Letture: Salmo 78 (77) La vite e i tralci Vangelo ... · ogni frenesia legata alla nostra vita...

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1 Novara, 16/01/2015 EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI Letture: Ebrei 4, 3-5.11 Salmo 78 (77) Vangelo. Giovanni 15, 1-8 NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. AMEN! Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per questa serata di grazia. Vogliamo aprire il nostro cuore alla gratitudine perché è bello che i fratelli vivano insieme. Ti ringraziamo, Signore Gesù, per le presenze di queste sorelle e fratelli, che sono tornati. Vogliamo invocare il tuo Spirito con il cuore colmo di gratitudine per ogni persona, qui presente, non solo in spirito, ma in carne ed ossa, per lodare e cantare insieme. Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù! Luca 8, 20-21: Gli fu annunziato: -Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti.- Ma egli rispose: -Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica.”- Grazie, Signore Gesù! Durante l’invocazione dello Spirito, c’è stata un’apertura del cielo, dove vedevo tanti Angeli. Tu ci ricordi: - Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo!- Per potere avere il tesoro, che vi è sepolto, tu sei chiamato ad acquistare tutto il campo. Ancora ti dico di pregare il Padrone della messe, perché nel campo la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Grazie, Gesù! La vite e i tralci

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Novara, 16/01/2015

EUCARISTIA DI EVANGELIZZAZIONE CON INTERCESSIONE PER I SOFFERENTI

Letture: Ebrei 4, 3-5.11 Salmo 78 (77) Vangelo. Giovanni 15, 1-8

NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO

SANTO. AMEN!

Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per questa serata di grazia. Vogliamo aprire il nostro cuore alla gratitudine perché è bello che i fratelli vivano insieme. Ti ringraziamo, Signore Gesù, per le presenze di queste sorelle e fratelli, che sono tornati. Vogliamo invocare il tuo Spirito con il cuore colmo di gratitudine per ogni persona, qui presente, non solo in spirito, ma in carne ed ossa, per lodare e cantare insieme. Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù!

Luca 8, 20-21: “Gli fu annunziato: -Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti.- Ma egli rispose: -Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica.”- Grazie, Signore Gesù!

Durante l’invocazione dello Spirito, c’è stata un’apertura del cielo, dove vedevo tanti Angeli. Tu ci ricordi: - Voi siete nel mondo, ma non siete del mondo!- Per potere avere il tesoro, che vi è sepolto, tu sei chiamato ad acquistare tutto il campo. Ancora ti dico di pregare il Padrone della messe, perché nel campo la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Grazie, Gesù!

La vite e i tralci

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Grazie, Gesù, per l’immagine di un’auto azzurra, che procedeva in autostrada a grande velocità. Grazie per la tua mano, che, quasi bruscamente, spostava quell’auto dalla corsia di sorpasso alla corsia di sicurezza. Vieni da subito ad infondere in ciascuno di noi quella

serenità, quella pace, quell’armonia necessarie a rallentarci, a liberarci da ogni frenesia legata alla nostra vita quotidiana, che non ci permette di accogliere la tua mano, che ci conduce alla salvezza. Grazie, Gesù!

ATTO PENITENZIALE

Ti chiediamo, Signore, di passare in mezzo a noi con questa acqua. Tu ci hai ricordato che la famiglia allargata è quella non legata da vincoli di sangue, ma da vincoli d’Amore, di comunione con te. Siamo una grande famiglia, non un gruppo, un’associazione. Tu, Signore, sei venuto a portarci la famiglia, dove tu sei il Fratello primogenito e dove Dio è il Padre. Vogliamo sempre di più crescere in questa comunione fra noi. Ti ringraziamo, Signore, perché ci ricordi e riprendi il tema dell’Omelia: nel campo c’è un tesoro, ma anche pietre, spine… Tu, Signore, poti e pulisci quello che costituisce impedimento. Ti ringraziamo, perché già da adesso ci mettiamo in comunione con te, in questo abbandono, perché tu possa operare in noi. Più operi in noi, più saremo capaci, Signore Gesù, di portare frutto e di essere a servizio in questo grande campo del mondo, dove la messe è molta, ma gli operai sono pochi. Ti benediciamo, Signore! Vogliamo essere inclusi in questo numero di operai, che servono la vita, l’Amore. Per questo, passa in mezzo a noi, Signore Gesù, e abilitaci al servizio con la tua potatura e pulitura. Passa in mezzo a noi!

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OMELIA

Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore, sempre! La vite e i tralci Il Vangelo, che abbiamo letto, è oggetto dell’Omelia di questa sera: è un passo che tutti conosciamo, perché, ogni anno, viene letto durante il Periodo Pasquale. Riprendo questa Omelia, perché il mese scorso a Pontecagnano, dove sta sorgendo un Gruppo nuovo, una signora, che si occupa dei segni, mi ha consegnato un piccolo tralcio di vite. Se comprendiamo questo passo non con la mente, ma con il cuore, la nostra vita cambia e tanti sensi di colpa, che sentiamo, e il continuo affaticamento per la presunta perfezione spirituale, che la religione propone, cade ed entriamo in uno stato di felicità, dovuto alla bellezza della Parola di Dio. Io Sono Gesù comincia, dicendo: - Io Sono-, che è il Nome di Dio. Nell’Antico Testamento, quando Mosè deve andare dagli Israeliti, chiede a Dio che cosa deve dire. Dio dice: “Dirai agli Israeliti: Io Sono mi ha mandato a voi.” Esodo 3, 14. Dio è l’Essere, Colui che ha la vita in se stesso, Colui che era, è, sarà. I nostri fratelli Protestanti traducono: “L’Eterno”. Io Sono non è tanto un nome, quanto un modo di essere, Colui che c’è sempre. Ogni volta che Gesù dice: “Io Sono” nei Vangeli è per dire che è sempre presente in ogni situazione della nostra vita. La vera vite

La vite, per Israele, è l’immagine del popolo eletto. Leggiamo nel Salmo 80 (79), 9-10: “Hai divelto una vite dall’Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli. Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici e ha riempito la terra.” oppure in Isaia 5: “Io ho scelto una vite, l’ho piantata su un fertile colle…la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele.” Da sempre, il popolo di

Israele si identifica con la vite, con la vigna del Signore. Gesù dice che il nuovo popolo scelto da Dio non è più Israele, non è più un popolo determinato, ma è costituito da tutte le persone che riconoscono Gesù, il Signore. Tutti coloro che si identificano con Lui sono la vera vite, sono la vigna del Signore. Accogliendo Gesù, entriamo in questa “vera vite”.

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È vera, perché ce n’è anche una falsa. Ci sono tanti falsi dei e proposte del Divino non veritiere.

Ieri, nella lettera agli Ebrei si parlava del “Dio vivente”, un Dio in continua evoluzione, che non è più il Dio, che abbiamo conosciuto al Catechismo, nella nostra giovinezza… Cambiano gli eventi della vita: così è anche di Dio. Non possiamo sempre conservare l’immagine di Dio stereotipata. Dio cresce e cresce con noi. San Girolamo diceva: “Anche la Parola di Dio cresce con noi.” Ogni volta che leggiamo il Vangelo, ci entusiasma, perché è Parola viva, mentre i libri di spiritualità invecchiano. Tutte le ideologie, anche religiose, si perdono e cadono con il passare degli anni. Per questo, Gesù è la vera vite.

Il Padre mio è il vignaiolo Gesù specifica che Lui è la vite, noi siamo i tralci e il Padre è il vignaiolo. Gesù, durante il suo ministero, è stato chiaro, raccomandando di non dare autorità a nessuno, perché “Uno solo è il Padre vostro che è nei cieli.” Matteo 23, 9. Il padre è colui che ha autorità sui figli. A quel tempo, il padre decideva della vita e della morte dei figli. Dare autorità a un altro padre significa dare la nostra vita nelle mani di un altro. L’Unico che ha in mano il potere della nostra vita è il Padre, che è nei cieli. Questo Padre è il vignaiolo, che ha autorità sulla vigna e sulla nostra vita. Il Padre non dà un’autorità terrena, rimbalza e dà autorità a noi, che dobbiamo diventare “signori” della nostra vita. Ogni tralcio, che in me non porta frutto, lo toglie Questo è importante per la nostra vita, nella quale ci sono tante cose che non vanno bene. Noi siamo in questa vita, per portare frutto, per crescere, per operare il bene, per trasformare quella parte di mondo, che noi viviamo, in un Paradiso. Quando ci sono realtà, che non portano frutto, dobbiamo lasciarle andare. Il frutto è: “Amore, gioia, pace, pazienza, bontà, benevolenza, fedeltà, mitezza, dominio di sé.” Galati 5, 22.

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Mi rendo conto che il frutto più difficile da far crescere è il dominio di sé. Ci sono sempre più persone squilibrate, che dicono: - Sono fatto così!- Il dominio di sé appartiene a quelle persone che, qualunque cosa accada, cercano di comportarsi bene. La pace non significa soltanto che io voglio essere felice, ma che io voglio far felici gli altri. Noi dobbiamo essere Amore in ogni occasione, sia che gli altri se lo meritino oppure no. Noi vogliamo “tutto e subito”, ma bisogna avere pazienza, cioè un respiro lungo, il saper aspettare. Chi non porta frutto viene tolto. Le persone, che vivono nella comunità sia civile, sia ecclesiale e hanno se stesse, come idolo, non portano frutto e vengono tolte.

Leggiamo in Matteo 15, 13: “Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata.” Il problema è che ci affezioniamo a realtà e persone, sulle quali facciamo investimenti affettivi, di energia, di pazienza… Dio interviene e li toglie. È la Parola che si legge il 31 dicembre: “Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri. Se fossero

stati dei nostri, sarebbero rimasti.” 1 Giovanni 2, 19. Ci sono persone che entrano nella nostra vita per una ragione, per una stagione o per sempre. Ogni tralcio, che porta frutto, lo pota, perché porti più frutto

Potare, alla lettera è pulire. Tutti noi abbiamo difetti. Il Signore ci ha detto che il Regno di Dio è nascosto, come un tesoro in un campo, dove ci sono pietre, spine, rovi. Il Signore ci dice che noi dobbiamo preoccuparci soltanto di portare frutto: a tutto il resto ci penserà il Padre. Nella misura in cui portiamo frutto, il Padre,

affinché portiamo più frutto, guarisce i nostri difetti ed allontana persone o realtà, che non vanno. Potare la vigna è un compito difficile, come difficile è guidare una persona. È importante svolgere qualsiasi servizio, perché nella misura in cui ci mettiamo in gioco, portiamo i frutti dello Spirito. Più serviamo i fratelli nel Signore, più abbiamo possibilità di portare frutto, di guarire e liberare noi stessi. Queste sono le dinamiche della vita spirituale.

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Puliti già siete per la Parola che vi ho annunziato La Parola di Dio compie la pulizia interiore. Ecco perché, ogni giorno, dobbiamo impegnarci, come compito, di ascoltare o leggere un brano della Sacra Scrittura. La Parola ci purifica. La Bibbia non è un libro da leggere come gli altri: contiene versetti che puliscono la nostra mente e nutrono il nostro cuore. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, così anche voi, se non rimanete in me Se il tralcio viene staccato, si secca e non porta frutto: deve rimanere attaccato alla vite. Gesù dice: “Rimanete in me e io in voi.” In 1 Giovanni 2, 6 leggiamo come si fa a rimanere in Gesù: “Chi dice di dimorare in Cristo, deve comportarsi come Lui si è comportato.” Come si è comportato Gesù, così dobbiamo comportarci noi, perché questa è l’unica maniera, per rimanere in Cristo. Giovanni 14, 12: “Chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi.” Nella nostra vita vediamo che non compiamo guarigioni, miracoli… Quello che ha fatto Gesù è stato di mettere la propria vita a servizio degli altri. Al di là del progetto, che abbiamo scelto per la nostra vita, tutti noi, all’interno della nostra vocazione, possiamo scegliere di servire gli altri. Di fronte a situazioni nuove, dobbiamo chiederci: - Gesù, in questa circostanza, come avrebbe agito?- Il Vangelo deve diventare carne. Senza di me non potete fare nulla Come il tralcio, se non è attaccato alla vite, non può portare frutto, così noi, senza Gesù, non possiamo fare nulla. Paolo in Filippesi 4, 13 dice: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza.” A volte, vediamo persone, che ufficialmente sono attaccate a Gesù: sono nella grazia di Dio, perché non commettono peccati, sono all’interno di una Congregazione, ma non vediamo i frutti, perché sono attaccate a un Gesù fittizio, a un Gesù morto, a un Gesù della religione. Ricordiamoci che Gesù è Via, Verità e Vita. Rimanere attaccati a Gesù significa vivere la vita interiore, vivere nella Verità. Se viviamo nella Verità, nella Vita, nell’Amore, siamo attaccati a Gesù. Bisogna fare distinzione fra il Gesù vero e il Gesù della religione. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca/ si inaridisce e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano Troviamo il termine “inaridire” in Ezechiele 37, 4-5.9.

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Dio dice al Profeta: “Profetizza su queste ossa e annuncia loro: Ossa inaridite, udite la Parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo Spirito e rivivrete… Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano.” Dobbiamo imparare a comandare allo Spirito Santo di intervenire sulle situazioni morte, impossibili, perché rivivano. Se ci stacchiamo dal Signore, ci inaridiamo e moriamo. Ci possono essere situazioni di morte, che conosciamo: cominciamo a dire allo Spirito Santo di entrare in queste situazioni, perché possano cambiare. Noi abbiamo in mano il

destino della nostra vita, ma anche il destino del mondo. Questa sera, ordineremo allo Spirito di far rivivere le situazioni morte. Se le persone si ostinano a rimanere nella situazione di morte, vengono prese e gettate nel fuoco, dove non servono più a niente. Ricordiamo che anni fa si lavavano le lenzuola con la cenere, perché diventassero bianche. Non si usava la cenere della vite, perché macchia. La vite o serve per portare frutto e non serve a niente. Se rimanete in me, mediante un servizio libero e liberante, e le mie Parole rimangono in voi, la Parola di Dio è molto importante, rimane in noi, quando pensiamo alla maniera Divina, secondo le dinamiche del Vangelo, che diventa la nostra vita, chiedete quel che volete e vi sarà dato. Dobbiamo imparare a chiedere quello che vogliamo veramente, esprimendo i nostri desideri. Dio, come Padre, valuterà e ci guiderà verso quello che è veramente bene per noi. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Essere operai nella vigna del Signore significa compiere il bene, diventare suoi discepoli e portare frutto. La gloria di Dio è avere figli felici. Più siamo felici, più facciamo felice Dio, che è la pienezza della felicità, più diamo gloria a Lui: agiamo così nella nostra vita. AMEN!

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PREGHIERA DI INTERCESSIONE/GUARIGIONE

Ti ringraziamo, Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per la tua Presenza Eucaristica viva, reale, qui, in mezzo a noi. Ti ringraziamo per il dono del tuo Amore. Signore, tu sei lo stesso ieri, oggi, sempre. Nei Vangeli vediamo che tu ti riconosci come il Pastore Unico, perché solo tu sei capace di guarire le tue pecorelle. Questa sera, siamo in una Messa di guarigione, ma tutte le Messe portano guarigione. Tutte le volte che ci incontriamo con te ed entriamo in comunione con te, veniamo guariti. Ti chiediamo la guarigione fisica delle nostre malattie. Sappiamo che la malattia è nell’anima. Questa sera, ci hai parlato della vite e di come il Padre venga a pulire. Quanti sensi di colpa hanno provocato disastri in noi: successivamente sono diventati cellule impazzite, situazioni negative, perché non ci sentivamo a posto e guardavamo i nostri difetti, che altri evidenziavano. Noi abbiamo cercato di potarli e abbiamo peggiorato la situazione nella nostra vita con conseguenti malattie. Questa sera, ci arrendiamo, Signore Gesù, al tuo Amore, alla tua Parola. Mi viene in mente la guarigione della suocera di Pietro. Appena tu entri in casa, gli apostoli ti parlano di lei. Tu la risollevi, la guarisci e lei si mette a servizio. L’evangelista usa il termine del servizio degli Angeli.

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Tutti noi abbiamo un tempo, per intercedere per le tante persone, che si affidano alla nostra preghiera. Scegliendo il servizio, anche in una situazione di disagio, tu, Signore, vieni a pulire e togliere i nostri difetti, affinché noi possiamo svolgere il nostro servizio con qualità migliore. Lasciamo andare i nostri sensi di colpa, le pretese di perfezione. Gesù ha detto: “Siate perfetti, come è perfetto il Padre mio celeste.” Matteo 5, 48. La perfezione del Padre è la perfezione dell’Amore: amare sempre e comunque in ogni situazione. Mettiamoci al servizio, secondo quello che possiamo fare: sappiamo che tu, Signore, per farci servire meglio e di più, vieni a potarci, a pulirci, a togliere le malattie, gli indemoniamenti, quei vizi, quelle bestie descritte in Isaia 34 (pellicano, riccio, gufo, corvo, sciacalli, struzzi, gatti selvatici, iene, satiri, civette, serpente saettone, sparvieri) che diventano i dodici peccati elencati in Marco 7, 21-22 (fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza). La stoltezza o stupidità consiste nel non comprendere che il Vangelo è grazia, vita, pienezza di felicità. Signore Gesù, passa in mezzo a noi e, come 2.000 anni fa, avvengano guarigioni, miracoli, prodigi, perché il tuo popolo sia risanato e possa servirti meglio. Il servizio non è solo quello religioso, ma quello dei genitori, dei nonni, nel nostro lavoro, nella comunità sociale… Ogni azione diventa servizio, quando è compiuta bene, per la realizzazione del Paradiso. Signore Gesù, passa in mezzo a noi! Signore Gesù, ti lodiamo e ti benediciamo per le guarigioni, che abbiamo ascoltato e anche per quelle che abbiamo sentito nel nostro cuore. Signore, nell’Omelia si è accennato agli inariditi della valle dei morti. Noi conosciamo tante situazioni di morte nella nostra vita, nella nostra famiglia, nella nostra

comunità, nella nostra vita sociale, affettiva… Signore, tu hai ordinato al Profeta di comandare allo Spirito di entrare in queste situazioni. Anche noi vogliamo invocare lo Spirito Santo come un comando in tutte quelle situazioni di morte, in quei problemi, che non vogliamo più chiamare problemi, perché vogliamo passare alla soluzione. Vogliamo invocare, Signore Gesù, il tuo Spirito sulle soluzioni che possiamo

attuare nella nostra famiglia, nelle nostre relazioni, nel nostro lavoro… Come ha detto il Signore, noi, Spirito Santo, ti invochiamo e ti comandiamo di entrare come soffio di vita nelle situazioni di morte.

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Vieni, Spirito Santo, nel Nome di Gesù! Ti comandiamo di entrare, come soffio di vita in tutte le situazioni, persone e storie.

Isaia 14, 3-7: “Allora il Signore darà riposo a Israele, lo libererà dalle pene, dalle sofferenze, dalle dure fatiche della schiavitù. Il Signore ha tolto il potere al governatore iniquo, a quel tiranno spietato. Finalmente il mondo gode la pace e tutti cantano di

gioia.” Vogliamo cantare un canto di gioia, per unirci al canto di gioia di coloro che sono stati liberati dalla schiavitù, dalle sofferenze. Cantiamo di gioia a questo mondo liberato, perché anche noi siamo stati liberati. Grazie, Signore Gesù! Grazie! Grazie! PADRE GIUSEPPE GALLIANO M.S.C.

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LA VITE E I TRALCI (Giovanni 15, 1-8)

1 Io sono la vera vite e il Padre mio è il Vignaiolo. 2 Ogni tralcio che in me non porta frutto lo toglie e ogni tralcio, che porta frutto, lo pota, perché porti più frutto. 3 Puliti già siete per la Parola, che vi ho annunziato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, così anche voi, se non rimanete in me. 5 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché, senza di me, non potete far nulla. 6 Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca/si inaridisce e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7 Se rimanete in me e le mie Parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 8 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

PAROLA DEL SIGNORE CONFESSIONI/AFFERMAZIONI 1 Io Sono Io voglio accogliere Gesù, come

Signore Dio.

2 la vera vite Io voglio riconoscere in Gesù il vero Dio.

3 e il Padre mio è il vignaiolo. Io voglio riconoscere il Padre, come unica autorità della mia vita.

4 Ogni tralcio, che in me non porta frutto, lo toglie

Io voglio lasciare andare ogni realtà non vitale.

5 e ogni tralcio, che porta frutto, lo pota, perché porti più frutto.

Io voglio lasciare al Padre il compito di purificarmi.

6 Puliti già siete per la Parola che vi ho annunziato.

Io voglio accogliere la Parola di Dio che mi purifica.

7 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, così anche voi, se non rimanete in me.

Io voglio rimanere in Gesù.

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9 Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane

in me e io in lui fa molto frutto Io voglio portare frutto: “Amore,, gioia, pace, pazienza, bontà, benevolenza, fedeltà, mitezza, dominio di sé.” GGaallaattii 55,, 2222

10 perché, senza di me, non potete far nulla.

Io voglio credere nella forza, che mi dà il Signore: “Tutto posso in Colui che mi dà la forza.” FFiilliippppeessii 44,, 1133..

11 Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca/ si inaridisce e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

Io voglio continuare a vivere la Comunità nell’Amore.

12 Se rimanete in me Io voglio rimanere in Gesù, attraverso il servizio.

13 e le mie Parole rimangono in voi, Io voglio accogliere il messaggio di Gesù, incarnandolo nella vita.

14 chiedete quel che volete e vi sarà dato. Io voglio chiedere quello che davvero sento di volere.

15 In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Io voglio dare gloria al Padre con la mia vita.