l'elfo 01/2012

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anno III 01/2012 gennaio/febbraio/marzo wolf ortese céline almodóvar sotis ravenhill brecht grimm weiss marinelli poli germano pozzi magli cecchi orsini ricci/forte istruttoria

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Trimestrale a cura di TEATRIDITHALIA

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anno III 01/2012gennaio/febbraio/marzo

wolfortesecélinealmodóvarsotisravenhillbrechtgrimmweiss

marinellipoli germanopozzimaglicecchiorsini ricci/forteistruttoria

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elfo puccinic.so buenos aires 33

biglietteria tel. [email protected] lunedì - sabato 10.30/19.30domenica 14.30/17.30

ufficio promozione e scuoletel. 02.00.66.06.33/[email protected] lunedì - venerdì 10.00/13.00 | 15.00/17.00

[email protected] www.elfo.org

l’elfo Teatridithalia Società Cooperativa Teatro dell’Elfo Impresa Socialecorso buenos aires 33 - 20124 milano

direttore responsabile barbara caldarini

redazione flora cucchi, nicola manfredi, veronica pitea, diana sartori

progetto grafico plum (plumdesign.it)

registrazione tribunale di milano, n. 5 del 4 gennaio 2010

stampa arti grafiche bianca e voltavia del santuario – 20060 trucazzano (milano)

dicembre 2011distribuzione gratuita

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Quando uno spazio diventa una casa? Quando viene abitato. Quando ne viene misurata non solo la semplice volumetria di muri e superfici ma quella volumetria ben più complessa che sono le relazioni tra le persone che in quei muri pensano, dialogano, amano.Abitare significa mutare il puro risiedere in un’azione dinamica di condivisione e appartenenza, cura e trasformazione. In realtà noi non abitiamo solo la casa in cui dormiamo: abitiamo tutti i luoghi in cui abbiamo l’esperienza quotidiana del vivere.Proviamo a fare un piccolo esperimento di memoria, a ricordare quante volte negli ultimi venti anni si è parlato di nuovi “spazi” a Milano: un nuovo spazio per... e aggiungete poi quello che volete, o che ricordate. Abbiamo letto di infiniti progetti destinati a ridisegnare la geografia urbana in una bulimica superfetazione; ricordiamo anche la domanda che veniva costantemente rivolta da alcuni: “e questi spazi, da chi e come saranno abitati?”. Le risposte, fantasticando su modelli gestionali sempre più astrattamente sofisticati, sembravano sempre sottintendere una minacciosa promessa: “aspettate e vedrete”. Bene: abbiamo aspettato, e abbiamo visto.Abbiamo anche capito che è tempo di cambiare, che è tempo di tornare ad abitare la nostra città intera e non solo

l’appartamento in cui custodiamo il tempo del nostro privato: e che si abitano le scuole, le piazze, i marciapiedi e le fermate della metropolitana. Si abitano i teatri: non solo per andare episodicamente a vedere uno spettacolo o un concerto, ma per incontrarsi, discutere, intrecciare esperienze e riflessioni, e anche semplicemente per sedersi a mangiare qualcosa, insieme.

L’Elfo Puccini è innanzitutto questo: una casa accogliente e gioiosa, abitata dalla turbolenza di una moltitudine di corpi e pensieri in costante e costruttivo movimento. Con Sentieri selvaggi abbiamo portato un tassello musicale alla casa, attraverso l’esperienza di una “residenza artistica” e ciò che più ci ha colpito in questi primi due anni è la reazione dei nostri ospiti stranieri, sorpresi ed entusiasti: “qui non sembra di essere in Italia, sembra di essere in Europa”. Finalmente! per questo l’Elfo Puccini è ai miei occhi uno dei simboli di una Milano che torna ad essere nel cuore dell’Europa, una Milano che si è rimessa in cammino, non più violentata dall’imperio di una kakistocrazia ma teneramente rinnovata dalla cura quotidiana di cittadini che hanno saputo farsi massa critica. Una Milano che non vuole più essere usata bensì, finalmente, abitata.

filippo del corno

spazi abitati

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premessa a cassandra

“Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l’hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l’ultima cosa che vide”.

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Eroina classica per eccellenza, Cassandra rivive nella scrittura di Christa Wolf, autrice nel 1983 di un romanzo che ha commosso e ispirato generazioni di lettori. La sacerdotessa troiana, figlia di Ecuba e Priamo, attende la morte nella fortezza di Micene, dove l’ha condotta prigioniera Agamennone. Nelle pagine della Wolf il suo racconto scivola all’indietro, lungo i dieci anni della guerra di Troia, dalla rovina della sua città fino alla fanciullezza, attraverso gli orrori della guerra e i suoi inarrestabili meccanismi. Il suo sguardo, la capacità di vedere - seppure inascoltata - di sognare e immaginare una società incruenta e femminile, tornano in questo spettacolo fortemente voluto da Ida Marinelli. II flusso di pensieri che ripercorre l’intera vita della profetessa diventa, con la complicità di Francesco Frongia (regista e autore dei video), molto più che un monologo: la potenza delle parole di Cassandra si traduce in visioni, in immagini che rendono concreto l’inconscio, palpabile la materia oscura dei sogni e la trama del racconto che viaggia tra passato e presente.

dove/quandosala fassbinder 17 gennaio - 12 febbraioore 21 (domenica ore 16)

cassandrada christa wolfregia e video francesco frongia traduzione Anita Rajacon Ida Marinellisuono Gionata Bettiniluci Nando Frigerioproduzione teatridithalia

prima nazionale

repliche per le scuole8 febbraio ore 15

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Il teatro di Poli è fatto di piccole storie, sketch e istantanee d’epoca, prese a prestito dalle pagine di quegli autori e di quelle autrici - Palazzeschi o Parise, la Masino o la Cederna - che hanno saputo svelarci, con ironia e tenerezza, ridicoli drammi famigliari, illusioni d’amore e inconfessabili altarini. Ma non solo. Il suo teatro è fatto anche delle splendide scene pittoriche di Lele Luzzati, dei costumi di Santuzza Calì che vestono e travestono “la soubrette” e i suoi quattro boys, infaticabili interpreti di canzoni e musiche d’epoca.Ecco di nuovo in tour il suo ultimo spettacolo, Il mare, dove sono i racconti di Anna Maria Ortese, (composti dagli anni Trenta ai Settanta) ad aver fatto da canovaccio, ispirando un irresistibile carosello d’antan.

torna il “ragazzo” paolo poli con i suoi boys

Cambiando con velocità da fregoli abiti e addirittura sesso, Poli riempie i suoi personaggi, quasi sempre femminili, di un’umanità stralunata e inquietante, di una delicata comprensione, ma senza identificazione. Una prova commovente per rigore di stile, per la qualità dell’approccio, per tenuta e inventiva che la bravura dei quattro compagni di viaggio accompagna con misura raccontando di infanzie infelici, amori perduti, povertà senza luce, come un viatico serio anche se detto con la consueta leggerezza.Straordinari bis finali, che da soli valgono tutto lo spettacolo fra poesie, strizzatine d’occhio, che vivono grazie alla sua intelligenza, al suo approccio inimitabile.

Maria Grazie Gregori, L’Unità

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una lettura-concerto per violoncello, suoni elettronici e voce

elio germano nella notte di céline

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Con straordinaria sensibilità l’attore ripercorre alcuni frammenti del Viaggio al termine della notte per restituire la disperazione grottesca di questo fluviale capolavoro, che svela nuove possibilità espressive anche nella partitura musicale di Teho Teardo. Un succedersi di eventi sonori che spingono la voce ad uscire dalla sua dimensione tradizionale per seguire le disavventure di Bardamu, tra gli orrori della guerra, i viaggi nelle tenebre delle foreste africane, la solitudine delle metropoli, la sua discesa negli inferi delle miserie umane.

Ma della scrittura del romanziere francese, di quei sogni, ricordi e incubi nati dalla guerra e tanto discussi, Germano fa addirittura musica. A fianco a lui infatti c’è Teho Teardo, autore e mago delle musiche di tanti film importanti dell’ultima generazione, da Sorrentino a Molaioli. La parola e i suoni (dal vivo ed elettronici) vanno a costituire assieme un “film” unitario. Che non sminuisce affatto lo spessore delle parole di Céline, ma le rilancia anzi sulla contemporaneità dell’oggi. E Germano, seduto con discrezione a un tavolino, apre un megaschermo interiore su quelle parole. Da grande attore, e con la modestia di porgere un’opera di formazione che si fa esperienza collettiva, fuori di ogni retorica e di ogni divismo.

Gianfranco Capitta, il manifesto

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Gli ingredienti della versione cinematografica ci sono tutti. Si parla di maternità, paternità, omosessualità, uomini che diventano donne, padri che diventano madri e, al centro, un grande dolore filtrato da una visione ironica dell’esistenza stessa. Ogni accadimento o relazione si concatena perfettamente, grazie a Manuela, la protagonista, mossa dal rimorso di non essere riuscita a mantener fede a una promessa fatta al figlio Esteban: raccontargli tutta la verità su suo padre. È questo senso di colpa che la porterà a confrontarsi col passato, andando alla ricerca di quel padre, a cui poter finalmente raccontare tutto su suo figlio.Nella versione di Leo Muscato, quasi come in un sogno, la storia è filtrata dai pensieri di Esteban, una specie di Virgilio che prende lo spettatore per mano e gli fa fare un viaggionel suo taccuino in cui sono appuntate tutte le idee per scrivere un’opera teatrale su sua madre e il cui titolo sarebbe appunto Tutto su mia madre.

quello che le donne non dicono

il viscerale universo di Almodóvar rivive a teatro

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La regia ideativa e misurata di Leo Muscato, si rivela un commuovente, divertente e coinvolgente sistema di scatole cinesi di segni e significati: sulla dialettica maschile-femminile, sulle dinamiche del sesso e del sentire, sull’essere e sull’apparire. E nella scatola più nascosta vi è la donna, e non solo per chi lo è di nascita. (…) Elisabetta Pozzi è bravissima nel dare una verità mai ovvia, carnale e intensa a Manuela. Brava anche Alvia Reale la diva disperata e sola. Eva Robbin’s è un Agrado splendidamente amante della vita in uno spettacolo che della vita ha il sapore aspro, dolce, eccessivo.

Magda Poli, Corriere della Sera

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Prendete la signora del bon ton e la performer della danza, aggiungete un tocco di design: ecco Soirée Sotìs.Solo l’intuito di Valeria Magli - artista raffinata e poliedrica che lavora da anni sulla zona di confine tra danza, poesia, musica, video - poteva trarre dai testi di Lina Sotis una performance teatrale, senza tradire lo stile dell’icona della Milano intellettuale degli anni ottanta. Un viaggio al femminile per raccontare i tempi moderni. La “truzzeria” e la ricchezza senza garbo entrano in scena con la Mara, viaggiatrice sciammannata e urlatrice che legge il libro del Bon ton. Su una rossa poltrona altre donne di oggi si divincolano e pensano ad alta voce, sognatrici impenitenti, appassionate, verbose, nevrotiche e sempre alla ricerca dell’amore. E proprio dell’amore ragiona alla fine una moderna “Marilyn”, non solo sognatrice impenitente, ma anche smaliziata e impertinente.

la signora del bon ton, la signora della danza

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Dal plastico scenario della cultura pop ai lenti giri di giostra delle tradizioni popolari che si depositanoin stratificazioni inesauribili di storie. Tra la vertigine del discount e il sussurro persuasivo della fiaba echeggiata prima della buonanotte, ecco balenare Grimmless, nuova tappa del progetto drammaturgico e performativo dell’ensemble ricci/forte, la cui anima creativa è composta da Stefano Ricci, che firma anche la regia, e da Gianni Forte, definiti dalla stampa i due enfants terribles della nuova scena italiana.Se è vero che, in un modo o nell’altro, tutti noi siamo cresciuti con i Grimm, i successivi passaggi all’età adulta impongono a ciascuno la condizione di un’inevitabile fuoriuscita dalla fiaba. Si cresce senza Grimm. Grimmless, appunto. Figli di un vuoto, di una sparizione, di una sottrazione. Per continuare a tenere i piedi piantati tra le macerie dell’oggi, appare allora terapia necessaria guardare indietro verso quella cultura popolare, quel sentire ancestrale e fondativo, che usa la fiaba come strumento privilegiato per modulare la sua voce, per ipotizzare mappe utili ad addomesticare il mondo, per cristallizzare valori e sogni da abitare.

figli del vuoto

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elfo puccinicorso buenos aires 3320124 milanotel. [email protected]

orari biglietterialunedì/sabato 10.30/19.30domenica 14.30/17.30

pagamento telefonico(novità)acquisto con carta di credito telefonando alla biglietteria del teatro (senza costi aggiuntivi)

prenotazioni onlinescrivendo a [email protected] compilando il form sul sito www.elfo.org(da ritenersi valide dopo risposta di conferma)

prevendita onlinebiglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito e nei punti vendita Vivaticket.

il teatro a partire da 10 europrezzi stagione

intero €30.50

ridotto €16 <25 anni - >60 anni

convenzioni (feltrinelli, coop, arci)* €27*per ottenere la riduzione è necessario presentare una tessera per biglietto al momento del ritiro.Tutte le convenzioni attive sono indicate sul sito www.elfo.org.

martedì posto unico €20

rassegna nuove storie posto unico €15

advance ticketsridotto a €20 per chi acquista i biglietti 15 giorni prima del debutto dello spettacolo

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proposte abbonamenti

coppia 7 spettacoli per 2 persone€196 (€14 a biglietto)

coppia ridotto 7 spettacoli per 2 persone (<25 anni / >60 anni)€168 (€12 a biglietto)

prima settimana 7 spettacoli (valido solo per le prime 6 repliche)€70 (€10 a biglietto)

carnet 9 ingressi a scelta libera€171 (€19 a biglietto)

nuove storieabbonamento per tuttigli spettacoli €70 (€5 a biglietto)carnet 5 ingressi (da gennaio)€40 (€8 a biglietto)

e inoltre...elfopass in omaggio agli abbonati la carta Elfopass, che dà diritto a sconti e riduzioni. tutte le agevolazioni aggiornate su www.elfo.org/elfopass

lella costa riduzione a €18 per lo spettacolo Arie, in scena al Teatro Carcano dal 18 al 29 gennaio.

gli abbonati possono effettuare la prenotazione e ritirare i biglietti 15 minuti prima dell’inizio. Eventuali modifiche vanno comunicate entro il giorno precedente.

carta regalola nostra proposta per un regalo spettacolare...2 biglietti utilizzabili senza vincoli per tutti gli spettacoli della stagione(€61)

per le scuole le formule pensate per portare i vostri studenti a teatro

scuola 3 spettacoli €27 (€9 a biglietto)abbonamenti da concordare esclusivamente presso l’Ufficio scuole (tel. 02.00.66.06.33 - [email protected])

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Una «farsa storica» che ricostruisce l’epopea di un’associazione criminale scalcagnata in una città corrotta. Ma, se pensate al Brecht più politico e ideologico, quando assisterete a questa messinscena de La Resistibile Ascesa di Arturo Ui cambierete idea. Proclamato dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro spettacolo dell’anno 2011 perché «di folgorante immediatezza, che raggiunge esiti di straordinaria, accattivante, visibile efficacia scenica (…) per il ritmo incalzante delle scene, delle azioni fisiche e del lavoro di palcoscenico, che più brechtiano e, paradossalmente, meno brechtiano non si poteva, mostrato dai suoi meravigliosi interpreti».La Berlino nera degli anni Trenta invasa dalle squadracce naziste è trasferita in una coeva Chicago dove l’industria del commercio dei cavolfiori prospera all’ombra sinistra del gangster Arturo Ui, satirico alias di Adolf Hitler interpretato da Umberto Orsini in stato di grazia, insieme ad un folto gruppo di giovani attori.

un brecht divertente come non lo avete mai visto

Il vento sta cambiando

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Orsini è il maestro delle scene che tutti conoscono, la giovane compagnia è ricca di talento, regia, drammaturgia, luci, costumi sono di una raffinatezza mai intellettualistica, anzi con un’attenzione perduta al teatro popolare. (…) Ma il merito principale è di sottrarre Brecht alla tirannia delle mode e restituirlo alla dimensione di classico, ovvero di autore dell’eterno presente.

Curzio Maltese, La repubblica

Lo spettacolo si potrebbe definire un musical vero e proprio, che attraverso i singoli e brevi numeri da cabaret racconta al pubblico la scalata al potere di Adolf Hitler.

Francesca De Sanctis, l’Unità

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Lo spettacolo-cult del Teatro Due di Parma è presentato da più di 25 anni ininterrottamente come rituale appuntamento con la memoria per intere generazioni di spettatori. Il testo venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito al processo celebrato a Francoforte tra il ‘63 e il ‘64. Ne trasse un dramma documentario che si snoda poeticamente, un oratorio laico in undici canti, scandito dalle testimonianze delle vittime del campo di concentramento di Auschwitz e dalla difesa degli aguzzini, con un finale senza catarsi che diventa un monito per il futuro.

Quest’opera shockante e ammutolente sull’Olocausto, proprio in un’epoca come l’attuale, in cui s’è arrivati a discutere su una ridefinizione di quella barbarie, assume un’importanza simbolica di memoria, di monito e di attestazione irrefutabile della più alta ingiustizia umana del ‘900 e per spettatori vecchi e nuovi è assolutamente a non perdere. Come sempre, ritmati dalla scrittura di Weiss, e dalla regia strenua e toccante di Dall’Aglio, sono tre i tempi e i moduli della messinscena. (…) E con uno strazio laico senza fine. Rodolfo di Giammarco, La Repubblica

per non dimenticare

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sala shakespeare lunedì 26 marzo, ore 21

ritratto di michael gordonslagwerk den haag ensemblewww.sentieriselvaggi.org

Co-fondatore di Bang On A Can a New York, compositore americano tra i più noti al mondo, Michael Gordon è autore di progetti di grande respiro, autentiche sfide dell’immaginazione creativa: in Timber, partitura qui presentata in prima italiana, sei musicisti suonano per un’ora semplicemente percuotendo altrettanti pezzi di legno, lavorando su impercettibili slittamenti di sonorità che fanno viaggiare il suono nello spazio in una forma mai sperimentata prima; protagonisti della performance sono uno dei migliori ensemble di percussione europei, gli olandesi Slagwerk Den Haag

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sala shakespearelunedì 6 febbraio 2012 ore 9.30 e 11.30

w.a.m. ovvero mozart e l’esaltante tragedia dell’essere popuno spettacolo di francesco micheli - opera itwww.operait.org

sala shakespeare

sound, music!la filarmonica della scala per la scuola

martedì 13 marzo, ore 10.30 (3° e 4° elementare)mercoledì 14 marzo, ore 10.30 (5° elementare e 1° media)

verso il sogno francesco michelistrumentisti della filarmonica della scala

venerdì 23 marzo, ore 9.30 e 11.30sabato 24 marzo, ore 15.30 (replica aperta al pubblico)felix mendelssohn-bartholdysogno di una notte di mezza estatemusiche di scena francesco micheli la piccola filarmonica della scalaalessandro ferrari, direttore d’orchestracoro di voci bianche del teatro alla scalabruno casoni, maestro del corowww.filarmonica.it

elfo puccini marzo/giugno

cantare la vocecoefore la vendetta di orestecorsi di canto di francesca breschi(professionisti)info: 02 00660644 - [email protected]

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sala shakespeare martedì 27 marzo, ore 21.00

esistenza soffio che ha famedi carla peirolero con don galloproduzioni chance eventiwww.chanceeventi.it

sala shakespeare giovedì 29 marzo, ore 21.00

la manomissione delle parole la manomissione delle parole di gianrico carofiglioproduzione Teatro Kismet Operawww.teatrokismet.org

sala shakespearelunedì 23 gennaio, ore 21.00

sonora in musicaantonella ruggieroinfo: 02 45484452

sala shakespeare venerdì 30 e sabato 31 marzo, ore 21.00

milan burlesque award 2012il festival internazionale di burleque in italia20 performers, live bands, special guests, premi, anteprime e workshopswww.milanburlesqueaward.cominfoline: +39 328 3885760

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Un racconto grezzo e popolare abitato dalle storie familiari dell’autore/interprete che, solo in scena, senza artifici scenografici, dà voce e corpo a un’umanità ricchissima: personaggi legati da un comune cordone ombelicale; memorie personali e ancestrali intrecciate a episodi di cronaca del suo paese di nascita. Le biografie dei suoi nonni, dei genitori, degli zii incrociano quelle del boss mafioso Badalamenti fino a comporre un’unica storia nella quale il male si perpetra sempre, come un’eredità misteriosa tramandata di generazione in generazione, un male che si presenta ad ogni nascita e ad ogni morte.

la saga familiare di tindaro granata

“…spettacolo di cupa bellezza, struggente, attraversato da un’inquietudine dolorosa, dove a tratti si coglie ugualmente, amaramente, l’occasione di ridere, per la caratterizzazione dei personaggi, il loro susseguirsi veloce sulla scena, per l’abilità stessa dell’attore nel trasformarsi: tante le metamorfosi.”

Premio della Critica/Associazione Nazionale Critici Teatro

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laura forte, drammaturga coraggiosa ed empatica, ci racconta una storia vera, tutta da ascoltare, da sentire con emozione per tenere aperta una finestra sul mondo. «Me l’ha raccontata un mio amico che l’ha vissuta e parla di una guerra, quella che c’è stata a partire dal ‘92 nella ex Jugoslavia, e di come lui, a ventitre anni, per puro caso, si sia ritrovato a combatterci. All’inizio, è un ragazzino, con la macchina fotografica, un “bauscia” che pensa che la guerra sia un reportage alla Robert Capa, tante immagini forti in bianco e nero. Poi, giorno dopo giorno, inizia una sua personale discesa all’inferno e nel dolore vero: i massacri dei villaggi, i tradimenti, l’odio della gente, i crocifissi sradicati, le moschee profanate, il tenere in braccio un compagno che muore. Questa è solo una storia, non è un giudizio».

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come raccontare la guerra

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ALBERGHI DOVE INCONTRARSInon solo luoghi di soggiorno,ma anche di incontro della cultura,dell'arte, della musica e del tempo libero

Ristorante “Il Capriccio”

Caffè Doria “JC” Jazz Club

MILANO� � � � ADI Doria Grand HotelPARTNER DI:

elfo pucciniTEATRO D’ARTE CONTEMPORANEA

STAGIONE 2010 / 2011

www.adihotels.com