CP 01/2012

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Poste Italiane S.p.a. Spedizione in a. p. D.L.353/2003 convertito in L. 27/02/2004 n. 46 art.1 comma 1 DCB/PV Presentata a Palazzo Rospigliosi la 1° relazione sulla contraffazione e la pirateria agroalimentare n.1 2012 ANNO 67 periodico di Coldiretti Pavia Falsi l’italian sounding costa al vero Made in Italy 60 miliardi l’anno

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Coltivatore Pavese num. 1/2012

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Presentata a Palazzo Rospigliosi la 1° relazione sulla contraffazione e la pirateria agroalimentare

n.1 2012

ANNO 67

periodico di Coldiretti Pavia

Falsi l’italian soundingcosta al vero Made in Italy

60 miliardi l’anno

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Il Coltivatore PaveseEdito dalla Federazione Provinciale COLDIRETTI PAVIA

Progetto grafico e impaginazione

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Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7, Piacenza

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PresidenteGiuseppe Ghezzi

DirettoreGiovanni Roncalli

Responsabile di RedazioneClaudio Milani

Direzione artisticaMarino Galli

Direzione Generale aGricoltura

iniziativa realizzata con il contributo di

Il ColtIvatore Pavese

vIene InvIato a tuttI I soCI della

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fotografie: archivio fotografico Coldiretti

Registrazione del Tribunale di Pavia n.3del 17 luglio 1948

Hanno collaborato:Mario Campari, Sergio Canobbio,Enrico De Marziani, Marta MadamaPietro Migliavacca, Luigi Negri,Annamaria Seves, Rosanna Sora,Gianni Mario Stoppini

Redazione ed amministrazione:Viale Brambilla, 34 27100 PaviaTel. +39 0382 518001, Fax +39 0382 518010

sommario

Questo numero è stato chiuso in redazione il 3 febbraio 2012

in primo piano

ETICHETTOPOLI

BIETICOLTURA

SINDACALE

BREVI

CO.PRO.VI

EST TICINO VILLORESI

VITIVINICOLO

MISURA 111 - SPECIALI

TECNICO

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8 12contraffazione agricolturacrollano i redditi

È guerra con la Cina 19

La bietola: una coltura interessante per il 2012 22

Avvisi alle aziende agricole 30Piano Sviluppo Rurale: misura 214 campagna 2012 32

ETICHETTOPOLI

BIETICOLTURA

Editoriale: liberalizzazioni: STOP allo strapotere della GDO 760 miliardi di falso Made in Italy 8Il Governo non provochi gli agricoltori 10Riduzione IMU 11Crollano i redditi in agricoltura 12Made in Italy: la grande fuga 13Ogm: in Europa, la Basf getta la spugna 14Dal College al Camp …us 15Coldiretti incontra la Provincia 16Incontri con gli Associati 18La nuova IMU nel dettaglio 20

SINDACALE

Pillole di Coldiretti 42

Assicurazione per le coltivazioni invernali 40

Il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi 41

BREVI

CO.PRO.VI

EST TICINO VILLORESI

VITIVINICOLO Matteo Marenghi 24(Col)direttamente nel bicchiere: “Roncolongo” Azienda Agricola Bisi 26Vino: produzione rivista al ribasso 27Deroga utilizzo effluenti in zone vulnerabili 28SISTRI: confermato l’esonero 28Busta di raccolta dei documenti contabili 29

Speciale Energia 34Agricoltura multifunzionale 38

MISURA 111 - SPECIALI

TECNICO

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| 7| 7EDITORIALE

La Grande distribuzione organizzata dovrà pagare i prodotti agroalimentari acquista-ti dalle aziende agricole entro 30 giorni. è una delle novità contenute nel decreto legge sulle liberalizzazioni varato dal Go-verno Monti. L’articolo 62 del provvedimen-to prevede che i contratti di fornitura per i prodotti agroalimentari dovranno essere formulati per iscritto sulla base di condi-zioni più trasparenti e, soprattutto, che i pagamenti vengano effettuati entro 30 giorni per i prodotti alimentari deperibili e 60 giorni per gli altri definendo anche un preciso regime sanzionatorio.“Finalmente si è intervenuti per contenere lo strapotere della grande distribuzione nei confronti degli agricoltori che sono spesso costretti a subire forti condizionamenti nel-la fornitura dei prodotti agroalimentari”.Ma il decreto sulle liberalizzazioni contiene altri provvedimenti di interesse per il set-tore agricolo, a cominciare dallo stop agli incentivi statali per gli impianti solari foto-voltaici con moduli collocati a terra in aree agricole (articolo 65). La rapida espansione

di questi impianti pone, del resto, seri interrogativi di ca-rattere ambientale e paesaggistico oltre che economico e produttivo in un Paese come l’Italia dove negli ultimi 40 anni sono andati persi quasi 5 milioni di ettari di superficie coltivata“Il Decreto pone un giusto freno alle speculazioni sui terreni provocata dalla diffusione selvaggia del fotovoltaico che ha fatto impennare i prezzi della terra su valori insostenibili per gli imprenditori agricoli”.Da apprezzare è anche la volontà di proseguire con deci-sione sulla strada della privatizzazione dei terreni agricoli di proprietà dello Stato (articolo 66) con la prelazione a favore dei giovani agricoltori che oltre che a calmierare il mercato potrebbe portare alla nascita di 43mila nuove im-prese.“Questo provvedimento accoglie alcune delle proposte consegnate dalla Coldiretti al Presidente del Consiglio Ma-rio Monti e al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera in occasione del primo incontro tra Governo e parti sociali ma ci aspettiamo che ulteriori e necessari interventi possano trovare spazio in sede di conversione del decreto”.

liberalizzazioni:STOP allo strapoteredella GDO

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tare, commerciale e n e l l a grande distribuzione ri- ciclando i proventi illeciti e provocando il condiziona-mento della libera iniziativa economica e la concorrenza sleale. Inoltre, le associazioni criminali, attraverso le cono- sciute pratiche estorsive, finiscono per de- t e r m i n a r e l’aumento dei prezzi dei beni al con-sumo. Tale situazione met- te a rischio anche la qualità e la sicurezza alimentare del cibo venduto con prodotti “spacciati” come Made in Italy ma ottenuti in realtà con materie prime im-portate, spesso di bassa qualità. Secondo un’anali-si condotta da Coldiretti insieme ad Eurispes, sulla base delle indicazioni scaturite dalla prima relazione sulla contraffazione e pirateria nell’agroalimentare

È stato di recente illustrato a Palazzo Rospigliosi, sede nazionale del-la Coldiretti, il risultato dei lavori della “Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale” durante un incontro cui hanno partecipato tra gli altri, oltre al presidente Sergio Marini, il ministro delle Politiche agricole Mario Catania e il procuratore antimafia Pietro Grasso. In particolare, la “Relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare” conte-nuta nello studio ha evidenziato che il controvalore totale raggiunto dal falso made in Italy alimentare nel mondo arriva alla stratosferica cifra di 60 miliardi di euro, ben 164 milioni di euro al giorno che dimo-strano che “il contrasto all’evasione fiscale, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e gene-rare occupazione”, come ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Le agromafie investono i loro ricchi proventi in larga parte in attività agricole, nel settore della trasformazione alimen-

I risultati della prima commissione di inchiesta sull’agropirateria

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elaborata dalla Commissione Parlamen-tare di inchiesta, per giungere ad un pareggio della bilancia commerciale del settore agroalimentare italiano, ad im-portazioni invariate, sarebbe sufficiente recuperare quote di mercato estero per un controvalore economico pari al 6,5 per cento dell’attuale volume d’affari del cosiddetto “Italian sounding”. Ad essere colpiti sono i prodotti piu’ rap-presentativi dell’identità alimentare. Le recenti operazioni hanno scoperto falsa mozzarella di bufala dop, ma an-che vino ed olio etichettati come doc e dop senza documenti di tracciabilità, a livello internazionale sono state scovate

aberrazioni, dai pomodori San Marzano coltivati in Usa al “Parma salami” del Mes-sico, dal Parmesao del Brasile allo Spicy thai pesto statunitense, dall’olio Romulo con tanto di lupa venduto in Spagna al Chianti prodotto in California, ma anche una curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, un “salami calabrese” prodotto in Canada, un barbera bianco rumeno e il provolone del Wisconsin. Il comune deno-minatore degli esempi di imitazione e contraffazione di prodotti agroalimentari italiani è la spinta motivazionale da cui tali comportamenti traggono origine e si diffondono a livello globale. Tale spinta motivazionale consiste nell’opportunità, per un’azienda estera, di ottenere sul proprio mercato di riferimento un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, associando indebitamente ai propri pro-dotti, valori riconosciuti ed apprezzati dai consumatori stranieri, come quelli del vero Made in Italy agroalimentare, in primis la qualità. Una concorrenza sleale nei confronti dei produttori nazionali con il rischio che, soprattutto nei Paesi emer-genti come la Cina, si radichi tra i consumatori un falso Made in Italy che non ha nulla a che fare con il prodotto originale e che toglie invece spazio di mercato ai prodotti autentici.A tutto ciò si somma l’aberrazione per cui il falso made in Italy, o meglio l’ita-lian sounding, in alcuni casi, viene prodotto grazie all’elargizione di finanziamenti pubblici italiani. È il caso della SIMEST, un evidente caso di “utilizzo improprio di risorse pubbliche”, destinate alla produzione e distribuzione di prodotti alimen-tari nati all’estero, presentati come italiani, ma che nulla hanno a che fare con il tessuto produttivo del Paese. La Coldiretti denuncia che l’attività della “Società italiana per le imprese all’Estero Simest s.p.a.”, società finanziaria controllata dal Ministero dello sviluppo economico si indirizza verso investimenti in attività di delocalizzazione che sottraggono colpevolmente opportunità di lavoro e occupa-zione al sistema Italia”. In sintesi, il Ministero dello Sviluppo, attraverso la Simest, sta finanziando imprese italiane per produrre e commercializzare all’estero pro-dotti che di italiano hanno solo il nome e che fanno concorrenza sleale a tutte le produzioni tipiche espressione vere del territorio.

SINDACALE

miliardidi falsoMadein Italy

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Il Governo non provochi gli agricoltori

Riduzione IMU Coldiretti Pavia ha promosso un’iniziativa ripresa in tutta la Lombardia

Lo stop alle facilitazioni fiscali sui terreni rischia di essere interpretato come una vera provocazione nei confronti del mondo agricolo “Il Governo non provochi gli agricoltori”. È l’ammonimen-to del presidente della Coldiretti, Sergio Marini, dopo la decisione dell’esecutivo di chiedere il ritiro dell’emenda-mento che prevedeva una differenziazione del trattamen-to fiscale per chi il terreno lo usa per vivere e lavorare.

La scelta, arrivata attraverso il Ministro per i Rappor-ti con il Parlamento, Piero Giarda, ha rappresentato una vera e propria “doccia fredda”. L’emendamento al decreto Milleproroghe andava a riequilibrare gli effetti dell’applicazione dell’IMU sui terreni agrico-li attraverso una ulteriore riduzione, da 110 a 90, del moltiplicatore dei redditi dominicali per gli agricoltori “professionali” (coltivatori diretti, iscritti nella relativa

gestione previdenziale ed assistenzia-le, e Iap).“Gli atteggiamenti come questi rischia-no di essere letti come vere provoca-zioni nei confronti del mondo agricolo che, in un momento così difficile, sa-rebbe bene astenersi dal fare.

Si trattava di un provvedimento a costo zero per lo Stato che riportava equità in una norma nata male e che aveva già avuto il via libera del Parlamento e dei Ministeri dell’economia e delle Politi-che Agricole”.

Secondo Coldiretti il bene terra, se utilizzato come fattore della produzio-ne in un’impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a fondi agricoli specu-

lativi o per fini hobbistici.

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SINDACALE | 11

Il Governo non provochi gli agricoltori

Riduzione IMU Coldiretti Pavia ha promosso un’iniziativa ripresa in tutta la Lombardia

“Consapevoli che gli agricoltori, come tutti i cittadini, dovranno sopportare i sacrifici imposti dalla crisi ma anche certi che la nostra categoria non debba essere penalizzata rispetto alle altre, proseguendo instancabili nella nostra azione sindacale, abbiamo scritto ai sinda-ci di tutti i comuni della Provincia – afferma Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – per chiede-re che, nell’ambito delle loro facoltà, applichino la tariffa IMU ai fabbricati agricoli nella misura minima consentita dalla legge”.

...a pagina 20, la nuova IMU nel dettaglio

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Secondo le rilevazioni Eurostat in sei anni, dal 2005 a oggi calo del 10,9 per cento contro un incremento europeo dell’11,8Negli ultimi sei anni i redditi in agricoltura sono diminuiti del 10,9 per cento. È il dato choc che scaturisce dall’ultima rile-vazione di Eurostat. I lavoratori italiani in agricoltura hanno visto dal 2005 ad oggi crollare i loro redditi nonostante a li-vello europeo la situazione complessiva sia migliorata con un incremento dell’11,8 per cento. Una vera e propria anomalia spiegabile con la presenza delle pesanti distorsioni all’interno della filiera agroalimentare tricolore. Peggio degli Italiani è andata solo a Greci, Portoghesi, Maltesi e Lussemburghesi, mentre Tedeschi e Francesi hanno guada-gnato rispettivamente il 29,8 per cento e il 10 per cento. Un primo segnale di speranza viene dal dato 2011, che per il nostro paese fa segnare un aumento dell’11,4 per cento dei redditi. Un risultato che supera quello medio comunitario, fermo al +6,7 per cento, e che ci colloca stavolta davanti a Francesi e Spagnoli, che hanno visto una leggera diminuzione rispetto al 2010, ma non ai Tedeschi, che “incassano” un buon 29,8 per cento. Va d’altro canto sottolineato che l’anno precedente il nostro paese era stato uno dei pochi a far registrare un segno negati-

vo. Al vertice della classifica ci sono, invece, Rumeni e Unghe-resi, che hanno sicuramente beneficiato dell’ingresso nell’U-nione. Le rilevazioni Eurostat indicano anche un aumento sia dei prezzi pagati agli agricoltori europei (+7,5 per cento), sia dei costi di produzione (+9,7 per cento), mentre il lavoro in agricoltura è diminuito complessivamente del 2,7 per cento.Una situazione preoccupante – ha commentato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – che segnala una maggior difficoltà delle nostre imprese ad affrontare la concorrenza dei colleghi europei. Una situazione a cui si può mettere mano efficacemente con l’applicazione delle norme sull’etichettatura di origine, rendendo consapevole l’acquisto da parte dei consumatori. La lotta alla contraffazione e la pro-mozione della qualità made in Italy sono gli strumenti che abbiamo a disposizione e che dobbiamo mettere in atto per salvare la nostra agricoltura”.

Crollano i redditi in agricoltura

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SINDACALE | 13

Apertosi con la Parmalat finita nelle mani della fran-cese Lactalis, il 2011 si chiude con un altro storico marchio del made in Italy a tavola che parlerà stra-niero. Dopo le indiscrezioni della scorsa settimana, è stata ufficializzata l’acquisizione del settanta per cento delle azioni di Gancia, la casa vitivinicola nota per lo spumante, da parte della Russian Standard Corporation, società russa leader nella produzione di vodka. Dopo Gancia e Parmalat, un altro pezzo del made in Italy a tavola finisce in mani straniere. L’a-zienda Ar Alimentari spa, primo produttore italiano di pomodoro pelati, è stata acquisita dalla società inglese Princes, controllata dal gigante giapponese Mitsubishi. Il gruppo anglonipponico ha rilevato il 51 per cento di quote di una nuova società nella quale è conflui-to lo stabilimento pugliese di Borgo Incoronata della ditta italiana. L’azienda Ar è attiva nella produzione di conserve e ha un fatturato di circa 300 milioni di euro. Solo il 20 per cento delle vendite del gruppo sono realizzate in Italia mentre il giro d’affari all’este-ro spazia fra il 30 per cento per l’Inghilterra, il 20 per cento per la Germania, il 10 per cento per l’Africa, l’8 per cento per la Francia, con una percentuale minore per la Grecia, gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone, l’Austria e il Sud America. L’inglese Princes è con-

trollata dalla Mitsubishi Corporation dal 1989 ed ha realizzato da allora ben 22 acquisizioni e fusioni classificandosi tra le società europee con maggiore rapidità di crescita. Ma questi sono solo l’ultimo segnale di un interesse crescente dei grandi gruppi esteri per il made in Italy, con il suo patrimonio di im-magine e credibilità conquistato sui mercati. Negli anni scorsi, erano finiti fuori dai confini altri importan-ti marchi della dieta mediterranea come Bertolli, Carapelli e Sasso nell’olio di oliva, che sono ora di proprietà degli Spa-gnoli del gruppo Sos. Andando ancora indietro nel tempo, hanno cambiato di mano anche la pasta Buitoni e i cioccolatini Perugina, ora entrambi targati Nestlè, ma anche i formaggi Galbani, Cademartori e Locatelli diventati di proprietà della francese Lactalis. Resta quindi la preoccupazione per una tendenza che, “fa te-mere per la delocalizzazione in un settore dove la qualità e il valore aggiunto della produzione agricola italiana ha consen-tito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi. In un solo anno sono stati ceduti all’estero tre pezzi importanti del Made in Italy alimentare che sta diventando un appetibile terra di conquista per gli stranieri. Un processo favorito dalla crisi di fronte al quale occorre accelerare nella costruzione di una filiera agricola tutta italiana che veda direttamente prota-gonisti gli agricoltori per garantire quel legame con il territo-rio che ha consentito ai grandi marchi di raggiungere grandi risultati”.

La grande fuga Da Parmalat a Gancia al re dei pelati, i grandi marchi dell’agroalimentare italiano finiscono all’estero

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Ogm: in Europa, la BASF getta la spugna “Non c’è

convenienzaeconomica”

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Ogm in Europa, la Basf getta la spugna. La multinazionale tedesca ha annunciato l’intenzione di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici de-stinati all’Unione europea. La decisione prevede anche la ces-sazione in Europa della coltura a fini industriali della patata

Amflora, la cui produzione era limitata a pochi centinaia di ettari nei Paesi del Nord Europa. “Questi tipi di tecnolo-gia non sono sufficientemente accettati dalla maggio-ranza dei consumatori, degli agricoltori e dei respon-sabili politici – si legge in un comunicato della Basf -.

Per questo non c’è ragione economica per continuare a investire in prodotti che devono essere esclusivamente col-

tivati in questo mercato”. La multinazionale tedesca prende giustamente atto della crescente opposizione della maggio-ranza dei cittadini europei che in quasi due casi su tre (61 per cento) si sono detti molto contrari ai cibi geneticamente mo-dificati. Si prende finalmente atto che gli Ogm spingono verso un modello di sviluppo omologante che non si adatta all’a-groalimentare che in Europa è vincente solo se punta sulla distintività”. Secondo Coldiretti la scelta della Basf non potrà non essere presto seguita anche dalle altre multinazionali. Lo dimostra il calo della superficie coltivata a Ogm in Europa che si è progressivamente ridotta negli ultimi anni fino ad appena 91.643 ettari (2010) mentre su un totale di 27 paesi dell’U-nione Europea solo in 6 è stato coltivato mais Ogm (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia, e Repubblica Ceca). Sono invece solo 450 gli ettari coltivati con patata Amflora da seme che è presente solo in tre paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca). “L’abbiamo sostenuto e ripetuto con assi-duità – commenta Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldi-retti di Pavia – la scelta OGM, tralasciando gli aspetti morali e salutistici che pure hanno enorme importanza, non è econo-micamente vantaggiosa per la nostra agricoltura. Se in altri contesti può essere presa in considerazione, in Europa e in particolare in Italia, dobbiamo perseguire la strada della qua-lità e della distintività per dare peso al bagaglio culturale e alla straordinaria tradizione enogastronomica che si basa sui prodotti tradizionali locali. Un concetto in netto contrasto con l’omologazione che consegue le coltivazioni OGM”.

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| 15SINDACALE

A fronte di una decrescita generale delle immatricolazioni universitarie nell’intero paese i corsi di agronomia, zootecnia o simili hanno visto una crescita dell’11%. Secondo i dati della Higher Educations Statistics Agency della UK, in numero di studenti immatricolati nei corsi accade-mici di agronomia e zootecnia è più alto di quello degli altri corsi.Tra il 2008 ed il 2011 c’è stata una cresci-ta dell’11% di immatricolazioni nei corsi di studi agricoli, o quelli ad esso colle-gati, e una crescita del 2% di coloro che hanno deciso di proseguire in quell’am-bito il percorso accademico (Master o dottorati). Per fare un paragone nei cor-si, per esempio, di lingue e architettura, c’è stato un calo del 6%.Il portavoce dell’Harpers Adams Univer-sity College, ha dichiarato che le imma-tricolazioni per quest’anno accademico sono state le più numerose mai registra-te fino ad ora.“Ben 176 gli studenti che si sono imma-tricolati, un aumento del 21% rispetto

allo scorso anno e addirittura del 60% rispetto ai precedenti cinque anni”, ha spiegato il portavoce. “Ci aspettiamo, ha ag-giunto, che il trend continui anche il prossimo anno”.Una tendenza che in qualche misura si è concretizzata anche in Italia dove sempre più giovani si avvicinano all’agricoltura e la percentuale di imprese condotte da under 30 è netta-mente superiore a quella degli altri settori. Effetto indotto an-che dall’impegno di Coldiretti nell’educazione alla campagna attraverso il progetto di EduCA, Educazione alla Campagna Amica, che tende ad avvicinare i giovani studenti, fin dalla più tenera età alla filosofia e alla vita della campagna.Il progetto EduCA a Pavia, nell’anno scolastico in corso, por-terà i tecnici e le imprese di Coldiretti ad incontrare oltre 3.000 studenti di ogni ordine e grado in aula e durante visite in azienda per avvicinarli al lavoro della terra, all’allevamen-to e alla conoscenza dei ritmi stagionali e delle specialità del nostro territorio. L’esperienza diretta si trasforma in un for-midabile strumento di promozione indirizzando i giovani alla riscoperta del settore agricolo Contemporaneamente l’attivi-tà formativa delle Fattorie didattiche ha aperto alle imprese agricole multifunzionali un nuovo e vantaggioso panorama di opportunità, anche commerciali, che completano l’impresa tradizionale.

Dal College al Camp …us

Nel Regno Unito sempre più

studenti scelgono l’agricoltura

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Lo scorso 13 gennaio, presso Palazzo Coldiretti, il Consiglio direttivo della nostra Organizzazione ha incontrato la Giunta dell’Amministrazione provinciale di Pavia al completo.Dall’incontro è emerso soprattutto il desiderio di avviare una collaborazione ancora più forte su tutti i temi che implica-no l’agricoltura, l’alimentazione e la gestione del territorio in genere. Alla testimonianza del presidente Daniele Bosone, che ha delineato una sintesi di quanto fatto e di quanto l’Ammini-strazione si appresta a fare, i dirigenti di Coldiretti hanno potuto sommare il confronto diretto con l’Onorevole Angelo Zucchi. L’Onorevole ha riportato all’Assemblea la relazione alla Commissione di inchiesta sulla Contraffazione nel settore agroalimentare.La Coldiretti ha voluto presentare alla Giunta provinciale un caleidoscopio delle proprie attività attraverso le sintetiche te-stimonianze dei dirigenti e dei funzionari di settore alla guida dei servizi e degli Enti economici collegati a Coldiretti.Ne è emerso un quadro ampio e strutturato su una realtà che non ha pari per organizzazione e che si fregia di una gran-de dinamicità e della capacità di mettere in pratica le azio-ni necessarie a concretizzare il grande progetto della Filiera Agricola Italiana partendo dal territorio e mettendo al centro l’attività agricola.

Le varie relazioni, ma soprattutto le conclusioni del presiden-te Giuseppe Ghezzi, attraversando, nei vari settori, dal vino al riso a tutte le produzioni provinciali, l’economico, la proget-tualità, il territorio e il sociale, hanno fatto emergere il quadro di un Associazione che sta operando secondo un progetto unico, concreto e di valore per l’intera società.È prepotentemente affiorata una visione comune su molti aspetti, con la consapevolezza che la condivisione e la siner-gia di azione sgombreranno la strada dalle difficoltà oggetti-ve che la critica situazione generale impone.Un’attenzione particolare è stata dedicata al problema dei danni causati dalla selvaggina e alle iniziative che, su solle-citazione di Coldiretti, l’Amministrazione provinciale inten-de attuare. A tal proposito è stata consegnata al presidente Bosone una lettera, che riportiamo integralmente a firma di Gianluca Marchesi, membro di giunta della Coldiretti, e im-prenditore di Zavattarello, comune nella zona particolarmen-te interessato al fenomeno.

Per sottolineare l’esasperazione dei nostri Associati e definire il forte impegno che Coldiretti dedica al problema , sono sta-te consegnate ufficialmente al presidente Daniele Bosone le prime 3.000 petizioni firmate a sostegno dell’impegno con-tro l’abnorme sviluppo di alcune specie di fauna selvatica.

Dal dibattito tra il Consiglio di Coldiretti e la Giunta provinciale è emersa la volontà di dar vita ad un nuovo percorso ancor più collaborativo

Testimonianza dell’On Angelo Zucchi sulla relazione in Commissione di inchiesta sulla contraffazione

agroalimentare

Coldiretti incontra la Provincia

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Incontro con la Giunta dell’Amministrazione Provinciale

Vorrei iniziare ricordando le parole del Presidente Sergio Marini quando dice che l’agricoltura è un bene pubblico per la

funzione che svolge. Non oso immaginare l’ambiente, l’aspetto dei territori senza la cura degli agricoltori e, se è cosi impor-

tante, la funzione del settore primario nella scenografia generale, questo è indispensabile per la cura e l’aspetto delle zone

di montagna del nostro Oltrepò. Quindi, chi è impegnato nella coltivazione delle terre di montagna, svolge sicuramente una

funzione pubblica.Il presidio del territorio è il “compito” principale di chi ha scelto di rimanere in agricoltura in queste zone. Crisi, aumento

dei prezzi delle materie prime, dei costi di gestione e scarsa rendita dei terreni, a fronte della diminuzione del reddito, non

facilitano di certo la permanenza degli agricoltori nell’alto Oltrepò, spesso lontani dai grandi centri abitati e quindi dai

principali servizi. La nostra perciò è un’agricoltura difficile, fragile che permette ancora a qualche Comune e sicuramente a

qualche piccola frazione di avere una luce accesa nelle loro case. Lo spopolamento non è l’unico problema che ci colpisce,

il ricambio generazionale è scarso, in un comparto che offre poche prospettive economiche anche a causa di una ristretta

varietà di colture da mettere in atto.Mancano strade efficienti, collegamenti non adeguati che penalizzano anche la valorizzazione turistica del territorio e le

imprese artigiane presenti. Lo scenario delle nostre colline non ha avuto e continua a non avere, specie dalle istituzioni, quel

sostegno pubblicitario e promozionale che serve agli agriturismi, agli spacci aziendali di vendita di prodotti locali, ma anche

alle attività commerciali, produttive, ricettive e di interesse culturale che sono presenti nell’Alto Oltrepò.

Quindi, in generale, dico che è importante ascoltare e sostenere l’agricoltura della nostra Provincia, così come è necessario

ed urgente intervenire a favore degli agricoltori della montagna perché i nostri monti non servano solo per fare delle belle

fotografie per qualche copertina di libri.Quando dico che è necessario ed urgente intervenire mi riferisco anche ad uno degli ultimi problemi che abbiamo già da mesi

segnalato e cioè al disagio creato dagli animali selvatici ed in particolar modo dai cinghiali. La loro presenza ha raggiunto

ormai quote preoccupanti e gli interessi sportivi ed economici di alcune persone, non possono essere fatti a spese dell’agri-

coltura locale, ma soprattutto della sicurezza stradale di tanti.

Purtroppo, sono gli 88 incidenti stradali avvenuti negli ultimi 10 mesi che hanno fatto prendere coscienza all’opinione

pubblica del problema di cui soffrono da anni gli agricoltori. Proposte di indennizzi irrisorie e spesso non riconosciuti hanno

interessato, nel caso dei seminativi della zona di Varzi, 80,02 ettari nel 2007; passati poi ad 84,52 nel 2008; 218,49 ha

nel 2009; per scendere a 103,52 ha nel 2010 e per finire nel 2011 a 178,93 ha. Si nota che dal massimo della superficie

interessata nel 2009 con i 218,49 ettari, si è passati ad una diminuzione dei terreni denunciati fino a 178,93 ha, dato riferito

a settembre dello scorso anno. Il dato in calando non significa che i danni e la presenza dei cinghiali sono diminuiti, ma

semplicemente perché siamo stanchi di perdere tempo e soldi per compilare le domande per poi non essere considerati.

Ad esempio: per quanto riguarda le aree coltivate ricadenti nelle ZRC e ZRA di Borzana, Crociglia e Panigà, a seguito di

danni, abbiamo immediatamente segnalato agli uffici provinciali ed a quelli dell’ATC5, la necessità di abbattimento per

mano dei selecontrollori con una mail del nostro ufficio zona di Varzi del 3 novembre scorso ma ad oggi, gennaio 2012,

non abbiamo ancora ne visto ne sentito nessuno. Ricordiamo che l’intervento dovrebbe essere organizzato entro le 48 ore

successive alla comunicazione.Certo che l’avvistamento di mangiatoie abusive, collocate in zone escluse alla caccia e magari l’immissione di animali pro-

venienti da allevamenti, il dato non ancora definitivo che indica in 1300 le unità abbattute nella scorsa stagione venatoria,

dimostrano chiaramente che: in primo luogo questi numeri non sono frutto di una riproduzione della specie fatta solo per

mano di madre natura, ed in secondo luogo che la situazione è diventata insostenibile e pericolosa.

Non dovrebbe essere necessaria la raccolta firme messa in atto da Coldiretti e che ad oggi ne conta già circa 3.000. Di fronte

a questa situazione dovrebbe essere il buonsenso che agisce prima di ogni petizione e, se dobbiamo farci sentire più forte,

non fermeremo più i nostri agricoltori che sono pronti a portare i loro trattori davanti a Piazza Italia perché ora sono arrivati

all’esasperazione ma soprattutto si sentono presi in giro.

Presidente, Assessore Lasagna, ci avete promesso di venire a Varzi ad incontrare i nostri agricoltori, lasciamo a voi il calore

della nostra platea quando esporrete gli interventi che deciderete di mettere in atto. Vi attribuiremo anche i meriti se sapre-

te gratificarci, ma al confronto ora non potete più sottrarvi. Mi auguro comunque che non dobbiate mai rendere conto di

incidenti stradali andati a finire peggio di quelli già accaduti: della fatalità nessuno è responsabile ma della negligenza SI.

Detto questo comunque, dobbiamo riconoscere che questa Amministrazione si è dimostrata attenta e propositiva alla so-

luzione del fenomeno, spero non tanto perché si stanno raccogliendo delle firme ed il sostegno di alcune amministrazioni

comunali a favore di un intervento, ma in quanto viene riconosciuto come un problema che interessa molti cittadini. Quindi

queste mie parole non vengano interpretate come una irriverenza, ma come una sollecitazione a lavorare in tempi brevissimi,

per dimostrare buona volontà a sostegno degli agricoltori che in questo momento non Ci e non Vi guardano con occhi buoni.

Vi ringrazio per l’attenzione e vi aspetto con piacere a Varzi.

Marchesi Gianluca Membro di Giunta Coldiretti Pavia

COLDIRETTI PAVIA - ZOnA DI VARZI

13 gennaio 2012

| 17SINDACALE

Page 18: CP 01/2012

I temi principali dell’agricoltura, le variazioni della PAC, le norme fiscali ma soprattutto un proficuo e intenso scambio di opinioni per condividere, con-solidare, e avvalorare l’azione sindacale svolta da Coldiretti, sono i temi che saranno dibattuti negli incontri sul territorio tra la struttura e le imprese associate.

In un momento di forti cambiamenti in cui si manifesta la necessità di essere presenti e attivi sul palcoscenico locale, nazionale e ancor più allargato. Al fine di fornire alle imprese gli adeguati strumenti formativi, i temi specifici che saranno trattati andranno dalla sicurezza sul lavoro alla multifunzio-nalità, dall’evoluzione della PAC alle nuove norme fiscali, dal credito alle assicurazioni e alla previdenza.

Data Orario Zona LuogoVenerdì 3 febbraio ore 9:00 Pavia e Corteolona Cava Manara - Hotel Le GrondeVenerdì 10 febbraio ore 9:00 Casteggio Varzi e Voghera Casteggio – Sala TruffiGiovedì 16 febbraio ore 14:00 Mortara Mortara - Sala Contrattazione MerciVenerdì 17 febbraio ore 9:00 Stradella Broni, Oratorio parrocchialeVenerdì 24 febbraio ore 9:00 Mede Valle Lomellina, Sala PolifunzionaleVenerdì 24 febbraio ore 14:30 Vigevano Gambolò, Sala Litta

n.1 2012 |18

Approfittando della relativa pausa invernale, Coldiretti incontra i Soci in una

serie di assemblee formative in tutta la Provincia

Incontri con gli Associati

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|19ETICHETTOPOLI

L’olio italiano sta diventando un caso internazionale. La notizia è che la Cina, già proprio la Cina, ha chiesto ga-ranzie sull’extravergine in arrivo dal nostro Paese. Pe-chino sospetta che molti brand etichettino olio impor-tato e non solo di provenienza «comunitaria». Dietro la richiesta, decisamente inusuale per il Paese che si è distinto negli ultimi decenni per aver falsificato di tutto - dai giocattoli ai capi delle grandi griffe - ci sarebbero alcuni controlli effettuati dalle autorità doganali.E c’è già chi da noi invoca vendetta su quanti, giornali e giornalisti, hanno sollevato da tempo il problema del finto olio italiano venduto dietro marchi italianissimi ma prodotto con olive di mezzo mondo, talvolta addirittu-ra ammuffite. «Allarme Italia, si vuole affossare il com-porto», titolava il 7 gennaio scorso Teatro Naturale, una delle maggiori risorse sul web dedicate al settore olei-colo. «Olio di oliva, le annunciazioni disinformanti che danneggiano l’economia», scriveva il 9, lunedì scorso, Vini e Sapori. Italiano a parte, il succo è questo: siamo dei pazzi, ci autodenunciamo e non possiamo scanda-lizzarci se poi all’estero cominciano ad avere dei dubbi sulla qualità dei nostri prodotti. Entrambi i siti non ri-sparmiano critiche all’inchiesta sulla mafia dell’olio d’o-liva pubblicata da Repubblica appena prima di Natale e curata dal collega Paolo Berizzi. Fin qui la polemica, nella quale non voglio avventurarmi, anche se ne avrei una gran voglia. Vi confesso solo che sono francamen-te amareggiato per il clima vagamente persecutorio che si sta creando nei confronti di chi ha il coraggio di raccontare quel che scopre. Non parlo tanto di Berizzi

che non ha certo bisogno del sottoscritto per di-fendersi. Il problema è diverso: qualora dovesse emergere dalle indagini in corso curate da Cara-binieri e Corpo Forestale che una parte dell’olio extravergine etichettato sotto brand italiani non solo non ha nulla a che vedere con le olive made in Italy ma arriva addirittura da Paesi extraeu-ropei, cosa si dovrebbe fare? Insabbiare tutto? Archiviare? Basta fare un giro nei supermerca-ti, i nostri supermercati, non quelli di Pechino, per capire quanto finto olio italiano c’è in giro. Questa prova l’ho fatta più o meno un anno fa: era il 20 gennaio dello scorso anno quando - in-dossati i panni del “Casalingo di Voghera” - ho acquistato tutte le marche di olio commericale disponibili nella Gdo della zona proprio per ve-rificare l’origine dichiarata in etichetta. I risultati (li potete vedere a questo link) sono stati scon-fortanti: otto brand, praticamente le marche più diffuse, aggiravano l’obbligo di indicare il Paese di coltivazione delle olive o di produzione dell’o-lio indicando genericamente: «ottenuto con oli extravergini comunitari».Non occorre alcuna indagine di polizia per ca-pire che questo olio è tutto fuorché italiano. E non possiamo scandalizzarci se un altro Paese ci contesta proprio l’origine del prodotto. In attesa di capire come finirà la guerra dell’extravergine ho deciso di rifare la prova etichetta sui prodotti più diffusi nel nostra Paese. Vi racconterò.

sull’olio extravergine italiano. Ma chi trucca l’origine?

di Attilio BarbieriÈ guerracon la Cina

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n.1 2012 | 20

Applicazione sperimentale dell’imposta municipaleCome noto l’art. 8, D.Lgs. n. 23/2011 contenente “Disposizioni in materia di federalismo Fiscale Municipale” prevede l’intro-duzione dell’IMU (imposta municipale propria) dal 2014.Il Decreto in esame ne anticipa “in via sperimentale”, l’appli-cazione a decorrere dal 2012.

Presupposto per l’applicazione dell’imuIl presupposto dell’IMU è il possesso, ex art. 2, D.Lgs. n. 504/92, di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.A tal fine è precisato che per:• abitazione principale si intende “l’immobile, iscritto o

iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”;

• pertinenza dell’abitazione principale si intende quellaclassificata “nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, nel-la misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in ca-tasto unitamente all’unità ad uso abitativo”.

Base imponibile IMULa base imponibile IMU è calcolata applicando:• periterreni agricoli, uno specifico moltiplicatore pari a

130 all’ammontare del reddito dominicale risultante in Catasto rivalutato del 25 per cento. Il moltiplicatore è ridotto a 110 per Coltivatori diretti e Imprenditori Agri-coli Professionali iscritti nella apposita sezione INPS.

• per i fabbricati, i seguentimoltiplicatori all’ammontaredella rendita catastale rivalutata del 5%, qui riportati in tabella:

Gruppo/categoria catastale Moltiplicatore

A (esclusa A/10) 160

A/10 80

B 140

C/2 - C/6 - C/7 160

C/3 - C/4 - C/5 140

C/1 55

D5 80

D (esclusa D5) 60 FINO AL 31/12/2012

65 DAL 1/1/2013

Aliquote IMUÈ prevista un’aliquota IMU:ordinaria, nella misura dello 0,76% che i Comuni, con de-liberazione adottata ex art. 52, D.Lgs.n. 446/97, potranno aumentare o diminuire dello 0,3%. La riduzione potrà es-sere disposta fino allo 0,4% per gli immobili:• nonproduttividiredditofondiario,exart.43,TUIR;• possedutidasoggettiIRES;• locati.

Al riguardo occorre precisare che Il 50% dell’imposta applicata nella misura dello 0,76% è riservata allo Stato. Sul punto la norma recita che “Le detrazioni previste dal presente articolo, nonché le detrazioni e le riduzioni di ali-quota deliberate dai comuni non si applicano alla quota di imposta riservata allo Stato”.

ridotta:• nellamisuradello0,4%per l’abitazioneprincipalee

relative pertinenze che i Comuni possono aumentare o diminuire dello 0,2%;

• nella misura dello 0,2% per fabbricati rurali ad usostrumentale, ex art. 9, comma 3-bis, DL n. 557/93, che i Comuni possono diminuire fino allo 0,1%.

Detrazione per abitazione principaleÈ prevista una specifica detrazione per l’IMU riferita all’a-bitazione principale e sue pertinenze di ammontare pari a € 200 rapportata “al periodo dell’anno durante il quale si protrae tale destinazione”. In merito è altresì precisato che:

• inpresenzadipiùsoggetti,ladetrazionespettaacia-scuno di essi in proporzione alla quota di destinazio-ne dell’immobile ad abitazione principale;

• Per gli anni 2012 e 2013 la detrazione è maggiorata di 50 euro per ciascun figlio di età non superiore a 26 anni purché dimorante abitualmente. L’importo della detrazione non può comunque superare i 400 euro;

• ilComuneinteressatopuò“nel rispetto dell’equilibrio di bilancio” aumentare l’ammontare della detrazione fino a concorrenza dell’imposta dovuta. In tal caso però il Comune non può fissare, per gli immobili a disposizione, un’aliquota IMU superiore a quella ordi-naria;

La nuova IMU nel dettaglio

Page 21: CP 01/2012

SINDACALE | 21

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• l’aliquotaridotta,previstaper l’abi-tazione principale e sue pertinenze, e la relativa detrazione si applicano anche ai soggetti ex art. 6, comma 3-bis, D.Lgs n. 504/92 ex coniuge non assegnatario della casa coniu-gale) e ex art. 3, comma 56, Legge n. 662/96 (anziano/disabile residente in istituti di ricovero o sanitari, pur-ché l’abitazione non sia locata).

Termini e modalità di versamentoÈ confermato che il versamento dell’IMU va effettuato al Comune, per l’anno in corso in 2 rate di pari importo (50%) di cui la prima entro il 16 giugno e la secon-da entro il 16 dicembre, ai sensi dell’art. 9, D.Lgs. n. 23/2011 tramite il mod. F24, con modalità che saranno stabilite con uno specifico Provvedimento dell’Agen-zia delle Entrate.

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Lo scorso primo dicembre presso la Sala Consiliare di Palazzo Coldiretti si è tenuta un’importante riunione con i produttori della provincia interessati alla colti-vazione delle bietole. Il territorio, una volta bacino di produzione di questo tubero, dopo la chiusura degli impianti non ha ancora ben definito la propria voca-zione produttiva e l’occasione è stata propizia per chiarire le idee dei produttori e far luce sulle opportu-nità offerte da questa coltivazione che torna ad essere di assoluto interesse economico. Di seguito pubbli-chiamo l’intervento di Gianluigi Lazzarini, responsabi-le di Nuova ABI.

Dopo la riforma del settore saccarifero del 2006 che ha causato la chiusura di 14 zuccherifici su tutto il territo-rio nazionale e purtroppo anche quello di Casei Gerola, nella nostra Provincia la coltivazione delle barbabietole da zucchero si ridotta a pochissimi ettari.Ora, con la fine del regime transitorio del regolamento comunitario e grazie all’aumento del prezzo dello zuc-chero, si può tornare a parlare di questa coltura con la convinzione di poter proporre una valida alternativa ad altre coltivazioni. Innanzi tutto vorrei chiarire un aspet-to giuridico importante: tutti gli agricoltori interessati possono coltivare le barbabietole anche se negli anni passati hanno ricevuto i contributi per la dismissione dello stabilimento di Casei Gerola. Con la fine del rego-lamento transitorio infatti sono terminati tutti i vincoli che questo prevedeva.Un’ altra domanda che spesso mi viene posta riguarda il pagamento dei costi di trasporto.Il dubbio viene pensando alla distanza che c’è tra le no-stre zone e lo zuccherificio di San Quirico Trecasali in provincia di Parma, nell’accordo interprofessionale sot-toscritto a Luglio 2011 per la Provincia di Pavia, essendo

parte del comprensorio storico, il costo rimane ad esclusivo onere dell’industria saccarifera.Chiariti questi due aspetti passiamo all’analisi economica della coltura. Il primo aspetto è il prezzo della bietola.Dalla campagna 2011 sono terminati gli aiuti previsti sia dalla Comunità Europea che dallo Stato Italiano, l’unico contributo rimasto è quello previsto dall’articolo 68 della PAC che prevede una cifra fissa per ettaro che, rapportato alle produzioni medie, possiamo calcolare in circa 6 Euro per tonnellata bietola indi-pendentemente dalla polarizzazione. La parte più importante, naturalmente, è rappresentata dal valore industriale che per il 2012 sarà di 38,10 Euro per tonnellata di bietole a 16 Gradi po-larimetrici. A questo va aggiunta la spettanza polpe che dallo scorso anno è divenuta molto importante. Vista la presenza nel territorio di numerosi biodigestori la filiera è riuscita a fare degli accordi per valorizzare le polpe surpres-sate in questi impianti ottenendo una cifra pari a 5,90 Euro per tonnellata di bietola indipendentemente dalla polarizzazione. Alle cifre sopra indicate bisogna detrarre la tassa sulla produ-zione dello zucchero che ancora permane che è pari a 0,78 Euro per tonnellata di bietola a 16 gradi polarimetrici.

Riassumendo:

Prezzo industriale base 16°

38,10 € Di cui acconto di 24 € sal-dato il giorno 20 del mese successivo la consegna e saldo il 5 Gennaio

Articolo 68 6,00 € Pagato con la domanda unica

Valorizzazione pol-pe surpressate

5,90 € Pagato tramite le associa-zioni entro il 30 Marzo

Tassa sulla produ-zione art. 16 reg. CE 318/06

-0,78 €

TOTALE 49,22 €

Per la prima volta all’interno dell’accordo interprofessionale è stato previsto un prezzo minimo garantito che è quello indicato in tabella ed una eventuale integrazione qual’ora il prezzo dello zucchero rimanga a quotazioni superiori ai 660 € per tonnel-lata. Le eventuali cifre superiori a questa soglia verranno divise

BIETICOLTURAn.1 2012 | 22

un momento dell’incontro sulle bietole presso la sala consigliare di Palazzo Coldiretti

una coltura interessante per il 2012La bietola

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BIETICOLTURA | 23

al 50% per la parte industriale ed il restante 50 % alla parte agricola. È sempre difficile ed aleatorio prevedere le evoluzioni del mercato in ogni caso possiamo dire che condizioni di mercato pari a quelle del 2011 garan-tirebbero un aumento di prezzo di circa 4 Euro per ton-nellata di bietola. Il prezzo che ci viene riconosciuto non è però sufficiente a determinare la convenienza di una coltivazione, l’aspetto produttivo ed i costi sono fon-damentali per poterne valutare l’effettiva convenienza.Fino a qualche anno fa le produzioni medie non supe-ravano le 8 – 8,5 tonnellate di saccarosio per ettaro (50 – 53 tonnellate di radici a 16 ° polarimetrici), negli ultimi anni le produzioni sono progressivamente aumentate fino allo scorso anno quando ben il 39 % dei coltivatori ha superato le 11,5 tonnellate di saccarosio (71,8 tonnel-late di radici a 16°) ed un altro 27 % ha superato le 9,4 tonnellate di saccarosio (58, 7 tonnellate di radici a 16°).L’aumento produttivo di questi anni è certamente do-vuto a più fattori quali il miglioramento delle varietà e ad alcune tecniche colturali migliorate, aumento della quantità di azoto distribuita, utilizzo dove possibile dell’irrigazione, miglioramento dei prodotti anticerco-sporici. Certamente il miglioramento delle varietà ha consentito di sfruttare al meglio le nuove tecniche col-turali e l’introduzione di varietà tolleranti ai nematodi estremamente performanti ha permesso ottimi risultati

anche in quegli areali storici dove i terreni sono spesso colpi-ti da questo patogeno. Il valore delle nostre bietole cambia al variare della polarizzazione e c’è sempre il timore di incappare in una annata a basso titolo, la formazione attuale del prezzo che prevede due voci non alterate da questo fattore, articolo 68 e valore polpe surpressate, mitiga le differenze di prezzo fra una polarizzazione e l’altra. Importante è produrre molte tonnellate di saccarosio per ettaro, una tonnellata di saccarosio vale circa 300 € di media e se moltiplichiamo questo valore per i dati produttivi del 2011 arriviamo a poter ipotizzare introiti fra i 2800 ed i 3500 € per ettaro considerando le medie produttive sopra indicate.Il costo dei mezzi tecnici per la produzione, seme, concimi, di-serbi e trattamenti, può variare fra 800 e 900 € per ettaro; il costo delle lavorazioni meccaniche, dall’aratura al carico com-preso le irrigazioni e la distribuzione di concime e trattamenti fitosanitari, in funzione della quantità di operazioni eseguite di-rettamente dall’azienda agricola può variare fra i 600 ed i 900 € per ettaro, per un costo complessivo compreso fra i 1400 ed i 1800 € per ettaro.Con i dati sopra esposti riteniamo che avere un obiettivo di margine utile che si avvicini o che possa superare anche di mol-to i 1000 € per ettaro non sia per nulla utopistico il ché ci porta a sostenere che la coltivazione della barbabietola da zucchero nella provincia di Pavia possa tornare a pieno titolo all’interno delle nostre rotazioni agrarie.

Nella riunione dello scorso 20 gennaio, il CIPE ha definito la

prima assegnazione a copertura dell’aiuto nazionale previ-

sto dall’art. 36 del reg. (CE) n. 318/2006 per la campagna

di commercializzazione 2009-2010 per un importo di 35

milioni di Euro.

Il Cipe sblocca 35 milioni di euro per gli aiuti nazionali campagna 2009-2010 Questi contributi sono fortemente attesi dall’intera filiera

bieticola, dai lavoratori come dalle imprese, da diversi anni.

Lo stanziamento necessario a coprire l’intero fabbisogno

dell’aiuto nazionale, in particolare per la campagna 2010-

2011, verrà definito con un successivo provvedimento.

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Un caloroso benvenuto da parte di Coldiretti Pavia accoglie il nuovo direttore del Consorzio di Tutela dei Vini Doc Oltrepò Pavese, Matteo Marenghi. La promozione della qualità, il riconoscimento all’eccellenza delle caratteristiche del nostro territorio e delle sue specialità, il vantaggio delle imprese agricole produttrici e la soddisfazione dei consumatori sono gli elementi che dovranno essere ricercati per un concreto rilancio della nostra vitivinicoltura.

Matteo Marenghi

la lettera di...

È con vivo piacere cha accolgo l’invito del direttore Giovanni Roncalli a presentarmi sul periodico della Coldiretti di Pavia.

Mi chiamo Matteo Marenghi e dal primo di gennaio di questo anno ho assunto, con entusiasmo, l’incarico di direttore del Consorzio di Tutela dei Vini Doc Oltrepò Pavese. Sono un agronomo, specializzato nel settore vitivinicolo e che da anni lavora soprattutto nel seg-mento della comunicazione. Sono anche giornalista e, oltre a collaborare con le principali testate del com-parto, ho diretto per 11 anni la rivista tecnico-scien-tifica “Vignevini” edita dal Sole 24 Ore. Grazie al mio lavoro ho avuto modo di conoscere tantissime realtà

Page 25: CP 01/2012

VITIVINICOLO | 25

in giro per l’Italia e non solo, di dialogare con le Università ed i centri di Ricerca, ma anche di partecipare ad incontri e dibattiti sulle te-matiche che di volta in volta hanno attraver-sato il mondo del vino. Ora, questo nuovo incarico mi obbliga a focalizzare sulle pro-blematiche e risorse specifiche del territorio dell’Oltrepò Pavese, una realtà che conosce-vo in quanto piacentino (siamo confinanti…) ma che devo certamente approfondire nelle sue tante sfaccettature.È con questo bagaglio che mi appresto a lavorare a favore della vitivinicoltura locale, consapevole anche che, venute meno, per legge, le competenze dei Consorzi di tutela a riguardo dei controlli, il fulcro dell’azione di questi organismi diviene ora la promozione e la comunicazione (unitamente alla tutela ed alla vigilanza). Credo che, molto pragma-ticamente, o un Consorzio riesce a valoriz-zare il prodotto dei propri associati, permet-tendo loro di vendere meglio, o non serve. È pertanto lungo queste direttrici che intendo muovermi, con l’avvallo ed il fondamentale supporto del presidente Paolo Massone e del consiglio di amministrazione.Ovviamente non trovo un territorio ‘vergine’ ma caratterizzato da decenni di scelte pro-duttive e strategiche, che devo rispettare. Proseguiremo quindi certamente nell’esalta-zione del Cruasè e della spumantistica me-todo classico in genere, mettendo maggior-mente a frutto la prestigiosa Docg ottenuta e facendo perno sul vitigno principe che è il Pinot nero. Anche perché questo è un ar-gomento che ci conferisce buonissime carte

da giocare nel sovraffollato ed insofferente mondo della co-municazione, ma non ci dimenticheremo di spianare la strada anche agli altri vini del territorio. Bisogna tuttavia che ci diciamo da subito che comunicare è cruciale ma difficile, ed i risultati si vedono solo a distanza di tempo. Personalmente ritengo che occorra anche svecchia-re la tecnica della comunicazione, cercando di raggiungere direttamente il consumatore nei luoghi e nel momento del consumo. Per fare ciò bisogna rivolgersi non solo al tradizio-nale canale dei media ma stringere alleanze e rapporti con il mondo della distribuzione, della ristorazione e della mesci-ta. Ai giorni nostri, così pregni di opzioni di comunicazione ‘avanzate’, è strabiliante riconoscere che fondamentale rima-ne il ‘passaparola’ positivo fra consumatori che, avendo potu-to assaggiare il prodotto, lo hanno apprezzato e pertanto lo consigliano ad altri. Noi dobbiamo favorire questo contatto, che è anche fisico, fra il nostro vino ed i potenziali clienti. Im-portanti a questo fine sono pure i supporti offerti dalle nuove tecnologie, come il mondo dei blog, che coinvolge un numero crescente di persone.Di certo viviamo tempi difficili, e non solo per il comparto agricolo. Siamo attori (anche se ci sentiamo spesso solo spet-tatori …) inconsapevoli di cambiamenti epocali; si stanno ve-locemente spegnendo vecchie modalità produttive, obsolete logiche economiche e superati schemi sociali, ma non riuscia-mo ancora ad intravedere le nuove opzioni, che comunque arriveranno. In tutto questo appare comunque chiaro che il mondo agricolo deve necessariamente aprirsi al mercato e ritengo che una struttura come il Consorzio possa, o meglio debba, aiutare i produttori ad ampliare gli orizzonti creando nuove opportunità di vendita, accompagnandoli con la comu-nicazione e perché no, anche fisicamente, su nuove piazze alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali.

Cordiali salutiMatteo Marenghi

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(Col)direttamente nel bicchiere:

“Roncolongo”Azienda Agricola Bisi

ne, il logo dell’Azienda, l’annata di vendemmia (in bian-co) e il nome del vino (in rosso): un effetto di estrema eleganza che mi fa pensare ad una bottiglia sontuosa-mente “vestita in frac”.

Nel bicchiere si presenta subito di un bel rosso rubino, pie-no e carico, attraversato da riflessi di luminosa vivacità che ci invitano a berlo e che ci fanno pensare a un vino ancora in odor di gioventù.Il naso non tradisce: è una barbera; i sentori tipici di picco-li frutti rossi (mirtillo, prugna) ci sono ben presenti, “legati” dall’inconfondibile nota “terrosa” che è il marchio del viti-gno… seguono note erbacee di corteccia, il tutto sostenuto da una non banale spinta alcolica. Un bouquet che, nonostante all’esterno ci siano 35°, mi fa desiderare subito un bell’arrosto di manzo…Lo assaggiamo, dunque, RONCOLONGO. È un piacere per il palato con l’acidità tipica del vitigno che si fonde con la possanza dell’alcol (14,5% in etichetta…), con la morbidezza non spinta che ben si amalgama con i pochi tannini presenti (anche qui una caratteristica saliente della barbera), con la persistenza ben evidente, ma non aggressiva… perbacco!!! O, meglio, Per Bacco!!!Questo vino, per la somma di caratteristiche che presenta, ce lo immaginiamo in evoluzione almeno ancora per 5/6 anni… ammesso che si riesca a non cedere alla tentazione di berlo subito!In merito agli abbinamenti, l’arrosto di manzo già citato è solo una delle scelte possibili per RONCOLONGO. Costolette o co-sciotto d’agnello, maialino alla brace, stinco di maiale sono va-lidissime alternative, ma… in una nostrana, nebbiosa, umida e fredda sera invernale, lasciatevi coinvolgere da questo vino in una cena “calorosa” a base di Cassoeula!

Congratulations, Mr. Claudio Bisi!!!

Roberto PaceDelegato FISAR Pavia

VITIVINICOLOn.1 2012 | 26

“Noi siamo custodi della terra che ci è stata data dai nostri genitori, dobbiamo coltivarla con cura senza toglierle nulla per poterla dare ai nostri figli. Da questa terra nasce un vino dal carattere unico e inconfondibile che è l’espres-sione del luogo e dell’uomo.”

Nel 2007 la Famiglia Bisi ha festeggiato gli 80 anni di viticoltura di qualità ed ecco come Claudio Bisi apre il volume dedicato agli otto decenni di intenso lavoro della sua Azienda, sita in quel di San Damiano al Colle, terra la cui vocazione per i vini rossi affonda le radici nella storia.Questa azienda rappresenta oggi una realtà impor-tante nel panorama vitivinicolo dell’Oltrepò Pavese, fiera nell’aver mantenuto intatto il legame con la terra e l’identità strettamente familiare.L’Azienda Agricola BISI è sempre rimasta fedele ad una filosofia produttiva rigorosa improntata all’otte-nimento di prodotti innanzitutto genuini, di qualità, di una qualità vera, percepibile e condivisibile pur cer-cando ogni anno di migliorare senza cedere o lasciarsi contaminare da mode effimere o cadere in scelte più facili e commerciali.Il richiamo alle moderne tecnologie è nei processi di vinificazione il cui obiettivo non è la quantità, ma la qualità. Il rispetto dei cicli biologici della terra e del-le sue piante non consente di produrre grandi partite ogni anno, ma lascia spazio e tempo per curare la vini-ficazione, l’imbottigliamento e il riposo del vino. Que-sta è la filosofia dell’Azienda Agricola BISI che, nei 30 ettari di vigneti di proprietà collocati in alta collina a San Damiano al Colle e Montù Beccaria e nella moder-na cantina (totalmente rinnovata nel 1996) produce annualmente circa 120.000 bottiglie.Il vino che oggi ci troviamo (Col)direttamente nel bic-chiere è uno dei fiori all’occhiello della produzione di Claudio Bisi; parliamo di RONCOLONGO, Barbera IGT, annata 2007 (quella dell’80°…), la cui scheda tecnica ci riempie di promesse.Cominciamo dalla bottiglia, una classica bordolese scura, con capsula nera ed etichetta del medesimo colore, al cui interno appaiono, con estrema discrezio-

VITIVINICOLOn.1 2012 | 26

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Vino: produzione rivista al ribasso

Calo record della produzione di vino in Italia per effetto del crollo del 14 per cento della raccolta di uva nella vendemmia nel 2011 con una produzione stimata attorno ai 40 milioni di ettolitri. L’analisi viene dalla Coldiretti in occasione della diffusio-ne dei dati Istat sulla produzione industriale sulla base delle previsioni Ismea che attestano peraltro la buona qualità del Made in Italy.

Sul piano qualitativo oltre il 60 per cento della pro-duzione è stata destinata a uno dei 517 vini Docg, Doc e Igt riconosciuti in Italia. Per effetto del crol-lo nella vendemmia l’Italia perde il primato quan-titativo mondiale nella produzione a favore della Francia balzata oltre i 50,2 milioni di ettolitri (+11% rispetto al 2010) ma rischia di essere superata an-

che dalla Spagna dove il calo è stato contenuto al 2 per cento per un totale di 39,9 milioni di ettolitri. A fare da contraltare c’è l’ottimo risultato registrato per la vendita di vino italiano all’estero con un aumento delle esportazioni del 25 per cento in valore nel 2011. Un vero e proprio record con le aziende italiane che hanno realizzato un fatturato stimato in 4 miliardi di euro, in aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno.

Questo risultato è dovuto in particolare alla forte azio-ne di promozione che Coldiretti sta attuando.Anche nella nostra provincia l’esperienza, ancora in evoluzione, avanzata con Promos ha dato grandi risul-tati e le imprese che hanno partecipato stanno racco-gliendone i frutti.

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Grazie alla promozione Cresce l’export

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Deroga utilizzo effluenti in zone vulnerabili

SISTRI: confermato l’esonero

Scadenza presentazione richieste: 15 febbraio 2012

Il decreto Milleproroghe conferma fino al 2 luglio 2012 l’esclusione delle imprese dall’obbligo di iscrizione al sistema

La Comunità Europea il 3/11/2011 con decisione 2011/721/UE ha accolto favorevolmente la richiesta di deroga presentata dall’Italia con riguardo alle regioni Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.Di cosa si tratta:• leaziendeagricoleconterreniinzonavulnerabileinbasealla

direttiva nitrati potrebbero utilizzare un quantitativo massi-mo di azoto al campo da effluente da allevamento pari a 170 kg/ha/anno

• laderogaapprovatanelmesedinovembre2011dà lapos-sibilità di aumentare tale quantitativo a 250 kg/ha/anno da effluenti bovini e effluenti suini trattati, questa possibilità vie-ne concessa tramite una richiesta che le aziende interessate devono presentare individualmente entro il 15 febbraio di ogni anno

Nella provincia di Pavia i comuni ricadenti in zona vulnerabile sono Cervesina, Costa de’ Nobili, San Zenone al Po, Spessa, Voghera; altri comuni hanno parte del territorio in zona vulnerabile che coin-cide sostanzialmente con i terreni all’interno delle golene di fiumi e torrenti.

Effluenti oggetto di derogaEffluenti bovini da carne e da latte:• letami

Imprese agricole esonerate dal Sistri. L’intenso lavoro portato avanti da Coldiretti ha raggiunto un altro essenziale risultato sul piano della semplificazione: l’articolo 13 del decreto legge cosid-detto “milleproroghe” (decreto legge 29 dicembre 2011, n.216) conferma, fino al 2 luglio 2012, il regime di esonero dall’iscrizione al Sistri, il Sistema di tracciabilità dei rifiuti, per le imprese agrico-le che conferiscono fino a 100 kg l’anno di propri rifiuti a circuiti organizzati di raccolta (previsto dall’articolo 39, comma 9, del de-creto legislativo 3 dicembre 2010, n.205) e sposta dal 9 febbraio 2012 al 2 aprile 2012 la data di avvio dell’operatività del sistema per diverse categorie di imprese tra cui quelle che producono rifiuti pericolosi e che hanno più di dieci dipendenti.Per poter beneficiare del regime di esonero le imprese devono di-mostrare la saltuarietà e l’occasionalità dei conferimenti di rifiuti

• liquami• frazioniseparate• digestati da liquami bovini anche inmiscela con biomasse

vegetali a condizione che l’azoto caricato al digestore attra-verso liquami sia in misura superiore a quello apportato da biomasse

• chiarificati:letamiboviniaridottotenorediazotopertratta-menti di rimozione del medesimo tramite processi di aerazio-ne intermittente, strippaggio, ecc., con captazione dell’azoto rimosso in soluzioni concentrate

Effluenti suini• liquami suinicoli per la sola frazione chiarificata (risultante

da trattamento di separazione solido liquido che dimostri di equilibrare il rapporto N/P2O5 a valori non < a 2.5. No i vagli (rotanti, vibranti, a gravità), si separatori a vite elicoidale, a rulli pressori, centrifughe, nastropresse

• digestatidaliquamisuinicoli,anchemiscelatiabiomasseve-getali (N da effluenti prevalente)

• chiarificatidi liquamisuinicoliaridottotenorediazotopertrattamenti di rimozione del medesimo

Le frazioni solide risultanti dal trattamento devono essere stabiliz-zate, esportate e impiegate su terreni fuori dall’azienda in deroga.

che, sulla base dei chiarimenti contenuti nella norma di riferimento, sono: i trasporti di rifiuti pericolosi ad una piattaforma di conferi-mento, effettuati complessivamente per non più di quattro volte l’anno per quantitativi non eccedenti i trenta chilogrammi o trenta litri al giorno e, comunque, i cento chilogrammi o cento litri l’anno; i conferimenti, anche in un’unica soluzione, di rifiuti ad un circuito organizzato di raccolta per quantitativi non eccedenti i cento chi-logrammi o cento litri all’anno.Gli imprenditori agricoli, inoltre, devono conservare in azienda per cinque anni la copia della convenzione o del contratto di servizio stipulati con il gestore della piattaforma di conferimento o del cir-cuito organizzato di raccolta.Gli uffici provinciali e le UOL di Coldiretti Pavia sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

VITIVINICOLOn.1 2012 | 28

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VITIVINICOLO

A partire da quest’anno, al fine di migliorare il servizio di gestione della contabilità e per evitare il più possibile qual-siasi disguido, certificando e tracciando ogni passaggio, per tutte le imprese contabilizzate è stato introdotto un nuovo strumento di raccolta documenti.Una busta mensile che contenga tutti i documenti di rile-vanza contabile e di cui potete vedere un’immagine qui accanto.Inizialmente la busta vi verrà consegnata nei nostri uffici e quindi sostituita ad ogni vostra consegna.

All’interno della busta dovranno essere inseriti i seguenti documenti: • fatturediacquistosuddiviseperattività,• fatturedivenditasuddiviseperattività• riepilogocorrispettiviprivatisuddivisiperattività• modellidipagamentoF23eF24.Una serie di facili sezioni da compilare stampate sul fronte della busta consentiranno di evidenziare alcune tipologie di documenti come:• fatture contenenti le Ritenute di Acconto dei profes-

sionisti (es. veterinari, periti e professionisti iscritti agli Albi)

• fatturerelativeamovimentazioniIntraCEE(venditeeacquisti con i Paesi CEE come Francia, Germania, ecc.)

• fatturerelativeamovimentazioniconlaSvizzera• qualsiasialtrainformazionechesiritenessenecessaria.

Quando si deve utilizzare la bustaLa busta deve essere consegnata presso il proprio Ufficio Zona con cadenza mensile, entro e non oltre il giorno 5 del mese successivo. Ad esempio per il mese di febbraio 2012 la busta deve pervenire presso i nostri Uffici entro il 5 di marzo. L’addetto che riceverà la busta si occuperà delle altre for-malità quali l’apposizione della data di ricezione e le firme necessarie. Gli uffici sono a disposizione per qualsiasi chiarimento, contando sulla collaborazione di tutti siamo certi di entrare a regime entro breve ottenendo un servi-zio preciso e attento.

Busta di raccolta dei documenti contabili

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Avvisi alle aziende agricole

L’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) ha pubblicato il bando 2011 per finanziare le imprese che intendono realizzare interventi finalizzati al mi-glioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.  Per miglioramento dei livelli di salute e di sicurezza sul lavoro si intende il miglioramento documentato delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni pre-esistenti e riscontrabile con quanto riportato nella Valutazione dei Rischi aziendali.DESTINATARI: sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura.RISORSE DISPONIBILI: ammontano a 205 milioni di euro ri-partiti in budget regionali, per la regione Lombardia sono stati stanziati circa 36 milioni di euroAMMONTARE DEL CONTRIBUTO: L’incentivo è costituito da un contributo in conto capitale nella misura del 50%  dei costi del progetto. Il contributo massimo è pari a 100.000 euro, il contributo minimo erogabile è pari a 5.000 euro. Per le impre-se fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale non è fissato il limite minimo di spesa.  Per i progetti che comportano con-tributi superiori a € 30.000  è possibile richiedere un’anticipa-zione del 50%.LIMITI PER LE AZIENDE AGRICOLE: Il contributo in conto ca-pitale è pari al 50% del costi del progetto con un limite mas-simo di 7.500€ (ai sensi del Regolamento CE n. 1535/2007 l’importo complessivo degli aiuti erogabili ai sensi del regime ‘de minimis’ a favore delle aziende che operano nel settore del-la produzione dei prodotti agricoli non deve superare l’importo di 7.500,00€ nell’arco di tre esercizi finanziari - anni 2010, 2011, 2012).Rientrano tra gli aiuti ‘de minimis’ e devono essere conteggiati per individuare il limite dei 7.500€:• icontributipercepitidalleaziendechehannoaderitoal

Bando credito di funzionamento per le imprese agrico-le promosso da Finlombarda per domande presentate dopo il 31 marzo 2011;

• laquotainteressierogatadallaRegioneLombardiarelati-va al finanziamento straordinario sotto forma di anticipa-zione degli aiuti previsti dal Regime di Pagamento Unico relativi al pagamento dei titoli richiesti nella Domanda Unica 2011.

Le imprese che svolgono attività di trasformazione e com-mercializzazione di prodotti agricoli ricadono invece nell’am-bito di applicazione del Reg. CE 1998/2006 ed in questo caso la soglia de-minimis per il triennio 2010-2012 viene fissata a 200.00€.

Attenzione: se anche per il 2012 la Regione Lombardia delibe-rasse di erogare un anticipo sulla domanda unica, verrebbero escluse dall’anticipo le aziende che hanno già beneficiato di 7.500€ come aiuti ‘de minimis’

Esempi di investimenti ammissibili:rimozione eternit, acquisto di macchinari nuovi o usati che migliorino le condizioni di sicurezza dei lavoratori, adeguamento di trattori agri-coli o forestali con l’installazione di strutture di protezione, interventi da effettuare a seguito di prescrizioni dell’ASL o di un parere dei VVFF, impianti antincendio, sistemi di aspirazione, impianti per l’abbattimento delle polveri, insonorizzazione di impianti, pale meccaniche o mini esca-vatori, carribotte, atomizzatori, spandiliquame, strutture di protezione. Ogni investimento deve risultare necessario per in miglioramento delle condizioni di sicurezza sulla base del Documento di Valutazio-ne dei Rischi.LE FASI PER PRESENTARE DOMANDA:le domande devono essere presentate in modalità telematica secon-do le seguenti 3 fasi successive:1) COMPILAZIONE DELLA DOMANDA: le domanda si possono compilare tramite una procedura informa-

tica entro il 7 marzo 2012 sul sito www.inail.it previa registrazione sul sito (bisogna disporre di indirizzo di posta elettronica certifi-cato).

Per presentare domanda è necessario raggiungere un punteggio minimo di ammissibilità pari a 105 determinato dalla dimensione aziendale, dalla rischiosità dell’attività di impresa, dal numero di destinatari, dalla finalità, tipologia ed efficacia dell’intervento.

Al termine dell’inserimento della domanda nella procedura in-formatica, le imprese la cui domanda salvata abbia raggiunto il punteggio minimo di ammissibilità, riceveranno un codice che identificherà in maniera univoca la domanda.

2)  INVIO DELLA DOMANDA ON-LINE: il buon esito della fase di compilazione domanda non è suffi-

ciente a garantire la finanziabilità della stessa, le domande do-vranno essere inviate via internet dalla data e dall’ora che sa-ranno pubblicate su sito INAIL a partire 14 marzo 2012 e saranno finanziate seguendo l’ordine cronologico di spedizione fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

L’elenco in ordine cronologico di tutte le domande inoltrate sarà pubblicato sul sito INAIL, con evidenza di quelle collocatesi in posizione utile per l’ammissibilità del contributo, ovvero fino alla capienza della dotazione finanziaria complessiva.

3) INVIO DELLA DOCUMENTAZIONE A COMPLETAMENTO DELLA DOMANDA E DELLA RENDICONTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI:

entro i 30 giorni successivi all’invio telematico l’impresa deve tra-smettere alla Sede INAIL competente tutta la documentazione prevista, utilizzando la Posta Elettronica Certificata.

In caso di ammissione all’incentivo, l’impresa ha un termine massimo di 12 mesi per realizzare e rendicontare il progetto. Entro 90 giorni dal ricevimento della rendicontazione, in caso di esito positivo delle verifiche, viene predisposto quanto necessario all’erogazione del contributo.

Sono ammissibili solo gli investimenti il cui inizio (ordine), fattura-zione e pagamento siano successivi alla data di comunicazione di ammissione.

Incentivi alle imprese per la sicurezza sul lavoroin attuazione dell’art. 11, comma 5, D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.

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La condizionalità rappresenta, all’interno dell’Unione Eu-ropea, l’insieme delle regole che gli agricoltori devono ri-spettare per l’accesso ad alcune sovvenzioni Comunitarie, si tratta di impegni rivolti alla sicurezza alimentare, alla tutela dell’ambiente, all’igiene e benessere degli animali e al cor-retto mantenimento dei terreni e degli elementi caratteristi-ci del paesaggio. Gli adempimenti relativi alla condizionalità sono da tempo in vigore, ma solamente a partire dal 2005 il rispetto di tali adempimenti è “condizione” necessaria per percepire gli aiuti diretti, da qui si origina il termine “CON-DIZIONALITÀ” .I soggetti tenuti al rispetto di queste regole sono i benefi-ciari di pagamenti diretti PAC ai sensi dell’allegato 1 del Reg. (CE) 73/2009, i beneficiari dei programmi per la ristruttura-zione e la riconversione dei vigneti, per la vendemmia ver-de, per il premio di estirpazione vigneti e delle misure 211, 214 e 221 del PSR 2007-2013. La condizionalità si applica attraverso un insieme di ATTI, chiamati Criteri di Gestione Obbligatori (C.G.O.) e di NORME, definite Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali (B.C.A.A.)

I Criteri di Gestione Obbligatori (C.G.O.) sono disposizioni contenute in regolamenti e direttive emanati dall’Unione Eu-ropea che da tempo sono entrati a far parte della normativa nazionale riguardanti:– l’ambiente;– la sanità pubblica, la salute delle piante e degli animali;– l’igiene ed il benessere degli animali.

Le Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali (B.C.A.A.) sono impegni minimi di carattere agronomico che hanno la finalità di:– prevenire l’erosione del suolo;– mantenere i livelli di sostanza organica nel suolo mediante

opportune pratiche;– mantenere la struttura del suolo;– assicurare il livello minimo di mantenimento dell’habitat

evitandone il deterioramento.

Con DGR n. IX/2738 del 22 dicembre 2011, la Regione Lom-bardia ha approvato le regole di condizionalità a valere per l’anno 2012.Le novità di quest’anno sono 2:1) attivazione all’interno delle ‘B.C.A.A. dell’atto 5.2 “in-

troduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua. I possessori di terreni adiacenti a corsi d’acqua clas-

sificati ‘fiumi, torrenti o canali’ devono introdurre una fascia stabilmente inerbita spontanea o seminata, op-pure arbustiva od arborea, spontanea od impiantata, di larghezza variabile (3 - 5 metri) a seconda dello “stato complessivo attuale” del corpo idrico.

Sono esclusi dall’applicazione di questa norma i fossi, i

colatori ed in generale i corpi idrici che non appartengo alle categorie elencate nel paragrafo precedente.

2) l’integrazione della deroga 2 relativa allo STANDARD 2.2. ”Avvicendamento delle colture”

È vietata la monosuccessione delle seguenti colture o grup-pi di colture sugli stessi appezzamenti per più di cinque anni a partire dal 2008:• maisosorgo• cerealiapagliaautunnovernini(grano,orzo,ecc.).

Viene invece consentita la monosuccessione di riso ed in generale di colture diverse rispetto a quelle sopraelencate.Sono previste delle deroghe se l’agricoltore è in grado di dimostrare che nonostante la monosuccessione viene man-tenuto inalterato il livello di sostanza organica nel terreno.L’azienda che vuole chiedere una deroga ha due possibilità:1) può effettuare analisi del terreno conformi alle meto-

dologie ufficiali, da eseguirsi in uno degli anni del pe-riodo di monosuccessione e dopo l raccolto del cereale coltivato nel “periodo in deroga”. Qualora si accerti che il livello della sostanza organica sia diminuito è neces-sario effettuare interventi di ripristino tramite sovescio, letamazione, o altri interventi di fertilizzazione organica;

2) la DGR n. IX/2738 del 22 dicembre 2011 prevede come nuova alternativa all’analisi del terreno finalizzata a di-mostrare il mantenimento del livello di sostanza orga-nica, il rispetto di tutte le seguenti condizioni sui map-pali interessati dalla monosuccessione:• averepresentatolacomunicazionenitrati;• apportareunquantitativodiazotoorganico pari

ad almeno 170 kg per ettaro e per anno di azoto per il mais e ad almeno 150 kg per ettaro e per anno di azoto per altre colture (es. orzo, frumento, triticale,..)

• effettuareoperazioniqualisovescio, letamazioneo altri interventi di fertilizzazione organica.

I CONTROLLI Le aziende agricole che hanno richiesto il pagamento degli aiuti sono soggette ai controlli da parte degli Organismi Pa-gatori competenti e degli altri Enti preposti per la verifica del rispetto degli impegni della condizionalità ai quali esse sono sottoposte.L’esito negativo o parzialmente negativo di un controllo de-termina una riduzione delle sovvenzioni richieste, i controlli in azienda consistono in una verifica documentale e/o strut-turale, le inadempienze, in base alla portata, gravità e durata della irregolarità, possono determinare riduzioni percentuali sugli importi richiesti e nei casi più gravi portare a una re-voca totale.

Condizionalità in agricolturaLombardia, approvate le regole per il 2012

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Piano Sviluppo Rurale: misura 214 campagna 2012

Il Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia è lo strumento che mette a disposizione delle imprese agricole e di trasformazione una serie di misure a sostegno degli investimenti e di azioni agroambientali finalizzate ad orientare lo sviluppo rurale della regione secondo le finalità politiche co-munitarie. È suddiviso in quattro assi d’intervento che premiano azioni ed impegni molto diversi. All’interno dell’asse 2 troviamo la misura 214 che si propone di promuovere ed incentivare una gestione sostenibile dell’attività agricola in termini di tute-la delle acque e dei suoli agricoli, di salvaguardia della biodiversità e di valorizzazione del paesaggio agrario. La misura finanzia il mantenimento di impegni agro-ambientali che i richiedenti assumono volontaria-mente impegnandosi al rispetto dei criteri basilari della condizionalità. È suddivisa in azioni con un campo di applicazione specifico, ha una durata di cinque anni, si compone di una domanda iniziale e di una domanda annuale di conferma per gli anni successivi al primo.Le novità per bando del 2012 possono essere cosi schematicamente riassunte:• perleazioniI “conservazione della biodiversi-

tà nelle risaie” e M “introduzione di tecniche di agricoltura conservativa” sarà ancora possibile aderire con nuove domande o ampliare la su-perficie richiesta a premio;

• perl’azioneM sotto azione ‘minima lavorazio-ne’ diventa ammissibile la coltura del RISO a condizione che sia seminato in asciutta e a file;

• perlealtreazionisaràpossibilesoloeffettuareuna domanda di conferma degli impegni senza la possibilità di ampliare la superficie a premio.

IMPORTI AD ETTAROAZIONE I “Conservazione della biodiversità nelle ri-saie” si compone di due interventi denominati: 1) gestione delle acque in risaia: 135 €/ha;2) gestione delle acque e delle stoppie in risaie:

165 €/ha. L’azione I è cumulabile con le azioni A, B, E, ed M.

AZIONE M - si può aderire in alternativa a due sot-to azioni:1) Introduzione alla semina diretta su sodo

(SD): Semina su sodo con impegni facoltativi abbinabili di cover crop (almeno due volte nei cinque anni di impegno) e iniezione diretta di effluenti di allevamento.

I premi sono così composti:SD= 208 €/haSD + cover crop = 290 €/haSD+iniezione diretta e.a. = 278 €/haSD+cover crop+ iniezione diretta e.a. = 360 €/ha.

2) Minima lavorazione (ML) con impegni facol-tativi abbinabili di cover crop e interramento immediato degli effluenti di allevamento. I premi sono così composti:

ML = 190 €/haML + cover crop = 272 €/haML Interramento e.a.= 260 €/haML + cover crop + interramento immediato e.a. =

342 euro/ha.

Vi sono impegni specifici e comuni ai due interven-ti per i quali si consiglia la lettura del bando, una citazione a parte meritano però le macchine im-piegate per la ML o la SD. Non esiste un elenco di macchine approvate da Regione Lombardia, tutta-via tutte le macchine operatrici devono rispondere alle caratteristiche tecniche indicate nell’allegato tecnico del bando.

L’azione M è cumulabile con l’azione I ad eccezione dell’impegno di gestione delle stoppie.

In caso di ricorso a contoterzisti è necessaria la fattura con indicazione della macchina utilizzata, e autodichiarazione congiunta (agricoltore e terzi-sta) con indicazione dei riferimenti catastali (Co-mune Foglio Mappale) sui quali è stata effettuata l’operazione.

Si invitano tutti gli interessati a recarsi presso gli uffici di Coldiretti Pavia dove sarà possibile reperire maggiori informazioni e ricevere assistenza per la compilazione della domanda.

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Speciale energiaLe energie rinnovabili di origine agricola possono dare un contributo al problema energetico del Paese, ma deve essere rispettato il primato della produzione del cibo nella gerarchia delle priorità.

L’Italia è un Paese che ha conquistato nel mondo i primati nella produzione alimentare e nella bellezza paesaggistica che non possono essere messi in discussione da uno sviluppo senza regole delle energie rinnovabili che tolgono terreno fertile all’agricoltura, favoriscono le speculazioni e deturpano in modo indelebile l’ambiente.

Coldiretti ha affrontato la questione energetica partendo da quei fenomeni che destano maggior preoccupazione tra i cittadini: inquinamento atmosferico, caro petrolio e effetti negativi sui cambiamenti climatici. A tal proposito si è eviden-ziata la necessità di una pianificazione energetica di lungo periodo.

In termini di potenzialità territoriale e tecnologica ci si deve però interrogare se si debba puntare sulla diffusione di colture ‘dedicate’, finalizzate a rispondere alle economie di scala e a massimizzare le rese energetiche di impianti di tra-sformazione o se, piuttosto, si debba individuare una dimensione più sostenibile, puntando sulla raccolta dei residui delle attività agroforestali e di quelle zootecniche e sul loro sfruttamento attraverso impianti e sistemi tecnologici di piccole e medie dimensioni, idonei per un impiego diffuso e distribuito e con impatti ambientali ridotti.

La sostenibilità delle filiere agroenergetiche è particolarmente importante, in quanto si inserisce nel più vasto ed attuale dibattito sull’approvvigionamento alimentare, il ritorno dell’agricoltura al ruolo primario di produzione di cibo si inserisce in un contesto caratterizzato da fenomeni di destabilizzazione dei prezzi, a seguito del reale aumento della domanda da parte dei grandi Paesi emergenti, anche a causa di fenomeni speculativi, spesso legati ai mercati internazionali dei prodotti energetici.

Questo scenario restituisce importanza, dunque, al ruolo che gli imprenditori agricoli rivestono, oltre che nel manteni-mento del territorio, anche nella produzione di alimenti, rendendoli i veri attori di un ’made in italy’ proteso alla difesa dei consumi e alla valorizzazione di un’economia di quantità e di qualità.

C’è dunque spazio per fare più agricoltura , ma all’interno di questo scenario i luoghi di consumo devono essere il più vicino possibile ai luoghi di produzione dell’energia. Ciò può realizzarsi ad esempio, attraverso la costruzione di micro-generatori o di impianti che utilizzano biomassa locale, evitando trasporti a lungo raggio.

Dal punto di vista normativo si è lavorato molto, introducendo la possibilità, da parte delle imprese agricole, di produrre e vendere energia; alla base si colloca l’impresa multifunzionale, ad opera della legge di orientamento fino alla qualifica di attività agricola per connessione anche per l’attività di produzione e vendita di energia elettrica da fonti forestali e fotovoltaiche e di carburanti ottenuti da produzioni vegetali.

Ora è tempo di pensare alla creazione di strutture energetiche sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambien-tale, scegliendo le filiere più adatte ed inserendole nel contesto geografico migliore per la valorizzazione del territorio.

DECRETO LIBERALIZZAZIONI: STOP AGLI INCENTIVI STATALI PER GLI IMPIANTI COLLOCATI A TERRA IN AREE AGRI-COLEIl decreto legge sulle liberalizzazioni varato dal Governo Monti contiene diversi provvedimenti di interesse per il settore agricolo, a cominciare dallo stop agli incentivi statali per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole (articolo 65). La rapida espansione di questi impianti pone, del resto, seri interrogativi di carattere ambientale e paesaggistico oltre che economico e produttivo in un Paese come l’Italia dove negli ultimi 40 anni sono andati persi quasi 5 milioni di ettari di superficie coltivata

“Il Decreto – sottolinea a tale proposito Sergio Marini, presidente della Coldiretti - pone un giusto freno alle specu-lazioni sui terreni provocat a dalla diffusione selvaggia del fotovoltaico che ha fatto impennare i prezzi della terra su valori insostenibili per gli imprenditori agricoli.”

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone ruraliPSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura

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SPECIALE ENERGIA

COGENERAZIONE, SLITTA AL 31 MARZO IL TERMINE PER RICHIEDERE GLI INCENTIVIÈ stato prorogato al 31 marzo 2012 il termine di presentazione delle domande di riconoscimento come Cogenerazione ad Alto Rendimento (Car), per le unità entrate in esercizio negli anni precedenti il 2011, per accedere agli incentivi pre-visti dal decreto del 5 settembre 2011 del Ministero dello Sviluppo economico.

La proroga è stata decisa per venire incontro alle richieste espresse da vari operatori economici, in modo da definire una scadenza temporale di presentazione delle domande che consenta agli operatori interessati di adeguare le proprie procedure alla nuova disciplina. Resta in ogni caso invariato il termine di 120 giorni solari (previsto all’art. 8, comma 5 del decreto 5 settembre 2011) dalla ricezione di ciascuna domanda per la verifica e la risposta del Gse, il Gestore dei servizi elettrici.Lo slittamento della scadenza è contenuto nel decreto 25 novembre 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 10 del 13 gennaio 2012. Il provvedimento sposta al 31 marzo di quest’anno il termine fissato dal D.M. 5 settembre 2011 al 30 novembre 2011 per presentare al Gestore la richiesta di incentivo per le produzioni relative agli anni 2008, 2009 e 2010. Per le produzioni dell’anno 2011 e successivi, le richieste devono essere inviate entro il 31 marzo di ogni anno a partire dal 2012.Ricordiamo che le unità di cogenerazione hanno diritto, per ciascun anno solare in cui soddisfino i requisiti di Car, all’e-missione dei Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica) di tipologia II in numero proporzionale al risparmio energetico realizzato. I Certificati Bianchi possono essere utilizzati per assolvere all’obbligo di cui al D.M. 20 luglio 2004, oppure possono essere oggetto di scambio e contrattazione. In alternativa, l’operatore può richiedere il ritiro da parte del Gse dei Cer-tificati Bianchi a cui ha diritto.Le unità di cogenerazione riconosciute Car ed entrate in esercizio a seguito di nuova costruzione o rifacimento dopo il 7 marzo 2007 godono di un periodo di incentivazione di 10 anni solari o 15 anni solari se abbinate a reti di teleriscal-damento. Per quelle entrate in esercizio tra il 1° aprile 1999 e il 7 marzo 2007 il periodo di incentivazione è di 5 anni.Gli incentivi sono cumulabili con l’accesso a fondi di garanzia, fondi di rotazione, detassazione dal reddito d’impresa degli investimenti in macchinari e apparecchiature e altri incentivi pubblici in conto capitale.

Art. 65 decreto liberalizzazioni:

1. (Riformulazione Mef) Dalla data di entrata in vigore del presente decreto, per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, non è consentito l’accesso agli incentivi statali di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.

2. Il comma 1 non si applica agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole che hanno con-seguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del presente decreto o per i quali sia stata presentata richiesta per il conseguimento del titolo entro la medesima data, a condizione in ogni caso che l’impianto entri in esercizio entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

3. Agli impianti i cui moduli costituiscono elementi costruttivi di serre così come definite dall’articolo 20, comma 5 del decreto ministeriale 6 agosto 2010, si applica la tariffa prevista per gli «impianti fotovoltaici realizzati su edifici». Al fine di garantire la coltivazione sottostante, le serre – a seguito dell’intervento – devono presentare un rap-porto tra la proiezione al suolo della superficie totale dei moduli fotovoltaici installati sulla serra e la superficie totale della copertura della serra stessa non superiore al 50 per cento.

4. I commi 4, 5 e 6 dell’articolo 10 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28 sono abrogati.

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone ruraliPSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura

IMPIANTI A FONTI RINNOVABILI:LA DICHIARAZIONE DI CONSUMO/PRODUZIONE ALL’AGENZIA DELLE DOGANE VA FATTA ENTRO IL 31 MARZO 2012

A partire dal 2012, è stata decretata l’abolizione delle addizionali provinciali e comunali (ad esclusione delle Regioni a statuto speciale ) sulle accise per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Gli impianti a fonti rinnovabili, con potenza disponibile superiore a 20 kW, che autoconsumano la corrente elettrica in locali e luoghi diversi dalle abitazioni (ovvero la corrente elettrica consumata dalle imprese di autoproduzione in locali e luoghi diversi dalle abitazioni) non dovranno più versare le addizionali provinciali, fatti salvi gli adempimenti relativi al periodo di imposta per l’anno 2011.

Le modifiche al Testo Unico per le accise sono state apportate con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nr. 304 del 31.12.2011 dei due decreti del 30 dicembre 2011 del Ministro dell’Economia e delle Finanze attuativi, rispettivamente, delle disposizioni di cui all’articolo 2 comma 6 del D. Lgs n. 23/2011 e all’articolo 18 comma 5 del D. Lgs n. 68/2011.Allo stato attuale tali disposizioni sono in vigore solamente per le Regioni a statuto ordinario, mentre restano invariate le disposizioni sulle addizionali per le Regioni a statuto speciale.

I produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili con potenza nominale superiore ai 20 kWp hanno comunque l’ob-bligo di trasmettere all’Agenzia delle Dogane, entro il 31 marzo, la dichiarazione annuale di produzione/consumo. Il servizio telematico doganale rilascerà una ricevuta dell’avvenuta comunicazione che dovrà essere trasmessa al GSE, entro il 30 aprile, pena la sospensione degli incentivi.

Al riguardo l’agenzia delle Dogane ha divulgato, con la nota 150199 dello scorso 23 dicembre 2011, l’aggiornamento dei modelli “AD-1” , dichiarazione di consumo di energia elettrica, e “AD-2”, dichiarazione di consumo di gas, per l’anno d’imposta 2011.

La dichiarazione è annuale, va presentata anche da coloro che producono energia elettrica , sia da fonti convenzionali che da fonti rinnovabili, deve essere presentata entro la fine di marzo 2012, mentre i versamenti relativi al pagamento dell’accisa e delle addizionali, se dovuti, sono mensili.

I soggetti obbligati sono definiti all’art. 53, commi 1 e 2, del Testo Unico delle Accise approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. Il modello di dichiarazione (e la procedura informatica per la compilazione e l’invio della dichia-razione stessa) è stato concepito per poter essere utile sia alla comunicazione dei dati di consumo, della liquidazione del debito, della determinazione del conguaglio e delle rate di acconto, da parte dei soggetti obbligati, sia per la sola comunicazione dei dati relativi all’energia elettrica prodotta o trasportata, da parte dei soggetti non obbligati, tenuti all’invio della dichiarazione riepilogativa.

Il modello AD-1, dichiarazione di consumo di energia elettrica, non riporta sostanziali modifiche rispetto al precedente anno d’imposta, se non per quanto attiene alle disposizioni, in vigore dal 2011, che hanno riguardato le addizionali all’accisa sull’energia elettrica di cui all’art. 6 del decreto legge 511 del 1988, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 del 1989.

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Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

Tali dichiarazioni dovranno essere presentate all’Amministrazione esclusivamente in forma telematica, per il tramite del Servizio Telematico dell’Agenzia delle Dogane, previo rilascio, per tempo, dell’autorizzazione alla trasmissione telema-tica e alla firma digitale.

IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO AUTORIZZA LA VENDITA DI BIOGAS E GAS DA BIOMASSA

Il 29 dicembre il Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, ha firmato il Decreto attuativo del D.Lgs 93/11 sul Terzo Pacchetto UE sull’energia, con in nuovi criteri per il rilascio dell’autorizzazione alla vendita di gas ai clienti finali.

Tra le novità, ora nell’attività di vendita sono inclusi esplicitamente non solo il gas naturale ma anche il biogas, il gas naturale liquefatto (Gnl), il gas da biomassa o altri tipi di gas nella misura in cui tali tipi di gas siano compatibili col sistema nazionale di trasporto e distribuzione.

L’elenco dei venditori abilitati è previsto già dal D.Lgs 164/00 “Letta”. Il nuovo DM aggiorna i criteri per l’inserimento nell’elenco alla luce delle previsioni del D.Lgs 93/11.Come già previsto dal DLgs 164 le condizioni per essere inseriti nell’elenco sono la disponibilità di un adeguato servizio di modulazione, incluso lo stoccaggio, e capacità tecniche adeguate. Diversamente dal 164, però, non è più richiesta una “dimostrazione della provenienza del gas e dell’affidabilità della condizioni di trasporto” bensì una semplice “dimostrazione della disponibilità di fornitura di gas naturale” (il Dlgs 93/11, si ricorda, ha conservato l’obbligo di indicare l’origine del gas solo per le fasi della filiera “a monte” della vendita finale).

Due eccezioni rispetto agli obblighi relativi all’elenco: i consorzi che approvvigionano gas solo per i loro consorziati non sono obbligati a chiedere l’inserimento nell’elenco. Inoltre, nel caso di reti di distribuzione alimentate da serbatoi di GNL a servizio di reti locali non collegate in alcun modo con la Rete nazionale (es. i distributori di GNL per autotrazione, che sono riforniti con autobotti) il soggetto che gestisce l’attività di distribuzione è autorizzato temporaneamente a svolgere l’attività di vendita.

Le richieste di inserimento nell’elenco vanno presentate almeno tre mesi prima dell’inizio dell’attività, corredate da tutte le informazioni rilevanti (numero di clienti serviti, volumi previsti, disponibilità di modulazione, dati rilevanti sul contratto di approvvigionamento di gas tra cui l’indicazione del fornitore).Le imprese inserite nell’elenco dei venditori abilitati alla data del 31 dicembre 2011 sono inseriti d’ufficio nel nuovo elenco.

SPECIALE ENERGIA

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agricoltura multifunzionalela legge di orientamento e i Suoi effetti per le impreSe agricole

La rivoluzione che il decreto legislativo n. 228/2001, meglio noto come Legge di Orientamento, ha portato per il settore agricolo può essere definita epocale, dopo oltre 10 anni dalla sua emana-zione possiamo tracciarne un bilancio ampiamente positivo.Esso ha segnato, infatti, un profondo mutamento nel modo di vedere l’agricoltura: da “mondo a parte” a motore di sviluppo economico, con l’impresa agricola come fulcro del rinnovamento. Un’impresa agricola non più confinata alla sola produzione di alimenti, ma aperta a nuove attività, forte di un ruolo più completo rispetto al passato.

Fortemente sostenuta dalla Coldiretti, ha allargato i confini dell’attività agricola: dalla semplice attività di coltivazione ed allevamento alla trasformazione aziendale dei prodotti e alla loro ven-dita in azienda o nei mercati degli agricoltori, dalla manutenzione e tutela dell’ambiente, dall’a-griturismo alla tracciabilità delle produzioni alimentari.

La Legge di Orientamento fornisce un ampio ventaglio di nuove occasioni di reddito agli agri-coltori ma, al tempo stesso, propone alla Pubblica Amministrazione un nuovo partner, l’azienda agricola stessa, con la quale collaborare attivamente per la promozione, la difesa e lo sviluppo del territorio. Nuove opportunità anche per la fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come i contratti realizzati da molti comuni per la pulizia delle strade dalla neve attraverso l’uso dei trattori o la cura del verde pubblico che spesso viene affidata agli agricoltori. “Prima sul piano normativo non c’era la possibilità di fare una politica legata al prodotto, di con-frontarsi col mercato, di legarsi alle aspettative della gente – ha sottolineato nel suo intervento il presidente della Coldiretti - la Legge di Orientamento ha stravolto in positivo il nostro fare agri-coltura. Ed è una fortuna che nessuno, a cominciare dalla politica, abbia pensato di metterci le mani e peggiorarla”.

Per non parlare della nascita delle fattorie didattiche con le convenzioni con le scuole, ma anche degli agriasili e il prossimo arrivo del primo “agriospizio” realizzato da una giovane imprenditrice. Sono stati infatti soprattutto i giovani a cogliere le nuove opportunità.

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Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone ruraliPSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura

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E in dieci anni sono raddoppiati gli agriturismi presenti che hanno superato le diciannovemila unità, sono nate 1.189 fattorie didattiche, decine di agriasili, mentre i mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono 715 e oltre 63mila le malghe, cantine, frantoi, cascine dove è possibile acquistare direttamente dai produttori agricoli.Numeri che danno la cifra del profondo mutamento avvenuto negli ultimi dieci anni nel settore agricolo proprio grazie alla Legge di Orientamento, dando il via ad esperienze innovative e alla proposta di nuovi servizi che hanno mutato il volto del settore e, conseguentemente, la conside-razione dei cittadini. Lo dimostrano i risultati del primo Rapporto “Gli Italiani e l’agricoltura - La qualità del cibo e la qualità della vita”, realizzato da Ipr marketing.

Secondo i dati, il 72 per cento degli italiani pensa che gli agricoltori svolgano un ruolo positivo nella tutela dell’ambiente, conservando vive le tradizioni, impedendo la cementificazione, facen-do manutenzione del territorio, coltivando cibo biologico e dando lavoro. La metà degli italiani (50 per cento) associa inoltre la campagna a sensazioni di salute e benessere, mentre un altro 33 per cento la abbina idealmente al relax. Solo il 6 per cento pensa che nel verde ci si annoi, e appena l’uno per cento identifica i campi con fatica o allergie.

AGRICOLTURA MULTIFUNZIONALE

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR

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n.1 2012 | 40 CAMPAGNA AMICA

Assicurazione per le coltivazioni invernali

Informiamo che da quest’ anno è possibile assicurare, già a

partire dalla semina, le produzioni agricole a ciclo autunno-

vernino (frumento tenero e duro, orzo, colza, pisello ecc.),

usufruendo dei contributi previsti dall’ art. 68 (assicurazione

raccolti) e dal Decreto 102/2004 (FSN).

La stipula anticipata dei contratti è volta a rendere operative

le garanzie contenute nel Piano Assicurativo Nazionale quindi

oltre alla grandine (garanzia base) è possibile abbinare una

o più garanzie a scelta fra vento forte, gelo/brina, eccesso

idrico, sbalzo termico e siccità (polizza “pluririschio”) oppure

tutte le garanzie (polizza “multirischio”).

La polizza, coprirà le colture assicurate (per le avversità at-

mosferiche prescelte), dal momento della sottoscrizione fino

al raccolto.

In mancanza del Fascicolo Aziendale aggiornato, è necessa-

rio fornire le superfici e i dati catastali delle colture seminate;

gli stessi dati e superfici andranno indicati in sede di stesura

del Fascicolo Aziendale 2012 (eventuali variazioni dovranno

essere riportate sul certificato di assicurazione).

In caso di assicurazione permane l’obbligo di assicurare

l’intera produzione aziendale per specie/comune/garanzia.

Le UOL di Coldiretti, la sede provinciale e gli stessi uffici di Co.Pro.Vi sono a vostra disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

La società BIOPOPLAR, leader in Europa nella filiera legno-energia, inparticolare nel settore delle coltivazioni dedicate a rapido accrescimento,RICERCA, su incarico di importante multinazionale, superficie da destinarea tali coltivazioni per alimentare impianto cogeneretivo a biomasse legnose.

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Volentieri il Coltivatore Pavese ospita un messaggio del Co.Pro.Vi per informare tutti i lettori delle nuove opportunità

offerte in campo assicurativo per le colture a ciclo autunno-vernino

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| 41EST TICINO VILLORESI

Il Consorzio di Bonifica Est Ticino VilloresiIl Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi (ET Villoresi) è un ente pubblico economico a carattere associativo. L’attuale Consorzio, erede del Consorzio canali dell’Alta Lombardia, è il risultato di un lungo processo che ha portato alla fusione dei preesistenti Consorzio di Bonifica Villoresi e Consorzio di Bonifica del Basso Pavese. Nel Consorzio sono inseriti anche i territori irrigati con le acque derivate dai Navigli Grande, Be-reguardo, Pavese e Martesana. Il comprensorio amministrato, secondo in Italia per estensio-ne, ha una superficie complessiva di quasi 280.000 ettari e si estende su sette province (Milano, Lodi, Monza e Brianza, Pavia, Varese, Como e Lecco). I confini naturali sono il Ticino, l’Adda, il Lambro e il Po. Il consorzio fornisce acqua tramite i suoi quasi 4.000 Km di canali a un territorio di 264 Comuni, con 4 milioni di abitanti.Ogni anno distribuiamo oltre 5 miliardi di litri d’acqua con la nostra rete, la sua tutela è fondamentale per il futuro della Lombardia agricola e per il paesaggio lombardo. In particolare, il Consorzio di bonifica Est Ticino Villoresi si occupa di:• distribuireleacquesuperficialiafiniirrigui• ottimizzare l’uso delle acque superficiali, sotterranee e

reflue depurate• bonificareilterritoriodalleacqueineccesso• contribuirealladifesadelsuolo• valorizzareleacquedeipropricanaliafinienergetici• favorirel’usoturisticoefruitivodiacqueecanali• favorirelosviluppodiunagricolturasostenibile• tutelarel’ambienteeilpaesaggiodeiterritoriattraversati

dai propri canali.Il Consiglio di Amministrazione, eletto nel febbraio 2006, sarà in carica sino al 31 dicembre 2012 ed è così composto: Ales-sandro Folli (presidente), Daniela Gasparini e Piera Malinverno (vicepresidenti). I Consiglieri sono Bruno Bagarotti, Pierpaolo Barlotti, Giuseppe Roberto Baroni, Antonio Bonati, Pierluigi Cerri, Elena Marinoni, Luciano Moretti, Ettore Tosca, Adriano Turconi, Alessandro Ubiali e Piergiulio Venino.

Villoresi, un 2012 importanteSe il 2011 è stato un anno importante per il Consorzio, il 2012 lo sarà ancora di più perché, ci troveremo ad affrontare nuo-vi obiettivi di crescita. Il livello degli investimenti in corso supera i 25 milioni di euro ed è probabile che nel prossi-mo anno, anche per rinnovare parti importanti della nostra rete, siano superiori. Continueranno i lavori alle Dighe del Panperduto, gli interventi straordinari e di consolidamento sull’intera rete. In particolare sul Naviglio di Beregurado, sul Naviglio di Pavia e nel Basso Pavese.

Interventi straordinari nel Basso Pavese:1. a febbraio inizieranno i lavori di sistemazione degli im-

pianti di sollevamento del Cavetto Ricotti in comune di Pieve Porto Morone e del Cavo Ravano in comune di San Zenone al Po;

2. sono appena terminati i lavori di ristrutturazione e ade-guamento funzionale della Chiavica del Reale vecchia, in comune di Chignolo Po, con la realizzazione di un museo della bonifica e della nuova sede zonale del Consorzio aperta al pubblico;

3. verranno realizzati a breve gli interventi di manutenzio-ne straordinaria delle paratoie di sicurezza della chiavi-ca del Reale;

4. sono in corso le verifiche e gli accertamenti dello studio di fattibilità per la risoluzione dei problemi di allaga-mento periodico delle aree circostanti al colatore Olo-netta;

è stato anche predisposto un progetto, ancora in attesa di finanziamento, per la messa in sicurezza della zona del bas-so pavese.

Infine relativamente al personale, stiamo lavorando per far crescere i nuovi “villoresiani” che dovranno gestire, insieme ai “vecchi”, l’importante lavoro dei prossimi anni. Comincia-mo a vedere i primi importanti risultati e devo esprimere un pubblico riconoscimento a tutti. Le scommesse sul tavolo sono molte, l’impegno di tutti non sarà da meno e con l’ottimismo della ragione, posso affer-mare che il Consorzio c’è ed è pronto ad affrontare questo difficile ma affascinante cammino.

A cura del Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi

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n.9 2011 | 42

Il futuro dell’agricoltura, opportunità di sviluppo

Non solo le celebrazioni di Sant’Antonio ma un convegno per dibattere dei problemi cogenti l’agricoltura di oggi si è tenuto a Landriano lo scorso 17 gennaio.Presso la Sala Consiliare del Comune di Landriano ha preso vita il convegno: “Il futuro dell’agricoltura, opportunità di sviluppo” che si è snodato secondo due temi specifici.“L’agricoltura d’Europa, ovvero l’evoluzione della proposta PAC”, a cura di Enrico De Marziani, responsabile CAA di Coldiretti Pavia e “L’agricoltura di territorio, ovvero la Filiera Agricola Italiana”, sviluppato da Francesco Goffredo della Federazione regionale Coldiretti Lombardia.Il punto di vista delle Imprese agricole secondo Giovanni Roncalli, direttore della Coldiretti di Pavia, ha aperto la fase di dibattito le cui conclusioni sono state tratte da Vilma Pi-rola, responsabile coordinamento Donne Impresa Pavia e assessore all’agricoltura del comune di Landriano. Il momento celebrativo con la Santa Messa e la Benedizione dei mezzi agricoli si è tenuto la successiva domenica 22, presso la Parrocchia di San Vittore Martire in Landriano.

Lo scorso 27 novembre, con una cerimonia al Teatro Fraschini, la Camera di Commercio ha consegnato i premi Fedeltà al Lavoro e Progresso Economico consistenti in una meda-glia d’oro del conio camerale accompagnata da un diploma.Tra i premiati, la collega Luisa Dosseni, che impossibilitata a partecipare all’evento ha suc-cessivamente ricevuto l’onorificenza dal presidente della Camera di Commercio Giacomo de Ghislanzoni Cardoli che si è complimentato per l’impegno e la dedizione profusi nel proprio lavoro fin dal 1° gennaio 1973, occupandosi in particolare dei mercati a Km zero di Educazione alla Campagna Amica.

Giornata del Ringraziamento di Landriano

BREVI

Premio fedeltà al lavoroLuisa Dosseni premiata dalla Camera di Commercio

Giornata del Ringraziamento per il Basso Pavese

il tavolo dei relatori da sinistra Enrico De Marziani, il sindaco del comune di Landriano Roberto Aguzzi, Vilma Pirola, Giovanni Roncalli e Francesco Goffredo

La zona del Basso Pavese ha celebrato la giornata a partire dalle 10:00 con la Santa Messa officiata da Don Er-nesto Maggi, consigliere ecclesiastico di Coldiretti Pavia, coadiuvato da Don Mansueto Fasani, parroco di Pieve Porto Morone, presso la Parrocchia I Casoni di Pieve Porto Morone. Il rito celebrativo è stato arricchito dal Coro di Santa Maria delle Grazie di Pavia con la straordinaria partecipazione del baritono Franco Podda del Teatro Alla Scala di Milano, accompagnato dal maestro Italo Vertuani all’organo e dal maestro Simone Incardi alla tromba. A seguire la Benedizione dei mezzi agricoli e quindi un momento di dibattito sui problemi agricoli più attuali con la partecipazione del presidente di Coldiretti Giuseppe Ghezzi. Il dibattito tra i soci e le autorità intervenute, è stato sintetizzato da Mauro Bassanini, presidente della zona per Coldiretti, che ha dato quindi il viatico al il convi-vio a base di prodotti a chilometri zero, presso la Trattoria Bosco in frazione Bosco del comune di Chignolo Po.

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ANTE INSTALLAZIONE

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