-PRF).
David M. Dohan Ehrenfest, Lars Rasmusson and Tomas Albrektsson
DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.tibtech.2008.11.009
Abstract:L’uso topico dei concentrati piastrinici è recente e il suo rendimento rimane controverso. Sono disponibili diverse
tecniche per i concentrati piastrinici; tuttavia, la loro applicazione è stata confusa, perché ogni metodo porta
ad un prodotto diverso con diversa biologia e possibilità di utilizzo. Qui, vi presentiamo una classificazione di di-
versi concentrati piastrinici in quattro categorie, a seconda del loro contenuto di leucociti e fibrine: plasma ricco
di piastrine puro (P-PRP), come il separatore cellulare PRP, Vivostat PRF o PRGF di Anitua; plasma ricco di leucociti
e piastrine (L-PRP), come ad esempio Curasan, Regen, Plateltex, SmartPrep, PCCS, Magellan GPS o PRP;
pura fibrina ricca di piastrine (P-PRF), come Fibrinet; fibrina ricca di leucociti e piastrine (L-PRF), come il PRF di
Choukroun. Questa classificazione dovrebbe aiutare a chiarire successi e fallimenti che si sono verificati finora,
oltre a fornire un approccio obiettivo per l’ulteriore sviluppo di queste tecniche
.
Dr. David M.Dohan Ehrenfest
Dr. Tomas Albrektsson

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Conclusioni: Il mondo dei concentrati piastrinici per uso chirurgico è in realtà una giungla di proposte commerciali e di prodotti
poco chiari. Sotto lo stesso nome sono disponibili più di dieci diverse colle autologhe o biomateriali.
La classificazione tecnologica qui presentata ha lo scopo di fornire una panoramica dei sistemi disponibili
e di classificarli rispetto a tre parametri principali: densità della fibrina, contenuti dei leucociti e grado di
standardizzazione della procedura.
I PRP sono spesso considerati come delle colle fibriniche migliorate; tuttavia, i PRF possono essere considerati
come un denso biomateriale fibrinico con proprietà biomeccaniche.
Un coagulo di fibrina ad alta densità può servire come matrice di guarigione biologica, sostenendo la migrazione
delle cellule e rilascio di citochine, espandendo notevolmente la gamma delle sue possibili applicazioni.
L’influenza dei leucociti sulla biologia di ogni prodotto e i suoi potenziali benefici dovrebbe ora essere attentamente
analizzate perché potrebbe spiegare molti dei dati controversi dalla letteratura.
Infine, procedure costose e complesse sono spesso inutilizzabili nella pratica quotidiana e molte sono destinate
a scomparire. Sistemi semplici e gratuiti, come il PRF di Choukroun, sono stati sviluppati da medici per i medici e
si prevede che saranno i metodi principali nei prossimi anni.
Riteniamo che il chiarimento sia il primo passo per definire qualsiasi applicazione clinica e biotecnologica per
ciascuna tecnica, e lo sviluppo di questi prodotti è adesso completamente dipendente da una descrizione
accurata e razionale della loro struttura e biologia associata.
Figura: Rappresentazione schematica della matrice e dell’architettura cellulare delle quattro categorie di concentrati piastrinici. I due parametri chiave sono importanti: il contenuto dei leucociti (cerchi blu) e la densità della fibrina ( fibre gialle/marrone chiaro). Gli aggregati piastrinici (forme grigio chiaro) sono sempre assemblate alle fibre delle fibrine. Nella preparazione del P-PRP e L-PRP tipico (pannelli superiori), la rete della fibrina è immatura e consta principalmente di fibrine di piccolo diametro (frecce rosse) a causa della polimerizzazione delle fibre semplici. Questa rete di fibrine supporta l’ applicazione delle piastrine durante l’intervento chirurgico, ma si dissolve rapidamente come una colla fibrinica. Nel preparato di P-PRF e L-PRF (pannelli in basso), le fibre delle fibrine sono spesse (frecce nere) a causa dell’assemblaggio multiplo delle fibre e costituiscono una matrice resistente che può essere considerata come un biomateriale fibrinico.

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Risposta dei tessuti molli alla Fibrina Ricca di Piastrine (L-PRF®):Evidenze cliniche
Marco Del Corso
Cosmetic Dentistry 3_2008
Dr. Marco Del Corso
Fig.1a
Fig. 1a-dEstrazione del 3.5 lingualizzato: l’alveolo viene riempito con L-PRF suturato ai margini della ferita.Fig. 2Guarigione a 3 giorni.Fig. 3Guarigione a un mese .
Fig.1b Fig.1c Fig.1d Fig.2 Fig.3
Fig. 4, 5Due Impianti post-estrattivi Intra-Lock (Boca Raton, FL, USA) sono posizionati sostituendo 1.5 e 1.6.
Fig. 6Le quattro pareti dell’alveolo vengono riempite con L-PRF e l’intero sito chirurgico è quindi coperto da una membrana di L-PRF. Una gran porzione dell’innesto risulta esposta.
Fig. 7, 8Guarigione a quattro mesi: la porzione di membrana di L-PRF aasume l’aspetto di gengiva cheratinizzata.
Fig. 4 Fig. 5 Fig. 6 Fig. 7
Fig. 8

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Fig. 9a Fig. 9b
Fig. 10
Fig. 9c
Fig. 11 Fig. 12
Fig. 9a-cUn difetto a 12 millimetri di profondità infraossea: uno degli obiettivi più difficili, in questi casi, è quello di ricostituire l’estetica e il trofismo funzionale della papilla. L’uso di una membrana tradizionale potrebbe aumentare la possibilità di esposizione del materiale innestato e la conseguente perdita dell’anatomia della papilla.Fig. 10Il lembo di vascolarizzazione non è interrotto da alcuna incisione e il difetto è riempito con un mix di L-PRF e biomateriale granulareFig. 11Una membrana di L-PRF protegge l’innesto e viene applicata una sutura.Fig. 12Guarigione a 24 ore.Fig. 13Guarigione a due anni.
Fig. 13
Figs. 14, 15Una frattura di 3.5 è trattata con l’estrazione e l’impianto post-estrattivo immediato (Intra-Lock, Boca Raton, FL, USA). Figs. 16, 17Lo spazio peri-implantare viene riempito con biomateriale granulare miscelato con L-PRF e quindi coperto da membrana di L-PRF. Fig. 18La sutura 4.0 lascia la membrana del L-PRF lievemente esposta. Figs. 19, 20Guarigione a quattro mesi dopo l’intervento chirurgico: l’aspetto della gengiva cheratinizzata appare buono.
Fig. 14 Fig. 15 Fig. 16 Fig. 17
Fig. 18 Fig. 19 Fig. 20

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
L’uso della Fibrina Ricca di Leucociti e Piastrine durante l’inserimento di un impianto post-estrattivo a carico immediato per la sostituzione estetica dell’incisivo mascellare centrale fratturato.
Marco Del Corso, DDS
Ziv Mazor, DDS
James L. Rutkowski, DMD, PhD
David M. Dohan Ehrenfest, DDS, PhD
Journal of Oral ImplantologyVol. XXXVIII /No. Two/2012 - DOI: 10.1563/AAID-JOI-D-12-CL.3802
Dr. David M.Dohan Ehrenfest
Dr. Marco Del Corso
Figura1: Aspetto clinico del dente fratturato Figura2: Aspetto radiografico del dente prima della rimozione della corona Figura 3 a e b: La frattura della corona coinvolge la superficie buccale del dente ad una profondità intraossea di 3mm
Figura 4: L’impianto conico con superficie Ossean di Intra-lock è stato inserito palatalmente nell’alveolo. Figura 5: Un abutment in titanio diritto è stato avvitato all’impianto. Figura 6: Lo spazio tra l’impianto e l’osso buccale è riempito di granulare mischelato con L-PRF.Figura 7: L’impianto è protetto da una membrana di L-PRF ripiegata sull’abutment.

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Figura 8 a- b: E’stata preparata ed adattata una corona provvisoria sull’abutment comprimendo la membrana di L-PRF.
Figura 9: Aspetti clinici della cicatrizzazione a 48 h. Figura 10: Maturazione gengivale a sette giorni. Figura 11: Maturazione del tessuto dopo tre mesi.
Figura 12a e 12b: Il tessuto gengivale maturo guida il profilo d’emergenza del dente.
Figura 13: Guarigione a 6 mesi Figura 14: Guarigione a 2 anni

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Impianto e simultanea rigenerazione ossea naturale perimplantare (NBR) in un severo riassorbimento mandibolare posteriore utilizzando Fibrina Ricca di Piastrine e Leucociti (L-PRF): Follow up a distanza di 4 anni.
Marco Del Corso, DDS1
David M. Dohan Ehrenfest, DDS, PhD4
POSEIDO. 2013;1(2):109-16.Dr. David M.Dohan Ehrenfest
Dr. Marco Del Corso
Figura 1. Esame radiografico della mandibola posteriore riassorbita prima dell’mpianto. (A) nella radiografia panoramica, la cresta alveolare residua appare adatta all’impianto (B), tuttavia la cresta ossea residua era molto stretta e riassorbita. Una pianificazione 3D per il posizionamento degli impianti ha illustrato che nella posizione adeguata, circa 6mm della lunghezza dell’impianto sarebbero rimasti fuori dalla cresta ossea. (C) La ricostruzione scanner CT ha mostrato la forma sottile della metà superiore della cresta alveolare al di sopra del nervo mandibolare.
Figura 2: Impianto e NBR simultanei nella mandibola posteriore riassorbita: fase dell’osteotomia. (A) Situazione iniziale. (B) La cresta alveolare era molto stretta. (C) Le posizioni osteotomiche dell’impianto sono state attentamente preparate lungo la cresta ristretta utilizzando uno strumento piezo-chirurgico. (D) I siti dell’impianto sono stati preparati con gli inserti piezo-chirurgici per ottenere una osteotomia molto accurata e non traumatica.

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Figura 3. Impianto e NBR simultanei nella mandibola posteriore riassorbita. (A) Tre impianti (Ossean , Intra-Lock, Boca-Raton, FL, USA) sono stati inseriti. Le loro facce vestibolari restavano 5-6mm al di fuori del crinale osseo. (B) I collari dell’impianto erano a contatto diretto soltanto con la parete buccale della ristretta cresta alveolare. (C) Alcuni fori di stimolazione endossea sono stati preparati con una fresa rotonda. (D) La faccia vestibolare della cresta alveolare è spessorata innestando un mix di L-PRF e osso granulare. (E) Tre strati di membrane L_PRF sono stati aggiunti all’area impiantata per proteggere il materiale osseo e stimolare la guarigione e il rimodellamento del periosteo e del tessuto molle. (F) Immagine della sutura. (G) Radiografia panoramica post chirurgica.
Figura 4. Fase protesica e follow up. (A) 4 mesi. La gengiva cheratinizzata sopra gli impianti appariva spessa e matura. (B) Dopo la guarigione la cresta alveolare rigenerata era abbastanza estesa e coperta di gengiva spessa. Il manufatto protesico è stato posizionato. (C) 4 anni dopo il trattamento, la riabilitazione era stabile e funzionale. (D) I tessuti intorno ai collari dell’impianto apparivano stabili. Non si sono osservate perdite di osso né deiscenza gengivale.

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
L’impatto delle diverse caratteristiche di centrifughe e dei diversi protocolli di centrifugazione sulle cellule, i fattori di crescita e sull’architettura del coagulo di fibrina e sulle membrane di Leukocyte and Platelet Rich Fibrin (L-PRF)
Abstract e obiettivi: I concentrati piastrinici per uso chirurgico (PRP- Plasma Ricco di Piastrine o PRF Fibrina Ricca di Piastrine) sono
coadiuvanti chirurgici che migliorano la guarigione e la rigenerazione dei tessuti. L-PRF è una delle 4 famiglie di
concentrati piastrinici, ampiamente utilizzato nelle terapie rigenerative orali e maxillo-facciali.
L’obiettivo di questo primo articolo è di valutare le vibrazioni meccaniche che risultano durante la centrifugazione
con i 4 diversi modelli diversi di centrifuga commercializzati appositamente per produrre L-PRF.
Materiali e metodi: Sono state testate 4 diverse centrifughe: l’originale L-PRF (IntraSpin, Intra-Lock International, Boca Raton, FL US) -
ovvero l’unico sistema certificato Medical Device CE ed approvato FDA per la preparazione dell’L-PRF - ed altre
tre centrifughe da laboratorio prive di certificazione CE o FDA ma vendute per il sistema L-PRF (Fig.1):
A-PRF 12 (Advanced PRF, Process, France), LW –UPD8 (LW Scientific) e Salvin 1310 (Salvin Dental, US).
Ogni centrifuga è stata aperta ed ispezionata e sono stati installati due accelerometri uno radiale e l’altro
verticale. I dati sono stati raccolti con un analizzatore di spettro. Ogni centrifuga è stata testata a pieno carico
ed a mezzo carico (con provette da 9 ml piene d’acqua) alle seguenti velocità di rotazione: 1500, 1800, 2100,
2400, 2700, 3000 e 3300 rpm. La centrifuga della Salvin aveva solo la possibilità di essere impostata a 3300 rpm.
Per ogni prova il software ha misurato la vibrazione sia radiale sia verticale.
Risultati: Sono state misurate differenze molto significative nei livelli di vibrazione ad ogni regime di rotazione per le
4 macchine. La centrifuga Intraspin per l’originale L-PRF è risultata di gran lunga la più stabile in tutti i tipi di
configurazione. Alla velocità classica di lavoro per la produzione di L-PRF sono state riscontrate da 4.5 a 6 volte
in meno di vibrazioni indesiderate rispetto alle altre macchine testate; inoltre, la IntraSpin rimane al di sotto delle
altre macchine anche per quanto riguarda la soglia di risonanza.
David M. Dohan Ehrenfest, Nelson R. Pinto, Andrea Pereda, Paula Jiménez,
Marco Del Corso, Byung-Soo Kang, Mauricio Nally, Nicole Lanata, Hom-Lay
Wang & Marc Quirynen.
Platelets, Early Online: 1–14 - DOI: 10.1080/09537104.2017.1293812Dr. David M.Dohan Ehrenfest
Dr. Nelson R. Pinto
Parte1 : Valutazione delle vibrazioni di 4 modelli di centrifughe per L-PRF

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Conclusioni prima parte:
Questa prima parte dell’articolo analizza le differenze intrinseche tra 4 centrifughe per PRP/PRF disponibili sul
mercato. Utilizzando le centrifughe nelle stesse condizioni ed alla stessa velocità di rotazione, si riscontrano grandi
differenze nei livelli di vibrazione tra una macchina e l’altra e 3 di questi dispositivi raggiungono rapidamente la
soglia di risonanza. Possiamo, quindi, concludere che, se i protocolli fossero identici, l’unica variabile è il livello di
vibrazione delle diverse centrifughe.
Dai test, è risultato che la macchina più stabile è la macchina originale (IntraSpin) usata fin dal primo momento
di sviluppo della tecnologia dell’L-PRF. Alla velocità classica di lavoro per la produzione di L-PRF sono state
riscontrate da 4.5 a 6 volte in meno di vibrazioni indesiderate rispetto alle altre macchine testate, inoltre, la
IntraSpin rimane sempre sotto la soglia di risonanza a differenza delle altre 3 macchine testate.
Intensità delle vibrazioni radiali delle 4 centrifughe durante la prova a mezzo caricoQuesto tipo di test è più vicino alla realtà clinica in quanto i medici usano spesso solo 3 o 4 provette di L-PRF nell’uso quotidia-no. Le curve mostrano l’intensità delle vibrazioni alle diverse velocità di rotazione (in RPM - giri al minuto). Il livello più basso di vibrazioni alle diverse velocità è stato sempre registrato con la centrifuga IntraSpin di Intra-Lock
intensità delle vibrazioni radiali delle 4 centrifughe durante la prova a pieno caricoLe curve mostrano l’intensità delle vibrazioni alle diverse velocità di rotazione (in RPM - giri al minuto). Il livello più basso di vibrazioni alle diverse velocità è stato sempre registrato con la centrifuga IntraSpin di Intra-Lock. Alla velocità standard di produzione di L-PRF, il livello di vibrazioni misurato con la centrifuga IntraSpin di Intra-Lock era di 4,5 - 6 volte inferiore a quello prodotto dalle altre centrifughe testate; inoltre, la IntraSpin rimane sempre sotto la soglia di risonanza a differenza delle altre 3 macchine testate.

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Abstract e obiettivi: I concentrati piastrinici per uso chirurgico (PRP- Plasma Ricco di Piastrine o PRF Fibrina Ricca di Piastrine) sono
coadiuvanti chirurgici che migliorano la guarigione e la rigenerazione dei tessuti. L-PRF è una delle 4 famiglie di
concentrati piastrinici, ampiamente utilizzato nelle terapie rigenerative orali e maxillo-facciali.
L’obiettivo di questo secondo articolo è di valutare l’impatto delle vibrazioni meccaniche che appaiono duran-
te la centrifugazione sulle cellule e l’architettura del coagulo di fibrina e le membrane di L-PRF.
Materiali e metodi: Quattro differenti centrifughe presenti sul mercato sono state usate per produrre L-PRF seguendo il metodo di
produzione originale ampiamente descritto nella letteratura (provette di plastica ricoperte di polvere di silicio,
400g di forza, 12 minuti). Sono state testate 4 diverse centrifughe: l’originale L-PRF (IntraSpin, Intra-Lock Inter-
national, Boca Raton, FL US) - ovvero l’unico sistema certificato Medical Device CE ed approvato FDA per la
preparazione dell’L-PRF - ed altre tre centrifughe da laboratorio prive di certificazione CE o FDA ma vendute per
il sistema L-PRF (Fig.1): A-PRF 12 (Advanced PRF, Process, France), LW –UPD8 (LW Scientific) e Salvin 1310 (Salvin
Dental, US).
Tutti i coaguli e le membrane sono stati raccolti in un scatola chirurgica sterile (Xpression Kit). Sono state valu-
tate le esatte caratteristiche macroscopiche (peso, dimensione) e microscopiche (Fotonico e SEM, microscopia
elettronica a scansione) e la composizione cellulare del coagulo e della membrana L-PRF prodotti con queste 4
macchine differenti e con 4 diverse intensità di vibrazione.
Risultati: IntraSpin ha mostrato la più bassa temperatura nelle provette. A-PRF e Salvin hanno riportato un significativo
incremento delle temperature nelle provette. IntraSpin ha prodotto coaguli ed essudato di gran lunga più
grandi di quelli prodotti dalle altre macchine. La lunghezza e la larghezza di coagulo e membrana, prodotti da
IntraSpin e Salvin presentano dimensioni simili. A-PRF e LW producono coaguli e membrane molto leggeri, più
piccoli e stretti delle altre 2 centrifughe.
L’analisi al microscopio ottico ha mostrato caratteristiche relativamente simili per tutti i tipi di L-PRF (Concentrazione
di corpi cellulari nella prima metà della maglia di fibrina). Tuttavia, la SEM ha mostrato considerevoli differenze
tra i campioni. L’originale IntraSpin L-PRF ha mostrato un forte spessore di matrice di fibrina polimerizzata e tutte
le cellule sono apparse vive e di forma normale, incluso l’aspetto della superficie strutturata con linfociti attivi.
L’A-PRF, Salvin e LW PRF hanno dimostrato una sottile e leggera polimerizzazione di gel di fibrina nella forma di
membrana e tutti i corpi cellulari apparivano distrutti (schiacciati o ridotti)
Parte 2: Analisi Macroscopica, Microscopica Fotonica e SEM di 4 tipi di coagulo e membrane L-PRF

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Conclusioni seconda parte:
Questa seconda parte dell’articolo ha dimostrato che le caratteristiche delle centrifughe (particolarmente le
vibrazioni) incidono direttamente sull’architettura ed il contenuto della cellula di un coagulo di L-PRF. Il coagulo
L-PRF originale (IntraSpin) utilizzato e validato da anni presenta delle caratteristiche molto specifiche, che
sono apparse completamente distorte quando vengono usate centrifughe con un alto livello di vibrazioni. Le
centrifughe A-PRF, LW e Salvin hanno prodotto PRF con una popolazione di cellule danneggiate e quasi distrutta
attraverso il protocollo 400g standard sviluppato inizialmente per la L-PRF. E’ pertanto impossibile classificare i
prodotti finali di queste ultime nella famiglia L-PRF.
Alla luce di questi risultati, le centrifughe A-PRF, LW e Salvin non risultano adatti alla produzione di coaguli e
membrane originali di L-PRF con il protocollo a 400g. Per concludere questa serie di studi, sarà interessante
valutare come i cambiamenti del protocollo (ad esempio la riduzione delle forze g) possano cambiare la forma
biologica dei coaguli e delle membrane di L-PRF indipendentemente dalle caratteristiche della centrifuga.
Valutazione macroscopica dei coaguli di L-PRF prodotti con le 4 centrifughe : l’ originale sistema IntraSpin L-PRF (A), il sistema A-PRF, (B), Salvin centrifuga (C) e LW centrifuga (D). Differenze evidenti si osservano in termini di dimensioni e di aspetto: l’originale L-PRF (A) è sempre più denso e pesante (e nella maggior parte dei casi più grande) riaspetto agli altri.
Valutazione macroscopica delle membrane PRF prodotte con le 4 centrifughe: originale IntraSpin sistema L-PRF (A), A-PRF sistema (B), Salvin centrifuga (C) e LW centrifuga (D). Dif-ferenze evidenti possono essere osservate in termini di dimensioni e di aspetto, l’originale L-PRF (A) è sempre più denso e in molti casi più grande degli altri.
Figura SEM: valutazione microscopica e confronto delle membrane prodotte con due differenti centrifughe. L’originale membrana IntraSpin L-PRF (A, C) presenta una popolazione cellulare numerosa (A), e tutte le cellule osservate appaiono vive e con una forma normale. I linfociti presentano il tipico aspetto di superficie strutturata osservata nei linfociti attivati. Inoltre, la matrice di fibrina appare fortemente polimerizzata con fibre di fibrina spesse (C). Al contrario, nelle membrane APRF (B, D), tutti i corpi cellulari visibili appaiono schiacciati o compattati(B),il gel presenta una matrice leggermente polimerizzata con fibre di fibrina sottili (D).

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Abstract e obiettivi: L-PRF è una delle 4 famiglie di concentrati piastrinici ampiamente utilizzato nelle terapie rigenerative orali e
maxillo-facciali. L’obiettivo di questo terzo articolo è di valutare come i cambiamenti del protocollo L-PRF posso-
no influenzare la sua forma biologica, indipendentemente dalle caratteristiche della centrifuga.
Materiali e metodi: Il sangue venoso di volontari è stato diviso in due gruppi e messo rispettivamente nelle provette di plastica con
polvere di silicio di 9ml della IntraSpin (Intra-Lock, Boca Raton, FL, USA) e nelle provette di vetro da 10ml della
A-PRF (Process, Nizza, Francia). Le provette sono state immediatamente centrifugate a 2700rpm (circa 400g) per
12 minuti per produrre i coaguli L-PRF, e a 1500 rpm per 14 minuti per produrre i coaguli A-PRF .
Tutte le centrifugazioni sono state fatte utilizzando i protocolli L-PRF e A-PRF come raccomandato dai 2 produttori.
Tutti i coaguli sono stati raccolti in una scatola chirurgica sterile ( KIT XPRESSION) e compressi per formare le
membrane.
Metà delle membrane sono state poste in coltura e trasferite nuovamente in provette sperimentali per 7 volte
ed analizzate a 20 minuti, 1 ora, 4 ore, 24 ore, 72 ore, 120 ore e 168 ore.
In questi 7 esperimenti, utilizzando il Kit ELISA, sono stati quantificati il Fattore di crescita beta trasformante
(TGFβ1), i Fattori di crescita piastrinici AB (PDGF-AB), il Fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) e la
Proteina Morfogenetica dell’Osso (BMP-2).
Le restanti membrane sono state usate per valutare la quantità iniziale di fattori di crescita delle membrane L-PRF
ed A-PRF mediante estrazione forzata.
Risultati: Il lento rilascio dei fattori di crescita testati (TGFβ1, PDGF-AB e VEGF) dalle membrane originali L-PRF era
significativamente più elevato (più del doppio p <0,001) in ogni esperimento rispetto al rilascio dalle membrane
A-PRF. Nessuna traccia di BMP2 è stata rilevato nella membrana A-PRF. Nelle membrane originali L-PRF è stato
rilevato un lento rilascio di BMP2 per almeno 7 giorni. I coaguli e le membrane dell’originale L-PRF (prodotti con
9ml di sangue) erano sempre significativamente più grandi rispetto ai coaguli e le membrane di A-PRF (prodotti
con 10ml di sangue). Le membrane di A-PRF si dissolvono, in vitro, dopo meno di 3 giorni; le membrane di L-PRF
mantengono la loro struttura per almeno 7 giorni.
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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Parte3 : comparazione del contenuto dei fattori di crescita e rilascio lento tra la membrana originale
L-PRF e quella modificata A-PRF.

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Conclusioni terza parte:
Il lento rilascio dei 4 fattori di crescita testati dalla membrana originale di L-PRF era molto più marcato rispetto
al rilascio dalla membrana di A-PRF. Inoltre i coaguli e le membrane dell’originale L-PRF (prodotti con 9ml di
sangue) erano sempre significativamente più grandi dei coaguli e delle membrane di A-PRF (prodotti con 10ml di
sangue). Le membrane A-PRF si dissolvono, in vitro, dopo meno di 3 giorni, mentre la membrana di L-PRF mantiene
la sua forma per almeno 7 giorni. Per i test sono stati usati i protocolli originali di L-PRF e A-PRF. Di conseguenza,
si può concludere che il protocollo originale L-PRF permette di produrre grandi coaguli e membrane con un
rilascio più intenso dei fattori di crescita rispetto al protocollo A-PRF modificato. L’impatto delle provette dovrà
essere studiato in futuro. La conclusione generale di questa serie di articoli è la chiara dimostrazione che le
caratteristiche della centrifuga ed i protocolli di centrifugazione hanno un impatto significativo sulla cellula, i
fattori di crescita e l’architettura del coagulo e della membrana di fibrina del L-PRF e che qualsiasi modifica di
materiale o metodo di preparazione dall’originale L-PRF devono essere indagati e ben distinti dai metodi originali
per evitare di creare confusione e risultati imprecisi in letteratura.
Preparazione originale con centrifuga Intra-Spin L-PRF (A) e A-PRF (B): i coaguli nelle rispettive provette ufficiali subito dopo la centrifugazione. L’aspetto dei 2 coaguli nella provetta appare diversa fin dall’inizio.
Lento rilascio in vitro di TGFβ-1 (A), PDGF-AB (B), VEGF (C) e BMP2 (D) da una membrana di originale L-PRF e da una membrana A-PRF durante 7 giorni di osservazione.

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Dr. David M.Dohan Ehrenfest
Nuovi biomateriali e strategie di medicina rigenerativa nella parodontologia, nella chirurgia orale e nella dentistica implantare ed estetica 2016
DavidM. Dohan Ehrenfest,Adriano Piattelli,
Gilberto Sammartino, Hom-Lay Wang
Hindawi Publishing Corporation
Volume 2017, Article ID 8209507, 3 pages
https://doi.org/10.1155/2017/8209507
Le scienze biomateriali sono campi di ricerca primari nell’epoca corrente di ingegneria tissutale e strategie
di medicina rigenerativa, e questi nuovi sviluppi definiscono la nuova frontiera in molte discipline mediche. I
biomateriali giocano un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei trattamenti rigenerativi della mascella, che
consentono una riabilitazione orale più sofisticata dei pazienti edentuli. La parodontologia, la chirurgia orale,
l’implantologia e la dentistica estetica (le discipline POSEID) sono significativamente beneficiarie di questi recenti
e promettenti sviluppi, e questi campi clinici interconnessi sono essi stessi fonte di ricerca nei materiali implantari,
in particolare negli impianti dentali (nuovo design degli impianti, nuove superfici), nei materiali ossei o negli
adiuvanti chirurgici.
Nel precedente numero speciale incentrato sui nuovi biomateriali e sulle strategie di medicina rigenerativa
in parodontologia, chirurgia orale, implantologia e dentistica estetica, abbiamo sottolineato come questi
campi di ricerca siano profondamente interconnessi e rappresentino argomenti principali di ricerca trasversale
(multidisciplinare) e traslazionale (dalle scienze di base alle applicazioni cliniche), per sviluppare nuovi concetti
e strategie terapeutiche. Nell’edizione 2016 di questo numero speciale, è importante ricordare alcune questioni
etiche e legali legate a questo campo. […]
[…] Negli ultimi anni, la crescita del mercato dei materiali impiantabili nelle applicazioni orali e maxillofacciali
(per lo più discipline POSEID), ha portato ad un drammatico e incontrollato aumento delle procedure industriali
e dei relativi azionisti. Se limitiamo la discussione ai materiali implantari e ossei, il mercato si è evoluto da pochi
manifattori principali a più di 500 manifattori in tutto il mondo. Oltre a questi produttori ufficiali si devono contare
numerosi (almeno il doppio) produttori “pirati” , particolarmente attivi in alcuni paesi come Brasile, Italia o
Corea del Sud, cioè piccoli produttori o venditori di piccola produzione che spesso operano senza (o con
limitate) licenze legali (nessun marchio CE, Nessuna approvazione FDA, ecc.) In realtà sono molti i produttori
non legalmente aggiornati con i loro prodotti, e controlli approfonditi da parte delle agenzie di salute nazionale
porterebbero a un massiccio ritiro di prodotti. […]
[…] Due esempi interessanti possono essere citati nel 2016.
Dr. Hom-Lay Wang

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Il primo esempio è il permanente disordine nel mercato implantare: se si indaga sull’evoluzione delle superfici
degli impianti dentali di un produttore anno dopo anno, si possono facilmente osservare molte variazioni
rilevanti dello stesso prodotto nel corso degli, a volte addirittura tra lotti prodotti nello stesso periodo! La stessa
osservazione può essere sollevata considerando i sostituti ossei. Molti manifattori non stanno seguendo regole
rigide di qualità per standardizzare la loro produzione, che può portare a una qualità molto scarsa dei prodotti,
con lotti contaminati. Molti altri produttori, inoltre, stanno cambiando volontariamente le caratteristiche dei
propri prodotti nel corso del tempo basandosi esclusivamente sui riscontri degli specialisti, senza informare di
questi cambiamenti le autorità regolamentari. Tali cambiamenti rivelano la debolezza della ricerca preclinica
normalmente necessaria per convalidare un prodotto prima di essere venduto sul mercato. Per esempio, negli
ultimi anni, tracciando alcuni prodotti anno per anno, possiamo riscontrare almeno 12 versioni significativamente
differenti della superficie implantare di un produttore principale, cambiamenti che non sono mai stati divulgati
o indagati.
Il secondo esempio, particolarmente importante nel 2016, è legato alla produzione di concentrati di piastrine per
uso chirurgico dalla famiglia PRF (Fibrina ricca di piastrine). Tra questi prodotti, il più frequente è classificato come
L-PRF (fibrina ricca di piastrine e leucociti) ed è ampiamente usato nelle applicazioni orali e maxillofacciali. Per
usare questo metodo esiste ufficialmente soltanto un sistema disponibile sul mercato come dispositivo certificato
CE e autorizzato dalla FDA, basato sul protocollo che fu sviluppato 15 anni fa e poi ampiamente diffuso (Inta-spin
System, Intra-Lock, Boca Raton, FL,USA). Per alcuni anni protocolli e apparecchi su misura, che usano centrifughe,
provette e dispositivi inadeguati, sono stati utilizzati e talvolta venduti in molti paesi e in molte forme differenti per
produrre questi derivati di sangue, creando confusione e caos nella mente degli utilizzatori. Alcune altre varianti
dei materiali e delle tecniche originali sono apparse recentemente anche nella letteratura (es. il sistema A-PRF,
cosiddetto “fibrina avanzata ricca di piastrine”, apparecchi e provette a basso costo venduti senza marchio
CE, approvazione FDS o qualsiasi forma di autorizzazione regolamentare), creando ancora più confusione per i
lettori. Infatti, ogni cambiamento di materiale e protocolli genera una nuova versione del PRF con caratteristiche
differenti dal materiale L-PRF originale, portando a risultati non riproducibili, esiti clinici non conformi al metodo
originale, e infine distorsioni nella letteratura […]
[…] Tali questioni regolamentari non sono di poco conto. Il fatto che questi prodotti testati non abbiano esistenza
legale è un modo per dirottare la banca dati scientifica per scopi commerciali ed è estremamente dannoso per
la credibilità dei giornali. Ma, più importante, l’assenza di controlli regolamentari consente anche lo sviluppo di
materiali indefiniti, non autorizzati, con un’assenza di standardizzazione dei dispositivi, portando infine a risultati
scientifici non dimostrati e distorti. Se le caratteristiche dei biomateriali non sono standardizzate, non dichiarate
in modo giuridicamente vincolante, e cambiano spesso senza informativa, qual è il valore dei risultati scientifici
ottenuti con tali materiali?
Per riassumere, questo numero speciale del 2016 sui nuovi biomateriali e le nuove strategie nella medicina
rigenerativa, nella parodontologia, nella chirurgia orale e nella dentistica implantare ed estetica, porta avanti
il compito di raccogliere un rilevante corpus di articoli. Ma, più di prima, è necessario un miglior controllo dei
biomateriali piazzati sul mercato e di cosa sia pubblicato dalla letteratura specializzata.

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
L’effetto sinergico della fibrina ricca di leucociti e piastrine e della superficie trattata a livello micro/nanometrico circa la guarigione ossea in impianti a carico immediato: Studio sperimentale su cani.
Rodrigo F. Neiva, Luiz Fernando Gil, Nick Tovar, Malvin N. Janal, Heloisa Fonseca Marao, Estevam Augusto Bonfante, Nelson Pinto and Paulo G.
Coelho
Hindawi Publishing Corporation - BioMed Research International - 2016DOI: 10.1155/2016/9507342
Abstract:Questo studio ha valutato gli effetti sulla guarigione ossea con impianti a carico immediato in presenza di L-Prf
sulla superficie implantare trattata.
Metodi: i primi molari mandibolari di 8 cani di razza beagle sono stati estratti bilateralmente, e sono stati inseriti
degli impianti (Blossom™, Intra-Lock International , Boca Raton, FL) negli alveoli post-estrattivi mesiali o distali
in modo alternato per ogni animale. Gli impianti, con due diversi trattamenti implantari, sono stati distribuiti in
modo alternato negli alveoli: (1) a doppia acidificazione (DAE, trattato su scala micrometrica ) e (2) trattato
su scala micro/nanometrica (superficie Ossean™). L’L-PRF (sistema Intraspin di Intra-Lock International) è stato
posto in split-mouth per riempire il macro spazio tra l’impianto e le pareti dell’alveolo su un lato della mandibola.
Il lato opposto ha ricevuto gli impianti senza L-prf.
Il modello misto ANOVA (a α=0.05) ha valutato l’effetto della superficie implantare, la presenza di L-PRF e la
posizione degli alveoli (mesiale o distale), individualmente o in combinazione, nella frazione di area occupata
dall’osso (BAFO).
Risultati: i valori BAFO erano significativamente più alti per l’Ossean rispetto alla superficie DAE nell’alveolo mesiale
più grande. Il valore BAFO è risultato più alto in presenza di L-Prf . Il valore BAFO è risultato significativamente
maggiore quando la superficie Ossean è combinata con L-PRF. Conclusione: L’L-PRF e la superficie trattata micro/
nanometricamente portano un incremento nella formazione ossea intorno agli impianti a carico immediato.
Dr. Rodrigo F. Neiva Dr. Paulo G. Coelho
Conclusioni:L’ipotesi postulata che la combinazione di L-PRF con una superficie implantare che presenti un trattamento in
scala micro/nanometrica potrebbe produrre elevati gradi di osteointegrazione con impianti a carico immediato
è stata accettata. Ulteriori studi sono necessari per fare luce su possibili meccanismi fisici e molecolari che
producono un aumento sostanziale nella quantità di osso in prossimità con l’impianto con superficie Ossean
posizionato insieme a L-PRF.

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Gli effetti sinergici: L-PRF™ e Superficie Implantare OSSEAN™
Robert J. Miller, MA, DDS, FACD
Implants the international C.E. magazine of Oral Implantology - 2-2017
Dr. Robert J. Miller
Il risultato degli impianti odontoiatrici dipende da numerosi fattori che sono stati ben documentati.
L’evoluzione in questo settore ha riguardato sia il trattamento chirurgico dell’area dell’intervento come pure i
materiali utilizzati, ma oggi comprende l’adattamento alla risposta biologica.
La rapidità di guarigione e la qualità dei tessuti rigenerati sono ad oggi considerati due dei più importanti requisiti
di riferimento di successo implantare.
Visto che i risultati dell’implantologia dipendono dai tipi di biomateriali utilizzati, una delle strategie che utilizziamo
sta nel combinare sinergicamente questi materiali per assicurare i migliori risultati clinici.
La nostra capacità di abbreviare i tempi del trattamento e nel contempo assicurare la funzionalità e l’estetica
del risultato, dipende dalla guarigione dei tessuti.
Da 20 anni a questa parte si è implementato l’utilizzo dei fattori autologi per la rigenerazione tissutale, sotto forma
di PRP (plasma ricco di piastrine), che ci ha permesso di accelerare la rigenerazione dei tessuti molli.
Siccome sui tessuti duri si ottenevano scarsi risultati, gli sviluppi della ricerca hanno combinato i fattori della
crescita sotto forma di piastrine derivate dal fattore della crescita (PDGF) e dalla proteina morfogenica ossea
(BMP) per risolvere questa problematica.
Ma mentre si è ottenuta un’accelerazione nella rigenerazione dei tessuti duri, l’osso rimaneva relativamente
immaturo nonostante si attendesse più tempo prima di installare gli impianti.
Da dieci anni a questa parte, è disponibile una seconda generazione di materiali autologi, sotto forma di leucociti
contenenti plasma ricco di piastrine e fibrina (L-PRF).
L’introduzione dell’IntraSpin (certificato FDA e CE Medical Device) per la produzione di L-PRF, ha aperto un
nuovo mondo migliorando le possibilità di guarigione dei nostri pazienti.
Tutta la gamma di fattori di crescita per la rigenerazione dei tessuti sia molli che duri in formato concentrato, ci
fa prevedere tempi ridotti di trattamento dovuti alla produzione di membrane di LPRF
che creano tessuto che normalmente si forma dopo tempi di guarigione molto più lunghi. Ma è altrettanto
importante l’architettura dell’impianto e la sua superficie.
Uno dei principali sviluppi relativamente alla superficie degli impianti si è avuta incorporando del fosfato di calcio
nello strato di ossido di titanio dell’impianto, tramite un trattamento chiamato Ossean.
Si tratta di una struttura frattale nano testurizzata ruvida, ideale per l’attecchimento della fibrina e per il
deposito di piastrine, e possiede siti recettori che incoraggiano maggiormente la crescita cellulare accelerando
l’osteointegrazione.
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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE

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PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE
Si crea un microambiente ricco di calcio, che potenzia l’attività osteoblastica cellulare e produce l’accelerazione
e il miglioramento del processo di guarigione ossea, consentendo una rapida stabilità dell’impianto.
Quando gli impianti trattati con Ossean vengono impiantati unitamente alle membrane L-PRF, si verifica la
Sinergia. L’effetto sinergico comporta dei miglioramenti che non si verificano invece se tali materiali sono utilizzati
separatamente.
Studi recenti hanno verificato che se un impianto con una superficie osteoinduttiva e bioattiva (Ossean) viene
immerso in un super coagulo di sangue (L-PRF) ottenuto con l’IntraSpin, l’osso riesce a crescere naturalmente nel
sito di estrazione tra l’osso e la superficie dell’impianto anche in mancanza di stabilità iniziale.
In termini di successo del trattamento, quali sono gli effetti sinergici dell’utilizzo della superficie Ossean con l’L-PRF
IntraSpin? E’ facilmente prevedibile immaginare minori complicazioni, una guarigione più veloce e la possibilità
di caricare gli impianti più rapidamente. Sul lungo termine, il connettivo che si è formato tra l’impianto e l’osso è
più forte e più resistente da un punto di vista funzionale.
Questi sono i migliori risultati sia per il medico che per il paziente.
Reference
New Biomaterials and Regenerative Medicine Strategies in Periodontology, Oral Surgery,Esthetic and Implant Dentistry 2016DavidM. Dohan Ehrenfest, Adriano Piattelli, Gilberto Sammartino, e Hom-LayWang
Hindawi Publishing Corporation BioMed Research International Volume 2017,
Article ID 8209507, 3 pages
https://doi.org/10.1155/2017/8209507
Nanometer-scale features on micrometer-scale surface texturing: A bone histological, gene expression, andnanomechanical studyPaulo G. Coelho, Tadahiro Takayama, Daniel Yoo, Ryo Jimbo, Sanjay Karunagaran, Nick Tovar, Malvin N. Janal,
Seiichi Yamano.
Bone - Volume 65, Pages 25–32
http://dx.doi.org/10.1016/j.bone.2014.05.004
The Synergistic Effect of Leukocyte Platelet-Rich Fibrin and Micrometer/Nanometer Surface Texturing on Bone Healingaround Immediately Placed Implants: An Experimental Study in DogsRodrigo F. Neiva, Luiz Fernando Gil, Nick Tovar, Malvin N. Janal, Heloisa FonsecaMarao, EstevamAugusto
Bonfante, Nelson Pinto,and Paulo G. Coelho
Hindawi Publishing Corporation - BioMed Research International - 2016
DOI: 10.1155/2016/9507342
*Osservazione di sezioni istologiche pg 47

47
DAE senza L-PRF
DAE con L-PRF
OSSEAN con L-PRF
OSSEAN senza L-PRF
*Osservazione di sezioni istologiche

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